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Pasquale RizzoliSculture del Novecentotra Accademia e Modernismo

ARTE E STORIA 3

CHIOSTRO OTTAVO - RECINTO DEI SARCOFAGI

C.STRO IX - C.PO CARDUCCI - C.STRO VI / GALL. annessa C.STRO VI

CHIOSTRO VII

OMAGGIO

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Il Cimitero comunale fu istituito nel 1801 nellaCertosa di San Girolamo di Casara, fondata ametà del ‘300 e soppressa nel 1797 daNapoleone. La forte passione della nobiltà e

della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò laCertosa in un vero e proprio “museo all’aria aperta”, tappa del grandtour italiano: la visitarono Byron, Dickens, Mommsen, Stendhal.In particolare il Chiostro della Cappella è un ciclo notevole diispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nelmondo sono le tombe dipinte a tempera. Nella Chiesa sono da segnalare il trittico della Passione di Cristo, operadi Bartolomeo Cesi (1556-1629) e il coro ligneo intarsiato ripristinatonel 1538 dopo l’incendio provocato dai Lanzichenecchi di Carlo V,nonché le tele del ciclo cristologico commissionate nel corso del XVIIsecolo ai più importanti pittori bolognesi dell’epoca. Altre opere diAntonio e Bartolomeo Vivarini, Ludovico e Agostino Carracci, oltre chedel Guercino, furono trasferite in epoca napoleonica alla Pinacotecanazionale di Bologna.I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante scavi perl’ampliamento del cimitero alla fine dell’800 sono custoditi nel MuseoCivico Archeologico.Nel cimitero di Bologna sono sepolti molti personaggi importanti perla storia cittadina e italiana, fra i quali lo statista Marco Minghetti, ipittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti, il poeta Giosuè Carducci e loscrittore Riccardo Bacchelli, il compositore Ottorino Respighi,l’ufficiale polacco Giuseppe Grabinski, gli industriali Alfieri Maserati,Edoardo Weber e Nicola Zanichelli.

LA CERTOSA DI BOLOGNA

Via della Certosa, 18 40133 BolognaTel: 051 6150811Fax: 051 6150829E-mail: nuovimusei@comune.bologna.itWeb: www.certosadibologna.it

Orari:Estivo (dal 1/3 al 2/11) 7.00 -18.00 Invernale (dal 3/11 al 28/2) 8.00 -17.00 Bus n° 36, 19, 14, 20

CIMITERO STORICO MONUMENTALE

Nuove Istituzioni MusealiSettore Lavori Pubblici - Urbanizzazioni e Partnerariato Con la collaborazione di Hera

Coordinamento della collana: Mauro FelicoriQuesta guida è stata curata da Giuliana Lo Faro (ricerche e testi),Roberto Martorelli (censimento e fotografie)Topografia digitale a cura di Ruggero ZanettiStudio G. Lanzi graficoSi ringraziano gli eredi Rizzoli e Alfonso Panzetta

Stampato a Bologna nel febbraio 2006 dalle Grafiche Zanini

CHIOSTRO MAGGIORE

CHIOSTRO TERZO

CHIOSTRO OTTAVO

INGRESSO PRINCIPALECa

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INGRESSOVia della CERTOSA

UFFICI

CIMITERO EBRAICO

CHIOSTRO SETTIMO

Pasquale RizzoliSculture del Novecento tra Accademia e Modernismo

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Cappella Pizzoli (26)

3

La situazione dellaricerca plastica in Italianegli ultimi vent’anni

dell’Ottocento si può sintetizzare nella coesistenzadegli esiti tardivi del realismo con la ricerca sulrapporto luce-atmosfera. Tra questi due estremiagiscono quegli scultori che, proseguendo sulla lineadella tradizione accademica, inclinano verso unrealismo più eclettico, allineandosi successivamenteal clima simbolista e liberty di marca internazionale.Nella filiera degli artisti emiliani formatisi pressol’Accademia bolognese a cavallo tra il XIX e il XXsecolo alcuni sceglieranno proprio la via del liberty,con risultati a volte emblematici. Scelte artisticheche si riflettono anche nella scultura funeraria, vistoche almeno per tutto l’Ottocento la realizzazione diopere su commissione privata ebbe un forteincremento, grazie ad una borghesia che ambiva acelebrare la propria immagine e il desiderio didistinguersi anche all’interno dei camposanti.Pasquale Rizzoli nasce a Bologna il 9 Aprile 1871.La famiglia - di noti commercianti - lo avvia aglistudi d’arte presso l’Accademia di Belle Arti diBologna su consiglio dello scultore Carlo Monari.Diviene allievo del livornese Salvino Salvini il quale,rigoroso tanto come scultore quanto come insegnante,infonde ai suoi allievi una tensione verso lamonumentalità, che così bene si esprimerà nelleopere del Rizzoli. Alla sua formazione artisticacontribuiscono inoltre la partecipazione adesposizioni di respiro internazionale come quellaEmiliana, tenutasi a Bologna nel 1888o quella di Milano del 1906, e lapresenza a competizioni locali, comeil premio Cincinnato Baruzzi e ilconcorso indetto dal Comune per irilievi della Montagnola.

Monumento Venturi (6) Tomba Rizzoli (29)

E’ in questi anni che il Rizzoli incontra AdelindaSerra Zanetti, che diverrà sua moglie nel maggio del 1896.Le opere realizzate da Pasquale Rizzoli per la Certosaspiccano per numero e per qualità artistica. Inritratti come quelli eseguiti nel Chiostro VII tra glianni 1888-1890 per i monumenti sepolcrali Poggi,Ambrosi, Minelli e per la propria tomba di famigliaè facile riscontrare la formazione accademica verista,pur con accenti emozionali del tutto originali. Altri due monumenti presenti nello stesso chiostro,Possenti-Vecchi e Stanzani, testimoniano uno stileche al forte realismo dei ritratti contrappone laricca decorazione dei particolari. Con il monumento Cattani del 1897, Pasquale Rizzoliconquista definitivamente il consenso del pubblico eintraprende quel percorso di maturazione stilistica

che avrà come esito la realizzazione delgrande marmo Ronzani (1904).

Agli inizi del nuovo secolo, la suainterpretazione accurata e genuinadel ritratto marmoreo, che ben sievince dal monumento Trizza,

Monumento Ronzani (42)4

6

procura al Rizzoli leprime commissioni da

parte del Comune per iritratti di uomini illustri nel

Pantheon della Certosa,attualmente non più visibili

nella loro collocazione originaria. Tutte queste opere furono realizzate in

marmo. La sua prima commissione inbronzo è del 1903, anno in cui lo scultore

bolognese si dedicò totalmente a quella che senza dubbio è la sua opera più celebre, il grande

monumento commemorativo dell’8 Agosto 1848 chesi può tutt’ora ammirare presso la Montagnola.Verso la fine del 1906 viene portato a termine dalRizzoli il gruppo bronzeo voluto dalla vedova delgiovane Natale Magnani. Chiaro esempio diraffinato liberty, con quest'opera, che pure tratta un tema di diffusa consuetudine – l’angelo che porta al cielo l’anima del defunto - l'autore crea un vero capolavoro. Altre due opere presenti in Certosa e facentipienamente parte della produzione liberty-florealedell'autore, ci offrono un esempio di come egli riescaa ricavare dal marmo o ad imprimere nel bronzo gli aspetti più significativi di questo linguaggio

Cella Magnani (25) 7

internazionale. La prima è il magnifico gruppobronzeo della cella Melloni, che risale al 1909: duegradini in serpentino, materiale prediletto dal nostroscultore, fanno da basamento alla rappresentazionedel dolore, figura senile protesa ai piedi della croce.La seconda, il bel nudo marmoreo della cella Pizzoli(1910), rappresenta invece il "genio del fuoco" (oallegoria del fosforo), che come un michelangiolescoPrigione, avviluppato tra i torti rami di unmelograno, guarda compiaciuto le fiamme che sisprigionano dai suoi piedi con la malizia di chi sadi poterle governare. Il monumento fu commissionatodal figlio di Gaspare Pizzoli, promotore dell'uso delfosforo per la fabbricazione dei fiammiferi. Il fortesimbolismo dell'opera è accentuato dalla rappresenta-zione dettagliata degli oggetti che alludono al fuoco:pietra focaia, acciarino e fiammiferi sono dissemi-nati intorno alla figura centrale. La descrizione delreale diviene qui quasi didascalica. Le opere di piccolo formato ed i ritratti realizzatiintorno agli anni Dieci sono caratterizzati dallinguaggio già sperimentato nella sculturamonumentale, come testimoniano i monumentiCallegari, Reggiani, Galliani in Certosa e il bustodell'ing. Zannoni al Museo Archeologico.

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Cella Melloni (38)Cappella Pizzoli (26)

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Monumento Baroni (24)10

Monumento Zanetti Cassinelli (23) 11

Sepolcro Gioannetti (30)12 Monumento Gardi (19)

Nel 1912 con la realizzazione del grande monumentoin bronzo e serpentino eretto in memoria di PompeoBaroni, lo scultore bolognese mostra l’adesione allinguaggio fortemente plastico e volumetrico diAdolfo De Carolis, che a partire dal 1911 affrescheràa Bologna il Salone del Podestà a Palazzo Re Enzo.All’epoca “Il Resto del Carlino” commentò con questeparole l’opera del Rizzoli: “Il monumento èun'allegoria dell'agricoltura. Dal campo incolto esterile si giunge all'abbondanza mediante l'azionedell'uomo, che lavora il terreno per renderlo fecondo,ispirato dal genio agreste”. Nello zoccolo è inciso ilmotto latino, tratto dalle Georgiche, “Fundit humofacilem victum iustissima tellus” (la terra ben curataproduce sul suolo abbondante nutrimento).Analizzando l'opera da vicino si intuisce il desideriodi coerenza con le precedenti esperienze realiste. Anche Rizzoli mostra infatti in questo periodol’amore per lo studio anatomico e l’attenzione per laposa, che sono diffusi in tutta Europa, con esitioriginali nei diversi autori; ma che nelle sue opere

13Arco Giordani (8)

si fondono con la confermata scelta dell’aderenza al vero e della rappresentazione delle condizionisociali dell’umanità. Negli anni successivi esperienze integralmente libertysi alterneranno ad opere di ispirazione decarolisiana.Nel ’15 il Rizzoli realizza il monumento eretto inmemoria di Girolamo Gioannetti. Il "Buon Pastore",che rappresenta Cristo con il gregge, rimandadialetticamente alle opere eseguite in quegli anni aBologna da Leonardo Bistolfi. La presenza del grandescultore piemontese, al quale il Comune aveva com-missionato nel 1908 l’esecuzione dell’ara commemo-rativa di Giosuè Carducci, non passa certo inosservataagli artisti locali; e il Rizzoli è certamente uno degliartisti bolognesi più recettivi. Contemporaneamentel’artista ci propone figure fortemente plastiche edimponenti come quelle del monumento Zanetti-Cassinelli (1920): il gruppo bronzeo si staglia suuno sfondo di mosaico azzurro con il motivocentrale di una croce dorata. Agli stessi anni sembra risalire la commissioneprivata di un'altra celebre opera del nostro scultore,il "Genio della Bonifica", realizzata in cinque copieautografe, che si trovano: nel cimitero comunale diCattolica (tomba Verni), nella Piazza del Quadratodi Latina (già all’ONC di Roma), nel giardino di

Monumento Gardi (19) 14

casa Rizzoli a Bologna (in cemento), nel giardinodei Conti Sassoli (in cemento) e a Galliera.Nel monumento Giordani, ancora del 1920, Rizzoliimpiega la tecnica dello stiacciato (bassorilievo pocopronunciato), rendendo l'immagine di sfondo appenapercettibile. Il rilievo in bronzo di questa opera, dicosì forte sensualità, rappresenta l’anima abbandonatatra le braccia dell’angelo che lo trasporta in cielo.Altra opera legata al liberty è il rilievo bronzeo delsepolcro Gardi. Nella parte superiore la figura diCristo è realizzata ancora una volta in stiacciato;mentre la parte inferiore, splendido esempio discultura floreale con due figure femminili inginoc-chiate a reggere la corona di spine, è realizzata inaltorilievo. Un’opera fortemente liberty è ancora ilbusto Ghelli (1924) che, con la presenza di diversimateriali, sottolinea la versatilità tecnica di questoartista. Sul bordo della mensola semicircolare, sucui sono incise le parole “Ego sum resurectio et vita”,è collocata la testa bronzea del Cristo, “Ecce Homo”,su un fondo di mosaico ocra e oro, realizzato contessere triangolari per accrescere l'effetto diluminosità. Nel sepolcro Trentini, con la monumentale statuadell’Angelo che raccoglie l’albero della vita spezzato,gli elementi decorativi liberty si accordano con

(particolare)15

Monumento Trentini (18)16

Tomba Tassinari (3) 17

Cella Bartolini (17)18

l’imponenza della figura centrale, rendendo nuova-mente evidenti i riferimenti al linguaggio pittoricodel De Carolis. Nel bronzo realizzato per la famigliaTassinari l’autore dimostra una volta in più di avermetabolizzato gli insegnamenti accademici ed averelaborato in modo del tutto personale la lezioneliberty. In particolare si ha la sensazione che le figuredelle due dolenti siano come immerse in un'atmosferafluida. Ciò che è corporeo tende a diventare incorporeo,com'è evidente nei panneggi che svaniscono sullosfondo. Anche nel trattamento superficiale vi èqualcosa di indefinito ed evanescente.Un’opera ancora sospesa tra simbolismo e lezionedecarolisiana è la luminosa cella Bartolini (1925),che può essere considerata una tra le opere piùaffascinanti del nostro scultore. Un'armoniosafigura femminile girata di spalle, è piegata su unsarcofago nell'atto del compianto. La schiena è nudaed un panneggio copre fianchi e gambe. La sculturain marmo bianco spicca su uno fondo di mosaicod’oro, rilucente. Del 1926 è il monumento ai caduti realizzato per ilPalazzo comunale di Medicina, mentre del 1930 èquello realizzato a Castiglion dei Pepoli.Il monumento Ferrari del 1928 è caratterizzatonuovamente dall'uso dello stiacciato. Dal punto divista stilistico l’opera racchiude in se tutti gli

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elementi della produzione matura dall’autore. Nel quarto decennio del secolo lo scultore verràassorbito oltre che dalla realizzazione di opere privateper la Certosa anche dalla commissione di importantiopere pubbliche come i medaglioni bronzei commemo-rativi dei lavori per la Direttissima Bologna -Firenze,posti all’ingresso del traforo stesso, o le due imponentisculture fuse per l'ingresso principale del nuovoOspedale Bellaria. Nel 1940 Pasquale Rizzolirealizza in Certosa il monumento Generali. In questaallegoria dell'Agricoltura, la resa plastica èamplificata dall'uso per lo sfondo di un mosaico atessere ceramiche, più opache e regolari di quelle invetro. Lo scultore bolognese, in questa che puòconsiderarsi un'opera tarda, utilizza unapolicromia insolita con l’inserimento tra i materialidi una pietra rosata. Nell'insieme vi è una compostez-za nuova, forte e simbolica. Nelle opere degli ultimianni, pur mantenendo gli ormai immancabili elemen-ti decorativi, vengono sacrificate la fluidità e

Arco Ferrari (12)20

l'evanescenza che caratterizzavano le sculture digusto liberty.Negli ultimi anni della sua vita Rizzoli, che muorea Bologna nel 1953, deve fare i conti con le nuovetendenze artistiche, che egli avversa, e il cambiamentodei gusti del pubblico. La sua volontaria assenza dirinnovamento, assieme alla sua scelta di lavorarequasi esclusivamente su commissione, rinunciandoall’esposizione di opere “personali”, rendono amarala conclusione della sua pur straordinaria carriera.Pasquale Rizzoli ebbe infatti un ruolo fondamentalenel panorama artistico bolognese della prima metàdel XX secolo e, attraverso una ricca e pregiataproduzione scultorea, riuscì ad analizzare erielaborare di volta in volta i differenti linguaggiartistici diffusi in quegli anni, conun’elevata e originalecapacità di sintesi.

(12) 21Monumento Generali (14)

Bologna, Facciata dell’ospedale Bellaria"La Speranza sostiene la Vita"

Bologna, Facciata dell’ospedale Bellaria"L’Arte sconfigge la Malattia"

Bologna, Monumento ai Caduti delVIII Agosto 1848

OPERE DELL’ARTISTA FUORI DELLA CERTOSA

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Bologna, bozzetto per il "Genio della Bonifica"

Cattolica, Cimitero ComunaleMonumento Verni

Medaglioni in bronzo per i lavoridella Direttissima Bologna-Firenze

Pesaro, Cimitero ComunaleMausoleo Ruggeri

Medicina (BO), Monumento ai Caduti della Grande Guerra

Castiglione dei Pepoli (BO),Monumento ai Caduti della Grande Guerra

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24

CHIOSTRO MAGGIORE1. Battilani: Portico ovest, arco 52. Zanarini – Nepoti: Portico

est/nuovo braccio, arco 18

CHIOSTRO ANNESSO ALMAGGIORE3. Tassinari: portico est, arco 68/9

CHIOSTRO OTTAVO4. Ghelli: portico nord, arco 385. Gargano D’Amico: portico ovest,

arco 676. Venturi: portico ovest, arco 667. Sibani: portico est, arco 21 8. Giordani: portico ovest, arco 54 9. Gnudi: portico sud, arco 6/1

10. Galliani: portico sud, arco 6/2

RECINTO DEI SARCOFAGI11. Garavini: lato nord, arco D12. Ferrari: lato nord, arco E

CHIOSTRO IX13. Barilli: portico nord, cella F14. Generali, cortile, parete nord15. Barbieri: portico di ponente,

cella F16. Magli: cortile, parete sud17. Bartolini, portico sud, cella A

CAMPO CARDUCCI18. Trentini, viale centrale, lato est19. Gardi, viale centrale, lato est

CHIOSTRO VI20. Reggiani: portico di mezzogiorno,

braccio ovest21. Belletti: portico di mezzogiorno,

braccio ovest22. Boni: portico di ponente23. Zanetti Cassinelli: portico di

ponente, zona centrale

24. Baroni: portico di ponente, zona centrale

GALLERIA ANNESSA AL CHIOSTRO VI25. Magnani: vestibolo ovest26. Pizzoli: sala ovest, parete nord,

cella XIV27. Venturi: ingresso dal Chiostro VI28. Trizza: sala est, parete sud

CHIOSTRO VII29. Rizzoli, cortile, lato ovest

del viale centrale30. Gioannetti, lato est

del viale centrale31. Poggi, portico est, n.21932. Possenti – Vecchi, portico est,

cippo 19233. Minelli, portico sud, cippo 18134. Ambrosi, portico sud, cippo 15135. Stanzani, portico sud, cippo 14236. Minelli, portico ovest, cippo 20037. Zosi, portico ovest, cippo 170

CHIOSTRO III38. Melloni, portico ovest, arco 85

SALA S. PAOLO39. Venturini, arco 7940. Callegari, arco 7641. Cattani, arco 7542. Ronzani, arco 70

CHIOSTRO X43. Pizzirani, portico nord

CAMPO NUOVO44. Alvisi, lato est, pilastro XXXVI/1

RECINTO ISRAELITI45. Zabban

delle opere di Pasquale Rizzolialla Certosa di Bologna

ARTE E STORIA 3Legenda