ANNUARIO...ANNUARIO DELLA SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE E DELLE MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE VOLUME...

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ANNUARIO DELLA SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE E DELLE MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE VOLUME LV NUOVA SERIE XXXIX (1977) ROMA "L'ERMA" DI BRETSCHNEIDER 1980 ANNUARIO DELLA SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE E DELLE MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE VOLUME LV NUOVA SERIE XXXIX (1977) ROMA " L'ERMA " DI BRETSCHNEIDER 1980

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ANNUARIO DELLA

SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E DELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

VOLUME LV NUOVA SERIE XXXIX (1977)

ROMA "L'ERMA" DI BRETSCHNEIDER

1980

ANNUARIO

DELLA

SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E DELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

VOLUME LV

NUOVA SERIE XXXIX (1977)

ROMA

" L'ERMA " DI BRETSCHNEIDER 1980

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ANNUARTO

DELLA

SCIJOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E DELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

ANNUARIO

DELLA

SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E DELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

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ANNUAR14 DELLA

SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E ]JELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

VOLUME LV NUOVA SERIE XXXIX (1977)

ROMA "VERMA" DI BRETSCHNEIDER

1980

ANNUARIO

DELLA

SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE

E DELLE

MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE

VOLUME LV

NUOVA SERIE XXXIX (1977)

ROMA

« L'ERMA " DI BRETSCHNEIDER 1980

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ON scavi condotti a Haghia Triada da Federico Halbherr ed Enrico Ste fani nei primissimi anni del nostro secolo, seguiti da alcuni .saggi poco innanzi all'inizio della prima gzierra mondiale, hanno truttato una messe di splendidi materiali - fra i piii belhi di quelhi restituiti dahia civihtà mi-noica -, ormai conosciutissimi per una quantità di ihlustrathomi e inter pre-tazioni. Viceversa ha descrizi one dei rvderi venuti in luce, oggi in molti punti assai mal 7idotti e manomessi attraverso ahle due guerre mondiahi, a inn ghi periodi di abbandono e a imperfetti restauri, ad eccezione dehie poche, succinte e incomplete relazioni delle prime campagne, è rimasta tuttora inedita.

Ahia pro f.ssa Luisa Banti, ha quale s'è addossata il gravoso e arduo corn-pito di pagare questo tanto dilazionato debito dehl'archeohogia itahiana verso ii mondo scienti/ico, dobbiamo tutti pro/onda riconoscenza. L'incarico della pubbhicazione, aftidatohe hun go tempo addietro, è stato ostacolato dai tanti sopravvenuti e imprevisti eventi storici e personahi, e s'e' protratto /lno a oggi. Ii passare del tempo rendeva sempre piu dif/Icile ha compulsazione deghi

sparsi appunti deghi scavatori, e i'aggiornamento dehle loro af,ferrnazioni e

delle loro ipotesi con he scoperte e he teorie put recenti. Probabibmente a ragion veduta VA. s'è attenuta fino ai limiti del possibile al proposito di lasciare ii testo quanto piü vicino aile vedute e able opinioni correnti nei bontani tempi

deghi scavatori stessi. Dedicando tutte be sue energie a quest'opera finche' he forze b'hanno so'r-

retta, non è riuscita a irtciudere in essa ha descrizione debbe strutture post-paba-ziali, ne' quehbe precedenti ahla costruzione della c.d. ((villa ,>. Soltanto ii nuovo ciclo di sondaggi e di cam pagne di scavo che abbiamo già iniziato, potrà chia-rire una quantità di problemi riguardo ii palazzo e ha città di Haghia Triada, problemi che ghi scavi condotti pro prio aghi albori della scoperta della civiltà minoica non erano in grado di risolvere. I nuovi lavori potranno rendere assai

Oli scavi condotti a Haghia Triada da Federico Halbherr ed Enrico

Stefani nei primissimi anni del nostro secolo, seguiti da alcuni saggi poco

innanzi alVinizio della prima guerra mondiale, hanno fruttato una messe

di splendidi materiali - fra i più belli di quelli restituiti dalla civiltà mi-

noica —, ormai conosciutissimi per una quantità di illustrazioni e interpre-

tazioni. Viceversa la descrizione dei ruderi venuti in luce, oggi in molti punti

assai mal ridotti e manomessi attraverso alle due guerre mondiali, a lunghi

periodi di abbandono e a imperfetti restauri, ad eccezione delle poche, succinte

e incomplete relazioni delle prime campagne, è rimasta tuttora inedita.

Alla prof .ssa Luisa Banfi, la quale s'è addossata il gravoso e arduo com-

pito di pagare questo tanto dilazionato debito dell'archeologia italiana verso

il mondo scientifico, dobbiamo tutti profonda riconoscenza. L'incarico della

pubblicazione, affidatole lungo tempo addietro, è stato ostacolato dai tanti

sopravvenuti e imprevisti eventi storici e personali, e s'è protratto fino a oggi.

Il passare del tempo rendeva sempre più difficile la compulsazione degli

sparsi appunti degli scavatori, e l'aggiornamento delle loro affermazioni e

delle loro ipotesi con le scoperte e le teorie più recenti. Probabilmente a ragion

veduta VA. s'è attenuta fino ai limiti del possibile al proposito di lasciare il

testo quanto più vicino alle vedute e alle opinioni correnti nei lontani tempi

degli scavatori stessi.

Dedicando tutte le sue energie a quest'opera finché le forze l'hanno sor-

retta, non è riuscita a includere in essa la descrizione delle strutture post-pala-

ziali, né quelle precedenti alla costruzione della c.d. «villa». Soltanto il nuovo

ciclo di sondaggi e di campagne di scavo che abbiamo già iniziato, potrà chia-

rire una quantità di problemi riguardo il palazzo e la città di Haghia Triada,

problemi che gli scavi condotti proprio agli albori della scoperta della civiltà

minoica non erano in grado di risolvere. I nuovi lavori potranno rendere assai

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pi sicura e agevole la comprensione delle costruzioni micenee e di tutte le altre che, come ho detto, non sono incluse in quest'opera, ma che sono rap-presentate nella fondamentale pianta eseguita cia Enrico &e/ani e che qui per la prima volta si pubblica (tav. A).

In tale pros pettiva problematica va letta, dunque, l'Appendice dovuta al prof. Vincenzo La Rosa, deli' Università di Catania, al quale ho affidato la ripresa degli scavi nell'area di Haghia Triada, e che cia conto dei risultati della prima campagna di sondaggi, quella del 1977.

A Luisa Banti, che nelle more della stampa ci ha lasciati, va il nostro pensiero memore, mentre mi corre l'obbligo di dire quanto è stato fatto dai proff. Giovannangelo Cam poreale e Giovanni Uggeri e soprattutto dal prof. Vincenzo La Rosa per la messa a punto del martoscritto. Ii pesante onere re-dazionale è stato assolto con il consueto impegno dalla dott.ssa Marisa Rossi, mentre ii sig. Luigi Taborelli, tecnico dell'Istituto di Archeologia deli' Uni-versità di Macerata, ha completato la documentazione grafica.

ANT0NIN0 Di VITA

Atene, rnaggio 1979.

4

più sicura e agevole la comprensione delle costruzioni micenee e di tutte le

altre che, come ho detto, non sono incluse in quest'opera, ma che sono rap-

presentate nella fondamentale pianta eseguita da Enrico Stefani e che qui per

la prima volta si pubblica {tav. ^4).

In tale prospettiva problematica va letta, dunque, VAppendice dovuta al

prof. Vincenzo La Rosa, dell'Università di Catania, al quale ho affidato la

ripresa degli scavi nell'area di Haghia Triada, e che dà conto dei risultati

della prima campagna di sondaggi, quella del 1977.

A Luisa Santi, che nelle more della stampa ci ha lasciati, va il nostro

pensiero memore, mentre mi corre l'obbligo di dire quanto è stato fatto dai

projf. Oiovannangelo Gamporeale e Giovanni Uggeri e soprattutto dal prof.

Vincenzo La Rosa per la messa a punto del manoscritto. Il pesante onere re-

dazionale è stato assolto con il consueto impegno dalla dott.ssa Marisa Rossi,

mentre il sig. Luigi Taborelli, tecnico dell' Istituto di Archeologia dell'Uni-

versità di Macerata, ha completato la documentazione grafica.

Atene, maggio 1979.

Antonino Di Vita

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SOMMAHJO DEL VOLUME

FEDERICO HALBHERR - ENRICO STEFANI - LUISA BANTI

IEEAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE

(con APPE1NDICE di VINCENZO LA ROSA)

AV\TERTENZA (L. B.) .......................Pag. 9

ABBREVTAZIONI ...........................) 11

CAPITOLO I LA LOCAIJTA E LO SCAVO .............. 13

A) La località ........................ > 13

B) Lo scavo .........................> 15

CAPITOLO II - L'INsEDIAMENTo ANTERIORE ALLA COSTRUZIONE DELLA

VILLA SIGNORILE .......................) 19

A) L'età neolitica e pre-palaziale ................e 19

L) L'età protopalaziale .....................e 20

PARTE PRIMA -. LA VILLA

APITOLO III - IL COMPLESSO DELLA VILLA ............ > 31

CAPITOLO IV - IL QUARTIERE SUD-OVEST .............. > 37

CAPITOLO V - IL QUARTIERE SIGNORILE DI NORD-OVEST ....... e 63

A) Ii quartiere signorile e ii suo ingresso ............ e 63

B) I vani di abitazione e di ricevimento ............ e 69

C) Magazzino e vani annessi ................. > 105

CAPIT0L0 VI - I MAGAZZINI AD EST DEL QITARTIERE SIGNORILE DI NORD-

OVESP ............................ >> 121

CAPITOLO VII - I MAGAZZINI NORD ................... >> 129

CAPITOLO VIII - IL QUARTIERE SIGNORILE ORIENTALE .........> 151

A) Ii qnartiere sigorile .................... > 151

B) I vani annes.si: magazzini e latrina ............. >> 163

CAPITOLO IX - LA FACCIATA ORIENTALE DELLA VILLA E L'< AVANCORPO)

ORIENTALE ......................... e 175

A) La facciata orientale e ii passaggio 74 ............ e 175

B) L'e avancorpo e orientale .................. e 178

SOMMARIO DEL VOLUME

FEDERICO HALBHERR - ENRICO STEFANI - LUISA BANTI

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE

(con Appendice di VINCENZO LA ROSA)

Avvertenza (L. B.) Pag. 9

Abbreviazioni » 11

Capitolo I - La località e lo scavo » 13

A) La località » 13

B) Lo scavo » 15

Capitolo II - L'insediamento anteriore alla costruzione della VILLA SIGNORILE » 19

A) L'età neolitica e pre-palaziale » 19

L) L'età protopalaziaJe - » 20

PARTE PRIMA - LA VILLA

Capitolo III - Il complesso della villa » 31

Capitolo IV - Il quartiere sud-ovest » 37

Capitolo V - Il quartiere signorile di nord-ovest » 63

A) Il quartiere signorile e il suo ingresso >> 63

B) I vani di abitazione e di ricevimento » 69

G) Magazzino e vani annessi » 105

Capitolo VI - I magazzini ad est del quartiere signorile di nord- ovest » i 21

Capitolo VII - I magazzini nord . » 129

Capitolo Vili - Il quartiere signorile orientale » 151

A) Il quartiere signorile » 151

B) I vani annessi: magazzini e latrina » 163

Capitolo IX - La facciata orientale della villa e l'« avancorpo » ORIENTALE » 175

A) La facciata orientale e il passaggio 74 » 175

B) L'«. avancorpo )> orientale » 178

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6 SOMMRIO DEL VOLUME

OAPIT0L0 X - LA FACCIATA NORD DELLA VILLA E LA STRADA NORD . Fag. 1, 81

CAPITOLO XI - Lo SCALONE ORIENTALE ............. 189

CAPIT0L0 XII - IL PIAZZALE SUPERIORE E LA FACCIATA MERIDIONALE DELLA VILLA ......................... >> 197

CAPITOLO XIII - IL PIAZZALE INFERIORE, IL PORTICO E I RIPIANI A EST

DELLO SCALONE ORIENTALE .................. >> 203

A) Ii Piazzale Inferiore..................... 203

B) Ii portico 10 ........................> 204

C) I ripiani a Est dello iStcalone Orientale ........... 207

CAPITOLO XIV - IL BASTIONE .................. 211

CAPITOLO XV - LE FOGNE DELLA VILLA E LE STRADE ......... 221

A) Le fogne ......................... 221

B) Le strade ......................... >> 226

CAPITOLO XVI - LA PITTURA ................... 229

CAPITOLO XVII - CONSIDERAZIONI GENERALI ............ 233

A) I rapporti con Festàs ................... 233

B) La datazione ....................... 234

PARTE SECONDA - IL VILLAGGIO

CAPITOLO XVIII - IL COMPLESSO DEL VILLAGGIO .......... > 239

CAPITOLO XIX - LA CASA DEL LEBETE .............. e 247

CAPITOLO XX - LA CASA DELLE SFERE FITTILI 0 DEl <<MURI DI CRETA e 265

CAPITOLO XXI - LE ALTRE CASE ................. s 271

A) Ii vano del pistrinum ....................> 271

B) Le case a Ovest del Bastione ................ 272

La Casa A ....................... s 273

La Casa B ....................... s 276

La Casa C ....................... s 277

CAPITOLO XXII - LA CASA EST .................. s 279

CAPITOLO XXIII - LA CASA A NORD DELLA CASA EST ....... s 293

APPENDICE: V. LA ROSA, La ripresa dei lavori ad Haghia Triada: rela-

zione preliminare sni saggI del 1977 .............. >> 297

Atti della Scuola (A. Di VITA) .....................<> 343

6 SOMMARIO DEL VOLUME

Capitolo X - La facciata nord della villa e la strada nord . . Pag. 181

Capitolo XI - Lo scalone orientale » 189

Capitolo XII - Il piazzale superiore e la facciata meridionale DELLA VILLA » 197

Capitolo XIII - Il piazzale inferiore, il portico e i ripiani a est dello scalone orientale » 203

A) Il Piazzale Inferiore » 203

B) Il portico 10 » 204

G) I ripiani a Est dello Scalone Orientale » 207

Capitolo XIV - Il bastione » 211

Capitolo XV - Le fogne della villa e le strade » 221

A) Le fogne » 221

B) Le strade » 226

Capitolo XVI - La pittura » 229

Capitolo XVII - Considerazioni generali » 233

A) I rapporti con Festòs » 233

B) La datazione » 234

PARTE SECONDA - IL VILLAGGIO

Capitolo XVIII - Il complesso del villaggio » 239

Capitolo XIX - La casa del lebete » 247

Capitolo XX - La casa delle sfere fittili o dei « muri di creta » » 265

Capitolo XXI - Le altre case » 271

A) Il vano del pistrinum » 271

B) Le case a Ovest del Bastione » 2.72

La Casa A » 273

La Casa B » 276

La Casa C » 277

Capitolo XXII - La casa est » 279

Capitolo XXIII - La casa a nord della casa est » 293

Appendice: V. La Rosa, La ripresa dei lavori ad Haghia Triada: rela- zione preliminare sui saggi del 1977 » 297

Atti della Scuola (A. Di 'Vita) » 343

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F. IIALBHERR - E. STEFANI - L. BANTI

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE

F. HALBHERR - E. STEFANI - L. BANTI

HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE

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AVVERTENZA

La redazione del testo e l'elaborazione eritica di tutti i materia,li superstiti sono mie. Per la stesura mi sono avvalsa di appunti di ogni genere, sohizzi, rilievi, giornadi di scavo, relazioni preliminari di F. Halbherr, R. Paribeni ed E. Stefani. Soprattutto preziosi mi sono stati i disegni dello Stefani, conservati nell'archivio della Scuola Ar-cheologica Italiana di Atene, nonché quelli che ho rintracciati nella Biblioteca Aposto-

lioa Vatioana. Purtroppo i materiali, nei circa settant'anni interoorsi dallo soavo, hanno subIto

vane e fortunose vicende, passando attraverso due guerre mondiali e ripetuti trasfe-rimenti museografici. Nella desorizione dei materiali, quando sono niuscita a identifi-carli con siourezza, ho premesso l'indicazione museograflea e ii numero d'invontario (C. = Candia, oggi Herakleion, Museo Archeologico; R. = Roma, Museo Preistorico ed Etnografico L. Pigorini ). Gli oggetti conservati nei magazzini del Museo Archeo-logioo di Candia non hanno numero d'inventario. Ho trala.sciato quelli di cui non ni-sulta sioura la provenienza da Haghia Triada. Per i materiali dispersi mi sono atte-nuta alla desorizione, ii pin delle volte minuziosa e precisa, degli appunti degli soava-tori. Parte della dooumentazione graflea e fotografica è andata distrutta negli eventi bellici. Inoltre appunti miei personali e materiali illustrativi sono andati in parte per-duti ed in parte danneggiati nella mia abitazione dall'alluvione che colpI Firenze ii

4 novembre 1966. Di proposito non mi sono sofTermata su queue classi di materiali rinvenuti ad

Haghia Tniada, che sono stati oggetto di monografie speciflohe e vantano ormai un'am-pia bibliografia: ad esempio i vasi di steatite, i lingotti di rame, le oretule, le epigrafi. Ne ho dedicato una parte del lavoro alla necropoli, che completa il quadro deIl'inse-diarnento acoanto alla villa signorile e al villaggio, in quanto fu pubblicata dagli sea-

vatori.

L. B.

Firenze, 1976.

AVVERTENZA

La redazione del testo e l'elaborazione critica di tutti i materiali superstiti sono

mie. Per la stesura mi sono avvalsa di appunti di ogni genere, schizzi, rilievi, giornali

di scavo, relazioni preliminari di F. Halbherr, R. Paribeni ed E. Stefani. Soprattutto

preziosi mi sono stati i disegni dello Stefani, conservati nell'archivio delta Scuola Ar-

cheologica Italiana di Atene, nonché quelli che ho rintracciati nella Biblioteca Aposto-

lica Vaticana.

Purtroppo i materiali, nei circa settant'anni intercorsi dallo scavo, hanno subito

varie e fortunose vicende, passando attraverso due guerre mondiali e ripetuti trasfe-

rimenti museografici. Nella descrizione dei materiali, quando sono riuscita a identifi-

carli con sicurezza, ho premesso l'indicazione museografica e il numero d'inventario

(C. = Candia, oggi Herakleion, Museo Archeologico; R. = Roma, Museo Preistorico

ed Etnografico « L. Pigorini »). Gli oggetti conservati nei magazzini del Museo Archeo-

logico di Candia non hanno numero d'inventario. Ho tralasciato quelli di cui non ri-

sulta sicura la provenienza da Haghia Triada. Per i materiali dispersi mi sono atte-

nuta alla descrizione, il più delle volte minuziosa e precisa, degli appunti degli scava-

tori. Parte della documentazione grafica e fotografica è andata distrutta negli eventi

bellici. Inoltre appunti miei personali e materiali illustrativi sono andati in parte per-

duti ed in parte danneggiati nella mia abitazione dall'alluvione che colpì Firenze il

4 novembre 1966.

Di proposito non mi sono soffermata su quelle classi di materiali rinvenuti ad

Haghia Triada, che sono stati oggetto di monografie specifiche e vantano ormai un'am-

pia bibliografia: ad esempio i vasi di steatite, i lingotti di rame, le cretule, le epigrafi.

Né ho dedicato una parte del lavoro alla necropoli, che completa il quadro dell'inse-

diamento accanto alla villa signorile e al villaggio, in quanto fu pubblicata dagli sca-

vatori,

L. B.

Firenze, 1976.

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ABBREVIAZIONI

BORDA ................. M. BORDA, Arte cretese-micenea net Museo Pigorini di Roma, Roma 1946.

Fesths, I ............... L. PERNIER, Ii palazzo minoico di Festàs, I, Roma 1935.

Festàs, II .............. L. PERuIER - L. BANPI, Ii palazzo minoico di Festbs, II, Roma 1951.

GRAHAM ............... 3. W. Gsnr, The Palaces of Crete, Princeton N.J. 1962.

Gournia ................ H.B. HAWES - B.E. WILLIAMS - R.B. SEAGER - E.H. HALL, Gournia, Vasiliki and other Prehistoric Sites on the Isthmus , of Rierapetra, Crete, Philadelphia 1908.

Mallia, Maisons, I ...... P. DEMARGNE - H. GALLET DR SARTERHE, Fouilles executées a Mallia. Exploration des maisons et quartiers d'habitatior& (1921-1948), premier fascicule, Etudes Crétoises, IX, Paris 1953.

Mallia, Maisons, II ..... J. DESHAYES - A. DEssENue, Fouilles, etc. Exploration des maisons et quartiers d'habitation (1948-1954), deuxième fascicule, Etudes Crétoi-ses, XI, Paris 1959.

Mallia, Nécropoles, II ... H. et M. VAN EFFENTERRE, Pouilles, etc. Etude du Site (1956-1957). Exploration des nécropoles (1915-1928), second fascicule, Etudes Cré-toises, XIII, Paris 1963.

Mallia, Palais, I ........ F. CHAPOUTII1ER -3. CHARBONNEAUX, Fouilles executies a Mallia, pre-mier rapport (1922-1924), Etudes Crétoises, I, Paris 1928.

Mallia, Palais, II ....... F. CHAP0uTmER - R. JOLY, Fouilles, etc., deux'ième rapport, explora-tion du palais (1925-1926), Etudes Crétoises, IV, Paris 1936.

Mallia, Palais, III ...... F. CRAPOUTHIER - P. DR ONE, Fouilles, etc., troisisme rapport, exploration du palais, bordure orientate et septentrionale (1927, 1928, 1931, 1932), Etudes Crétoises, VI, Paris 1942.

Mallia, Palais, IV ...... F. CHAP0uTHIER - P. DEMARGNE, Fouilles, etc., quatrième rapport, exploration du palais, bordure miridiortale et recherches complémentaires (1929-1935 et 1946-1960), Etudes Crétoises, XII, Paris 1962.

MAmNATOS-HIR.iwElt ..... S. MAHINAT0S - M. HIRMER, Creta e Micene, Firenze 1960.

Mosso ................. A. Mosso, Escursioni net Med'iterraneo e gli scavi di Creta, Milano 1907.

NILSSON ............... M. NILssoN, The Minoan-Mycenaean Religion', Lund 1950.

Pal., I-IV .............. A. J. EVANS, The Palace of Minos at Knossos, I-IV, London 1921-1935.

Palaikastro ............. B.C. BOSANQUET - R.M. DAWKINS, The unpublished Objects from the Palaikastro Excavations 1902-1906, Part I, BSA, Supplementary Pa-per no. 1, London 1923.

PENDLEBURY .......... 3. D. S. PENDLEBURY, The Archaeology of Crete. An Introduction, London 1939.

PERNIER-BANTI ......... L. PERNIER - L. BANTI, Guida degli scavi italiani in Creta, Roma 1947.

PLATON ................ N. PLATON, The Discovery of a Lost Palace of Ancient Crete, New York 1971.

Tylissos [1] ............. J. Hzzmxis, Tylissos a l'ipoque minoenne, Paris 1921.

Tylissos [2] ............. J. HAZZIDARIS, Les villas minoennes de Tylissos, Etudes Crétoises, III, Paris 1934.

WARREN ............... P. WARREN, Minoan Stone Vases, Cambridge 1969.

ABBREVIAZIONI

Borda M. Borda, Arte cretese-micenea nel Museo Pigorivi di Boma, Roma 1946.

Festòs, I L. Pbrnibr, Il palazzo minoico di Festòs, I, Roma 1935. Festòs, II L. Rbbnibr - L. Banti, Il palazzo minoico di Festòs, TI, Roma 1951. Graham J. W. Graham, The Palaces of Grete, Princeton N.J. 1962. Qournia H.B. Hawbs - B.E. Williams - R.B. Sbagbb - B.H. Hall, Gournia,

Vasilihi and other Prehistoric Sites on the Isthmus of Hierapetra, Orete, Philadelphia 1908.

Mallia, Maisons, I P. Dbmargne-H. Gallbt de SFouilles e.xecutees à Mallia. Exploration des maisons et quartiers d'habitation {1921-1948), premier fascicule. Études Cretoises, IX, Paris 1953.

Mallia, Maisons, II J. Deshaybs - A. Dbssbhnb, Fouilles, etc. Exploration des maisons et quartiers d'habitation {1948-1954), deuxième fascicule, Études Cretoi- ses, XI, Paris 1959.

Mallia, Nécropoles, II ... H. et M. Yan Bffbntbere, Fouilles, etc. Étude du Site {1956-1957). Exploration des nécropoles {1915-1928), second fascicule, Études Cre- toises, XIII, Paris 1963.

Mallia, Palais, I F. Chapotjthier - J. Charbonneaux, Fouilles exécutées à Mallia, pre- mier rapport {1922-1924), Études Crétoises, I, Paris 1928.

Mallia, Palais, II F. Chapoxjthibr - R. Joly, Fouilles, etc., deuxième rapport, explora- tion du palais {1925-1926), Études Crétoises, IV, Paris 1936.

Mallia, Palais, III F. Chapouthibr - P. Demargnb, Fouilles, etc., troisième rapport, exploration du palais, bordure orientale et septentrionale {1927, 1928, 1931, 1932), Études Crétoises, VI, Paris 1942.

Mallia, Palais, IV F. Chapouthibr - P. Demargnb, Fouilles, etc., quatrième rapport, exploration du palais, bordure méridionale et recherches complémentaires {1929-1935 et 1946-1960), Études Crétoises, XII, Paris 1962.

Marinatos-Hirmbr S. Marinatos - M. Hirmer, Creta e Micene, Firenze 1960. Mosso A. Mosso, Escursioni nel Mediterraneo e gli scavi di Greta, Milano 1907. Nilsson M. Nilsson, The Minoan-Myoenaean Religion2, Lund 1950. Pal., I-IV A. J. Evans, The Palace of Minos at Knossos, I-IV, London 1921-

1935. Palaihastro R.O. Bosanqubt - R.M. Dawkins, The unpublished Objects from the

Palaikastro Excavations 1902-1906, Part I, BSA, Supplementary Pa- per no. 1, London 1923.

Pbndlebury J. D. S. Pbndlbbury, The Archaeology of Crete. An Introduction, London 1939.

Pbrnibr-Banti L. Pernibr - L. Banti, Guida degli soavi italiani in Creta, Roma 1947. Platon N. Platon, The Discovery of a Lost Palace of Ancient Crete, New

York 1971. Tylissos [1] J. Hazzidakis, Tylissos à l'époque minoenne, Paris 1921. Tylissos [2] J. Hazzidakis, Les villas minoennes de Tylissos, Études Crétoises^

III, Paris 1934. Warren P. Warren, Minoan Stone Vases, Cambridge 1969.

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CAPITOLO I

LA LOCALITA E LO SCAVO

A) LA LOCALITA

Haghia Triada ('Ayc' Tpr&c = Santa Trinith) fu un oentro minoico nella Greta 000identale, nella pianura della Messarh (figg. A e 1). R situata a ca. Km 6 dal mare, all'estremith della catena di basse colline lungo la riva sinistra del flume Geropotamos, l'antioo Leteo; è la stessa oatena su oui furono oostruiti, pii ad Est, ii villaggio e ii Palazzo di Festôs. Haghia Triada controllava la foce del flume, l'unioo dell'isola ohe non si prosoiuga completamente nell'estate. Ne dominava la fertile valle, chiusa a Nord dalla catena del Monte Ida e a Ovest dal mare, dove si iunalza l'isolotto di Pa-ximadi. La posizione è bella e pittoresca ed è giustamente ammirata 1•

Non oonosoiamo ii nome del centro antico. Quello sotto ii quale è oonosciuto - Haghia Triada, la Santa Trinità - le fu dato dagli soavatori. Il il nome di una chiesetta veneziana 2 e di una fattoria (questa in rovina) sullo stesso gruppo di colline, ma put vicina al mare. Una cappella veneziana dell'inizio del xiv seoolo 3 , dipendente da Ha ghia Triada, San Giorgio Galata ("A-ytoc Frpytoc 6 FoXo'r&ç), sovrasta immediata-mente la zona dello scavo ed è circondata da tombe veneziane e turohe (fig. 2).

probabile die nell'antiohith il mare fosse pii vicino all'abitato di quanto è ora; inoltre Haghia Triada era sulla via ohe da Festôs e dalla Messarh va al mare. Questo ne favorl lo sviluppo e la ricohezza. Ii suo Porto era, forse, alla foce del flume, o a Komôs, o in altra localith non soavata.

Ii Marinatos afferma che era un importante centro di traffico marittimo: egli Sj

basa sui due modelli di barca (ad es. fig. 56) trovati negli soavi, sulla barca dipinta del sareofago, Su alcuni oggetti importati, sul gran numero di cretule e sui talenti di bronzo trovati nella villa 4 . In ogni caso, credo si possa affermare che fu una tappa importante fra Festôs e ii mare, forse anche fra altri centri della Messarh e il mare. Questo traffico marittimo si sviluppô dopo la oostruzione della villa, nel tardo palaziale. In eth pin antica Haghia Triada non sembra esser stata né rioca, né importante.

1 V. per es. GRAHAM, P. 49s. oggetti importati ehe ricorda, Se ne devono aggiungere 2 G. GEROLA, I monumenti veneti nell'Isola di Crela, altri: alcuni vasi di pietra (WARREN, p. 105 55.; 124 ss.),

Iv, Venezia 1932, p. 536 55. Un sigfflo assiro (P. E. PROORELLA, in Sludi Micenei ed Ibid., p. 536. Egeo-Anatolici, I, Roma 1966, p. 67 ss.; P. SACOHI, ibid., BUff, LVIi, 1933, p. 174, nn. 22, 23; p. 195. Agli p. 73 55.).

CAPITOLO I

LA LOCALITÀ E LO SCAVO

A) LA LOCALITÀ

Haghia Triada ('Ayía TpiáSa = Santa Trinità) fu un centro minoico nella Creta occidentale, nella pianura della Messarà (figg. A e 1). È situata a ca. Km 6 dal mare, all'estremità della catena di basse colline lungo la riva sinistra del fiume Geropotamos, l'antico Leteo; è la stessa catena su cui furono costruiti, più ad Est, il villaggio e il palazzo di Eestòs. Haghia Triada controllava la foce del fiume, l'unico dell'isola che

non si prosciuga completamente nell'estate. Ne dominava la fertile valle, chiusa a Nord dalla catena del Monte Ida e a Ovest dal mare, dove si innalza l'isolotto di Pa- ximadi. La posizione è bella e pittoresca ed è giustamente ammirata 1.

Non conosciamo il nome del centro antico. Quello sotto il quale è conosciuto - Haghia Triada, la Santa Trinità - le fu dato dagli scavatori. È il nome di una chiesetta veneziana 2 e di una fattoria (questa in rovina) sullo stesso gruppo di colline, ma più vicina al mare. Una cappella veneziana dell'inizio del xiv secolo 3, dipendente da Ha- ghia Triada, San Giorgio Galata ("Ayioç PEwpyiop ó PaXaraç), sovrasta immediata- mente la zona dello scavo ed è circondata da tombe veneziane e turche (fig. 2).

È probabile ohe nell'antichità il mare fosse più vicino all'abitato di quanto è ora; inoltre Haghia Triada era sulla via che da Eestòs e dalla Messarà va al mare. Questo ne favori lo sviluppo e la ricchezza. Il suo porto era, forse, alla foce del fiume, o a Komòs, o in altra località non scavata.

Il Marinatos afferma che era un importante centro di traffico marittimo: egli si basa sui due modelli di barca (ad es. fig. 56) trovati negli scavi, sulla barca dipinta del sarcofago, su alcuni oggetti importati, sul gran numero di cretule e sui talenti di bronzo trovati nella villa4. In ogni caso, credo si possa affermare ohe fu una tappa importante fra Eestòs e il mare, forse anche fra altri centri della Messarà e il mare. Questo traffico marittimo si sviluppò dopo la costruzione della villa, nel tardo palaziale. In età più antica Haghia Triada non sembra esser stata né ricca, né importante.

1 Y. per es. Graham, p. 49 s. 2 G. Gerola, I monumenti veneti nell'Isola di Creta,

IY, Yenezia 1932, p. 536 ss. 3 Ibid., p. 536. 4 BOH, LYII, 1933, p. 174, nn. 22, 23; p. 195. Agli

oggetti importati clie ricorda, se ne devono aggiungere altri: alcuni vasi di pietra (Warren, p. 105 ss.; 124 ss.), un sigillo assiro (P. E. Pecorella, in Studi Micenei ed Egeo-Anatolici, I, Roma 1966, p. 67 ss.; P. Sacchi, ibid., p. 73 ss.).

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[7] HAGRIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE 15

Fic. 2 - ITEDUTA GENERALE DEL sITO CON L'AREA DELLO SCAVO E LA PIA-NA DELLA MESSARA. A DESTRA, LA CHIESETTA DI S. Gioioio GALAm. DA Sun-OvEsT.

Nell'ultimo perioclo minoioo Haghia Triada è particolarmente interessante: ha an edifieio ohe, per ora, è ii pin antico eclifioio a megaron dell'isola 1• Inoltre, la sua agorà ha la pianta ohe troviamo altrove, in Greoia e a Creta, solo in eth ellenistica.

B) LO SCAVO

Lo scavo ebbe inizio nel 1902 2 sulla collina dove è la chjesetta veneziana di S. Giorgio Galata. Qui era stata notata la presenza di numerosi frammenti ceramici. Lo Halbherr decise di fare alouni saggi, ohe ebbero un risultato superiore all'aspettativa. Furono soa'vati alcuni vani notevoli per la profusione dei rivestimenti di lastre di gesso, per il ritrovamento di vane tavolette iscritte, di numerose oretule (pin di 400) con impressioni interessanti, di un vaso di steatite con decorazione a rilievo e di una serie di begli affreschi, uno dei quali era anoora aderente alla parete.

I saggi del 1902 misero alla luce solo dei vani, evidentemente appartenenti ad un unico edificio signorile. L'edificio sembrava sorgere solitanio sulla collina. Lo Halb-herr ne dedusse che era <( la residenza oampestre dei principi di Phaestôs o 3 , ii loro luogo di villeggiatura, errore che è stato spesso ripetuto dagli studiosi, bench6 gin nell'anno successi-vo le nicerche avessero mostrato ohe l'edificio era ciroondato da un abitato (figg. 3-4) e una neoropoli considerevoli. Lo Halbherr, difatti, non accennô pin a un luogo di villeggiatura.

1 Harino ii megaron iniceneo, oltre Haghia Triada, la casa HE di GournHb e forse Tylissos, dove ft rico-nosciuto da N. Platon (v. Enciclop. .Arte Antica, V, 1963, s.v. Minoico-Micenea, Arte, p. 54).

3

2 Rend. L., XI, 1902, p. 433 ss.; Mon. ant. L., XIII, 1903, col. 5 ss., tav. I ss., col. 77 ss.

Mon. ant. L., XIII, 1903, col. 7.

[7] HÂGHIA triada nel periodo tardo palazialb 15

Fio. 2 - Veduta gbnbbaxe del sito con l'abea dello scavo e la piana della Mbssabà. A destra, la chiesetta di S. Giohgio Galata. Da Sud-Ovest.

Neirnltimo periodo minoico Haghia Triada è particolarmente interessante: ha un edificio che, per ora, è il più antico edificio a megaron dell'isola 1. Inoltre, la sua agorà ha la pianta ohe troviamo altrove, in Grecia e a Creta, solo in età ellenistica.

B) LO SCAVO

Lo scavo ebbe inizio nel 1902 2 sulla collina dove è la chiesetta veneziana di S. Giorgio Galata. Qui era stata notata la presenza di numerosi frammenti ceramici. Lo Halbherr decise di fare alcuni saggi, che ebbero un risultato superiore all'aspettativa. Furono scavati alcuni vani notevoli per la profusione dei rivestimenti di lastre di gesso, per il ritrovamento di varie tavolette iscritte, di numerose cretule (più di 400) con impressioni interessanti, di un vaso di steatite con decorazione a rilievo e di una serie di begli affreschi, uno dei quali era ancora aderente alla parete.

I saggi del 1902 misero alla luce solo dei vani, evidentemente appartenenti ad un unico edificio signorile. L'edificio sembrava sorgere solitario sulla collina. Lo Halb- herr ne dedusse che era « la residenza campestre dei principi di Phaestòs »3, il loro luogo di villeggiatura, errore che è stato spesso ripetuto dagli studiosi, benché già nell'anno successivo le ricerche avessero mostrato che l'edificio era circondato da un abitato (figg. 3-4) e una necropoli considerevoli. Lo Halbherr, difatti, non accennò più a un luogo di villeggiatura.

1 Hanno il megaron miceneo, oltre Haghia Triada, la casa HE di Gournià e forse Tyllssos, dove fu rico- nosciuto da N. Platon (v. Enciclop. Arie Antica, V, 1963, s.v. Minoico-Micenea, Arte, p. 54).

2 Rend. L., XI, 1902, p. 433 ss.; Mo», ani. L., XIXI, 1903, col. 5 ss., tav. I ss., col. 77 ss.

3 Mo», ant. L., XXII, 1903, col. 7.

3

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16 F. HALBHERR - E. STEFANI - L. BANTI [8]

FIG. 3 VEDUTA DELLO SOAVO NELLA ZONA DELL'ABITATO, IN CORSO D'OPERA. DA SUD-EST.

FIG. 4 - VEDTJTA DELLA ZONA DELL'ABITATO A PINE SCAVO. DA SUD-EST.

16 F. HALBHERB, - E. STEFANI - L. BANT! [8]

Fig. 4 - Veduta della zona dell'abitato a eine scavo. Da Sud-Est.

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[9] HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZIALE 17

Lo scavo nella localith continuô fin.o al 1905 compreso: di questi scavi si hanno rendiconti annuali 1 . Nel 1903 lo scavo fu fatto da R. Paribeni; negli anni seguenti da F. Halbherr e E. Stefani. Le ricerche furono riprese nel 1910 per completarle e prepararne la pubblicazione, e continuarono annualmente fino al 1914, quando furono interrotte dalla prima guerra mondiale.

Un saggio, fatto nel 1.939 nel piccolo santuario miceneo a Sud-Est del Piazzale Superiore, mise in luce un pavimento dipinto con pesci e un polipo 2• Nel 1958 fu

fatto un ultimo breve saggio nella villa.

1 Net Rendicongi e net Monumenti antichi della Acca- 2 Annuario, N.S. ui-v. 1941-1943, p. 98 ss. demia dci Lined.

[9] HAGHIA TRIADA NBL PERIODO TARDO PALAZIALB 17

Lo scavo nella località continuò fino al 1905 compreso: di questi soavi si hanno rendiconti annuali1. Nel 1903 lo scavo fu fatto da R. Paribeni; negli anni seguenti da F. Halbherr e E. Stefani. Le ricerche furono riprese nel 1910 per completarle e prepararne la pubblicazione, e continuarono annualmente fino al 1914, quando furono interrotte dalla prima guerra mondiale.

Un saggio, fatto nel 1939 nel piccolo santuario miceneo a Sud-Est del Piazzale Superiore, mise in luce un pavimento dipinto con pesci e un polipo 2. Nel 1958 fu fatto un ultimo breve saggio nella villa.

1 Nei Rendiconti e nei Monumenti antichi della Acca- demia dei Lincei.

2 Annuario, N.S. III-V, 1941-1943, p. 28 ss.

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CAPITOLO II

L'INSEDIAMENTO ANTERIORE ALLA COSTRUZIONE DELLA VILLA SIGNORILE

A) L'ETA NEOLITIOA E PRE-PALAZIALE

liaghia Triada non porta contributi determinanti alle discusse questioni riguar-danti le fasi pii antiche della cronologia e dell'arte minoica, perché l'intera regione non è stata soavata sistematioamente. Alcuni frammenti ceramici, trovati in un aggio nel Piazzale Superiore, furono attribuiti all'età neolitica 1• J frammenti erano

poohi e non possiamo collegarli n6 a un pavimento, né a un settore databile dello soav'o. Sono anohe troppo picooli per riconoscere la forma dei vasi. Tutti sono fatti a mano.

1. Frammenti di impasto grigio chiaro, depurato. Superfioie esterna levigata, opaca o lucidata a mano.

2. Frammenti d.'impasto grigio all'esterno e rosso e grigio all'interno. 3. Frammenti di impasto grigio souro all'esterno e bruno scuro all'interno.

Alouni sono lucidati, ma in modo trasourato. 4. Frammenti in terracotta nera con ehiazze brune all'estorno per irregolarità

di cottura. 5. Frammenti a superficie esterna nera e, all'interno, rossa. 6. Frammenti di bucohero rosso.

Erano lungo la faccia sud di un muretto miceneo, ohe parte da un piano rialzato all'angolo sud-est del Chiosco (la loggetta micenea sul Piazzale Superiore) e traversa obliquo e leggermente arcuato, in direzione Sud-Est, ii Piazzale Superiore. Furono trovati nel tratto put vicino al Chiosco. Lungo lo stesso muretto, nel tratto pifi orien-tale, erano anche dei frammenti di ceramica pià recente (p. 20). Qualehe altro fram-mento di impasto grigio era in uno scarico a Nord della villa; un frammento isolato fu trovato nel Piazzale Superiore, presso il muro sud del magazzino 17 della villa.

In un saggio nel magazzino 7 della Casa del Lebete (p. 262), a m 1,40 al disotto del pavimento e isolata, fu trovata una figurina femminile in caleare, ohe non ho potuto identificare tra il materiaJe conservato. Lo Halbherr ne dh una sommaria descri-zione nei suoi appunti di scavo: <idoletto in pietra, neolitico, simile a quelli del pa-lazzo di Onosso o 2

Figurina e frammenti ceramici sono troppo isolati a Haghia Triada per provare l'esistenza di un abitato neolitico. La ceramica grigiastra, tipo bucohero, potrebbe essere

PENDLEBTJRY, p. 60. Lo Halbherr, net suoi appunti dopo la secolida guerra mondiale. di sanyo, II considerô neolitici, pur esoludendo I'esistenza 2 Per le figurine neolitiche di Onosso, v. Pal., I, p. 45 di un abitato neolitico. Non ho potuto rintracciarli ss., fig. 11 SS.

CAPITOLO II

L'INSEDIAMENTO ANTERIORE ALLA COSTRUZIONE

DELLA VILLA SIGNORILE

A) L'ETÀ NEOLITICA E PRE-PALAZIALE

Haghia Triada non porta contributi determinanti alle discusse questioni riguar- danti le fasi più antiche della cronologia e dell'arte minoica, perché l'intera regione non è stata scavata sistematicamente. Alcuni frammenti ceramici, trovati in un saggio nel Piazzale Superiore, furono attribuiti all'età neolitica1. I frammenti erano pochi e non possiamo collegarli né a un pavimento, né a un settore databile dello scavo. Sono anche troppo piccoli per riconoscere la forma dei vasi. Tutti sono fatti a mano.

1. Frammenti di impasto grigio chiaro, depurato. Superficie esterna levigata, opaca o lucidata a mano.

2. Frammenti d'impasto grigio all'esterno e rosso e grigio all'interno. 3. Frammenti di impasto grigio scuro all'esterno e bruno scuro all'interno.

Alcuni sono lucidati, ma in modo trascurato. 4. Frammenti in terracotta nera con chiazze brune all'esterno per irregolarità

di cottura. 5. Frammenti a superficie esterna nera e, all'interno, rossa. 6. Frammenti di bucchero rosso.

Erano lungo la faccia sud di un muretto miceneo, che parte da un piano rialzato all'angolo sud-est del Chiosco (la loggetta micenea sul Piazzale Superiore) e traversa obliquo e leggermente arcuato, in direzione Sud-Est, il Piazzale Superiore. Furono trovati nel tratto più vicino al Chiosco. Lungo lo stesso muretto, nel tratto più orien- tale, erano anche dei frammenti di ceramica più recente (p. 20). Qualche altro fram- mento di impasto grigio era in uno scarico a Nord della villa; un frammento isolato fu trovato nel Piazzale Superiore, presso il muro sud del magazzino 17 della villa.

In un saggio nel magazzino 7 della Casa del Lebete (p. 262), a m 1,40 al disotto del pavimento e isolata, fu trovata una figurina femminile in calcare, che non ho potuto identificare tra il materiale conservato. Lo Halbherr ne dà una sommaria descri- zione nei suoi appunti di scavo: « idoletto in pietra, neolitico, simile a quelli del pa- lazzo di Cnosso »2.

Figurina e frammenti ceramici sono troppo isolati a Haghia Triada per provare l'esistenza di un abitato neolitico. La ceramica grigiastra, tipo bucchero, potrebbe essere

1 Pbndlebuby, p. 60. Lo Halbherr, nei suoi appunti dopo la seconda guerra mondiale, di scavo, lì considerò neolitici, pur escludendo l'esistenza 2 Per le figurine neolitiche di Cnosso, v. Pal., X, p. 45 di un abitato neolitico. Non ho potuto rintracciarli ss., fig. 11 ss.

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20 F. HALBHERR - E. STEFANI - L. BANTI [12]

anche pin recente. Inoltre questa ceramica era insieme a frammenti pin recenti, di tipo Haghios Onuphrios e policromi.

Lungo la faccia sud del muro arcuato del Piazzale Superiore (p. 19), dove furono trovati i supposti frammenti neolitici, erano pochi frammenti della ceramica detta ((di tipo Haghios Onuphrios >. Sono anche essi troppo piocoli per dedurne la forma del vaso, che era modellato a mano; sono di terracotta con impurità grezza, o rossa; hanno ingubbiatura esterna opaca e sono decorati con vernice bruna o rossa, opaca. In alcuni si pub riconoscere la decorazione caratteristioa a linee oblique, pa-rallele, o incrociate, detta di Haghios Onuphrios.

Tuttavia, e proprio nel corso del prepalaziale che si cominoiô ad abitare nella loca1ità com'è stato dimostrato recentemente 1 . Nella necropoli, la put antica tomba a tholos, la tholos A, scavata nel 1904 2, ha suppellettule di questo periodo. P, stato quindi dimostrato che essa era costruita vic.ino a delle case isolate, o capanne 3.

La seconda tomba a tholos della necropoli, la tholos B 4, è pin piccola e pin re-cente; per quanto possiamo giudicare, fu usata nell'età dei primi palazzi.

Ii Pendlebury I ha confuso le due tholoi della necropoli. Egli le fa cominciare ambedue nel prepalaziale; inoltre dh per la tholos A anche la bibliografia della tholos B e a quest'ultima attribuisee una pubb-licazione con lo soavo della tholos A.

B) L'ETA PROTOPALAZIALE

Per questa eth, la necropoli ci ha dato documenti notevoli: oltre alle due torn-be monumentali (v. sopra), abbiamo altre tombe e interessanti oggetti sporadici. Nell'area dove fu poi l'abitato, troviamo alcuni scarichi di cerarnica, ma soarsissimi resti di vani. Questi scarichi sono oonseguenza del livellamento del terreno per mezzo di colmate, fatto quando si costruirono la villa e le case tardo palaziali 6•

Gli soarsi avanzi cli muri, trovati sotto Pala nord della villa, maigrado ii man-cato trovamento di strade intermedie, sono stati considerati resti di casette, e non hanno suggeritd agli scavatori l'esistenza di una villa signorile, anteriore a quella tardo palaziale. Questa dunque sarebbe stata oostruita ex-novo, coprendo soarichi di ceramica pin antichi: in alcuni punti gli scarichi arrivano a m 0,40 di spessore. Nell'ala nord-ovest della villa, i frammenti protopalaziali erano spesso in contatto imme-diato con i pavimenti.

L'abbondante oeramica anteriore all'abitato tardo palaziale non è stata in ge-nerale oonsiderata abbastanza caratteristica da attribuirla a una fase sioura.

IL C. LAVIOSA, L'abitato prepalaziale di Haghia Triada, in Annuario, N.S. XXXIV-XXXV, 1972-1973, pp. 503-513.

2 Rend. L., XIV, 1905, p. 392 ss.; Mem. 1st. Lomb., XXI, 1905, p. 248 88.; Annuario, XIii-X1V, 1930-1931, p . 147 ss.

Lavios, L'abiiato prepalaziale di Haghia Triada, art. cit., passim.

Rend. L., XII, 1903, p. 340 88.; Mon. ant. L., XIV, 1907, col. 677 88.

A P. 77 l'autore ricorda (Minoico primitivo II) am-

bedue le tholoi. Ma egli cita per la tholos phi grande (e la tholos A), oltre a Mem. 1st. Lomb., XXI, 1904, p. 31 88. e4nnuario, XIII-XIV, 1930-1931, p. 147 88., che no par-lano, anche Mon. ant. L., xiv, 1907, col. 677 ss., dove 11 Paribeni descrive la tholos B, eiob quella pin piccola. Alla tholos B ii Pendlebury attribuisce la deserizione in Rend. L., XIV, 1905, p. 392 88., dove S descritta in-vece la tholos A.

6 In eta micenea poderose colmate furono fatte nel Piazzale Superiore, per la costruzione del portico a del megaron, a nel vfflaggio per la costruzionO dell'agorà.

20 P. HALBHBER - E. STEFANI - L. BANTI [12]

anche più recente. Inoltre questa ceramica era insieme a frammenti più recenti, di tipo Haghios Onuphrios e policromi.

Lungo la faccia sud del muro arcuato del Piazzale Superiore (p. 19), dove furono trovati i supposti frammenti neolitici, erano pochi frammenti della ceramica detta « di tipo Haghios Onuphrios ». Sono anche essi troppo piccoli per dedurne la forma del vaso, che era modellato a mano; sono di terracotta con impurità, grezza, o rossa; hanno ingubbiatura esterna opaca e sono decorati con vernice bruna o rossa, opaca. In alcuni si può riconoscere la decorazione caratteristica a linee oblique, pa- rallele, o incrociate, detta di Haghios Onuphrios.

Tuttavia, è proprio nel corso del prepalaziale che si cominciò ad abitare nella località, com'è stato dimostrato recentemente 1. Nella necropoli, la più antica tomba a tholos, la tholos A, scavata nel 1904 2, ha suppellettile di questo periodo. È stato quindi dimostrato che essa era eostruita vicino a delle case isolate, o capanne 3.

La seconda tomba a tholos della necropoli, la tholos B 4, è più piccola e più re- cente; per quanto possiamo giudicare, fu usata nell'età dei primi palazzi.

Il Pendlebury 5 ha confuso le due tholoi della necropoli. Egli le fa cominciare ambedue nel prepalaziale; inoltre dà per la tholos A anche la bibliografia della tholos Bea quest'ultima attribuisce una pubblicazione con lo scavo della tholos A.

B) L'ETÀ PROTOPALAZIALE

Per questa età la necropoli ci ha dato documenti notevoli: oltre alle due tom- be monumentali (v. sopra), abbiamo altre tombe e interessanti oggetti sporadici. Nell'area dove fu poi l'abitato, troviamo alcuni scarichi di ceramica, ma scarsissimi resti di vani. Questi scarichi sono conseguenza del livellamento del terreno per mezzo di colmate, fatto quando si eostruirono la villa e le case tardo palaziali6.

Gli scarsi avanzi di muri, trovati sotto l'ala nord della villa, malgrado il man- cato trovamento di strade intermedie, sono stati considerati resti di casette, e non hanno suggerito agli scavatori l'esistenza di una villa signorile, anteriore a quella tardo palaziale. Questa dunque sarebbe stata costruita ex-novo, coprendo scarichi di ceramica più antichi: in alcuni punti gli scarichi arrivano a m 0,40 di spessore. Nell'ala nord-ovest della vüla, i frammenti protopalaziali erano spesso in contatto imme- diato eon i pavimenti.

L'abbondante ceramica anteriore all'abitato tardo palaziale non è stata in ge- nerale considerata abbastanza caratteristica da attribuirla a una fase sicura.

1 C. Laviosa, L'abitato prepalaziale di Haghia Triada, in Annuario, N.S. XXXIV-XXXY, 1972-1973, pp. 503-513.

2 Rend. L., XIV, 1905, p. 392 ss.; Mem. Ist. Lomb., XXI, 1905, p. 248 ss.; Annuario, XIII-XIV, 1930-1931, p. 147 ss.

3 Layiosa, L'abitato prepalaziale di Haghia Triada, art. cit., passim.

4 Rend. L., XII, 1903, p. 340 ss.; Mon. ant. L., XIV, 1907, col. 677 ss.

5 A p. 77 l'autore ricorda (Minoico primitivo II) am-

bedue le tholoi. Ma egli cita per la tholos più grande (è la tholos A), oltre a Mem. Ist. Lomb., XXI, 1904, p. 31 ss. e Annuario, XIII-XIV, 1930-1931, p. 147 ss., che ne par- lano, anche Mon. ant. L., XIV, 1907, col. 677 ss., dove il Paribeni descrive la tholos B, cioè quella più piccola. Alla tholos B il Pendlebury attribuisce la descrizione in Rend. L., XIV, 1905, p. 392 ss., dove è descritta in- vece la tholos A.

6 In età micenea poderose colmate furono fatte nel Piazzale Superiore, per la costruzione del portico e del megaron, e nel villaggio per la costruzione dell'agorà.

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[13] ITAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO PALAZTALE 21

Per quanto è possibile oonstatare, gil scarsi resti di case, non harino tracce di quella distruzione violenta, seguita da incendio, ohe troviamo a Festôs e in altri centri alla fine del protopalaziale. Sui rari pavimenti di quosto periodo manca generalmente la suppellettile in situ : dalle case fu tolta la suppellettile prima di abbandonarle.

Furono trovati alcuni bloechi erratici di calcare con segni incavati rozzamente, a grossi tratti. Nessun blocco era in situ:

a) due bloochi con ii segno della crooe b) un blocco frarnmentario con ii segno della spiga 2•

c) due bl000hi con ii segno del tridente 3 . Uno di questi viene dalla necropoli, probabilmente dal muro di una tomba '.

d) un frammento di calcare con un segno che è forse queilo Festàs, I, p. 408,

n. 12. Bloechi con segni simili, a Festôs 1 , sono di eta protopalazialo.

I. Resti attribuibili ad una casa furono scavati dallo }ialbherr nel 1912. Sono tre picooli ambienti ad disotto del Piazzale Inferiore 10 (P. 203), fra la Strada Nord (p. 181 ss.) e ii grosso muro a risoghe ohe continua ad Ovest il muro sud del Bastione

(p. 242), che è oontemporaneo alla villa (tav. A). I muri continuavano verso Nord e, forse, anche a Sud: sembra sicura l'esistenza di altri ambienti. I vani sono ad un livello inferiore di m 1,65-2,00 a quello della Strada Nord, che segue la facciata della villa, e di m 1,10-1,30 da quello presumibile per ii Piazzale 10 nel tardo palaziale. Era-no ailora interrati e ooperti. Hanno le pareti a pietre irregolari unite con molta argilla.

Ii vano orientale A, quadrangolare (m 1,90 N. S. x 1,45), ha Jo pareti conservate per un'altezza massima di m 0,35. Ii pavimento era di stucco rosso - come troviamo spesso nell'eta del primi palazzi - e Jo stucco copriva anche Jo pareti. Non vi sono tracce visibili di una porta con iJ vano B, porta ehe poteva esistere, perché la parete in co-mune è coperta e in parte distrutta da un muro put recente.

L'ambiente centralo B (m 1,60-1,70 N.S. x 2,40) ha una porta (largh. m 0,95) all'angolo nord-est, con soglia in oaleare e priva di stipiti: è, sembra, allo stesso li-vello del pavimento del vano A. I muri perimetrali sono conser'vati acoanto alJa soglia fino a una altezza di m 0,50.

Ii vano ovest, C (m 1,10 IE.O.), ha la pareto sud rovinata. La parete in comune con il vano B ha spessore medio di ca. m. 1,00; è di brutta fattura e, forse, rimaneg-giata. Il pavimento era in terra battuta.

Sui pavimenti non era né ceramioa, né altra suppellettile. La oasa sembra essere stata abbandonata volontariamente, forse quando fu costruito il Piazzale Inferiore 10. I vani furono riempiti di sassi e terra misti a frammenti di ceramioa e di stucco di-pinto. Lo strato di riempimento continuava ad Est fino quasi al Bastione. Al disopra era il ciottolato del Piazzale. Nella terra di riempimento del vani erano:

1. Frammento di un vaso di forma irrioonoscibile. P, interamente coperto di vernice nera, opaoa, sulla quale sono sovradipinte, in bianco opaco, liste ohe for-mano oerohi, linee orizzontali e oblique. Entro I circoli sono punti bianohi che formano

1 Festès, I, p. 407, n. 7. ' Moss. ant. L., xiv, 1907, col. 720. 2 Festôs, I, p. 408, n. 8. FeslOs, I, p. 399 ss.

Festès, I, p. 408, n. 11.

[13] TT A fi-"HT A TBIADA NBL PERIODO TARDO P4 LAZIALE 21

Per quanto è possibile constatare, gli scarsi resti di case non hanno tracce di quella distruzione violenta, seguita da incendio, che troviamo a Pestòs e in altri centri alla fine del protopalaziale. Sui rari pavimenti di questo periodo manca generalmente la suppellettile in situ : dalle case fu tolta la suppellettile prima di abbandonarle.

Furono trovati alcuni blocchi erratici di calcare con segni incavati rozzamente, a grossi tratti. Nessun blocco era in situ:

a) due blocchi con il segno della croce 1. h) un blocco frammentario con il segno della spiga 2. c) due blocchi con il segno del tridente 3. Uno di questi viene dalla necropoli,

probabilmente dal muro di una tomba 4. d) un frammento di calcare con un segno che è forse quello Festòs, I, p. 408,

n. 12. Blocchi con segni simili, a Festòs 5, sono di età protopalaziale.

I. Resti attribuibili ad una casa furono scavati dallo Halbherr nel 1912. Sono tre piccoli ambienti al disotto del Piazzale Inferiore 10 (p. 203), fra la Strada Nord (p. 181 ss.) e il grosso muro a riseghe ohe continua ad Ovest il muro sud del Bastione (p. 242), che è contemporaneo alla villa (tav. A). I muri continuavano verso Nord e, forse, anche a Sud: sembra sicura l'esistenza di altri ambienti. I vani sono ad un livello inferiore di m 1,65-2,00 a quello della Strada Nord, che segue la facciata della villa, e di m 1,10-1,30 da quello presumibile per il Piazzale 10 nel tardo palaziale. Era- no allora interrati e coperti. Hanno le pareti a pietre irregolari unite con molta argilla.

Il vano orientale A, quadrangolare (m 1,90 N.S. x 1,45), ha le pareti conservate per un'altezza massima di m 0,35. Il pavimento era di stucco rosso — come troviamo spesso nell'età dei primi palazzi - e lo stucco copriva anche le pareti. Non vi sono tracce visibili di una porta con il vano B, porta ohe poteva esistere, perché la parete in co- mune è coperta e in parte distrutta da un muro più recente.

L'ambiente centrale B (m 1,60-1,70 N.S. x 2,40) ha una porta (largh. m 0,95) all'angolo nord-est, con soglia in calcare e priva di stipiti: è, sembra, allo stesso li- vello del pavimento del vano A. I muri perimetrali sono conservati accanto alla soglia fino a una altezza di m 0,50.

Il vano ovest, G (m 1,10 E.O.), ha la parete sud rovinata. La parete in comune con il vano B ha spessore medio di ca. m. 1,00; è di brutta fattura e, forse, rimaneg- giata. Il pavimento era in terra battuta.

Sui pavimenti non era né ceramica, né altra suppellettile. La casa sembra essere stata abbandonata volontariamente, forse quando fu costruito il Piazzale Inferiore 10. I vani furono riempiti di sassi e terra misti a frammenti di ceramica e di stucco di- pinto. Lo strato di riempimento continuava ad Est fino quasi al Bastione. Al disopra era il ciottolato del Piazzale. Nella terra di riempimento dei vani erano :

1. Frammento di un vaso di forma irriconoscibile. È interamente coperto di vernice nera, opaca, sulla quale sono sovradipinte, in bianco opaco, liste ohe for- mano cerchi, linee orizzontali e oblique. Entro i circoli sono punti bianchi che formano

1 Festòs, I, p. 407, n. 7. 2 Festòs, I, p. 408, n. 8. 3 Festòs, X, p. 408, n. 11.

4 Mon. ant. L., XIY, 1907, col. 720. 5 Festòs, I, p. 399 ss.

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22 F. HALBHERR - E. STEFANI - L. BANTI [14]

rosetta. Sul oorpo erano anse orizzontali a nastro, alternate ad anse vertioali a sezione ciroolare e con attacoatura incavata.

2. Frammento di piatto (?) coperto all'interno e all'esterno di vernice nera, opaca. A1l'interno del piatto è l'attaocatura di un'ansa a sezione circolare.

3. Frammento di tazza (?). Terracotta rosso-arancio, depurata. R coperto di vernice nera, semiluoida, 0011 linee bianche e rosso-srinate sopradipinte.

4. Due frammenti probabilmente di uno stesso vaso. Terracotta arancione, depurata, coperta da vernice nera opaca, eon linee e punti sopradipiuti in vernice bianca.

5. Frammento coperto da -vernice nero-bruna, opaca: sopradipinto un oerchio rosso con, al centro, un punto bianco.

Nei tre vani non vi era tracoia no di distruzione violenta, nO di inoendio. Nel vano A, sotto le fondamenta del muro est, furono trovati tre frammenti corn-

bacianti di 11110 stesso vaso. Forse appartengono a un piatto , o a una bassa ciotola, perchO la decorazione è sulla faccia interna, concava, dei frammenti. Terracotta rossa con impurith; ingubbiatura rossastra sulla faccia esterna del vaso. Sulla faooia interna erano liste bianche e rosso-vinato, con sovradipinti altri motivi ornamentali (oerchi, punti, liste ondulate) in lrernice rosso-bruna e punti bianehi sul fondo chiaro, e in ver-nice bianca sul fondo rosso.

I tre frammenti sono simili per lo stile a quelli trovati nella terra di riempimento dei vani (v. sopra).

Il Droop 1, seguito dal Pendlebury 2 e dal Karo 3 , data questa casa all'inizio del protopalaziale. Credo possa essere Un poco pHL recente.

II. in Un saggio 4 sul fianoo della collina che sovrasta lo scavo, a Est del Bastione (p. 211 ss.) e della Casa Est (p. 279 ss.), sul pavimento di un vano completamente di-strutto, erano frammenti di ceramica, generalmente grezza. Alouni erano decorati alla barbottina, e altri dipinti in bianco e rosso su fondo bruno o nero. Sul pavi-mento era anche ii seguente vaso:

Boccale. Inv. C. 5775 5 . Alt. m 0,155; diam. mass. rn 0,146. Ha tre anse: la prin-oipale, a sezione circolare, opposta al beccuccio, è di restauro. Restaurati sono anche parte del becoucoio, del collo e del corpo. Al tornio. t decorato alla barbottina: sul collo, coperto di vernice bruna, sono ifie oblique di protuberanze, separate da linee bianche e chiuse da una linea rossa ohe forma un quadrato irregolare. Sulle due anse secondarie, a nastro, sono quattro file di protuberanze alla barbottina, una doppia fila è intorno all'orlo del becouccio; una fila, fra due linee rosse, è intorno all'attacca-tura inferiore delle anse; una linea limita la zona alla barbottina. Sul corpo triangoli alla barbottina, coperti di vernice orema, si alternano a trapezi, o triangoli, lisci, mar-rone, ohe hanno al centre un punto, o una croce bianca entro un cerchio. La zona do-corata è chiusa in basso da tre linee orizzontali parallele di protuberanze bianche, alternate a linee rosse.

1 JHS, XXXIII, 1913, p. 365: passaggio dal Mi- 4 Rend. L., XIV, 1905, p. 387. noico priinitivo al Medio Minoico. 5 Annuarlo, XIII-XIV, 1930-1931, p. 234, xi. 338,

2 PENDLEBURY, P. 92. thy. XVII c; MARINATOS-HIRMER, tav. IV, sotto a Se-JdT, XXVIII, 1913, Arch. Anz., col. 119. stra, p. 81 s.; PENDLEBIJRY, tay. XVIII, 1 a.

22 F. HALBHBKR - E. STEFANI - L. BANTI [14]

rosetta. Sul corpo erano anse orizzontali a nastro, alternate ad anse verticali a sezione circolare e con attaccatura incavata.

2. Frammento di piatto (1) coperto all'interno e all'esterno di vernice nera, opaca. All'interno del piatto è l'attaccatura di un'ansa a sezione circolare.

3. Frammento di tazza (?). Terracotta rosso-arancio, depurata. È coperto di vernice nera, semiluoida, con linee bianche e rosso-vinate sopradipinte.

4. Due frammenti probabilmente di uno stesso vaso. Terracotta arancione, depurata, coperta da vernice nera opaca, con linee e punti sopradipinti in vernice bianca.

5. Frammento coperto da vernice nero-bruna, opaca; sopradipinto un cerchio rosso con, al centro, un punto bianco.

Nei tre vani non vi era traccia né di distruzione violenta, né di incendio. Nel vano A, sotto le fondamenta del muro est, furono trovati tre frammenti com-

bacianti di uno stesso vaso. Forse appartengono a un piatto , o a una bassa ciotola, perché la decorazione è sulla faccia interna, concava, dei frammenti. Terracotta rossa con impurità; ingubbiatura rossastra sulla faccia esterna del vaso. Sulla faccia interna erano liste bianche e rosso-vinato, con sovradipinti altri motivi ornamentali (cerchi, punti, liste ondulate) in vernice rosso-bruna e punti bianchi sul fondo chiaro, e in ver- nice bianca sul fondo rosso.

I tre frammenti sono simili per lo stile a quelli trovati nella terra di riempimento dei vani (v. sopra).

II Droop 1, seguito dal Pendlebury 2 e dal Karo 3, data questa casa all'inizio del protopalaziale. Credo possa essere un poco più recente.

II. In un saggio 4 sul fianco della collina ohe sovrasta lo scavo, a Est del Bastione (p. 211 ss.) e della Casa Est (p. 279 ss.), sul pavimento di un vano completamente di- strutto, erano frammenti di ceramica, generalmente grezza. Alcuni erano decorati alla barbottina, e altri dipinti in bianco e rosso su fondo bruno o nero. Sul pavi- mento era anche il seguente vaso:

Boccale. Inv. C. 5775 6. Alt. m 0,155; diam. mass, m 0,146. Ha tre anse: la prin- cipale, a sezione circolare, opposta al beccuccio, è di restauro. Restaurati sono anche parte del beccuccio, del collo e del corpo. Al tornio. È decorato alla barbottina: sul collo, coperto di vernice bruna, sono file oblique di protuberanze, separate da linee bianche e chiuse da una linea rossa ohe forma un quadrato irregolare. Sulle due anse secondarie, a nastro, sono quattro file di protuberanze alla barbottina, una doppia fila è intorno all'orlo del beccuccio; una fila, fra due linee rosse, è intorno all'attacca- tura inferiore delle anse; una linea limita la zona alla barbottina. Sul corpo triangoli alla barbottina, coperti di vernice crema, si alternano a trapezi, o triangoli, lisci, mar- rone, che hanno al centro un punto, o una croce bianca entro un cerchio. La zona de- corata è chiusa in basso da tre linee orizzontali parallele di protuberanze bianche, alternate a linee rosse.

1 JHS, XXXIII, 1913, p. 365: passaggio dal Mi- 4 Rend. L., XIV, 1905, p. 387. poico primitm) al Medio Minoico. 5 Annuario, XIII-XIV, 1930-1931, p. 234, n. 338,

2 Pendpebubt, p. 92. tav. XVII c; Mäbinatos-Hirsibk, tav. IV, sotto a de- 3 Jdl, XXVIII, 1913, Arch. Anz., col. 119. stra, p. 81 s.; Pendlebury, tav. XVIII, la.