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ANNO LXXIX - N . 21* 1°NOVEMBRE1955

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ANNO LXXIX - N. 21 * 1° NOVEMBRE 1955

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Novum Iesu Christi Testamentum graece et latine . Re-censuit Sixtus Colombo, Sal . Soc. Presb . Textus graecus iuxtaCod. Vaticanum I2o9 B . saec . IV, addita Vulgata Sixto-Clementinaversione ex adverso cuiusque paginae ad orthographiam diligen-ter emendata, cum notis ad locos Sacrae Scripturae pertinentibus ;parva forma, pag . IV-1388, addito Codicis specimine .Vol. I. EvangeliaVol. II. Actus Apostolorum . Epistolae. _ApocalypsisCanti della natura . Pag . 340

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Ss. Patrum Apostolicorum Opera graece et latine edenda cu-ravit et praefatus est Sixtus Colombo Sal . Sac. Presb. Pag . XIX-756

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Opera recensuit commentariolo et indice instruxit E . Curotto .Pag . XXXII-416

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900PELLICO SILVIO Le mie prigioni . Con discorso introduttivo e note storiche di

Federico Ravello . Pag. XXXII-336 500PETRARCA FRANCESCO "I1 più bel fior ne colsi" . Brevi note di F . Ravello . Pag . xL-262 500

TASSO TORQUATO

P. VERGILII MARONIS

La Gerusalemme liberata con introduzione e note di Fede-rico Ravello . Pag. xxxl -444Opera recensuit commentariolo et indice instruxit S . Colombo . Pag. 578

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A. LXXIX • N. 21-- -

Bollettino Salesiano

Il Il nostro BILANCIO

1° NOVEMBRE 1955

fiori al Eminentissimo Fossati Lo scorso settembre tutta l'Archidiocesi di Torino hafesteggiato il suo amatissimo Cardinale Arcivescovo,

che ha compiuto venticinque anni di apostolato pastorale sulla cattedra di San Massimo .La Famiglia salesiana, memore delle innumerevoli prove di paterno affetto avute in questicinque lustri, porge all'Em .mo Porporato il suo omaggio filiale e riconoscente, unito a fervidepreghiere alla Vergine perchè gli sia ancora per molti anni Consolatrice e Ausiliatrice .

« Sto volentieri nella Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, purché sia sempre " Unionedi Cristiani vivi " ». Così ci diceva una zelante cooperatrice toscana nella scorsa primavera .

Nei giorni del Convegno Nazionale dei Delegati della Pia Unione, più di una volta ab-biamo ricordato con commozione, con intima gioia le parole della Cooperatrice toscana evolevano dire a lei e a tutta la grande famiglia dei Cooperatori : La Pia Unione è viva,non solo, ma è ricca di vitalità, di slancio, di opere, come Don Bosco l'ha vista, comeEgli la volle .

Infatti il Convegno dei Delegati Ispettoriali della Pia Unione è stato anzitutto unarassegna precisa, documentata, della situazione della Pia Unione in ogni Ispettoria, in ognicentro d'Italia .

COI

Le relazioni di ciascun Delegato ci hannofatto passare, come su di uno schermo, unvastissimo e vario programma di fecondolavoro e di attività organizzativa, con larevisione di decine di migliaia di indirizzidi Cooperatori, con la regolarizzazione diquanti di essi non possedevano il Diploma,con il reclutamento di nuovi Cooperatori eCooperatrici. Abbiamo sentito con commo-zione la fatica, i sacrifizi di Salesiani, diFiglie di Maria Ausiliatrice, di Decurioni,Zelatori e Zelatrici nella realizzazione diquesto programma . A tutti costoro - Sa-cerdoti e laici, Figlie di Maria Ausiliatrice eZelatori, umili ma fervide Cooperatrici -il venerato Rettor Maggiore, che ha pre

sieduto il Convegno prendendovi tanta vivaparte, volle esprimere il compiacimento eil grazie più vivo : e questo grazie è quellostesso di Don Bosco, Fondatore e Padredella terza Famiglia Salesiana: i Cooperatori .

Ci pare di poter dire che la parte più in-teressante delle relazioni, che confortò ilcuore del Superiore e di quanti sentivano,

fu quella riguardante l'attività spiritualedella Pia Unione .

In centinaia di centri, per lo zelo di Dele-gati e Delegate, ormai si tiene regolarmenteogni mese il ritiro mensile, seguito dall'in-contro familiare .

I frutti della pratica di queste norme delRegolamento sono stati a mano a pianoconstatati all'evidenza quasi dappertutto .

I Delegati si sono impegnati a far funzio-nare il ritiro mensile in tutti i centri dovec'è un'Opera Salesiana o delle Figlie di MariaAusiliatrice, ed anche fuori, con la colla-borazione di Decurioni, Zelatori, Zelatrici .Ma ciò che ha destato una commossa

meraviglia sono state le relazioni sugli Eser-cizi Spirituali . Alla fine di settembre risult aa che si sono tenuti circa 50 corsi di

Esercizi Spirituali chiusi, con la partecipa-zione di alcune migliaia di Cooperatori eCooperatrici. Inoltre si sono tenute alcune ,decine di corsi di Esercizi aperti .I frutti spirituali di questi Esercizi ab

biamo potuto apprezzarli attraverso le relazioni dei Predicatori, dei Delegati e delle

Delegate, tua specialmente attraverso le tante

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1 Delegati Ispettoriali dei Cooperatori salesiani d'Italia, convenuti a Torino per il IV Congresso na-

zionale, circondano il venerato Rettor Maggiore e il Rev .mo Consigliere Capitolare dei Cooperatori.

lettere inviate al Rettor Maggiore, al Consi-gliere Generale della Pia Unione, ecc .

Si tocca con mano tutta la profonda sa-pienza. di Don Bosco nell'assegnare ai mem-bri della Pia Unione la pratica degli EserciziSpirituali annuali, per dare un tono di sentitaspiritualità alla loro formazione cristiana .Non ci indugiamo sulle due Conferenze

annuali. La prima fu tenuta in circa 500 cen-tri, la seconda in un numero minore di centri .

Ma nel prossimo anno abbiamo la certezzache in ogni Centro si terranno le due confe-renze. preparate e organizzate secondo ledirettive dell'Ufficio Centrale .

Con la formazione cristiana, l'apostolato!Don Bosco lo ripeteva, e il Sommo PonteficePio XII ce l'ha ricordato recentemente . ICooperatori sono un Terz'Ordine moderno .La differenza sta in ciò che i Cooperatori,mentre curano la loro formazione cristiana,si esercitano in opere di apostolato, special-mente a favore della, gioventù povera e bi-sognosa .

Quest'anno, secondo il piano di lavoro giàconcordato, in vari Centri si è esplicataun'attività di apostolato veramente con-fortante, specialmente quando si pensi chein più casi si facevano i primi esperimenti .

Il Bollettino parlerà specificatamente diparticolari attività ed iniziative. Qui ci li-mitiamo ad accennarne qualcuna .

I Catechismi di periferia furono temuti invarie grandi città : da Torino a Catania, daMilano a Napoli .

In qualche Centro l'opera delle Cooperatrici, dirette dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e coadiuvate da zelanti Cooperatori, ha

conquistato letteralmente delle zone che sem-bravano impenetrabili al Sacerdote, al bene .

il Calendario 1956

Corsi di Religione per Cooperatori, perCooperatrici, si sono svolti nel periodo in-vernale con larga partecipazione, con evi-dente profitto .Anche per la campagna della Buona

Stampa i membri della Pia Unione hannolavorato attivamente in tanti centri, spe cialmente per la diffusione di Meridiano12,

che è la rivista per la famiglia cristiana .Anche in questo settore si sono studiati

mezzi e metodi per intensificare la diffusionedella Stampa nostra, cominciando dalle fa-miglie dei Cooperatori .

Si sono impiegati così quasi due giornidel Convegno a sentire e discutere le rela-zioni, che hanno dato occasione proficuemesse a punto, a utilissime chiarificazioni,a direttive per il nuovo anno .

La seconda parte del Convegno fu occu-pata, dallo studio del piano di lavoro perl'anno 1955-56 .

Ma di questo parleremo nel prossimo nu-mero .

Intanto diciamo ai nostri Cooperatori eCooperatrici :- - Come vedete, la Pia Unioneè in marcia, sotto l'impulso sempre vivo eoperante datole dal suo santo FondatoreDon Bosco.

Ciascuno di voi sia membro vivo e attivodi questo Esercito del Bene, che avanzapacifica m ente per portare Gesù alle anime,specialmente giovanili, col cuore e con lospirito di Don Bosco .

presenta nei suoi acquarelli vari aspetti del`Colle Don Bosco' la terra natale del Santo

ricorda a tutti l'umile origine dell'Opera diDon Bosco e il suo prodigioso sviluppo

Don Bosco ripete a ogni Cooperatore,agli amici dell'Opera salesiana .:

Lu mia Opera è cresciuta a dismisura ma liti sempre bisogno di voi, del vostroaiuto. Le necessità sono crescenti ed immense in Italia, nelle Missioni. nel mondo!

Inviate la vostra offerta : anche la più modesta sarà utile, gradita e benedetta

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IL SUCCESSI DI UNA INIZIATIVA

Esercizi Spirituali per iCooperatori e le Cooperatrici d 'Italia

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A Valdocco, nel cortile che fian-cheggia la Basilica . Un salesiano conun signore si avvicinano a Don Ceria,il venerando biografo di Don Bosco .

Le presento lo scultore N . N .,ex allievo e cooperatore salesiano .Voglia ascoltarlo . E un buon cri-stiano, sa : pensi che fa ogni annogli Esercizi Spirituali!

Si vede che è furbo! - in-terloquì pronto Don Ceria .

Un'accoglienza così singolare de-stò nei due un senso di meraviglia.- Sì, - continuò Don Cena -

perchè pensa seriamente alla suaanima .

Lo scultore sorrise compiaciuto e disse : - Hoimparato da Don Bosco!

Di questi Cooperatori e Cooperatrici che ilgrande studioso di Don Bosco classificherebbetra i « furbi perchè s'interessano a fondo dellapropria anima, quest'anno ne abbiamo avutoalcune migliaia nella sola Italia . Dei so corsi diEsercizi Spirituali per i Cooperatori e per leCooperatrici, alcuni ebbero un successo vera-mente lusinghiero ; tutti, un esito consolante .La bella iniziativa ha suscitato ovunque una lo-devole gara per goderne i frutti, se non in pienofacendo gli Esercizi chiusi, almeno in parte fa-cendoli aperti, partecipandovi cioè come esterni .A questi ultimi hanno aderito i Cooperatori ele Cooperatrici che, per impegni familiari, nonavrebbero potuto allontanarsi da casa per tregiorni interi .

Naturalmente gli Esercizi chiusi e fatti se-guendo integralmente le norme di Don Bosco,dànno maggiori soddisfazioni e portano fruttipiù copiosi . Perciò dove fu possibile gli organiz-zatori si preoccuparono di offrire ai partecipantiun programma massimo . E siamo lieti di poteraffermare che le ottime disposizioni degli eserci-tanti permisero di attuarlo integralmente .

Scriveva in merito uno dei predicatori diCastellammare (Napoli) :

Vi partecipano. una sessantina di Cooperatori edEx allievi e ci dànno lezioni commoventi di fervore e di

bontà: avvocati insigni, presidi, professori, direttori dibanca, professionisti vari fraternizzano da veri figli diDon Bosco . Sereni conte fanciulli, fanno tutte le pratiche di pietà seguendo il

Giovane Provveduto . Cantanol'ufficio della Madonna con tanto impegno e raccoglimento

elce sembrano stonaci salmodianti . Non le parlo poi dellaletizia salesiana che rallegra la mensa e quelle ricreazioninelle quali è permesso parlare . Credo che Don Boscosia pienamente soddisfatto . . . » .

Anche dal « Getsemani » di Casale Cortecerro(Novara) ci scrivono che le 70 Cooperatrici chesi esercitarono in quel meraviglioso soggiornodi pace, ne furono entusiaste . Accrebbero la lorogioia alcune visite illustri : quella del ConsigliereGenerale dei Cooperatori, Rev .mo Don LuigiRicceri, che portò loro la benedizione del RettorMaggiore e tenne una conferenza che fu un tuffonella salesianità ; quella del P . Alagiani, Gesuita,reduce da dieci anni di vita cellulare in Russia,che in una commovente meditazione affermò :« il vostro Regolamento è tale che può condurvialla più alta santità, care Cooperatrici salesiane! »Non meno gradita la visita dei prof. Gedda,che le esortò a scendere dal « Getsemani » colproposito di stare, nel dolore, accanto a Gesùagonizzante, per la redenzione delle anime .

Da Venezia il nostro cooperatore sig . RenatoGressani scrive al Rettor Maggiore :

« I circa 50 partecipanti sono ripartiti dall'isola diSan Giorgio entusiasti e commossi, con il vivo desi-derio di ritornare nel 1956 e con l'impegno di portarecon sè almeno un amico . Quindi a Lei, signor Rettor

Maggiore, io mi permetto di rivolgere la viva preghiera diprocurarci anche nel 1956 questo refrigerio dell'anima... ».

Non furono meno soddisfatti i Cooperatorie le Cooperatrici dell' Ispettoria Romana, cheebbero la gioia di chiuderli ai piedi del SantoPadre a Castelgandolfo, rinnovando l'impegnodi fedeltà alla Chiesa e al programma propriodei Cooperatori salesiani .

dice che sonoappena usciti dal " letiziante clima " degli Esercizi Spirituali .L'aperto sorriso di questi Cooperatori di ACQUI

La Delegata dell'Ispettoria Alessandrina, dopogli Esercizi di Rapallo, scriveva :

<i Giorni di grazia e di benedizione, di lavorio inte-riore calmo e tranquillo, giorni di gioia vera, sopranna-turale. Quante esercitande, non potendo contenere lacommozione dell'anima, la manifestarono più volte conlacrime di gioia, con grida di giubilo, ringraziando ri-petutamente chi le aveva indotte a fare gli Esercizi! s .

Da un'infuocata relazione giunta da Napoli,stralciamo il primo periodo :

<i Uno spettacolo! Cento quindici Cooperatrici interne,venute fin da Vibo, Bova, Brindisi, ecc . con nottate diviaggio; ed altre cinquanta esterne dalla città e daidintorni. Fervore ammirabile! . . . » .

Anche dalla corrispondenza privata è un corodi voci provenienti da ogni regione d'Italia, chesi fondono in una mirabile sinfonia di nobilissimisentimenti di riconoscenza a Dio, agli organiz-zatori, ai predicatori e a quanti li hanno aiutatia godersi qualche giorno di . . . ferie anche perl'anima .

Un gruppo di Cooperatrici salesiane dell'Ispettoria Lombardo-Emiliana, raccolte aCASTELNUOVO FOGLIANI (Piacenza) per gli Esercizi Spirituali (r6-2o luglio 1955) .

* Quante belle cose abbiamo sentito! Ci è sembratodi ringiovanire . . . di vivere in un altro mondo!•

Sono state giornate di paradiso, che si dovrebberoripetere almeno due volte all'anno!•

Io ne porterò altre cinque con me: è troppa lagioia che ho provato .• Ho dovuto faticare per svincolarmi dai miei im-pegni, sono partito con la testa piena d'aff tri, ho ten-tato a raccogliermi, ma poi mi sono immerso in Dioe ho passato tre giorni fra i più belli della mia vita .• Non avevo mai fatto gli Esercizi Spirituali e, quelche è peggio, non sapevo cosa fossero . Ora non holingua per ringraziare l'amico che mi ci ha trascinato,e cuore per benedire il buon Dio che mi ha usatoquesta misericordia .

Il nostro venerato Rettor Maggiore, informatodel buon esito della santa iniziativa, se n'è com-piaciuto vivamente e ha espresso il desiderioche anche dalle pagine del Bollettino vada ilsuo plauso paterno agli organizzatori e a quanti-- Cooperatori e Cooperatrici - hanno gene-rosamente contribuito al felice successo .

l'almanacco per tutti, il vivacissimo e interessante alma-nacco fondato anch'esso da Don Bosco .

per (e e.osire famiglie

Scrivere sempre ARi:OVAMeVTOall'Annninistrazione di All3BI DI ANO 12 - e. e. a 2 ; 9562 - via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino Italia : 1 . . 1200- estero : L . r6oo

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E la stagione degli abbonamenti a Riviste, giornali, ecc .

l :ottpteratori, Amici (li Mn Bosco, provvedete all'abbonamento a //ce~tdt~tt~Ú l L

la riristaAbbonandovi subito, riceverete in dotto IL GALANTUOMO fondata da Don Bosco

Cooperatrici intrepide

l'ETRAIO (Napoli) - 1 birichini di Don Boscoaspettano l'ora della santa Messa .

(,n allo) CAI'E('111,';.110 ALL'APERTONel popolare rione del Petraio a Napoli,per opera di zelanti Cooperatrici, si predicala parola di Dio sulle scale, in luoghi difortuna, nelle stesse case private .

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IlPetraio è una zolla quanto mai caratteristica di Na-

poli popolana, tutta scale e pietre che. dànno ai suoiabitanti il privilegio di non temere investimenti . Per quellescale e per quell'unica viottola si svolge la vita dei nu-merosi fanciulli, che in piena libertà vi organizzano giochie vi combinano birichinate .

Bambini e bambine, più grandicelli e più piccini, tuttiinsieme, senza assistenza, erano in pericolo continuo perl'anima e anche per il corpo, poichè non di rado su quellepietre qualche ginocchio si sbreccia o qualche testa sianmlacca .

1,e Figlie di Maria Ausiliatrice, conosciute le condizionidel Petraio, incominciarono a percorrere quelle scale e asostare sulle soglie di quelle povere case . Ben presto peròsi sentirono impari al grande lavoro . E, allora chiesero l'aiutodi quattro cooperatrici .

l,a conquista si effettuò, lenta, ostacolata, nla vitto-riosa. Si cominciò col sistemare la minuscola cappella,situata in un vecchio palazzo e caduta in abbandono . l,ecooperatrici con privazioni e sacrifici provvidero la bian-cheria per l'altare e gli altri oggetti di culto . Con piccolelotterie, coli la vendita di cartastraccia e con altre in-dustrie raggranellarono indumenti e denaro per vestire iloro piccoli amici . l ; dopo il lavoro della giornata e del-

l'ufficio, fino a seratarda lavarono, cu-cirono, stiraronoper rendere gli og-getti di vestiariopresentabili e per-sino eleganti . Masoprattutto fecerocatechismo. Quantocatechismo! Ai pic-

coli e ai grandi, a chi lo desiderava e a chi non volevasaperne. Sulle scale, in luoghi di fortuna, nelle stesse caseprivate, la parola di Dio contese vittoriosamente il passoalla propaganda sovversiva e alla bestemmia .

Dopo due anni di lavoro e di apostolato, il Petraio èdivenuto una famiglia. Padri e madri salutano con gioiale valorose catechiste al loro apparire, e i fanciulli corronoloro incontro .

Vi è in fiore l'Unione delle Figlie di Maria, e l'Associa-zione delle Madri Cristiane. Presto, fra i migliori elementi,fiorirà un gruppo di zelanti cooperatori .

E la cappellina, prima abbandonata, è stipata di po-polo tornato alla pratica religiosa .

2 novembre - Commemorazione dei DefuntiÈ un gran bene che quanti siamo vivi ci sentiamo debitori deimorti. Dio ha voluto legarci a loro, oltre che con l'amore, anchecon la gratitudine. Siamo i loro beneficati ; non possiamo dimen-ticarli . La Chiesa, madre buona, ci aiuta a pagare i nostri de-biti col mettere a nostra disposizione mezzi di suffragio senzanumero: Messe, Comunioni, Rosari, altre preghiere, penitenze,elemosine, indulgenze, in una parola qualunque opera buona,purchè fatta in grazia di Dio .Anche la Famiglia dei nostri Cooperatori sente vivo il debitodi riconoscenza verso i confratelli defunti e li aiuta con gene-rosi suffragi, seguendo le direttive e gli esempi di Don Boscoche, finchè visse, dimostrò una delicata e memore gratitudineverso i suoi Cooperatori già passati all'eternità .

eoopratrieee

salesialla

Nel prossimo 1956 ricorrerà il centenario della morte di urna grandemamma: Mamma Margherita .Umile vita 1a sua. Nacque in un paesello sperduto del Monferrato, con-dusse una giovinezza intatta e coraggiosa . sposò un contadino vedovo,ottimo cristiano. Se lo vide morire nel fiore degli anni e rimase sola atirare avanti con la famiglia, composta di una vecchia suocera amma-lazzata, di un figliastro caparbio e diffidente, di due teneri figlioletti .Ma l'ultimo di quei figli sarebbe divenuto un gran Santo . Per questol'umile contadina vedova passò alla storia .1; ci passò per suo proprio merito perché quel Santo si fórniò sulle

/sue ginocchia e le crebbe sotto gli occhi, perché per dare a quel figliola gloria del Sacerdozio. Mamma Margherita moltiplicò il lavoro e siprivò del necessario, perché godette e patìì con liti fino alla morte .Non si può pensare infitti a Don Bosco senza vederlo com'è rappre-sentato dal Crida in uno dei quadri della sacrestia della Basilica inTorino. Ritto dinanzi alla visione della città, la sua fatidica mèta, conaccanto la Madre, arzilla e sorridente, spirante energia e virtuì .Pare che la donna, sorreggendo col braccio il paniere con le prov-viste, dica al suo grande Figlio : " Non temere, Giovanni, son qua io.Non ti avrei seguito se tu fóssi divenuto ricco, lo sai . Ma sei povero,solo, incompreso . Nessuno ti rammenda le calze o ti smacchia la veste,nessuno ti cuoce la minestra. per questo sono qui . Preferisco patirevicino a te che godere lontana dalla tua pena " .L Mamma Margherita visse lavorò so_rì nell'ombra del Figlio eccezio

nale, divenendo la prima, la più grande Cooperatrice Salesiana .Durante l'anno centenario inviteremo di frequente i nostri Cooperatori ele nostre Cooperatrici a studiare questa mirabile figura di mamma eri-stiano, per trarne ispirazione e guida nel compimento della loro mnissione .

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Omaggio alla regalità di MariaLa domenica 14 agosto il Rev.mo Rettor Maggiore inaugurava nella Casa " M. Mazzarello "in Torino la bella Mostra Mariana, omaggio delle Associazioni giovanili che fioriscono nelleCase delle Figlie di Maria Ausiliatrice alla Regalità di Maria Santissima (e . ,loro a pag . 1 •? 4) .L'idea ispiratrice fu quella di ricercare e raccogliere le testimonianze della bontà e dellapotenza della Vergine attraverso la storia mirabile dei Santuari Mariani nei diversiPaesi, allo scopo di conoscere e di sempre più far conoscere e amare la Madonna .

La raccolta si presentava ordinata in baseallo studio della progressiva diifusioue del cultonn ariano nel inondo . Tale pensiero informativo,espresso e commentato dalla voce di guida, in-tramezzata da cori mariani, trasmessa dal nastronna~nnetico, era illustrata graficamente nella primaaula, sul planisfero else fissava l'irradiarsi nelmondo della conoscenza di Ilaria attraverso isecoli .

Lo stesso pensiero era poi svolto in artisticipannelli che, fissando i tratti più salienti dellapreparazione e della vita della Vergine, dispone-vano al successivo sviluppo nella presentazionedei Santuari Mariani delle diverso terre .

('rima i luoghi santificati dalla vita terrena diIlaria e le regioni all'intorno : la Palestina, laSiria, il Libano, l'Egitto . . .

Quindi l'Italia, dalle antichissime immaginimariane dei primi secoli, alla splendida fiorituradi Santuari d'ogni regione, con lo sfondo centraledella Basilica Liberiana ; mentre belle e completecollezioni, corredate dalle relative notizie storiche,li rgguravano all'intorno .

ell'aula successiva, le altre Nazioni d'Eu-ropa : la Francia con i numerosissimi Santuaridisposti a corona intorno a Lourdes ; il Belgio,con la bella illustrazione dei suoi Santuari rag-gruppati per diocesi ; la Spagna, dominata dalsuo filar ; e via via, il Portogallo, l'Austria, la

Se Pietre ha le chiavi del Cielo, Maria ha le chiavi del Cuore di Dio; se Pietre lega e scioglie,anche Maria lega con le catene dell'amore ; anch'Essa scioglie con l'arte del perdono ; se Pietroè il cestode e il ministro dell'indulgenza, Maria è la munifica tesoriera dei divini lavori . PIO r?l

Germania, la Svizzera, l'Inghilterra e l'Irlanda .In reparto a si-, erano ricordate anche lo Na-zioni europee della Chiesa dei Silenzio : la Russia,la l'olonia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria... conle tipiche -madonne, conforto e promessa d'ini-unaucabile trionfo .

Seguivano, presentati su altri pannelli, i San-tuari delle nuove terre aperte all'autore di Ilaria :la grande America,, suddivisa per repubbliche ;coane pare i popoli d'Oriente, chiamati negli ul-timi secoli alla luce del Vangelo : l'India, il Siam,la Cina, il Giappone .

All'interessante raccolta, preparata con serietàdi studio e disposta con genialità di gusto e fi-nezza d'arte, era punita una bella collezione bi-bliografica nnariaua (lei diversi Paesi . La coni-pletava pure un ricco e svariato assortimento dialbi, con studi, ricerche, lavori mariani d'ogvigenere eseguiti dalle allieve ; come anche nodipoche complete relazioni, docnnientate da ab-bondante materiale fotografico, sull'attività svoltaduranto l'Anno NIariano nelle singole Case delleFiglie di Maria Ausiliatrice .

L'Eminentissiuno Arcivescovo Card. Fossati,elio vi s'intrattenne a lungo osservando ognicosa e sfogliando albi e relazioni, nel conge-darsi se ne congratulò ripetutamente con leSuperiore, chiamandola « una realizzazione gran-diosa e intelligente* .

Sua Eccellenza Monsignor Montini, Arcivescovo di Milano, benedice il signor Ispettore Don Cesare Aracri e i Salesiani in

procinto di assumere la direzione dell'Istituto Cesare Settaria in ARESE (Milano), centro di rieducazione per minorenni .

A un anno dalla fondazionedell'Istituto Internazionale " Sacro Cuore " di Torino

A coronamento del primo anno di studio del-l'Istituto Internazionale « Sacro Cuore», fondatodalle Figlie di _Maria Ausiliatrice in Torino,giunse da Ronfa la seguente parola di confortoe di plauso, inviata al rev. mo Preside Don Gen-naro dal Segretario della S . Congregazione deiReligiosi . 3lons . Larraona :

. Questa Sacra Congregazione, presa vi-sione della relazione sull'andamento del1° anno accademico dello Studentato Peda-gogico-Catechistico, che le Figlie di Mariar1 usiliatrice hanno eretto in Torino, mentrebenedice il Signore per la bella iniziativa, èlieta di tributare un alto elogio alla FermaMadre Generale e al Suo Consiglio per lam.irgniftca attuazione, uo-nehè al Corpo Do-cente e alle allieve che con tanto impegno vihanno atteso .Voglia il Cielo che simili , iniziative ven-gano presto imitate a vantaggio (lette Suoree delle loro opere di apostolato . . .

Altro segno di omaggio al medesimo Istitutofu la deliberazione del Consiglio Comunale d'in-titolare al nome di «S . Maria Domenica Mazza-

rello » il tratto di Via De Sarictis - fra Via Mon-ginevro e Corso Lione su cui sorge l'Istituto .

Nella conuuiicazione del 20 luglio ti . S . si leggeinfatti : « In tal modo verrà degnamente onoratala memoria della Confondatrice delle Suore Sa-lesiane di Don Bosco, nella stessa località dovesorge il loro grandioso Istituto InternazionaleSacro Cuore » .

DON BOSCOIL SANTO DALL'h' 'ERI'VO SORRISO

La mattina del 1° settembre nella Casa delleFiglie di Maria Ausiliatrice a Triuggio (Milano)si svolse la cerimonia per la consegna dell'onorifi-cenza di Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al Meritodella Repubblica Italiana, alla Ferma MadreAngela l'espa, Vicaria Generale dell'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice .

In un'atmosfera di vibrante commozione l'On .]Meda consegnò alla Festeggiata le onorifiche in-segne. Tenne quindi un elevato discorso, del qualeriportiamo alcuni pensieri :

Da quando sono entrato qui - disse - vadochiedendomi per quale motivo e merito specialesia stato chiamato a partecipare a questa festa,a questa gioia intima delle Suore di Don Bosco .

Non ho merito alcuno, se non forse una egualefede nel loro santo Fondatore, al quale io in,

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sento legato da un debito di riconoscenza e diaffetto vivo, perchè so di dovere la mia vita aun miracolo di Don Bosco .

Ringrazio, sì, l'iniziativa cortese dell'Istituto ;ma ringrazio anche Don Bosco che, penso, havoluto darmi anche questa soddisfazione ; cori

Don Bosco io ho avuto sempre molta confi-denza .Quando mi trovavo in carcere, composi una

preghiera, di cui chiesi poi l'i-mprisnatur al Car-dinale Schuster . L'avevo scritta su di un pezzo dicarta straccia, con una mina di matita . Comin-ciava : O Santo dall'eterno sorriso . . .

Il sorriso di Don Bosco non è di compatimento,ma di perdono ; non è di gioia, ma di serenitàpropria della coscienza pura ; un sorriso dolce ebuono, indice di quella forza spirituale per cuila sua Congregazione si è sparsa in tutto ilinondo .

La vostra Madre ha ricevuto dallo Stato unadecorazione elio potrebbe essere considerata sol-tanto riti aggeggio e elio probabilmente non met-terà mai; rna noi dobbiamo vedere in questemanifestazioni a tutta prima formali, la riper-cussione benefica clic possono avere sullamassa .

Ed è bene che sia invalsa l'abitudine di por-tare nella, categoria di persone da decorare anchecoloro che svolgono attività nel campo religiosoed educativo .

* A pochi ine,i di distanza. dallaprima fondazione, le tiglio (il MariaAusiliatrice hanno cominciato Unaseconda opera nella repubblica delGuatemala, a. QtJEZAL'I'ENANGO,in una casa che assicura . con l'u-miltà degli inizi, le benedizioni delSignore per un promettente svi-luppo. Vi si aprì subito l'Asilo in-fantile, la Scuola, l'Oratorio festivo,Irovando rispondenza e favore daparte della popolazione del Inozo .

* Nell'autunno del 1S .,.í DonBosco inaugurava la I'RIM A BANDAl1USICAI,E . Era formata da dodicistrumenti. Questo numero rimase,invariato per alcuni zumi . In se-guito la - crescente valentia deimaestri e degli allievi e le maggioridisponibilità pernnisero alti continnocrescendo " . lento in principio, pi^,'a

rapido poi, fino all'attuale miserodi oltre li)) bandisti, Ieenicanmmte ea tk) :camerate fornnat : .

* II i agosto scordo S. E. Mons .Pietro Carretto, salesiano, benedissela priora chiesa dedicata in THAI-LANDIA alla Regalità di Maria .La chiesa è sorta a Kaunburi, comemon1anento alla memoria dei sol-dati olandesi morti durante l'ultimaguerra . Colà furono portati migliaiae migliaia di prigionieri di guerraolandesi, inglesi e australiani percostruire la ferrovia Bang Kol<-Itangoon, che venne chiamata laferrovia, della urorte : ogni traver-sino infatti segna una morte. Lachiesa è stata costruita per desideriodei parenti dei soldati olandesi de-funti.

* Celebrandosi il Congresso Euca-ristico di VERGATO nell'Archidio-cesi di Bologna, S . E. Mons. Baroni,Vescovo Ausiliare, ha benedetto lai

pala d'altare di S. Giovanni Bosco,opera del prof. I nciano Bottini . Laa ;rnra del santo. rappresentato uel-

Finora vi ho detto la mia soddisfazione e lanaia gratitudine, ma. . . non credete che io possadomandare qualche cosa a voi?

N'i donando quello che voi potete dare : lapreghiera.

Tutti hanno bisogno di preghiera, anche ilPapa ; immaginate se non ne ho bisogno io!Pregate per quelli elio mi stanno a cuore : i di-spersi sul fronte in guerra . Sono delegato dalGoverno Italiano per la ricerca dei 70 mila uo-mini di cui si è perduta ogni traccia, lasciandonell'angoscia 70 mila famiglie, che nel dubbio enella speranza non si rassegnano a consideraremorto il loro congiunto . È nn problema im-mane .

Pregate. Voi sapete la potenza del vostroSanto ; e chissà elio Egli non voglia proprio inquesto momento ascoltare la tuia parola e con-fortare qualcuno dei dispersi ancora vivo e bi-sognoso di aiuto!

Ho un unico dispiacere, quello di non esserestato educato dai Salesiani . Ali ricordo che dagiovane, per un lavoro avevo scelto le paroledell'Ecclesiastico : La dolcezza rompe i furori, leire; e riesce ad annientare anche l'odio .

Ebbene, voi avete la fortuna di poter vivereintensamente questa perenne professione diaauore, di bontà, di dolcezza : fate che il sorrisodi amore (li Don Bosco si possa accendere nelmondo .

l'atto di additare ai g•i ovaai l'AnSi-liatrice, esprime con forte una bentemperato realismo le qualità cheire hanno caratterizzato la vita el'opera : la fede profonda, l'ardentecarità, il senso pratico, la ferreavolontà, l'intelligenza chiara e ra-pida .

* I Salesiani spagnoli hanno aper-to due nn ove Seuole Professionalia Guia e a Teror, nelle [SOLE CA-NARIE, dovute alla nunilicenza didue insigni Cooperatori. Cosi con lecinque case già esistenti, si ha Riti

cmUplesso di ben sette opere a fa-vore della gioventù nelle sole IsoleCanarie.

* La .Camera, 3innicipale di PIN-DAMONHANGABA (Brasile) ha de-cretato che una delle principali viedella città sia intitolata a SaettaMaria Mazzarello. L'inaugliraziouc;avvenne iu forza soleun+ all'ira=

La Chiesa continua a preparare apostoliper l'Ucraina di domani

Mentre nell'l-craiua la Chiesa Cattolica è statacompletaniente liquidata subito dopo la guerrae sostituita da una e Chiesa Ortodossa s, chefuori del culto esterno non }la nulla in comunecoli la Chiesa di Cristo, nei paesi liberi dell'l' uropaOccidentale ogni anno viene ordinato qualchesacerdote secolare o religioso per assicurare l'as-sistenza religiosa alle migliaia di profughi sparsiin tutti i Pae,i, ima soprattutto per preparareapostoli alla tribolata patria, per quando cadrannole cortine di ferro .

Anche la Congregazione salesiana ha già pre-parato una ventina di confratelli, tutti di ritobizantino, tra cui 15 sacerdoti, al lavoro aposto-lico di domani in Olezzo alla gioventù ucraina,che da anni viene educata nei principi antire-ligiosi .~Quest'anno nel Piccolo Seminario t'erai io di

Lourv (Francia) S. 7? . 11ons. Giovanni lineko,Visitatore Apostolico degli Ucraini ne1I'EnropaOccidentale e l'unico Vescovo della GerarchiaCattolica in 1'eraina che si trovi libero, ha.'ordi-nato sacerdoti tre salesiani, i quali hanno rag-giunto il loro ideale sacerdotale dopo diciassetteanni di studi . compiuti in Italia .

Mentre gi ultimi giovani, venati direttamentedall'Ucrainaa arrivano al Sacerdozio, si spera che

* li 25 settembre scorso, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il Rev . mo DON GIOVANNI SEGALA, Delegatodel Rettor Maggiore per l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, celebrava solennemente la sua Messa díDiamante. Il signor Don Ziggiotti, per la ricorrenza, rivolgeva al festeggiato paterne parole ricordando le grandibenemerenze acquistate dal venerando Confratello nei suoi sessantacinque anni di vita salesiana e manifestando lagioia comune di avere ancor, r• n ;e:,,, a nn Irnp~, •i :,rr1a~ rate ì yTio ile Y -n'; €,,i nnstrn santo Fondator' , .

erodo della nuora Via con ViaDora Bosco, dopo che la statuadella Sanata, adorna di candidi giglie circondata dalla iiioventìi . fu por-tata in trionfo per la città .

* Sua Eminenza il Card . Itoncalli,Patriarca di VENEZIA, tua affidatola popolosa Parrocchia di san Ge-roltnno i'.nailinni . in ('tuunareggka aisalesiani . che hanno già in quellazona l'Istituto ('oleati . Essi si pro-por;nono ali portare a termine nelpiù breve tempo possibile i restauridella vecchia chiesa parrocchiale .

* S. E. . 3lous. Francesco Inibertiha benedetto solenueruente A VEl(-(Ettl l'artistica nuova cappella de-dicata al S . Cuore di Gesù nellaCasa ispettoriale delle Figlie diMaria Ausiliatrice. ('oli S. E' . ilPrefetto sono intervenute numeroseautorità civili e seolasiiche e unareca folla, elle assistette commossa

alla prima santa 3l essa, celebratavidallo stesso Ecc .uto Vescovo.

* lu "5 anni BAN PONE ('I'hai-laudia) ì' diventato il centro catto-lico più completo del VicariatoApostolico di Rathuri . Quando nel1930 i Salesiani diedero inizio allaMissione di Ban Pong, nella seuo-letta cattolica c'erano solo 33 bimbie bimbe . Preseuteutente la cittadinadi Ban Portg- possiede un importantecollegio con Scuole medie e [,!ecoparilicato, con oltre 1400 alunni,diretto dai Salesiani, e un Istitutoper 1,00 ragazze tenuto dalle Figliedi Maria Ausiliatrice. l'i sorgeinoltre liti monastero delle MonacheCappuccine e l'Ospedale San Ca-utillo, affidato ai Padri t''amilliaui .

* L'ottantasettenne Vescovo Mons .Bernardo O'Reill ha regalato al-l'Istituto Salesiano della ('IT'I'A DELCAI'O la medaglia offertagli da

altri giovani ucraini, figli di luofnglai, conti-nuino a entrare nelle file dei figli di s . GiovanniBosco per alimentare gli apostoli del domani inmezzo alla gioventù dell'Ucraina e di altri popolisovietici .

Una Centrale di attività Cattolicane11'Inghilterra

Riportano da un, articolo rll ', Boltoi C'atholic Vece."

l,, Il continuo progresso dell'unico Collegio cat-tolico di Boston per i ragazzi è guardato torrammirazione dai Cattolici della regione, i qualiapprezzano altamente la, generosa ed energicadedizione alla causa dell'educazione cattolica deiFigli di San Giovatoti Bosco .Sebbene 1,1 Casa di 'I'hornleiglr non abbia

diritto ai sussidi pubblici, tuttavia i Padri Sale-siani, aiutati dai loro Cooperatori ed amici, negliultimi otto anni hanno già speso più di 70 .0(1(1sterline per gl'ingrandintenti scolastici e ricreativi .

Questo progresso è stato realizzato non senzadure fatiche e numerosi sacrifici da tutte e duele parti : dei Padri e dei loro (Cooperatori, ed èbene che i Cattolici di Boltott conoscano questilodevoli sforzi chehamfo reso la Casa di 'I'Itoruleighdegna del nostro nonne di (' attolici .

Noi desideriamo che i Cattolici di lolloo con-siderioo Thorrtleigh conte aro ('ettbrole di . Azione('cdlalietr e di allit'ilè ('oltolin ;n .

Don Bosco quando, col padre e colfratello, visitò il Santo a Torino .Morti. O'Reilly aveva aperto le trat-tative per chiamare i salesiani nelSud-Africa e ancora ogt - i, sebbenein riposo, mostra un continuo in-teresse per le attività salesiane .

* Con l'inizio dell'anno scolasticogii studenti delle vallate della zonatroveranno a ItRFSSANONE (Ilul-zanu) la lieta sorpresa della uaensadello studente, allestita a cura del-I'Vssociazione giovanile " Doti Bo-sco'" nei locali del Palazzo vescovile,concessi gratuitamente da S. F . ilVescovo Mons . Giuseppe Gargitter.l'osi tanti studenti, elle erano co-stretti a trascorrere ore e ore vaga-bondando in attesa della partenzadei ti - citi con gravi pericoli per laloro aniuatt . avranno un locale_ sicuroper prendere i pasti, trascorrerele ore libere ed anche attendereallo studio .

4 1 1

tipi 9A/A, C(VtTI rn_ffl o

Don Bosco era già in CoreaMentre la guerra infieriva nella Corea moltiplicando gli orfanie i giovani poveri e abbandonati, Don Bosco preparava ai suoi Figli un promettentissimocampo di lavoro in mezzo alla gioventù coreana

Andai la prima volta in Corea nel marzo 1 953,quando ancora la guerra non era finita . Si trat-tava di studiare la possibilità di fondare unaScuola professionale a Kwangju, capoluogo dellaprovincia Chólla-namdo, al sud di Seoul . Mons .llarold Henry, dei Padri Colombani, Superioredi quella Prefettura Apostolica, voleva ad ognicosto i Salesiani. Aveva scritto in proposito aPropaganda Fide e a Torino, e il nostro RettorMaggiore aveva risposto dando a lui qualchevaga speranza, e all'Ispettore l'ordine di andarea fare un sopraluogo .

Se i Salesiani oggi possono lavorare in Corea,ringraziano, dopo Dio, il Reverendissimo MonsignorHAROLD HENRY, Prefetto Apostolico di Kwangju .

F"12

Allora in Giappone eravamo impegnati afondo nella sistemazione di varie opere nuove, enon si poteva pensare alla Corea ; inoltre là siera ancora in guerra e la prudenza suggeriva ditemporeggiare .Mons. Henry insisteva : « Vi compro il ter-

reno necessario e vi aiuto a costruire la scuola ;per la guerra non abbiate paura ; al Sud la situa-zione attuale non cambierà, e se dovesse cam-biare, non sareste più sicuri voi in Giapponeche noi in Corea . È adesso che urge lavorare!

Lo buttano giù, nla ritorna

Atterrai a Pusan e non ci volle molto tempoa rendermi conto della situazione . Dappertuttoi segni di una nazione devastata dalla guerra :miseria, sporcizia, ragazzi randagi nelle strade,e una marea di rifugiati in lotta con le necessitàpiù urgenti della vita. Mi ritornò alla mente lasituazione del Giappone 1 945 .

Dopo qualche giorno di attesa, un apparecchiomilitare mi portò a Kwangju . L'ottimismo e ladecisione di Mons . Henry mi scossero e co-strinsero a trattare la questione con maggiorimpegno. Visitammo insieme la città e i din-torni, adocchiando qualche terreno adatto perla costruzione della futura scuola . In due giorniabbozzammo un progetto e gli incartamenti dainoltrare all'U .N.K.R.A. per ottenere un sus-sidio. Restammo intesi che se il sussidio fossestato concesso, la scuola si sarebbe fatta .

Poi, col paracadute legato alla schiena, su unaereo militare volai fino a Seoul, dove il Ve-scovo S. E. Mons . Ro mi aveva invitato . Sen-tivo il cannone rumoreggiare sul fronte, a trentachilometri al nord della capitale . Mi premevasoprattutto visitare la chiesa di Don Bosco, dicui avevo sentito parlare .Monsignor Vescovo gentilmente mi accom-

pagnò. La chiesa era stata costruita circa ventianni prima, nel quartiere più industriale della

capitale e dedicata a S . GiovanniBosco, Patrono della gioventù edegli operai . È abbastanza grande,tanto che può contenere oltre unmigliaio di persone sedute allacoreana sull'assito del pavimento ;ma dentro mi apparve moltosquallida, e le due nicchie late-rali erano vuote .

Con lo sguardo ansioso cercaiinutilmente un segno che parlassedi Don Bosco. Il parroco, checi accompagnava, notò la miadelusione e mi spiegò: « Vede,in quella nicchia a sinistra c'erauna bella statua del Patrono,S. Giovanni Bosco . Quando passòla prima ondata dei comunistidel nord, buttarono un laccio alcollo della statua, la tirarono giùe la distrussero . . . e dietro l'absidedella chiesa uccisero il vicepar-roco ». Vinta la prima commo-zione, promisi al buon parrocoche mi sarei subito interessatoper procurargli una nuova statuadi Don Bosco .In quella prima visita alla

Corea potei constatare che San .Giovanni Bosco vi è già moltoconosciuto e invocato, e moltifedeli portano il suo nome . Pro-prio 21 anni prima i nostriMons . Cimatti e Don Margiariaerano passati nelle principalicittà della - Corea dando concertimusicali di propaganda e facendoconoscere Don Bosco . E in queltempo la Vita del «Santo deigiovani » usciva a puntate sullarivista cattolica Kyonhyan, lettacon molto interesse .

A quella pubblicazione deve lasua vocazione salesiana il nostroconfratello coreano Don Kuwon,che fece tutti i suoi studi inGiappone e ora sta preparandosiper andare a lavorare nella suapatria .

A Pusan ricordo di aver letto,attraversando in jeep la città, sulfrontale di un piccolo orfano-trofio, « Yohan Bosco Home»; aMokpo, tra i cristiani della prin-cipale parrocchia esiste la con-fraternita di S . Giovanni Boscocon tanto di labaro, e il suomembro più in vista sig. Chong

(dnlC ltol Una via del centro di SEOUL (Corea) .La costruzione delta nostra Scuola professionale di KWANGJU(Corea) al 20 luglio x955, e oggi quasi ultimata .La fornace costruita apposta sul nostro terreno per fabbricarei mattoni necessari alla costruzione della Scuola professionaledi KWANGJU .

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Chungsòp, deputato al Parlamento, si gloria dichiamarsi Giovanni Bosco . Quando l'incontraiultimamente per un caso fortuito sul diretto chemi portava a Kwangju, declinando il suo nomesi presentò semplicemente così : « Giovanni Bo-sco» . I cattolici coreani ci tengono molto alloro nome di battesimo, col quale preferisconochiamarsi tra di loro .

IL GALANTUOMOalmanacco per tutti, in rotocalco, a colori

porta in ogni casa un inondo di notizieutili, un sacco di sana allegria .

• redatto da un gruppo di scrittori e gior-nalisti nostri, presenta nelle sue paginein stile brillante una svariata ricchezzadi articoli, rubriche, novelle, aneddoti,barzellette, notizie, consigli . . . che ren-dono la lettura interessantissima, pia-cevole ed edificante per tutti .

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Ritornai in Giappone, commosso al pensieroche Don Bosco da tempo aveva preceduto iSalesiani in Corea, aveva loro preparato lastrada, ed evidentemente là ci voleva .

Il problema della fondazione di Kwangju an-dava dunque trattato con tutta serietà e fede .

Audacia di pionieri

Qualche mese dopo, il 27 luglio, cessarono leostilità sul parallelo 38, e la Corea si trovò di-visa in due, con una pace sulla quale non sipoteva riposare troppo tranquilli . I1 Governo diSyngman Rhee lasciò Pusan e fece ritorno aSeoul per cominciare a riorganizzare la partedi nazione rimastagli .

La situazione era migliorata anche per noi,ma 1'U.N.K .R.A . non concesse il sussidiochiesto, e il progetto di Kwangju minacciò disfumare. Mons. Henry non si dette per vinto .Aveva già a sua disposizione un fondo sufficienteper comperare il terreno ; da Propaganda Fidegli era giunto un generoso sussidio straordinarioper la progettata scuola ; i bravi cappellani delleForze Americane in Corea si erano impegnati adaiutare l'iniziativa raccogliendo offerte tra i sol-dati ; ed egli stesso si proponeva di andare aquestuare in America. Preparò nuove praticheper ottenere dal governo aiuti in materiali dacostruzione ; poi venne a Tokyo e mi chiese :- Insomma, quanto ci vorrebbe per cominciare?

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Mi balenò alla mente il ricordo di Don Bosco,che aveva cominciato la Basilica di Maria Ausi-liatrice con pochi centesimi in tasca . . . e risposivagamente :- Dipende dal come si vuole cominciare .Monsignore tagliò corto e disse :- Con una base di centomila dollari potreste

cominciare-- Certamente ! - risposi .Mons. Henry ripartì per la Corea soddisfatto .Ai primi del marzo 1954 scrisse chiedendo un

progetto di scuola con tutti i piani sviluppati,in varie copie, che occorrevano urgentementeper le pratiche in corso. Feci fare in tutta frettadal nostro architetto giapponese i disegni ri-chiesti, suggerendo di ricopiare e adattare ilpiano della nostra nuova scuola di Osaka, e liinviai in Corea a mezzo dell'Economo Ispetto-riale Don Crevacore, promettendo di andarvi piùtardi, conducendovi un sacerdote . Le praticheinoltrate per ottenere il materiale fallirono, manoi mantenemmo la promessa .

A metà agosto arrivai a Kwangju con Don Ar-chimede Martelli, che avevo tolto dalla direzionedell'orfanotrofio di Kokubunji, per incaricarlodella fondazione in Corea . Un ampio terrenoera già stato acquistato, i piani erano pronti, mamancava tutto il resto : una compagnia che sa-pesse costruire in cemento armato, e il mate-riale, che in Corea non si trova sul mercato :ferro, cemento, porte, finestre, vetri, ecc. _Mons .Henry, che si trovava in America, insisteva chesi cominciasse ; le autorità civili e la popolazionenon aspettavano altro. A Kwangju infatti ci sonodue Università e varie scuole secondarie, masia . i n città come in tutta la provincia di Chòlla-namdo molti ragazzi non possono continuare glistudi perchè non bastano le scuole .

Allora rompemmo gli indugi e su due piediabborracciammo una compagnia capeggiata daalcuni ferventi cristiani, che dicevano di avere<,visto » come si costruiva in cemento armato ;il materiale necessario si sarebbe comperato almercato libero, e il ferro lavorato, porte, finestre,serrature, ecc., si sarebbe tentato di farli veniredal Giappone, nonostante l'ostracismo del go-verno coreano . E così con queste incognite e gliscarsi mezzi a disposizione, nel nome di DonBosco, demmo il via ai lavori .

cc Io mi chiamo Giovanni Bosco"

Quando, un anno dopo ritornai in Corea, ametà luglio di quest'anno, ebbi la soddisfazionedi vedere la costruzione di Kwangju arrivata alterzo piano, e Don Martelli con i suoi impresaridecisi a fare . anche il quarto, nella parte cen-trale e alle due estremità, come era nel pro-

getto, nè più nè meno . E si erano già pagati ilavori eseguiti per 54 . milioni di Yen coreani!

La costruzione misura 75 metri di lunghezzaper io di larghezza ; l'ossatura è in cementoarmato, le porte e finestre in ferro e i murisaranno in mattoni rossi, cotti nella fornace co-struita apposta sul nostro terreno ; fra pocola casa sarà completamente ultimata e si po-tranno iniziare i primi corsi dalla scuola media ;il coadiutore coreano signor Yu Giovanni è giàarrivato sul posto, e presto Don Antonio Kuwone Don Giuseppe Suarez andranno a comple-tare il gruppo destinato a cominciare quest'opera .

Don Martelli aveva saputo destreggiarsi bene.Aveva ottenuto una buona quantità di ferro edi cemento dal governo ; era riuscito ad ottenerei permessi per importare dal Giappone le fi-nestre fatte, i vetri e parecchio altro materialeche non si trovava in Corea ; ed erano continuatea giungc:e le offerte raccolte dall'infaticabileMons. Henry e dai cappellani americani . . . DonBosco lavorava con noi .

Quando andò a Seoul per svincolare il mate-riale arrivato dal Giappone, la bellezza di qua-ranta tonnellate, i missionari suoi amici gli ave-vano profetizzato che, nella migliore delle ipotesi,avrebbe impiegato almeno un mese o due .

Egli si recò subito al Ministero delle OpereSociali, e presentandosi al capo ufficio interessato,si sentì dire come primo saluto : « Io mi chiamoGiovanni Bosco » . Egli rispose : « Ed io sono unfiglio di S . Giovanni Bosco! ». L'amicizia erafatta in partenza . Trovò tutte le porte spalan-cate ed ebbe tutte le facilitazioni e autorizzazioninecessarie . Prima che finisse il secondo giorno,aveva sdoganato la sua roba senza tasse, e spe-dito tutto per diretto a Kwangju! Quando ar-rivai a Seoul era ad attendermi all'aeroporto,un po' spazientito perchè da alcuni giorni sitrovava disoccupato . Ma la breve visita che fa-cemmo insieme alla chiesa di Doti Bosco lorasserenò. Era arrivata la statua promessa, gra-zioso dono di Don Lucioni.

Un insuperabile benefattore

Dopo qualche giorno di permanenza a Kwan-gju, andai a Mokpo per ossequiare e ringraziareil carissimo e dinamico Mons . Henry, per quantoaveva fatto. Ed egli con la massima naturalezzae col suo fare deciso e scherzoso mi fece firmareun contratto col quale cedeva il terreno e lacostruzione di Kwangju alla Congregazione Sa-lesiana, lasciandoci la massima libertà per l'or-ganizzazione della scuola e l'educazione dei ra-gazzi. Si poteva desiderare di più ? Mons. Henryè uno di quelle nature ardenti che trascinano econquistano . È tempra di apostolo, e per noigrande, insuperabile benefattore .

Lina settimana dopo ero di nuovo a Seoulper riprendere il volo verso il Giappone . Andaiad ossequiare S . E. il Delegato ApostolicoMons. Quinlan e S . E. Mons. Ro. Anch'essifecero le meraviglie e si congratularono per iprogressi della scuola di Kwangju . Mi limitai aosservare : « È evidente che in questa impresa siè impegnato Don Bosco ~> .

Don Archimede Martelli, prima di recarsi a iniziare l'Operasalesiana nella Corea, riceve una benedizione speciale dal

Rettor Maggiore (Tokyo, marzo i9s5) .

La messe coreana biondeggia

Per chi va dal Giappone in Corea, la primaimpressione panoramica non è certo buona ; mase il visitatore è un missionario, rimane colpitodal numero rilevante delle conversioni e dalfervore che mostrano i cattolici . L'anno scorsoa Kwangju ho visto battezzare, alla vigilia del-l'Assunta, 147 catecumeni, e ho saputo che piùo meno in tutte le chiese della Prefettura Apo-stolica si facevano un minimo di 120-15o nuovicristiani in ognuna delle tre feste principalidell'anno : Natale, Pasqua e Assunta . Que-st'anno le statistiche annuali della PrefetturaApostolica di Kwangju segnano 3438 battesimidi adulti, e le due fiorenti parrocchie di Mokporegistrano il massimo: 95 0 e 445 battesimi!

Lo stesso consolante risultato si verifica intutta la Corea del Sud, dove i cattolici rag-giungono oggi i 200 .000 .

Per i Salesiani la gioventù coreana offre uncampo di apostolato assai promettente . Essi rap-presentano la prima Congregazione insegnantemaschile che entra in Corea . Possano com-piere per il bene di tanti poveri giovani tutto illavoro che la Provvidenza assegna loro, e cheSan Giovanni Bosco, precedendoli, ha preparato .

Don CLODOVEO TASSINARI

Ispettore delle Opere salesiane ira Giappone

41 5

4 1 6

sotto la macchina da presa, si fissanosul negativo nei loro artistici tratti enei loro vivaci colori .3. II negativo, congiunto ad anello emesso a contatto diretto colla pelli-

2 . Ad uno ad uno gli originali, posti

cola positiva, stampa cento, mille

(dall'a/le)

1 . Si mettono in ordine, per la ri-presa in filmina, i quadri originali,preziose opere di artisti del pennello .

Una geniale iniziativa

che onora il santo Educatore .

I più moderni ritrovati del

progresso tecnico nel campo della

cinematografia e della fotografia

a servizio della Religione

e della scienza .

Mezzo milione di filmine

qual anta milioni di immagini

mille chilometri di pellicola

diffusi nei cinque

continenti

volte di seguito la stessa filminsLa velocità è sorprendente : seicentquadri al minuto, ottocento metri tpellicola all'ora .4 . Nelle sviluppatrici per il biancnero e in quelle per il ferraniacolo :

'00I~I/IIìI1é liti$Nella più sperduta parrocchia, come nella più

lontana residenza missionaria, dove i Salesiani ele Figlie di Maria Ausiliatrice non arrivano di-rettamente a compiere la loro missione di bene,è arrivato Don Bosco, attraverso le note filmineche ne portano il nome.

Da migliaia e migliaia di schermi, in ogni partedel mondo, Don Bosco ha sorriso e benedetto amilioni di spettatori, piccoli e grandi, facendosiancora una volta maestro di fede e di progresso,di civiltà e di pace .

Questa delle «Filmine Don Bosco », possiamoaffermarlo senza esagerazione, è un'iniziativa checostituisce un vero monumento al santo Educatore :monumento labile nella materia, ma duraturo neifrutti che si sono raccolti e che si vanno racco-gliendo ogni giorno, sotto l'alto riconoscimento eincoraggiamento delle Autorità della Chiesa.

la pellicola scorre lentamente divasca in vasca, sale, scende, si snodacome le spire di un serpente . Adogni momento succedono fenomenidiversi : qui compaiono improvvisa-mente le immagini, là cade tutto il

color bianco !atte e la pellicola di-venta trasparente .

S . Occhio agli strumenti di con-trollo! Tempo e calore non devonosgarrare di un ette . Guai se la velo-cità rallenta di qualche secondo o

RefLIZZRZIonI

Che cosa sono le FilminePiccoli nastri di pellicola cinematografica che

racchiudono una successione d'immagini destinatealla proiezione fissa, le filmine sono insieme spet-tacolo e lezione, divertimento e predica, sopra undato argomento di religione o di scienza . Esseabbinano il magico interesse che suscita l'immagineproiettata sullo schermo alla necessità di comu-nicare idee o fatti utili per l'istruzione e la for-mazione della gioventù e del popolo .

Per questo fatto le «Filmine Don Bosco» co-stituiscono una iniziativa geniale e moderna, be-nedetta da tutti coloro che vi riconoscono unmezzo, efficacissimo per raccogliere le masse deipiccoli e dei grandi e tenerle avvinte a problemid'ordine spirituale o all'istruzione catechistica,ed accolta con entusiasmo da quanti, seguendo le

la temperatura si alza o si abbassadi un grado. Tutto il lavoro sarebbecompromesso .

6. Passata sempre di seguitoo negliessiccatoi, la pellicola si raccoglieasciutta alla testa delle sviluppatrici .

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direttive della moderna didattica, comprendonoil grande valore assunto oggi dai mezzi visivicome sussidiari dell'insegnamento .

Da un altro punto di vista le filmine, sfruttandoi più recenti progressi della tecnica cinematogra-fica, sottraggono, almeno in parte, alle forze delmale il monopolio di questo ritrovato della ci-viltà moderna per redimerlo e renderlo strumentodi apostolato .

Cifre eloquentiAlla genialità dell'iniziativa le «Filmine Don

BOSCO» aggiungono la mole imponente delle realiz-zazioni. Sono più di ottocento i soggetti di cuiè ricco il catalogo delle « Filmine Don Boscodivisi nelle tre sezioni : catechistico- religiosa,ricreativa, scolastica . Precisamente : 466 sog-getti in bianco-nero e 383 in ferraniacolor .

Di questi, ben 138 sono novità recenti, fruttodel lavoro compiuto nell'anno in corso. Essi, conla loro media, segnano il ritmo alacre del lavoroche anima l'iniziativa : un nuovo soggetto ognidue giorni e mezzo!

A tutt'oggi le filmine diffuse nei cinque conti-nenti superano il mezzo milione di copie. Perrealizzarle sono stati consumati oltre un milionedi metri di pellicola, pari alla pellicola occorrente

7 . La pellicola lavorata viene osser-vata attentamente metro per metro,filmina per filmina, quadro perquadro. Perchè la garanzia del pro-dotto sta a cuore ai coscienziosi eabili realizzatori delle " Filmine DonBosco " .

8 . Finalmente, nel reparto confezione,le filmine sono chiuse nei loro poli-cromi scatolini e sono definitiva-mente pronte a prendere il voloper ogni parte dei mondo .

4 1 8

per cinquecento films di lungo metraggio del ci-nema- spettacolare .

In complesso sono state impresse più di quarantamilioni di immagini. Numero che, se si potessemoltiplicare per le volte in cui ciascuna di quelleimmagini fu proiettata ed ancora per il numerodelle persone che le videro ad ogni proiezione,darebbe certo una cifra impressionante .

Solo Dio sa calcolare quel numero, come Eglisolo può valutare il bene uscito dal cuore e dal-l'opera di un Santo che non fu soltanto zelantedel bene delle anime, ma anche amante dei mezzitecnici del progresso .

C'è da augurarsi che questa iniziativa abbiaa trovare sempre maggior impiego e consensi,nelle parrocchie e nelle scuole, negli oratori e nellecolonie, ed anche nelle famiglie private, dovegenitori sapienti l'hanno già introdotta per sot-trarre i loro figli a divertimenti pericolosi .

e lo non mi fo scrupolo - diceva uno zelanteparroco - di alzare lo schermo cinematograficoe proiettare le " Filmine Don Bosco " nella stessachiesa, dopo la funzione religiosa . Vedo che conquesto mezzo riesco a far penetrare le veritàreligiose con maggior facilità ed efficacia» .

Benediciamo il Signore che, attraverso la lucemateriale da Lui creata, fa arrivare maggiorluce spirituale a illuminare le menti e le coscienze .

Acworm

solco ~E MINIOZ ia aIFIRE

Un'immagine ra!e mille parole, scrissero i filosofi antichi . E i costrut-fori delle grandi cattedrali del medioevo diedero foro ragione, quandodipinsero sulle grandi pareti, per incu"giare nel papato le reritd eri-stiano, i fatti ttel recchio e del nuovo Testamento, la biblia pauperum,di cui oggi, in altro modo sono , .mbinuafrici le Filmine Dou Boseo .

Sorridente tipo di giovanotto Sema, con gli or-

namenti caratteristici della tribù Sema-Naga .

Il mio viaggio fu il primo nel suo - genereche registri la storia della Chiesa Cattolica inAssam. Mai prete cattolico aveva posto piedein questa regione montagnosa dei Sema-Naga,isolata da tutto il resto dell'Assam, ma con unapercentuale assai alta di aderenti alla setta Bat-tista, che vi opera' da quasi cent'anni .

Si partì da Kohima, mia residenza e sedeamministrativa dell'intera regione Naga, che siestende fino ai confini della Birmania e dellaCina. Avevo con me un bravo giovane, di nomeKhutovi, nostro allievo della Scuola Don Boscodi Shillong, fratello di un capo influente deiSema-Naga .

La nostra prima tappa fu Vokha, a circa46 miglia da Kohima ; ma qui più che le miglia,conta lo stato della strada, quando c'è . infattiimpiegammo tutto il giorno a coprire detta di-stanza. La strada era ridotta a una successionedi buche, frane e profonde carreggiate, in cuiil nostro autocarro « Dodge » si arenava di fre-quente .

Si arrivò a Vokha che annottava, e l'indomani,di buon mattino, con le ossa indolenzite dalviaggio del giorno prima, percorremmo le1q miglia che ci separavano dal villaggio dellamia guida . Nella prima parte della marcia sipassò attraverso la regione dei Lotha, una delletribù limitrofe ai Sema . In generale ci tenevamosui sentieri all'altezza di circa 1500-2000 metri,ma quante forzate discese a valle e relative salite!

I villaggi Naga di regola sono costruiti-sullasommità di qualche altura e devono avere unsolo sentiero di accesso . Questo sistema data

per la prima voltaun prete cattolico tra i

SEMA-NAtIAL'evangelizzazione delle tribù Naga sulle montagnedell'Assam e del Manipur, fino agli anni recenti del-l'indipendenza indiana, fu monopolio dei Battisti ame-ricani. Oggi le vie della Provvidenza hanno condottotra quelle tribù il missionario cattolico, che vi ha giàfatto fiorire alcune comunità cattoliche con ottimesperanze per un prossimo avvenire. Se ne ha con-ferma inrocchino

questa corrispondenza, nella quale Don Ma-narra il suo primo viaggio tra i Sema-Naga

dai tempi in cui queste tribù si davano allacaccia di teste umane. Ogni villaggio veniva for-tificato con terrapieni e muri di pietra a secco .L'unico sentiero metteva alla porta del paese,guardata giorno e notte da sentinelle e vedette .Ciò che colpisce all'avvicinarsi a quei villaggi èl'agglomeramento di piccole casette in paglia ebambù, appena fuori del paese : esse sono adibitea granai e alla conservazione del riso: ogni fa-miglia o gruppo di famiglie ha il suo depositoe non sotto chiave. In caso di fuoco nel vil-laggio, cosa non rara con tante capanne di pagliae legname, almeno i granai rimangono salvi .Un altro incontro all'entrata (lei villaggi sono lefrotte di suini che scorrazzano liberamenteovunque. Presso l'abitato, passiamo attraversocoltivazioni di aranci e peperoncini, che vengonoesportati e servono come articolo di scambioper il sale, che è tanto ricercato e prezioso suqueste montagne . Circa a metà strada, passiamoil fiume Doyang, il più grande della regione Naga,dalle acque purissime e cristalline . Lo con-templo dal solo ponte che lo attraversi nellazona dei Sema : è di ferro, sospeso e porta ladata : London, 1890! _Ali accorgo che il ponterisente non poco della sua antichità, ma laguida mi consola dicendomi che ne hanno giàcominciato un altro più in basso .

Si arriva a Sicemi alle 4,30 . Nella linguaNaga ogni villaggio porta la finale « mie n o « mi ~,che significa « uomini» . Quindi Sicemi si tra-duce: «Uomini di Sice » . Ed eccoli, gli uominidi Sice, con tanto di pentola con tè bollente ecesto di arance! Dopo questa gradita pausa, si

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riprende la via e si arriva finalmente in cima aduno dei cocuzzoli su cui è costruito Sicemi .Siamo alla casa della mia guida . Il fratello ciriceve molto cordialmente e con quel senso didignità e di autorità che è innato in questi capiNaga. Egli ha sotto di sè tre importanti villaggi,ereditati da suo padre, che fu un capo famosotra i Sema . Parla speditamente la lingua assa-mese della pianura, sicchè possiamo fare subitoi convenevoli e intavolare cordiale conversa-zione. Vedo con piacere che ha già una discretaconoscenza della Fede cattolica .

Alloggi dei Sema-Naga

La casa del capo, come è costume fra i Naga,ha una posizione dominante rispetto a tutto ilvillaggio . Dalla spianata circostante e dal para-petto di pietre posso vedere quasi l'intero vil-laggio di 200 case, orientate in modo che di làsi veda la porta d'entrata . Sono tutte costruitenel caratteristico stile del tetto elevantesi ai dueangoli estremi come pagoda e terminante all'apicecon un incrocio dei due travi, che s'alzano peruno o più metri come enormi corna .

La capanna è divisa in tre parti . La prima èl'atrio, che serve anche per la pilatura del riso,lavoro riservato alle donne . Fsse si servono diuna pesante clava, che alzano con le due bracciae che va a battere il riso alternativamente nelletre buche cli un massiccio tronco d'albero fog-giato a cassone .

La parte centrale contiene il foco'are . E questoi! posto più onorevole della casa, dove si am-mirano i trofei di caccia e delle passate guerre :teschi di cervi, bufali, cinghiali e orsi. Vi sonoin molte capanne anche teschi umani ; ma nonsempre vengono esposti, o almeno vengono na-scosti al forestiero in visita .

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L'ultima parte della casa viene adibita a dor-mitorio, diviso in tanti cubicoli e rialzato dalterreno con un robusto raliccio di canne dibambù . Per tutto il villaggio vidi pure delledonne occupate nel tessere i loro drappi Naga .

L'avvenire si profila roseo

A Sicemi ebbi occasione di parlare (per in-terprete) a molti membri del villaggio, adunatinella kehou-ki, grande capanna delle riunioni, ene approfittai per spiegare loro i capisaldi dellaFede cattolica. Là mi fu offerto ufficialmente ilterreno per costruire casa e chiesa, qualora po-tessimo stabilirci tra di loro. Anche al materialeper costruzione penserebbero essi .

L'indomani avevo una gran parte di Sicemitipresenti alla S . Messa. Conoscendo il deboledei Naga per gli aggeggi, i colori e gli orna-menti, m'indugiai a spiegare loro, prima dellaMessa, il significato dei paramenti sacri e di ciòche vedevano sull'altare. Le azioni e le pre-ghiere principali della S . Messa vennero lettein lingua Serra da hhutovi, a mano a mano chesi svolgevano. Il risultato fu eccellente : allafine della Messa fu un coro unanime dei lorocaratteristici segni di approvazione : un forte esonoro schioccare della lingua contro il palatoche mi diede l'impressione (li sentir sturarebuone bottiglie!Lo stesso programma e le stesse scene si

susseguirono in altri tre villaggi, a cui fui cal-damente invitato .

Così finì la mia prima visita alla tribù deiSema-Naga . Il messaggio unanime che essi midiedero per il nostro Vescovo di Dibrugarh èche andiamo presto a stabilirci tra di loro e che

ci prendiamo cura dei lorofigli : proprio come vuoleda noi Don Bosco .

Le circostanze presentinon ci permettono diesaudire subito queste lorodomande ; ma il gruppodi ragazzi che educhiamoalla Scuola di Dibrugarhed i catechisti che sti tmopreparando, grazie all'aiutodei buoni benefattori diquesta Missione, sonoauspicio e caparra dellosplendido avvenire cheDio prepara alla sua Chiesaanche tra i Sema-Naga .

D . UMBERTO MAROCCHINO

missionario salesiano

Indietti delRIO NEGRO

fieri di essere figlidel Gran Cacico

la

pieo1ogi

1il

degli Indi del RIO NEGRONon è cosa facile tratteggiare in poche righe

la fisionomia dei nostri indi, perchè l'indio nonè espansivo nelle sue manifestazioni, special-mente alla presenza del civilizzato . Solo dopouna lunga convivenza con lui, o con contattifrequenti si può avere un'idea della sua fisio-nomia morale .

Sempre allegri

La sua prima caratteristica è un costantebuon umore : l'indio è sempre allegro e gioviale .

Sotto lo scottante soletropicale come sotto un im-provviso acquazzone, neilavori più estenuanti comenelle prove più dure che gliriserva il mondo selvaggioin cui vive, non perde mail'abituale allegria, che si manifesta anche nellesue caratteristiche e sonore risate .

Questa allegria dei nostri indi costituisce unelemento positivo per la loro evangelizzazione,specialmente quando questa è condotta col si-stema salesiano, tutto pervaso di espansività,familiarità e letizia .

I canti dei nostri allievi, il suono dell'armonium,le funzioni liturgiche, specialmente le proces-sioni con canti e preghiere, la vita serena echiassosa delle nostre case servono meraviglio-samente ad affezionarli sempre più alla mis-sione e alla catechesi del missionario .

Senza preoccupazioniL'indio non ha nessuna preoccupazione per la

vita, che passa nella pesca e nella caccia . Vive

di don ANTONIO GIACONEMissionario nelle Anw2onas - Brasile

sempre soddisfatto, tanto nell'abbondanza comenella indigenza. Conserva la sua calma giovialenella lotta incessante contro gli elementi dellanatura selvaggia che lo circonda, come nellepiù dure sofferenze .

Questo spiega come abbia sopportato con pa-zienza le ingiustizie, i maltrattamenti e anchele vessazioni degli estrattori di gomma .

L'indio, quando ha ricevuto il grande donodella . Fede, è l'essere più felice del mondo,perchè vi trova un nuovo stimolo ad affrontare

serenamente la sua vita diprivazioni e di povertà,dopo la quale egli sa chelo attende il Paradiso . Perquesto difficilmente si tro-vano indi che abbiano pauradi morire ; anzi ne abbiamo

visti alcuni che, (topo aver ricevuto i confortidella Religione, volevano morire subito, e do-mandavano al missionario come avrebbero po-tuto fare per morire più presto .

Spirito di imitazione

L'indio è un perfetto osservatore : come i ra-gazzi, vuol tutto vedere, toccare, conoscere, epoi imitare .

Nei primi lavori dei missionari e più ancoranei lavori geografici della Commissione Brasi-liana o Colombiana che segnava i confini,gl'indi erano gli osservatori più costanti . Unavolta un capo di famiglia con i suoi figli volleaprire un sentiero nella selva per segnare il con-fine del suo terreno, come aveva visto fare dalla

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Commissione. E si trattava di una regione dovela terra è del primo occupante .

Non sapevano fare case come i civilizzati, masolo delle grandi capanne o maloche ; ma appenavidero le case della Missione, in pochi anniscomparvero le capanne e sorsero come per in-canto belle casette .

Questo spirito d'imitazione porta anche aprocurarsi qualche mobile per la casa, cometavoli e sedie, ad adornare le pareti con figure,specialmente con immagini sacre epersino con altarini, davanti ai qualicantano e recitano le preghiere chehanno imparato nella Missione .

Alcuni imparano bene l'arte delsarto, del falegname, del meccanico ;altri fabbricano i mattoni e le tegoleper le costruzioni e ve ne sono anchedi quelli che - lavorano molto beneda muratori .

L'indio è intelligente?

La materialità della vita che con-duce, la povertà delle idee, l'ambientemonotono e uniforme in cui vive,non favoriscono certo lo sviluppodella sua intelligenza . Ne sono unaprova i ragazzi che accogliamo nellaMissione come alunni interni . Tut-tavia dopo un certo tempo si apronoe apprendono con discreta facilità lenozioni scolastiche e mandano a me-moria le lezioni. L'osso più duro perloro è l'aritmetica : imparano a fare lequattro operazioni, ma non risolvononessun problema . Invece negli studipratici, come calligrafia, disegno, lavori manuali,riescono bene, taluni anzi dànno ottimi risultati .

L'indio non conosce la scrittura : tutto con-serva nella memoria. Ricorda le leggende, icanti, le storie e le tradizioni antiche ; e, ciòche più meraviglia, conosce e ricorda i nomi dimoltissime piante e animali. Dimostra puregrande abilità e straordinaria pazienza nel pre-parare gli ornamenti per le danze, setacci e cesticon disegni e colori diversi, sgabelli di un solpezzo, remi, barche e oggetti di ceramica peruso domestico .

Ci sono indi analfabeti che, usando solamentela squadra e il compasso, sanno costruire barchedi due e più tonnellate, e così perfette che seni-brano uscite da un cantiere . Altri imparano amaneggiare i motori delle lance . I migliori sonoanche pratici di battelli e conoscono palmo apalmo il fiume, che navigano anche per più cen-tinaia di chilometri e tra pericolosissime cascate .

I racconti della Storia Sacra, del Vangelo, levite dei Santi li interessano moltissimo, special-

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mente quando la narrazione è illustrata con lefigure di quadri murali o con proiezioni. Unodei primi allievi della tribù Tarianos, che erastato cinque mesi a Belém del Parà per ra-gioni di salute, imparò così bene il portogheseche, letta una vita di Don Bosco, tutte le sereraccontava ai più vecchi gli episodi più bellie seppe entusiasmarli tanto che, quando sorse ilnuovo villaggio, lo vollero chiamare « VillagioDon Bosco » .

Docilità dell'indio

L'indio, se trattato bene, manifesta una grandedocilità e spirito di adattamento, rassegnandosifacilmente a qualunque privazione, anche dicose necessarie . Del resto ha poche, anzi po-chissime necessità. Sapendolo ammaestrare eguidare, si possono ottenere ottimi risultati neipiù svariati lavori . Per sua somma disgrazia, neitempi passati trovò solo dei bianchi venali,pronti a sfruttarlo e a insegnargli solamente iloro vizi .

Di questa docilità dànno prova, specialmentenei lunghi viaggi, gli indi pratici dei nostri mo-toscafi. Per compiacere un missionario che de-sidera arrivare alla Missione il più presto pos-sibile e passare più tempo con i catecumeni efedeli, spontaneamente si offrono a viaggiaregiorno e notte senza riposarsi, sempre al loroposto di responsabilità, seduti su di una cassa,esposti all'abbondante umidità della notte .

Una volta uno dei due unici pratici del mo-tore doveva celebrare il suo matrimonio proprioil giorno in cui il motoscafo scendeva per rice-vere la posta e i viveri ; e siccome quella mattinail compagno aveva la febbre malarica, questicelebrò il matrimonio, assistette alla santa Messa,quindi, invece di andare a casa con la sua sposa,prese il sacco dell'amàca, salì sul motoscafo epartì per un viaggio che doveva durare almenouna settimana .

la stntsOa a destra) Il bagno dei ragazzi delRIO NEGRO . Ogni giorno il missionario lirichiama al santo Battesimo, lavacro dell'anima- Il missionario porta il suo prezioso contri-buto alla scienza . Ecco qui Don Giacone e unoscienziato tedesco intenti a preparare collezionidi farfalle e d'insetti per i musei del Brasile -Questi indietti del RIO NEGRO hanno im-provvisato una loro . . . mostra professionale dilavori caratteristici di quelle tribù .

L'indio ha una sua logica

Al vedere i progressi della nostra civiltà, comei prodotti della meccanica, gli aerei, la radio, ecc .,l'indio resta meravigliato e sbalordito, ma nonsente stima e ammirazione per gli autori diqueste meraviglie . Il suo ragionamento è sem-plice e chiaro: al civilizzato tutto è possibile,perchè ha tutto e non gli manca niente ; ha mezzi,ha maestri che gli insegnano, mentre noi nonabbiamo nulla. Ma se anche noi fossimo nellestesse condizioni, saremmo capaci di fare lestesse cose . È vero che il bianco fa molte coseche noi non sappiamo fare, ma anche noi fac-ciamo delle cose che lui non sa fare .

La mancanza di stima e di rispetto per il ci-vilizzato si tramanda di generazione in genera-zione . L'indio non dimentica che i civilizzati sonostati gli autori di nefandezze e crudeltà la cuimemoria egli conserva vivissima. Perciò riceveil bianco sempre con diffidenza e non gli dàniente senza essere pagato .

Grazie a Dio, questo grande abisso di diffi-denza e avversione dell'indio per il civilizzatofu colmato in gran parte dai contatti con i mis-sionari . Specialmente i nostri ex allievi sannoparlare e trattare con il civilizzato nella linguadel Brasile e non più, come facevano i vecchi,col solo Nheengatù o lingua Geral . Molti di questivanno spontaneamente con i civilizzati ai lavoridella gomma e della castagna del Parà e anchecome motoristi e addetti ai motoscafi . Nei vil-

laggi già civilizzati il missionario è sempre benaccolto, e tutti si mostrano premurosi con lui equasi sempre pronti ad aiutarlo .

11 cuore dell'indioSe tra l'indio e il civilizzato non c'è rispetto

e amore, si dovrà dire la stessa cosa delle rela-zioni tra indio e indio? C'è tra loro amore re-ciproco' C'è solidarietà nel dolore,

Anzitutto non possiamo trovare tra gl'indi lacarità cristiana, che è frutto del Nangelo, primache il missionario ve l'abbia predicato . Non c'ètra loro neppure quello che può essere fruttodell'educazione . Dobbiamo pensare l'indio nelsuo stato primitivo e studiarlo nelle sue relazionifamiliari e sociali : in esse troveremo gli elementiper continuare le nostre indagini .

a) Relazioni familiariI genitori amano molto i loro figli ; i nonni,

i nipotini, che soddisfano in ogni loro capriccio .Quante cure, quanti sacrifizi per i figli, nella

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loro estrema povertà! Eppure, se i genitori ar-rivano a fare veri atti di eroismo per allevare ifigli, questi poi non corrispondono all'amore ededizione dei loro padri . Appena cresciuti, siemancipano dalle cure paterne e si sentono pa-droni della propria volontà . L'amore ai genitoripare si affievolisca molto quando formano unanuova famiglia .

Neppure l'amore naturale dei genitori ha unabase sicura, per il cinismo con cui sotterranovivo un figlio appena nato, soffocandolo comesi farebbe con un animale, quando questa turpeazione è imposta dalle prescrizioni del capotribù o di uno stregone .

b) Relazioni tra tribù e tribù

I membri di una tribù considerano comeestranei quelli di un'altra . I contatti sono man-tenuti specialmente attraverso il cambio delledonne, le quali costituiscono il fondamento dellerelazioni ; però regna sempre molta diffidenza .Qualunque avversità, furto, morte o male-

ficio, sono attribuiti a elementi di altra tribù .Lo spirito di vendetta è molto profondo. Ester-namente ha termine il litigio, ma presentandosil'occasione la vendetta si fa . Sono capaci di ven-dicarsi ancora dopo molti anni, quando nes-suno più l'avrebbe sospettato . È questa la ra-gione per cui, dopo una rissa, alcuni cambiano

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residenza, dopo aver bruciato la capanna, distruttele piantagioni di mandioca e tutto quello chepotrebbe favorire i loro nemici .

Altra cosa che alimenta le relazioni fra tribù etribù, oltre il cambio delle donne, è lo scambiodei prodotti propri di ogni tribù. I Tucani sonospecialisti nel fare gli sgabelli di un sol pezzo ;i Tuiucas, le belle barche ; i Dessanis, i cestivariopinti ; i Banivas, le grattuge per la man-dioca, ecc .

In certe occasioni anche le danze e feste, allequali invitano indi di altre tribù, servono amantenere queste relazioni alimentando così unacerta unione, però quasi sempre tutto è fondatosopra l'opportunismo e l'interesse materiale .

Non così tra gli indi cristiani. Questi, nellegrandi feste religiose, come Natale, Pasqua,Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bosco, si riu-niscono nella Missione in diverse centinaia, pro-venienti da tutte le tribù . Alloggiano nei barac-coni e passano tre o quattro giorni nella piùgrande familiarità e allegria .

E di regola non succede il minimo inconve-niente . L un piacere vederli! La carità di Cristoli ha accomunati e affratellati così bene, che maiavremmo sperato di ottenere risultati così con-solanti .

Sac . ANTONIO GIACONE -r , issionario salesiano

omaggio alla regalità di Maria in occasione della festa di Maria SS . Assunta, nella Casa

"M. Mazzarello " di Torino, le Figlie di Maria Ausiliatrice aprivano una Mostra Mariana, frutto dell'amoroso

studio e delle geniali iniziative delle Associazioni giovanili che fioriscono nelle Case delle Suore di Don Bosco .

La Madonna, apparendole in sogno, lepromette di guarirla - La mia mamma, nel-l'aprile scorso, fu colpita da trombosi cerebrale .Medici e specialisti accorsi non davano alcunasperanza di vita . Per ben tre mesi, la mia po-vera mamma ebbe sofferenze atroci . Le figlie,perduta ogni speranza nei rimedi della scienza,presero la reliquia del Servo di Dio Don Rinaldie la posero al capezzale dell'inferma, pregandolodi voler impetrare dall'Ausiliatrice 'a grazia dellaguarigione .

In un modo impressionante potemmo con-statarne l'intervento. La Madonna Ausiliatricele apparve in sogno per ben otto volte .

L'ultima volta fu il 7 luglio scorso . Erano lesei del mattino . La mamma aveva trascorsouna notte di sofferenze e di spasimi atroci e siera un po' assopita, quando, ad un tratto, videla Madonna che, battendole amorevolmente unaspalla, le assicurava che la grazia implorata dallefiglie e dal Servo di Dio Don Rinaldi, era stataaccordata. Infatti cominciò a migliorare sensi-bilmente con grande sorpresa dei medici, deiparenti e dei conoscenti, che la consideranorisuscitata da morte a vita .Canicattì (Agrigento)

Dott . AGATINA COMPARATO

Investito da un treno, si salva per mira-colo - Sono un cooperatore salesiano . SabatoI q febbraio, mentre in automobile ritornavo dallavoro con il mio principale, venivo investito daun treno ad un passaggio a livello, in localitàCossato di Biella.

Dopo il cozzo tremendo, l'automobile fu tra-scinata per ben 46 metri sul binario della fer-rovia, senza conseguenze irreparabili, anzi iouscivo miracolosamente illeso dalla macchinacompletamente sfasciata .

Ringrazio l'Ausiliatrice di avermi scampatoda un pericolo così grande e invio modesta of-ferta .

Biella-Chiavazza (Vercelli)PIETRO MOSCA-SIEZ

OSPEDALE DI S . MARIA NUOVA

IN REGGIO EMILIA

Si certifica che Barbieri Domenico di Armando,di anni 15, è stato degente dal 22-3-1955 al18-4 -1955 per una fa rna gravissima iperfireticadi corea . Le condizioni cliniche all'ingresso eranomolto preoccupanti per la vita del paziente . Laterapia è stata la seguente : salici'ici, cortisone,C.A .F., a , romirina, r'itanrinici, ecc . . ottenendolo sfebiraniento al io" giorno di degenza . . Lecondizioni progressivamente migliorarono fino allaguarigione .Reggio Emilia, 27-IV-1Q55

Firmato : Bossi

Un fatto singolare accompagna la prodi-giosa guarigione -- Nostro figlio Domenicodi anni 15, improvvisamente colpito da unagravissima forma iperfiretica di corea, fu traspor-tato all'ospedale di Reggio E ., dove le sue con-dizioni andarono aggravandosi . Il ragazzo nonpoteva più parlare, nè nutrirsi in alcun modo,ed i medici disperavano ormai di poterlo salvare .

Consigliati anche da nostra fig'ia, novizia trale Figlie di Maria A ., ci rivolgemmo con grandefiducia a S. Giovanni Bosco perchè volesse sal-varlo. Da allora, in brevissimo tempo (e questafu appunto la causa dello stupore dei medici),il nostro Domenico guarì perfettamente .

Vogliamo anche segnalare un fatto singolare :nei giorni in cui il figlio era in fin di vita, lalampada accesa davanti alla statua di Don Bosconella cappella delle Suore si spense ; si riaccese,senza l'intervento di a'cuno, quando l'amma-lato cominciò a migliorare . Riconoscenti aS. Giovanni Bosco, adempiamo la promessa euniamo il certificato medico .Sesso (Reggio Emilia)

Coniugi BARBIERI

Prima che entri in clinica, Don Bosco laguarisce - La mia piccola Renata era da piùgiorni affetta da un'altissima febbre. Tutti gliantibiotici vennero tentati, ma la febbre persi-steva e la piccola deperiva a vista . Un consulto

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mi consigliò di ricoverarla in una clinica diMessina per accertamenti. Accasciato, ma pienodi fede, con mia moglie ci rivolgemmo a S . Gio-vanni Bosco iniziando la novena . Smettemmointanto i medicinali in attesa di condurla a iMes-sina in clinica. Invece la mattina successiva--- il consulto era avvenuto di sera - la febbreera scesa, ed a mezzogiorno era già scomparsa .

Grato, rendo grazie a Don Bosco e invio pic-cola offerta .

Marina di Gioiosa Tonica - Locri

Avv . SEVERINO SFARA, ex allievo

Il Marcello, questa sera, lo faccio rientrareio in casa " -- Una sera d'inverno, in seguitoa violenti -acquazzoni che imperversavano daalcuni giorni, crollò un lungo tratto di murodella via Ardeatina, a qualche centinaio di metridalla chiesa del Quo vadis . In questa circo-stanza l\7aria Ausiliatrice preservò da sicuradisgrazia mio fratello .Marcello .

Quella sera, infatti, egli era uscito con unvicino di casa, nonostante che mia sorella edio ne lo dissuadessimo, per l'imminente tempo-rale, che poi non tardò a scatenarsi violentissimo .Pregai allora fiduciosamente Maria Ausiliatrice .Ad un tratto ebbi la sensazione di vederla da-vanti a me e di udirne queste parole : (~ Nontemere: iarcello, questa sera, lo faccio rientrareio in casa s .

Difatti egli rientrò sulla mezzanotte, insiemeal compagno, ma stravolto negli occhi e nellafaccia . Il compagno narrò . Di ritorno a casa,era stato colto da improvviso malessere, che gliaveva impedito di camminare oltre . « Che haiche senti ? » gli aveva chiesto il compagno .Nessuna risposta. A mio fratello mancava ilrespiro . Fu necessario fermarsi lì, sulla strada,in attesa che ripigliasse fiato. Alcuni secondidopo, qualche metro avanti, crollò fragorosa-mente il muro, proprio dal lato che essi co-steggiavano . Se avessero avanzato ancora dipochi passi, sarebbe forse successo una irrepa-rabile disgrazia .

Fummo tutti convinti che la Madonna liaveva fermati .

Roma

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ROSA DONNINI

Ogni giorno nel Santuario di

Maria Ausiliatrice si celebra

una santa Messa per tutti i

Cooperatori defunti.(Legato di Don Bosco)

Altri cuori riconoscenti

Salvucci Carlo e famiglia (Marrovalle-Macerata) afflitti daun dolore asprissimo, si rivolsero a M . A ., ponendo l'in-tercessione di S . G . Bosco e di S . D . Savio e furono pie-namente esauditi .Francesco Guarini (Foggia) dichiara di aver acuto un aiutomiracoloso da ;M . A ., S . G . B . e S . D . S . nel caso di unaemorragia interna .Delfina Toso aveva il genero sofferente di tanti disturbi :lo raccomandò di cuore a M . A . e a S . G . B. e lo videguarire perrettamcnte .Bianca Ghersi ved . Borsa ('Forino) sofferente di disturbiallo stomaco, pregò S . G . B . applicando per nove giornila reliquia . Ora si sente bene e può mangiare qualunque cosa .Vittoria Barco (Casalcermelli) da vari anni priva di notiziedi un fratello espatriato, si rivolse a M . A . e a S . G. B .•

le ebbe pronte e ottime .Giuseppe Avidano e famiglia (Torino) pellegrinò con com-mossa riconoscenza al Santuario di M . A . per ringraziarladi averlo guarito da meningite tubercolare .Suor Concetta Matrascia F . M. A . (Acireale) ottenne daM. A . la guarigione del babbo, sottoposto a due difficiliatti operatori .Bortolo Dallera (San Vigilio-Brescia) dichiara che 1M . A .e S . G . B. lo salvarono due volte in breve tempo : la primada grave investimento, la seconda da trombosi con paralisidel braccio e gamba destra .Luigina Coppo (Pontestura) desidera si sappia dai divotidi M. A, che ha ottenuto la straordinaria grazia della gua-rigione della sua Anna da poliomielite .Vittorina e Margherita Martinengo sono grate a M . A .,che ridonò sanità alla piccola Laura gravemente ammalata .Lucia Bijno in Sala ringrazia M . A . e S . G . B . per la felicenascita della nipotina, avvenuta in condizioni particolar-mente difficili .La famiglia Cordero rende note due segnalate grazie rice-vute per l'intercessione di NI . A . e dei Santi e Servi di Diosalesiani .Maria Cisi Capello (Torino) chiese a M . A ., a S . G . Bosco•

a Mamma Margherita di guarire da un male, che nes-suna cura medica aveva lenito, ed ora sta bene .Marianna Rossi ringrazia il S . Cuore di Gesù, che perintercessione di 11l . A . e di S . CG . B . l'ha liberata da unagrave malattia .Giuseppe Maria Cristina (Torino) ringrazia M . A . a S . G . B .per aver trovato impiego dopo molto tempo che era di-soccupato .Anna D'Alessandro (Portici) è felice di aver toccato conrasano la bontà di M. A ., che le guarì due volte un nipo-tino da grave malattia.Maria Luisa Garbero (Fontanile) rende nota la guarigionedel marito da un male alla gamba sinistra, che resistevaalle cure e diveniva pericoloso per l'età avanzata .Margherita Bastonero in Bertola (Rossana) assicura cheottenne da M . A . e da S. G . B . quanto chiese, in particolarela guarigione del marito e l'impiego per sè .Lelia Ganio (Ivrea) scioglie il suo voto ringraziando NI . A .•

S. G . B . per la guarigione del marito e per quella dellabambina .Natalina Barroero (Farigliano-Cuneo) è grata a 11 . 1 . A . e aS. D . Savio, che le guarirono la bambina malata da più anni .Felice di Stefano (Avula-Siracusa) sofferente di fegato, ar-teriosclerosi e miocardite, si rivolse a M . A . e a S . G. B .•

ne ebbe l'aiuto che desiderava ricuperando la salutedi prima .Maria Eugenia Bonzano (Torino) in due difficili operazioniai reni ebbe a esperimentare con somma gioia la tangibileassistenza di Maria Ausiliatrice, alla quale professa im-peritura riconoscenza .Noemi Dell'Osso (Bernalda-Matera) rende vive grazie aS. G. B . che, invocato con grande fede durante una dif-ficile operazione, l'aiutò a superarla felicemente e a mi-gliorare in salute .

Anna Avataneo (Poirino) manifesta tutta la stiariconoscenza per aver ottenuto da S . DomenicoSavio la grazia della guarigione .

Famiglia Miglio (Osasco) è grata a S . DomenicoSavio per una grazia ottenuta per sua interces-sione.

G . Lovera rende nota un'insigne grazia ricevutainvocando S. Domenico Savio .

Suor Anna M . Zanini, Ispettrice delle Figliedi M. A . (Lima-Perù) rende grazie a S . Do-menico Savio, insieme con le consorelle, per laccanrume di una suora affetta da grave ma-Li tn,,Fr. Raoul dei Minori Cappuccini del ConventoNotre-Dame de Paix di Parigi, manifesta lasua viva riconoscenza a S . Domenico Savio peraverne sperimentato la potenza d'intercessionea vantaggio della mamma .

Teresa Romano ved. Cordova (Marina di Pa-lizzi-Reggio Cal .) col cuore pieno di ricono-scenza ringrazia S . Domenico Savio, che leevitò di trovarsi in una situazione penosa .

Bice Di Mase (Sava-Taranto) dichiara che,ammalatosi il figlio alla vigilia dell'esame, loraccomandò a S . Domenico Savio ottenendonela pronta guarigione e un'esito brillante negliesami .

Un Chierico dello Studentato teologico sale-siano di Messina afferma di essere stato libe-rato, invocando S . D. S ., da disturbi che glitoglievano la tranquillità necessaria alla prepa-razione al Sacerdozio .

Giovanni Omage ex allievo salesiano (Torino),bisognoso di un particolare favore, si racco-mandò a S . G . B . e a S . I) . S . e, nonostantele aumentate difficoltà, riuscì nel suo intento .

Ottennero pure grazie da S. Donseniro Santo :

Avataneo A ., Avalle S ., Bordone 111 ., CeratoMaria, Collivadino fam ., Ferrero A. M., Gi-raudi G ., Lampiasi Giuseppina ved . Castelli,Mezzano G ., Mussetti Nicolino, Oderio M .,Rigat G., Santa M., Sassi Emma, SimonettiE., Valbresa S ., Vercelli Bacetti M

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"LA MORTE MA NON PECCATI "

Grazia o miracolo? --- Già sofferente da molti mesi,nel novembre 1954 fui colta da un morbo ancora scono-sciuto in Italia e quindi incurabile e per me mortale .Perciò il dottore De Bono di Verona mi consigliò di rag-giungere mia figlia sposata a Napoli . Qui, il 6 novembre,fui visitata dal prof. _MIagrassi, che diagnosticò il mio malegrave ed inguaribile .

L'esito delle ricerche fatte al midollo del bacino e dellosterno, risultò positivo . Seppi così di avere solamente piùquindici giorni di vita .

Ero rassegnata alla morte, ma o strazio di lasciare imiei due figli, di cui uno non ancora sistemato e solo aVerona, mi dette grande forza e fede nella preghiera . Qualchegiorno dopo, mia sorella mi portò un'immagine di S . Do-menico Savio. Non conoscevo questo nuovo Santo : guar-dare l'immagine e sentire dentro di me una grande spe-ranza, fu tutt'uno. Da quel giorno l'ho sempre tenutacon me, pregandolo tanto .

Non facevo cure speciali, data l'incurabilità del miomale ; eppure migliorai, i dolori cessarono ed anche unafrattura che ebbi alla clavicola si rinsaldò senza ingessa-tura. Stando proprio benino, un mese fa rifeci le radio-grafie. Con enorme sorpresa del radiologo e del prof . Ma-grassi, le mie ossa sono andate ricalcificandosi e, dopo seimesi di letto, ora comincio ad alzarmi .Via Aniello Falconi, 32 - Napoli

CARMELA INDIVERI

Guarito da trombosi cerebrale - Mio marito,Gerra Giuseppe, fu colpito da trombosi cerebrale consuccessiva embolia e paralisi parziale del corpo .

Un consulto tenuto dal dottore curante con un profes-sore diede il caso gravissimo e disperato . Mi rivolsi allorafiduciosa a S . Domenico Savio e a Don Filippo Rinaldi,pregandoli fervorosamente e promettendo la pubblicazionedella grazia con offerta per le Opere salesiane .

Alla visita medica del terzo giorno il dottore riscontròun tale improvviso miglioramento da esserne meravigliatoe da dichiararlo inspiegabile .

Oggi mio marito ha ripreso il suo lavoro normale edio adempio riconoscente la mia promessa .Torino

MARIA GERRA

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DON FILIPPO RINALOIDon Rinaldi è veramente il protettore della mia fa-

miglia - Ho sperimentato, in questi ultimi anni, la potenteintercessione di Don Rinaldi .

Mi ammalai gravemente e per consiglio dei medici lasciaila famiglia per sottopormi a cure energiche e ad un'operazionedi esito incerto . La degenza all'ospedale durò circa un annoe la mia pena s'accrebbe ancora quando anche il mio bimbo diquattro anni dovette essere ricoverato urgentemente .

Fu allora che, per le insistenze di mia sorella, Figlia diMaria Ausiliatrice, mi rivolsi piena di fiducia a Don Rinaldi,supplicandolo di venirmi in aiuto .

Il buon Padre non deluse le nostre speranze : tanto io cheil mio bambino ci siamo completamente ristabiliti .

Inoltre una delle mie sorelle doveva terminare gli studi,al compimento dei quali si opponevano difficoltà di vario ge-nere. Anche qui si fece sentire l'efficacia dell'intercessione diDon Rinaldi .

Perciò, mentre esprimo la mia riconoscenza, invio un'offertaper le Opere salesiane .

ANTONIETTA BIANCO in FOSSAT

Allora, abbandonati tutti i rimedi, mi sono rivolto aDon Rinaldi . -- Sento il dovere di rendere pubblica unagrande grazia ottenuta invocando il Servo di Dio Don Rinaldi.Tempo addietro soffrivo di un male assai strano e penoso al-l'orecchio destro, con dolore, sordità, ronzii, gonfiore - esternoe malessere generale che mi durò parecchi mesi. Feci parecchiecure, usai diversi rimedi' - 'tiitto inutilmente . Pensai si trattassedi un'otite, di disturbi della circolazione del sangue, di fattinervosi: applicai rimedi adatti, ma senza risultati soddisfacenti .Allora, abbandonati tutti i rimedi, mi sono rivolto, col vostroBollettino in mano, al Servo di Dio Don Rinaldi . Da quelmomento posso dichiarare di essermi sentito libero dal miomale .

Anche uno dei miei bambini, ammalatosi di otite purulenta,guarì nel giro di pochi giorni invocando Don Rinaldi . Ora nonmi stancherò di pregare questo Servo di Dio, che si è dimo-strato tanto sensibile ai miei dolori .Palermo, via Rosario Riolo, 33

Prof. GIUSEPPE ROLLERI

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Il ch . Francesco Maria Quagliotto,salesiano, ringgrazia Don Rinaldiper l'ottenuta guarigione dellamamtna e per la partenza-missio-naria .Suor Assunta Moroni (Villa Salus- Torino) in variee necessità siraccomandò fiduciosa a Don Ri-naldi e, per sua intercessione,ebbe le desiderate grazie .Maria Massetti (Torino) rendegrazie a 1) . F. R. per il feliceesito di una scabrosa vertenza .Rina Lanaro (Molvena) in unacircostanza di particolare preoc-cupazione ricorse con fede aD. R. e tutto fu risolto bene .Maestra Paola Botta (Brossasco-Cuneo) ringrazia D . R . per averlaaiutata in una vertenza che lateneva preoccupata da ben quattroanni .Una Figlia di Maria Ausiliatrice,residente a Castelletto Monfer-rato, ringrazia Don Rinaldi peraverne ottenuto, dopo fervorosanovena, la grazia di evitare unaoperazione.Rosetta Morte Tornir, essendoestremamente deperita in seguitoalla morte del marito, ricorse confiducia a Don Rinaldi e riacquistòla salute .Andrea Visconti (Revello-Cuneo)scioglie l'inno della sua ricono-scenza a Don Rinaldi per unabella grazia ottenuta dalla figlia .Lisetta Salverezza (Capriata d'Orba- Alessandria), affetta da linfo-granulomatosi con manifestazionialla parotide, invocò con vivis-sima fede Don Rinaldi e ne ot-tenne la guarigione . In paese siparlò di miracolo.Una Figlia di Maria Ausiliatrice(Roma) rende vivissime grazie aDon Rinaldi per averne ottenutoper sè la guarigione da seria ma-lattia e per il fratello l'impiegoatteso e alle condizioni desiderate .Giovanna Gili ('Forino) invocandoDon Rinaldi si sentì ispirata acambiare la cura di una sciaticadolorosissima e a farne un'altra,che riuscì nel migliore dei modi .

f

Pensai di pregare Don Andrea Beltrami -Nel novembre scorso mio padre, di anni 75,si ammalò di broncopolmonite e già gli era stataamministrata l'Estrema Unzione, quando iopensai di pregare Don Beltrami, affinché miottenesse da Dio la guarigione del caro papà .Fui esaudita! Mio padre migliorò ed oggi stabenino. Il Parroco del paese, che l'aveva vistogravissimo, mi disse: «La guarigione di suopapà ha del miracoloso» . Scrivo la presente perrendere pubblica la grazia, affinché molti pos-sano esperimentare' la potenza di questo Figliodi Don Bosco, che spero sia presto innalzatoagli onori degli altari .

Torino

MARGHERITA CONFORTI MASSIMELLI

I medici, dopo le analisi, dissero trattarsidi cancro -- Il bimbo Calvo Sotelo, di dueanni di età, fu internato nell'ospedale di San Pedroe poi trasportato a Buenos Aires per un malemisterioso e progressivo ad - una mandibola .Risultate inutili le applicazioni dei raggi, i me-dici, dopo accurate analisi, si persuasero trat-tarsi di cancro e consigliarono di riportarlo infamiglia, affermando che la scienza non potevafar nulla. Frattanto noi l'avevamo raccomandatoal Servo di Dio Zeffirino Namuncurà applican-done la reliquia al piccolo paziente . Quandogiunse il padre per portarselo a casa, la febbreaveva cominciato a diminuire. Il bimbo fu la-sciato all'ospedale, dove fu curato e, più tardi,con una facile operazione, furono eliminate leultime tracce del male.Buenos Aires MATILDE CARRANZA DE MODANO

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Chiede a Zeffirino tre grazie - elio ma-rito aveva avuto una grave congestione polmo-nare e, sebbene si fosse rimesso benino, avevaancora frequenti ricadute che lo indebolivano

sempre più . Avuta un'immagine del Servo diDio Zeffirino Namuncurà, decisi di chiederglila guarigione completa del marito, il buon esitodegli esami dei figli e per tutti una fede piùviva e pratica . Oggi posso dire che il marito hafatto un notevolissimo miglioramento, gli esamidei figli hanno avuto risultati eccellenti e la nostrafede va consolidandosi ogni giorno più .Telén (Argentina)

ANTONIO e ADELINA DEL V. DE ZIAURRIZ

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Rimane impressionata della bontà diZeffirino Namuncurà - Nel Bollettino Sa-lesiano del io ottobre 1954 lessi l'articolo « SanPio X e Zeffirino Namuncurà » e rimasi cosìimpressionata della bontà di questo pio gio-vanetto, che trovandomi da tempo travagliatada una indisposizione e non avendo avuto alcungiovamento dalle medicine, mi sentii spinta araccomandarmi a lui cominciando una novenain suo onore. Ne ebbi subito un bel sollievo nelmio male e più ancora nei mio spirito, tantoabbattuto. Ora attendo che completi la graziae continuo a pregare questo singolare frutto deisudori apostolici dei primi missionari inviati daDon Bosco in Patagonia .Torino, Via Ciamarella, 26 ANGELA TENORI

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI consede in TORINO, eretto in Ente Morale con

Decreto 13 gennaio 1924, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili con-testazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un Legato : . . . lascio all'Istituto Sale-siano per le Alissioni copi sede in Torino a titolo dilegato la somma di Lire . . . (oppure) l'immobilesito in . . . ll.Se trattasi, invece, di nominare crede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa

. . . Annullo ogni mia precedentee disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano perle llissioni con sede in Torino, lasciandoad essi) quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .(Luogo e data)

(Firnca per esteso)

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Scienziato e Apostolo

li 28 agosto scorso moriva quasi improvvisamente a Madridl'insigne nostro cooperatore Ing. GAiCIA DE VINUESA,Presidente nazionale degli Ex allievi nella Spagna .Era Direttore della Società Elettrica « Menjemor », Presi-dente di quattro altre Compagnie elettriche e dell'Asso-ciazione spagnola di Luminotecnica, assessore di parecchienti industriali e membro del Consiglio Superiore di ri-cerche scientifiche. Ultimamente si era pure dato allostudio dell'energia atomica, meritando dal ministero delLavoro e delle Industrie l'invito a far parte della Commis-sione dei quattro < Esperti di Energia nucleare », che rap-presentarono la Spagna al Congresso di Ginevra .'Nonostante questo cumulo enorme di lavoro, trovava tempoper dedicarsi all'apostolato come membro dell'AzioneCattolica lnterdiocesana e in svariate opere di carità e diassistenza sociale . E tutto faceva con una dignità e calmache suscitavano meraviglia in chi non lo conosceva comecristiano di Comunione quotidiana .Era così amato dai suoi operai che questi per ben duevolte lo liberarono dalla morte durante la guerra civiledel 1436-39, strappandolo dalle mani di quelli che loconducevano alla famosa <, passeggiatina », cioè ad essereassassinato per via sul e camion della morteEx allievo del nostro Collegio di Utrera, dove compì ilginnasio e il liceo, per Don Bosco ebbe sempre più chedivozione, affetto di figlio, e per i Salesiani cordialità ecollaborazione fraterna . Durante la citata guerra del '36salvò molti Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, ricove-randoli nella sua casa e aiutandoli a evadere .Eletto Presidente Nazionale degli Ex allievi nel 1922,tenne la carica fino alla morte, non risparmiando sacrifici,donandosi senza riserva, dando a tutti esempio di pietà,prudenza, generosità e fedeltà inconcussa allo spirito diDon Bosco e alle direttive dei Superiori .Da qualche settimana si sentiva stanco . Andò tuttavia alCongresso di Ginevra, compiendo un supremo sforzo divolontà . La prima adunanza lo entusiasmà, sicchè s'im-merse nel lavoro, pur trovando il tempo, da vero discepolodi Don Bosco, per la Messa e Comunione quotidiana. l ipenultimo giorno del Congresso si sentì assai male edebbe il presentimento di essere giunto alla fine dei suoigiorni . Perciò fece la sua confessione generale e tuttodispose per il gran viaggio, nonostante che stesse in piedi .Tornato a Madrid, i medici non riuscirono a diagnosticareil male, che progrediva inesorabile . Poche ore primadel trapasso, da buon papà volle dire ancora una parolaa quanti avevano lavorato sotto la sua direzione : ricordòloro come li avesse sempre amati, domandò a tutti per-dono e raccomandò di restar fedeli alla Religione, al lavoroe all'impresa, e di pregare per la sua anima . Molti operaipiangevano .Volle poi tutti i figli attorno al capezzale per dare lorogli ultimi ricordi: unione fraterna e gratitudine a Dio,alla Madonna e ai Salesiani che, collaborando con i suoigenitori, avevano radicato nel suo cuore il santo timoredi Dio, la divozione all'Ausiliatrice e alla SS . Eucaristia .Alla moglie in lacrime disse : <, Ti aspetto là! . . . Conservati in

L'Ing . Garcia de Vinuesa, in qualità di Decanodei Presidenti Nazionali degli Ex allievi diDon Bosco, presenta al Santo l'omaggio mondialedei figli convenuti a Tori io per 13 canonizzazione

di San Domenico Savio .

salute e di buon animo, per aiutare ifigli nell'educazione dei nipotiniLa sua morte, serena come quella di unpatriarca, al salesiano che lo assistevarichiamò quanto scrive Don Bosco nellavita del santo giovane Michele Magone :<~ lo non saprei qual nome dare alla suamorte, se non dicendola un sonno digioia che porta l'anima dalle pene dellavita alla beata eternità» .Il cordoglio fu unanime in tutte le sfere .I giornali e le riviste gli dedicarono bellepagine . I Ministri degli Esteri, del Lavoroe delle Industrie e dell'Istruzione Pub-blica, come S . E . il Nunzio Apostolico,il Primate della Spagna e il Vescovo Pa-triarca di Madrid ebbero per lui alteespressioni di elogio e di rimpianto .Negli ambienti salesiani degli Ex allievie dei Cooperatori, lascia un gran vuoto,ma soprattutto una scia luminosa di sa-lesianità operante .

La Famiglia salesiana che si sente gran-demente debitrice al compianto Amico eBenefattore, lo raccomanda ai generosisuffragi di tutti, per quanto la confortila dolce persuasione che la Vergine Au-siliatrice, al cui Santuario aveva pelle-grinato ancora recentemente, gli abbiagià ottenuto un bel posto nella gloriadel Cielo, accanto a Don Bosco .

T+NOSTRI-}-MORTIi-Cooperatori defunti

Sua Em . il Cardinale Giovanni De jongGiovedì 8 settembre, è piamente spirato in una casa di ri-poso S. Em. il Card . Giovanni De Jong, Arcivescovo diUtrecht e grande ammiratore di Don Bosco .

Nato nell'isola di Ameland il io settembre 1885, fu ordinatosacerdote il t5 agosto del igo8 . Studiò alla Gregoriana, aRoma, laureandosi in Filosofia e Teologia . Come professoredi Storia ecclesiastica, e rettore del Seminario Maggiore,richiamò su di sè l'attenzione con un classico Alanoale diStoria ecclesiastica in 4 volumi e con un governo pienodi saggezza . Assunto a Coadiutore, poi ad Arcivescovo diUtrecht (6 febbraio 1936), governò la Chiesa in Olanda du-rante il difficilissima periodo bellico . L'intrepidezza, la mo-derazione e la costanza con cui difese i diritti della Chiesacontro l'usurpatore, mossero il Sommo Pontefice a insignirlodella sacra porpora (1916), ma logorarono talmente il suofisico robusto da costringerlo a lasciare in breve tempo ilgoverno della diocesi .Intanto il compianto Presule si era acquistato altissime bene-merenze verso l'opera nostra, concedendo l'apertura di benquattro case salesiane nella sua archidiocesi nel giro di pochianni, un favore senza pari .In una lettera di ringraziamento per auguri natalizi nel igeo,manifestava i suoi sentimenti in proposito : ' Mi fu di veraconsolazione la sua affermazione, che mi considerano un lorobenefattore . Lo sono perchè ebbi la grazia di assistere allacanonizzazione di Don Bosco e ne fui profondamente im-pressionato,>. Preghiamo per questa anima serena e forte,semplice e grande nella sua magnifica attività apostolica .

S. E. Mons . Luca Guglielmo CastilloArcivescovo di Caracas e Primate del Venezuela, t a Caracasil 9-ts-t955 a 76 anni .La notizia, sparsa dalla radio, produsse profonda commo-zione in tutto il paese, dove era universalmente amato e ve-nerato . Il Governo decretò un lutto di tre giorni in tutta laRepubblica e gli fece tributare dall'esercito onori funebri paria quelli riservati a un Generale morto in campo di battaglia .Nato a San Casimiro (Aragua-Venezuela), il io febbraio 1879da pii genitori che si onoravano del titolo di Cooperatorisalesiani, fu tra i primi allievi che i Salesiani ebbero nel 1394 .Desiderò essere sacerdote salesiano, ma una grave affezionepolmonare, dalla quale guarì poi per grazia di Maria Ausi-liatrice, glielo impedì . Ristabilito, frequentò il Seminario diCaracas . Ordinato nel 19o5, trascorse 18 anni come Parroconel paese natale, dove lasciò un incancellabile ricordo delsuo zelo . Consacrato Vescovo di Coro nel 1923, resse quelladiocesi per 15 anni, quindi passò alla Sede Arcivescoviledi Caracas .Ebbe sempre per i Salesiani un affetto specialissimo . Amavaconsiderarsi salesiano, ed ai suoi intimi confidò il desiderio dimorire nella Congregazione per attuare il suo primo ideale .Del salesiano ebbe la linea semplice dell'ascetica, l'umiltàe la riserbatezza, copiata fedelmente da Don Bosco, e so-prattutto l'amore per i giovani, i poveri, gli umili, gli operai .E la gente umile aveva capito che il gran cuore dell'Arcive-scovo era tutto per loro ; perciò quando se ne conobbe lamorte, si commosse tutta la città, e più di 70 .000 personesfilarono a venerarne la salma .Non volle mai avere, neppure in regalo, un'automobile pro-pria, per non ferire la sensibilitl dei suoi poveri, e per avereoccasione di fare un po' di bene tra gli autisti dei taxi . Fuun vescovo che mai cessò di essere parroco . Ancora l'ultimanotte si alzò da letto per confessare nella clinica alcuni malatiche lo desideravano .Per Don Bosco aveva un amore di figlio, ne conosceva e dif-fondeva la vita, ed aveva sempre la sua statuetta sul tavolino .Ma il suo grande amore fu l'Ausiliatrice . Soleva dire scher-zosamente che l'amava più dei Salesiani . Non predicavasenza nominarla ; non confessava senza raccomandarne ladivozione . E la sua ultima impresa fu un atto d'amore perla Madonna . La prima cappella dedicata a Maria .'susihatricenel Venezuela, l'avevano eretta i suoi genitori, prima ancorache i Salesiani le edificassero un tempio . In questi ultimianni volle ingrandirla ed abbellirla, affinchè portasse degna-mente l'onore di quel primato . II 5 giugno la benedisse so-lennemente, con l'assistenza di ben 6 vescovi . Dopo disse :,- Ho fatto il mio dovere con la Madonna ; ora spetta a Leichiamarmi in Paradiso » . E così fu . Colto da insufficienzacardiaca, mentre si trovava in visita pastorale, moriva dopobreve malattia, e veniva sepolto nella cattedrale, il giornodella Vergine di Coromoto, Patrona del Venezuela .

Altri Cooperatori defuntiCav. Peppíno Archenti, t a Milano il z6-vnt-tg55 a 77 anni .Da trent'anni era lettore assiduo del Bollettino e da due anniCooperatore salesiano.Lascia in tutti i parenti e' conoscenti il mirabile esempio diuna gioiosa conformità al volere di Dio nelle prove della vitae di un costante ottimismo, veramente salesiano .

Emilia Bamonte nata Andreola, t a Roma il 3o-vtt-1955a 87 anni .La dedizione ai grandi doveri della famiglia, l'umile oscuroquotidiano lavoro, l'amore del prossimo, l'affetto verso gliumili, i deboli, i poveri riempirono i suoi giorni fino all'estremo limite della vita, tutta intessuta di cristiane aspirazionied affetti .L'educazione e l'istruzione professionale dei tigli impegna-rono completamente la sua vita di madre cristiana ; la suatenera divozione a Maria Ausiliatrice e lo spirito di Don Bo-sco che l'animava le assicurarono il felice successo .

Erminio Giuseppe Malnati, t a Pieve Alpago (Belluno' .Esempio di fede e di pratica cristiana, nutrì anche una parti-colare divozione a Maria Ausiliatrice e a S . Giovanni Bosco,di cui beneficò le opere in vita e in morte .

Anna Burlina, t a Susa il 29-vtt-1955 .e Con lei si è spenta la lampada vivente della Cattedrale v .Così il suo Prevosto .Madre di sette figli, ne consacrò al Signore tre, oggi sacerdotisalesiani : privilegio e grazia che, lasciandola umile, le pro-curavano una gioia commossa, che andò crescendo fino algiorno del premio .

Ainardi Vittoria ved . Rodari - Bertone Ernesto - BertoncGian Paolo - Caccia Angelo - Capra Rosa - Clerici Gilberto -Coletto Eugenio - Colussi Amalia - Ferrando Erminia - Fer-raro Albino - Ferrazzi Don Lucio - Fontana Salarin Maria -Gonella Cerrato Susanna - Pizzolante Pasquale - RibaldoneClementina - 'Tedesco Giuseppe - 'l'ogni Massimiliano -Ugolini Desolina - Villa Cav . Dott . Luigi .

Salesiani defuntiSac. Agostino Auffray, t a Losanna (Svizzera), il 29-vn-1955 a 74 anni .Don Auflrav : nome caro a molti nostri lettori per le sue bril-lanti pubblicazioni su Don Bosco e il suo apostolato .Accolto nella Famiglia salesiana dal venerabile Don Ruanel 1897, dopo aver svolto un'attività ricca di frutti nel Bel-gio e nella Francia, fu chiamato dai Superiori a 'l'orino perla redazione del Bollettino Salesiana francese . Per oltre ventianni rimase fedele al suo posto, riferendo con appassionatoamore gli sviluppi rapidi e sorprendenti della CongregazioneSalesiana nel mondo .Negli anni passati al Centro, potè attingere alle fonti unapiena e profonda conoscenza di Don Bosco, che gli servi aportare un contributo notevole alla glorificazione del Padre .Il suo capolavoro resterà sempre la biografia di S . GiovanniBosco, la quale, fatto raro nel campo agiografico, ha raggiuntole cento mila copie, oltre le traduzioni in altre lingue . Moltealtre opere uscirono dalla sua fecondissima penna, come lavita di Don Rua, di S. Domenico Savio e di Mamma Mar-gherita .Tempra di fuoco e oratore eloquente, manifestò il suo ar-dente amore a Don Bosco anche percorrendo gran parte dellaFrancia e del Belgio per diffondere il messaggio salesianonelle parrocchie, nelle cattedrali, nei piccoli e grandi seminari .1 numerosi suoi ammiratori e amici vogliano unirsi a noinel ricambiare il bene ricevuto dal caro Estinto con generosisuffragi .Sac. Lorenzo Gatti, t a Recife (Pernambuco) a 73 anni .Sac. Modesto Valenti, t nell'Ospedale di Paterson (StatiUniti) a 68 anni .Sac. Vittorio Biancu, t a Cagliari a 68 anni .Sac. Enrico Vittore Doíg, t a Del Valle (Argentina) a 4o anni .Ch. Gíovanní Bednarczyk, t a Skasva (Polonia) a 26 anni .Ch. Gíovanní Bel%, t a Oswiecim (Polonia) a 25 anni .Ch. Stefano Karner, t a Vienna sxn-Stadlau il 23-111-1955a zs anni .Coad . Antonio Gíarrizzi, t a Palermo-D. Bosco il 17-VII-19 .5q a 76 anni .

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

Borse da completareBorsa Rosso Pietro, a cura di Rosso Maria (Udine) -Somma prec . 18 .ooo - N. vers . 5000 - Tot . 32 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di Plazzotta Margherita(Buenos Aires) - Somma prec. 20 .500 - N. vers . Io .Soo- Tot. 3i .ooo .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di Bernasconi Bruna- Somma prec . i8 .i8o - Rita Bottaro 15 .500 ; BussoneAngelo 500 ; N. N . 2000 ; Malvicino B . zzoo ; Signetto G .Icoc ; Caratti G . Soo ; Proi G. 5oo ; Rondolini Mario Iooo- Tot . 41 .380.Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di E . M. (Savona) -Somma prec Io .Soo - Maria Rizzato Boschiero 22 .6*0 -

101- 33 .ii0 .Borsa Rossi Toftoloni Linda (T0), a cura dei figli Gaetano,Fina, '.ntt,nio R ., Margherita Zanon R . (Vicenza) - 1 ° vers.34 .') 00 .Borsa Polla Ezio (5°), a cura dei coniugi Alberto Besozzi,Maria Gonella (Varese) - i° vers . 23 .000 .li .orsa Rinaldi Don Filippo, a cura di P . C . - i° vera. 15 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura dell'Ing . Bairati Gio-vanni - i ° vers . 25 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, Don Bosco santo, a cura diBerta Giovanni (Alessandria) - i° vers . iooo .Borsa Rua Don Michele, proteggete i miei cari, a cura diAnfossi M. Teresa - Somma prec . 40 .200 - N. vers . 5000

Tot . 45 .200.Borsa S . Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, proteggete i mieilìgli Marcello e Ruggero, disperso in Russia, a cura di SpregaUgo, Generale di Divisione (Roma) - Somma prec . 20 .000- N. vers . 20 .000 - Tot . 40 .000 .Borsa S . Domenico Savio, proteggi i giovani che ti sonoaffidati, a cura di C . G . (Torino) - io vers . i o .ooo .B irsa S . Cuore di Gesù, M . Ausiliatrice, Don Bosco, acura di De Franceschi C . (Udine) - Somma prec . 31 .000- N. vers . i8 .ooo - Tot . 413 .000 .Borsa S . Giuseppe, salvatemi e in suffragio, a cura di An-tonio Salotti (Terni) - i° vers . Io .ooo .Borsa S. Cuore di Gesù, M . SS . del Carmine, S . G . Bosco,aiutate noi vivi e parenti defunti, a cura di Carmela Ales-sIndrini (Trento) - i° vers . 5000 .Borsa S . Cuore di Gesù, M . Ausiliatrice, cotuedete a DonBosco per noi grazie spirituali e tetuporali e la salute eterna,.i cura di S . L . (Catania) - i° vers . 5000 .

Borsa S . G. Bosco e Don F.inaldi, secondo le intenzioni diClorinda De-Martini Invernizzi (Conio) - i° vers . 5000,Borsa S . Frediano e S. G . Bosco (2 0), a cura del Cav. Ot-tone Frediano e Maria S. (Alessandria) - io vers . 12 .000 .Borsa S . Felice e S . G. Bosco, a cura di Felice Somasca(Milano) - i° v ers. i o .ooo .Borsa S . Domenico, a cura di A . Z . (Piacenza) - Sommaprec, io .ooo - N. vers . 7500 - Tot . 17 .500 .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di A. Z . (Piacenza) -Somma prec . 10 .000 - N. vers . 75oo - Tot . 17 .500 .Borsa S . G . Bosco, proteggi la mia famiglia, a cura di Ave-dano Giovanni (Conio) - 1° vers . 20 .000.Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di Brunero Francesco. i° vers . 20 .000 .Borsa Signorini Don Mario, a cura del nipote Sergio -i° vers . 5000 ; Signorini Cesarina iooo ; Ferrari AldicciniElda tono - Tot . 7000 .

BOLLETTINO SALESIANOi' NOVEiYiRRE 19gS ANNO LXXIX . T; . 21

fZ0%Id%%filBorsa S. Pio X, a cura di M . R . - Somma pree . 00 .000 -N. vers . 15 .000 ; Giovannini Caterina 500 ; Binello RosaRosso 5000 - Tot. 40 .500 .Borsa S . Filippo di Gesù, a cura dei fedeli del Tempio diS. Filippo-Lagos-Jal (Messico) - Somma prec . 8095 -N. vers. 13 .092 - Tot . 21 .187 .

Borse completeBorsa Mellano Don Giovanni, in suffr . delle anime di jamese Candida Badasci, a cura di D. B . Badasci (California)- L . 62 .600 .Borsa M. Ausiliatrice, S . G. Bosco, S . D . Savio, completatemila grazia, date la salute dell'anima e del corpo a me e ai mieicari, a cura di un ex allievo Romagnolo F . E. - Tot . 50 .000 .Borsa Bava Giuseppe Felice, in suffr ., a cura della MadreBava-Protti (Chivasso) -Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, S . D . Savio, a curadi una pia persona di Sondrio - L . 50 .000 .Borsa S . Pio X, in suffr . delle sorelle e zia, a cura di Vi-glietti Teresa e Caterina (Cuneo) - L . 50 .000 .Borsa Don Rinaldi e Santi salesiani, secondo le intenzionidi Silvia D'Amico (Catanzaro) - L . 50 .000 .Borsa Gesù, Maria, vi amo, salvate anime, a cura delleSorelle C. (Como) - L. ioo .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, chiama molti operai alla vigna delSignore, a cura di D . Arcangelo Bonomi (Verona) -L . 50 .000 .Borsa S . G . Bosco ci protegga zii vita e in morte, a cura diO. G . (Genova) - L . 50 .000 .Borsa Missionario salesiano, prega sempre secondo le inten-zioni del tav . Francesco Lavinia (Livorno) - L. 50 .000 .Borsa Vergine Ausiliatrice, grazie! mantengo la promessa,a cura di M. Nave (Venezia) - L . 50 .000 .Borsa M. Ausiliatrice, S. G. Bosco, S . Giuseppe, aiutate,proteggete la mia famiglia, a cura di Pia Bombino-Brandi(Bari) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, proteggi, benedici, consola i mieicari, vivi e defunti, a cura di Beatrice Alesi (Ascoli Piceno)- l . . 50 .000 .Borsa Rinaldi Don Filippo, a cura di Macera Giovanni(Torino) - l ., 50 .000 .Borsa M. Ausiliatrice, in suffr. della Fam. Renvera Angelo,a cura dei coniugi Torterolo (Savona) - L. 5o .ooo .Borsa S . G . Bosco, S . M . Mazzarello, Santi e Servi di Diosalesiani, unite la naia fam. in Paradiso, a cura di Giusep-pina Beglinomini (Firenze) - L . 50 .000 .Borsa S . Cuore di Gesù, M. Ausiliatrice, per ottenere aiutoin vita e in morte, a cura di M. D . (Caserta) - L . 50 .000 .Borsa S . G . Bosco e S . D . Savio, in suffr . di tutti i miei cari,a cura di M. D . (Caserta) - L. 50 .000 .Borsa Bontempelli Enrichetta e figlia Lina, per impetrareda Don Bosco la protezione, a cura di Mary Re-Testa (Ber-gamo) - Somma prec . 45 .000 - N. vers . 5000 - Tot . 50 .000 .Borsa M. Ausiliatrice e S . G . Bosco intercedano per i nostrivivi e defunti, a cura dei parrocchiani di Cadeo (Piacenza)- Somma prec . 42 .700 - N. vers . 12 .000 - Tot . 54 .700 .Borsa Gesù, Giuseppe, Maria, a cura di F. A . M. (Pavia) -L . 50 .000 .Borsa M . Ausiliatrice e S. G . Bosco, in suffr . di Oliva AdeleAnsenda, a cura di Coppola Luigi (Imperia) - Somma p rec .i o .ooo - N. vers. 40 .000 - Tot. 50 .000

(Continua)

Autorizzazione del Tribunale di Torino in data 16-2-1949 - n . 403 . Con approvazione ecclesiastica .Dirett . resp . : Sac . Dott . PiE'i'RO ZEaRixO, via Maria Ausiliatrice, 32 . Torino (7015) .-Off. Grafiche SEI

?ù,upaqui di imita

PIRRONE VALENTINO

RICALDONE PIETRO

ROSMINI ANTONIO

ALIGHIERI DANTE

BORTONE GIUSEPPE

HORATII FLACCI Q .

MANZONI ALESSANDRO

PELLICO SILVIO

PETRARCA FRANCESCO

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P. VERGILII MARONIS

(continuazione da pagina 2 di copertina)

Novum Iesu Christi Testamentum graece et latine. Re-censuit Sixtus Colombo, Sal . Soc. Presb. Textus graecus iuxtaCod. Vaticanum 1209 B. saec . IV, addita Vulgata Sixto-Clementinaversione ex adverso cuiusque paginae ad orthographiam diligen-ter emendata, cum notis ad locos Sacrac Scripturae pertinentibus ;parva forma, pag. IV-1388, addito Codicis specimine .Vol . I. EvangeliaVol . II. Actus Apostolorum . Epistolae . ApocalypsisCanti della natura. Pag . 340

Esercizio della buona Morte . Manuale per il ritiro mensile . Pag. 318La perfezione cristiana . Pagine di ascetica a cura di M . F .Sciacca. Volume di pag . 678

Ss. Patrum Apostolicorum Opera graece et latine edenda cu-ravit et praefatus est Sixtus Colombo Sal . Sac. Presb . Pag . xIx-756

SERIE LETTERARIALa Divina Commedia con brevi note di L . Pietrobono . Pag . 746Il codice della cortesia italiana . Pag . VII I - 322Opera recensuit commentariolo et indice instruxit E . Curotto .Pag . XXXII-416

I Promessi Sposi. Storia milanese del sec. XVII con introdu-zione e brevi note di Carlo Steiner . Pag . 792

Le mie prigioni. Con discorso introduttivo e note storiche diFederico Ravello . Pag . XXXII-336

"Il più bel fior ne colsi" . Brevi note di F. Ravello . Pag. xL-262La Gerusalemme liberata con introduzione e note di Fede-rico Ravello. Pag. xxxl-444Opera recensuit commentariolo et indice instruxit S . Colombo. Pag . 578

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