Apocalisse Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra.

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Apocaliss e Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra

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ApocalisseVidi poi un nuovo cielo

e una nuova terraVidi poi un nuovo cielo

e una nuova terra

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L’Apocalisseultimo libro della Sacra Scrittura

scritto durante una persecuzione dei cristiani (probabilmente sotto l'imperatore Domiziano, cioè

verso il 95 d.C.)

serve a dare coraggio, con la prospettiva della vittoria finale del bene sul male

l'autore si serve di un genere letterario particolare, il genere apocalittico, con l'impiego di molti simboli e

visioni tratti dall'Antico Testamento

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non intende dare nessuna informazione sulla fine del mondo

riguarda lo scontro tra la Chiesa e l'Impero Romano

la situazione terrena e storica viene trasportata nel mondo celeste e si traduce nella lotta tra l'Agnello

immolato, cioè Cristo morto ma risuscitato, e la Bestia, cioè Satana e il mondo pagano al suo servizio

tra l'uno e l'altra sono posti i credenti, perdenti in quanto messi a morte, ma vincitori perche testimoni, martiri

dell'Agnello, che li conduce nella "Gerusalemme celeste", nel suo regno

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Apocalisse = rivelazione

rivelazione della Persona di Gesù Cristo che ritorna sulla terra come Giudice

Giovanni ebbe la visione profetica mentre era prigioniero per la sua fede a Patmos, un'isola del

Mare Egeo

l’opera è contraddistinta dal ricorso al linguaggio simbolico

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Linguaggio simbolicocosmico = si narrano terribili cataclismi sulla terra e nel cosmo per esprimere l’intervento di Dionumerico = i numeri hanno significati non solo quantitativi; il 7 indica la totalità, il 12 la perfezioneteriomorfo (di animale) = sono citati numerosi animali, che assumono valenza positiva o negativa, espressione di potenze superiori (cavalli, cavallette, drago, serpente, aquila, bestie)cromatico = i colori non hanno una funzione meramente decorativa; il bianco indica l’eternità e la soprannaturalità, il rosso il sangue e la rovina, il nero le tenebre e le forze del male veterotestamentario = le immagini della mietitura e della vendemmia richiamano il giudizio finale, Babilonia simboleggia le potenze avversarie del popolo di Dio, Gerusalemme rappresenta il luogo in cui i giusti vivranno insieme a Dio

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Schema dell’operalegge fondamentale = principio settenario, con

presenza ricorrente di insiemi di sette elementi (sette lettere, sette sigilli, sette trombe, sette coppe)

schema in tre parti:"le cose che hai visto" = il passato (Ap 1): l'apostolo descrive

la maestà sovrana del Figlio di Dio "le cose che sono" = il presente (Ap 2-3): il Signore si rivolge

a sette comunità per descrivere lo stato presente del cristianesimo nel mondo

"le cose che saranno" = l'avvenire (Ap 4-22): una serie di giudizi riversa sugli uomini l'ira divina, ma il Signore

ricompenserà gli eletti, i vincitori e i martiri che regneranno con Lui

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Capitoli 21-22mostrano la prospettiva dell'eternità in cui i

riscattati serviranno il loro Signore

sette elementi caratterizzano questa nuova creazione: un nuovo cielo, una nuova terra, una

nuova Gerusalemme, un nuovo tempio, una nuova luce, un nuovo mondo, un nuovo paradiso

la Bibbia si chiude con l'ultima esortazione del Signore ai suoi e con la promessa del suo prossimo

ritorno: ''Ecco, io vengo presto!''

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Protagonistala Chiesa è la protagonista storica dell’Apocalisse

di essa non si tace il peccato (Ap 2-3), ma si fa leva sulla redenzione di Cristo che l’ha fatta sua sposa (Ap 19), per cui essa vive l’attesa

appassionata del suo ritorno (Ap 22)

tra Cristo in cielo e la sua Sposa in terra si stabilisce un rapporto di comunione profonda

il popolo di Dio è come se camminasse sotto i cieli aperti, vede il trono di Dio circondato da un esercito di angeli e di santi

ci sarà un incontro faccia a faccia finale, quando Cristo verrà a prendere la sua Sposa

allora cielo e terra saranno nel settimo giorno della creazione

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Ap 21-22Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro".E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio. Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte». Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell'Agnello». L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello. Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le sue mura.

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La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali. Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente. Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza. Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte. E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni. Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello. Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni. E non vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio

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li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. Poi mi disse: «Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro». Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare». Poi aggiunse:«Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita. Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi. Amen!

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Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più

come a seguito del diluvio, la Terra non sparì ma subì una profonda trasformazione, così essa subirà

una "palingenesi", ovvero una nuova creazione

il mare che non ci sarà più è probabilmente un simbolo, l'abitazione del Dragone (Satana) e dei

demoni

il mare si ritirerà davanti alla manifestazione del nuovo Israele, come nel giorno dell'Esodo il Mar

Rosso si ritirò davanti all'Israele storico

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Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna

per il suo sposouna città non scende dall’alto, sale dal basso

non è una creazione dell’uomo, è un dono divino

è una sposa adorna, ha il vestito di nozze

è pronta nel senso che è stata preparata

è santa perché è definitivamente consacrata a Dio

Gerusalemme è la sede del regno di Dio

la nuova Gerusalemme è contemporaneamente l'abitazione dei santi e la Chiesa glorificata

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Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini!

il trono è il simbolo del potere di Dio

skene = dimora, tabernacolo, tenda

ricorda la shekhinah, la nuvola gloriosa, segno della presenza di Dio tra il suo popolo

si adopera nel Vangelo di Giovanni: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (piantò la tenda in

mezzo a noi)

è la tenda della presenza, è proprio lì che il Signore abita

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E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le

cose di prima sono passate

non c’è più il potere della morte

il mondo del passato scompare, con tutte quelle caratteristiche che gli conferivano la fisionomia di una

creazione asservita al peccato

la nuova Gerusalemme significa, prima di tutto, la più grande delle consolazioni

“ogni lacrima” al singolare: non si tratta di lacrime versate in quel momento, ma quel pianto riguarda l'ordine passato

è risolto d'un tratto il problema della sofferenza

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E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»

unico passo nell’Apocalisse in cui è Dio stesso che parla

egli dichiara che tutte le cose descritte saranno compiute

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A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò

il suo Dio ed egli sarà mio figliol’acqua, simbolo della vita, nell’A.T. era caratteristica dei tempi messianici, nel N.T. diviene simbolo dello Spirito

“Chi sarà vittorioso … ”: è un’eco della promessa fatta ad ognuna delle sette Chiese (Ap 2-3)

“erediterà”: è una nozione che implica la figliolanza divina del cristiano e la gratuità della ricompensa che riceverà

“gli sarò Dio” e non “gli sarò Padre” perché Giovanni parla di Dio come Padre solo in relazione a Gesù

la figliolanza divina di cristiani è mantenuta chiaramente distinta dalla figliolanza del Figlio unigenito

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Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori

è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo

“i vili”: coloro che hanno peccato contro la fede

“gli increduli”: coloro che non hanno la fede

“gli abietti”: coloro che non hanno retto nella persecuzione

“gli immorali”: coloro che sono dediti ai vizi contro natura

“i fattucchieri”: coloro che (letteralmente) mescolano sostanze medicinali e veleni

“i mentitori”: coloro che parlano e agiscono nella falsità

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«Vieni, ti mostrerò la fidanzata, la sposa dell'Agnello». L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande

e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme

l’autore viene trasportato in Spirito in un luogo elevato per contemplare la sposa dell’Agnello

il veggente fu condotto nel deserto per vedere la meretrice; ora viene trasportato sopra un alto monte per

ammirare la Sposa che discende da Dio

la Città Santa è risplendente della gloria di Dio

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La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte,

a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei

dodici apostoli dell'Agnello

la città è cinta da un alto muro con 12 porte

Giovanni allude alla continuità perfetta tra il popolo di Dio nell’A.T. e la Chiesa nel N.T.

4 punti cardinali, 3 porte per ciascuna direzione

poiché la città è di origine celeste deve avere guardiani celesti

accanto ai nomi delle dodici tribù appaiono quelli dei dodici apostoli, perché le due alleanze non ne formano che una sola

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La città è a forma di quadrato, la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: misura dodici

mila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono eguali. Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia,

secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo

Giovanni sta descrivendo qualche cosa di realistico con un linguaggio simbolico

lunghezza, larghezza altezza sono uguali: non è quadrata, è cubica

è come la parte più recondita del santuario, dove c’era l’arca dell’Alleanza, il luogo della santità, della presenza di Dio

dodici mila non è semplicemente da intendersi come un numero di misura, ma 12 x 1000 (12 apostoli x 1000 numero di Dio, moltitudine)

le mura sono 144 braccia = 66 metri di altezza (144 è 12 x 12)

Giovanni non vuole dare delle misure, ma dire che la forma della nuova Gerusalemme ricorda il santo dei santi (1Re 6,19 ss.)

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Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose

Giovanni elenca i materiali straordinari usati nella costruzione del muro della città

l’oro puro e le pietre preziose sono lo splendore e la sublimità della città in cui Dio dimora, cioè il riflesso della

sua stessa gloria

Se la città scende dall’alto, la prima cosa che si vede sono proprio le fondamenta

tutto quello che in essa esiste appartiene ormai alla sfera divina

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Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta è formata

da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente

le fondamenta sono pietre preziose su cui è scritto il nome degli apostoli e sono 12 pietre diverse

le pietre preziose potrebbero ricordare quelle del pettorale del Sommo Sacerdote, quando entrava nel santuario per

presentare a Dio il Suo popolo, le cui dodici tribù erano rappresentate da altrettante pietre preziose incastonate sul

pettorale

le pietre del pettorale del sommo sacerdote sono il basamento della nuova Gerusalemme, perché essa è il luogo sacro, è la Santità, è lì l’aspetto sacerdotale nuovo, è la sposa stessa

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Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è

l'Agnello. Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza

la presenza di Dio nel nuovo mondo non è delimitata dai muri del tempio; la gloria di Dio e dell’Agnello pervade

completamente la città

non c’è più bisogno di un luogo privilegiato, sacro, per l’incontro dell’uomo con Dio

questa Gerusalemme, la sposa dell’Agnello, è vestita come lo sposo: celeste e terrestre; viene dal cielo, ma è

posata sulla terra e fa luce alle nazioni

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Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte. E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni. Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o

falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello

le porte della città saranno sempre aperte (cf. Is 60,11: "Le tue porte saranno sempre aperte; non saranno chiuse né giorno né notte, per

lasciar entrare in te la ricchezza delle nazioni, e i loro re in corteggio")

le sue porte non si chiuderanno mai: è l’immagine dell’accoglienza

non è la Chiesa e non è nemmeno il Paradiso: è la realtà redenta, la realtà che si realizza nella resurrezione

è la persona e la comunità

c’è un rapporto: coloro che sono fuori possono entrare (se non sono mentitori)

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Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello

Giovanni vede un fiume d'acqua di vita che esce dal trono di Dio e dell'Agnello

raffigura il dono della vita eterna, che è la conseguenza della presenza di Dio in mezzo agli

uomini

le acque vive e vivificanti simboleggiano lo Spirito

Giovanni intravede qui la Trinità

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In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni

mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazionila prima e l’ultima pagina della Bibbia si assomigliano

la Scrittura comincia e finisce con un paradiso, un fiume, un albero della vita... ma la fine è più bella

come fa un albero a trovarsi da una parte e dall’altra del fiume?

questa visione è ispirata da Ez 47,7.12 dove xjlon=albero è al singolare

in realtà la città escatologica contiene molti alberi che offrono la pienezza della vita (12 tipi di frutto, 12 volte l’anno)

il frutto dell'albero della vita assicura l'immortalità ai salvati

idea ecclesiale e sacramentale: sposa dell’Agnello

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Il trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole,

perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli

il trono di Dio è il centro della divina presenza, che sostituisce ora il tempio

gli eletti vedranno il suo volto: un privilegio negato a Mosè, perché inaccessibile in questo mondo; tale aspirazione sarà realizzata nell’èra escatologica

porteranno il nome sulla fronte: ora essi gli appartengono in maniera definitiva

è il Risorto che irradia la sua luce su tutte le nazioni

già siamo stati redenti, ma non ancora pienamente ... siamo in via di salvezza

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Ecco, io verrò presto

Giovanni riprende la stessa frase dell’inizio

“sto per venire” è ripetuto tre volte da Dio (Ap 22,7.12.20)

tre volte è ripetuto da bocche umane: “Vieni!” (Ap 22,17a.b.20)

al grido del cielo risponde l'invocazione dal basso

Dio parla per primo, ed è per questo che gli si crede

d'altro canto, Dio conferma la fede di coloro che anelano alla sua venuta

solo coloro che credono alla venuta di Gesù pregheranno per la sua realizzazione: Maranatha!

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Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro... mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo... Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che

custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare»

non solo beato chi legge, beato chi ascolta, ma beato chi custodisce

leggere l'Apocalisse significa portare le parole di questo libro nella propria vita

Giovanni vuole adorare l’angelo che gli ha spiegato le grandi visioni, ma lui glielo proibisce

anche noi, custodendo le parole di questo libro, siamo servi come i profeti, come Giovanni, come l’angelo

rivelatore

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Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro

continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio

salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere

il messaggio dell’Apocalisse è questo: il coraggio della resa a Dio, ma non alla mentalità del mondo

Giovanni ha chiesto alla sua gente il coraggio della coerenza

la voce di Cristo annuncia che la sua venuta in qualità di giudice supremo è imminente

è lui la ricompensa

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Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i

fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna

l'Apocalisse si conclude con delle benedizioni per coloro che crederanno, che accetteranno il sacrificio di Cristo nella loro vita

al capitolo 7 c’era la scena dei salvati, quelli col vestito bianco

c’è un divenire: c’è un evento del battesimo in passato che ha determinato l’inizio, però poi c’è una crescita, una maturazione

allora beati quelli che continuano a lavare le loro vesti ...

vengono poi citate alcune categorie di malvagi che non entreranno nel Regno di Dio

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Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga

gratuitamente l'acqua della vita

è lo Spirito Santo che anima la preghiera invocatrice della sposa e la fa sua

è lo Spirito presente nella Chiesa che le ispira questo richiamo

la preghiera della Chiesa è il dovere personale di ciascun cristiano presente nell’assemblea liturgica

Cristo ci chiede non solo di accoglierlo quando viene, ma di accostarci a lui

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Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro

profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro

viene messo in guardia chiunque volesse aggiungere o togliere qualche cosa dal libro

dell'Apocalisse

questo avvertimento è valido naturalmente anche per tutto il resto della Bibbia

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Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti voi.

Amen!

l’invocazione con cui si conclude l’Apocalisse sembra richiamare quella aramaica: Maranàtha, “Signore, vieni!”

era frequente nelle prime comunità cristiane, che così esprimevano la loro speranza nella venuta definitiva del Signore Gesù

Gesù conferma che la venuta è prossima

l’Amen esprime il desiderio e la fede gioiosa

la Chiesa, sposa, esprime la sua aspirazione all’incontro con Cristo

l’Apocalisse e la Bibbia intera si chiudono con una parola di completa sottomissione alla sua volontà: “Amen”