ARS Mortalità per traumatismi Osservatorio di Epidemiologia ......Documenti ARS 17 settembre 2005...
Transcript of ARS Mortalità per traumatismi Osservatorio di Epidemiologia ......Documenti ARS 17 settembre 2005...
Documenti ARS
17settembre 2005
ARS
Agenzia Regionale di Sanità
della Toscana
Sede
Villa Fabbricotti
Via Vittorio Emanuele II, 64
50134 Firenze
tel.: 055 462431
fax: 055 4624330
e-mail:
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Economia Sanitaria
Epidemiologia
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Centro Documentazione
Incidenti stradali
Avvelenamenti
Cadute accidentali
Accidenti causati
da incendi e da fuoco
Annegamenti
Suicidi
Omicidi
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Osservatorio di Epidemiologia
Mortalità per traumatismi
e avvelenamenti
in Toscana
Mortalità pertraumatismi e avvelenamenti
in Toscana
Mortalità pertraumatismi e avvelenamenti
in Toscana
Coordinamento:
Eva Buiatti Coordinatore Osservatorio di Epidemiologia
Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
Autori:
Michele A. Martiello Dipartimento FMS e SP Sezione di Sanità PubblicaUniversità di Siena
Francesco Cipriani Direttore UO Epidemiologia Azienda USL 4 di Prato
Fabio Voller Responsabile Area Epidemiologia Sociale
Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
Mariano Giacchi Professore di Igiene Dipartimento FMS e SP Sezione di Sanità Pubblica Università di Siena
Si ringrazia Elena Marchini e Silvia Fallani (Agenzia Regionale di Sanità della Toscana) per aver collaborato alla realizzazione tipografica del Documento.
Indice
Introduzione pag. 5
Materiali e metodi 7
1. Traumatismi e avvelenamenti 21
2. Incidenti stradali 39
3. Avvelenamenti 55
4. Cadute accidentali 63
5. Accidenti causati da incendi e da fuoco 75
6. Annegamenti 81
7. Suicidi 87
8. Omicidi 103
Bibliografia 111
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Introduzione
I traumi sono stati tradizionalmente considerati come eventi casuali, inevitabili, “accidentali”, dovuti al fato, per cui non prevedibili, né prevenibili. Tuttavia, negli ultimi decenni una miglior comprensione del fenomeno ha portato a superare questa vecchia attitudine, e oggi sia i traumatismi intenzionali che non intenzionali sono visti come eventi largamente prevenibili.
Con questo cambiamento di prospettiva, il problema dei traumatismi e il loro carico sociale e sanitario ha guadagnato la giusta attenzione in tutto il mondo ed ha portato allo sviluppo di strategie di prevenzione e, di conseguenza, a un decremento del numero di vite umane perse nei paesi che prima e maggiormente si sono impegnati.
La premessa fondamentale per lo sviluppo di programmi di prevenzione efficaci è l’accesso ad accurate e attendibili informazioni, a cui questa pubblicazione cerca di fornire un contributo per quanto riguarda la mortalità per le cause in oggetto nella regione Toscana in base ai dati disponibili relativi agli ultimi 15 anni.
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Materiali e metodi
Il flusso dei dati ed il Registro di Mortalità Regionale (RMR)
I dati presentati in questa pubblicazione si riferiscono al periodo dal 1988 al 2002, disponibili nel Registro di Mortalità Regionale (RMR) della Toscana, istituito con delibera della Giunta Regionale Toscana n. 11409 del 24.11.1986 e attivo da quando è stata resa disponibile per le Aziende USL la copia calcante della scheda di morte ISTAT.
In particolare, il flusso di informazioni in direzione delle Aziende USL prevede che entro trenta giorni dalla notifica del decesso i Comuni inviino all’Azienda USL competente le copie delle schede di morte dei deceduti nel proprio territorio. Tali schede “hanno esclusivamente finalità sanitarie, epidemiologiche e statistiche”, compresa quella di cancellare il deceduto dall’elenco degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale. Qualora alcuni deceduti fossero residenti nel territorio di un’Azienda USL diversa da quella dove è avvenuto il decesso, sarà quest’ultima ad inviare, entro ulteriori trenta giorni, copia della scheda di morte all’Azienda USL di residenza. Ogni Azienda USL ha poi l’obbligo di tenere aggiornato, per ogni comune incluso nel proprio territorio, un registro contenente l’elenco dei deceduti nell’anno e la relativa causa di morte. In Toscana tali registri sono attualmente tenuti, tranne poche eccezioni, presso la UO Igiene Pubblica presente a livello di zona. È a tali strutture che il RMR fa localmente riferimento. Ognuna delle 34 zone socio-sanitarie delle 12 Aziende USL trasmette quindi, in genere con periodicità mensile, al RMR le fotocopie delle schede di morte dei deceduti nei comuni compresi nel territorio di propria competenza.
Ogni Azienda USL invia inoltre al RMR, con cadenza annuale, un elenco dei propri residenti deceduti fuori regione. Il RMR richiede alle Aziende USL dove è avvenuto il decesso le cause di morte, semprechè non siano già state inviate alla Azienda USL di residenza. Non è invece previsto da parte del RMR alcun recupero per i morti all’estero e da ciò può derivare qualche differenza nel confronto con il movimento anagrafico rilevato dalle anagrafi dei comuni.
Il materiale pervenuto al RMR viene controllato per la completezza e quindi è codificata la causa di morte secondo le regole di selezione e codifica della Classificazione Internazionale delle Malattie, dei traumatismi e delle cause di morte. Terminata l’archiviazione e il controllo di qualità sui dati inseriti, l’archivio annuale viene considerato “chiuso”. L’archivo informatizzato del RMR, nel luglio 2005 contiene le informazioni dei deceduti fino al dicembre 2002.
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Le cause di morte traumatiche
La IX revisione della Classificazione Internazionale delle malattie del 1975 (ICD-IX), in uso in Italia dal 1 Gennaio 1979, è suddivisa in 17 settori, 909 categorie e 5165 sottocategorie. Il settore XVII (codici da 800.0 e 999.9) è quello dei “Traumatimi e avvelenamenti”. Questo settore, oltre alla classificazione per natura della lesione morbosa, presenta una classificicazione aggiuntiva (Codice E: da E800.0 e E999.9), per consentire la classificazione dei fatti, delle circostanze e delle condizioni ambientali che hanno causato il traumatismo, che risulta particolarmente utile nelle attività di ricerca, controllo e prevenzione. Il codice E raggruppa le circostanze dei Traumatismi e avvelenamenti per intento e quindi per meccanismo. La classificazione per intento comprende: non intenzionali (accidenti), intenzionali autoinflitti (suicidi), intenzionali inflitti da altri (omicidi), altro (guerra e intervento forze dell’ordine, ecc.), e intento non determinato. La classificazione per meccanismo caratterizza la causa o l’attività particolare che hanno causato il traumatismo come ad esempio autoveicolo, arma da fuoco, annegamento, caduta, ecc. Quindi l’intento ha la precedenza nella classificazione, con il meccanismo che viene codificato all’interno dei raggruppamenti di codici individuati con l’intento. Per esempio il codice E956 è suicidio e autolesione (intento) con strumenti da punta e da taglio (meccanismo).
Le cause esaminate e i raggruppamenti utilizzati sono presentati nella tabella A.1.
Denominatori di popolazione
Per costruire le misure di frequenza dei decessi nella popolazione, si fa riferimento alla struttura per età e sesso delle popolazioni comunali. Questa è disponibile annualmente a livello regionale sulla base di stime dell’Istat, che sono pubblicate mediamente con una latenza di 1 o 2 anni. L’Istat, infatti, rielabora i dati grezzi forniti da ciascun comune sui movimenti di popolazione, e cioè il numero totale di nati, morti, immigrati e emigrati ed il saldo della popolazione al 31 dicembre. Solo in occasione dei censimento (l’ultimo nel 2001), la struttura per età e sesso della popolazione è calcolata su base diretta.
Nel corso dei quindici anni oggetto di questa pubblicazione, si è confermata una tendenza già in atto ad un restringimento della popolazione nelle classi d’età giovanili, accompagnate da una spiccata tendenza all’invecchiamento, che sembra particolarmente pronunciato nelle aree montane e rurali interne.
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Metodi di analisi e descrizione degli indicatori
Nelle Tabelle, Figure e Grafici sono mostrati indicatori tradizionali dei decessi. In particolare, oltre a numeri assoluti e percentuali (mortalità proporzionale) dei decessi, sono riportati tassi grezzi, tassi standardizzati e rapporti standardizzati di mortalità.
Tasso grezzo per 100.000 abitanti: è la misura più comunemente utilizzata per rappresentare l'impatto reale che una determinata causa (o gruppo di cause) di morte ha sulla popolazione. Si calcola rapportando il numero dei decessi per la causa (o gruppo di cause) di morte in studio al totale della popolazione residente nell’area in esame, e poi moltiplicando per 100.000 abitanti.
Tasso standardizzato per 100.000 abitanti: è un indicatore costruito per confrontare tra loro i tassi di mortalità di popolazioni di periodi e aree geografiche diverse, ovviando al confondimento dovuto alla eventuale diversa composizione in classi di età e sesso, che influisce sul numero di morti e quindi sul tasso grezzo. E’ evidente come una popolazione anziana presenti un tasso grezzo di mortalità più elevato di una popolazione giovane per semplici ragioni anagrafiche e biologiche. La standardizzazione rimuove, perciò, le differenze nelle popolazioni causate dalla loro composizione per età. La standardizzazione con metodo diretto, utilizzata in questa pubblicazione, si effettua moltiplicando il tasso specifico per età della popolazione in studio, per la numerosità della popolazione standard nella medesima classe di età (popolazione standard: Europa). La somma dei prodotti ottenuti viene divisa per la numerosità totale della popolazione standard ottenendo così il tasso standardizzato cioè il numero dei decessi che si verificherebbero nella popolazione in studio, se questa avesse la composizione per età della popolazione standard.
La popolazione standard utilizzata in questa pubblicazione è quella Europea. Si tratta di una popolazione fittizia, di numerosità totale pari a 100.000 individui, identica per i maschi e per le femmine.
Nelle tavole sono stati riportati i tassi standardizzati per età anche dei singoli cinque trienni, rendendo così possibile effettuare valutazioni sull’andamento temporale della mortalità per causa sia a livello regionale, che a livello di USL e di zona sociosanitaria.
Rapporto standardizzato di mortalità (SMR): esprime il rapporto in una popolazione tra il numero di morti osservato e quello atteso, cioè il numero di morti che si verificherebbe nella popolazione se questa avesse gli stessi tassi di mortalità specifici per età e sesso (ma eventualmente anche di altre variabili di confondimento) della popolazione di riferimento. Nel nostro caso la mortalità di riferimento standard è quella dell’intera regione Toscana nello stesso periodo. Il metodo della standardizzazione in questo caso è indiretto. L’SMR tabulato per
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Azienda USL e zona-distretto esprime, pertanto, l’eccesso o il difetto di mortalità, tra l’Azienda USL o la zona sociosanitaria e la Regione al netto delle influenze esercitate dalla diversa composizione per età e sesso. Ai fini della lettura, il valore 1 rappresenta il valore regionale, mentre valori superiori o inferiori indicano rispettivamente una maggiore e minore mortalità rispetto alla Regione. I confronti degli SMR tra le singole Aziende USL e/o zone sociosanitarie invece, non sono invece metodologicamente appropriati, per la natura stessa della tecnica di standardizzazione. Per questo è preferibile fare riferimento ai tassi standardizzati con il metodo diretto.
Intervalli di confidenza al 95% (IC 95%). I tassi standardizzati, sia diretti che indiretti, sono accompagnati dai limiti di confidenza al 95%, che esprimono l’intervallo entro il quale si colloca il valore puntuale del tasso standardizzato per livelli di probabilità arbitrariamente scelti uguali al 95%.
Anni potenziali di vita persi o Potential Years of Life Lost (PYLL). Il PYLL è definito come il numero di anni di vita “persi” da coloro che muoiono prima di raggiungere una determinata età. Nel caso specifico è stato utilizzato come limite convenzionale il compimento del 65° anno . Il PYLL per una determinata causa viene calcolato sommando, le differenza tra 65 e l’età alla morte (o più precisamente tra 65 e l’anno centrale della classe di età in cui è avvenuto il decesso) relativo a tutti i decessi avvenuti in età 0-64 anni e dovuti a quella causa. Rappresenta pertanto un indicatore molto sensibile di mortalità prematura.
Tassi grezzi di PYLL (TPYLL). I valori di PYLL sono rapportati alla popolazione del territorio in esame per facilitare i confronti tra le diverse aree geografiche.
Stime Empiriche Bayesiane. Per effettuare analisi spaziali dei rischi di mortalità al livello di piccole entità geografiche, come i comuni, gli SMR risultano estremamente instabili, poichè i valori "outlier" possono essere un artefatto derivante dalla scarsa numerosità delle osservazioni
Il calcolo delle stime bayesiane è effettuato con un algoritmo che “liscia” i valori meno probabili verso la media regionale. In pratica il valore dell'SMR di ogni comune viene corretto verso la media regionale in misura inversamente proporzionale al numero di casi osservati nel comune stesso. Nel nostro lavoro abbiamo utilizzato un modello Log-normale.
Le stime bayesiane così calcolate sono quindi state raggruppate in cinque quintili, ovvero ogni gruppo contiene un numero uguale di entità geografiche, e presentati sulla mappa dei comuni della Toscana così da enfatizzare gli eccessi relativi di mortalità presenti. Per facilitare la lettura è stato scelta una scala di ombreggiature adatte anche per la riproduzione in bianco e nero.
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Ripartizioni geografiche
Le analisi sono presentate in Tabelle e Grafici distinti per le 12 Aziende USL e le 34 zone socio sanitarie. Le analisi per zona socio sanitaria e comune di residenza sono presentate in forma di Figura.
Unità Sanitaria Locale (USL): L'USL è l'entita giuridica autonoma per l'attuazione delle finalità del servizio sanitario regionale in un determinato territorio. In Toscana le Aziende USL derivate dall'ultima riorganizzazione della zonizzazione sanitaria (L.R. n.49 del 29.6.94 e L.R. n.28 del 23.3.95) sono dodici, corrispondenti alle dieci province, al circondario di Empoli e alla zona di Viareggio.
Zona-distretto: La zona rappresenta la struttura di base del sistema sanitario regionale e dell’organizzazione aziendale. In ragione dell’ultimo Piano Sanitario Regionale 2002-2004, si è attuata l’unificazione tra zona e distretto così da configurare un solo livello locale di governo comprendente sia le funzioni precedenti della zona che quelle del distretto, coincidente con il vigente assetto territoriale delle zone socio-sanitarie.
La Toscana è composta di 34 zone che corrispondono in buona parte alle subregioni storico-geografiche rappresentando pertanto in molti casi ottime unità geografiche in ragione della similitudine dei comuni che le compongono.
Comune: Il comune è l'entità amministrativa autarchica governata localmente dal sindaco e dalla giunta comunale. In Toscana sono presenti 287 comuni da grandissimi a piccolissimi circa dimensioni e numero di abitanti. I comuni più estesi si ritrovano nella poco densamente abitata Maremma mentre quei più piccoli nel basso Valdarno, in Val di Nievole e in Garfagnana. Per specifiche analisi i Comuni sono stati classificati per ampiezza demografica, densità di abitanti e zone altimetriche.
• Ampiezza demografica: la classificazione è quella solitamente utilizzata dall’ISTAT, si ricorda che il raggruppamento fino a 2000 abitanti è raccomandato dagli organismi internazionali in quanto tipica di una organizzazione di vita rurale.
• Densità di abitanti: La suddivisione in ragione della densità è stata effettuata così da evidenziare la contiguità territoriale dei comuni a più alta densità demografica nell’area metropolitana fiorentina e sulla costa settentrionale, quindi i valori intermedi lungo tutto il corso del fiume Arno e infine i bassi valori di densità delle aree collinari interne della Toscana meridionale che in epoca storica aveva visto il fiorire delle più importanti citta etrusche.
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• Zone altimetriche: la classificazione per zone altimetriche di montagna, collina e pianura è stata impostata da una apposita commisione di studio istituita presso l’Istiutto Nazionale di Statistica. La determinazione delle zone altimetriche è stata eseguita in base a caratteristiche altimetriche, morfologiche del territorio, agrologiche ed all'azione mitigatrice del clima da parte del mare fatta salva la scelta dell’inscindibilità del territorio comunale, necessaria per garantire la possibilità di lettura dei dati rilevati statisticamente.
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Tabella A.1: Cause di morte per traumatismi e avvelenamenti e relativi codici ICD-IX (E800-E999). Codice Descrizione
E810-E819 Incidenti Stradali E810 Accidente stradale da veicolo a motore con scontro con treno E811 Accidente stradale da veicolo a motore con scontro con un altro veicolo a
motore che rientra sulla strada E812 Altri accidenti stradali da veicolo a motore con scontro con altro veicolo a
motore E813 Accidente stradale da veicolo a motore con scontro con altro veicolo E814 Accidente stradale da veicolo a motore con scontro con pedone E815 Altri accidenti stradali da veicolo a motore con scontro sulla via pubblica E816 Accidente stradale da veicolo a motore senza scontro, dovuto a perdita del
suo controllo E817 Accidente stradale da veicolo a motore senza scontro durante la salita o la
discesa da esso E818 Altri accidenti stradali da veicolo a motore senza scontro E819 Accidente stradale da veicolo a motore di natura non specificata
E850-E869 Avvelenamenti E850-E859 Avvelenamento accidentale da farmaci E860 Avvelenamento accidentale da alcool non classificato altrove E861 Avvelenamento accidentale da lucidanti e detersivi, disinfettanti, colori e
vernici E862 Avvelenamento accidentale da derivati del petrolio, altri solventi e loro vapori
non classificati altrove E863, E864 Avvelenamento accidentale da preparati chimici E865 Avvelenamento accidentale da alimenti nocivi e piante velenose E866 Avvelenamento accidentale da altre e non specificate sostanze solide e
liquide E867, E869 Avvelenamento accidentale da gas distribuito mediante tubazioni e da altri gas
e vapori E868 Avvelenamento accidentale da altri gas utilitari e da ossido di carbonio di altra
origine E880-E888 CaduteE880 Caduta da o su scale stabili o gradini E881 Caduta da o su scale a pioli o impalcature E882 Caduta da edifici o da altre costruzioni E883 Caduta dentro un orificio o altra apertura di superficie E884 Altre cadute dall'alto E885 Caduta allo stesso livello per sdrucciolamento, passo falso o inciampamento E886 Caduta allo stesso livello per scontro, spinta o urto da parte di o con altra
personaE887 Frattura da causa non specificata E888 Altre e non specificate cadute
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Tabella A.1: (continuazione). Codice Descrizione E890-E899 Accidenti causati da incendi e da fuoco E890 Incendio in abitazione privata E891 Incendio in altri e non specificati edifici o costruzioni E892 Incendio fuori di edifici o costruzioni E893 Accidente causato da fuoco appiccatosi ad abiti E894 Accensione di sostanze altamente infiammabili E895 Accidente causato da fuoco controllato in abitazione privata E896 Accidente causato da fuoco controllato in altri e non specificati edifici o
costruzioni E897 Accidente causato da fuoco controllato fuori di edifici o costruzioni E898 Accidente causato da fuoco di altra origine specificata E899 Accidente causato da fuoco non specificato
E910 Annegamenti E910.0 Nel corso di sci d'acqua E910.1 Nel corso di altri sport o attivita' ricreative con equipaggiamento da
immersione E910.2 Nel corso di altri sport o attivita' ricreative senza equipaggiamento da
immersione E910.3 Nel corso di nuoto o di immersione per motivi diversi da sport o attivita'
ricreative E910.4 Nella vasca da bagno E910.8 Altri E910.9 Non specificato
E950-E959 SuicidiE950 Suicidio e autolesione per avvelenamento da sostanze solide o liquide E951 Suicidio e autolesione per avvelenamento da gas di uso domestico E952 Suicidio e autolesione per avvelenamento da altri gas e vapori E953 Suicidio e autolesione per impiccagione, strangolamento e soffocamento E954 Suicidio e autolesione per sommersione (annegamento) E955 Suicidio e autolesione da armi da fuoco ed esplosivi E956 Suicidio e autolesione da strumenti da punta e taglio E957 Suicidio e autolesione per precipitazione E958 Suicidio e autolesione da altri e non specificati mezzi E959 Postumi di autolesione
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Tabella A.1: (continuazione). Codice Descrizione
E960-969 Omicidi E960 Colluttazione, rissa, violenza carnale E961 Aggressione con sostanze caustiche o corrosive, escluso l'avvelenamento E962 Aggressione mediante avvelenamento E963 Aggressione per impiccagione e strangolamento E964 Aggressione per sommersione (annegamento) E965 Aggressione con armi da fuoco ed esplosivi E966 Aggressione con strumenti da punta e taglio E967 Percosse e altri maltrattamenti a bambini E968 Aggressione con altri e non specificati mezzi E969 Postumi di lesioni provocate intenzionalmente da altri
E800-E807, E820-E848, E870-E879, E900-E909, E911-E949, E970-E999
Altro
E800-E807 Accidente ferroviario E820-E825 Accidenti non stradali da veicolo a motore E826-E829 Accidenti da altri veicoli stradali E830-E838 Accidenti da trasporto per acqua E840-E845 Accidenti da strasporto aereo e spaziale E846-E848 Accidenti da veicoli non classificabili altrove E870-E879 Danni ai pazienti per cure mediche e chirurgiche e reazioni E900-E909 Accidenti da fattori naturali e ambientali E911-E915 Soffocazione e corpi estranei E916-E928 Altri accidenti E929 Postumi di lesioni accidentali E930-E949 Effetti di farmaci, medicamenti e prodotti biologici in terapia E970-E978 Interventi della forza pubblica E980-E989 Lesioni non specificate se accidentali o intenzionali E990-E999 Lesioni di guerra
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Figura A.1: Comuni.
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Figura A.2: USL e zone socio-sanitarie (Modificata da http:// www. regione. toscana.it/ gestioniassociate/ ambiti/ carte.html).
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Figura A.3: Densità di abitanti dei comuni.
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Figura A.4: Ampiezza demografica dei comuni.
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Figura A.5: Altimetria per comune.
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1. Traumatismi e avvelenamenti
Un traumatismo è definito come “una lesione corporea organica, dovuta all’esposizione acuta ad energia (meccanica, termica, elettrica, chimica o radiante) in quantità tale da eccedere la tolleranza fisiologica. In alcuni casi (ad esempio annegamento, strangolamento, congelamento), il traumatismo consegue all’insufficienza di qualche elemento vitale”.
In quindici anni in Toscana sono morte 27.456 persone a causa di traumi di tutti i tipi (16.295 maschi e 11.161 femmine). Circa 52 decessi ogni 100.000 abitanti. In media 1.830 decessi all’anno (1.086 maschi e 744 femmine). Sebbene il gruppo XVII dei Traumatismi e avvelenamenti comprenda numerose cause, le cadute, gli incidenti stradali ed i suicidi insieme rendono ragione dell’80% del totale dei decessi per traumi. rappresentando il 4,5 % del totale dei decessi per tutte le cause. Nei maschi rappresenta la quarta causa di morte, mentre nelle femmine è la sesta. La Tabella 1.1 evidenzia che i traumi sono la prima di causa di morte tra i soggetti maschi di età tra i 5 ed i 44anni mentre nelle femmine (vedi Tabella 1.1 bis) sono la prima causa di morte nelle età tra i 5 ed i 29 anni.
Nei maschi gli incidenti stradali sono la più importante causa di morte per eventi traumatici (35,7%), seguita a pari livello dai sucidi (22,0%) e dalle cadute accidentali (21,5%). Nelle femmine, invece, le cadute accidentali dominano da sole il quadro dei decessi per traumi (53,0%), seguite dagli incidenti stradali (17,2%) e dai suicidi (10,6%) (figura 1.1). Di modeste dimensioni le altre cause (omicidi, incidenti col fuoco, annegamenti ed avvelenamenti).
Distribuzione per età e sesso
Nell’intero periodo 1988-2002, il tasso standardizzato per età di mortalità dei maschi risulta considerevolmente più alto (51,3 x 100.000 ab.) rispetto a quello delle femmine (20,9 x 100.000 ab.), con un rapporto maschi:femmine di 2,5:1.
I tassi specifici per età presentano un andamento bimodale, con un primo picco nell’età 15-24 anni, poco apprezzabile per le femmine, e quindi un secondo picco, accentuatissimo oltre i 75 anni (figura 1.2). La mortalità per eventi traumatici, infatti, è un problema dei più giovani e dei più anziani, anche se, come vedremo, per cause diverse ni due sessi. In ogni caso, a tutte le età i maschi muoiono più spesso delle femmine per eventi traumatici.
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Andamento temporale
Nel corso dei quindici anni di osservazione, la mortalità per traumatismi presenta un andamento favorevole (figura 1.3), con una riduzione costante e coerente con il “trend” temporale nazionale e con la riduzione della mortalità per tutte le cause. La diminuzione è dell’ordine del 20%, come risulta dal confronto del tasso dell’ultimo triennio (31,2 x 100.000 ab. nel 2000-2002) rispetto al primo (39,2 x 100.000 ab. nel 1988-1990).
Tuttavia a fronte di una diminuzione dei tassi sovrapponibili nei maschi (-21%) e nelle femmine (-19%) non corrisponde un simile andamento dei valori assoluti degli eventi mortali per traumatismi. Infatti a causa dell’invecchiamento della popolazione, la riduzione del numero assoluto dei morti è più contenuta nei maschi (-15%), e presenta addirittura un aumento (+3%) nelle femmine.
L’andamento stagionale mostra un picco estivo, in particolare a Luglio, in ragione della sommatoria degli andamenti stagionali delle cause traumatiche più rilevanti, ovvero cadute accidentali, incidenti stradali e suicidi (figura 1.4). Il Lunedì ed il Giovedì sono i giorni in cui si registra il numero maggiore di decessi per eventi traumatici, mentre il minimo si riscontra nel fine settimana (figura 1.5).
Differenze geografiche
I tassi nel periodo 1988-2002, nelle diverse USL e zone socio-sanitarie della Toscana, distinti per maschi, femmine e per maschi+femmine, sono riportati nelle Tabelle 1.2, 1.3 e 1.4. I valori di tassi standardizzati significativamente più elevati della media toscana si registrano nei territori della USL di Grosseto (40,9 x 100.000 ab.) e Arezzo (38,9 x 100.000 ab.), mentre valori più bassi si registrano in quelle di Pistoia (33,1 x 100.000 ab.), Firenze (32,8 x 100.000 ab.) e Prato (32,6 x 100.000 ab.). Vi influisce, probabilmente, il carico di mortalità causato dagli incidenti stradali che, come vedremo, presentano un’analoga distribuzione. E’ evidente, infatti, il minor impatto della mortalità nell’area metropolitana (Firenze, Prato, Pistoia)
Pur con qualche oscillazione, gli andamenti temporali sono in diminuzione in tutte le USL nei cinque trienni considerati (tabella 1.4).
Nel caso dei maschi sono sempre le USL di Grosseto (61,2 x 100.000 ab.), e Arezzo (55,7 x 100.000 ab.) a presentare i tassi di mortalità maggiori ed in particolare le zone delle Colline dell’Albegna, dell’area Grossetana, della Val di Chiana Aretina e dell’area Aretina. Anche l’area della Val di Chiana Senese ha tassi significativamente maggiori della media regionale. Nel caso delle femmine sono le USL di Arezzo (23,0 x 100.000 ab.) e Lucca (22,5 x 100.000 ab.) a presentare i valori più elevati, ed in particolare le zona Aretina, Casentino e della
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Piana di Lucca. Sempre nelle femmine, sono significativamente elevati anche i tassi della zona Livornese e di quella Grossetana.
L’analisi per Comune di residenza conferma nei maschi gli svantaggi presenti nella Maremma, nella Valdichiana fino ad Arezzo, i quali sostanzialmente ricalcano i rischi elevati di mortalità per incidenti stradali e suicidi presenti nelle stesse zone. Un altro importante aggregato di elevata mortalità è presente tra Cecina, le colline pisane e la Lucchesia. Al contrario, i Comuni con i tassi più bassi sono localizzati nell’area più densamente popolata, cioè l’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia. Simile l’aggregazione delle aree nelle femmine, anche se risulta meno marcato quello ad alto rischio della Maremma (figura 1.7).
L’analisi degli SMR per tipologia di Comune di residenza, mostra che nei maschi i rischi maggiori si localizzano nei comuni più piccoli e meno densamente abitati, mentre nelle femmine in quelli di maggiori dimensioni (tabelle 1.5 e 1.6).
Gli SMR per altimetria del Comune di residenza, evidenziano eccessi di mortalità nei comuni litoranei (di collina e di montagna).
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Tabella 1.1: Prime 4 cause di morte (N° assoluto decessi) per classi d’età e grandi gruppi di cause in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi..
1 2 3 4
0-4
Condizionimorbose di
origineperinatale
Malformazionicongenite
Traumatismi ed avvelenamenti Tumori
5-14 Traumatismi ed avvelenamenti Tumori Malattie del
sistema nervosoMalformazioni
congenite
15-29 Traumatismi ed avvelenamenti Tumori Disturbi psichici
Malattie delle ghiandole
endocrine della nutrizione
30-44 Traumatismi ed avvelenamenti Tumori
Malattie del sistema
circolatorio
Malattie delle ghiandole
endocrine della nutrizione
45-59Malattie del
sistemacircolatorio
Malattie del sistema
circolatorio
Traumatismi ed avvelenamenti
Malattiedell'apparato
digerente
>= 60 Malattie del
sistemacircolatorio
TumoriMalattie
dell'apparatorespiratorio
Malattiedell'apparato
digerente
Tutte le età
Malattie del sistema
circolatorio
Malattiedell'apparatorespiratorio
Tumori Traumatismi ed avvelenamenti
25
Tabella 1.1 bis: Prime 4 cause di morte (N° assoluto decessi) per classi d’età e grandi gruppi di cause in Toscana nel periodo 1988-2002. Femmine.
1 2 3 4
0-4
Condizionimorbose di
origineperinatale
Malformazionicongenite Tumori Traumatismi ed
avvelenamenti
5-14 Traumatismi ed avvelenamenti Tumori
Malattie del sistema nervoso
Malformazionicongenite
15-29 Traumatismi ed avvelenamenti Tumori
Malattie delle ghiandole
endocrine della nutrizione
Malattie del sistema
circolatorio
30-44 Tumori Traumatismi ed avvelenamenti
Malattie del sistema
circolatorio
Malattie delle ghiandole
endocrine della nutrizione
45-59 TumoriMalattie del
sistemacircolatorio
Malattiedell'apparato
digerente
Traumatismi ed avvelenamenti
>= 60 Malattie del
sistemacircolatorio
TumoriMalattie
dell'apparatorespiratorio
Malattiedell'apparato
digerente
Tutte le età
Malattie del sistema
circolatorioTumori
Malattiedell'apparatorespiratorio
Malattiedell'apparato
digerente
26
Figura 1.1: Distribuzione proporzionale delle cause dei decessi per traumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi (1086,3 N. morti/anno)
Omicidi1,4%
Annegamenti1,5%
Accidenti causati da incendi e da fuoco
1,0%
Suicidi22,0%
Altro16,0%
Incidenti Stradali35,7%
Avvelenamenti0,9%
Cadute21,5%
Femmine (744,1 N. morti/anno)
Altro15,3%
Annegamenti0,6%
Accidenti causati da incendi e da fuoco
1,1%
Omicidi1,3%
Suicidi10,6%
Cadute53,0%
Avvelenamenti0,8%
Incidenti Stradali17,2%
Maschi e Femmine (1830,4 N.morti/anno)
Omicidi1,3%
Suicidi17,4%
Altro15,7%
Annegamenti1,2%
Accidenti causati da incendi e da fuoco
1,1%
Incidenti Stradali28,2%
Avvelenamenti0,8%
Cadute34,3%
27
Figura 1.2: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x100.000 ab.) pertraumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo1988-2002.
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25-34
anni
35-44
anni
45-54
anni
55-64
anni
65-74
anni
Maschi
Femmine
28
Figura 1.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St. Europa) per traumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
Figura 1.4: Numero decessi per mese di calendario per traumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Giugno
Lugli
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Agosto
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Ottobre
Novem
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Dicembre
Figura 1.5: Numero decessi per giorno della settimana per traumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
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500
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2000
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Figura 1.6: Distribuzione dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) per traumatismi e avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002
36
Figura 1.7: Distribuzione delle Stime Bayesiane Empiriche dei decessi per traumatismi e avvelenamenti e per comune di residenza in Toscana nel periodo 1988-2002.
37
Tabella 1.5: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per traumatismi e avvelenamenti e densità di abitanti dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel peridodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
7,5 - 49,9 abitanti/Km² 1,166 1,110 1,225 0,986 0,926 1,051 1,101 1,059 1,145
50,0 - 149,9 abitanti/Km² 1,017 0,978 1,057 0,979 0,932 1,028 1,011 0,980 1,042
150,0 - 349,9 abitanti/Km² 1,038 1,006 1,071 0,992 0,953 1,033 1,023 0,998 1,049
350,0 e più abitanti/Km² 0,953 0,932 0,973 1,011 0,987 1,037 0,972 0,956 0,988
Tabella 1.6: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per traumatismi e avvelenamenti e ampiezza demografica dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel peridodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
fino a 2000 abitanti 1,139 1,035 1,253 0,997 0,883 1,125 1,091 1,012 1,176
da 2001 a 10000 abitanti 1,071 1,038 1,104 1,001 0,963 1,041 1,050 1,025 1,076
da 10001 a 50000 abitanti 0,988 0,962 1,014 0,943 0,912 0,975 0,973 0,953 0,993 da 50001 a 200000 abitanti 0,987 0,959 1,016 1,003 0,969 1,038 0,989 0,968 1,011
oltre 200001 abitanti 0,898 0,856 0,943 1,137 1,084 1,192 0,993 0,960 1,028
Tabella 1.7: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per traumatismi e avvelenamenti per altimetria dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel peridodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
Pianura 1,030 0,995 1,066 0,986 0,945 1,029 1,009 0,983 1,037
Collina litoranea 1,037 0,995 1,081 1,041 0,989 1,096 1,040 1,007 1,074
Collina interna 0,974 0,954 0,995 1,005 0,980 1,031 0,987 0,972 1,003
Montagna litoranea 1,069 0,993 1,150 0,957 0,871 1,050 1,014 0,957 1,075
Montagna interna 1,012 0,960 1,066 0,963 0,904 1,027 0,996 0,956 1,037
39
2. Incidenti stradali
Si definisce come incidente stradale (IS) da veicolo a motore ogni accidente da veicolo a motore che si verifica sulla pubblica via (ovvero che origina, termina o coinvolge parzialmente o completamente un veicolo sulla pubblica via).
In Toscana nei quindici anni di osservazione, si sono verificati 7.738 decessi per IS, mediamente circa 516 per anno, equivalenti a 14,6 decessi ogni 100.000 abitanti. Nello stesso arco temporale sono morti 5.819 maschi e 1.919 femmine rappresentando il 35,7% del totale dei decessi per cause violente nei maschi ed il 17,2% nelle femmine (il 28,2% indipendentemente dal sesso).
Per quanto si possa dedurre dai codici del certificato di morte che specificano la natura dell’IS, nei maschi è più frequente lo scontro tra veicoli a motore (19,5%), mentre l’investimento di pedone è più frequente nelle femmine (25,4%) (figura 2.1). Comunque, in entrambi i sessi, la natura dell’IS è specificata in non più del 55% dei certificati.
Distribuzione per età e sesso
Analogamente ai valori medi riportati dall’OMS per la maggioranza dei paesi industrializzati, in Toscana i tassi standardizzati per età di mortalità per IS nel periodo 1988-2002 risultano di oltre tre volte superiori nei maschi (20,0 x 100.000 ab.) rispetto alle femmine (5,7 x 100.000 ab.).
I tassi specifici di mortalità per classe d’età presentano un primo picco nell’età di 15-24 anni, particolarmente evidente tra i maschi, in corrispondenza con l’inizio della pratica di guida di ciclomotori e motoveicoli e quindi un secondo picco oltre i 65 anni (figura 2.2). I due picchi sono più marcati nei maschi rispetto alle femmine. Il dato dipende dalla maggior propensione al rischio dei maschi, soprattutto se giovani, ma anche dalla prevalenza maschile nella guida di motoveicoli. Non si dispone, ad oggi, infatti, di un denominatore adeguato al calcolo del tasso di mortalità per IS che faccia riferimento al numero di soggetti alla guida di veicoli o, almeno, al numero di veicoli circolanti.
Andamento temporale
L’andamento temporale della mortalità per IS nel periodo di osservazione è in costante diminuzione in entrambi i sessi, anche se è più evidente nei maschi rispetto alle femmine (Tab. 2.3). La riduzione è evidente presochè in tutti i territori,
40
anche se con l’eccezione della Usl di Livorno e Viareggio e Arezzo nelle femmine, dove i dati dei trienni oscillano forse anche a causa della modesta numerosità della casistica.
La mortalità per IS per mese di calendario mostra valori stabili tra Dicembre e Maggio, cui segue un progressivo incremento nei mesi estivi successivi, con un picco tra Giugno e Agosto. Da Settembre i valori tendono a tornare progressivamente verso i valori medi invernali. E’ chiara la coincidenza del massimo della mortalità con i principali periodi di vacanza e ferie, ovvero con una minore densità di spostamenti veicolari correalti all’attività lavorativa e scolastica e viceversa una maggiore mobilià soprattutto su strade extraurbane. Questi dati concordano con le rilevazioni statistiche ISTAT-ACI che dimostrano come gli IS che avvengono su strade urbane sono più numerosi ma di gravità minore rispetto agli incidenti su strade extraurbane, che sono meno frequenti ma gravati da un maggior numero di decessi (figura 2.4).
La mortalità per IS è anche maggiore nel “week-end” rispetto ai giorni di lavoro. Anche in questo caso, il numero assoluto degli incidenti del venerdì e sabato notte è minore rispetto a quelli diurni e dei giorni lavorativi, ma si accompagnano a maggiore gravità delle conseguenze, fino al decesso.
Differenze geografiche
La distribuzione geografica della mortalità per IS presentata di seguito, è basata sul Comune di residenza del deceduto e non sul Comune dove è avvenuto il decesso. Questo coincide con il luogo dell’accadimento dell’IS solo in caso di decesso immediato a seguito dell’IS. Per i decessi che avvengono a distanza di giorni, settimane o mesi dall’IS, il Comune di decesso, infatti, può non coincidere con il Comune di accadimento dell’IS. Si deve perciò porre attenzione a non attribuire in modo deterministico alla pericolosità della viabilità locale eventuali differenze geografiche dei tassi di mortalità per IS riscontrati nell’analisi.
I tassi di mortalità per IS indipendenti dal genere nel periodo 1988-2002 nelle diverse Aziende USL della Toscana, variano tra i valori più elevati della USL di Grosseto (16,5 x 100.000 ab.), Arezzo (14,8 x 100.000 ab.) ed Empoli (14,4 x 100.000 ab.), ai valori più bassi delle USL dell’area metropolitana di Prato (11,5 x 100.000 ab.) e Firenze (9,7 x 100.000 ab.) (tabella 2.3).
Nel caso dei maschi, sono sempre le USL di Grosseto, Empoli e Arezzo a presentare i tassi di mortalità maggiori, ed in particolare le zone Val di Chiana Aretina, Aretina, Grossetana e delle Colline dell’Albegna (tabella 2.1). Nel caso delle femmine, è l’USL di Grosseto a presentare tassi significativamente più alti della media regionale, ed in particolare le zone Grossetana, Valtiberina ed Aretina (tabella 2.2).
41
Tra le zone a bassa mortalità, troviamo il Valdarno, la zona Fiorentina Nord-Ovest e Sud-Est Firenze e l’Alta Val di Cecina, nei maschi, l’Amiata Senese, il Valdarno, la zona fiorentina Sud-Est e Firenze nelle femmine.
L’analisi delle mappe delle stime bayesiane per Comune di residenza, evidenzia come tra i maschi gli svantaggi sono presenti lungo la costa e nelle aree pianeggianti del basso corso dell’Arno e della Piana d’Arezzo e della Valdichiana, fatta eccezione per i centri maggiori. Per le femmine il quadro è simile, anche se l’aggregato è complessivamente più eterogeneo (figura 2.7).
Gli SMR per tipologia di Comune di residenza mostrano in entrambi i sessi minori rischi di decesso nei centri più grandi e densamente abitati, a conferma di quanto già evidenziato dalle statistiche ACI-ISTAT (tabelle 2.4 e 2.5).
Gli SMR per altimetria evidenziano come le aree di pianura siano a rischio maggiore di mortalità, e le aree di montagna interna a rischio minore, probabilmente in ragione delle diverse caratteristiche del traffico e della mobilità (tabella 2.6).
42
Figura 2.1: Distribuzione proporzionale delle cause dei decessi per incidenti stradali in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi (387,9 N. morti/anno)
Scontro tra veicoli a motore19,5%
Non specif icato46,4%
Senza scontro, altro2,8%
Scontro con treno0,2%
Scontro, altro2,8%
Scontro con altro tipo di veicolo4,6%
Scontro con pedone11,6%
Perdita controllo veicolo12,0%
Femmine (127,9 N. morti/anno)
Scontro con pedone25,4%
Scontro con altro tipo di veicolo3,1%
Non specif icato43,7%
Perdita controllo veicolo8,1%
Senza scontro, altro1,5%
Scontro, altro2,0%
Scontro tra veicoli a motore16,0%
Scontro con treno0,2%
Maschi e Femmine (515,9 N. morti/anno)
Scontro, altro2,6%
Perdita controllo veicolo11,0%
Scontro con pedone15,0%
Scontro con altro tipo di veicolo4,2%
Senza scontro, altro2,5%
Scontro con treno0,2% Scontro tra veicoli a
motore18,6%
Non specif icato45,7%
43
Figura 2.2: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x 100.000 abitanti) per incidenti stradali in Toscana nel periodo1988-2002.
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anni
65-74
anni
Maschi
Femmine
44
Figura 2.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea) per incidenti stradali in Toscana nel periodo 1988-2002.
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1991
-1993
1994
-1996
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-2002
Maschi
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Figura 2.4: Numero decessi per mese di calendario per incidenti stradali in Toscana nel periodo 1988-2002.
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100
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Figura 2.5: Numero decessi per giorno della settimana per incidenti stradali in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 2.6: Distribuzione dei Tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea) per incidenti stradali in Toscana nel periodo 1988-2002.
52
Figura 2.7: Distribuzione delle Stime Bayesiane Empiriche dei decessi per incidenti stradali e per comune di residenza in Toscana nel periodo 1988-2002.
53
Tabella 2.4: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per incidenti stradali e per densità di abitanti dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
7,5 - 49,9 abitanti/Km² 1,045 0,955 1,143 1,010 0,860 1,185 1,050 0,971 1,135
50,0 - 149,9 abitanti/Km² 1,028 0,963 1,098 0,970 0,861 1,093 1,027 0,970 1,088
150,0 - 349,9 abitanti/Km² 1,172 1,116 1,231 1,147 1,050 1,251 1,171 1,122 1,222
350,0 e più abitanti/Km² 0,912 0,879 0,946 0,947 0,890 1,007 0,914 0,886 0,943
Tabella 2.5: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per incidenti stradali e per ampiezza demografica dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
fino a 2000 abitanti 1,070 0,901 1,271 1,119 0,832 1,503 1,100 0,948 1,276
da 2001 a 10000 abitanti 1,056 1,002 1,113 1,056 0,963 1,159 1,066 1,019 1,116
da 10001 a 50000 abitanti 1,061 1,017 1,107 1,006 0,931 1,086 1,051 1,013 1,091 da 50001 a 200000 abitanti 0,998 0,952 1,046 1,051 0,971 1,138 1,005 0,965 1,046
oltre 200001 abitanti 0,686 0,625 0,754 0,734 0,631 0,854 0,687 0,635 0,744
Tabella 2.6: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per incidenti stradali e per altimetria dei comuni comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
Pianura 1,158 1,097 1,222 1,234 1,127 1,352 1,173 1,120 1,229
Collina litoranea 1,111 1,038 1,189 0,995 0,878 1,127 1,084 1,021 1,150
Collina interna 0,926 0,894 0,960 0,934 0,878 0,995 0,929 0,901 0,959
Montagna litoranea 1,057 0,938 1,191 1,029 0,835 1,269 1,038 0,936 1,151
Montagna interna 0,912 0,830 1,002 0,874 0,738 1,034 0,908 0,837 0,986
55
3. Avvelenamenti
Il gruppo degli avvelenamenti include i decessi accidentali dovuti all’uso di farmaci, medicamenti e prodotti biologici come anche all’esposizione accidentale ad altre sostanze solide e liquide, a gas e vapori. Sono esclusi, invece, gli eventi causati dall’esposizione intenzionale alle stesse sostanze, come anche ogni effetto nocivo da farmaci correttamente somministrati. Non è escluso che alcuni casi di avvelenamento dichiarati come accidentali dal medico, siano stati, in realtà, intenzionali e quindi da attribuirsi più appropriatamente al capitolo dei sucidi
Nei quindici anni del periodo 1988-2002, in Toscana si sono verificati 228 decessi per avvelenamento, con una media di circa 15 per anno. La causa più frequente di avvelenamento accidentale è rappresentata dall’ossido di carbonio (43,4%), gas tossico, incolore e inodore prodotto dell’incompleta combustione per il malfunzionamento di stufe a legna e impianti di riscaldamento (figura 3.1). Seguono i decessi causati da farmaci (16,2%), da prodotti chimici (13,6%) e da altre sostanze allo stato gassoso (13,6%), mentre le intossicazioni da alimenti nocivi, tra cui funghi velenosi, rappresentano il 3,9% dei decessi da avvelenamenti. Tra le femmine i casi di intossicazioni da monossido di carbonio sono proporzionalmente più frequenti che tra i maschi (52,3% e 37,9% rispettivamente).
Distribuzione per età e sesso
La mortalità per avvelenamento, per quanto abbastanza rara, è più frequente tra i maschi rispetto alla femmine, con un rapporto M/F di 2:1. Nel periodo 1988-2002 si registra, infatti, un tasso standardizzato per età nei maschi di 0,5 x 100.000 abitanti (IC 95%: 0,4-0,6) e nelle femmine di 0,3 (IC 95%: 0,2-0,3).
L’eccesso maschile di mortalità per avvelenamento è evidente in ogni classe di età, ma è particolarmente pronunciato tra i giovani adulti (15-44 anni) e tra gli anziani. Nelle femmine il fenomeno è concentrato soprattutto nell’età più avanzata, anche se tra i 15 ed i 24 anni si rileva un leggero incremento. Questa distribuzione potrebbe essere anche influenzata dalla misclassificazione di casi attribuibili, in realtà, a suicidi.
56
Andamento temporale
La mortalità per avvelenamento è in diminuzione (- 60% tra il periodo 1988-1990 e 2000-2002), sia nei maschi che nelle femmine, coerentemente con il “trend” temporale di quella per tutti i traumi e per tutte le cause. La distribuzione per mese dell’anno mostra un chiaro andamento stagionale, con una maggiore mortalità nei mesi invernali, riferibile ai più numerosi casi di morte da Ossido di Carbonio. Modeste le differenze per giorno della settimana, anche se i giorni lavorativi sembrano un po’ più a rischio.
Differenze geografiche
La distribuzione geografica dei tassi di mortalità per avvelenamenti non mostra aree con valori significativamente maggiori o minori della media regionale, anche per le ridotte dimensioni numeriche delle osservazioni.
57
Figura 3.1: Distribuzione proporzionale delle cause dei decessi per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi (9,3 N. morti/anno)
Ossido di Carbonio37,9%
Altre sostanze solide e liquide15,0%
Altri Gas16,4%
Farmaci17,1%
Prodotti chimici10,7%
Alimenti nocivi2,9%
Femmine (5,9 N. morti/anno)
Ossido di Carbonio52,3% Altre sostanze solide e
liquide0,0%
Altri Gas9,1%
Alimenti nocivi5,7%
Prodotti chimici18,2%
Farmaci14,8%
Maschi e Femmine (15,2 N. morti/anno)
Altri Gas13,6%
Ossido di Carbonio43,4%
Altre sostanze solide e liquide9,2%
Farmaci16,2%
Prodotti chimici13,6%
Alimenti nocivi3,9%
58
Figura 3.2: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x 100.000 abitanti) per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Maschi
Femmine
59
Figura 3.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea) per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
0,00,10,20,30,40,50,60,70,8
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1991
-1993
1994
-1996
1997
-1999
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Maschi
Femmine
Figura 3.4: Numero decessi per mese di calendario per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 3.5: Numero decessi per giorno della settimana e per avvelenamenti in Toscana nel periodo1988-2002.
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20
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Tabella 3.1: Indicatori di mortalità per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti Tassie standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,4 0,4 0,3 0,1 0,62 Lucca 0,5 0,5 0,4 0,1 0,73 Pistoia 0,6 0,5 0,4 0,1 0,74 Prato 0,5 0,4 0,4 0,1 0,75 Pisa 1,1 0,7 0,6 0,3 1,06 Livorno 1,0 0,6 0,5 0,2 0,87 Siena 0,9 0,7 0,4 0,2 0,78 Arezzo 1,1 0,7 0,5 0,3 0,89 Grosseto 0,6 0,6 0,5 0,2 0,810 Firenze 1,9 0,5 0,4 0,3 0,611 Empoli 0,4 0,4 0,3 0,1 0,512 Viareggio 0,4 0,5 0,4 0,1 0,7
TOSCANA 9,3 0,5 0,5 0,4 0,6
Tabella 3.2: Indicatori di mortalità per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Femmine. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti Tassie standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,4 0,4 0,2 0,0 0,42 Lucca 0,5 0,5 0,4 0,1 0,83 Pistoia 0,3 0,2 0,1 0,0 0,34 Prato 0,3 0,2 0,2 0,0 0,45 Pisa 0,7 0,4 0,3 0,1 0,56 Livorno 0,3 0,2 0,1 0,0 0,27 Siena 0,3 0,3 0,1 0,0 0,28 Arezzo 0,5 0,3 0,2 0,1 0,49 Grosseto 0,4 0,4 0,2 0,0 0,510 Firenze 1,7 0,4 0,3 0,1 0,411 Empoli 0,4 0,4 0,2 0,0 0,412 Viareggio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
TOSCANA 5,9 0,3 0,3 0,2 0,3
61
Tabella 3.3: Indicatori di mortalità per avvelenamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi e Femmine. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti Tassie standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St. Europea), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,8 0,4 0,3 0,1 0,52 Lucca 1,1 0,5 0,4 0,2 0,63 Pistoia 0,9 0,3 0,3 0,1 0,44 Prato 0,7 0,3 0,3 0,1 0,45 Pisa 1,9 0,6 0,5 0,3 0,76 Livorno 1,3 0,4 0,3 0,2 0,47 Siena 1,2 0,5 0,2 0,1 0,48 Arezzo 1,6 0,5 0,4 0,2 0,59 Grosseto 1,0 0,5 0,4 0,2 0,610 Firenze 3,5 0,4 0,3 0,2 0,411 Empoli 0,8 0,4 0,3 0,1 0,412 Viareggio 0,4 0,3 0,2 0,0 0,3
TOSCANA 15,2 0,4 0,4 0,3 0,4
63
4. Cadute accidentali I decessi per cadute accidentali non comprendono quelle dovute a violenza
altrui o per suicidio, né quelle avvenute in acqua, per fuoco o incendio, per macchine in azione, inclusi i veicoli da trasporto.
Tra il 1988 ed il 2002, in Toscana si sono verificati 9.426 decessi per cadute (circa 628 per anno), equivalenti ad un tasso grezzo di 17,8 decessi ogni 100.000 abitanti. Poiché l’assoluta maggioranza dei certificati di decesso per cadute non ne riporta la causa (86,2%), approfondimenti specifici sui determinanti delle cadute non sono disponibili.
Distribuzione per età e sesso La mortalità per cadute è appannaggio quasi esclusivo degli anziani, con
incremento esponenziale dei tassi specifici per età oltre i 65 anni, tanto che dopo questa età rappresenta la principale causa di morte per traumi (figura 4.1).
Il numero assoluto ed il tasso grezzo dei decessi per questa causa è maggiore nelle femmine rispetto ai maschi. Nei quindici anni di osservazione sono infatti decedute per cadute accidentali 5.916 femmine e 3.510 maschi, in ragione della maggior frequenza femminile della frattura di femore e della maggiore longevità femminile. Ciò è confermato dall’analisi dei tassi standardizzati per età, che, avendo rimosso l’effetto della diversa composizione per età nei due sessi, mostrano, invece, tassi standardizzati per età di mortalità significativamente maggiore nei maschi rispetto alle femmine (maschi: 9,4 x 100.000 ab., IC95%: 9,1-9,7; femmine: 7,9 x 100.000 ab., IC95%: 7,7-8,1).
Andamento temporale Nonostante l’invecchiamento della popolazione, , il tasso standardizzato di
mortalità per questa causa è in sensibile diminuzione ( - 26% nel 2000-2002 rispetto al 1988-1990), evidente in entrambi i sessi (figura 4.2) Non è escluso che ciò possa anche dipendere, almeno in parte, dalla migliorata sopravvivenza a seguito di interventi efficaci per gli eventi meno severi.
La media giornaliera dei decessi per mese di caledario evidenza un progressivo incremento del numero dei decessi che inizia dopo l’estate, con un picco più elevato nei mesi invernali, probabilmente sostenuto dalle condizioni di maggior scivolosità del terreno, bagnato o ghiacciato, cui segue una riduzione durante la primavera. In Luglio si rileva un ulteriore picco did ecessi (figura 4.3). La distribuzione dei decessi per cadute accidentali non mostra particolari variazioni per giorno della settimana (figura 4.4).
Differenze geografiche Indipendentemente dal genere, i tassi standardizzati di mortalità per cadute
accidentali più elevati si registrano nelle USL di Lucca (10,5 x 100.000 ab.;
64
IC95%: 9,7-11,3) e di Arezzo (10,1 x 100.000 ab.; IC95%: 9,4-10,7) (tabella 4.3). Al contrario, tassi significativamente inferiori al valore medio regionale sono registrati nelle USL di Pistoia (7,6 x 100.000 ab.; IC95%: 7,0-8,2), Siena (7,7 x 100.000 ab.; IC95%: 7,1-8,3), ed Empoli (7,0 x 100.000 ab.; IC95%: 6,3-7,7). Tra le zone socio-sanitarie, quelle a più elevato rischio sono la piana di Lucca, l’area Livornese, l’Aretina, il Casentino, e Firenze, mentre quelle a bassa mortalità sono la Pistoiese, l’Alta Val di Cecina, la Val d’Era, la Bassa Val di Cecina, la Val di Cornia, le Colline Metallifere e l’area Empolese. Tra i maschi, l’USL a più alto rischio è quella di Lucca, mentre l’Azienda USL di Empoli presenta i tassi più bassi. Tra le femmine, i valori più elevati si riscontrano nell’ Azienda USL di Lucca, mentre i più bassi in quelle di Pistoia, Siena ed Empoli. La Figura 4.5 mostra i tassi standardizzati per età per zone geografiche nei maschi e nelle femmine.L’analisi per Comune di residenza, mostra come i tassi più elevati si concentrano in entrambi i generi ad Arezzo, nel Casentino, a Lucca e, più in generale, nell’area nord-ovest della regione (figura 4.6).
Gli SMR per tipologia di Comune di residenza, mostrano come il fenomeno è presente in maniera diffusa, anche se nei Comuni più popolosi, in entrambi i sessi, si concentra un maggior rischio di decessi per cadute accidentali (tabelle 4.4-4.6).
Figura 4.1: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x 1000.000 ab.) per cadute accidentali in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 4.2: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) per cadute accidentali in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Maschi
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Figura 4.3: Numero di decessi per cadute accidentali per mese di calendario in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 4.4: Numero di decessi per cadute accidentali per giorno della settimana in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 4.5: Distribuzione geografica dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St.:Europa) per cadute accidentali per zona di residenza in Toscana nel periodo 1988-2002.
73
Figura 4.6: Distribuzione delle stime bayesiane empiriche degli eventi mortali per comune di residenza per cadute accidentali in Toscana nel periodo 1988-2002.
74
Tabella 4.4: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) e relativi Intervalli di Confidenza al 95% (IC95%) per cadute accidentali per densità di abitanti dei comuniin Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
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50,0 - 149,9 abitanti/Km² 0,969 0,891 1,054 1,002 0,937 1,071 0,989 0,939 1,042
150,0 - 349,9 abitanti/Km² 0,910 0,845 0,978 0,954 0,901 1,009 0,937 0,896 0,979
350,0 e più abitanti/Km² 1,036 0,990 1,084 1,020 0,986 1,055 1,026 0,998 1,054
Tabella 4.5: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) e relativi Intervalli di Confidenza al 95% (IC95%) per cadute accidentali per ampiezza demografica dei comuni in Toscana nel periodo . 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
fino a 2000 abitanti 1,015 0,827 1,247 1,040 0,888 1,217 1,032 0,911 1,170
da 2001 a 10000 abitanti 1,005 0,939 1,075 0,980 0,929 1,035 0,990 0,949 1,033
da 10001 a 50000 abitanti 0,914 0,861 0,969 0,918 0,876 0,962 0,916 0,883 0,950 da 50001 a 200000 abitanti 1,039 0,976 1,105 1,020 0,973 1,069 1,027 0,989 1,066
oltre 200001 abitanti 1,145 1,047 1,252 1,178 1,106 1,255 1,167 1,108 1,228
Tabella 4.6: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) e relativi Intervalli di Confidenza al 95% (IC95%) per cadute accidentali per altimetria dei comuni in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
Pianura 0,995 0,922 1,075 0,964 0,908 1,022 0,975 0,930 1,022
Collina litoranea 0,889 0,806 0,980 1,049 0,977 1,125 0,987 0,932 1,045
Collina interna 1,012 0,968 1,058 1,004 0,970 1,039 1,007 0,980 1,035
Montagna litoranea 1,086 0,916 1,287 0,972 0,853 1,106 1,013 0,914 1,123
Montagna interna 1,062 0,955 1,181 1,000 0,920 1,088 1,024 0,959 1,094
75
5. Accidenti causati da incendi e da fuoco
Questo gruppo non include i decessi da incendi dolosi, su macchine in azione, o su veicoli da trasporto in movimento.
Nei quindici anni del periodo 1988-2002, in Toscana sono stati registrati 289 decessi (circa 19 per anno), equivalenti ad un tasso grezzo di 0,5 x 100.000 abitanti (maschi: 0,6; femmine: 0,5). Sebbene in oltre un terzo dei certificati non sia indicata la natura dell’incendio , nel 22% circa dei casi per i quali questa informazione è disponibile, il decesso è attribuito a fuoco appiccatosi agli abiti, nel 15% ad incendi domestici e nel 12% a sostanze infiammabili (figura 5.1). Le cause sono abbastanza simili nei maschi e nelle femmine.
Distribuzione per età e sesso
I maschi presentano un tasso standardizzato per età di mortalità per incendio maggiore delle femmine (maschi: 0,5 x 100.000 ab., IC95%: 0,4-0,6; Femmine: 0,4 x 100.000 ab., IC95%: 0,3-0,4).
Sono gli anziani le vittime principali degli incendi. L’andamento per età mostra, infatti, un incremento progressivo a partire dai 35 anni, con crescita esponenziale in entrambi i sessi dopo i 65 anni (figura 5.2).
Andamento temporale
Come per la mortalità da altre cause traumatiche e per tutte le cause, l’andamento della mortalità per incendio e fuoco è in diminuzione in entrambi i sessi (- 60% nel 2000-2002 rispetto al 1988-1990) (figura 5.3).
Gli eventi mortali sono distribuiti durante tutti i mesi dell’anno, con una tendenza all’incremento nel periodo più freddo tra ottobre e marzo (figura 5.4). Il giorno con più decessi è il lunedì, anche se gli eventi si distribuiscono abbastanza uniformemente nei giorni della settimana (figura 5.5).
Differenze geografiche
La scarsa numerosità delle osservazioni non permette analisi geografiche dettagliate della mortalità per incendio e fuoco. Indipendentemente dal genere, solo nell’Asl di Empoli si rileva un tasso significativamente inferiore alla media regionale, mentre nessuna Asl si caratterizza per un rischio più elevato (tabelle 5.1-5.3).
76
Figura 5.1: Distribuzione proporzionale delle cause dei decessi per accidenti causati da incendi e da fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi (10,7 N. morti/anno)
Incendio fuori di edif ici5,6%
Non specificato35,4%
Incendio in altri edif ici2,5%
Altro4,3%
Incendio in abitazione11,8%
Fuoco controllato fuori di edif ici5,0% Fuoco controllato in
abitazione3,1%
Fuoco appiccatosi ad abiti
21,7%
Accensione sostanze altamente inf iammabili
10,6%
Femmine (8,5 N. morti/anno)
Fuoco controllato fuori di edif ici1,6% Accensione sostanze
altamente inf iammabili14,1%
Fuoco appiccatosi ad abiti
21,9%
Non specif icato33,6%
Altro3,1%
Fuoco controllato in abitazione
7,0%
Incendio in altri edif ici0,8%
Incendio in abitazione18,0%
Maschi e Femmine (19,3 N. morti/anno)
Fuoco controllato in abitazione
4,8%
Fuoco controllato fuori di edif ici3,5% Accensione sostanze
altamente inf iammabili12,1%
Fuoco appiccatosi ad abiti
21,8%
Altro3,8%
Incendio in abitazione14,5% Incendio in altri edif ici
1,7%Incendio fuori di edif ici
3,1%Non specif icato
34,6%
77
Figura 5.2: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x 100.000 ab.) di accidenti causati da incendi e da fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
1
2
3
4
5
6
0-4 an
ni
5-14 a
nni
15-24
anni
25-34
anni
35-44
anni
45-54
anni
55-64
anni
65-74
anni
75 e
più ann
i
Maschi
Femmine
78
Figura 5.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa)per accidenti causati da incendi e da fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1988
-1990
1991
-1993
1994
-1996
1997
-1999
2000
-2002
Maschi
Femmine
Figura 5.4: Numero di decessi per mese di calendario per accidenti causati da incendi e da fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Genna
io
Febbra
ioMarz
oApri
le
Maggio
Giugno
Lugli
o
Agosto
Settem
bre
Ottobre
Novem
bre
Dicembre
Figura 5.5: Numero di decessi per giorno della settimana per accidenti causati da incendi e da fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
10
20
30
40
50
60
Lune
dì
Marted
ì
Mercole
dì
Gioved
ì
Venerd
ì
Sabato
Domen
ica
79
Tabella 5.1: Indicatori di mortalità per accidenti causati da incendio e fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,5 0,5 0,4 0,1 0,72 Lucca 0,9 0,9 0,6 0,3 1,03 Pistoia 0,8 0,6 0,4 0,2 0,64 Prato 0,2 0,2 0,2 0,0 0,35 Pisa 0,9 0,6 0,4 0,2 0,76 Livorno 1,3 0,8 0,6 0,3 0,97 Siena 1,6 1,3 0,8 0,4 1,18 Arezzo 0,7 0,4 0,2 0,1 0,49 Grosseto 0,6 0,6 0,4 0,1 0,710 Firenze 2,2 0,6 0,4 0,3 0,611 Empoli 0,3 0,3 0,2 0,0 0,412 Viareggio 0,8 1,1 0,9 0,4 1,3
TOSCANA 10,7 0,6 0,5 0,4 0,6
Tabella 5.2: Indicatori di mortalità per accidenti causati da incendio e fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002. Femmine. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,7 0,7 0,3 0,1 0,62 Lucca 0,3 0,3 0,1 0,0 0,23 Pistoia 0,9 0,7 0,3 0,1 0,54 Prato 0,3 0,3 0,3 0,0 0,65 Pisa 0,3 0,2 0,1 0,0 0,26 Livorno 0,6 0,3 0,2 0,0 0,37 Siena 0,5 0,4 0,2 0,0 0,38 Arezzo 1,1 0,7 0,3 0,1 0,59 Grosseto 0,5 0,5 0,2 0,1 0,410 Firenze 2,3 0,6 0,3 0,2 0,411 Empoli 0,5 0,4 0,2 0,0 0,312 Viareggio 0,4 0,5 0,3 0,0 0,5
TOSCANA 8,5 0,5 0,4 0,3 0,4
80
Tabella 5.3: Indicatori di mortalità per accidenti causati da incendio e fuoco in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi e Femmine.Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 1,2 0,6 0,4 0,2 0,62 Lucca 1,3 0,6 0,3 0,2 0,53 Pistoia 1,7 0,6 0,3 0,2 0,54 Prato 0,5 0,2 0,2 0,1 0,45 Pisa 1,3 0,4 0,3 0,1 0,46 Livorno 1,9 0,5 0,4 0,2 0,57 Siena 2,1 0,8 0,4 0,3 0,68 Arezzo 1,7 0,5 0,3 0,2 0,49 Grosseto 1,1 0,5 0,3 0,2 0,510 Firenze 4,5 0,6 0,4 0,3 0,511 Empoli 0,7 0,3 0,2 0,1 0,312 Viareggio 1,2 0,8 0,5 0,2 0,7
TOSCANA 19,3 0,5 0,4 0,4 0,5
81
6. Annegamenti
Questa categoria include tutti i decessi per annegamento e sommersione accidentale, ad eccezione di quelli dovuti a cataclisma e accidenti da mezzi di trasporto.
Nel periodo 1988-2002 in Toscana sono decedute 319 persone per questa causa (circa 21 decessi per anno), equivalenti ad un tasso grezzo di 0,6 x 100.000 abitanti. Informazioni ulteriori sulla natura dell’annegamento non sono disponibili, dal momento che oltre l’80% dei certificati non riporta il contesto specifico all’evento.
Distribuzione per età e sesso
I tassi di mortalità per annegamento sono più elevati nei maschi rispetto alle femmine. Il rapporto dei tassi standardizzati maschi/femmine dell’intero periodo 1988-2002 è, infatti, di circa 4:1 ( maschi: 0,9 x 100.000 ab., IC95%: 0,8-1,0; femmine: 0,2 x 100.000 ab., IC95%: 0,2-0,3). I maschi sono probabilmente più a contatto con l’ambiente acquatico sia per attività occupazionali che ricreative , e sono anche maggiori consumatori di alcool , uno dei più rilevanti fattori di rischio per l’annegamento.
La mortalità per annegamento è più frequente nei giovani maschi, con un picco tra i 15-34 anni, e, per entrambi i sessi, dopo i 65 anni (figura 6.1).
Andamento temporale
La mortalità per annegamenti, come quella per tutte le cause e per traumi, presenta un andamento favorevole in decremento (-60% nel periodo 2000-2002 rispetto al 1988-1990, evidente in entrambi i sessi (figura 6.2). Molti fattori possono aver contribuito alla diminuzione osservata, tra cui l’aumento della sopravvivenza dovuto alla disponibilità di unità di rianimazione cardiopolmonari e alla diffusa organizzazione di sistemi di salvataggio.
82
L’andamento per mese dell’anno e giorno della settimana evidenzia in maniera netta il picco di mortalità per annegamento nei mesi estivi e nel fine settimana, certamente da imputare alla maggiore frequenza di balneazione in questi mesi (figure 6.3 e 6.4).
Differenze geografiche
Per la ridotta numerosità delle osservazioni, la variabilità geografica dei tassi di mortalità per annegamento è modesta. Valori un po’ più elevati, indipendentemente dal genere, sebbene non significativi, si registrano per i residenti dell’Aziende Usl che si affacciano sul mare, , mentre valori inferiori per quelli delle Aziende USL di Siena, Prato e Firenze.
83
Figura 6.1: Tassi specifici di mortalità per classe d'età e sesso (x 100.000 ab.) per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
0-4 an
ni
5-14 a
nni
15-24
anni
25-34
anni
35-44
anni
45-54
anni
55-64
anni
65-74
anni
75 e
più ann
i
Maschi
Femmine
84
Figura 6.2: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità ((x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1988
-1990
1991
-1993
1994
-1996
1997
-1999
2000
-2002
Maschi
Femmine
Figura 6.3: Numero di decessi per mese di calendario per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Genna
io
Febbra
ioMarz
oApri
le
Maggio
Giugno
Lugli
o
Agosto
Settem
bre
Ottobre
Novem
bre
Dicembre
Figura 6.4: Numero di decessi per giorno della settimana per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
10
20
30
40
50
60
70
Lune
dì
Marted
ì
Mercole
dì
Gioved
ì
Venerd
ì
Sabato
Domen
ica
85
Tabella 6.1: Indicatori di mortalità per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,7 0,7 0,6 0,2 1,02 Lucca 1,7 1,7 1,6 0,9 2,23 Pistoia 1,4 1,1 1,0 0,6 1,54 Prato 0,5 0,4 0,4 0,1 0,75 Pisa 1,9 1,2 1,2 0,7 1,66 Livorno 1,8 1,1 1,0 0,6 1,37 Siena 0,7 0,5 0,4 0,1 0,68 Arezzo 1,8 1,2 1,0 0,6 1,49 Grosseto 0,9 0,9 0,8 0,4 1,210 Firenze 3,3 0,8 0,7 0,5 1,011 Empoli 1,1 1,0 1,0 0,5 1,512 Viareggio 0,9 1,2 1,0 0,5 1,6
TOSCANA 16,6 1,0 0,9 0,8 1,1
Tabella 6.2: Indicatori di mortalità per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Femmine. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,3 0,3 0,3 0,0 0,52 Lucca 0,7 0,6 0,4 0,1 0,73 Pistoia 0,3 0,2 0,1 0,0 0,34 Prato 0,1 0,1 0,1 0,0 0,25 Pisa 0,3 0,2 0,1 0,0 0,36 Livorno 0,5 0,3 0,1 0,0 0,27 Siena 0,3 0,2 0,2 0,0 0,48 Arezzo 0,5 0,3 0,2 0,0 0,39 Grosseto 0,5 0,4 0,4 0,1 0,710 Firenze 0,5 0,1 0,1 0,0 0,211 Empoli 0,3 0,2 0,2 0,0 0,412 Viareggio 0,7 0,8 0,8 0,2 1,3
TOSCANA 4,7 0,3 0,2 0,2 0,3
86
Tabella 6.3: Indicatori di mortalità per annegamenti in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi e Femmine. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,9 0,5 0,4 0,2 0,72 Lucca 2,4 1,1 1,0 0,6 1,33 Pistoia 1,7 0,6 0,6 0,3 0,84 Prato 0,5 0,2 0,2 0,1 0,45 Pisa 2,1 0,7 0,6 0,4 0,96 Livorno 2,3 0,7 0,5 0,3 0,77 Siena 0,9 0,4 0,3 0,1 0,48 Arezzo 2,3 0,7 0,6 0,4 0,89 Grosseto 1,4 0,6 0,6 0,3 0,810 Firenze 3,7 0,5 0,4 0,3 0,511 Empoli 1,3 0,6 0,6 0,3 0,912 Viareggio 1,6 1,0 0,9 0,5 1,3
TOSCANA 21,3 0,6 0,6 0,5 0,6
87
7. Suicidi
Nei quindici anni del periodo di osservazione 1988-2002, in Toscana sono stati registrati 4.764 decessi per suicidio (circa 318 per anno), equivalenti ad un tasso grezzo di 9,0 decessi ogni 100.000 abitanti. Rappresenta il 17,4% dei decessi per tutte le cause traumatiche, cioè la terza causa di morte violenta dopo cadute (34,3%) e incidenti stradali (28,2%).
Tra i metodi suicidari, indipendentemente dal genere, prevale l’impiccagione (35,3% dei suicidi), seguita, in ordine decrescente di numerosità, dall’arma da fuoco (20,6%), e dalla precipitazione (20,2%) (figura 7.1). A distanza seguono altri metodi, tra cui l’annegamento (5,3%), il suicidio con gas e vapori (5,8%, tra cui 0,4% da gas domestico), con veleni liquidi o solidi (5,1%) o con strumenti appuntiti o taglienti (2,1%). Le metodiche suicidarie più frequentemente adottate sono notevolmente diverse nei due sessi. Mentre l’impiccagione e il colpo da arma da fuoco sono utilizzati soprattutto dai maschi (38,7% e 26,1%, rispettivamente dei suicidi maschili), le femmine ricorrono più spesso dei maschi al suicidio con precipitazione (38,0%) e con avvelenamento con ingestione di sostanze liquide o solide (11,3%)..
Distribuzione per età e sesso
Sebbene numerosi studi dimostrano una preponderanza di fantasie suicidarie tra le donne, sono invece i maschi a commettere più frequentemente il suicidio. Anche in Toscana i tassi standardizzati del periodo 1988-2002 risultano sensibilmente più elevati nei maschi (11,2 x 100.000 ab., IC95%: 10,8-11,6) rispetto alle femmine (3,2 x 100.000 ab., IC95%: 3,0-3,4), con un rapporto maschi/femmine di circa 3,5:1.
L’incidenza del suicidio aumenta in entrambi i sessi linearmente con l’età, ed esponenzialmente nei maschi dopo i 65 anni. (figura 7.2). Analogamente al contesto europeo, i tassi nei bambini e primi adolescenti (5-14 anni) risultano estremamente bassi o del tutto assenti.. Per la riprovazione sociale nei confronti delle condotte suicidarie, è probabile che, ove possibile, il medico certificatore tenda ad omettere la specifica della volontarietà dell’atto, con conseguente probabile sottostima del fenomeno nelle statistiche ufficiali. Nella stessa direzione opera l’obbiettiva difficoltà diagnostica di alcuni casi di suicidio mascherato, classificati come eventi accidentali e non volontari.
88
Andamento temporale
L’andamento temporale del tasso standardizzato per età di mortalità per suicidio presenta una diminuzione ( - 21% nel 2000-2002 rispetto al 1988-1990), coerente con il “trend” temporale nazionale, evidente in entrambi i sessi, ma di entità minore di quella riscontrata per tutti traumi e di quella ancora più marcata della mortalità per tutte le cause (figura 7.3).
L’andamento stagionale mostra una crescita dei suicidi che inizia a Gennaio e culmina in primavera e dura fino a Maggio-Giugno, per poi diminuire fino a Dicembre (figura 7.4).
I giorni con il maggior numero di suicidi sono il Lunedì e il Giovedì, mentre il fine settimana registra il numero minore di casi (figura 7.5).
Differenze geografiche
I tassi standardizzati per età di suicidio nel periodo 1988-2002, indipendentemente dal genere, variano nelle USL e zone socio-sanitarie della Toscana con un apparente gradiente in incremento Nord-Sud. I valori più elevati, significativamente maggiori della media regionale, si registrano, infatti, nei territori dell’USL di Siena (9,0 x 100.000 ab., IC95%: 8,2-9,9) e di Grosseto (8,0 x 100.000 ab., IC95%: 7,1-8,9). Al contrario, tassi signficativamente inferiori a quelli regionali si riscontrano nelle USL di Lucca (5,5 x 100.000 ab., IC95%: 4,8-6,2), di Pisa (5,9 x 100.000 ab., IC95%: 5,3-6,5) e di Massa Carrara (5,4 x 100.000 ab., IC95%: 4,6-6,2) (tabella 7.3).
La variabilità geografica dei tassi è sostenuta perlopiù da quella dei maschi, mentre le femmine si discostano dal valore medio regionale solo per i tassi più bassi dell’USL di Lucca e Arezzo (tabelle 7.1-7.2). Tra le Aziende USL, il tasso più elevato si registra per i maschi dell’Azienda USL di Siena (14,8 x 100.000 ab., IC95%: 13,2-16,4). In questa, infatti, si trova l’area ad incidenza di suicidio più alta della Toscana, in corrispondenza della zona-distretto dell’Amiata senese (maschi: 19,6 x 100.000 ab., IC95%: 12,2-26,9) (tabelle 7.1, 7.2 e 7.3). Anche l’Azienda USL di Grosseto è a maggior rischio di suicidio nei maschi (13.6 x 100.000 ab., IC95%: 12,0-15,3).
L’analisi per Comune di residenza, evidenzia come i rischi di mortalità più importanti nei maschi risultano concentrati nelle aree meridionali interne delle Toscana, in un territorio che si estende dalla Val di Cecina alle colline Metallifere fino all’Amiata. Il confronto visivo con la mappa dei suicidi dei maschi riportata nell’Atlante della Mortalità in Toscana dal 1971 al 1994, conferma la presenza degli eccessi di rischio nelle stesse aree, anche nel periodo precedente alla nostra osservazione, tra il 1971 e il 1979.
89
In base alla tipologia dei Comuni di residenza, sembra di cogliere un pattern abbastanza corente di maggior rischio di suicidio nei maschi residenti in comuni di territori rurali, a bassa densità abitativa, poco popolati, situati in aree collinari, piuttosto che montane o di pianura. (tabelle 7.4-7.6). Altri aggregati di tassi elevati, anche se meno consistenti, si riscontrano, in altre aree remote del Mugello e della Montagna pistoiese, oltre che in Val di Nievole e nell’Empolese. Al contrario, sempre nei maschi, le aree urbane sembrano a minor rischio di suicidi, come dimostrano i più bassi tassi riscontrati nelle città di Arezzo, Firenze, Prato, Lucca, Pisa, Massa e Carrara.
Questa distribuzione geografica è meno evidente nelle femmine, per le quali, al contrario, non mancano tassi elevati in zone urbane, tra cui, in particolare le zone socio-sanitaria Senese (5,0 x 100.000 ab., IC95%: 3,7-6,4) e Fiorentina (4,4 x 100.000 ab., IC95%: 3,7-5,0).
90
Figura 7.1: Distribuzione proporzionale delle modalità di suicidio nei decessi per suicidio in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi (238,9 N. morti/anno)
Strumenti da punta e taglio 2,3%
Annegamento3,8%
Impiccaggione38,7%
Armi da fuoco26,1%
Precipitazione14,3%
Avvelenamento da sostanze solide o liquide
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Annegamento9,7%
Impiccaggione25,1%Strumenti da punta e
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Armi da fuoco4,1%
Altri gas e vapori2,9%
Gas domestico0,3%
Avvelenamento da sostanze solide o liquide
11,3%
Maschi e Femmine (317,6 N. morti/anno)
Armi da fuoco20,6%
Strumenti da punta e taglio 2,1%
Precipitazione20,2%
Annegamento5,3%
Impiccaggione35,3%
Altri 5,6%
Avvelenamento da sostanze solide o liquide
5,1% Gas domestico0,4%
Altri gas e vapori5,4%
91
Figura 7.2: Tassi specifici di mortalità (x 100.000 ab.) per classe d'età e sesso dei suicidi in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 7.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) di mortalità per suicidi in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 7.4: Numero di decessi per suicidio per mese di calendario In Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 7.5: Numero di decessi per suicidio per giorno della settimana in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Figura 7.6: Distribuzione dei tassi standardizzati per età di mortalità (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) per suicidio per zona di residenza in Toscana nel periodo 1988-2002
100
Figura 7.7: Distribuzione delle stime bayesiane empiriche dei decessi per suicidio per per comune di residenza in Toscana nel periodo 1988-2002.
101
Tabella 7.4: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per suicidio per densità di abitanti dei comuni in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
7,5 - 49,9 abitanti/Km² 1,352 1,226 1,491 1,094 0,901 1,329 1,314 1,204 1,434
50,0 - 149,9 abitanti/Km² 0,998 0,918 1,086 0,810 0,686 0,957 0,971 0,901 1,047
150,0 - 349,9 abitanti/Km² 0,963 0,898 1,032 0,859 0,755 0,978 0,944 0,888 1,004
350,0 e più abitanti/Km² 0,962 0,919 1,007 1,094 1,016 1,177 0,985 0,947 1,024
Tabella 7.5: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per suicidio per ampiezza demografica dei comuni in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
fino a 2000 abitanti 1,214 0,995 1,481 0,812 0,524 1,258 1,142 0,953 1,369
da 2001 a 10000 abitanti 1,140 1,070 1,215 0,962 0,849 1,089 1,113 1,051 1,178
da 10001 a 50000 abitanti 0,975 0,921 1,032 0,919 0,829 1,018 0,968 0,921 1,017 da 50001 a 200000 abitanti 0,926 0,870 0,987 1,028 0,927 1,139 0,943 0,893 0,995
oltre 200001 abitanti 0,938 0,849 1,038 1,256 1,086 1,453 0,997 0,918 1,083
Tabella 7.6: Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) per suicidio per altimetria dei comuni (riferimento: regione toscana) in Toscana nel periodo 1988-2002.
Maschi Femmine Maschi e Femmine
IC 95% IC 95% IC 95%
Pianura 0,903 0,835 0,977 0,951 0,833 1,085 0,910 0,851 0,974
Collina litoranea 1,059 0,970 1,157 1,073 0,921 1,251 1,066 0,988 1,151
Collina interna 1,034 0,990 1,079 1,046 0,971 1,128 1,038 1,000 1,078
Montagna litoranea 0,951 0,806 1,121 0,660 0,471 0,923 0,857 0,739 0,994
Montagna interna 0,933 0,830 1,049 0,871 0,704 1,079 0,925 0,835 1,025
103
8. Omicidi
La categoria degli omicidi include le lesioni provocate da altri con intenzioni di ledere o uccidere, con ogni mezzo, ad esclusione di quelle da intervento della forza pubblica o di guerra. Nei quindici anni di osservazione, dal 1988 al 2002, in Toscana sono stati registrati 369 decesi per omicidio (circa 25 per anno), equivalenti ad un tasso grezzo di 0,6 decessi ogni 100.000 abitanti. Si tratta di valori tendenzialmente inferiori alla media nazionale. Sulla base di quanto codificato nei certificati medici di decesso, risulta che l’arma da fuoco rappresenta lo strumento principale con cui è commesso l’omicidio (46,3% del totale degli omicidi), seguita da armi da taglio o punta (24,4%) e, a maggiore distanza, da strangolamento (6,5%) e da violenza generica, rissa o violenza carnale (2,7%). Modesta la quota causata da annegamento (0,5%) o avvelenamento (0,3%), mentre non piccola la proporzione di casi poco definiti (18,4%) (figura 8.1). L’omicidio con arma da fuoco è più frequente quando la vittima è un maschio (55,4%), mentre è più tipico dell’omicidio con vittima femminile l’uso di armi da taglio o punta (30,6%).
Distribuzione per età e sesso
La distribuzione delle vittime di omicidi per sesso e classe di età mostra, una maggiore prevalenza di maschi giovani adulti, con un rapporto maschi/femmine di 1,8:1 (figura 8.2).
Andamento temporale
L’andamento temporale della mortalità per omicidi nel periodo 1988-2002 risulta abbastanza stabile, anche se appare in diminuzione nei maschi e lievemente in aumento nelle femmine (figura 8.3). Le oscillazioni dei tassi, comunque, possono essere dovute adella variabilità casuale legata alla scarsa numerosità della casistica. Per lo stesso motivo non si possono esprimere giudizi affidabili sulla variazione dei decessi per mese dell’anno e giorno della settimana (figure 8.4-8.5)
104
Differenze geografiche
Per la ridotta numerosità della casistica, non si rilevano significative differenze geografiche nella distribuzione dei tassi standardizzati per età di omicidio (tabelle 6.1-6.3).
105
Figura 8.1: Distribuzione proporzionale delle modalità di omicidio in Toscana nel periodo 1988-2002
Maschi (14,8 N. morti/anno)
Strumenenti da punta e taglio20,3%
Sommersione0,5%
Strangolamento1,8%
Armi da fuoco55,4%
Colluttazione, rissa, violenza carnale
2,3%Altro e non specif icato19,4%
Avvelenamento0,5%
Femmine (9,8 N. morti/anno)
Maltrattementi a bambini1,4%
Sommersione0,7%
Strangolamento13,6%
Strumenenti da punta e taglio30,6%
Altro e non specif icato17,0%
Armi da fuoco32,7%
Avvelenamento0,0%
Colluttazione, rissa, violenza carnale
3,4%
Maschi e Femmine (24,6 N. morti/anno)
Armi da fuoco46,3%
Strumenenti da punta e taglio24,4%
Maltrattementi a bambini0,5%
Sommersione0,5%
Strangolamento6,5%
Altro e non specif icato18,4%
Colluttazione, rissa, violenza carnale
2,7%Avvelenamento
0,3%
106
Figura 8.2: Tassi specifici di mortalità (x 100.000 ab.) per classe d'età e sesso per omicidio in Toscana nel periodo 1988-2002.
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Maschi
Femmine
107
Figura 8.3: Andamento temporale dei tassi standardizzati per età di mortalità per omicidi (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa) in Toscana nel periodo 1988-2002.
0,0
0,2
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1988
-1990
1991
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1997
-1999
2000
-2002
Maschi
Femmine
Figura 8.4: Numero di decessi per omicidio per mese di calendario in Toscana nel periodo 1988-2002.
0
5
10
15
20
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30
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Genna
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Febbra
ioMarz
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Maggio
Giugno
Lugli
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Agosto
Settem
bre
Ottobre
Novem
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Dicembre
Figura 8.5: Numero di decessi per omicidio per giorno della settimana in Toscana nel periodo 1988-2002.
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70
Lune
dì
Marted
ì
Mercole
dì
Gioved
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Sabato
Domen
ica
108
Tabella 6.1: Indicatori di mortalità per omicidi in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi. Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 1,3 1,4 1,4 0,8 2,02 Lucca 1,0 1,0 0,9 0,4 1,43 Pistoia 1,1 0,8 0,7 0,4 1,14 Prato 0,8 0,7 0,7 0,3 1,15 Pisa 1,0 0,6 0,6 0,3 0,96 Livorno 1,2 0,7 0,6 0,3 0,97 Siena 1,5 1,3 1,2 0,7 1,88 Arezzo 0,7 0,5 0,4 0,2 0,79 Grosseto 1,1 1,0 1,0 0,5 1,610 Firenze 3,8 1,0 0,9 0,7 1,111 Empoli 0,2 0,2 0,2 0,0 0,512 Viareggio 1,1 1,4 1,2 0,6 1,8
TOSCANA 14,8 0,9 0,8 0,7 0,9
Tabella 6.2: Indicatori di mortalità per omicidi in Toscana nel periodo 1988-2002. Femminei.Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 0,2 0,2 0,2 0,0 0,52 Lucca 0,9 0,8 0,7 0,3 1,13 Pistoia 1,0 0,7 0,6 0,3 0,94 Prato 0,6 0,5 0,5 0,2 0,85 Pisa 0,7 0,4 0,3 0,1 0,66 Livorno 0,7 0,4 0,4 0,1 0,77 Siena 1,0 0,8 0,6 0,3 0,98 Arezzo 1,1 0,7 0,6 0,3 1,09 Grosseto 0,3 0,2 0,2 0,0 0,510 Firenze 2,4 0,6 0,5 0,3 0,711 Empoli 0,4 0,4 0,4 0,1 0,612 Viareggio 0,6 0,7 0,5 0,2 0,9
TOSCANA 9,8 0,5 0,5 0,4 0,6
109
Tabella 6.3: Indicatori di mortalità per omicidi in Toscana nel periodo 1988-2002. Maschi e Femmine.Numero medio di decessi per anno, Tassi grezzi per 100.000 abitanti, Tassi standardizzati per età (x 100.000 ab.; Pop. St.: Europa), con relativi intervalli di confidenza al 95% (IC 95%).
USL N. morti/ anno T. Gr. T. St. (Europa)
IC 95%1 Massa Carrara 1,5 0,8 0,8 0,5 1,22 Lucca 1,9 0,9 0,8 0,5 1,13 Pistoia 2,1 0,8 0,7 0,4 0,94 Prato 1,4 0,6 0,6 0,3 0,85 Pisa 1,7 0,5 0,5 0,3 0,76 Livorno 1,9 0,6 0,5 0,3 0,77 Siena 2,5 1,0 0,9 0,6 1,28 Arezzo 1,8 0,6 0,5 0,3 0,79 Grosseto 1,3 0,6 0,6 0,3 0,910 Firenze 6,2 0,8 0,7 0,5 0,911 Empoli 0,6 0,3 0,3 0,1 0,512 Viareggio 1,7 1,0 0,9 0,5 1,2
TOSCANA 24,6 0,7 0,7 0,6 0,7
111
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