Arthur Osborne. L'Incredibile Sai Baba Di Shirdi

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Arthur Osborne... L'incredibile Sai Baba di Shirdi... Edizioni: Il Punto d'Incontro. Nota dell'editore. Arthur Osborne nacque a Londra e ricevette la sua istruzione presso la Christ Church di Oxford. Egli era profondamente interessato alla spiritualità e trascorse parecchi anni presso il Ramanashramam, l'ashram di Ramana Maharshi che si trova a Tiruvannamalai, nel Sud dell'India. Di Osborne è stato tradotto in italiano Ramana Maharshi e il sentiero dell'Auto Conoscenza; inoltre, egli ha curato altri due volumi pubblicati in Italia: Gli Insegnamenti di Ramana Maharshi e Ramana Maharshi, Opere Complete, editi da Ubaldini, Roma. Nota dell'autore Poco dopo la morte di Sai Baba, Swami B. V. Narashimhaswami compilò una raccolta dei suoi detti e di aneddoti dal titolo Sri Sai Baba's Charters and Sayings. Egli raccolse anche numerose testimonianze di esperienze da un numero considerevole di devoti e le pubblicò in tre volumi dal titolo Devotees'Experiences of sai Baba. Entrambi questi libri sono stati pubblicati senza copyright dalla All India Samaj di Madras, della quale Swami Narashimhaswami era presidente. Prima che egli lasciasse l'incarico, parlai con lo Swami della mia intenzione di scrivere una vita di Sai Baba ed egli mi chiese di servirmi ampiamente delle pubblicazioni della Ali India Samaj. Desidero quindi esprimere la mia gratitudine per l'aiuto che ho ottenuto consultando queste fonti. Arthur Osborne Introduzione E'perfettamente vero, come commenta l'autore, che Sri Sai Baba, sebbene sia ben conosciuto in tutta l'India, non lo è altrettanto fuori dall'India, specialmente nei paesi europei. L'autore desidera quindi presentare questo santo al mondo occidentale. Con questo lodevole obiettivo egli ha scritto un libro che contiene la breve vita di Sri Sai Baba, i suoi insegnamenti, i miracoli e gli aneddoti. Sebbene la vita di Sri Sai Baba, come viene raccontata nel libro, basato su racconti autentici dei suoi devoti, sia strana ed eccentrica, nessuno che sia venuto in contatto con lui può negare il fatto che egli fosse, e Ramdas direbbe che egli sia, un santo del più alto ordine spirituale. Ramdas ebbe il privilegio di visitare Shirdi circa quattro anni fa per il darshan del samadhi di Baba e scoprì che l'atmosfera del Mandir, dove è situato il samadhi, vibrava di pace spirituale e gioia. Sai Baba sembra ancora vivo in quel luogo santo. Un'altra vista meravigliosa che gli occhi di Ramdas

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L'Incredibile

Transcript of Arthur Osborne. L'Incredibile Sai Baba Di Shirdi

Arthur Osborne...L'incredibile Sai Baba di Shirdi... Edizioni: Il Punto d'Incontro.Nota dell'editore.Arthur Osborne nacque a Londra e ricevette la sua istruzione presso la Christ Church di Oxford. Egli era profondamente interessato alla spiritualit e trascorse parecchi anni presso il Ramanashramam, l'ashram di Ramana Maharshi che si trova a Tiruvannamalai, nel Sud dell'India. Di Osborne stato tradotto in italiano Ramana Maharshi e il sentiero dell'Auto Conoscenza; inoltre, egli ha curato altri due volumi pubblicati in Italia: Gli Insegnamenti di Ramana Maharshi e Ramana Maharshi, Opere Complete, editi da Ubaldini, Roma.Nota dell'autorePoco dopo la morte di Sai Baba, Swami B. V. Narashimhaswami compil una raccolta dei suoi detti e di aneddoti dal titolo Sri Sai Baba's Charters and Sayings. Egli raccolse anche numerose testimonianze di esperienze da un numero considerevole di devoti e le pubblic in tre volumi dal titolo Devotees'Experiences of sai Baba.Entrambi questi libri sono stati pubblicati senza copyright dalla All India Samaj di Madras, della quale Swami Narashimhaswami era presidente.Prima che egli lasciasse l'incarico, parlai con lo Swami della mia intenzione di scrivere una vita di Sai Baba ed egli mi chiese di servirmi ampiamente delle pubblicazioni della Ali India Samaj.Desidero quindi esprimere la mia gratitudine per l'aiuto che ho ottenuto consultando queste fonti.Arthur OsborneIntroduzioneE'perfettamente vero, come commenta l'autore, che Sri Sai Baba, sebbene sia ben conosciuto in tutta l'India, non lo altrettanto fuori dall'India, specialmente nei paesi europei. L'autore desidera quindi presentare questo santo al mondo occidentale.Con questo lodevole obiettivo egli ha scritto un libro che contiene la breve vita di Sri Sai Baba, i suoi insegnamenti, i miracoli e gli aneddoti. Sebbene la vita di Sri Sai Baba, come viene raccontata nel libro, basato suracconti autentici dei suoi devoti, sia strana ed eccentrica, nessuno che sia venuto in contatto con lui pu negare il fatto che egli fosse, e Ramdas direbbe che egli sia, un santo del pi alto ordine spirituale.Ramdas ebbe il privilegio di visitare Shirdi circa quattro anni fa per il darshan del samadhi di Baba e scopr che l'atmosfera del Mandir, dove situato il samadhi, vibrava di pace spirituale e gioia. Sai Baba sembra ancora vivo in quel luogo santo.Un'altra vista meravigliosa che gli occhi di Ramdaspoterono gioire fu il regolare flusso di devoti, che per tutto il giorno si riversava nel tempio per ottenere il darshan del samadhi di Baba.Durante i vagabondaggi di Ramdas in varie zone dell'India e in occasione delle sue visite presso le case dei devoti, egli scopr ovunque l'immagine di Sai Baba che adornava i muri.La popolarit di questo santo molto vasta e diffusa, il suo nome diventato estremamente familiare in tutte le case dell'India e il popolo indiano lo considera con grande venerazione.

Sai Baba una potente forza spirituale che modella e trasforma la vita degli aspiranti spirituali; ed essi ne cercano la guida e la benedizione anche in questi giorni.L'autore, Sri Arthur Osborne, ha reso un prezioso servizio ai cercatori della Verit occidentali, presentando questo libro al mondo.Egli, in uno spirito d'amore e devozione a Sai Baba, ha raccontato i pi importanti eventi della sua vita, rinnovando nel cuore del lettore la gloria di Sai Baba.La sua divina personalit sembra abbia catturato il cuore dell'autore ed egli scrive di lui con una tale spontaneit, fornendo dettagli della sua vita e dei miracoli tratti da varie fonti, che non pu far altro che suscitare, nel cuore del lettore, un'onda di ammirazione e devozione per questo grande Maestro spirituale.Ramdas desidera ardentemente che questo libro giunga nelle mani di ogni aspirante spirituale, dei credenti e dei non credenti, in modo che chiunque possa venire a conoscere come Dio si sia rivelato nella forma di un santo unico e altamente ispirato, della statura di Sai Baba.I detti di Sai Baba sono del tutto originali nel loro valoreed espressione. L'ultima citazione, come trascritta in questo libro, ha affascinato Ramdas ed egli terminer con essa questa breve introduzione: "Io do alle persone quello che vogliono, nella speranza che comincino a desiderare ci che io voglio dar loro. "Swami Ramdas Anandashram, Khanhangad, 25 aprile 19571. Presentazione di Sai Baba"Guarda, arriva di nuovo quel fachiro pazzo!"I negozianti si volsero, guardando nella strada, l'alto e scarno giovane che a lunghi passi s'era incamminato verso di loro, energico, ma dal contegno riservato, senza parlare con nessuno.Nessuno sapeva chi fosse. Era apparso per la prima volta nella piccola citt di Shirdi, come un ragazzo di circa sedici anni, nel 1872, alla maniera dei fachiri itineranti, senza che nessuno sapesse da dove venisse o perch. Di l se ne and, e poi vi fece ritorno, trascorrendo il resto della sua vita nella cittadina.Durante le sue visite precedenti aveva vissuto sotto un albero di nim; se ne stava seduto l tutto il giorno e di notte dormiva sulla nuda terra, mangiando quel poco che i caritatevoli abitanti del villaggio gli offrivano.Quando smise di vagabondare e si stabil a Shirdi, si rec innanzitutto in un piccolo tempio ind, con l'intenzione di farne la sua dimora. Ma il custode, Mahalsapathy, che pi tardi divenne uno dei suoi pi intimi discepoli, lo etichett come fachiro musulmano e gli rifiut l'ospitalit; consigliandolo invece di andare a vivere nella moschea.Sai Baba segu il consiglio e la moschea con i muri di fango divent la sua dimora.Poi parl con i santi, ind o musulmani, che occasionalmente visitavano la citt, e uno di essi aveva detto agli abitanti: "Fate attenzione a quel giovane fachiro: un gioiello su un letamaio."Ma non fu preso in considerazione. Piuttosto, pareva un po'folle. Non si univa mai a loro e parlava raramente. Qualche volta ripeteva namaz (la preghiera rituale islamica che deve essere ripetuta cinque volte al giorno), ma anche questo accadeva molto raramente.Il giovane aveva particolari abitudini personali, teneva un fuoco perpetuamente acceso nella piccola moschea, (pi come un Parsi che come un musulmano) oltre a delle piccole lampade ad olio.

Tranne una manciata di cibo, l' olio per le lampade era la sola cosa di cui aveva bisogno e che era solito mendicare dai negozianti. Questa doveva essere la ragione per cui stava arrivando ora...Uno dei negozianti disse: "Divertiamoci un po'alle sue spalle; rifiutiamoci di dargli l' olio."Un gruppetto di curiosi si riun. Ma una volta che l' olio gli fu rifiutato, il giovane fachiro si volt e se ne and senza alcuna lamentela o supplica. "Seguiamolo e vediamo che cosa fa," sugger qualcuno. Il vecchio istinto del branco di combattere il forestiero era al lavoro.E presto videro un'insolita scena. Arrivato alla moschea, il fachiro raccolse un recipiente di terracotta pieno d'acqua e con esso riemp le lampade, le quali si acceserocome se vi fosse stato versato dell'olio.Non ci furono pi gomitate o risate soffocate ora. Presi da un improvviso timore reverenziale, essi caddero ai suoi piedi e lo pregarono di non maledirli per tutto quello che avevano fatto.Non si parlava pi di fachiri pazzi. La gente di Shirdi ora credeva nel gioiello sul letamaio. Sapevano che tra loro c'era un uomo di potere e ben presto scoprirono che era un santo, un insegnante dalla enorme compassione per coloro che soffrivano.Tuttavia egli rimase bizzarro, un uomo misterioso. Nessuno conosceva il suo nome. Sai Baba non un nome. Sai una parola persiana che significa "santo" e Baba un termine Lindi usato con familiarit e rispetto che significa "padre". Nessuno sapeva perch avesse scelto Shirdi come sua dimora.Pi un villaggio che una citt, a sei miglia dalla pi vicina stazione ferroviaria, non era un centro spirituale. Eppure egli rimase l per quasi cinquant'anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 1918, e sempre pi numerosi i devoti si affollarono dalle citt vicine.Se ci fu una ragione personale, fu strana quanto tutte le circostanze della sua vita: molti anni pi tardi, gi famoso, ordin a un devoto di scavare ai piedi dell'albero dinim dove soleva sedersi fin dal primo giorno; sotto c'era una tomba ed egli dichiar che si trattava della tomba del suo Guru, ma non il Guru di questa vita, bens quello di un'incarnazione precedente.Per quanto concerne la sua incarnazione attuale, praticamente non c' nulla di noto per i primi anni. E'quasi certo che egli sia nato in una famiglia bramina, in una piccola citt nei pressi di Hyderabad. Probabilmente i suoi

genitori morirono quando era giovane, poich egli lasci la casa in tenera et per seguire un fachiro musulmano.Alcuni anni pi tardi il fachiro mor ed egli si un a un Guru ind. Era profondamente attaccato al suo Guru, al quale si rivolgeva con l'affettuoso diminutivo di Venkusa, Un giorno Sai baba raccont la storia di come si erano incontrati e di come avevano trascorso la loro vita insieme.Il suo Guru"Una volta stavo commentando i Purana e altre opere che stavo leggendo con tre amici, e discutevo di come conseguire la realizzazione."Uno di loro disse che bisogna contare solo su se stessi e non su un Guru, perch la Gita dice: 'Te stesso'."Il secondo disse che la cosa principale controllare la mente e tenerla libera da pensieri e dubbi."Il terzo disse che le forme cambiano costantemente e soltanto il Senza Forma immutabile, cos dobbiamo costantemente distinguere tra l'Eremo e il transitorio."Il quarto non apprezzava la teoria e disse: 'Compiamo semplicemente il nostro dovere e abbandoniamo la nostra vita, il nostro corpo e la nostra parola ad un Guru che sia onnipervadente. La fede in lui tutto ci di cui abbiamo bisogno'. "Mentre ci aggiravamo nella foresta, incontrammo un uomo che ci chiese dove stessimo andando nella calura del giorno e ci avvis che ci saremmo persi. Ci invit a sostaree a condividere il suo cibo, ma noi rifiutammo la sua offerta e il suo consiglio e continuammo il nostro cammino. In effetti perdemmo la strada in quella vasta e fitta foresta."Incontrammo una seconda volta l'uomo che ci conferm che ci eravamo persi perch avevamo fatto affidamento solo sulla nostra abilit e ripet che avevamo bisogno di una guida."Ancora ci invit ad accettare il suo cibo e ci disse che quell'offerta era propizia e che non avremmo dovuto rifiutarla. Comunque, ancora una volta declinammo il suo invito e continuammo nel nostro cammino. Soltanto io mi sentii affamato, ritornai da lui, accettai un pezzo di pane e bevvi un po'd'acqua."Poi il Guru apparve di nuovo, chiese su cosa stavamo discutendo e io gli raccontai tutto. Gli altri lo lasciarono senza mostrare alcun rispetto per lui, ma io mi inchinai con reverenza."Allora egli mi port ad un pozzo, mi leg le gambe con una corda e mi appese a testa in gi da un albero che cresceva l vicino. La mia testa era a circa un metro dall'acqua, quindi non potevo raggiungerla."Il mio Guru mi lasci l e se ne and, non so dove. Ritorn quattro o cinque ore pi tardi e mi chiese come mi sentivo. Risposi che avevo passato il tempo in una grande beatitudine ed egli ne fu deliziato e mi abbracci, accarezzandomi amorevolmente il capo."Poi mi parl con grande amore e fece di me il suo discepolo. Da allora dimenticai completamente mia madre e mio padre e tutti i miei desideri."Amavo guardarlo. Non avevo occhi che per lui. Non volevo pi tornare indietro. Dimenticai ogni altra cosa al di fuori del mio Guru. La mia intera vita e la mia vista eranoconcentrate su di lui. Egli era il solo oggetto della mia meditazione. In silenzio mi inchinai ... "Questo un racconto tipico di Sai Baba, perch l'intera storia simbolica. La foresta la giungla della mente in cui avviene la ricerca della Verit e i quattro amici sono i quattro diversi modi di approccio. L'uomo il Guru e il cibo che offre la sua Grazia."Il Guru apparve", significa che dopo che il giovane aveva accettato il cibo, scopr che chi l'aveva donato in realt era il Guru divino. Allora egli si inchin con reverenza, cio ne accett l'autorit.Essere legato a testa in gi, sospeso su un pozzo, significa il capovolgimento dell'ego, il vincolarlo e tenerlo in vista delle fresche acque della Pace (purtroppo questa disciplina stata usata fisicamente da qualche maestro).E'per questa ragione che la prova si rivela beatifica; sofferenza beatificata dal fine per il quale viene sopportata.Questo assorbimento nel Guru la sadhana, o sentiero, e "in silenzio mi inchinai" l'estinzione dell'ego nella Realizzazione.Un Guru normalmente guida i suoi discepoli lungo il sentiero che egli stesso ha percorso, perci questo racconto ha importanza in riferimento al sesto capitolo, dove viene considerato l'addestramento spirituale che Sai Baba adotta per i suoi devoti.In un'altra occasione egli disse: "Dopo la morte del mio fachiro, la sua vedova mi lasci con Venkusa a Selu. Restai con lui per dodici anni e poi lasciai Selu."Anche qui il numero dodici pu essere semplicemente simbolico, in relazione ad un periodo completato (i dodici segni dello zodiaco).E'difficile che possa essere vero letteralmente, vistoche Sai Baba aveva soltanto sedici anni quando and per la prima volta a Shirdi dopo la morte del suo Guru.Si dice che egli avesse otto anni quando lasci la sua casa e si deve pensare che abbia passato col fachiro ancora qualche anno.Un'altra stranezza sta nel fatto che per tutta la vita egli tenne con se un comune mattone che il suo Guru gli aveva dato. Quando alla fine il mattone cadde e si ruppe, nel 1918, poco prima della morte di Sai Baba, egli disse: "Non il mattone che si spezzato, ma il mio karma; non sopravviver alla sua rottura." Ovviamente non necessario conoscere i primi anni della sua vita o il suo addestramento. E se lo fosse stato, molto probabilmente ce ne avrebbe parlato. Fu verso il 1900 che la fama di Sai Baba cominci a diffondersi e da allora questa ha continuato ad aumentare.Conoscenza librescaAnche in una citt lontana come Madras, camminando in un bazar, negozio dopo negozio, si pu vedere il suo ritratto, spesso con dei bastoncini di incenso che bruciano davanti all'immagine. Probabilmente non c' santo in India che abbia pi devoti o il cui culto sia cos largamente diffuso (un'affermazione che non include Rama o Krishna che sono, strettamente parlando, non dei santi ma degli Avatar).E tuttavia Sai Baba quasi sconosciuto al di fuori dell'India. Da quanto ne so, non stata pubblicata alcunasua biografia da nessun editore occidentale.Perch questa discrepanza? Suggerisco che sia perch Sai Baba non si accorda al concetto moderno di santo.Cio egli non si uniforma allo stereotipo del santo che conduce una vita decorosa, eseguendo non troppi miracoli stupefacenti, che espone il suo insegnamento in una filosofia sulla quale gli eruditi possano scrivere tesi, affermando che: "Per X il mondo era puramente illusorio, mentre per Y possedeva una indiscutibile, sebbene transitoria, realt," o altra spazzatura di questo genere.Invece, i grandi saggi parlano per Conoscenza, non per opinioni, e qualunque contraddizione ci possa essere tra loro dovuta o all'impossibilit di esprimere l'ineffabile con parole, oppure dovuta alla scelta di un particolare punto di vista che si adatti ad un particolare tipo di discepolo.Ci sono molti differenti punti di osservazione di un picco di montagna, quando viene guardato dalla sua base, e un Maestro pu puntare la sua luce su uno o sull'altro di essi, o sul sentiero che vi conduce.Tali sentieri, illuminati da vari maestri, possono incrociarsi mentre si avvolgono intorno al fianco della montagna, cosicch il geografo dalla vista corta pu dimostrare che essi corrono in direzioni opposte, ma il Maestro conosce la cima, che una sola, e sa che tutte le vie conducono in quel luogo. Sai Baba non ha mai scritto un libro. Il suo comportamento era bizzarro. Egli compiva i suoi miracoli con l'irrequieta esuberanza di un bambino. Un santo facile da presentare ad un lettore moderno.Non soltanto non scrisse libri, ma non li lesse nemmeno. Occasionalmente istruiva un devoto a leggere qualche opera religiosa o qualche Scrittura Sacra, ma per lo pi li

scoraggiava dal leggere dicendo: "Le persone sperano di trovare Brahma, ma solo brama (confusione) , non Brahma (Dio) che essi trovano."C' qualcosa di poco ortodosso in questa affermazione. La comprensione teorica basilare necessaria, tranne che in rari casi, ma il continuo accumulo di conoscenza teorica non aiuta alla comprensione spirituale.In effetti, lo studio mentale pu distrarre un uomo dal pi arduo compito dello sforzo spirituale con la falsa attrattiva di una facile alternativa.In modo particolare, in questa epoca, in cui assistiamo ad una tale profusione di questi libri, tutto questo un pericolo reale.Anche Sri Ramakrishna non aveva mai praticato n gradito l'erudizione e Bhagavan Ramana Maharshi, sebbene fosse estremamente erudito, scrisse in maniera sprezzante sull'erudizione libresca:"E'l'illetterato che viene salvato, piuttosto che coloro il cui ego non sparito, a dispetto della loro erudizione."L'illetterato viene salvato dalla terribile morsa dell'autoinfatuazione, dalla malattia di una miriade di pensieri turbinanti, dall'incessante rincorsa della ricchezza (mentale). Non da un solo male che essi vengono salvati." ("Quaranta versi", verso 36).La non conoscenza di cui si parla qui, naturalmente non semplice ignoranza, ma la semplicit e l'integrit di mente che esaltata dal Taoismo, quella che Cristo defin "simile ad un piccolo bambino", e che l'Islam individua nell'analfabetismo del Profeta.Non incompatibile con l'erudizione; tuttavia l'erudizione non pu produrla e l'assorbimento nell'erudizione la pu distruggere.Per anni si dubit del fatto che Sai Baba fosse capace di leggere o scrivere; certamente nessuno supponeva che egli conoscesse il sanscrito. Finch un giorno, egli fece un'esposizione che dimostr la sua erudizione, come pure la sua perspicacia e l'umorismo che gli era naturale.Un devoto stava massaggiandogli le gambe e i piedi, cantando intono sommesso. Sai Baba gli chiese cosa stesse mormorando."Un verso sanscrito", egli rispose, non sospettando che Sai Baba conoscesse a sufficienza la Scrittura da volere una risposta pi precisa. Comunque, gli fu chiesto di quale verso si trattasse."Un verso della Gita.""Dillo ad alta voce".Il devoto allora recit in sanscrito il verso 34 del quarto capitolo: "Capii che tramite la prosternazione, l'indagine e il servizio, i jnani (illuminati; leggi ghiani, n.d.t.) che hanno realizzato la Verit ti insegneranno Jnana(Conoscenza; leggi Ghiana, n.d.t.).""Comprendi questo, Nana?" gli chiese Baba."S.""Allora, spiegami il significato."Il devoto diede una libera interpretazione nel linguaggio locale, ma Sai Baba non fu soddisfatto. "Non voglio una parafrasi; voglio lo stretto significato grammaticale, caso, modo e tempo."Il devoto allora fece una traduzione letterale, chiedendosi nel contempo se Baba sapesse qualcosa di grammatica sanscrita. E presto lo scopr."In Tatviddhi, cosa indica tat?" gli chiese Baba."Jnana (Conoscenza).""Quale conoscenza? Conoscenza di che cosa?""Quella di cui si parlava nel verso precedente.""Che cosa significa Pranipat ? ""Prostrazione.""E pat?""Lo stesso.""Se hanno lo stesso significato perch Vyasa (il leggendario autore del Mahabharata, l'epica di cui la Bhagavad Gita un capitolo.) avrebbe aggiunto due sillabe non necessarie?""Non vedo alcuna differenza tra loro," ammise Nana. Baba abbandon quel punto per un po'e pass a quello successivo."Che cosa significa prasna?''"Porre domande."

"E pariprasna ? ""La stessa cosa.""Se significano la stessa cosa dobbiamo dedurre che Vyasa era pazzo e usava la parola pi lunga?""Non vedo alcuna differenza.""Che cosa significa sera ? ""Servizio, come quello che sto facendo ora nel massaggiare i tuoi piedi." "Nulla di pi? ""Non vedo che cosa possa significare di pi.""Lasciamo anche questo. Passiamo al punto successivo. Krishna ordina ad Arjuna di ottenere Jnana (Conoscenza) da un jnani (illuminato). Non era Krishna stesso un j nani ? ""S.""Allora perch mandare Arjuna dagli altri invece di dargli Jnana lui stesso?" "Non lo so.""E'Arjuna un diva (essere) e perci un'emanazione di Chaitanya (Coscienza Universale)?""S.""Allora come pu essere data la Conoscenza a ci che e gi un'emanazione della Coscienza o Conoscenza?"Sai Baba allora interpret il verso dicendo che non e Jnana (Conoscenza) che il Guru conferisce, ma Ajnana (non conoscenza o ignoranza).Nana, confuso su quello che prima gli era sembrato un verso chiaro, chiese a Sai Baba di chiarire questi punti.Egli spieg. "Il verso ci dice come un discepolo deve avvicinare il suo Guru al fine di conseguire la Realizzazione. Deve completamente abbandonare corpo, mente, anima e possessi al Guru. (Sai Baba stesso non chiede l'abbandono delle loro propriet ai suoi discepoli; e una questione di attitudine e di mente: ci deve essere completa libert nell'abbandonare tutto). Questa e la prostrazione a cui ci si riferisce."Indagine significa una costante ricerca della Verit, non un porre domande per semplice curiosit o per un motivo errato, come quello di voler intrappolare il Guru. Il motivo deve essere il puro desiderio per il progresso spirituale e la Realizzazione."Il servizio non va inteso come semplice servizio fisico, come il massaggiare. Affinch sia efficace non ci dev'essere l'idea che si e liberi di dare o di non prestare servizio; si deve sentire che il nostro corpo non ci appartiene pi, poich lo si e abbandonato al Guru, ed esiste soltanto per servirlo."Poi segu la spiegazione sul Guru che d ignoranza, "Brahma non e forse Pura Conoscenza o Essere?""S.""Ed ogni altra cosa e non essere o ignoranza (non Conoscenza)?""S.""Non dichiarano forse le scritture che Brahma e al di l del raggiungimento della parola o della mente?""si.""La parola del Guru non e Brahma o Conoscenza?""No.""Allora ammetti che ci che il Guru dice non e Conoscenza, ma ignoranza?" "Sembra cos.""Allora l'istruzione del Guru e semplicemente una forma di ignoranza usata per rimuovere l'ignoranza del discepolo, proprio come si usa una spina per rimuoverne un'altra dal piede, non e vero?""Credo di s.""Il discepolo e un jiva (essere) la cui natura essenziale e Conoscenza, non e cos? ""S.""Allora, ovviamente, non c'e bisogno di dargli Conoscenza, ma semplicemente di rimuovere il velo dell'ignoranza che nasconde la Conoscenza gi esistente. "Questo, naturalmente, non viene fatto in un colpo solo, poich il discepolo e completamente immerso in un'antica ignoranza e ha bisogno di istruzioni ripetute, che possono prendere molte vite.

"E qual e la natura di questa istruzione attraverso la parola su ci che e al di la della parola? Non e come rimuovere una copertura?"L'ignoranza nasconde la preesistente Conoscenza, proprio come le piante acquatiche coprono la superficie di uno stagno."Rimuovi le piante e vedrai l'acqua. Non devi crearla; e gi l. Analizza un altro esempio:"Una cataratta cresce sull'occhio e impedisce all'uomo di vedere; rimuovi la cataratta ed egli vedr. L'ignoranza e la cataratta."L'universo e la manifestazione dell'incredibile Maya, che e ignoranza; tuttavia l'ignoranza e necessaria per illuminare e dissolvere questa ignoranza."La Conoscenza Divina deve essere realizzata, non insegnata. Prostrazione, indagine e servizio sono i metodi con i quali ottenere la Grazia del Guru. "E'un'illusione supporre che i fenomeni siano reali. Questo e lo schermo dell'ignoranza che copre la Conoscenza. Una volta che questo verr rimosso, Brahma o Conoscenza risplender."L'ignoranza e il seme del samsara (il ciclo di nascita e morte). Instilla negli occhi il collirio della Grazia del Guru e lo schermo di Maya sparir, lasciando soltanto Jnana (Conoscenza)."Jnana non e qualcosa da conseguire, e eterna ed autoesistente. D'altra parte, l'ignoranza ha una causa e una fine. La sua radice e il concetto che il devoto e un essere separato da Dio. Annientandolo, rimane Jnana."Ecco la ragione per cui Krishna consigli ad Arjuna di cercare altri Guru invece di dargli lui stesso Jnana. Krishna considerava forse gli altri jnani separati da se, oppure il loro insegnamento era differente dal suo? No. Quindi il loro insegnamento e anche il suo e non c'e differenza."Sai Baba disse poi a Nana di portare la Bhagavad-Gita. Ne avrebbero letto un capitolo al giorno ed egli poi l'avrebbe commentato. Cos avvenne, ma non fu presa nessuna registrazione. Poi il libro, la cui forza e profondit si possono intuire dall'esempio citato, semplicemente scomparve.Questo, comunque, e sufficiente a dimostrare che quanto veniva teorizzato da Sai Baba era il puro advaita, la dottrina della non dualit, l'essenza stessa dell'insegnamento spirituale.MiracoliAnalizziamo ora la questione dei miracoli. In tempi recenti la maggior parte dei Maestri Spirituali si sono di buon grado astenuti dal fare miracoli. Pi un'epoca e materialistica, pi e impressionata da segni e meraviglie che, come Cristo disse ai suoi seguaci, e come e universalmente riconosciuto in India, non sono affatto sempre spirituali. Perci il loro uso e generalmente considerato sconsigliabile. Forse e presuntuoso pensare di affermare ci che il Maestro considera sconsigliabile, forse e meglio affermare semplicemente il fatto che i miracoli vengono usati raramente.La Grazia Divina pu manifestarsi in vari modi in un grande Santo o in un Maestro, ma questo e differente. Non implica atti evidenti o deliberati. Per esempio, i devoti di Bhagavan Ramana Maharshi, il supremo saggio dei tempi moderni, fanno notare che appena le preghiere gli venivano rivolte ottenevano risposta, le malattie venivano curate, i pericoli evitati, sebbene egli non eseguisse apertamente nessun miracolo.Quando gli fu chiesta una spiegazione di questo egli disse: "E'sufficiente che i pensieri di un jnani vengano rivolti in una direzione qualunque, e l'attivit divina automaticamente comincia."Tutta la sua attivit era discreta e poco evidente, per quanto possibile. Ma non fu cos con Sai Baba. I suoi miracoli erano appariscenti. Nulla era automatico. Due storie serviranno ad illustrare la differenza:Una donna mor a Tiruvannamalai. Il marito non pot portare il cadavere al luogo di cremazione, poich per tutto il giorno cadde una pioggia torrenziale e, a causa del clima indiano, e davvero poco saggio, oltre che illegale, tenere un cadavere per pi di ventiquattr'ore senza dargli sepoltura o provvedere alla cremazione.

Cos egli and a raccontare la sua situazione al Maharshi. Guardando il cielo, il Maharshi disse: "Penso che smetter di piovere." Il devoto ritorn a casa e immediatamente ordin che i buoi venissero aggiogati al carretto per portare il cadavere in citt per la cremazione, tale era la sua fede in ogni parola del Maharshi. E in effetti la pioggia si arrest abbastanza a lungo da poter svolgere la sua missione.Ed ecco l'altra storia.Shirdi a circa sei miglia da Kopergaon, la pi vicina stazione ferroviaria, e il solo veicolo per viaggiare era un tanga, carretto trainato da un cavallo. Alcune persone, che avevano fatto visita a Sai Baba, avevano la necessit urgente di prendere il treno della notte per ritornare a Bombay, ma stava infuriando una tremenda tempesta. Sai Baba guard in alto e grid: "Ehi! Basta! Adesso fermati! I miei figli devono tornare a casa." E la tempesta si plac. Bisogna comunque tener presente che c'era sempre uno scopo nei suoi miracoli. E quanto questo scopo potesse variare sar evidente proseguendo nella lettura di questolibro. Una volta egli disse: "Do ai miei devoti ci che vogliono, affinch comincino a desiderare quello che io voglio dar loro veramente." A parte i miracoli, c'era comunque qualcosa si bizzarro in Sai Baba.Egli era una strana figura che insegnava indifferentemente a ind e musulmani, tenendo un fuoco sacro acceso in una moschea, arrabbiandosi con i suoi devoti, prendendoli persino a bastonate, rispondendo a pensieri inespressi, lanciando pietre e insulti ad un visitatore incredulo per scacciarlo, oppure eseguendo un miracolo per attirarlo a se, chiedendo apertamente del denaro e poi regalandolo ad altri.Era un Gargantua spirituale, uno di fronte al quale Gargantua ridotto a un bambino. Poteva scoppiare in una tremenda ira senza alcuna ragione evidente, distribuendo insulti; ma la tempesta presto passava ed egli improvvisamente cominciava a parlare dolcemente a qualcuno appena arrivato o che se ne stava andando.Ogni tanto ripeteva sacri versi islamici, arabi o persiani, raramente ind, il tutto sottovoce, come se non volesse essere udito. Compiva anche strani riti. Stava di fronte al suo fuoco rituale e strofinava delle monete. Uno dei suoi devoti pi stretti, Das Ganu, ha descritto questa pratica:Vecchie monete"Sai Baba occasionalmente eseguiva strani riti tra l' una e le due del pomeriggio, nella moschea, quand'era solo, tenendo davanti a se un panno che lo schermava."Tirava fuori da un borsellino dieci o quindici vecchie monete di vario tipo, da un quarto di anna ad una rupia e le strofinava gentilmente tra le dita."Non so se nel frattempo ripetesse qualche mantra. La loro superficie era consumata dallo strofinio. Qualche volta mentre lo faceva diceva: "Questa di Nana, questa di Babu, questa di Taka e cos via. Ma se qualcuno si avvicinava, le raccoglieva immediatamente e le rimetteva nel borsellino nascondendole."Ovviamente, le monete simbolizzavano i devoti sui quali egli stava lavorando spiritualmente, trasmettendo loro la Grazia, elevandoli e sostenendoli. Ogni maestro lo fa, ma Sai Baba usava dei simboli, mentre un altro poteva non mostrare segni esteriori.Un devoto musulmano, che era un attendente personale di Sai Baba, ha descritto un altro strano rito: "Baba era solito sedere dietro una colonna nella quale era nascosta una lampada che continuava ad ardere. Da dove egli era seduto la lampada non era visibile. Non lo vidi mai guardare direttamente la lampada. "Aveva l'abitudine di riempire dei recipienti di terracotta con dell'acqua e porli vicino a se. Stava seduto con due di essi al fianco e continuava a versare l'acqua in varie direzioni. Non posso dire perch lo facesse o se pronunciasse qualche mantra nel frattempo."Anche in questo caso, deve essersi trattato di un simbolo del fluire della Grazia...Inoltre, non c'era peculiarity maggiore del suo modo di dormire. Per gran parte della sua vita egli dormi su un'asse lunga centocinquanta centimetri e larga meno di quaranta, attaccata al soffitto per mezzo di strisce di vecchia stoffa quasi inesistenti.Era sollevata da terra di centottanta centimetri circa e numerose lampade erano poste sotto di essa.Dev'essere stato necessario far uso della levitazione non solo per salirvi, ma anche per adagiarvisi senza spezzare i supporti. Non pu essersi trattato di sonno normale.Una volta, quando Das Ganu e alcuni altri si misero ad osservare l'asse, in un impeto d'ira Sai Baba l'afferr e la fece a pezzi.Una spiegazione di questo strano modo di dormire l'ha offerta, con un commento degno di nota, una signora Parsi:"Mi colp una differenza notevole che notai tra Sai Baba e altri santi famosi ai quali ho fatto visita e che ho visto in uno stato di samadhi, completamente dimentichi del lorocorpo."Ho potuto anche vederli riprendere coscienza dell'esterno, consci del contenuto dei nostri cuori e rispondere alle nostre domande."Ma con Sai Baba c'era questa peculiare differenza: non aveva bisogno di entrare in samadhi per raggiungere qualcosa o conseguire uno stato superiore di coscienza."In ogni istante era in uno stato di duplice coscienza: uno che utilizzava attivamente l'ego chiamato Sri Sai Baba e che giocava con gli altri ego in faccende temporali o spirituali e l'altro che trascendeva ogni ego e dimorava nello stato del Se Universale."Egli manifestava i poteri e le caratteristiche proprie di entrambi gli stati di coscienza. Altri santi avrebbero dimenticato il loro corpo e l'ambiente circostante per poi ritornarvi, ma Sai Baba era costantemente all'interno e all'esterno del mondo materiale."Alcuni dimostrano di fare uno sforzo per leggere il contenuto della mente altrui e per raccontare gli avvenimentipassati, ma per Sai Baba non era necessario alcuno sforzo. Egli era sempre nello stato onnisciente."Un uomo realizzato pu, come afferma la donna parsi e come io stesso constatai nel caso di Bhagavan Ramana Maharshi, essere in uno stato di samadhi permanente o Conoscenza Divina, e in tale caso non soltanto non necessario il tipo di samadhi che sembra trance, ma superfluo anche il normale stato di sonno.Non l'oblio comunemente conosciuto come sonno quello che egli sperimenta, ma la luminosity del samadhi. Ci significa che Sai Baba di notte non era nello stato di sonno, ma in uno di levitazione e samadhi, prendendosi cura dei suoi devoti ed inviando loro la sua Grazia.Perch egli lo dovesse mostrare in una maniera che sembrava esibizionista e tuttavia si arrabbiasse se veniva visto, un'altra questione.Il ladro di gioielliLa profondity di Sai Baba e la sua stranezza, il simbolismo del suo linguaggio e la rudezza della sue maniere sono evidenti in uno scontro che egli ebbe con le autority.Un ladro fu arrestato con dei gioielli rubati e portato di fronte al tribunale della vicina citty di Dhulia. Sarebbe stato un caso semplice, se egli non avesse avanzato l'imbarazzante pretesa che Sai Baba gli aveva dato i gioielli.Tutti conoscevano la ricchezza che ogni giorno veniva elargita a Sai Baba o distribuita da lui; comunque, inquesto caso era certo che i gioielli erano rubati. La sola cosa da farsi era mandare un invito a Sai Baba affinch si recasse in tribunale a testimoniare. "Baba, c' una convocazione per voi", balbett timidamente il poliziotto. "Prendi quello straccio di carta e gettalo nel fuoco!" Rugg Baba. Naturalmente, un tale disprezzo per l'autority non poteva essere ignorato e venne emesso un mandato d'arresto. Il poliziotto avanz nervosamente con esso.

"Questa volta hanno emesso un mandato d'arresto, Baba. Verresti per favore con me a Dhulia? "Con un torrente di imprecazioni Baba gli ordin di gettare il mandato nella latrina.Alcuni dei devoti pi influenti si riunirono per discutere sul da farsi. Firmarono una petizione nella quale affermavano che un uomo adorato da un cos vasto seguito non avrebbe dovuto essere convocato e suggerirono che venisse inviato un commissario a Shirdi per ottenere la sua testimonianza. La loro richiesta venne accolta e un certo Joshi, un magistrato di prima classe, fu incaricato del caso."Qual il vostro nome?" Egli cominci."Mi chiamano Sai Baba.""Il nome di vostro padre?""Sai Baba.""Il nome del vostro Guru?""Venkusa.""Credo o religione?""Kabir.""Casta o comunit?""Parvardigar.""Et? ""Centinaia di migliaia di anni."L'indagine era stata avviata con delle domande di rito; solo che le risposte erano ben diverse dalla consuetudine. Infatti erano tutte simboliche.Sai Baba non un nome, ma un epiteto, come gi stato spiegato. Dando il suo stesso nome in risposta alla domanda su quale fosse il nome di suo padre, egli sottintendeva che non era pi condizionato da parentele umane.Kabir fu un grande santo che visse a cavallo del XV e del XVI secolo e che aveva seguaci sia ind che musulmani; fornendo il suo nome Sai Baba suggeriva che anch'egli si era elevato al di sopra delle religioni dei suoi seguaci. "Parvardigar" un nome divino; si ritiene che colui che ha conseguito la realizzazione del Se sia al di sopra delle quattro caste, in uno stato divino, questa era l'implicazione. Per quanto concerne la sua et, la risposta implica che egli era al di l delle limitazioni del tempo, stabilito nell'eterno presente della consapevolezza spirituale.La successiva domanda di rito fu: "Giuri di dire tutta la verit, nient'altro che la verit? ""La verit", egli afferm brevemente."Conosci l'accusato?""S, lo conosco". Questo almeno suon soddisfacente, ma solo fino a quando Sai Baba aggiunse: "Io conosco tutti.""Egli afferma di essere tuo devoto e di essere stato con te. E'cos?" "S. Tutti sono con me. Tutti sono miei".Si trattava di un'affermazione dell'universalit dell'Uomo Divino, ma non era di grande peso legale."Gli hai dato dei gioielli, come lui ha affermato?""S. Glieli ho dati." Ma una volta ancora, un'affermazione chiara fu resa vana dalla metafisica: "Chi d che cosa? Bachi?""Se gli hai dato i gioielli, come li hai avuti?""Ogni cosa mia."A quel punto il magistrato perse la pazienza. Tutto questo poteva essere una buona disquisizione metafisica, ma era una pessima testimonianza."Baba!" Egli scoppi, "questa una seria accusa di furto. L'uomo dice che tu gli hai dato i gioielli."Anche Baba perse la pazienza. "Che cos' tutto questo? Che diavolo ho a che fare io con ci?" E se ne and.Successivamente la questione della testimonianza fu lasciata cadere, perch si pot provare che l'accusato non era a Shirdi al momento del furto. E'interessante notare che a Sai Baba non fu chiesto di firmare la sua deposizione. Egli non firm mai nessun documento. Non aveva un nome con cui firmare.Fu verso il 1900 che la fama di Sai Baba cominci a spargersi. Nell'ultimo decennio della sua vita, Shirdi fu costantemente affollata da visitatori.

L'ammalato veniva guarito, il senza figli otteneva famiglia, il dubbioso acquisiva fede.Verso la fine, vennero organizzate delle magnifiche celebrazioni annuali, con tanto di destrieri, cocchi ed elefanti adornati regalmente. Sai Baba aveva un'enorme avversione per tutta quella pompa, ma cedette alle insistenze dei suoi seguaci. Fluirono grandi ricchezze che venivano distribuite come l'acqua, cosicch, quando egli mor, aveva soltanto il denaro sufficiente a coprire le spese per il funerale.Alla sua morte il numero dei suoi devoti aumentato, non diminuito. Come mai allora egli rimasto sconosciuto fuori dall'India?Ho gi suggerito la risposta. C' ancora una grande fede in India. Ci sono molti santi, sebbene per la maggior parte siano poco conosciuti. Ci sono sadhu e fachiri genuini, viaggiatori sul Sentiero, come pure imbroglioni. Ma c' un altro aspetto. L'India istruita, occidentalizzata, affascinata dagli ideali occidentali della scienza e del progresso, sia da quelli ottenuti tramite la democrazia o tramite il comunismo, ed molto sensibile al fatto di essere considerata retrograda o superstiziosa.Sono i prodotti di questa India che scrivono libri per editori stranieri. Non c' da meravigliarsi allora che essi esitino a pubblicizzare un santo che insegn con i miracoli, piuttosto che con i libri. I devoti di Sai Baba per lo pi si contano tra la gente pi conservatrice (sebbene in privato si possano scoprire le persone pi sorprendenti tra di loro).Sono stati scritti parecchi libri su di lui nei vari dialetti indiani, ma forse naturale che debba essere un occidentale a far conoscere Sai Baba in Occidente.2. Il Guru e la sua famigliaBizzarro s, ma questo non dovrebbe nasconderci la sua amorevole cura per i devoti e lo sviluppo spirituale che egli stimolava in loro, n l'amore e la devozione che essi provavano per lui.Sar forse meglio perci aprire questo capitolo con una affermazione di una delle sue devote, la donna parsi alla quale abbiamo gi fatto riferimento:"La prima cosa che colpiva in Sai Baba erano i suoi occhi. C'era un tale potere e penetrazione nel suo sguardo che nessuno poteva guardarlo negli occhi. Si avvertiva la sensazione di essere letti da cima a fondo. Subito si abbassava lo sguardo e ci si inchinava."Si percepiva che egli non era soltanto nel proprio cuore, ma in ogni atomo del corpo. Alcune parole o un gesto rivelavano alla persona in questione che Sai Baba conosceva tutto del suo passato e del suo presente, persino del futuro, e ogni altra cosa. Non c'era nell'altro da fare se non sottomettersi fiduciosamente e abbandonarsi a lui. Ed egli si curava di ogni piccolo dettaglio e fungeva da guida attraverso le vicissitudini della vita."Sono quest'amore e questa protezione, l'esaltazione spirituale della sua presenza che ella enfatizza."Non era semplicemente il suo potere che lo rendeva caro ai suoi devoti. La sua amorevole cura, insieme con suoi poteri, facevano di Shirdi un autentico paradiso per quei devoti che vi si recavano. Ci si sentiva sicuri che nulla ci poteva danneggiare."Quando andavo a sedermi in sua presenza dimenticavo sempre il mio dolore, persino il corpo stesso e tutte le preoccupazione e le ansiet mondane. Passavano ore intere seduta beatamente, inconsapevole del trascorrere del tempo. Era un'esperienza straordinaria che condividevo, credo, con tutti i suoi veri devoti. Egli per noi era tutto."

Un altro devoto, Y. J. Galvankkar, parla soprattutto della natura parificante dell'influenza di Sai Baba:"Feci visita a Sai Baba per la prima volta nel 1911. Vi andai perch vi si stavano recando mio suocero ed altri parenti. Avevo sentito parlare della santity di Sai Baba, ma a quel tempo non ero seriamente attirato dal fatto di ottenere da lui dei benefici spirituali o temporali."Mi recai da lui con questa attitudine quattro o cinque volte e il mio interesse gradualmente aument. Poi mi apparve in sogno e mi chiese due rupie come dakshina (compenso dovuto all'insegnante). Svegliandomi decisi di pagargli la somma richiesta e gli inviai due rupie a Shirdi con un vaglia postale."Nello stesso sogno egli mi diede due preziose istruzioni: comportarmi con probity e integrity e mantenere la castity. Ho osservato queste istruzioni con attenzione e zelo."Una volta, dopo questo sogno, andai a Shirdi. Doveva essere il 1917; egli mise la sua mano sul mio capo e questoebbe uno strano effetto su di me. Dimenticai me stesso e l'ambiente circostante ed entrai in uno stato di estasi. Venni a sapere in seguito che mentre io ero in quello stato, Sai Baba disse ai presenti che le mie caratteristiche erano integrity e purezza."Descrisse loro le varie forme e le condizioni che avevo vissuto in vite precedenti e disse che egli mi aveva posto nel grembo materno in questa nascita e che ancora mantenevo la mia integrity e la mia purezza."La richiesta di due rupie era un simbolismo molto usato da Sai Baba.Qualche volte appariva alle persone in sogno o nelle visioni per attirarle a lui. E'sempre il Maestro che attira i suoi seguaci, sebbene possa sembrare che sia loro la decisione o che si tratti di un semplice caso.Sai Baba era esplicito in questo. "Attiro a me la mia gente da lontano in molti modi. Sono io che la cerco e la porto a me; non viene spontaneamente. Anche se sono lontani migliaia di miglia, io li attiro a me come un uccello con una corda legata alla zampa."Molti, naturalmente andavano ly a causa del flusso di miracoli, nella speranza di benefici mondani. Alcuni di questi, comunque, gradualmente sviluppavano la brama per una ricchezza superiore che Sai Baba distribuiva."La mia gente all'inizio viene da me per ottenere benefici temporali, ma quando questi vengono ottenuti cominciano a seguirmi."Un devoto, vedendo la grande folla riunita, chiese a Sai Baba se tutti ricavassero del beneficio, una domanda che poteva essere posta a qualunque maestro il cui destino fosse quello di essere conosciuto pubblicamente.In risposta egli indic un albero di mango in fiore: "Chesplendido raccolto sarebbe se tutti i boccioli diventassero frutti, ma Cos? La maggior parte di essi cadono. Pochi rimangono."R. B. Purandhare era uno dei boccioli che matur in un frutto. Egli ci ha lasciato un resoconto della prima visita che fece a Shirdi:"Ho sentito parlare per la prima volta di Sai Baba nel 1909 e sono andato a trovarlo. Andai da lui senza scopi mondani, sebbene fossi povero ed orfano. Ero sempre stato desideroso di associarmi con i sadhu e mi sentivo attirato da lui perch avevo udito che era un santo.Mi apparve in sogno e mi chiam a Shirdi. A quel tempo mia figlia (di sei mesi) era molto ammalata, cos mia madre mosse delle obiezioni all'idea del mio spostamento. Tuttavia, insistetti e portai con me mia madre, mia moglie e la bambina.Restai ly per tredici giorni e al terzo giorno la bambina si riebbe dalla sua malattia. Baba non mi permise di andarmene sino al tredicesimo giorno. Non osai chiedergli nulla, ma egli disse a mia madre che era stato legato a me per sette secoli e che non mi aveva mai dimenticato, per quanto fossi lontano, e che non avrebbe mangiato un boccone di cibo senza di me."Con il permesso di Baba, partimmo per Nasik e di ly ritornammo alla nostra casa, a Dadar. Al nostro arrivo mia moglie ebbe un attacco di colera e il medico la consider un caso senza speranza."Fu allora che vidi Sai Baba vicino al piccolo tempio di fronte a casa mia, ed egli mi disse di darle l'udhi (cenere sacra) che avevo portato da Shirdi. Lo feci e nel giro di mezz'ora ella recuper energia, al punto da dare una speranza al dottore. E ben presto si riebbe completamente."

Qualcuno, naturalmente, arriv senza fede, semplicemente per vedere a chi assomigliasse quello strano produttore di meraviglie. Uno di questi era un capostazione angloindiano di una vicina citt.Al suo arrivo trov Sai Baba che stava lavando dei recipienti di terracotta mettendoli poi a terra dalla parte del bordo. Egli gli chiese perch lo stesse facendo e Baba rispose con un umorismo caustico, riferendosi ad ascoltatori non ricettivi:"Le pentole vengono da me cos, con la bocca rivolta verso il basso."Deshpande, un devoto al quale si far spesso riferimento, raccont di un suo zio che dapprincipio non credeva. Egli and da solo parecchie volte a vedere Sai, ma Sai Baba gli lanciava delle pietre e non lo lasciava nemmeno avvicinare alla moschea.In altre occasioni Sai Baba improvvisamente faceva a pezzi i pregiudizi del visitatore in modo ugualmente sorprendente.Un medico bramino una volta fu portato a Shirdi. Egli avvis subito il suo compagno che non si sarebbe inchinato di fronte a Sai Baba, poich adorava Sri Rama e nessun altro.Rimase all'esterno della moschea, osservando il rituale ind che veniva eseguito all'interno e poi improvvisamente irruppe dentro cadendo ai piedi di Sai Baba. Quando pi tardi gli fu chiesto che cosa gli avesse fatto cambiare idea, disse che vide Sai Baba in piedi, nella forma di Rama.Un altro maestro avrebbe potuto spiegare che tutti i Guru sono Uno, in quanto manifestano l'unico S, ma in tutte le cose Sai Baba era pittoresco; insegnava per mezzo di simboli, non di parole.Perci, come nel caso sopra citato, invece di affermare per poi dimostrare, gli si rivel addirittura nella forma che il devoto adorava. Questa non fu la sola occasione in cui diede una dimostrazione del genere. Per esempio, ci fu un caso simile con un bramino di Nasik, molto orgoglioso della sua casta. Prima che l'uomo arrivasse a Shirdi, Baba imprevedibilmente chiese della tinta ocra per colorare la sua veste. Comunque, generalmente, egli non vestiva di arancione, ma sempre di bianco, e continu cos per molti anni.Il bramino arriv e si tenne ad una certa distanza dalla moschea, per paura di contaminarsi. All'improvviso anch'egli si precipit nella moschea e si prostr ai piedi di Sai Baba. L dentro aveva visto il suo Guru vestito di ocra.Una volta un devoto era prossimo alla morte, ma Sai Baba non volle recarsi da lui. In seguito ad una richiesta di spiegazioni a questo proposito egli disse: "Quando uno dei miei muore anche a distanza di mille miglia, io lo guido a me come si tira un passero legato ad un filo. Non permetter mai che una creatura affidatami si allontani da me."Da me? Dalla Grazia. Stava dando, non prendendo. Stava guidando dalla confusione verso l'Unit, dal mondo della materia verso lo Spirito.Egli mostrava una precisa conoscenza dei pensieri e delle azioni dei suoi devoti, sia a riguardo del passato che del presente, che fossero a Shirdi o anche molto lontani, perch si potessero mantenere in armonia duratura con lui. La parola "mostrare" alquanto imprecisa e inadatta per quanto riguarda il comportamento di Sai Baba, perch egli ostentava questa conoscenza, la dispiegava.Un caso tipico, pregno del suo persuasivo umorismo, concerneva l'ortodossia troppo rigida. Sai Baba non approvava gli estremi dell'ortodossia, come il rifiuto assoluto di mangiare le cipolle e un devoto di nome S.B. Nachne ci racconta la sua storia:"Andai a Shirdi nel 1915 con un gruppo che includeva mia suocera. Ci stabilimmo al Sathe Wada (com'era allora chiamato; in seguito ha cambiato proprietario ed diventato Navalkar Wada)."Dada Kelkar occupava una parte degli alloggi. Mia suocera cominci a tagliare delle cipolle da cucinare con il nostro cibo, ma Dada, che era un bramino rigidamente ortodosso, non poteva sopportare le cipolle. Perse la pazienza e inve contro mia suocera che se la prese molto a cuore."Alcune ore pi tardi, la nipote di Dada cominci a lamentare un acuto dolore agli occhi e prese a piangere. Dada and dritto da Sai Baba e gli chiese di curarla. Sai Baba, al quale non era stato detto nulla della lite, gli disse di strofinare gli occhi della bambina con una cipolla."Dada chiese dove avrebbe dovuto prenderla. Sai Baba ne aveva sempre con se, e forse Dada sperava di ottenerne una toccata da lui. Invece gli fu indicata mia suocera e gli fu detto: "Fattela dare da lei".Ci che degno di nota che non mai entrato nella mente dei devoti, nemmeno per un attimo, il dubbio che una cura cos bizzarra potesse funzionare se era Sai Baba a prescriverla.All'arrivo di un devoto, Sai Baba poteva raccontare ai presenti una storia su ci che gli era accaduto, a volte usando la prima persona, identificandosi con il devoto, a volte in modo impersonale, senza citare a chi fosse accaduta. Poteva trattarsi di una storia lunga e dettagliata, o di un semplice e breve accenno.Un giorno, a casa di Adam Dalali, un seguace musulmano, arriv un povero marwari a chiedere del cibo e gli furono date quattro anna (del tutto sufficienti per un pasto a quel tempo). Quindi fu indirizzato ad un ristorante marwari.Quando Dalali si rec a Shirdi, Sai Baba appena lo vide disse: "Sono andato a casa di quest'uomo ed egli mi ha mandato in un ristorante marwari."GuarigioniEra nel guarire le malattie che i poteri di Sai Baba si manifestavano pi generosamente. All'inizio prescriveva varie erbe; poi un giorno disse all'attendente che le dispensava di non preoccuparsi pi delle erbe, ma di dare a tutti la stessamedicina.Per un certo periodo diede a tutti un sublimato di allume e gli interessati venivano guariti. Dopo qualche tempo, comunque, cominci a essere usata l'udhi, o cenere sacra, del fuoco di Sai Baba.Sai Baba stesso curava spesso a distanza i suoi devoti senza alcun supporto fisico. Essi usavano con efficacia la udhi e ancora oggi lo fanno.Registrare tutte le cure miracolose sarebbe un compito impossibile. Quasi ogni devoto ne ha fatto l'esperienza e, a parte quelle che avvennero con dei testimoni a Shirdi, ci sono quelle che furono effettuate a distanza, e che avvengono ancora, tramite la preghiera a lui rivolta. Qui ne verranno descritte soltanto alcune particolari.Joseph, un ufficiale di Polizia cattolico, racconta: "Non sono mai andato a Shirdi, ma ho sentito parlare di Sai Baba da amici e porto il suo ritratto con me. Non adoro i ritratti, ma lo considero come un santo. Ha grande potere."Nel 1917, Norvekar si ammal. Suo figlio prese 500 rupie e le diede a Baba. Nel riceverle Baba cominci a tremare febbricitante. Quando gli furono chieste delle spiegazioni egli disse: 'Quando facciamo qualcosa per gli altri dobbiamo assumercene il fardello e la responsabilit.'Ben presto Norvekar si riebbe dalla febbre."Nella sua spiegazione Joseph aggiunge che il suo santo protettore era San Francesco Xavier, ma egli pregava anche Sai Baba e le sue preghiere ottennero risposta.L'accettazione di denaro da parte di Sai Baba in un caso del genere un'altra caratteristica peculiare. Normalmente un uomo che esegue delle cure spirituali rifiuta ogni ricompensa. In alcuni casi il potere pu abbandonarlo se egli non si conforma a questa tacita regola.In effetti, nel caso di Sai Baba non si trattava di una "ricompensa", poich egli non ha mai tenuto del denaro; tuttavia il suo modo di rapportarsi con esso era insolito e ne parleremo pi avanti.Deshpande, il cui zio aveva mancato di fede, aveva un nonno cieco. nel 1916 lo port a Shirdi e lo condusse per mano da Sai Baba.Il vecchio si inchin davanti a lui e disse semplicemente: "Baba, non vedo." "Vedrai," rispose Baba. "Dammi quattro rupie."Ancora una richiesta di denaro, sebbene si trattasse di una somma ridicola. Deshpande and a cambiare una banconota e quando torn con le quattro rupie Sai Baba pose la mano sulla testa

del vecchio e questi riacquist la vista. Quando grid di meraviglia e sorpresa, Baba gli fece prendere dell'udhi e lo conged. Nel lasciare un santo o un tempio consuetudine prendere dell'udhi.Un altro caso, forse pi sorprendente, riguarda una donna cieca che grid: "Baba, voglio vederti con questi occhi! " Immediatamente fu in grado di vedere, ma non appena si allontan dalla sua presenza, la cecit& ritorn. Quello che aveva chiesto le era stato concesso, ma solo quello...Nel 1913 il figlioletto di Bahalkar ebbe la febbre alta per cinque o sei giorni e il dottore gli disse che c'erano poche speranze di salvezza. Bahalkar allora si sedette e preg Sai Baba (gli ind normalmente pregano seduti a gambe incrociate, non in ginocchio). Alle due di notte il santo gli apparve nella stanza, applic l'udhi al bambino e disse:"Non c' pi bisogno di preoccuparsi. Fra due ore il ragazzo comincer& a sudare e domattina si sentir& meglio. Quando star& bene, portalo da me."Naturalmente, avvenne come era stato predetto.Questo accadde il 3 marzo, a casa di Bahalkar, a Dhulia. Due giorni pi tardi egli ricevette una lettera da Deshpande, che abitava a Shirdi, nella quale egli scriveva che Sai Baba gli aveva detto:rispose:"Sono stato a casa del tuo amico a Dhulia."Deshpande gli chiese di quale amico parlasse ed egli"Upasani Bahalkar. Vado tutti i giorni a casa sua. faresti bene a scrivergli." Una volta, col suo tipico stile coreografico, Sai Baba disse a Mahalsapathy, un devoto residente:"Tua moglie ha un tumore molto doloroso al collo. Io la curer, nessun altro pu farlo, soltanto io posso".La moglie di Mahalsapathy non era a Shirdi a quel tempo ed egli non sapeva nemmeno che avesse un tumore. Pi tardi ricevette una lettera a riguardo che parlava della sua guarigione improvvisa.Quello che segue pu essere definito un caso pienamente probante.E. W. Pradhan, un giudice di pace, ha narrato di come il suo giovane figlio, Babu, si fosse ammalato. Nella loro casa avevano un prete telugu che, com'era consuetudine presso le famiglie benestanti, eseguiva per loro tutte le adorazioni rituali.Questo prete, Madhava Bhat, era fortemente attaccato alla famiglia, ma non era un devoto di Sai baba, al contrario, egli pensava che la malattia del bambino potesse essere una punizione per l'adorazione di qualcuno che egli considerava musulmano.Perci, chiese ai genitori di andare a fare un voto a Datta (un aspetto di Dio che essi adoravano), e di pregare per la guarigione del piccolo. Essi per gli risposero che Sai Baba era Datta.Una notte il prete vide in sogno una figura, che riconobbe come Sai Baba, grazie al dipinto appeso alla parete della casa. La figura era seduta in cima alle scale, con un corto bastone nella mano. Nel sogno Sai Baba gli disse: "Che intenzioni hai? Io sono il Signore di questa casa."Bhat tenne segreto il suo sogno, ma le condizioni del bambino continuavano a peggiorare. Alla fine non pot pi sostenere il peso della situazione e correndo davanti al quadro di Sai Baba grid:"Se il bambino per le quattro di questo pomeriggio migliorer& abbastanza da poter essere portato gi, creder che tu sei Datta."La febbre cominci a diminuire e per le quattro il piccolo chiese a sua madre di poter scendere a giocare.Ecco infine un caso in cui la malattia non fu soltanto curata, ma fu anche prevista.S.S.D. Nimonkar, un ispettore di polizia, stava andando da Poona a Nimon, dove la moglie di suo fratello aveva recentemente dato nascita ad un bambino. Sulla via si ferm a Shirdi per vedere Sai Baba. Mentre stava congedandosi, Sai Baba gli diede la consueta udhi, dicendogli:"Salva la vita del bambino."Al suo arrivo a Nimon, Nimonkar trov il neonato quasi morto. Il respiro era quasi cessato e i genitori avevano perso ogni speranza. Egli cerc l'udhi che gli era stata data, ma non pot trovarla. Doveva averla persa nel tragitto.Tuttavia, prese il bambino in grembo e preg Sai Baba di aiutarlo. Nel giro di cinque minuti la crisi cess e il bambino cominci a riaversi.BenedizioniL'aiuto di Sai Baba si manifest frequentemente anche nel dare prole a coloro che non ne avevano. Come con la maggior parte delle cose, il metodo usato era simbolico. Generalmente dava una noce di cocco in segno di fertilit; qualche volta altri frutti. In una occasione ci fu la rottura di una noce di cocco ed egli si dimostr riluttante, mettendola da parte parecchie volte fino a che un devoto lo persuase a concedere la sua benedizione.D. S. Rasane, non avendo figli, si spos una seconda volta, ma anche questo matrimonio risult vano. E'necessario spiegare che, persino prima che la legge proibisse la poligamia, l'enorme maggioranza degli ind era monogama, ma si faceva un'eccezione se un uomo non aveva almeno un figlio che potesse eseguire per lui i riti funerari. In questo caso, poteva prendere una seconda moglie, con il consenso della prima.Un giorno, subito dopo l'arrivo di Rasane a Shirdi, Sai Baba gli diede quattro manghi e rivolgendosi a lui con il diminutivo del suo primo nome, gli disse: "Damia, prendi questi manghi, mangiali e muori."Simbolico come al solito. Rasane ne rest sconcertato, finch gli fu spiegato da altri devoti che dar nascita a un figlio equivaleva a morire e a venire rimpiazzati da qualcun altro.Immergersi nella vita del mondo morire, mentre rimanere calmi e distaccati vivere.Baba continu: "Non mangiarli tu; dalli a tua moglie. ""Quale moglie?" Egli chiese."La seconda. Che ella li mangi e avr due figli. Il primo deve essere chiamato Daulat Shah e il secondo Thana Shah."Pi tardi Sai Baba gli disse che in tutto avrebbe avuto otto figli, il che si dimostr vero. Alla nascita del suo primo figlio egli si rec da Sai Baba e gli chiese quale nome dare al bambino.Nonostante tutte le persone che aveva incontrato e tutto ci che era accaduto nel frattempo, Sai Baba istantaneamente rispose:"Hai dimenticato ci che ti ho detto? L'hai scritto a pagina tre del tuo taccuino. Non ti avevo detto che dovevaessere chiamato Daulat Shah?"Con un certo Sapatnekar prese il via un caso complicato che dur parecchi anni. Un Maestro spirituale ha enorme pazienza. Non c' utilit nel cercare di raccogliere frutti acerbi ed egli attender pazientemente degli anni affinch maturino.Sai Baba fu presentato a Sapatnekar quando questi era ancora un giovane impegnato nei suoi esami di legge.Un giorno egli si rivolse ad un amico che era famoso per essere poco ferrato negli studi e, poco gentilmente, gli chiese come potesse aspettarsi di superare gli esami.L'amico rispose completamente sicuro di se che sarebbe stato promosso, perch ne aveva ottenuto l'assicurazione da Sai Baba. Sapatnekar si prese gioco sia del suo amico che di Sai Baba e predisse il peggio.Comunque, l'amico super gli esami. Tuttavia Sapatnekar non ne fu convinto; la consider una fortunata coincidenza. Egli poi super a sua volta gli esami, divent avvocato, si spos ed ebbe un figlio.Dieci anni pi tardi suo figlio mor ed egli non ne aveva altri. Ricord il modo in cui aveva parlato di Sai Baba e cominci a preoccuparsene, chiedendosi se la morte di suo figlio fosse stata causata da questo. Quindi decise di andare a trovarlo per scusarsi. Sai Baba, comunque, non appena lo vide gli grid contro e lo scacci via. Egli poi ritorn di nuovo, si inchin, ed ancora fu cacciato. Circa un anno dopo, Sai Baba apparve in sogno a sua moglie e li invit entrambi ad andare da lui. Questa volta Sapatnekar fu ricevuto gentilmente e pot scusarsi della sua passata derisione. Sai Baba poi si rivolse a qualcuno vicinoe raccont la storia della vita di Sapatnekar in prima persona, come fosse la sua.Indicandolo, disse: "Quest'uomo mi biasima perch pensa che io abbia ucciso suo figlio, ma ora riporter quella stessa anima nel grembo di sua moglie."Mentre Sapatnekar stava per andarsene, Sai Baba gli diede una noce di cocco, dicendogli di legarla nello scialle di sua moglie e di andarsene contenti. Un anno pi tardi egli port da Sai Baba il figlio che era nato.Un altro devoto, L. G. Munge, ebbe parecchi figli, ma morirono tutti in tenera et.Egli and da Sai Baba, si lament della sua sfortuna e lo preg di fargli avere un figlio che restasse in vita. Baba immediatamente rispose:"Perch me ne chiedi uno? Te ne dar due."E in effetti egli ebbe due figli e due figlie.Uno dei prerequisiti per ottenere questi favori era la fede, unita alla sottomissione.Abbiamo visto nel caso di Sapatnekar come Sai Baba avesse atteso finch non matur la sottomissione. Vediamo ora un caso in cui questa mancava.Era il 1910. Improvvisamente un mattino Sai Baba sbott: "Perch mai sta venendo a trovarmi il malandrino? Che cos'ho? Sono semplicemente un fachiro nudo, come chiunque altro."Era uno di quegli scoppi d'ira a proposito dei quali nessuno sapeva a che cosa si stesse riferendo. Un po'pi tardi, comunque, fuori dalla moschea arrivarono un paio di ufficiale con la scorta.La moglie del commissario distrettuale, una signora inglese, aveva sperato a lungo di avere un bambino e ora pensava di provare con il fachiro che faceva miracoli di cui tutti gli indiani parlavano.Era accompagnata da suo marito e dall'esattore (un titolo che nell'India Britannica, significava "ufficiale amministrativo locale", l'uomo pi importante del distretto).Essi si guardarono attorno un po'a disagio. Questo ambiente spoglio e primitivo non era idoneo per i membri della razza governante.L'assistente del commissario, che li aveva accompagnati, vide un devoto che attendeva nel cortile fuori dalla moschea. Lo chiam e gli disse di avvisare Sai Baba di terminare la sua routine mattiniera velocemente perch i Sahib desideravano parlargli.Il devoto era sbalordito. Per quanto vincolante fosse l'ordine di un Sahib, egli non poteva portare un tale messaggio a Sai Baba. Non fece nemmeno finta di farlo e dichiar direttamente che era impossibile.Se avevano qualcosa da chiedere a Sai Baba, dovevano attendere che egli fosse disponibile.Ci volle mezz'ora prima che egli fosse libero e passasse di l. La signora avanz verso di lui e chinandosi disse educatamente:"Desideriamo parlare un po'con te, Maharaj."Comunque, la gentilezza non fu sufficiente per Sai Baba. Quello non era il tipo di devozione di cuore che egli richiedeva e disse bruscamente:"Dovete attendere mezz'ora; adesso devo andare a mendicare."Per tutta la vita, per quanta ricchezza abbia maneggiato, Sai Baba mantenne la sua abitudine di mendicare il proprio cibo. In effetti, egli andava soltanto in alcune case in cui consideravano un onore poterlo nutrire e qualche volta delegava un devoto a mendicare per lui.Fare attendere i Sahib bianchi che un fachiro mendicasse il suo cibo, era una lezione di umilt tipica del suo bizzarro umorismo. Inoltre, era una possibilit per loro di ovviare alla sua necessit di mendicare procurando per lui le provviste... se solo ci avessero pensato.Non si tratt di mezz'ora, ma soltanto di dieci minuti. Ancora la signora si inchin e ripet la sua richiesta."Aspetta un'altra ora", egli rispose.Gli ufficiali governativi non avevano pi tempo a disposizione, n erano disposti ad essere presi in giro in questo modo da un semplice fachiro. Ritornarono alla loro automobile e se ne andarono, cos la signora rimase senza figli.Guarigione per l'ammalato e figli per lo sterile erano i benefici pi frequenti. Ma che ci fosse un esame da superare, un impiego da ottenere, una causa da

vincere o un matrimonio da organizzare, i devoti facevano appello a Sai Baba e se la richiesta di aiuto veniva fatta con fede e sincerity, essa veniva esaudita."Questo pu essere facilmente detto di Sai Baba da chiunque, anche da semplici osservatori esterni", spieg G.G. Narke, professore di geologia, un devoto al quale faremo spesso riferimento per una interpretazione pi profonda di Sai Baba. Ma chiunque lo giudicasse dall'esterno in questo modo, era ben lontano dal valutarlo adeguatamente.Baba naturalmente si adattava alla capacity di comprensione della gente che veniva da lui a cercare aiuto e protezione La maggior parte di queste persone erano superficiali e cercavano soltanto benefici materiali.A costoro egli non rivelava la sua reale natura interiore. Ma quando veniva da lui qualcuno capace di immergersi pi nel profondo, egli si rivelava maggiormente, con tutti i suoi veri poteri."DinieghiQualche volta, nell'eseguire un miracolo, Sai Baba diceva: "Lo far." Pi spesso, comunque, la sua risposta era:"Allah achcha karega" (Dio lo mettery a posto) o "Allah Malik hai " (Dio il Sovrano).Era una sua abitudine peculiare fare riferimento a Dio come 'Il Fachiro', e quando rifiutava una richiesta, spesso diceva: "Il Fachiro non me lo lascery fare." Oppure: "Posso fare soltanto ci che il Fachiro mi ordina."Egli rifiut spesso di intervenire. Qualche volta spiegava che prolungare la vita di una persona ammalata avrebbe causato soltanto una sofferenza prolungata. A volte prometteva una nuova nascita. In altre occasioni invece, quando gli veniva chiesta la benedizione per la prole, diceva che nel destino di quella persona non c'erano figli (non che questo ostacolasse Sai Baba, poich almeno in una occasione egli concesse un figlio, pur dichiarando apertamente che nel destino dell'interessato il figlio non era affatto previsto).Qualche volta non dava alcuna spiegazione, ma rifiutava semplicemente dicendo: "Allah Malik hai. " Oppure: "il Fachiro non me lo permettery."B.A. Patel era un proprietario terriero e un ufficiale governativo. Il suo anziano padre ebbe un infarto. Egli si rec da Sai Baba a chiedergli l'udhi per lui, ma Sai Baba disse: "Non ti dar l'udhi, Allah Malik hai. "Tre giorni pi tardi il padre mor.Questo Patel era molto orgoglioso della sua forza fisica. Nel 1913, quando Sai Baba era giy vecchio e fragile, Patel gli massaggiava spesso le gambe sollevandolo e portandolo vicino al fuoco.Un giorno, poco dopo la morte di suo padre, egli cerc di fare questo, ma fu completamente incapace di muoverlo. Baba lo derise e Patel ricorda:"Mi insegn due cose, a non essere fiero della mia forza e a non angosciarmi per mio padre."Sai Baba gli disse: "Perch dovresti angosciarti? Nel giro di cinque mesi ritornery." Dopo cinque mesi a Patel nacque un figlio. Era chiaro che questa era la rinascita di suo padre; oppure, pi profondamente, significava che la forza vitale che aveva assunto una forma alla quale egli era attaccato la stava ricreando, poich aveva fallito nel distruggere l'attaccamento alle radici.Il figlio di una giovane donna fu morso da un cobra ed ella and a piangere e a mendicare l'udhi da Sai Baba. Egli si rifiut di dargliela e il figlio mor. H.S. Dixit, uno dei devoti pi anziani, lo implor:"Baba, il suo pianto spezza il cuore. Per amore mio, fai tornare in vita suo figlio."Anche qui, come nell'occasione in cui erano stati curati gli occhi di un bambino con della cipolla, sorprendente osservare che non c'era il minimo dubbio che egli potesse farlo.Sai Baba rispose: "Non immischiarti in questo. Ci che accaduto per il meglio. Egli entrato in un altro corpo in cui potry svolgere un lavoro particolarmente buono che non poteva fare con quello perduto."Se lo facessi ritornare in questo corpo, allora quello

nuovo in cui egli gi entrato dovrebbe morire. Potrei farlo per amor tuo, ma hai considerato le conseguenze? Hai una pur vaga idea della responsabilit cui potresti andare incontro, e sei preparato ad assumertela?"La morte di una forma si risolve sempre con la nascita di un'altra forma, tranne nel caso del jnani, il saggio pienamente illuminato o realizzato, il quale passa al di l delle forme dell'infinito Informale, di cui si parla come moksha o Nirvana.S.B. Mobile aveva una figlia col labbro leporino e la port da Sai Baba sperando che egli la curasse. Non appena egli arriv Sai Baba disse:"So per che cosa sei venuto, ma sarebbe inutile. La ragazza di natura divina e la sua vita sulla Terra sar di breve durata. Alla prossima Nagha Shudda Chathuri ella morir. Se quel giorno andrai in ufficio, non la rivedrai pi."E cos avvenne. Ella mor quel giorno, mentre suo padre, che aveva ignorato l'avvertimento di Sai Baba, era nel suo ufficio.E'registrato almeno un caso in cui Sai Baba lott invano per salvare una vita: Ci fu un'epidemia di peste bubbonica nel villaggio Nigoj e la moglie del Patil, il capo del villaggio, era ammalata. Sai Baba, di passaggio, trascorreva la notte al chavadi, la locale locanda, con Mahalsapathy al suo seguito."Non dormire questa notte", gli disse Sai Baba. "Rimani vigile per me tutta la notte, perch devo pregare Dio."Quella ruffiana (la peste) vuole uccidere la donna, cos prego Allah." Mahalsapathy stette sveglio tutta la notte per impedire qualunque disturbo, ma poco prima che albeggiasse, arriv un ufficiale con molti servitori. Fecero molto rumore e gridarono che volevano il darshan (un incontro) con Sai Baba. Mahalsapathy cerc di tranquillizzarli dando loro dell'udhi, ma invano.Sai Baba usc dalla stanza come una furia. Gridando e insultando Mahalsapathy, disse: "Sei un padre di famiglia? Non sai che cosa sta accadendo a Nigoj? Perch fai entrare le persone in un momento come questo?" Poi improvvisamente si calm. "Cos sia. Quello che accaduto giusto."E quel mattino la moglie del Patil mor.Rimproveri e lezioniA dispetto dei molti favori che concedeva, Sai Baba poteva essere un duro maestro. C'erano pochi che sfuggivano ai suoi colpi o ai suoi insulti. E non era necessario che un pensiero egoista si cristallizzasse in parola o in un'azione perch fosse punito. Il pensiero stesso era sufficiente.Un devoto ha raccontato di come egli fosse seduto l quando qualcuno port come regalo delle banane rosa, una variet dal sapore prelibato che cresce soltanto a una certa altitudine, in collina.Vedendo Sai Baba che le sbucciava e le distribuiva, prov un'involontaria paura che le banane finissero prima che venisse il suo turno. Sai Baba immediatamente ne sbucci un'altra, la diede a qualcun altro e a lui gett la buccia, ordinandogli di mangiarla.Egli lo fece, accettandola umilmente come punizione per la sua avidit. Allora Sai Baba fu compiaciuto per questo, sbucci un'altra banana, e la divise con lui.Una donna musulmana che teneva il velo sul viso, si inchin ai piedi di Sai Baba scoprendosi il volto. Un devoto seduto al suo fianco osserv quanto fosse bella e sper che ella mostrasse nuovamente il suo volto. Senza una parola, Sai Baba si gir e gli diede un colpo con il suo bastone.Un lebbroso si arrampic lentamente sugli scalini della moschea. Era sporco e quasi nudo, coperto di piaghe e puzzava di carne putrefatta. I suoi piedi erano martoriati dalla malattia cos gli ci volle quello che sembr un secolo per avvicinarsi a Sai Baba e prostrarsi di fronte a lui.Quindi si gir per andarsene e quando finalmente fu sceso dagli scalini l'elegante direttrice tir un sospiro di sollievo. Allora Sai Baba mand un devoto a richiamarlo. Ancora il lento arrampicarsi su per gli scalini, ed eccolo avvicinarsi con il suo fetido odore.Questa volta, mentre si prostrava, Sai Baba raccolse uno sporco fagotto di stoffa che egli aveva con se e lo apr."Dolci al latte! Bene!" Ne prese uno e, scrutando tra i presenti, ne diede uno alla direttrice. Ma la sua devozione era tale che ella lo mangi senza esitare. Una prova di fede avveniva quando ai devoti non veniva permesso di lasciare Shirdi nella data che avevano pianificato. Era consuetudine, come con qualunque altro Guru, chiedere il permesso per congedarsi, ma egli non sempre lo concedeva.Se il permesso di lavoro del devoto stava per terminare o se aveva qualche altro affare o appuntamento, il rifiuto poteva creare dei problemi seri. Ma nessuno ne ebbe mai a soffrire. In qualche modo le cose si sistemavano in modo tale che non ne veniva alcun danno. Tuttavia era necessaria una grande fede per crederci apriori.N. V. Sathe ha raccontato una storia che prova questo. Egli prestava servizio come esattore presso una Commissione Erariale della quale abbiamo gi parlato. Egli aveva un appuntamento a Manmad e doveva partire di l per un giro di ispezione. Il giorno prima di partire Sathe mand suo suocero da Sai Baba a chiedere il permesso di congedarsi. Ma Sai Baba rifiut.Sathe disse a suo suocero che egli non poteva non far fronte ai suoi impegni di lavoro, altrimenti avrebbe potuto essere licenziato. L'anziano and ancora una volta a chiedere il permesso e ancora Sai Baba rifiut, ordinandogli persino di rinchiudere Sathe nella sua stanza se avesse cercato di andarsene.Ci vollero tre giorni prima di ottenere permesso di partire per Manmad. Arrivando l, Sathe scopr che gli altri membri del Comitato avevano cambiato il programma originale posdatando l'incontro.Seguendo il programma originale egli aveva ordinato che la sua tenda e il suo equipaggiamento fossero inviati a Manmad, ma per una strana coincidenza questo non era stato fatto. "Cos, restando a Shirdi, non avevo perso assolutamente nulla, eccetto la mia pace di mente, e mi furono risparmiati molti fastidi inutili."Inoltre potei trascorrere pi tempo con la mia famiglia e con Sai Baba. Naturalmente, Sai Baba sapeva tutto questo, ma nella mia ignoranza mi ero trovato molto a disagio nel dover restare a Shirdi. Questi esempi rafforzano la propria fede in Sai Baba e la fiducia in lui."Si pu aggiungere ancora che se la sua fede fosse stata pi forte non avrebbe perso la sua pace di mente.Era del tutto sicuro il rimanere a Shirdi quando Sai Baba lo ordinava; era andandosene senza permesso che un uomorichiamava su di se i vari problemi e il caso di Abdur Rahim Sham Suddin Rangari, un devoto Musulmano, ci illustra questo aspetto:"Nel 1913 c'era la peste a Thana, dove vivevo, e penso che ci fosse anche a Shirdi. Mia moglie aveva sofferto per un mese di una malattia. La gola e le guance erano gonfie e non poteva mangiare nulla. Prendeva delle medicine, ma senza trarne beneficio. Un vicino ind, R. G. Gupta, un avvocato, mi consigli di portarla da Sai Baba, a Shirdi, che avrebbe potuto curarla."Quando partimmo, ella era incapace di ingoiare qualunque cosa. Ma a Ligatputi pot prendere del t e a Nasik pot mangiare qualcosa. Questo fu un buon presagio. Stava rapidamente migliorando."Nell'arrivare a Shirdi andai alla moschea e mi inchinai di fronte a Sai Baba. Egli mi chiese in hindi da dove venivo e il perch e mi disse di portare mia moglie alla moschea."La portai su per gli scalini ed ella si inchin di fronte a lui, il quale le pose la mano sul capo dicendo: 'Khuda achcha karega.'(Iddio metter tutto a posto)."Gli diedi una rupia e quattro anna senza che mi fossero state chieste ed egli accett la piccola somma dandomi dell'udhi. Restai l per due ore. Il gonfiore di mia moglie stava diminuendo rapidamente, cos partimmo subito, senza prendere congedo da Sai Baba."Egli mi aveva detto di restare, ma poich la guarigione era avvenuta, pensai che potevamo anche partire. Non mi piaceva stare in un luogo strano pi del necessario, specialmente con mia moglie e il mio bambino di due anni."Il tonga (calesse) con cui eravamo venuti era ancora nel villaggio, cos l'affittammo di nuovo e ripartimmo per

Kopergaon, a circa sei miglia. Avevamo percorso met della distanza, quando l'assale del tanga si ruppe e rimanemmo bloccati sulla strada. Erano le dieci di sera e non passava nessuno."Non potevamo andare n avanti n indietro per una tale distanza di notte. Era una strada solitaria e la nostra situazione non era invidiabile, esposti al freddo notturno e al pericolo dei banditi che infestavano le strade. Cos ci pentimmo di non aver ascoltato le parole di Sai Baba."In questo modo passarono due ore, poi udimmo il rumore di un calesse che si avvicinava e una voce che chiamava: 'Dov' il tizio di Thana?'Un tonga venne fino a noi e il nostro guidatore disse all'uomo che gridava che io ero di Thana. Gli chiese come avesse saputo della nostra situazione e come aveva potuto arrivare l ad un'ora cos insolita. Ed egli rispose che lo aveva mandato Sai Baba."Gli chiesi: 'Perch?'"Ed egli rispose: 'A raccogliervi.'"Cos salimmo sul tonga e ritornammo a Shirdi. Quando arrivammo erano quasi le due del mattino. Baba ci stava aspettando alla moschea e disse: 'Ve ne siete andati senza permesso; questo il motivo per cui avete avuto dei problemi.'Io lo ammisi, chiesi il suo perdono ed egli ci fece stare vicino alla moschea per il resto della notte; poi entr a praticare la sua solita meditazione."Al mattino usc a mendicare e ritorn con del pane e delle verdure, di cui prese una parte per se, lasciandoci il resto Cos mia moglie riusc a mangiare del cibo solido. Poi ci diede il suo congedo... Questa fu la mia sola visita a Shirdi, ma mi diede una ferma fede in Sai Baba."Tutti questi segni e queste meraviglie attraevano le persone, ma i devoti permanenti cercavano il beneficiospirituale. Non era necessario che andassero sempre a Shirdi. Sai Baba diceva loro:"Io non sono confinato a Shirdi o in questo corpo. Sono ovunque. Sono con voi ogniqualvolta pensate a me." Fisicamente, egli non lasci mai Shirdi.Un devoto disse che, al tempo in cui egli doveva sposarsi, suo padre implor Sai Baba di partecipare alla cerimonia. Egli rispose: "Non temere; sar con te. Ovunque sarai, io sar con te, se penserai a me." E quando venne esercitata un'ulteriore pressione, Sai Baba disse: "Senza il permesso di Dio non posso fare nulla."Il suo vero dono era quello di accelerare il progresso spirituale. Rao Sahib Y. J. Galwankar, che gi stato citato in precedenza, dice: "Quando Sai Baba pose la mano sopra la mia testa, questo ebbe uno straordinario effetto su di me. "Dimenticai me stesso e l'ambiente che mi circondava ed entrai in una condizione estatica... Dopo questa estasi cominciai a prestare pi attenzione all'aspetto spirituale della vita. Poi nel 1932 arriv il secondo stadio (cio quattordici anni dopo la morte di Sai Baba), quando Baba mi apparve in sogno e mi chiese cosa volevo."Io risposi che volevo Prema (Amore Divino) e soltanto questo. Baba mi benedisse con Prema e scomparve. Sin da allora ho provato delle ondate di Prema che irrompono dentro di me quando sono in meditazione o quando sto leggendo o facendo qualcos'altro."Per controbilanciare l'impressione lasciata dalle meraviglie esteriori e dalle maniere eccentriche, lasciamo che questo capitolo termini com' cominciato, con l'impressione di un devoto su Sai Baba. Questa volta si tratta di Rao Bahadur S.B. Dhumal, un avvocato bramino."Mi trovo in grande difficolt quando mi viene chiesto quali siano le mie esperienze con Sai Baba. Ci dovuto al fatto che ho l'esperienza di lui in tutte le ore del giorno e della notte. Non c' episodio della mia vita che non sia collegato a lui, per quanto banale esso possa sembrare."Credo fermamente che ogni cosa nella mia vita sia guidata da Sai Baba. Quindi, cosa si pu raccontare quale esempio della mia esperienza con lui? "Naturalmente, il mondo esterno non sar preparato a dar credito alle mie parole, ma ci non ha importanza per me. In effetti, l'incredulit stessa della gente sembra una valida ragione per rifiutare di dischiudere le proprie esperienze. Ogni devoto sente che le sue esperienze sono sue e che gli vengonodate per il suo beneficio spirituale e temporale, non per sbandierarle al grande pubblico...

"Il modo migliore per comprendere Baba e sperimentarlo da se stessi. Dov' andato Baba? E'ancora vivo e attivo, pi attivo, se possibile, di quanto lo fosse prima del suo Mahasamadhi."Chiunque abbia un'aspirazione sincera pu arrivare in contatto con lui oggi stesso, immediatamente. Colui che invece di cercare un contatto in prima persona, si accontenta di esperienze di seconda e terza mano, raccontate e non vissute, ricever un'immagine sfocata, misera ed inutile."3. Induismo ed IslamSai Baba a volte parlava di se stesso come di una reincarnazione di Kabir, il poeta santo della fine del XV secolo, che ebbe discepoli sia ind che musulmani e che insegn a ciascuno secondo la sua religione. Questo quello che fece anche Sai Baba.Nel suo comportamento non si uniform mai pienamente a nessuna delle due religioni. Prese dimora nella moschea di Shirdi, si riferiva a Dio con il nome islamico e se veniva udito ripetere dei mantra o delle frasi sacre, erano sempre islamiche, non ind.Raramente pronunciava le quotidiane preghiere Islamiche(namaz). Alcuni devoti non lo videro mai impegnato in queste ripetizioni; mentre altri riferirono che occasionalmente lo faceva di sabato o in particolari occasioni.Perch lo facesse di sabato, comunque, rimane uno degli enigmi su Sai Baba, poich il giorno stabilito per la preghiera di gruppo per i musulmani il venerd.Era vegetariano, come i suoi seguaci ind, che lo adoravano alla maniera degli ind. Sai Baba faceva anche frequenti riferimenti al suo Guru ind, oltre che alle scritture e alle divinit dell'induismo.Tuttavia, egli non incoraggiava una fusione dei due sentieri tra i suoi seguaci. Piuttosto, si aspettava da essi buona volont e tolleranza; e questo era tutto. Sebbene egli non ripetesse il namaz (preghiere giornaliere), si aspettava che i devoti musulmani lo facessero. Inoltre, essendo valide entrambe le religioni, egli non approvava la conversione da una all'altra, ma si aspettava che ogni persona si cimentasse in quella in seno alla quale era cresciuta.Una volta, un ind che si era convertito all'Islam, arriv alla moschea. Sai Baba lo schiaffeggi esclamando: "E cos ti sei preso un nuovo Padre!"Come segno di buona volont, egli apprezzava che i suoi devoti ind e musulmani si rallegrassero nelle festivit degli altri culti (com' da tempo in uso in India), anche se, naturalmente, non partecipavano effettivamente all'adorazione rituale dell'altra religione.A questo proposito, un devoto racconta che, dopo la processione per l'anniversario della nascita di Sri Rama, gli ind cantavano dei canti sacri intervallati dalla lettura del Corano da parte dei musulmani.Qualche volta anche i musulmani portavano in processione davanti a loro i sandali di Sai Baba su un cuscino (in modo da evitare antropomorfismo o adorazione rappresentativa) e gli ind li accompagnavano.A parte ogni specifico insegnamento, il semplice influsso della presenza di Sai Baba, conduceva alla buona volont e alla tolleranza. La seguente storia di un musulmano chiamato Abdullah illustra questo aspetto."Lasciai la mia citt natale di Tarbella, quando eroancora un ragazzo. Non avevo nessuno che si occupasse di me. Volevo andare all'estero a vedere la Mecca ed altri luoghi sacri, cos viaggiai verso sud fino a Man Mad. L qualcuno si interess a me e mi disse che avrei potuto facilmente arrivare a Bombay, dove era possibile trovare un passaggio verso la Mecca. "Qualcun altro, comunque, mi disse che a Shirdi c'era un grande uomo chiamato Sai Baba che elargiva denaro ai fachiri e che se avessi voluto, mi avrebbe fatto arrivare alla Mecca. Cos andai a Shirdi."Come entrai nel cancello della moschea, trovai Sai Baba in piedi davanti a me. I nostri occhi si incontrarono e sentii immediatamente che egli era il mio Guru."Mi fermai a Shirdi. Egli nutr me e altri fachiri abbondantemente. E io decisi di fermarmi l, a vivere una vita facile. Questo avveniva nel 1913; ero molto giovane e non avevo ancora cominciato a prendere la vita seriamente."Tuttavia, il mio soggiorno con Sai Baba provoc un profondo cambiamento nella mia attitudine mentale. Inizialmente, appena arrivato a Shirdi, consideravo gli ind come miei nemici, ma dopo essere stato con Sai Baba per tre anni, questa animosity scomparve e cominciai a considerarli come fratelli."Naturalmente, non sempre c'erano buona volonty e comprensione. L'adorazione di Sai Baba da parte degli ind, era l'ostacolo pi grosso per i musulmani. L'esecuzione di questa adorazione in una moschea suonava come aggiungere l'insulto ad un'offesa.L'Islam professa che soltanto Dio deve essere adorato e che l'intero universo fu manifestato da Lui dal nulla e che tutti gli uomini non sono nulla di fronte a Lui.L'Induismo afferma che l'universo, con tutti i suoiesseri, una forma assunta da Lui, una Sua manifestazione, senza comunque cambiare o sottrarre nulla dalla Sua realty immanifesta. Dire che Dio cre l'universo dal nulla, o che l'universo non altro che un'illusione che vela la Realty di Dio, in pratica la stessa cosa. Questi due punti di vista, perci, sono due aspetti della stessa verity, due modi per esprimere lo stesso concetto. Poich un uomo non ha altra realty al di fuori di quella datagli da Dio, l'essenza del suo essere, la sua realty, deve essere quella realty al di fuori della quale non c' nulla, cio deve essere Dio.Realizzando la nullity della sua individuality, ci che nella Cristianity medievale era chiamato l'annullarsi, un uomo realizza l'universality della sua Essenza Divina. Perci un uomo che ha realizzato il suo vero Se (cosa che non ha nulla a che fare con la psicologia, ma va al di ly della mente, va all'essenza stessa dell'Essere ed senza dubbio il vero significato del "conosci te stesso"), ha realizzato la sua essenziale Unity con Dio ("Io e il Padre mio siamo Uno"), oltre l'incidente della forma.IntolleranzaApprezzando questo, gli ind adorano l'Essere come Dio. Mentre, aderendo letteralmente alla legge, la maggior parte dei musulmani condanna questa adorazione come idolatria. E in effetti non lo ; non si tratta di adorare qualcos'altro al di fuori di Dio, ma, al contrario, un riconoscere che l'adorato ha distrutto l'illusione della separazione da Dioche ancora vela l'adoratore.Tutto questo viene compreso dai Sufi, che sono gli eletti spirituali dell'Islam e tra i quali si annoverano i grandi santi islamici. Essi insegnano in segreto ci che gli ind insegnano apertamente.Ma i musulmani essoterici non comprendono. Per essi c' un insormontabile baratro tra i due punti di vista e ritengono gli ind panteisti o idolatri. Un poeta Sufi, Al Hallaj, era solito proclamare, in estasi: "An al haq ", "Io sono la verity". "La Verity" un Nome Divino ed egli fu giustiziato comeblasfemo, secondo la legge islamica, sebbene i Sufi l'abbiano compreso e abbiano continuato a riverirlo. Un altro, Sufi Abu Said, infranse la legge dichiarando negativamente: "Non c' nulla sotto a questa veste al di fuori di Allah." Una frase Sufi usata comunemente ancora oggi dice: "Cerco il perdono di Dio per tutto ci che (in me) non Dio."L'adorazione ind di Sai Baba inizi molto semplicemente nel 1908 con l'omaggio che gli fece un bambino. Una signora ind racconta la storia:"Mio fratello Babu Rao, che allora aveva quattro anni, soleva mettere un fiore sulla testa di Sai Baba ogni mattino, in segno di adorazione. Questo fu l'inizio della regolare adorazione di Baba, dato che, fimo a quel momento, egli non aveva mai permesso ad altri di farlo."Il bambino semplicemente adorava Sai Baba come vedeva onorare gli idoli nel corso dell'adorazione nel tempio e da quel momento la pratica si svilupp in una completa adorazione ritualistica come per un idolo.

Un ind intelligente non crede che un idolo sia Dio, non pi di quanto un cattolico intelligente creda che un'immagine sacra o la statua di un santo sia Dio.Poche persone sono capaci di concepire l'Assoluto Informale e l'ind ordinario rende l'adorazione pi facile concentrandosi sulla manifestazione di Dio in una certa forma od aspetto, caratterizzata da un'immagine o da una statua. A tempo debito, questo pud condurre alla realizzazione del Senza Forma, in questa vita o pi avanti.E'detto nella Bhagavad Gita: "Qualunque forma un uomo adori, egli in realt adora Me."Poich l'adorazione ritualistica per un idolo viene fatta con fiori e pasta di sandalo, cos viene fatta anche per chi considerato pi di un santo, uno che ha realizzato la sua identit con l'Essere Supremo ed percid una manifestazione conscia di Dio. Ma non tutti i musulmani a Shirdi potevano apprezzarlo, soprattutto considerando il fatto che l'adorazione veniva praticata in una moschea.Il risultato fu che i seguaci musulmani vennero ad essere soverchiati dal numero di quelli ind e occasionalmente ci furono anche delle proteste.Un musulmano rohilla che stava sempre con Sai Baba e che leggeva il Corano ai suoi piedi di notte, protestd contro l'adorazione di mezzogiorno degli ind, accompagnata da musica, che avveniva nella moschea.Baba sorrise soltanto e disse: "Tutto questo Allah." Turbato com'era, al pover'uomo sembrd che Sai Baba stesse tradendo l'Islam e decise che avrebbe dovuto pagare per questo e un giorno, mentre Sai Baba era fuori a passeggiare, gli si avvicind alle spalle con una mazza, con l'intenzione di ucciderlo.Sai Baba si gird proprio in quel momento, gli toccd il polso sinistro e lo guardd. Sotto la forza di quello sguardo egli cadde a terra senza nemmeno l'energia necessaria per sollevare la mazza o per rialzarsi.Poi qualcuno arrivd ad aiutarlo e alcuni giorni dopo andd a prendere congedo da Sai Baba; con la sua benedizione, lascid Shirdi per sempre.In un'altra occasione un devoto musulmano, Mir Jaman, arrivd di notte all'improvviso e, sfoderando la sua spada, dichiard che gli ind stavano corrompendo Sai Baba con la loro adorazione rituale e chiese il permesso di tagliare loro la gola. Sai Baba lo calmd dicendo: "Sono io il pazzo responsabile della loro adorazione, cos, se vuoi tagliare qualche gola, devi cominciare con la mia."Gli ind sono molto pi inclini alla tolleranza. La loro religione stessa riconosce molte dottrine e diversi modi per avvicinarsi a Dio, non in conflitto tra loro, come accade nel caso delle sette musulmane e cristiane, ma ognuna disposta a riconoscere le altre come legittime e idonee, secondo i vari temperamenti e i vari livelli di comprensione.