Antincendio rischio elevato1

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Le conseguenze dell’incendio L’incendio nel suo sviluppo porta alla produzione di: Calore Fumo Gas tossici Gas infiammabili Deficienza di ossigeno

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Antincendio rischio elevato1

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  • Le conseguenze dellincendio

    Lincendio nel suo sviluppo porta alla produzione di:

    Calore

    Fumo

    Gas tossici

    Gas infiammabili

    Deficienza di ossigeno

  • I prodotti della combustione

  • Gli effetti sulluomo

    In caso di incendio le cause di morte sono

    attribuite per circa il 60 % allintossicazione e alla mancanza di ossigeno.

    Latmosfera dellambiente incendiato dipende da vari fattori (superficie, aerazione, temperatura, etc.)

  • Gli effetti sulluomo

    I gas pi comuni e pi pericolosi sono il monossido

    di carbonio e lacido cianidrico. Essi, insieme a grandi quantit di anidride carbonica, sviluppandosi

    tolgono volume allossigeno.

  • Gli effetti sulluomoOssido di carbonio

    Anidride carbonica E' un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici sull'organismo umano, si sostituisce all'ossigeno dell'aria. Quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia.

    Acido cianidrico Si sviluppa in modesta quantit in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche.

    Fosgene Gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di materiali che contengono il cloro, come alcune materie plastiche. Particolarmente pericoloso in ambienti chiusi.

  • Gli effetti sulluomoLa deficienza di ossigeno e/o l'eccesso di gas asfissianti possono condurre alla perdita di conoscenza e alla morte per asfissia.

  • Gli effetti sulluomo

    Quando la concentrazione dell'ossigeno scende intorno al 15% (la concentrazione normale dell'ossigeno alla quale siamo abituati a svolgere la nostra attivit intorno al 20%) l'attivit muscolare diminuisce, si ha difficolt nei movimenti.

    Quando la concentrazione dell'ossigeno tra il 10 e il 15% l'uomo ancora cosciente, anche se, e non necessariamente se ne rende

    conto, commette valutazioni errate. A concentrazioni di ossigeno tra il 6 e il 10% si ha collasso.

    Sotto il 6% cessa la respirazione e la morte per asfissia ha luogo nel giro di circa 6 minuti.

  • Il monossido di carbonioCaratteristiche generali

    Composto chimico contenente carbonio e ossigeno

    Formula chimica: CO

    Il monossido di carbonio un gas incolore, inodore, insapore, non irritante e altamente tossico per l'organismo

  • Il monossido di carbonio

    Propriet fisiche

    -Densit relativa: 0,954La densit del CO molto vicina a quella dell'aria (1,00) ci spiega perch stagna invece di alzarsi nell'atmosfera come farebbe un gas pi leggero.

    -Massa volumica: 1,234 kg/m3

  • Il monossido di carbonio

    Propriet fisiche

    -Limite di infiammabilit:compresotra 12,5% e 74% (a 20C)

    -Temperatura di accensione: 630C(a pressione atmosferica)

  • Il monossido di carbonio

    Il monossido di carbonio si forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio sono bruciate in difetto daria.

    La combustione una reazione chimica in cui un combustibile (es. metano) si combina con un comburente (ossigeno) sviluppando calore e, ovviamente, prodotti della combustione.

    Si ha una buona combustione quando laria ricca di ossigeno si combina in modo ottimale con il combustibile.A livello chimico si ha la seguente reazione (metano):

    CH4 + 2 02 > CO2 + 2 H2 O + Calore

  • Il monossido di carbonio

    Quando, viceversa, una combustione avviene in difetto daria la reazione di combustione diventa la seguente:

    2CH4 + 3 02 > 2CO + 4 H2 O + Calore

    Essa dunque incompleta, infatti una parte del combustibile non viene bruciata causando la formazione di incombusti ed in particolare del monossido di carbonio (ma anche idrogeno e NOx), oltre ad un minor rendimento.Riassumendo la combustione pu essere:

    ottimale (si forma CO2 ) C + O2 CO2 incompleta (si forma CO) 2C + O2 2CO

  • Il monossido di carbonio legandosi allemoglobina del sangue, provoca uno stato di intossicazione

    Concentrazione CO Tempo di inalazione e conseguenze

    30 ppm 0,003 % Soglia del valore limite (massima concentrazione sul posto di lavoro durante una giornata di 8 ore)

    200 ppm 0,02 % Leggero mal di testa entro 2 o 3 ore

    400 ppm 0,04 % Mal di testa nella parte frontale entro 1 o 2 ore che si diffonde progressivamente

    800 ppm 0,08 % Vertigini, nausea e spasmi agli arti entro 45 minuti, perdita di coscienza entro 2 ore

    1600 ppm 0,16 % Mal di testa, nausea,vertigini entro 20 minuti, morte entro 2 ore

    3200 ppm 0,32 % Mal di testa, nausea,vertigini entro 5 o 10 minuti, morte entro 30 minuti

    6400 ppm 0,64 % Mal di testa, nausea, vertigini entro 1 o 2 minuti, morte entro 10 o 15 minuti

    12800 ppm 1,28 % Morte entro 1 o 3 minuti

  • Le Fonti

    Le principali fonti di presenza di CO in ambiente confinato sono:Caldaie murali a gasCaldaie di impianti centralizzatiScaldacqua a gasStufe e radiatori a gas o keroseneCaminetti e stufe a legnaFornelliMotori di autoveicoliFumo di tabacco

  • Affrontare lambienteNon utilizzare lascensore in caso

    di incendio

    In locali pieni di fumo avanzare carponi, in quanto la parte pi

    bassa quella in cui il fumo non ancora arrivato.

    Coprirsi le vie respiratorie con un panno bagnato

    Chiudere le porte dopo il passaggio

    Al buio testare le pareti e le porte con il dorso della mano

  • La protezione contro la temperatura

  • Classificazione degli inquinanti secondo lo stato fisico

    Polveri particelle generate da solidi

    Vapori Liquidi Nebbie

    Gas (Aria - Metano Azoto Ossidi di carbonio)

  • I sistemi di protezione delle vie respiratorie

    Maschere a filtro

    Autorespiratori

  • Respiratori a filtroSi definiscono tali in

    quanto, per mezzo di un filtro idoneo, rendono laria respirabile.

    Sono costituiti da una maschera, detta granfacciale, che copre tutto il viso e da un filtro ad essa collegato mediante raccordo filettato.

    Il loro utilizzo per fortemente limitato..

  • Respiratori a filtro: limitiI limiti tecnici sono:

    minima presenza di ossigeno del 17%, concentrazione del tossico in questione non

    oltre i limiti del filtro, filtro adeguato per il tipo di gas in oggetto,

    assenza di aria surriscaldata.

    Condizioni difficilmente a disposizione delloperatore del soccorso nel momento dellemergenza.Pi facile invece il caso di lavoratori di reparti a rischio dove tali valori sono con pi facilit quantificabili a priori.

  • I filtriCOLORE LETTERA APPLICAZIONI

    Marrone AX Contro i gas e vapori organici con punto di ebollizione INFERIORE a 65.

    Marrone A Contro i gas e vapori organici con punto di ebollizione SUPERIORE a 65.

    Grigio B Contro certi gas e vapori inorganici (escludendo il monossido di carbonio).

    Giallo E Contra il Anidride solforosa, diossido di zolfo ed altri gas e vapori acidi.

    Verde K Contro lammoniaca e derivati organici dellammoniaca. Efficacia media.

    Nero CO OSSIDO DI CARBONIO

    Rosso Hg Vapori di mercurio

    Azzurro NO Gas nitrosi, monossido di azoto

    Arancione Reaktor Iodio radioattivo, incluso iodometano radioattivo

    Bianco P Polveri

    FILTRI CONTRO I GAS EN 141

  • I filtri

    T O S S I C I SERIE C O L O R E

    vapori organici A Marrone

    vapori organici + aerosoli Af Marrone con fascia bianca gas o vapori acidi inorganici e alogeni B Grigio

    gas o vapori acidi inorganici e alogeni + aerosoli Bf Grigio con fascia bianca

    ossido di carbonio CO Alluminio con fascia nera

    ossido di carbonio + aerosoli COf Alluminio con fascia nera e bianca

    anidride solforosa E

    Giallo

    anidride solforosa + aerosoli Ef

    Giallo con fascia bianca

    acido cianidrico G

    Azzurro

    acido cianidrico + aerosoli Gf Azzurro con fascia bianca

    vapori di mercurio Hf Nero con fascia bianca

    ammoniaca K

    Verde

    ammoniaca + aerosoli Kf

    Verde con fascia bianca

    idrogeno solforato (acido solfidrico) L Giallo Rosso

    idrogeno solforato + aerosoli Lf

    Giallo - rosso con fascia bianca

    idrogeno arsenicale (arsina) idrogeno fosforato (fosfina) O Grigio - Rosso

    idrogeno arsenicale + aerosoli

    idrogeno fosforato + aerosoli Of

    Grigio - Rosso con fascia bianca

    fumi e gas dincendio (escluso ossido di carbonio) Vf Bianco - rosso

    universale U

    Rosso con fascia bianca

  • Respiratori autonomi: autorespiratoriGli autorespiratori sono

    apparecchi autonomi, poich isolano dallambiente circostante permettendo alloperatore di lavorare in presenza di atmosfera inquinata o dove c presenza di aria surriscaldata.

  • La squadra di emergenza

    Il personale della squadra demergenza ha il compito di:

    g raggiungere il luogo dell'evento per accertarne la natura e la

    portata e intervenire senza correre alcun rischio

    g in caso di incendio controllabile, tentarne l'estinzione

    g

    in caso di necessit collaborare nel far defluire le persone

    presenti al piano o nell'ambiente in cui si verificato l'evento,

    con particolare attenzione per soggetti diversamente abili;

  • La squadra di emergenza

    gse necessario disinserire l'alimentazione elettrica nell'ambiente

    in cui si verificato l'evento, disattivare gli impianti e lascensore

    dopo averlo portato al piano terra;

    g accompagnare sul posto dell'evento i Vigili del Fuoco

    g

    in via ordinaria, segnalare al responsabile ogni situazione di

    pericolo riscontrata, nonch anomalie o deficienze degli impianti

    di sicurezza, della segnaletica e di quanto altro dovesse incidere

    negativamente sul livello di sicurezza dell'azienda

  • Lequipaggiamento personaleLa squadra di emergenza ha il compito di intervenire in caso di

    necessit, ma senza correre il rischio di aggravare la situazione.

    A questo scopo la cosa pi importante operare in sicurezza, utilizzando il proprio equipaggiamento personale costituito da:

    g

    Stivali antinfortunistici

    g

    Guanti

    g

    Casco protettivo con visiera o occhiali

    g

    Indumenti ignifughi

    Lequipaggiamento va conservato accuratamente da ogni componente della squadra sul posto di lavoro in un luogo

    facilmente accessibile

  • Purtroppo a volte prevenire non basta

  • La prevenzione incendi

  • La protezione antincendioLa protezione antincendio consiste nellinsieme delle

    misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verificarsi di un incendio.

    Gli interventi si suddividono in misure di protezione attiva o passiva in relazione alla necessit o meno

    dellintervento di un operatore o dellazionamento di un impianto.

    Protezione PASSIVA(NON c' il bisogno di un INTERVENTO)

    Protezione ATTIVA(c' il bisogno di un INTERVENTO)

  • La protezione passiva

    Le misure di protezione che non richiedono l'azione di un uomo o l'azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell'incendio nello spazio e nel tempo

    - garantire l'incolumit dei lavoratori- limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione - contenere i danni a strutture, macchinari, beni).

  • La protezione passivaBarriere antincendio:

    - isolamento dell'edificio- distanze di sicurezza esterne ed

    interne- muri tagliafuoco, schermi etc.

    Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai

    carichi d'incendio;

    Materiali classificati per la reazione al fuoco;

    Sistemi di ventilazione;

    Sistema di vie d'uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile

    dell'ambiente di lavoro e alla pericolosit delle lavorazioni.

  • La protezione passivaSono misure di protezione passiva, volte a limitare i

    danni dellincendio:

    Compartimentazioni

    Vie di esodo

    Uscite di sicurezza

    Scale a prova di fumo e scale protette

    Pareti e porte tagliafuoco

    Rivestimenti e materiali antifiamma

  • La protezione attivaL'insieme delle misure di protezione che richiedono l'azione di un uomo o l'azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell'incendio, alla segnalazione e all'azione di spegnimento dello stesso.Questo insieme costituito da:

    estintorirete idrica antincendioimpianti di rivelazione automatica

    d'incendioimpianti di spegnimento automaticidispositivi di segnalazione e d'allarmeevacuatori di fumo e calore

  • La protezione passivaIndice

    Barriere antincendio

    Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

    La reazione al fuoco dei materiali

    Sistemi di ventilazione

    Sistemi di vie di uscita commisurate al massimo affollamento

  • Barriere antincendioIsolamento dell'edificioGli elementi necessari e fondamentali sono le distanze di sicurezza.

    Distanze di sicurezzaInterposizione di spazi scoperti tra aree potenzialmente soggette ad incendio, impedendo la propagazione per trasmissione di energia termica raggiante dello stesso.Le distanze di sicurezza si distinguono in distanze di sicurezza internedistanze di sicurezza esterne

    a seconda che siano finalizzate a proteggere elementi appartenenti ad uno stesso complesso o esterni al complesso medesimo.Un altro tipo di distanza di sicurezza da considerarsi la "distanza di protezione" cio la distanza misurata orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attivit e la recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dell'area su cui sorge l'attivit stessa.

  • Barriere antincendio

    Muri tagliafuoco, schermo, etc.

    I muri tagliafuoco sono elementi di separazione capaci di impedire la propagazione di un incendio tra area soggetta e quelle circostanti.

  • Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

    Resistenza al fuocoLa resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali nelle costruzioni degli edifici, siano esse funzioni portanti o funzioni separanti.

    CompartimentazioneGli edifici devono essere suddivisi in compartimenti anche costituiti da pi piani, di superficie non eccedente alcuni valori predefiniti.Gli elementi costruttivi di suddivisione tra i compartimenti devono soddisfare i requisiti di resistenza

  • * = spessore rivestimento isolante in cm

    Resistenza al fuoco ORE 1/2 1 2 3

    Struttura S spessore minimo in cm

    pareti

    mattoni pieni 13 13 26 26

    mattoni forati 10 20 30 30

    calcestruzzo normale 8 10 12 16

    solai

    cemento armato 10 14 20 20

    laterizio armato 16 24 30 30

    metallico con riempimento di calcestruzzo

    1,00 * 2,50 * 3,70 * 4,50 *

    travi 1,06 * 1,91 * 3,18 * 4,03 *

    pilastri 1,25 * 2,25 * 3,75 * 4,75 *

  • Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

    Resistenza al fuocoPi specificatamente la resistenza al fuoco pu definirsi come l'attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare:

    la stabilit R attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco

    la tenuta E attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare n produrre, se sottoposto all'azione del fuoco

    su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco

    l'isolamento termico I attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore

  • Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

    Pertanto:con il simbolo REI si identifica un elemento

    costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit, la tenuta e l'isolamento termico;

    con il simbolo RE si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit e la tenuta;

    con il simbolo R si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un determinato tempo, la stabilit.

    Quindi in relazione ai requisiti degli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, essi vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche suindicate in funzione delle lettere R, E o I, come indicato, per alcuni casi, a lato.

  • Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

  • Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazione

    Per una completa ed efficace compartimentazione i muri tagliafuoco non dovrebbero avere aperture, ma in un ambiente di lavoro necessario assicurare la comunicazione tra gli ambienti. quindi inevitabile realizzare le comunicazioni ma esse vanno dotate di elementi di chiusura aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del muro su cui sono applicati. Tali elementi di chiusura si possono distinguere in:porte incernierate: porte munite di sistemi di chiusura automatica (quali fusibili, cavetti e contrappesi o sistemi idraulici o a molla), che in caso d'incendio fanno chiudere il serramento;

    porte scorrevoli: porte sospese ad una guida mediante ruote fissate al pannello. Normalmente stanno in posizione aperta trattenute da un contrappeso e da un cavo in cui inserito un fusibile che in caso d'incendio si fonde liberando il contrappeso e permettendo alla porta di chiudersi.

  • La reazione al fuoco dei materialiLa reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del medesimo materiale che per effetto della sua decomposizione alimenta un fuoco al quale esposto, partecipando cos all'incendio.La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di rifinitura e rivestimento, delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti in genere.

    La determinazione della reazione al fuoco di un materiale viene effettuata, in laboratorio, su basi sperimentali, mediante prove su campioni presso il centro

    studi ed esperienze del Comando Nazionale dei Vigili del Fuoco ed altri laboratori privati, legalmente riconosciuti dal Ministero dell'Interno.

    In relazione a tali prove i materiali sono assegnati alle classi:

    0 - 1 - 2 - 3 - 4 - 5

    (con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire da quelli di classe 0 che risultano non combustibili).

  • La reazione al fuoco dei materiali

    COMBUSTIBILI

    MATERIALI/MOBILI IMBOTTITI

    Classificati da 1IM a 3IM in funzione della maggiore

    combustibilit:Classe 1 IMClasse 2 IMClasse 3 IM

    NON COMBUSTIBILICLASSE 0

    MATERIALI DA COSTRUZIONE

    Classificati da 1 a 5 in funzione crescente della

    loro combustibilit:Classe 1Classe 2Classe 3Classe 4Classe 5

    La reazione al fuoco indica come un determinato materiale, si comporta in presenza dellincendio secondo le prove effettuate sulla base delle norme contenute nel D.M. 26/06/84

  • Comportamento al fuoco dei materiali

    RESISTENZA AL FUOCO

    Capacit di un elemento da costruzione (componente o struttura) di conservare, per un determinato periodo di tempo misurato in minuti, le sue caratteristiche a fronte di un incendio.

    REAZIONE AL FUOCO

    Grado di partecipazione alla combustione di un materiale esposto al fuoco.

  • Le conseguenze dellincendio

    Lincendio nel suo sviluppo porta alla produzione di:

    Calore

    Fumo

    Gas tossici

    Gas infiammabili

    Deficienza di ossigeno

  • Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione

    CEMENTO ARMATO

    Il calore allinterno della massa si trasmette lentamente, quindi in una struttura esposta al fuoco, larmatura viene protetta abbastanza

    efficacemente dal rivestimento in calcestruzzo.

    Esso aumenta inizialmente di volume, poi si contrae perch perde lacqua; se si sgretola il copriferro si perde la solidariet di lavoro tra

    ferro e calcestruzzo e larmatura viene esposta al fuoco.

    T < 300 C non ci sono conseguenze

    T > 300C il calcestruzzo si colora in rosa e resta tale anche dopo che si raffreddato; la profondit della colorazione rosa nel calcestruzzo permette di conoscere fin dove arrivata la temperatura superiore a

    300, e se stata interessata l'armatura.

  • Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione

    Effetti dell'incendio sul cemento armato precompressoLe notevoli caratteristiche di resistenza meccanica delle strutture in

    cemento armato precompresso sono in gran parte dovute alla pretensione dei ferri di armatura.

    Pertanto, se tali ferri non sono adeguatamente protetti da spessori di cemento o altri materiali coibenti, e per motivi analoghi a quanto

    detto per le strutture metalliche, laumento della temperatura provoca anche in tali strutture in cemento armato precompresso

    lallungamento dei ferri (con conseguente perdita della pretensione), e la diminuzione delle caratteristiche meccaniche (nel cemento

    armato precompresso l'acciaio, a 400c circa, presenta una resistenza alla rottura ridotta del 50%).

    Pertanto anche una struttura in cemento armato precompresso, esposta senza protezioni all'incendio, pu raggiungere il collasso in

    tempi brevi.

  • Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione

    LATERIZI/MATTONI

    Hanno un ottimo comportamento in quanto durante la fabbricazione raggiungono temperature anche superiori a 1000C.

    I mattoni pieni resistono fino a 1100 C, mentre a temperature maggiori iniziano a sciogliersi fino a fondere, presentando lesioni

    superficiali.

    Leffetto del fuoco viene risentito dalle strutture in laterizi dopo unora circa, se protette con un intonaco di 2-3 cm.

  • Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione

    ACCIAIO

    Laumento di temperatura provoca dilatazioni rilevanti e profonde modifiche nelle propriet meccaniche dellacciaio.

    T < 300C non ci sono deformazioni pericolose.T > 300C la sua resistenza alla rottura diminuisce rapidamente

    T = 500C circa lacciaio perde il 50% della resistenza alla rotturaT = 600C quasi si annulla la resistenza alla rottura.

    Una struttura in acciaio esposta alle fiamme senza protezioni collassa anche dopo 10-20 minuti

  • Gli effetti dellincendio sui materiali da costruzione

    Effetti dell'incendio sul legnoII legno un materiale combustibile a bassa conduttivit termica che

    alimenta l'incendio in vari modi a seconda della pezzatura.Un elemento di grossa pezzatura brucia rapidamente in superficie formando

    uno strato carbonizzato il quale agendo come un isolante influisce sulla velocit di combustione rallentandola.

    Il legno esposto all'azione del fuoco non subisce deformazioni, e la sua resistenza meccanica diminuisce solo con l'aumentare dello strato carbonizzato, e la conseguente riduzione della sezione resistente.

    Possiamo considerare, con buona approssimazione, che le dimensioni degli elementi strutturali, sotto l'azione del fuoco, si riducono di circa 1 mm/min (velocit di carbonizzazione superficiale del legno), e questa caratteristica conferisce ad un elemento in legno di adeguata sezione un certo grado di

    resistenza, che pu essere calcolato secondo metodi analitici, e pu raggiungere anche valori elevati (es: 120 min).

  • Sistemi di ventilazione

    Sono da considerare sistemi di ventilazione a protezione passiva tutte le aperture (porte, finestre, etc.) e le prese d'aria proveniente dall'esterno, inserite in una struttura edilizia atte ad assicurare una ventilazione naturale dei vari ambienti della struttura stessa.

  • Sistemi di vie duscita

    Questo aspetto particolarmente delicato negli edifici dove generalmente presente un grande affollamento di persone, con presenza di portatori di handicap. In considerazione di tutto ci, il problema dell'esodo da un incendio universalmente riconosciuto di capitale importanza, a tal punto da comportare soluzioni tecniche irrinunciabili, finalizzate all'esodo delle persone dai locali a rischio d'incendio nelle migliori condizioni di sicurezza possibile in qualsiasi situazione di pericolo, reale o presunto.

    Nonostante il massimo impegno per prevenire l'insorgere di un incendio e la massima attenzione nell'adozione dei pi moderni mezzi di rivelazione,

    segnalazione e spegnimento di un incendio, non si pu escludere con certezza la possibilit che l'incendio stesso si estenda con produzione di calore e fumi

    tale da mettere a repentaglio la vita umana.

  • Sistemi di vie duscitaGli elementi fondamentali nella progettazione

    del sistema di vie d'uscita si possono fissare in:

    1. dimensionamento e geometria delle vie d'uscita;

    2. sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d'uscita;

    3. sistemi di identificazione continua delle vie d'uscita (segnaletica, illuminazione

    ordinaria e di sicurezza)

    In particolare il dimensionamento delle vie d'uscita dovr tenere conto:

    - del massimo affollamento ipotizzabile

    - della capacit d'esodo dell'edificio (numero di uscite, larghezza delle uscite, livello delle uscite rispetto al piano di campagna)

  • La protezione attivaLinsieme delle misure di protezione che richiedono lazione di un uomo o lazionamento di un impianto

    sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dellincendio, alla segnalazione e allazione di

    spegnimento dello stesso.

    estintorirete idrica antincendioimpianti di rivelazione automatica impianti di spegnimento automaticidispositivi di segnalazione e dallarmeevacuatori di fumo e calore

  • Le fasi di intervento

    Dare lallarme

    Intervenire se si in grado e se la gravit dellevento lo permette

    Allontanarsi in fretta ma con calma se non si direttamente interessati dallevento

    Essere prudenti evita gli incidenti ma quando nonostante tutto accadono occorre sapere come

    comportarsi:

  • La tempistica di intervento

    15 minutitempo (min)

    Evoluzione dellincendio

  • La chiamata in caso di emergenzaAl verificarsi di unemergenza laddetto provveder a chiamare i

    soccorsi

    La richiesta dovr essere fatta in modo chiaro comunicando:

    generalit di chi effettua la chiamata identificazione del luogo tipologia dellevento zona interessata dallevento presenza e numero di eventuali persone infortunate e/o

    diversamente abili

  • Un esempio da non seguireVVF: Pronto Vigili del FuocoCentralino: E lIstituto Ortopedico Galeazziabbiamo un problema

    grossissimo in camera iperbaricaVVF: S, ma cosa successo?Centralino: Non lo soVVF: S, ma io che mezzi le mando?Centralino: Aspetti che le passo la camera iperbarica

    VVF: S buon giornoCam. iperb.: Guardi non so dirle niente in questo momento, mi scusi ma

    adesso ho da fare con i pazientiVVF: Cosa c? Brucia?Cam. iperb.: Non lo so guardirichiami tra un quarto dora, io debbo

    badare ai pazientiVVF: Avete chiamato voi noi...Cam. iperb.: Maio non ho chiamato voiVVF: Che problema c, brucia?Cam. iperb.: Il fuoco spento ma non so cos successo...VVF: Va bene mandiamo l qualcuno, salve

  • La protezione attivaIndice

    Estintori

    Rete idrica antincendio

    Impianti di spegnimento automatico

    Dispositivi di segnalazione e allarme

    Evacuatori di fumo e calore

  • Lo spegnimento: il triangolo del fuoco

    Mancando anche uno solo dei tre lati del triangolo: il combustibile, il comburente, o linnesco la

    combustione non pu aver luogo.

    Per questo per intervenire su un incendio e spegnerlo necessario che venga meno uno dei tre

    elementi.

  • Lazione di spegnimentoper AZIONE MECCANICA

    Sottraendo allincendio il materiale combustibile che lo alimenta

    per SOFFOCAMENTO

    Interponendo tra il materiale incendiato e laria circostante un mezzo di separazione che impedisce allaria di

    andare a contatto con lo stesso

    per SOTTRAZIONE DI CALORE

    Raffreddando la sostanza che brucia con altra sostanza atta a sottrargli calore fino ad abbassare la temperatura al di

    sotto di quella di accensione

  • Lazione di spegnimentoper AZIONE ANTICATALITICA

    La combustione una reazione chimica, che avviene con notevole velocit secondo schemi di reazione di propagazione a catena ramificata, e viene sostenuta ed accelerata da prodotti molto attivi, generati dalla stessa reazione di combustione, chiamati induttori di reazione (atomi e radicali liberi). Alcune sostanze sono in grado di interagire chimicamente con gli induttori di reazione, provocando la rottura delle reazioni a catena, econseguentemente il rallentamento e larresto della reazione di combustione, e quindi lestinzione dellincendio. Tale azione di inibizione chimica della combustione viene definita azione di catalisi negativa o anche azione anticatalitica.

  • Le sostanze estinguenti

    Gli agenti estinguenti sono sostanze aventi la propriet di agire sul processo di combustione mediante interazioni

    fisiche e chimiche, al fine di ottenere larresto dello stesso.

    Le sostanze pi comuni sono:

    Lacqua

    La schiuma

    Lanidride carbonica

    Le polveri chimiche

    gli idrocarburi alogenati (HALON)

    Il NAF e lINERGEN

  • Gli estintori

    Sono mezzi di estinzione da usare per un pronto intervento

    su principi di incendio.

    Vengono suddivisi, in relazione al loro peso complessivo, in:

    estintori portatili massa complessiva inferiore o uguale a 20 kg estintori carrellati massa superiore a 20 kg con sostanza estinguente fino a 150 kg

  • Gli estintori

    Estintori portatili

    Vengono classificati in base alla loro capacit estinguente. Infatti sono sperimentati su fuochi di diversa natura classificati in base al tipo di combustibile ( Classe "A", Classe "B", Classe "C", Classe "D").

    La scelta dell'estintore va fatta in base al tipo di incendio ipotizzabile nel locale da proteggere.

  • Gli estintori

    Su ciascun estintore sono indicate le classi dei fuochi ed i focolai convenzionali che in grado di estinguere (esempio: 34A 233 B-C). Per norma devono essere di colore rosso e riportate una etichetta con le istruzioni e le condizioni di utilizzo. L'operatore deve usare l'estintore avendo cura di mettersi sopravvento. Dovr, inoltre, cercare di colpire con il getto di scarica la base del focolaio senza provocare la fuoriuscita di liquidi infiammabili dal loro contenitore.

    Nel caso in cui operino contemporaneamente due estintori, le persone che li utilizzano devono disporsi sfalsate di circa 90.

  • Gli estintori

  • Leggere lestintore

    ESTINTORE6 Kg POLVERE ABC 13 A 89 B C

    1) TOGLIERE LA SPINA DI SICUREZZA2) IMPUGNARE IL TUBO DI SCARICA3) PREMERE LA LEVA DI COMANDO E DIRIGERE

    IL GETTO ALLA BASE DELLE FIAMME

    UTILIZZABILE SU APPARECCHI IN TENSIONEDOPO UTILIZZAZIONE IN LOCALI CHIUSI, AERARE

    RICARICARE DOPO LUSO, ANCHE PARZIALE VERIFICARE PERIODICAMENTE OGNI 6 MESI 6 Kg POLVERE ABC - AZOTO COSTRUTTORE: xxxxxx ; Cod. xxxxxx TEMPERATURE LIMITI DI UTILIZZAZIONE: -20 C +60 C APPROVAZIONE MINISTERO DELLINTERNO N. xxxxxx ANNO DI FABBRICAZIONE: xxxx

  • La capacit estinguente

    prevista una vasta gamma standard di focolari tipo, ed ognuno designato con un numero seguito dalla lettera A; questo numero caratteristico del focolare rappresenta la lunghezza

    del focolare in decimetri, cio la lunghezza delle travi di legno disposte secondo la lunghezza del focolare, ed anche il numero di travi di legno di 50 cm per ogni strato

    disposto secondo la larghezza del focolare (es: focolare 13A [raffigurato nellillustrazione] = lunghezza del focolare 130 cm, e 13 travi di legno da 50 cm per ogni strato; focolare 21A =

    lunghezza del focolare 210 cm, e 21 travi di legno da 50 cm per ogni strato)

    Prove di efficacia per fuochi di classe A

    I focolari tipo per fuochi di classe A sono costituiti da una catasta di travi di legno (di Pinus Silvetris o equivalente), aventi una sezione quadrata di 40 mm di lato, e poggiate su zoccolo metallico alto 25 cm. La catasta formata con 14 strati di travi; quelle disposte secondo la larghezza del focolare (strati 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14) hanno una lunghezza fissa di 50 cm per qualsiasi tipo di focolare, mentre le travi disposte secondo la lunghezza del focolare (strati 1,3,5,7,9,11,13) hanno lunghezza variabile secondo la grandezza del focolare.

  • La capacit estinguente

    Prove di efficacia per fuochi di classe B

    I focolari tipo per fuochi di classe B vengono realizzati in una serie di recipienti cilindrici di lamiera di acciaio, di dimensioni variabili e tabellate, ed ognuno designato con un numero seguito dalla lettera B; questo numero rappresenta il volume di liquido, in litri, contenuto nel recipiente (1/3 dacqua e 2/3 di benzina), in modo da avere un strato di circa 2 cm di benzina (es: focolare 89B = 30 litri di acqua + 59 litri di benzina in recipiente di diametro 190 cm e profondit 20 cm; focolare 144B = 48 litri di acqua + 96 litri di benzina in recipiente di diametro 240 cm e profondit 20 cm).

  • Gli estintoriEstintori carrellati

    Hanno le medesime caratteristiche funzionali degli estintori portatili ma, a causa delle maggiori dimensioni e peso, presentano una minore praticit d'uso e maneggevolezza, connessa allo spostamento del carrello di supporto.

    La loro scelta pu essere dettata dalla necessit di disporre di una maggiore capacit estinguente e sono comunque da considerarsi integrativi di quelli portatili.

  • Gli estintoriTipologie di estintori

    Le varie tipologie di estintori sono:ad acqua, con sostanze filmanti ed

    additivi varia schiuma, adatto per liquidi

    infiammabiliad idrocarburi alogenati (halon e

    sostanze alternative), adatto per motori di macchinari

    a polvere, adatto per liquidi infiammabili ed apparecchi elettrici

    ad anidride carbonica, idoneo per apparecchi elettrici

  • Gli estintoriEstintore a polvereE' un estintore contenente polvere antincendio composta da varie sostanze chimiche miscelate tra loro con aggiunta di additivi per migliorarne le qualit di fluidit e idrorepellenza. Le polveri possono essere di tipo:

    ABC polveri polivalenti valide per lo spegnimento di pi tipi di fuoco (legno carta liquidi e gas infiammabili), realizzate generalmente da solfato e fosfato di ammonio, solfato di bario, etc...

    BC polveri specifiche per incendi di liquidi e gas costituite principalmente da bicarbonato di sodioL'azione esercitata dalle polveri nello spegnimento dell'incendio consiste nell'inibizione del materiale incombusto tramite catalisi negativa, nel soffocamento della fiamma ed in un'azione endogena per abbattere subito la temperatura di combustione.La fuoriuscita della polvere avviene mediante una pressione interna che pu essere fornita da una compressione preliminare (azoto) o dalla liberazione di un gas ausiliario (CO2 ) contenuto in una bombolina (interna od esterna).

  • Gli estintoriEstintore ad anidride carbonicaE' un estintore contenente CO2 compresso e liquefatto, strutturalmente diverso dagli altri in quanto costituito da una bombola in acciaio realizzata in un unico pezzo di spessore adeguato alle pressioni interne, gruppo valvolare con attacco conico e senza foro per attacco manometro n valvolino per controllo pressioni. Si distingue comunque dagli altri estintori anche per le colorazioni dell'ogiva (grigio chiaro).E' idoneo per lo spegnimento di fuochi classe B e C; essendo un gas inerte e dielettrico la normativa di prevenzione incendi ne prescrive l'installazione in prossimit dei quadri elettrici.Al momento dell'azionamento l'anidride carbonica, spinta dalla pressione interna (55/60 bar a 20C) raggiunge il cono diffusore dal quale, attraverso il passaggio obbligato in un filtro frangivento, si espande con una temperatura di circa -78C sotto forma di "neve carbonica o ghiaccio secco". Il gas circonda i corpi infiammati, abbassa la concentrazione di ossigeno e spegne per soffocamento e raffreddamento.Il serbatoio dell'estintore ad anidride carbonica deve essere collaudato ogni 5 anni da parte dell' I.S.P.E.L.S.

  • Gli estintoriDeterminazione del numero degli estintori da

    installareSi pu ritenere che sia sufficiente disporre di un

    numero di estintori in modo che almeno uno di questi possa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 m circa. Ne consegue che la distanza tra gruppi di estintori deve essere circa 30 m.

    Posizionamento degli estintoriDebbono essere sempre posti nella massima

    evidenza, in modo da essere individuati immediatamente, preferibilmente vicino alle scale od agli accessi.

    Gli estintori dovranno essere posizionati alle pareti, mediante idonei attacchi che ne consentano il facile sganciamento.

  • Il numero degli estintori

    Il numero degli estintori dipende dalla superficie del locale e dal tipo di

    rischio presente

    dimensionamento della protezione con estintori

    tipo di estintore

    superficie protetta da un estintore

    rischio basso rischio medio rischio elevato

    13 A 89 B 100 m2 --- ---

    21 A 113 B 150 m2 100 m2 ---

    34 A 144 B 200 m2 150 m2 100 m2

    55 A 233 B 250 m2 200 m2 200 m2

  • Caratteristiche degli estintoriGli estintori sono di colore rosso.

    Se lagente estinguente un gas compresso (es CO2) logiva dovr avere il colore di legge.

    Elementi costitutivi: Serbatoio metallico Gruppo valvolare Tubo pescante Manichetta con erogatore Manometro Valvola di sicurezza Leva di comando Maniglia Spina di sicurezza

  • Gli estintori

  • LestintoreSicura

    Manometro che indica se lestintore carico

    Lestinguente che pu essere acqua o polvere tenuto in un serbatoio in acciaio sotto pressione di azoto.

    Agendo sulla valvola, dopo aver tolto la sicura, si provoca la fuoriuscita dellestinguente.

  • Come si usa lestintore

    1. Lo si preleva

    2. Si toglie la sicura

    3. Si dirige il getto

    alla base delle

    fiamme

  • ErogazioneUnerogazione troppo violenta

    non soffoca la fiamma ma sparpaglia il materiale incendiato.

  • Un particolare da non trascurare

    BAR

    La freccia del manometro deve trovarsi nel campo di colore verde:

    ci significa che lestintore carico

  • Idranti e naspiE il mezzo pi diffuso di protezione attiva dagli incendi.

    Un anello idrico collegato o con lacquedotto, o con riservaidrica e pompe di servizio, alimenta una serie di:

    IDRANTI (a parete o fuori terra)

    NASPI

  • Rete idrica antincendioA protezione delle attivit industriali o civili caratterizzate da un rilevante rischio viene di norma installata una rete idrica antincendio collegata direttamente, o a mezzo di vasca di disgiunzione, all'acquedotto cittadino.

    La presenza della vasca di disgiunzione necessaria ogni qualvolta l'acquedotto non garantisca continuit di erogazione e sufficiente pressione. In tal caso le caratteristiche idrauliche richieste agli erogatori (idranti UNI 45 oppure UNI 70) vengono assicurate in termini di portata e pressione dalla capacit della riserva idrica e dal gruppo di pompaggio.

    La rete idrica antincendio deve rispettare, a garanzia di affidabilit e funzionalit, i criteri progettuali.

  • Rete idrica antincendioCriteri progettuali per una rete idrica antincendio

    Indipendenza della rete da altre utilizzazioni

    Dotazione di valvole di sezionamento

    Disponibilit di riserva idrica e di costanza di pressione

    Ridondanza del gruppo pompe

    Disposizione della rete ad anello

    Protezione della rete dall'azione del gelo e della corrosion

    Caratteristiche idrauliche pressione - portata (UNI 45 con portata di 120 lt/min e pressione residua di 2 bar, UNI 70 con portata di 300 lt/min e pressione residua di 3,5 bar ).

    Idranti (a muro, a colonna, sottosuolo o naspi) collegati con tubazioni flessibili a lance erogatrici che consentono, per numero ed ubicazione, la copertura protettiva dell'intera attivit.

  • Utilizzo della manichettaIn linea generale luso della manichetta antincendio riservato a personale interno specificatamente informato sulle modalit

    di utilizzo o ai Vigili del Fuoco.

    Lutilizzo viene effettuato da due persone nel seguente modo:

    Un operatore preleva la manichetta dallapposita nicchia. La srotola facendola scorrere sul pavimento. Impugna la lancia. Laltro operatore ruota in senso antiorario il volantino della

    saracinesca per avere lerogazione dellacqua. Si dirige il getto alla base delle fiamme

  • Rete idrica antincendio

  • Rete idrica antincendioNaspiUna breve nota va dedicata alla rete antincendio costituita da naspi che rappresenta, per la possibilit di impiego anche da parte di personale non addestrato, una valida alternativa agli idranti, soprattutto per le attivit a rischio lieve.Le reti idriche con naspi vengono di solito collegate alla normale rete sanitaria, dispongono di tubazioni in gomma avvolte su tamburi girevoli e sono provviste di lance da 25 mm con getto regolabile (pieno o frazionato) con portata di 50 lt/min ad 1,5 bar.

  • Impianti di spegnimento automatico

    Tali impianti possono classificarsi in base alle sostanze utilizzate per l'azione estinguente:

    Impianti ad acqua SPRINKLER (ad umido, a secco, alternativi, a preallarme, a diluvio etc.)

    Impianti a schiumaImpianti ad anidride carbonicaImpianti ad halonImpianti a polvere

    Un impianto automatico di estinzione consta di pi parti:

    - fonte di alimentazione;- centralina valvolata di controllo e allarme;- condotte montanti principali;- rete di condotte secondarie;- serie di testine erogatrici.

  • Impianti di spegnimento automatico

    Impianto ad acqua SPRINKLERAd umido: tutto l'impianto permanentemente riempito di acqua in pressione: il sistema pi rapido e si pu adottare nei locali in cui non esiste rischio di gelo.A secco: la parte d'impianto non protetta, o sviluppantesi in ambienti soggetti a gelo, riempita di aria in pressione: al momento dell'intervento una valvola provvede al riempimento delle colonne con acqua.Alternativi: funzionano come impianti a secco nei mesi freddi e ad umido nei mesi caldi.A pre-allarme: sono dotati di dispositivo che differisce la scarica per dar modo di escludere i falsi allarmi.A diluvio: impianti con sprinkler aperti alimentati da valvole ad apertura rapida in grado di fornire rapidamente grosse portate.

  • Impianti di spegnimento automatico

    impianto sprinkler di spegnimento automatico

  • Impianti di spegnimento automatico

    Impianto a schiumaGli impianti a schiuma sono concettualmente simili a quelli ad umido e differiscono per la presenza di un serbatoio di schiumogeno e di idonei sistemi di produzione e scarico della schiuma (versatori).

    Impianti a anidride carbonica, ad halon, a polvereGli impianti di anidride carbonica, quelli ad halon, a polvere hanno portata limitata dalla capacit geometrica della riserva (batteria di bombole, serbatoi).Gli impianti a polvere, non essendo l'estinguente un fluido, non sono in genere costituiti da condotte, ma da teste singole autoalimentate da un serbatoio incorporato di modeste capacit. La pressurizzazione sempre ottenuta mediante un gas inerte (azoto, anidride carbonica).

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Impianti di rivelazione automatica d'incendioFinalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima cio che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato.

    Un impianto di rivelazione automatica trova il suo utile impiego nel ridurre il "TEMPO REALE" e consente:

    - di avviare un tempestivo sfollamento delle persone, sgombero dei beni etc

    - di attivare un piano di intervento

    - di attivare i sistemi di protezione contro l'incendio (manuali e/o automatici di spegnimento).

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Dal diagramma a lato si deduce che fondamentale riuscire ad avere un TEMPO D'INTERVENTO possibilmente inferiore al

    tempo di prima propagazione, ossia intervenire prima che si sia verificato il flash over; infatti siamo ancora nel

    campo delle temperature relativamente basse, l'incendio non si ancora esteso a tutto il sistema e quindi ne pi facile lo

    spegnimento ed i danni sono ancora contenuti.

    Nel secondo diagramma si pu vedere che l'entit dei danni, se non si interviene prima, ha un incremento notevole non appena si verificato il "flash over".

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Rilevatori e rivelatori d'incendioI rivelatori di incendio possono essere

    classificati in base al fenomeno chimico- fisico rilevato in: Rilevatori

    - di calore - di fumo (a ionizzazione o ottici) - di gas - di fiamme

    oppure in base al metodo di rivelazione: statici (allarme al superamento di un

    valore di soglia) differenziali (allarme per un dato

    incremento) velocimetrici (allarme per velocit di

    incremento)

    La suddivisione pu essere infine effettuata in base al tipo di configurazione del sistema di controllo dell'ambiente:

    Rilevatori

    - puntiformi - a punti multipli (poco diffusi) - lineari (poco diffusi)

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Si definisce rilevatore automatico d'incendio un dispositivo installato nella zona

    da sorvegliare in grado di misurare:

    come variano nel tempo le grandezze tipiche della combustione,

    la velocit della loro variazione nel tempo,

    la somma di tali variazioni nel tempo.

    Inoltre esso in grado di trasmettere un segnale d'allarme in un luogo opportuno quando il valore della grandezza tipica misurata supera (o inferiore ad) un certo valore prefissato (soglia).

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    L'impianto di rivelazione pu essere definito come un insieme di

    apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare un principio

    d'incendio.

    Lo scopo di tale tipo d'impianto quello di segnalare tempestivamente ogni principio d'incendio, evitando al massimo i falsi allarmi, in modo che possano essere messe in atto le misure necessarie per circoscrivere e spegnere l'incendio.

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Rilevatori e rivelatori d'incendio

    opportuno sottolineare e precisare la differenza sostanziale tra i termini di "rilevazione" e "rivelazione".

    La rilevazione d'incendio non altro che la misura di una grandezza tipica legata ad un fenomeno fisico provocato da un incendio.

    Avvenuta la rilevazione, con il superamento del valore di soglia, si ha la rivelazione quando "la notizia" che si sta sviluppando l'incendio viene comunicata (rivelata) al "sistema" (uomo o dispositivo automatico) demandato ad intervenire.

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Componenti dei sistemi automatici di rivelazione

    Un impianto rilevazione automatica d'incendio generalmente costituito da:

    - rilevatori automatici d'incendio

    - centrale di controllo e segnalazione

    - dispositivi d'allarme

    - comandi d'attivazione

    - elementi di connessione per il trasferimento di energia ed informazioni.

    La centrale di controllo e segnalazione garantisce l'alimentazione elettrica (continua e stabilizzata) di tutti gli elementi dell'impianto ed di solito collegata anche ad una "sorgente di energia alternativa" (batterie, gruppo elettrogeno, gruppo statico ecc.) che garantisce il funzionamento anche in caso di "mancanza ENEL".

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Avvenuto l'incendio, l'allarme pu essere

    locale oppure

    trasmesso a distanza

    L'intervento pu essere di due tipi:

    manuale (azionamento estintore o idrante, intervento VV.F.)

    automatico (movimentazione di elementi di compartimentazione e/o aerazione, azionamento di impianti di spegnimento automatico, d'inertizzazione).

    Tali tipi d'impianti trovano valide applicazioni in presenza di:depositi intensivi;

    depositi di materiali e/o sostanze ad elevato valore specifico;ambienti con elevato carico d'incendio, non compartimentabili;

    ambienti destinati ad impianti tecnici difficilmente accessibili e controllabili (cunicoli, cavedi, intercapedini al di sopra di controsoffitti etc.).

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Segnaletica di sicurezza una segnaletica capace di trasmettere una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza.Tale segnaletica suddivisa in 5 categorie:segnali di divietosegnali di avvertimentosegnali di prescrizionesegnali di salvataggiosegnali antincendio.

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Illuminazione di sicurezzaL'impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di mancata erogazione di energia elettrica e quindi di luce artificiale, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali (intensit minima di illuminazione 5 lux a un metro dal suolo). Dovranno pertanto essere illuminate:- le indicazioni delle porte e delle uscite di

    sicurezza, - i segnali indicanti le vie di esodo,

    -- i corridoi e tutte quelle parti che necessario percorrere per raggiungere un'uscita verso un luogo sicuro.

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Illuminazione di sicurezzaL'impianto deve essere alimentato da una adeguata fonte di energia quali batterie in tampone o batterie di accumulatori con dispositivo per la ricarica automatica (con autonomia variabile da 30 minuti a 3 ore, a secondo del tipo di attivit e delle circostanze) oppure da apposito ed idoneo gruppo elettrogeno. L'intervento dovr comunque avvenire in automatico, in caso di mancanza della fornitura principale dell'energia elettrica, al massimo entro 5 secondi (se si tratta di gruppi elettrogeni il tempo pu raggiungere i 15 secondi).

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Evacuatori di fumo e di calore (EFC)Gli evacuatori di fumo sono di frequente utilizzati in combinazione con impianti di rivelazione e sono basati sullo sfruttamento del movimento verso l'alto delle masse di gas caldi generate dall'incendio che, a mezzo di aperture sulla copertura, vengono evacuate all'esterno.

    Gli (EFC) consentono pertanto di:

    agevolare lo sfollamento delle persone e l'azione dei soccorritori

    proteggere le strutture e le merci contro l'azione del fumo e dei gas caldi, riducendo in particolare il rischio e di collasso delle strutture portanti

    ritardare o evitare l'incendio a pieno sviluppo (flash over)

    ridurre i danni provocati dai gas di combustione o da sostanze tossiche e corrosive originate dall'incendio

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Evacuatori di fumo e di calore (EFC)

    La ventilazione dei locali pu essere ottenuta con vari sistemi:lucernari a soffittoventilatori statici continui sfoghi di fumo e di calore aperture a shedsuperfici vetrate normali

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Lucernari a soffitto Possono essere ad apertura comandata dello sportello o ad apertura per rottura del vetro, che deve essere allora del tipo semplice.

    Ventilatori statici continui La ventilazione avviene attraverso delle fessure laterali continue. L'ingresso dell'acqua impedito da schermi e cappucci opportunamente disposti. In taluni casi questo tipo dotato di chiusura costituita da una serie di sportelli con cerniera centrale o laterale, la cui apertura in caso d'incendio avviene automaticamente per la rottura di un fusibile.

    libero

    con schermo ad apertura comandata da fusibile

    Aperture a shedSi possono prestare ad ottenere dei risultati soddisfacenti, se vengono predisposti degli sportelli di adeguate dimensioni ad apertura automatica o manuale.

  • Dispositivi di segnalazione e allarme

    Sfoghi di fumo e di caloreIl loro funzionamento in genere automatico a mezzo di fusibili od altri congegni. La loro apertura pu essere anche manuale. E' preferibile avere il maggior numero possibile di sfoghi, al fine di ottenere che il sistema di ventilazione entri in funzione il pi presto possibile in quanto la distanza tra l'eventuale incendio e lo sfogo sia la pi piccola possibile.

    Superfici vetrate normaliL'installazione di vetri semplici che si rompano sotto l'effetto del calore pu essere adottata a condizione che sia evitata la caduta dei pezzi di vetro per rottura accidentale mediante rete metallica di protezione.

  • Il presente materiale didattico di propriet esclusiva di Federica Angeli.

    Ha unicamente scopo didattico interno allattivit del NUOVO MERCATO DI TARVISIO.

    Non pu essere ceduta n pubblicata nemmeno a titolo gratuito senza il consenso del proprietario.

    Le conseguenze dellincendioI prodotti della combustioneGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoGli effetti sulluomoIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonioIl monossido di carbonio legandosi allemoglobina del sangue, provoca uno stato di intossicazioneLe FontiAffrontare lambienteLa protezione contro la temperaturaClassificazione degli inquinantisecondo lo stato fisicoI sistemi di protezione delle vie respiratorieRespiratori a filtroRespiratori a filtro: limitiI filtriI filtriRespiratori autonomi: autorespiratoriLa squadra di emergenzaLa squadra di emergenzaLequipaggiamento personalePurtroppo a volte prevenire non bastaLa prevenzione incendiLa protezione antincendioLa protezione passivaLa protezione passivaLa protezione passivaLa protezione attivaLa protezione passivaBarriere antincendioBarriere antincendioStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneDiapositiva numero 38Strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneStrutture con caratteristiche di resistenza al fuoco e compartimentazioneLa reazione al fuoco dei materialiLa reazione al fuoco dei materialiComportamento al fuoco dei materialiLe conseguenze dellincendioGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneGli effetti dellincendio sui materiali da costruzioneSistemi di ventilazioneSistemi di vie duscitaSistemi di vie duscitaLa protezione attivaLe fasi di interventoLa tempistica di interventoLa chiamata in caso di emergenzaUn esempio da non seguireLa protezione attivaLo spegnimento: il triangolo del fuocoLazione di spegnimentoLazione di spegnimentoLe sostanze estinguentiGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriLeggere lestintoreLa capacit estinguenteLa capacit estinguenteGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriGli estintoriIl numero degli estintoriCaratteristiche degli estintoriGli estintoriLestintoreCome si usa lestintoreErogazioneUn particolare da non trascurareIdranti e naspiRete idrica antincendioRete idrica antincendioUtilizzo della manichettaRete idrica antincendioRete idrica antincendioImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoImpianti di spegnimento automaticoDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDiapositiva numero 103Diapositiva numero 104Diapositiva numero 105Diapositiva numero 106Diapositiva numero 107Dispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeDispositivi di segnalazione e allarmeIl presente materiale didattico di propriet esclusiva diFederica Angeli.Ha unicamente scopo didattico interno allattivit del NUOVO MERCATO DI TARVISIO.Non pu essere ceduta n pubblicata nemmeno a titolo gratuito senza il consenso del proprietario.