Armi Antiche a Gardone

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MUSEO DELLE ARMI E DELLA TRADIZIONE ARMIERA GARDONE V.T. MOSTRA INAUGURALE DEL MUSEO guida a cura di Pierantonio Bolognini QUADERNI DEL MUSEO, 1 DICEMBRE 2007

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Gardone

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  • MUSEO DELLE ARMI E DELLA TRADIZIONE ARMIERA GARDONE V.T.

    MOSTRA INAUGURALE DEL MUSEO guida a cura di Pierantonio Bolognini

    QUADERNI DEL MUSEO, 1 DICEMBRE 2007

  • Armi Antiche a Gardone Villa Mutti Bernardelli 29 settembre 2007 29 febbraio 2008 Mostra inaugurale del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera di Gardone Val Trompia

    Mostra promossa da Regione Lombardia Provincia di Brescia Comunit Montana Comune di Gardone Val Trompia

    Direzione scientifica Denise Modonesi

    Comitato scientifico Luciano Bertolotti Pierantonio Bolognini Cesare Calamandrei Roberto Gotti Gualberto Ricci Curbastro Gian Rodolfo Rotasso

    Citt di Gardone Val Trompia Settore Socio Culturale Settore Tecnico

    Comunit Montana di Valle Trompia Area Cultura

    Sistema Museale di Valle Trompia

    copertina Linda Balboni Gotti

    Immagini Gianluca Minuzzi, Pordenone Studio Negri - Brescia Archivio Beretta - Gardone Val Trompia

    Prestatori Associazione Amici del Museo Stibbert Collezionisti privati Gardone Val Trompia, Fabbrica dArmi Pietro Beretta Firenze, Museo Stibbert Roma, Museo Nazionale di Palazzo di Venezia Verona, Musei Civici dArte e Monumenti

  • Allestimento Studio di Architettura Federico Zucchetti - Cellatica (BS)

    Copyright Propriet fotografica e letteraria riservata. Nessuna parte di questa pubblicazione pu essere riprodotta in alcun modo e forma.

    Si ringraziano tutti coloro che a vario titolo ci hanno offerto collaborazione nel corso del lavoro di ricerca, nella preparazione del catalogo e dellesposizione Cecilia Alessi, Associazione Amici del Museo Stibbert, Maria Giulia Barberini, Alfredo Bartocci, Stefano Belpietro, Elena Basilico Bertasi, Nani Cadorin, Lucia Calzone, Ispettore Carlo Cinus e colleghi - Ufficio Armi della Questura di Brescia, Ditta Leonida Santina Bernardelli in Frascio, Fondazione Agnese e Luciano Sorlini, Tommaso Franois, Silvano Germoni, Silvana Grosso, Simona Di Marco, Paola Marini, Antonio Oropesa, Kirsten Aschengreen Piacenti, Selene Sconci, Anna Maria Spiazzi, Claudio Massimo Strinati, Maresciallo Dario Taraboi - Stazione Carabinieri di Gardone Val Trompia. Si ringraziano i collezionisti italiani che ci hanno concesso in prestito il loro materiale.

    I quaderni del museo, 1

  • Apre a Gardone Val Trompia il Museo delle Armi e della Tradizione Armiera. Apre in una terra che da oltre 500 anni crea armi da fuoco e gi da prima armi bianche, e tuttavia, sempre impegnata in laboriose produzioni, o forse trattenuta da troppa ritrosia, non ha mai avuto lardire di raccogliere e conservare in un museo della citt lopera delle sue mani. Apriamo finalmente un Museo per conservare memoria di ci che siamo stati e di ci che abbiamo creato lungo generazioni di fatica e di ingegno, e per ricercare nel passato la traccia collettiva che ci consente una lettura radicata e fiduciosa del tempo davanti a noi. E la meta di un impegno importante assunto dallAmministrazione Comunale davanti ai suoi cittadini con la collaborazione generosa degli Enti che qui vogliamo ringraziare: la Regione Lombardia che ha creduto nel progetto e lo ha finanziato; la Provincia di Brescia per il sostegno assicurato con convinta determinazione allArchivio Storico della Caccia; la Comunit Montana di Valle Trompia nel cui sistema culturale e di proposta didattica Gardone V.T. saldamente inserita. Ringraziamo pure i Musei del territorio nazionale, Musei Civici dArte e Monumenti di Verona, Museo Nazionale di Palazzo Venezia di Roma, Museo Stibbert di Firenze e tutti i collezionisti privati che con passione storica e civile hanno offerto le loro opere per la Mostra e per la collezione museale. Questo Museo che apriamo, luogo di tutela del patrimonio storico della nazione come ogni museo, ha infatti uno specifico: esso conserver, con gli oggetti prodotti in questa terra, la memoria dei processi di lavorazione, dellevolversi delle tecnologie e delle intuizioni progettuali, memoria delle forme della produzione, delle maestranze impegnate in questopera secolare, dei modi della loro socialit el tempo e nel luogo di lavoro. A Gardone di Valle Trompia il lavoro, e il lavoro armiero nello specifico, stato, e in larga misura continua ad essere, la forma della vita quotidiana. Il binomio inscindibile , e altrove incomprensibile, casa-officina, tempo della casa- tempo della creazione tecnica, ne lainequivoca rappresentazione. Questo Museo, dunque, conserver ma sar insieme, nelle intenzioni degli Amministratori della Citt, aperto al presente e al futuro, per valorizzare e promuovere in forma territoriale e collettiva lo specifico tecnologico delle nostre produzioni e leccellenza del nostro artigianato artistico. La mostra Armi Antiche a Gardone, grazie alla paziente altissima competenza di un comitato scientifico e una serie di collaborazioni di eccezionale valore, apre una stagione nuova, e speriamo rigogliosa, nella cultura del lavoro e del lavoro sempre fatto con passione in Valle Trompia.

    Michele Gussago Sindaco di Gardone Val Trompia

  • Appunti per una cronistoria del lavoro e delle innovazioni tecnologiche nella produzione armiera gardonese dal XV al XIX secolo Pierantonio Bolognini

    1459 - INEQUIVOCABILE TESTIMONIANZA SULLA VOCAZIONE GARDONESE ASV, Senato, Deliberazioni Terra, Reg. 4 , Fol. 104.

    La prima inequivocabile testimonianza, fino ad oggi conosciuta, della produzione gardonese di armi da fuoco ci data da un dispaccio inviato dal Senato ai Rettori di Brescia con il quale si ordinava che i maestri-fabbricanti

    . Debbano fare cinquanta bombarde da galea (da usare a bordo delle galee) , dieci da ramparo a retrocarica con due mascoli ciascuna, venticinque spingarde, cinquanta schioppetti e cinquantamila ferri da berrettoni per balestre.

    1505 - MAESTRI IN FUGA ASV, Consiglio dei Dieci, Dispacci Rettori, Brescia, Busta 19, carta. 50.

    Alcuni maestri da schioppetti, Archibugi, et ballotte de la terra di Gardon da Valtrompia / si sono / absentati da quella terra, et andati in un loco chiamato Domodossola, iurisditione de Conti Borromei del Ducato di Milano

    Nel dispaccio trovano per la prima volta espressione gli effetti delle difficolt da parte veneta di conciliare gli interessi della propria politica estera, che non consentivano la fornitura ad altri stati, e le necessit lavorative dei gardonesi che, in mancanza di ordini, erano costretti ad emigrare. Il documento fimora la pi antica testimonianza che fa riferimento, specificatamente a Gardone, alla produzione delle armi da fuoco.

    1509 IL MAGLIO DI PIETRO FRANZINI P.BOLOGNINI F. TROVATI, . Enciclopedia gardonese. Vol. I, Gardone, 2004, sub voce.

    A Gardone , il maestro Pietro Francino inventa e realizza un maglio per tirare le canne delle armi da fuoco. Con il nuovo strumento si riduce il tempo di produzione della canna a meno di un terzo dellusuale.

    1554 - UN MONDO DI ARCHIBUSI Relazioni dei Rettori Veneti in Terraferma. XI. Podestaria e capitanato di Brescia. Milano, Giuffr, 1978. Relazione Cavalli, 1554.

    Marino Cavalli nella sua descrizione del territorio, inviata a Venezia nel 1554 al termine del suo mandato, cos ricorda Gardone :

  • A Gardon si fa un mondo de archibugi tra le altre cose et li fanno con tanta facilit che in due o tre fusine se ne faria 400 cane al giorno

    1586 - EDIFICI PER LA LAVORAZIONE DEL FERRO GARDONESI NEL GIUGN0 1586 MS. IT. VII 1155 (7453) Brescia Miscellanea, Venezia, Biblioteca Marciana.

    Un manoscritto della Biblioteca Marciana di Venezia contiene il resoconto della visita alla Valtrompia compiuta dai Rettori veneti di Brescia nel giugno del 1586. Recita il manoscritto:

    f. 8 : Viaggio fatto per lIll.mo Signor Conte Honoris Scotto Governatore di Brescia in compagnia dellIll.mo Signor Gabriele Corsaro degnissimo Capitano di essa citt nella visita del territorio e delle Valli del Bresciano. Domenica l 8 giugno 1586 f. 12 : Mercore 25 La mattina a Gardone, terra grossa in Valtrompia dove fu fatta la mostra di 200 archibuseri, benissimo disciplinati sotto la carica del Soldato Capo Jacomo, nel qual luogo vi un forno con molte fusine; ed ivi si fanno le canne darchibuso. Questa Valle logo separato dal distretto di Bressa, principia sopra la Quadra di Nave, migli 7 sopra la citt e finisse nella sommit del Monte Maniva a confino di Bagolin; di lunghezza miglia 25; nella maggior larghezza un quarto di miglio et dal meggio in su se non quanto capisse il fiume Mella, et la via contiene 19 comuni. Si ritrovano in essa Valle anime n. 17.994 et avanti la guerra ultima arrivavano al n. 21.242. Vi sono Huomini di fattione al n. di 1.840, ma per la peste e la guerra che fu dellanno 1578, sono diminuite.

    1588 ISTITUZIONE DEL FONDACO P.B. Le fucine gardonesi. Gardone, 2005.

    Onde evitare il protrarsi delle difficili situazioni in cui veniva a trovarsi la maestranza gardonese in occasione del blocco delle richieste da parte di Venezia, a Brescia ed a Gardone vengono istituiti i Fondaci, organizzazioni commerciali che avrebbero dovuto porre rimedio alle congiunture pi difficili. Con queste finalit Venezia elarg un ingente finanziamento di 30.000 ducati. Con questa somma i gestori dei fondaci avrebbero dovuto acquistare materiale grezzo da distribuire ai maestri artigiani in ugual misura. I maestri potevano cos affrancarsi dalle forniture capestro dei mercanti ed iniziare la lavorazione senza che fossero praticate scelte discriminanti. Lavorato il ferro e trasformatolo in canne, avrebbero dovuto settimanalmente consegnare il prodotto finito al fondaco che lavrebbe acquistato e pagato in contanti dopo aver detratto il costo della materia prima. Nel fondaco si sarebbero immagazzinate le canne in attesa delle richieste della Serenissima. La temporanea mancanza di ordini avrebbe dovuto essere tamponata dallo stoccaggio ed i maestri avrebbero dovuto ottenere una continuit materiale di lavoro e di risorse per vivere. Purtroppo per, come spesso accade, lingordigia di pochi ( i fondegari) che seppero approfittare in ogni modo della loro posizione e la connivenza con i mercanti che vedevano acquistate canne di scadente qualit prodotte nelle loro fucine a basso costo da manodopera incapace, resero vano anche questo tentativo voluto dallAmministrazione veneta sensibile alle necessit dei maestri produttori.

    1610 - LO SVIAMENTO DEI MAESTRI GARDONESI IN ALTRI STATI ASV. Senato, Dispaccio Rettori Brescia, Filza 20.

  • I governanti degli stati nazionali ed esteri, si resero ben presto conto che per avviare e gestire una fabbrica di canne era necessaria la presenza di un maestro gardonese e cos le offerte per i nostri esperti divennero sempre pi allettanti , sia per denaro che per condizioni di lavoro. Molti agenti di questi stati lavorarono pi o meno in incognito con lusinghieri successi, alcuni per furono arrestati, infatti a Gardone nel 1610:

    un fattor del S.r Steffano Spinola, che era venuto qui per sviar maestri, alcuni de quali avevano anco dato intenzione di andar seco ad un luoco chiamato Ronco sul Genovese, dove esso Spinola ha fatto fabricar una fucina da lavorar canne darcobugio

    1615 - UN PREMIO PER PAOLO CHINELLI Carte della famiglia Chinelli C. QUARENGHI , Tecno-cronografia delle armi da fuoco italiane, Napoli, 1881. ad annum.

    Da Cavalcaselle il Provveditore generale di Terra Ferma Antonio Lando decreta un premio di Ducati 5 al mese da lire 6.4 luno, principiando dal giorno 29 aprile per tutto il tempo di sua vita a PAOLO CHINELLI da Gardone per il secreto di un Moschetto assai pi facile ed utile dellordinario perch essendo lordinario lungo onze 40 di peso lire sessanta e che si usa col cavalletto et con lopera di pi persone, questo lungo onze venticinque solamente, di peso lire disdotto et viene maneggiato da un uomo solo con la forcina come li Moschetti, porta balla uguale e fa la medesima passata come lordinario. Il decreto emanato dal Lando, oltre a riconoscere limportanza e lutilit dellinvenzione gardonese e stabilire un adeguato compenso per linventore, ordina pure che chiunque azzarder di fabbricare moschetti di tal invenzione sia punito di prigione, galera et altro dovendosene riservare solo al Chinelli la produzione.

    1617 ALTRO MOSCHETTO ED ALTRO INVENTORE (MA SEMPRE GARDONESE) ASB, Reg. Priv., n. 8, p. 178.

    Un nuovo tipo di moschetto da cavalletto, pi maneggevole e pi leggero di quelli utilizzati al tempo ideato e costruito da un altro armaiolo gardonese PIETRO FRANZINI che ricever privilegio per la sua invenzione. Larma : che per le prove che si son fatte riusc della med. Et maggior passata ancora degli ordinari Moschetti, quali pesano intorno la met pi di quello, onde vedendosi il profitto che si pu cavar da questarma nelluso di guerra per la facilit di maneggiarla bene di promuovere quanto si pu lindustria dellartefice.

    1621 LE CANNE LAZZARINE B. PISTOFILO, Oplomachia, Siena, 1621.

    Le canne lazzarine fabbricate a Gardone nel Bresciano finhora tutte le altre avanzano

    1626 - PAOLO CHINELLI ED I SUOI CANNONI M. MORIN R. HELD, Beretta. La dinastia industriale pi antica del mondo, Chiasso, Acquafresca, 1980.

    Nel 1626 Paolo Chinelli presenta ai Rettori tre cannoncini : due da un libbra e uno da quattro gi collaudati a Gardone. I pezzi sono realizzati in ferro, quindi molto pi leggeri di quelli in bronzo. Uno dei piccoli viene provato nel poligono del Castello di Brescia e con una carica da sei once il proiettile attraversa tredici fili di tavola, mentre un analogo pezzo in bronzo, caricato con tredici oncie ne trapassa quindici. In proporzione quindi il cannoncino del Chinelli d risultati nettamente

  • superiori. Il pezzo viene inviato a Venezia, ma i tradizionali nemici del ferro, umidit e salsedine, ne sconsigliano luso per la Serenissima. Molti pezzi vennero per esportati, specialmente in Francia.

    1636 - LA MAESTRANZA DI GARDONE... A ME SEMPRE CARISSIMA ASV, Senato, Dispacci dei Rettori, Brescia1636, Andrea Corner.

    Il nuovo Capitano Veneto Andrea Corner subentrato il 16 febbraio 1636 allomonimo Francesco Corner, nella sua prima relazione al Doge tratta della maestranza gardonese:

    .... Non ho tralasciato dinformarmi della Maestranza di Gardone a me sempre carissima e della quale per il publico servitio far di continuo sommo capitale et si come trovo che per i disordini che tuttavia regnano fra quelle genti non pi quel negotio nella floridezza chera gli anni addietro cos desiderando io daugumentarlo vivissima sar la mia applicazione al suo solievo per ridurla in quiete se mai si potr procurando di far venire quelli che vi fossero assentati per rimetter il negotio tanto importante al servitio di V. Ser/t et intendendo che un tal Paolo Chinelli maestro di molto valore et di grandissimo ingegno si trova nel Milanese per eriger edificij ne quali peritissimo... ho scritto al Residente in Milano che se ne informi particolarmente (e anche per altri della stessa professione) di farli ritornare...

    1639 - E IL RE DISSE: TUTTE LE MIE ARMI NON VALGONO UNA DI QUESTE

  • NellArmeria Reale di Svezia conservato un trittico di armi ( 2 pistole e 1 carabina) che vengono considerate dagli esperti tra le cento armi da fuoco pi belle del mondo. La loro storia affonda le radici anche in terra gardonese. Siamo nel 1628. In seguito alla morte di Vincenzo II Gonzaga, e due sono i pretendenti alla successione: Carlo di Nevers Gonzaga, legato ad interessi francesi e veneziani e Francesco Gonzaga interessato a quelli spagnoli. La Spagna per conquistare terre ed influenza politica tenta le sorti militari, pone lassedio a Casale Monferrato e Mantova che viene conquistata e devastata. La citt viene per restituita al pretendente filofrancese che muore nel 1637 lasciando erede il nipote Carlo. Il repentino abbandono, da parte dei legati francesi, della citt mette in allarme il governo della Serenissima che teme avvenimenti indesiderati. Lambasciatore veneto a Parigi impegnato nel mantenere viva lalleanza franco-veneziana ed in questo clima il Correr rende noto a Venezia il grande desiderio di re Luigi XIII di possedere un paio di pistole bresciane da cavallo autocaricanti. E immediatamente inviato lordine ai Rettori bresciani che venga affidata ai pi bravi maestri del tempo la costruzione delle armi per il re. I Rettori rispondono che gli incarichi sono assegnati e che un loro inviato seguir giornalmente il delicato lavoro. Il 27 aprile 1639 il Podest di Brescia Civran avvisa le autorit lagunari che le armi, due pistole ed una carabina, sono state ultimate. Con corrieri e scorta speciale, previa una consistente assicurazione, le armi, poich i passi montani sono chiusi, sono inviate via mare in Francia. Il 30 ottobre, in Lione, a Luigi XIII che conversa nella sua camera con i cavalieri della corte, lambasciatore veneto presenta il dono del Senato riposto in una mirabile custodia. Il re apre personalmente la cassetta e, senza permettere che altri le tocchino, esamina le armi tanto desiderate chiamando ad uno ad uno i suoi cavalieri affinch le ammirino. Pronuncia poi la famosa frase che ha dato origine al nostro dire : Tutte le mie duecento armi insieme non valgono una di queste ! Il re ordina poi che sulla sua carrozza personale e con la scorta della sua guardia le armi siano trasferite a Parigi.

  • Ma chi furono gli artefici di tanta bellezza ? Per laccuratissimo lavoro vennero impiegati cinque maestri bresciani, i cui nomi sono assurti a fama mondiale : Giovanni Cavazzolo fabbric le piastre a ruota, Giacinto Secardo realizz le traforature ornamentali, Antonio Cosi ed il figlio Carlo le cesellarono, ed infine LAZARINO COMINAZZO fu lartefice che con la sua opera rese eccelsa la qualit delle armi.. E proprio il gardonese Lazarino domanda per le sue canne 180 ducati, somma ingente se rapportata ai 5 ducati che allepoca costava una pistola militare, ma compenso giudicato dal Lazarino stesso proporzionato alla qualit del suo lavoro : Che nesun altro mai fatto tal opera. (P.B.)

    1641 GIOVANNI ANTONIO BERETTA E IL SUO CANNONE A RETROCARICA M. MORIN R. HELD, Berettacit.

    Nel 1641 Giovanni Antonio Beretta presenta al governo della Serenissima un cannone a retrocarica di sua invenzione che dovrebbe agevolare le procedure di fuoco dalla prua delle galee. Scrive che:

    molti autori hanno inventato diversi modi per caricare detti pezzi per dietro, quali mai sono riusciti perch a tutti li fugge il fuoco per la culatta e non puol fare il suo conveniente tiro. Io, Serenissimo Principe, ho ritrovato il secretto vero et sicuro per caricarli per la culatta, la quale rester come se fosse tutti di un pezzo, che non potr fuggirli il fuoco e non haver una minima esalatione, et il secretto glielo far vedere in un pezzo di ferro da due libbre di balla, et si pu assicurarsi che il detto secretto riuscir in ogni gran bocca di cannone, dove che faranno lo stesso tiro e stessa passata come quelli ordinarij che si caricano per la bocca

    Dopo lunga sperimentazione e prova, il Senato decide di realizzare un falcone da sei libbre a spesa pubblica anzich, comera duso, a spese dellinventore ed emise poi questa deliberazione:

    Il fedel Giovanni Beretta da Gardon di Val Trompia, territorio bresciano, raccorda (propone) con sua supplicatione modo sicuro e facile con il quale potranno esser con la maggior celerit caricati pezzi dartiglieria, particolarmente li falconi da sei (libbre) posti nel banco di prora sopra le galee, rappresentando non potersi questi ricaricare se non con grande incomodo e pericolo, sopra di che essendosi inteso le informazioni delli Provveditori alle Artiglierie, che stimano il suo raccordo di publico rilevante servizio et avendo avuto le fedi della buona riuscita, sia poi concessi al sudetto Beretta per anni trenta 10 ducati al mese intieri

    Onde evitare i danni del rugine il cannone sar alligato con coperta di rame . Lalligatura consisteva nellapplicare sul ferro unamalgama di rame sciolto in mercurio seguito dallevaporazione del mercurio a caldo. La tecnica era usata per la protezione di molti oggetti in ferro a bordo delle navi.

    1657 - SI PRODUCE POLVERE DA SPARO M. MORIN R. HELD, Beretta, cit.

    A testimonianza del tentativo di diversificare (pur restando nellambito) la produzione, i gardonesi si interessano alla produzione di munizioni. Nel 1657, infatti, viene appaltato a Francesco Ferraglio l incarico per la produzione di polvere da sparo con salnitro estero che lui stesso importa.

    1689 - I PRODUTTORI DI CANNE

  • M. MORIN R. HELD, Beretta, cit. P.B. Le fucine cit.

    Una nota allegata ad un dispaccio del 1689 inviato a Venezia dai Rettori di Brescia fornisce dati sulla produzione di armi da guerra vendute dalle singole famiglie di produttori dal 1. luglio 1686 al . 12 luglio 1689:

    Antonio Signorino 6.062 canne Gio. Antonio Rampinelli 5.440 canne Alessandro Francino 3.895 canne Pantaleone Belli 3.180 canne Giuseppe Bertarini 2.114 canne Fratelli Beretta 2.018 canne

    In questi anni i Signorino erano titolari di impianti siti nelle Fucine in Fondo alle Cornelle e in quella del Gramineto; i Rampinelli nelle Fucine del Nespolo, Fornace di Sopra, Longa, Di Manenti; i Franzini nelle Fucine Fornace di Sopra, Lazzaretto, Vecchia, Graminente, Vecchia, In Capo a Gardone ed i Bertarini nelle Fucine Tra le Seriole e Graminente. I Belli ed i Beretta, in questi anni, non erano titolari di impianti il che conferma la precipua caratteristica di commercianti svolta, almeno in questo periodo, dalle due famiglie.

    1706 ADDETTI, MAESTRI ED ASSISTENTI D. MONTANARI ., Produzione darmi da guerra... in Atlante Valtrumplino, Brescia, 1982.

    Nel 1706 la fabbricazione delle canne impiegava circa 400 addetti, escludendo le donne che numerose si prestavano per le operazioni di rifinitura. A questa cifra bisogna aggiungere anche coloro che erano addetti alla produzione ed al trasporto del carbone, oltre ai muratori, in permanenza occupati nella riparazione e riattamento delle officine. Il lavoro degli operai si svolgeva sotto la direzione di 32 capi maestri, coadiuvati da 64 assistenti e le maestranze erano raggruppate secondo la specializzazione.

    1715 GUAI AI MAESTRI TRANSFUGHI ASV, Terminazione dellEcc.mo cap. di Brescia P. Girolamo Cappello concernente le maestranze delle canne darchibugio da guerra 12 maggio 1715.

    Noi Pietro Girolamo Cappello per la Ser.ma Repubblica di Venezia.. capit. di Brescia, e sua giursidiz. : Per togliere una volta il dannatissimo abuso, che rileviamo introdotto in Gardone nella Fabbrica di canne di vario genere, e ad uso di Guerra senza la cognizione de Sindici di quelle Maestranze, e ad oggetto di render universalmente in esse mantenuto il lavoro, senza che abbino con Pubblico pregiudizio a disperdersi in esteri Stati, inerendo a Decreti de Processori nostri.. particolarmente alla Terminazione Daniele Dolfin 19 luglio 1698 ordiniamo e comandiamo: Che non possa da chi si sia esser stabilito contratto con alcuno de particolari delle Maestranze medesime dogni, e qualunque forte di Canne da guerra, senza che prima passi sotto lesame, e cognizione de Sindaci delle suddette Maestranze cos (che qusti possano) distribuire con uguaglianza i lavori E poich si rende sempre pi della pubblica importanza, che non sia dalle Valli Trompia, e Sabbia, e Canonica immaginabilmente distratto fuori dal Dominio alcun Artefice s istruito di Canne ne che venga ammesso alcun forestiero ad esercitarsi in tali Lavori, cosicch passando lArte in esteri Stati, ne derivi il grave danno a gente s benemerita dalla dispersione della Fabbrica, e fia anco con publico discapito precluso lesito della negoziazione, rester risolutamente proibito a qualunque persona, che si esercita nei lavori delle canne luscir per

  • cadaun motivo fuori di questo Sato, ne sotto qualsisia colore, o pretesto ammettere, o ricevere nelle proprie fucine alcuna persona straniera, somministrar ad essa alcun lume, et assistenza, ne permettere che venga appreso il lavoro sotto le pene corporali, ed afflittive, che meglio paressero alla Giustizia medesima

    1724 - LE FAMIGLIE PROPRIETARIE DEI FOGHI ASV. Inquisitori di Stato. Dispacci dei Rettori. Brescia, busta 232

    Da una deposizione giurata rilasciata nel 1724 le fucine gardonesi e gli impianti a loro annessi erano, per famiglie, cos suddivisi:

    FAMIGLIA FUCINE FOGHI MORETTI 2 4 ZAMBONETTI 1 3 PELLIZZARI 1 4 BERETTA 1 3 CHINELLI 2 5 GASPARINI 1 2 MUTTI 1 2 ACQUISTI 1 2 RAMPINELLI 2 4 CHINELLI 1 2

    1748 - IL LAVORO GARDONESE NELLA RELAZIONE DEL GRIMANI ASV, Inquisitori di Stato, Busta 20.

    La relazione di Girolamo Grimani savio di terra ferma ( Segretario di Stato alla guerra) esprime chiaramente la penosa situazione creatasi a Gardone fra i mercanti ed i maestri produttori. La supremazia dei primi, contro cui hanno lottato anche altri magistrati veneti, danneggia, sino alla fame, lo stato economico dei maestri e produce materiali (canne) non pi allaltezza della fama della Fabbrica Gardonese.

    . Ma prima di dare fine a questa riverente carta, crederei doffendere mortalmente i riguardi di si grave materia, se ommettessi alcun cenno sopra la disciplina delle Maestranze di Gardone In questa terra situata nella Val Trompia abita un popolo per la pi parte misero, che non trae alimento, se non dal lavoro delle Canne, ma fedele e valoroso in una Contrada di tanta importanza, perch membro di una Valle situata al Confine. Ne sent i frutti nelle pi ardue occasioni de soli addietro e ne rilev il merito la Serenissima Repubblica assegnandogli sempre il lavoro delle Canne anche a fronte di contratti altrove stabiliti, et ordinando lavori senza presentaneo bisogno, ma per accarezzarlo e sostenerlo. Si divide in Maestranze superiori, et inferiori, cio commode e povere. Le prime cercano sempre di soprafar le seconde, e lEccellentissimo Senato diede pi volte protezione agli oppressi per motivo di carit, ma insieme di buon servizio della Fabbrica (fabbricazione) utilissima per varij rispetti. Quindi se tal volta non si ebbero da Gardone Canne perfette col nome delle Maestranze non da imputarsi alluniversale di quella Misera Popolazione, ma pi tosto a pochi di pi fortunati in quel Cielo, che disposero la materia a proprio talento. Il modo questo. Li Mercanti e Bollitori cercano di far lavorare le Canne da altri, che da veri Artisti descritti nelle tre Fraglie, e con prezzo minore impiegando i Villici e Coloni oziosi nella staggion dInverno. Quindi patiscono le Fraglie stesse, e passando per mani poco esperte patisce il lavoro

  • 1766-1770 STATISTICA SULLE PROFESSIONI NELLE VALLI ASV, Anagrafi di tutto lo Stato della Serenissima Repubblica comandate dallEcc.mo Senato... Venezia 1768.

    Territori Negozianti

    Artigiani

    Armaioli armifuoco

    Fabbr.armi bianche

    Carrettieri

    Cavallanti

    Lavoranti Campagna

    Valcamonica

    176 514 11 9 115 101 9.373

    Valsabbia 97 778 19 11 73 137 2.992

    Valtrompia 71 1.122 130 11 17 203 1.714

    Totale 344 2.414 160 31 205 441 14.079

    1780-84 STATISTICA DEGLI IMPIANTI E DELLE STRUTTURE PRODUTTIVE ASB, Cancelleria prefettizia superiore, busta 46.

    Territori Fucine da fer-rarezza

    Fucine da rame

    Fucine da canne

    Fucine da chioderia

    Forni da ferro

    Valcamonica 97 2 0 13 8 Valsabbia 41 0 0 5 4 Valtrompia 33 0 10 16 6

    Totale 171 2 10 34 18

    1806 - EUGENIO DI BEAUHARNAIS VISITA LE FABBRICHE GARDONESI AA. VV. Visitatori illustri in Antologia gardonese, Brescia, 1969.

    La presenza dellantica fabbrica darmi determin, dopo quella dellArciduchessa dAustria, la visita a Gardone di molte personalit politiche, di re e imperatori. Eugenio di Beahurnais fu vicer dItalia dal 1805 al 1814. Era figlio di Josephine Tascher de la Pagerie, prima moglie di Napoleone vedova di Alexandre Beahurnais deputato agli Stati generali e vittima del Terrore. In occasione del matrimonio venne adottato con la sorella Ortensia ( che poi sposando Luigi Bonaparte divenne regina dOlanda) da Bonaparte. Giunto a Gardone, riconosciutane ed apprezzatane limportanza, istitu in Brescia un arsenale con un distaccamento , comandato dal capitano Nobili, con sede a Gardone.

    1811 IL PARIS PRODUCE LE PRIME CANNE DAMASCATE M.COMINAZZI Cenni sulla Fabbrica darmi di Gardone in Valtrompia. Brescia, 1843.

    Gio Battista Paris, dellomonima impresa, introduce nella fabbricazione delle canne la tecnica della

  • damascatura che le rende pi solide ed esteticamente ecceziona li

    1825 - LA PERFETTA DAMASCATURA C. QUARENGHI, Tecnocronografia, cit.

    La ditta gardonese Crescenzio Paris rappresentata da Gio Battista Paris, viene premiata dall I.R. Istituto Veneto per la perfetta damascatura delle canne da fucile.

    1827 - LE ARMI FULMINANTI C. QUARENGHI, Tecnocronografia, cit.

    Da un registro di conti della ditta gardonese Crescenzio Paris si rilevano notizie sulle armi da caccia fulminanti ossia collinnesco a pallottolina di fulminato di mercurio. In data 27 luglio sono nnotate infatti le seguenti cessioni:: Un para di canne fulminate al sig. Longareti di Urgnano (BG) per lire 2 Un para azzalini fulminanti a Luigi Zanetti per lire 2 Una canna a torchione per lire 6 Una detta fulminante per lire 1

    1845 - LA SPINGARDA DEI FRANZINI P.BOLOGNINI F. TROVATI, . Enciclopedia gardonese..., . cit.

    LAteneo di Brescia premia la ditta Franzini per aver fabbricato una magnifica spingarda di ferro damascato impreziosita dalle incisioni di Vincenzo Mutti.

    1860 - GARDONE CENTRO DI PRODUZIONE DELLE CANNE Giornale Militare, 1860. M. GUIZZETTI, La produzione armiera nelleconomia valtrumplina tra il 1825 ed il 1875. Tesi di laurea, a.a. 1994-1995.

    Annessa la Lombardia, il nuovo governo si premura di dar maggior vigore allindustria delle armi riorganizzando la fabrica gi esistente e concentrando a Gardone la fabbricazione delle canne.

    Saranno istituiti in Gardone appositi laboratori per le canne, i quali saranno considerati come succursali e alla dipendenza della Fabbrica di Brescia. Ivi sar destinato un rappresentante del Direttore di Brescia, che sar sotto la sua dipendenza e responsabilit. La Direzione cercher due o tre officine da prendersi a pigione nel paese, ne converr con i proprietari le locazioni, e far pervenire i contratti al Ministero per lapprovazione Gli operai fabbri dovranno provvedersi essi medesimi il carbone, e nel fabbricar canne si dovranno rotolare al meglio al fine di evitare che nella transizione, venga a mancar lavoro, si manderanno a Gardone fucili di fanteria da riparare

  • 1892 - SI INAUGURA IL BERSAI P.BOLOGNINI F. TROVATI, . Enciclopedia gardonesecit.

    Le origini del Bersai gardonese risalgono alla legge del 2 luglio 1882 che, promulgata su proposta di Giuseppe Garibaldi, istituiva in Italia il Tiro a Segno Nazionale allo scopo di preparare le nuove generazioni al servizio militare e di mantenere in addestramento gli effettivi dellesercito e delle milizie. Il 13 settembre del 1883, a firma dellallora sindaco Giuseppe Guerini, veniva affisso in Gardone un manifesto che invitava i cittadini ad iscriversi nei ruoli dei tiratori. Pochi mesi dopo, il 20 gennaio 1884, aveva luogo la prima riunione del sodalizio cui avevano aderito ottantadue soci sotto la presidenza del sindaco Guerini coadiuvato dai consiglieri avv. Giovanni Quistini, Giacomo Zanetti e dal garibaldino Giuseppe Peruchetti. Venne iniziata la costruzione del poligono ( che prender il nome di Bersai dalla dialettizzazione del termine bersaglio) in Valle di Gardone, sulla sinistra orografica del torrente Tronto. Nellopera si impegn limpresa edile Foresti di Bisogne; assistita da Pietro Paolo Cotelli. Limponente edificio

  • con le sue torri merlettate che lo rendevano del tutto simile ad un maniero medievale, fu progettato dalling. Camillo Arcangeli e cost complessivamente 17.585 lire. Il 25 settembre 1892 nella sala municipale di Gardone venne inaugurata la Societ di Tiro a Segno, e al Bersai, che rest il poligono di tiro gardonese fino agli anni 50 del secolo scorso, iniziarono le competizioni inaugurali che durarono cinque giorni con lo sparo di 14.326 proiettili di fucile 91. Il primo colpo fu sparato dallon. Zanardelli, padrino della cerimonia. Le gare assegnarono poi trentacinque premi, fra i quali, il primo, un vaso dalabastro orientale con rifiniture in bronzo dorato era dono del re. Sessantacinque furono i tiratori che parteciparono ai vari concorsi ed il primo premio venne conquistato dalla squadra bresciana; il terzo da quella gardonese composta dallavv. Giovanni Bianchi, da Giuseppe Mori e da Pietro Beretta.

  • Sigle usate nelle abbreviazioni:

    ASB Archivio di Stato di Brescia ASV Archivio di Stato di Venezia

  • LARSENALE DI GARDONE V.T.

    Nel 1806 durante la sua visita a Gardone e alle fabbriche darmi del paese, Eugenio di Beahuarnais vicer dItalia, ammirata lindustriosit e la potenzialit produttiva delle aziende locali, istituiva con I.R.D. un Arsenale militare a capo del quale venne posto un ufficiale. Nel 1845 esisteva gi un vasto capannone e veniva distribuito il lavoro alle officine che operavano per lArsenale. Nello stesso fabbricato si procedeva al collaudo dei materiali. I lavori di sistemazione della struttura, vennero ultimati nel 1850 anche per le pressioni esercitate sul Governo dalla Commissione insediata con lincarico di attuare i provvedimenti a favore degli alluvionati dallinondazione del Mella dellagosto 1850. Con lannessione della Lombardia al Regno Sardo, lArsenale, con R.D. 18 agosto 1859 assume la denominazione di : Fabbrica darmi di Brescia. Ebbe cos inizio lattivit di uno dei pi antichi stabilimenti militari, ricco di storia e caratterizzato dallopera fattiva delle maestranze nelle vicende risorgimentali. Lattivit ebbe immediato sviluppo dato che il Municipio offr allimpresa garibaldina mille fucili e che a questa fornitura segu un ordine di ventimila fucili da parte di Vittorio Emanuele II. Nel 1860, costituitosi lEsercito italiano, la Fabbrica DArmi di Brescia venne inclusa nellordinamento dellArtiglieria mantenendo il nome. Dal 1968 al 1970 le officine gardonesi concorrono alla trasformazione di ottocento mila fucili ad avancarica in fucili ad ago sistema Carcano. Nel 1871, dopo lampliamento dellopificio, inizia la trasformazione di un milione di fucili Wetterly in Wetterly-Vitali 70-87. Nel 1892 prende lavvio la fabbricazione della famose armi modello 91. Di questa serie i primi diecimila pezzi nascono a Gardone e verranno dati in dotazione alle truppe alpine. Dal 1898 al 1911 la Fabbrica DArmi perde il suo carattere autonomo e, per effetto del R.D. 29-12-1910, viene aggregata come stabilimento sussidiario allArsenale di Terni e poi soppressa. Nel 1911, a seguito della situazione internazionale, viene deciso lampliamento della struttura produttiva e dai cento operai del 1911 si arriver ai tremilasettecentonovanta del 1917. Imponente fu per lItalia lapporto dellArsenale gardonese alla soluzione del primo conflitto mondiale. I governi che si succedettero nel dopoguerra ignorarono del tutto gli stabilimenti militari fino al 1933, anno della totale riorganizzazione. La produzione si intensific dal 1935 per la guerra italo-etiopica. Il secondo conflitto mondiale vide lo stabilimento modernamente attrezzato e con una produzione imponente. L8 settembre 1943 lArsenale in piena produzione requisito dalle truppe tedesche e consegnato alla O.M. . Dello stabilimento non rimarr che un Ufficio Stralcio con scarso personale e funzioni di liquidatore. Terminate le vicende belliche, nonostante illusorie speranze, la O.M. torn nella sua struttura cittadina ed allabbandono segu la cessione della parte moderna della struttura ad altre imprese.

  • IL BANCO NAZIONALE DI PROVA DELLE ARMI DA FUOCO PORTATILI

    I Banchi di prova delle armi da fuoco portatili sono organizzazioni nelle quali le armi vengono sottoposte a delle prove forzate che diano, se superate, lassicurazione che i materiali impiegati nella loro costruzione e la qualit delle lavorazioni possano dare affidamento di resistenza nellimpiego normale. La prova delle armi costituisce quindi titolo di pregio e di garanzia per lindustria armiera nazionale. I pi antichi Banchi di prova europei sono quelli di Liegi (1622), Londra (1637), S. Etienne (1741) ai quali, in ordine di tempo, segu quello di Gardone che cess per la propria attivit con la caduta della Repubblica Veneta (1797). Nei primi anni del Novecento i migliori produttori italiani chiesero con insistenza listituzione di un Banco di prova e finalmente, con Decreto 13 gennaio 1910, si fond il BANCO NAZIONALE DI PROVA DELLE ARMI DA FUOCO PORTATILI con sede a Brescia e con due laboratori: uno in citt ed uno a Gardone V.T.. Numerosi intralci impedirono il funzionamento della nuova istituzione fino al 1 settembre 1920 quando venne aperta la sezione di Gardone V.T. cui segu il 1 luglio 1921 linaugurazione di quella di Brescia. Pur essendo la prova delle armi ancora facoltativa, in quello stesso anno vennero provate 34.802 armi; nel 1932 41.644 e nel 1924 48.040. I produttori armieri andavano nel frattempo convincendosi della necessit della prova obbligatoria che fu sancita definitivamente con Decreto del 30 dicembre 1923. Dopo un periodo di adeguamento, la norma entr in vigore il 9 febbraio 1925. Il 17 maggio 1930 cess lattivit la sezione di Brescia e quella di Gardone assunse maggiore importanza fino allistituzione, con Decreto del 23 febbraio 1960, di un unico Banco Nazionale con sede in Gardone, cui viene dato un preciso regolamento con il D.P.R. del 28 ottobre 1964. Il Banco gardonese trov la sua prima localizzazione in due edifici sulla destra orografica del Mella e nel 1951 venne trasferito in localit Cornelle, in un ex dormitorio per operaie della ditta Beretta. Le continue modernizzazioni e ladozione delle pi sofisticate tecnologie, unite alle notevoli capacit della dirigenza e delle maestranze, hanno fatto s che oggi il Banco gardonese possa essere considerato il pi importante del mondo.

  • OSPITI ILLUSTRI IN TERRA DI GARDONE

    La presenza a Gardone di unattiva e rinomatissima produzione armiera condusse nel centro trumplino, per un secolo, principi, imperatori e personalit politiche desiderosi di visitare personalmente gli opifici e di avere dirette informazioni sulle invidiate tecnologie produttive. In ordine cronologico le cronache del tempo ricordano la visita di:

    1781 MARIA AMALIA ARCIDUCHESSA DI PARMA moglie di Ferdinando di Borbone duca di Parma, sorella degli imperatori Giuseppe II e Leopoldo II dAustria

    1806 EUGENIO DI BEAUHARNAIS VICERE DITALIA istituisce un Arsenale a Brescia con un distaccamento a Gardone

    1816 FRANCESCO I IMPERATORE DAUSTRIA accompagnato nella sua visita dal PRINCIPE DI METTERNICH

    1818 ARCIDUCA RANIERI VICERE DEL LOMBARDO VENETO accompagnato dalla moglie MARIA ELISABETTA

    1820 FERDINANDO III GRANDUCA DI TOSCANA

    1823 Nuova visita dellARCIDUCA RANIERI

    1824 LEOPOLDO II GRANDUCA DI TOSCANA

    1825 ARCIDUCA FRANCESCO CARLO DASBURGO accompagnato dal suocero MASSIMILIANO RE DI BAVIERA

    1834 ARCIDUCA GIOVANNI DASBURGO

    1838 ARCIDUCA LUIGI DASBURGO

    1842 ARCIDUCA STEFANO DASBURGO

    1890 S.M. UMBERTO I RE DITALIA accompagnato dal PRINCIPE DI NAPOLI e dal Ministro di Stato

  • GIUSEPPE ZANARDELLI

  • Guida alla mostra

  • LA VILLA MUTTI BERNARDELLI SEDE DEL MUSEO DELLE ARMI E DELLA TRADIZIONE ARMIERA IN GARDONE V.T.

    Il Museo ospitato con la Biblioteca in un edificio gi propriet della famiglia Mutti-Bernardelli acquisito da alcuni anni dal Comune di Gardone Valtrompia. La villa si sviluppa su una superficie di duemilacinquecento metri quadrati e comprende ambienti che spaziano dal XV al XVIII secolo. Il corpo centrale della costruzione caratterizzato da un portico colonnato con archi ribassati tipico delle coeve abitazioni signorili seicentesche ancor esistenti in Gardone. Particolarmente interessanti sono alcuni locali del piano terra: unampia sala con camino in pietra, datato 1749 e fregiato dallo stemma dei Mutti; un salone attiguo di impostazione quattrocentesca con volta scandita a vele, sotto le quali sono sistemati alcuni lunettoni dipinti su tela da Giuseppe Mozzoni; un salotto con soffitto a cassettoni sul quale compaiono i segni zodiacali accompagnati dallo stemma della Valle Trompia. Da questo, che detto il salottino rosso, per un ingresso che si apre sulla parete sinistra si accede allex cappella privata della villa. Sulla parete destra del piccolo oratorio, dove probabilmente era eretto laltare con il trabernacolo, visibile una bella scultura in bassorilievo assegnabile al XVI secolo. Raffigurante una Madonna in trono con Bambino. Sotto questa scultura, in un tondo scolpito ancora in bassorilievo si ammira il busto di un prelato, probabilmente un discendente degli antichi proprietari della villa. Nel corpo di fabbrica attiguo si trova unampia sala, con copertura a volto ed interessanti decorazioni. Al piano superiore, quella che doveva essere ununica grande sala stata suddivisa in diversi ambienti. Sotto i soffitti settecenteschi sono state rinvenute travi e mensole in legno intagliate. Di rilievo sono anche alcuni motivi decorativi che si vedono nel portico di accesso al parco ( ora giardino pubblico comunale) che delimita anche un locale un tempo adibito a stalla, che conserva alcuni arredi in ferro e pietra di notevole interesse. Degni di nota sono anche la fontana del cortile alimentata da una cisterna sotterranea ed il pozzo celato dietro la finta parete in una delle stanze al piano terreno.

  • La prima et principal mercantia della citt di Brescia la ferrarezza et larte delle armi, come spade e corsaletti

    A Brescia larte del fabbricare armi ed armature fu una delle principali, forse la pi importante, tra le attivit economiche fin dai tempi remoti. La citt infatti collocata allo sbocco di tre Valli: Val Camonica, Val Trompia e Val Sabbia. Di queste le prime due abbondano di giacimenti di ferro, il minerale necessario per la produzione delle canne. Dal 1426 anche Brescia e la Val Trompia entrano a far parte dei territori della Serenissima ed i gardonesi in particolare, contribuiscono al successo delle armate venete impegnate contro i Visconti, derivandone numerosi benefici consistenti in esenzioni fiscali ed ampi privilegi sul commercio delle ferrarezze. Il settore armiero si afferm particolarmente nel secolo XVI anche se non fu sempre facile conciliare gli interessi della politica estera veneta con quelli dei maestri trumplini.

    VETRINA N. 1

    Nel 400 larmatura, evoluzione delle corazze che gi nella seconda met del Trecento rivestivano interamente il guerriero, raggiunge un equilibrio pratico-funzionale difficilmente eguagliabile. La sobriet di linee e la perfezione plastica rispecchiano appieno la nostra mentalit rinascimentale. Verso la fine del secolo si produssero armature alla tedesca non solo per il gusto doltralpe, ma anche legate ad una nuova concezione ed ad un nuovo utilizzo guerresco delle fanterie che si perfezion nelle Guerre dItalia. Per tutto il XVI secolo convivono produzioni di armature completamente lisce, sbalzate o decorate, che si adeguano ad usi e costumi del committente. Nascono guarniture con infinite soluzioni di pezzi intercambiabili, a seconda dellimpiego richiesto, ormai non esclusivamente da guerra , ma prodotte anche solo per soddisfare le varie forme di giochi guerreschi quali giostre e tornei, seguendo poi, nelle varie linee, levoluzione della moda legata al costume civile.

    1/V1 - BACINETTO Italia settentrionale; 1400 ca. Copricapo di ferro in uso, nelle sue varie evoluzioni, dalla fine del XII sec. alla prima met del XVI. Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    2/V1 - PETTO Italia settentrionale; XV sec. Parte dellarmatura a protezione della parte anteriore del torso. Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    3/V1 - CELATA

    Italia settentrionale; XV sec. Armatura del capo che scende fino agli occhi, fornita di gronda spiovente. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    4/V1 - CELATA Italia settentrionale; XV sec.

    Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    5/V1 - ARMATURA INCOMPLETA Italia settentrionale; 1500/1510. Resti di armatura da piede o da cavallo leggero.

  • Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    6/ V1 - ARMATURA INCOMPLETA AD ANIMA

    Italia settentrionale; XVII sec. Resti di armatura a lame articolate del tipo detto alla ungara Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    7/ V1 - BORGOGNOTTA Italia settentrionale; XVI sec. Elmo leggero, con tesa e gronda, per armatura da cavallo. Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    8/ V1 - ELMETTO DA CAVALLO Italia settentrionale; 1550/1560. Particolare forma di elmo, chiuso ed interamente protettivo del capo. Provenienza : Museo di Palazzo Venezia Roma.

    9 / V1 - PETTO Italia settentrionale; 1560 ca.

    Provenienza : Museo di Palazzo Venezia Roma.

    10 / V1 - PETTO Italia settentrionale; XVI sec.

    Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    11 / V1 - ARMATURA INCOMPLETA Lombardia-Brescia; XVI sec. Caratteristico esempio della serie di armature dette da guardia papale ritenuta di produzione sicuramente bresciana. Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    12 / V1 - MORIONE AGUZZO Italia settentrionale Brescia ? XVI sec. Particolare tipo di elmo destinato alla fanteria o a gruppi di armati a piedi. Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    13/ V1 - MORIONE TONDO Italia settentrionale XVI sec.

    Provenienza: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    14/ VI - PETTO Lombardia, Brescia XVII sec.

    Provenienza: Collezione privata.

  • VETRINA 2

    Le armi in asta sono armi bianche montate su unasta della lunghezza di circa due metri, realizzate nello loro varie tipologie con lintento di poter colpire il nemico ad una certa distanza, mantenendo sempre il controllo dellarma. Si ispirarono originariamente a modelli molto antichi (lancia, spiedo, tridente ecc), ma nel Medioevo divennero espressione della grande rivoluzione che si realizz col passaggio dal predominio della cavalleria a quello della fanteria. Negli scontri campali gli uomini dei liberi comuni si presentarono al combattimento armati dei loro attrezzi di lavoro, trasformati in armi come testimoniato dal roncone o dalla falce fenaria che in ambito bresciano-lombardo assurgono a simbolo di questa esperienza. Lo stesso significato ha, per le fanterie svizzere e tedesche, l alabarda, il cui utilizzo si diffonder poi in tutta Europa. Nei secoli XV e XVI e fino allinizio del XVII Brescia e le sue Chiusure contavano un gran numero di botteghe ci armaroli. Ogni bottega si specializzava nelle confezioni di parti darmatura: elmi, pettorali, bracciali, guanti, fornendo lavori di altissima qualit, assemblabili poi con pezzi prodotti da altre botteghe. Per soddisfare grandi commesse si instauravano collaborazioni tra le diverse botteghe ed i vari maestri.

    86/ V2 - SPIEDO Nord Italia; XVI sec. Arma in asta con ferro triangolare e gorbia faccettata. Provenienza: Collezione privata.

    87/ V2 - RONCONE Nord Italia; fine XV sec. Tipica arma in asta legata al territorio bresciano. Provenienza: Collezione privata.

    88/ V2 - CORSESCA DETTA A PIPISTRELLO Nord Italia; XVI sec. Arma in asta con il ferro formato da una cuspide a quadrello, con due lame corte laterali ricurve verso il basso. Prov. : Museo di Palazzo Venezia - Roma.

    89/ V2 - CORSESCA AD UNGHIE Nord Italia ; XVII sec.

    Provenienza: Collezione privata.

    90/ V2 - BRANDISTOCCO

    Nord Italia; XVI sec.

    Arma con ferro a tre lame, di cui quella centrale pi lunga e le ali pi corte rivolte verso lalto. Prov.: Collezione privata.

    91/ V2 - SCURE DARME DA FANTE Nord Italia; XVI sec. Superbo esemplare di arma da fante con lama a mezzaluna e forte becco. Prov.: Museo di Palazzo Venezia - Roma.

    111/ V2 BASTONE ANIMATO O BUTTAFUORI DA PELLEGRINO Lombardia; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    92/ V2 FORCA Bologna ? XVI sec. Arma in asta a due rebbi. Prov.: Museo di Palazzo Venezia - Roma

    93/ V2 TRIDENTE Nord Italia; XVI-XVII sec. Forcone a tre rebbi con gorbia a tronco di piramide. Prov.: Collezione privata.

  • 94/ V2 - ALABARDA Svizzera; XVI sec. Arma in asta da punta, taglio e frattura. Prov.: Collezione privata.

    95/ V2 - ALABARDA Nord Italia; XVI sec.

    Prov.: Collezione privata.

    96/ V2 - ALABARDA Nord Italia; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    97/ V2 - COPPIA DI ALABARDE Nord Italia; XVI sec.

    Prov.: Collezione privata.

    98/ V2 - ALABARDA Nord Italia; XVII sec.

    Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    99/ V2 - FALCIONE ARCAICO Nord Italia o Germania; XV sec. Arma che nella sua semplicit ricorda le antiche falci senarie inastate usate dalle fanterie comunali lombarde. Prov.: Collezione privata .

    100/ V2 - FALCIONE Nord Italia; fine XVI - inizi XVII sec. Il marchio punzonato sulla lama ricorda la famiglia Ottoboni di Brescia. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    102/ V2 - QUADRELLONE DA BRECCIA Italia; XVI sec. Arma utilizzata per creare brecce nelle difese lignee delle fortificazioni campali. Prov.: Collezione privata.

    101/ V2 - SPIEDO DA CACCIA Nord Italia; XVI sec.

    Prov.: Collezione privata.

    110/ V2 - MORGHENSTERN Italia o Svizzera; XVII sec. Arma di semplice costruzione, protagonista di epici scontri nelle guerre dindipendenza dei comuni svizzeri. Prov.: Collezione privata.

    104/V2 - ALIGHIERO Italia; XVI sec. Attrezzo ed arma marinara utilizzato anche per agganciare le murate delle navi avversarie. Prov.: Collezione privata.

    103/ V2 - PARTIGIANA Italia o Francia; XVII sec. Arma composta da una larga lama a due tagli con alla base alette darresto. Prov.: Collezione privata.

    99/ V2 - FALCIONE ARCAICO Nord Italia o Germania; XV sec. Arma che nella sua semplicit ricorda le antiche falci fenarie inastate usate dalle fanterie comunali lombarde. Prov.: Collezione privata .

  • LA PRODUZIONE DI ARMI BIANCHE NEL BRESCIANO

    Il ferro necessario alla fabbricazione di armi bianche veniva cavato nelle miniere della Valtrompia e della bergamasca Valle di Scalve. Il materiale grezzo subiva poi un processo di raffinazione e di fusione nei forni e veniva quindi preparato per le successive lavorazioni. Nel caso specifico delle lame per far le spade, veniva utilizzatoli minerale cavato a Collio che era poi fuso nel forno di Bagolino e portato a Nave e Caino. Altro ferro delle miniere della Valtrompia serviva per far guardie e pomi di spada nei paesi dove la specializzazione aveva creato apposite fucine: tra gli altri Inzino, Lumezzane e Gardone, dove i fornimenti venivano forgiati e sgrossati prima di essere condotti a Brescia per la finitura ed il montaggio.

    VETRINA N.3

    21/ V3 GRANDE SPADA ALLANTICA Brescia e Caino; XVII sec. Spada con lama attribuita al maestro Matthia Meneghetti attivo a Caino. Prov.: Collezione privata.

    20/ V3 SPADONE A DUE MANI Svizzera o Germania; XVI sec. Arma utilizzata per la difesa delle posizioni o per frangere i muri di picche. Prov.: Collezione privata.

    17/ V3 - SCHIAVONESCA Nord Italia; XV sec. Spada utilizzabile sia nei combattimenti da terra che a cavallo. Prov.: Collezione privata.

    58/ V3 - SPADA DA ABITO DA CACCIA Europa; XVII sec. Solitamente appartenenti alla tipologia dei palosci , queste spade vennero usate per la caccia ed in battaglia. Prv.: Collezione privata.

    30/ V3 SPADA DA CAVALLO Europa centro settentr. XVII sec.

    Spada da cavalo a lama larga. Prov.: Collezione privata.

    36/ V3 SPADA A TAZZA DA GUERRA Spagna o domini spagnoli; XVII sec. Spada da guerra che segue la moda civile e richiama il gusto del tempo. Prov.: Collezione privata.

    37/V3 - SPADA DA GUERRA DETTA A BOCA DE CABALLO Spagna o domini spagnoli; fine XVII inizi XVIII sec. Tipica arma da guerra dellesercito spagnolo, usata anche in Piemonte. Prov.: Collezione privata.

    58/V3 SPADA DA ABITO DA CACCIA Europa; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    15/V3 - SPADA A DUE MANI Italia; fine XV inizi XVI sec.

    Prov.: Collezione privata.

  • 19/V3 - SPADA A DUE MANI DA CACCIA Germania; XVI sec.

    Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    16/V3 - SPADA A DUE MANI Italia o Germania; XV sec.

    Prov.: Collezione privata.

    15/ V3 SPADA A DUE MANI Italia; fine del XV inizi del XVI sec. Cos definita perch date le misure ed il peso deve essere impugnata con entrambe le mani. Prov.: Museo di Palazzo Venezia- Roma.

    19/ V3 SPADA A DUE MANI DA CACCIA Germania; XV sec. Arma usata per la caccia allorso e al cinghiale. Prov.: Museo di Palazzo Venezia, Roma.

    16/ V3 SPADA A DUE MANI Italia: fine XV inizi XVI sec. Spada da guerra di probabile origine altoatesina. Prov.: Collezione privata.

    43/V3 - SPADA DA FANTE A GRANCHIO Brescia; XVII sec. Spada con guardia a due bracci, con archetti ricurvi rientranti verso il basso. Prov.: Collezione privata.

    44/V3 SPADA DA FANTE A GRANCHIO Brescia; XVII sec. Lama prodotta dai De Fada di Nave. Prov.: Collezione privata.

    42/V3 - SPADA DA FANTE A GRANCHIO Brescia; XVII sec. Lama prodotta dallofficina Scanzi di Caino. Prov.: Collezione privata.

    39/V3 - SPADA DA LATO O COSTOLIERE Brescia; 1520-1530. Prototipo per le armi dalla guardia complessa ( schiavone, strisce, ecc) Prov.: Collezione privata.

    45/V3 - SPADA DA FANTE Brescia; fine XVI inizi XVII sec. Arma che riveste interesse nella sua tipologia. Prov.: Collezione privata.

    41/V3 - SPADA DA FANTE Domini veneti; XVI sec. Arma identificata come schiavona o il lirica. Prov.: Collezione privata.

    47/V3 - SCHIAVONA Veneto; fine XVI inizi XVII sec. Arma propria della cavalleria veneta, poi esportata in altre nazioni. Prov.: Collezione privata.

    51/V3 - SCHIAVONA Veneto; 1620-1650.

    Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    50/V3 SCHIAVONA Veneto (?); 1650 ca. Con fornimento in argento massiccio. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    49/ V3 SCHIAVONA Nord Italia; XVIII sec.

    Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    48/V3 - SCHIAVONA Veneto e domini; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    46/ V3 SPADA CORTA DA FANTE ALLA SCHIAVONA Nord Italia; XVI sec. Arma usata per lutilizzo su imbarcazione. Prov.: Collezione privata.

  • 54/V3 STORTA O COLTELLA DA GUERRA Brescia; fine XVI- inizi XVII sec. Lama larga con yelaman marcato. Prov.: Collezione privata.

    52/V3 STORTA O COLTELLA DA GUERRA Brescia; 1620-1630. Arma ad un solo filo, tagliente curvo e con marca Caino. Prov.: Collezione privata.

    53/V3 STORTA O COLTELLA DA GUERRA Brescia; fine XVI inizi XVII sec. Arma attribuibile a Callisto Desenzani, attivo a Caino. Prtov.: Collezione privata.

    57/ V3 - HANGER (Storta) Inghilterra, prima met del XVII sec. Lama curva ad un filo e breve tagliente al filo falso. Prov.: Collezione privata.

    59/ V3 COLTELLA Belluno; XVII sec. Corta lama storta a breve filo falso. Prov.: Collezione privata.

    56/ V3 COLTELLA Nord Italia; fine XVI inizi XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    55/ V3 STORTA O COLTELLA DA GUERRA Brescia, 1620-1630.

    Prov.: Collezione privata.

    28/ V3 - STOCCO COMBINATO A MARTELLO DARME Italia o Germania: XVII sec. Arma utilizzabile come stocco da cavallo o martello darme da piede. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    25 /V3 - CINQUEDEA Emilia; XVI sec.

    Arma italiana derivata da antiche tipologie, con incisioni che si ispirano agli splendori classici. Prov.: Museo di Palazzo Venezia - Roma.

    27 SPADA DA LATO Italia o Germania: XVII sec. Splendida spada da lato con lama fabbricata a Caino. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    24/V3 - CINQUEDEA Emilia; XVI sec.

    Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    26/V3 - SPADA DA LATO Brescia e Gromo; XVI sec.

    Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    23/ V3 STOCCO Nord Italia; XVI sec. Robusta arma dalla lunga lama, atta a colpire specialmente di punta. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    22/V3 - STOCCO Italia; XVI sec.

    Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    38/V3 - SPADA DA FANTE Germania; XV sec.

    Prov.: Collezione privata.

    40/V3 SPADA DA FANTE Domini veneti; XVI sec.

    Prov.: Collezione privata.

  • GIOSTRE E TORNEI

    Fino a quando le guerre si combatterono con spade e scudi e lance il duello rimase a lungo quello di stampo longobardo, molto spesso praticato anche con scudi e mazze di legno, simulacri della spada. Il gesto, nel duello, era quello praticato in guerra e il duello stesso serviva per preparare alla battaglia oltre che per gestire le tensioni sociali. Cos era anche per i giochi guerreschi tra singoli e di gruppo: giostre tornei e battagliole che inizialmente preparavano intere citt allo scontro armato e che solo pi tardi divennero veri e propri giochi e svaghi.

    VETRINA N. 4

    107/ V4 - CORONCINA DA GIOSTRA CORTESE Europa; XV-XVI sec. Punta di lancia utilizzata, nelle giostre cortesi, per evitare che limpatto dellarma divenisse penetrazione. Prov.: Collezione privata.

    108/V4 SCHIFALANCIA Italia settentrionale; XVI sec. Protezione della mano, a forma di imbuto, applicata alla lancia. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    82/ V4 - MAZZA Europa dellEst; XVII sec.

    Arma balcanica usata a cavallo ed anche da uomini appiedati. Prov.: Collezione privata.

    83/V4 - MAZZA FERRATA Europa centrale; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    84/V4 - MARTELLO DA UOMO DARME Ungheria; XVII sec. Arma della cavalleria utilizzata nei combattimenti ravvicinati. Prov.: Collezione privata.

    115/ V4 - COLLEZIONE DI POMI

    Pomi di diverse epoche e per diverse tipologie di spade. Gardone fu uno dei tre centri bresciani in cui si espresse larte della creazione di fornimenti per le spade. Prov.: Collezione privata.

  • BRAVERIA E LAME CINQUECENTESCHE

    Il duello per punto donore stato una tappa saliente dellevoluzione dellarma bianca e dellarte della scherma, ma anche un momento storico e sociale di notevole interesse per il territorio bresciano: infatti qui si produsse buona parte delle cosiddette lame lunghe, destinate alla religione dellonore. Brescia e Bergamo generarono inoltre anche una buona parte delle schiere di bravi attive sul nostro e sui territori vicini. Non solo il campo di battaglia dett le regole della nuova scherma seicentesca, ma una nuova branca della marzialit riunir il concetto di bravura con le armi a quello dellonore: il duello.

    VETRINA N.5

    79/ V5 - COLTELLO A SERRAMANICO DA DUELLO O NAVAJA Spagna; XIX sec. Arma utilizzata nei duelli della braveria. Prov.: Collezione privata.

    80/ V5 DAGA MANO SINISTRA DA ALLENAMENTO Italia; XIX sec. Arma per le scuole di spada e pugnale. Prov.: Collezione privata.

    77/ V5 - PUGNALE

    Spagna; XVII-XVIII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    74/ V5 - DAGA O MANO SINISTRA Europa; XVI-XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    76/ V5 MISERICORDIA O STILETTO Brescia; 1650 ca. Pugnale che prende il nome dal gesto di piet che, in battaglia, terminava la sofferenza dei feriti. Prov.: Collezione privata.

    78/ V5 STILETTO O MANO SINISTRA Nord Italia; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    34/ V5 - SPADA DA LATO Germania ed Italia; 1600 ca.

    Prov.: Collezione privata.

    35/ V5 STRISCIA A VALVE Caino e Brescia; XVI sec. Spada da duello con lama di Caino e fornimento bresciano. Prov.: Collezione privata.

    33/ V5 - SPADA A TAZZA Gromo-Brescia; XVI sec. Ottimo esempio di spada da duello prodotto dagli spadai Scacchi di Gromo. Prov.: Collezione privata.

    29/ V5 STRISCIA A VALVE Brescia; XVII sec. Arma da considerare una striscia per la lunghezza della lama Prov.: Collezione privata.

    32/ V5 STRISCIA DA DUELLO Italia o Germania; fine XVI inizi XVII sec. Arma di uso civile e da duello. Prov.: Collezione privata.

  • 18/ SPADA A DUE MANI DA SALA DARME Germania; XVI sec. Spada tedesca, di notevole fattura, per scuole darmi. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    73/ V5 - DAGA MANO SINISTRA A VELA CON LAMA A SESTE Brescia; XVII sec. Arma che, con lapertura delle seste, consentiva limmobilizzo della lama avversaria. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    63/ V5 SPADA O SPADINO Spagna; XVIII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    61/ V5 - SPADA DETTA SPADINO Brescia e Caino; 1650 ca. Larma che in citt e alle feste accompagna i nobili. Prov.: Collezione privata.

    60/ V5 - SPADA DA ABITO CIVILE O DA CITTA Brescia; XVI sec . Arma prototipo di quelle che poi verranno chiamate spadini. Prov.: Collezione privata.

    62/ V5 SPADA DA BAMBINO Francia; fine XVII inizi XVIII sec. In tutto simile alle armi da adulto, ma di dimensioni proporzionalmente ridotte. Prov.: Collezione privata.

    31/ V5 - SPADA DA ALLENAMENTO Europa; XVII sec.

    Prov.: Collezione privata.

    75/ V5 - STILO SAGOMATO Seconda met XVII sec.

    Attrezzo utilizzato dai bombardieri per misurare il diametro delle palle o il diametro delle bocche da fuoco . Prov.: Collezione privata.

  • VETRINA N. 6

    116/ V6 - BALESTRA DA CACCIA Germania; XVI sec. Arma da corda manesca con teniere. Fusto in legno impiallacciato in corno, arco in corno e corda in materiale organico. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

  • I SISTEMI DI ACCENSIONE (1)

    LA PIASTRA A MICCIA ( SERPENTINO)

    Fino a quando il tiratore fu costretto a reggere larma con una sola mano ed usare laltra per avviare laccensione, lefficacia delle bombarde manesche fu molto ridotta. Il primo miglioramento fu lideazione di un semplicissimo congegno realizzato nei primissimi anni del 400 che consent limpiego delle due mani per reggere e puntare larma. Si tratt allinizio di un braccio di ferro modellato ad S imperniato sul lato destro della cassa. Lestremit superiore terminava con un morsetto in cui si fissava una miccia. Tirando lestremit inferiore si provocava la rotazione del pezzo, si portava la miccia ardente a contatto con la polvere dinnesco contenuta nel bacinetto e si avviava laccensione. Da questo primo semplice congegno si pass in breve tempo ad altri sistemi pi complessi : la serpe a leva, a scatto , a stanghetta, che a loro volta subirono numerose evoluzioni. Larma lunga a miccia ebbe un notevole successo in campo militare per le sue caratteristiche di economicit, funzionalit e di facile manutenzione.

  • I SISTEMI DI ACCENSIONE (2)

    LA PIASTRA A RUOTA

    Col progredire dellevoluzione tecnologica, tra la fine del 400 e gli inizi del 500 venne realizzato un nuovo congegno che consentiva labbandono della miccia sostituita da un meccanismo che provocava scintille dallattrito tra un pezzo di pirite ed uno di ferro. Il sistema impiegato ricorda, come principio meccanico, quello ancora in uso in gran parte degli accendisigari : un pezzo di pirite trattenuto dalle ganasce di un cane mobile incernierato ad una cartella veniva tenuto a contatto con il bordo esterno ed irregolare di una ruota pure fissata alla piastra. Caricata la ruota con unapposita chiave, tirato il grilletto, attraverso molloni, leve e denti di arresto la ruota girava su se stessa ed entrava in contatto dattrito con la pirite provocando laccensione della polvere dinnesco. Non sono noti il luogo e linventore della piastra a ruota anche se numerose prove ( fra cui il disegno del foglio 56 del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci) sono a sostegno di una sua origine italiana.

  • VETRINA N. 7

    159/ V7 - MOSCHETTO A MICCIA Brescia; XV-XVI sec. Arma con canna ottagonale stromabata del XV sec. La cassa forse pi tarda. Serpe o draghetto a forma di C alla rovescia. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione armiera Gardone V.T.

    85/V7 - SPADA DA FUOCO Germania; XVI sec. La lama un tuttuno con la canna che ne costituisce il dorso. Al forte avvitato il meccanismo a ruota di sparo. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    202/ V7 - FIASCA DA POLVERE Brescia; fine XVI - inizi XVII sec. Fiasca dalla classica forma a mezzo tronco di cono, con lamina sbalzata al centro e stemma non identificato. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

  • I SISTEMI DI ACCENSIONE (3)

    LACCIARINO A PIETRA FOCAIA

    Il costo e la delicatezza del meccanismo a ruota ne ostacolarono lutilizzo generalizzato in campo militare ma il vantaggio di avere unarma sempre pronta al tiro non poteva essere trascurato. Cos in tutta Europa si lavor alla realizzazione di sistemi daccensione meccanica pi semplici ed economici. Nacque lacciarino a pietra focaia. In questo meccanismo il cane che trattiene tra le ganasce la pietra focaia azionato da una molla che lo fa urtare contro la martellina dando luogo alle scintille che incendiano la polvere dinnesco dando il via allaccensione.

  • Si fanno schioppi di ogni sorte.

    Nelle relazioni dei Rettori Veneti troviamo conferma che sin dagli inizi del XVI secolo Gardone ha ormai assunto unimportanza preminente, rispetto alle altre terre del dominio veneto, nella fabbricazione di canne, mentre localit come Inzino, Magno, Marcheno e Lumezzane si sono specializzate nella lavorazione degli accessori. Gardone era il fornitore ufficiale delle canne da guerra per la Serenissima. A Brescia si effettuava limmanicatura dellarma e gli armaioli della citt, pur appartenendo ad un proprio Paratico, operavano in stretta collaborazione con i maestri attivi nei centri trumplini. La maestranza gardonese difese sempre la sua autonomia, basandola su severi principi disciplinari ed organizzativi, a salvaguardia dellinteresse produttivo della Valle.

    VETRINA N 8

    118/ V8 - TERZETTA BRESCIANA A RUOTA Brescia; 1630 ca. Pistola a canna lunga, punzonata LAZARI COMINAZ (Angelo). Arma di grande finezza ed eleganza. Prov.: Collezione privata.

    130/ V8 PISTOLA DA FONDA CON ACCIARINO ARCAICO A PIETRA FOCAIA Brescia - Gardone Val Trompia; 1625/1630 ca. Canna a due ordini firmata GIO BATT FRANCINO indicazione che si trova di solito su armi realizzate per importanti committenze. Prov.: Collezione privata.

    122/ V8 - PISTOLA A PIETRA FOCAIA A DUE FUOCHI

    Brescia, - Gardone Val Trompia; XVII sec. Arma a due cariche sovrapposte nella stessa canna con foconi sfalsati. Canna marcata LAZARO COMINAZZO. Arma importantissima per la particolarit delle soluzioni meccaniche. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    123/ V8 PISTOLA DA FONDA A PIETRA FOCAIA Brescia Gardone Val Trompia; XVII sec. Arma di eccezionale finezza con canna firmata LAZARINO COMINAZZO tra punti trilobati. Fornimenti in ferro traforati. Prov.: Collezione privata.

    135/V8 - PISTOLA MILITARE VENETA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Arma dordinanza della cavalleria veneta, usata fino alla caduta della Serenissima (1797). Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone Val Trompia.

    131/V8 PISTOLA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Arma accorciata per luso da tasca. Lacciarino porta la firma di M. GIURATI mentre in culatta punzonato il marchio del gardonese VENTURA BERTARINI . Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    145/ V8 PISTOLA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Arma per esportazione che reca la firma dellazzaliniere bresciano G. BANCHI. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    129/ V8 PISTOLA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Villa Carcina (BS); XVII sec. Canna faccettata in culatta, con la firma del maestro di canne gardonese GIO BATTA PEDRETTI. Cartella firmata FIORENTINO IN B.

  • Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    158/ V8 RIVOLTELLA AD AZIONE SINGOLA Brescia; 1860-1870. Una delle prime armi a rotazione fabbricata dalla GLISENTI di Villa Carcina. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    157 /V8- PISTOLA AD AVANCARICA A PERCUSSIONE Brescia; XIX sec. Arma settecentesca ridotta dalla pietra focaia alla percussione. Canna con la firma LAZARI COMINAZ (lultimo dei Lazzarini). Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

  • I SISTEMI DI ACCENSIONE (4)

    I MECCANISMI A PERCUSSIONE

    Laspetto rivoluzionario del sistema a percussione consiste nel non dover avere pi a disposizione una fonte di fuoco ( miccia o scintilla ) per accendere la polvere, ma che laccensione ottenuta da una polvere chimica : il fulminato di mercurio. La completa affermazione di questo sistema si ebbe con linvenzione delle capsule metalliche impiegate su un luminello. Questultimo un piccolo perno forato filettato e avvitato allestremit del focone con la funzione di far da supporto alla capsula e di convogliare la fiammata alla carica di lancio. La capsula, piccola coppetta di metallo ( ottone o rame) contenente sul fondo il fulminato, veniva inserita sul luminello. Allo scatto del cane il fulminato, schiacciato tra il fondo della capsula ed il luminello, esplodeva provocando la deflagrazione della polvere nera contenuta nella canna. Linvenzione della capsula segn la scomparsa della pietra focaia e fu alla base dei futuri importanti sviluppi dei sistemi di accensione.

  • VETRINA 10

    117/ V10 - PAIO DI PISTOLE AD AVANCARICA A RUOTA Brescia; inizi XVII sec. Canne azzurrate e ageminate in oro con la prestigiosa firma del gardonese LAZARI COMINAZ; sulla cartella la marca M.F. con corona a tre punte. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    I FONDACI

    Poich la produzione gardonese era direttamente legata alle esigenze militari della Serenissima e il governo veneto negava lesportazione del prodotto negli stati esteri, gli armaioli gardonesi si trovavano periodicamente esposti a lunghi periodi di assoluta inattivit. Per ovviare a questa situazione Venezia istitu gi dal 1588, a Brescia e a Gardone, due Fondaci sostenuti da un consistente finanziamento. I fondegari, in tempo di crisi, avrebbero dovuto sopperire alla mancanza di ordinativi acquistando e immagazzinando lordinaria produzione bresciana, che sarebbe poi stata assorbita da Venezia in relazione alle necessit del momento. Si garantiva in tal modo una continuit produttiva e una omogenea fornitura di materiale grezzo a tutti i maestri gardonesi. Purtroppo linteresse e lingordigia di pochi finirono per per privilegiare i mercanti a danno delle maestranze.

    VETRINA 11

  • 120/V11 - PISTOLA AD AVANCARICA A RUOTA Brescia; XVII sec. Pistola con canna a due ordini e con la prestigiosa firma di LAZARINO COMINAZZO. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    126/V 11 - PAIO DI PISTOLE AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA A DUE CANNE Brescia; 1660-1670. Canne sovrapposte ad anima liscia. Sulla culatta la firma LAZARINO COMINAZZO. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    127/ V11 - PAIO DI PISTOLE AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVII sec. Canne sfaccettate ad anima liscia con la firma GIO MARIA FRANCINO, maestro della grande dinastia armiera gardonese. Prov.: Museo di Palazzo Venezia Roma.

    VETRINA 12

    133/ V12 - PISTOLA DA FONDA A PIETRA FOCAIA Brescia; 1660-1670. Elegante pistola con acciarino firmato da FRAN.CO GARAT e canna di LAZARINO COMINAZZO (Fortunato). Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    134/V12 - COPPIA DI PISTOLE DA FONDA A PIETRA FOCAIA Brescia; 1750 ca. Armi ornate e placcate in argento con la firma P. FRANCINE Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    138/V12 - MAZZAGATTO A PIETRA FOCAIA Brescia; 1720-1740. Piccola pistola con cartella marcata P. MARTINONI. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    128/ V12 - PISTOLA DA FONDA A PIETRA FOCAIA Brescia; 1750 ca. Acciarino firmato FRACHETI, ornato in agemina di ottone ed argento. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    137/ V12 - MAZZAGATTO A PIETRA FOCAIA Gardone; 1740 ca. Acciarino marcato P. LORANDI e canna firmata dal maestro gardonese P. MORETTA. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

  • VETRINA 13

    119/V13 - PISTOLETTO AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA A RUOTA Gardone; XVII sec. Canna ad un ordine firmata GIOSEFFO BERETTA. Piastra riccamente incisa e gancio da cintura. Prov.: Collezione Beretta.

    124/V13 - PISTOLETTO AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; met XVII sec. Canna a due ordini firmata GIO ANT BERETTA. Acciarino punzonato GAG ( Gio Antonio Gavacciolo. Fornimenti in ferro. Prov.: Collezione Beretta.

    168/ V13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XVII sec. Canna a tre ordini firmata GIOSEFFO BERETTA . Cartella con il marchio MB e fornimenti in ferro a traforo. Prov.: Collezione Beretta.

    169/ V13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XVIII sec. Arma con canna a tre ordini firmata GIOV. ANT. BERETTA. Acciarino con la data 1691 e il punzone DO.CO. SANTI M.TE A BODDO. Prov.: Collezione Beretta.

    170/ V13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XVIII sec. Canna firmata GIOVAN BERETTA con acciarino alla romana e fornimenti in ottone. Prov.: Collezione Beretta.

  • 171/ V13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XVIII sec. Canna a due ordini firmata GIOVAN BERETTA con acciarino marcato allinterno G.B.P. e fornimenti in argento. Prov.: Collezione Beretta.

    172/V13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XVIII sec. Canna a due ordini firmata GIOVAN BERETTA, focone in oro e punzone GB in culatta. Prov.: Collezione Beretta.

    188/ V 13 - SCHIOPPO DA CACCIA AD AVANCARICA A PIETRA FOCAIA Gardone; XIX sec. Arma con canna a due ordini firmata PIETRO BERETTA GARDONE. Fornimento lavorato a traforo. Prov.: Collezione Beretta.

    189/ V13 - SCHIOPPO DA CACCIA GIUSTAPPOSTO AD AVANCARICA A PERCUSSIONE Gardone; XIX sec. Canne a torciglione punzonate PIETRO BERETTA GARDONE. Fornimento in ferro sobriamente inciso. Prov.: Collezione Beretta.

    190/V13 - SCHIOPPO DA CACCIA GIUSTAPPOSTO AD AVANCARICA A PERCUSSIONE Gardone: XIX sec. Arma con canne a damasco punzonate in culatta PIETRO BERETTA GARDONE. Calciatura in ebano con rimessi in corno. Prov.: Collezione Beretta.

    191/V13 - FUCILE DA CACCIA SOVRAPPOSTO AD AVANCARICA A PERCUSSIONE Gardone: XIX sec. Canne a damasco firmate in oro PIETRO BERETTA GARDONE. Calciatura ageminata ed intagliata. Prov.: Collezione Beretta.

    192/V13 - FUCILE DA CACCIA GIUSTAPPOSTO A RETROCARICA A CANI ESTERNI Gardone; XIX sec. Chiusura a leva, canne a damasco con la scritta PIETRO BERETTA GARDONE V.T. Acciarini riccamente incisi con rimessi in oro. Prov.: Collezione Beretta.

  • VETRINA N. 14

    160 / V14 - ARCHIBUSETTO A PIETRA FOCAIA Italia centro settentrionale; 1630-1650. Canna strombata alla volata con la scritta apocrifa LAZZERINO GOMINAZZO. Acciarino a focile a pietra focaia. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    166/V14 - TROMBONE ITALIANO Lombardia (BS?); 1640-1650. Raro trombone con acciarino alla fiorentina segnato PG e canna firmata dal gardonese PIETRO MORETO attivo nella prima met del secolo XVII. Prov.: Collezione privata.

    162 /V14 TROMBONE SCAVEZZO Brescia; XVIII sec. Trombone diviso in due parti incernierate tra loro, pieghevole, e quindi atto a essere portato sotto il mantello. Prov.: Museo delle Armi e della Produzione Armiera Gardone V.T.

    164 /V 14 FUCILE A PIETRA FOCAIA Brescia; fine XVII inizi XVIII sec. Fucile con accarino alla moderna con cartella firmata GIURATI. Piccola baionetta da caccia di squisita fattura. Prov.: Museo delle Armi e della Produzione Armiera Gardone V.T.

    179 / V14 - CARABINA SVIZZERA A PERCUSSIONE DA TIRO DEL 1842 Basilea; XIX sec. Canna in stupendo damasco esternamente sfaccettata. Meravigliose incisioni in agemina doro con i protagonisti della storia di Guglielmo Tell. Prov.: Musei Civici dArte Verona.

  • VETRINA 15

    174/V15 - FUCILE DA CACCIA AD AVANCARICA A PERCUSSIONE Italia settentrionale; XVIII sec. Arma settecentesca ridotta dalla pietra focaia alla percussione con luminello. Lunga canna ad anima liscia con firma LAZARI COMINAZ. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T.

    165/V15 ARCHIBUGIO A PIETRA FOCAIA Italia ; 1740 ca. Canna a due ordini. In culatta resti della firma PEDRETTI di Marcheno. Cassa in noce con intagli. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    167/ V 15 ARCHIBUGIONE Lombardia (BS?); 1630-1650. Probabile arma da munizione destinata alla difesa di appostamenti fissi, piuttosto insolito per una certa eleganza e lacciarino alla fiorentina. Prov.: Collezione privata.

    173/V15 - FUCILE DA CACCIA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Batteria a pietra focaia marcata ZUGNO. Fornimenti in ottone sobriamente incisi. Prov.: Collezione privata.

    175/V15 - CARABINA SASSONE A PIETRA FOCAIA DA JAGER DEL 1752 Arma ad avancarica con canna rigata e acciarino a pietra focaia; canna ottagonale. Incisa la firma REINHART 1752. Prov.; Musei Civici dArte Verona.

    161/ V 15 - TERZAROLO SCAVEZZO A PIETRA FOCAIA Italia centrale; 1640 ca. Acciarino alla fiorentina, cartella quadra e canna di Angelo Cominazzo, firmata in culatta LAZARI COMINAZ. Cassa in noce. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    186/V15 - DOPPIETTA A CANI ESTERNI A RETROCARICA XIX sec. Fucile parallelo con bascula tartarugata e chiusura sistema Ghaye. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T. Donazione sig. Stefano Belpietro Gardone V.T.

    181 / V15 - DOPPIETTA CANI ESTERNI AD AVANCARICA XIX-XX sec. Doppietta cal. 16 con canne a torcione ed asta con traversino di fermo.

  • Prov. : Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T. Donazione sig. Stefano Belpietro Gardone V.T.

    184 / V15 - DOPPIETTA A CANI ESTERNI INERTE XX sec.. Fucile con canne marcate BERNARD e marchi del Banco di Prova belga. Prov.: Museo delle Armi e della Produzione Armiera Gardone V.T. Donazione sig. Stefano Belpietro Gardone V.T.

    182 / V15 DOPPIETTA A CANI ESTERNI A RETROCARICA XX sec. . Chiusura a manetta e asta con traversino di fermo. Prov.: Museo delle Armi e della Tradizione Armiera Gardone V.T. Donazione sig. Stefano Belpietro Gardone V.T.

    VETRINA 16

    150/ V 16 - BACCHETTA CARICAMENTO ANIMATA PISTOLA BALCANICA AVANCARICA Asta in tubo di ferro con impugnatura in argento e due lame dacciaio divergenti. Prov.: Musei Civici dArte Verona .

    151/V 16 - BACCHETTA CARICAMENTO ANIMATA PISTOLA BALCANICA AVANCARICA Asta in tubo di ferro con pomo in argento e robusta lama in acciaio. Prov.: Musei Civici dArte Verona.

    149/V 16 - BACCHETTA CARICAMENTO PER PISTOLA BALCANICA AD AVANCARICA Asta in ferro con intagli decorativi e battipalla faccettato. Pomo e impugnatura in argento massiccio. Prov.: Musei Civici dArte- Verona.

    148/V 16 - PISTOLA BALCANICA CON ACCIARINO ALLA MODERNA XIX sec.

    Gruppo di armi ad avancarica dalle caratteristiche casse interamente metalliche, con canne ed acciarini, di diverse tipologie, prodotti forse proprio a Brescia. Prov.: Musei Civici dArte Verona.

    147/V 16 - PISTOLA BALCANICA CON ACCIARINO ALLA MODERNA XIX sec .

    Prov.: Musei Civici dArte Verona.

    146/V16 PISTOLA BALCANICA CON ACCIARINO ALLA MORLACCA. XVIII sec.

    Prov. Musei Civici dArte Verona.

  • VETRINA N. 17

    199/ V17 - ACCIARINO A PIETRA FOCAIA PER ARTIGLIERIE NAVALI DEL REGNO ITALICO Brescia; XIX sec. Raro acciarino scatolare con cartella e corpo in ottone prodotto dalla Ma Rle di Brescia ( Manifattura Reale di Brescia). Prov.: Museo delle Armi e della tradizione Armiera - Gardone V.T.

    195/ V 17 - ACCIARINO A RUOTA A DUE CANI DA MOSCHETTO Brescia-Gardone; 1630 ca. Piastra con marchio circolare recante un alberello e le lettere A.M. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    198/V17 - MECCANISMO DACCENSIONE A RUOTA PER PISTOLA Brescia; 1630 ca. Meccanismo marcato AF ed attribuito alla produzione di ANGELO FRANZINI. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    196/V 17 MECCANISMO DACCENSIONE A RUOTA PER MOSCHETTO Brescia; XVII sec. Lacciarino attribuito al gardonese BORTOLO FRANZINI (BF). Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    197/ V17 ACCIARINO A PIETRA FOCAIA ALLA MODERNA Brescia- Gardone; XVIII sec. Acciarino per arma lunga dordinanza della fanteria veneta. Prov.: Collezione privata.

    194/V17 MECCANISMO DACCENSIONE A DOPPIO FUOCO (A MICCIA E A RUOTA) DA MOSCHETTO Brescia; 1570-1575 ca. Meccanismo dAccensione a ruota e a miccia marcato B.P. BRESCIA. Prov.: Museo Stibbert Firenze.

    200/V17 - ACCIARINO A PIETRA FOCAIA Brescia; Regno Italico. Acciarino per il modello 1777 anno IX, prodotto dalla M.a R.le di Brescia. Prov.: Collezione privata.

    201/V17 ACCIARINO MEDITERRANEO ALLA BERBERA Brescia; fine XVII inizi XVIII sec. Acciarino per arma lunga in uso nellAfrica Nord-Occidentale, ma prodotto nel bresciano. Prov.: Collezione privata.

  • VETRINA N 18

    132/V18 - PISTOLA A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Arma con canna a due ordini firmata ZUGNO Prov.; Collezione privata.

    121/V18 - PISTOLA DA CINTURA O ARCIONE A RUOTA DA FONDA Brescia; 1650-1660. Piastra liscia con lieve cesellatura punzonata C.A.G. (Giovan Antonio Gavacciolo). Prov.: Collezione privata.

    125/V18 PISTOLETTO DA ARCIONE O CINTURA Lombardia Brescia (?); 1660-1670. Arma incisa a viticci e fiorame, nello sile bresciano. Cassa in noce in due sezioni. Prov.: Collezione privata.

    136/V18 - COPPIA DI PISTOLE A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Armi con canne a due ordini con rimesse in ottone. Firme di DONATI e MORONI Brescia. Prov.: Collezione privata.

    156/V18 PISTOLA A PERCUSSIONE Brescia; XIX sec. Rara pistola a percussione a due canne sovrapposte con la scritta GIULIO BERETTA GARDONE Prov.: Collezione privata.

    139/V18 - COPPIA DI PISTOLE A PIETRA FOCAIA Brescia; XVIII sec. Pistole con canne firmate LAZARINO COMINAZZO e con cartelle MARTINONI. Prov.: Collezione privata.

  • Con il Decreto del 31 maggio 1797 il Comitato militare de della Repubblica Bresciana stabilisce labolizione delle corporazioni, ordinando che nelle fabbriche gardonesi sia libero a qualunque cittadino lesercizio di quelle arti a cui lo destina la sua naturale inclinazione, giacch in nessuna parte devono essere lesi i sacri diritti di libert e di eguaglianza. Questo decreto rispecchia indubbiamente la necessit e gli ideali rivoluzionari del momento, ma determina la fine del tradizionale artigianato locale, che pur con le sue ferree costrizioni aveva consentito e favorito anche lemergere di una produzione di grandissimo valore.

    DALLEPOCA NAPOLEONICA AL REGNO DITALIA

    Dopo la dominazione napoleonica e le forti ordinazioni francesi, loccupazione austriaca coincise con una fase di stagnazione e di decadenza. La fabbrica erariale inizi a rifornirsi nei paesi lariani di metallo di scarsa qualit che causava altissime percentuali di scarto con grave danno economico per i maestri gardonesi. Gli austriaci appaltarono i lavori solo ai mercanti pi importanti di Gardone, e in tal modo la maestranza si trov in loro completa balia non disponendo di impianti e di adeguati finanziamenti. Solo lavvento del Regno dItalia port ad un progressivo aumento nelle ordinazioni, alla riorganizzazione del lavoro e allaffermazione definitiva della concentrazione capitalistica di ogni fase produttiva.

  • VETRINA N. 19

    153/ V 19 - PISTOLA DA CAVALLERIA MOD. 1851 TRASFORMATA A LUMINELLO IMPERO AUSTRIACO (Kavalleriepistole mod. 1851) Pistola sistema Augustin trasformata a luminello. Prov.: Musei Civici dArte Verona.

    155/ V19 PISTOLA DA CAVALLERIA MOD. 1851 SISTEMA AUGUSTIN DELLIMPERO DAUSTRIA (Kavalleriepistole mod. 1851) Acciarino a percussione sistema Augustin e canna liscia. Prov.: Musei Civici dArte Verona.

    65/ V19 - SCIABOLA BRIQUET PER GENDARMERIA A PIEDI Austria; 1820. Tipologia di sciabola diffusa e adottata anche dallimpero Austro Ungarico nel Lombardo Veneto. Prov.: Collezione privata.

    143/ V19 - PISTOLA DA CAVALLERIA DI MODELLO INCONSUETO Brescia; 1802-1805 ca. Arma di tipo inconsueto con la piastra marcata MANIFATTURA REALE DI BRESCIA- N. Prov.: Collezione privata.

    142/ V19 PISTOLA DA CAVALLERIA DI MODELLO INCONSUETO Brescia; 1811. Arma che risulta dalla fusione di elementi francesi ed austriaci, marcata MANIFATTURA REALE DI BRESCIA. Prov.: Collezione privata.

    152/ V19 PISTOLA PER CAVALLERIA AUSTRIACA MOD. 1798 Brescia; post. 1815. Pistola in dotazione alla cavalleria austriaca durante le campagne napoleoniche. Prov.: Collezione privata.

  • VETRINA N. 20

    141 / V20 - PISTOLA DA CAVALLERIA SUL MODELLO ANNO XIII FRANCESE Brescia; 1813. Arma deccellenza della cavalleria napoleonica durante le campagne dellImpero. MarchioMANIFATTURA REALE DI BRESCIA. Prov.: Collezione privata.

    72/ V20 - SCIABOLA PER TRUPPE A PIEDI Brescia; XIX sec. Corta sciabola, sul modello francese, fabbricata dalla ditta gardonese PARIS-FRANZINI Prov.: Collezione privata.

    69 A/V20 - SCIABOLA DA TRUPPA PER LA CAVALLERIA LEGGERA ANNO XI Regno Itali