I nostri compagni di IIG hanno avuto modo di osservare da vicino la mostra di

Artemisia Gentileschi a Roma, presso il Museo del Palazzo Braschi.

Vediamo insieme chi era e quali sono le sue opere più importanti

Artemisia Gentileschi è nata a Roma l’otto luglio del 1593, è stata una pittrice italiana di scuola caravaggesca.

Lei fu una donna molto forte perché nonostante le torture a cui viene sottoposta riesce ad uscirne a testa alta. Lei muore a Napoli il 14 giugno 1653.

Orazio Gentileschi Orazio Gentileschi è stato il padre di Artemisia e lui fu un artista del 1600. Fin da bambina gli raccontava dei pittori e all’ età di 5 anni mise i pennelli in mano a sua figlia.

La sua casa era frequentata da artisti come Agostino Tassi.

Agostino Tassi Agostino Tassi è stato

un amico di Orazio

Gentileschi finché non

fece violenza su

Artemisia. Lei dopo un

lungo periodo lo

denunciò e costui

andò a finire in prigione.

Il processo di Artemisia

Il processo a cui è sottoposta Artemisia è crudele perché come elemento di tortura c’è la sibilla.

La sibilla è un oggetto che ti stritola le mani fino a farle scoppiare a sangue, Artemisia soffriva molto per questa cosa perché le mani per lei erano un elemento fondamentale visto che faceva la pittrice e senza queste non poteva fare nulla.

Nonostante le torture a cui viene sottoposta Artemisia, lei inizia a dipingere una nuova tela: Giuditta e Oloferne. Appena alzata indossa il grembiule da pittrice e comincia a dipingere; cerca sempre di lavorare di polso invece che di dita. Per cominciare dipinse due rughe verticali tra le sopracciglia di Giuditta.

Poi passò ad Oloferne dove gli voleva dare la stessa espressione che aveva dato Agostino quando lo aveva chiamato assassino. La sua fronte era solcata da profondi avvallamenti, gli occhi dilatati dal terrore col bianco visibile al di sotto delle pupille.

Quando allontanò la mano dalla tela caddero alcune gocce di sangue sulle lenzuola bianche di Oloferne. Secondo Artemisia era un perfetto contrasto tra il rosso intenso e brillante. Non potevano mancare le macchie di sangue sulle nocche di Giuditta.

Giuditta e Oloferne

L’incontro con la sorella di Agostino

La sorella di Agostino incontra Artemisia per strada la ferma e gli parla che il fratello è un ‘assassino’(termine con il quale Artemisia definisce Tassi) Gli racconta che lui già aveva violentato un’altra donna, si sposò e si innamorò della sorella della moglie e lui si vuole sposare con Artemisia solo perché così sarà dissolto da tutti i crimini che aveva commesso.

DANAE In questo quadro possiamo notare una giovane

ragazza distesa sopra ad un letto, essa rappresenta Artemisia che è in cerca di amore.

Dietro la ragazza c’è un ancella ed entrambe guardano verso l’alto, infatti si nota scendere piccole

gocce definite “pioggia d’oro”. Esse sono la trasformazione di Zeus che, essendo sposato con Era, prende le sembianze di pioggia per non far accorgere

che esso ha tradito la moglie.

DANAE-Artemisia Gentileschi

Questo dipinto è stato

fatto da Artemisia

Gentileschi nel 1612 ed è

possibile vederlo nel

Saint Louis Art Museum di

Missour

Le differenza tra il quadro di Caravaggio e quello di Artemisia sono le seguenti : nel quadro di Caravaggio Oloferne già mortalmente ferito ,è inerme ma vivo nell’espressione del viso (la bocca emana gemiti sofferenti) e per far emergere

la figura di Giuditta, Caravaggio le mette vicino una donna anziana ; invece nel quadro di Artemisia, Oloferne è già morto in una pozza di sangue e si dice che il sangue del quadro sia della pittrice ( ferita dalla Sibilla durante il

processo)e il suo sguardo sia quello da lei assunto quando rivolgendosi ad Agostino nel Processo gli dice “Assassino”(donna che aiuta Artemisia è la sorella di Agostino).

Giuditta e Oloferne di Artemisia Giuditta e Oloferne di Caravaggio

Se noi tentassimo di identificare i personaggi del quadro scopriremmo che Giuditta è Artemisia che in seguito alla violenze subite e al processo ,volle uccidere Agostino (Oloferne). L a donna che la aiuta a decapitare Oloferne è la sorella di Agostino la quale aveva rivelato ad Artemisia la verità: era già sposato con un’ altra donna, violata a sua volta, e tradita con sua sorella. La sorella di Agostino rivela anche che suo fratello aveva ingaggiato dei sicari per uccidere sua moglie affinché potesse sposare Artemisia facendo così cadere tutte le accuse nei suoi confronti.

ARTEMISIA: Giuditta ed Oloferne …volevo dare ad Oloferne la stessa

espressione che aveva avuto Agostino nello stesso istante in cui lo avevo chiamato assassino.

CARAVAGGIO GIUDITTA ED OLOFERNE: episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta, che voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera. Giuditta è raffigurata intenta a decapitare Oloferne con una scimitarra, mentre alla scena assiste una vecchia serva che sorregge con le mani il drappo contenente il cesto nel quale va conservata la testa.

Il pittore fissa l'acme emotivo nell'immagine di Oloferne: lo sguardo vitreo farebbe supporre che sia già morto, ma lo spasmo e la tensione dei muscoli indurrebbero a pensare il contrario. Giuditta, invece, sembra adempiere al suo compito con molta riluttanza: le braccia sono tese, come se la donna volesse allontanarsi il più possibile dal corpo di Oloferne, e il suo volto è contratto in un'espressione mista di fatica e orrore. Accanto a Giuditta Caravaggio ha inserito una serva molto vecchia e brutta, come simbolico contraltare alla bellezza e alla giovinezza della vedova. In questo modo l'autore sottolinea (con un artificio artistico legato alla fisiognomica, caro anche a Leonardo[5]) le differenze tra le due figure e fa risaltare maggiormente la prima, che incarna grandi valori morali.

L’INCLINAZIONE L’INCLINAZIONE raffigura una giovane donna nuda, che regge con ambo le mani una bussola, sospesa in aria, su una coltre di nubi celesti, mentre una piccola stella luminosa brilla in fronte al viso

incorniciato da biondi capelli che sembrano voler ribellarsi a una sin troppo elaborata acconciatura.

Essa fu realizzata perché, dopo che Michelangelo vide la Susanna e la Giuditta di Artemisia, restò così colpito dalla perfezione dei

lineamenti di queste donne, che le affidò il compito di disegnare l’INCLINAZIONE per essere ammessa all’Accademia.

Artemisia si mise alla ricerca di alcune modelle, ma fu un po’ difficile perché lei cercava la perfezione per il suo quadro e alla fine dopo

tante modelle ne trovò una ‘perfetta’, ovvero, scelse VANNA.

Lei e Vanna si incontravano ogni mattina per finire il quadro e così si conobbero sempre meglio, e insieme al marito PIERANTONIO

STIANESE, fecero degli studi anatomici con un scelta accurata dei colori.

Una volta finito il quadro, Artemisia orgogliosa del proprio lavoro, andò a casa di Michelangelo, esso restò così preso dalla perfezione

del gomito e della caviglia della donna, così che l’ammise all’Accademia e che la paragona a un pittore:RUBENS.

Artemisia, felice della notizia, va a comprare dei cibi prelibati per la cena e per dare la notizia a suo marito, ma già sapeva che non

sarebbe stato facile dirgli che a lei l’avevano ammessa e a lui no.

Successivamente dopo aver preparato la cenetta, lei e Palmira, aspettarono per ore e ore Pierantonio, solo che lui non si presentò,

perché era già venuto al corrente della notizia, così che quando tornò a casa, arrabbiato, tratta male la moglie ed Artemisia e Palmira

restarono scioccate dal comportamento di Pierantonio.