Annuario dei dati ambientali 2012 - Cap. 3
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Acque superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 125
Acque sotterranee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 225
Acque marino costiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 275
Acque di transizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 355
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� L’implementazione della nuova Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE)
Nel 2010 in Emilia-Romagna ha preso avvio il primo ciclo di monitoraggio sulle nuove reti defi-nite in applicazione della Direttiva quadro. Con la Direttiva 2000/60/CE, l’Unione europea havoluto promuovere e attuare una politica sostenibile a lungo termine di uso e protezione delleacque superficiali, sotterranee e degli ecosistemi loro correlati, con l’obiettivo di contribuire al per-seguimento della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale, oltre che all’usoaccorto e razionale delle risorse naturali. La Direttiva ha individuato nei distretti idrografici (costituiti da uno o più bacini idrografici) gli spe-cifici ambiti territoriali di riferimento per la pianificazione e gestione degli interventi finalizzati allasalvaguardia e tutela della risorsa idrica; la suddivisione del territorio nazionale in distretti idro-grafici è contenuta nel DLgs 152/2006. Per ciascun distretto idrografico è prevista la predisposi-zione di un Piano di gestione, cioè di uno strumento conoscitivo, strategico e operativo attraversocui pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramen-to dello stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, favorendo il raggiungimento degli obiettiviambientali previsti dalla Direttiva. Per tutti i corpi idrici, entro il 2015, ogni Stato membro dovràgarantire il raggiungimento del “buono” stato e, ove già esistente, provvedere al mantenimentodel lo stato “elevato”.
I riferimenti normativiLa Direttiva quadro 2000/60/CE è stata recepita in Italia con l’emanazione del Decreto legislati-vo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”. Al DLgs 152/2006 sono segui-ti i relativi decreti attuativi per le acque superficiali e sotterranee:– Decreto Tipizzazione DM 131/2008 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la caratteriz-
zazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione corpi idrici, analisi delle pressioni)”; – Decreto Monitoraggio DM 56/2009 - Regolamento recante “i criteri tecnici per il monitoraggio
dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tec-niche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia am bientale, pre-disposto ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”;
– Decreto Classificazione DM 260/2010 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la classifica-zione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decretolegislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi del-l’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”.
Per le acque sotterranee è stata emanata la Direttiva 2006/118/CE inerente la “Protezione delleacque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”. La Direttiva è stata recepita in Italiadal DLgs 30/2009, che integra e modifica parti del DLgs 152/2006 e contiene:– criteri per l’identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei;– standard di qualità per alcuni parametri e valori soglia per altri parametri necessari alla valuta-
zione del buono stato chimico delle acque sotterranee;– criteri per individuare e per invertire le tendenze significative e durature all’aumento dell’inqui-
namento, oltre che per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza;– criteri per la classificazione dello stato quantitativo;– modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo.I Decreti 56/2009 e 260/2010 contengono alcuni allegati relativi alle acque sotterranee che con-fermano e non modificano quanto contenuto nel DLgs 30/2009.
Il quadro di riferimentoLa normativa suddivide le acque in superficiali e sotterranee: con acque sotterranee si intendonotutte le acque che si trovano al di sotto della superficie del suolo nella zona di saturazione e a con-tatto diretto con il suolo e sottosuolo; con acque superficiali si intendono le acque interne (a ecce-zione delle sotterranee), le acque di transizione e le marino-costiere. Nelle acque dolci compren-diamo sia le fluviali sia le lacustri.
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L’unità base di valutazione dello stato della risorsa idrica, secondo quanto previsto dalla Direttiva,è il “corpo idrico”, cioè un elemento di acqua superficiale (tratto fluviale, porzione di lago, zonadi transizione, porzione di mare) appartenente a una sola determinata tipologia o volume d’acquain seno a un acquifero per quelle sotterranee, con caratteristiche omogenee al suo interno sia dalpunto di vista qualitativo sia quantitativo. Ogni corpo idrico deve pertanto essere caratterizzatoattraverso un’analisi dettagliata delle pressioni che su di esso insistono e del suo stato di qualità(derivato dai dati di monitoraggio pregressi laddove esistenti), al fine di valutare il rischio di nonraggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa.Per potere classificare lo stato dei corpi idrici nei tempi richiesti dalla normativa, è quindi statonecessario rivedere le reti di monitoraggio al fine di garantire, all’interno del periodo di vita delPiano di gestione, il monitoraggio su tutti i corpi idrici individuati; è stato definito un quadro diriferimento tecnico preciso che per le diverse tipologie di acque (superficiali e sotterranee) haprevisto: – tipizzazione per le acque superficiali, ovverosia la definizione dei diversi tipi per ciascuna cate-
goria di acque basata su caratteristiche naturali, geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisi-che;
– analisi delle pressioni, che è stata condotta individuando e analizzano tipologia ed entità dellepressioni che gravano su ciascuna categoria di acque;
– individuazione dei corpi idrici superficiali intesi come porzioni omogenee di ambiti idrici in ter-mini di pressioni, caratteristiche idro-morfologiche, geologiche, vincoli, qualità/stato e necessitàdi misure di intervento;
– identificazione e caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei effettuata partendo dai complessiidrogeologici definiti a scala nazionale, identificando poi gli acquiferi, tenendo conto di criteridi quantità significative o flusso significativo di acqua e delimitando infine i corpi idrici sulla basedi confini idrogeologici o differenze nello stato di qualità e delle pressioni;
– attribuzione a ogni corpo idrico della classe di rischio di non raggiungimento degli obiettivi diqualità previsti a livello europeo.
A partire da tale quadro di riferimento sono stati effettuati gli accorpamenti di corpi idrici e sceltii siti rappresentativi a definire la qualità del corpo idrico. Sulla base dei risultati dell’analisi dirischio e delle indicazioni previste dalla Direttiva europea, è stato possibile quindi ridisegnare lereti di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e revisionare i rispettivi programmi dimonitoraggio.
Il sistema di monitoraggioAl fine di fornire un corretto quadro conoscitivo a livello ecosistemico si è provveduto a pianifica-re il nuovo sistema di monitoraggio (Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350/2010), conl’inserimento di indagini innovative diversificate in funzione delle diverse finalità; ai sensi dellaDirettiva quadro sono previste tre tipologie di monitoraggio:– monitoraggio di sorveglianza per i corpi idrici superficiali e sotterranei “probabilmente a
rischio” o “non a rischio” di raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa al2015;
– monitoraggio operativo per i corpi idrici superficiali e sotterranei “a rischio di non raggiungi-mento degli obiettivi ambientali”;
– monitoraggio di indagine per i corpi idrici superficiali per i quali sono necessari specifici studidi approfondimento per contaminazioni accidentali o per cause sconosciute di superamenti erischi di non raggiungimento dello stato buono.
I piani di monitoraggio sono parte integrante dei piani di gestione e prevedono cicli di controllopluriennali (triennale o sessennale a seconda del tipo di monitoraggio) in linea con il ciclo di vitadei Piani di gestione; da sottolineare che all’interno del ciclo previsto per le acque superficiali, ilmonitoraggio biologico è prevalentemente articolato nell’arco di un anno, mentre il monitoraggiochimico in operativo è condotto tutti gli anni.Pertanto solo al termine del ciclo di monitoraggio (tri-sessennale) viene effettuata la classificazionecomplessiva dello stato di qualità, che può portare anche a una rimodulazione nel tempo dei pianidi monitoraggio, in funzione dei risultati progressivamente acquisiti.Per quanto riguarda i controlli le principali novità introdotte, quindi, riguardano la centralità dellavalutazione dello stato delle comunità biologiche, unitamente al monitoraggio degli elementi chi-
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mico/fisici a supporto del biologico, senza ovviamente tralasciare il controllo degli inquinanti dasostanze chimiche prioritarie, il cui elenco è in aggiornamento sia come sostanze aggiuntive siacome livelli di Standard di qualità; grande importanza assume inoltre la valutazione dello statoidromorfologico dei corsi d’acqua, sia ai fini classificatori a supporto degli elementi di qualità bio-logica, ma anche per consentire agli enti di stabilire e mettere in campo tutte le misure necessarieper il contenimento degli impatti.La revisione dei programmi di monitoraggio ha comportato variazioni sostanziali in termini dinumero e localizzazione delle stazioni, frequenze di campionamento e parametri indagati.In particolare, date le rilevanti innovazioni apportate con la Direttiva, il monitoraggio delle com-ponenti biologiche ha acquisito una crescente valenza e complessità nell’ambito dei programmi.Ai fini della classificazione dei corpi idrici superficiali, i valori da attribuire a ogni elemento diqualità biologica indagato dipendono dal confronto con determinate condizioni di riferimento disiti a bassa contaminazione (siti di riferimento), variabili in funzione delle diverse tipologie dicorpo idrico. Dal grado di deviazione dalle condizioni di riferimento, che si verificano in assenzadi impatti significativi di attività antropica, dipende l’attribuzione al corpo idrico della relativa cate-goria di stato ecologico.
La classificazioneAltro importante elemento di novità derivante dall’implementazione della Direttiva riguarda il siste-ma di classificazione dei corpi idrici.Per i corpi idrici superficiali è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dellostato del corpo idrico, derivi dalla valutazione attribuita allo “stato ecologico” e allo “stato chimi-co” del corpo idrico.Lo “stato ecologico” è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosiste-mi acquatici associati alle acque superficiali; alla sua definizione concorrono:– elementi biologici (macrobenthos, fitoplancton, macrofite e fauna ittica);
– elementi idrologici (a supporto), espressi come indice di alterazione idrologica;
– elementi morfologici (a supporto), espressi come indice di qualità morfologica;
– elementi fisico-chimici e chimici, a supporto degli elementi biologici.Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno comprendono i parametri fisico-chimici di base esostanze inquinanti, la cui lista e i relativi Standard di Qualità Ambientale (SQA) sono definiti alivello di singolo Stato membro sulla base della rilevanza per il proprio territorio .Nella definizione dello stato ecologico, quindi, la valutazione degli elementi biologici diventadominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono consi-derati a sostegno per la migliore comprensione e l’inquadramento dello stato delle comunità bio-logiche all’interno dell’ecosistema in esame . Per la definizione dello “stato chimico” è stata predisposta a livello comunitario una lista di 33+8sostanze inquinanti, peraltro in aggiornamento, indicate come prioritarie con i relativi Standard diqualità ambientale.Nel contesto nazionale, gli elementi chimici da monitorare nei corsi d’acqua ai sensi della Direttivaquadro, distinti in sostanze a supporto dello stato ecologico e sostanze prioritarie che concorronoalla definizione dello stato chimico, sono specificati nel DM 260/10 (DM 56/09) rispettivamentenelle tabelle 1/B e 1/A.Per le acque marino costiere e di transizione, oltre alle sostanze di cui alle tabelle 1/B e 1/A deidecreti citati da ricercare nella matrice acqua, sono previsti anche elementi chimici da ricercarenel sedimento che concorrono, come elementi a sostegno degli elementi biologici, alla definizio-ne dello stato ecologico e alla definizione dello stato chimico, rispettivamente riportati nelle tabel-le 3/B e 2/A del DM 260/10 (DM 56/09). Possono concorre alla definizione dello stato chimi-co anche gli elementi chimici ricercati nel biota (Mytilus galloprovincialis) (tabella 3/A).Solo al termine dell’intero ciclo di monitoraggio sarà possibile definire la classificazione dello statoambientale di un corpo idrico; la classificazione dello stato “buono” potrà essere confermata solose sia lo “stato ecologico”sia lo “stato chimico”raggiungono lo stato “buono”.Per i corpi idrici sotterranei è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dellostato del corpo idrico, derivi dai valori attribuiti allo “stato quantitativo” e allo “stato chimico” delcorpo idrico. Lo stato chimico viene attribuito come classe “buono” o “scarso”: quest’ultima in funzione del supe-ramento di uno o più parametri chimici rispetto agli standard di qualità o valori soglia definiti
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dall’Allegato 3 al DLgs 30/2009, superamento occorso in un volume di acqua sotterranea supe-riore al 20% del volume complessivo del corpo idrico.Lo stato quantitativo viene attribuito come classe “buono” o “scarso”; il buono stato quantitativo siverifica quando “il livello/portata di acque sotterranee nel corpo sotterraneo è tale che la mediaannua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili”,come definito nell’Allegato 3 al DLgs 30/2009.Lo “stato ambientale” di un corpo idrico sarà classificato al termine del ciclo di monitoraggio come“buono” se sia lo “stato quantitativo” sia lo “stato chimico” sono stati classificati come “buono”.
La reportistica ambientaleI risultati derivanti dalle attività del nuovo sistema di monitoraggio e la conseguente classificazio-ne dei corpi idrici presentano tempistiche diverse rispetto a quanto veniva effettuato in applica-zione del DLgs 152/99. Ecco, quindi, che devono essere revisionati anche i contenuti e la fre-quenza di aggiornamento dei prodotti di reporting ambientale che da essi derivano. La nuova nor-mativa prevede infatti la classificazione dello stato ambientale dei corpi idrici superficiali su basealmeno triennale, tempistica diversa rispetto alla annuale, come richiesto dal DLgs 152/99 ormaiabrogato.Cambia quindi anche la modalità di reporting ambientale che, ai fini di una valutazione dei trendqualitativi, sarà basata su un set di indicatori/parametri che concorrono alla classificazione deicorpi idrici, popolati e aggiornati annualmente, cui saranno affiancati, a cadenza triennale, gliindici integrati per la classificazione dello stato dei corpi idrici (stato ecologico, stato chimico eambientale).
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 128
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 128
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 129
Indicatori
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 132
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 145
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 160
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 213
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223
INDICE
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� � Distribuzione territoriale della popolazione Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 814)
� Agglomerati urbani ≥ 200 AE Provincia 2005-2009 132
� Scarichi in corpo idrico superficiale Bacino 2007-2009 138idrografico
� Terreni irrigati Suolo Provincia 1986-2010 141
� � Uso del suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 718)
� � Consumo di suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 722)
� Consumi alle utenze e prelievi di acque superficiali Provincia Stime 145e di falda per il settore acquedottistico civile al 1998-2011
� Inquinanti sversati per bacino Bacino Stime 148idrografico al 2005-2009
� Emissione di nutrienti da depuratori Impianto Stime 153 di acque reflue urbane (N e P) di trattamento al 2005-2009
� Uso di fertilizzanti Vedi capitolo Suolo (pag. 727)
� Uso di fitofarmaci Vedi capitolo Suolo (pag. 731)
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2012 160nei corsi d’acqua, azoto nitrico
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2012 164nei corsi d’acqua, azoto ammoniacale
� Concentrazione dei nutrienti Regione 2012 168nei corsi d’acqua, fosforo totale
� Concentrazione fitofarmaci Regione 2012 172nei corsi d’acqua
� Stato morfologico Regione 2012 181
� Stato ecologico dei corsi d’acqua Regione 2010-2012 185
� Stato chimico dei corsi d’acqua Regione 2010-2012 191
� Concentrazione dei nutrienti negli invasi, Regione 2012 196fosforo totale
� Ossigeno disciolto negli invasi Regione 2012 199
� Trasparenza negli invasi Regione 2012 202
� Stato ecologico dei corpi idrici lacustri Regione 2010-2012 205
� Stato chimico dei corpi idrici lacustri Regione 2010-2012 209
� AE serviti e depurati negli agglomerati Provincia 2005-2009 213≥ 200
� Impianti di depurazione Regione 2009 216acque reflue urbane
� Conformità impianti di trattamento Regione 2005-2009 220(Tab. 1 DLgs 152/06)
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici� Risorse idriche e usi sostenibili
Introduzione
� Messaggio chiave
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Sui corsi d’acqua regionali, nel 2012, si verificano alcune situazioni di criticità legate alla presen-za di azoto nitrico in concentrazioni di rilevante significatività, in particolare nei bacini idrografi-ci: Chiavenna, Arda, Rubicone e Ventena, (con concentrazioni maggiori di 4 mg/l – stato scar-so/pessimo). Per effetto dei crescenti apporti inquinanti, di origine prevalentemente diffusa, la pre-senza di azoto nitrico nelle acque aumenta spostandosi da monte verso valle. Nelle chiusure di baci-no pedemontano, per il parametro nitrati, si rispetta quasi ovunque il valore soglia di buono, men-tre le criticità aumentano nelle stazioni di pianura, dove la presenza di nitrati è diffusa.
Tra i bacini regionali, nel 2012, si osservano alcune situazioni di attenzione legate alla presenza difosforo in concentrazioni rilevanti. Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo maggiori di 0,4mg/l (stato scarso/pessimo), si riscontrano in particolare nei bacini idrografici di Boriacco, Crostoloe Ventena. Spostandosi da monte verso valle, le concentrazioni di fosforo nelle acque tendono adaumentare in modo significativo, soprattutto per presenza di fonti di pressione puntuale rilevanti.Si osserva quindi che nelle stazioni di bacino pedemontano, per il parametro fosforo, la soglia del“buono” è rispettata quasi ovunque, mentre nelle stazioni di pianura sono diversi i bacini che, inriferimento unicamente al parametro fosforo totale, non raggiungono lo stato “buono”.
Il monitoraggio dei fitofarmaci, nelle 38 stazioni di chiusura di bacino e sotto-bacino montano con-trollate, non ha evidenziato presenza di sostanze attive in concentrazione maggiore dello Standarddi Qualità previsto, pari a 1µg/l, espresso come sommatoria.
La classificazione condotta al termine del triennio di monitoraggio 2010-2012 ha evidenziato chelo stato ecologico raggiunge la classe di qualità “buono” al momento nel 28% dei corpi idricidell’Emilia-Romagna; di norma lo stato ecologico “buono” è raggiunto nelle aree appenniniche epedecollinari a bassa o compatibile antropizzazione.
La classificazione condotta al termine del triennio di monitoraggio 2010-2012 ha evidenziato ilraggiungimento dello stato chimico “buono” nell’88% dei corpi idrici dell’Emilia-Romagna; sisono verificati solo sporadici inquinamenti da sostanze chimiche.
In Emilia-Romagna sono censiti 2.162 impianti di depurazione delle acque reflue urbane condiverse tipologie di trattamento, dalle più semplificate a quelle più complesse.Complessivamente hanno una potenzialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE e risultano trat-tare oltre 6 milioni di AE. Il 95% degli impianti di trattamento è risultato conforme a quanto pre-visto dal DLgs 152/06. La percentuale degli AE serviti da rete fognaria in Emilia-Romagna si atte-sta su valori molto alti (circa il 99%), mentre la percentuale di AE depurati da impianti di tratta-mento delle acque reflue urbane è pari al 98%.
L’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ha com-portato, per le acque superficiali, una profonda revisio-ne dei sistemi di monitoraggio, con modifiche sostan-ziali in particolare in termini di scelta della localizza-zione delle stazioni, delle frequenze di campionamentoe della tipologia di parametri monitorati; conseguente-mente, anche la modalità di classificazione ha subitoprofonde modifiche. Oltre al consueto aggiornamentodegli indicatori appartenenti alle categorie DPSIR“determinanti e pressione”, sono stati aggiornati al2012 anche gli indicatori che concorrono alla classifi-cazione dei corpi idrici. Viene presentata la prima pro-
posta di classificazione effettuata dopo il primo trienniodi applicazione della Direttiva Quadro (rif. bibliografian. 8-9); importante sottolineare che per la classificazio-ne dello stato ecologico si fa riferimento (LIMeco) allamedia dei tre anni, non al singolo valore annuale. Insintesi, come riportato nelle descrizioni dei singoliindicatori, con l’applicazione del nuovo indice intro-dotto dalla normativa (LIMeco) per la valutazione dellostato ecologico, indice fortemente significativo dellostato trofico del corpo idrico, si manifesta una genera-le riduzione delle soglie di qualità peggiore e si deter-mina una minore capacità di differenziazione in classi
� Sintesi
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delle acque di qualità da inferiore a buona. Per quantoriguarda la valutazione dello stato dei corpi idrici, ingenerale, per effetto della crescente antropizzazione, siverifica un progressivo peggioramento della qualitàdelle acque procedendo dalle aree montane del bacinoverso valle. In funzione delle pressioni che gravanosulle aree territoriali, la qualità è influenzata sia dafonti puntuali, quali scarichi civili e produttivi, sia daapporti diffusi legati all’agro-zootecnia, in ragione del-l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari oltre che de -gli spandimenti che apportano notevoli carichi di nu -trienti. Gli insediamenti civili, di norma, danno originea sostanze organiche biodegradabili, mentre dal com-parto industriale deriva, generalmente, un carico in -quinante caratterizzato prevalentemente dalla presen-za di sostanze organiche alogenate e metalli pesanti.Per disporre di un quadro generale e potere trarre indi-cazioni per interventi e misure di risanamento e /omitigazione, la valutazione dello stato deve essere cor-relata alle pressioni. In generale, per quanto riguarda ifitofarmaci, come si può vedere nella specifica schedadell’indicatore, le concentrazioni riscontrate a soglie diattenzione si ritrovano in particolare nelle aree territo-riali del piacentino, ferrarese e riminese; dopo anni ditrend nel complesso in diminuzione, attualmente ilcarico da fitofarmaci si concentra nelle aree del Po diVolano, Burana Navigabile, Reno e Destra Reno, areeche rappresentano circa il 70% del carico regionalecomplessivo derivante dai fitofarmaci e metaboliti.Per il carico organico, in generale, gli apporti di BOD5(fonti puntuali e diffuse di inquinamento) si concentra-
no maggiormente, con una forte prevalenza delle fontipuntuali, nel canale Burana Navigabile e Reno, mentrein alcuni bacini romagnoli (Fiumi Uniti, Savio, Rubi -cone e Uso) è forte la pressione esercitata dal le fonti dif -fuse a causa della vocazione agro-zootecnica delle areeinteressate. Per quanto riguarda i nutrienti, per il cari-co di Azoto la componente diffusa di inquinamentoesercita un ruolo significativo per quasi tutti i baciniidrografici, a eccezione di Sissa Abate, Parma, Panaro,Reno e altri minori. Riguardo ai carichi di Fosforo, permolti bacini si nota un significativo contributo dellefonti puntuali di inquinamento (comparto civile e in -dustriale); fanno eccezione alcuni bacini, in particolareil Marecchia e il Savio, dove la componente agro-zoo-tecnica prevale, mentre per gli altri i contributi prove-nienti dalle due fonti sostanzialmente si equivalgono.Risultano in diminuzione i carichi provenienti da fontidi tipo puntuale, sversati nei corpi idrici superficiali,rispettivamente del 10%, del 3% e del 16% per i para-metri BOD5, azoto e fosforo. Per quanto riguarda leazioni messe in campo, si ritiene che in Emilia-Roma -gna lo stato della depurazione consenta di avere un’ot ti -ma risposta in termini di copertura finalizzata alla ri -duzione, attraverso adeguamenti e implementazionedei sistemi di trattamento più avanzati dei carichi in -quinanti; anche la percentuale di conformità si attestaverso valori molto elevati, mediamente nell’intorno del95%. Risulta evidente l’importanza del miglioramentodei sistemi di trattamento, oltre al controllo dell’uso difertilizzanti e fitofarmaci, al fine della tutela dei corpiidrici per il raggiungimento dello stato richiesto.
Il monitoraggio delle acque superficiali in Emilia-Romagna, attivo fino al 2009 ai sensi del DLgs 152/99,è stato adeguato solamente nel 2010 alla Direttiva2000/60/CE; il ritardo, causa di procedura di infrazioneper l’Italia, è legato ai tempi di recepimento in Italiadella Direttiva, avvenuto appunto nel 2006 col DLgs152/2006 e solo successivamente (2008, 2009 e 2010)reso operativo dai decreti attuativi: DM 131/08 “...crite-ri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipiz-zazione, individuazione dei corpi idrici, analisi dellepressioni)”, DM 56/09 “criteri tecnici per il monitorag-gio e identificazione delle condizioni di riferimento” eDM 260/10 “...criteri tecnici per la classificazione dellostato dei corpi idrici superficiali, per la modifica dellenorme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 etc”. Il lavoro preliminare finalizzato all’individua-zione, caratterizzazione e tipizzazione dei corpi idrici,che ha delineato il quadro tecnico che ha permesso diistituire la rete di prima individuazione, è stato estre-mamente complesso ed è terminato alla fine del 2009;solo nel 2010 quindi, con la DGR 350, la RegioneEmilia-Romagna ha potuto ufficializzare le nuove reti
e i programmi di monitoraggio predisposti nell’ambitodei piani di gestione propri delle Autorità di bacino,vigenti per il sessennio 2010-2015. Contestualmente,nel 2010 si è dato avvio al nuovo sistema di monitorag-gio. Obiettivo fondamentale della Direttiva Quadro èavere in Europa un quadro conoscitivo approfonditorelativamente a tutti gli elementi che influiscono sullostato ecologico delle acque, per potere mettere incampo le azioni necessarie finalizzate alla protezione ealla riduzione di inquinamento e ulteriore deteriora-mento delle acque, mediante l’uso accorto delle risorsenaturali; sulla base di principi di precauzione, la DQmira alla graduale riduzione di immissioni di inqui-nanti nelle acque, perseguendo l’obiettivo dell’elimina-zione delle sostanze pericolose al fine del raggiungi-mento di valori prossimi al fondo naturale per lesostanze presenti in natura. La Direttiva Quadro ponecome obiettivo ambientale lo stato “buono” al 2015.In quest’ottica il sistema di monitoraggio per le acquesuperficiali subisce rilevanti trasformazioni: la Diret -tiva Quadro infatti apporta una profonda innovazione,ponendo la bio-indicazione (macroinvertebrati bento-
� Quadro generale
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nici, macrofite, fauna ittica e fitoplancton per i laghi,etc) quale strumento centrale per valutare, conservaree preservare gli ambienti fluviali, lacustri, oltre chemarino costieri e di transizione. Gli esiti dei monito-raggi biologici non sono valutati come valori assoluti,ma sono espressi come rapporto di qualità rispetto allostato di comunità biologiche presenti in siti a bassapressione antropica (sia per carichi di inquinanti, siaper la morfologia) presi come “siti di riferimento”. I sitidi riferimento, dopo essere proposti dalle regioni, devo-no essere validati e confermati a livello nazionale perogni tipologia fluviale o lacustre.Punto focale quindi è rappresentato dalla centralità cheriveste, rispetto alle normative precedenti, il monito-raggio appunto delle comunità biologiche degli ecosi-stemi acquatici a vari livelli della catena trofica, cheamplia il campo degli elementi considerati (floraacquatica, macrobenthos, fauna ittica) e cerca di porrein relazione le pressioni che insistono sul corpo idricocon gli elementi idromorfologici e chimico fisici cheturbano lo stato ecologico dell’ecosistema idrico.Stante la complessità del sistema, i problemi sia opera-tivi, sia di elaborazione dati per la classificazione nonsono tuttora risolti. In particolare, per gli indici biolo-gici di nuova introduzione, le metodologie di campio-namento e analisi sono di recentissima ufficializzazio-ne e la validazione delle metodiche di classificazionenon sono tuttora chiuse completamente per tutti gliindici; da segnalare inoltre che ogni Paese europeo hadovuto scegliere e valutare quali fossero le metricheidonee per elaborare le liste floristiche e faunisticheritrovate, al fine di valutare la correttezza della rispostadello stato ecologico delle comunità floro-faunistichealle pressioni che insistono sui corpi idrici.A oggi, inoltre, non è ancora completata la validazionedei siti di riferimento a livello nazionale; ancora davalutare quindi l’effettiva rispondenza delle metriche dielaborazione degli indici biologici alle pressioni antro-piche e quindi l’esatta assegnazione del livello di statoecologico riscontrato.La classificazione dello stato del corpo idrico è data dal-l’integrazione dello stato ecologico (monitoraggio bio-logico e chimico a supporto), con lo stato chimico; per-tanto contestualmente prosegue con cicli annuali(almeno in operativo), la valutazione, rispetto aStandard di Qualità medio annua indicata dal DM260/2010, del livello di presenza di sostanze inquinantisia a supporto dello stato ecologico, sia afferenti all’e-lenco di priorità.Il programma di monitoraggio per il triennio 2010-2012 sulla nuova rete delle acque superficiali era statoredatto differenziando, come richiesto, le frequenze dicontrollo sulla base del rischio o meno di non raggiun-gimento dello stato di buono al 2015 (per le stazionidefinite a rischio il monitoraggio è definito operativo,se non a rischio di sorveglianza).Oltre alla opportunità di riduzione delle frequenzeminime di campionamento (da mensile a trimestrale, anessuna) in relazione ai diversi livelli di criticità evi-
denziate, la normativa consente una declinazione pun-tuale del profilo analitico per ogni corpo idrico in baseallo studio delle pressioni e della dimostrata presen-za/assenza di specifici gruppi di sostanze.Il DM 56/09, poi ripreso dal DM 260/2010, prevede unampio ventaglio di inquinanti, fitofarmaci e altrimicroinquinanti organici e inorganici da monitorarecon standard di qualità estremamente bassi, il checomporta una attività analitica estremamente comples-sa e onerosa per garantire il rispetto delle prestazioniminime richieste.Per ottimizzare la programmazione del monitoraggiochimico sia in termini di differenziazione dei profilianalitici che di riduzione delle frequenze di campiona-mento, dove ritenuto opportuno, come peraltro richie-sto dalla normativa, è stato condotto lo studio per lavalutazione degli inquinanti chimici da ricercare sulterritorio regionale, a partire dalle informazioni dispo-nibili in termini di dati di qualità pregressi (2002-2008)e di analisi delle pressioni incidenti sul corpo idrico sot-teso dalla stazione.Analisi condotte a livello di bacino idrografico permet-tono di effettuare alcune considerazioni; ad esempio, sein chiusura di bacino montano non è stata riscontratapresenza di sostanze chimiche prioritarie, è ragionevo-le estendere il concetto ai corpi idrici afferenti al baci-no sotteso dalla stazione, soprattutto se situati in con-testi montani e/o poco antropizzati.Pertanto per il primo ciclo di monitoraggio e per unaprima verifica delle pressioni presenti sul territorioregionale, si è mantenuto un controllo capillare per gliinquinanti che possono dare luogo a inquinamento dif-fuso (fitofarmaci, metalli pesanti, composti organo alo-genati, IPA), per altri microinquinanti organici sonostate condotte valutazioni costi/benefici prendendo inesame pressioni possibili, casistica di impiego e impe-gno analitico che hanno portato alla scelta di specifichestazioni di monitoraggio; in particolare ad esempio clo-roalcani, di feniletere bromato (PBDE), nonil/ottil fe -nolo, cloroaniline, clorobenzeni, cloronitrotolueni eclorofenoli (sorgenti puntuali) verranno monitoratistrategicamente in chiusura di bacino e dei principalisottobacini. Già dopo il primo ciclo di monitoraggio, sulla basedegli esiti dello stesso, è stato possibile rivedere i pro-tocolli analitici e le frequenze di monitoraggio, conprogrammi sempre più mirati. Anche per quanto riguarda i fitofarmaci, la scelta deiprincipi attivi da ricercare si basa sul potenziale rischiodi contaminazione delle acque; la valutazione dei datidel monitoraggio, condotto in un arco di tempo signi-ficativo, può dare indicazioni riguardo alla maggiore ominore ricorrenza delle sostanze attive nelle acque e,unitamente all’analisi di altri indici, quali ad esempiol’indice di priorità e le caratteristiche fisico-chimichedella sostanza attiva, orientare la scelta del protocolloanalitico da applicare.
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota:* stazione di misura in cui non vengono effettuate analisi per la ricerca di fitofarmaci
Tabella A: Elenco delle stazioni di misura in chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei princi-pali corpi idrici regionali
Stazione Bacino idrografico Corpo idrico Nome stazione di misuraCodice stazione - Rete regionale di
monitoraggio
1 PO F. Po C.S. Giovanni SP ex SS412 10001002 PO F. Po Pontelagoscuro - Ferrara 10007003 BARDONEZZA R. Bardonezza SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco 10101004 LORA-CAROGNA R. Lora Attr. Via Malvicino, CSG 10201005 BORIACCO T. Boriacco A valle di Castel San Giovanni 10301006 TIDONE T. Tidone Pontetidone 10504007 TREBBIA F. Trebbia Pieve Dugliara 10906008 TREBBIA F. Trebbia Foce in Po 10907009 NURE T. Nure Ponte Bagarotto 111030010 CHIAVENNA T. Chiavenna P.te str.Caorso-Chiavenna Landi 112020011 ARDA T. Arda A Villanova 114040012 TARO F. Taro Ponte sul Taro Citerna-Oriano 1150200*13 TARO F. Taro San Quirico - Trecasali 115070014 SISSA ABATE C.le Milanino Loc. Fossette di Sissa 116010015 PARMA T.Parma Pannocchia 1170300*16 PARMA T.Parma Colorno 117150017 ENZA T. Enza Traversa Cerezzola 1180500*18 ENZA T. Enza Brescello 118080019 CROSTOLO T. Crostolo Vezzano 1190200*20 CROSTOLO T. Crostolo Ponte Baccanello 119070021 SECCHIA F. Secchia Traversa di Castellarano 1201100*22 SECCHIA F. Secchia Ponte Bondanello 120150023 PANARO F. Panaro Briglia Marano-Marano 1220900*24 PANARO F. Panaro Ponte Bondeno 122160025 CANAL BIANCO Canal Bianco Ponte S.S. Romea 200030026 PO DI VOLANO Po di Volano Codigoro ponte Varano 400020027 BURANA NAVIGABILE C.le Navigabile A monte chiusa valle Lepri 500140028 RENO F. Reno Casalecchio 600210029 RENO F. Reno Volta Scirocco - Ravenna 600550030 DX RENO C.le Dx Reno P.te Zanzi 700030031 LAMONE F. Lamone P.te Mulino Rosso 800020032 LAMONE F. Lamone P.te Cento Metri 800090033 C.LE CANDIANO C.le Candiano C.le Candiano 900010034 F. UNITI F. Uniti Ponte Nuovo - Ravenna 1100180035 BEVANO T. Bevano Ponte S.S. 16 1200015036 SAVIO F. Savio San Carlo 1300070037 SAVIO F. Savio P.te S.S. Adriatica 1300090038 C.LE FOSSATONE C.le Fossatone Cesenatico 1500010039 RUBICONE F.Rubicone Capanni - Rubicone 1600020040 USO T. Uso S.P. 89 1700030041 MARECCHIA F. Marecchia Ponte Verucchio 1900020042 MARECCHIA F. Marecchia A monte cascata via Tonale 1900060043 MARANO T. Marano P.te S.S. 16 S. Lorenzo 2000020044 CONCA T. Conca 200 m a monte invaso 2200030045 VENTENA R. Ventena P.te via Emilia-Romagna 23000200
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012132
DescrizioneIndica il numero di agglomerati urbani presentinelle singole province per ciascuna classe di consi-stenza. L’agglomerato urbano, come viene specifica-to nelle definizioni riportate nel DLgs 152/06, indivi-dua l’area in cui la popolazione, ovvero l’attività pro-duttiva è concentrata in misura tale da rendere am -missibile, sia tecnicamente che economicamente, inrapporto anche ai benefici ambientali conseguibili, laraccolta e il convogliamento delle acque reflue urba-ne verso un sistema di trattamento o verso un puntodi recapito finale.La consistenza viene calcolata come somma dei resi-denti, dei turisti presenti nella settimana di maggiorafflusso, degli AE produttivi che recapitano nellefognature comprese nella delimitazione spaziale de -gli agglomerati.Gli agglomerati serviti da fognature possono, in fun-zione del sistema di raccolta e smaltimento dei refluiurbani, essere di tre tipologie:– tipologia A – l’agglomerato ha un unico sistema di
raccolta e un unico scarico o un unico impianto ditrattamento;
– tipologia B – l’agglomerato dispone di due o piùsistemi di raccolta e ciascuno di questi termina oin uno scarico o in un impianto di trattamento;ciascuno scarico o impianto deve essere a norma el’agglomerato va valutato nel suo complesso;
– tipologia C – l’agglomerato ha una consistenza paria due o più località e più sistemi di raccolta cherecapitano in un unico impianto di trattamento.
Nel territorio regionale sono stati individuati, nellamaggior parte dei casi, agglomerati semplici del tipoA e tipologie più complesse riconducibili al tipo C.Pochi agglomerati possiedono due o più sistemi diraccolta che convogliano i reflui in due o più impian-ti di trattamento. Un esempio per ciascuna tipologiadi agglomerato è riportato in figura.
ScopoIl Decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo IIIsulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi,i requisiti di copertura fognaria, il livello di tratta-mento depurativo e il rispetto dei limiti di emissioneper gli scarichi provenienti dagli agglomerati di con-sistenza superiore o uguale a 2.000 AE. Per questo motivo risulta importante definire tuttigli elementi che concorrono alla formazione dei sin-goli agglomerati (località, reti fognarie, impianti ditrattamento e reti non depurate), che per loro defi-nizione possono variare nel tempo, sia come consi-stenza, sia come estensione spaziale.Gli scarichi degli agglomerati/insediamenti isolati –nuclei isolati < 2.000 AE – sono disciplinati dallaDGR 1053/2003.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
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I - Determinanti
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. agglomerati urbani, n. Abitanti Equivalenti
FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Esempi di tipologie di agglomerati in Emilia-Romagna (Tipologie A, B, C)
A
C
B
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.1: Individuazione degli agglomerati di consistenza ≥ 2.000 AE (2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 135
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I - Determinanti
200-1.999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 69 17 4 1 91Parma 78 24 7 1 110Reggio Emilia 48 13 6 1 68Modena 68 31 9 2 110Bologna 105 29 11 1 146Ferrara 82 19 2 2 105Ravenna 36 7 7 3 53Forlì-Cesena 58 5 3 2 68Rimini 11 1 1 3 16Emilia-Romagna 555 146 50 16 767
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.1: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consisten-za (2005)
200-1.999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 56 17 4 1 78Parma 60 24 7 1 92Reggio Emilia 46 13 6 1 66Modena 70 30 9 2 111Bologna 94 29 11 1 135Ferrara 65 19 2 2 88Ravenna 31 7 7 3 48Forlì-Cesena 51 4 3 2 60Rimini 10 1 1 3 15Emilia-Romagna 483 144 50 16 693
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.2: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consisten-za (2007)
200-1.999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 54 17 4 1 76Parma 56 24 7 1 88Reggio Emilia 45 13 6 1 65Modena 71 28 11 2 112Bologna 85 28 11 1 125Ferrara 62 18 2 2 84Ravenna 23 7 7 3 40Forlì-Cesena 47 4 3 2 56Rimini 17 2 1 3 23Emilia-Romagna 460 141 52 16 669
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.3: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza(2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012136
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I - Determinanti
200-1999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 40.489 74.181 59.352 137.177 311.199Parma 43.535 127.485 181.722 250.706 603.448Reggio Emilia 33.124 69.723 217.736 166.344 486.927Modena 41.036 151.618 253.101 382.036 827.791Bologna 65.157 149.803 238.205 652.612 1.105.777Ferrara 67.273 96.595 32.982 331.107 527.957Ravenna 23.696 31.859 347.051 509.700 912.306Forlì-Cesena 41.339 21.216 192.095 289.191 543.841Rimini 5.463 6.147 82.878 745.706 840.194Emilia-Romagna 361.112 728.627 1.605.122 3.464.579 6.159.440
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.4: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe diconsistenza (2005)
200-1999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 31.724 74.594 59.352 137.326 302.996Parma 33.467 129.692 181.807 250.706 595.672Reggio Emilia 29.332 70.568 220.195 166.499 486.594Modena 43.824 149.105 253.101 382.036 828.066Bologna 61.958 152.429 240.092 653.809 1.108.288Ferrara 55.154 96.938 34.973 331.107 518.172Ravenna 19.806 31.853 347.821 512.634 912.114Forlì-Cesena 32.842 18.907 198.700 290.095 540.544Rimini 4.351 6.147 82.878 747.357 840.733Emilia-Romagna 312.458 730.233 1.618.919 3.471.569 6.133.179
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.5: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe diconsistenza (2007)
200-1999 2.000-10.000 10.001-100.000 >100.000 Totale complessivoPiacenza 33.967 79.716 52.604 147.060 313.347Parma 32.340 127.233 182.790 251.363 593.726Reggio Emilia 28.918 67.785 208.683 163.618 469.004Modena 43.407 130.356 283.042 343.044 799.849Bologna 56.914 152.835 242.954 653.809 1.106.512Ferrara 54.434 92.570 34.973 335.554 517.531Ravenna 13.166 32.901 347.181 518.087 911.335Forlì-Cesena 31.694 18.907 199.257 282.867 532.725Rimini 9.375 11.896 82.878 745.684 849.833Emilia-Romagna 304.215 714.199 1.634.362 3.441.086 6.093.862
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.6: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe diconsistenza (2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 137
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I - Determinanti
I dati di questo indicatore si riferiscono agli agglo-merati di consistenza superiore o uguale a 200 AE.Complessivamente nel 2009 sono risultati presen-ti 669 agglomerati, per una consistenza di circa6.100.000 AE. Circa l’83% del carico complessivoè ubicato negli agglomerati di classe > 10.000 AE.La provincia di Rimini possiede un sistema fogna-rio molto esteso, che le permette di trattarel’elevato carico turistico in pochi impianti con-centrati lungo la costa; in questa provincia, infat-ti, il numero di agglomerati è molto ridotto, men-
tre la consistenza raggiunge, nel periodo di punta,uno dei valori più elevati della regione. La provin-cia di Bologna contribuisce in maniera più rile-vante al numero degli AE presenti nel territorioregionale (circa il 18% del totale). In tutte le pro-vince si è registrata una diminuzione del numerodegli agglomerati nel periodo 2005-2009, a esclu-sione della provincia di Rimini, in quanto in essanel 2009 si sono aggiunti gli agglomerati dei settecomuni ex Marche che si sono uniti alla regioneEmilia-Romagna.
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Rimini Emilia-Romagna
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2005 2007 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.2: Numero di agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE, per provincia,regione e anno
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1.000.000
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4.000.000
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Piacenza Parma Reggio Emilia
Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena
Rimini Emilia-Romagna
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ivalen
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N. ab
itant
i equ
ivalen
ti (pr
ovinc
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2005 2007 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.3: AE nominali presenti negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE, perprovincia, regione e anno
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012138
DescrizioneIndica il numero di scarichi in corpo idrico super-ficiale, ripartiti per tipologia e consistenza, suddi-visi per bacino idrografico.Per gli scarichi delle acque reflue urbane depurateviene riportato il numero di tutti gli impianti didepurazione presenti nel territorio regionale(indipendentemente dal livello depurativo effet-tuato), suddiviso in base alla potenzialità di pro-getto degli stessi.L’informazione inerente le località che presentanoalmeno una rete non depurata risale a un aggiorna-mento condotto nel 2007. Ogni località è stataricondotta a un agglomerato di riferimento (vedischeda indicatore “Agglomerati urbani ≥ 200 AE”).Per gli agglomerati di consistenza ≥ 2.000 AE sonostate censite le reti fognarie che effettivamente nonsubiscono un trattamento di depurazione primadella loro immissione nel corpo idrico recettore.
Per quanto riguarda gli agglomerati di consistenzainferiore a 2.000 AE, si è fatta invece l’assunzioneche ogni singola località sia dotata di una sola retefognaria. Dunque, ogni località che non è servita daimpianto di trattamento depurativo viene conside-rata come una “unità” non depurata.Relativamente alle autorizzazioni industriali sonostati presi in considerazione solo gli scarichi pro-venienti da attività industriali di tipo idroinqui-nante-idroesigente, che recapitano in corpo idricosuperficiale.
ScopoIndividuazione della consistenza e della tipologiadi scarichi che determinano una differente pres-sione sullo stato ambientale delle acque; indicatore dell’inquinamento potenziale che gravasu un bacino idrografico.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Scarichi in corpo idrico superficiale
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Scarichi in corpo idricosuperficiale
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. scarichi FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di scarichi per tipologia e per bacino idrografico di recapito
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 139
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
Bacino
Loca
lità co
n ret
i non
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Reti n
on
depu
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Scari
chi
indus
triali
Loca
lità co
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i non
depu
rate
Reti n
on
depu
rate
Scari
chi
indus
triali
(n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.)
AE
<2.000
AE 2.000-
10.000
AE
10.000-
15.000
AE
15.000-
50.000
AE >
50.000
Aggl
<2.000
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>2.000
AE
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AE 2.000-
10.000
AE
10.000-
15.000
AE
15.000-
50.000
AE >
50.000
Aggl
<2.000
Aggl
>2.000
R. BARDONEZZA 2 0 0 0 0 3 0 0 2 0 0 0 0 3 0 0
R. LORA - CAROGNA 12 0 0 0 0 17 0 5 12 0 0 0 0 17 0 5
R. CARONA - BORIACCO 6 0 1 1 0 8 0 4 7 0 1 1 0 8 0 4
R. CORNAIOLA 5 1 0 0 0 0 0 2 5 1 0 0 0 0 0 2
T. TIDONE 57 1 0 0 0 38 0 4 58 1 0 0 0 38 0 4
T. LOGGIA 4 0 0 0 0 3 0 3 4 0 0 0 0 3 0 3
R. DEL VESCOVO 4 0 0 0 0 0 0 2 4 0 0 0 0 0 0 2
R. RAGANELLA 6 0 0 0 0 0 0 0 6 0 0 0 0 0 0 0
F. TREBBIA 129 7 0 1 0 50 0 11 134 7 0 1 0 49 0 11
COLATORE RIFIUTO 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
T. NURE 71 3 1 0 0 55 0 7 71 3 1 0 0 57 0 7
T. CHIAVENNA 74 6 0 0 0 8 0 17 75 6 0 0 0 5 0 17
CAVO FONTANA 11 2 0 0 0 10 0 6 11 2 0 0 0 10 0 6
T. ARDA 55 3 0 1 0 23 0 20 56 3 0 1 0 23 0 20
F. TARO 227 12 1 4 0 231 0 85 237 12 1 4 0 219 0 85
CAVO SISSA-ABATE 2 1 0 0 0 1 0 3 3 2 0 0 0 1 0 3
T. PARMA 73 6 1 2 2 98 0 53 75 6 1 2 2 90 0 53
T. ENZA 141 5 2 1 0 104 0 40 152 5 2 1 0 99 0 40
T. CROSTOLO 20 3 0 1 2 8 0 21 21 3 0 1 2 8 0 21
F. SECCHIA 227 20 1 3 2 210 0 72 252 20 0 4 3 208 0 72
COLL. PRINCIP. (MANT. R.) 2 1 2 0 1 7 0 13 2 1 2 0 0 7 0 13
F. PANARO 174 21 4 3 1 77 2 100 172 21 4 3 1 80 5 100
CANAL BIANCO 10 0 0 0 0 32 0 2 10 0 0 0 0 34 0 2
COLL. GIRALDA 1 1 0 0 0 2 0 1 1 1 0 0 0 2 0 1
PO DI VOLANO 17 8 0 3 0 98 0 7 17 8 0 3 0 99 0 7
CAN. BURANA-NAVIGABILE 68 20 2 4 2 178 9 25 64 19 2 4 2 186 5 25
F. RENO 189 34 5 7 2 170 4 73 186 33 5 7 2 158 4 73
CAN. DESTRA RENO 13 4 1 2 3 21 4 13 12 4 1 2 3 18 5 13
F. LAMONE 13 2 0 1 1 2 0 3 16 2 0 1 1 2 0 3
CAN. CANDIANO 2 0 0 2 1 5 1 10 2 0 0 2 1 4 0 10
CAN. DEL MOLINO 0 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0
FIUMI UNITI 41 7 0 0 1 21 0 17 39 7 0 0 1 18 0 17
T. BEVANO 3 1 0 1 0 27 0 5 3 1 0 1 0 20 0 5
F. SAVIO 35 2 0 0 0 31 1 3 43 2 1 0 0 28 1 3
SC. VIA CUPA NUOVO 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0
SC. MADONNA DEL PINO 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P.TO CAN. DI CESENATICO 1 1 0 0 2 4 0 1 2 1 0 0 2 4 0 1
SCOLMATORE TAGLIATA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
F. RUBICONE 18 0 0 0 1 14 0 7 22 0 0 0 1 13 0 7
F. USO 21 0 0 0 1 8 0 1 22 0 0 0 1 7 0 1
SC. BRANCONA 0 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 2 0 1
F. MARECCHIA 5 0 0 0 2 19 0 4 41 2 0 0 2 21 0 4
R. MARANO 5 0 0 0 1 1 0 1 5 0 0 0 1 1 0 1
R. MELO 6 0 1 0 0 3 0 0 7 0 1 0 0 2 0 0
F. CONCA 12 0 0 1 0 4 0 0 17 0 0 1 0 4 0 0
T. VENTENA 8 0 0 0 1 5 0 0 10 0 0 0 1 5 0 0
T. TAVOLLO 2 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0
ASTA PO 6 1 0 0 1 0 0 2 8 1 0 1 1 3 0 2
ALTRI BACINI 11 1 0 1 0 8 0 8 9 1 0 0 0 5 0 8
Totale Emilia-Romagna 1.789 174 22 39 28 1.609 21 652 1.888 174 22 40 28 1.559 20 652
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
progetto
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
progetto
anno 2007 anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.7: Numero di scarichi ripartiti per bacino, per tipologia e consistenza (2007, 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012140
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I - Determinanti
Il numero di località che presentano almeno unarete fognaria non depurata è risultato pari a 1.559(1,5% del totale degli AE serviti da fognatura)negli agglomerati di consistenza inferiore a 2.000AE, mentre sono 20 le reti fognarie non depuratepresenti negli agglomerati ≥ 2.000 AE. Tale datoderiva da recenti interventi di risanamento chehanno fortemente ridotto il numero delle reti nontrattate, da 179 a 20.Sono stati individuati gli scarichi di tutti i depura-tori presenti nel territorio regionale, suddivisi perpotenzialità di progetto e bacino idrografico recet-tore. Nel canale Destra Reno e nel Secchia recapi-tano il maggior numero di impianti con potenzia-
lità superiore a 50.000 AE, mentre il Reno, il Bu -rana-Navigabile e il Panaro sono i bacini che pre-sentano il numero più elevato di scarichi depuratidi potenzialità superiore a 10.000 AE.Il numero degli scarichi significativi di acquereflue industriali di attività idroinquinanti e idroe-sigenti, che sversano direttamente in corsi d’acquasuperficiali, è complessivamente pari a 652. I baci-ni Panaro, Taro, Reno e Secchia risultano esserequelli dove vi è il maggior numero di scarichi in -dustriali con recapito diretto in corpo idrico su -perficiale. Sui bacini suddetti gravita, inoltre, unconsistente numero di scarichi civili puntuali abassa potenzialità di inquinamento.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 141
DescrizioneMisura l’estensione dei terreni irrigati a scopoagricolo.
ScopoL’estensione, nonché l’evoluzione delle colture ir -rigate, è indice della qualità dei prodotti (la possi-bilità di fornire acqua quando serve ne migliora lecaratteristiche), ma anche della consistenza delpre lievo di risorsa idrica dai fiumi appenninici edal Po, nonché dalle falde.
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I - Determinanti
DETERMINANTI
Terreni irrigati
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Terreni irrigati DPSIR D
UNITÀ DI MISURA Ettari, metri cubi FONTE Istat,Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
1986-2010
AGGIORNAMENTODATI
Decennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il dato sulla superficie irrigata per comune, sulle diverse colture, è fornitoin maniera attendibile dall’Istat ogni 10 anni, in corrispondenza delCensimento dell’agricoltura. L’ultimo è avvenuto nel 2011 e ha fotografa-to la situazione dell’annata 2010
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012142
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I - Determinanti
Grafici e tabelle
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20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
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Altr
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zion
i
Ett
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2000 2010
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IstatFigura 3A.4: Evoluzione delle superfici agricole irrigue sul territorio regionale (2000-2010)
0
1.000
2.000
3.000
4.000
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6.000
7.000
8.000
9.000
10.000
11.000
12.000
13.000
Ris
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Pra
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Ort
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Met
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no
Dotazione irrigua media al campo
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IstatFigura 3A.5: Dotazioni irrigue medie al campo1 per il territorio regionale (stime al 2010)Nota: 1 valori al netto delle perdite per adduzione
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 143
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I - Determinanti
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1.000
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1.400
1986 1990 2000 2010
Sup
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ttar
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.000
)
SA
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ttar
i x 1
.000
)SAU2 (Istat) Superfici irrigate
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-RomagnaFigura 3A.6: Evoluzione delle colture irrigate 1986-2010 sul territorio regionale1
Nota: 1 per i dati 1990, 2000 e 2010 la fonte è Istat2 SAU = Superficie Agricola Utile
Provincia Ris
o
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Vite
Pra
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scol
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Altr
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ltiva
zion
i
Totale irrigato
Istat 2010
Colture irrigue 2000
Piacenza 9 1.567 5.599 5.449 25 14.905 16 757 221 44 844 893 41.922 41.771
Parma 9 1.126 12.122 1.318 1 5.102 17 1.000 69 82 1.438 445 27.146 26.603 ReggioEmilia 6 819 12.099 1.275 16 1.098 12 761 543 4.264 6.907 609 34.542 29.381
Modena 531 800 2.854 567 4 1.376 40 1.641 8.094 3.459 28 449 23.895 23.131
Bologna 152 1.890 2.048 675 172 3.177 2.743 1.117 5.950 2.510 62 1.324 24.180 24.140
Ferrara 7.237 2.529 1.737 1.069 52 10.837 660 4.034 12.824 317 7 5.384 60.788 67.740
Ravenna 78 307 404 560 57 4.768 805 904 15.764 7.072 11 2.220 34.061 27.666
Forlì-Cesena 104 5 33 47 22 2.733 177 93 4.909 585 0 478 9.228 10.070
Rimini 31 5 52 33 929 5 0 0 320 45 320 107 1.859 1.877
Totale 2010 8.158 9.049 36.947 10.993 1.279 44.001 4.471 10.307 48.693 18.377 9.619 11.910 257.621 252.378
Colture irrigate 2000 .7 865 17.610 36.163 (*)1.430 487 36.368 3.841 13.509 52.007 14.91 9.486 11.814 252.378
Variazione 2000-2010 4% -49% 2% 669% 162%
11.590
4.416
6.132
4.052
2.361
14.100
1.112
41
12
43.816
47.508
-8% 21% 16% -24% -6% 29% 1% -1% 2%
(*) Stima basata sul coltivato al 2000 - il mais verde non era presente disaggregato nei precedenti censimenti, la forte crescita nella coltivazione è legata alla produzione di biomasse a uso energetico e si può valutare in rilevante ulteriore crescita negli anni successivi 2011 e 2012
Fonte: Elaborazione Arpa-Emilia-Romagna su dati Istat
Tabella 3A.8: Ripartizione provinciale e per coltura delle superfici irrigate (2010)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012144
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I - Determinanti
Le maggiori superfici irrigue sono presenti nell’arealeemiliano del bacino del Po, con percentuali rispettoalla SAU del 25-30% e tendenza alla stabilità (al calo diFerrara si contrappone una crescita a Reggio Emilia);per l’areale bolognese-romagnolo il rapporto è dell’or-dine del 15-20%, anche qui con tendenza alla sta zio -narietà, salvo che per Ra venna, per la quale l’au mentoè notevole (+23%), in parte legato all’incremento degliareali irrigui consorziali connessi al CER.In termini di superfici irrigue le 4 colture principalisono rappresentate dai fruttiferi, le ortive, il granotur-co e le foraggere avvicendate, con quasi il 70% dellerelative estensioni regionali interessate. La maggioreestensione irrigata è a Ferrara, ma ciò non stupisce,essendo l’unica provincia interamente pianeggiante epressoché totalmente servibile da acque di Po.In termini di variazioni a livello regionale, dal 2000 al2010, si osservano principalmente: una leggera cre-scita complessiva nella SAU irrigata delle coltureintensive considerate, pari a circa 5.000 ha (+2%); un-50% per la barbabietola da zucchero; un -24% per icereali, esclusi mais e riso; una riduzione tra il 6 el’8% rispettivamente per fruttiferi e granoturco dagranella; un incremento del 16-21% rispettivamenteper patata e ortive e quasi del 30% per la vite; anche ilgirasole cresce percentualmente molto, ma le superfi-ci irrigue interessate sono modeste.
Le percentuali maggiori di decremento delle superficiirrigate si valutano a Ferrara e Forlì-Cesena (quil’estensione, esclusa Rimini, è però 1/3-1/4 di quelladelle altre province); le percentuali maggiori di incre-mento si osservano, invece, a Reggio Emilia e Ra -venna.Risultano abbastanza stabili le superfici irrigue di ri -so (di gran lunga la coltura più idroesigente), fo -raggere avvicendate e prati permanenti e pascoli. Undiscorso a parte viene fatto nel seguito per il maisverde.Considerando il periodo 1986-2010, si rileva che a unprogressivo calo delle colture irrigate, riscontratosifino agli ultimi anni, si contrappone ora una loro cre-scita. Tale fenomeno, oltre che essere legato agliincrementi di ortive (+8.000 ha) e vite (+4.000 ha),dipende dalla rilevante espansione (+9.500 ha) delmais verde, utilizzato principalmente come biomassaper produzione energetica e con l’incremento di granlunga più rilevante ri scontrabile a Piacenza.Inoltre, considerando l’elevato numero di impianti abiogas in costruzione/conversione sul territorio re -gionale (oltre a quelli già esistenti), a breve ci si puòquindi attendere un’ulteriore decisa crescita dellesuperfici coltivate a mais verde, anche in virtù deiprezzi ritenuti remunerativi fissati per tale coltiva-zione.
Commento
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Consumi alle utenze e pre-lievi di acque superficiali edi falda per il settore acque-dottistico civile
DPSIR D/P
UNITÀ DI MISURA Metri cubi, percentuale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
Stime 1998-2011
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elaborazione dati forniti dalle Agenzie territoriali per i servizi idricie rifiuti (Aato/Atersir)/Aziende acquedottistiche
DescrizioneIndica il quantitativo di risorsa idrica consumatadalle utenze e prelevata dai corpi idrici sotterraneie superficiali a livello di provincia per il settoreacquedottistico civile.
ScopoStima la necessità di risorsa idrica alle utenze e lapressione di prelievo esercitata sui corpi idricisuperficiali e sotterranei per il settore acquedotti-stico civile.
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 145
PRESSIONI
Consumi alle utenze e prelieviper il settore acquedottistico
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I - Pressioni
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012146
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I - Pressioni
Grafici e tabelle
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1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Met
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ilion
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Prelevatida acque superficiali
Prelevatida acque sotterranee
Erogati contabilizzati
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.7: Evoluzione dei consumi alle utenze e dei volumi prelevati per l’approvvigionamentodelle reti acquedottistiche civili (stime 1998-2011)
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20
40
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PC PR RE MO BO FE RA FC RN
Met
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i)/an
no
Usi tecnici di potabilizzazione
Perdite, usi tecnici di gestione, sottocontazioni e usi non contabilizzati
Erogati contabilizzati
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.8: Valori medi provinciali annuali di erogati contabilizzati, perdite/usi tecnici di gestio-ne/sottocontazioni/usi non contabilizzati e usi tecnici di potabilizzazione (stime su dati 2009-2011)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 147
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I - Pressioni
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cent
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1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Erogati contabilizzati per residente servito
Prelevati dall'ambiente per residente servito
Residenti
Residentiserviti
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.9: Andamento degli indicatori relativi al settore acquedottistico civile: popolazione residentee servita, volumi prelevati dall’ambiente ed erogati, contabilizzati procapite (stime 1998-2011)Nota: 1998=100
Dei diversi settori d’uso, quello idropotabile civileè quello per il quale le informazioni relative a con-sumi alle utenze e prelievi dall’ambiente sono notecon migliore affidabilità. Dall’analisi dei dati riferiti all’ultimo medio perio-do (1998-2011) emerge che i consumi alle utenzesono risultati in leggero incremento per il primosettennio e successivamente, nel secondo setten-nio, in leggero decremento: sostanzialmente i vo -lumi attuali erogati e contabilizzati sono allineatia quelli di inizio periodo di monitoraggio. Un ana-logo andamento è evidenziabile per i prelievi dal-l’ambiente, anche se in questo caso la diminuzio-ne è stata minore e i prelievi attuali sono apprez-zabilmente superiori a quelli di inizio periodo dimonitoraggio. Gli approvvigionamenti avvengonocon acque superficiali e sotterranee in proporzioninon dissimili fra loro, circa 45% per le prime ecirca 55% per le seconde.Di evidente interesse risulta l’andamento degliindicatori relativi alla popolazione, residente e ser-vita, ai consumi e prelievi procapite. Si osserva, inparticolare, come la popolazione servita da acque-dotto sia valutata con un incremento superiore acirca due punti percentuali rispetto a quello dellapopolazione residente, per effetto della progressivaestensione delle reti acquedottistiche destinate acoprire areali non serviti e a inglobare acquedotti
rurali; nel futuro non è prevedibile uno scosta-mento altrettanto significativo, in relazione allacircostanza che la quota di popolazione servitaattualmente ha raggiunto valori non distanti dal-l’unità. Il confronto degli indicatori relativi a con-sumi e prelievi, complessivi e procapite, mostracome la più che significativa diminuzione dei con-sumi procapite, in evidente disaccoppiamento conl’evoluzione della popolazione, abbia permesso dilimitare l’incremento dei prelievi dall’ambientecompensando l’aumento della popolazione servita,anzi, di conseguire una apprezzabile diminuzionenell’ultimo settennio. A scala provinciale la situa-zione è fortemente differenziata con riferimentosia all’andamento di consumi e prelievi nel decen-nio, sia alle modalità di approvvigionamento; sirilevano in particolare province decisamente “vir-tuose” nel contenimento dei consumi e prelievi ealtre dove, invece, i consumi e prelievi procapitenon mostrano una significativa diminuzione.Oltre ai valori connessi alle aziende acquedottisti-che sono attualmente stimabili complessivamentecirca 5~8 Mm3/anno connessi ai consumi di uten-ze non servite dalle reti, che si riforniscono auto-nomamente o con acquedotti rurali privati; l’en -tità dei prelievi connessi a tali utilizzatori è risul-tata, nell’ultimo medio periodo, in progressivariduzione.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012148
DescrizioneDeterminazione dei carichi inquinanti di BOD5,azoto e fosforo per la valutazione della pressioneesercitata sulla qualità della risorsa idrica. Comeprincipali fattori di generazione dei carichi inqui-nanti sono state prese in considerazione le seguen-ti fonti puntuali e diffuse: comparto civile e pro-duttivo, settore agro-zootecnico e apporti al suolodi origine naturale.
ScopoStima dei carichi di sostanze organiche e dinutrienti effettivamente sversati nei diversi baciniidrografici, dopo le eventuali fasi depurative, alfine di individuare i fattori di maggior pressionesulle acque superficiali.
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I - Pressioni
PRESSIONI
Inquinanti sversati per bacino
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Inquinanti sversati per bacino
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UNITÀ DI MISURA Tonnellate/anno FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
Stimeal 2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Stima dei carichi sversati da fonti di inquinamento puntuali e diffusemediante utilizzo di dati provenienti da catasti degli scarichi, controlli agli scarichi, censimenti dell’agricoltura, censimenti Istat; calcolo degli apporti al suolo e stima del carico effettivamente sver-sato nei corpi idrici mediante procedure di regionalizzazione e uti-lizzo di modellistica (CRITERIA)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 149
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I - Pressioni
Grafici e tabelle
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.10: Carichi annui di BOD5 - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.11: Carichi annui di BOD5 - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012150
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Fonti diffuse
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2007
Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.12: Carichi annui di azoto - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonti diffuse
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Fonti puntuali 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.13: Carichi annui di azoto - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 151
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Fonti puntuali 2005
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.14: Carichi annui di fosforo - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
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Fonti diffuse
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.15: Carichi annui di fosforo - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012152
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I - Pressioni
Nell’ambito del Piano di Tutela la Regione Emilia-Romagna ha completato il quadro conoscitivo suicarichi inquinanti puntuali e diffusi rilasciati neibacini idrografici. Recentemente è stato aggiorna-to il quadro relativo alle fonti puntuali provenien-ti dal settore civile (anni 2005, 2007 e 2009). Perquanto riguarda l’inquinamento diffuso si rappre-senta qui solo il carico stimato durante la predi-sposizione della fase conoscitiva del Piano diTutela, in quanto si assume che tali valori sianovalidi nell’arco temporale qui considerato.Come fattori di generazione dei carichi puntualisono stati presi in considerazione: i reflui dei de -puratori (che comprendono scarichi civili e indu-striali), gli scarichi eventualmente bypassati daidepuratori, i reflui degli scaricatori di piena dellereti fognarie, gli scarichi del comparto civile pro-venienti da fognature non depurate e i reflui indu-striali autorizzati allo scarico diretto in acque su -perficiali. Tra le fonti di inquinamento diffuso so -no stati considerati: apporti al suolo di origineantropica, da fonte agricola (reflui zootecnici, usodi fertilizzanti chimici, utilizzo di fanghi di depu-razione) e da fonte civile (case sparse non collegatealla rete fo gnaria), e apporti al suolo di origine na -turale (azoto atmosferico, mineralizzato e da suoliincolti).La parte di carico civile su suolo viene considerata
carico diffuso, in quanto i recettori di tali scarichisono quasi sempre piccoli corsi d’acqua a portataridotta o nulla.Gli apporti di BOD5 derivano da fonti puntuali ediffuse di inquinamento, con una forte prevalenzadelle fonti puntuali nel canale Burana Navigabile eReno, mentre in alcuni bacini romagnoli (FiumiUniti, Savio, Rubicone e Uso) è forte la pressioneesercitata dalle fonti diffuse a causa della vocazio-ne agro-zootecnica delle aree interessate.Per quanto riguarda i carichi di azoto, la compo-nente diffusa di inquinamento esercita un ruolosignificativo per quasi tutti i bacini idrografici, aeccezione di Sissa Abate, Parma, Panaro, Reno ealtri minori.Riguardo ai carichi di fosforo, per molti bacini sinota un significativo contributo delle fonti pun-tuali di inquinamento (comparto civile e indu-striale). Fanno eccezione alcuni bacini, in partico-lare il Marecchia e il Savio, dove la componenteagro-zootecnica prevale, mentre per gli altri i con-tributi provenienti dalle due fonti sostanzialmentesi equivalgono.Nel periodo 2005-2009 si è registrata una diminu-zione dei carichi provenienti da fonti di tipo pun-tuale, sversati nei corpi idrici superficiali, rispetti-vamente del 10%, del 3% e del 16% per i parame-tri BOD5, azoto e fosforo.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 153
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I - Pressioni
PRESSIONI
Emissione di nutrienti da depuratoridi acque reflue urbane
DescrizioneSono descritti i carichi di nutrienti (azoto e fosfo-ro) emessi dai principali depuratori di acque reflueurbane con potenzialità superiore a 50.000 AE. Iquantitativi di nutrienti emessi dagli impianti ditrattamento sono stimati utilizzando le concentra-zioni medie rilevate allo scarico e le portate annueeffettive di liquame trattato.
ScopoStima dei carichi di nutrienti effettivamente sver-sati dai depuratori direttamente nei corpi idricisuperficiali. L’indicatore fornisce indicazioni precise sul livellodi incidenza, in termini di sostanze nutrienti, diciascun impianto di trattamento di elevata poten-zialità sulle acque superficiali e marino costiere.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Emissione di nutrienti dadepuratori di acque reflueurbane (N e P)
DPSIR P
UNITÀ DI MISURA Tonnellate/anno FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Impianto di trattamento COPERTURA TEMPORALE DATI
Stimeal 2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Stima dei carichi sversati dagli impianti di trattamento mediante uti-lizzo delle informazioni provenienti dai controlli degli scarichi delleacque reflue urbane effettuati da Arpa
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012154
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I - Pressioni
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.16: Localizzazione degli impianti di potenzialità superiore a 50.000 AE (2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 155
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.17: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005, 2007e 2009)
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.18: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al2005, 2007 e 2009)
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.19: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005,2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012156
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anno 2005anno 2007anno 2009
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.20: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al2005, 2007 e 2009)
Depuratore Potenzialità AE Bacino recettorePIACENZA - BORGOFORTE 163.000 ASTA POPARMA OVEST 168.000 T. PARMAPARMA EST 130.000 T. PARMAREGGIOLO NUOVO 58.000 COLL. PRINCIP. (MANTOVANE REGGIANE)REGGIO EMILIA - MANCASALE 280.000 T. CROSTOLOREGGIO EMILIA - RONCOCESI 150.000 T. CROSTOLOCARPI - CORREGGIO 150.000 F. SECCHIAMODENA - NAVIGLIO 500.000 F. PANAROSASSUOLO 120.000 F. SECCHIABOLOGNA - CORTICELLA 900.000 F. RENOIMOLA - SANTERNO 75.000 F. RENOCOMACCHIO - VALLE MOLINO 180.000 CAN. BURANA-NAVIGABILEFERRARA 240.000 CAN. BURANA-NAVIGABILEALFONSINE 100.000 CAN. DESTRA RENOCERVIA 200.000 SC. VIA CUPA NUOVOFAENZA 100.000 F. LAMONELUGO 270.000 CAN. DESTRA RENOMASSA LOMBARDA 80.000 CAN. DESTRA RENORAVENNA 240.000 CAN. CANDIANOCESENA 197.500 P.TO CAN. DI CESENATICOCESENATICO 120.000 P.TO CAN. DI CESENATICOFORLI' 250.000 FIUMI UNITISAVIGNANO SUL RUBICONE - BASTIA 130.000 F. RUBICONEBELLARIA - IGEA MARINA 80.000 F. USOCATTOLICA 120.000 T. VENTENARICCIONE 180.000 R. MARANORIMINI - S. GIUSTINA 220.000 F. MARECCHIARIMINI - VIA MARECCHIESE 270.000 F. MARECCHIA
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota: in blu l’elenco di depuratori dell’area occidentale
Tabella 3A.9: Depuratori con potenzialità di progetto > 50.000 AE e bacino recettore dei reflui (2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 157
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I - Pressioni
I maggiori carichi di nutrienti, sia in termini diazo to che di fosforo, provengono dagli impianti diBologna Corticella e Modena Naviglio, i due depu-ratori di potenzialità maggiore.Quasi tutti i principali impianti di trattamento so -no ubicati a nord della via Emilia (unica eccezioneè l’impianto di Sassuolo).I carichi in uscita dalle infrastrutture depurativeprovengono principalmente dall’area emiliana,con incidenze per l’azoto del 57% nel 2005 e del61% nel 2007 e 2009, mentre per il fosforo la per-centuale del 74% registrata nel 2005 e 2007 si èridotta al 60% nell’ultimo anno misurato (2009).L’in cre mento dell’azoto del 2007 rispetto a quello
del 2005 è imputabile all’impianto di Bologna Cor -ticella, in quanto erano in corso di realizzazionealcuni interventi (comparto di denitrificazione)finalizzati al miglioramento della capacità di rimo-zione dell’azoto medesimo e, quindi, l’impiantonon è stato in grado di funzionare al meglio dellasua potenzialità. Altrettanto importanti sono statii lavori di miglioramento realizzati sempre nel-l’impianto del capoluogo regionale per l’abbat -timento del fosforo (-60% nell’impianto emilianonel periodo 2005-2009 ); nello stesso periodo si èverificata una riduzione complessiva del carico difosforo, sversato negli impianti considerati, dicirca il 56%.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012158
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I - Pressioni
Ai fini della classificazione dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua il DLgs152/99 prevede-va la valutazione degli elementi chimico-fisici di base attraverso il Livello di Inquinamento deiMacrodescrittori (LIM), indice utilizzato per la classificazione dei corsi d’acqua regionali finoal 2009.
Tabella 1: Schema di classificazione per l’indice LIM
Il DM 260/2010, attuativo del DLgs 152/06, introduce, con l’indice LIMeco, un nuovo siste-ma di valutazione della qualità chimico-fisica dei corsi d’acqua utile alla classificazione delloStato Ecologico ai sensi della Dir 2000/60.
Tabella 2: Schema di classificazione per l’indice LIMeco
Tabella 3: Conversione del valore medio di LIMeco in Classe di qualità del sito
Questo sistema si differenzia dal precedente per molteplici aspetti:– il LIMeco è incentrato sulla considerazione dell’ossigeno disciolto e dei soli nutrienti, confi-
gurandosi come indice di stato trofico, mentre sono esclusi dalla valutazione gli aspettilegati al carico organico e all’inquinamento microbiologico;
– l’algoritmo di calcolo è basato sull’attribuzione di un punteggio standardizzato tra 0 e 1,risultato della media dei punteggi “istantanei” dei singoli campionamenti, a loro volta otte-nuti come media dei punteggi dei singoli parametri, mentre il LIM si basava sulla conside-razione del 75° percentile (valore generalmente più elevato della media, ma al tempo stes-so non influenzato da eventuali picchi anomali di concentrazione) e sulla somma dei sin-goli punteggi conseguiti dai 7 macrodescrittori;
BOX 1 - Dal LIM (DLgs 152/99) al LIMeco (DM 260/2010)
(segue)�
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
100-OD (% sat.) ≤ 10 ≤ 20 ≤ 50 ≤ 30 > 50
BOD5 (O2 mg/l) <2,5 ≤4 ≤8 ≤15 >15
COD (O2 mg/l) <5 ≤10 ≤15 ≤25 >25
NH4 (N mg/l) <0,03 ≤0,10 ≤0,50 ≤1,50 >1,50
NO3 (N mg/l) <0,3 ≤1,5 ≤5 ≤10 >10
Fosforo tot. (P mg/l) <0,07 ≤0,15 ≤0,30 ≤0,60 >0,60
E. coli (UFC/100ml) <100 ≤1.000 ≤5.000 ≤20.000 >20.000
Punteggio 80 40 20 10 5
L.I.M 480-560 240-475 120-235 60-115 <60
NH4 (N mg/l)
NO3 (N mg/l)
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
Punteggio 1 0,5 0,25 0,125 0
100-OD (% sat.) ≤ 10 ≤ 20 ≤ 40 ≤ 80 > 80
< 0,03 ≤0,06 ≤0,12 ≤0,24 > 0,24
< 0,6 ≤1,2 ≤2,4 ≤4,8 > 4,8
Fosforo tot. (P mg/l) < 0,05 ≤0,10 ≤0,20 ≤0,40 > 0,40
Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo
≥ 0,66 ≥ 0,50 ≥ 0,33 ≥ 0,17 < 0,17
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 159
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I - Pressioni
– ai fini della classificazione, il punteggio complessivo della stazione, espresso come EQR(Ecological Quality Ratio), è confrontato con valori soglia di riferimento, indifferenziati pertipologia fluviale, stabiliti dal CNR IRSA, ma passibili di eventuale revisione all’aumentaredei dati disponibili;
– nel LIMeco gli intervalli definiti dai valori soglia tabellari per l’attribuzione dei punteggi aisingoli parametri risultano più ravvicinati, con una generale riduzione delle soglie di qua-lità peggiore, determinando una minore capacità di differenziazione in classi delle acquedi qualità da inferiore a buona (vedi figura 1 e tabella 3).
(continua)
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
LIM LIMeco
Azoto ammoniacale (N-NH4 mg/l)
Livello 5 Livello 4
Livello 3
Livello 2 Livello 1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
LIM LIMeco
Azoto nitrico (N-NO3 mg/l)
Livello 5
Livello 4
Livello 3
Livello 2
Livello 1
LIM 0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
LIMeco
0,7
Fosforo totale (P mg/l)
Livello 5
Livello 4
Livello 3
Livello 2
Livello 1
Figura 1: LIM e LIMeco, schemi di classificazione dei nutrienti a confronto
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale dell’azoto nitrico, valutataattraverso lo schema classificatorio dell’indiceLIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (tabella A,pag. 131).
ScopoLa concentrazione media di azoto nitrico è confronta-ta con i valori soglia LIMeco (tabella 4.1.2/a del DM260/2010), indice utilizzato per la classificazione chi-mica di base dei corsi d’acqua ai sensi del DLgs 152/06. Attraverso questo riferimento normativo si puòottenere una valutazione parziale, rispetto unica-mente al contenuto in N-NO3, esprimendola in 5livelli che variano dall’ “elevato” al “cattivo”. L’obiettivo fissato dai Piani di gestione è rappre -senta to dal raggiun gimento dello Stato ecologico“buo no”, che corrisponde alla soglia di 1,2 mg/l.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012160
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I - Stato
Valori soglia Indice LIMeco - Azoto nitrico
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
NO3 (mg/l) < 0,6 ≤ 1,2 ≤ 2,4 ≤ 4,8 > 4,8
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, azotonitrico
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto nitrico
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 161
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I - Stato
Grafici e tabelle
1,71,6
3,13,0
3,63,2
0,30,3
0,84,6
0,21,8
2,70,8
3,20,9
2,31,2
3,00,6
1,20,5
2,11,1
2,22,8
0,30,9
1,60,5
1,02,1
1,53,1
1,10,9
3,0
2,20,6
2,72,2
0,9
0,0 2,0 4,0 6,0
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*)PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni) - 3 (*)LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*)TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (ponte Bagarotto) - 9 (*)CHIAVENNA - (p.te str.Caorso-Chiavenna) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*)
TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*)SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Pannocchia) - 15 (*)PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*)ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*)CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*)SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Briglia Marano - Marano) - 23 (*)PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*)LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Ponte S.S. 16) - 35 (*)SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*)C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
valore soglia, obiettivo di Stato “buono”
Milligrammi/litro
9,1
9,8
7,9
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.21: Concentrazione media annuale di azoto nitrico nei principali bacini regionali a con-fronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2012)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012162
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.22: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione(LIMeco) di azoto nitrico (2012)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 131)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 163
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I - Stato
3%
21%
30%
37%
9%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.23: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di azoto nitrico (2012)
Per quanto riguarda il contenuto di Azoto nitriconelle acque (figura 3A.21), nei bacini regionali siosserva la presenza abbastanza diffusa di concen-trazioni superiori alla soglia dell’obiettivo di“buono” ricavato dall’indice LIMeco (1,2 mg/l). Le situazioni di grave criticità, legate al supera-mento della quinta soglia di 4,8 mg/l, sono inve-ce limitate a pochi casi (Arda, Rubicone e Ven -tena).Dal punto di vista della distribuzione territoria-le (figura 3A.22), le concentrazioni di nitratinelle acque tendono ad aumentare spostandosida monte verso valle per effetto della crescenteantropizzazione e utilizzo agricolo del territo-
rio, per cui, mentre in tutte le stazioni di bacinopedemontano è rispettata la soglia di “buono”,nelle stazioni di pianura risultano conformi sol-tanto i bacini: Trebbia, Nure, Secchia, CanalBian co, Reno, Lamone, Savio e Conca.Rispetto al singolo macrodescrittore, azoto ni -trico, la classificazione delle acque in chiusuradi bacino (figura 3.A 23) mostra che il 3% rien-tra nel Livello 1, il 21% ricade nel Livello 2, il30% nel Livello 3, il 37% nel Livello 4 e il 9% nelLivello 5.Nel complesso, il 24% dei bacini idrografici rag-giunge l’obiettivo di qualità “buono” rispettoalla concentrazione di Azoto nitrico.
Commento
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua, espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale dell’azoto ammoniacale, valuta-ta attraverso lo schema classificatorio dell’indiceLIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (tabella A,pag. 131).
ScopoLa concentrazione media di azoto ammoniacale èconfrontata con i valori soglia LIMeco (tabella4.1.2/a del DM 260/2010), indice utilizzato per laclassificazione chimica di base dei corsi d’acqua aisensi del DLgs 152/06. Attraverso questo riferimento normativo si puòottenere una valutazione parziale, rispetto unica-mente al contenuto in N-NH4, esprimendola in 5livelli che variano dall’“ele vato” al “cattivo”.L’obiettivo fissato dai Piani di gestione è rap pre -sentato dal raggiungi mento dello Stato eco logico“buono”, che corrisponde alla soglia di 0,06 mg/l.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012164
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I - Stato
Parametro
Valori soglia Indice LIMeco - Azoto ammoniacale
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
NH4 (mg/l) < 0,03 ≤ 0,06 ≤ 0,12 ≤ 0,24 > 0,24
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, azotoammoniacale
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti neicorsi d’acqua, azoto ammoniacale
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 165
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I - Stato
Grafici e tabelle
0,240,07
0,040,10
4,15
0,080,010,030,01
0,270,49
0,010,03
0,270,03
0,360,02
0,170,02
0,770,09
0,170,01
0,360,08
1,830,49
0,030,37
1,590,030,01
0,460,190,17
0,110,04
0,642,01
0,020,220,23
0,512,40
4,76
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5
Milligrammi/litro
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*)PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni - 3 (*)LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*)TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (ponte Bagarotto) - 9 (*)CHIAVENNA - (p.te str.Caorso-Chiavenna) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*)
TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*)SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Pannocchia) - 15 (*)PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*)ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*)CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*)SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Briglia Marano – Marano) - 23 (*)PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*)LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Ponte S.S. 16) - 35 (*)SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*)C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*)MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
valore soglia, obiettivo di Stato “buono”Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.24: Concentrazione media annuale di azoto ammoniacale nei principali bacini regionali aconfronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2012)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012166
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.25: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione(LIMeco) di azoto ammoniacale (2012)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 131)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 167
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I - Stato
6%
12%
12%
18%
52%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.26: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di azoto ammoniacale (2012)
Per quanto riguarda il contenuto di Azoto ammo-niacale nelle acque (figura 3A.24), il quadro regio-nale mostra una serie di situazioni fortementeimpattate, evidenziate dal superamento, a volteanche logaritmico, della soglia del quinto livelloprevisto dalla classificazione (0,24 mg/l).Le maggiori criticità si riscontrano nei bacini diBo riacco, Po di Volano, Destra Reno, Rubicone,Uso e Ventena, che presentano un valore medioannuo di N-NH4 compreso tra 1,59 e 4,76 mg/l. Dal punto di vista della distribuzione territoriale(figura 3A.25), le concentrazioni di ammoniacanelle acque tendono ad aumentare spostandosi damonte verso valle per effetto della crescente antro-pizzazione del territorio e dei relativi apporti in -quinanti, per cui, mentre nelle stazioni di bacinopedemontano la soglia del “buono” è spesso rispet-tata, nelle stazioni di pianura risultano conformi
soltanto i bacini del Bardonezza, Trebbia, Nure,Taro, Lamone, Savio.Rispetto al singolo macrodescrittore, azoto ammo-niacale, la classificazione delle acque in chiusuradi bacino (figura 3.A.26) mostra che il 6% rientranel Livello 1, il 12% nel Livello 2, il 12% nel Li -vello 3, il 18% nel Livello 4 e il 52% nel Livello 5.Questo risultato riflette in parte la limitata capaci-tà dell’indice LIMeco di differenziare le acque diqualità non buona, a causa degli intervalli di clas-se molto ravvicinati, ma indica anche l’elevatotenore di azoto ammoniacale effettivamente pre-sente in molti corsi d’acqua.Nel complesso dei bacini idrografici regionali il18% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” ri -spetto alla concentrazione di azoto ammoniacale,mentre circa la metà di essi risulta in condizioni diforte criticità.
Commento
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di trofia deicorsi d’acqua espresso attraverso la concentrazio-ne media annuale del fosforo totale, valutata attra-verso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco.La rete di riferimento è composta dalle stazionisituate in chiusura dei bacini idrografici regionalie dei principali bacini pedemontani, nell’ambitodella rete regionale di monitoraggio ambientaleistituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (tabella A,pag. 131).
ScopoLa concentrazione media di fosforo totale è con-frontata con i valori soglia LIMeco (tabella 4.1.2/adel DM 260/2010), indice utilizzato per la classifi-cazione chimica di base dei corsi d’acqua ai sensidel DLgs 152/06. Attraverso questo riferimento normativo si puòottenere una valutazione parziale, rispetto unica-mente al contenuto in fosforo totale, esprimendo-la in 5 livelli che variano dall’ “elevato” al “cattivo”. L’obiettivo fissato dai Piani di gestione è rappre-sentato dal raggiungimento dello Stato ecologico“buono”, che corrisponde alla soglia di 0,10 mg/l.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012168
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I - Stato
Valori soglia Indice LIMeco - Fosforo totale
Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5
P tot (mg/l) < 0,05 ≤ 0,10 ≤ 0,20 ≤ 0,40 > 0,40
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinei corsi d’acqua, fosforototale
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione inclassi di qualità
STATO
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, fosforo totale
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 169
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I - Stato
Grafici e tabelle
0,170,19
0,040,05
0,050,03
0,020,02
0,190,23
0,010,03
0,190,06
0,270,03
0,160,03
0,250,20
0,040,32
0,080,19
0,140,18
0,050,05
0,020,02
0,130,01
0,210,01
0,010,11
0,21
0,54
0,010,27
0,020,03
0,0 0,2 0,4
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*)PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni) - 3 (*)LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*)
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*)TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*)TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
NURE - (ponte Bagarotto) - 9 (*)CHIAVENNA - (p.te str.Caorso-Chiavenna) - 10 (*)
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*)
TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*)SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
PARMA - (Pannocchia) - 15 (*)PARMA - (Colorno) - 16 (*)
ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*)ENZA - (Brescello) - 18 (*)
CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*)CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*)SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
PANARO - (Briglia Marano – Marano) - 23 (*)PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)RENO - (Casalecchio) - 28 (*)
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*)LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
BEVANO - (Ponte S.S. 16) - 35 (*)SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*)C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)USO - (S.P. 89) - 40 (*)
MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*)MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*)CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*)
VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Milligrammi/litro
2.262.26
0,50
0,72
valore soglia, obiettivo di Stato “buono”Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.27: Concentrazione media annuale di fosforo totale nei principali bacini regionali a con-fronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2012)Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012170
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.28: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazionedi fosforo totale (2012)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 131)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 171
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I - Stato
15%
28%
27%
21%
9%
Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.29: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrograficoper classi di concentrazione (LIMeco) di fosforo totale (2012)
Per quanto riguarda il contenuto di fosforo totalenelle acque (figura 3A.27), nei bacini regionali siosserva la presenza abbastanza diffusa di concen-trazioni superiori alla soglia, obiettivo di “buono”ricavato dall’indice LIMeco (0,10 mg/l). Le maggiori situazioni di criticità, legate al supe-ramento della soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano neibacini idrografici di Boriacco, Crostolo e Ventena. Dal punto di vista della distribuzione territoriale(figura 3A.28), le concentrazioni di fosforo nelleacque tendono ad aumentare da monte verso valleper effetto dei crescenti apporti inquinanti,soprattutto nei bacini in cui sono presenti fonti dipressione puntuale, rilevanti rispetto alla portatadel corso d’acqua impattato. Si osserva, quindi,
che la soglia di “buono” è quasi sempre rispettatanelle stazioni di bacino pedemontano, ma cheanche le stazioni di pianura dei bacini Bardo -nezza, Lora-Carogna, Tidone, Trebbia, Nure, Taro,Canal Bianco, Reno, Destra Reno, Lamone, FiumiUniti, Savio, Marano e Conca rispettano la confor-mità.Rispetto al singolo macrodescrittore, fosforo tota-le, la classificazione delle acque in chiusura di ba -cino (figura 3.A.29) mostra che il 28% rientra nelLivello 1, il 15% nel Livello 2, il 27% nel Livello 3,il 21% nel Livello 4 e il 9% nel Livello 5. Nel complesso dei bacini idrografici regionali il43% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”, ri -spetto alla concentrazione di fosforo totale.
Commento
DescrizioneI prodotti fitosanitari (sostanze attive e loro for-mulati), utilizzati in agricoltura per consentireele vati standard di qualità nelle produzioni agrico-le, rappresentano un fattore di pressione rilevanteper la risorsa idrica. La presenza di residui nelleacque avviene attraverso processi di scorrimentosuperficiale, drenaggio laterale o percolazione dal -le superfici agricole trattate. La maggior parte diqueste sostanze è costituita da molecole di sintesigeneralmente pericolose per tutti gli organismiviventi. In funzione delle caratteristiche molecola-ri, delle condizioni di utilizzo e di quelle del terri-torio queste sostanze possono essere ritrovate neidiversi comparti dell’ambiente (aria, suolo, acqua,sedimenti) e nei prodotti agricoli e possono costi-tuire un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi,con un impatto immediato e nel lungo termine.Per le elaborazioni sono state considerate solo le sta-zioni di chiusura di bacino e di sotto-bacino monta-no dei principali bacini regionali, nell’ambito dellanuova rete di monitoraggio regionale delle acquesuperficiali (così come definita nella DGR 350/2010),monitorate con frequenza mensile o trimestrale.Nell’attività di monitoraggio 2012 le sostanze atti-ve analizzate sono state in tutto 69 (con limiti diquantificazione – LOQ – pari a 0,01μg/l, 0,02 μg/le 0,05 μg/l in funzione della sostanza esaminata),riportate in tabella con la categoria fitoiatrica diappartenenza. L’indicatore è espresso in termini diconcentrazione media annua sia per singola so -stanza attiva, sia come sommatoria totale. La pre-senza media annua dei fitofarmaci, definita nel DM260/10, non deve superare i valori di riferimento
(Standard di Qualità-SQA-MA) riportati nellatabella 1/A e nella tabella 1/B del decreto per sin-gola sostanza attiva e il valore di 1 μg/l come som-matoria totale. La presenza media annua dei fito-farmaci, definita nel DM 260/10, non deve supera-re i valori di riferimento (Standard di Qualità-SQA-MA) riportati nella tabella 1/A e nella tabella1/B del decreto per singola sostanza attiva e il valo-re 1 μg/l come sommatoria totale.
ScopoEvidenziare l’entità della pressione agricola in ter-mini di riscontro di residui di fitofarmaci nei corpiidrici superficiali.I fitofarmaci appartengono sia all’elenco delle so -stanze chimiche prioritarie, qua li so stan ze peri co -lose, che contribuiscono al la de finizione dello sta -to chimico, sia all’elenco delle sostanze chimichenon prioritarie, con tri buen do quindi a supportarel’attribuzione della clas se di Stato ecologico.La presenza di residui e i livelli di concentrazioneriscontrati nelle acque superficiali rappresentanoun aspetto importante, che evidenzia la capacitàpropria di alcune sostanze di contaminare le acquein funzione delle proprie caratteristiche chimico-fisiche e chemiodinamiche. Sulla base degli esiti del monitoraggio, dell’ag -gior namento del reale rischio sugli ecosistemiacquatici, della dismissione di alcune so stanze odell’immissione sul mercato dell’uso di nuovemo lecole ci si orienta a ottimizzare e perio di ca -mente ag giornare la scelta delle sostanze attiveda controllare.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012172
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STATO
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 173
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Categoria SOSTANZA ATTIVA LOQ Categoria (μg/l) (μg/l) (μg/l) SOSTANZA
ATTIVALOQ Categoria SOSTANZA
ATTIVALOQ
Erbicida 3,4 DICLOROANILINA Erbicida ALACHLOR 0,01 Erbicida ATRAZINA 0,01Erbicida ACETAMIPRID Erbicida ACETOCHLOR 0,01 Erbicida ACLONIFEN 0,01Erbicida ATRAZINA DESETIL
(met)0,010,01
Erbicida
0,01
ATRAZINA DESISOPROPIL (met)
0,02 Insetticida AZINFOS METILE 0,01
Fungicida AZOXYSTROBIN 0,02 Erbicida BENFLURALIN 0,01 Erbicida BENSULFURON METILE
0,01
Insetticida BUPROFEZIN 0,01 Insetticida CARBOFURAN 0,01 Insetticida CLORFENVINFOS 0,01Insetticida CLORANTRANILIPROLE 0,01 Fugicida CYPRODINIL 0,01 Erbicida FLUFENACET 0,01 Erbicida CLORIDAZON
(PIRAZONE)0,01 Erbicida 0CLOROTOLURON ,01 Insetticida CLORPIRIFOS
ETILE0,01
Insetticida CLORPIRIFOS METILE 0,01 Insetticida DIAZINONE 0,01 Fungicida DICLORAN 0,02 Insetticida DICLORVOS 0,01 Erbicida DIMETENAMIDE-P 0,01 Insetticida DIMETOATO 0,01Erbicida DIURON 0,01 Insetticida ENDOSULFAN
ALFA0,01 Insetticida ENDOSULFAN
BETA0,01
Erbicida ETOFUMESATE 0,01 Insetticida FENITROTION 0,01 Insetticida FOSALONE 0,01 Insetticida IMIDACLOPRID 0,01 Erbicida ISOPROTURON 0,01 Erbicida LENACIL 0,01Insetticida LINDANO (GAMMA
HCH) 0,01 Erbicida 0LINURON ,01 Insetticida 0MALATION ,01
Fungicida METALAXIL 0,01 Erbicida METAMITRON 0,01 Erbicida METAZACHLOR 0,01Insetticida METIDATION 0,01 Erbicida METOBROMURON 0,01 Erbicida METOLACHLOR 0,01 Erbicida METRIBUZIN 0,01 Erbicida MOLINATE 0,01 Erbicida OXADIAZON 0,01
Insetticida PARATION 0,01 Fungicida PENCONAZOLO 0,01 Erbicida PENDIMETHALIN 0,01Erbicida PETHOXAMID 0,01 Insetticida PIRIMICARB 0,01 Erbicida PROPACLOR 0,01
Fungicida PIRIMETANIL 0,01 Erbicida PROCIMIDONE 0,01 Fungicida PROPICONAZOLO 0,02 Erbicida PROPANIL 0,01 Erbicida PROPAZINA 0,01 Erbicida TERBUTILAZINA 0,01 Erbicida PROPIZAMIDE 0,01 Erbicida SIMAZINA 0,01 Erbicida TRIFLURALIN 0,01Erbicida TERBUTILAZINA
DESETIL (met)0,01 Erbicida TIOBENCARB 0,01 Erbicida 2,4 D 0,05
Erbicida BENTAZONE 0,05 Erbicida MCPA 0,05 Erbicida MECOPROP 0,05
Elenco delle sostanze attive monitorate nel 2012 e limiti di quantificazione (LOQ* in μg/l)
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione fitofarmaci nei corsi d’acqua
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Nota: * LOQ = limite di quantificazione
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012174
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Grafici e tabelle
0 0,05 0,1 0,15
PO - C.S. Giovanni - 1 (*)
PO - Pontelagoscuro - 2 (*)
BARDONEZZA - C.S.Giovanni - 3 (*)
BORIACCO - A valle C.S.Giovanni - 5 (*)
TIDONE - Pontetidone - 6 (*)
TREBBIA - Foce in Po - 8 (*)
CHIAVENNA - Chiavenna Landi - 10 (*)
ARDA - Villanova - 11 (*)
SISSA ABATE - Fossette di Sissa - 14 (*)
PARMA - Colorno - 16 (*)
CROSTOLO - Guastalla - 20 (*)
SECCHIA - Bondanello Moglia - 22 (*)
PANARO - Ponte Bondeno - 24 (*)
CANAL BIANCO - Romea Mesola - 25 (*)
PO DI VOLANO - Codigoro - 26 (*)
BURANA NAVIGABILE - Ostellato - 27 (*)
RENO - Volta Scirocco - 29 (*)
DX RENO - P.te Zanzi - 30 (*)
LAMONE - P.te Cento Metri - 32 (*)
C.LE CANDIANO - Candiano - 33 (*)
F. UNITI - Ponte Nuovo - 34 (*)
SAVIO - San Carlo - 36 (*)
SAVIO - S.S. Adriatica, Cervia - 37 (*)
C.LE FOSSATONE - Cesenatico - 38 (*)
RUBICONE - Capanni - 39 (*)
USO - S.P.89 - 40 (*)
MARECCHIA - Cascata via Tonale - 42 (*)
MARANO - S.S. 16 S. Lorenzo - 43 (*)
VENTENA - P.te Emilia-Romagna - 45 (*)
Microgrammi/litro
Acetamiprid Acetoclor Azoxistrobin Bensulfuronmetile
Buprofezin Ciprodinil Clorantraniliprolo (DPX E-2Y45) Dimetenamid-P
Etofumesate Imidacloprid SQA-MA
0,3
a)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 175
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0 0,05 0,1 0,15 0,2
PO - C.S. Giovanni - 1 (*)
PO - Pontelagoscuro - 2 (*)
BARDONEZZA - C.S.Giovanni - 3 (*)
BORIACCO - A valle C.S.Giovanni - 5 (*)
TIDONE - Pontetidone - 6 (*)
TREBBIA - Foce in Po - 8 (*)
CHIAVENNA - Chiavenna Landi - 10 (*)
ARDA - Villanova - 11 (*)
SISSA ABATE - Fossette di Sissa - 14 (*)
PARMA - Colorno - 16 (*)
CROSTOLO - Guastalla - 20 (*)
SECCHIA - Bondanello Moglia - 22 (*)
PANARO - Ponte Bondeno - 24 (*)
CANAL BIANCO - Romea Mesola - 25 (*)
PO DI VOLANO - Codigoro - 26 (*)
BURANA NAVIGABILE - Ostellato - 27 (*)
RENO - Volta Scirocco - 29 (*)
DX RENO - P.te Zanzi - 30 (*)
LAMONE - P.te Cento Metri - 32 (*)
C.LE CANDIANO - Candiano - 33 (*)
F. UNITI - Ponte Nuovo - 34 (*)
SAVIO - San Carlo - 36 (*)
SAVIO - S.S. Adriatica, Cervia - 37 (*)
C.LE FOSSATONE - Cesenatico - 38 (*)
RUBICONE - Capanni - 39 (*)
USO - S.P.89 - 40 (*)
MARECCHIA - Cascata via Tonale - 42 (*)
MARANO - S.S. 16 S. Lorenzo - 43 (*)
VENTENA - P.te Emilia-Romagna - 45 (*)
Microgrammi/litro
Lenacil Metalaxil Metamitron Metazaclor Metidation
Metolaclor Metribuzin Oxadiazon Penconazolo Pirazone (cloridazon-iso)
Pirimetanil Pirimicarb Procimidone Propizamide SQA-MA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.30: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni dimonitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,1 μg/l (2012)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
b)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012176
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0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25
BORIACCO - A valle C.S.Giovanni - 5 (*)
C.LE CANDIANO - Candiano - 33 (*)
F. UNITI - Ponte Nuovo - 34 (*)
SAVIO - S.S. Adriatica, Cervia - 37 (*)
C.LE FOSSATONE - Cesenatico - 38 (*)
RUBICONE - Capanni - 39 (*)
USO - S.P.89 - 40 (*)
MARECCHIA - Cascata via Tonale - 42 (*)
CONCA - 200 m a monte invaso - 44 (*)
VENTENA - P.te Emilia-Romagna - 45 (*)
Microgrammi/litro
Diuron SQA-MA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.31: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni dimonitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,2 μg/l (2012)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 177
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0 0,05 0,1 0,15 0,2
PO - C.S. Giovanni - 1 (*)
PO - Pontelagoscuro - 2 (*)
BARDONEZZA - C.S.Giovanni - 3 (*)
BORIACCO - A valle C.S.Giovanni - 5 (*)
TIDONE - Pontetidone - 6 (*)
CHIAVENNA - Chiavenna Landi - 10 (*)
ARDA - Villanova - 11 (*)
TARO - San Quirico - 13 (*)
SISSA ABATE - Fossette di Sissa - 14 (*)
PARMA - Colorno - 16 (*)
CROSTOLO - Guastalla - 20 (*)
SECCHIA - Bondanello Moglia - 22 (*)
PANARO - Ponte Bondeno - 24 (*)
CANAL BIANCO - Romea Mesola - 25 (*)
PO DI VOLANO - Codigoro - 26 (*)
BURANA NAVIGABILE - Ostellato - 27 (*)
RENO - Volta Scirocco - 29 (*)
DX RENO - P.te Zanzi - 30 (*)
LAMONE - P.te Cento Metri - 32 (*)
C.LE CANDIANO - Candiano - 33 (*)
F. UNITI - Ponte Nuovo - 34 (*)
SAVIO - S.S. Adriatica, Cervia - 37 (*)
C.LE FOSSATONE - Cesenatico - 38 (*)
RUBICONE - Capanni - 39 (*)
USO - S.P.89 - 40 (*)
MARECCHIA - Cascata via Tonale - 42 (*)
MARANO - S.S. 16 S. Lorenzo - 43 (*)
VENTENA - P.te Emilia-Romagna - 45 (*)
Microgrammi/litro
2.4 D (Acido 2.4 diclorfenossiacetico) 3.4 dicloroanilina
Bentazone
Desetil terbutilazina Dimetoato
Linuron
MCPA (Acido 2.4 MetilCloroFenossiAcetico)
0,5
SQA-MA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.32: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni dimonitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,5 μg/l (2012)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012178
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I - Stato
0,31
0,00
0,01
0,05
0,06
0,13
0,12
0,01
0,02
0,06
0,01
0,03
0,12
0,03
0,51
0,58
0,15
0,05
0,01
0,02
0,03
0,06
0,26
0,08
0,03
0,02
0,11
0,04
0,15
0,20
28
2
5
6
0
4
54
35
5
1
9
6
13
0
17
17
0
24
20
14
11
4
6
0
5
0
4
0
24
13
0
1
0
4
30
9
38
40
0 20 40 60 80 100 120 140
0,00,10,20,30,40,50,60,70,80,91,0
VENTENA - P.te Emilia-Romagna - 45 (*)
CONCA - 200 m a monte invaso - 44 (*)
MARANO - S.S. 16 S. Lorenzo - 43 (*)
MARECCHIA - Cascata via Tonale - 42 (*)
MARECCHIA - Ponte Verucchio - 41 (*)
USO - S.P.89 - 40 (*)
RUBICONE - Capanni - 39 (*)
C.LE FOSSATONE - Cesenatico - 38 (*)
SAVIO - S.S. Adriatica, Cervia - 37 (*)
SAVIO - San Carlo - 36 (*)
F. UNITI - Ponte Nuovo - 34 (*)
C.LE CANDIANO - Candiano - 33 (*)
LAMONE - P.te Cento Metri - 32 (*)
LAMONE - P.te Mulino Rosso - 31 (*)
DX RENO - P.te Zanzi - 30 (*)
RENO - Volta Scirocco - 29 (*)
RENO - Casalecchio - 28 (*)
BURANA NAVIGABILE - Ostellato - 27 (*)
PO DI VOLANO - Codigoro - 26 (*)
CANAL BIANCO - Romea Mesola - 25 (*)
PANARO - Ponte Bondeno - 24 (*)
SECCHIA - Bondanello Moglia - 22 (*)
CROSTOLO - Guastalla - 20 (*)
ENZA - Brescello - 18 (*)
PARMA - Colorno - 16 (*)
PARMA - Pannocchia - 15 (*)
SISSA ABATE - Fossette di Sissa - 14 (*)
TARO - San Quirico - 13 (*)
ARDA - Villanova - 11 (*)
CHIAVENNA - Chiavenna Landi - 10 (*)
NURE - Ponte Bagarotto - 9 (*)
TREBBIA - Foce in Po - 8 (*)
TREBBIA - Pieve Dugliara - 7 (*)
TIDONE - Pontetidone - 6 (*)
BORIACCO - A valle C.S.Giovanni - 5 (*)
BARDONEZZA - C.S.Giovanni - 3 (*)
PO - Pontelagoscuro - 2 (*)
PO - C.S. Giovanni - 1 (*)
N. ri
trova
men
ti
Microgrammi/litro
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.33: Concentrazione media annua dei fitofarmaci (sommatoria)** e il numero di sostanzeattive (S.A.) ritrovate per stazione di monitoraggio delle acque superficiali (2012)Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 131)
** il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria)riportata in figura 3A.34
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 179
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.34: Concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) nei corpi idrici superficiali(2012)Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 131)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012180
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I - Stato
Sulla base degli esiti del monitoraggio del 2012,relativi alle 38 stazioni di chiusura di bacino esotto-bacino montano dei principali bacini regio-nali, la sommatoria dei fitofarmaci risulta inferio-re allo standard di qualità ambientale previsto,pari a 1 μg/l (figura 3A.33). In 12 stazioni, pari al32%, i valori di concentrazione riscontrati si atte-stano al limite di quantificazione (LOQ), o a valoriinferiori al LOQ (8 punti); nel 55% delle stazioni(21) è stata rilevata la presenza di sostanze attive(totali) in concentrazione maggiore del LOQ,anche se non significativa (da 0,01 a 0,2 μg/l); que-ste stazioni sono distribuite su quasi tutto il terri-torio regionale (figura 3A.34).Le stazioni in cui la concentrazione media annua(sommatoria) riscontrata mostra una soglia di at -ten zione (classe di concentrazione compresa tra0,2-1 μg/l) sono pari a un 13% (5), e sono presen-ti nel territorio piacentino, ferrarese e riminese.Fra queste, nella stazione di Codigoro nel Po diVolano (FE) si registra il superamento del valoresoglia (concentrazione media > SQA-MA) delle so -stanza attiva Oxadiazon (0,15 μg/l) e Azoxystrobin(0,33 μg/l), nella stazione di Ostellato nel BuranaNavigabile (FE) si registra il superamento del valo-
re soglia (concentrazione media > SQA-MA) dellesostanza attiva Metolachlor (0,16 μg/l) e nella sta-zione di Ponte Emilia-Romagna nel T. Ventena(RN) si registra il superamento del valore soglia(concentrazione media > SQA-MA) delle sostanzaattiva Meto lachlor (0,2 μg/l) (figura 3A.30 a,b).Le sostanze attive di cui si riscontra presenza piùdiffusa sono: la Terbutilazina e il suo me tabolita(Desetil Terbutilazina), il Metolachlor, l’Oxa dia -zon, l’Imidacloprid (dovuto probabilmente all’ab-bassamento del LOQ nel 2011), il Pirazone,l’Azoxy strobin, il Diuron, il Metalaxil, il Metri -buzin, l’Aceto chlor, il Dimetenmid-P, il Flufenacet,il 2,4 D e il 3,4 Dicloroanilina (figure 3A.30, 3A.31,3A.32). Si evidenzia che i principi attivi riscontra-ti appartengono soprattutto alla categoria deglierbicidi, tranne l’Azoxystrobin e il Metalaxil(fungicidi) e l’Imida clo prid (insetticida).In figura 3A.33 è rappresentato sia il numero tota-le delle sostanze attive riscontrate in ciascuna sta-zione, sia la concentrazione media annua (som-matoria); gli istogrammi corrispondenti alla con -cen trazione me dia annua sono indicati con la scalacromatica appartenente alla classe di concentra-zione segnalata in figura 3A.34.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 181
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STATO
Stato morfologico
DescrizioneMisura il grado di alterazione morfologica delleaste principali del reticolo idrografico naturale.Il Decreto 8 novembre 2010, n. 260 prevede le 2classi di stato morfologico:
Le modalità di valutazione dell’Indice di QualitàMorfologica (IQM) sono riportate nel documentodi Ispra “Manuale tecnico-operativo per la valuta-zione ed il monitoraggio dello stato morfologicodei corsi d’acqua”, Versione 1-Marzo 2011 (nel se -guito “Manuale”).Dei 28 indicatori considerati nell’IQM: 13 sono “difunzionalità”, cioè valutano le forme fluviali e lafunzionalità dei processi connessi al flusso delmateriale d’alveo; 12 sono di “artificialità” e sonolegati all’esistenza di opere trasversali e longitudi-nali e di interventi; gli ultimi 3, inerenti le “varia-zioni morfologiche”, intervenute dagli anni 60 inpoi, considerano modificazioni quali la semplifica-zione delle forme, i restringimenti e gli approfon-dimenti. Ogni indicatore è solitamente valutatoconsiderando 3 possibili condizioni ad alterazionecrescente: bassa o nulla, media e forte.Le condizioni morfologiche di un’asta sono legateal flusso e alla presenza del materiale solido (massi,ciottoli, ghiaia e sabbia). Quando essi sono entram-bi abbondanti, in quanto non limitati da manufattitrasversali e/o longitudinali o da eccessive estrazio-ni, gli alvei presentano condizioni morfologichesolitamente buone, cioè naturali, e quindi i proces-
si biologici e di autodepurazione, la flora spondale ela fauna ne beneficiano notevolmente.Sulla base dei valori dell’IQM si definiscono, più ingenerale, le classi di qualità morfologica. I valori pre-visti dal “Manuale” sono forniti nella tabella sotto-stante.
Come si osserva Stato morfologico “elevato” eClas se di qualità morfologica “elevato” corrispon-dono allo stesso intervallo di valori IQM.
ScopoLo Stato morfologico da Decreto 8 novembre2010, n. 260 serve per la classificazione delle acquein Stato ecologico elevato, nel senso che un corpoidrico è tale solo se anche lo Stato morfologico èelevato.L’IQM e gli indicatori raccolti per la sua valutazio-ne servono per l’individuazione dei corpi idrici for-temente modificati (HMWB), sulla base dellametodologia Ispra esistente.L’IQM e gli indicatori raccolti di funzionalità, arti-ficialità e variazioni morfologiche sono essenzialinella fase di valutazione delle azioni da intrapren-dere per il miglioramento della componente mor-fologica delle aste naturali.
IQ M STATO 0,85 ≤ IQM ≥ 1,00 ELEVATO
IQM < 0,85 NON ELEVATO
Relazione tra IQM e classe di qualità morfologica
IQM CLASSE DI QUALITÀ
0,0 ≤ IQM < 0,3 PESSIMO O CATTIVO 0,3 ≤ IQM < 0,5 SCADENTE O SCARSO 0,5 ≤ IQM < 0,7 MODERATO O SUFFICIENTE
0,7 ≤ IQM < 0,85 BUONO 0,85 ≤ IQM < 1,0 ELEVATO
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012182
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato morfologico DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Classe di qualità morfologica
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Esennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDM 260/2010
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Lo stato morfologico (elevato, non elevato) ha alla base la classe diqualità morfologica (elevato, buono, moderato, scadente, pessimo),che è funzione del valore dell’Indice di Qualità Morfologica (IQM).L’Indice di Qualità Morfologica viene valutato sui tratti morfologica-mente omogenei precedentemente individuati della rete idrograficanaturale tipizzata della regione.Per il suo calcolo vengono considerati 28 indicatori, che valutano lostato di alterazione del tratto rispetto alla funzionalità, alla artificializ-zazione e alle variazioni morfologiche intercorse negli ultimi 60 anni.Parte degli indicatori sono valutati ”a tavolino”, altri richiedono unaverifica di campo
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 183
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.35: Classe di qualità morfologica dei tratti morfologicamente omogenei del reticolo naturaletipizzato della regione (2012)Nota: qualità elevata corrisponde a Stato morfologico elevato
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012184
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384
226
45
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267 258
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0 7
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100
150
200
250
300
350
400
450
Buono Elevato Moderato Scadente Pessimo
N. t
ratt
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men
te o
mog
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Affluenti del Po Affluenti diretti dell'Adriatico
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.36: Classe di qualità morfologica dei tratti morfologicamente omogenei della rete naturaletipizzata sui 2 ambiti principali della regione (2012)
I tratti della rete naturale principale in qualità morfo-logica “elevata” e, quindi, in Stato morfologico “ele -vato” sono 488 su 1.769 (28%) e sono localizzati prin-cipalmente, come è logico attendersi, nella fasciamontana della regione.I pochi tratti in stato “pessimo” (meno dell’1%) sonorelativi quasi sempre ad ambiti, prevalentemente ocompletamente, tombinati o cementati al fondo ealle sponde; sono di ridotta lunghezza e all’interno diareali urbani, spesso su alvei di ridotta ampiezza.I tratti con qualità morfologica “scadente” sono fre-quenti nella pianura, soprattutto sulla porzione bo -lognese-romagnola.Tra i grossi bacini, quelli che presentano mediamen-
te un Indice di Qualità Morfologica più elevato suiloro tratti sono: Taro, Parma ed Enza.Tra i diversi indicatori che concorrono all’IQM, quel-li più critici sono relativi alle “variazioni morfologi-che” intervenute sulla rete idrografica negli ultimi60 anni, con la progressiva e frequente tendenzaverso fenomeni di “canalizzazione” (restringimenti,semplificazione delle forme e approfondimenti). Talieffetti sono conseguenti alla grande quantità dimanufatti trasversali realizzati (briglie, soglie e tra-verse), che ostacolano il flusso verso valle del mate-riale solido e soprattutto alle massicce estrazioni diinerti effettuate sui tratti fluviali delle fasce collinarie dell’alta pianura.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 185
DescrizioneLo “stato ecologico” dei corsi d’acqua è espressionedella qualità della struttura e del funzionamento degliecosistemi acquatici ad essi associati e può essereespresso da cinque classi di qualità (elevato, buono,sufficiente, scarso, cattivo), che rappresentano unprogressivo allontanamento dalle condizioni di riferi-mento corrispondenti allo stato indisturbato.Alla definizione dello stato ecologico dei corsi d’acquaconcorrono i seguenti elementi:
• biologici (macrobenthos, fitobenthos, macrofite efauna ittica);
• idromorfologici, a sostegno degli elementi biolo-gici;• fisico-chimici e chimici, a sostegno degli elementi
biologici.
Come schematizzato nello schema riportato di segui-to, ogni comunità o elemento considerato è valutatoattraverso una metrica di calcolo specifica e il suovalore è espresso come EQR (Eco logical QualityRatio), ovvero rapporto di qualità ecologica compresotra 0 e 1, che deriva dal confronto con valori di riferi-mento tipo-specifici per la tipologia fluviale in esamee può essere ricondotto ad una delle 5 classi di quali-tà previste.
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STATO
Stato ecologico dei corsi d’acqua
Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno com-prendono i parametri fisico-chimici di base e sostanzeinquinanti, la cui lista, con i relativi Standard di Qua -lità Ambientale (SQA), è definita a livello di singoloStato membro sulla base della rilevanza per il proprioterritorio (Tab.1/B-DM 260/10).
La metodologia di classificazione è definita ai sensi delDM 260/10. L’integrazione tra le informazioni disponibili per ladefinizione finale dello stato ecologico avviene secon-do il diagramma di flusso descritto di seguito.Si riportano in tabella 3A.10 i risultati della classifica-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012186
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I - Stato
zione dello stato ecologico dei corsi d’acqua per ilprimo triennio di monitoraggio effettuato in Emilia-Romagna (anni 2010÷2012) nelle chiusure di bacinoidrografico, distinti per Distretto di appartenenza.In particolare per ogni stazione si riportano le infor-mazioni relative a:– la classe di LIMeco complessiva del triennio (media
dei LIMeco annuali disponibili); – lo Stato Ecologico derivante dall’integrazione del
LIMe co, degli elementi chimici a sostegno (tab.1B,all.1, DM 260/10), degli elementi biologici disponibi-li (diatomee, macrobenthos, macrofite acquatiche),degli elementi idro-morfologici, quando previsto;
– l’elemento o gli elementi che presentano la classepeggiore nella stazione o che comunque determina-no il giudizio finale di stato ecologico (è specificatose lo stato è determinato soltanto dal LIMeco, nelcaso di corpi idrici - CI - artificiali o nei casi di inap-plicabilità dei metodi biologici);
– il livello di confidenza richiesto dalla Dir2000/60/CE, che fornisce una stima del giudizio diattendibilità/affidabilità della classificazione. Il livel-lo di confidenza è stato attribuito in funzione dimolteplici aspetti, tra cui il numero di dati presenti,
la stabilità dei risultati ottenuti, la completezza o laparziale assenza degli elementi biologici disponibili,la tipologia (ai corpi artificiali è stato attribuito unostato con basso livello di confidenza per l’attualeassenza di un potenziale ecologico di riferimento).
Per la valutazione dello stato ecologico, al mo mento,di concerto con Arpa, la Regione Emilia-Romagna hascelto di non utilizzare i risultati dell’indice ISECIrelativo alla fauna ittica, in attesa della validazionedefinitiva e della taratura del metodo.
ScopoL’obiettivo del monitoraggio ai sensi della Dir2000/60/CE è quello di ottenere un quadro rappresen-tativo dello stato delle acque per tutti i corpi idrici deibacini idrografici. La definizione dello stato ecologico consente di valu-tare per ogni corpo idrico il raggiungimento o ladistanza dagli obiettivi di qualità previsti dalla Dir2000/60, in particolare dello stato “buono” caratteriz-zato da livelli poco elevati di distorsione dovuti all'at-tività umana, e di pianificare di conseguenza adegua-te misure di risanamento.
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 187
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato ecologico dei corsid’acqua
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UNITÀ DI MISURA Adimesionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Definiti dal DM 260/2010
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012188
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I - Stato
Grafici e tabelle
Distretto Idrografico Pianura Padana
Codice RER Asta Nome stazione di misura LIM
ecoSTATO
ECOLOGICO
Elemento critico
Livello confidenza
1000100 F. Po C.S. Giovanni S.P. ex S.S. 412 MB basso 1010100 R. Bardonezza P.te C.S. Giovanni - Bosnasco MB basso 1020100 R. Lora - Carogna Via Malvicino, C.San Giovanni D, MF medio
1030100 T. Boriacco A valle di Castel San Giovanni L, MB, MF alto
1050400 T. Tidone Pontetidone MB, MF basso
1090700 F. Trebbia Foce in Po MF basso 1110300 T. Nure Ponte Bagarotto MB basso 1120200 T. Chiavenna Chiavenna Landi L, MB medio 1140400 T. Arda A Villanova L, MB, D alto
1140600 T. Ongina S.P. ex S.S. 588 loc. Vidalenzo L, MB, D alto 1150700 F. Taro San Quirico - Trecasali basso 1160100 C.le Milanino Loc. Fossette di Sissa L (ART) basso 1171500 T.Parma Colorno L (NO BIO) basso 1180800 T. Enza Brescello L (NO BIO) basso 1190700 T. Crostolo Ponte Baccanello - Guastalla L (NO BIO) basso 1201500 F. Secchia P.te Bondanello- Moglia (MN) L (NO BIO) basso 1221600 F. Panaro Ponte Bondeno (FE) L (NO BIO) basso 2000300 Canal Bianco Ponte s.s. Romea - Mesola L (ART ) basso 4000200 Po di Volano Codigoro (Ponte Varano) L (ART) basso 5001400 C.le Navigabile Monte valle Lepri - Ostellato L (ART) basso
Distretto Idrografico Appennino Settentrionale
6005500 F. Reno Volta Scirocco - Ravenna ESP (no BIO)
ESP (no BIO)
ESP (no BIO)
basso 7000300 C.le Dx Reno P.te Zanzi - Ravenna L (ART) basso
8000900 F. Lamone P.te Cento Metri - Ravenna NO BIO basso
9000100 C.le Candiano Canale Candiano L (ART) basso
11001800 F. Uniti Ponte Nuovo - Ravenna basso 12000150 T. Bevano Ponte S.S. 16, Ravenna L (NO BIO) basso
13000900 F. Savio Ponte S.S. Adriatica, Cervia basso 15000100 C.le Fossatone Cesenatico L (ART) basso
16000200 F.Rubicone Capanni sul Rubicone MB, D medio
17000300 T. USO S.P.89 MB, D medio 19000600 F. Marecchia A monte cascata via Tonale L (NO BIO) basso 20000200 T. Marano P.te S.S. 16 S. Lorenzo MF basso
22000300 T. Conca 200 m a monte invaso MB basso
23000200 R. Ventena P.te via Emilia-Romagna MB basso
STATO ECOLOGICO e LIMeco Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo
L LIMecoMB MacrobenthosD Diatomee bentonicheMF Macrofite acquaticheESP Giudizio espertoNO BIO Informazioni derivanti dai soli elementi chimici per inapplicabilità dei metodi di monitoraggio degli elementi biologici
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.10: Stato Ecologico dei corsi d’acqua (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 189
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.37: Rappresentazione territoriale dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua (2010-2012)
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28%
33%
27%
8%
4%
buono sufficiente scarso cattivo non monitorato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.38: Ripartizione percentuale in classi di qualità dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua(2010-2012)
La rete dei corsi d’acqua regionale è attualmentecomposta da 711 corpi idrici, di cui 182 monitora-ti. Per ottenere un quadro rappresentativo edesauriente dello stato delle acque richiesto dalladirettiva è necessario estendere la valutazione deirisultati ottenuti sulla rete di monitoraggio a tuttii corpi idrici. Il 74% dei corpi idrici regionali è per-ciò classificato indirettamente “per accorpamen-to”, in base a determinate caratteristiche di omo-geneità con il rispettivo corpo idrico monitorato.In questo caso il livello di confidenza dello statoattribuito è sempre “basso”.Il quadro conoscitivo generale dello stato ecologi-co dei corsi d’acqua sul territorio regionale èriportato in tabella 3A.10 e in figura 3A.37, mentrein figura 3A.38 se ne mostra la ripartizione per-centuale in classi di qualità.Per quanto riguarda lo stato ecologico, emergeche gran parte dei corpi idrici regionali raggiunge
l’obiettivo di qualità di stato “buono” nelle zoneappenniniche e pedecollinari, dove l’antro pizza -zione del territorio è contenuta o comunque com-patibile con il rispetto della struttura e del fun-zionamento degli ecosistemi fluviali, che presen-tano condizioni poco o moderatamente alteraterispetto a quelle di riferimento naturale. Nel reti-colo idrografico di pianura si osserva invece laprevalenza di corpi idrici artificiali o fortementemodificati. Osservando la ripartizione percentuale dei corpiidrici nelle diverse classi di qualità (figura 3A.38),i corpi idrici che raggiungono al momento lostato “buono” rappresentano il 28% del totale. Icorpi idrici che non raggiungono l’obiettivo di“buono” si suddividono per il 33% in classe distato “sufficiente” e per il 27% in “scarso”, men-tre una piccola percentuale (8%) risulta nel com-plesso “cattivo”.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 191
DescrizioneLo “stato chimico” dei corsi d’acqua è definito in relazione alla presenza in essi di sostanze chimicheprioritarie.Per la valutazione dello stato chimico è stata predisposta, a livello comunitario, una lista di 33 (+8)sostanze pericolose inquinanti, indicate co me prioritarie, con i relativi Standard di QualitàAmbientale (SQA). Nel contesto nazionale le sostanze prioritarie da monitorare nei corpi idrici super-ficiali per la definizione dello stato chimico sono specificate nel DM 260/10, allegato 1, tabella 1/A.
Nella metodologia di classificazione, definita aisensi del DM 260/10, sono valutati, in particolare,i superamenti degli SQA definiti per le concentra-zioni medie annue e per le concentrazioni massi-me ammissibili. Si riportano in tabella 3A.11 i risultati della classifi-cazione dello stato chimico dei corsi d’acqua per ilprimo triennio di monitoraggio, effettuato in Emilia-Romagna (anni 2010-2012) nelle chiusure di bacinoidrografico, distinti per Distretto di appartenenza.In particolare per ogni stazione si riportano leinformazioni relative a:– il giudizio di Stato chimico valutato in base alla
presenza di sostanze appartenenti all’elenco dipriorità, derivante dal peggiore tra i risultatiannuali del triennio 2010-2012;
– gli elementi chimici che determinano, per supe-ramento degli standard normativi, il non rag-giungimento dello stato chimico buono in alme-no un anno del triennio;
– il livello di confidenza richiesto dalla Dir2000/60, che fornisce una stima del giudiziodi attendibilità/affidabilità della classificazio-ne. Il livello di confidenza è stato attribuito infunzione di molteplici aspetti, tra cui il nume-ro di dati presenti e la stabilità dei risultatiottenuti.
Scopo
L’obiettivo del monitoraggio, ai sensi della Dir2000/60/CE, è quello di ottenere un quadro rap-presentativo dello stato delle acque per tutti i corpiidrici dei bacini idrografici. La definizione dello stato chimico consente divalutare per ogni corpo idrico il raggiungimento oil mancato conseguimento dello stato chimicobuono e pianificare di conseguenza adeguatemisure di risanamento.
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STATO
Stato chimicodei corsi d’acqua
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012192
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato chimico dei corsid’acqua
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UNITÀ DI MISURA Adimesionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Definiti dal DM 260/2010
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 193
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I - Stato
Grafici e tabelle
Distretto Idrografico Pianura Padana
Codice Asta Nome stazione di misura STATO CHIMICO Elemento critico Livello
confidenza 1000100 F. Po C.S. Giovanni S.P. ex S.S. 412 alto
1010100 R. Bardonezza P.te C.S. Giovanni - Bosnasco alto
1020100 R. Lora - Carogna Via Malvicino, C.San Giovanni alto
1030100 T. Boriacco A valle di Castel San Giovanni alto
1050400 T. Tidone Pontetidone medio
1090700 F. Trebbia Foce in Po alto
1110300 T. Nure Ponte Bagarotto alto
1120200 T. Chiavenna Chiavenna Landi alto
1140400 T. Arda A Villanova alto
1140600 T. Ongina S.P. ex S.S. 588 loc. Vidalenzo alto
1150700 F. Taro San Quirico - Trecasali medio
1160100 C.le Milanino Loc. Fossette di Sissa alto
1171500 T.Parma Colorno Difenileteri Bromati basso
1180800 T. Enza Brescello medio
1190700 T. Crostolo Ponte Baccanello - Guastalla alto
1201500 F. Secchia P.te Bondanello- Moglia (MN) Difenileteri Bromati medio
1221600 F. Panaro Ponte Bondeno (FE) alto
2000300 Canal Bianco Ponte s.s. Romea - Mesola alto
4000200 Po di Volano Codigoro (Ponte Varano) alto
5001400 C.le Navigabile Monte valle Lepri - Ostellato alto
Distretto Idrografico Appennino Settentrionale
6005500 F. Reno Volta Scirocco - Ravenna Difenileteri Bromati,
Ftalato DHEP alto
7000300 C.le Dx Reno P.te Zanzi - Ravenna alto
8000900 F. Lamone P.te Cento Metri - Ravenna Ftalato DEHP basso
9000100 C.le Candiano Canale Candiano alto
11001800 F. Uniti Ponte Nuovo - Ravenna alto
12000150 T. Bevano Ponte S.S. 16, Ravenna alto
13000900 F. Savio Ponte S.S. Adriatica, Cervia Ftalato DEHP basso
15000100 C.le Fossatone Cesenatico alto
16000200 F.Rubicone Capanni sul Rubicone alto
17000300 T. USO S.P.89 Ftalato DEHP,
Diuron alto
19000600 F. Marecchia A monte cascata via Tonale alto
20000200 T. Marano P.te S.S. 16 S. Lorenzo alto
22000300 T. Conca 200 m a monte invaso alto
23000200 R. Ventena P.te via Emilia-Romagna Triclorometano basso
STATO CHIMICO Buono Non buono
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.11: Stato Chimico dei corsi d’acqua (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012194
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.39: Distribuzione territoriale dello Stato Chimico dei corsi d’acqua (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 195
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88%
7%
5%
buono non buono non monitorato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.40: Ripartizione percentuale in classi di qualità dello Stato Chimico dei corsi d’acqua(2010-2012)
La rete dei corsi d’acqua regionale è attualmentecomposta da 711 corpi idrici, di cui 182 monitora-ti. Per ottenere un quadro rappresentativo edesauriente dello stato delle acque richiesto dalladirettiva è necessario estendere la valutazione deirisultati ottenuti sulla rete di monitoraggio a tuttii corpi idrici. Il 74% dei corpi idrici regionali è per-ciò classificato indirettamente “per accorpamen-to”, in base a determinate caratteristiche di omo-geneità con il rispettivo corpo idrico monitorato.In questo caso il livello di confidenza dello statoattribuito è sempre “basso”.Il quadro conoscitivo generale dello stato ecologi-co dei corsi d’acqua sul territorio regionale èriportato in tabella 3A.11 e in figura 3A.39, mentrein figura 3A.40 se ne mostra la ripartizione per-
centuale in classi di qualità. Lo Stato Chimicorelativo alla presenza di sostanze prioritarie (figu-ra 3A.40) risulta buono per la grande maggioranzadei corpi idrici regionali. Solo in una piccola per-centuale (7%) di corpi idrici si è rilevato il supera-mento degli standard di riferimento per alcunesostanze, presenti in svariati prodotti industriali dilarga diffusione.Per alcuni corpi idrici (5% del totale) al momentonon è possibile fornire lo stato, in quanto rappre-sentati da stazioni di monitoraggio di recenteintroduzione che saranno classificate nel corso delsecondo triennio. I risultati ottenuti nel primotriennio di monitoraggio (2010÷2012) sono utiliz-zati per orientare ed approfondire le indagini neicicli successivi.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012196
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I - Stato
STATO
Concentrazione dei nutrienti negliinvasi, fosforo totale
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, espresso attraverso la concen-trazione media annuale (ottenuta come media ponde-rata rispetto all’altezza degli strati) nel periodo dipiena circolazione alla fine della stagione invernale,misurata negli invasi regionali, nell’ambito dellanuova rete di monitoraggio ambientale istituita aisensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/10).La concentrazione media annuale è confrontata con ivalori soglia della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 peril calcolo del LTLeco, l’indice trofico individuato inItalia per la valutazione della qualità chimica dei laghiai fini della classificazione dello Stato ecologico inconformità alla Direttiva.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimento rap-presentati dall’indice LTLeco (tabella riportata diseguito) consente di ottenere una classificazione par-ziale delle acque unicamente rispetto al contenuto difosforo totale, utile per valutare l’entità dell’inquina-mento da nutrienti negli invasi e la ripartizione per-centuale in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento delloStato ecologico “buono” entro il 2015 che, rispettoall’elemento di qualità parziale considerato, equivaleal raggiungimento almeno della seconda classe diLTLeco (macrotipo L2 ≤15 e macrotipo L3 ≤20). Per gli invasi del territorio bolognese (LagoBrasimone e Lago di Su via na) il monitoraggio avvie-ne in anni alterni; a partire dal luglio 2011 è statoavviato nel Lago Brasimone, mentre nel 2012 si è pro-ceduto per il Lago di Suviana.
Valori di fosforo
Individuazione dei livelli per il fosforo totale (μg/l)
per macrotipi
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3 L2 (Mignano,Suviana, Ridracoli)
≤8 ≤15
>15
L3 (Molato,Brasimone)
≤12 ≤20
>20
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 197
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I - Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrientinegli invasi, fosforo totale
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UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentra-zione di fosforo totale nel periodo di piena circolazione alla finedella stagione invernale
Grafici e tabelle
DIGA DEL MOLATO (PC)
0
5
10
15
20
25
30
Mic
rogr
amm
i/litr
o
DIGA DI MIGNANO (PC) LAGO DI SUVIANA (BO) INVASO DI RIDRACOLI (FC)
Valore soglia livello 2 per macrotipi L2 (≤ 15)Valore soglia livello 2 per macrotipi L3 (≤ 20)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.41: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, di fosforo totale nelperiodo di massima circolazione negli invasi alla fine della stagione invernale (a confronto con valoresoglia Livello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012198
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.42: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione del fosforototale (2012)
La figura 3A.41 mostra che sia nell’invaso piacen-tino della Diga di Molato sia nell’invaso bolognesedel Lago di Suviana si sono verificate situazioni dicriticità legate alla presenza di fosforo totale; spes-so questo nutriente si presenta con concentrazio-ni molto basse, prossime al limite di quantificazio-
ne della metodica analitica in uso. Come riportatonella mappa di figura 3A.42, la presenza di fosforototale nelle acque degli invasi rispetta l’obiettivo diqualità elevato (classe 1) nella Diga di Mignano enell’invaso di Ridracoli, mentre è sufficiente perMolato e Suviana (classe 3).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 199
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I - Stato
STATO
Ossigeno disciolto negli invasi
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, la cui concentrazione dipen-de dalla temperatura e dalla pressione; si esprimeattraverso la concentrazione media annuale (ottenu-ta come media ponderata rispetto all’altezza deglistrati considerati) nel periodo di fine stratificazione(periodo estivo), misurata nei cinque invasi artificia-li regionali, nell’ambito della nuova rete di monito-raggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva2000/60 (DGR 350/10). La concentrazione mediaannuale è confrontata con i valori soglia, diversifica-ta per i macrotipi lacustri, della tabella 4.2.2/d delDM 260/2010 per il calcolo del LTLeco, l’indice trofi-co individuato in Italia per la valutazione della quali-tà chimica dei laghi ai fini della classificazione delloStato ecologico in conformità alla Direttiva.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimentorappresentati dall’indice LTLeco (tabella riportata diseguito) consente di ottenere una classificazione par-ziale delle acque unicamente rispetto all’ossigeno di -sciolto (% saturazione), utile per valutare eventualicondizioni di ipossia nei cinque invasi regionali e laripartizione percentuale in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimentodello Stato ecologico “buono” entro il 2015, cheequivale al raggiungimento almeno della secondaclasse di LTLeco (ossigeno >40% e <80%). Per gli invasi del territorio bolognese (Lago Bra -simone e Lago di Su viana) il monitoraggio avviene inanni alterni; a par ti re dal luglio 2011 è stato avviatonel Lago Bra simone, mentre nel 2012 si è procedutoper il Lago di Suviana.
Individuazione dei livelli per l’ossigeno disciolto (% saturazione)
Valori di Ossigeno disciolto
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3 Tutti gli invasi >80 >40
<80 >40
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012200
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Grafici e tabelle
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50
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Diga del Molato (PC) Diga di Mignano (PC) Lago di Suviana (BO) Invaso di Ridracoli (FC)
Per
cent
uale
Valore soglia livello 2 per tutti i macrotipi L2 e L3 (>40 e <80)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.43: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, dell’ossigeno ipolim-nico (% saturazione) alla fine del periodo di stratificazione negli invasi (a confronto con valore sogliaLivello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2012)
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno discioltonegli invasi
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Percentuale saturazione FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazio-ne dell’ossigeno disciolto alla fine del periodo di stratificazione (sta-gione estiva)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 201
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.44: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione dell’ossigenoipolimnico (2012)
La figura 3A.43 mostra che in nessun invaso si sono verificate situazioni di criticità legate a carenza di ossigeno (inferiore al limite di so -glia del Livello 2) che porterebbero ad una qua-
lità sufficiente. Come riportato nella mappa difigura 3A.44, la buona ossigenazione nelleacque degli invasi rispetta l’obiettivo di qualitàbuono (classe 2).
Commento
DescrizioneSi tratta di un indicatore dello stato di qualità troficadei corpi idrici lacustri, che individua lo spessoredella zona eufotica, quella dove si svolgono i proces-si di fotosintesi; si esprime attraverso il valore medioannuale, misurato nei cinque invasi artificiali regio-nali, nell’ambito della nuova rete di monitoraggioambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60(DGR 350/10). Il valore medio annuale è confrontatocon i valori soglia, diversificati per macrotipi lacu-stri, della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 per il cal-colo del LTLeco, l’indice trofico individuato in Italiaper la valutazione della qualità chimica dei laghi aifini della classificazione dello Stato ecologico in con-formità alla Direttiva.
ScopoIl confronto con i valori normativi di riferimento rap-presentati dall’indice LTLeco (tabella riportata di se -guito) consente di ottenere una classificazione parzia-le delle acque unicamente rispetto alla trasparenza,uti le per valutare la presenza di microalghe (fitoplan -cton) nei cinque invasi regionali e la ripartizione per-centuale in classi di concentrazione.L’obiettivo nor mativo fissato è il raggiungimento delloStato ecologico “buono” entro il 2015, che equivale alraggiungimento almeno della seconda classe diLTLeco (macrotipo L2 ≥5,5 e macrotipo L3 ≥3). Per gli invasi del territorio bolognese (Lago Brasi -mone e Lago di Suvia na) il monitoraggio avviene inanni alterni; a partire dal luglio 2011 è stato avviatonel Lago Brasimone, mentre nel 2012 si è procedutoper il Lago di Suviana.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012202
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I - Stato
Individuazione dei livelli per la trasparenza (m)
Valori di trasparenza per macrotipi
Livello1
Livello 2
Livello 3
Punteggio 5 4 3L2 (Mignano, Suviana, Ridracoli)
10 5,5 <5,5
L3 (Molato, Brasimone)
6 3 <3
STATO
Trasparenza negli invasi
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 203
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I - Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Trasparenza negli invasi DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Metri FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 131/08DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Media annuale
Grafici e tabelle
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
Diga del Molato (PC) Diga di Mignano (PC) Lago di Suviana (BO) Invaso di Ridracoli (FC)
Met
ri
Valore soglia livello 2 per macrotipi L2 (≥ 5,5)Valore soglia livello 2 per macrotipi L3 (≥ 3)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.45: Valore medio annuale della trasparenza negli invasi (a confronto con valore sogliaLivello 2 - obiettivo di Stato “buono” (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012204
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.46: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di valore della trasparenza (2012)
La figura 3A.45 mostra che in tutti gli invasi regiona-li si sono verificate situazioni di criticità legate allatrasparenza, con valori nettamente inferiori alla sogliadi riferimento del Livello 2 dell’indice LTLeco; questacondizione è probabilmente legata alla cospicua vege-tazione spondale e alle operazioni di gestione degli
invasi, quali svaso/manutenzione, che portano a fre-quenti movimentazioni dei volumi d’acqua con riso-spensione dei materiali sedimentati. Come riportatonella mappa di figura 3A.46, la trasparenza nelle acquedi tutti gli invasi registra un livello di qualità suffi-ciente (classe 3).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 205
STATO
Stato ecologico dei corpi idrici lacustri
DescrizioneLo “stato ecologico” delle acque superficiali è espressione della qualità della struttura e del funziona-mento degli ecosistemi acquatici ad essi associati e può essere espresso da cinque classi di qualità (ele-vato, buono, sufficiente, scarso, cattivo), che rappresentano un progressivo allontanamento dalle condi-zioni di riferimento corrispondenti allo stato indisturbato.Alla definizione dello stato ecologico dei corpi idrici lacustri concorrono i seguenti indici:• biologici (fitoplancton, macrofite e fauna ittica);• idromorfologici, a sostegno degli elementi biologici;• fisico-chimici e chimici, a sostegno degli elementi biologici.Nel caso di invasi, come i corpi idrici lacustri della regione Emilia-Romagna, non è richiesto ilmonitoraggio delle macrofite ed è facoltativo il monitoraggio dei pesci. Di seguito si riporta loschema di classificazione dello Stato Eco logico, con indicazione delle metriche previste per ognu-no degli elementi di qualità considerati, espresso secondo 5 classi di qualità ognuna delle quali ècontrassegnata con un colore specifico.
Il sistema di classificazione per i corpi idrici lacustri,normato in Italia dal DM 260/2010, prevede l’attri -buzione di classi di stato ecologico sulla base dellavalutazione degli elementi di qualità biologica (per gliinvasi dell’Emilia-Romagna è stato considerato solo ilfitoplancton), supportata dalla valutazione di elemen-ti idromorfologici, a conferma dello stato ecologico
elevato, dei parametri fisico-chimici di base e di altresostanze chimiche non prioritarie (DM 260/2010 -all.1, tab.1.B). L’integrazione tra le informazioni dis-ponibili per la definizione finale dello stato ecologicoavviene secondo due fasi: – prima fase: determinazione del peggiore giudizio da
elementi biologici (cinque classi), giudizio da ele-
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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012206
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato ecologico dei corpiidrici lacustri
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UNITÀ DI MISURA Adimesionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Definiti dal DM 260/2010
menti fisico-chimici a sostegno (LTLeco) (tre classi);lo stato elevato deve essere confermato dagli ele-menti idromorfologici a sostegno;
– seconda fase: giudizio della prima fase ed elementichimici a sostegno (DM 260/2010 - all.1, tab.1.B)(tre classi).
Si riportano in tabella 3A.12 i risultati della classifica-zione dello stato ecologico dei corpi idrici lacustri(invasi) per il primo triennio di monitoraggio effet-tuato in Emilia-Romagna (anni 2010÷2012).In particolare per ogni stazione si riportano le infor-mazioni relative a:– classe di LTLeco complessiva del triennio (media dei
LTLeco annuali disponibili); – Stato Ecologico derivante dall’integrazione del
LTLeco, con gli elementi chimici a sostegno (tab.1B,all.1, DM 260/10), con gli elementi biologici dispo-nibili (fitoplancton);
– elemento o elementi che presentano la classe peg-giore nella stazione o che comunque determinano ilgiudizio finale di stato ecologico (è specificato se lostato è determinato soltanto dal LTLeco);
– il livello di confidenza richiesto dalla Dir2000/60/CE, che fornisce una stima del giudizio diattendibilità/affidabilità della classificazione. Il livel-lo di confidenza è stato attribuito in funzione dialcuni aspetti, tra cui il numero di dati presenti(robustezza del numero di campionamento rispettoal programma di monitoraggio) e la stabilità deirisultati ottenuti nel triennio; è importante ricorda-re che i corpi idrici lacustri della regione sono corpiidrici modificati e l’as senza di un potenziale ecolo-gico di riferimento può avere portato ad attribuireuno stato con basso/medio livello di confidenza.
ScopoL’obiettivo del monitoraggio ai sensi della Dir2000/60/CE, è quello di ottenere un quadro rappre-sentativo dello stato delle acque per tutti i corpi idricidei bacini idrografici. La definizione dello stato chimico consente di valuta-re per ogni corpo idrico il raggiungimento o il manca-to conseguimento dello stato chimico buono e pianifi-care di conseguenza adeguate misure di risanamento.
Grafici e tabelle
PROV MACROTIPO CODICE RER TOPONIMO LTLeco STATO ECOLOGICO
ELEMENTO CRITICO
LIVELLO DI CONFIDENZA
PC L3 01050200 DIGA DEL MOLATO LTLeco BassoPC L2 01140300 DIGA DI MIGNANO BassoBO L2 06000900 LAGO DI SUVIANA LTLeco BassoBO L3 06001600 LAGO BRASIMONE AltoFC L2 11001000 INVASO DI RIDRACOLI Alto
STATO ECOLOGICO e LTLeco Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.12: Stato Ecologico dei corpi idrici lacustri-invasi (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 207
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.47: Rappresentazione territoriale dello Stato Ecologico dei corpi idrici lacustri-invasi(2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012208
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I - Stato
La rete regionale di monitoraggio dei corpi idricilacustri, istituita con DGR 350/10, è attualmentecomposta da 5 corpi idrici, ognuno con una stazio-ne di controllo. I corpi idrici lacustri del l’Emi lia-Romagna sono identificati come corpi idrici forte-mente modificati, in quanto sono invasi artificiali lecui acque sono utilizzate ad uso plurimo, quale usopotabile (Migna no, Suviana e Ridracoli), idroelet -trico (Molato, Migna no, Brasimone e Su viana) eirriguo (Molato e Mi gnano); in attesa di definizionenormativa del potenziale ecologico previsto per icorpi idrici fortemente modificati/ar tificiali, essisono monitorati e classificati in termini di statoecologico, seguendo le metodologie che si applica-no ai laghi naturali. Come citato nel punto A.4.2.2del DM 260/10, “limitatamente al parametro tra-sparenza, i limiti previsti dalla tabella 4.2.2/b pos-sono essere derogati qualora l’au torità competenteverifichi che la diminuzione di trasparenza è prin-cipalmente causata dalla presenza di particolatominerale sospeso dipendente dalle caratteristichenaturali del corpo idrico”; la Regione ha ritenuto,sulla base delle informazioni disponibili, di deroga-re il parametro della trasparenza; pertanto, per laclassificazione dello stato ecologico sono stati uti-lizzati i limiti di classe indicati nella citata tabella,che devono essere adottati in caso di trasparenza
ridotta per cause naturali. L’obiettivo di qualità di“buono” stato ecologico si raggiunge per il 60% deicorpi idrici lacustri regionali (Diga di Mignano,Lago di Brasimone e Invaso di Ridracoli) (figura3A.47). In generale, un fattore critico per il rag-giungimento di un buono stato è rappresentatodalla concentrazione di fosforo riscontrata, nondirettamente correlabile alle pressioni antropichepoiché questi corpi lacustri si trovano in ambientialtoappennici, con scarse attività umane impattan-ti. Si ritiene quindi che la presenza di fosforo inconcentrazione elevate possa essere connessa siaagli interventi di manutenzione ordinaria o straor-dinaria (riduzione del livello o svuotamento delbacino com’è accaduto per Suviana nel 2012) daparte degli Enti gestori degli invasi, sia alle partico-lari condizioni climatiche registrate nell’anno 2012(siccità dichiarata sino ottobre 2012), con conse-guente maggiore proliferazione algale. Per controperò, si evidenzia che il monitoraggio biologicoeffettuato in questi tre anni, nonostante il metodosia tuttora in fase di validazione, mostra una buonaclassificazione dell’indice complessivo del fitoplanc-ton (media dei valori dell’Indice medio di biomassa-Clorofilla a e Indice di composizione), che indicacondizioni di limitato contenuto di nutrienti algali(bassa eutrofia).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 209
STATO
Stato chimico dei corpi idrici lacustri
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I - Stato
DescrizioneLo “stato chimico” dei corpi idrici lacustri è definito in relazione alla presenza di sostanze chimicheprioritarie.Per la valutazione dello stato chimico è stata predisposta, a livello comunitario, una lista di 33 (+8)sostanze pericolose inquinanti, indicate come prioritarie, con i relativi Standard di Qualità Ambientale(SQA). Nel contesto nazionale le sostanze prioritarie da monitorare nei corpi idrici superficiali per ladefinizione dello stato chimico sono specificate nel DM 260/10, allegato 1, tabella 1/A.
Nella metodologia di classificazione definita aisensi del DM 260/10 sono valutati, in particolare, isuperamenti degli SQA definiti per le concentra-zioni medie annue e per le concentrazioni massi-me ammissibili. La classe dello stato chimico èespressa da due classi di qualità rappresentate dadue colori di cui sopra.Si riportano in tabella 3A.13 i risultati della clas-sificazione dello stato chimico dei corpi idricilacustri (invasi) per il primo triennio di monito-raggio effettuato in Emilia-Romagna (anni2010-2012.In particolare per ogni stazione si riportano leinformazioni relative a:– il giudizio di Stato chimico valutato in base alla
presenza di sostanze appartenenti all’elenco dipriorità, derivante dal peggiore tra i risultatiannuali del triennio 2010-2012;
– gli elementi chimici che determinano, per supe-ramento degli standard normativi, il non rag-
giungimento dello stato chimico buono in alme-no un anno del triennio;
– il livello di confidenza richiesto dalla Dir2000/60, che fornisce una stima del giudizio diattendibilità/affidabilità della classificazione. Illivello di confidenza è stato attribuito in funzio-ne di molteplici aspetti, tra cui il numero di datipresenti e la stabilità dei risultati ottenuti.
ScopoL’obiettivo del monitoraggio ai sensi della Dir2000/60/CE, è quello di ottenere un quadro rap-presentativo dello stato delle acque per tutti i corpiidrici lacustri della regione. La definizione dello stato chimico consente divalutare per ogni corpo idrico il raggiungimento oil mancato conseguimento dello stato chimicobuo no e pianificare di conseguenza adeguatemisure di risanamento.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012210
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I - Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato chimico dei corpi idrici lacustri
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Adimesionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Definiti dal DM 260/2010
Grafici e tabelle
STATO CHIMICO Buono Non buono
PROV MACROTIPOCODICE
RERTOPONIMO
STATO CHIMICO
ELEMENTO CRITICO
LIVELLO DI CONFIDENZA
PC L3 01050200 DIGA DEL MOLATODifenileteri
Bromati BassoPC L2 01140300 DIGA DI MIGNANO MedioBO L2 06000900 LAGO DI SUVIANA AltoBO L3 06001600 LAGO BRASIMONE AltoFC L2 11001000 INVASO DI RIDRACOLI Alto
Tabella 3A.13: Stato Chimico dei corpi idrici lacustri-invasi (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 211
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I - Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.48: Distribuzione territoriale dello Stato Chimico dei corpi idrici lacustri-invasi (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012212
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I - Stato
La rete regionale di monitoraggio dei corpiidrici lacustri, istituita con DGR 350/10, è at -tual mente composta da 5 corpi idrici, ognunocon una stazione di controllo. I corpi idricilacustri del l’Emi lia-Romagna sono identificaticome corpi idrici fortemente modificati, inquanto sono invasi artificiali le cui acque sonoutilizzate ad uso plurimo, quale uso potabile(Mignano, Suviana e Ridracoli), idroelettrico(Molato, Mignano, Brasimone e Suviana) eirriguo (Molato e Migna no); in attesa di defini-zione normativa del potenziale ecologico previ-sto per i corpi idrici fortemente modifica-ti/artificiali, essi sono monitorati e classificatiin termini di stato ecologico, seguendo lemetodologie che si applicano ai laghi naturali.Il quadro conoscitivo generale dello stato chi-mico dei corpi idrici lacustri sul territorio
regionale è riportato in tabella 3A.13 e in figu-ra 3A.48.La presenza di elementi chimici appartenentiall’elenco di priorità, valutata rispetto agliStandard di qualità fissati dal DM 260/2010, nonevidenzia particolari criticità, in quanto l’80% deicorpi idrici raggiunge l’obiettivo di “buono” statochimico (figura 3A.48); solo in un corpo idrico(Diga del Molato) è stato rilevato il superamentodello standard di qualità (SQA–MA) di un’unicasostanza, il difenileterebromato, che è utilizzatoquale ritardante di fiamma e quindi altamentediffuso; analizzando gli esiti dei monitoraggi deisingoli anni, si osserva però un andamentomigliorativo (nel 2012 non si supera l’SQA–MA).I risultati ottenuti nel primo triennio di monito-raggio saranno utilizzati per orientare ed appro-fondire le indagini nel ciclo successivo.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 213
RISPOSTE
AE serviti e depurati negli agglomerati ≥200
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I - Risposte
DescrizioneIn base alla copertura fognaria presente per cia-scuna località dell’Emilia-Romagna e del successi-vo trattamento depurativo, effettuato presso gliimpianti di trattamento delle acque reflue urbane,è stato possibile ricostruire la percentuale diAbitanti Equivalenti nominali serviti da fognaturae depurazione negli agglomerati di consistenzasuperiore o uguale a 200 AE.
ScopoValutare il grado di copertura fognaria presentenegli agglomerati urbani e individuare la quotaparte che subisce un trattamento depurativoprima dello scarico finale.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
AE serviti e depurati negliagglomerati ≥ 200
DPSIR R
UNITÀ DI MISURA AE FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2005-2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione del livello di copertura fognaria e depurativa presentenegli agglomerati di consistenza ≥ 200 AE
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012214
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I - Risposte
Provincia AE
nominali serviti AE %
servitiAE
depurati depurati Piacenza 311.199 310.979 100 307.249 99 Parma 603.448 580.329 96 575.602 95 Reggio Emilia 486.927 468.060 96 459.167 94 Modena 827.791 827.259 100 823.362 99 Bologna 1.105.777 1.100.812 100 1.082.018 98 Ferrara 527.957 523.992 99 508.175 96 Ravenna 912.306 901.436 99 877.976 96
Forlì-Cesena 543.841 528.481 97 491.441 90 Rimini 840.194 839.698 100 836.907 100 Emilia-Romagna 6.159.440 6.081.046 99 5.961.897 97
%
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.14: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regionesuddivisi per provincia (2005)
Provincia AE
nominali serviti %
servitiAE
depurati depurati %
Piacenza 302.996 302.996 100 301.846 100 Parma 595.672 572.787 96 571.655 96 Reggio Emilia 486.594 467.033 96 463.285 95 Modena 828.066 825.291 100 823.808 99 Bologna 1.108.288 1.102.591 99 1.092.157 99 Ferrara 518.172 513.631 99 507.814 98 Ravenna 912.114 900.965 99 884.326 97 Forlì-Cesena 540.544 525.517 97 506.130 94 Rimini 840.733 840.292 100 839.914 100 Emilia-Romagna 6.133.179 6.051.104 99 5.990.935 98
AE
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.15: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regionesuddivisi per provincia (2007)
Provincia AE
nominali serviti % %
servitiAE AE %
depurati depurati Piacenza 313.347 313.347 100 312.211 100 Parma 593.726 571.306 96 570.367 96 Reggio Emilia 469.004 449.443 96 445.695 95 Modena 799.849 799.114 100 795.530 99 Bologna 1.106.512 1.101.751 100 1.092.217 99 Ferrara 517.531 514.036 99 508.538 98 Ravenna 911.335 900.176 99 892.540 98 Forlì-Cesena 532.725 522.671 98 503.905 95 Rimini 849.833 849.619 100 849.195 100 Emilia-Romagna 6.093.862 6.021.464 99 5.970.198 98
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.16: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regionesuddivisi per provincia (2009)
Grafici e tabelle
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 215
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I - Risposte
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2.000.000
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AE (r
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Emilia
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AE (p
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AE nominali
AE serviti
AE depurati
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.49: AE nominali, serviti e depurati negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a200 AE (2009)
La percentuale degli AE serviti da rete fognaria inEmilia-Romagna si attesta su valori molto alti (cir -ca il 99%) e analogamente il dato viene registratoper gli AE depurati da impianti di trattamento delleacque reflue urbane (98%). Visto l’elevato grado di
copertura fognaria, non è stato possibile, in questiultimi anni, avere un miglioramento delle percen-tuali riscontrate nel 2005, mentre per quanto ri -guarda la depurazione si è passati dal 97% al 98%sempre nel periodo 2005-2009.
Commento
DescrizioneIndividuazione della potenzialità di progetto edella tipologia di trattamento effettuata negliimpianti di depurazione delle acque reflue urbane
ScopoLa conoscenza del numero degli impianti di depu-razione delle acque reflue urbane, della loro po -tenzialità di progetto e della tipologia di tratta-mento depurativo effettuato ci permette di cono-scere il grado di risposta, messo in campo da partedel servizio idrico integrato, alle esigenze di ridu-zione dei carichi inquinanti, generati dalle pres-sioni antropiche, nei corpi idrici superficiali.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012216
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I - Risposte
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Impianti di depurazioneacque reflue urbane
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UNITÀ DI MISURA N. impianti, AE FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di impianti di trattamento delle acque reflue urbane pertipologia di trattamento e rispettivi valori di potenzialità di progetto
RISPOSTE
Impianti di depurazioneacque reflue urbane
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 217
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I - Risposte
Classe potenzialitàI II III tot I II III tot
(AE) (n) (n) (n) (n) (AE) (AE) (AE) (AE)0-1.999 1.471 414 12 1.897 208.630 210.076 8.260 426.966
2.000-10.000 0 93 82 175 0 387.065 476.415 863.48010.001-49.999 0 6 54 60 0 98.000 1.125.600 1.223.60050.000-100.000 0 1 7 8 0 80.000 513.000 593.000
>100.000 0 0 22 22 0 0 5.178.833 5.178.833Totale 1.471 514 177 2.162 208.630 775.141 7.302.108 8.285.879
Numero impianti Potenzialità di progetto
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.17: Numero degli impianti di trattamento suddivisi per tipologia di trattamento e poten-zialità di progetto (2009)
Grafici e tabelle
87,7%
8,1%
2,8%
0,4%
1,0%
Numero impianti
AE
AE
0 – 1.999
2.000 - 10.000
10.001 - 49.999
50.000 – 100.000
>100.000
5,2%
10,4%
14,8%
7,2% 62,5%
AE progetto
0 – 1.999
2.000 - 10.000
10.001 - 49.999
50.000 – 100.000
>100.000
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.50: Ripartizione percentuale degli impianti di trattamento per tipologia di trattamento epotenzialità di progetto (2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012218
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I - Risposte
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.51: Ubicazione dei principali impianti di trattamento con potenzialità di progetto superio-re a 2.000 AE per bacino idrografico (2009)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 219
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I - Risposte
In ambito regionale sono stati censiti 2.162 im -pianti di depurazione delle acque reflue urbane.Detti impianti comprendono diverse tipologie ditrattamento da quelle più semplificate a quelle piùcomplesse, tipiche dei grandi sistemi consortili.Essi risultano avere complessivamente una poten-zialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE erisultano trattare oltre 6 milioni di AE, conside-rando il carico trattato nel periodo di punta, as -sunto come significativo per tutte le elaborazionicondotte negli studi di settore. Gli impianti appar-tenenti alle classi di potenzialità superiore a10.000 AE, pur essendo in numero ridotto rispettoal totale (circa 4%), possiedono una capacità depu-rativa pari all’85% del totale.Nella tabella 3A.16 viene indicato il numero, assie-me alla rispettiva potenzialità di progetto, degliimpianti di trattamento delle acque reflue urbanepresenti nel territorio regionale, suddivisi per tipo-
logia di trattamento. Tra gli impianti di I livello ven-gono considerate le fosse Imhoff, le fosse settiche egli altri trattamenti di tipo primario. Appartengonoal II livello tutti i trattamenti biologici, quali i fan-ghi attivi, i biodischi e i letti percolatori, mentre gliimpianti che, oltre a effettuare un trattamento se -condario, possiedono processi di defosfatazione e/odenitrificazione sono inclusi nel III livello. Come sipuò osservare nella stessa tabella, in Emilia-Ro ma -gna vi sono 1.471 impianti che possiedono solo untrattamento primario (per una capacità pari al 3%del valore complessivo), 514 presentano un tratta-mento equivalente al secondario e gli altri 177 trat-tamenti più avanzati per la rimozione dei nu trienti.Tra questi ultimi, 73 presentano solo la ri mozionedell’azoto (DeN), 10 hanno il solo trattamento per ilfosforo (DeP), mentre 94 prevedono en trambe lefasi di trattamento di denitrificazione e defosfata-zione (DeN + DeP).
Commento
DescrizioneViene valutato il numero di impianti di trattamentodelle acque reflue urbane conformi ai requisiti richie-sti nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06. In base alle analisi effettuate dalle Sezioni provincialiArpa e dagli Enti gestori nell’anno 2009 è stata valu-tata la conformità, rispetto ai valori limite previstidalla Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06, per cia-scun impianto analizzato, sulla base di quanto dispo-sto dal decreto.Riguardo alla valutazione della conformità ai valorilimite della Tabella 1, occorre fare riferimento alnumero massimo di campioni (vedi tabella di seguitoriportata) per i quali è ammesso il superamento, fattosalvo il superamento per il singolo campione del100% per il BOD5 e il COD e del 150% per gli SST.Nell’attuazione pratica di tale criterio, ci si è attenutia quanto previsto dall’Allegato I - D punto 4 delladirettiva 91/271/CEE: “le acque reflue trattate si pre-sumono conformi ai relativi parametri se, per ogni
relativo parametro singolarmente considerato, icampioni dell’acqua mostrano che essa soddisfa ilrispettivo valore parametrico ……”. Esempio applicativo:• n. campioni effettuati: 24;• n. campioni per i quali è consentito il superamen -
to: 3;• n. campioni superati: 1 per il COD, 2 per il BOD5, 1
per i SST. Impianto conforme;• n. campioni superati: 1 per il COD, 4 per il BOD5, 1
per gli SST. Impianto non conforme per il BOD5.
ScopoIl decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo IIIsulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scari-chi, che tutti gli scarichi di acque reflue urbanesiano disciplinati in funzione del rispetto degliobiettivi di qualità dei corpi idrici e debbano co -munque rispettare i valori limite previsti nell’Alle -gato 5 alla parte III del decreto.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012220
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I - Risposte
Numero di campioni prelevati durante l’anno Numero massimo consentito di campioni non conformi
4-7 1
54-67 6
8-16 2
68-81 7
17-28 3
82-95 8
29-40 4
96-110 9
41-53 5
111-125 10
Numero di campioni prelevati per i quali è ammesso il superamento
RISPOSTE
Conformità impianti di trattamento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 221
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I - Risposte
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Conformità impianti di trattamento(Tab. 1 DLgs 152/06)
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UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2005, 2007, 2009
AGGIORNAMENTODATI
Biennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione di confomità degli impianti di trattamento delle acquereflue urbane a livello regionale
Grafici e tabelle
91%
92%
93%
94%
95%
96%
97%
98%
99%
100%
2005 2007 2009
Per
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Non conformi Conformi Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3A.52: Percentuale di impianti di trattamento delle acque reflue urbane risultati conformi aquanto previsto nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06 (2005, 2007 e 2009)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012222
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I - Risposte
I dati fanno riferimento alle comunicazioni che laRegione Emilia-Romagna ha effettuato negli anni2005, 2007 e 2009 al ministero dell’Ambiente edella tutela del territorio e del mare e alla Com -mis sione europea.La percentuale di impianti conformi si è attestatain questi ultimi anni (2005, 2007 e 2009), versovalori molto elevati, sempre superiori al 94% (vediistogramma). Con riferimento al sistema dei controlli per l’anno2009, relativamente alla Tabella 1 del DLgs152/2006, si evidenzia quanto segue:– tutti i 221 impianti, che presentano un tratta-
mento di livello secondario, a servizio degli ag -glo merati di consistenza superiore o uguale a
2.000 AE con recapito in area sensibile o in baci-no drenante, sono stati oggetto delle proceduredi controllo sopra richiamate in coerenza con ilDLgs 152/06;
– 11 impianti sono risultati non conformi: sonostate determinate 8 analisi che superavano del150% il limite previsto in Tabella 1 del DLgs152/06 per il parametro SST, 3 analisi di COD >100% del valore limite e 5 analisi superiori al100% del BOD5;
– nessun impianto ha superato il numero massi-mo consentito di campioni non conformi in rap-porto al numero di misure effettuate, come databella specifica contenuta nell’Allegato 5 delDLgs 152/06.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 223
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Riferimenti
� Autori
Donatella FERRI (1), Gisella FERRONI (1), Gabriele BARDASI (1), Emanuele DAL BIANCO (1), Daniele CRI-STOFORI (1), Paolo SPEZZANI (1), Silvia FRANCESCHINI (2)
(1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) ARPA RE
� Bibliografia
1. Arpa Emilia-Romagna (2013). Relazione monitoraggio acque superficiali fluviali 2010-20122. Arpa Emilia-Romagna (2013). Relazione monitoraggio acque superficiali lacustri 2010-20123. Decreto n. 131 del 16 giugno 2008, Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei
corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici e analisi delle pressioni)4. Decreto n. 56 del 14 Aprile 2009, Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione
delle condizioni di riferimento5. Decreto n. 260 del 8 novembre 2010, Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello
stato dei corpi idrici superficiali e per la modifica delle norme tecniche del DLgs 152/06 etc.6. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). “Directive of the European Parliament and
of the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field of waterpolicy”, OJ L327, 22 Dec 2000, pp 1-73
7. Direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque8. Direttiva 2009/90/CE che stabilisce specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello
stato delle acque9. European Commission. Guidance n. 19 on Surface water chemical monitoring for the water frame
directory Technical Report 2009 – 02510. Regione Emilia-Romagna (2010). Delibera di Giunta n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attivi-
tà della Regione Emilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai finidella redazione e adozione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino setten-trionale e Appennino centrale:http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione
� Sitografia
1. http://www.arpa.emr.it/index.asp?idlivello=1122. http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=4942&idlivello=1528
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012224
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 228
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 229
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 230
Indicatori
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 232
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 274
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 274
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 274
INDICE
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227Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna
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IDE
TERM
INA
NTI
� � Distribuzione territoriale della popolazione Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 814)
� Agglomerati urbani ≥ 200 AE Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 132)
� Scarichi in corpo idrico superficiale Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 138)
� Terreni irrigati Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 141)
� � Uso del suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 718)
� � Consumo di suolo Vedi capitolo Suolo (pag. 722)
� Consumi alle utenze e prelievi acque superficialie di falda per il settore acquedottistico civile Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 145)
� Inquinanti sversati per bacino Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 148)
� Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane (N e P) Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 153)
� Uso di fertilizzanti Vedi capitolo Suolo (pag. 727)
� Uso di fitofarmaci Vedi capitolo Suolo (pag. 731)
� Nitrati in acque sotterranee Regione 2012 232
� Organoalogenati in acque sotterranee Regione 2012 239
� Fitofarmaci in acque sotterranee Regione 2012 246
� Livello delle acque sotterranee Regione 2012 253
� Stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) Regione 2010-2012 260
� Stato quantitativo delle acque sotterranee Regione 2010-2012 267(SQUAS)
� Subsidenza Vedi capitolo Subsidenza (pag. 901)
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
� Risorse idriche e usi sostenibili
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Introduzione
I nitrati sono inquinanti di origine antropica che mettono a rischio lo stato chimicodelle acque sotterranee. La loro presenza è dovuta prevalentemente all’uso di fertiliz-zanti azotati e allo smaltimento di reflui zootecnici: in regione le concentrazioni sonoparticolarmente rilevanti nei corpi idrici sotterranei pedeappenninici (conoidi alluvio-nali), dove avviene anche la ricarica delle acque sotterranee profonde, e nell’acquiferofreatico di pianura. Le maggiori concentrazioni, oltre i limiti normativi, si riscontra-no in diverse conoidi emiliane (Tidone, Nure, Arda, Parma, Secchia, Tiepido, Panaro)e, con minore estensione areale, in alcune conoidi romagnole. Nelle sorgenti monito-rate, rappresentative dei corpi idrici montani, le concentrazioni di nitrati sono sempreinferiori ai limiti normativi.
Una corretta definizione dei valori di fondo delle sostanze chimiche di origine natura-le di ogni corpo idrico sotterraneo è fondamentale per una corretta individuazionedegli impatti di origine antropica. Negli acquiferi profondi e confinati di pianuradell’Emilia-Romagna, infatti, si riscontrano concentrazioni anche molto elevate disostanze di origine naturale come i metalli (ferro, manganese, arsenico), e altresostanze inorganiche come lo ione ammonio, cloruri, boro.
Il livello delle falde, o piezometria, è necessario per calcolare lo stato quantitativo deicorpi idrici sotterranei. Tale parametro è il risultato della sommatoria degli effetti ditipo antropico (prelievi) e di tipo naturale (ricarica delle falde). La riduzione della rica-rica degli acquiferi nel tempo, oltre che dipendere dall'impermeabilizzazione del suolonelle aree di ricarica, dipende anche dai cambiamenti climatici, caratterizzati da unagenerale riduzione delle precipitazioni, che determina periodi siccitosi sempre più fre-quenti e prolungati con conseguente incremento dei prelievi a uso irriguo. Il livellodelle falde si distribuisce territorialmente, a scala regionale, con valori elevati nellezone di margine appenninico (conoidi), che si attenuano passando alla pianura allu-vionale, fino alla zona costiera. Questo andamento generale naturale è però interrottoda diverse depressioni piezometriche di diversa entità, ubicate nelle conoidi. Tra tutte,quella più consistente è ubicata sulla conoide Reno-Lavino, come conseguenza deiconsistenti prelievi effettuati su di essa negli anni 50-60 del secolo scorso e ancoraoggi piuttosto evidente. Il monitoraggio anche automatico dei livelli di falda è indi-spensabile a supportare le scelte per una gestione sostenibile della risorsa idrica sot-terranea.
La valutazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei effettuata nel primotriennio di monitoraggio (2010-2012) evidenzia uno stato “buono” nel 68% pari a 99corpi idrici rispetto i 145 totali. Si tratta di corpi idrici collinari e montani, di fondo-valle e profondi di pianura alluvionale.
Lo stato quantitativo (2010 – 2012) risulta “buono” nel 79% dei corpi idrici sotter-ranei, pari a 115 corpi idrici rispetto i 145 totali. Si tratta di corpi idrici collinari emontani, di fondovalle, freatici e profondi di pianura alluvionale.
� Messaggio chiave
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Il monitoraggio delle acque sotterranee, sia quan-titativo che chimico, è stato adeguato nel 2010 alledirettive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE, defi-nendo nuovi corpi idrici, che rispetto al passatocoprono l’intero territorio regionale, e nuovi pro-grammi di monitoraggio che vanno dal 2010 al2015. Lo stato complessivo di ciascun corpo idricosotterraneo è definito dall’integrazione dello statochimico con quello quantitativo.Lo stato chimico viene rappresentato dalla qualitàdelle acque sotterranee, che può essere influenza-ta sia dalla presenza di sostanze inquinanti, attri-buibili principalmente ad attività antropiche, siadalla presenza di sostanze derivanti da meccanismiidrochimici naturali che ne modificano la qualità,riducendo significativamente gli usi pregiati dellarisorsa, come ad esempio ione ammonio, cloruri,boro, ferro, manganese, arsenico.In generale, tra le sostanze contaminanti di sicuraorigine antropica, si evidenzia la presenza di nitra-ti in concentrazioni elevate nei corpi idrici sotter-ranei pedeappenninici – conoidi allu vionali – doveavviene la ricarica delle ac que sotterranee profon-de. Il fenomeno è prevalentemente correlabileall’uso di fertilizzanti azotati e allo smaltimento direflui zootecnici, oltre che a potenziali perditefognarie e a scarichi urbani e industriali puntuali.Ciò è evidente anche nei corpi idrici freatici di pia-nura, caratterizzati da elevata vulnerabilità, essen-do acquiferi collocati nei primi 10-15 m di spesso-re della pianura ed essendo in relazione diretta coni corsi d’acqua e i canali superficiali, oltre che conil mare nella zona costiera. Nelle sorgenti monito-rate, rappresentative dei corpi idrici montani, leconcentrazioni di nitrati sono abbondantementeinferiori ai limiti normativi.Altre sostanze contaminanti che possono determi-nare uno scadimento della qualità sono fitofarma-ci e sostanze clorurate. I primi sono legati all’usonei trattamenti fitosanitari in agricoltura, mentrele seconde sono di origine prevalentemente indu-striale. Nelle aree di conoide e di pianura alluvio-nale appenninica e padana i fitofarmaci sonoassenti, oppure le concentrazioni non sono signi-ficative, essendo aree caratterizzate da minore vul-nerabilità all’inquinamento di queste sostanze,come peraltro già evidenziato nei monitoraggiambientali degli anni precedenti. Le stazioni, inve-ce, con sommatoria di fitofarmaci e concentrazio-ni di singoli principi attivi oltre i limiti di leggesono ubicate negli acquiferi freatici di pianura.Le sostanze clorurate, anche come sommatoria disostanze, sono presenti nelle conoidi alluvionaliappenniniche, in particolare del modenese e bolo-gnese, mentre sono assenti o presentano concen-
trazioni poco significative nelle aree di pianuraalluvionale appenninica e padana, per via dellaminore vulnerabilità all’inquinamento. Alcunestazioni con superamenti per singole sostanze clo-rurate si riscontrano anche nei corpi idrici freaticidi pianura. Fitofarmaci e sostanze clorurate nonsono state ritrovate nelle stazioni dei corpi idricimontani.Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterraneideriva dalle misure di livello delle falde, che rap-presenta la sommatoria degli effetti antropici enaturali sul sistema idrico sotterraneo in terminiquantitativi, ovvero prelievo di acque e ricaricanaturale delle falde medesime.La distribuzione areale della piezometria evidenziail caratteristico andamento del livello delle acquesotterranee, con valori elevati nelle zone di margi-ne appenninico, che si attenuano poi passandodalle conoidi libere, che rappresentano la zona diricarica diretta delle acque sotterranee profondeda parte dei corsi d’acqua, alle zone di pianuraalluvionale, fino ad arrivare a quote negative nellazona costiera. Questo andamento generale, congradienti piezometrici differenti, più elevati nellezone delle conoidi emiliane rispetto a quelle roma-gnole, è interrotto dalla conoide Reno-Lavino, chepresenta in prossimità del margine appenninicovalori negativi a formare una depressione piezo-metrica che si amplia arealmente con la profondi-tà, ovvero negli acquiferi liberi e confinati inferio-ri. Ciò costituisce l’impatto, ancora oggi molto evi-dente, prodotto dai consistenti prelievi effettuatinegli anni 50-60 del secolo scorso nella conoidemedesima. In questo caso, la soggiacenza raggiun-ge valori di circa 60-65 m dal piano campagna, evi-denziando uno spessore di acquifero insaturo rile-vante sottostante l’alveo del fiume Reno. La distri-buzione della soggiacenza evidenzia situazionimolto meno accentuate rispetto a quella del Renoanche in altre conoidi, come ad esempio nelTrebbia, Taro, Secchia, Panaro e in alcune conoidiromagnole, frutto dei prelievi per i diversi usi dellarisorsa e del regime climatico che può comportareuna ridotta ricarica degli acquiferi.La valutazione dello stato chimico dei corpi idricisotterranei effettuata nel primo triennio di moni-toraggio (2010-2012) evidenzia uno stato “buono”nel 68% pari a 99 corpi idrici rispetto i 145 totali.Si tratta di corpi idrici collinari e montani, di fon-dovalle e profondi di pianura alluvionale. I corpiidrici (32% del totale) che sono in stato chimico“scarso” sono diversi di conoide alluvionale appen-ninica, alcuni montani, in particolare Parma ePiacenza, per la presenza di Cr(VI) di presumibileorigine naturale, considerando il contesto geologi-
� Sintesi
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012
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Il monitoraggio delle acque sotterranee in Emi -lia-Romagna, avviato nel 1976 per la componentequantitativa e nel 1987 per quella qualitativa, èstato adeguato dal 2010 alle direttive europee2000/60/CE e 2006/118/CE, che prevedono comeobiettivo ambientale anche per i corpi idrici sot-terranei il raggiungimento dello stato “buono” al22 dicembre 2015. In Italia le direttive sono staterecepite dal DLgs 30/2009, che ha contestual-mente modificato il Testo Unico ambien tale(DLgs 152/2006).L’applicazione dei nuovi criteri normativi ha mo -dificato il sistema di monitoraggio delle ac que sot-terranee dell’Emilia-Romagna adottato fino al2009, ai sensi del DLgs 152/1999, portando a unanuova individuazione dei corpi idrici sotterranei ealla modifica dei criteri per la definizione delbuono stato chimico e del buono stato quantitati-vo, riferiti a ciascun corpo idrico o raggruppamen-to degli stessi.Criteri importanti nella definizione dei corpi idri-ci, oltre le caratteristiche geologiche (complessiidrogeologici-mezzi porosi o fessurati) e idrogeo-logiche (acquiferi liberi e confinati), sono le pres-sioni antropiche che insistono sulle acque sotter-ranee e i relativi impatti, la cui entità può o menodeterminare il raggiungimento degli obiettivi dibuono stato sia chimico che quantitativo dei corpiidrici medesimi.A questo proposito occorre ricordare che i corpiidrici sotterranei sono in generale caratterizzatida una elevata inerzia alle modifiche di stato oalla inversione delle tendenze significative e du -
rature all’aumento delle concentrazioni di in -quinanti, e ciò viene evidenziato al punto 28 dellepremesse alla Direttiva 2000/60/CE: “… pergarantire un buono stato delle acque sotterraneeè necessario un intervento tempestivo e una pro-grammazione stabile sul lungo periodo dellemisure di protezione, visti i tempi necessari perla formazione e il ricambio naturali di tali acque.Nel calendario delle misure adottate per conse-guire un buono stato delle acque sotterranee einvertire le tendenze significative e duratureall’aumento della concentrazione delle sostanzeinquinanti nelle acque sotterranee è opportunotener conto di tali tempi.”.Con Delibera di Giunta Regionale 350/2010, laRegione Emilia-Romagna ha approvato i nuovicorpi idrici sotterranei, la rete e il programma dimonitoraggio ambientale degli stessi dal 2010 al2015. Rispetto al passato, dove i corpi idrici sotter-ranei erano limitati alla porzione di pianura pro-fonda del territorio regionale, sono stati individua-ti i corpi idrici montani e quelli freatici di pianura,mentre per la pianura profonda sono stati distinticorpi idrici sovrapposti sulla verticale (confinatisuperiori e confinati inferiori), al fine di tenereconto delle pressioni antropiche. La rete dimonitoraggio è stata quin di estesa oltre che agliacquiferi profondi di pianura (conoidi e piane allu-vionali) a quelli freatici di pianura (contenutientro i 10-15 me tri di profondità) e a quelli mon-tani, attraverso il monitoraggio di sorgenti signifi-cative. Il nuovo monitoraggio, oltre a coprirel’intero territorio regionale, è in grado di distin-
� Quadro generale
co ad ofioliti, e quelli freatici di pianura. I parame-tri critici per lo stato chimico di questi ultimi sononitrati e i fitofarmaci. Le conoidi alluvionaliappenniniche presentano criticità in alcune por-zioni confinate superiori e meno frequentementein quelle confinate inferiori, per la presenza dinitrati e composti organoalogenati: i primi deri-vanti dalle attività agricole e zootecniche, mentrei secondi da attività antropiche, attuali o pregres-se, di tipo civile e industriale, svolte nell’ambitodella fascia collinare e di alta-pianura corrispon-dente alla zona con maggiore urbanizzazione. Icorpi idrici profondi (confinati inferiori di pianu-ra), a parte alcune porzioni profonde e confinate diconoide, risultano in stato di “buono” grazie allaindividuazione dei valori di fondo naturale di ioneammonio, arsenico, boro e cloruri che sono natu-ralmente presenti negli acquiferi.Lo stato quantitativo risulta “buono” nel 79% deicorpi idrici sotterranei, pari a 115 corpi idricirispetto i 145 totali. Si tratta di corpi idrici colli-
nari e montani, di fondovalle, freatici e profondi dipianura alluvionale. Questi ultimi rappresentanocirca il 70% della superficie totale di pianura. Icorpi idrici in stato di scarso, ovvero a rischio dinon raggiungere gli obiettivi ambientali fissatidalla normativa, sono il 21% del totale, pari anumero 30 corpi idrici. Si tratta di circa la metàdei corpi idrici di conoide alluvionale appenninica,ubicati da Modena a Rimini, nelle zone dove siconcentrano importanti prelievi acquedottistici,industriali e irrigui, in associazione ad una limita-ta capacità di ricarica/stoccaggio dei corpi idricisotterranei medesimi. Tra le diverse porzioni diconoide (libero, confinato superiore e confinatoinferiore), la criticità risulta presentarsi in funzio-ne del contesto idrogeologico, della dimensionedel corpo idrico e dell’entità dei prelievi, coinvol-gendo alcune parti delle conoidi e non altre, evi-denziando a scala regionale fenomenologie in attodiversificate e di diversa entità circa il regime diricarica e di prelievo.
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guere lo stato ambientale delle acque sotterraneecon la profondità, con la quale sono stati indivi-duati acquiferi progressivamente meno vulnerabi-li alle pressioni antropiche, sia di tipo chimico chequantitativo. Il programma di monitoraggio pre-vede frequenze differenziate, semestrale – prima-vera e autunno – di ciascun anno, ridotta a ciclibiennali per le acque sotterranee profonde di pia-nura, dove si ha una buona conoscenza pregressadello stato chimico, e cicli triennali per le sorgen-ti montane dove le pressioni antropiche sonoridotte. Le frequenze sono funzione del rischio dinon raggiungere lo stato “buono” al 2015 (moni-toraggio di sorveglianza oppure operativo), dellavulnerabilità alle pressioni antropiche e della tipo-logia di flusso delle acque sotterranee che deter-mina i tempi di rinnovamento della risorsa. Neicorpi idrici montani e in quelli profondi delle pia-nure alluvionali (confinato inferiore) sono previstimonitoraggi con frequenze rispettivamente trien-nali e biennali.A questo proposito sono state aggiornate le stimedei carichi inquinanti originati da fonti sia pun-tuali che diffuse, permettendo in questo modo divalutare l’entità della pressione antropica chegrava su ogni corpo idrico e poter condurre unmonitoraggio mirato e finalizzato alla proposizio-ne di adeguate misure di contenimento. Il peggio-ramento dello stato qualitativo delle acque sotter-ranee dipende dalla vulnerabilità degli acquiferi,che è maggiore nell’alta pianura, dove l’acquiferoè libero e dove avviene la maggiore alimentazionee ricarica degli acquiferi profondi, rispetto allamedio-bassa pianura, dove l’acquifero è confinatoe dove avvengono invece processi evolutivi preva-lentemente naturali delle acque di infiltrazione.Diverse sono le sostanze indesiderate o inquinantipresenti nelle acque sotterranee che possono com-promettere gli usi pregiati della risorsa idrica,come ad esempio quello potabile, ma non per que-sto tutte le sostanze indesiderate sono sempre diorigine antropica. Esistono, infatti, molte sostanzeed elementi chimici che si trovano naturalmentenegli acquiferi, la cui origine geologica non puòessere considerata causa di impatti antropici sullarisorsa idrica sotterranea. Ad esempio, in acquiferiprofondi e confinati di pianura si possono natural-mente riscontrare metalli come ferro, manganese,arsenico, oppure altre sostanze tra le quali lo ioneammonio, anche in concentrazioni molto elevate,per effetto della degradazione anaerobica dellasostanza organica sepolta (torbe). In questi conte-
sti, anche la presenza di cloruri (salinizzazionedelle acque) può essere riconducibile alla presenzadi acque “fossili” di origine marina. Anche metallicome cromo esavalente possono essere di originenaturale in contesti geologici di metamorfismo sianella zona alpina che appenninica, oppure nellezone dove sono presenti le ofioliti (pietre verdi).Pertanto una corretta definizione dei valori difondo naturale di queste sostanze è fondamentaleper una corretta individuazione degli impattiantropici e delle corrette azioni da intraprendereper ripristinare la qualità delle acque sotterraneefino alle situazioni naturalmente presenti negliacquiferi. Al contrario è indicativa di impattoantropico di tipo chimico sui corpi idrici sotterra-nei, quindi non riconducibile a contributi di origi-ne naturale, la presenza di fitofarmaci usati inagricoltura, microinquinanti organici e sostanzeclorurate utilizzate prevalentemente in attivitàindustriali, nitrati con concentrazioni medio-alte,derivanti dall’uso di fertilizzanti chimici in agri-coltura o dall’utilizzo di reflui zoo tecnici, cloruriderivanti da intrusione salina.Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterraneideriva dalle misure di livello delle falde, che rap-presenta la sommatoria nel tempo degli effettiantropici e naturali sul sistema idrico sotterraneoin termini quantitativi, ovvero prelievo di acque ericarica naturale delle falde medesime. Il livellopuò essere riferito sia al piano campagna (soggia-cenza) che al livello medio del mare (piezometria).Se i prelievi non vengono correttamente commi-surati nel tempo alle portate di acqua che na -turalmente, nei periodi piovosi, ricaricano la fal dastessa, non sono sostenibili e portano al peggiora-mento dello stato quantitativo dei corpi idri ci, cheviene evidenziato da un abbassamento della piezo-metria nel tempo. Ciò può essere causa di pesanticriticità ambientali dovute al sovrasfruttamento,con con se guente abbassamento delle falde einnesco/au mento della subsidenza, ovvero dell’ab-bassamento della superficie topografica oltre levelocità naturali. Il monitoraggio quantitativomanuale, effettuato con frequenza semestrale,viene integrato da un monitoraggio ad alta fre-quenza – orario – tramite strumentazione auto-matica installata su 40 stazioni (rete automaticadella piezometria), al fine di avere informazioni didettaglio sulle oscillazioni di livello delle falde eottenere informazioni in tempo reale anche neiperiodi dell’anno critici per la siccità, in generequello estivo e tardo autunnale.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012232
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STATO
Nitrati in acque sotterranee
DescrizioneLa concentrazione nelle acque sotterranee dell’a-zoto nitrico dipende dall’entità delle pressioni an -tropiche sia di tipo diffuso, come l’uso di fertiliz-zanti azotati in agricoltura o lo smaltimento direflui zootecnici, sia di tipo puntuale, come le po -tenziali perdite da reti fognarie, ma anche gli sca-richi puntuali di reflui urbani e industriali. Lapresenza di nitrati nelle acque sotterranee, masoprattutto la loro eventuale tendenza all’aumen-to nel tempo costituiscono uno degli aspetti piùpreoccupanti dell’inquinamento delle acque sot-terranee. I nitrati sono infatti ioni molto solubili,difficilmente immobilizzabili dal terreno, cheper colano facilmente nel suolo raggiungendo,quin di, l’acquifero.Il limite nazionale sulla presenza di nitrati nelleacque sotterranee, ribadito nel recente DLgs30/2009 di recepimento delle Direttive europee2000/60/CE e 2006/118/CE di modifica del DLgs
152/2006, è pari a 50 mg/l, coincidente con il limi-te delle acque potabili (DLgs 31/01).
ScopoIndividuare le acque sotterranee maggiormentecompromesse dal punto di vista qualitativo, percause antropiche. La concentrazione di nitrati èuno dei principali parametri per la definizionedella classe di stato chimico delle acque sotterra-nee, che si riflette poi sullo stato ambientale com-plessivo della risorsa. È un indicatore importanteanche per individuare e indirizzare le azioni dirisanamento da adottare attraverso gli strumentidi pianificazione della risorsa idrica e consente,poi, di monitorare gli effetti di tali azioni, al fine diverificarne il perseguimento degli obiettivi di qua-lità ambientale. È utile, inoltre, per orientare eottimizzare nel tempo i programmi di monitorag-gio dei corpi idrici sotterranei.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Nitrati in acque sotterranee DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 233
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Grafici e tabelle
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Corpi idrici montani (RA, RN) e dep. vallate appenniniche
Conoidi montane e sabbie gialle
Conoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianura
Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore
Transizione pianura app. padana-confinato superiore
Pianura alluvionale padana-confinato superiore
Pianura alluvionale costiera-confinato
Pianura alluvionale-confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
Nitrati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<10 mg/l 10-25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.1: Presenza di nitrati nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012234
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.2: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici freatici di pianura (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 235
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.3: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici montani, liberi e confinatisuperiori (2012)
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.4: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici di conoide liberi e confinatiinferiori (2012)
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Nitrati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<10 mg/l 10- 25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superiore
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore
Arda-libero
Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore
Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore
Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-libero
Crostolo-Tresinaro-superiore
Crostolo-Tresinaro-inferiore
Secchia-Tiepido-Panaro-libero
Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.5: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali occidentali (2012)
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*)
Nitrati
<10 mg/l 10-25 mg/l 25-40 mg/l 40-50 mg/l 50-80 mg/l >80 mg/l
Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Savena-Zena-Idice-libero (*)
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-libero
Sillaro-Sellustra-Santerno-superiore
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore
Senio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superiore
Senio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)
Ronco-Montone-superiore
Ronco-Montone-inferiore (*)
Savio-libero (*)
Savio-superiore
Savio-inferiore (*)
Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore
Marecchia-libero
Marecchia-superiore
Marecchia-inferiore (*)
Conca-libero
Conca-superiore
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.6: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali orientali (2012)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
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Il monitoraggio delle acque sotterranee effettuatonel 2012 ha riguardato i corpi idrici sotterraneiconfinati superiori di pianura, quelli confinati infe-riori, relativamente ai soli corpi idrici a rischio(mo nitoraggio operativo) e alcune stazioni per ap -profondimenti puntuali, quelli freatici di pianura equelli montani solo per le province di Ravenna e diRimini. I corpi idrici montani della provincia diRimini sono ubicati nei comuni recentemente an -nessi all’Emilia-Romagna, dopo essersi distaccatidalla regione Marche.Nel 2012 i nitrati sono stati determinati su 437 sta-zioni di monitoraggio, come previsto dal piano dimonitoraggio regionale (DGR 350/2010); di questel’88,5% ha una concentrazione media al di sotto dellimite dei 50 mg/l, mentre le restanti 7,8% e 3,7%sono rispettivamente comprese nella classe 50-80mg/l e in quella maggiore di 80 mg/l. Le stazionicon elevate concentrazioni, oltre i limiti di legge,sono ubicate nelle conoidi alluvionali appenniniche(16,1%), nelle conoidi montane (15,4%) e negliacquiferi freatici di pianura (21,2%). Non sono pre-senti, invece, stazioni con concentrazioni significa-tive di nitrati nei corpi idrici montani monitorati(Ravenna e Rimini) e in quelli di pianura alluviona-le appenninica e padana-confinato superiore.Questi corpi idrici sotterranei risultano meno vul-nerabili all’inquinamento, caratterizzati da acquemediamente più antiche e da condizioni chimico-fisiche prevalentemente riducenti, dove i composti
di azoto si ritrovano naturalmente nella forma diione ammonio.Gli acquiferi freatici di pianura sono, al contrario,caratterizzati da elevata vulnerabilità, avendo spes-sore medio di circa 10-15 m ed essendo in relazio-ne diretta con i corsi d’acqua e canali superficialiper tutta la pianura, oltre che con il mare nella zonacostiera. Anche le aree di conoide alluvionale sonocaratterizzate da elevata vulnerabilità, sono infattila sede di ricarica diretta degli acquiferi più profon-di e le condizioni chimico-fisiche sono prevalente-mente ossidanti.Nelle conoidi, la presenza di nitrati è stata analizza-ta anche nelle sue 3 porzioni, dove presenti: libera,confinata superiore e confinata inferiore. Le situa-zioni di maggiore compromissione sono quelle dicontestuale presenza di nitrati, oltre i limiti di leg -ge, nelle diverse porzioni, o quando presente unincremento di concentrazione dalla porzione liberaa quelle confinate, in particolare quella inferiore. Leconoidi maggiormente impattate dalla presenza dinitrati nell’anno 2012 sono quelle emiliane, tra lequali: Arda (libero), Chiavenna-Arda-Stirone-Parola(confinato superiore), Stirone-Taro-Parma-Bagan -za-Enza (libero), Crostolo-Tresinato (confinato in -feriore), Secchia-Tiepido-Panaro (tutte le porzionidi conoide). Tra le conoidi romagnole si riscontra-no superamenti di nitrati generalmente nelle por-zioni libere, come nel caso di Senio-Lamone, Mon -tone-Rabbi-Ronco, Savio e Marecchia.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 239
DescrizioneI composti organoalogenati non sono presenti innatura e sono caratterizzati da tossicità acuta ecronica, e cancerogenicità variabile a seconda deisingoli composti. Il loro utilizzo è di tipo indu-striale e domestico; alcuni di essi si formano anchea seguito del processo di disinfezione delle acquecon cloro.Il limite nazionale sulla presenza di tali compostinelle acque sotterranee, come sommatoria mediaannua, definito dal DLgs 30/09, è pari a 10 μg/l, delquale, seppure è rimasta invariata la concentrazionerispetto alla normativa previgente, sono state modi-ficate le sostanze che concorrono alla sommatoria,rendendo quindi meno agevole effettuare confronticon le versioni precedenti dell’indicatore. Oltre illimite di sommatoria, il DLgs 30/09 ha introdottoanche un limite per ciascuna delle singole sostanzeche concorrono alla sommatoria, che viene riporta-to di seguito tra parentesi: Tricloroetano (0,15 μg/l),Cloruro di vinile (0,5 μg/l), 1,2 Dicloroetano (3 μg/l),Tricloroetilene (1,5 μg/l), Tetracloroetilene (1,1μg/l), Esa cloro bu tadiene (0,15 μg/l). Le sostanze 1,2
Di clo roetilene, Dibromoclorometano e Bromo di clo -ro metano non sono, pertanto, conteggiate nellasom matoria degli organoalogenati.
ScopoIndividua le acque sotterranee maggiormentecompromesse dal punto di vista qualitativo, percause antropiche di origine prevalentemente indu-striale da attività attuali e pregresse.La concentrazione dei composti organoalogenatitotali è uno dei principali parametri per la defini-zione della classe di stato chimico delle acque sot-terranee, che si riflette poi sullo stato ambientalecomplessivo della risorsa.È un indicatore importante anche per individuaree indirizzare le azioni di risanamento da adottareattraverso gli strumenti di pianificazione e con-sente, poi, di monitorare gli effetti di tali azioni everificarne il perseguimento degli obiettivi. È uti -le, inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo iprogrammi di monitoraggio dei corpi idrici sotter-ranei.
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Organoalogenatiin acque sotterranee
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Organoalogenati in acquesotterranee
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UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
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Grafici e tabelle
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Sommatoria organoalogenati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche
Conoidi montane e sabbie gialle
Conoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianura
Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore
Transizione pianura app.-padana-confinato superiore
Pianura alluvionale padana-confinato superiore
Pianura alluvionale costiera-confinato
Pianura alluvionale-confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.7: Presenza di composti organoalogenati nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei(2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 241
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.8: Concentrazione media annua di composti organoalogenati nei corpi idrici freatici di pianura(2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012242
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.9: Concentrazione media annua di composti organoalogenati nei corpi idrici montani,liberi e confinati superiori (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 243
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.10: Concentrazione media annua di composti organoalogenati nei corpi idrici di conoideliberi e confinati inferiori (2012)
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Sommatoria organoalogenati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superiore
Arda-libero (*)
Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore
Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore
Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-superiore
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Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.11: Presenza di composti organoalogenati nelle conoidi alluvionali occidentali (2012)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
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Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*)Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*)Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superioreAposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-liberoSillaro-Sellustra-Santerno-superiore (*)
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferioreSenio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superioreSenio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)Ronco-Montone-superiore
Ronco-Montone-inferiore (*)Savio-libero
Savio-superiorePisciatello-Rubicone-Uso-superiore (*)
Marecchia-liberoMarecchia-superiore
Conca-liberoConca-superiore
Sommatoria organoalogenati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,15 g/l 0,15-2 g/l 2-7,5 g/l 7,5-10 g/l >10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.12: Presenza di composti organoalogenati nelle conoidi alluvionali orientali (2012)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
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- Stato
Nel 2012 la sommatoria dei composti organoalogena-ti è stata determinata su 317 stazioni di monitoraggio;di queste il 98,1% ha una concentrazione media al disotto del limite dei 10 μg/l, mentre le restanti 1,9%presentano concentrazioni oltre il limite di legge. Inogni caso, l’80,8% delle stazioni ha una concentrazio-ne di organoalogenati inferiore a 0,15 μg/l.Le stazioni con sommatoria di composti organoa-logenati oltre i limiti di legge sono tutte ubicatenelle conoidi alluvionali appenniniche: quellemag giormente impattate sono Secchia-Tiepido-Pa na ro e Reno-Lavino.Non sono presenti, infatti, stazioni con concentra-zioni significative nelle aree montane e di pianuraalluvionale, sia appenninica che padana-confinatosuperiore. Questi corpi idrici sotterranei risultanomeno vulnerabili all’inquinamento e caratterizza-ti da acque mediamente più antiche rispetto aicorpi idrici di conoide e a quelli freatici.
Questi ultimi corpi idrici, pur essendo caratte-rizzati da elevata vulnerabilità, non presentanosituazioni di criticità come sommatoria di orga-noalogenati e anche come singolo composto,presentando il superamento del limite per il Tri -clorometano in una delle 52 stazioni (Parma).Tutti gli altri superamenti di singoli organoalo-genati sono ubicati nelle conoidi alluvionali,oltre a una stazione che ricade in pianura allu-vionale padana-confinato superiore, al limitecon la conoide del Trebbia-Nure. La contamina-zione da composti organoalogenati, sia comesommatoria che come singoli composti, riguar-da prevalentemente le conoidi libere e confinatesuperiori, meno quelle confinate inferiori, aesclusione del modenese (Secchia), per Triclo -rometano e Tetracloroetilene, e del bolognese(Sa vena e Idice), prevalentemente per Triclo -roeti lene e Triclorometano.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012246
DescrizioneI fitofarmaci non sono presenti in natura e fanno partedell’elenco delle sostanze pericolose da monitorare conparticolare attenzione. Si fa uso di queste sostanze inagricoltura, come ad esempio erbicidi e insetticidi, indiversi periodi dell’anno a seconda della coltura.Risultano quindi essere distribuiti sul terreno agrario,rappresentando una fonte diffusa.La presenza media annua dei fitofarmaci, definita nelDLgs 30/09 che recepisce la Direttiva 2006/118/CE, nondeve superare 0,5 μg/l come sommatoria totale e 0,1μg/l come singolo principio attivo.I fitofarmaci analizzati nel monitoraggio 2012 sonocomplessivamente 81, raggruppati in 3 protocolli ana-litici applicati alle singole stazioni di monitoraggiosulla base della vulnerabilità dei corpi idrici e dellecaratteristiche chimiche del principio attivo. In tabellasono elencati i fitofarmaci ricercati (con limiti di quan-tificazione pari a 0,01 μg/l e 0,05 μg/l in funzione dellasostanza analizzata) e individuati sulla base delle pres-sioni antropiche e delle caratteristiche chimiche e che-miodinamiche della sostanza. Altri singoli principi atti-
vi possono essere individuati durante le attività analiti-che, se presenti nel campione in concentrazione signi-ficativa.Per la determinazione della sommatoria, come indica-to dalla normativa, sono stati considerati i soli valori diconcentrazione superiori al limite di quantificazionedella metodica analitica.
ScopoIndividuare le acque sotterranee maggiormente com-promesse dal punto di vista qualitativo per causeantropiche legate al settore agricolo. La concentrazio-ne di fitofarmaci è uno dei parametri per la definizio-ne della classe di stato chimico delle acque sotterra-nee, che si riflette poi sullo stato ambientale comples-sivo della risorsa. È un indicatore importante ancheper individuare e indirizzare le azioni di risanamentoda adottare attraverso gli strumenti di pianificazione econsente, poi, di monitorare gli ef fetti di tali azioni everificarne il perseguimento degli obiettivi. È utile,inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo i pro-grammi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.
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STATO
Fitofarmaci in acque sotterranee
2,4 D (Acido 2,4 diclorfenossiacetico) DDE (p,p) Metalaxil 3,4 Dicloroanilina DDT (o,p) Metamitron Acetamiprid DDT (p,p) Metazaclor Acetoclor Diazinone Metidation Aclonifen Dicloran Metobromuron Alachlor Diclorvos Metolaclor Aldrin Dieldrin Metribuzin Atrazina Dimetenamide-P Molinate Atrazina Desetil Dimetoato Oxadiazon Atrazina Desisopropil (met) Diuron Paration etile Azinfos-metile Endosulfan Alfa Penconazolo Azoxistrobin Endosulfan Beta Pendimetalin Benfluralin Endrin Petoxamide Bensulfuronmetile Esaclorocicloesano Beta Pirimetanil Bentazone Etofumesate Pirimicarb Buprofezin Fenitrotion Procimidone Carbofuran Flufenacet Propaclor Ciprodinil Fosalone Propanil Clorantra niliprolo (DPX E - 2Y45) Imidacloprid Propazina Clorfenvinfos Isodrin Propiconazolo Cloridazon-iso Isoproturon Propizamide Clorpirifos-etile Lenacil Simazina Clorpirifos-metile Lindano (HCH Gamma) Terbutilazina Clortoluron Linuron Terbutilazina DesetilDDD(o,p) Malation Terbutrina DDD(p,p) MCPA Tiobencarb DDE(o,p) Mecoprop Trifluralin
Elenco dei fitofarmaci ricercati nei campioni di acque sotterranee (2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 247
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NOME DELL’INDICATORE
Fitofarmaci in acque sotter-ranee
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UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Grafici e tabelle
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Sommatoria fitofarmaci
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche
Conoidi montane e sabbie gialle
Conoidi alluvionali appenniniche
Freatico di pianura
Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore
Transizione pianura app.-padana-confinato superiore
Pianura alluvionale padana-confinato superiore
Pianura alluvionale costiera-confinato
Pianura alluvionale-confinato inferiore
Totale acquiferi Emilia-Romagna
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.13: Presenza di fitofarmaci nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012248
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.14: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici freatici di pianura(2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 249
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.15: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici montani, liberi e confi-nati superiori (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012250
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.16: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici di conoide liberi e confi-nati inferiori (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 251
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Sommatoria fitofarmaci
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero
Tidone-Luretta-Nure-superiore (*)
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali
Arda-libero (*)
Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore (*)
Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero
Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore
Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore
Crostolo-Tresinaro-superiore
Crostolo-Tresinaro-inferiore (*)
Secchia-Tiepido-Panaro-libero
Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.17: Presenza di fitofarmaci nelle conoidi alluvionali occidentali (2012)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Sommatoria fitofarmaci
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
<0,001 g/l 0,001-0,1 g/l 0,1-0,25 g/l 0,25-0,5 g/l >0,5 g/l
Samoggia-Reno-Lavino-libero
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*)
Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superiore
Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore
Sillaro-Santerno-libero (*)
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore (*)
Senio-Lamone-libero
Senio-Lamone-superiore
Senio-Lamone-inferiore (*)
Montone-Rabbi-Ronco-libero (*)
Ronco-Montone-superiore (*)
Ronco-Montone-inferiore (*)
Savio-libero (*)
Savio-superiore
Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore (*)
Marecchia-libero
Marecchia-superiore
Conca-libero (*)
Conca-superiore
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.18: Presenza di fitofarmaci nelle conoidi alluvionali orientali (2012)Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012252
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Nel 2012 la presenza di fitofarmaci è stata verifica-ta su 226 stazioni di monitoraggio, evidenziandoche nell’80,5% delle stazioni non è stata riscontra-ta la presenza di nessuno dei principi attivi ricer-cati, nel 17,7% la concentrazione, come sommato-ria totale, è inferiore al limite di 0,5 μg/l, mentrenelle restanti 1,8% la sommatoria risulta oltre illimite di legge. Le stazioni in cui i fitofarmaci sono assenti, oppu-re le concentrazioni non sono significative, sonoubicate nelle aree montane, di conoide e di pianu-ra alluvionale appenninica e padana, caratterizza-te le prime da minore pressione e le ultime daminore vulnerabilità all’inquinamento da questesostanze, come peraltro già evidenziato nei prece-denti monitoraggi ambientali. Le stazioni, invece,con concentrazioni di sommatoria di fitofarmacioltre i limiti di legge sono ubicate una in pianura
alluvionale appenninica (RE), una in pianura allu-vionale costiera (FE), una in corpo idrico montano(RN), mentre tutte le restanti sono negli acquiferifreatici di pianura, che si caratterizzano per l’ele -vata vulnerabilità e, nonostante solo il 3,8% dellestazioni di monitoraggio, sulle 52 totali, superi illimite di legge, il 51,9% evidenzia presenza di fito-farmaci a concentrazioni variabili, mentre è assen-te nel restante 44,3%. Le stazioni con concentra-zioni elevate di sommatoria di fitofarmaci sonoubicate nelle province di Parma, Reggio Emilia eFerrara. I superamenti delle singole sostanze atti-ve, con concentrazioni superiori a 0,1 μg/l, inte-ressano 7 stazioni di monitoraggio per le seguen-ti sostanze, provincia indicata tra parentesi:Bentazone (FE), Metolaclor (PR, RE), Terbu tila zi -na (PR), Terbutilazina Desetil (PR), 2,4D (FE, BO),MCPA (FE) e Malation (RN).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 253
DescrizioneIl livello delle acque sotterranee rappresenta la som-matoria degli effetti antropici e naturali sul sistemaidrico sotterraneo in termini quantitativi, ovveroprelievo di acque e ricarica delle falde medesime.Il livello delle falde misurato durante le attività dimonitoraggio può essere poi restituito rispetto allivello medio del mare (quota assoluta tramitepiano quotato) e viene definito piezometria, oppurepuò essere riferito alla quota del piano campagnalocale (quota relativa), in tal caso si definisce sog-giacenza, che ha valori positivi crescenti verso ilbasso, dal piano campagna fino al pelo libero del-l’acqua. La piezometria viene utilizzata per calcola-re le linee di deflusso delle acque sotterranee e irelativi gradienti idraulici, essendo a tutti gli effettiuna superficie equipotenziale reale nel caso diacquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinatirappresenta una superficie ideale di uguale pressio-ne dell’acqua. La soggiacenza viene spesso utilizza-ta per le applicazioni di campo, essendo riferita alpiano locale, e, come per la piezometria, rappresen-ta un dato reale nel caso di acquiferi liberi, mentreper gli acquiferi confinati diventa reale solo quandoviene perforato l’acquitardo al tetto dell’acquiferoconfinato. Dai valori di livello delle acque sotterra-
nee, si possono poi calcolare le tendenze nel tempo(trend) con le quali è possibile valutare le variazio-ni medie annue dei livelli delle falde, a supportodella definizione dello stato quantitativo delle acquesotterranee.
ScopoEvidenziare le zone del territorio sulle quali insisteuna criticità ambientale di tipo quantitativo, ovverole zone nelle quali la disponibilità delle risorse idri-che sotterranee è minacciata dal regime dei prelievie/o dall’alterazione della capacità di ricarica naturaledegli acquiferi. È utile, quindi, a supportare la defi-nizione dello stato quantitativo dei corpi idrici e con-testualmente a indirizzare le azioni di risanamento,al fine di migliorare la compatibilità ambientale delleattività antropiche, da adottare attraverso gli stru-menti di pianificazione. È utilizzato, di conseguenza,per consentire il monitoraggio degli effetti delleazioni di risanamento e verificare periodicamente ilperseguimento degli obiettivi ambientali previsti peri corpi idrici sotterranei. La variazione del livellodelle falde nel tempo è utile, anche, per orientare eottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggiodei corpi idrici sotterranei. A
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STATO
Livello delle acque sotterranee
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Livello delle acque sotterra-nee
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UNITÀ DI MISURA Metri FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio del periodo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012254
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.19: Soggiacenza media annua nei corpi idrici freatici di pianura (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 255
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.20: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012256
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.21: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 257
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.22: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012258
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Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.23: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 259
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I dati utilizzati per le elaborazioni sono relativialle misure di livello sia manuali, effettuate confrequenza semestrale, sia quelle della rete auto-matica della piezometria, che avvengono su unnumero ridotto di stazioni dei corpi idrici pro-fondi, con frequenza oraria. Di queste ultimesono state comunque considerate due misurenell’anno, quella massima del periodo primaveri-le e quella minima del periodo autunnale, al finedi rendere le serie storiche statisticamente signi-ficative e confrontabili con le stazioni aventi solomisure manuali.Il livello delle acque sotterranee dei corpi idricifreatici dipende oltre che dalle precipitazioni, chesu questo corpo idrico costituiscono una parterilevante della ricarica diretta, anche dal rapportocon i corsi d’acqua superficiali, che possono inalcuni periodi dell’anno essere alimentanti in altridrenanti in funzione delle quote relative tra alveoe corpo idrico sotterraneo, e infine dal regime deiprelievi. La distribuzione media annua di soggia-cenza evidenzia che il 74,5% delle 51 stazioni dimonitoraggio misurate nel 2012 ha un valoreinferiore ai 4 metri, mentre le restanti, pari a 13stazioni, hanno un valore di soggiacenza mediasuperiore a 4 metri, di cui 12 compreso tra 4 e 8metri e una sola stazione oltre gli 8 metri. Questeultime stazioni, che denotano un basso livellomedio annuo della falda rispetto a quanto osser-vato nel 2010, sono ubicate prevalentemente incorrispondenza di corsi d’acqua superficiali.Le carte di piezometria e relativa soggiacenzadei corpi idrici più profondi della pianura sonostate elaborate spazializzando i dati medi annua-li puntuali relativi sia ai corpi idrici di conoidelibera, confinata superiore e di pianure alluvio-nali confinate superiori, sia di quelli sottostantie più profondi che, oltre le conoidi libere, con-templano le conoidi confinate inferiori e le pia-nure alluvionali confinate inferiori. Questa
diversa elaborazione rispetto al passato, deter-minata dalla nuova individuazione dei corpi idri-ci anche con la profondità, non permette il con-fronto diretto con le elaborazioni precedenti;permette però di cogliere meglio gli effetti deiprelievi e/o del regime di ricarica naturale allediverse profondità della pianura.La distribuzione della piezometria evidenzia ilcaratteristico andamento del livello delle acquesotterranee, con valori elevati nelle zone di mar-gine appenninico – nel parmense si riscontranoi va lori più alti –, che si attenuano poi passandodalle conoidi libere, che rappresentano la zonadi ricarica diretta delle acque sotterranee pro-fonde da parte dei corsi d’acqua, alle zone di pia-nura alluvionale, fino ad arrivare a quote negati-ve (entro i -5 m) nella zona costiera. Questoandamento generale, con gradienti piezometricidifferenti, più elevati nelle zone delle conoidiemiliane rispetto a quelle romagnole, è interrot-to dalla conoide Reno-Lavino, che presenta inprossimità del margine appenninico valori dipiezometria negativi, anche nella porzione libe-ra di conoide, raggiungendo valori fino a -10 m.Questa depressione piezometrica si ampliaareal mente con la profondità, ovvero negli ac -quiferi liberi e confinati inferiori. Ciò costituiscel’impatto, ancora oggi molto evidente, prodottodai consistenti prelievi effettuati negli anni 50-60 del secolo scorso nella conoide me desima. Inquesto caso, la soggiacenza raggiunge valori dicirca 60-65 m dal piano campagna, evidenziandouno spessore di acquifero insaturo rilevante sot-tostante l’alveo del fiume Reno. La distribuzionedella soggiacenza evidenzia situazioni moltomeno accentuate rispetto a quella del Reno an -che in altre conoidi, come ad esempio nel Treb -bia, Taro, Secchia, Panaro, e in alcune co noidiromagnole, frutto di prelievi per i diversi usidella risorsa.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012260
DescrizioneLo SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee)è un indice che riassume in modo sintetico lo statoqualitativo delle acque sotterranee (di un corpoidrico sotterraneo o di un singolo punto d’acqua)basandosi sul confronto delle concentrazioni me -die annue dei parametri chimici analizzati con irelativi standard di qualità e valori soglia definiti alivello nazionale dal DLgs 30/09 (Tabelle 2 e 3dell’Allegato 3), tenendo conto anche dei valori difondo naturale. Lo stato chimico viene descritto in2 classi di qualità, Buono e Scarso, secondo il giu-dizio di qualità definito dal DLgs 30/09. Il supera-mento dei valori di riferimento (standard e so glia),anche per un solo parametro, è indicativo delrischio di non raggiungere lo stato di “buono” al2015 e può determinare la classificazione del cor -po idrico in stato chimico “scarso”. Qualora ciòinteressi solo una parte del volume del corpo idri-co sotterraneo, inferiore o uguale al 20%, il corpoidrico può ancora essere classificato come in statochimico “buono”.I valori soglia, fissati a livello nazionale su baseecotossicologica, possono essere rivisti a scala dicorpo idrico quando il fondo naturale delle acquesotterranee assuma concentrazioni superiori aivalori soglia, tali per cui questi ultimi vengonoinnalzati pari ai valori di fondo naturale. Ladeterminazione dei valori di fondo naturale perdiverse sostanze assume pertanto grande impor-tanza al fine di non classificare le acque di quali-
tà scadente per cause naturali in stato Scarso,oppure di identificare improbabili punti di inver-sione dei trend con conseguente attivazione dimi sure di ripristino impossibili da realizzarsinella pratica.Nel triennio 2010-2012 la classe di SCAS di cia-scuna stazione di monitoraggio è stata attribuitaassegnando la classe di stato prevalente tra quelledisponibili nel periodo. Mentre l’attribuzione dellaclasse di qualità a ciascun corpo idrico è stata fattasulla base dello stato di qualità definito in ciascu-na stazione appartenente al corpo idrico.
ScopoScopo dell’indicatore è quello di evidenziare inmodo sintetico le zone sulle quali insiste una cri-ticità ambientale dal punto di vista qualitativodella risorsa idrica sotterranea. La classificazione èeffettuata non solo analizzando singolarmente ladistribuzione sul territorio degli inquinanti chederivano dalle attività antropiche, ma anche corre-lando questa con la distribuzione di parametri chi-mici di origine naturale che, per le concentrazionianche elevate dovute principalmente alle caratte-ristiche intrinseche dell’acquifero, possono com-promettere l’utilizzo delle acque stesse. L’indiceindividua gli impatti antropici sui corpi idrici sot-terranei che necessitano di una riduzione dellepressioni e/o di azioni finalizzate a prevenirne ilpeggioramento.
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Stato chimico delle acque sotterranee (SCAS)
Classe di qualità Giudizio di qualità
Buono
La composizione chimica del corpo idrico sotterraneo è tale che le concentrazioni di inquinanti non presentano effetti di intrusione salina, non superano gli standard di qualità ambientale e i valori soglia stabiliti e infine, non sono tali da impedire il conseguimento degli obiettivi ambientali stabiliti per le acque superficiali connesse, nè da comportare un deterioramento significativo della qualità ecologica o chimica di tali corpi, nè da recare danni significativi agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo.
Scarso Quando non sono verificate le condizioni di buono stato chimico del corpo idrico sotterraneo
Nota: Scala cromatica Direttiva 2000/60/CE
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 261
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NOME DELL’INDICATORE
Stato chimico delle acquesotterranee (SCAS)
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UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valore medio annuo della concentrazione dei parametri chimici in ciascuna stazione di monitoraggio, confronto con i relativi standard di qualità e valori soglia definiti a livello nazionale dal D. Lgs. 30/09(Tabelle 2 e 3 dell’Allegato 3), tenendo conto anche dei valori di fondonaturale, e attribuzione della classe di qualità per ciascun punto di pre-lievo. Nel triennio 2010-2012 la classe di SCAS di ciascuna stazioneè stata attribuita assegnando la classe di stato prevalente tra quelle di -sponibili nei tre anni di monitoraggio. Attribuzione di classe di qualitàa ciascun corpo idrico sulla base dello stato di qualità definito in cia-scuna stazione appartenente al corpo idrico.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012262
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99, 68%
46, 32%
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.24: Stato chimico per corpo idrico (numero e percentuale sul totale) (2010-2012)
Corpi Idrici SCAS 2010-2012
TotaleBuono Scarso
Conoidi alluvionali 52 36 88
Pianure Alluvionali 5 0 5
Freatici 0 2 2
Montani 42 8 50
Totale 99 46 145
Tabella 3B.2: Stato chimico per tipologia di corpo idrico (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Grafici e tabelle
Classe di SCAS
Stazioni di monitoraggio Parametri critici di classe "Scarso"
numero % su totale
Buono 427 78.3
Scarso 118 21.7 Nitrati, Nitriti, Ione ammonio, Solfati, Fluoruri, Conducibilità elettrica, Cloruri, Arsenico, Boro, Nichel, Cromo (VI), Composti Organoalogenati, Fitofarmaci
Totale 545 100
Tabella 3B.1: Stato chimico per stazione di monitoraggio e parametri critici (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 263
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.25: Stato chimico dei corpi idrici sotterranei freatici di pianura (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012264
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.26: Stato chimico dei corpi idrici sotterranei montani, conoidi libere e confinati supe-riori di pianura (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 265
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.27: Stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei confinati inferiori di pianura (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012266
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Lo stato chimico desunto dal monitoraggio deicorpi idrici sotterranei nel triennio 2010-2012, suun totale di 545 punti di prelievo, evidenzia che427 stazioni (78.3% del totale) sono classificate instato “buono”, mentre 118 stazioni (21.7%) sonoclassificate in stato “scarso” (tabella 3B.1). Lo statoscarso è dovuto al superamento delle concentra-zioni degli standard di qualità e valori soglia dellesostanze imputabile ad una origine antropica,ovvero: nitrati, nitriti, ione ammonio, solfati, fluo-ruri, conducibilità elettrica, cloruri, arse ni co, bo -ro, nichel, cromo (VI), composti organo alogenati,fitofarmaci.In termini di corpi idrici sotterranei lo stato chi-mico è “buono” in 99, pari al 68% rispetto i 145totali (figura 3B.24). Si tratta di corpi idrici colli-nari e montani, di fondovalle e profondi di pianu-ra alluvionale (tabella 3B.2). Il resto dei corpi idri-ci, 46 pari al 32% del totale, è in stato chimico“scarso”. Si tratta di 36 corpi idrici di conoide allu-vionale appenninica, 8 montani e 2 freatici di pia-nura. Questi ultimi, che sono a diretto contattocon tutte le attività antropiche svolte in pianura,evidenziano come principali sostanze che non per-mettono di raggiungere lo stato di “buono” i nitra-ti e i fitofarmaci (figura 3B.25).Le criticità riscontrate in alcune conoidi alluvio-nali appenniniche, in particolare le porzioniconfinate superiori e in alcuni casi le porzioni
confinate inferiori, sono imputabili prevalente-mente alla presenza di nitrati e composti orga-noalogenati: i primi derivanti dalle attività agri-cole e zootecniche, mentre i secondi da attivitàantropiche, attuali o pregresse, di tipo civile eindustriale, svolte nell’ambito della fascia colli-nare e di alta-pianura corrispondente alla zonacon maggiore urbanizzazione. La permanenza diqueste sostanze, in questo contesto territorialecaratterizzato da numerosi prelievi idrici, puòcompromettere nel tempo gli usi pregiati dellarisorsa (figura 3B.26).Lo stato chimico dei corpi idrici montani risulta ingenerale buono, anche se per alcuni corpi idricidelle province di Parma e Piacenza è stato cautela-tivamente attribuito lo stato di “scarso” per la pre-senza di Cr(VI) di presumibile origine naturale,considerando il contesto geologico ad ofioliti.I corpi idrici profondi (confinati inferiori di pianu-ra), a parte alcune porzioni profonde e confinate diconoide, risultano in stato di “buono” grazie allaindividuazione dei valori di fondo naturale di ioneammonio, arsenico, boro e cloruri che sono natu-ralmente presenti negli acquiferi (figura 3B.27).Oltre alla rappresentazione dello stato chimico deicorpi idrici sono state evidenziate anche le stazio-ni di monitoraggio che evidenziano tendenzesignificative all’aumento o alla diminuzione deinitrati.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 267
DescrizioneLo SQUAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterra -nee) è un indice che riassume in modo sintetico lostato quantitativo di un corpo idrico sotterraneo, chesi basa sulle misure di livello/portata in relazione allecaratteristiche dell’acquifero (tipologia complessoidrogeologico, caratteristiche idrauliche) e del relati-vo sfruttamento (pressioni antropiche). Lo SQUASattribuito a ciascun corpo idrico viene definito in dueclassi, “buono “ e “scarso”, secondo lo schema delDLgs 30/09 (tabella 4 dell’allegato 3). La classe diSQUAS “buono” viene attribuita ai corpi idrici sotter-ranei nei quali il livello/portata di acque sotterranee ètale che la media annua dell’estrazione a lungo termi-ne non esaurisca le risorse idriche sotterranee dispo-nibili. Di conseguenza, il livello delle acque sotterra-nee non subisce alterazioni antropiche tali da:• impedire il conseguimento degli obiettivi ecolo-gici specificati per le acque superficiali connesse;• comportare un deterioramento significativodella qualità di tali acque;• recare danni significativi agli ecosistemi terrestridirettamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo.Inoltre, alterazioni della direzione di flusso risul-tanti da variazioni del livello possono verificarsi,su base temporanea o permanente, in un’area deli-mitata nello spazio; tali inversioni non causanotuttavia l’intrusione di acqua salata o di altro tipo,né imprimono alla direzione di flusso alcuna ten-denza antropica duratura e chiaramente identifi-cabile che possa determinare siffatte intrusioni.
ScopoScopo dell’indicatore è quello di evidenziare in modosintetico le zone sulle quali insiste una criticitàambientale dal punto di vista quantitativo della risor-sa idrica sotterranea. Lo SQUAS valuta lo stato quan-titativo della risorsa, interpretandolo in termini diequilibrio di bilancio idrogeologico dell’acquifero,ovvero della capacità di sostenere sul lungo periodogli emungimenti (pressioni antropiche) che su di essoinsistono in rapporto ai fattori di ricarica. Entrano ingioco in questo caso le caratteristiche intrinseche dipotenzialità dell’acquifero, nonché quelle idrodinami-che e quelle legate alle capacità di ricarica, rappresen-tate per i corpi idrici di pianura dalla tendenza neltempo che assume il livello piezometrico.Lo SQUAS descrive pertanto lo stato di sfruttamento ela disponibilità delle risorse idriche sotterranee inun’ottica di sviluppo sostenibile e compatibile con leattività antropiche. Tale indice può essere di supportoper la pianificazione e per una corretta gestione dellarisorsa idrica, individuando i corpi idrici sotterraneiche necessitano di una riduzione progressiva dei pre-lievi e/o un incremento della ricarica.
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Stato quantitativodelle acque sotterranee (SQUAS)
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Stato quantitativo delleacque sotterranee (SQUAS)
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UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Calcolo della variazione media annua della piezometria (trend pie-zometria), nel periodo 2002-2012, in ogni singola stazione di moni-toraggio di pianura avente una serie storica significativa di dati deri-vanti sia dal monitoraggio manuale che automatico. Successiva spa-zializzazione dei trend di piezometria e calcolo del valore medio ditrend per ciascun corpo idrico appartenente sia al livello confinatosuperiore che di quello inferiore. È stato attribuito il valore di “buono”stato quantitativo ai corpi idrici che presentano la media del trend dipiezometria maggiore o uguale a zero (D. Lgs. 30/09 – Tabella 4dell’Allegato 3).Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei freatici di pianura emontani è stato stimato sulla base delle pressioni antropiche presentie, nel caso di quelli montani, tenendo conto anche delle modalità dicaptazione delle sorgenti.
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115, 79%
30, 21%
Buono
Scarso
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.28: Stato quantitativo per corpo idrico (numero e percentuale sul totale) (2002-2012)
Grafici e tabelle
Corpi IdriciSQUAS 2002-2012
TotaleBuono Scarso
Conoidi alluvionali 58 30 88
Pianure Alluvionali 5 0 5
Freatici 2 0 2
Montani 50 0 50
Totale 115 30 145
Tabella 3B.3: Stato quantitativo per tipologia di corpo idrico (2002-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.29: Stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei freatici di pianura (2010-2012)
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.30: Stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei montani, conoidi libere e confinatisuperiori di pianura (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012272
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.31: Stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei confinati inferiori di pianura (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 273
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Lo stato quantitativo risulta “buono” nel 79% deicorpi idrici sotterranei, pari a numero 115 corpiidrici rispetto i 145 totali (figura 3B.28; tabella3B.3). Si tratta di corpi idrici collinari e montani,di fondovalle, freatici e profondi di pianura allu-vionale. Questi ultimi rappresentano circa il 70%della superficie totale di pianura.Lo stato quantitativo dei corpi idrici freatici di pia-nura (figura 3B.29) è stato individuato in classe di“buono” per la pressoché assenza di pozzi ad usoindustriale, irriguo e civile, e per il rapporto idro-geologico con i corpi idrici superficiali, sia natura-li che artificiali, che ne regolano il livello per granparte dell’anno. Per il freatico costiero non sonostati al momento identificati effetti di ingressionedel cuneo salino per effetto degli emungimenti, ele attuali fluttuazioni del cuneo salino sono stateimputate a condizioni naturali, anche estreme,determinate dal clima. Lo stato quantitativo deicorpi idrici montani e dei depositi di fondovalle èstato individuato in classe “buono” in quanto ilprelievo dell’acqua da sorgenti risulta diffuso neicorpi idrici sotterranei e non localizzato, inoltre,la captazione delle sorgenti avviene nella quasitotalità dei corpi idrici in condizioni non forzate,
ovvero non sono presenti, se non sporadicamente,pozzi o gallerie drenanti.I corpi idrici in stato di scarso, ovvero a rischio di nonraggiungere gli obiettivi ambientali fissati dalla nor-mativa, sono il 21% del totale, pari a numero 30 corpiidrici. Si tratta di circa la metà dei corpi idrici di co -noide alluvionale appenninica (figura 3B.30 e 3B.31),ubicati da Modena a Rimini, nelle zone dove si con-centrano importanti prelievi acquedottistici, indu-striali e irrigui, in associazione ad una limitata capa-cità di ricarica/stoccaggio dei corpi idrici sotterraneimedesimi. Tra le diverse porzioni di conoide (libero,confinato superiore e confinato inferiore), la criticitàrisulta presentarsi in funzione del contesto idrogeo-logico, della dimensione del corpo idrico e dell’entitàdei prelievi, coinvolgendo alcune parti delle conoidi enon altre, evidenziando a scala regionale fenomeno-logie in atto diversificate e di diversa entità circa ilregime di ricarica e di prelievo. Un esempio di ciò èrappresentato dalla conoide Reno-Lavino, che pre-senta una depressione piezometrica che si ampliaarealmente con la profondità, che causa uno statoquantitativo “scarso” della porzione confinata inferio-re, al contrario delle porzioni libera e confinata supe-riore.
Commento
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Riferimenti
� Autori
Donatella FERRI (1), Marco MARCACCIO (1)
(1) ARPA DIREZIONE TECNICA
Si ringrazia per la collaborazione fornita e/o per i dati forniti: Roberta Biserni; Silvia Franceschini;Saverio Giaquinta; Daniela Lucchini; Anna Maria Manzieri; Sara Reverberi; Rita Rossi; Elisabetta Russo;Roberto Vecchietti. Si ringraziano infine tutti i collaboratori di Arpa che a diverso titolo hanno collabo-rato nelle attività di campo e di laboratorio.
� Bibliografia
1. Arpa Emilia-Romagna, 2010. Rete Regionale di Monitoraggio delle Acque Sotterranee. Relazioneannuale dati 2008. Relazione triennale 2006-2008. (A cura di Marco Marcaccio)http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=2309&idlivello=112
2. Arpa Emilia-Romagna, 2013. Monitoraggio dei corpi idrici sotterranei dell’Emilia-Romagna ai sensidelle Direttive 2000/60/CE e 2006/118/CE. Triennio 2010-2012. (A cura di Donatella Ferri e MarcoMarcaccio) http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=5055&idlivello=112
3. Decreto Legislativo n. 30 del 16 marzo 2009. Attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa alla prote-zione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento. Pubblicato nella Gazzetta Ufficialen. 79 del 4 aprile 2009
4. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). Directive of the European Parliament andof the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field ofwater policy, OJ L327, 22 Dec 2000, pp. 1-73
5. Direttiva 2006/118/CE, GroundWater Daughter Directive (GWDD). Directive of the EuropeanParliament and of the Council of 12 December 2006 on the protection of groundwater against pol-lution and deterioration, OJ L372, 27 Dec 2006, pp. 19-31
6. European Commission. Guidance on groundwater status and trend assessment, guidance documentno 18. Technical Report 2009, ISBN 978-92-79-11374-1 European Communities, Luxembourg, 2009
7. Regione Emilia-Romagna, 2004. Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 2135 del 2 novembre2004. Rete di monitoraggio delle acque sotterranee della Regione Emilia-Romagna ed integrazioniriguardanti le reti di controllo delle acque superficiali.
8. Regione Emilia-Romagna, Arpa Emilia-Romagna, 2005. Le caratteristiche degli acquiferi dell’Emilia-Romagna - Report 2003. A cura di A. Fava, M. Farina, M. Marcaccio. Rapporto tecnico Arpa Emilia-Romagna, Scandiano (RE). 244 pp. http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=553&idlivello=234
9. Regione Emilia-Romagna, 2010. Delibera di Giunta n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attivitàdella Regione Emilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai finidella redazione e adozione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino setten-trionale e Appennino centrale. http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione
� Sitografia
1. http://www.arpa.emr.it/dettaglio_generale.asp?id=679&idlivello=247
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 278
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 278
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 278
Indicatori
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 281
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 297
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 305
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 330
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 350
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 353
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 353
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 353
INDICE
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� Uso prevalente in essere Acque, Provincia 2008 281del territorio delle province costiere Suolo
� Densità turistico ricettiva costiera Aria, Rifiuti, Provincia 2001-2012 284Suolo
� Densità residenziale costiera Acque, Provincia 2006-2012 290Aria, Rifiuti,
Suolo
� Densità turistica costiera Acque, Provincia 2006-2012 292Aria, Rifiuti,
Suolo
� Densità abitativa costiera Acque, Provincia 2012 294Aria, Suolo,
Rifiuti
� Inquinanti sversati per bacino Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 148)
� Carichi di inquinanti pericolosi Acque, Bacino Stime 297Natura e idrografico al 2008-2011
biodiversità
� Indice trofico TRIX Acque, Regione 1996-2012 305Natura e
biodiversità
� Classificazione delle acque Acque, Rifiuti Regione 2007-2012 309di balneazione Suolo
� Concentrazione di fosforo Acque Regione 1983-2012 317
� Concentrazione di azoto Acque Regione 1982-2012 320
� Concentrazione di sostanze pericolose Acque, Regione 2008-2012 325nei sedimenti (cadmio, piombo, cromo, nichel, Natura e arsenico, mercurio, PCB’s, DD’s, IPA) biodiversità
� Indice di torbidità TRBIX Acque, Regione 2012 330Natura e
biodiversità
� Presenze microalgali Acque, Regione 2010-2012 333Natura e
biodiversità
� Macroinvertebrati bentonici Acque, Regione 2010-2012 339Natura e
biodiversità
� Ossigeno sul fondo, aree di anossia Acque, Regione 1999-2012 342Natura e
biodiversità
� Concentrazione di clorofilla “a” Acque, Regione 2008-2012 346Natura e
biodiversità
� Zone permanentemente Acque, Provincia 2012 350e/o temporaneamente balneabili Suolo
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
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Introduzione
Trend tendenti alla diminuzione negli ultimi 20 anni delle concentrazioni delle componentifosfatiche. Diminuzione anche delle componenti azotate nella zona meridionale e centraledella costa; per tali componenti il trend è ancora in crescita nell’area settentrionale.
Trend in aumento delle concentrazioni di Clorofilla “a” lungo tutta la costa fino al 2011; nel2012 c’è una inversione di tendenza.
Trend delle condizioni qualitative ambientali degli ultimi anni senza marcate variazioni adeccezione del miglioramento di tali condizioni rilevate nel 2012. La variabilità è stretta-mente legata alle fluttuazioni meteoclimatiche.
La situazione qualitativa delle acque marino costiere presenta elementi di criticità lega-ti allo sviluppo di fenomeni eutrofici che, seppure con intensità e persistenza ridotterispetto agli anni 70 e 80, sviluppano stati distrofici. Il trend delle condizioni troficheè in lieve diminuzione. É necessario comunque perseguire le azioni di risanamento (ri -duzione carichi N e P) a scala di bacino.
� Messaggio chiave
L’introduzione delle recenti normative, che hannosostituito gli Allegati tecnici del DLgs 152/06, hannoimposto un nuovo approccio conoscitivo sempre piùecosistemico. Non viene, quindi, valutato solo il TRIX,ma anche gli elementi chimici e biologici che contri-buiscono a determinare lo stato ambientale del corpoidrico. Nel 2012, per le acque marino costiere dell’Emi -lia-Romagna, si segnala il manifestarsi di fenomeni eu -trofici causati dagli apporti di sostanze nutritive (formedi P e N), trasportate a mare a seguito delle precipita-zioni che hanno dilavato sia i bacini padani, che costie-
ri, in associazione con peculiari condizioni meteo-marine. Anche nel 2012 si sono verificati casi di ipos-sia/anossia negli strati profondi. Si segnala un trend inaumento delle forme azotate trasportate a mare daibacini costieri nell’area settentrionale della costa; nellearee centro-meridionali il trend è in lieve diminuzione.Il trend dell’ortofosfato è invece decrescente lungotutta la costa. Il raggiungimento e mantenimento del-l’obiettivo “Buono” per l’indice trofico TRIX, nei tempirichiesti dalla normativa, necessita di un ulteriore sfor-zo indirizzato all’abbattimento dei carichi di nutrienti.
� Sintesi
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� Quadro generale
L’attività trentennale di controllo e monitoraggiodelle acque marino costiere dell’Emilia-Romagnaha permesso di conoscere non solo l’evoluzionedello stato qualitativo, ma anche l’efficacia delleazioni di risanamento mirate alla mitigazione delfenomeno eutrofizzazione. Detto fenomeno rap-presenta, a tutt’oggi, il principale problema am -bientale dell’Adriatico nord-occidentale. Le acquecostiere sono il recettore finale di un complessosistema idrografico. I settori produttivi, com-prendenti l’agrozootecnia e il settore civile, rap-presentano le principali fonti di generazione deinutrienti. La lettura dei diversi indicatori selezio-nati deve essere comunque fatta in un contesto
più ampio, in quanto deve essere necessariamen-te considerato l’insieme dei fattori morfologici,idrografici, biologici e meteoclimatici. Oltre allaquantità e qualità degli apporti di nutrienti (azo -to e fosforo in particolare), sono da valutare lascarsa profondità dell’Adriatico settentrionale, laconformazione della linea di costa, la scarsa idro-dinamicità (soprattutto nel periodo estivo) e lecondizioni me teorologiche. Queste ultime, rap-presentate soprattutto dal vento, dalle correnti,dal moto ondoso, possono favorire la risoluzionedi stati distrofici in atto e, nel contempo, favorirela diluizione e dispersione dei carichi eutrofiz-zanti provenienti dagli apporti fluviali. Al contra-
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rio, diffuse e persistenti precipitazioni atmosferi-che determinano un incremento dei carichi dinutrienti veicolati a mare e, conseguentemente,favoriscono lo sviluppo di blooms algali. Le mani-festazioni spazio temporali degli eventi eutroficisono molto diversificate; in estrema sintesi si puòaffermare che, nella zona compresa tra il delta delPo e Ravenna (dighe foranee del porto), i proces-si di fioritura microalgale sono più frequenti epiù intensi rispetto alla parte centrale e meridio-nale della costa.Anche la distribuzione degli elementi “fertilizzan-ti” e dell’indice di biomassa microalgale seguonoun modello con andamento in diminuzione danord a sud, da costa verso il largo e dalla superfi-cie verso il fondo. La formazione di situazionianossiche delle acque di fondo è la principale con-seguenza dell’eutrofizzazione, in quanto determi-
na effetti distrofici sugli equilibri degli ecosistemibentonici, con impatto diretto sul comparto dellapesca e un riflesso negativo sul turismo, per lospiaggiamento di organismi morti e lo sviluppo diodori sgradevoli che derivano dai processi di de -gradazione della sostanza organica.Negli ultimi anni si è osservata una diminuzionedelle concentrazioni dei nutrienti nelle acquemarino costiere, con conseguente riduzione deifenomeni eutrofici e dei casi di anossia/ipossia,anche in termini di intensità e durata.Nel 2010 e 2011 il valore medio annuale di TRIX èstato rispettivamente di 5,98 e 5,67, attribuendoallo stato trofico delle acque marino costiere ilgiudizio “Sufficiente” in base a quanto previsto dalDM 260/10. Nel 2012 il giudizio si colloca al limi-te fra “Sufficiente e Buono” con il valore medio/anno del TRIX pari a 5,0.
Con il DLgs 152/06 (che recepisce la Direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente il pre-cedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazione dello statodi qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque marino costiere sono previsti numerosinuovi elementi per la definizione dello Stato ecologico e la ricerca di contaminanti inorganicie organici nelle matrici acqua, sedimento e biota per la definizione dello Stato chimico. Con ilDM 56/09 vengono definiti i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici, individuandogli elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico e dello stato chimico.Con il successivo DM 260/10 sono definiti i criteri tecnici per la classificazione dello stato deicorpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione dei corpi idricida effettuare al termine del ciclo di monitoraggio.Un altro decreto attuativo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08, recan-te i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le metodologieper l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazione), l’in di -viduazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti.I criteri per la tipizzazione dei corpi idrici consentono la caratterizzazione delle acque costie-re con valori medi annuali di stabilità verticale, secondo le tre tipologie:
– alta stabilità;– media stabilità;– bassa stabilità.
Tutta la fascia costiera emiliano-romagnola ricade nella tipologia “alta stabilità”.Tale tipologia è giustificata non solo dalla formazione di termoclini nel periodo primaveri-le/autunnale, ma anche dalla presenza di aloclini/picnoclini determinati dai cospicui apportidi acque dolci sversate in particolare dal fiume Po.Associando i criteri geomorfologici (costa sabbiosa e pianura alluvionale) con quelli idrologici(alta stabilità), risulta che l’intera fascia costiera dell’Emilia-Romagna appartiene al tipo “E1”(pianura alluvionale).La fase successiva è stata quella di individuare i corpi idrici. I “corpi idrici” sono le unitàa cui fare riferimento per la verifica della conformità agli obiettivi ambientali definiti nelDLgs 152/06. La corretta identificazione dei corpi idrici è di particolare importanza, in quanto gli obiettiviambientali e le misure necessarie per raggiungerli si applicano in base alle caratteristiche e allecriticità dei singoli “corpi idrici”. L’identificazione deve permettere un’accurata descrizionedello stato degli ecosistemi acquatici, per consentire l’applicazione corretta degli obiettivi am -bientali e il loro perseguimento e raggiungimento come previsto dal DLgs 152/06.
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque marino costiere
(segue)�
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Per le acque marino costiere della regione Emilia-Romagna si individuano 2 corpi idrici (figu-ra sottostante). Il corpo idrico CD1 si estende da Goro (delta Po) a Ravenna con una super-ficie di circa 96 km2 ed è influenzato dagli apporti sversati dal bacino padano e da quellodel fiume Reno. Il corpo idrico CD2 si estende da Ravenna a Cattolica con una superficiepari a 202 km2 e riceve il contributo dei bacini idrografici dei Fiumi Uniti/Savio e delConca/Marecchia.
Al capitolo 12 (pag. 1034) si riporta la descrizione e la rappresentazione cartografica dellarete di monitoraggio delle acque marino costiere istituita ai sensi del DLgs 152/06. Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento che costi-tuiscono la nuova rete di monitoraggio delle acque marino costiere della regione Emilia-Ro -magna, istituita ai sensi del DLgs 152/06.
I dati ottenuti dall’attività di monitoraggio svolta ai sensi del DLgs 152/06 sono integrati coni dati chimico-fisici e biologici rilevati nelle attività di monitoraggio effettuate per la valuta-zione dello stato trofico delle acque marino costiere (LR 39/78, LR 3/99 e LR 44/95), rela-tivamente a stazioni di campionamento ubicate alla distanza di 10 e 20 km dalla costa. Taleintegrazione consente di analizzare lo stato delle acque marino costiere con una visione piùampia delle informazioni.
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Corpo Idrico 2 (CD2)
Corpo Idrico 1(CD1)
F CF C
R AR A
F EF E
R NR N
RRimini
Ravenna
Cattolica
Comacchio
L. Adr iano
Cesenatico
L. di Volano
P. Gar ibaldi
M. di Ravenna
Casal Bor setti
SAVIO
REN
O
BEVA
NO
LAMONE
MAR
ECCH
IA
BEVANO
/
Figura - Rappresentazione cartografica della suddivisione in corpi idrici delle acque marino costiere
WGS84
Vertici CD1 Goro - Ravenna
Distanza costa km
Profondità fondale m
Latitudine Longitudine
A1 0,5 2,5 44.4786 12.1637 B1 3,0 4,5 44.4789 12.1867 C1 3,0 8,7 44.2985 12.1924 D1 0,5 3,5 44.2984 12.1705
WGS84
Vertici CD2 Ravenna - Cattolica
Distanza costa km
Profondità fondale m
Latitudine
Longitudine
A2 0,5 2,8 44 .2917 12.1711 B2 3,0 8,8 44 .2971 12.1922 C2 3,0 10,5 43 .5969 12.4585 D2 0,5 3,7 43 .5820 12.4494
(continua)
Codice Stazione Località Corpo idrico Lat WGS84 Lon WGS84 Discosta
(km) Prof. (m)
2 Lido di Volano CD1 44.457656 12.155128 0,5 3,9 302 Lido di Volano CD1 44.456876 12.174088 3 6,7 4 Porto Garibaldi CD1 44.396873 12.154228 0,5 3,7 SFBC4 Porto Garibaldi CD1 44.397070 12.155680 1 5 304 Porto Garibaldi CD1 44.396934 12.172888 3 9,1 BIOTA1 Porto Garibaldi CD1 44.420335 12.177028 4,3 10,5 6 Casalborsetti CD1 44.332012 12.174568 0,5 5,2 306 Casalborsetti CD1 44.334052 12.193348 3 10,2 308 Marina di Ravenna CD2 44.288990 12.192627 3 8,1 9 Lido Adriano CD2 44.240749 12.195387 0,5 5,4 SFBC9 Lido Adriano CD2 44.242420 12.194870 1 6 309 Lido Adriano CD2 44.243089 12.213866 3 9,4 BIOTA2 Foce Bevano CD2 44.234869 12.206426 1,95 7,5 14 Cesenatico CD2 44.127226 12.241524 0,5 3,1 SFBC14 Cesenatico CD2 44.128090 12.244960 1 5 314 Cesenatico CD2 44.132626 12.258444 3 8,3 BIOTA3 Cesenatico CD2 44.130347 12.279503 4,9 9,5 17 Rimini CD2 44.046585 12.350548 0,5 4,3 317 Rimini CD2 44.058165 12.359907 3 9,9 19 Cattolica CD2 43.582924 12.444691 0,5 4,1 SFBC19 Cattolica CD2 43.580440 12.445400 2 10,5 319 Cattolica CD2 43.593664 12.455912 3 11 BIOTA4 Cattolica CD2 43.594684 12.445172 2,7 10,5
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 281
DescrizioneL’antropizzazione del territorio e il suo sfrutta-mento finiscono per condizionare in maniera piùo meno rilevante anche la qualità delle diversematrici ambientali. A seguito del processo diantropizzazione, infatti, l’uso del suolo, secondomodalità più o meno sostenibili, può rappresenta-re un importante fattore di pressione sugli ecosi-stemi; la sua adeguata e precisa conoscenza risul-ta quindi fondamentale, anche ai fini di unamigliore rappresentazione e valutazione della qua-lità delle risorse ambientali.
ScopoLa valutazione dell’uso del territorio costiero con-tribuisce all’individuazione dei fattori che possonofavorire il manifestarsi di eccessi di carico o pres-sione sull’ambiente, facilitando l’individuazione dipossibili interventi già in fase di pianificazione.
AC
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Determinanti
DETERMINANTI
Uso prevalente in essere delterritorio delle province costiere
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Uso prevalente in essere del territorio delle provincecostiere
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2008
AGGIORNAMENTODATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09LR 20/00
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione percentuale del territorio in relazione alla tipologia di utilizzo (superfici artificiali, superfici agricole utilizzate, terreniboscati e semi-naturali, zone umide e corpi idrici)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012282
AC
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Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.1: Mappa dell’uso del suolo, province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini (2008)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 283
AC
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Determinanti
4%7%
82%
1%6%
Ferrara
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
corpi idrici superfici agricole utilizzatesuperfici artificiali territori boscati e ambienti
semi-naturalizone umide
3%
72%
11%
11%3%
Ravenna
1%
46%
7%
46%
0%Forlì-Cesena 2%
57%15%
26%
0%Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.2: Distribuzione percentuale dell’uso del suolo nelle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini (2008)
La mappa dell’uso del territorio costiero (figura3C.1) deriva dal database della Regione Emilia-Romagna “Uso del suolo 2008”, utilizza come fon -te informativa ortofoto “Agea 2008” e come siste-ma di classificazione il CORINE Land Cover. Nonostante l’annessione di una vasta area (328km2) scarsamente popolata (55 ab./km2), il mag-gior sfruttamento del suolo si osserva sempre aRimini, ove le due macrocategorie dell’urbanizza-to e delle aree industriali e dei servizi (superficiartificiali) coprono il 14,8% dell’intero territorio,attestandosi su valori più bassi nelle altre province(RA 10,7%, FE 7,4%, FC 7,1%) (figura 3C.2).Per quanto riguarda le “superfici agricole utilizza-te”, rilevante è la percentuale riscontrata nellapro vincia di Ferrara (81,8%), mentre con ordinede crescente seguono Ravenna (72,1%), Rimini(57,1%) e Forlì-Cesena (45,5%).Al valore più basso dell’uso del suolo per l’agri -
col tura della provincia di Forlì-Cesena, si con-trappone la percentuale più elevata dei “territoriboscati e semi-naturali” (46,4%), superiore allealtre province (Rimini 25,8%, Ravenna 11,2% eFerrara 1,1%).La presenza di “zone umide” nelle province diFerrara (6%) e di Ravenna (3%) è attribuibile allevalli interne, alle acque di transizione e alle salinepresenti nel territorio; per quanto riguarda le pro-vince di Forlì-Cesena (0,003%) e di Rimini(0,048%), i dati evidenziano un’estensione moltolimitata di “zone umide”.
Nota: La Legge 117 del 3 agosto 2009 ha sancito il distaccodella Comunità montana dell’Alta Valmarecchia dalla Re -gione Marche e il suo accorpamento alla Provincia di Ri -mini. Dal 1 gennaio 2010 i sette nuovi comuni sono statiintegrati nelle statistiche ufficiali dell’Emilia-Romagna esono quindi considerati in questo capitolo
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012284
DescrizioneLa capacità turistica è valutata in termini di nume-ro di strutture ricettive e posti letto per unità disuperficie. Al fine di uniformare diverse fonti(Istat, Ufficio statistico regionale e provinciale), siclassificano tre tipologie di strutture ricettive:strutture alberghiere (alberghi e residence), strut-ture complementari1 (campeggi, villaggi turistici,case per ferie, ostelli, rifugi, case e appartamentiper vacanze a gestione imprenditoriale, agrituri-smi, country house, bed & breakfast) e alloggi pri-vati gestiti in forma non imprenditoriale (noniscritti al REC). Quest’ultima tipologia non vieneinclusa nelle statistiche regionali, in analogia all’e-laborazione Istat di livello nazionale, in quanto lametodologia di rilevazione non è omogenea per
tutte le province e i dati non sono, quindi, facil-mente confrontabili. Si considerano pertanto solole strutture alberghiere e quelle complementari.
ScopoLa conoscenza delle capacità ricettive del territo-rio e della tipologia delle strutture turistico-ricet-tive è strumento importante per prevedere il cari-co antropico potenziale e per predisporre infra-strutture e servizi adeguati alla quantità e qualitàdella presenza turistica.
Nota: 1 Si accorpano le strutture ricettive distinte nella LR16/2004 in strutture ricettive all'aria aperta e strutturericettive extralberghiere, nonché le altre tipologie ricettive,gestite in forma imprenditoriale
DETERMINANTI
Densità turistico ricettiva costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità turistico ricettivacostiera
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. strutture ricettive, n. postiletto/chilometro quadrato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2001-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Aria, Rifiuti, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09LR 16/2004
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione delle strutture ricettive turistiche per territorio provincia-le e per tipologia, raffronto con superficie provinciale
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Determinanti
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 285
AC
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Determinanti
Grafici e tabelle
2001 1 14 38 25 26 2 62 1682002 1 13 40 26 26 2 88 1962003 1 14 39 26 25 3 111 2192004 1 15 41 27 26 4 171 2852005 1 15 42 24 25 4 194 3052006 1 15 42 26 24 5 202 3152007 1 17 43 21 20 7 212 3212008 1 17 44 19 20 8 241 3502009 1 16 46 21 13 8 254 3592010 1 16 46 20 13 9 265 3702011 1 14 47 18 12 9 278 3792012 1 14 48 18 12 9 291 3932001 0 39 332 131 55 13 1.208 1.7782002 0 42 336 124 49 14 1.249 1.8142003 1 47 338 116 42 18 1.256 1.8182004 1 49 338 115 38 21 1.366 1.9282005 2 52 337 111 36 24 1.042 1.6042006 2 53 341 104 35 27 1.090 1.6522007 2 53 341 104 35 27 902 1.4642008 3 62 337 94 31 32 960 1.5192009 4 64 337 87 30 32 1.068 1.6222010 4 69 346 85 26 32 520 1.0822011 4 71 344 81 26 32 545 1.1032012 4 71 346 79 25 33 570 1.1282001 0 24 298 183 84 9 161 7592002 0 30 303 177 73 13 191 7872003 0 30 317 166 68 15 349 9452004 0 32 322 163 63 14 372 9662005 0 32 322 150 63 18 380 9652006 0 36 345 147 64 16 418 1.0262007 0 37 353 139 60 14 451 1.0542008 0 37 364 129 49 13 393 9852009 0 36 367 128 47 16 495 1.0892010 0 36 368 127 48 17 527 1.1232011 0 37 342 114 39 17 550 1.0992012 0 40 337 107 38 19 550 1.0912001 2 94 1.069 854 493 60 161 2.7332002 2 104 1.148 771 438 70 182 2.7152003 2 107 1.149 740 392 79 191 2.6602004 2 112 1.140 720 377 93 238 2.6822005 2 129 1.213 643 327 104 285 2.7032006 2 133 1.200 628 306 118 312 2.6992007 2 134 1.182 592 287 110 258 2.5652008 2 143 1.223 533 244 125 274 2.5442009 2 149 1.223 521 239 140 293 2.5672010 3 148 1.228 519 232 145 379 2.6542011 3 148 1.236 513 227 151 405 2.6832012 3 146 1.231 516 223 154 405 2.678
Rimini
1 Stella Residence Strutture complementari Totale
Ferrara
Ravenna
Provincia Anno 5 Stelle 4 Stelle 3 Stelle 2 Stelle
CesenaForlì-
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Tabella 3C.1: Numero di strutture turistico-ricettive (2001-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012286
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Determinanti
0
1
2
3
4
5
6
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. s
trut
ture
/km
2
Strutture alberghiere Strutture complementari
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.3: Densità delle strutture turistico-ricettive (2006-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 287
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Determinanti
2001 53 1.441 3.016 988 591 34 20.000 26.1232002 53 1.260 3.099 1.015 585 34 22.263 28.3092003 53 1.415 3.120 1.010 471 58 21.699 27.8262004 53 1.418 3.444 1.038 466 82 29.111 35.6122005 53 1.421 3.493 942 464 82 29.077 35.5322006 53 1.413 3.439 1.413 458 122 27.870 34.7682007 53 1.605 3.215 1.185 364 419 26.621 33.4622008 53 1.533 3.097 1.088 360 471 26.166 32.7682009 53 1.348 3.495 668 229 642 25.574 32.0092010 53 1.496 3.268 629 233 836 26.701 33.2162011 53 1.313 3.644 617 223 836 26.815 33.5012012 53 1.315 3.793 621 223 1.044 27.232 34.2812001 0 4.674 24.144 5.676 1.674 1.105 36.414 73.6872002 0 5.236 24.155 5.341 1.457 1.444 36.615 74.2482003 152 5.585 24.248 4.883 1.186 1.756 36.192 74.0022004 160 5.788 24.502 4.814 1.070 1.771 37.115 75.2202005 410 6.157 24.203 4.702 1.011 2.212 36.646 75.3412006 340 6.405 25.514 4.461 995 2.502 36.515 76.7322007 220 6.794 25.580 4.144 957 2.637 35.346 75.6782008 276 7.361 24.321 3.998 877 3.004 35.434 75.2712009 354 7.884 25.012 3.783 837 3.194 36.105 77.1692010 369 8.393 25.536 3.695 826 3.228 36.741 78.7882011 409 8.731 25.191 3.560 840 3.000 37.875 79.6062012 425 8.893 25.562 3.487 813 3.074 35.530 77.7842001 0 2.925 21.571 8.539 2.598 464 22.451 58.5482002 0 3.694 22.028 8.087 2.272 641 22.755 59.4772003 0 3.718 22.991 7.377 2.115 675 23.503 60.3792004 0 3.919 23.288 7.161 1.981 666 24.124 61.1392005 0 3.984 23.842 6.323 1.958 926 23.274 60.3072006 0 4.500 24.238 5.993 1.838 1.061 22.667 60.2972007 0 4.781 24.945 5.473 1.596 1.045 22.571 60.4112008 0 4.852 25.466 4.996 1.379 1.001 21.946 59.6402009 0 4.799 25.590 4.954 1.274 1.174 22.002 59.7932010 0 4.879 26.273 4.556 1.166 1.091 22.725 60.6902011 0 4.983 26.379 4.462 1.166 1.153 24.376 61.1002012 0 5.230 26.178 4.311 1.142 1.267 22.494 60.6222001 379 10.815 75.091 36.305 13.587 2.332 20.008 158.5172002 379 12.197 82.209 33.611 12.327 2.743 19.996 163.4622003 379 12.374 82.084 32.468 11.178 3.038 19.875 161.3962004 379 12.934 83.260 32.814 11.156 3.458 19.712 163.7132005 379 14.447 88.911 28.320 9.603 3.818 21.072 166.5502006 379 14.765 88.261 27.774 9.001 4.240 21.144 165.5642007 379 14.925 88.123 26.994 8.740 4.100 19.501 162.7622008 379 16.015 91.054 23.169 7.301 4.610 19.424 161.9522009 379 16.826 91.196 22.653 7.159 5.571 20.791 164.5752010 504 16.844 92.273 22.751 7.047 6.026 26.068 171.5132011 504 16.877 92.942 22.561 6.927 6.420 26.633 172.8642012 504 16.698 93.378 22.847 6.894 6.628 25.953 172.902
Provincia Anno 5 Stelle 4 Stelle
Ferrara
Ravenna
Forlì- Cesena
Rimini
Strutture complementari Totale3 Stelle 2 Stelle 1 Stella Residence
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Tabella 3C.2: Numero di posti letto nelle strutture turistico-ricettive (2001-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012288
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Determinanti
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Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. p
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2
In strutture complementari In strutture alberghiere
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.4: Densità di posti letto nelle strutture turistiche ricettive (2006-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 289
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Determinanti
Dall’analisi dei dati si rileva che la maggior con-centrazione di strutture turistico-ricettive è pre-sente nella provincia di Rimini. Si precisa che, ovenon diversamente specificato, i dati 2010-2012 diRimini, riportati in tabelle e grafici, sono riferiti aiconfini definiti dalla L 117/2009 (annessione deisette comuni dell’Alta Valmarecchia). Nei 328 km2
del territorio dell’Alta Valmarecchia sono presentisolo 66 strutture turistiche. Confrontando i dati del 2006 con quelli del 2012(tabella 3C.1 e figura 3C.3), si evidenzia che ilnumero di strutture ricettive è aumentato aFerrara (78 unità, pari al +24,8%) e a Forlì-Cesena(65 unità, pari al +6,3%), mentre si registra unlieve calo a Rimini (-21 unità pari al -0,8%). PerRimini, limitando il confronto all’ultimo triennio,si osserva un moderato trend positivo (+0,90%).Per la provincia di Ravenna si nota un incrementodi strutture ricettive (46 unità, pari al 4,3%) neltriennio 2010-2012. Non si considerano i dati regi-strati fino al 2009 in quanto non comparabili conquelli degli anni successivi per una diversa moda-lità di ricognizione delle strutture complementari.L’offerta turistica è differenziata lungo la costa: lestrutture complementari sono in netta prevalenzaa Ferrara (74% del totale); a Ravenna, così come aForlì-Cesena, si equivalgono a quelle alberghiere(rispettivamente 50,5% e 50,4%), mentre a Riminiraggiungono solo il 15,1%, nonostante l’apportodell’Alta Valmarecchia la cui offerta, molto limita-ta in valori assoluti, è nettamente spostata a favo-re di alloggi complementari (85%).
Focalizzando l’attenzione alle singole strutture ri -cettive, si nota una tendenza alla diminuzionedelle strutture alberghiere, mentre le complemen-tari aumentano: dal 2006 al 2012 il numero diesercizi alberghieri si è ridotto a Ferrara (-9,7%), aForlì-Cesena (-11,2%) e a Rimini (-4,8%), rima-nendo pressoché invariato a Ravenna (-0,7%); lestrutture complementari (fatta salva la flessione diRavenna per i motivi sopra esposti) sono aumenta-te ovunque: circa il 44% a FE, circa il 32% a FC,circa il 30% a RN. Nell’ambito delle strutture alberghiere, nell’inter-vallo di tempo tra il 2006 e il 2012, si registra unadiminuzione di alberghi a una e due stelle nellamaggior parte delle 4 province costiere, a fronte diun lieve aumento di quelli di categoria superiore edi un incremento dei residence.Come si può notare, l’annessione di territoriopovero di strutture turistiche ha determinato, apartire dal 2010, una forte flessione della densitàricettiva di Rimini. Per i comuni di nuova acquisi-zione non è stato possibile ricostruire serie stori-che relative all’intera superficie attuale, a causadella mancanza di dati disaggregati.Il numero di posti letto (tabella 3C.2 e figu-ra 3C.4), considerati nel loro insieme e nell’arcotemporale 2006-2012, è aumentato, in particola-re, nella provincia di Rimini (+4,4%) e, a segui-re, nella provincia di Ravenna (+1,4%); manife-sta un lieve incremento nella provincia di Forlì-Cesena (+0,5%) e, per Ferrara, registra una fles-sione (-1,4%).
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012290
DescrizioneLa densità residenziale è definita dal rapporto tra ilnumero degli abitanti e l’estensione del territorio, ed èun parametro confrontabile nello spazio e nel tempo.Dal valore ottenuto è possibile estrapolare indicazionidiverse sia di tipo socio economico, correlabili al livellodi qualità della vita, sia di tipo ambientale, in quantofornisce informazioni relative alla pressione antropicasul territorio.
ScopoIl calcolo della densità residenziale permette divalutare l’entità e la distribuzione dei carichiantropici ed è l’indicatore di base nei differentitipi di analisi per lo sviluppo sostenibile diun’area geografica. Inoltre è una componenteimportante per altri indicatori che misurano im -patti pro-capite.
DETERMINANTI
Densità residenziale costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità residenziale costiera
DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. residenti/chilometro qua-drato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Istat
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2006-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Rifiuti, Suolo,
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Numero di abitanti valutato annualmente in relazione alla superficiecomplessiva del territorio provinciale
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Determinanti
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 291
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Determinanti
Grafici e tabelle
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Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-RomagnaFigura 3C.5: Densità residenziale costiera (2006-2012)
Dall’analisi dei dati emerge che nel 2012 la densi-tà residenziale di Ferrara si attesta ai valori del2010, mentre Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini pro -se guono il graduale incremento annuale ri scon -trato negli anni precedenti.Se si considera l’intervallo di tempo più ampioche va dal 2006 al 2012, la densità residenziale è in lieve crescita per Ferrara (+2,3%), a fronte di un trend evolutivo in deciso aumento per Ra -venna (+6,8%) e Forlì-Cesena (+6,3%) (figura3C.5).Discorso a parte esige Rimini che, con l’entrata invigore della L 117/2009, ha inglobato i settecomuni dell’Alta Valmarecchia e ha registrato, dal2010, una forte espansione del territorio in rela-
zione al numero di residenti, con conseguenteflessione della densità residenziale nella provin-cia attuale.Ne consegue che, per quanto riguarda la provin-cia di Rimini, si è ritenuto opportuno limitare ilconfronto all’intervallo di tempo che va dal 2010al 2012, durante il quale si osserva un incremen-to della densità residenziale (+1,8%), che risultail valore più alto fra quelli delle quattro provincecostiere (FE +0,20%, RA +1,3% e FC+1,5 %).Questo significa che, nonostante l'annessione diuna vasta area (328 km2) scarsamente abitata(55,2 ab./km2), Rimini resta la provincia più den-samente popolata della costa e con più forte in -cremento demografico.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012292
DescrizioneSecondo le raccomandazioni dell’Organizzazionemondiale del turismo la definizione di “presenzaturistica” implica che vi sia un pernottamento.Il numero di turisti per unità di superficie è un fat-tore legato alle pressioni sui beni ecologici, cultu-rali e sulle infrastrutture, capace di influenzarediversi aspetti della sostenibilità a medio e lungotermine. Nella valutazione della densità turisticacostiera si considerano sia le presenze presso
strutture alberghiere e complementari sia le pre-senze (dati stimati) presso alloggi privati gestiti informa non imprenditoriale (non iscritti al REC).
ScopoPermette di misurare il carico antropico derivantedalle attività turistiche e di ottenere informazioni supressioni e impatti esercitati sul territorio utili peruna corretta pianificazione e gestione del territoriostesso.
DETERMINANTI
Densità turistica costiera
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità turistica costiera DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. presenze turistiche/ chilometro quadrato
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2006-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Rifiuti, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Calcolo del rapporto fra numero di presenze turistiche sul territorioe la sua estensione
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Determinanti
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 293
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Determinanti
Grafici e tabelle
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2007
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2009
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2011
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2006
2007
2008
2009
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*20
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2012
*
Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
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rese
nze/
km2
Densità presenze c/o alloggi privati non iscritti al RECDensità presenze c/o strutture alberghiere e complementari
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna e ProvinceFigura 3C.6: Densità turistica (2006-2012)Nota: * dati riferiti ai confini attuali conseguenti all’attuazione della L 117/2009
Dal confronto, nell’anno 2012, fra le quattro pro-vince di costa spicca l’elevata densità turistica com-plessiva di Rimini (21.022 presenze/km2 sull’attualeterritorio amministrativo, 33.000 presenze/km2
entro i “vecchi” confini cui fa riferimento la seriestorica 2006-2009), su cui insiste anche la maggio-re densità residenziale (figura 3C.6). A livelli note-volmente più bassi si collocano Ravenna (3.659 pre-senze/km2), Forlì-Cesena (2.311 presenze/km2) eFerrara (2.084 presenze/km2).
È interessante notare la diversa distribuzione dipresenze nelle differenti strutture: a Ferrara laquota di turisti ospitati presso alloggi privati noniscritti al REC supera quella delle strutture alber-ghiere e complementari (rispettivamente 2.931.105e 2.552.759 presenze: le prime sono pari al 53,5%del totale), mentre nelle altre province la percen-tuale di presenze di questa tipologia sul totale è digran lunga inferiore (il 3,9% a Forlì-Cesena, il 7,5%a Ravenna, l’11,8% a Rimini).
Commento
DescrizioneNelle zone costiere ad alta densità di strutturericettive e con volumi turistici elevati e concentra-ti in periodi di tempo limitati, si verificano annual-mente rilevanti fluttuazioni nei carichi antropici.Nasce la necessità di quantificare le presenzeturistiche a livello mensile per evidenziare ilgrado di stagionalità della domanda, che puòessere indice di potenziali squilibri e pressionisulla comunità e sull’ambiente. La “densità abita-tiva” è stata definita come la somma della densitàresidenziale con quella turistica (in termini diresidenti equivalenti mensili) che grava sul terri-torio nei vari mesi dell’anno.Si è poi cercato di mettere in evidenza il “peso”esercitato dai turisti sulla comunità localemediante il calcolo dell’Indice di Pressione Tu -ristica (IPT), definito come “numero di turisti-residenti equivalenti/100 residenti”. Sono esclusi,
in questa scheda, i turisti ospitati in alloggi pri-vati gestiti in forma non imprenditoriale (noniscritti al REC).
ScopoValutare il carico antropico globale, misurandonela stagionalità, e consentire la stima dei carichi ori -ginati dal turismo rispetto a quelli prodotti dai resi-denti nei vari periodi dell’anno.Nell’ambito della pianificazione di uno svilupposostenibile del territorio, la disaggregazione alivello mensile delle presenze turistiche può con-sentire l’individuazione di ulteriori margini diespansione o, viceversa, può indurre alla scelta, inrelazione alla capacità di carico, di un ridimensio-namento dei flussi o, ancora, indirizzare la gestio-ne delle destinazioni turistiche verso programmidi diversificazione dell’offerta.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012294
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Determinanti
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Densità abitativa costiera DPSIR D
UNITÀ DI MISURA N. turisti + n. residenti/ chilometro quadrato,n. turisti/100 residenti
FONTE Regione Emilia-Romagna,Province
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Mensile ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Aria,Rifiuti, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il calcolo della densità abitativa (residenti + turisti) mensile è effettuatocome di seguito descritto, equiparando i turisti ai residenti (=residentiequivalenti):– Densità residenziale (DR) = residenti/km2
– Residenti equivalenti mensili (TREM) = giornate di presenza turisticamensile/gg del mese
– Densità turistica mensile (DTM) = TREM/km2
– Densità abitativa mensile = DR + DTM– Indice di pressione turistica (IPT) = TREM/100 residenti
DETERMINANTI
Densità abitativa costiera
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 295
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Determinanti
Grafici e tabelle
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Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
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Densità turistica Densità residenziale
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al Turismo Regionale e ProvincialiFigura 3C.7: Densità abitativa residenziale e turistica mensile (2012)
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Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
N. t
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Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al turismo regionale e provincialiFigura 3C.8: Indice di pressione turistica (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012296
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Determinanti
Il periodo di maggior impatto turistico è, per tuttele province, quello che va da giugno a settembre,in cui si concentra l’80% in media delle presenzeannuali (78% a Ferrara, 78% a Forlì-Cesena, 82%a Ravenna e a Rimini). Il mese di maggior afflusso turistico è agosto (figu-ra 3C.7): la densità abitativa di Rimini aumenta del44% (1 turista ogni 2 residenti), a fronte di incre-menti più contenuti nelle altre province (+15% aRA, +11% a FC, +6% a FE). Il dato relativamentebasso di Ferrara è influenzato più degli altri dalfatto di non tener conto degli ospiti di alloggi pri-vati gestiti in forma non imprenditoriale, la cui
stima annuale supera, in questa provincia, le pre-senze rilevate presso le altre strutture. Si osserva anche che, in agosto, la densità abitati-va di Rimini (554) risulta essere 2,3 volte quella diRavenna (244), 3 volte quella di Forlì-Cesena(187), 3,8 volte quella di Ferrara (145), nonostan-te la notevole diminuzione della densità abitativa(da 837 per l’anno 2009 a 547 per l’anno 2010, paria -35%) dovuta all’ampliamento territoriale.Dal grafico di figura 3C.8 si nota che l’Indice diPressione Turistica (IPT) di settembre a Riminisupera quello di agosto delle altre tre provincecostiere.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 297
DescrizioneL’indicatore descrive la consistenza dei carichi inqui-nanti in uscita verso mare ripartiti per singoli bacinidi provenienza. Al fine di evidenziare gli areali daiquali provengono i maggiori sversamenti sia di tipopuntuale, connessi alle aree urbanizzate e alleprodu zioni manifatturiere e artigianali, sia di originedif fusa, legati agli apporti di nutrienti e all’uso deifitofarmaci sulla maggior parte delle colture intensi-
ve della regione, vengono riportati i carichi inqui-nanti annuali suddivisi nelle seguenti categorie: nu -trienti, metalli, fitofarmaci e altri microinquinanti.
ScopoValutare l’entità dei principali apporti a mare diinquinanti e la loro distribuzione lungo la fasciacostiera.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Carichi di inquinanti pericolosi
DPSIR P
UNITÀ DI MISURA Chilogrammi, tonnellate FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Bacino idrografico COPERTURA TEMPORALE DATI
Stime al 2008-2011
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valutazione dei carichi in transito alle stazioni di valle delle diverseaste fluviali, sulla base dei valori di concentrazione rilevati e dellecorrispondenti portate idriche medie stagionali
PRESSIONI
Carichi di inquinanti pericolosi
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Pressioni
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012298
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Pressioni
Grafici e tabelle
Azoto
totale
(t/anno)
Fosforo
totale
(t/anno)
Nichel
(kg/anno)
Zinco
(kg/anno)
Altri
metalli
(kg/anno)
(*)
Fitofarmaci
(kg/anno)
(**)
Altre sost.
pericolose
di
derivazione
industriale-
artigianale
(kg/anno)
(***)
Asta Po (all'altezza di Ferrara)
Corso d’acqua
[A] 157.387 8.041 138.618 172.816 110.551
( )
5.320( ) ( )1.641
- di cui dagli affluenti emiliani 11.508 681 5.520 71.830 10.997 179 614 Apporto Po di Goro (~10% asta
Po) 15.739 804 13.862 17.282 11.055 532 164
C.l Bianco e Po di Volano 1.746 47 3.223 1.701 554 187 0,4 C.le Burana-Navigabile 2.881 64 2.308 3.168 1.050 201 24 F. Reno 3.516 70 1.952 2.644 806 125 409 C.le Destra Reno 735 16 467 1.981 667 19 78 F. Lamone 421 4 296 694 322 1,9 64 F. Uniti 1.209 11 375 4.623 409 10 105 T. Bevano 168 2 55 238 84 8 14 F. Savio 158 0,9 72 54 12 0,1 11 F. Rubicone 288 3 105 319 205 1,3 14 F. Uso 159 7 109 129 76 1,7 67 F. Marecchia 334 18 427 332 78 1,2 92 R. Marano 40 0,9 17 202 9 0,4 6 T. Conca 39 0,2 27 22 17 0,1 5 R. Ventena - T. Tavollo 231 9 126 1.078 125 1,7 33
Totale da C.l Bianco - Po di Volano a Tavollo [B]
11.925 253 9.559 17.185 4.415 557 924
Incidenza rispetto al carico del F. Po [B/A]
8% 3% 7% 10% 4% 10% -
Totale carico regionale in uscita
[C] 23.433 934 15.079 89.016 15.412 736 1.538
Incidenza apporti diretti in Adriatico rispetto al totale
regionale [B/C] 51% 27% 63% 19% 29% 76% 60%
Per alcuni metalli, fitofarmaci, ma soprattutto per le altre sostanze pericolose l'elevato grado di diluizione entro le acque del F. Po ne consente solo occasionalmente il rilevamento e, quindi, il carico sul Po risulta sottostimato
(*) Sono compresi: Arsenico, Cromo totale, Mercurio, Piombo, Rame
(**) Sono compresi: Acetoclor, Azoxistrobin, Bentazone, Diuron, Etofumesate, Lenacil, Mecoprop, Metalaxil, Metamitron, Metolaclor, Metribuzin, Oxadiazon, Pirazone (cloridazon-iso), Propaclor, Terbutilazina, Desetil terbutilazina
(***) Sono compresi: O-Xilene, M,P-Xileni, Triclorometano, 1,1,2,2-Tetracloroetilene (percloroetilene), Toluene, Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), Naftalene, C10-C13 (Cloroalcani), Totale PBDE, Ottilfenolo, 4-Nonilfenolo, 2,4-Diclorofenolo, 2,4,5-Triclorofenolo, 2,4,6-Triclorofenolo, Pentaclorofenolo
Fonte: Arpa Emilia-Romagna* valori mediati nel triennio 2008-2011
Tabella 3C.3: Apporti in Adriatico dalle aste fluviali principali relativi a nutrienti, metalli, fitofarmacie altre sostanze pericolose (stime al 2008-2011)*
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 299
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Pressioni
0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000
Arsenico
Cromo totale
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Zinco
Carichi regionali in uscita (kg/anno)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.9: Carichi annui di metalli (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regione(stime al 2008-2011)
0 50 100 150 200 250
Acetoclor
Azoxistrobin
Bentazone
Diuron
Etofumesate
Lenacil
Mecoprop
Metalaxil
Metamitron
Metolaclor
Metribuzin
Oxadiazon
Pirazone (cloridazon-iso)
Propaclor
Terbutilazina
Desetil terbutilazina (metab.)
Carichi regionali in uscita (kg/anno) Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.10: Carichi annui di fitofarmaci (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regio-ne (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012300
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0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1.000
O-Xilene
M,P-Xileni
Triclorometano
1,1,2,2-Tetracloroetilene
Toluene
Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP)
Naftalene
C10-C13 (Cloroalcani)
Totale PBDE
Ottilfenolo
4-Nonilfenolo
2,4-Diclorofenolo
2,4,5-Triclorofenolo
2,4,6-Triclorofenolo
Pentaclorofenolo
Carichi regionali in uscita (kg/anno)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.11: Carichi annui di sostanze pericolose di derivazione industriale-artigianale (kg/anno) inuscita dalle principali aste fluviali della regione (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 301
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Pressioni
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.12: Carichi annui di azoto apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012302
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.13: Carichi annui di fosforo apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 303
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.14: Carichi annui di metalli apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012304
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Pressioni
Per i diversi tipi di sostanze considerate, gli appor-ti del fiume Po risultano spesso superiori di oltreun ordine di grandezza rispetto a quelli complessi-vamente derivanti dagli altri affluenti regionali,che sversano direttamente in Adriatico.Tra gli affluenti diretti, e per le diverse sostanzeconsiderate, i tre corsi d’acqua che apportano imag giori carichi sono sempre quelli situati più anord, cioè il Po di Volano, il C.le Burana-Navi -gabile e il F. Reno.Rispetto al totale regionale, gli affluenti direttidell’Adriatico, che drenano il 51% della superficieregionale, apportano quantitativi preponderanti intermini di Nichel (63%), Fitofarmaci (76%) e altresostanze di derivazione industriale-artigianale (60%).Tra i metalli, l’Arsenico è rilevato sulla maggiorparte delle aste fluviali. Le concentrazioni presen-ti sono però mediamente dell’ordine degli 0,7 μg/l(con un dato relativo al 90° percentile delle con-centrazioni medie rilevate per stazione pari a 1,8μg/l), 1/5÷1/10 cioè del limite individuato dalla CEper le acque potabili (10 μg/l).Tra i carichi dei diversi fitofarmaci quelli mag-giormente consistenti sono: Terbutilazina (auto -
riz zata fino a dicembre 2012), Azoxystrobin, Meto -lachlor e Pirazone; di questi ultimi tre per Azo xy -strobin e Pirazone si valuta un basso grado dibioaccumulo negli organismi acquatici, un li vellobasso-moderato per il Metolachlor. L’ap porto ditali principi attivi dalle aree montano-collinari èmolto limitato.Tra le sostanze pericolose di derivazione industria-le-artigianale quella maggiormente presente è loFtalato di bis(2-etilesile), seguita da 4-Nonilfenoloe Triclorometano.Relativamente allo Ftalato di bis(2-etilesile) unaconsistente parte del quantitativo è presente anchealle chiusure di bacino montano-collinari. Talesostanza è utilizzata come plastificante, come flui-do dielettrico, ma soprattutto è ampiamente rin-tracciabile nelle formulazioni di repellenti per in -set ti, cosmetici, alcool, saponi liquidi, detersivi,in chiostri, vernici, oli industriali e lubrificanti,anti schiuma, vettori di fitofarmaci. Riguardo allasua persistenza ambientale, tale inquinante ècomunque soggetto a una degradazione ambienta-le (abbattimento) naturale abbastanza veloce, contempi di dimezzamento dell’ordine di giorni.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 305
STATO
Indice trofico TRIX
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Stato
DescrizioneL’indice trofico TRIX permette di ottenere un’inte -grazione dei parametri trofici fondamentali in uninsieme di semplici valori numerici, che rende leinformazioni comparabili su un largo range di con-dizioni trofiche e, nello stesso tempo, consente dievitare l’uso soggettivo di denominatori trofici;descrive, quindi, un fenomeno da un punto di vistasia qualitativo, che quantitativo. I parametri utilizza-ti sono coerenti sia con i fattori causali che determi-nano incrementi di biomassa algale (sali di azoto efosforo), sia con gli effetti conseguenti all’incremen-to di biomassa.I parametri fondamentali che concorrono alla defini-zione di un indice trofico per le acque marino costie-re sono rappresentativi in termini sia di produzionedi biomassa fitoplanctonica, sia di dinamica dellaproduzione stessa, identificando lo stato trofico inmaniera significativa e inequivocabile.Ai fini dell’applicazione dell’indice trofico TRIX, nellaclassificazione dello stato ecologico delle acquemarino costiere, il DM 260/10 definisce i limiti diclasse per tale indice. Per le acque marino costiere illimite di classe per il TRIX fra lo stato “buono” e “suf-ficiente” è 5. Valori di TRIX ≤5 indicano uno stato trofico “Buo -
no”, che corrisponde ad acque moderatamente pro-duttive, livello di trofia media, buona trasparenzadelle acque, occasionali intorbidimenti, occasionalianomale colorazioni, occasionali ipossie sul fondo.Valori di TRIX >5 indicano uno stato trofico“Sufficiente”, che corrisponde ad acque molto pro-duttive, livello di trofia elevato, scarsa trasparenzadelle acque, anomale colorazioni, ipossie e occasio-nali anossie sul fondo, stati di sofferenza degli orga-nismi sul fondo.
ScopoRidurre la complessità del sistema marino costiero,eliminare valutazioni soggettive basate sui singoliparametri e su denominatori trofici non quantificabi-li, discriminare tra diverse situazioni spazio-tempora-li, rendere possibile un confronto quantitativo e forni-re una valutazione dello stato trofico che contribuiscealla definizione dello stato qualitativo dell’ecosistemamarino.Nella procedura di classificazione dello stato ecologi-co definita dal DM 260/10, il TRIX concorre, assiemeagli elementi di qualità biologica (EQB), nell’esprime-re il giudizio di stato ecologico.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Indice trofico TRIX DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1996-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale/trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie stagionali e annuali delle stazioni comprese tra 0,5 e 10 kmdalla costa; mappe di distribuzione stagionali (1.300 km2)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012306
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Stato
Grafici e tabelle
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
8,0
Porto Garibaldi Cesenatico Cattolica Cattolica0,5 km 0,5 km 0,5 km 10 km
Ind
ice
TR
IX
19961997199819992000200120022003200420052006200720082009201020112012
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.15: Confronto tra il valore medio annuo del TRIX di tre stazioni costiere (P. Garibaldi,Cesenatico e Cattolica) e di una stazione off-shore (l0 km al largo di Cattolica) (1996-2012)
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
6,5
7,0
7,5
2 4 6 9 14 17 19Lido di Volano
PortoGaribaldi
Casalborsetti LidoAdriano
Cesenatico Rimini Cattolica
SufficienteBuonoIn
dic
e tr
ofico
TR
IX
Transetti
0,5 km 3 km
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.16: Valore medio annuo dell’indice trofico TRIX nelle stazioni a 0,5 e 3 km dalla costa(2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 307
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.17: Mappe di distribuzione delle medie stagionali dell’indice trofico (TRIX) da costa fino a10 km al largo (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012308
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Stato
Osservando i valori medi/anno di TRIX riscontratinel periodo 1996-2012 (figura 3C.15), si nota ungradiente in diminuzione dell’indice trofico danord verso sud e, nel 2012, una importante dimi-nuzione del valore medio del TRIX rispetto aglianni precedenti.In figura 3C.16 sono riportate le medie annuali delTRIX nelle stazioni ubicate a 0,5 e 3 km dalla costa;le stazioni che hanno un valore di TRIX > di 5, cherappresenta il limite di classe TRIX tra “buono” e“sufficiente”, sono quelle più a nord, da Lido diVolano a Casalborsetti. Il grafico mostra un trendin diminuzione del valore medio annuo da nordverso sud e da costa verso il largo.In un quadro di sintesi spazio-temporale, in figura3C.17 è rappresentata la distribuzione stagionaledell’indice trofico relativa al 2012 lungo la fasciacostiera emiliano-romagnola.In tutta l’area, l’indice trofico (TRIX) in inverno siattesta nella condizione di “sufficiente” (valori >5).In primavera la situazione migliora nella zona cen-
tro-meridionale della costa, ove si è raggiunta lacondizione di “buono”. Nella zona settentrionalepersiste la condizione di “sufficiente” limitatamen-te al tratto compreso tra Lido di Volano e Ravenna.I valori migliorano ulteriormente in estate, sianella zona costiera che in quella al largo, raggiun-gendo una condizione di “buono” (valori <5) lungotutta la costa emiliano-romagnola.Gli apporti padani, giunti a mare nel mese di no -vembre e dicembre, provocano un aumentodell’in dice trofico (TRIX) in autunno e la condizio-ne diventa da “buono” a “sufficiente” limitatamen-te al tratto compreso tra Lido di Volano e PortoGa ri baldi. Sotto costa la condizione di “sufficien-te” si estende fino a Cervia, mentre al largo persi-ste la condizione di “buono”.Nel 2012 il valore medio annuo del TRIX per ilcorpo idrico CD1 e CD2 sono rispettivamente 5,4 e4,6 (figura 3C.18). Tali valori identificano per ilCD1 una condizione di “sufficiente” e per il CD2una condizione di “buono”.
Commento
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.18: Valore medio dell’indice trofico (TRIX) per corpo idrico (CD1 e CD2) (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 309
DescrizioneLa valutazione della qualità delle acque di balnea-zione viene effettuata al termine di ciascuna sta-gione balneare e sulla base delle serie di dati sullaqualità delle acque di balneazione relativi alla sta-gione balneare in questione e alle tre stagioni bal-neari precedenti. Il giudizio di qualità di ogniacqua di balneazione si ottiene attraverso la valu-tazione del 95° percentile (o 90° percentile) deiparametri microbiologici Enterococchi intestinalied Escherichia coli (vedi tabella riportata sotto).Con delibere delle giunte provinciali di Rimini eRavenna sono state definite alcune nuove aree di
balneazione, prima dell’inizio della stagione bal-neare 2010. La classificazione di queste nuovearee, cosi come recita la legge, si potrà verificaresolo al termine del 2013, una volta ottenuti i datirelativi ai campionamenti eseguiti nel quadriennio2010-2013.
ScopoFornire una valutazione sintetica sulla qualità del-l’acqua di balneazione basata su evidenze analiti-che oggettive, di lettura immediata e atta alladivulgazione.
Parametri (UFC***/100 ml) Classi di qualità
A B C D
Eccellente Buona Sufficiente Scarsa
Enterococchi intestinali 100 (*) 200 (*) 185 (**) >185 (**)
Escherichia coli 250 (*) 500 (*) 500 (**) >500 (**)
Note:(*) sulla base del 95° percentile(**) sulla base del 90° percentile(***) Unità Formanti Colonia
Classi di qualità delle acque di balneazione
STATO
Classificazione delle acquedi balneazione
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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012310
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Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Classificazione delle acquedi balneazione
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna,Ausl
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2007-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale/mensile ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Rifiuti,Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n.116Decreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Il giudizio di qualità di ogni acqua di balneazione si ottiene attraver-so la valutazione del 95° percentile (o 90° percentile) dei parametrimicrobiologici Enterococchi intestinali ed Escherichia coli di quattrostagioni balneari (la stagione in corso e le tre precedenti). Sulla basedella valutazione del percentile della normale funzione di densità diprobabilità (PDF) log10 dei dati microbiologici ricavati su una partico-lare acqua di balneazione, il percentile viene così ricavato:- si calcola il log10 di tutte le enumerazioni batteriche nella sequenzadi dati da valutare (se si ottiene un valore zero, si calcola invece illog10 del limite minimo di rilevazione del metodo analitico usato);- si calcola la media aritmetica dei log10 (µ);- si calcola la deviazione standard dei log10 (omega).Il punto superiore del 90° percentile della funzione PDF si ricavadalla seguente equazione: superiore al 90° percentile = antilog (µ +1,282 (omega)). Il punto superiore del 95° percentile della funzione PDF si ricavadalla seguente equazione: superiore al 95°percentile = antilog (µ +1,65 (omega)).Le acque di balneazione possono essere classificate secondo 4 clas-si di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 311
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2102-9002 enoizacifissalC1102-8002 enoizacifissalC0102-7002 enoizacifissalCotnup enoizanimoneD
etnelleccEetnelleccEetnelleccE3 otnup - onaloV id odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE4 otnup - onaloV id odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE5 otnup - inoizaN elled odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE6 otnup - inoizaN elled odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE7 otnup - inoizaN elled odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE8 otnup - asopmoP id odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE9 otnup - ihccahcS ilged odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE01 otnup - idlabiragotroPetnelleccEetnelleccEetnelleccE11 otnup - elanacotroP dron tm 05 idlabiragotroPetnelleccEetnelleccEetnelleccE87 otnup - elanacotroP dus tm 001 isnetsE ilged odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE97 otnup - ovonogoL elanaC isnetsE ilged odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE41 otnup - anipS id odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccE51 otnup - anipS id odiLetnelleccEetnelleccEetnelleccEoihccolleB
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emuiF elaiV - acilottaCCattolica - Tra 1 e 2 scogliera
Tabella 3C.4: Classificazione delle acque di balneazione della regione Emilia-Romagna (2007-2012)
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012312
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.19a: Mappa della classificazione delle acque di balneazione della provincia di Ferrara(2009-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 313
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.19b: Mappa della classificazione delle acque di balneazione della provincia di Ravenna(2009-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012314
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.19c: Mappa della classificazione delle acque di balneazione della provincia di Forlì-Cesena(2009-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 315
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.19d: Mappa della classificazione delle acque di balneazione della provincia di Rimini(2009-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012316
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A fronte di un quadro dei risultati analitici di se -guito descritto, nel 2012 tutte le acque di balnea-zione regionali mantengono la classificazione“eccellente”.Nella provincia di Ferrara si evidenziano valorimolto bassi per entrambi i parametri microbiologi-ci in tutte le stazioni. Da un confronto con quantorilevato nella stagione balneare 2011 si apprezzaun leggero ma sensibile generale miglioramento,più evidente nei punti di monitoraggio posti più aNord. Tale situazione è probabilmente riconducibi-le alla condizione di siccità che ha caratterizzato latrascorsa stagione estiva, che ha notevolmenteridotto gli apporti dalla foce del fiume Po.Nella Provincia di Ravenna le cariche batterichesono, in linea con il passato, praticamente nulle.Solo in occasione del monitoraggio effettuato il10/9/2012 nel punto IT008039014017 (150 m a suddella foce del fiume Savio) e nel puntoIT008039014001 (Savio sud) si sono osservati movi-menti della carica di Escherichia coli (rispettiva-mente 400 e 300 UFC/100 ml), che non hanno peròavuto ripercussione alcuna sulla classificazione. Ilfenomeno si è manifestato nello stesso punto dove,l’anno precedente, si era verificato un “inquina-mento di breve durata”: sono stati quindi avviatiapprofondimenti conoscitivi, tuttora in corso in
sede locale, per verificare se le cariche battericheriscontrate siano riconducibili esclusivamente aeventi accidentali, come ipotizzato nel 2011.Per la provincia di Forlì-Cesena la stagione bal-neare 2012 ha mostrato una situazione ottima dalpunto di vista della qualità delle acque marine:tutte le stazioni di monitoraggio hanno mostratovalori dei parametri microbiologici ampiamente aldi sotto dei limiti legislativi.Nella provincia di Rimini il monitoraggio dellaqualità delle acque di balneazione ha evidenziatocomplessivamente una buona situazione, con valo-ri dei parametri microbiologici sempre ampiamen-te al di sotto dei limiti legislativi. Unica eccezioneil punto di Bellaria-Igea Marina, denominato“Bellaria-Foce Uso 100 m sud”, dove si è riscontra-to un valore di Escherichia coli pari a 700 UFC/100ml nel campione prelevato il 28 maggio 2012. Intutta la provincia alle foci dei fiumi è stata rilevatala presenza, se pur non costante e sempre inferioreai limiti di legge, di Escherichia coli; questi valorisuperiori alla media sono probabilmente attribuibi-li al fatto che la qualità igienico-sanitaria delleacque di balneazione risente dell’immissione amare dei volumi di acqua provenienti dai sistemifluviali presenti, nonché da quanto veicolato dalreticolo idrografico secondario.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 317
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STATO
Concentrazione di fosforo
DescrizioneIl fosforo, generato da attività antropiche e a seguitodel dilavamento dei territori dei bacini, arriva a maredai fiumi e portocanali. Le sorgenti principali sonoindividuate nei comparti civile e industriale (industrieconserviere, zuccherifici, mangimifici, altre industriealimentari etc.). Il fosforo è un microelemento nutri-tivo disciolto nell’acqua, le cui componenti fosfaticheanalizzate sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato(P-PO4) e dal fosforo totale (P-tot). La prima compo-nente è estremamente variabile, con tendenza a stabi-lizzarsi nelle stazioni più lontane dalla costa. Il fosfo-ro, sotto questa forma, può essere immediatamenteassimilato dal fitoplancton; la sua concentrazione inAdriatico è solitamente bassissima, a volte inferiore allimite di rilevabilità analitica. In presenza di intensefioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nellacolonna d’acqua viene rapidamente consumato, èsicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi diriciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione esuccessivo riutilizzo da parte della biomassa algale).Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, stret-tamente collegate alla presenza di particellato organi-co in sospensione nella colonna d’acqua, sia di originedetritica, e quindi direttamente correlato agli apporti
fluviali, sia fitoplanctonica. Alla fine del suo ciclo puòessere immobilizzato nei sedimenti attraverso la for-mazione di complessi insolubili (in particolare con ilcalcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni dianossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, ilfosforo può essere rilasciato e tornare in soluzionecome ortofosfato biodisponibile.
ScopoLo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagliapporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieriadriatici, soprattutto dal bacino del Po; conoscere,quindi, le concentrazioni di fosforo in mare permettedi valutare e controllare il fenomeno eutrofico. Al finedi ridurre i fenomeni eutrofici e, quindi, di migliorarelo stato qualitativo delle acque costiere, è necessariorimuovere e controllare i carichi di nutrienti generatie liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzial-mente le concentrazioni di nutrienti di fosforo (e diazoto) a mare. Nelle acque costiere emiliano-roma-gnole e, in generale, in tutto l’Adriatico settentrionale,il fosforo è il fattore limitante la crescita algale, per-tanto rimane l’elemento su cui maggiormente devonoessere concentrati gli sforzi per contrastare l’eutro fiz -zazione costiera.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1983-2012
AGGIORNAMENTODATI
Quindicinale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CEDLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie geometriche annuali
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P-PO4 P-totFonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.20: Andamento temporale della concentrazione del fosforo ortofosfato e fosforo totale nellastazione costiera di Lido di Volano (0,5 km da costa) (2012)
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.21: Trend evolutivo della media geometrica della concentrazione annuale del fosforo orto-fosfato in tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2012)
Grafici e tabelle
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 319
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.22: Trend evolutivo delle media geometrica della concentrazione annuale del fosforo totalein tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2012)
Il fosforo ortofosfato è un parametro molto varia-bile soprattutto nelle stazioni costiere, che risen-tono, in maniera diretta, dei contributi degli inse-diamenti locali. La distribuzione di questo ele-mento lungo la costa presenta un andamento indiminuzione da costa verso largo, da nord a sud eda superficie verso il fondo; fanno eccezione i casiin cui si verificano condizioni di ipossia/anossiadegli strati profondi, che portano come conse-guenza una sua solubilizzazione e, quindi, un suoaumento. Anche il fosforo totale presenta concen-trazioni molto variabili durante l’anno, più accen-tuate nella parte settentrionale della costa, diretta-mente investita dagli apporti del Po. La figura3C.20 mostra gli andamenti temporali del fosforototale e dell’ortofosfato nel 2012 nella stazionecostiera più a nord (Lido di Volano). La figura evi-denzia la notevole differenza di concentrazione tradue parametri, con la prevalenza del fosforo totalesoprattutto nei mesi primaverili ed estivi, dove lacomponente orto fosfatica è la forma che vieneassimilata immediatamente e di conseguenza nonpresenta concentrazioni apprezzabili nell’acqua.Nelle acque costiere emiliano-romagnole il fosforoortofosfato presenta concentrazioni basse e,soprattutto nel periodo estivo, inferiori al limitedella rilevabilità strumentale. Nelle figure 3C.21 e3C.22 sono stati elaborati i trend evolutivi delledue forme di fosforo in alcune stazioni costiere e i
valori riportati sono le medie geometriche annua-li elaborate e raggruppate per area: l’area più set-tentrionale, compresa fra le stazioni di Goro e Co -macchio, che risente degli apporti del Po e presen-ta elevati livelli trofici frequenti durante l’anno;l’area più meridionale antistante Cattolica, con piùbassi livelli trofici; infine le stazioni costiere nel-l’area centrale della costa emiliano-romagnola,compresa tra Cervia e Cesenatico, in cui si rilevauna situazione trofica intermedia, caratterizzataanche dagli apporti dei bacini locali, soprattuttonel periodo estivo. In tutte e tre le aree esaminatesi è verificata, nel lungo periodo, una diminuzionedelle concentrazioni del fosforo totale e del fosforoortofosfato, corrispondente a una diminuzione deicarichi. Nei diagrammi sono rappresentate le ten-denze di tipo lineare (rette tratteggiate), chemostrano in termini assoluti l’evo luzione com-plessiva dei sistemi, e quelle di ordine superiore(linee continue), che consentono di evidenziareeventuali fenomeni di ciclicità interannuale. Latendenza di ordine superiore evidenzia due cicli dicirca 10 anni, ciascuno con i massimi raggiuntirispettivamente nel 1985 e 1995 per entrambe leforme di fosforo, e un ulteriore picco nel 2005 peril fosforo totale. I valori di fosforo ortofosfato e delfosforo totale registrati nel 2012 (figura 3C.21 e22) confermano il trend in diminuzione rilevatonegli anni precedenti.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012320
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DescrizioneLe sorgenti principali sono individuate nei com-parti agricolo e zootecnico e, rispetto a quanto evi-denziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti diazoto derivano da sorgenti diffuse provenienti daisuoli coltivati.Tali nutrienti azotati, provenienti sia da sorgentipuntiformi (città, aree urbane), sia dal dilavamen-to dei terreni determinato dalle precipitazioniatmosferiche, arrivano a mare dai fiumi e portocanali. L’azoto è un microelemento nutritivodisciolto nell’acqua, le cui componenti azotate so -no rappresentate da composti minerali solubili,quali azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (N-NO2)e azoto ammoniacale (N-NH3), e dall’azoto totale(N-tot). Le componenti solubili possono essererappresentate anche come DIN (Dissolved Inor -ganic Nitrogen), che corrisponde alla somma delleconcentrazioni delle singole componenti (N-NO3 +N-NO2 + N-NH3). Le componenti azotate presenta-no una elevata variabilità stagionale, con le con-centrazioni minori registrate nel periodo estivo incoincidenza con i minimi di portata dei fiumi affe-renti la costa; di conseguenza l’andamento di que-sti parametri è, in genere, ben correlato con lasalinità. L’azoto ammoniacale presenta anch’essoanalogo andamento, ma risente, in alcuni casi inmaniera evidente, anche di apporti provenientidagli insediamenti costieri caratterizzati da eleva-ta densità di popolazione. Un ulteriore incrementodell’azoto ammoniacale si registra negli strati pro-fondi in prossimità dei fondali nei periodi estivo-autunnali, in concomitanza di fenomeni ipossi-ci/anossici dovuti ai processi di degradazione dellasostanza organica (in questo caso le concentrazio-ni maggiori sono ben correlate a bassi valori diossigeno disciolto).Le concentrazioni di azoto totale sono, invece,strettamente collegate alla presenza di particella-to organico in sospensione nella colonna d’acqua,di origine sia fitoplanctonica sia, soprattutto,
detritica e, quindi, direttamente correlato agliapporti fluviali.
ScopoLo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendentedagli apporti di nutrienti veicolati a mare daibacini costieri adriatici, soprattutto dal Po.Conoscere, quindi, le concentrazioni di azoto inmare permette di valutare e controllare il feno-meno eutrofico. Al fine di ridurre i fenomenieutrofici, e quindi di migliorare lo stato qualitati-vo delle acque costiere, è necessario rimuovere econtrollare i carichi di nutrienti generati e libe-rati dai bacini, in modo da abbassare sostanzial-mente le concentrazioni di nutrienti a mare, ol -tre che di fosforo anche di azoto. La componenteDIN viene utilizzata con il P-PO4 nel calcolo delrapporto N/P. Nelle acque costiere emiliano-romagnole il fosforo è sempre stato l’ele mentochiave che ha limitato e controllato i fenomenieutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolo nonlimitante. Il processo alla base di questa conside-razione è legato al meccanismo secondo il qualeil fitoplancton assume i nutrienti in soluzione,secondo lo stesso rapporto molare che questi ele-menti hanno all’interno della biomassa algale,cioè N/P elementare = 16, riferito al peso atomi-co N/P = 7,2. Se il rapporto nell’acqua di maresupera il valore N/P di 7,2 si afferma che il fosfo-ro è il fattore limitante la crescita algale e l’azotoin eccesso presente nelle acque non può essereutilizzato dalle alghe. Questo significa che gliinterventi di risanamento per migliorare lo statoqualitativo delle acque eutrofiche devono preve-dere una riduzione degli apporti di fosforo. Ingenere la fosforo limitazione è il fattore checaratterizza acque costiere con livelli troficimediamente elevati; l’azoto limitazione è, invece,riscontrabile nelle acque costiere in cui il rischioeutrofico è molto limitato, se non assente.
STATO
Concentrazione di azoto
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 321
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Concentrazione azoto DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1982-2012
AGGIORNAMENTODATI
Quindicinale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie geometriche annuali
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21-a
go
10-s
et
17-s
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1-ot
t
17-o
tt
8-no
v
23-n
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5-d
ic
17-d
ic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
N-NO3 N-NO2 N-NH3
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.23: Istogrammi in pila relativi agli andamenti temporali di nitrati, nitriti e azoto ammo-niacale (N-NO3, N-NO2, N-NH3) nella stazione di Lido di Volano (0,5 km da costa) (2012)
Grafici e tabelle
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012322
AC
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Stato 0
500
1.000
1.500
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2.500
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4.500
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Met
ri cu
bi/s
econ
do
GEN SETFEB MAR APR MAG GIU LUG AGO OTT NOV DIC
Valore medio annuale = 1.125 m3/sec
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.24: Valori giornalieri della portata del Po rilevati a Pontelagoscuro (2012)
0
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1.500
2.000
2.500
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Met
ri cu
bi/s
econ
do
1917-20112012
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.25: Confronto delle medie mensili delle portate del Po del 2012 con le medie calcolate peril periodo storico 1917-2011
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 323
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Mic
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.26: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del DIN* in tre aree della costa emi-liano-romagnola (1982-2012)Nota: *DIN = somma delle concentrazioni delle tre forme azotate solubili: N-NO3, N-NO2, N-NH3
0
40
80
120
160
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240
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2012
N/P
mol
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Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.27: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del rapporto N/P in tre aree dellacosta emiliano-romagnola (1982-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012324
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Gli andamenti bimensili di nitrati, nitriti e azotoammoniacale nel 2012 (figura 3C.23) presentanouna distribuzione caratteristica, con elevata corri-spondenza dei valori più alti con i periodi di mag-giore portata fluviale e di precipitazioni atmosferi-che, in genere propri dei periodi invernali e pri-maverili. L’azoto ammoniacale, proveniente sia da -gli apporti fluviali che dagli insediamenti urbani,può presentare elevate concentrazioni anchedurante il periodo estivo, nelle stazioni costiere e,nei casi di ipossia/anossia, negli strati profondi, aseguito della mineralizzazione della sostanzaorganica con conseguente solubilizzazione e rila-scio di azoto ammoniacale.Lungo la costa emiliano-romagnola, l’andamentodelle concentrazioni delle forme azotate è caratte-rizzato da una diminuzione da nord verso sud e dacosta verso il largo, a eccezione dell’area setten-trionale che, nei periodi di massima portata, èdirettamente investita dalle piene del Po fino alargo e in profondità.Nella figura 3C.24 sono rappresentate le portateannuali del Po rilevate nel 2012 a Pontelagoscuro(FE). I valori di portata registrati nel 2012 mostra-no tre picchi importanti a maggio, novembre edicembre. Il picco massimo di portata si è avuto il2 dicembre, con 4.349 m3/sec, a seguire il 14novembre, con 3.553 m3/sec, il 5 maggio, con3.426 m3/sec, mentre il più basso, pari a 355m3/sec, il 4 agosto. Il valore medio/anno registratoè di 1.125 m3/sec, inferiore rispetto alla mediaannuale del 2011 di 1.358 m3/sec, ma anche rispet-to alla media climatologica sul lungo periodo(1917-2012) di 1.482 m3/sec. Confrontando i valo-ri medi mensili di portata del 2012 con quelli delperiodo storico 1917-2011 (figura 3C.25), si notauna buona corrispondenza degli andamenti, convalori di portata nel 2012 al di sopra della mediastorica dalla metà di novembre fino a fine anno.Il DIN (azoto inorganico disciolto) è la sommadelle concentrazioni delle tre forme azotate solu-bili (N-NO3, N-NO2, N-NH3) analizzate.L’analisi dell’andamento del DIN, elaborato infigura 3C.26, prende in considerazione le mediegeometriche annuali nel lungo periodo (1982-
2012) in tre aree costiere, rappresentative dellacosta emiliano-romagnola. L’area più settentrio-nale, Goro-Comacchio, risente degli apporti delPo e presenta elevati livelli trofici per molti mesidell’anno. L’area meridionale, Cattolica, risentein misura minore degli apporti padani e presentabassi livelli trofici. L’area costiera centrale,Cervia-Cesenatico, rileva una situazione troficaintermedia, caratterizzata anche dagli apporti deibacini locali.Anche se nell’anno 2012 il valore medio del DIN èdiminuito significativamente nell’area settentrio-nale, questa resta comunque l’area più sensibileall’effetto dei processi di dilavamento dalle fontidiffuse. Nelle altre due aree i valori medi sonodiminuiti sensibilmente rispetto all’anno prece-dente. La forma azotata che maggiormente incidesui valori di DIN è l’azoto nitrico (N-NO3), comeevidenziato nella figura 3C.23, che riporta i valoridelle tre forme azotate rilevate nella stazione a 0,5km davanti a Lido di Volano.La componente DIN viene utilizzata con il P-PO4
nel calcolo del rapporto N/P. Nelle acque costiereemiliano-romagnole il fosforo è sempre statol’elemento chiave che ha limitato e controllato ifenomeni eutrofici, mentre l’azoto riveste unruolo non limitante.Anche per quanto riguarda il rapporto N/P (figura3C.27) si è voluto rappresentare il trend evolutivonel periodo 1982-2012, mettendo a confronto lemedie geometriche annuali di tre aree (Goro-Co -macchio, Cervia-Cesenatico e Cattolica). Il graficomostra la diminuzione nel 2012 dei valori medi intutte e tre le aree, con una inversione di tendenzarispetto agli anni precedenti. Nei grafici delle figu-re 3C.26 e 3C.27 sono rappresentate, oltre alle ten-denze di tipo lineare (rette tratteggiate), che mo -strano in termini assoluti l’evoluzione complessi-va dei sistemi, anche quelle di ordine superiore (li -nee continue), che consentono di evidenziareeven tuali fenomeni di ciclicità interannuale.La tendenza di ordine superiore, ben correlata conle portate del Po, evidenzia quattro cicli periodici,con i massimi raggiunti negli anni 1985, 1994,2005 e 2010 (figura 3C.26).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 325
STATO
Concentrazione di sostanze pericolose nei sedimenti
DescrizioneSi prendono in considerazione le concentrazionidi Cadmio (Cd), Piombo (Pb), Cromo totale (Cr)ed esavalente (Cr VI), Nichel (Ni), Arsenico (As),Mercurio (Hg), PCB (PoliCloroBifenili), IPA(Idrocarburi Policiclici Aromatici) e DD’s (isome-ri e metaboliti del DicloroDifenilTricloroetano-DDT) nello strato superficiale del sedimento. Taliparametri contribuiscono alla definizione dellepressioni esercitate dai settori industriale e agri-colo; in genere sono legati al particolato sospesoche si deposita nei sedimenti. Il Cadmio, prodot-to dalla combustione del carbone e dall’inceneri-mento di rifiuti, è impiegato come stabilizzatorenelle materie plastiche (PVC) e come elettrodonelle batterie ricaricabili. Il Piombo, tra i metalli,è il più impiegato nel settore industriale e quindiabbondantemente disperso nell’ambiente (basticitare l’uso come additivo nelle benzine). IlCromo deriva dalla produzione di industrie mine-rarie e metallurgiche, lacche, vernici, lavorazionedel legno, pellami e concerie, acciaierie, industriegalvaniche, industria tessile, fanghi di depurazio-ne, inceneritori. L’Arsenico e molti dei suoi com-posti sono cancerogeni. L’esposizione cronicaall’Arsenico ha effetti dannosi sulla salute. I suoicomposti trovano impiego come fitofarmaci,erbicidi e insetticidi. Il Mercurio, ottimo condut-tore di elettricità, si libera nella combustione delcarbone fossile e dell’olio combustibile, nell’ince-nerimento dei rifiuti, nel trattamento di pellamie nei processi industriali. Nei sedimenti fangosi,per azione di batteri, il Mercurio si lega covalen-temente con gruppi alchilici o cloruri per forma-re composti volatili solubili nei tessuti adiposidegli organismi.Gli idrocarburi clorurati quali i DD’s rappresen-
tano i prodotti organici di sintesi impiegati comeantiparassitari, in particolare come insetticidi.Altra classe di composti compresi nella dizione diidrocarburi clorurati è quella dei policlorobifeni-li (PCB), composti industriali persistenti e lipofi-li, usati come fluidi dielettrici nei trasformatori,come plastificanti e come ritardanti di fiamma.Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) costi-tuiscono un numeroso gruppo di composti orga-nici formati da uno o più anelli benzenici. Sonocontenuti nel carbone e nei prodotti petroliferi(particolarmente nel gasolio e negli olii combu-stibili). Gli IPA sono bioaccumulabili e la loroemissione nell’ambiente risulta molto variabile aseconda del tipo di sorgente, del tipo di combu-stibile e della qualità della combustione.
ScopoRilevare la concentrazione di alcuni metallipesanti come Cadmio (Cd), Piombo (Pb), Cromototale (Cr) ed esavalente (Cr VI), Nichel (Ni),Arsenico (As), Mercurio (Hg) e sostanze microin-quinanti quali IPA (idrocarburi policiclici aroma-tici), DD’s e PCB (policlorobifenili). Fornire indi-cazioni sull’inquinamento da immissioni di inse-diamenti produttivi (industriali), dall’attivitàagricola e da sversamenti accidentali di idrocar-buri. Gli idrocarburi clorurati (DD’s) mostranouna bassa tossicità acuta e una elevata stabilitàchimica; questa ultima caratteristica determinala loro persistenza e, conseguentemente, il loroaccumulo nei sedimenti. La loro presenza nelsedimento viene considerata un segnale di conta-minazione di tipo “agricolo” dell’area d’indagine.La presenza come residui nei sedimenti di PCBindica una contaminazione di tipo industriale.
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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012326
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di sostanzepericolose nei sedimenti(cadmio, piombo, cromo,nichel, arsenico, mercurio,PCB’s, DD’s, IPA)
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/chilogrammo p.s.,microgrammi/chilogrammo p.s.
FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2008-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti dei valori di concentrazione; media annuale
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 327
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.28: Valore medio annuale della con-centrazione dei metalli nel sedimento in 4 sta-zioni collocate a 3 km dalla costa (2008-2012)
Grafici e tabelle
0
2
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6
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PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
mg/
kg s
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secc
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Arsenico
020406080
100120140160180
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kg s
osta
nza
secc
a
Cromo totale
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
mg/
kg s
osta
nza
secc
a
Cadmio
0102030405060708090
mg/
kg s
osta
nza
secc
a
Nichel
Piombo
0
5
10
15
20
25
mg/
kg s
osta
nza
secc
a
0,00,20,40,60,81,01,21,41,61,82,0
mg/
kg s
osta
nza
secc
a
Cromo VI
0,000,050,100,150,200,250,300,350,400,450,50
mg/
kg s
osta
nza
secc
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Mercurio
2008 2009 2010 2011 2012
PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
2008 2009 2010 2011 2012
PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
2008 2009 2010 2011 2012
PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
2008 2009 2010 2011 2012
2008 2009 2010 2011 2012
PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
2008 2009 2010 2011 2012
PortoGaribaldi
LidoAdriano
Cesenatico Cattolica
2009 2010 2011 2012
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012328
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0,0
0,2
0,4
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1,6
1,8
DDT DDD DDE DDT DDD DDE DDT DDD DDE DDT DDD DDE
Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
μg/
kg s
osta
nza
secc
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2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.29: Valore medio annuale della concentrazione del DDT, DDD e DDE nel sedimento in 4stazioni collocate a 3 km dalla costa (2008-2012)
0
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Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
g/kg
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cca
2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.30: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni degli IPA nel sedimento in 4stazioni collocate a 3 km dalla costa (2008-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 329
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Porto Garibaldi Lido Adriano Cesenatico Cattolica
g/kg
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2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.31: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni dei PCB’s nel sedimento in 4stazioni collocate a 3 km dalla costa (2008-2012)
Di seguito si analizza il trend, registrato negli ultimi 5anni, relativo al valore medio annuo delle concentra-zioni delle sostanze inquinanti rilevate in 4 stazioni(delle 8 monitorate), considerate come le più rappre-sentative della costa emiliano-romagnola. Le stazionisono tutte ubicate a 3 km di distanza dalla linea di riva.La figura 3C.28 riporta i valori medi/anno relativi aimetalli pesanti. La presenza di Cr e Ni lungo la costaemiliano-romagnola non ha solo origine da attivitàantropica. Questi metalli e i loro composti sono pre-senti come elementi “naturali” nella composizione chi-mica delle terre della pianura padana e compaiono neisedimenti marini a elevate concentrazioni, spessosuperando lo Standard di Qualità Ambientale (SQA) delDM 260/10. Nel sito della Regione Emilia-Ro ma gna(http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geo -logia/temi/metalli-pesanti/carta-pedogeochimica-cr-ni-zn-pb-cu-250-2012) sono pubblicate le carte delfondo naturale relative ad alcuni metalli (Cr, Ni, Zn,Cu, Pb). I valori medi/anno per il Cromo esavalente (Cr VI),relativi a un periodo di 4 anni, mostrano un andamen-to decrescente da nord a sud e sono sempre inferioriall’SQA, di cui al DM 260/10.Il Piombo mostra valori medi/anno costanti nel temponelle diverse stazioni, con valori più bassi al centro(Cesenatico). Tutti i valori sono inferiori allo SQA defi-nito dal DM 260/10.L’Arsenico nel 2012 mostra un lieve aumento del valo-re medio/anno rispetto all’anno precedente in tutte lestazioni eccetto quella di Cesenatico. Tutti i valori sonoinferiori allo SQA definito dal DM 260/10.Nel 2012, anche il Cadmio mostra un aumento del
valore medio/anno rispetto all’anno precedente, ma intutte le stazioni; i valori sono comunque sempre infe-riori allo SQA definito dal DM 260/10.Il Mercurio, nel periodo considerato, presenta unandamento variabile. Nelle stazioni di Lido Adriano eCattolica, nel 2010, si sono verificati dei superamentidell’SQA, di cui al DM 260/10; si tratta comunque divalori medi di concentrazione molto contenuti. Nel2011 e 2012, invece, si osserva che tutti i valori medisono inferiori all’SQA.Per quanto riguarda i DD’s (figura 3C.29), i valori mediannui di DDD, DDE e DDT sono relativi alla somma de -gli isomeri 2,4 e 4,4. Nel grafico si riportano le concen-trazioni rilevate per le forme di DDT, DDD e DDE chesono spesso inferiori al limite di rilevabilità strumenta-le. Solo nel 2010, nelle stazioni di Porto Gari baldi eCattolica, si è verificato un lieve superamento del l’SQA,di cui al DM 260/10. Nel 2011 e 2012 tutti i valori medidi concentrazione sono ritornati inferiori all’SQA.I valori medi/anno degli IPA sono relativi alla sommadi 16 tipologie di idrocarburi più significativi.Gli IPA (figura 3C.30) nelle varie stazioni presentanoun andamento temporale altalenante, con valorimedi/anno più bassi a Cesenatico. I livelli di concen-trazione sono tutti decisamente inferiori all’SQA defi-nito dal DM 260/10. I valori medi/anno dei PCB’s sono relativi alla sommadei 13 congeneri più significativi (figura 3C.31). Talivalori sono inferiori all’SQA definito dal DM 260/10 intutte le località e in tutti gli anni considerati. I valorimedi più elevati si riscontrano nelle due stazioni più anord della costa emiliano-romagnola, mentre quellipiù bassi a Cesenatico.
Commento
DescrizioneIndice numerico che esprime la quota di torbiditàdelle acque dovuta alla componente fitoplanctoni-ca rispetto a quella particellata minerale di originedetritica.
ScopoValutare lo stato qualitativo del sistema costieromediante un indice complesso, rapportando i valo-ri di TRIX con quelli di TRBIX, discriminando nu -mericamente, nella valutazione della trasparenza,il contributo della componente microalgale rispet-to alla risospensione del sedimento o all’apporto dimateriale inorganico dai fiumi.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Indice di torbidità TRBIX DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09LR 3/99
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Correlazione tra l’indice di torbidità (TRBIX) e l’indice trofico (TRIX)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012330
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Impatto
IMPATTO
Indice di torbidità TRBIX
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 331
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Impatto
Grafici e tabelle
Schema di interpretazione dei quadranti derivati dalla combinazione del TRIX vs. TRBIX
Quadrante B Acque colorate prevalentemente da fitoplancton; colore verdastro, brunastro o rossastro secondo la specie fitoplanctonica.
Trasparenza più o meno ridotta
Quadrante C Acque colorate sia da fitoplancton che da torbidità di tipo minerale; colore limoso-fangoso associato a una variazione cromatica verdastra, brunastra o rossastra secondo la specie fitoplanctonica.
Trasparenza più o meno ridotta
Quadrante A Acque poco o scarsamente colorate da fitoplancton e presenza di torbidità minerale; colore poco limoso con tonalità verde,- azzurro-blu marino.
Trasparenza alta
Quadrante D Acque prevalentemente colorate da torbidità di tipo minerale; colore limoso fangoso di tipo grigio brunastro.
Trasparenza molto ridotta
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.32: Diagrammi di “Scatter plot” tra l’indice di torbidità (TRBIX) e l’indice trofico (TRIX)(2012)
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
0 1 2 3 4 5
Ind
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Tro
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Indice di Torbidità TRBIX
Indice Trofico v. Indice di Torbidità
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B C
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8,00
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Tro
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Indice di Torbidità TRBIX
Indice Trofico v. Indice di Torbidità
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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012332
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Impatto
Combinando l’indice di torbidità (TRBIX) conl’indice trofico (TRIX) si rappresentano gli scat-ter plot del TRIX verso il TRBIX, calcolati utiliz-zando i risultati rilevati nel 2012 nelle stazioni a0,5 e 3 km dalla costa. Osservando la figura3C.32, il grafico viene diviso in quattro quadran-ti, rispettivamente definiti dal valore medio diTRIX e TRBIX. La localizzazione della combina-zione dei valori all’interno di ciascun quadranteviene interpretata in base alla tabella allegata allafigura 3C.32. Il confronto tra i due corpi idricidella costa mostra che per il CD1, area compresatra Lido di Volano e Casalborsetti, la maggiorparte dei valori si distribuisce sul quadrante B,che identifica, in termini di TRBIX, acque colora-
te da fitoplancton con bassi valori di trasparenza;da sottolineare anche i valori che si posizionanonel quadrante A, che sottende acque poco o scar-samente colorate con presenza di torbidità dovu-ta anche alla componente minerale. Questa pecu-liare distribuzione generale dei dati, nell’areacentro-settentrionale, evidenzia la forte variabili-tà riscontrata, con periodi di elevata concentra-zione di biomassa microalgale e situazioni dimedio/ alta trasparenza.Nell’area compresa tra Lido Adriano e Cattolica(CD2), i dati si distribuiscono soprattutto nel qua-drante A e D, a indicare un incremento della com-ponente minerale/detritica che influisce sulla tra-sparenza in questa zona.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 333
IMPATTO
Presenze microalgali
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Impatto
DescrizioneLe Diatomee sono una delle classi dominanti nel fi -toplancton marino. La loro distribuzione stagiona lee l’abbondanza relativa forniscono importanti indi-cazioni circa lo stato degli ecosistemi marini, conparticolare riferimento ai fenomeni di eutrofizzazio-ne. Le Dinoflagellate, più frequentemente, pos sonoprovocare fenomeni di “acque colorate”. L’ab -bondanza del numero di microalghe per litrod’acqua determina una alterazione della normalecolorazione e trasparenza delle acque. La prolifera-zione abnorme delle microalghe è causata dalla pre-senza in acqua di elevate concentrazioni di nutrienti(in particolare di P e N); tali elementi nutritivi sonoin generale veicolati a mare da affluenti costieri.
ScopoLe analisi quantitative dei popolamenti di Dia -tomee, Dinoflagellate nelle acque marine consen-tono una stima della produttività primaria delsistema e in generale costituiscono un elementobasilare nella valutazione dello stato qualitativo, inquanto influiscono sulla trasparenza e sulla colo-razione delle acque costiere. Ne consegue cheentrambi i gruppi al termine del loro ciclo sono instretta correlazione con le condizioni di ipossia eanossia delle acque di fondo, che si sviluppano nelperiodo estivo/autunnale. Le analisi quali-quanti-tative di Diatomee e Dinoflagellate forniscono unulteriore contributo alla conoscenza dello statodell’ecosistema marino costiero.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali DPSIR I
UNITÀ DI MISURA N. cellule/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Settimanale/annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie annuali nelle stazioni a 0,5 e 3 km e per corpo idrico
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012334
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0,E+00
5,E+06
1,E+07
2,E+07
2,E+07
3,E+07
3,E+07
2010 2011 2012
N. c
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CD1 CD2
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.33: Medie annuali del fitoplancton totale nei corpi idrici CD1 (Goro-Ravenna) e CD2(Ravenna-Cattolica) (2010-2012)
Grafici e tabelle
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 335
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Classe Taxa 2010 2011 2012 Bacillariophyceae Asterionellopsis glacialis x x x Bacillariophyceae Bacillaria spp. x x Bacillariophyceae Bellerochea spp. x Bacillariophyceae Cerataulina pelagica x x Bacillariophyceae Chaetoceros cf. tenuissimus x Bacillariophyceae Chaetoceros diversus x Bacillariophyceae Chaetoceros spp. x x x Bacillariophyceae Chaetoceros tenuissimus x Bacillariophyceae Chaetoceros tortissimus x Bacillariophyceae Cyclotella spp. x x Bacillariophyceae Cylindrotheca closterium x x x Bacillariophyceae Dactyliosolen fragilissimus x x Bacillariophyceae Gyrosigma spp. x Bacillariophyceae Hemiaulus spp. x Bacillariophyceae Leptocylindrus danicus x Bacillariophyceae Leptocylindrus spp. x Bacillariophyceae Melosira granulata x Bacillariophyceae Melosira moniliformis x Bacillariophyceae Melosira spp. x Bacillariophyceae Navicula spp. x x Bacillariophyceae Nitzschia spp. x x Bacillariophyceae Pleurosigma spp. x x Bacillariophyceae Proboscia alata x Bacillariophyceae Pseudo-nitzschia spp. del Nitzschia delicatissima complex x x Bacillariophyceae Pseudo-nitzschia spp. del Nitzschia seriata complex x x Bacillariophyceae Pseudo-nitzschia spp. x x x Bacillariophyceae Skeletonema spp. x x x Bacillariophyceae
Thalassionema frauenfeldii x
Bacillariophyceae Thalassionema nitzschioides x Bacillariophyceae Thalassionema spp. x x x Bacillariophyceae Thalassiosira spp. x x x Dinophyceae Alexandrium minutum x Dinophyceae Ceratium furca x Dinophyceae Ceratium fusus x x x Dinophyceae Ceratium spp. x Dinophyceae Dinophysis acuminata x Dinophyceae Dinophysis sacculus x Dinophyceae Dinophysis spp. x Dinophyceae Dinophysis tripos x Dinophyceae Diplopsalis group x x x Dinophyceae Gonyaulax spinifera x Dinophyceae Gonyaulax spp. x x Dinophyceae Gymnodinium spp. x x x Dinophyceae Gyrodinium spp. x x x Dinophyceae Heterocapsa sp. x Dinophyceae Karenia sp. x Dinophyceae Katodinium spp. x Dinophyceae Lingulodinium polyedrum x x x Dinophyceae Oxytoxum spp. x x x Dinophyceae Polykrikos spp. x x x Dinophyceae Prorocentrum aporum x Dinophyceae Prorocentrum compressum x Dinophyceae Prorocentrum micans x x x Dinophyceae Prorocentrum minimum x x x Dinophyceae Prorocentrum triestinum x x Dinophyceae Protoperidinium bipes x x x Dinophyceae Protoperidinium cf. pellucidum x Dinophyceae Protoperidinium diabolum x Dinophyceae Protoperidinium spp. x x x Dinophyceae Protoperidinium thorianum x Dinophyceae Pseliodinium sp. x Dinophyceae Pseliodinium vaubanii x Dinophyceae Pyrocystis lunula x Dinophyceae Scrippsiella spp. x x x Dinophyceae Torodinium robustum x Dinophyceae Torodinium spp. x x x
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.5: Lista floristica dei taxa prevalenti (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012336
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.34: Medie annuali delle abbondanze di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton nellestazioni a 0,5 e 3 km (2012)
0,0E+00
5,0E+06
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1,5E+07
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2 4 6 9 14 17 19
N. c
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Transetti
Diatomee
0,0E+00
1,0E+05
2,0E+05
3,0E+05
2 4 6 9 14 17 19
N. c
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Transetti
Dinoficee
0,0E+00
2,0E+06
4,0E+06
6,0E+06
8,0E+06
1,0E+07
2 4 6 9 14 17 19
N. c
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Transetti
Altri fitoflagellati
0,5 km 3 km
0,5 km 3 km
0,5 km 3 km
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 337
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Diatomee
CD1 CD2
0,0E+00
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inv pri est aut
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Dinoficee
0,0E+00
5,0E+06
1,0E+07
1,5E+07
inv pri est aut
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Altri fitoflagellati
CD1 CD2
CD1 CD2
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.35: Medie stagionali delle abbondanze di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton neicorpi idrici CD1 (Goro-Ravenna) e CD2 (Ravenna-Cattolica) (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012338
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Impatto
Nel 2012 i livelli di produttività primaria in mare acarico del fitoplancton sono stati inferiori rispettoalla media degli ultimi tre anni. In figura 3C.33 siriportano le medie annuali del fitoplancton totaledal 2010 al 2012 nei corpi idrici CD1 e CD2, dovesi evidenzia un calo più marcato in CD2.CD1 presenta sempre i valori più elevati rispetto aCD2 per ogni gruppo considerato (figura 3C.35). Le Diatomee prevalgono nel periodo invernale, purpersistendo in primavera ed estate in CD1. Le Dino -ficee e gli Altri fitoflagellati aumentano in primaveraed estate, sempre con quantità superiori in CD1.La classe delle Diatomee assieme al gruppo degli
Altri fitoflagellati manifestano più marcatamenteil calo di produttività, mentre le Dinoficee nonmostrano variazioni rilevanti rispetto al 2011.Considerando le medie annuali nelle stazioni sot-tocosta (0,5 km) e al largo (3 km) (figura 3C.34), sinota un gradiente decrescente da nord a sud, ecce-zione fatta per la stazione 4 che presenta valorisuperiori alla stazione 2 più settentrionale. Nellastazione 2 si registra il valore medio annuale diDinoficee più elevato a causa di un consistente epi-sodio di fioritura di Scrippsiella spp. del 17 luglio.In tabella 3C.5 si riporta la lista floristica dei taxaprevalenti nel triennio 2010-2012.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 339
IMPATTO
Macroinvertebrati bentonici
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Impatto
DescrizioneLo studio delle comunità macrobentoniche deifon di marini viene soprattutto applicato nelleindagini degli ambienti perturbati, soggetti adiversi tipi di inquinamento, o dei sistemi natural-mente ipossici. I lavori che ne emergono riguarda-no sia descrizioni delle variazioni della strutturadelle comunità bentoniche in relazione ai gradi dialterazione ambientale, sia metodi in grado di sta-bilire, con maggior o minor efficacia, il grado dialterazione sulla base delle caratteristiche struttu-rali della comunità. Infatti gli organismi bentoni-ci, non potendo compiere grandi spostamenti,sono sottoposti per tutto il proprio ciclo vitale allecondizioni ambientali più o meno perturbate pre-senti nella zona, mostrando di conseguenza glieffetti dell’esposizione prolungata a diversi fattori
ambientali e di eventuale inquinamento. Tali effet-ti si manifestano alterando la struttura del popola-mento sia in termini di composizione in specie, siain termini di numero di specie e rapporti di abbon-danza tra specie.
ScopoL’effetto di perturbazioni ambientali risulta indivi-duabile attraverso l’interpretazione delle reazioniche la comunità macrobentonica presenta nel tem -po. Tali risposte possono manifestarsi sia come varia-zioni qualitative sia quantitative, ovvero sia in termi-ni di composizione in specie, sia in termini di nume-ro e di rapporti di abbondanza tra specie. In altreparole, il grado di alterazione della comunità è desu-mibile sulla base delle sue caratteristiche strutturali.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale/stagionale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Valori annuali e stagionali dell’indice AMBI
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012340
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Impatto
Grafici e tabelle
SFBC VTC
Phylum
Porto Garibaldi
4
Lido Adriano
9 Cesenatico
14 Cattolica
19
Porto Garibaldi
304
Lido Adriano
309 Cesenatico
314 Cattolica
319
Anellida 16 14 18 14 10 12 10 17 Arthropoda 10 8 17 10 3 5 11 13 Cnidaria 0 0 0 0 2 0 0 1 Echinoderma 0 0 2 1 0 1 2 2 Idroidomeduse 0 0 1 0 0 0 1 0 Mollusca 11 9 21 17 5 11 10 14 Phoronyda 2 0 2 0 0 1 0 0 Sipuncula 1 1 1 1 1 1 1 2
Totale 40 32 62 43 21 31 35 49
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.6: Numero di specie rinvenute per le biocenosi SFBC e VTC (2012)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.36: Valori stagionali dell’indice AMBI per le stazioni delle biocenosi SFBC e VTC (2012)LEGENDA: I= inverno, P= primavera, E= estate, A= autunno
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 341
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Impatto
Vengono presentati i valori dell’indice biotico AMBIbasato sulla presenza di specie appartenenti a grup-pi ecologici a differente sensibilità nei confrontidell’inquinamento; questo indice varia in modocontinuo da 0 (condizione di assenza di di sturbo) a6 (condizione di estremo disturbo). Le stazioni in -dagate sono quelle appartenenti alla biocenosi delleSabbie Fini Ben Calibrate (SFBC), ubicate a circa 1km dalla costa, e quelle dei Fanghi Terrigeni Co -stieri (VTC), distanti 3 km dalla costa.Nella tabella 3C.6 si osserva come il numero di spe-cie rinvenute si aggiri intorno a un valore medio di40. Nelle stazioni SFBC, a Cesenatico si è registratoil maggior numero di specie (62), mentre per leVTC, il maggior numero di specie si è registrato aCattolica (49). Il minor numero di specie rinvenutonelle stazioni SFBC è stato a Lido Adriano (32)mentre, per le VTC, a Porto Garibaldi (21).I Phylum che maggiormente contribuiscono alladefinizione delle comunità bentoniche sono quel-lo degli Anellida e quello dei Mollusca.Dalla figura 3C.36 si può notare come le stazioniappartenenti alla biocenosi delle SFBC siano classi-
ficate come siti lievemente disturbati, a eccezionedi Porto Garibaldi (4) in estate e Cesenatico (14) inautunno, che invece mostrano assenza di disturbo. Le stazioni SFBC di Cesenatico e Cattolica (14 e19) mostrano un gradiente stagionale nord-suddecrescente, mentre non si osserva un particolaregradiente stagionale nelle altre stazioni. Dalla figura 3C.36 si può notare come le stazioniappartenenti alla biocenosi delle VTC siano classi-ficate come siti lievemente disturbati, a eccezionedi Porto Garibaldi (304) che in autunno risultamoderatamente disturbata; in autunno è evidenteun gradiente decrescente nord-sud.Nella tabella 3C.7 si riportano i valori di M-AMBIe lo stato di qualità per i macroinvertebrati ben-tonici, attribuiti in conformità a quanto previstonel DM 260/10, suddivisi per corpo idrico e rela-tivi al triennio di monitoraggio 2010-2012. Perl’ele mento di qualità biologica (EQB) macroin-vertebrati bentonici lo stato di qualità è “buono”per entrambi i corpi idrici marino costieri del -l’Emilia-Romagna (CD1 e CD2) e per tutto iltriennio 2010-2012.
Commento
2010 2011 2012
Corpo Idrico
M-Ambi M-Ambi M-Ambi Stato Stato
Stato
CD1 Goro-Ravenna 0,75 Buono 0,70 Buono 0,61 Buono
CD2 Ravenna-Cattolica 0,73 Buono 0,73 Buono 0,71 Buono
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.7: Valori di M-AMBI e stato di qualità per corpo idrico (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012342
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Impatto
DescrizioneDefinisce il livello di saturazione dell’ossigeno nel -le acque in relazione alla solubilità (in funzionedella temperatura e salinità), ai processi di degra-dazione, respirazione e fotosintesi nelle acque. Imeccanismi biochimici che consentonoun’aumentata tolleranza all’anossia sono impor-tanti fattori che possono influenzare la composi-zione del benthos, in relazione all’intensità, alladurata e ricorrenza dei fenomeni.Aree interessate da durature situazioni di anossiao da costanti condizioni di ipossia severa possonovedere completamente modificata la bionomiabentonica, con diminuzione di biomassa e biodi-versità.La moria di organismi adulti produce di per sé undanno ambientale, ma un danno maggiore è datodalla perdita di organismi in fase larvale (uova,stadi giovanili), la cui carenza indebolisce la con-
sistenza delle generazioni future. La ciclicità el’estensione dei fenomeni anossici lungo la costaemiliano-romagnola, colpendo indiscriminata-mente sia gli organismi adulti sia le forme giova-nili, rischia di essere tale da comportare un serio eirreversibile impoverimento degli stock di alcunespecie.
ScopoRilevare i fattori predominanti che modificano ilva lore di saturazione dell’ossigeno nelle acque, conparticolare riferimento ai processi di ossidazionemicrobiologica della sostanza organica e al consu-mo per respirazione degli organismi. L’ossi genoviene ripristinato attraverso la fotosintesi (i valoriche eccedono la saturazione sono solo di ori ginefo tosintetica) e tramite i processi fisici di scambiodei gas tra atmosfera e acqua superficiale.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno sul fondo, aree dianossia
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Milligrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
1999-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale/quindicinale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10LR 39/78
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Mappe di distribuzione dell’ossigeno nelle acque di fondo
IMPATTO
Ossigeno sul fondo,aree di anossia
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 343
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.37: Mappe di distribuzione della massima estensione annuale delle condizioni anossiche(concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l) delle acque di fondo dal delta del Po aCattolica e da costa fino a 10 km al largo (1999-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012344
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Impatto
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.38: Mappe di distribuzione della massima estensione delle condizioni anossiche*/ipossiche** delleacque di fondo, da costa fino a 10 km al largo (2012)Note: *anossia = concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l
**ipossia = concentrazione di ossigeno disciolto tra 1 e 3 mg/l
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 345
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Una delle conseguenze dei processi di eutrofizza-zione è la formazione di condizioni di carenza diossigeno (ipossia) e/o di assenza di ossigeno(anossia) nelle acque di fondo. Gli areali interes-sati sono molto vasti e variabili, estendendosi daqualche decina a centinaia di km2. Generalmentela fascia costiera compresa tra Goro e Cesenaticorisulta maggiormente interessata da condizioni dicarenza di ossigeno, che riguardano principal-mente lo strato di acque prossime al fondale (1-3m). La figura 3C.37 evidenzia come questa pro-blematica colpisca prevalentemente la parte set-tentrionale della costa. Tale area è la più sensibileper diversi motivi: è direttamente e maggiormen-te investita dagli apporti padani, ha condizioniidrodinamiche particolari, con vortici che aumen-tano i tempi di stazionamento delle acque, e pre-senta condizioni eutrofiche persistenti per perio-di lunghi dell’anno. Lo stato di anossia sul fondo,una volta innescatosi, si mantiene e si estende nel
tempo in funzione delle correnti e si risolve inoccasione di mareggiate importanti in grado dirimescolare l’intera colonna d’acqua. Le condizio-ni anossiche si manifestano prevalentemente nelperiodo estivo-autunnale, quando l’incrementodel la temperatura, la presenza di abbondante bio-massa microalgale, la stasi idrodinamica e la stra-tificazione termica e/o salina agiscono come fat-tori sinergici nello sviluppo dello stato anossico.Deve essere, quindi, sempre considerata e valuta-ta la molteplicità di fattori che concorrono al veri-ficarsi di ipossie/anossie. I periodi più critici del2012 si sono avuti nel mese di agosto, settembre enovembre, dove situazioni ipossiche/anos siche sisono osservate in zone ristrette dell’area marinocostiera controllata (figura 3C.38). Nel 2012 lecondizioni anossiche si sono verificate solo nell’a-rea settentrionale della costa emiliano-romagno-la, in prossimità di porto Garibaldi e Lido di Vo -lano, con estensioni molto ridotte.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012346
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DescrizioneL’indicatore descrive la concentrazione di clorofilla“a” nelle acque superficiali e lungo la colonnad’acqua, consentendo una stima indiretta della bio-massa fitoplanctonica, in quanto fornisce la misuradel pigmento fotosintetico principale presente nellemicroalghe. Essa rappresenta un efficace indicatoredella produttività del sistema. Nello schema DPSIR èinserito tra gli indicatori di Impatto, perché segnalal’effetto della perturbazione della qualità ambientaledelle acque marine sulle biomasse fitoplanctoniche.
ScopoLa concentrazione della clorofilla “a” nelle acquemette in evidenza il livello di eutrofizzazione delleacque costiere. È di fondamentale importanza perl’applicazione di indici trofici e dell’indice di torbi-dità, per la valutazione delle caratteristiche trofi-che del corpo idrico e dello stato degli ecosistemi;inoltre è un ottimo indicatore per la valutazionedella produzione primaria e dei gradi di trofia del-l’ecosistema.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla“a”
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2008-2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale/quindicinale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Medie geometriche annualiMappe di distribuzione stagionali (complessivi 1.300 km2)
IMPATTO
Concentrazione di clorofilla “a”
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 347
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Grafici e tabelle
0,E+00
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4,E+06
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Clorofilla "a" media geometrica CD1 Clorofilla "a" media geometrica CD2Abbondanza media Diatomee CD1 Abbondanza media Diatomee CD2
0,E+00
1,E+04
2,E+04
3,E+04
4,E+04
5,E+04
6,E+04
7,E+04
8,E+04
0
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2008 2009 2010 2011 2012
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rogr
amm
i/litr
o)
Clorofilla "a" media geometrica CD1 Clorofilla "a" media geometrica CD2Abbondanza media Dinoficee CD1 Abbondanza media Dinoficee CD2
0,E+00
2,E+06
4,E+06
6,E+06
8,E+06
1,E+07
1,E+07
0
2
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2008 2009 2010 2011 2012
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rogr
amm
i/litr
o)
Clorofilla "a" media geometrica CD1 Clorofilla "a" media geometrica CD2Abbondanza media Altro fitoplancton CD1 Abbondanza media Altro fitoplancton CD2
a) Diatomee
b) Dinoficee
c) Altro fitoplancton
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.39a,b,c: Medie annuali di clorofilla “a” con abbondanza media annuale di Diatomee,Dinoflagellate e Altro fitoplancton nei corpi idrici CD1 e CD2 (2008-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012348
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Nella figura 3C.39a,b,c si riporta a confronto la mediageometrica annuale dei valori di concentrazione dellaclorofilla “a” nei corpi idrici marino costieri (CD1,Goro-Ravenna, e CD2, Ravenna-Cattolica) con l’ab -bon danza media/anno del fitoplancton. Osser van do idati di clorofilla “a” si nota un trend in crescita dal2008 al 2011 delle medie geometriche; nel 2012 èmolto evidente invece l’inversione di tendenza.Prendendo in considerazione il valore di 3,5 μg/l diclorofilla come media geometrica annuale, quale
limite per uno stato buono/sufficiente (come pre-visto dal DM 260/10), si osserva come tale limitesia sempre superato nel periodo in esame a ecce-zione del CD2 negli anni 2008 e 2012.La zona settentrionale della costa (CD1) mostra ivalori più elevati, a causa di una maggior influen-za degli apporti di nutrienti generati nel bacinopadano, che favoriscono e alimentano questa con-dizione di eutrofia.In figura 3C.39a si può notare, inoltre, come le
Commento
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3C.40: Media stagionale della concentrazione di clorofilla “a” da Goro a Cattolica e da costafino a 10 km al largo (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 349
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concentrazioni medie di clorofilla “a” e Diatomeepresentino lo stesso andamento, in particolare inCD2. Le stesse concentrazioni medie di clorofilla“a” non risentono, in particolar modo, del contri-buto dato dalle Dinoflagellate (figura 3C.39b).L’andamento medio stagionale nel 2012 (figura3C.40) evidenzia come in inverno, lungo tutta lacosta, i livelli di concentrazione di clorofilla “a”abbiano raggiunto i valori più alti, in particolarein prossimità della costa; il valore di concentra-zione di 10 μg/l corrisponde al limite sopra alquale si verifica condizione eutrofica. Nei mesiinvernali il CD2 risulta essere l’area con una con-
dizione di eutrofia più marcata. In primavera e inestate, con la riduzione delle immissioni di ele-menti nutritivi in mare dai bacini costieri, si regi-strano abbassamenti dei livelli di clorofilla in par-ticolare tra Cesenatico e Cattolica. In questo trat-to costiero si attesta una condizione oligotrofica,con acque caratterizzate da una buona trasparen-za; solo in prossimità di Porto Garibaldi perdurauna condizione di lieve eutrofizzazione. In au -tun no i valori si abbassano ulteriormente nellazona centro settentrionale della costa emiliano-romagnola; tutta la costa è in una condizione oli-gotrofica.
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Risposte
DescrizioneL’applicazione delle norme in tema di acque desti-nate alla balneazione porta alla definizione di zonevietate in modo permanente. La Regione Emilia-Romagna con l’Ordinanza Balneare n. 1/2012 hastabilito di vietare in corrispondenza di foci dicorpi idrici un tratto di litorale per una lunghezzadi 50 metri a nord e 50 metri a sud dalle foci stes-se per motivi precauzionali di natura igienico-sanitaria, in quanto le acque convogliate a maresono potenzialmente ricche di carichi antropici.Per motivi di sicurezza la stessa Ordinanza vieta per-manentemente i tratti di litorale interessati dal tran -sito di natanti: i porti e la superficie di mare per unraggio di 150 metri dall’imboccatura degli stessi, mi -surati a semicerchio dalla cima dei moli guardiani.
Tratti di litorale interdetti sono anche le zone inte-ressate da servitù militare (5,2 km in provincia diRavenna poco a sud del confine con Ferrara) e lezone adibite alla molluschicoltura (Sacca di Goroa Ferrara).Oltre ai divieti di balneazione permanenti sono con-siderati anche i divieti temporanei, legati a episodid’inquinamento transitori, la cui entità è espressadall’Indice di Balneabilità Temporanea (IBT).
ScopoMettere in evidenza le zone permanentemente etemporaneamente vietate alla balneazione in baseall’applicazione della normativa vigente in tema diacque destinate alla balneazione.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Zone permanentemente e/otemporaneamente balneabili
DPSIR R
UNITÀ DI MISURA Percentuale FONTE Province, RegioneEmilia-Romagna,Ausl,Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque,Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 116/08DM 30/03/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Suddivisione in zone: rapporto percentuale fra la costa balneabile(oppure non balneabile per inquinamento e/o sicurezza, o non bal-neabile per altri motivi) e la lunghezza complessiva dell'area dicosta in esame.Indice di balneabilità: rapporto percentuale espresso come differen-za fra la quota totale di litorale balneabile (metri per giorni di dura-ta della stagione balneare) e la quota di litorale interdetta tempora-neamente alla balneazione (metri interdetti per giorni di durata del-l’interdizione temporanea) rispetto alla quota complessiva di litoralebalneabile (metri per giorni di durata della stagione balneare)
RISPOSTE
Zone permanentemente e/otemporaneamente balneabili
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 351
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Risposte
Grafici e tabelle
44%
1%
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Provincia di Ferrara
Lunghezza costa adibita alla balneazione Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (area adibita alla molluschicoltura)
83%
5%
12%
Provincia di Ravenna
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(servitù militare)
96%
4%
Provincia di Forlì-Cesena
Lunghezza costa adibita alla balneazione
95%
5%
Provincia di Rimini
Lunghezza costa adibita alla balneazioneLunghezza costa non adibita alla balneazione(porti fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione(porti fiumi e canali)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-RomagnaFigura 3C.41: Suddivisione percentuale dei tratti di costa delle province in: balneabili, non balneabiliper inquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2012)
ProvinciaLunghezza
totale costa (km)
Lunghezzacosta adibita
alla balneazione (km)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali) (km)
Lunghezza costanon adibita alla balneazione
(area adibita alla molluschicolturao servitù militare)
Ferrara 48,13 21,04 0,39 26,71Ravenna 47,37 39,23 2,60 5,54
Forlì-Cesena 9,14 8,78 0,35 0,00Rimini 34,88 33,09 1,78 0,00
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-Romagna
Tabella 3C.8: Zone balneabili e non balneabili delle province (2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012352
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Risposte
73%
4%
23%
Regione Emilia-Romagna
Costa balneabile Costa non balneabile per inquinamento e/o sicurezza Costa non balneabile per altri motivi
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, RegioneEmilia-Romagna Figura 3C.42: Suddivisione percentuale dei tratti di costa regionale in: balneabili, non balneabili perinquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2012)
ProvinciaIndice di balneabilità
temporanea
Ferrara 100,00%Ravenna 100,00%Forlì-Cesena 100,00%Rimini 98,50%
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Comuni, Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3C.9: Indice di balneabilità temporanea (2012)
I dati relativi alle aree effettivamente sottoposte amonitoraggio di norma non subiscono variazionifrequenti nel corso degli anni; sono però di note-vole interesse, in quanto utili alla reale stima per-centuale dei tratti di costa non adibiti alla balnea-zione.Anche per l’anno 2012 si è provveduto a determina-re l’Indice di balneabilità temporanea (Tabella 3C.9),
che indica l’effettiva fruibilità delle acque balneabili,al netto degli episodi di inquinamento temporaneoche hanno determinato la chiusura della balneazio-ne per tempi limitati e in tratti circoscritti del lito-rale. L’IBT è inferiore al 100% solo a Rimini, dove sisono verificate delle chiusure temporanee su trat-ti limitati di spiaggia per misure di gestione.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 353
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Riferimenti
� Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Cristina MAZZIOTTI (1), Margherita BENZI (1), PaolaMARTINI (1), Stefano SERRA (1), Clau dio SILVESTRI (1), Enza BERTACCINI (1), Fabiola MORRONE (1),Leonardo RONCHINI (2), Vanessa RINALDINI (2), Alberto CAPRA (2), Rita ROSSI (2), Paolo SPEZZANI (3)
(1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA RN, (3) DIREZIONE TECNICA
� Bibliografia
1. Arpa Emilia-Romagna (2002), “Stato del litorale emiliano-romagnolo all’anno 2000”, I quadernidi Arpa
2. Arpa Emilia-Romagna (2003), “Verso la gestione integrata delle zone costiere”, I quaderni di Arpa3. Arpa Emilia-Romagna (2006), “Le correnti costiere in Emilia-Romagna”, I quaderni di Arpa4. Arpa Emilia-Romagna (2008), “Stato del litorale emiliano-romagnolo all’anno 2007 e piano decen-
nale di gestione”, I quaderni di Arpa5. Arpa Emilia-Romagna (2010), “Bioaccumulo di microinquinanti nella rete trofica marina”, I quader-
ni di Arpa6. Arpa Emilia-Romagna (2011), “Le mareggiate e gli impatti sulla costa in Emilia-Romagna (1946-
2010)”, I quaderni di Arpa7. Arpa Emilia-Romagna (2012), “Oceanografia Operativa in Italia verso una gestione sostenibile del
mare”, I quaderni di Arpa8. Commission Internazionale pour l’Exploration Scientifique de la mer Méditerranée - CIESM (2002),
Metal and radionuclide bioaccumulation in marine organisms9. Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare - ICRAM (2000), Qualità
degli ambienti marini costieri italiani10. Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare - ICRAM (2005),
“Mucillagini”, I quaderni di ICRAM11. Regione Emilia-Romagna (1992), Marine Coastal Eutrophication12. Regione Emilia-Romagna (1996), Progetto di piano per la difesa del mare e la riqualificazione
ambientale del litorale della Regione Emilia-Romagna13. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Ambiente e Riqualificazione urbana, Arpa Struttura Daphne
(1982-2010), Qualità ambientale delle acque marine in Emilia-Romagna - Rapporto annuale 201214. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Arpa
Ingegneria ambientale (2003), Supporto tecnico alla Regione Emilia-Romagna, alle Province e alleAutorità di Bacino per l’elaborazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque e Piano Territorialedi Coordinamento Provinciale (art. 44 del DLgs 152/99 e art. 115 LR 3/99)
15. Regione Emilia-Romagna, Bollettino Ufficiale, 15 febbraio 2005, Deliberazione del consiglio regio-nale 20 gennaio 2005, n. 645, Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zonecostiere (GIZC)
� Sitografia
1.www.arpa.emr.it/2.www.isprambiente.gov.it/it/temi/acqua/risorse-idriche/acque-marine3.www.marescienza.it
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Introduzione
Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 358
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 358
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 359
Indicatori
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 364
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 411
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 430
Riferimenti
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 434
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 434
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 434
INDICE
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Pag.
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� � Uso prevalente in essere Vedi capitolo Acque marino costiere (pag. 281)del territorio delle province costiere
� Temperatura Acque superficiali, Regione 2010-2012 364marino costiere
� Salinità Acque superficiali, Regione 2010-2012 368sotterranee,
marino costiere
� Concentrazione di fosforo Acque superficiali, Regione 2010-2012 373marino costiere
� Concentrazione di azoto Acque superficiali, Regione 2010-2012 382sotterranee,
marino costiere
� Ferro labile (LFe) e solfuri volatili (AVS) Acque superficiali, Regione 2010-2012 395marino costiere
� Elenco degli habitat Natura e Provincia 2010 399di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Elenco delle specie floristiche Natura e Provincia 2010 402di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Elenco delle specie faunistiche Natura e Provincia 2010 405di interesse comunitario biodiversità (Ferrara, Ravenna)
� Presenze microalgali Acque superficiali, Regione 2012 411marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Macrofite Acque superficiali, Regione 2010 416(Indice R-MaQI modificato) Natura e
biodiversità
� Macroinvertebrati bentonici Acque superficiali, Regione 2010 419(indici M-AMBI e BITS) marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Concentrazione di clorofilla “a” Acque superficiali, Regione 2010-2012 425marino costiere,
Natura ebiodiversità
� Aree naturali protette Natura e Provincia 2012 430biodiversità (Ferrara, Ravenna)
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI
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Tema ambientale: � Qualità dei corpi idrici
� Biodiversità: tendenze e cambiamenti
Introduzione
L’analisi ambientale effettuata mostra una discreta disomogeneità negli ambienti di tran -sizione considerati, sia da un punto di vista idraulico che geomorfologico. Ogni bacino ana-lizzato possiede sue peculiarità sia nella conformazione che negli usi antropici.Lo stato ecologico, valutato in base agli elementi di qualità biologica (EQB) e agli elementia sostegno degli EQB, ha evidenziato che le maggiori criticità sono presenti nella Sacca diGoro e nelle Valli di Comacchio.
Le criticità riscontrate nelle Valli di Comacchio sono in gran parte dovute a carenze gestio-nali del sistema idraulico (interramento di canali sublagunari, riduzione degli scambi con ilmare, immissioni di ingenti carichi di nutrienti).Questa condizione ha, in pochi decenni, portato a radicali cambiamenti nei popolamenti flo-ristici di tale ambiente. Sono scomparse o fortemente ridotte le macrofite a seguito di fio-riture microalgali innescate da rilevanti carichi di nutrienti (N e P) e dal ridotto idrodina-mismo. Tali condizioni hanno portato a un progressivo intorbidimento delle acque con forteriduzione nella penetrazione della luce lungo la colonna d’acqua.
Gli eventi anossici/ipossici, condizioni da definire “fisiologiche” per questi ambienti se simantengono entro limiti tollerabili per la fauna e la flora residenti, si sono verificati preva-lentemente nella Sacca di Goro, a Valle Nuova e nella Piallassa Baiona.
Non rilevabili trend per le forme fosfatiche.
Trend in lieve aumento per le forme azotate.
Nella maggior parte dei corpi idrici si sviluppano intensi fenomeni eutrofici nel periodo esti-vo-autunnale con elevate concentrazioni di clorofilla “a”.
� Messaggio chiave
Le acque di transizione rappresentano, oggi, areemar ginali di un ecosistema un tempo diffuso in va stiterritori costieri del nostro Paese e in tanti altri Statirivieraschi che si affacciano sul Me diter raneo.Anche la nostra regione mostra condizioni analoghe,visto che dall’inizio dell’ottocento circa il 70% deiterritori lagunari sono stati bonificati.Le principali problematiche delle acque di tran -sizione dell’Emilia-Romagna si possono brevementesintetizzare come segue:– eccessivi apporti di sostanze nutritive (carichi diazoto e fosforo);– forte subsidenza di origine antropica che determina,principalmente, la perdita di porzioni di territorio;– regressione costiera generata da fenomeni erosivi;– scarsa disponibilità delle risorse di acqua dolce aseguito dei prelievi irrigui e acquedottistici;– problemi idraulici di circolazione delle acque;– progressivo aumento dell’ingressione salina infalda e nella rete idrica superficiale.Molte delle specie presenti negli elenchi delle specie
minacciate vivono negli ambienti acquatici co stieri.Gli stessi uccelli migratori trovano in questi habitatprotezione e nutrimento. Un altro aspetto che va te -nuto in considerazione è costituito dal potere di fil-tro che questi ecosistemi hanno nei confronti delleacque fluviali e drenanti del territorio. È ampiamen-te documentata la loro capacità di trattenere quoteimportanti di nutrienti (N e P) e di abbattere i cari-chi batterici, che altrimenti si riverserebbero diretta-mente in mare.Ragioni dettate dalle vigenti direttive comunitarie enazionali raccomandano e impongono la loro tutela.In questo assumono una straordinaria importanza ilruolo della Regione e degli Enti locali territorial-mente coinvolti e quello dell’Arpa Emilia-Ro ma gna edell’Ente Parco del Delta Po. È auspicabile che, inquesto intreccio di interessi e ruoli, vi sia una visio-ne concreta dei principi previsti nelle li nee guidadella Gestione integrata delle Zone co stiere approva-ta dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera n.643 del 20/01/05.
� Sintesi
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� Quadro generale
Una vasta area di territorio della regione Emilia-Romagna è coperta da zone umide, caratterizzateda una elevata variabilità ambientale e biologica.Tale area è di origine sia naturale che artificiale(lagune vive, laghi salmastri, meandri e foci fluvia-li, casse di espansione, invasi di ritenuta, cave diinerti dismessi, canali, vasche di colmata, saline).Per valorizzare e tutelare quest’area la RegioneEmi lia-Romagna ha istituito il Parco regionale delDelta del Po, con un’estensione complessiva di cir -ca 58.000 ettari. Le zone umide del Parco regio -nale rappresentano il settore meridionale del gran-de sistema di zone umide che caratterizzal’Adriatico settentrionale, dal Friuli fino a Cervia, eche costituisce un unico complesso sistema ecolo-gico, come dimostrato dalla presenza di endemi-smi comuni, dalla esistenza di associazioni vegeta-li che caratterizzano l’intero sistema e dagli ampispostamenti delle popolazioni di uccelli. Le zoneumide comprese tra la Sacca di Goro e le Valli diComacchio devono la loro origine all’ampio siste-ma deltizio del fiume Po. L’equilibrio idrogeologi-co dell’area è controllato dall’uomo (nota peresempio l’attività agricola e di pesca con le grandibonifiche ferraresi); in pratica a oggi tutte le zoneumide della regione sono soggette a regimi idriciartificiali, finalizzati a diversi scopi: l’agricoltura(oggi la principale attività produttiva praticatanelle aree circostanti le acque di transizione),l’acquacoltura, la pesca e, a seguire, le attività in -dustriali e il turismo.L’agricoltura condiziona fortemente lo stato diconservazione delle zone umide, influenzando ne -
gativamente sia la qualità (eutrofizzazione da fer-tilizzanti e reflui zootecnici, inquinamento dafitofarmaci), sia la quantità delle acque (utilizzo ascopo irriguo). L’acquacoltura intensiva e semi-intensiva hanno un elevato impatto sulla qualitàdelle acque per l’immissione di mangimi e medi-cinali (antibiotici) e, per quanto riguarda la biodi-versità, esse risultano impattanti a causa dell’in-troduzione di specie alloctone allevate o contenu-te nei mangimi (microalghe); la molluschicoltu-ra, oltre a necessitare di ambienti con opportuniricambi idrici per evitare fenomeni di anossia deifondali, deve essere condotta con pratiche ade-guate al fine di non causare danni ai fondali. Leattività industriali sono prevalentemente presentinell’area ravennate, sono numericamente li mi ta -te, ma di elevato im patto (porto industriale e polochimico di Raven na). Il turismo ha creato nel pas-sato profonde modificazioni territoriali, con ladistruzione pressoché totale dei principali sistemidunosi costieri. Attualmente si stanno sviluppan-do attività turistiche di carattere naturalistico,didattico educativo.Nei paragrafi seguenti sono riportati i soli risulta-ti delle indagini effettuate negli ultimi anni sullamatrice acquosa; i dati relativi ai sedimenti e albio ta sono attualmente piuttosto frammentari a li -vello territoriale e non permettono, quindi, di co -struire un quadro generale completo.Per interventi di risanamento eseguiti dall’Auto -rità portuale di Ravenna nella Piallassa Piomboni,a partire dal 2010 in tale corpo idrico sono statesospese le attività di monitoraggio.
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Figura - Rappresentazione cartografica della suddivisione in corpi idrici delle acque costiere marine
Il DLgs 152/99 e s.m.i. prevedeva il monitoraggio delle acque di transizione con indaginida effettuare sulla matrice acquosa con frequenza mensile e quindicinale nel periodo giugno-settembre, sui sedimenti con frequenza annuale e sul biota con frequenza semestrale. La clas-sificazione delle acque lagunari era effettuata sulla base della valutazione del numero di gior-ni di anossia/anno, misurata nelle acque di fondo, che interessava oltre il 30% della super-ficie del corpo idrico. Lo stato di anossia è caratterizzato da valori dell’ossigeno discioltonelle acque di fondo compresi fra 0-1 mg/l. Per la classificazione delle acque di transizionecontribuivano anche i risultati delle indagini sui sedimenti e sul biota.Con il DLgs 152/06 (che recepisce la direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente ilprecedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazionedello stato di qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque di transizione sono pre-visti numerosi nuovi elementi per la definizione dello Stato Ecologico e la ricerca di conta-minanti inorganici e organici nella matrice acqua e sedimento per la definizione dello StatoChimico. Il DLgs 152/06 rimane non applicato fino a quando, con il DM 56/09, vengono definiti icriteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici. Il DM 56/09 All. 1 definisce le modalitàper il monitoraggio dei corpi idrici, individuando gli elementi qualitativi per la classificazio-ne dello stato ecologico e dello stato chimico, inoltre abroga e sostituisce quanto riportato nelDM 367/03 alla tab. 2 e all’All. 1 del DLgs 152/06. Di recente emanazione è il DM 260/2010, recante i criteri tecnici per la classificazione dellostato dei corpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione deicorpi idrici da effettuare al termine del ciclo di monitoraggio.Un altro decreto attuattivo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08,recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le meto-dologie per l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazio-ne), l’individuazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti.Il processo di caratterizzazione dei corpi idrici si è concluso con l’individuazione di 8 corpiidrici:7 Lagune Costiere regionali suddivise in confinate e non confinate, di cui una artificiale (Lagodelle Nazioni); 1 Delta interregionale.
Di seguito si riporta lo schema riepilogativo del processo di caratterizzazione dei corpi idrici di tran -sizione.
Tali corpi idrici sono tutti ricadenti sul territorio delle province di Ferrara e Ravenna e sono di stribuitia “isole” dislocate lungo la fascia costiera. Non sono comunicanti fra loro, risultano “immobilizza-ti”, bloccati rispetto alla loro naturale evoluzione morfologica ed ecologica, circondati da aree dedi-te all’agricoltura, da insediamenti urbani e da infrastrutture. Si possono definire come degli “habitatsotto assedio”.
In risposta a quanto prevede il DLgs 152/06 è stata istituita la nuova rete di monitoraggio perle acque di transizione della regione Emilia-Romagna (vedi cap. 12, pag. 1031). La fasciacostiera del la regione Emilia-Romagna è dichiarata area sensibile (art. 91, DLgs 152/06), inquanto soggetta a processi di eutrofizzazione. Per tale motivo i corpi idrici individuati e sopra
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque di transizione
Codice tipi Corpo idrico Geomorfologia Grado di confinamento Macrotipo
AT03 L. Nazioni (corpo idrico artificiale)
AT07 V. Cantone AT08 V. Nuova AT09 V. Comacchio
Confinato TW1
AT19 Pialassa Baiona AT18 Pialassa Piomboni AT18 Sacca di Goro
Lagu
na c
osti
era
Non confinato TW2
AT21 Po di Goro Delta DELTA
(segue) �
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riportati sono cor pi idrici a rischio, ai quali viene applicato il monitoraggio operativo come pre-visto dal DM 56/09.Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento, che costitui-scono la nuova rete di monitoraggio delle acque di transizione della regione Emilia-Romagna isti-tuita ai sensi del DLgs 152/06. Rispetto alla precedente, si passa da 19 a 16 stazioni di campio-namento. Essendo il Delta del Po un corpo idrico interregionale, il monitoraggio di tale corpo idri-co è stato attribuito alla regione Veneto, che ha già la competenza per gli altri rami del fiume Po.Per praticità, le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle faranno riferimento all’acronimo diciascuna stazione.
Acronimo Corpo idrico Localizzazione Profondità
(cm)Codice
99050000 DPG1 DELTA DEL PO DI GORO DELTA DEL PO DI GORO
99100100 SGOR1 SACCA DI GORO FOCE VOLANO 150
99100201 SGOR2bis SACCA DI GORO GORINO 150
99100300 SGOR3 SACCA DI GORO PORTO GORINO 150
99100401 SGOR4bis SACCA DI GORO BOCCA A MARE 150
99200100 VCAN1 VALLE CANTONE VALLE CANTONE 80
99300100 VNUO1 VALLE NUOVA VALLE NUOVA 80
99400100 LNAZ1 LAGO DELLE NAZIONI LAGO DELLE NAZIONI 400
99500200 VCOM2 VALLI DI COMACCHIO CASONI SERILLA-DONNA BONA 100
99500300 VCOM3 VALLI DI COMACCHIO SIFONE EST 100
99500400 VCOM4 VALLI DI COMACCHIO DOSSO PUGNALINO 100
99500500 VCOM5 VALLI DI COMACCHIO VALLE CAMPO 100
99600100 PBAI1 PIALLASSA BAIONA CHIARO DELLA RISEGA 100
99600300 PBAI3 PIALLASSA BAIONA CHIARO MAGNI 100
99600500 PBAI5 PIALLASSA BAIONA CHIARO VENA DEL LARGO 100
99700100 PPIO1 PIALLASSA PIOMBONI VIA DEL MARCHESATO 100
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012
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La Sacca di Goro è una laguna salmastra estesa circa 3.700 ettari. Confina a nord ovest con gliargini delle ex valli Goara e Pioppa e con il Bosco della Mesola, a nord con aree bonificate nelNovecento (valli Bonello, Vallazza e Seganda) e con l’argine del Po di Goro. A sud lo Scannonedelimita il confine con il mare aperto; una bocca di circa 1.500 metri tra il Lido di Volano e lapunta dello Scannone, e un taglio in quest’ultimo mettono in comunicazione la Sacca con il mareaperto. Le aree orientali sono le valli di Gorino.La Sacca di Goro riceve acqua salata dal mare (grazie alle maree), riceve acqua dolce dal Po diGoro (tramite la chiusa di Gorino), dal Po di Volano e dal Canal Bianco.
Valle Bertuzzi (Valle Nuova e Valle Cantone). Il complesso comunemente detto di ValleBertuzzi è costituito da due bacini di acqua salmastra: Valle Nuova (circa 1.400 ettari) e ValleCantone (circa 600 ettari). Si estende immediatamente a sud del Po di Volano, tra Vaccolino, Lidodi Volano, il Lago delle Nazioni e le Valli bonificate di San Giuseppe. Il complesso di Valle Bertuzziera, fino al 1998, di proprietà della Società per la bonifica dei terreni ferraresi ed è stato vendu-to a due aziende private, le quali hanno una gestione indipendente, finalizzata alla pesca esten-siva e, in piccola parte, alla caccia. Dopo la sistemazione dell’argine di Val Cantone (1998/99),il complesso è stato idraulicamente separato in due bacini: Valle Cantone e Valle Nuova. Fino al1998 l’unico lavoriero in funzione era quello di Valle Nuova, per questo l’intero complesso erachiamato a volte Valle Bertuzzi, dal bacino di maggiori dimensioni, o Valle Nuova, dal bacino incui era presente il lavoriero. La profondità media è di circa 50 cm, ma sono presenti anche zonedi 1,5-2 metri in corrispondenza dei canali sub lagunari.
Il Lago delle Nazioni è un bacino salmastro situato tra Valle Nuova, la pineta demaniale e lespiagge di Volano e di Lido delle Nazioni. Ha una superficie di circa 90 ettari, ai quali vannoaggiunti, al fine di delimitare l’esatto comparto naturalistico, i 70 ettari circa del contiguo alleva-mento brado di tori e cavalli Camargue-Delta. Il lago è un bacino artificiale, ricavato da scavi elavori condotti nell’ex valle di Volano. La valle, originatasi per ripetuti episodi di ingressione diacque marine, ha cambiato più volte forma, seguendo l’accrescimento del litorale, ed è stata indiretto contatto con il mare fino ad alcuni decenni fa attraverso Bocca del Bianco. Attualmente ilricambio idrico è assicurato da un canale regolato per mezzo di un sifone e un’idrovora connessicon il tratto terminale della foce del Po di Volano.
Le Valli di Comacchio sono un ampio e articolato sistema lagunare, localizzato lungo la costanord-ovest del mar Adriatico. Esse costituiscono un sistema seminaturale, la cui evoluzione è statacorretta dall’intervento antropico di regolazione idraulica e di bonifica terminato negli anni 60. LeValli di Comacchio sono delimitate a sud dall’argine del fiume Reno e separate dal mare dal cor-done litoraneo di Spina, di circa 2,5 km di larghezza. Possono comunicare col mare attraverso ilcanale di Porto Garibaldi, il canale Logonovo e il Gobbino, questo oramai interrotto nella suabocca a mare.Le Valli hanno una profondità media di circa 60 cm, con massimi di 1,5-2 m. Sono attualmentedivise in quattro bacini principali: Valle Fossa di Porto (2.980 ettari), Valle Magnavacca (6.160ettari), parzialmente separate dal cordone dunale di Boscoforte, Valle Campo (1.670 ettari), com-pletamente arginata, e Valle Fattibello (730 ettari), separata dal resto del sistema dall’argine delcanale Fosse-Foce, in diretta connessione con il mare e su cui si affaccia l’abitato di Comacchio. A questi se ne aggiungono alcuni di minor estensione quali le Valli Smarlacca, Scorticata,Lavadena (frutto della separazione di Valle Magnavacca mediante argini di nuova costruzione) ela Salina e, nelle immediate vicinanze, relitti di valli non in comunicazione con le precedenti: ValleMolino, Valle Zavelea (detta anche Oasi Fossa di Porto), Vene di Bellocchio e Sacca di Bellocchio.Le Valli di Comacchio si sono formate intorno al X secolo a causa della subsidenza (abbassamen-to del suolo tipico delle piane alluvionali, causato dal compattamento dei sedimenti e dall’impalu-damento delle acque costiere).
BOX 2 - I corpi idrici di transizione individuati nel Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna
(segue) �
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Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 363
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Costituiscono un sistema sostanzialmente chiuso, con ridotti scambi idrici regolati dall’uomo, ecaratterizzato da forti escursioni di temperatura e salinità.Il controllo della salinità veniva affidato agli attingimenti di acqua dolce dal Po di Volano e dalfiume Reno, rispettivamente sul lato nord e sul lato sud delle Valli. Con la bonifica è venuto a man-care il collegamento col Po di Volano, mentre l’utilizzo delle acque del Reno, negli scorsi decennicompromesso da derivazioni a scopi irrigui e industriali, è stato considerevolmente miglioratomediante la costituzione di 2 coppie di sifoni e il ripristino di alcuni degli storici manufatti di deri-vazione.
La Piallassa Baiona, la Piallassa Piomboni e le circostanti zone umide (Valle Mandriole ePunte Alberete peraltro ad acqua dolce) comprendono circa 1.500 ettari (di cui circa 1.200 ascri-vibili alla sola Baiona) collegati al mare con un unico sbocco rappresentato dal canale Candianoe dalla bocca di porto; il Candiano separa l’area in due distinti spazi lagunari, la Piallassa Baionaa nord e quella del Piomboni a sud. La Baiona, in particolare, è delimitata da due serie di cordo-ni sabbiosi che si sviluppano parallelamente a costa, mentre il limite settentrionale e meridionalesono definiti da opere artificiali, a sud dal cavo portuale e a nord dall’inalveamento del tratto ter-minale del fiume Lamone.Nel suo insieme il sistema delle piallasse ravennati è oggi caratterizzato da aree bacinali semi-sommerse e poco profonde, chiamate “chiari”, interrotte da dossi e barene. I chiari, delimitati daargini artificiali, sono alimentati e suddivisi da canali principali e secondari ad andamento rettili-neo e organizzati secondo una prevalente geometria a ventaglio, al fine di costituire un bacino diripulsa a servizio dell’officiosità della bocca di porto del canale Candiano. I principali tra questi portano verso la Baiona le acque dolci di drenaggio dei diversi bacini sco-lanti, oltre a una parte delle acque del fiume Lamone, che hanno alimentato il bosco allagato diPunte Alberete.L’afflusso idraulico delle piallasse è strettamente controllato, oltre che dal flusso e deflusso mareale,anche attraverso diverse immissioni di acque dolci regimate grazie alla presenza di numerose para-toie, saracinesche, dispositivi di troppo pieno etc. Le correnti di marea giungono in Piallassa attra-verso la sola imboccatura connessa al canale portuale e le sue acque ricevono, per due volte algiorno, acqua marina durante l’alta marea e altrettante volte la restituiscono in bassa marea.
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012364
DescrizioneLa temperatura delle acque di transizione presentauna variabilità spaziale e temporale in funzione deidecorsi meteoclimatici stagionali. La temperaturavaria da valori minimi invernali di 3°C a valori di27°-30°C in estate. Normalmente, nel periodo inver-nale non c’è stratificazione grazie ai continui movi-menti della massa d’acqua e agli apporti provenientidai fiumi e/o dal mare; nella restante parte dell’annosi creano stratificazioni sulla co lonna d’acqua inseguito a fenomeni di stagnazione o, comunque, diridottissimo idrodinamismo solo dove le acque sonosufficientemente profonde. Tale fenomeno non simanifesta con un semplice termoclino1, ma si tradu-ce in una più complessa stratificazione, con stratiche differiscono per densità, salinità e temperatura.
ScopoLa temperatura dell’acqua è di per sé un parame-tro di stato significativo, in quanto influisce diret-tamente, in concomitanza anche con la variazionedi altri parametri chimico-fisici, non solo sullastruttura della comunità bentonica, ma su tutta lafauna e la flora, provocando cambiamenti più omeno marcati. La temperatura, inoltre, influenzala densità dell’acqua, la solubilità dell’O2, la solubi-lità dei sali, la stratificazione dell’acqua e il pro-cesso di eutrofizzazione.
Nota:1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale, in cuisi manifesta un netto gradiente di temperatura dell’acqua
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Stato
STATO
Temperatura
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Temperatura DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Gradi centigradi FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 365
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.1: Andamenti temporali della temperatura rilevati nei punti di campionamento dei corpiidrici di transizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
Grafici e tabelle
a)
d)
b)
0 3 6 9
12 15 18 21 24 27 30
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Gra
di c
entig
radi
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 3 6 9
12 15 18 21 24 27 30
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Gra
di c
entig
radi
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
0 3 6 9
12 15 18 21 24 27 30
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Gra
di c
entig
radi
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
0 3 6 9
12 15 18 21 24 27 30
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Gra
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entig
radi
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
c)
28,8
29,0
29,2
29,4
29,6
29,8
30,0
30,2
00.0
0
01.0
0
02.0
0
03.0
0
04.0
0
05.0
0
06.0
0
07.0
0
08.0
0
09.0
0
10.0
0
11.0
0
12.0
0
13.0
0
14.0
0
15.0
0
16.0
0
17.0
0
18.0
0
19.0
0
20.0
0
21.0
0
22.0
0
23.0
0
Gra
di c
entig
rad
i
ora
Valli di Comacchio
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.2: Andamento giornaliero della temperatura nelle Valli di Comacchio, località Stazionedi Pesca di Foce (01/08/2006)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012366
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Stato
Temperatura (°C)
Funzione statistica 2010 2011 2012
Media 16.38 16.65Max 25.90 26.00Min 8.40 6.00D.S. 8.44 10.69
SGOR1
n. valori 4 4Media 16.50 16.25Max 27.30 27.10Min 7.20 4.20D.S. 9.41 11.89
SGOR2bis
n. valori 4 4Media 16.70 16.33Max 25.90 27.20Min 9.70 5.40D.S. 8.09 11.52
SGOR3
n. valori 4 4Media 17.20 17.85Max 26.20 27.50Min 9.90 7.60D.S. 8.02 10.01
Sac
ca d
i Gor
o
SGOR4bis
n. valori 4 4Media 15.48 17.78Max 27.20 28.60Min 4.80 7.20D.S. 9.69 11.71
Valle
Can
tone
,
VCAN1
n. valori 4 4Media 15.68 17.73Max 26.70 28.00Min 5.20 7.00D.S. 9.21 11.48
Valle
Nuo
va,
VNUO1
n. valori 4 4Media 16.10 17.40Max 27.00 27.20Min 7.40 8.20D.S. 9.38 10.47
Lago
del
le N
azio
ni
LNAZ1
n. valori 4 4Media 17.83 16.50Max 25.60 28.50Min 13.90 6.20D.S. 6.73 11.32
VCOM2
n. valori 3 4Media 17.50 16.00Max 26.30 27.70Min 12.30 5.50D.S. 7.66 11.19
VCOM3
n. valori 3 4Media 17.30 15.90Max 25.80 26.50Min 12.70 5.50D.S. 7.37 10.78
VCOM4
n. valori 3 4Media 13.78 16.63Max 25.10 24.30Min 5.00 7.60D.S. 8.48 8.29
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
n. valori 4 4Media 15.10 17.65Max 24.10 26.20Min 3.00 4.90D.S. 9.97 10.41
PBAI1
n. valori 4 4Media 21.08 20.63Max 29.70 29.40Min 11.90 8.60D.S. 8.40 9.42
PBAI3
n. valori 4 4Media 14.70 17.35Max 23.70 26.50Min 3.20 4.80D.S. 9.95 10.53
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
n. valori 4 4
16.4824.20
5.708.69
416.3324.20
5.809.21
416.1324.605.608.94
415.3024.80
5.708.54
417.0528.40
3.6010.29
416.8028.80
3.8010.29
418.1028.40
3.5011.00
417.9721.4011.90
5.273
17.5320.4011.90
4.883
17.6020.7011.60
5.203
16.9029.00
3.3011.14
414.9121.40
5.177.72
417.9627.10
7.758.27
415.4621.80
5.62
47.82
StazioneANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.1: Temperatura - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 367
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Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nella tabel-la fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 361).I valori di temperatura rilevati nel 2012, riportatinei grafici e nella tabella, si riferiscono a determi-nazioni effettuate su campioni di acqua prelevatinello strato superficiale. Osservando i grafici dellafigura 3D.1, si nota che l’andamento temporaledella temperatura presenta una tipica distribuzio-ne sinusoidale apprezzabile anche con la frequen-za trimestrale delle misure.Nelle Valli di Comacchio la stazione VCOM5 ècampionata in periodi differenti anche di 10 gior-ni rispetto alle altre; per questo motivo i valori ditemperatura della stazione VCOM5 non sonosimilari con quelli delle altre stazioni che sono,invece, campionate nello stesso giorno. Inoltre, acausa di forza maggiore, nel mese di dicembre èstato effettuato solo il campionamento nella sta-zione VCOM5; le altre stazioni non sono statecampionate.
Nelle acque di transizione la temperatura è forte -men te influenzata dagli scambi con fiumi e ma re,che, a esclusione delle lagune non confinate, sonoregolati dall’uomo in base a esigenze specifiche,qua si esclusivamente legate all’attività di acqua-coltura.Nella figura 3D.2 si riporta, a titolo esemplificati-vo, l’escursione giornaliera della temperaturanella località Stazione di Pesca di Foce presso leValli di Comacchio, rilevata a intervalli di un’ora lo01/08/06; i rilevamenti sono stati effettuati me -dian te l’utilizzo di una sonda multiparametrica.Notare come la temperatura durante la notte dimi-nuisca fino a raggiungere il valore minimo(28,9°C) alle ore 23:00, per poi aumentare e rag-giungere il valore massimo (30,0°C) alle ore 17:00.La tabella 3D.1 riporta alcune elaborazioni stati-stiche del parametro temperatura per ciascunpunto di campionamento della rete di monitorag-gio. Le elaborazioni sono state effettuate sulle se -rie di dati del triennio 2010-2012.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012368
DescrizioneLa salinità può essere assunta quale indicatore distato, che definisce il contenuto di sali discioltinell’acqua.La salinità delle acque di transizione può oscillaretra valori molto bassi (<5 psu) e valori >40 psu;presenta spesso una stratificazione verticale o,addirittura, carattere di “cuneo salino” e ancheun’accentuata variabilità spazio-temporale.Generalmente l’aloclino1 s’instaura nel periodoprimaverile-estivo.Per Pratical Salinity Unit (psu) si intende il pesoin grammi dei sali disciolti in un kg di acqua. Inbase al valore di salinità l’acqua salmastra è classi-ficata come:• oligoalina (salinità <5 psu);• mesoalina (salinità 5-19 psu);• polialina (salinità 20-29 psu);• eurialina (salinità 30-40 psu);• iperalina (salinità >40 psu).
Nel DM 260/10 la suddivisione dei corpi idrici ditransizione prevede intervalli di salinità per i corpiidrici: psu <30, psu >30. Tali intervalli di salinitàsono riferiti solo ai corpi idrici che sono influen-zati da maree >50 cm.
ScopoLa conoscenza del grado di salinità consente diidentificare le diverse tipologie di acque di tran -sizione. I valori di salinità dipendono dal regimeidraulico di un bacino, dalle diverse situazioni dideflusso, dalla situazione mareale. Le variazioni disalinità sono legate a tre fondamentali processi:l’evaporazione, le precipitazioni e il mescolamen-to. La salinità influenza la solubilità dell’ossigenonelle acque.
Nota: 1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale,in cui si manifesta un netto gradiente di salinità dell’acqua
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STATO
Salinità
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Salinità DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Pratical Salinity Unit FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,sotterranee, marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 369
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Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.3: Andamenti temporali della salinità nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
0 5
10 15 20 25 30 35 40 45 50
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
PS
U
Data campionamento
Sacca di Goro
0 5
10 15 20 25 30 35 40 45 50
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
PS
U
Data campionamento
Valli di Comacchio 52,7 58,5
52 51,4
0 5
10 15 20 25 30 35 40 45 50
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
PS
U
Data campionamento
Piallassa Baiona
0 5
10 15 20 25 30 35 40 45 50
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
PS
U
Data campionamento
Corpi idrici minori
PBAI1 PBAI3 PBAI5 VCAN1 VNUO1 LNAZ1
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
c)
24
26
28
30
32
34
36
00.0
0
01.0
0
02.0
0
03.0
0
04.0
0
05.0
0
06.0
0
07.0
0
08.0
0
09.0
0
10.0
0
11.0
0
12.0
0
13.0
0
14.0
0
15.0
0
16.0
0
17.0
0
18.0
0
19.0
0
20.0
0
21.0
0
22.0
0
23.0
0
Sal
inità
(psu
)
ora
Valli di Comacchio
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.4: Andamento giornaliero della salinità nelle Valli di Comacchio, località Stazione diPesca di Foce (01/08/2006)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012370
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.5: Valore medio annuale della salinità nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 371
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Stato
Salinità (psu)
Funzione statistica 2012
Media Max Min D.S.
SGOR1
n. valori Media Max Min D.S.
SGOR2bis
n. valori Media Max Min D.S.
SGOR3
n. valori Media Max Min D.S.
Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
n. valori Media Max Min D.S.
Valle
Can
tone
,
VCAN1
n. valori Media Max Min D.S.
Valle
Nuo
va,
VNUO1
n. valori Media Max Min D.S.
Lago
del
le N
azio
ni,
LNAZ1
n. valori Media Max Min D.S.
VCOM2
n. valori Media Max Min D.S.
VCOM3
n. valori Media Max Min D.S.
VCOM4
n. valoriMedia Max Min D.S.
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
n. valori Media Max Min D.S.
PBAI1
n. valori Media Max Min D.S.
PBAI3
n. valori Media Max Min D.S.
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
n. valori
18.9027.3014.50
5.714
23.4532.7016.60
6.724
25.3831.8022.00
4.384
30.9036.5024.70
4.894
23.3824.6020.80
1.744
33.1845.1024.0010.55
428.8032.2026.60
2.614
43.0051.4036.60
7.603
43.8352.7036.80
8.113
43.5752.0036.70
7.773
48.6558.5043.10
6.874
31.0134.2025.72
4.004
25.6133.1015.608.37
431.7234.6025.90
4
4.03
StazioneANNO
2010 201116.82 12.48 24.60 26.70
8.31 5.60 6.69 9.75
4 4 19.50 23.68 23.90 30.50 16.37 19.10
3.40 4.89 4 4
19.45 21.00 23.13 29.80 15.16 16.80
3.29 5.96 4 4
21.69 25.03 28.48 31.60 15.61 18.00
5.88 6.16 4 4
14.69 22.25 17.34 29.80 11.61 12.80
2.39 7.75 4 4
17.55 27.15 22.76 41.00 12.26 16.90
4.88 10.75 4 4
26.11 26.03 28.01 27.10 24.40 24.10
1.48 1.34 4 4
30.67 35.18 32.34 43.00 28.99 28.00
1.68 6.82 3 4
31.16 35.00 35.41 41.60 28.21 27.80
3.77 6.97 3 4
31.90 35.95 36.16 43.60 28.97 27.30
3 7.89 3 4
33.96 41.13 39.89 53.60 30.10 27.80
4.24 11.44 4 4
30.45 30.85 31.70 34.20 27.80 24.40
1.79 4.47 4 4
28.63 29.55 31.60 34.70 20.20 21.40
5.62 5.92 4 4
30.43 31.73 32.80 35.46 27.50 26.30
2.31 4.07 4 4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.2: Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012372
AC
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Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabel-le fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 361).I valori di salinità, riportati nei grafici e nellatabella, si riferiscono a determinazioni effettuatesu campioni di acqua prelevati nello strato super-ficiale.Nei grafici riportati in figura 3D.3, si riportano ivalori di salinità rilevati a frequenza trimestralenel 2012 nei corpi idrici di transizione.La salinità delle acque di transizione è dipendentedagli apporti di acqua dai fiumi (spesso regolatidall’uomo mediante dispositivi idraulici), di acquadal mare, dalle precipitazioni atmosferiche e dalprocesso di evaporazione.Generalmente i valori di salinità più elevati siriscontrano nei periodi estivi, ove gli apporti flu-viali sono contenuti e il fenomeno dell’evaporazio-ne è più pressante a causa di temperature elevate.Nei periodi primaverili e autunnali, invece, i valo-ri di salinità tendono a diminuire, grazie a unapporto fluviale maggiore e a precipitazioni atmo-sferiche più abbondanti rispetto agli altri periodidell’anno.Nelle Valli di Comacchio la stazione VCOM5 è cam-pionata in periodi differenti anche di 10 giornirispetto alle restanti stazioni; per questo motivo ivalori di salinità della stazione VCOM5 non sonosimilari con quelli delle altre stazioni che sono, inve-ce, campionate nello stesso giorno. Inoltre, a causadi forza maggiore, nel mese di dicembre è stato effet-tuato solo il campionamento nella stazione VCOM5;le altre stazioni non sono state campionate.
Nella figura 3D.4 si riporta, a titolo esemplificati-vo, l’andamento giornaliero rilevato lo01/08/2006 della salinità nella località Stazione diPesca di Foce presso le Valli di Comacchio; i rile-vamenti sono stati effettuati ogni ora mediantel’utilizzo di una sonda multiparametrica. I valoridi salinità oscillano fra un massimo di 33,6 psu eun minimo di 25 psu nell’arco delle 24 ore. Lavariabilità della salinità è dovuta principalmenteal fatto che, in quella località, viene attinta acquadi mare.Nella figura 3D.5 si riporta il valore medio annua-le della salinità nei corpi idrici di transizione neltriennio 2010-2012. Le Valli di Comacchio presen-tano valori medi/anno più elevati nel tempo consi-derato rispetto agli altri corpi idrici di transizione.I valori più bassi, invece, si osservano nella Saccadi Goro e Valle Cantone.In generale nell’ultimo triennio si riscontra unaumento della salinità in tutti i corpi idrici a ecce-zione della Piallassa Baiona, ove i valori medi/annosi mantengono pressoché costanti.Nei periodi di siccità, l’elevata salinità presentenelle Valli di Comacchio è dovuta al fatto che, inestate, non sono attivati i dispositivi idraulici checonsentono apporti di acque dolci dal fiume Reno;per mitigare l’eccesso di salinità si ricorre all’ac-qua di mare. La tabella 3D.2 riporta alcune elaborazioni stati-stiche per ciascun punto di campionamento dellarete di monitoraggio delle acque di transizione. Leelaborazioni sono state effettuate sulle serie di datidisponibili relative al triennio 2010-2012.
Commento
373
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Stato
STATO
Concentrazione di fosforo
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna
DescrizioneIl fosforo è veicolato alle acque di transizione principal-mente dai fiumi. Le sorgenti principali sono individua-te nei comparti civile e industriale. Anche il fosforo ineccesso, rispetto alle quote di fertilizzante assimilatedalle piante in determinate condizioni ambientali, puòessere mobilizzato e defluire con le acque superficiali.Il fosforo è un microelemento nutritivo disciolto nel-l’acqua, le cui principali componenti sono rappresenta-te dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dal fo sforo totale (P-tot). Il fosforo-ortofosfato è la forma fo sfatica più facil-mente assimilabile da parte della componente floristi-ca, in particolare dal fitoplancton. In presenza di inten-se fioriture algali, quando l’orto fosfa to disponibile nellacolonna d’acqua viene rapidamente consumato, èsicuramente ipotizzabile l’in nesco di meccanismi diriciclo di questo nu triente (rapida mi ne ralizzazione esuccessivo riu tilizzo da parte della biomassa algale). Leconcentrazioni di fosforo totale sono invece stretta-mente collegate alla presenza di particellato organicoin sospensione nella colonna d’ac qua, sia di originedetritica, e quindi direttamente correlato agli apportifluviali, sia fitoplanctonica. Alla fine del suo ciclo puòessere immobilizzato nei sedimenti attraverso la for-mazione di complessi insolubili (in particolare con ilcalcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni di
anossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, il fo -sforo può essere rilasciato e tornare in soluzione comeortofosfato biodisponibile. Il DM 260/10 include il fo -sforo reattivo (P-PO4) tra gli elementi di qualità fisico-chimica rilevati nella colonna d’acqua e stabilisce unlimite di 15 μg/l per i corpi idrici con salinità >30 psu.
Scopo
Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagliapporti di nutrienti veicolati dai bacini adiacenti attra-verso i fiumi; conoscerne, quindi, le concentrazionipermette di valutare e monitorare il fenomeno eutrofi-co. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici, e quindi dimigliorare lo stato qualitativo delle acque di transizio-ne, è necessario rimuovere e controllare i carichi dinutrienti generati e liberati dai bacini, in modo daabbassare sostanzialmente le concentrazioni dinutrienti (fosforo e azoto). In generale, nelle acque ditransizione emiliano-romagnole il fosforo è il fattorelimitante della crescita algale, pertanto rimane l’el e -mento su cui maggiormente devono essere concentra-ti gli sforzi per contrastare il processo di eutrofizzazio-ne nelle acque di transizione. Nel caso di riserve am -bientali di fosforo particolarmente importanti (adesem pio nei sedimenti), possono acquistare occasional-mente rilievo anche condizioni di azoto-limitazione.
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012374
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Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.6: Andamenti temporali del P-PO4
nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransi zione (2012)Nota: nelle Valli di Comacchio tutti i valori di P-PO4 sonoinferiori al limite di rilevabilità strumentale
a) b)
0 6
12 18 24 30 36 42 48 54 60
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 6
12 18 24 30 36 42 48 54 60
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
0 6
12 18 24 30 36 42 48 54 60
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori 73
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.7: Andamenti temporali del P-tot nei punti di campionamento dei corpi idrici di tran -sizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
0 25 50 75
100 125 150 175 200 225
13-mar
250
06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 25 50 75
100 125 150 175 200 225 250
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
0 25 50 75
100 125 150 175 200 225 250
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
0 25 50 75
100 125 150 175 200 225 250
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
c)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 375
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.8: Andamenti temporali del P-tot disciolto nei punti di campionamento dei corpi idricidi transizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
0 10 20 30 40 50 60 70 80
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
0 10 20 30 40 50 60 70 80
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori 113
0 10 20 30 40 50 60 70 80
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
0 10 20 30 40 50 60 70 80
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5 VCAN1 VNUO1 LNAZ1
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5 SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.9a: Valore medio annuale del P-PO4 nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012376
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.9b: Valore medio annuale del P-tot nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 377
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Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.9c: Valore medio annuale del P-tot disciolto nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012378
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Stato
P-PO4(μg/l)ANNOStazione Funzione statistica
2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sac
ca d
i Go
ro
SGOR4bis
Val
le
Can
tone
VCAN1
Val
leN
uova
VNUO1
Lag
o d
elle
Naz
ioni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Val
li d
i Co
mac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aio
na
PBAI5
18.0025.00
<108.91
410.2526.00
<1010.50
48.25
13.00<103.95
49.50
15.00 <10 5.26
4 <10<10<100.00
410.5013.00
<103.70
419.50 52.00
<10 22.28
4 <10<10<100.00
4<10<10<100.00
4<10<10<100.00
4<10<10<100.00
427.2847.00
<1017.59
437.2363.90
<1024.92
422.4038.00
<1014.90
4
201219.5034.00
<1016.74
4
41.0017.50
<1017.00
48.50
19.00<107.00
47.75
16.00<105.50
4<10<10<100.00
411.7532.00
<1013.50
425.7573.00
<1032.28
4<10<10<100.00
3<10<10<100.00
3<10<10<100.00
3<10<10<100.00
419.0030.00
<1012.03
423.5037.00
<1014.89
417.5025.00
<109.00
4
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media MaxMin D.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S.n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
15.75 31.00
<10 12.95
4 8.00
17.00 <10 6.00
4 10.75 28.00
<10 11.50
4 8.00
17.00<106.00
410.75 22.00
<10 8.02
4 10.25 19.00
<10 6.70
4 11.00 19.00
<10 7.12
4 <10 <10 <10 0.00
3 <10 <10 <10 <10
3 <10 <10 <10 0.00
3 <10 <10 <10 0.00
4 16.20 24.00
<10 8.95
4 56.40 98.00 15.60 36.09
4 24.60 38.00 10.00 11.45
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.3a: P-PO4 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 379
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Stato
P-tot (μg/l) P-tot disc. (μg/l)
Funzione statistica2010 2011 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
Valle
Can
tone
VCAN1
Valle
Nuo
va VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pial
lass
a B
aion
a
PBAI5
106.50165.00
68.0041.27
455.5074.0038.0018.63
455.5088.0038.0023.63
435.7552.0027.0011.12
455.2568.0038.0013.30
473.00
113.0035.0032.37
4128.25170.00
90.0039.69
4136.50206.00
20.0080.97
4132.00176.00
36.0064.64
4126.75181.00
25.0070.21
4128.75246.00 25.0099.67
452.2397.0016.0033.53
478.75
130.0040.0044.97
450.5896.0025.0031.24
4
201276.25
120.0047.0034.63
446.0094.0022.0033.32
442.7582.0019.0029.86
429.0036.0025.005.23
496.50
167.0035.0054.16
467.5096.0036.0031.93
4145.75187.00
90.0047.31
4125.33219.00
22.0098.86
3126.67225.00
20.00102.75
3122.67216.00
20.0098.33
371.0090.00 49.0018.53
432.0040.0021.007.96
454.2582.0028.0023.67
428.7536.0025.004.92
4
201237.5047.0019.0012.97
435.5080.0013.0031.35
421.7535.00
<1014.64
414.5020.00
<107.14
440.5058.0028.0013.82
441.5076.0024.0023.90
464.25
113.0038.0033.27
423.3338.00
<1016.80
322.0036.00
<1015.72
321.6733.00
<1014.74
336.0061.00 22.0017.26
429.5039.0018.008.66
440.0052.0019.0014.90
426.5034.0022.005.26
4
41.7580.00
<1030.67
422.2533.0016.00
7.594
18.0024.0014.00
4.324
18.5028.00
<109.75
434.7546.0022.0010.81
431.0060.0016.0019.97
458.0096.0035.0026.52
435.5055.00
<1022.35
439.5066.00
<1026.26
442.7568.00
<1029.74
437.0074.00
5.0028.34
441.7379.0015.0026.98
467.40
119.6019.0048.08
439.95
7816.0026.59
4
Media MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
73.50129.00
<3041.73
458.75
117.0030.0039.47
441.7550.00
<3011.95
439.5046.0033.00
5.454
48.2565.0030.0014.52
470.00
153.00<30
56.434
113.75151.00
55.0041.21
4158.33216.00102.00
57.013
195.00302.00102.00100.73
3202.33339.00101.00122.87
3123.50191.00
65.0054.22
430.6037.4022.00
6.494
84.08140.00
49.3040.52
437.4358.0025.0014.40
4
27.00
<1046.00
17.644
22.0035.0016.00
8.834
22.0039.00
<1015.34
415.2528.00
<109.50
424.5041.0013.0013.48
421.0035.0011.0011.20
442.0058.0035.0010.80
427.00 38.0016.0011.00
331.0049.0016.0016.70
327.3339.0016.0011.50
327.7549.0013.0015.17
423.35
27.0019.00
3.964
64.60126.00
16.4048.52
431.4552.0016.0015.01
4
Stazione ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.3b: P-tot e P-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campio-namento (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012262
AC
QU
E S
OT
TE
RR
AN
EE
- Stato
68%
32%
Buono
Scarso
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.24: Stato chimico per corpo idrico (numero e percentuale sul totale) (2010-2012)
Corpi Idrici SCAS 2010-2012
TotaleBuono Scarso
Conoidi alluvionali 52 36 88
Pianure Alluvionali 5 0 5
Freatici 0 2 2
Montani 42 8 50
Totale 99 46 145
Tabella 3B.2: Stato chimico per tipologia di corpo idrico (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Grafici e tabelle
Classe di SCAS
Stazioni di monitoraggio Parametri critici di classe "Scarso"
numero % su totale
Buono 427 78.3
Scarso 118 21.7 Nitrati, Nitriti, Ione ammonio, Solfati, Fluoruri, Conducibilità elettrica, Cloruri, Arsenico, Boro, Nichel, Cromo (VI), Composti Organoalogenati, Fitofarmaci
Totale 545 100
Tabella 3B.1: Stato chimico per stazione di monitoraggio e parametri critici (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 381
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabel-le fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 361).La concentrazione del fosforo in ambienti semi-chiusi come le acque di transizione è influenzatadagli apporti di acqua dai fiumi e dalle diverse cor-relazioni esistenti tra i differenti fattori biotici eabiotici del sistema.Nelle Valli di Comacchio la stazione VCOM5 ècampionata in periodi differenti anche di 10 gior-ni rispetto alle altre. Inoltre, a causa di forza mag-giore, nel mese di dicembre 2012 è stato effettua-to solo il campionamento nella stazione VCOM5;le altre stazioni non sono state campionate.Vengono ricercate 3 forme di fosforo: P-PO4, Ptotale, P totale disciolto.Osservando i grafici di figura 3D.6 si notanoconcentrazioni di P-PO4 spesso inferiori al limi-te di rilevabilità strumentale. Per le Valli diComacchio, ad esempio, per tutti e quattro icampionamenti e per tutte le stazioni i valori delP-PO4 sono inferiori al limite di rilevabilità stru-mentale.
Il P-PO4 è uno degli elementi fisico-chimici asostegno degli elementi di qualità biologica, checoncorre alla classificazione dello stato ecologicodei corpi idrici di transizione. Per questo elemen-to, il DM 260/10 definisce il limite di classe per gliambienti con salinità maggiore di 30 psu.Osservando i grafici della figura 3D.7 si notanoconcentrazioni di P-tot generalmente inferiori a175 μg/l. Più elevati sono i valori di concentrazio-ne nelle Valli di Comacchio del mese di giugno.La figura 3D.8 riportano i valori di concentrazionedel P-tot disciolto. Le figure 3D.9a,b,c mostrano ilvalore medio/anno per ciascun corpo idrico del P-PO4, del P-tot e del P-tot disciolto e le tabelle 3D.3ae 3D.3b riportano alcune informazioni statisticheper ciascun punto di campionamento della rete dimonitoraggio.La valutazione del valore medio/anno del P-PO4
rispetto al valore medio/anno di salinità, per cia-scun punto di campionamento, è riportata nellatabella 3D.3c. I valori medi di P-PO4 che superanoil limite di classe definito dal DM 260/10 sono evi-denziati in giallo.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012382
DescrizioneLe fonti principali sono individuate nei compartiagricolo e zootecnico e, rispetto a quanto eviden-ziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti diazoto derivano appunto da sorgenti diffuse prove-nienti dai suoli coltivati. I nutrienti azotati, ana-logamente ai fosfati, a seguito del dilavamento deiterreni determinato dalle precipitazioni atmosfe-riche, arrivano dai fiumi e porti canali. Anche lezone industrializzate e centri abitati, sia prossimial corpo idrico, sia afferenti alla rete idrica super-ficiale, possono rivestire notevole importanzacome sorgenti di azoto da composti minerali solu-bili, quali: azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (N-NO2), azoto ammoniacale (N-NH3), azoto totale(N-tot) e azoto totale disciolto (N-tot disc.).Le componenti azotate presentano una elevatavariabilità stagionale, con le concentrazioniminori registrate nel periodo estivo in coinci-denza con i minimi di portata dei fiumi; di con-seguenza, l’andamento di questi parametri è ingenere ben correlato con la salinità. L’azotoammoniacale presenta anch’esso analogo anda-mento, ma risente, in alcuni casi in maniera evi-dente, anche di apporti provenienti dagli inse-diamenti caratterizzati da elevata densità dipopolazione. Un ulteriore incremento dell’azotoammoniacale si registra negli strati profondi neiperiodi estivo-autunnali, in concomitanza difenomeni ipossici/anossici dovuti ai processi didegradazione della sostanza organica (in questocaso le concentrazioni maggiori sono ben corre-late a bassi valori di ossigeno disciolto), di origi-ne sia fitoplanctonica che batterica sia, soprat-tutto, detritica.Il DM 260/10 include il DIN (N-NO3 + N-NO2 + N-NH3) tra gli elementi di qualità fisico-chimici rile-vati nella colonna d’acqua e stabilisce un limite di420 μg/l per i corpi idrici a salinità <30 psu e 253μg/l per i corpi idrici a salinità >30 psu.Inoltre è da tenere in considerazione che i corpiidrici presenti sul territorio ferrarese ricadono inaree classificate come vulnerabili per i nitrati.
ScopoLo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendentedagli apporti di nutrienti veicolati dai bacini.Conoscere, quindi, le concentrazioni di azotopermette di valutare e controllare il fenomenoeutrofico. Tale concetto assume una significati-va rilevanza per le acque di transizione, soprat-tutto se si considerano i casi di eutrofia indottida invasiva proliferazione di macroalghe nitrofi-le, quali le Ulvaceae. Al fine di ridurre i fenome-ni eutrofici, e quindi di migliorare lo stato qua-litativo delle acque di transizione, è necessariorimuovere e controllare i carichi di nutrientigenerati e liberati dai bacini, in modo da abbas-sare sostanzialmente le concentrazioni di nu -trienti nelle acque di transizione, oltre che difosforo anche di azoto. In generale, nelle acquedi transizione emiliano-romagnole il fosforo èl’elemento chiave che limita e controlla i feno-meni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolonon limitante a eccezione di alcuni casi soprat-tutto nel periodo estivo. Il processo alla base diquesta considerazione è legato al meccanismosecondo il quale il fitoplancton assume i nu -trienti in soluzione, secondo lo stesso rapportomolare che questi elementi hanno all’internodella biomassa algale, cioè N/P elementare = 16,riferito al peso atomico N/P = 7,2. Se il rapportonell’acqua di transizione supera il valore N/P di7,2, si afferma che il fosforo è il fattore limitan-te della crescita algale.Deve, comunque, essere tenuto presente che larimessa in circolo del fosforo da parte della bio-massa algale è molto più celere di quella dell’a-zoto. Tale condizione può essere particolarmen-te esaltata nelle acque di transizione a seguitodelle loro peculiarità fisiche, biologiche e idrodi-namiche.Questo significa che gli interventi di risana-mento per migliorare lo stato qualitativo delleacque di transizione devono prevedere la con-temporanea riduzione degli apporti di fosforo edi azoto.
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
STATO
Concentrazione di azoto
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 383
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di azoto DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro,milligrammi/litro
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,sotterranee,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.10: Andamenti temporali del N-NH3 nei punti di campionamento dei corpi idrici di tran -sizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a) b)
0 50
100 150 200 250 300 350 400 450 500
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
535
0 50
100 150 200 250 300 350 400 450 500
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
0 50
100 150 200 250 300 350 400 450 500
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
740
050
100150200250300350400450500
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2Bis SGOR3 SGOR4Bis
550528
c) d)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012384
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.11: Andamenti temporali del N-NO2
nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransi zione (2012)Nota: nelle valli di Comacchio tutti i valori di N-NO2 sonoinferiori al limite di rilevabilità strumentale
a) b)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Corpi idrici minori
Data campionamento
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.12: Andamenti temporali del N-NO3 nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
15-mar 0
200 400 600 800
1.000 1.200 1.400
15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
0 200 400 600 800
1.000 1.200
13-mar
1.400
06-giu 12-set 18-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 200 400 600 800
1.000 1.200 1.400
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
0 200 400 600 800
1.000 1.200 1.400
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
c)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 385
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.13: Andamenti temporali del N-totale nei punti di campionamento dei corpi idrici ditransizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
10
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic M
illig
ram
mi/l
itro
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
10
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
10
13-mar 06-giu 12-set 18-dic
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9
10
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
11,1 10,8
c)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.14: Andamenti temporali del N-totale disciolto nei punti di campionamento dei corpiidrici di transizione (2012)Nota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
a)
d)
b)
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
13-mar 06-giu 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5
12-set 18-dic
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5
09/11-mar 08/23-giu 15-set 02-dic
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mill
igra
mm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
7,1
c)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012386
AC
QU
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I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.15a: Valore medio annuale del N-NH3 nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 269
AC
QU
E S
OT
TE
RR
AN
EE
- Stato
21%
79% Buono
Scarso
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3B.28: Stato quantitativo per corpo idrico (numero e percentuale sul totale) (2002-2012)
Grafici e tabelle
Corpi IdriciSQUAS 2002-2012
TotaleBuono Scarso
Conoidi alluvionali 58 30 88
Pianure Alluvionali 5 0 5
Freatici 2 0 2
Montani 50 0 50
Totale 115 30 145
Tabella 3B.3: Stato quantitativo per tipologia di corpo idrico (2002-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012388
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.15c: Valore medio annuale del N-NO3 nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 389
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Stazione Funzione statistica2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR1
Sac
ca d
i Go
ro
SGOR4bis
SGOR2bisV
alle
Can
tone
VCAN1
Val
leN
uova
VNUO1
Lag
o d
elle
Naz
ioni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Val
li d
i Co
mac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aio
na
PBAI5
521.00983.00304.00311.25
4 143.75 298.00
43.00 109.19
4 119.50 164.00
82.00 34.07
4 87.50
119.00 54.00 31.84
4 251.50 316.00 170.00
75.27 4
339.75 749.00 152.00 277.17
4 32.00 85.00
<10 36.09
4 177.00 610.00
<10 290.54
4 232.50 593.00
19.00 249.94
4 292.75 651.00
16.00 276.57
4 30.75
101.00 <10
46.95 4
23.50 44.00
<10 16.38
4 46.00
109.00 <10
44.38 4
12.0016.00
<10 4.97
4
2012440.25550.00338.00114.42
4 128.75 305.00
10.00 126.86
4 85.25
180.00 27.00 66.10
4 91.00
232.00 12.00 96.72
4 154.50 225.00 115.00
48.59 4
357.25 740.00
34.00 298.16
4 40.50
114.00 5.00
51.41 4
<10 <10 <10 0.00
3<10 <10 <10
0.00 3
30.33 81.00
<10 43.88
3 62.50
222.00 <10
106.51 4
52.75 119.00 17.00 45.26
4 155.75 535.00
12.00 253.13
4 51.75
138.00 <10
58.90 4
Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMin D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
214.50361.00
46.00 131.60
4 68.00 95.00 42.00 28.93
4 119.50 270.00
<10 120.73
4 65.25 96.00
<10 40.87
4 153.50 248.00
37.00 105.29
4 293.25777.00100.00323.36
4 99.50
255.00<10
111.084
108.00 168.00
<10 89.60
3 106.33184.00
<1091.82
3 138.33 244.00
<10 121.88
3 337.00993.00
<10 444.62
4 12.7525.00
<109.67
4 178.65461.00
<10 207.74
4 16.50 38.00
<10 15.59
4
N-NH3 (μg/l)ANNO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4a: N-NH3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012390
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-NO2 (μg/l)ANNOStazione Funzione statistica
2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sacc
a di
Gor
o
SGOR4bis
Valle
Can
tone
VCAN1
Valle
Nuo
va
VNUO1
Lago
del
leN
azio
ni
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Valli
di C
omac
chio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aion
a
PBAI5
59.2586.0026.0025.73
415.2523.00
<108.34
429.00 39.00 18.00 8.68
4 18.25 33.00
<10 12.04
4 17.7525.0010.006.95
426.25 81.00
<10 36.75
4 <10<10<100.00
411.50 31.00
<10 13.00
4 <10 <10 <10 0.00
4 14.5043.00
<1019.00
412.00 33.00
<10 14.00
4 17.0037.00
<1015.32
446.75
138.00<10
61.384
10.5016.00
<106.35
4
201151.0061.0035.0012.19
419.5036.00
<1012.71
420.00 42.00
<10 15.77
4 17.75 41.00
<10 17.04
4 10.0015.00
<105.77
412.00 20.00
<10 8.12
4 <10<10<100.00
4<10 <10 <10 0.00
3<10 <10 <10 0.00
3 <10<10<100.00
3<10 <10 <10 0.00
4 18.2533.00
<1013.00
442.2569.00
<1031.19
416.7834.10
<1012.33
4
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
82.00 33.00 21.98
4 25.50 54.00
<10 21.95
4 41.25 60.00 32.00 13.00
4 19.5032.00
<1011.96
449.25
150.00 <10
68.84 4
37.25 85.00
<10 35.61
4 9.75
24.00 <10 9.50
4 23.33 60.00
<10 31.75
3 21.67 55.00
<10 28.87
3 21.00 53.00
<1027.71
3 47.50
126.00 <10
57.20 4
16.75 27.00
<10 9.46
4 69.43
128.00 23.00 47.54
4 17.0026.00
<108.76
4
50.00
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4b: N-NO2 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 391
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-NO3 (μg/l)ANNOFunzione statistica
2010 2011
Sac
ca d
i Go
roV
alle
Can
tone
Val
leN
uova
Lag
o d
elle
Naz
ioni
Val
li d
i Co
mac
chio
Pia
llass
a B
aio
na
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
PBAI1
PBAI3
PBAI5
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori
1070.002250.00
448.00833.47
4689.75
1685.0015.00
782.974
999.002003.00
256.00 868.17
4804.75
1920.00334.00748.42
4 420.75
1566.0018.00
763.914
100.50176.00 21.0070.33
498.50
357.00<10
172.424
184.33468.00
13.00247.43
3143.33356.00
11.00186.00
145.003
330.0015.00
164.543
183.75338.00
13.00177.00
434.2540.0027.00 6.29
4138.00292.00
25.00118.09
439.9551.0028.009.42
4
29.00
17.22
1517.004670.00
438.002102.16
4238.75673.00
32.00302.28
4646.00
1815.00227.00 779.97
4553.50
1345.00212.00531.03
4114.75300.00
27.00125.63
484.75
208.0028.0083.20
428.2532.0025.003.30
432.7549.0014.0014.36
432.0076.0017.0029.34
436.7572.0017.0025.26
4118.25355.00
158.024
46.2591.0018.0031.46
499.25
153.0041.0061.62
426.00 42.00
<10
4
2012
<10
742.25
139.10
1320.00342.00451.13
4255.50629.00
20.00276.50
4380.50971.00
22.00 428.90
4325.00557.00
63.00222.12
452.50
109.00<10
43.404
72.75104.00
57.0021.19
432.2580.00
<1033.08
49.00
17.00<106.93
38.67
16.00<106.35
3<10<10<100.00
345.25
116.00
52.734
153.50335.00
17.00149.48
4350.50811.00
48.00324.58
4129.75 323.00
13.00
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4c: N-NO3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012392
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
N-tot (mg/l) N-tot disc. (mg/l) ANNO ANNOStazione Funzione statistica
2010 2011 2010 2011
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3Sa
cc
a d
i Go
ro
SGOR4bis
Va
lleC
an
ton
e
VCAN1
Va
lleN
uo
va VNUO1
La
go
de
lleN
azi
on
i
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
Va
lli d
i Co
ma
cc
hio
VCOM5
PBAI1
PBAI3
Pia
llass
a B
aio
na
PBAI5
3.436.801.542.33
42.253.910.871.26
43.076.321.392.23
42.563.870.901.34
43.72 5.57 2.90 1.24
4 3.534.702.710.92
43.545.751.921.64
44.996.093.761.04
45.05 6.58 3.23 1.41
4 4.42 6.21 2.95 1.47
4 4.906.393.951.05
42.433.511.330.96
42.43 3.84 1.68 0.96
4 2.233.601.271.04
4
20123.073.722.330.61
42.112.261.920.14
42.603.391.880.65
42.562.862.030.38
43.54 4.85 2.56 0.99
4 3.704.253.230.50
43.425.602.371.48
43.754.333.200.56
33.89 4.74 3.10 0.82
3 3.54 4.02 2.82 0.63
3 4.517.153.201.80
41.031.390.510.37
41.42 2.04 0.60 0.60
4 0.981.280.51
40.33
Media MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMinD.S. n. valoriMedia MaxMin D.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valoriMedia MaxMinD.S.n. valori
4.02 4.90 3.33 0.65
4 3.58 4.04 3.19 0.46
4 3.77 5.09 2.57 1.22
4 3.61 4.38 2.76 0.73
4 3.86 4.85 2.47 1.03
4 4.42 6.90 2.95 1.81
4 5.14 5.61 4.28 0.60
4 7.35 8.80 6.04 1.38
3 8.42
11.65 6.51 2.81
3 8.59
13.316.094.09
37.11 8.92 5.18 1.58
4 1.643.410.121.58
42.20 3.62 0.59 1.60
4 1.63 2.88 0.10 1.19
4
3.494.372.660.75
43.013.712.000.83
43.21 4.57 2.19 1.13
4 3.213.902.660.60
42.694.041.241.30
42.664.281.381.28
43.714.851.471.54
44.035.142.711.23
34.68 6.51 2.95 1.79
3 4.79 6.66 3.23 1.73
3 4.475.182.851.10
41.332.490.111.19
41.77 3.30 0.38 1.34
4 0.78 1.55 0.10 0.69
4
5.38 12.04 2.45 4.52
4 3.475.751.841.90
43.55 6.77 1.81 2.26
4 3.66 6.23 1.99 1.96
4 4.62 6.17 3.99 1.04
4 4.335.573.081.03
44.376.393.271.46
47.46 9.12 6.49 1.15
4 7.05 7.90 6.21 0.76
4 7.449.216.471.27
47.94
10.15 6.39 1.58
4 3.28 4.53 1.94 1.07
4 3.49 5.20 1.90 1.38
4 2.613.841.480.97
4
20123.84 4.63 2.63 0.85
4 3.203.692.560.52
43.16 4.48 2.18 0.96
4 3.07 3.50 2.56 0.46
4 5.57 9.03 3.31 2.54
4 4.766.393.571.19
44.156.243.161.43
45.93 6.96 5.08 0.95
3 6.83
10.81 4.61 3.45
3 5.396.394.331.04
36.36
11.09 4.33 3.21
4 1.37
2.210.59 0.67
4 2.36 3.43 0.62 1.25
4 1.251.730.540.54
4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.4d: N-tot e N-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campio-namento (2010-2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 393
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
DIN (μg/l) e Salinità (psu)
Funzione statistica 2010 2011
n
VCAN1
VCOM5
PBAI1
12.482097.25
4 23.68
397.75 4
21.00794.50
425.03
659.254
22.25 384.00
4 27.15
450.754
26.0365.25
435.18
221.254
35.00269.50
435.95
3444
41.13161.00
430.8586.75
429.55
192.00 4
31.73 48.50
4
201218.90
1233.504
23.45403.75
425.38
485.754
30.90433.75
423.38
217.004
33.18442.00
428.8077.75
443.0019.00
343.8318.67
343.5740.33
348.65
112.754
31.01224.50
425.61
548.504
31.72
4198.28
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
PBAI3
PBAI5
Media SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DIN. valori
Media SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia Salinità Media DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valoriMedia SalinitàMedia DINn. valori
16.821334.50
419.50
783.254
19.451159.75
421.69
889.504
14.69623.50
417.55
431.004
26.11207.75
430.67
315.673
31.16271.33
331.90
304.33 3
33.96568.25
430.45 63.75
4 28.63
386.084
30.4373.45
4
ANNO
Sacc
a di G
oro
Cant
one
Valle
Nuov
aVa
lleNa
zioni
Lago
dell
eVa
lli di
Com
acch
ioPi
allas
sa B
aiona
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNote: * DIN= azoto minerale disciolto (N-NO3, N-NO2, N-NH3)
in giallo sono evidenziati i valori medi di DIN che superano i limiti di classe di cui al DM 260/10
Tabella 3D.4e: DIN* e Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento(2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012394
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabel-le fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 361).Vengono analizzate le seguenti forme azotate: N-NH3, N-NO2, N-NO3, N-totale, N-totale disciolto.Generalmente le concentrazioni di tutte le forme azotate sopra elencate mostrano una certa variabilità stagionale, ove le concen-trazioni minori, spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale, si registrano nelperiodo estivo, in coincidenza con i minimi diportata dei fiumi afferenti. La variabilità e leelevate concentrazioni di N-NH3 rilevate nelperiodo estivo sono presumibilmente dovutesia ad apporti occasionali locali, sia a eventimeteorologici, con conseguente dilavamentodel suolo, e anche a seguito di processi ipossi-ci/anossici.Dalla figura 3D.10 alla figura 3D.14 si riporta lasituazione relativa al 2012 di ciascun corpo idrico.Si osserva che con soli 4 campionamenti all’annorisulta difficoltoso apprezzare la variabilità stagio-nale dei valori di concentrazione delle varie formedell’azoto.Nella Sacca di Goro, la stazione SGOR1 presentageneralmente valori più elevati rispetto alle altre;ciò è dovuto al fatto che tale stazione è ubicata inprossimità della foce del Po di Volano e risente
degli apporti soprattutto nel periodo invernale inoccasione di aumento della portata.Nelle Valli di Comacchio la stazione VCOM5 ècampionata in periodi differenti anche di 10 gior-ni rispetto alle altre.Nelle figure 3D.15a,b,c, per ogni corpi idrico, siriportano i valori medi/anno relativi al triennio2010-2012 del N-NH3, N-NO2 ed N-NO3.Nelle tabelle 3D.4a,b,c,d si riportano alcune elabo-razioni statistiche delle varie forme di azoto perciascun punto di campionamento della rete dimonitoraggio delle acque di transizione.L’azoto inorganico disciolto (DIN) deriva dallasomma delle 3 forme azotate disciolte (N-NH3, N-NO2, N-NO3) ed è uno degli elementi fisico-chimi-ci a sostegno degli elementi di qualità biologicache concorre per la classificazione dello stato eco-logico dei corpi idrici di transizione. Per questoelemento, il DM 260/10 definisce i limiti di classeper 2 diverse classi di salinità:• >30 psu limite di classe 253 μg/l;• <30 psu limite di classe 420 μg/l.Nella tabella 3D.4e si riporta, per il triennio 2010-2012, la valutazione del valore medio/anno delDIN rispetto al valore medio/anno di salinità perciascun punto di campionamento. I valori medi diDIN che superano i limiti di classe di cui al DM260/10 sono evidenziati in giallo.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 395
DescrizioneCon il termine AVS (Acid Volatile Sulphides) si indica-no i solfuri che sono estraibili dal sedimento in solu-zione acida. Comprendono il monosolfuro di ferro(FeS), che in natura tende a precipitare, e i solfuri li be -ri, in equilibrio nelle tre specie chimiche: H2S, HS- e S2.Il FeS, in quanto insolubile, diventa una trappola per isolfuri che, essendo legati, perdono la loro tossicità.Con il termine Ferro Labile (LFe) si intende quellafra zione del ferro che è immediatamente disponibileper reagire con il solfuro e che lo rende insolubile (co -me FeS). Si considera quindi LFe nel sedimento lafor ma più reattiva del Fe(III), riducibile con idrossi-lammina a Fe(II), e il Fe(II), estraibile con HCl 0,5 M.Il rapporto AVS/LFe è un indicatore delle condizionidi carenza di ossigeno, in quanto gli AVS si accumu-lano in ambiente anossico e si legano progressiva-mente al ferro. Il LFe è, invece, un indice della capacità del sedimen-to di trattenere i solfuri.Una misura della carenza di ossigeno e del rischio am -bientale a essa associato è data dal rapporto AVS/LFe,ovvero dalla concentrazione di AVS normalizzata ri -spet to alla concentrazione del ferro labile. L’AVS va ana -lizzato congiuntamente a LFe, come si vede in se guito.Quando AVS/LFe ≥ 1 tutto il ferro labile è legato ai sol-furi e questi restano liberi andando in soluzione (con-dizione di rischio elevata). Tale situazione si verificadopo prolungati episodi di anossia. Per AVS tendentea zero, si assume una elevata disponibilità di ossigenoin grado di ossidare i solfuri o una scarsa produzionedi AVS, che indica un basso metabolismo solfato ridut-tore in condizioni di anossia. La disponibilità di LFe èmassima e la concentrazione di AVS è minima inacque e sedimento ben ossigenati e con scarsi apportidi detrito organico.La scala dei valori e la loro interpretazione è riportatadi seguito.
Valutazione del rischio di anossia sulla base del rap-porto AVS/LFe.
ScopoIl motivo per il quale si propone di utilizzare l’AVS eil rapporto AVS/LFe è basato essenzialmente sulladifficoltà di interpretare le misure puntuali di ossi-geno, che sono largamente influenzate da fattori siafisici che biologici. Ad esempio, negli ambientimicrotidali, frequenza e persistenza dell’ipossia edell’anossia vanno lette in funzione del ciclo dellemaree. Se nelle lagune microtidali si ha un elevatoconsumo di ossigeno (ad esempio dopo il collasso diuna fioritura algale) e nel mare aperto ci sono buonecondizioni di ossigenazione, con la marea crescenteaumenterà il tenore di ossigeno, che diminuisceinvece con la marea calante. L’anossia persistente, ingenere, capita in occasione dei cosiddetti mortid’acqua, soprattutto nel periodo estivo (durante lemaree di quadratura), e può durare alcuni giorni,quando non vi siano eventi meteorici significativi.Quindi la disponibilità di ossigeno è influenzata dalciclo di marea, con un’alternanza di fasi normossi-che e di carenza di ossigeno, la cui durata dipende-rà da quella delle fasi di marea. Per avere un quadrosufficientemente attendibile delle condizioni diossigenazione delle acque, occorrono dunque misu-re di ossigeno ripetute nel tempo e nello spazio, condifficoltà tecniche e costi in genere non sostenibili.Negli ambienti non tidali, la persistenza delle con-dizioni di ipossia o anossia non è influenzata dallemaree, ma dai processi di produzione e decomposi-zione della sostanza organica. In questo caso, dura-ta e frequenza delle fasi di deficit dell’ossigeno di -pendono dal ciclo vitale dei produttori primari eavranno una frequenza temporale prevalentementenictemerale.Inoltre negli ambienti di transizione, in cui è pre-sente un’elevata percentuale di frazione fine nelsedimento, non è possibile il posizionamento disonde per le misure in continuo del tenore di ossi-geno. Tale strumentazione si affonda facilmente nelsedimento e presenta un elevato rischio di subireincrostazioni per l’alta produttività di tali ambienti.
AC
QU
E D
I TR
AN
SIZ
ION
E -
Stato
STATO
Ferro labile e solfuri volatili
Ferro labile (μmol⋅g-1)
>100>100 < 100< 100
Ossigeno presente, ipossia episodica
<0,25 <0,25
Ipossia frequente, anossia episodica
0,25-0,50 0,25-0,75
AVS/LFe
Anossia da frequente a persistente
>0,50 >0,75
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012396
AC
QU
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I TR
AN
SIZ
ION
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Stato
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Ferro labile (LFe) e solfurivolatili (AVS)
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA Micromoli/grammo FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
3 volte all’anno ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 210/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Rapporto AVS/LFe
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 397
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Grafici e tabelle
2010 2011 2012Corpo Idrico StazioneCorpoIdrico Parametro Estate Autunno Primavera Estate Autunno Primavera Estate Autunno
Sacc
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SGOR1Fe 309,7 323,8 304 458 365 215 332 144AVS/LFe 0,07 0,1 0,01 0,06 0,01 0 0,01 0,19
SGOR2bisFe 261,9 264,8 187 155 255 293 230 199AVS/LFe 0,18 0,39 0,03 0,58 0,27 0,01 0,14 0,47
SGOR3 Fe 176,8 125,6 226 243 132 293 308 124AVS/LFe 0,18 0,28 0,12 0,04 0,2 0,16 0,09 0,24
SGOR4bisFe 84,9 74,2 109 255 110 127 219 89AVS/LFe 0 0,01 0,03 0,03 0,02 0,01 0,31
Valle
Can
tone
Valle
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Lago
del
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ni VCAN1Fe 195,3 141,7 191 149 170 147 368 241AVS/LFe 0,23 0,15 0,06 0,15 0,18 0,05 0,27 0,22
VNUO1 Fe 121 202,9 175 91 257 231 241 258AVS/LFe 0,1 0,23 0,07 0,28 0,6 0,05 0,1 0,25
LNAZ1 Fe 155,9 78,2 53 89 44 36 79 66AVS/LFe 0,24 0,33 0,01 0,14 0,08 0,06 0,05 0,13
Valli
di C
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VCOM2Fe 121 79 171 177 70 113AVS/LFe 0,04 0,17 0,05 0,09 0,2 0,12
VCOM3 Fe 12 116 197 130 81 128AVS/LFe 0,16 0,16 0,12 0,13 0,26 0,15
VCOM4 Fe 166,9 153,3 149 125 233 227 136 170AVS/LFe 0,22 0,16 0,21 0,17 0,06 0,16 0,18 0,21
VCOM5Fe 129,2 186,2 133 157 107 159 92 61AVS/LFe 0,13 0,16 0,13 0,05 0,02 0,14 0,15 0,15
Pial
lass
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a PBAI1Fe 226,1 183,3 198 120 175 217 182,11 122AVS/LFe 0,25 0,26 0,16 0,42 0,29 0,21 0,21 0,3
PBAI3 Fe 250,2 243,8 207 138 160 193 237,38 241AVS/LFe 0,07 0,22 0,09 0,36 0,24 0,07 0,29 0,28
PBAI5Fe 196,9 207,4 192 171 156 123 180,2 160AVS/LFe 0,13 0,36 0,01 0,45 0,35 0,02 0,28 0,19
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.5: Valutazione del rischio di anossia sulla base del rapporto AVS/LFe (µmol/g) (2010-2012)
Le informazioni riportate nella tabella fanno riferi-mento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabellapag. 361). Le frequenze di campionamento del ferrolabile (LFe) e dei solfuri liberi (AVS) previste dal DM260/10 sono le seguenti:− tra giugno e luglio e tra fine agosto e settembre (inconcomitanza con le maree di quadratura), quando ilrischio di anossia è elevato;− tra febbraio e marzo (in concomitanza con le mareedi sigizia), quando è massima la riossigenazione delsistema sedimento.
Per il monitoraggio del triennio 2010-2012 sono stateeffettuate tre determinazioni all’anno di LFe e AVS: inprimavera, estate e autunno (nel 2010, in primaveranon è stato effettuato il campionamento per problemitecnici legati alla fase di campionamento e analisi).Le stazioni campionate sono 14, dislocate su 6 corpiidrici.Osservando i dati riportati in tabella emerge che neltriennio 2010-2012:− in primavera (marzo) non si sarebbero verificatesituazioni di sofferenza da ipossia e anossia;
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012398
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− in estate (giugno) si sono verificate sofferenze da“anossia da frequente a persistente” nella stazioneSGOR2bis (Gorino) della Sacca di Goro, mentre aValle Cantone, Valle Nuova, nella stazione VCOM3(Sifone est) delle Valli di Comacchio e nella PiallassaBaiona si sono verificate sofferenze da “ipossia fre-quente e/o anossia episodica delle acque di fondo”;
− in autunno (settembre) nella stazione di ValleNuova si sono verificate sofferenze da “anossia da frequente a persistente”, mentre si sono verifi-cate sofferenze da “ipossia frequente e/o anossiaepisodica delle acque di fondo” nella Sacca di Goro,Valle Nuova, Lago delle Nazioni e nella PiallassaBaiona.
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 399
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definita diretti-va “Habitat”, recepita in Italia con il DPR 357/97 es.m.i., rappresenta lo strumento più re cente e piùcaratterizzante di un diverso approccio per individuareazioni coerenti che consentano l’uso del territorio e losfruttamento delle risorse in una logica di svilupposostenibile, per il mantenimento vitale degli ecosiste-mi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azionie per la costituzione di una rete europea: Na tura 2000,costituita da siti rappresentativi per la conservazionedel patrimonio naturale di interesse comunitario.Per habitat di interesse comunitario, elencati nel l’Al -legato I della Direttiva, si intendono: quegli habitatche rischiano di scomparire dalla loro area di riparti-zione, quelli che hanno un’area di ripartizione ristret-ta a causa della loro regressione o che hanno l’area diripartizione ridotta. Sono di interesse comunitarioan che gli habitat che costituiscono esempi notevolidelle caratteristiche tipiche di una o più delle cinquezone biogeografiche interessate dalla Direttiva
92/43/CEE, tra le quali si citano, in quanto compren-denti il territorio nazionale, l’alpina, l’atlantica, lacontinentale e la mediterranea.All’interno di questo elenco sono individuati gli habi-tat prioritari, per la cui conservazione l’Unio ne euro-pea ha una responsabilità particolare per la grandeimportanza che essi rivestono nell’area in cui sonopresenti.
ScopoLa conoscenza degli habitat di interesse comunitarioè lo strumento principale per l’individuazione delleazioni atte al mantenimento vitale degli ecosistemi eper consentire un corretto uso e sfruttamento dellerisorse del territorio, secondo una logica di svilupposostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla prote-zione della biodiversità con la conservazione deglihabitat naturali e seminaturali e della flora e faunaselvatiche nel territorio, tenuto conto delle diverseesigenze economiche, sociali e culturali.
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STATO
Elenco degli habitatdi interesse comunitario
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Elenco degli habitat di inte-resse comunitario
DPSIR S
UNITÀ DI MISURA N. habitat FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE DPR 357/97DM 20/01/99DPR 120/03DM 11/06/07LR 6/05LR 24/11
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco degli habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012400
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Grafici e tabelle
Habitat di interesse comunitario
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Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
x x x
Estuari x x
Lagune * x x x x x
Vegetazione annua delle linee di deposito marine x x
Vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose
x x x x
Prati di Spartina maritima (Spartinion) x
Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) x x x x x
Perticaie alofile mediterranee e termo-atlantiche (Arthrocnemetalia fruticosae)
x x x x
Steppe salate (Limonietalia) * x x x x x
Dune con vegetazione di sclerofille (Cisto-Lavanduletalia) x
Dune mobili embrionali x x
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)
x x
Dune fisse a vegetazione erbacea (dune grigie) * x
Dune con presenza di Hippophae rhamnoides x
Prati dunali di Malcomietalia x x
Foreste dunali di Pinus pinea e/o Pinus pinaster * x x x
Acque oligotrofe dell'Europa centrale e perialpina con vegetazione di Littorella o di Isoetes o vegetazione annua delle rive riemerse (Nanocyperetalia)
x
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition
x
Tabella 3D.6: Habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
(segue) �
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 401
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Habitat di interesse comunitario
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Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperteda cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia)( * stupenda fioritura di orchidee)
x
Praterie mediterranee con piante erbacee alte e giunchi (Molinion-Holoschoenion )
x x x
Boschi misti di quercia, olmo e frassino di grandi fiumi x
Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba x x x
Foreste di Quercus ilex x x
Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici, compresiil Pinus mugo e il Pinus leucodermis
x
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaNota: * habitat prioritario
(continua)
Nella tabella 3D.6 sono riportati i tipi di habitat natu-rali di interesse comunitario individuati nei corpiidrici “acque di transizione” e riportati nell’AllegatoI della Direttiva 92/43/CEE. Le tipologie di habitatcon asterisco sono considerate prioritarie, per la cuiconservazione l’Unione europea ha una responsabili-tà particolare per la grande importanza che esse rive-stono nell’area in cui sono presenti.Osservando l’elenco in tabella si nota che nei di -
versi corpi idrici sono presenti 24 tipologie di ha -bitat, di cui 5 di interesse prioritario. Le informa-zioni riportate nella tabella sono la sintesi di unlavoro ben più ampio pubblicato dalla Regione evisibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - ReteNatura 2000”. Spesso le informazioni che si ripor-tano non si riferiscono unicamente al corpo idricoconsiderato, ma anche a zone immediatamentecircostanti.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012402
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definitadirettiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento piùrecente e più caratterizzante di un diverso approc-cio per individuare azioni coerenti che consentanol’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorsein una logica di sviluppo sostenibile, per il mante-nimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva forni-sce indirizzi concreti per le azioni e per la costitu-zione di una rete europea: Natura 2000, costituitada siti rappresentativi per la conservazione delpatrimonio naturale di interesse comunitario.Le specie di interesse comunitario, elencatenell’Allegato II della Direttiva, vengono suddivisein base alla loro consistenza numerica o livello diminaccia di estinzione e, quindi, la suddivisionerisulta così articolata: specie in pericolo, vulnera-bili, rare ed endemiche.
Le specie prioritarie, indicate sempre nell’AllegatoII della Direttiva, sono le specie in pericolo per lacui conservazione l’Unione europea ha una parti-colare responsabilità.
ScopoLa conoscenza delle specie di flora e fauna di inte-resse comunitario è lo strumento principale perl’individuazione delle azioni atte al mantenimentovitale degli ecosistemi e per consentire un corret-to uso e sfruttamento delle risorse del territorio,secondo una logica di sviluppo sostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire allaprotezione della biodiversità con la conservazio-ne degli habitat naturali e seminaturali e dellaflora e fauna selvatiche nel territorio, tenutoconto delle diverse esigenze economiche, socialie culturali.
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STATO
Elenco delle specie floristichedi interesse comunitario
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie floristi-che di interesse comunitario
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UNITÀ DI MISURA N. specie FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE DPR 357/97DM 20/01/99DPR 120/03DM 11/06/07LR 6/05LR 24/11
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 403
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Grafici e tabelle
Specie di flora di interesse comunitario
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Salicornia veneta Salicornia veneta* x x x x
Salicornia strobilacea Halocnemum strobilaceum x
Granata irsuta Bassia hirsuta x x x
Erianthus ravennae x x
Leucojum aestivum x
Limonio del Caspio Limonium bellidifolium x x x x
Oenanthe lachenalii x
Piantaggine di Cornut Plantago cornuti x x x x
Salvinia natans x
Spartinia maritima x
Trapa natans x
Triglochin maritimum x x
Typha laxmannii x
Tabella 3D.7: Specie di flora di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaNota: * specie prioritaria
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012404
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Nella tabella 3D.7 sono elencate le specie di flora diinteresse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”, riportate nell’Allegato IIdella Direttiva 92/43/CEE. L’unica specie di flora diinteresse comunitario che risulta prioritaria è laSalicornia veneta (asterisco); tutte le altre specieriportate sono considerate specie “importanti”.
La tabella 3D.7 è la sintesi di un lavoro ben piùampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito“Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”.Spesso le informazioni che si riportano non siriferiscono unicamente al corpo idrico conside-rato, ma anche a zone immediatamente circo-stanti.
Commento
405
DescrizioneLa Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definitadirettiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento piùrecente e più caratterizzante di un diverso approc-cio per individuare azioni coerenti che consentanol’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorsein una logica di sviluppo sostenibile, per il mante-nimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva forni-sce indirizzi concreti per le azioni e per la costitu-zione di una rete europea (Natura 2000) di siti rap-presentativi per la conservazione del patrimonionaturale di interesse comunitario.Le specie di interesse comunitario, elencate nel -l’Allegato II della Direttiva, vengono suddivise inbase alla loro consistenza numerica o livello diminaccia di estinzione e, quindi, la suddivisionerisulta così articolata: specie in pericolo, vulnera-bili, rare ed endemiche.Le specie prioritarie, indicate nell’Allegato II, sonole specie in pericolo, per la cui conservazionel’Unio ne europea ha una particolare responsabilità.La Direttiva 92/43/CEE, in realtà, non è la primadirettiva comunitaria che si occupa di questamateria.È del 1979, infatti, un’altra importante direttivache si integra all’interno delle previsioni della
direttiva “Habitat”, la cosiddetta Direttiva “Uccelli”79/409/CEE, recepita in Italia con la L 157/92,concernente la conservazione di tutte le specie diuccelli selvatici. Tale Direttiva verrà in seguitoabrogata e sostituita dalla vigente Direttiva2009/147/CEE del 30 novembre 2009. La Direttiva “Uccelli” prevede una serie di azioniper la conservazione di numerose specie di uccelli,indicate nell’Allegato I della direttiva stessa, e l’in -di viduazione da parte degli Stati membri del -l’Unione di aree da destinarsi alla loro conservazio-ne, le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Scopo
La conoscenza delle specie di flora e fauna di inte-resse comunitario è lo strumento principale perl’individuazione delle azioni atte al mantenimentovitale degli ecosistemi e per consentire un’agevoleuso e sfruttamento delle risorse del territorio,secondo una logica di sviluppo sostenibile.Lo scopo è, dunque, quello di contribuire allaprotezione della biodiversità con la conservazio-ne degli habitat naturali e seminaturali e dellaflora e fauna selvatiche nel territorio, tenutoconto delle diverse esigenze economiche, socialie culturali.
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STATO
Elenco delle specie faunistichedi interesse comunitario
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012406
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Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie faunisti-che di interesse comunitario
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UNITÀ DI MISURA N. specie FONTE RegioneEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE Dir 2009/147/CEEL 157/92DPR 357/97DM 20/01/99DPR 120/03 LR 6/05LR 24/11
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 407
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Grafici e tabelle
Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
ANFIBI e RETTILI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Tritone crestato Triturus carnifex x x
Tartaruga palustre Emys orbicularis x x x x
Testugina marina Carretta carretta* x
PESCI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Storione cobice Acipenser naccarii * x
Lampreda di mare Petromyzon marinus x x
Cheppia Alosa fallax x x x x
Pigo Retilus pigus x
Barbo Barbus plebejus x x
Savetta Chondrostoma soetta x
Cobita comune Cobitis taenia x x
Nono Aphanius fasciatus x x x x x
Ghiozzetto cenerino Pomatoschistus canestrini x x x x x
Ghiozzetto di laguna Knipowitschia panizzae x x x x x
INVERTEBRATI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Licena delle paludi Lycaena dispar x
UCCELLI - All.1 Dir. 79/409/CEE
Strolaga minore Gavia stellata x x
Strolaga mezzana Gavia arctica x x x x
Svasso cornuto Podiceps auritus x x
Tarabuso Botaurus stellaris x x x x x
Tarabusino Ixobrychus minutus x x x x x x x x
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Tabella 3D.8: Specie di fauna di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
(segue) �
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012408
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Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
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Nitticora Nycticorax nycticorax x x x
Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides x x x x
Garzetta Egretta garzetta x x x x x x x x x x x x x
Airone bianco maggiore Egretta alba x x x x x x x x x x x x x
Airone rosso Ardea purpurea x x x x x x x x
Cicogna bianca Ciconia ciconia x
Cicogna nera Ciconia nigra x
Mignattaio Plegadis falcinellus x x x
Spatola Platalea leucorodia x x x x x x x x
Fenicottero Phoenicopterus ruber x x x x x x x x x
Moretta tabaccata Aythya nyroca x x x x x x
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus x x
Nibbio bruno Milvus migrans x x x
Falco di palude Circus aeruginosus x x x x x x x x x x x x x
Albanella reale Circus cyaneus x x x x x x x x
Albanella pallida Circus macrourus x
Albanella minore Circus pygargus x x x x x x x x
Aquila anatraia maggiore Aquila clanga x x
Falco pescatore Pandion haliaetus x x x
Falco cuculo Falco vespertinus x
Smeriglio Falco columbarius x x x x
Lanario Falco biarmicus x
Pellegrino Falco peregrinus x x
(segue) �
(continua)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 409
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Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
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Voltolino Porzana porzana x x
Schiribilla Porzana parva x x
Gru Grus grus x
Cavaliere d'Italia Himantopus himantopus x x x x x x x x x x
Avocetta Recurvirostra avosetta x x x x x x x x x x x x x x x
Pernice di mare Glareola pratincola x x
Fratino Charadrius alexandrinus x x x x x x x x x x x x x
Piviere dorato Pluvialis apricaria x x x x
Combattente Philomachus pugnax x x x x x x
Croccolone Gallinago media x x
Pittima minore Limosa lapponica x x x x
Piro piro boscereccio Tringa glareola x x x x x
Falaropo beccosottile Phalaropus lobatus x
Gabbiano corallino Larus melanocephalus x x x x x x x x x x x x x x
Gabbianello Larus minutus x x x x
Gabbiano roseo Larus genei x x x x x x x x x
Sterna zampenere Gelochelidon nilotica x x x x x x
Sterna maggiore Sterna caspia x
Beccapesci Sterna sandvicensis x x x x x x x x
Sterna comune Sterna hirundo x x x x x x x x
Fraticello Sterna albifrons x x x x x x x x x
Mignattino piombato Chlidonias hybridus x x x x x
Mignattino Chlidonias niger x x x x
(segue) �
(continua)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012410
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Stato
Specie di fauna di interesse comunitario
S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T S/R R/N S T
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Gufo di palude Asio flammeus x x
Martin pescatore Alcedo atthis x x x x x x x x x x x x x x x x
Ghiandaia marina Coracias garrulus x x
Tottavilla Lullula arborea x x
Calandro Anthus campestris x
Pettazzurro Luscinia svecica x
Forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon x x x x x x x
Averla piccola Lanius collurio x x x
Averla cenerina Lanius minor x x x x
Marangone dal ciuffo ss.mediterranea Phalacrocorax aristotelis desmarestii
x
Marangone minore Phalacrocorax pygmeus x x x x x
Casarca Tadorna ferruginea x x
Falco sacro Falco cherrug x
(continua)
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
LEGENDA:S/R= si trova nel sito tutto l’anno (Stanziale/Residente)R/N= utilizza il sito per nidificare e allevare i piccoli (Riproduzione/Nidificazione)S = utilizza il sito durante l’inverno (Svernamento)T = utilizza il sito in fase di migrazione o di muta, al di fuori dei luoghi di nidificazione (Tappa)Nota: * specie prioritaria
Nella tabella 3D.8 sono elencate le specie di faunadi interesse comunitario presenti nei corpi idrici“acque di transizione”, riportate nell’Allegato IIdella Direttiva 92/43/CEE e nell’Allegato I dellaDirettiva 79/409/CEE. Le informazioni riportate nella tabella sono la sin-tesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dallaRegione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”.Spesso le informazioni che si riportano non si rife-
riscono unicamente al corpo idrico considerato,ma anche a zone immediatamente circostanti.Osservando le specie elencate in tabella, si notache nei diversi corpi idrici non sono presentimammiferi di interesse comunitario; alla voce“anfibi/rettili” sono riportate 3 specie, di cui 1prioritaria; per quanto riguarda i pesci sono pre-senti 10 specie, di cui 1 prioritaria; è presente,inoltre, una sola specie di invertebrati e 64 diuccelli.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 411
DescrizioneLa determinazione quali-quantitativa del fito-plancton consiste, per ogni punto di indagine edata di campionamento, nelle seguenti valuta-zioni:– numero cellule/litro e taxa (abbondanza e com-
posizione);– biomassa totale del fitoplancton (mg/m3 di clo-
rofilla “a”).Il fitoplancton è un elemento chiave da un puntodi vista ecologico degli ambienti di transizione,attraverso cui i flussi di energia sono incanalati. Ilnano/microfitoplancton è costituito da un gruppodi organismi autotrofi con dimensioni compresetra 2 e 200 μm di diametro. Essi vivono lungo lacolonna d’acqua (planctonici) o adesi al substrato
(bentonici) includendo sia forme solitarie checoloniali. Negli ambienti acquatici di transizione,il fitoplancton gioca un ruolo fondamentale nellaformazione di nuova frazione organica e nel riciclodel carbonio, dei nutrienti e dell’ossigeno.
ScopoIl fitoplancton è un eccellente indicatore dei cam-biamenti dello stato trofico delle acque, segnalan-do arricchimenti di nutrienti che portano a unincremento di biomassa, di produzione primaria,di bloom algali, come anche di cambiamenti nellacomposizione in specie. Inoltre, il fitoplanctonrisponde alle variazioni dei parametri chimico-fisi-ci e idrodinamici.
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Presenze microalgali
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NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali DPSIR I
UNITÀ DI MISURA N. cellule/litroN. taxa
FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali. Applicazione indici di diversità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012412
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Grafici e tabelle
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4.06E+08
8.00E+08 5.35E+09
1.91E+08
8.05E+08 1.76E+09
2.98E+08 4.79E+09
2.34E+08
9.85E+08 4.46E+07
4.93E+08 3.59E+08
4.81E+08 3.00E+07 1.43E+08
9.15E+07 3.67E+07
mar. giu. set. dic.
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Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.16: Abbondanze totali per campagna di monitoraggio (2012)
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.17: Numero di taxa per campagna di monitoraggio (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 413
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Famiglia/Gruppo STAZIONISGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis VCAN1 VNUO1 LNAZ1 VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5 PBAI1 PBAI3 PBAI5
mar.
Altro Fitoplancton 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Bacillariophyceae 7 8 6 11 9 6 8 6 2 1 5 10 7 9
Chlorophyceae 3 2 Cryptophyceae 1 2 1
Cyanophyceae 1 1 1 3 1 Dinophyceae 1 1 3 4 1 4 3 5 7 5 4 2 4 6 Ebriophyceae 1 1 1 1 1 1 1
Euglenophyceae 1 1 1 1 1 1 1 Eustigmatophyceae 1 1 1 1 1
Raphidophyceae 1 Totale 10 11 13 17 12 15 14 14 12 10 12 16 19 19
giu .
Altro Fitoplancton 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Bacillariophyceae 10 12 8 4 2 7 6 6 4 2 6 4 9 Chlorophyceae 4 1 2 Cryptophyceae 2 1 Cyanophyceae 2 1 1 1 1 1 Dinophyceae 2 3 5 10 3 3 4 2 2 3 6 3 5 8 Ebriophyceae 1
Euglenophyceae 2 3 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Trebouxiophyceae 1 1
Totale 22 20 17 16 10 13 12 9 8 4 9 12 15 20
set.
Altro Fitoplancton 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Bacillariophyceae 10 12 11 16 4 5 4 3 3 3 2 12 10 13 Chlorophyceae 4 1
Conjugatophyceae 1 1 1 1 Cryptophyceae 1 Cyanophyceae 4 2 1 1 2 1 1 1 1 Dinophyceae 5 11 5 18 5 6 5 9 7 6 9 6 6 7 Ebriophyceae 1 1 1 1 1 1
Euglenophyceae 1 1 1 1 1 1 Eustigmatophyceae 1 1 1
Totale 27 29 19 36 12 14 13 16 13 13 14 20 18 22
dic.
Altro Fitoplancton 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Bacillariophyceae 7 6 5 5 4 3 4 1 5 10 3 Chlorophyceae 1 1 2
Conjugatophyceae 1 Cryptophyceae 1 2 1 2 Cyanophyceae 1 2 1 1 Dinophyceae 2 1 2 1 2 3 1 4 1 3 Ebriophyceae 1
Euglenophyceae 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Eustigmatophyceae 1
Totale 12 9 10 8 9 11 6 8 11 17 10
Tabella 3D.9: Composizione e numero di taxa rilevati per stazione e per campagna di monitoraggio(2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012414
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1,3 1,1 1,4 1,1 1,3 1,4 1,4
1,2 1,4 1,4 1,5 1,8 2,2
Lagune aperte Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.18: Indice di Margalef per campagna di monitoraggio (2012)
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1,1
Lagune aperte Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.19: Indice di Shannon per campagna di monitoraggio (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 415
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Le informazioni riportate nei grafici e nella tabellafanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione(vedi tabella pag. 361).L’analisi della composizione quali-quantitativa delfitoplancton è svolta annualmente con frequenzatrimestrale in tutte le stazioni della rete di monito-raggio delle acque di transizione.Il numero e l’ubicazione delle stazioni di indaginepermettono di effettuare una valutazione sufficien-te dell’ampiezza e dell’impatto generato (bloomalgali).In figura 3D.16 e 3D.17 si riporta rispettivamenteuna rappresentazione grafica delle abbondanze to -tali e del numero di taxa per ogni campagna dimonitoraggio.La nomenclatura utilizzata fa riferimento adAlgaeBase on line database (Guiry, M.D. & Guiry,G.M. 2012 World-wide electronic publication,National University of Ireland, Galway. http://www.algae base.org, searched on 03 October 2012) e i ta -xa identificati appartengono a 12 classi: Bacillario -phyceae, Clorophyceae, Chrysophyceae, Crypto -phy ceae, Cyanophyceae, Dinophyceae, Ebriophy -ceae, Euglenophyceae, Eu stigma tophyceae, Prasi -no phyceae, Trebouxiophyceae, Zygnemato phyceae.
Nel 2012 sono stati identificati 114 taxa appartenen-ti a 12 classi o gruppi rispettivamente con: 43 Bacil -lariophyceae, 49 Dinophyceae, 11 Cloro phy ceae, 9Cyanophyceae, 3 Cryptophyceae, 3 Eugleno phy -ceae, 2 Ebriophyceae, 1 Chrysophyceae, 1 Eusti -gmato phyceae, 1 Prasinophyceae, 1 Trebouxio phy -ceae, 1 Zygne ma tophyceae, 2 taxa raggruppati sottola dicitura “Altro Fitoplancton indet.” (vedi tabella3D.9). La stazione Dosso Pugnalino (VCOM4) è lastazione con il minor numero di taxa (8), mentre lastazione Bocca a mare (SGOR4bis) della Sacca diGoro presenta il numero maggiore (51).Per valutare la biodiversità dell’elemento fito-plancton nelle stazioni si è scelto di utilizzarel’indice di Margalef e l’indice di Shannon. Il primoprende in considerazione il numero di taxa rispet-to all’abbondanza totale della comunità, il secondoinvece considera anche le abbondanze dei singolitaxa. Considerando sia la ricchezza specifica, espressadall’indice di Margalef (figura 3D.18), che la diver-sità specifica, espressa dall’indice di Shannon (figu-ra 3D.19), la Piallassa Baiona è il corpo idrico chepresenta i valori più alti, seguita di poco dalla Saccadi Goro.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012416
DescrizioneLe macrofite sono i vegetali macroscopicamentevisibili, presenti negli ambienti acquatici, e sonocomposte da fanerogame acquatiche e macroalghe.Durante le campagne di caratterizzazione dei siti,non essendo state trovate fanerogame, si fa riferi-mento esclusivamente alle macroalghe bentonicheformanti aggregati. La composizione e la strutturadelle macroalghe dipende dal livello trofico delleacque e dalla sua alterazione dovuta a carichi orga-nici. Ciò determina la riduzione o la scomparsa deitaxa più esigenti a favore di quelli più tolleranti.
ScopoMonitorare i cambiamenti di composizione dellecomunità macroalgali nel tempo permette di valu-tare le variazioni dello stato ecologico dei corpiidrici interessati e le possibili fonti di stress trofi-co dovuto a inquinanti organici. Le comunità amacroalghe sono anche sensibili alla presenza dialtri inquinanti, come fitofarmaci e metalli pesan-ti. La determinazione delle comunità macroalgalipermette, quindi, di poter valutare una particolaresituazione per il sito monitorato e le sue modifica-zioni nel tempo.
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Macrofite
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macrofite (Indice R-MaQImodificato)
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Elenchi tassonomici
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 417
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Grafici e tabelle
Sacca di Goro SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis Phylum Taxon 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010
Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X Cladophora laetevirens X X X Cladophora vadorum X Ulothrix flacca X Ulva compressa X X Ulva intestinalis X X Ulva prolifera X Ulva rigida X X X Ulva rotundata X Rhodophyta Agardhiella subulata X Gracilaria gracilis X
Gracilaria vermiculophylla
X
X
X
X Neosiphonia harvei X
nessun phylum nessun taxon X X
Tabella 3D.10: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Sacca di Goro (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Valle Cantone, Valle Nuova e Lago Nazioni
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
Phylum Taxon 11/06/2010 01/10/2010 11/06/2010 01/10/2010 11/06/2010 01/10/2010Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X X X Cladophora aegagropila X Cladophora glomerata X Codium fragile X X Ulva prolifera XRhodophyta Chondria tenuissima X X Dasya baillouviana X X Gracilariopsis longissima X Polysiphonia sp. X X X X
Tabella 3D.11: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delleNazioni (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Piallassa Baiona PBAI1 PBAI3 PBAI5Phylum Taxon 04/06/2010 21/09/2010 04/06/2010 21/09/2010 04/06/2010 21/09/2010
Chlorophyta Chaetomorpha ligustica X X XCladophora aegagropila XCladophora cfr. albida XCladophora glomerata XCladophora vadorum XEnteromorpha multiramosa XUlothrix implexa XUlva cfr. compressa XUlva compressa X XUlva curvata X XUlva flexuosa XUlva intestinalis XUlva lataevirens XUlva prolifera XUlva rotundata X X
Rhodophyta Agardhiella subulata X X X X XErythrotrichia carnea XGracilaria bursa -pastoris X XGracilaria gracilis X X X XGracilaria vermiculophylla X X X X X XGracilariopsis longissima X X X X X XPolysiphonia setularioides X
Tabella 3D.12: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Piallassa Baiona (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012418
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Le stazioni della rete di monitoraggio per ladeterminazione qualitativa delle macroalghe efanerogame sono 15, dislocate su 7 corpi idricidi transizione. Le informazioni riportate nelletabelle fanno riferimento all’acronimo di cia-scuna stazione (vedi tabella pag. 361).Nel 2010, la determinazione qualitativa di que-sto Elemento di Qualità Biologica (EQB) Ma -croalghe è stata effettuata su 14 stazioni moni-torate, dislocate su 6 corpi idrici. Il DM 56/09 richiede una frequenza di indagine,per le macroalghe, di 2 volte (possibilmentenello stesso anno), da ripetere con cicli nonsuperiori a 3 anni.Nelle tabelle 3D.10, 3D.11 e 3D.12 si riporta,per ciascun corpo idrico: la stazione di indagi-ne, la data di campionamento, il riconoscimen-to tassonomico delle macroalghe. Nelle Valli di
Comacchio non è stata rilevata la presenza dialcun taxon.Per l’EQB Macrofite, ai fini della classificazio-ne, è utilizzato l’indice E-MaQI.L’affidabilità dell’indice è legata al numero dispecie presenti nelle stazioni di monitoraggio;l’appli cabilità dell’indice richiede la presenza dialmeno 20 specie.Nel caso in cui il numero di specie presenti siainferiore a 20, si applica l’indice R-MaQI, modi-ficato.Il Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) delMaQI di ciascuna stazione di indagine dei corpiidrici di transizione verrà calcolato in confor-mità alle indicazioni riportate nel DM 260/10 ealle “Linee guida per l’applicazione del Ma -crophyte Quality Index (MaQI)”, Ispra, marzo2012.
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 419
DescrizioneLo studio delle comunità macrobentoniche deifondali degli ambienti di transizione viene soprat-tutto applicato nelle indagini degli ambienti per-turbati, soggetti a diversi tipi di inquinamento, odei sistemi naturalmente soggetti a eventi anossi-ci. Questo indicatore si è dimostrato essere unvalido strumento per la descrizione sintetica del-l’ecosistema degli ambienti di transizione, infattigli organismi che ne fanno parte sono caratteriz-zati sia da scarsa mobilità che da cicli vitali suffi-cientemente lunghi, risultando quindi strettamen-te legati alle variazioni dei principali parametriambientali. Inoltre gli organismi del macrozoo-bentos, che vivono in stretta relazione con il sub-strato, giocano un ruolo fondamentale negli scam-bi tra sedimento e colonna d’acqua.
ScopoL’effetto di perturbazioni ambientali risulta indivi-duabile attraverso l’interpretazione delle reazioniche la comunità macrobentonica presenta neltempo. Tali risposte possono manifestarsi comevariazioni sia qualitative sia quantitative, ovverosia in termini di composizione in specie sia in ter-mini di numero e di rapporti di abbondanza traspecie. In altre parole, il grado di alterazione dellacomunità è desumibile sulla base delle sue carat-teristiche strutturali.
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IMPATTO
Macroinvertebrati bentonici
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici(indici M-AMBI e BITS)
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Adimensionale FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010
AGGIORNAMENTODATI
Triennale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura ebiodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Composizione e abbondanza macroinvertebrati bentonici
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012420
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Grafici e tabelle
Sacca di Goro SGOR1
Classe Taxon 08/06/2010 08/06/2010 08/06/2010 08/06/2010SGOR4bisSGOR2bis SGOR3
Anthozoa Actiniaria spp. X Bivalvia Abra alba X
Abra segmentum X X X X Cerastoderma glaucum X X X Modiolus adriaticus X Musculista senhousia X X X Mytilus galloprovincialis X X Ruditapes philippinarum X X X X
Clitellata Hirudinea spp. X Oligochaeta spp. X X
Gastropoda Cyclope neritea X Hydrobia ventrosa X X X X
Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Ampelisca diadema X X
Ampelisca sarsi X X Corophium insidiosum X X X Corophium orientale X X X X Gammarus aequicauda X X X Gammarus insensibilis X X X Idotea balthica X X X Lekanesphaera monodi X Melita palmata X
Maxillopoda Balanus improvisus X X Nemertea Nemertea X X Polychaeta Capitella capitata X X X X
Capitomastus minimus X X Ficopomatus enigmaticus X Glycera convoluta X Hediste diversicolor X X X Heteromastus filiformis X Mediomastus capensis X X X Neanthes succinea X X X Nephtys hombergii X Polydora ciliata X X X X Spio decoratus X X Streblospio shrubsolii X X X X Syllides edentatus X
Turbellaria Polycladida spp. X
Tabella 3D.13: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Sacca di Goro (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 421
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X X Bivalvia Abra segmentum X X
Cerastoderma glaucum X X X Loripes lacteus X Mytilaster minimus X
Clitellata Oligochaeta spp. X X X Oligochaeta spp.1 X
Gastropoda Cyclope neritea X X Haminoea navicula X Hydrobia ventrosa X X X Nassarius nitidus X Nassarius pygmaeus X Retusa truncatula X
Insecta Chironomus salinarius X X Malacostraca Carcinus aestuarii X
Corophium orientale X X Gammarus aequicauda X Gammarus insensibilis X X Idotea balthica X X Melita palmata X
Maxillopoda Balanus improvisus X Nemertea Nemertea X X Polychaeta Capitella capitata X X
Ficopomatus enigmaticus X Heteromastus filiformis X
Mediomastus capensis X Neanthes succinea X X X Polydora ciliata X X Spio decoratus X Streblospio shrubsolii X X
Priapulida Priapulus caudatus X Sipunculidea Sipunculus nudus X
Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delle Nazioni VCAN1
Classe Taxon 11/06/2010 11/06/2010 11/06/2010
VNUO1 LNAZ1
Tabella 3D.14: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Valle Cantone, ValleNuova e Lago delle Nazioni (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012422
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X Bivalvia Abra alba X
Abra segmentum X Cerastoderma glaucum X X Loripes lacteus X
Clitellata Oligochaeta spp. X X X Oligochaeta spp. 1 X
Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Ampelisca diadema X
Carcinus aestuarii X X Corophium insidiosum X X Melita palmata X
Polychaeta Amphitrite gracilis X Capitella capitata X X X X Cirriformia tentaculata X Heteromastus filiformis X X X X Neanthes succinea X X X X Ophiodromus flexuosus X Paraonis lyra X
Polydora ciliata X X X
Streblospio shrubsolii X X X X
Phyllodoce laminosa
X Sipunculidea Sipunculus spp. X
Valli di Comacchio VCOM2
Classe Taxon 14/06/2010 14/06/2010 14/06/2010 14/06/2010VCOM3 VCOM4 VCOM5
Tabella 3D.15: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nelle Valli di Comacchio (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 423
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Impatto
Anthozoa Actiniaria spp. X X X Bivalvia Abra segmentum X X X Anadara demiri X Cerastoderma glaucum X X X Gastrana fragilis X Hiatella arctica X Musculista senhousia X X X Mytilus galloprovincialis X X X Ruditapes philippinarum X X X Clitellata Oligochaeta spp. X X X Gastropoda Haminoea navicula X Hydrobia ventrosa X X X Insecta Chironomus salinarius X X X Malacostraca Corophium insidiosum X X X Cyathura carinata X Gammarus aequicauda X X X Idotea balthica X X X Lekanesphaera hookeri X Microdeutopus gryllotalpa X X Nebalia spp. X Tanais dulongii X X Nemertea Nemertea X X X Ophiuroidea Amphipholis spp. X X Polychaeta Capitella capitata X X X Cirratulidae spp. X Cirriformia tentaculata X X X Eunicidae spp. X Heteromastus filiformis X Janua spp. X X X Malacoceros fuliginosus X Marphysa fallax X Marphysa sanguinea X Ophiodromus agilis X X X Ophiodromus flexuosus X X Polydora ciliata X X Prionospio cirrifera X X X Pygospio elegans X X Streblospio shrubsolii X X X Trypanosyllis zebra X
Piallassa Baiona PBAI1
Classe Taxon 04/06/2010 04/06/2010 04/06/2010
PBAI3 PBAI5
Tabella 3D.16: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Piallassa Baiona (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012424
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Impatto
Nel 2010 le stazioni della rete di monitoraggioper la determinazione della composizione e ab -bondanza dei macroinvertebrati bentonici sono14, dislocate su 6 corpi idrici di transizione. Lein formazioni riportate nelle tabelle fanno riferi-mento all’acronimo di ciascuna stazione (vedita bella pag. 361).In base al DM 56/09 la frequenza di indagine per imacroinvertebrati bentonici è 1 volta all’anno, daripetere con cicli non superiori a 3 anni.La determinazione quali-quantitativa dei macroin-vertebrati bentonici consiste, per ogni punto diindagine e data di campionamento, nelle seguentivalutazioni:– identificazione dei taxa determinando il numero
di specie e il numero di individui (composizionee abbondanza dei macroinvertebrati bentonici);
– segnalazione dei taxa sensibili;
– elaborazione della matrice quantitativa dei datisu cui calcolare gli Indici specificati nella norma -tiva (DM 260/10) quali: AMBI, M-AMBI e BITS.
Nelle tabelle 3D.13, 3D.14, 3D.15 e 3D.16 si ripor-ta la composizione del macrozoobenthos nelle sta-zioni dei diversi corpi idrici di transizione.Per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) Ma cro in -vertebrati bentonici, ai fini della classificazione dellostato ecologico, è applicato l’indice M-AM BI e, facol-tativamente, anche l’indice BITS.L’M-AMBI è un indice multivariato, che deriva da unaevoluzione dell’AMBI integrato con l’indice di diversi-tà di Shannon-Wiener e il numero di specie (S). La modalità di calcolo dell’M-AMBI prevede l’ela -borazione delle suddette 3 componenti con tecni-che di analisi statistica multivariata.Il valore dell’M-AMBI varia tra 0 e 1 e corrispondeal Rapporto di Qualità Ecologica (RQE).
Commento
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 425
DescrizioneL’indicatore descrive la concentrazione di clorofil-la “a” nelle acque superficiali e lungo la colonnad’acqua, consentendo una stima indiretta dellabiomassa fitoplanctonica, in quanto fornisce lamisura del pigmento fotosintetico principale pre-sente nelle microalghe. Esso rappresenta un effi-cace indicatore della produttività del sistema.Nello schema DPSIR è inserito tra gli Impatti, per-ché segnala una perturbazione della qualità del-l’ambiente, alterando, a elevate concentrazioni, lanaturale colorazione e trasparenza dell’acqua.
ScopoLa concentrazione di clorofilla “a” è di fondamen-tale importanza per la valutazione delle caratteri-stiche trofiche di base del corpo idrico e dello statodegli ecosistemi; è, inoltre, un ottimo indicatoreper la valutazione della produzione primaria e deigradi di trofia dell’ecosistema. In base alla concen-trazione della clorofilla “a” nelle acque, si mette inevidenza il livello di eutrofizzazione delle acque ditransizione.
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Impatto
IMPATTO
Concentrazione di clorofilla “a”
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla“a”
DPSIR I
UNITÀ DI MISURA Microgrammi/litro FONTE ArpaEmilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Regione COPERTURA TEMPORALE DATI
2010-2012
AGGIORNAMENTODATI
Trimestrale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque superficiali,marino costiere,Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06DM 56/09DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, devia-zioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012426
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Impatto
Figura 3D.20: Andamenti temporali della concentrazione di clorofilla “a” nei punti di campiona-mento dei corpi idrici di transizione (2012)Fonte: Arpa Emilia-RomagnaNota: (*) a causa di forza maggiore non è stato possibile eseguire il campionamento in alcune stazioni
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
14-mar 13/20-giu 19-set 31-dic(*)
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Valli di Comacchio
VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
123
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
13-mar(*) 06-giu 12-set 18-dic
Mic
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i/litr
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Data campionamento
Sacca di Goro
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
22-mar 20/21-giu 13/20-set 07/19-dic
Mic
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i/litr
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Data campionamento
Corpi idrici minori
VCAN1 VNUO1 LNAZ1
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
100 110 120
15-mar 15-giu 19-set 12-dic
Mic
rogr
amm
i/litr
o
Data campionamento
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
Grafici e tabellea)
d)
b)
c)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 427
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Impatto
Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 3D.21: Valore medio annuale della clorofilla “a” nei corpi idrici di transizione (2010-2012)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012428
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Impatto
Clorofilla "a" (μg/l)ANNOFunzione statistica
2010 2011
Sacc
a di
Gor
oVa
lleC
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neVa
lleN
uova
Lago
del
leN
azio
niVa
lli d
i Com
acch
ioP
ialla
ssa
Bai
ona
10.3323.00
0.809.25
4 4 3.858.500.903.35
4 9.38
23.001.30 9.55
45.07
12.200.705.31
4 15.3523.00
9.006.06
4 17.0023.0011.00
5.894
28.4544.0014.7915.22
4 97.00
125.0079.0019.92
4 87.25
130.0034.0042.73
4 87.75
147.0060.0040.73
4 52.2594.0010.0034.59
4 <0.5<0.5<0.50.00
4 1.816.500.253.13
4 0.461.10<0.50.43
4
Stazione
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
PBAI1
PBAI3
PBAI5
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valoriMedia Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
201210.8027.90
2.0011.93
10.4728.70
1.2015.79
3 19.0050.40
2.70 22.21
413.8024.60
1.209.79
4 16.0338.00
4.0016.00
4 13.4038.00
2.5016.52
4 37.8579.904.30
31.284
59.5786.00
7.7044.92
3 51.4075.0011.2034.99
3 71.47
123.0010.4056.90
3 11.9027.40
4.0010.94
4 2.76
10.00<0.50
4.834
5.1912.00<0.50
4.964
2.449.00
<0.504.38
4
15.4435.58
2.42 14.15
4 10.2918.62
1.119.18
4 20.8334.14
2.12 13.49
4 14.5339.61
1.3617.07
4 14.5322.51
6.727.11
4 12.4318.99
6.33 5.59
4 27.5835.9015.72
9.174
87.63105.23
75.4015.62
3 116.33137.30
82.9829.20
3 115.01122.40108.91
6.84 3
36.4050.4023.0411.39
4 2.65 5.20
<0.502.48
3 4.58
12.00<0.50
6.453
0.711.00
<0.500.41
3
Tabella 3D.17: Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2010-2012)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 429
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Impatto
Le informazioni riportate nei grafici e nella tabel-la fanno riferimento all’acronimo di ciascuna sta-zione (vedi tabella pag. 361).Nelle figure 3D.20 si riporta la concentrazione diclorofilla “a” relativa alle 4 determinazioni esegui-te nel 2012. Il valore di 10 μg/l è considerato convenzional-mente il limite inferiore di una condizione eutro-fica.Nelle Valli di Comacchio la stazione VCOM5 (ValleCampo) è campionata in periodi differenti anche di10 giorni rispetto alle altre; per questo motivo i valo-ri della clorofilla “a” della stazione VCOM5, in alcunicasi, non sono similari con quelli delle altre stazioniche sono invece campionate nello stesso giorno. Inoltre, a causa di forza maggiore, nel mese di
dicembre 2012 è stato effettuato solo il campiona-mento nella stazione VCOM5; le altre stazioni nonsono state campionate.Nella figura 3D.21 si riporta il trend relativo altriennio 2010-2012 del valore medio/anno dellaclorofilla “a” nei corpi idrici di transizione. I valo-ri medi/anno più importanti di clorofilla “a” siriscontrano nelle Valli di Comacchio e a seguireLago delle Nazioni, mentre la Piallassa Baiona ècaratterizzata da valori/medi molto bassi in tutto ilperiodo considerato.La tabella 3D.17 riporta alcune informazioni stati-stiche per ciascun punto di campionamento dellarete di monitoraggio delle acque di transizione. Leelaborazioni sono state effettuate sulle serie di datirelative al triennio 2010-2012.
Commento
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012430
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Risposte
RISPOSTE
Aree naturali protette
DescrizioneAttualmente il sistema delle aree naturali protetteè classificato come segue.• Parchi nazionali: sono costituiti da aree terre-stri, fluviali, lacuali o marine che contengono unoo più ecosistemi intatti o anche parzialmente alte-rati da interventi antropici, una o più formazionifisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche,di rilievo internazionale o nazionale per valori na -turalistici, scientifici, estetici, culturali, educativie ricreativi, tali da richiedere l’intervento delloSta to ai fini della loro conservazione per le gene-razioni presenti e future.• Parchi naturali regionali e interregionali: sonocostituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed even-tualmente da tratti di mare prospicienti la costa, divalore naturalistico e ambientale, che costituisco-no, nell’ambito di una o più regioni limitrofe, unsistema omogeneo, individuato dagli assetti natura-listici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici edalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.• Riserve naturali: sono costituite da aree terre-stri, fluviali, lacuali o marine che contengono unao più specie naturalisticamente rilevanti della florae della fauna, ovvero presentano uno o più ecosi-stemi importanti per la diversità biologica o per laconservazione delle risorse genetiche. Le riservenaturali possono essere Statali o Regionali in basealla rilevanza degli elementi naturalistici in esserappresentati.• Zone umide di interesse internazionale: sonocostituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere,oppure zone naturali o artificali d’acqua, perma-nenti o transitorie, comprese zone di acqua mari-na la cui profondità, quando c’è bassa marea, nonsu peri i sei metri, che per le loro caratteristichepossono essere considerate di importanza interna-zionale ai sensi della convenzione di Ramsar “Con -venzione internazionale relativa alle Zone umidedi importanza internazionale, soprattutto comehabitat degli uccelli acquatici”, sottoscritta nel1971 a Ramsar (Iran). La convenzione di Ramsar èstata recepita in Italia con il DPR 488/76 e s.m.i.• Altre Aree naturali protette: sono aree (oasi delleassociazioni ambientaliste, parchi suburbani etc.)che non rientrano nelle precedenti classi. Si divi-dono in aree di gestione pubblica, istituite cioècon leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e
aree a gestione privata, istituite con provvedimen-ti formali pubblici o con atti contrattuali qualiconcessioni o forme equivalenti.• Zone di Protezione Speciale (ZPS): designate aisensi della Direttiva 79/409/CEE (successivamenteabrogata e sostituita dalla Direttiva 2009/ 147/CEE),recepita in Italia dalla L 157/92, sono costituite daterritori idonei per estensione e/o localizzazione geo-grafica alla conservazione delle specie di uccelli dicui al l’Al legato I della Direttiva citata, concernente laconservazione degli uccelli selvatici.• Zone Speciali di Conservazione (ZSC): designa-te ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, recepita inItalia dalla DPR 357/97 e s.m.i., sono costituite daaree naturali, geograficamente definite e consuperficie delimitata, che:– contengono zone terrestri o acquatiche che si di -stin guono grazie alle loro caratteristiche geografiche,abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali (ha bitatnaturali) e che contribuiscono in modo si gnificativoa conservare, o ripristinare, un tipo di ha bitat natura-le o una specie della flora e della fau na selvatiche dicui agli Allegati I e II della Direttiva 92/43/CEE, rela-tiva alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna selvatiche in unostato soddisfacente a tutelare la diversità biologicanella regione paleartica mediante la pro te zione degliambienti alpino, appenninico e mediterraneo;– sono designate dallo Stato mediante un attoregolamentare, amministrativo e/o contrattuale, ein esse sono applicate le misure di conservazionenecessarie al mantenimento o al ripristino, in unostato di conservazione soddisfacente, degli habitatnaturali e/o delle popolazioni delle specie per cuil’area naturale è designata.Tali aree vengono indicate come Siti di Impor tan -za Comunitaria (SIC).
ScopoAttraverso la tutela e la valorizzazione delle areenaturali possono essere avviate concrete iniziativea salvaguardia della natura, in modo da razionaliz-zare la gestione del territorio e delle sue risorse.Il mantenimento delle identità dei diversi ecosiste-mi, la conservazione degli habitat e la protezionedelle specie vegetali e animali concorrono a realiz-zare gli obiettivi che l’umanità si è posta per ilfuturo prossimo.
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 431
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Risposte
Metadati
NOME DELL’INDICATORE
Aree naturali protette DPSIR R
UNITÀ DI MISURA Ettari FONTE Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALEDATI
Provincia (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA TEMPORALE DATI
2012
AGGIORNAMENTODATI
Periodico ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Natura e biodiversità
RIFERIMENTI NORMATIVI
Convenzione di Ramsar/1971Dir 92/43/CEEDir 2009/147/CEEDPR 488/76L 394/91L 157/92DPR 357/97DLgs 152/06DM 17/10/07LR 6/05LR 24/11
METODI DI ELABORAZIONEDATI
Rappresentazione grafica delle aree protette, calcolo della superficiedei corpi idrici “acque di transizione” ricadenti nelle aree protette
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012432
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Risposte
Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 3D.22: I corpi idrici “acque di transizione” e la distribuzione delle Aree protette nel trattodi costa compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni (2012)
Annuario dei dati 2012 - Arpa Emilia-Romagna 433
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Risposte
SIC ZPS Ramsar
Sacca di Goro 3.707 3.707 3.707 1.681Valle Cantone 555 555 555 555Valle Nuova 1.406 1.406 1.406 1.406Lago delle Nazioni 97 97 97 97Valli di Comacchio e Saline di Comacchio 11.768 11.768 11.768 11.768Piallassa Baiona 1.180 1.180 1.180 1.180Piallassa Piomboni 304 189 189 0
Superficie (ettari)
Corpo idrico
Tabella 3D.18: La superficie dei corpi idrici “acque di transizione” ricadente nelle Aree protette (2012)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Sito SIC ZPS Ramsar
Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano 4.872 4.872 1.681
Complesso Valle Bertuzzi, Valle Porticino-Canneviè, Lago Nazioni 2.691 2.691 3.146
Valli di Comacchio 16.781 16.781 14.004
Piallasse Baiona, Risega e Pontazzo 1.596 1.596 1.621
Piallasse dei Piomboni, Pineta di Punta Marina 465 465
Superficie (ettari)
Tabella 3D.19: La superficie delle Aree protette nel tratto di costa compreso tra la Sacca di Goro ePiallassa Piomboni (2012)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Nella figura 3D.22 si riportano le aree naturali pro-tette presenti sul tratto costiero compreso tra laSacca di Goro e Piallassa Piomboni. Osservando lafigura si nota come spesso le diverse tipologie di Areenaturali protette si sovrappongono e ricomprendonointeramente i corpi idrici “acque di transizione”.Nella tabella 3D.18 si riporta la superficie in ettaridei corpi idrici “acque di transizione” ricadentenelle Aree naturali protette. Notare che quasi tuttii corpi idrici considerati sono all’interno delle aree
protette definite SIC, ZPS e Ramsar, a eccezionedella Sacca di Goro, ove circa 1.681 ettari su 3.707sono considerati zone umide di importanza inter-nazionale, come previsto dalla Convenzione Ram -sar, e della Piallassa Piomboni, che non è all’inter-no delle zone Ramsar e circa 189 ettari su 304 sonodenominati SIC-ZPS. Nella Tabella 3D.19, si ripor-tano le superfici delle Aree naturali protette neltratto di costa compreso tra la Sacca di Goro ePiallassa Piomboni.
Commento
Riferimenti
� Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Claudio SILVESTRI (1), Cristina MAZZIOTTI (1), ErikaMANFREDINI (2), Annalisa FERIOLI (2), Roberto VECCHIETTI (2), Saverio GIAQUINTA (3)Hanno collaborato:Mirko PANTERA (3), Laura BILLI (3), Ivan SCARONI (3), Amleto FIORENTINI (4)
(1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA FE, (3) ARPA RA, (4) AUSL RA
� Bibliografia
1. Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (2000), Elementi di identificazione delle acque ditransizione
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Foto di pag. 355 gentilmente concessa dall’“Archivio fotografico Parco Delta del Po Emilia-Romagna”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2012
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