Antonio Masuccio di Giuseppe Pennetti a cura di Edmondo Marra

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Notizie intorno alla vita ed alle opere di Frate Antonio Masuccio per Giuseppe Pennetti di Gerardo

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La vita e le opere di un grande volturarese dimenticato . Figlio del Barone Detio masuccio , unico volturarese nobile che comprò il paese nel 1596 e lo tenne per 30 anni

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Notizie intorno alla vita ed alle

opere di

Frate Antonio Masuccio

per

Giuseppe Pennetti di Gerardo

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A mio padre cui tanto debbo dedico queste

poche pagine non potendo altro

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AL LETTORE L’amore che porto al mio paese nativo,nel quale vidi nascere e nutrii tante dolci speranze, ed i lieti ricordi che ad esso mi legano, il desiderio che ho sempre avuto di vederlo tratto dall’abbandono, in cui, per la malvagità di alcuni,per l’indolenza dei più,giace, mi spinge a dare alle stampe questi modesti studii di ricerche , fatti molto tempo fa,sulle opere di Antonio Masuccio da Volturara Irpina. Di Antonio Masuccio in Volturara , tranne alcune sue opere ,che, ignorate e polverose, si conservano da qualche famiglia di antica origine ,non esiste alcun ricordo che potesse indicare al forestiero che Volturara ha avuto anche quest’altro illustre figlio. Pubblicando adunque queste poche pagine non presumo di fare gran cosa,( né questo dico per le consuete scuse o per le solite cantafavole degli autori) ma mi auguro solo che le mie parole siano d’incitamento perché al Masuccio si rendano i dovuti onori. Ho scritto per i miei concittadini – Da essi spero quel compatimento che mi sarà d’incoraggiamento per l’avvenire , e mi farà vedere che non sempre,ne miei affetti, son corrisposto con ingratitudine.

Volturara Irpina , Agosto 1886

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Da Decio Masuccio *,Barone di Volturara (1) nacque Antonio nell’anno 1618, o poco dopo (2). Quantunque l’anno preciso della sua nascita non ho potuto finora determinare, per quante ricerche avessi fatte, ho ricavata quest’ epoca dai suoi scritti. In fatti nella prefazione che fa ad una delle sue opere, che ha per titolo Calvinus Expugnatus, il cui permesso di pubblicazione(imprimatur), porta la data del 19 Novembre 1677, dice: si m non sternet aegra senectus IAM SEXAGENARIA, qua ad praesens afficior. Avendo quindi circa sessanta anni nel 1677 deve ritenersi esser nato nel 1618 o poco dopo. La sua giovanezza fu triste e travagliata. -......Ereditai gl’infortunii con la nascita, egli dice, nella prefazione che fa ad una sua opera che ha per titolo Lo Sfortunato Felice. Rimasto privo del padre suo fin dai più teneri anni, essendo Decio Masucci morto nel 1621, per finanziari dissesti si dovè vendere il feudo di Volturara, che per ducati 21.960, fu acquistato da Giovan Vincenzo Strambone, nel 1626.

*Decio:nacque il 1° Aprile 1576 da Nunzio e Maddalena Porzia.

(1) Questa illustre famiglia che possedè il feudo di Volturara, dal 1596 al 1626 si trova ora in Montecorvino Rovella, perchè venduto il feudo di

Volturara, la vedova di Decio coi figli si trasferirono prima in Napoli e dopo in Montecorvino.

(2) Nei libri dell’Arcipretura sono marcite e non legibili le carte relative ai nati di questo periodo.

Di questo più diffusamente parlerò in altra operetta, sulla origine, e vita di Volturara, che quanto prima darò alle stampe. Compiti gli studii sacri e Teologici presso le scuole dei Minori Conventuali in Napoli nel Monastero di S. Lorenzo, che fu culla di tanti uomini illustri, ivi fu consacrato monaco. Dalle sue opere edite, e dalle moltissime inedite, vediamo quale vasta coltura aveva il Masuccio, e come ponesse l’ingegno a molti generi di componimento. Nell’opera sacra, nella filosofia, nella morale, nel romanzo, nel poema, è sempre grande. Desta meraviglia, come abbia potuto scrivere tanto, egli che, tra la predicazione e la scuola, occupava gran parte del suo tempo. Dalle lettere ebbe il più grande compenso, cui un uomo possa aspirare, la gloria e l’immortalità. Fu chiamato Predicatore famoso, uomo di pellegrina eloquenza. Fu membro di molte Accademie letterarie dei suoi tempi, ed ebbe la stima e l’amicizia dei letterati e degli uomini illustri del secolo. Insegnò, nelle scuole del suo Ordine, Sacra Teologia, e Filosofia. L’ultima opera da lui data alla luce fu quella che ha per titolo: Calvinus exspugnatus, la cui prefazione porta la data del 1677. In essa accenna alla prossima pubblicazione di altre sue opere, ma, aegra senectus, le infermità spensero quell’anima grande; il fragile corpo fu schiacciato dal peso delle opere, e dal lavoro, ed il suo grande desiderio, restò un pio desiderio dei cultori delle lettere, che in Antonio Masuccio ebbero un grande esempio da imitare(1). Detto quanto mi è riuscito di sapere intorno alla vita dell’uomo, eccomi ora a dare un breve cenno dello scrittore. Le opere di Antonio Masuccio sono:

I PANEGIRICI SACRI

I Panegirici sacri, editi nel 1650, per i tipi di Secondino Roncagliolo, furono la prima opera data alla luce dal nostro Masuccio, e fu dedicata a D. Francesco Marino Caracciolo, Principe d’Avellino. Contiene dodici panegirici. Francesco Loredano, illustre scrittore del secolo XVII, a proposito dei Panegirici sacri, scrisse:<<Ricevo una parte dei panegirici di V.S. che sono un tutto di perfezione. Veramente avendo trattato una materia ordinaria con forme sublimi può a ragione pretendere ogni maggior gloria.>>

(1) Saverio Quadrio, nella storia di ogni poesia, al Vol. 2° p 322 dice che morì in Napoli nel 1682.

LA BIZZARRIA D ‘ INGEGNO Per i tipi di Secondino Roncagliolo nel 1650 in Napoli, vide la luce in 8° La bizzarria d’ingegno, ovvero l’aquila delle scuole, per la vita di Frate Giovanni Duns Scoto detto il Sottilissimo, Francescano Conventuale. In questa operetta, scritta con stile brillante, è fatto vedere a che l’ingegno umano applicato ai ragionamenti Filosofici e Teologici può arrivare, e Giovanni Duns Scoto, che fu insigne monaco del suo ordine, ci è mostrato in tutta la vastità di un ingegno arguto e sottile.

ORICALCO POETICO DELLA GIUDEA DESOLATA

Questa opera, che vide la luce in Napoli nel 1664, fu dedicata a G. Battista Brancaccio. L’autore dopo una lunga lettera di dedica al Brancaccio, spiega perché non ha chiamato poema il suo ORICALCO POETICO; ed ecco le sue parole: <<Non ho voluto dare il titolo di poema alla presente opera per più ragioni-Prima perché gli eroi sono due, cioè Vespasiano e Tito, ed il poema ne ricerca un solo. In oltre perché l’azione è

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discontinuata, avvengachè questa guerra fu terminata in due volte, con l’intervallo di molto tempo tra la prima e la seconda. E finalmente per i sfuggire il titolo di temerario, stimando il lettore che io volessi cimentarmi con Torquato Tasso, con lo scrivere poemi lirici.>> Si difende poi dai suoi avversarii, i quali lo accusano di scrivere sempre cose profane anziché sacre, e ne spiega la ragione con acconce parole. Incomincia così: <<De la Giudea service a suon di lira. Canto l’oppresso orgoglio.....>> Il poema, in ottava rima, è diviso in 24 canti. Con verso ora concitato, ora dolce e soave, ci fa assistere ai diversi episodii, narrando le vicende della lunga guerra incominciata dall’Imperatore Vespasiano, e menata a termine da Tito, con la distruzione di Gerusalemme. L’opera destò in quei tempi molto rumore, e di molta gloria si circondò il nome del Masuccio. Tra i tanti componimenti di lode indirizzatigli per questo suo poema, vi è un sonetto bellissimo del Loredano che incomincia; <<Marmi non ho per eternar tuo nome Che avere eternità deve in misura. Non tengo lauri a coronar tue chiome, Chè ogni diadema il tuo gran merto oscura.>> LO SFORTUNATO FELICE Lo sfortunato felice, ovvero l’Abido, istoria Gallicena, fu data alle stampe in Napoli nel 1666. E’ un romanzo con fondamento storico. In esso si narra come un figlio naturale, nato da Martinissa figlia di Gargone Re della Gallizia, e dal principe Floridauro, fatto abbandonare in un bosco da Gargone, appena nato, onde nascondere la colpa di sua figlia, dopo una vita di angoscie e patimenti, fu riconosciuto. Ricevuto il nome di Abido, dopo la morte di Gargone, regnò sul trono della Gallizia, ed avendo introdotti nel suo regno molti miglioramenti, dopo un governo saggio, compianto da tutti, morì nella tarda età di 90 anni, lasciando a ciascuno dei suoi quattro figli un regno; al primo cioè la Gallizia, al secondo la Castiglia, al terzo Granata, al quarto la Navarra. Gli episodi di questo romanzo sono in qualche punto commoventissimi. Lo stile è qua e là spigliato, la lingua eletta, l’argomento piacevolissimo. L’autore, che in qualche punto è obbligato a coprire con denso velo le nudità scabrose, e le difficili posizioni create dallo incontro di Martinissa con Floridauro, se la cava con una disinvoltura ed una maestria sorprendenti, conciliando il Monaco col Secentista. E’ un romanzo che, accanto allo scrittore del secento, co’ suoi periodi larghi, senza incisi formolati, mostra l’artista che ti presenta la sua opera piena di vita e che tu leggi d’un sol fiato. CALVINUS EXPUGNATUS Quasi a giustifica, ed a combattere i suoi avversarii, che gl’incolpavano di scrivere cose mondane, egli che era maestro di Teologia, e Filosofia, ci da l’opera eminentemente filosofica e morale – Joannes Calvinus expugnatus, ceteriqu recentiores hacretici profligati, opus dogmaticum admodum –pubblicata in Napoli in 8° per i tipi di Antonio Bulifon nel 1680 in bellissima edizione. E’ scritta in lingua latina, con stile puro. In essa sono combattute le teorie di Calvino mediante confutazioni, ed argomenti stringenti. E’ divisa in trentotto capitoli, e ci mostra quale sapere aveva il Masuccio, dal perché egli esposta una teoria la combatte non con uno ma con molti argomenti. Questa opera oggi ricercatissima ebbe molto plauso nell’epoca in cui fu pubblicata, e D. Giuseppe Mendozza, revisore dei libri da pubblicare, dando il permesso di pubblicazione, diceva:<<Theologiae Dogmaticae quaestiones difficilissimas, tanta claritate elucidatas, argomentorum robere firmatas, ae ab Haereticorum quibusuis telis, tam nervose vindicatas, (opus) continet, ut ad Hereticos omnes enervandos, imo exenervandos, opus obsolutissimum, censer queat...>> IL TEATRO DELL’ AMICIZIA E’ questa l’opera che maggiormente ha data la gloria al Masuccio, essendo oggi egli ricordato col nome di autore del Teatro dell’amicizia. E’ un romanzo, il cui argomento, è la narrazione della vita di due principi francesi, Amico Duca del Berì, ed Amelio Conte di Chiaromonte , vissuti ai tempi dell’Imperatore Carlo Magno, che simili in tutto nello aspetto, simile avevano l’animo gentile. La loro vita piena di episodii molto pietosi, e perigliosi, è un continuo esempio di vera amicizia, che giunge a tanto, che Amico sostituendosi ad Amelio assente, si batte in duello con Arderico, terribile guerriero di quei tempi, andando incontro a certa morte, onde salvare il fido compagno, cui l’amore che portava a Bolifena figlia di Carlo Magno, aveva procurata questa avventura. La somiglianza perfetta del volto, della persona, e finanche della parola, potè favorire il pietoso inganno, e la morte del terribile nemico, che aveva rivelato questo amore a Carlo, diede il possesso della mano dell’amata principessa ad Amelio, possesso stabilito da Carlo, come premio della vittoria. Il Dottor Paolo Francesco Pellieri pubblicò in Genova nel 1661 questo romanzo, che il Masuccio non voleva pubblicare. Il Pellieri nella prefazione che fa al Teatro dell’amicizia dice:<<Ti assicuro che sotto il tuo occhio non sarà capitata ancora un’opera così vaga per la materia; così saporita per le vivezze;

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così alta per lo stile; così naturale per li verosimili; così sincera per gli episodii; così pura per l’elocuzione; così ingegnosa per la invenzione>>. Il successo di questo romanzo crebbe a tal segno, che se ne fecero cinque edizioni, tre delle quali dopo la morte del Masuccio. Anche oggi si legge con piacere. Altre due opere diede alla luce il Masuccio, ma di esse non posso dire che il titolo, non essendomi riuscito averne copia alcuna, per quante ricerche avessi fatte. Le opere sono:

1. SPECCHIO DEI GOVERNANTI, politica cristiana. 2. PITTURE DI PURITA’,seconda parte dei panegirici Sacri

Queste due opere furono pubblicate tra il 1666 ed il 1678.

OPERE INEDITE

Le opere inedite del Masuccio sono: Iris biblica, Joannes Calvinus expugnatus tomus posterior, Maternitatis Divinae, Dieci altri tomi di panegirici dei Santi, Teatro evangelico quadragesimale, L’Amazone Assira, istoria in due tomi, L’Oriente conquistato poema eroico, Organo lirico, poesie diverse, Bizzarrie di ingegno, discorsi storici, Galleria di passione, sermoni dell’Eucarestia e della Croco, La Monarchia trionfata, tragedia ideale Drammatica, La libertà tiranneggiata, tragicommedia ideale drammatica, La fortuna è degli sciocchi, commedia metrica.

APPENDICE

PASQUALE SAVINO Nacque in Volturara, il 23 Maggio 1744, da Matteo e Geronima Pisacreta. Morì il 16 Febbraio 1815. Datosi al sacerdozio fu Vicario foraneo. Letterato, poeta, e predicatore celebre, fu tenuto in gran concetto dai suoi contemporanei. Predicò con grande onore e molte volte, in Nola, Casoria, Aversa, Capossele, Calabritto, Monteverde, Bisaccia, ecc... e financo in Napoli. Le sue prediche, di cui ne conservo alcune scritte, sono bellissime per dottrina, stile, e concetti elevati.

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Appendice a cura di Edmondo Marra 2013

Giuseppe Gaspare Baldassarre Pennetti 1859-1912 Ingegnere e Storico Nato a Volturara il 6.4.1859 a Volturara , morto a Stigliano l’11 Agosto 1912 all’età di 53 anni , ingegnere. Figlio di Gerardo e Teresa Raimondi . Sposato con Severina Guerriero. Fratello del più famoso Vincenzo ha dato tanto al paese , anche se alla fine si trasferisce a Stigliano . Pubblicò diversi opuscoli tra i quali - Storia di Volturara Irpina nel 1901 -Notizie intorno alla vita e alle opere di frate Antonio Masuccio. -Contributo di ricerche sulla vite e le opere di Frà Geronimo da Sorbo -Per la Storia di Cervinara Fu primo Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Volturara Irpina all’età di 23 anni nel 1883 , poi socio benemerito , insieme ad Alessandro Sarni. Consigliere comunale nel 1889 viene dichiarato decaduto per non essersi mai presentato in Consiglio. Rieletto nel 1895 vi resterà fino al 1909 come consigliere comunale. Scrisse inoltre -1899 Stigliano : notizie storiche con 34 documenti inediti ed un'appendice su Aliano, Cirigliano, Gorgoglione - Napoli : tip. M. D'Auria . -1901 Concessioni e grazie fatte dai principi Antonio e Luigi Carafa a' cittadini di Stigliano, Aliano, S. Arcangelo, Roccanova e S. Chirico Raparo in Basilicata - Napoli - 1906 Biblioteca storica della provincia di Avellino : commemorandosi il primo centenario dell'assunzione di Avellino a capoluogo – Potenza Tipografia editrice Garramone e Marchesiello - 1909 Notizie storiche di San Mauro Forte e degli altri paesi del Mandamento, Accettura-Garaguso-Oliveto (in Basilicata), Avellino, tipo-litografia E. Pergola, 1909. - 1911 Volturara Irpina : sommario delle notizie storiche e dei documenti / Avellino : tip. Pergola , Pubblicò sui giornali dell’epoca “La Sentinella irpina”, “La Provincia” e “Il popolo irpino”, dal 1888 al 1895, dei Profili storici sui paesi dell’Irpinia Severina Guerriero . moglie Le foto sono per gentile concessione famiglia Pennetti e C. Meo

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P.S. Francesco Antonio Masuccio morì nel 1682 . Il padre Detio Masuccio è stato l’unico volturarese che ha comprato tutto il paese per 19.000 ducati nel 1596 e lo ha dominato per circa 30 anni . Con l’acquisto del feudo diviene Barone della terra di Voltorara ed è stato l’unico nobile volturarese nell’arco della sua storia millenaria . In un atto notarile del 1630 risulta testimone , per cui morì intorno al 1631 .

Il suo nome è scritto sulla campana piccola del campanile in piazza ed è del 1599 .

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Elaborazione di Edmondo Marra 2013