Arcireport numero 19_2013

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14 maggio 2013 anno XI - n. 19 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Non possiamo più aspettare Una morte che ci appartiene Domenica 19 proviamo a ricordare Melissa e a pensare. Era un anno fa, maggio del 2012, una tappa di carovana, proprio a Brindisi, quando esplose la bomba. Lasciò in terra le pagine bruciate dei libri di scuola e la vita accartoc- ciata di Melissa Bassi. Alcuni di noi erano lì, ad accumulare nello stomaco la rabbia e l’orrore. Non era un delitto di mafia. Le bombe però, se si differenziano per il mittente sono tutte uguali per i destinatari. L’emotività popolare andò crescendo e poi sgonfiandosi sulla figura del- l’autore di quel delitto orrendo. «È stata la Sacra Corona Unita!», «La mafia non uccide i bambini», «Se lo prendiamo lo consegniamo noi alla giustizia»: queste le frasi urlate. L’ultima,addirittura, da un boss della SCU. Poi, scoperto il mostro, quasi un sospiro di sollievo. «Il mostro non è nostro» scrisse sarcastico Tonio Dell’Olio «e come tale, sembra non ci riguardi». Derubricata la volontà mafiosa, la bomba della Morvillo Falcone è stata metabolizzata troppo presto. Nessuna retorica celebrazione resti- tuirà mai Melissa alla sua smagrita mamma, ma sarebbe un errore non capire quanto quel- la morte ci appartenga. Non solo per pietas. Ci appartiene perché quella violenza si è svilup- pata affianco a noi. Se un uomo, per quanto folle, decide di ‘regolare i conti’, o chissà che altro, con una bomba in una scuola, dobbiamo chiederci quanto l’esplosivo, simbolo del ter- rore occulto, sia respinto da una società che convive con i negozi sventrati dal racket del- l’estorsione, tanto per fare un esempio. Se non possiamo far nulla, dobbiamo abituarci all’aci- do usato per sfigurare un ‘amore perduto’ o a tifosi che picchiano all’impazzata, devastando il volto di un rivale sportivo. Forse ci sarà sempre un Vantaggiato di troppo ma dovremmo capire come fare ad averne uno di meno. Pensiamo allora alla Scuola con la ‘s’ maiusco- la: si difende dall’interno ma soprattutto dal- l’esterno. L’onda emotiva del 19 maggio ha la- sciato ai ragazzi il compito di reggere l’urto. I ‘grandi’ hanno delegato ai più giovani la ge- stione della piazza e la prima vera risposta politica. Facile, in un momento simile, salvo poi restaurare tutto. Dovremmo riflettere sul senso di essere adulti e sul significato di protezione, imparare a consegnare prima le responsabilità ai ragazzi. Farlo con l’odore dell’esplosivo nelle narici è troppo pericoloso. Melissa e le sue compagne le abbiamo protette male, prima e dopo. Non dimentichiamolo. Alessandro Cobianchi U na manifestazione aperta, che ha l'obiettivo di riunificare il mondo del lavoro. Sabato 18 maggio i me- talmeccanici della Fiom-Cgil scendono in piazza a Roma per proporre un'idea diversa di uscita dalla crisi, alternativa alle politiche di austerità imposte dalla Bce. Prima il governo Berlusconi ha spiegato che la crisi non c'era, poi il governo Monti, in nome di quella crisi che era stata fino a quel momento negata, l'ha utilizzata per legitti- mare le politiche di austerità, senza inter- venire sui motivi che l'avevano generata. A cinque anni di distanza, abbiamo assistito a uno spostamento della ricchezza senza precedenti: oggi il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza. In più, le imprese hanno utilizzato la crisi per smantellare il sistema dei diritti nel nostro Paese. Hanno ‘sfregiato’ l'articolo 18, derogato ai contratti e alle leggi, tagliato la spesa sociale, ridotte le pensioni. Hanno addirittura provato a generare una guerra tra lavoratori. L'Italia è il Paese con la massima evasione fiscale, la minore tassazione delle rendite finanziarie, i minor investimenti in sviluppo e ricerca, i redditi più bassi, l'età pensionabile più elevata e il livello di precarietà più alto. E le politiche fiscali hanno continuato a spre- mere pensionati e lavoratori dipendenti. Rischiamo che saltino pezzi interi della no- stra industria, a causa delle mancate scelte di politica industriale e dei ritardi in inno- vazione e ricerca. I risultati sono i licenzia- menti, l'aumento della cassa integrazione, l'aumento delle disuguaglianze sociali. E le persone sono state lasciate sole davanti alla crisi. Proprio per cambiare questa situazione il 18 scendiamo in piazza. Per riconquistare i diritti; affrontare il tema della sostenibilità ambientale del nostro si- stema industriale, valorizzare i beni comuni; chiedere un piano straordinario di investi- menti pubblici e privati; il blocco dei licenzia- menti; un contratto nazionale che tuteli tutte le forme di lavoro; il reddito di cittadinanza; il diritto allo studio per tutti; la rivalutazione delle pensioni e un sistema pensionistico che riconosca la diversità tra i lavori. Maurizio Landini Segretario generale Fiom-Cgil

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La manifestazione della Fiom-Cgil, l'anniversario dell'attentato a Brindisi alla Morvillo-Falcone, i diari della Carovana Antimafie, la presentazione del Manifesto per la cultura a Milano, le iniziative Arci al Salone del Libro, l'Altersummit di Atene, la Giornata mondiale del commercio equosolidale, le iniziative Arci a Terra Futura

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14 maggio 2013anno XI - n. 19

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Non possiamo più aspettareUna morteche ci appartiene

Domenica 19 proviamo a ricordare Melissa e apensare. Era un anno fa, maggio del 2012, unatappa di carovana, proprio a Brindisi, quandoesplose la bomba. Lasciò in terra le paginebruciate dei libri di scuola e la vita accartoc-ciata di Melissa Bassi. Alcuni di noi erano lì, adaccumulare nello stomaco la rabbia e l’orrore.Non era un delitto di mafia. Le bombe però, sesi differenziano per il mittente sono tutte ugualiper i destinatari. L’emotività popolare andòcrescendo e poi sgonfiandosi sulla figura del-l’autore di quel delitto orrendo. «È stata laSacra Corona Unita!», «La mafia non uccide ibambini», «Se lo prendiamo lo consegniamonoi alla giustizia»: queste le frasi urlate.L’ultima,addirittura, da un boss della SCU. Poi,scoperto il mostro, quasi un sospiro di sollievo.«Il mostro non è nostro» scrisse sarcasticoTonio Dell’Olio «e come tale, sembra non ciriguardi». Derubricata la volontà mafiosa, la bomba dellaMorvillo Falcone è stata metabolizzata troppopresto. Nessuna retorica celebrazione resti-tuirà mai Melissa alla sua smagrita mamma,ma sarebbe un errore non capire quanto quel-la morte ci appartenga. Non solo per pietas. Ciappartiene perché quella violenza si è svilup-pata affianco a noi. Se un uomo, per quantofolle, decide di ‘regolare i conti’, o chissà chealtro, con una bomba in una scuola, dobbiamochiederci quanto l’esplosivo, simbolo del ter-rore occulto, sia respinto da una società checonvive con i negozi sventrati dal racket del-l’estorsione, tanto per fare un esempio. Se nonpossiamo far nulla, dobbiamo abituarci all’aci-do usato per sfigurare un ‘amore perduto’ o atifosi che picchiano all’impazzata, devastando ilvolto di un rivale sportivo. Forse ci sarà sempreun Vantaggiato di troppo ma dovremmo capirecome fare ad averne uno di meno. Pensiamo allora alla Scuola con la ‘s’ maiusco-la: si difende dall’interno ma soprattutto dal-l’esterno. L’onda emotiva del 19 maggio ha la -sciato ai ragazzi il compito di reggere l’urto. I‘grandi’ hanno delegato ai più giovani la ge -stione della piazza e la prima vera rispostapolitica. Facile, in un momento simile, salvo poirestaurare tutto. Dovremmo riflettere sul sensodi essere adulti e sul significato di protezione,imparare a consegnare prima le responsabilitàai ragazzi. Farlo con l’odore dell’esplosivo nellenarici è troppo pericoloso. Melissa e le suecompagne le abbiamo protette male, prima edopo. Non dimentichiamolo.

Alessandro Cobianchi

Una manifestazione aperta, che hal'obiettivo di riunificare il mondo dellavoro. Sabato 18 maggio i me -

talmec canici della Fiom-Cgil scendono inpiazza a Roma per proporre un'idea diversadi uscita dalla crisi, alternativa alle politichedi austerità imposte dalla Bce.Prima il governo Berlusconi ha spiegato chela crisi non c'era, poi il governo Monti, innome di quella crisi che era stata fino a quelmomento negata, l'ha utilizzata per legitti-mare le politiche di austerità, senza inter-venire sui motivi che l'avevano generata.A cinque anni di distanza, abbiamo assistitoa uno spostamento della ricchezza senzaprecedenti: oggi il 10% della popolazionepossiede il 50% della ricchezza. In più, le imprese hanno utilizzato la crisi persmantellare il sistema dei diritti nel nostroPaese. Hanno ‘sfregiato’ l'articolo 18,derogato ai contratti e alle leggi, tagliato laspesa sociale, ridotte le pensioni. Hannoaddirittura provato a generare una guerratra lavoratori.L'Italia è il Paese con la massima evasionefiscale, la minore tassazione delle renditefinanziarie, i minor investimenti in sviluppo e

ricerca, i redditi più bassi, l'età pensionabilepiù elevata e il livello di precarietà più alto. Ele politiche fiscali hanno continuato a spre-mere pensionati e lavoratori dipendenti.Rischiamo che saltino pezzi interi della no -stra industria, a causa delle mancate sceltedi politica industriale e dei ritardi in inno-vazione e ricerca. I risultati sono i licenzia-menti, l'aumento della cassa integrazione,l'aumento delle disuguaglianze sociali. E lepersone sono state lasciate sole davanti allacrisi. Proprio per cambiare questa situazione il 18scendiamo in piazza. Per riconquistare i diritti; affrontare il temadella sostenibilità ambientale del nostro si -stema industriale, valorizzare i beni comuni;chiedere un piano straordinario di investi-menti pubblici e privati; il blocco dei licenzia -menti; un contratto nazionale che tuteli tuttele forme di lavoro; il reddito di cittadinanza;il diritto allo studio per tutti; la rivalutazionedelle pensioni e un sistema pensionisticoche riconosca la diversità tra i lavori.

Maurizio Landini Segretario generale Fiom-Cgil

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‘Dobbiamo camminare insieme’. La lettera didon Luigi Ciotti alla Fiom

n.19 14 maggio 2013

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Caro Maurizio e cari amici della Fiom,anche se non fisicamente, il 18maggio sappiatemi con voi con il

cuore e l’impegno. Già nel titolo, la manife-stazione pronuncia la parola chiave peruscire da questo drammatico frangente:diritti. Prima che economica, questa è infat-ti una crisi dei diritti, una crisi etica e cultu-rale. Culturale, perché ha corroso l’idealeche ha ispirato la formazione e lo sviluppodelle moderne democrazie: il riconoscimen-to del nostro essere diversi come persone euguali come cittadini. Etica, perché ne haaffievolito – o ridotto a mera formula retorica– l’ingrediente essenziale: la responsabilità,la consapevolezza che le nostre vite si ali-mentano l’un l’altra in un progetto collettivoa cui tutti siamo chiamati a contribuire. Glieffetti di questa deriva etica e culturale li toc-chiamo oggi con mano, e la vostra iniziativali denuncia tutti: aumento delle disugua-glianze, diffusione della povertà, smantella-mento dei servizi sociali, riduzione drasticadelle risorse necessarie a garantire la quali-

tà della scuola e dell’assistenza sanitaria,cioè i capisaldi della democrazia. E – a ren-dere il quadro ancora più scoraggiante – lacrescita impetuosa della disoccupazione. Inpalese contrasto con l’orientamento dellaCostituzione, il lavoro è stato umiliato e offe-so, spogliato di tutta una serie di garanzieche - ci veniva detto - impedivano di staresul mercato e conseguire, superate alcuneturbolenze, un più diffuso benessere. Checosa è accaduto lo sappiamo: non solo leturbolenze non sono state superate, ma sisono aggravate al punto da cancellare l’oc-cupazione o degradarla a prestazione occa-sionale quando non servile. Voltare paginasignifica allora certo dare all’economia unadiversa direzione, a partire da quelle misureche la vostra iniziativa richiede con forza:una più equa distribuzione della ricchezza,una lotta sistematica all’evasione fiscale, unreddito di cittadinanza, una riconversioneindustriale nel segno delle energie pulite erinnovabili. Ma al contempo è necessario ungrande investimento educativo e culturale.

La parola ‘crescita’ non può infatti esseresolo sinonimo di ripresa dei consumi e delprodotto interno lordo. Una società cresce,diventa adulta e responsabile, quandodiventa capace di prevenire le sue sofferen-ze, quando sa includere e riconoscere,quando si libera della peste della corruzionee riduce le ‘zone grigie’ tra mafia e politica,quando fa della legalità uno strumento digiustizia e non di potere, quando capisceche la prima delle ricchezze è quella chederiva dalla cura e dall’affermazione deidiritti: l’istruzione, la salute, la casa e,appunto, il lavoro. Voi siete una delleespressioni più belle di questa società chevuole crescere, essere adulta e generosa,mettere l’interesse generale prima di quelloindividuale e impedire che il diritto di tuttidiventi il privilegio di pochi. Perciò bisognadirvi grazie, perciò dobbiamo camminareinsieme.Vi sono accanto con Libera e il GruppoAbele.

Don Luigi Ciotti

La manifestazione del 18 maggioindetta dalla Fiom non è una manife-stazione come le altre. Si colloca in

un contesto politico, economico e socialestraordinario che richiede da parte dellasocietà civile una risposta altrettantostraordinaria.Sul piano politico, il Governo appena entra-to in carica è quanto di più lontano da quel-lo che il voto del 24 e 25 febbraio haespresso. Il 25% degli elettori che hannovotato il M5S, l’altro 25% che ha votato ilcentro-sinistra e il 30% di astenuti segnala-no un forte dissenso rispetto alle politichedi austerità, di impoverimento sociale e diindebolimento dei diritti sul lavoro portateavanti dai governi Berlusconi e Monti erivendicano un cambiamento che un gover-no egemonizzato da Berlusconi difficilmen-te potrà realizzare.Sul piano economico gli ultimi dati ufficialici consegnano un paese in piena recessio-ne la cui ‘ripresa’ viene posticipata di voltain volta dalle diverse statistiche offerte dalleistituzioni internazionali. Tutti i principaliindicatori economici sanciscono il fallimen-to delle politiche liberiste adottate sino adoggi: una contrazione prevista del Pildell’1% nel 2013 dopo quella del 2,1% regi-

strata nel 2012; un rapporto debito/Pil pre-visto per quest’anno al 130,4%; una disoc-cupazione nel 2012 al 10,6% (+2,2%rispetto al 2011) che tra i giovani ha peròtoccato il 38,4% nel marzo 2013; un 11%della popolazione che si trova in condizionidi grave deprivazione.A pagare sono i soliti noti: giovani, donne,anziani, lavoratori dipendenti e pensionaticolpiti dalle riforme sul lavoro e sulle pen-sioni, dalla voracità delle speculazionifinanziarie e dall’incapacità della politica diosare, finalmente, una nuova scelta dicampo. I governi Berlusconi e Monti sono riusciti aimporre nel dibattito pubblico la tesi di unapresunta competizione tra giovani e anzia-ni, disoccupati, studenti e lavoratori, lavora-tori dipendenti e precari, e a far credereche le loro riforme avrebbero riequilibrato ilsistema. Laddove il vero tema è quello difermare la crescita delle diseguaglianzeeconomiche e sociali.La società civile non può limitarsi a stare aguardare. È anche nostra responsabilitàdare voce a quel 90% di cittadini che hannopagato e stanno pagando i costi di politicheeconomiche e sociali sbagliate, rinuncian-do ad una autoreferenzialità che ci condan-

na alla frammentazione sociale e al falli-mento.La direzione da intraprendere è suggeritadallo slogan della manifestazione del 18maggio, ma anche dalle associazioni e daimovimenti che si sono espressi in questianni tra i quali Sbilanciamoci!: restituiredignità al lavoro, creare nuova occupazio-ne ‘umana’, ‘pulita’ e ‘disarmata’, garantireistruzione e sanità pubbliche, giustiziasociale e fiscale e maggiore democrazia.La gravità della crisi ci impone poi di intro-durre una forma di sostegno al reddito noncaritatevole per inoccupati, disoccupati estudenti. Essa deve essere declinata come un veroe proprio diritto di cittadinanza ed esserecollegata a una riforma del mercato dellavoro che rinunci all’inganno della flessibi-lità a tutti i costi, riduca il ricorso alle formedi contratto atipico, preveda, laddovenecessario, la riduzione dell’orario di lavo-ro. Si può scegliere di costruire una socie-tà escludente o inclusiva, una società chemarca le disuguaglianze sociali o che tentadi ridurle, che si rivolge al ‘consumatore-utente’ spersonalizzandolo o alle personein carne e ossa. Anche in tempi di crisi sipuò scegliere da che parte stare.

Il 18 maggio in piazza per i diritti sociali e del lavorodi Grazia Naletto, presidente di Sbilanciamoci!

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L’Italia politica, a ogni circostanza chelo consenta, rivela la sua incorreggi-bile vocazione maggioritaria a esse-

re retrograda. Lo stendardo dell’arretratezzaè stato portato con ostentato orgoglio dalleforze conservatrici delle destre. Ma il contra-sto al progresso civile e sociale si nutreanche della propensione al compromesso,purtroppo al ribasso, di non pochi esponentidel centrosinistra che dovrebbero fare dellapari dignità di tutti un punto di forza e di chia-rezza. L’Italia delle cittadine e dei cittadiniinvece, quando riesce a esprimersi in oriz-zonti transpartitici, si rivela sempre molto piùaperta e avanzata. Di fronte alle trasforma-zioni del tessuto sociale, purtroppo questasfasatura fra il sentire del Paese reale e quel-lo del Paese partitico-ideologico, gioca afavore di chi vuole contrastare il progressodella cultura dei diritti anche solo in terminidilatori. Ciononostante, presto o tardi anchenoi avremo i Pacs e le nozze per gli omo-sessuali, avremo l’affermazione piena delloius soli, l’affermazione dell’autentica paritàdelle donne, ma ci arriveremo buoni ultimi,come sempre. Dalla conquista sistematicadell’ultimo posto, i conservatori e i reazionari

trarranno meschini vantaggi elettorali e unaperversa soddisfazione: essere riusciti a pro-trarre lo stillicidio di sofferenze e vessazionigrandi a piccole ad esseri umani incolpevoli,le cui vite potrebbero essere migliori, menodure, più giuste e persino felici. Quanto a chisi batte per il progresso della qualità dellerelazioni sociali, si rimboccherà una volta dipiù le maniche per non farsi sopraffare dallafrustrazione e rilanciare la lotta per cambiarequesto umiliante stato di cose. Oggi si presenta per noi cittadini un’occasio-ne particolarmente importante. Il ministro perl’integrazione Cécile Kyenge si propone difare varare una legge che affermi anche inItalia lo ius soli, ossia il diritto della cittadi-nanza garantita sulla base del luogo di nasci-ta e rimuova la barbara anticaglia dello iussanguinis, ossia il ‘diritto del sangue’, il cuisolo nome è in sé un obbrobrio di stamponazista. Questa legge renderebbe cittadini italiani ibambini che nascono sul nostro territorio aprescindere dall’origine dei loro genitori.Sarebbe un passo fondamentale verso lapiena integrazione di tante persone che, defacto, sono già cittadini italiani; ci colloche-

rebbe in un futuro di dignità nazionale e ognipasso verso la dignità è una benedizione.Una certa Italia che si vorrebbe cattolica mil-lanta a ogni piè sospinto le proprie radici cri-stiane e giudaico-cristiane. Ricordiamo alleloro labili memorie i rudimenti fondamentalidel senso di queste radici: il patriarcaAbramo dà avvio all’avventura monoteistafacendosi straniero sulla base di un precisasollecitazione della voce divina, esce dalladimensione ‘nazionalista’ per farsi stranieroed accogliere l’universalismo. La terra pro-messa che gli viene indicata è una terra incui davanti all’Eterno il cittadino è straniero elo straniero è cittadino ed entrambi sono solometicci avventizi. Per questo, il comanda-mento più ripetuto di tutta la scrittura biblicaè: «Amerai lo straniero come te stesso, ricor-dati che fosti straniero in terra d’Egitto, iosono il Signore». Ma se l’Antico Testamentofosse sospetto a certuni di troppa ‘giudaicità’,ricorderò che San Paolo attribuisce a Gesùqueste parole: «Ciò che fai allo straniero lofai a me». C’è bisogno di altro perché unPaese che si definisce orgogliosamente cri-stiano sostenga con forza l’iniziativa del mini-stro Kyenge?

Dalla parte di Cécile Kyenge

Risposta a Grillosullo ius soliAlla ministra Kyenge, che ha annunciato lavolontà di presentare un provvedimentoche introduca lo iu soli, Beppe Grillo dalsuo blog fa sapere che per far ciò servireb-be un referendum. I promotori della campagna L’Italia sonoanch’io, in un comunicato, ricordano al lea-der del M5S che il referendum propositivonon è previsto dal nostro ordinamento eche la Campagna ha raccolto più di 230mila firme a sostegno di due leggi di inizia-tiva popolare, di cui una prevede per l’ap-punto la riforma della legge sulla cittadi-nanza con, fra l’altro, l’introduzione delloius soli. Tante firme a dimostrazione che inItalia esiste ormai una larga fetta di opinio-ne pubblica che ritiene che l’attuale norma-tiva vada cambiata perchè provoca intolle-rabili discriminazioni. Nell’invitare Grillo aun confronto, i promotori si augurano chela ministra Kyenge, cui va tutta la loro soli-darietà per le ignobili offese subite di stam-po razzista, possa realizzare il propositoannunciato nonostante la contrarietà diforze politiche non solo del centrodestra,ma sapendo di avere al proprio fianco granparte della società civile.

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Graziano Delrio, diventato ministro, si dimetteda presidente de L’Italia sono anch’ioPubblichiamo la lettera che il sindaco diReggio Emilia Graziano Delrio, nominatoministro per gli Affari Regionali nel governoLetta recentemente costituitosi, ha inviatoai promotori de L’Italia sono anch’io perannunciare le sue dimissioni da presidentedella Campagna.«Carissime e carissimi, abbiamo lavoratoinsieme con convinzione nei mesi passatiper una campagna culturale che contri-buisse a far conoscere all’opinione pubbli-ca e ai cittadini italiani la necessità di unariforma della legge sul diritto di cittadinan-za. Insieme abbiamo misurato come l’Italiae i suoi cittadini abbiano capito l’ingiustiziache genera la legge attuale e siano prontia sostenere una legge più giusta.La presenza di Cécile Kyenge come Mi -nistro nell’attuale governo è la dimostra-zione che il nostro impegno ha sostenutoanche la politica, una parte politica in par-ticolare e nonostante tutte le difficoltà diquesto momento, in una scelta istituziona-le inimmaginabile solo fino a pochi anni fa.L’Italia sono anch’io è parte di questo risul-tato e noi saremo e siamo al fianco delMinistro Kyenge per una campagna che è

di tutti e di tutti i giorni, da condurre guar-dando all'obiettivo da raggiungere.Ora, per gli impegni che anche io sonostato chiamato ad assumere in questa nonfacile stagione di governo, credo che ilnostro lavoro debba continuare sui reci-proci fronti, lasciando il Comitato libero dioptare per un nuovo Presidente che possarappresentare al meglio le istanze dellacampagna. Continueremo su strade diver-se, ma vicine. Il vostro lavoro, comeComitato, è un indispensabile e continuostimolo alle istituzioni, il Parlamento e leCommissioni in particolare, alla politica ealle comunità e città italiane per affrontaree sostenere con competenza e chiarezzala necessità della riforma.Nel mio nuovo ruolo e nel rispetto dei passiche dovrà compiere il Parlamento, vi assi-curo un contributo di sostegno alle comuniconvinzioni che ci hanno accompagnatofinora.Concludo con un affettuoso saluto a cia-scuna e ciascuno di voi e un ringrazia-mento per il grande lavoro svolto finora, eche verrà svolto, in attesa dei risultati checi auguriamo prossimi».

di Moni Ovadia

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I diari delle tappe della Carovana in Piemonte e Valle d’Aosta

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Nord profondo, paesi più piccoli di quartieri. Strade strette comevicoli, odore di camini e stufe a legna. Le tappe valdostane ciportano tra tornanti e prati a parlare con i ragazzi delle scuolemedie. Al mattino presto saliamo a Verres, qualche ora dopoancora più su, a Brusson, per discutere di buone pratiche e perdare spazio ad una voglia di partecipazione che si annida in ognicomunità. Abbiamo ricordato il sacrificio delle 980 vittime inno-centi delle mafie. Abbiamo ragionato della vanità degli eroismi,della necessità di riappropriarsi del pensiero critico, della cru-cialità dei beni comuni, dell’insidia pericolosa dei sistemi crimi-nali, dell’urgenza di riorganizzarsi. Con i ragazzi, abbiamo ripercorso i nomi di quanti hanno real-mente fatto la storia del nostro Paese: Falcone, Borsellino,Peppino Impastato, Giovanni Panunzio, Michele Fazio, donPeppe Diana, Libero Grassi, Pio La Torre. Storie lontane, per loro, nel tempo e nello spazio. Esempi cri-stallini di quanti hanno avuto la forza di dire no, di lottare eanche di perdere (la vita). A sera, l’incontro è in una parrocchia di Aosta, capoluogo di unaregione in cui dimora una comunità calabrese di 30mila perso-ne. Con i militanti di Libera e la cittadinanza per parlare dellanecessità della verità, di come spesso venga nascosta sottocumuli di opportunismi di parte o per effetto di odiose imposizio-ni, di come siano mutate le morfologie delle mafie, di come, dallaSicilia fin sotto le montagne valligiane, si nutrano delle zone gri-gie per sopravvivere e proliferare.

8 maggio, Aosta LE PROSSIME TAPPE

Fino al 16 maggio la Carovana Antimafie sarà in Lombardia, perpoi spostarsi dal 17 al 25 in Toscana. Si comincia con un pas-saggio a Firenze nella manifestazione Terra Futura, dove si ter-ranno due tavole rotonde: Tutti uno e ognuno-azioni socialicomuni contro le mafie e Le voci giovanili dell’antimafia sociale.Il 18 maggio tappa a Carrara, Viareggio e Pietrasanta, il 19 aCastelnuovo e Cecina dove sarà presentata la Campagna Ioriattivo il lavoro, il 20 a Castelfiorentino per un incontro negli isti-tuti superiori, momenti di animazione per bambini e una tavolarotonda sull’illegalità economica. Il 21 maggio incontro con glistudenti a Portoferraio al Teatro Le Laugier, inaugurazione dellapiazza dedicata a Peppino Impastato a Campiglia, cena dellalegalità a Suvereto. Il 22 maggio la Carovana si sposta aPontedera, dove al circolo Agorà ci sarà la presentazione delvideo documentario sull’antimafia sociale Colorando il buio;Firenze con l’incontro in via dei Georgofili tra il Procuratore dellaRepubblica Giuseppe Quattrocchi e gli studenti e con l’aperitivodella legalità in piazza Pitti, davanti al bar sequestrato per infil-trazione camorristica; Pisa e Campi Bisenzio. Il 23 sarà aMontecatini, Pistoia e Cascina, il 24 ad Arezzo: qui in program-ma incontri con gli studenti, sit in a Villa Wanda, tavola rotondasu impresa e criminalità, spettacolo teatrale e concerto di grup-pi musicali locali. Si conclude il 25 maggio a Sesto Fiorentino,Prato, Montemurlo e Vaiano. Prossima regione: Emilia Romagna.Info: www.carovanaantimafie.eu

Arriviamo ad Alba il 6 maggio. Ciaspettano alla scuola enologica‘Umberto I’. L’a ssemblea è parteci-

pata da almeno duecento ragazze e ragazzi.Sono attenti - loro che diverranno produttoridi vino - ai discorsi su caporalato e agroma-fie. Finiamo per parlare anche di cattiva poli-tica. Una brava sindacalista della Cgil evita dicadere nel pericoloso luogo comune del‘sono tutti uguali’ e il dibattito scivola via. Si riparte presto e dopo un ottimo pasto allacasa del Popolo di Asti la carovana si divide,un furgone rientra a Torino per il dibattitosulla legge anti-corruzione presso ilConsiglio comunale. C’è il vicepresidente delCsm Vietti e Giancarlo Caselli, ma ancheAndrea Campinoti, presidente di Avviso pub-blico. Non c’è molto tempo. Dobbiamo torna-re ad Asti e riunire la carovana presso il cir-colo Arci Santa Libera, una casa del popolodove ci accolgono con calore e si parla dimafie al nord. Il film Intervallo, seppure amaro, chiudeegregiamente una splendida giornata. Anzino, qui è terra di resistenti (anche alla fatica)e si va a far visita al circolo Cinema Vekkio

che ci accoglie per la notte. Giorgio è il pre-sidente del comitato territoriale ed è l’animadel circolo. Ci mostra l’ennesimo posto in cui,nonostante tutto, si fa cultura, con le mani-che arrotolate e la testa lucida. Concerti,spettacoli teatrali, attività educative. Qui c’èdavvero un’Italia migliore! Il giorno dopo la carovana riparte perAlpignano e Orbassano. Incontri nelle scuo-le e poi la visita alla comunità alloggio ‘Larosa di Jerico’ che ospita in un bene confi-scato (c’è ne sono tanti anche in Piemonte)una comunità alloggio per disabili. Gli opera-tori gestiscono il centro in modo impeccabile.Le persone che beneficiano di questo servi-zio sembrano aver trovato un’oasi di sereni-tà o almeno un luogo in cui cercarla con glistrumenti adeguati. Se la classe di Governosapesse annusare l’aria del Paese che fun-ziona, le tante rose di Jerico sarebbero ungiardino profumato e curato. Invece i tagli alwelfare e l’assenza di investimenti sui beniconfiscati esasperano gli animi. Si pensiall’interruzione - per tagli ai fondi - del servi-zio mensile di visita esterna ai genitori deiragazzi. Qui c’è gente che rende migliore la

qualità della vita altrui, eppure sembranonuotare controcorrente. Si riparte versoBruino. Incontriamo il Sindaco e alcuniamministratori. Persone affabili e concrete,che ci raccontano di progetti per riportare lalegalità dove è stata negata. Perché le mafiehanno facce diverse. Si riparte ancora, l’effi-cienza piemontese ci mette a dura prova maa Trana gli operatori del circolo HakunaMatata e i ragazzi della scuola comprensivaci ripagano della stanchezza. I ragazzi sonostati preparati, ci rivolgono domande acuteche dimostrano una buona consapevolezzadel fenomeno mafioso. Siamo così euforiciche ci abbandoniamo a una partita di calciocarovanieri vs bambini. Ci stracciano e nes-suno pensi che li abbiamo fatti vincere,erano più forti e basta. Si riparte e arriviamoa Sangano. La memoria è il filo conduttoredella serata. Gabriele, il presidente di ArciValle Susa, fa gli onori di casa insieme alSindaco ed al referente del neo presidio diLibera. Si chiude la giornata con un incontroche conferma le motivazioni del viaggio, chestanno nell’incontro, nella sua narrazione,nel favorire scambi. Le mafie si sconfiggonocon l’unità delle associazioni, delle personecomuni, degli amministratori onesti. Se cidividiamo non abbiamo scusanti.

a cura dei carovanieri Alessandro Cobianchi, Piero Ferrante, Rodolfo Ungheri

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5legalitàdemocratica

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Sindaci, rappresentanti delle Istitu -zioni e studenti a volte non sonocosì distanti, ma anzi camminano

fianco a fianco. È quello che è successogiovedì 9 maggio, a Cinisi, piccola città inprovincia di Palermo, dove si è svolta unamanifestazione in memoria di PeppinoImpastato, il giornalista siciliano che tren-tasei anni fa fu ucciso da sicari al soldo delboss Gaetano Badalamenti. I ragazzi e gli amministratori schierati inprima fila contro le mafie hanno percorsoinsieme, e per il secondo anno di fila, queiCento passi che separavano la casa diPeppino da quella di Gaetano. Un modo per mantenere vivo il ricordo dicolui che perse la vita pur di far venire agalla la verità, ma anche per sottolineareche ci sono ancora tanti amministratorilocali capaci di fare buona politica. «Questi 100 passi rappresentano la storiadel nostro Paese, del suo impegno civile edi un coraggio che cerca di non fermarsimai» ha dichiarato Giovanni Impastato,fratello di Peppino. «Un impegno che deve continuare attra-

verso una lotta culturale che abbia la scuo-la al centro di tutto» ha scritto il neo mini-stro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozzain una lettera di saluto. «In un momento così difficile per le istitu-zioni - ha concluso Gabriele Santoni, vicePresidente di Avviso Pubblico - questa ini-ziativa ci presenta la buona politica cherischia in prima persona e che si impegnaquotidianamente per garantire quanto san-cito dalla Costituzione».Nel corso dell’iniziativa, promossa daCasa Memoria Felicia e Peppino Impa -stato insieme ad Avviso Pubblico, è statoanche presentato il Rapporto Ammi -nistratori sotto tiro, che accende un faro suquella parte di pubblica amministrazione,spesso abbandonata, che si oppone alleintimidazioni della criminalità organizzata,esponendosi così giornalmente al rischiodi minacce ed estorsioni. Nell’occasione in particolare è stato sotto-lineato come in Sicilia, nel 2011, vi sianostati 5 comuni sciolti per mafia(Campobello di Mazara, Misilmeri, Racal -muto, Salemi, Isola delle Femmine) e

come allo stesso tempo sia la secondaregione più colpita in Italia, con 67 casi diatti intimidatori diretti e indiretti. Vienesuperata solo dalla Calabria che raggiunge85 casi, il 31% a livello nazionale.«La buona politica nel nostro Paese esistegià ed è rappresentata da quei tanti ammi-nistratori e amministratrici che ogni giornosono vittime di intimidazioni e di minaccein conseguenza del loro impegno per lalegalità. Dobbiamo fare in modo che la lorolotta diventi anche la nostra battaglia», hadichiarato Andrea Campinoti, Presidente diAvviso Pubblico durante la presentazionedel Rapporto. «Per noi le larghe intese non sono unaminaccia, anzi sono una forza necessariase fatte sui temi della lotta alla criminalitàorganizzata, alla corruzione e all’evasionefiscale. Sono queste le larghe intese che cipiacciono, delle altre poco ci importa». Questo è quello che la maggior parte deicittadini italiani si augura. Speriamo che queste parole non sianosolo meri auspici.Info: [email protected]

A35 anni dalla morte di PeppinoImpastato, assassinato nella nottetra l'8 e il 9 maggio 1978, rimango-

no senza risposta diverse domande sullemodalità del delitto, e alcune di queste ruo-tano attorno al casolare di contrada Feudodove Peppino venne torturato su un sediledi pietra prima di essere ucciso. Il casolare è uno dei luoghi della messin-scena e dei successivi depistaggi checaratterizzarono le maldestre indagini sul-l’omicidio: da un lato non tenuto nella giu-sta considerazione dagli investigatori comeuno dei posti dove fare sopralluoghi, dal-l’altro luogo a cui fu impedito l’ingresso, ilgiorno dopo l’omicidio, ai compagni diPeppino. Proprio il sedile di pietra su cui icompagni trovarono il sangue di Peppino èstato uno degli elementi che permise dinon fare seguire la pista sbagliata su cui siindirizzarono in una prima fase le indagini,che tendevano a dipingere Impastatocome un giovane estremista di sinistradeluso dalla politica e dalla vita che decidedi suicidarsi facendosi saltare per aria suibinari della ferrovia. «Lo ricorderemmo, in questo caso, come unpersonaggio a metà tra Giangiacomo

Feltrineli e un Kamikaze ante litteram», hascritto negli scorsi giorni Angelo Ma -strandrea su il manifesto. E poi le perquisi-zioni in casa degli amici, la versione incredi-bile del casellante di turno che testimoniò dinon avere sentito il botto di sei chili di esplo-sivo a causa del forte vento di scirocco cheaveva portato l’eco dell’esplosione in un’al-tra direzione, le impronte digitali non rileva-te sulla macchina.Nel casolare di contrada Feudo, quest’an-no, si sono svolte alcune delle manifesta-zioni del Forum antimafia Felicia e PeppinoImpastato, conclusosi anche quest’annocon il corteo dalla sede di Radio Aut aTerrasini fino alla piazza di Cinisi, passandolungo il corso dalla casa di Peppino e dallacasa di Tano Badalamenti, bene confiscatoalle mafie e restituito alcuni anni fa alla col-lettività. Adesso, con un appello lanciato daGiovanni Impastato, si chiede che anche ilcasolare diventi un luogo di memorie e chevenga recuperato dallo stato di abbandononel quale si trova attualmente: il tetto è sfon-dato, le mura sono pericolanti, tutto intornosterpaglie e immondizia. E disinteressedelle istituzioni e di chi avrebbe dovuto

occuparsi di un esproprio mai compiuto. Lascorsa settimana, nei giorni della manifesta-zione, al casale sono arrivate le scolarescheche partecipano alle iniziative organizzatedall'associazione Casa Memoria e dalCentro di documentazione Peppino Impa -stato e si è tenuto un sit-in. È inoltre on line una petizione che ha giàtoccato quota 30mila firme. Migliaia le per-sone - soprattutto giovani - che hanno popo-lato nello scorso fine settimana le strade diCinisi partecipando alle tante manifestazioniorganizzate da Casa Memoria e dal ForumAntimafia: dibattiti, proiezioni cinematografi-che, assemblee, laboratori di legalità, incon-tri di sindaci, concerti e spettacoli teatrali.Info: [email protected]

Una petizione e tante iniziative per ricordarePeppino Impastato

Presentato a Cinisi il Rapporto ‘Amministratori sotto tiro’

Trenta campi antimafia e 6 laboratoridella legalità in 8 regioni italiane promossi da Arci, Cgil, Spi-Cgil

in collaborazione con Libera. Iscrizioniaperte fino a esaurimento postiInfo: [email protected]

TUTTA ITALIA

notizieflash

arci

n.19 14 maggio 2013

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Dal 16 al 20 maggio torna l’appuntamentoannuale con il Salone internazionale delLibro a Torino, la più grande manifestazio-ne d'Italia dedicata all'editoria, alla lettura ealla cultura, fra le più importanti in Europa.Arci Piemonte e Arci nazionale (con i pro-getti Arci Real e Arci Book), in collaborazio-ne con le associazioni e i circoli Arci Altera,Cinema Vekkio, Il laboratorio CTM, Officinecorsare, Puzzle e XXV aprile, promuovonouna serie di iniziative inserite nel progetto Ilmaggio dei libri edizione 2013. Dopo i treappuntamenti Aspettando il Salone interna-zionale del libro, che si sono svolti al circo-lo Casseta Popular di Grugliasco, al circoloXXV aprile di Novara e alla libreria Rizzolidi Novara, l’Arci sarà presente con un suostand (L153 Padiglione 2) per tutta la dura-ta della manifestazione. Ci saranno intervi-ste in diretta streaming su radiotrip.net aipersonaggi del Salone 2013, book trailer,un incontro nazionale dei circoli Arci Real,la presentazione del libro Un concerto damanuale di Andrea Pontiroli. Anche que-st’anno si rinnova il programma di SaloneOff, un insieme di appuntamenti che porta-no i protagonisti del Salone Internazionale

del Libro tra i quartieri, i circoli, le vie e lepiazze di Torino e dintorni. Tra questi, nesegnaliamo alcuni tra i più importanti: il 17maggio all’Arci Torino doppio appuntamen-to con Libri e musica: tra resistenza musi-cale e politiche per i diritti culturali alternati-ve e Noi, presìdi di politiche culturali - diritticulturali, editoria alternativa, librerie trasfide e resistenza. Il 18 maggio al CaffèBasaglia a Torino aperitivo letterario eincontro su Berlino ovest, la DDR, gli anni‘80, il comunismo, l’omosessualità con ilfilosofo Gianni Vattimo. Il 19 maggio allaComunità La rosa di Jerico ad Orbassanoci sarà la presentazione del libroBuccinasco-La ‘ndrangheta a nord diNando Dalla Chiesa (che interverrà all’in-contro) e Martina Panza rasa. Alle Officinecorsare di Torino L’invasione degli UtraNEI(Nuovi Editori Indipendenti), tavola rotondacon gli autori dei NEI e gara fra narratori distorie. Mentre al Rainbow a Torino Sulleorme di Jane Austen, book trailer e dram-matizzazione del libro di Fabrizio TerrenoStrawberry and Beatles.Il calendario con tutti gli appuntamenti Arciè sul sito www.arcipiemonte.it.

cultura

arcireport

La presentazione del Manifesto per lacultura dell’Arci si è svolta presso laTriennale di Milano all’interno della

mostra-evento a cura di Connecting Culturepensata per proporre e confrontarsi sul ruolodella cultura nei quartieri di una grandemetropoli. Ribaltamento delle modalità pro-duttive, nuovi forme di inurbamento o spopo-lamento, infine crisi economica mutano iquartieri: il sistema di relazioni sociali cambia.Hanno perso forza i centri sociali degli anni‘90 e sono cresciuti i circoli Arci, sono aumen-tati gli stabili abbandonati dalla crisi e seque-strati alla ‘ndrangheta, i giovani artisti milane-si sono più a Berlino che a Milano, immigratie nuove generazioni di italiani si stanno affac-ciando in questo panorama culturale. Quali

sono le contraddizioni e le sinergie che sipossono innescare? Milano rimane una cittàall’avanguardia della sperimentazione e del-l’offerta teatrale e artistica, lo testimoniano ilPiccolo teatro o il più recente Macao.Entrambi lamentano la precarietà: il primo,degli artisti senza alcuna rete sociale che lisostenga fra una rassegna e l’altra; il secon-do la precarietà degli spazi dove autogestiree proporre cultura sostenibile. Riequilibrare ifondi pubblici per lo spettacolo dando alPiccolo tanto quanti gli spettatori e scioglierei nodi della burocrazia semplificando lemodalità di ripresa in auto-gestione di spazinon più utilizzati potrebbe dare nuova linfaalla cultura diffusa critica e non omologata.Sono mondi affini che se ben sostenuti pos-sono evitare che il mestiere dello spettacoloe dell’arte non siano solo per la borghesia egli amatoriali. Cresco, coordinamento dellerealtà della scena contemporanea nato nel2010, propone codici etici fra organizzatori eartisti perché emerga una proposta di sussididi disoccupazione e un Enpals trasparente.Denunciano la mancanza di una legge sullaMusica e sullo spettacolo, sulle imprese dellaCultura e quindi una mancanza di sostegni

economici dal pubblico, come avviene neglialtri stati europei. L’assessore alla Culturadel Comune di Milano insiste molto sull’«investire sul patrimonio cognitivo poichésenza innovazione non c’è sviluppo econo-mico». Chi dovrebbe investire? Il pubbliconon ha fondi disponibili grazie al patto di sta-bilità. I privati? I grandi finanziatori sonoancora grosse imprese indotte da conoscen-ze personali a stanziare fondi. Poco altro. Lefondazioni e i bandi pubblici sono il terzocanale di finanziamento: forse il più apertoanche se spesso non rispondente alle realinecessità dei soggetti che fanno cultura.Esempi di co-progettazione pubblico-terzosettore-profit sono il museo delle cultureAnsaldo e la destinazione con bandi deglistabili confiscati alle mafie oppure il ForumCittà Mondo atto ad evitare la ghettizzazioneculturale e sociale. Nella fase governativaprecaria in cui viviamo si potrebbero darealcune risposte nell’immediato poiché ancheil tempo scarseggia e di precarietà si muore,soprattutto nella cultura, quando le potenzia-lità sono tante e gli strumenti messi a dispo-sizione continuano ad essere pochi.Info: [email protected]

Più cultura, più democrazia: la presentazione a Milano del Manifesto per la cultura dell’Arci

Dal 16 al 20 maggio a Torino il Salone Internazionale del Libro

Il corso di Aamodsul diritto d’autoreIl 27 e 28 maggio alla Sala Zavattinidell’Archivio audiovisivo del movimento ope-raio e democratico, a Roma, l’Associa zio nevideoteche mediateche italiane e l’Archivioaudiovisivo del movimento operaio e demo-cratico organizzano un corso di formazione eaggiornamento rivolto ai professionisti cheoperano nelle biblioteche, negli archivi, nellemediateche e cineteche, nei musei, nellescuole e università, nonché a tutti gli opera-tori culturali. Il corso affronterà il tema deldiritto d'autore e degli audiovisivi nell'evolu-zione all'interno della normativa italiana, perdelineare gli aspetti normativi e gestionalilegati all'attività bibliotecaria, mediatecaria ecinetecaria, museale e didattica nelle scuole.Il corso fornirà indicazioni normative e lineeguida per affrontare correttamente le svariatecasistiche che, nel rispetto del diritto d'autore,si possono verificare sia nella gestione delleattività interne alle biblioteche, mediateche ecineteche, sia nelle iniziative culturali rivolteall'esterno. Il 28 maggio alla tavola rotondaDiritto d’autore: criticità attuali e scenari futuriinterviene, tra gli altri, Carlo Testini responsa-bile politiche culturali dell’Arci.Info: www.aamod.it

Ancora pochi giorni per partecipare

al Clorofilla film festival, che

promuove la nuova ‘linfa’ del cinema

italiano. Il 20 maggio scadenza

iscrizioni per corti e documentari.

Info su www.festambiente.it

IL FESTIVAL

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7nelmondo

arcireport

Gli F-35 continuano a stupire, e sem-pre in negativo. I nuovi caccia dellaLockheed Martin, di cui l’Italia ha

all'attivo un ordine di 90 elementi, presenta-no altri problemi nella fase di sviluppo.Questa volta le segnalazioni arrivano dallaGran Bretagna, dove un rapporto delNational Audit Office - organismo parlamen-tare indipendente che ha il compito di moni-torare l'attività del governo - svela che i nuovicaccia non sono in grado di atterrare in pre-senza di particolari condizioni climatiche,ossia «con una temperatura calda, umida ecaratterizzata da bassa pressione». I test suquesti velivoli ‘di nuova generazione’, avreb-bero manifestato seri problemi durante lafase di atterraggio. Secondo alcune informa-zioni riferite dal National Audit Office, almomento i Joint Strike Fighter non sarebbe-ro in grado di atterrare sulle portaerei quan-do il tempo è ‘caldo, umido e caratterizzatoda bassa pressione’. A questo si uniscono iproblemi legati all'atterraggio verticale: inuovi jet, infatti, non sarebbero in grado di

atterrare verticalmente (come invece i loropredecessori riuscivano a fare). Il ministerobritannico della Difesa insiste sul fatto chetutti i problemi saranno superati prima del-l'effettivo ingresso in servizio, previsto per il2020. Ma i dati disponibili in questa fase nonsono per niente confortanti. La momentaneaimpossibilità degli F-35 di procedere a unatterraggio verticale stride, infatti, con lecapacità degli Harrier (i predecessori degli F-35), che non presentano simili difficoltà eche, considerati ormai usurati e obsoleti,dovrebbero lasciare il posto proprio ai nuovicaccia. Si tratta solo dell'ultimo di una lungaserie di problemi. A marzo un rapporto delPentagono aveva messo in evidenza altridifetti dei nuovi caccia. Il problema più grave,è scritto nel documento del Penta gono,riguarda la visibilità posteriore dell'F-35. Neiduelli aerei, infatti, il pilota dell'F-35 nonriuscirebbe a vedere nulla di chi o cosa glivola dietro, e il pericolo di venire abbattutosarebbe dunque gravissimo. Il display nelcasco di volo, inoltre, non fornirebbe un oriz-

zonte artificiale analogo a quello reale; avolte poi l’immagine è troppo scura o scom-pare. Il radar in alcuni voli di collaudo si èmostrato incapace di avvistare e inquadrarebersagli, o addirittura si è spento. A febbraioil Pentagono aveva sospeso tutti i voli degliesemplari finora realizzati, dopo che in un'i-spezione di routine era emersa una ‘frattura’in una delle pale della turbina del reattore.Un segnale preoccupante, visto che, nell'e-ventualità di una rottura con conseguentedistacco della pala, il pezzo potrebbedistruggere il motore del jet. Il documentoufficiale del Pentagono elenca otto ‘graviaree di rischio’ che devono essere risolte. Sitratta di un dossier redatto il 15 febbraioscorso e pubblicato online da un sito nopro-fit che vigila sui programmi governativi. Lepagine offrono un ritratto desolante dell'ae-reo più costoso di tutti i tempi, che sta crean-do polemiche negli Stati Uniti e in tutti i Paesicoinvolti nell'operazione, inclusa l'Italia cheintende acquistare 90 F35 con una spesasuperiore a dodici miliardi di euro.

Sono arrivate a più di 900 le vittime deldisastro del Rana Plaza, l'edificio di 9piani crollato come un castello di sab-

bia lo scorso 24 aprile a Dacca in Bangla -desh. E il numero è destinato a crescereancora. Il più grave incidente industriale dellastoria. La maggior parte delle vittime sonogiovani donne, confermando i dati del settoretessile globale. Giovani, donne, precarie,povere, spesso migranti. Ecco il ritratto dellavoratore tessile tipo, che fa notizia soloquando resta seppellito sotto le macerie di uncapitalismo arrogante e vorace. Il Rana Plaza ospitava 6 fabbriche tessili trail terzo e l'ottavo piano, e più di 3mila perso-ne, am massate a produrre come topi in trap-pola nelle fabbriche tipo del 21° secolo, dovei lavoratori tessili si sfiniscono in turni produt-tivi massacranti per rispondere alle richiestedel mercato internazionale: bassissimi costi,just-in-time, flessibilità totale in barba alleregole e alle convenzioni internazionali. Il mercato globale porta anche nomi e cogno-mi, quelli dei marchi internazionali europei estatunitensi in cerca di forza lavoro dispostaa tutto, di paesi corrotti e collusi proni agliinvestitori esteri, di luoghi fisici ove materia-lizzare produzioni pericolose e senza regolelontane dagli occhi di consumatori vinti dalla

crisi, in cerca del migliore affare. Al Rana Plaza si produceva per marchifamosi come El Corte Ingles, Mango,Primark e Benetton, oltre a numerosi marchiminori anche italiani, che hanno risposto aipressanti appelli all'internazionalizzazionecome se fosse possibile ‘comprare’ prodotticonvenienti senza pesanti impatti sociali eambientali. Ecco cosa significa internaziona-lizzare, delocalizzare, entrare nell'arena dellacompetizione globale dove perdono soprat-tutto i lavoratori, ridotti a merce da scambia-re al miglior prezzo. 38 dollari al mese, perrecarsi in fabbriche malsane e insicure, lavo-rare 12 ore al giorno e rinunciare a priori aqualunque sogno di emancipazione e futuro.È il destino di 3 milioni di lavoratori tessilibangladesi, pilastro di un'industria totalmenteorientata alle esportazioni e basata sullosfruttamento strutturale del lavoro su scalaglobale. Un modello di sviluppo insostenibilee cinico. Da oggi è possibile firmare una petizioneinternazionale per chiedere a tutti i marchicoinvolti di intervenire immediatamente asostegno delle vittime e firmare l'accordo perla prevenzione degli incendi e la sicurezzadelle fabbriche in Bangladesh. Non c'è altrotempo da perdere se vogliamo che la trage-

dia di Rana Plaza sia l'ultima. La CampagnaAbiti Puliti, sezione italiana della CleanClothes Campaign, ha anche chiesto conuna lettera aperta ai vertici dell'aziendaBenetton, la maggiore impresa italiana coin-volta, un loro impegno concreto per affronta-re l'emergenza. In particolare chiede cheBenetton invii immediatamente una sua dele-gazione in Bangladesh, stabilendo un contat-to diretto con Abiti Puliti e i sindacati locali perfornire supporto ai sopravissuti che hannobisogno di cure, cibo e assistenza; contribui-sca al fondo di risarcimento negoziato con isindacati bengalesi e IndustryALL - la federa-zione internazionale dei sindacati tessili -secondo una lista trasparente che elenchitutte le vittime e i feriti; sigli il Bangladesh Fireand Building Safety Agreement, un program-ma specifico di azione che include ispezioniindipendenti negli edifici, formazione deilavoratori sui loro diritti, revisione strutturaledelle norme di sicurezza per rimuovere allaradice le cause che rendono le fabbriche delpaese insicure per migliaia di lavoratori;renda pubblica la lista dei loro fornitori, ireport degli audit effettuati e le azioni corretti-ve intraprese per consentire di valutare laqualità dei controlli e l'effettivo miglioramentodei livelli salute e sicurezza.

Rana Plaza, Bangladesh. Il capolinea del capitalismo globale

F35, nuovi problemi. Impossibile atterrare con clima caldo e umido

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di Deborah Lucchetti, coordinatrice Campagna ‘Abiti puliti’

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L’Europa è sull'orlo del baratro, e con-templa l'abisso. Le politiche di auste-rità mandano in rovina i popoli,

minacciano la democrazia e smantellano ilnostro modello sociale. I paesi più toccatisono devastati da gravi crisi umanitarie.L'aumento delle diseguaglianze mette inpericolo la coesione sociale. Le donne e igiovani sono i più colpiti dalla crisi. Metodisempre più autoritari sono applicati da unaoligarchia europea non eletta, per mantene-re un sistema neoliberale in fallimento, mal-grado le resistenze e le proteste popolari. Lademocrazia e la pace sono minacciati: il raz-zismo, i fascismi, i nazionalismi xenofobi, l'o-mofobia e il sessismo prendono piede. Lacrisi si approfondisce ogni giorno e l'ipotesi diun crollo dell'UE non può essere scartata.È ormai urgente rifondare una democraziareale in Europa. Le istituzioni e i governieuropei fanno gli interessi dei mercati finan-ziari, a scapito della sovranità popolare.L'interesse generale deve avere invece il pri-mato, in un quadro di uguaglianza e di giu-

stizia. Questi principi sono le basi sulle qualinoi formuliamo le nostre rivendicazioni peruna Europa democratica, sociale, ecologicae femminista, solidale con gli altri popoli delmondo, a partire da quelli del mediterraneo.Il debito pubblico deriva da scelte economi-che e politiche dei governi e delle istituzionieuropee: decenni di regalie fiscali hannobeneficiato i più ricchi e portato alle stelle idividendi dei grandi gruppi; con il denaropubblico sono state salvate banche private;le politiche di austerità hanno strangolatofamiglie e piccole imprese, aggravando larecessione; le banche private hanno potutospeculare sui titoli di Stato; è dilagata la cor-ruzione.Le misure prese da istituzioni e governi euro-pei mirano a far pagare questo debito alpopolo. Una sua parte può essere conside-rata illegittima, perchè contratta senzariguardi per l'interesse comune, mentre èormai chiaro che alcuni paesi non potrannomai ripagare questo debito.Misure immediate devono essere prese a

livello europeo per liberare i popoli dallapressione dei mercati finanziari, dal ricattodell'austerità e per ristabilire la sovranitàpopolare. Le politiche fiscali, monetarie e di bilanciodevono cambiare, per far uscire i paesi euro-pei dalla trappola del debito. Chiediamo: 1) di annullare d’urgenza i memorandumimposti dalla Troika ai paesi super indebitati;annullare una parte del loro debito pubblico,senza danni per i piccoli risparmiatori e per ilsistema pensionistico pubblico. Le sommeda annullare devono essere definite demo-craticamente, paese per paese. In questaprospettiva, le auditorie cittadine possonoessere un mezzo efficace. 2) Di condizionare il rimborso graduale dellaparte restante del debito al rispetto dello svi-luppo economico e della transizione ecologi-ca, dei diritti sociali ed economici delle popo-lazioni, al rafforzamento dei servizi pubblici ealla riduzione della disoccupazione e dellapovertà. 3) Di istituire una tassazione straordinariasui grandi patrimoni. 4) La banca centrale europea - e altre istitu-zioni bancarie - devono, sotto controllodemocratico, prestare direttamente agli Statia tassi più bassi, senza imporre in cambio‘riforme’ neoliberiste. Sono state individuate rivendicazioni comu-ni e urgenti per una Europa ecologica esociale; per garantire diritti a tutte e tutti, eli-minando precarietà e povertà; per la demo-crazia economica, garantendo che le ban-che siano al servizio dell’interesse generale. Il Manifesto si conclude con un appello amobilitarsi per la democrazia. Infatti, con ilpretesto della crisi, gli sviluppi in corso costi-tuiscono la più seria negazione della demo-crazia che il continente ha conosciuto dopola fine della seconda guerra mondiale. Nonsolo il dibattito democratico è messo sottosilenzio, ma è incoraggiata la divisione fracittadini e paesi. La conseguenza prevedibi-le è la crescita dell'estrema destra, dei movi-menti fascisti e che il risentimento popolaresi rivolga contro i migranti o contro altripopoli europei. Ricacciare indietro l'austeritàe ricostruire la democrazia sono le condi-zioni per battere queste tendenze. L'Alter Summit del 7 e 8 giugno 2013 adAtene sarà una tappa decisiva in questadirezione. Il testo integrale del Manifesto su www.altersummit.eu

contatti: [email protected]

Verso un Manifesto dei popoli

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Ad Atene il 7 e l’8 giugno si terrà l’Altersum -mit, due giorni di assemblee e dibattiti. Saràun grande incontro europeo di sindacati,movimenti, associazioni, intellettuali e perso-nalità, di diversi paesi e culture, uniti dallavolontà di costruire una forte alleanza euro-pea contro l'austerità che distrugge demo-crazia e diritti. Si terranno anche una mani-festazione pubblica nel centro città ed even-ti culturali. Sarà anche il primo grande even-to internazionale nella Grecia devastata dal-l'austerità, perché solo l'unità e la solidarietàfra i popoli europei può rendere credibile unprogetto di Europa diversa e alternativa.L’Altersummit è promosso da una rete largadi organizzazioni di tutta Europa, insieme auna grande coalizione di attori sociali e sin-dacali greci, che da più di un anno stannolavorando alla sua preparazione. Durante lafase di preparazione, la rete si è via via allar-gata. Attualmente vi partecipano: sindacati dimolti paesi (Belgio, Bulgaria, Francia,Germania, Italia, Porto gallo, Romania,Spagna), la Confe dera zione Europea deiSindacati e federazioni sindacali europee,reti sociali di molti paesi (fra cui Attac,Economistes Atterrés, Roosevelt 2013,

Fondazione Rosa Luxemburg, Campagnaper il Welfare State, Another Road forEurope, Arci), organizzazioni europee (fracui Associazione Europea Diritti Umani,Amici della Terra, European Alterna tives,Greenpeace, Solidar, Tran sform). I sindacatiitaliani che aderiscono sono Cgil, Fiom eCobas. Sono invitati a partecipare al -l'Altersum mit tutti gli attori sociali che condi-vidono il Manifesto che verrà presentato adAtene, e che contiene una serie di misureurgenti e realizzabili a livello europeo perrompere la gabbia dell'austerità e invertire larotta, verso i diritti e la democrazia. È previ-sta la partecipazione di migliaia di persone. Tutte le informazioni utili, anche quelle logisti-che, si trovano sul sito www.altersummit.eu.Verrà allestita anche un’area campeggio perchi non vuole alloggiare in albergo. Una carovana simbolica si avvicinerà adAtene nelle settimane prima dell'Altersum -mit, in modo che in molti luoghi e comunità cisia la possibilità di presentarlo e di discuter-ne i contenuti. È possibile organizzarne una tappa o dedi-carvi un evento già programmato. Info: [email protected]

‘Fermiamo l'austerità, prima che l’austerità distrugga la democrazia’. L’Altersummit di Atene

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25mila euro al giorno a partire dal29 marzo, cioè ad oggi più di unmilione e 250mila euro. È quan-

to il Ministero della Difesa ha chiesto comerisarcimento alla Regione Sicilia per la revo-ca delle autorizzazioni ai lavori del terminaleterrestre del MUOS, il nuovo sistema di tele-comunicazioni satellitari della Marina militareUsa in via di realizzazione all’interno dellariserva naturale ‘Sughereta’ di Niscemi.Poco importa che l’impianto sia di proprietàed uso esclusivo del Pentagono e che la‘sospensione’ delle opere sia state decisa inun vertice tra il governo Monti e il presidentesiciliano Rosario Crocetta in attesa chel’Istituto Superiore di Sanità si pronunci sul-l’effettiva pericolosità degli impianti. «I provvedimenti della Regione provocanoun grave ritardo nella messa in funzione delMUOS pregiudicando l’intero sistema, datoche la stazione di Niscemi è collegata allealtre tre poste in Virginia, in Australia e alleHawaii e ne preclude l’intera operatività»,scrive l’Avvocatura dello Stato nel suo ricor-so al Tar di Palermo. Da qui il presunto«danno patrimoniale» alle forze armate Usae alla società contractor Lockheed Martin, lamaggiore azienda produttrice di armi a livel-lo mondiale a cui, secondo il Ministero dellaDifesa, dovrà pure sommarsi un indennizzo

speciale a favore della Pubblica amministra-zione per il «danno non patrimoniale» pro-dotto alle relazioni tra l’Italia e gli Stati Uniti e«tra la Repubblica italiana e gli altri paesidella Nato». «In tempi di austerity, in fondo,a Roma fanno pure lo sconto», commental’avvocato Paola Ottaviano che con altri duelegali ha presentato opposizione al ricorsodel Governo. «Per lo stop ai lavori delMUOS, in verità mai reale, il Ministero dellaDifesa, su nota di US Army, aveva quantifi-cato danni per 50.000 dollari al giorno.Abbiamo chiesto il rigetto di tutte le doman-de per carenza di legittimazione. Il ricorrentenon ha alcun titolo sugli impianti e sul fun-zionamento del sistema satellitare statuni-tense. Inoltre il ricorso si basa su valutazionipalesemente infondate». In effetti il progettodel MUOS ha subìto pesanti ritardi nonimputabili alle amministrazioni locali o alleazioni di blocco della base di Niscemi daparte degli attivisti No MUOS. Il cronogram-ma è sfasato almeno di cinque anni: un soloterminale terrestre è stato completato (alleHawaii) e un impressionante numero di‘imprevisti’ tecnici ed errori progettuali haconsentito il lancio di solo uno dei cinquesatelliti geostazionari previsti. In compenso icosti sono cresciuti di quattro volte e oggi leprevisioni superano gli 8 miliardi. «Se pren-

diamo per buoni i 25mila euro giornalieri dirisarcimento e li moltiplichiamo per i 22 annidi esistenza dell’impianto della Marina Usa aNiscemi, i siciliani potranno chiedere alGoverno italiano e a Washington non menodi 200 milioni di euro per i danni alla salute eall’ambiente causati dalle emissioni elettro-magnetiche delle antenne connesse con isottomarini nucleari e le unità navali in tran -si to negli Oceani» afferma il prof. Zucchettidel Politecnico di Torino, che insieme ad altriesperti ha documentato la pericolosità deisistemi MUOS ed NRTF. «La Regione fareb-be bene a passare alla controffensiva»,commenta Peppe Cannella dei Comitati NoMUOS. «C’è un passaggio nell’atto di costi-tuzione al Tar che ci ferisce. Scrivono gliavvocati della Regione che eventuali ritardi odisagi sarebbero riconducibili ai presidi orga-nizzati dalla popolazione e pertanto nonsono in alcun modo imputabili a questeAmministrazioni ascrivendosi allo Stato lacompetenza al mantenimento dell’ordinepubblico. Con i blocchi abbiamo praticato larevoca dal basso di autorizzazioni concessein spregio alla Costituzione e alle leggi.Continueremo ad impedire in modo pacificoe non violento che il crimine MUOS vada acompimento. Amministratori e parlamentarifarebbero meglio a stare con noi condividen-do il peso della repressione illegittima delleforze di polizia».

Il MUOS s’ha da fare! Il Ministero della Difesa ricorre al Tar

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n.19 14 maggio 2013

del giornalista Antonio Mazzeo, comitato No MUOS

Lo scorso sabato si è festeggiata laGiornata mondiale del commercioequosolidale. Una ricorrenza molto

importante per il circuito Fairtrade e tutti ipiccoli produttori dei paesi in via di svilup-po e lavoratori operanti nel sistema: oltre1,2 milioni di persone presenti in 66 paesidel mondo. Ma che cos’è il commercioequosolidale? E cosa garantisce il sistemadi certificazione Fairtrade? Proviamo aripartire dall’inizio. Il commercio equosolidale è una partners-hip commerciale fondata sulla trasparenzae sul rispetto, che ha l’obiettivo di restituireprotagonismo ai produttori agricoli deiPaesi in via di sviluppo. Facciamo qualcheesempio. Le banane sono tra i frutti piùconsumati al mondo, e il caffè è la materiaprima più commercializzata sul pianetadopo il petrolio. Il tè invece è la bevandapiù diffusa dopo l’acqua. Banane, caffè etè sono solo alcuni dei tanti prodotti chevengono importati dai Paesi in via di svi-luppo e dietro la cui coltivazione e lavora-

zione si celano storie di sfruttamento dellavoro e delle persone.Il commercio equosolidale cerca di ovviarea questa situazione che riguarda migliaiadi piccoli produttori sfavoriti dalle regoledel commercio internazionale introducen-do nelle trattative economiche delle condi-zioni che mirano ad offrire migliori garan-zie e dignità nel lavoro. Con questo obiet-tivo è nato negli anni ‘70 nei paesi del nordEuropa, arrivando a svilupparsi negli anni‘90 anche in Italia. Ma come funziona ilsistema? Anzitutto grazie al circuitoFairtrade i piccoli produttori dei Paesi in viadi sviluppo ricevono un prezzo minimo sta-bile, il Fairtrade minimum price, che per-mette loro di coprire tutti i costi di produ-zione. In secondo luogo Fairtrade assicuraun margine di guadagno aggiuntivo, ilFairtrade Premium, che permette di avvia-re progetti all’interno delle comunità localicome la creazione di ambulatori, corsi diformazione, pagamento di borse di studioper i figli dei produttori, ecc…

Inizialmente i prodotti provenienti da que-ste filiere etiche si potevano acquistareesclusivamente nelle botteghe del mondo.Tuttavia da poco meno di 20 anni si sonodiffusi all’interno della grande distribuzionee ormai quasi tutte le catene di supermer-cati e ipermercati hanno nel proprio assor-timento caffè, cioccolato o tè Fairtrade. Nel corso degli anni inoltre si è ampliata dimolto la gamma dei prodotti tra cui è pos-sibile scegliere. Oltre ai già menzionaticaffè, cacao, tè e frutta esotica sono invendita anche fiori provenienti dal circuitoFairtrade, ma anche palloni e un metalloprezioso, l’oro. Ad oggi Fairtrade è il mar-chio etico più riconosciuto al mondo e iprodotti con la certificazione equosolidalesono venduti in oltre 120 paesi in tutto ilmondo per un valore di 4,9 miliardi di euro.Grazie alle scelte consapevoli di migliaia diconsumatori i piccoli produttori del circuitohanno ricevuto un contributo di 65 milionidi euro per il loro sviluppo. Info: [email protected]

Una giornata per ricordare il commercio equosolidale

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Il Comitato territoriale Arci L’Aquila, con ilcontributo di Coop Adriatica e con ilpatrocinio della Provincia e del Comune

dell’Aquila, promuove Espressività in circo-lo – Archivio Giovani Artisti della Provinciadell’Aquila, strumento che intende racco-gliere e dare visibilità alle produzioni artisti-che dei giovani della Provincia dell’Aquila.Laddove vengono a mancare spazi fisiciper l’incontro, il confronto, lo scambio tra igiovani e tra le arti, dove è stato interrottoun dialogo tra l’espressività giovanile e lacittà, l’Archivio Giovani Artisti si colloca inuno spazio virtuale, un sito web consultabi-le da tutti, quale punto di partenza perriconquistarsi alcuni spazi reali nel territoriodove i giovani e i loro linguaggi espressivi

siano protagonisti.Possono iscriversi all’Archivio giovani resi-denti o che vivono nella provinciadell’Aquila, di età compresa tra i 14 e i 35anni e che si esprimano attraverso uno deiseguenti linguaggi artistici: arti visive (pittu-ra, scultura, fotografia, fumetto, writing),scrittura (poesia, letteratura), musica,video, danza, teatro, web design/grafica.Iscrivendosi ad Espressività in Circolo, ogniartista può creare una pagina personaleattraverso la quale promuovere la propriaattività artistica. Ma l’archivio non vuoleessere esclusivamente una ‘vetrina’.Obiettivo principale è quello di offrire a tuttigli iscritti opportunità di approfondimento eformazione attraverso workshop con artistiriconosciuti a livello nazionale, occasioni divisibilità mediante la partecipazione attivadurante eventi pubblici, informazioni sem-pre aggiornate in merito a bandi di concor-so locali e nazionali. La contaminazione diventa elemento di cre-scita: per questo l’archivio vuole aprirsi alloscambio e alla comunicazione tra gli artistiiscritti che pratichino lo stesso o diversi lin-guaggi artistici, con artisti nazionali, entran-

do in rete con soggetti che operano inambito artistico a livello nazionale ed inter-nazionale, promuovendo scambi che favo-riscano la crescita artistica e professionale.Tutto questo in un’ottica di apertura e dialo-go con il territorio spinti dalla volontà di unacollaborazione in grado di valorizzare gliartisti e la loro arte e allo stesso tempo diarricchire le città risvegliando una culturaspesso addormentata o ignorata. Il comitato territoriale Arci, presente nel ter-ritorio della Provincia dell’Aquila con unarete di 10 circoli e associazioni, ha già rea-lizzato nel 2011 due progetti incentrati com-pletamente sulla creatività e l'aggregazionegiovanile che hanno saputo offrire, non soloai partecipanti, occasioni di incontro e for-mazione: Network Giovani, finalizzato allacostruzione di pratiche di partecipazione edi cittadinanza attiva; Quale Senso, propo-ste di laboratori creativi all'interno dellacittà, con professionisti nei diversi ambitiartistici e coinvolgendo numerosi giovanidel territorio. L’evento di inaugurazione di Espressività inCircolo si terrà sabato 1 giugno.Info: www.giovaniartistiaq.it

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Espressività in Circolo, il progetto di Arci L’Aquilaper dare visibilità alle produzioni artistiche giovanili

Fino al 16 maggio l’Arsenale

partecipa alla Festa del cinema

con ingressi ridotti a 3 euro,

l’esposizione Il cinema si mostra e

proiezioni dei corti di Raccorti sociali

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Bianco rosso e neroMOIANO (PG) - Primapagina eCollettivo Semidarte, in collabora-zione con Arci Moiano e Arci

Trasimeno e con il patrocinio delComune di Città della Pieve, presen-tano lo spettacolo teatrale Biancorosso e nero. Tutto cominciò con unabomba...a Moiano. Si può fare unospettacolo sul sangue e su una sta-gione cupa come fu quella degli Âannidi piomboÊ? ÿNoi ci abbiamo provato,per non dimenticare e per fare i conti,in qualche modo, con la nostra storiarecente, con le nostre stesse valuta-zioni di allora - spiegano gli organiz-zatori - abbiamo voluto portare il tea-tro, il racconto e la riflessione diretta-mente nel Âluogo del delittoÊ, dentro laCasa del Popolo devastata dallabomba del Â74 e poi stordita dalla sco-perta di una cellula delle Br fatta digiovani che lì erano cresciutiŸ. Ap pun -ta mento presso la casa del popolo diMoiano il 18 maggio alle 21.30. Info: [email protected]

Proiezione al KinoROMA - Al circolo Kino il 15 maggiola regista Chiara Malta presenta il

suo Armando e la politica. Per anniArmando ha incarnato la fedeltàsuprema ai valori della socialdemo-crazia, per lui, orfano di padre e dimadre, il partito era come una casa.La sua vita erano i viaggi nellÊEuropadellÊEst con i gruppi sindacali, i con-gressi del partito, le serate fino a tardiin sezione, le campagne elettorali, lebattaglie per i diritti dei lavoratori,lÊAvanti! sotto il braccio, la pipa. Tuttoquesto fino a quando ha deciso divotare per Berlusconi. La figlia Chiararicostruisce questa scelta, rinnegatadal padre e da molti italiani. Due leproiezioni in programma, alle 20.30 ealle 22.30.Info: www.ilkino.it

Una firma per l’IceGENOVA - Giovedì 16 maggio alleore 17 presso la Sala CaminoPalazzo Ducale a Genova, CgilLiguria e Arci Genova presentano lacampagna per la libertà di informa-zione e il pluralismo dei media daltitolo Firma per il tuo diritto di sapere!Tra i relatori Fulvio Fammoni,Presidente Fondazione Giuseppe DiVittorio, Federico Vesigna Segretario

Generale Cgil Liguria, Gabriele Tad -deo Presidente Arci Genova, Ales -sandra Costante Segretario ligureFNSI, Tana De Zulueta, Articolo 21 erap pre sen tante italiana EIMP (Inizia -tiva europea pluralismo media), LucaBorzani Presidente Fondazione Pa -laz zo Ducale. Info: www.arcigenova.it

Cinema italiano OFFLECCO - Continuano gli appunta-menti di Cinema italiano OFF, la ras-segna del circolo Arci DinamoCulturale dedicata al cinema italiano.Il 15 maggio alle 21 presso il bar IlBarcaiolo, saranno proiettati RobertoPellegrinaggio di Alessio di Zio,Masse nella geometria rivelata dellospazio tempo di Ilaria Pezone e ATentoni come fosse notte di FilippoTicozzi. AllÊevento saranno presentiIlaria Pezone e Filippo Ticozzi.Info: www.arcilecco.it

Proiezioni al Cinema VekkioCORNELIANO DÊALBA (CN) -Mercoledì 15 maggio alle ore 21 perla rassegna cinematografica L'Italiache non si vede, proposta da Ucca,

verrà proiettato al Cinema Vekkio ilfilm Anja - La nave, il racconto dell'e-sodo degli albanesi verso l'Italia all'i-nizio degli anni '90. Parteciperà comeospite Blerina Marku, che racconteràil suo viaggio verso il nostro paese.Martedì 21 maggio alle 21 verràproiettato il film 7 giorni di Ketty Rigae Giovanni Chironi, il viaggio dell'am-bulanza che trasferisce EluanaEnglaro alla clinica di Udine per l'ulti-ma tappa della sua vita. Info: fb Circolo Arci Cinema Vekkio

La mostra ‘Rivelazioni’FERRANDINA (MT) - Venerdì 17maggio alle 19 al circolo Linea Goticasi terrà lÊinaugurazione della mostrafotografica Rivelazioni di AnnaRusselli. La fotografia come rivelazio-ne: la manifestazione di qualcosa distraordinario e inconsueto, un risve-glio dello spirito, un'improvvisa appa-rizione di significato che si svelaattraverso un dettaglio, una situazio-ne, un luogo comune visto o vissutotante volte ma che, inaspettatamen-te, assume un senso differente e pro-fondo. Ingresso riservato ai soci Arci. Info: fb Linea Gotica Circolo Arci

Notizie Brevi

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«Esprimiamo la solidarietà e vici-nanza di tutta l’associazione alcircolo Arci Il pane e le rose. Ci

impegniamo a mettere in campo ogni inizia-tiva per garantire la continuità di questaesperienza associativa unica nella nostracittà». È il comitato territoriale Arci di Forlì aprendere posizione contro la chiusura delcircolo Il pane e le rose, in pieno centro cit-tadino, costretto a fare i conti non solo condifficoltà economiche ma anche con lelamentele e proteste del vicinato.Il circolo è interamente gestito da studentifuorisede volontari, che dal 2010 realizzanoincontri, eventi e iniziative di informazione,sensibilizzazione e proposta, sui temi piùdisparati: partecipazione politica, filosofia,bioetica, letteratura, cinema, musica. Lasede del circolo in corso Diaz è anche presi-dio territoriale di Libera; il circolo è infatti unpunto di riferimento forte sui temi della lega-lità e dell’antimafia, è stato luogo di iniziativelegate al passaggio della CarovanaAntimafie e aderisce, insieme all’Arci Forlì, aColtiviamo la legalità, proposte alla cittadi-nanza nel mese di maggio, eletto ‘mese

della legalità’. «Il circolo Il pane e le rose èdiventato un centro aggregativo moltoimportante: sia per il gruppo di volontari chelo gestisce, in buona parte studenti fuorise-de, tra loro anche chi ha partecipato ai primicampi antimafia a Corleone; ma soprattuttoper chi frequenta il locale: dai ragazzini aglianziani dell’Anpi, c’è un vero e proprio ponteintergenerazionale che sarebbe davverosignificativo riuscire a mantenere - spiegaMargherita Favalo dell’Arci Forlì - per impor-tanza sociale e culturale e per valore civile, Ilpane e le rose rappresenta un patrimonioche non va disperso. Per queste ragioni, sol-leciteremo l’impegno di tutti per trovare solu-zioni concrete. I nostri circoli sono presidi disocialità, cultura, partecipazione, solidarietà.Sono spazi sani dove incontrarsi ed essereattivi. Per noi il rispetto delle regole è unvalore fondamentale, eventuali problemati-che in questo senso vanno affrontate conbuon senso e spirito costruttivo: devonoessere salvaguardati i diritti di tutti, il dirittoalla quiete così come il diritto alla cultura ealla socialità. Vogliamo una città gentile,aperta, viva e attiva». Anche i giovani gesto-

ri del circolo lanciano un appello, in primoluogo al vicinato che, anzichè discutere oconoscere meglio la situazione, si è limitatoa lamentarsi e prendere provvedimenti per ilrumore: «L’invito che facciamo è di venire aconoscere questo posto, entrare e chiederea chi c’è di turno: ‘Cosa fate, perché lo fate?’L’impressione è che ci sia un po’ di pigrizianel conoscere le nostre attività». Intanto, il27 maggio la Carovana Antimafie sarà aForlì: tappa serale, con l’obiettivo di permet-tere a tutta la cittadinanza di partecipare ailavori ed alle iniziative proposte. E magari difar capire meglio il valore e l’impegno deivolontari de Il pane e le rose. Info: www.arciforli.it

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Per una città aperta, viva e attiva: l’impegno e le difficoltà del circolo ‘Il pane e le rose’ di Forlì

Al circolo John Belushi, per la rassegna Il cinema italiano che non si vede, sarà proiettato

il 16 maggio alle 21Gli equilibristi di Ivan De Matteo

Info: [email protected]

AGRIGENTO

notizieflash

La rassegna ‘Cuba50: il futuro è oggi’Sono tre gli appuntamenti in programma perCuba 50: il futuro è oggi, rassegna cinema-tografica di corti cubani organizzata dal cir-colo Arci Nuvola Rossa di Villa SanGiovanni, promossa in collaborazione conArci Reggio Calabria e Ucca. La rassegnacomprende corto e mediometraggi che rac-contano la Cuba di oggi, attraverso lo sguar-do di giovani registi che chiedono di guarda-re, senza pregiudizi e fuori da retoriche ideo-logiche, la Cuba odierna con lo stesso spiri-to critico ed analitico che ha guidato i lorolavori. Giovani registi che raccontano l’emi-grazione, quella più o meno realizzata o solosognata, le discriminazioni sociali, l’omoses-sualità, una tradizione politica pesante chesa travalicare i confini dell’isola caraibica, maanche dell’energia creativa del popolo cuba-no. Uno sguardo giovane, indipendente ecarico di tensione verso il cambiamento, undialogo a distanza con la cultura cubana chein queste giornate arriverà fin qui. Dopo ilprimo appuntamento del 12 maggio, le pros-sime proiezioni si terranno il 15 e il 19 mag-gio, sempre presso la sede del circoloNuvola Rossa, con inizio alle 20.30.Info: [email protected]

A Siena una settimana di appuntamenticontro l’omofobia e la transfobiaDopo l’apertura con la tre giorni letteraria, laSettimana contro l’omofobia promossa aSiena da Arci provinciale e Movimento pan-sessuale Arcigay entra nel vivo con altriappuntamenti che puntano a sensibilizzarel'opinione pubblica sul rispetto dei diritti dellecittadine e dei cittadini omosessuali e tran -sessuali e a superare pregiudizi e stereotipilegati all’orientamento sessuale. Il 15 mag-gio sarà presentata la prima edizione delconcorso letterario nazionale Parliamo d’a-more: due sezioni, una per la poesia e unaper la narrativa, per promuovere un mes-saggio di amore universale, senza distinzio-

ne di genere, etnia, religione e orientamentosessuale. Il 16 maggio, alle ore 17.30, il cir-colo Arci Centro ospiterà il dibattitoOmobullismo: educazione e diversità, dedi-cato alle realtà scolastiche e giovanili del ter-ritorio senese con la partecipazione di esper-ti del settore. Il 17 maggio è prevista la pre-sentazione e la firma di un protocollo di inte-sa sottoscritto dalle due associazioni promo-trici con tutti i mezzi di informazione dellaprovincia che invita i giornalisti a trattare conla massima attenzione tutto ciò che riguardapersone LGBQT ed eventuali episodi discri-minatori legati a omofobia e transfobia.

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Uno spazio d'incontro tra i Comuni diPieve di Cento, Castello D'Argile e Cento,per riscoprire il valore della socialità edella cultura, a un anno di distanza dal ter-remoto che ha colpito la vita di migliaia dipersone, sconvolgendo consuetudini erelazioni interpersonali. È la sfida che ArciEmilia Romagna, in collaborazione conArci Bologna e Arci Ferrara, lanciano ai cit-tadini, alle Istituzioni e al terzo settore dei

tre Comuni, distanti tra loro solo pochi chi-lometri. Il cuore del progetto, presentato il10 maggio, è la creazione di un circolo Arciaperto alla popolazione dei tre centri, cheavrà sede a Pieve di Cento, nello storicoex Cinema Italia. Una volta ristrutturato, lospazio diventerà un luogo di attività cultu-rali in ambito artistico, musicale, letterarioe multimediale.Info: www.arcibologna.it

Un nuovo circolo a Pieve di Cento

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Anche quest'anno ci sono polemiche aproposito dei test Invalsi nella scuola.Chi dice che sono indispensabili, chi

dice che fanno male ai bambini e alla scuola.Io, per esempio, la penso come questi ultimi.Vorrei porre però la questione in modo diver-so dal solito, ponendo una semplice doman-da, sia ai favorevoli che a chi non lo è. Ladomanda è questa: che rapporto c'è tra quel-lo che chiedono agli studenti i test Invalsi equello che noi insegniamo loro? O, in modoancora più preciso: che rapporto c'è tra l'ideadi scuola e di formazione che c'è dietro ai testInvalsi e l'idea di scuola che è descritta nellanostra Costituzione? Lo chiedo perché ho lasensazione che siano idee differenti. E che iprogrammi e i dettati della nostra scuola dioggi - fortunatamente, per quanto mi riguar-da, - non coincidono assolutamente conquelli che poi si chiede nei test agli studenti,creando una situazione di vera e propriaschizofrenia e confusione non solo tra gli stu-denti, ma anche tra i docenti. Un esempio, aidocenti viene richiesto dalla scuola dellaCostitu zione la promozione delle ‘domandeaperte’ agli studenti, ma l'Invalsi ha test chiu-si, a crocetta. Non è richiesto allo studente di

compiere analisi e sintesi rispetto a ciò cheapprende, né di avere un'opinione o un mini-mo senso critico. I test sono pensati piutto-sto, nella maggioranza dei quesiti, comedomande a risposta blindata, forse in gradodi accertare livelli minimi di capacità di calco-lo matematico o di competenze grammatica-li o sintattiche, ma senza andare oltre. Anchequesta faccenda che non entrano nella valu-tazione di altre materie, che senso ha? Moltosemplicemente: perché insegniamo ai nostristudenti tanti contenuti, se poi viene richiestoloro solo una abilità di comprensione di unsolo genere di testo? E questo solo perquanto riguarda lo studio della lingua italiana,naturalmente. Alle superiori, per esempio,ore e ore sono passate a studiare la storiadella letteratura italiana, ma le prove Invalsinon richiedono nulla su questo.Dunque? Che senso ha? Inoltre, ammettia-molo, la ‘cultura del test’ ha nel tempo creatostudenti meno capaci di esporre e di argo-mentare in modo coerente e corretto, siaoralmente sia per iscritto: è questo chevogliamo? Non erano forse i vecchi esami inseconda e quinta elementare?Ancora: il nostro unico strumento di valuta-

zione di una persona che sta crescendo è untest, non si perdono forse tutti quei segnaliverbali e non verbali che lo studente ci mettea disposizione nel percorso didattico? Siamosicuri che misurazione e valutazione sonosinonimi? Ma poi, quali sono gli obiettivi deitest? Come e quando avviene la loro restitu-zione a docenti, studenti, genitori? Perchéquesta restituzione non è trasparente? Qualisono i livelli minimi di qualità del sistema diistruzione da garantire?Quale modello di scuola si intende realizza-re? Com'é possibile stabilire un modo chiaroper verificare se gli obiettivi siano stati rag-giunti o meno? Ancora: i responsabili del -l'Invalsi sono a conoscenza che in Finlandiae negli Stati Uniti, con i test, si è rilevato uncalo nei risultati di apprendimento e il nasce-re di una sorta di concorrenza fra scuole, inbase al presunto merito? E le didattiche fina-lizzate ai test, oltre a compromettere o menola libertà di insegnamento, siamo sicuri chefacciano bene agli studenti?

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Invalsi, facciamogli del male

Hanno collaborato a questo numeroAnna Bucca, Alessandro Cobianchi, MonicaFalezza, Piero Ferrante, Maurizio Landini,Deborah Lucchetti, Antonio Mazzeo, GiuliaMigneco, Grazia Naletto, Davide Ronzoni, RodolfoUngheri, Francesco Verdolino

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Impaginazione newsletter online Martina Castagnini

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Chiuso in redazione il 14 maggio alle 18

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

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Attribuzione -Non commerciale -Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

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Campi di lavoro e conoscenzaContinuano le iscrizioni ai campi di lavoro econoscenza all'Estero per il 2013, unÊespe-rienza di Volontariato Internazionale Arci natanel 2005, che ha visto in questi anni la mobili-tazione di circa 700 volontarie e volontari, conpiù di 15 Paesi interessati dai programmi. Perl'estate 2013 i Paesi di destinazione sono:Brasile, Giordania, Mozambico, Palestina,Rwanda, Tunisia. Le partenze sono program-mate per i mesi da giugno a settembre. Leiscrizioni scadono il 17 maggio.

Delegazione mozambicanaArriveranno in Italia a fine maggio 3 mozambi-cani dalla regione della Zambèzia. Sonoragazzi di diversi gruppi di teatro dellÊoppres-so che hanno collaborato allÊinterno del pro-getto di Arcs in Mozambico durante lo scorsoanno attraverso la realizzazione di spettacoliteatrali in aree rurali della Regione dellaZambézia per promuovere i diritti delle donne,affrontare e contrastare il tema della violenzadomestica verso le donne e sensibilizzaresulla prevenzione dellÊHIV.Il progetto, in partenariato con Nexus ER,Iscos Er, Mani Tese, è co-finanziato dallaRegione Emilia Romagna che da anni sostie-

ne le attività in Mozambico di ARCS e delpartner locale NAFEZA.

Delegazione cubanaUna delegazione di dirigenti dellÊAssocia zioneHermanos Saìz, in Italia in questi giorni, saràimpegnata fino al 24 maggio per un tour diincontri con le istituzioni e la società civile ita-liane. La delegazione è stata invitata nellÊam-bito del progetto Santa Fé: rafforzamento deiservizi socio-culturali per lo sviluppo comuni-tario, finanziato dallÊUnione Europea nell'am-bito del programma EuropeAid, promossodallÊArci, di cui lÊAssociazione Hermanos Saìzè partner. Il progetto nasce dalla necessità digarantire alle cittadine e ai cittadini di SantaFé la possibilità di utilizzare spazi di aggrega-zione sociale e promozione culturale, ancheattraverso la riabilitazione e il riadeguamentodi strutture esistenti, rendendoli 'luoghi aperti'disponibili per la socializzazione e il coinvolgi-mento della popolazione. LÊArci sta lavorando,insieme allÊAssociazione Hermanos Saìz, perrendere operative due strutture – la Casadella Cultura e il Cinema Oasis - e dotarle distrumentazioni e materiali necessari al lorofunzionamento, al fine di rafforzare le capaci-tà aggregative degli attori sociali coinvolti.

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o.it - [email protected]

Azioni solidali / Le notizie di Arcs

di Giuseppe Caliceti, insegnante e scrittore

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