Anno xxxi n° 26 20 luglio 2014

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ANNO XXXI N° 26 - 20 Luglio 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Venerdì 11 luglio è stato pre- sentato a Roma il Rapporto Ca- ritas 2014 (disponibile nel sito www.caritasitaliana.it) su “Il bilancio della crisi. Le politiche contro la povertà in Italia”. Sono intervenuti mons. Fran- cesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, Cristiano Gori docente all’Università Cattolica del Sa- cro Cuore di Milano, e Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Tra i dati contenuti nel Rapporto, impres- siona quello secondo cui nel 2012 vivevano in povertà as- soluta 4,8 milioni di persone residenti in Italia, pari all’8% del totale, mentre nel 2007 erano 2,4 milioni, cioè il 4,1%. In altre parole, i poveri sono raddoppiati in cinque anni. Cosa hanno fatto, nel frattempo, i governi che si sono succeduti per combattere questo allarmante fenomeno? «Cosi come nel Rapporto Immigra- zione e nel Rapporto Povertà, - ha spiegato mons. Soddu - Caritas Italiana si propone di consegnare una prospettiva di analisi dei fenomeni sociali di questo tempo, in questo Rapporto si vuole concorrere alla riflessione sulla efficacia delle forme istituzionali di contrasto alla povertà, per stimolare un dibattito pubblico, suscitare la più ampia e condivisa consapevolezza intorno a questi fenomeni, promuovere la coscienza comune di un impegno doveroso a far fronte ad essi». La scelta della povertà “assoluta” come campo di indagine di questo Rapporto, ha ag- giunto Soddu, «non è il segno di una rinuncia a pensare ad un paese più giusto, un paese cioè in cui stia a cuore ai decisori pubblici una più equa ripartizione delle risorse, ma significa as- sumersi la responsabilità di indicare non solo i fattori e le condizioni socio-economiche più esposte ai rischi di una condizione di grave esclusione, ma anche indicare valutazioni fondate e prospettive realizzabili di politiche pubbliche». «L’ambizione che nutriamo – ha concluso - è quella di inaugurare, a partire da quest’anno, un itinerario di analisi, approfondimento, studio e ricerca che permetta di realizzare uno strumento di riflessione a cadenza annuale, limitato negli obiettivi, ma potenzialmente prezioso in questa fase della vita del Paese». Presentato il Rapporto Caritas 2014 In Italia i poveri raddoppiano. Quali politiche? È passato poco più di un mese da quell’8 giugno in cui, nei giardini vaticani si respirava una pro- mettente aria di pace, espressa nella preghiera a più lingue voluta da papa Francesco con Shimon Perez e Mahmoud Abhas e il patriarca Bartolomeo I. La difficoltà dell’appagamento di questo de- siderio lo si poteva intuire dal contenuto delle preghiere stesse, in quell’intreccio di richieste a Dio dove erano evi- denti gli ostacoli che gli uomini continua- vano caparbiamente a porre. In quel tor- mentato Oriente ogni motivazione è stata giustificativa di numerosi morti, dove, finché si co- struiranno muri per difendersi dal ne- mico, il desiderio di Isaia di trovare il lupo e l’agnello pa- scolare insieme, non potrà avverarsi. Dio non interviene là dove l’uomo non collabora, là dove, esercitando la propria libertà, cova odio e rancore. Tutto questo, disse allora papa Francesco, si può raggiungere solo con una parola: fratello, che non può essere un sem- plice suono, ma una espressione piena di fatti. Così il Papa: “Ci vuole coraggio per dire sì al- l’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza: sì al negoziato e no alle ostilità: sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per fare tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo”. Il presidente Peres riprese subito le parole di Francesco: “Israeliani e palestinesi desiderano ancora ardentemente la pace. Le lacrime delle madri sui loro figli sono ancora incise nei nostri cuori. Noi dobbiamo mettere fine alle grida, alla violenza, al conflitto. Noi tutti abbiamo bi- sogno di pace. Pace fra eguali”. Ma la pace “non viene facilmente. Noi dobbiamo adoperarci con tutte le nostre forze per raggiungerla. Per raggiungerla presto. Anche se ciò richiede sa- crifici o compromessi. Dobbiamo perseguirla per renderla più vicina. È in nostro potere portare la pace ai nostri figli. Questo è il nostro dovere, la missione santa dei genitori”. Poi fu la volta di Abhas. Forte la sua richiesta di “una pace comprensiva e giusta al nostro Paese e alla regione cosicché il nostro popolo e i popoli del Medio Oriente e il mondo intero possano godere il frutto della pace, della stabilità e della coesistenza.., Ti supplico, o Signore. di rendere il futuro del nostro popolo prospero e promettente, con libertà in uno stato sovrano e indipendente. Noi desideriamo la pace per noi e i nostri vicini e cerchiamo la prosperità e pensieri di pace”. Si disse subito che l’intuizione di papa Francesco era stata formidabile perché il conflitto tra Israe- liani e Palestinesi non si potrà risolvere solo per via politica. Occorre una grande conversione degli uomini che vivono quel conflitto, qui molto può la preghiera. “Si tratta di purificare il rapporto tra religione e politica”, scrisse Gian- franco Brunelli,il direttore de Il Regno -. “per fare ciò la preghiera è lo strumento più adatto. Aver spinto i politici a pregare, come ha fatto il Papa significa ricercare un gesto puramente re- ligioso e autenticamente politico. E’ una strada difficile perché deve coinvolgere gli stessi popoli, ma se cominciamo dalla fratellanza qualche progresso è possibile”. Sarebbe possibile se gli interessi di altri Stati, specialmente quelli Occidentali, non confluissero in questa situazione. Sono troppi quelli che con- tinuano a fornire armi ai due contendenti. Anche l’Italia, come si apprende dalle cronache, fa la sua parte fornendo a Israele i primi dei 30 velivoli M-346 da addestramento avanzato, co- struiti da Alenia Aermacchi (Finmeccanica), che possono essere usati anche come caccia per l’attacco al suolo in operazioni belliche reali. L’atteggiamento ambiguo di molti Stati che si professano civili, non favoriscono certamente la pace nel mondo. Intanto, dopo l’Angelus, domenica 13 luglio, papa Francesco ha invitato ancora alla preghiera i presenti, con un minuto di silenzio, ma anche i responsabili politici locali e internazionali. Ed ha aggiunto: “Qualcuno potrebbe pensare che l’incontro dell’8 giugno sia avvenuto invano. Invece no, perché la pre- ghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione”. La preghiera del Papa: “Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrut- to!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace... Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono”. Non saranno le armi a portare la pace nella tormentata regione della Terra Santa Solo la conversione e la preghiera lo possono, come continua a ripetere papa Francesco. Pietro Pompei Papa: Domenica del Mare Dopo la preghiera mariana e l’appello per la pace in Terra Santa, Francesco ha ricordato che domenica 13 luglio ricorreva la “Domenica del Mare”. “Rivolgo il mio pensiero - ha detto - ai marittimi, ai pescatori e alle loro famiglie. Esorto le comunità cristiane, in particolare quelle costiere, affinché siano attente e sensibili nei loro confronti. Invito i cappellani e i volontari dell’Apostolato del Mare a continuare il loro impegno nella cura pastorale di questi fratelli e sorelle. Tutti affido, specialmente quanti si trovano in difficoltà e lontano da casa, alla materna protezione di Maria, Stella del Mare”. Foto Zotta MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2014: PROMUOVERE UN TURISMO CHE SI SVILUPPI IN ARMONIA CON LA COMUNITÀ CHE ACCOGLIE L’11 luglio 2014 il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha reso pub- blico il Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2014 (27 settembre), promossa dall’Or- ganizzazione Mondiale del Turismo (OMT), sul tema: “Turismo e sviluppo comunitario”. Il Messaggio è a firma del Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Dicastero e del Vescovo Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio. Nel testo viene sottolineato lo stretto rapporto fra sviluppo comunitario e sviluppo umano integrale, proprio della dottrina so- ciale della Chiesa, ricordando che gli esseri umani sono custodi e non proprietari della creazione. Il Messaggio si sofferma anche sui programmi di sviluppo sostenibile e solidale nelle aree più svantaggiate, sottolineando il ruolo delle comunità locali nella difesa, nella valorizzazione del proprio patrimonio naturale e culturale, e nell’arricchimento umano ed economico che il turismo responsabile apporta ai suoi protagonisti, promuovendo valori come il rispetto reciproco e la tol- leranza. Segue a pag. 2

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ANNO XXXI N° 26 - 20 Luglio 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Venerdì 11 luglio è stato pre-sentato a Roma il Rapporto Ca-ritas 2014 (disponibile nel sitowww.caritasitaliana.it) su “Ilbilancio della crisi. Le politichecontro la povertà in Italia”.Sono intervenuti mons. Fran-cesco Soddu, Direttore di CaritasItaliana, Cristiano Gori docenteall’Università Cattolica del Sa-cro Cuore di Milano, e GiulianoPoletti, Ministro del Lavoro edelle Politiche sociali. Tra i daticontenuti nel Rapporto, impres-siona quello secondo cui nel2012 vivevano in povertà as-soluta 4,8 milioni di personeresidenti in Italia, pari all’8% del totale, mentrenel 2007 erano 2,4 milioni, cioè il 4,1%. In altreparole, i poveri sono raddoppiati in cinque anni.Cosa hanno fatto, nel frattempo, i governi chesi sono succeduti per combattere questo allarmantefenomeno? «Cosi come nel Rapporto Immigra-zione e nel Rapporto Povertà, - ha spiegatomons. Soddu - Caritas Italiana si propone diconsegnare una prospettiva di analisi dei fenomenisociali di questo tempo, in questo Rapporto sivuole concorrere alla riflessione sulla efficaciadelle forme istituzionali di contrasto alla povertà,per stimolare un dibattito pubblico, suscitare lapiù ampia e condivisa consapevolezza intorno aquesti fenomeni, promuovere la coscienzacomune di un impegno doveroso a far fronte adessi». La scelta della povertà “assoluta” come

campo di indagine di questo Rapporto, ha ag-giunto Soddu, «non è il segno di una rinuncia apensare ad un paese più giusto, un paese cioè incui stia a cuore ai decisori pubblici una piùequa ripartizione delle risorse, ma significa as-sumersi la responsabilità di indicare non solo ifattori e le condizioni socio-economiche piùesposte ai rischi di una condizione di graveesclusione, ma anche indicare valutazioni fondatee prospettive realizzabili di politiche pubbliche».«L’ambizione che nutriamo – ha concluso - èquella di inaugurare, a partire da quest’anno, unitinerario di analisi, approfondimento, studio ericerca che permetta di realizzare uno strumentodi riflessione a cadenza annuale, limitato negliobiettivi, ma potenzialmente prezioso in questafase della vita del Paese».

Presentato il Rapporto Caritas 2014

In Italia i poveri raddoppiano. Quali politiche?

È passato poco più di un mese da quell’8 giugnoin cui, nei giardini vaticani si respirava una pro-mettente aria di pace, espressa nella preghiera apiù lingue voluta da papa Francesco con ShimonPerez e Mahmoud Abhas e il patriarca BartolomeoI. La difficoltà dell’appagamento di questo de-siderio lo si poteva intuire dal contenuto dellepreghiere stesse, in quell’intreccio di richieste aDio dove erano evi-denti gli ostacoli chegli uomini continua-vano caparbiamentea porre. In quel tor-mentato Orienteogni motivazione èstata giustificativadi numerosi morti,dove, finché si co-struiranno muri perdifendersi dal ne-mico, il desiderio diIsaia di trovare illupo e l’agnello pa-scolare insieme, nonpotrà avverarsi. Dionon interviene làdove l’uomo noncollabora, là dove, esercitando la propria libertà,cova odio e rancore. Tutto questo, disse allorapapa Francesco, si può raggiungere solo conuna parola: fratello, che non può essere un sem-plice suono, ma una espressione piena di fatti.Così il Papa: “Ci vuole coraggio per dire sì al-l’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e noalla violenza: sì al negoziato e no alle ostilità:sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sìalla sincerità e no alla doppiezza. Per fare tuttoquesto ci vuole coraggio, grande forza d’animo”.Il presidente Peres riprese subito le parole diFrancesco: “Israeliani e palestinesi desideranoancora ardentemente la pace. Le lacrime dellemadri sui loro figli sono ancora incise nei nostricuori. Noi dobbiamo mettere fine alle grida,alla violenza, al conflitto. Noi tutti abbiamo bi-sogno di pace. Pace fra eguali”. Ma la pace“non viene facilmente. Noi dobbiamo adoperarcicon tutte le nostre forze per raggiungerla. Perraggiungerla presto. Anche se ciò richiede sa-crifici o compromessi. Dobbiamo perseguirlaper renderla più vicina. È in nostro potereportare la pace ai nostri figli. Questo è il nostrodovere, la missione santa dei genitori”. Poi fula volta di Abhas. Forte la sua richiesta di “unapace comprensiva e giusta al nostro Paese ealla regione cosicché il nostro popolo e i popolidel Medio Oriente e il mondo intero possanogodere il frutto della pace, della stabilità edella coesistenza.., Ti supplico, o Signore. direndere il futuro del nostro popolo prospero epromettente, con libertà in uno stato sovrano eindipendente. Noi desideriamo la pace per noie i nostri vicini e cerchiamo la prosperità epensieri di pace”.Si disse subito che l’intuizione di papa Francescoera stata formidabile perché il conflitto tra Israe-

liani e Palestinesi non si potrà risolvere solo pervia politica. Occorre una grande conversionedegli uomini che vivono quel conflitto, quimolto può la preghiera. “Si tratta di purificare ilrapporto tra religione e politica”, scrisse Gian-franco Brunelli,il direttore de Il Regno -. “perfare ciò la preghiera è lo strumento più adatto.Aver spinto i politici a pregare, come ha fatto il

Papa significa ricercare un gesto puramente re-ligioso e autenticamente politico. E’ una stradadifficile perché deve coinvolgere gli stessi popoli,ma se cominciamo dalla fratellanza qualcheprogresso è possibile”.Sarebbe possibile se gli interessi di altri Stati,specialmente quelli Occidentali, non confluisseroin questa situazione. Sono troppi quelli che con-tinuano a fornire armi ai due contendenti. Anchel’Italia, come si apprende dalle cronache, fa lasua parte fornendo a Israele i primi dei 30velivoli M-346 da addestramento avanzato, co-struiti da Alenia Aermacchi (Finmeccanica),che possono essere usati anche come caccia perl’attacco al suolo in operazioni belliche reali. L’atteggiamento ambiguo di molti Stati che siprofessano civili, non favoriscono certamentela pace nel mondo. Intanto, dopo l’Angelus,domenica 13 luglio, papa Francesco ha invitatoancora alla preghiera i presenti, con un minutodi silenzio, ma anche i responsabili politicilocali e internazionali. Ed ha aggiunto: “Qualcunopotrebbe pensare che l’incontro dell’8 giugnosia avvenuto invano. Invece no, perché la pre-ghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal malené rassegnarci a che la violenza e l’odio prendanoil sopravvento sul dialogo e la riconciliazione”. La preghiera del Papa: “Ora, Signore, aiutaciTu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace,guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e inostri cuori e donaci il coraggio di dire: “maipiù la guerra!”; “con la guerra tutto è distrut-to!”. Infondi in noi il coraggio di compieregesti concreti per costruire la pace... Rendicidisponibili ad ascoltare il grido dei nostricittadini che ci chiedono di trasformare lenostre armi in strumenti di pace, le nostrepaure in fiducia e le nostre tensioni in perdono”.

Non saranno le armi a portare la pace

nella tormentata regione della Terra Santa

Solo la conversione e la preghiera lo possono, come continua a ripetere papa Francesco.

Pietro Pompei

Papa: Domenica del Mare

Dopo la preghiera mariana e l’appello per la pacein Terra Santa, Francesco ha ricordato che domenica13 luglio ricorreva la “Domenica del Mare”.

“Rivolgo il mio pensiero - ha detto - ai marittimi,ai pescatori e alle loro famiglie. Esorto le comunitàcristiane, in particolare quelle costiere, affinchésiano attente e sensibili nei loro confronti. Invito icappellani e i volontari dell’Apostolato del Mare acontinuare il loro impegno nella cura pastorale diquesti fratelli e sorelle. Tutti affido, specialmentequanti si trovano in difficoltà e lontano da casa, allamaterna protezione di Maria, Stella del Mare”.

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MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2014: PROMUOVERE UN TURISMO

CHE SI SVILUPPI IN ARMONIA CON LA COMUNITÀ CHE ACCOGLIE

L’11 luglio 2014 il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha reso pub-blico il Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2014 (27 settembre), promossa dall’Or-ganizzazione Mondiale del Turismo (OMT), sul tema: “Turismo e sviluppo comunitario”. IlMessaggio è a firma del Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Dicastero e del VescovoJoseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio. Nel testo viene sottolineatolo stretto rapporto fra sviluppo comunitario e sviluppo umano integrale, proprio della dottrina so-ciale della Chiesa, ricordando che gli esseri umani sono custodi e non proprietari della creazione.Il Messaggio si sofferma anche sui programmi di sviluppo sostenibile e solidale nelle aree piùsvantaggiate, sottolineando il ruolo delle comunità locali nella difesa, nella valorizzazione delproprio patrimonio naturale e culturale, e nell’arricchimento umano ed economico che il turismoresponsabile apporta ai suoi protagonisti, promuovendo valori come il rispetto reciproco e la tol-leranza. Segue a pag. 2

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Si ripe-terà nel mese di Agosto, per le strade di San Be-nedetto del Tronto, l’esperienza dievangelizzazione di strada “Gimme Faith!“,che la scorsa estate ha visto protagoni-sti una cinquantina di giovani mossidal desiderio di portare il Vangelo aglialtri, condividendo la fede nei luoghidella vita quotidiana e del diverti-mento. I ragazzi che quest’anno deci-deranno di partecipare sarannointrodotti e preparati alle giornate dimissione da tre giorni di preghiera eformazione che si terranno dal 29 al 31

Luglio presso il Foyer di Padre Mo-nieri (San Savino). La fraternità saràdunque il primo momento di questastraordinaria esperienza di testimonianza. Dalla

sera del 31 Luglio fino al 4 Agosto si svolge-ranno poi le giornate di evangelizzazione verae propria. Ogni giorno si aprirà presso l’oratoriodi S.Antonio, dove in mattinata si preparerannole attività da svolgere. Nel pomeriggio ci si por-terà sulla spiaggia, con musica e animazione.La sera e la notte saranno invece vissute instrada, presso il corso centrale, per incontrare igiovani di tutte le realtà che in questo luogo tra-scorrono il loro tempo. Altro luogo fondamen-tale, nelle serate della missione, sarà la chiesadi San Giuseppe, nella quale si terrà l’Adora-zione notturna. Se desiderate far parte di questaesperienza, potete scrivere al seguente indi-rizzo, indicando i vostri dati personali ed espri-

mendo, in poche righe, la vostra motivazione apartecipare: [email protected] Faith! - L’idea della missione parte daun movimento di evangelizzazione, “Luci nella

Notte”, coordinato da fra Massimo Vedova e ungruppo di ragazzi di Perugia che, in vari mo-menti dell’anno e in diversi luoghi, richiamagiovani da tutte le parti d’Italia, per condividerela coinvolgente esperienza della Missione distrada. Le destinazioni sono in prevalenza cit-tadine universitarie o località di mare dove, ap-punto, i giovani si riversano maggiormente.“L’Evangelizzazione”, spiega fra Massimo,“non riguarda tanto il cosa fare, ma il come eperché fare. Essa, infatti, è un movimento deipiedi e del cuore che converte prima di tutto noistessi. Poi può toccare il cuore di coloro a cui ilSignore ci invia, ma solo se ci decentriamo danoi stessi, fidandoci totalmente di Lui!

Simone Caffarini

Anno XXXI

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Continua dalla prima pagina Con Gesù per le strade della città: Gimme Faith!

“Il 27 settembre, con il tema ‘Turismo e svi-luppo comunitario’, si celebra la GiornataMondiale del Turismo, promossa come ognianno dall’Organizzazione Mondiale del Turi-smo (OMT). Consapevole dell’importanza so-ciale ed economica del turismo nel momentoattuale, la Santa Sede vuole accompagnarequesto fenomeno dall’ambito che le è proprio,in particolare nel contesto dell’evangelizza-zione. Nel suo Codice Etico Mondiale, l’OMTafferma che il turismo deve essere un’attivitàbenefica per le comunità di destinazione: ‘Lepopolazioni locali saranno partecipi delle atti-vità turistiche, e ne condivideranno in modoequo i benefici economici, sociali e culturali,in particolare per quanto attiene alla creazionediretta e indiretta di occupazione’. Ciò vuoldire che occorre instaurare tra le due realtà unarelazione di reciprocità, che porti ad un mutuo arricchimento. La nozione di ‘sviluppo comunitario’è strettamente legata ad un concetto più ampio che è parte della dottrina sociale della Chiesa,quello cioè di ‘sviluppo umano integrale’, a partire dal quale leggiamo e interpretiamo il primo.A questo riguardo sono illuminanti le parole di Papa Paolo VI, che nell’enciclica ‘Populorum pro-gressio’ affermava che ‘lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere svi-luppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e ditutto l’uomo’. Come può il turismo contribuire a questo sviluppo? Per rispondere a questa do-manda, lo sviluppo umano integrale e, di conseguenza, lo sviluppo comunitario nel campo del tu-rismo devono essere diretti al conseguimento di un progresso equilibrato che sia sostenibile erispettoso di tre ambiti: economico, sociale e ambientale, intendendo con ciò tanto la sfera ecolo-gica quanto il contesto culturale...”.

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2014: PROMUOVERE UN TURISMO

CHE SI SVILUPPI IN ARMONIA CON LA COMUNITÀ CHE ACCOGLIE

Biciclette per raggiungere i bambini

ciechi nelle aree più isolate dell’Africa “Insieme possiamo portare la luce nella vita di migliaia di bam-bini ciechi in Africa”. E’ questo il messaggio dell’evento Luciin Bici promosso da CBM Italia Onlus. Si tratta di una manife-stazione notturna in bicicletta che ha illuminato le vie del centrostorico di Milano il 10 luglio. Il contributo dei partecipanti so-sterrà il lavoro degli operatori di CBM in Africa per ridare lavista ai bambini ciechi. Sono, infatti, migliaia le persone che vi-

vono in zone rurali lontane dai centri urbani e che quindi nonpossono essere curate negli ospedali e nei presidi sanitari. Conun mezzo semplice come la bicicletta, gli operatori CBM pos-sono arrivare nei villaggi, altrimenti irraggiungibili con altrimezzi di trasporto, per individuare i bambini ciechi e con disa-bilità. (AP) (Agenzia Fides)

CBM Italia Onlus è un’Organizzazione Non Governativa

(ONG), la cui finalità è sconfiggere le forme evitabili di cecità

e di disabilità fisica e mentale nei Paesi più poveri del mondo,

senza distinzione di razza, sesso e religione.

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Lavoro e dignità! Non possonoessere disgiunti e papa

Francesco non manca di riba-dirlo con forza nei suoi tantidiscorsi rivolti non solo al mon-do dei lavoratori, ma ai giovani,a tutti. Nell’Evangelii Gaudi-

um (EG) afferma che “tutti…possano avere «prosperità neisuoi molteplici aspet-ti».  Questo implicaeducazione, accessoall’assistenza sanita-ria, e specialmentelavoro, perché nel la-voro libero, creativo,partecipativo e soli-dale, l’essere umanoesprime e accrescela dignità della pro-pria vita. Il giustosalario permette l’ac-cesso adeguato agli altri beniche sono destinati all’uso co-mune.” Lo ha ricordato anchenella sua visita in Molise “Ilproblema più grave è la dignità.Per questo dobbiamo lavoraree difendere la nostra dignità,che dà il lavoro.” Tracciandopoi le linee per un “patto per

il lavoro”: “Ho visto che nelMolise si sta cercando di ri-spondere al dramma della di-soccupazione mettendo insiemele forze in modo costruttivo.Tanti posti di lavoro potrebberoessere recuperati attraverso unastrategia concordata con le au-torità nazionali, un “patto peril lavoro” che sappia coglierele opportunità offerte dalle nor-mative nazionali edeuropee. Vi incorag-gio ad andare avantisu questa strada, chepuò portare buonifrutti qui come anchein altre regioni.” Uncontinuo richiamo asuperare “un sistemaeconomico che sfruttal’uomo” e alimenta“la cultura dello scar-to”.Francesca Benigni, dottoranda

in Teologia a Roma al San-

t’Anselmo, della nostra diocesi,

ci aiuta a capire perché par-

lando di economia e di lavoro

il papa nell’EG esorta “alla

solidarietà disinteressata e ad

un ritorno dell’economia e

della finanza ad un’etica in

favore dell’essere umano.”

“Affinché ciascuno possa con-durre una vita veramente uma-na, vivendo del proprio lavoro,è necessario che ciascuno diatutto quello che può. Solo cosìè possibile che ognuno abbiaciò di cui ha bisogno. Ogniuomo ha il diritto, e deve dare,quei beni e quei servizi chemeglio corrispondono ai bisognialtrui e propri. Sono il principio

della solidarietà e della col-laborazione che impongono difar stare insieme gli interessi

degli uni con gli interessi deglialtri e di subordinare gli inte-ressi dei singoli alle esigenzedel bene comune. Lo affermala stessa DSC (Dottrina Socialedella Chiesa n. 172): “Ogniuomo deve avere la possibilitàdi usufruire del benessere ne-cessario al suo pieno sviluppo

… Esso inerisce alla singolapersona, ad ogni persona, ed èprioritario rispetto a qualunqueintervento umano sui beni, aqualunque ordinamento giuri-dico degli stessi, a qualunquesistema e metodo economico-sociale.” Prima l’uomo!”Sempre nell’Evangelii Gaudium

dice papa Francesco “Sono

convinto che a partire da

un’apertura alla trascendenza

potrebbe formarsi una nuova

mentalità politica ed economica

che aiuterebbe a superare la

dicotomia assoluta tra l’econo-

mia e il bene comune sociale.”

“Solo attraverso la spiritua-

lità si può dare un senso veroal lavoro umano, perché l’uomo

non viva il proprio lavoro sol-tanto in attesa e in vista dialtro o della mera sussistenza,ma riscopra già nel lavorarestesso, a servizio del bene del-l’altro, un modo di risponderealla propria originaria chiamata.Perché nel lavoro l’uomo è,con tutta la sua soggettività,immagine di Dio. Egli, con ilsuo lavoro, partecipa all’operadel Creatore e dà il proprioapporto al piano provvidenzialenella storia. Ritrovare la radicespirituale di qualsiasi lavoro èil motivo per cui un lavoratoreè felice del suo oggetto, delsuo operare: non solo perchégli porta l’utilità desiderata,ma anche e, soprattutto, perchéegli vi trova la soddisfazionedi aver escogitato e creato qual-cosa che lo avvicina al Crea-tore.  D’altronde, come affermala DSC (n. 263) il lavoro

umano “è espressione della

piena umanità dell’uomo, nel-la sua condizione storica e nellasua orientazione escatologica:la sua azione libera e respon-sabile ne svela l’intima rela-zione con il Creatore e il suopotenziale creativo, mentre ognigiorno combatte lo sfigura-

mento del peccato,anche guadagnan-dosi il pane con ilsudore della fron-te”.Quindi il lavoro non

è questione eco-

nomica, o per-

lomeno non è

soltanto questo.

“Certo, papa Fran-cesco dice che “Ladignità di ogni per-

sona umana e il bene comunesono questioni che dovrebberostrutturare tutta la politica eco-nomica” per tale motivo le ri-flessioni economiche e sul mon-do del lavoro in generale nonvanno lasciate in mano a “puri”economisti, ma richiedonouna riflessione “solidale”: eco-nomia, diritto, filosofia e anche… spiritualità. È una questionedi “dignità umana”, di rispettoper se stessi e per gli altri.”E nella quotidianità per i la-

voratori, precari, non lavora-

tori… rischiano queste di essere

solo parole….

Nella quotidianità spesso dif-ficile, è necessario che la co-munità torni ad essere il centro

di riferimento, il luogoconcreto dove tessererelazioni significative,dove attuare iniziativeconcrete che sappianoorientare in manieracondivisa e correspon-sabile le trasformazionieconomiche, sociali,culturali e politiche inatto. In questo la Chiesaè in prima linea, grazie

anche all’impegno dell’asso-ciazionismo laicale, comel’Azione Cattolica e i suoi mo-vimenti d’ambiente, soprattuttoil MLAC. Attraverso di essi,laici impegnati spendono leloro competenze educative eculturali, contribuendo all’edi-ficazione di una società più amisura d’uomo.Il Movimento Lavoratori diAzione Cattolica propone uncampo a livello nazionale pro-prio sulle “periferie del lavoro

e il ruolo della comunità cris-

tiana“, si terrà dal 19 al 24agosto a Policoro in Basilicata,un’opportunità rivolta a quantivogliono insieme vivere un’oc-casione di discernimento del-l’attuale situazione del mondodel lavoro.

Lavoro e dignità, il richiamo di papa FrancescoNe parliamo con la dottoranda in teologia Francesca Benigni 

tra DSC e il compito dell’associazionismo laicale come il MLAC

I GIOVANI PICENI STANNO REAGENDO ALLA CRISI

CREANDO NUOVE AZIENDE

Il tasso di crescita delle aziende di under 35 dell’ascolano è tra i più alti d’Italia

C’è chi non si arrende alla crisi. Anzi numerosi sono coloro che durante questa difficile e lungacrisi economica cercano di reagire creando dal nulla nuove imprese. Sono soprattutto i giovanidi età inferiore ai 35 anni che si mettono in gioco con le loro idee innovative aprendo nuove re-altà aziendali nei settori più diversi. Una situazione che nel Piceno sta crescendo a ritmi moltosostenuti e superiori sia alla media regionale e sia alla media riscontrata nelle altre provincedelle Marche. Alla fine del 2013 in provincia di Ascoli erano 2.372 le imprese guidate da giovaniimprenditori con un’età inferiore ai 35 anni. L’anno appena trascorso nel Piceno ha fatto regi-strare un incremento di 282 nuove imprese che hanno incidenza sul totale delle imprese pari al9,60%. L’incremento registrato in provincia di Ascoli in termini percentuali è stato pariall’11,66% superiore alla media regionale che è stata pari a +10,05% e superiore anche al datorilevato ad Ancona +11,41%, Macerata +11,05%, Pesaro 7,83% e Fermo 7,47%. Una situazionepositiva quella rilevata nell’ascolano che è tra le migliori in Italia. Poco meno di 653mila im-prese, oltre 130mila iscrizioni anche in un 2013 di crisi, un tasso di crescita del 10,48% pari acirca 71mila imprese giovanili in più rispetto al 2012 e un’incidenza sul totale del sistema pro-duttivo che sfiora l’11%. Questa la fotografia dell’impresa giovanile scattata dall’Osservatoriodi Unioncamere, dalla quale emerge un universo in grande movimento da Nord al Sud del Paese.La voglia di fare impresa dei giovani è numericamente più elevata in alcune delle regioni adalto tasso di imprenditorialità (oltre 9mila quelle create in più nel 2013 in Lombardia, Lazio eCampania), ma assume connotati di intensa dinamicità anche in regioni più piccole, come ilTrentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, che nella graduatoria per tasso di crescita sonoprecedute solo dal Lazio (dove le imprese degli under 35 crescono addirittura del 14,45% nel

2013 rispetto al 2012) e – partendo da numeri molto contenuti – dalla Valle d’Aosta. Sono leregioni del Mezzogiorno, tuttavia, quelle nelle quali l’impresa sembra rappresentare un’alter-nativa al lavoro dipendente per chi ha meno di 35 anni. In Calabria, Campania e Sicilia, infatti,la pattuglia dei giovani capitani d’impresa supera o sfiora il 15% del totale delle attività presentisul territorio, in Puglia raggiunge il 13%, nel Molise e in Basilicata sfiora il 12%. Sul fronte op-posto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, dove la componente giovanile costituiscecirca l’8% del totale. Sebbene il 73% delle imprese giovanili abbia la forma giuridica più sem-plice di ditta individuale, in sensibile crescita appaiono le più strutturate società di capitali:supera le 18mila unità il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel 2013 per questa forma giuridica,con un tasso di crescita pari quasi al 20%. Commercio, Costruzioni e Attività di alloggio e ri-storazione concentrano a fine 2013 il maggior numero di attività gestite da giovani imprenditori,ma, in termini di incidenza percentuale sul totale delle imprese, i capitani d’impresa under 35raggiungono quasi il 15% delle imprese registrate negli Altri servizi, settore al quale apparten-gono le attività di riparazione di beni personali e i Servizi per la persona. Oltre alla cospicua in-cidenza anche nel settore dell’Alloggio e ristorazione, le imprese giovanili appaionopercentualmente più consistenti anche nel Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supportoalle imprese e nelle Attività finanziarie e assicurative. “Se nel Piceno il tasso di creazione di nuove imprese è tra i più elevati d’Italia non è probabil-

mente frutto del caso, ma è dovuto ad Enti e Operatori impegnati a creare le condizioni perché

una rinascita nel mondo del lavoro avvenga. Fra questi vi è la Fondazione Ottavio Sgariglia

Dalmonte: fondata nel 2007 con un patrimonio di 4 milioni di Euro destinati alla nascita di

nuove aziende e la creazione di nuovi progetti delle imprese esistenti. La Fondazione Sgariglia

Dalmonte – ha spiegato la Presidente Donatella Calvelli – concede prestiti a imprenditori, por-tatori di una valida idea di business e dotati di adeguate capacità  tecniche imprenditoriali, ma

con scarse possibilità di accedere al credito. Per garantire il Patrimonio della Fondazione alle

future generazioni di imprenditori del territorio, il processo di valutazione è molto selettivo e

volto a favorire chi ha analizzato approfonditamente tutte le variabili di un progetto (mercato,

costi, ricavi, know-how, ecc.). Su questi temi siamo supportati anche dall’Associazione

VO.VAL.CREDIT. composta da ex dipendenti bancari che gratuitamente ci aiutano nella valu-

tazione e nell’accompagnamento di microimprenditori prima e dopo la nascita della microim-

presa - conclude la Presidente”. Ufficio stampa Logos

La notte di S. Lorenzo nei programmi del CSI

Attraverso le attività sportive, la comunità ecclesiale con-tribuisce alla formazione della gioventù, fornendo un am-bito adatto alla sua crescita umana e spirituale. Infatti,quando sono finalizzate allo sviluppo integrale della per-sona e gestite da personale qualificato e competente, leiniziative sportive si rivelano occasione proficua in cui sa-cerdoti, religiosi e laici possono diventare veri e proprieducatori e maestri di vita dei giovani. Questo è lo sportnel quale il centro Sportivo Italiano si riconosce, almenoquello del nostro territorio. La proposta di una notte vis-suta tra lo sport e la fede ci sembra percorra questa viae, senza tanti clamori, racconti semplicemente la voglia

di una fede sportiva tra i giovani.

4 Anno XXXI

20 Luglio 2014PAG

Primo incontro tra il Vescovo Mons. Carlo Brescianie la Fondazione Antiusura onlus Mons. FrancescoTraini di S. Benedetto del Tronto. Appuntamento sa-bato, 5 luglio, presso la sala parrocchiale dell’Aba-zia di S. Benedetto Martire. Ad attendere Mons.Carlo Bresciani il presidente della Fondazione, EdioCostantini, il suo vice don Romualdo Scarponi, tuttoil consiglio direttivo, i tecnici dell’ascolto, il comi-tato giuridico e i revisori dei conti. Dopo i saluti didon Romualdo Scarponi che ha ricordato anche lafigura di Mons. Francesco Traini e la sua grandeopera in favore dei poveri, il presidente Edio Costantini ha illustrato l’attività della Fondazione e i pro-grammi futuri. Ci si è soffermati, soprattutto, sulle difficoltà ad operare a livello regionale per l’assenzadi punti di ascolto e sul tipo di “utenza” che prende contatto con la Fondazione. Il Vescovo ha raccoltotutte le sollecitazioni, mostrando apprezzamento per l’opera dei volontari, condividendo diverse rifles-sioni sulla grave crisi economica, sul ruolo della famiglia e su quello delle banche. Gianluca Silenzi

Mons. Francesco Traini: lu Curate de SudèntreNon so se essere sacerdote oggi è più facile diieri. Se testimoniare il sacro nel mondo del be-nessere è più facile di quanto non lo fosse nelpassato, quando gran parte della nostra popola-zione pativa la miseria. Miseria endemica nelmondo marinaro, ma esasperata dalla guerra edalle sue tristi conseguenze.Mons. Traini è stato anche lui “povero tra i po-veri” e il suo ufficio sacerdotale l’ha svolto acontato diretto con i marinai, i funai e le loro fa-miglie, cui sapeva restare vicino come presenza

discreta ma vigile, consapevole delle loro necessità e attento così ai bisogni materiali come a quellispirituali. Quel mondo era il suo mondo perché lì erano le sue radici. A tutti don Francesco si è concessosenza risparmiare mezzi e fatiche, e tutti lo hanno amato per questo, riconoscendo il significato esem-plare di quel suo spirito di carità che lo spingeva al dono. Un valore che ha già ottenuto riconoscimentied è destinato a durare nella memoria pubblica e privata del paese.

La FondazioneLa fondazione è stata istituita dalla parrocchia San Benedetto Martire in ricordo di Mons. FrancescoTraini, per ascoltare le richieste di persone e famiglie vittime dell’usura o che versano in condizioni diindebitamento o che sono a rischio di usura. La fondazione fornisce, altresì, consulenza legale e finan-ziaria ed eventualmente offre ogni forma di mediazione verso organismi istituzionali e non. Rilascia legaranzie necessarie per accedere ai cosiddetti prestiti personali; promuove la cultura della legalità e laconoscenza delle leggi sull’usura e sul racket. L’attività si svolge in tutte la Diocesi della regione Mar-che. Vive del lavoro di volontari con specifiche competenze professionali ed opera collaborando con icentri di ascolto delle Caritas parrocchiali, delle zone pastorali, delle Diocesi, degli Enti soci Fondatori.Opera nel territorio di competenza (diocesi di San Benedetto del Tronto e regione MARCHE – FUORIDELLA DIOCESI di San Benedetto del Tronto opera tramite le CARITAS DIOCESANE)l’esclusivoperseguimento di finalità di solidarietà sociale al fine di dare assistenza, legale, amministrativa e morale,alle famiglie e/o persone a rischio di usura o vittima dell’usura che versano in stato di bisogno, perrendere operante nell’ambito della collettività locale l’amore per il prossimo e – ai sensi dell’art. 15della legge 7 marzo 1996, numero 108 – prevenire e scongiurare il ricorso all’usura.

PRESENTATA AL VESCOVO CARLO LA FONDAZIONE

ANTIUSURA ONLUS MONS. FRANCESCO TRAINILa plurilingue nelle nostre aziende.

C’è un’emorragia dilagante

Si avverte preoccupazione nel mondo dell’informazionein merito alle continue vendite delle nostre industrie. Frale ultime cessioni illustri figurano i nomi di Indesit ePoltrona Frau: due industrie marchigiane, il fiore al-l’occhiello della nostra attività industriale. L’11 luglio laprima è stata acquistata al 60,4% dall’americana Whir-lpool, che ha raggiunto un accordo con Fineldo e alcunimembri della famiglia Merloni. A febbraio la storicaazienda torinese fondata da Renato Frau ha invece cedutoil 58,6% del suo capitale alla statunitense Haworth, pre-sieduta da Franco Bianchi. Si cercano le colpe di questodepauperamento, molti sono d’accordo nel trovarle nel-l’asfissiante burocratizzazione della macchina amministrativa, in una tassazione iniqua e nell’im-possibilità di accesso al credito. Ad elencarle tutte c’è veramente da stupirsi e nello stesso tempoda chiedersi come mai si vuole investire tra noi da parte degli stranieri. C’è anche un interrogativoda porsi sulla sorte della Roland che proprio in Italia la si vuole chiudere. Non sono domande daquiz che poniamo ben sapendo che dietro a questi mutamenti ci sono famiglie che perdono il la-voro, la serenità e vorremmo aggiungere con papa Francesco, la dignità. Giustamente c’è chi hacommentato che per rialzare la testa c’è bisogno di fare le riforme. È un discorso ripetitivo che vaa noia.. La lista delle cose che Matteo Renzi ha messo in campo va bene, ma si deve passare dalleparole ai fatti. Ed è stato anche osservato come in questi giorni il parlamento, ha discusso per set-timane della riforma del Senato, mentre si è smesso di parlare di quella del lavoro, della dirigenzapubblica, di digitalizzazione. Di fronte a importanti investitori internazionali c’è la necessità dimigliorare l’attività di impresa offrendo un futuro ai giovani saldando i debiti della Pa. Ciò per-metterebbe un’iniezione di denaro fresco nelle casse delle aziende e rafforzerebbe la nostra posi-zione in Europa. P.P.

Luca sfida l’ “X fragile” e si laurea con 110 e lode(da Avvenire)

110 e lode in Discipline dello spettacolo e della co-municazione a Pisa, con una tesi sul film “La viac-cia” di Mauro Bolognini: così il 30 giugno Luca

Razzauti, 27 anni, originario di Livorno, ha co-ronato con successo la sua carriera universitaria. Ilfatto, in sé, non sarebbe una notizia se non cheLuca soffre della sindrome dell’X fragile, checonferisce tratti autistici e crea difficoltà, tra l’al-tro,proprio sul fronte della comunicazione. Aiutatoda un tutor dell’Università, sostenuto da compagni,famiglia e amici, Luca è riuscito a esporre il suopensiero grazie anche al sistema della Comunicazione facilitata alfabetica, un sistema “intelligente” cheutilizza una tastiera per “tradurre” i pensieri dell’utente. La notizia della laurea di Luca è stata riportatacon grande enfasi sul sito dell’Università d Pisa, in un articolo in cui compaiono le parole dello stessoneodottore: “La bellezza di essere accettato con le mie caratteristiche, belle e meno belle, non ha prezzo,come del resto riuscire ad ottenere tante soddisfazioni. Proprio grazie a questo percorso intrapreso sen-tendomi alla pari, sono riuscito a dare il meglio di me, fino ad arrivare a laurearmi. E il giorno della mialaurea mi sono sentito finalmente in grado di poter mettere alla prova le mie capacità di controllo delleemozioni e le mie competenze sociali, più ancora di quelle culturali. È stata dura ma ce l’ho fatta, la miaautostima ha perforato i sette cieli, ma ciò nonostante mi rendo conto che non potrei essere qui a parlarvidi tutto questo se non avessi avuto alle spalle una magnifica squadra formata da familiari, amici vecchi enuovi, giovani e adulti, insegnanti che mi hanno concesso un credito senza lasciarsi condizionare dallesfavorevoli apparenze, persone che in ambito universitario lavorano per creare i presupposti culturali elogistici che permettano l’inclusione. Una squadra in cui esistono solo titolari, dove tutti sono necessari,nella quale non sono previste le panchine per le riserve. Grazie a tutti, sentivo la vostra partecipazionecome una mano che mi sospingeva, mi manteneva in equilibrio e, alla fine, mi portava in trionfo”. La tesidi Luca è stata ascoltata con grande attenzione dal professor Paolo Mancarella, delegato per la disabilitàe pro rettore per la didattica dell’Università di Pisa. Ma tutti i presenti ascoltavano la relazione con grandeinteresse, attenti non alle parole bensì a quanto Luca scriveva via via sul suo computer. A sottolineare iltraguardo raggiunto è anche Fabio Sesti, presidente dell’associazione “Vi comunico che penso” (VAI

AL SITO), impegnata a far conoscere le tecniche della Comunicazione facilitata alfabetica (CFA), facendodi tutto “per rompere il muro di silenzio e di isolamento che grava su tante persone affette da sindromitali che rendono loro impossibile la normale interazione sociale fondata sulla comunicazione vocale”.

Per tutta l’estate il vecchio incasato del Paese Alto di San Benedetto del Tronto ac-coglie turisti e residenti con un ricco cartellone di eventi che porteranno gli ospitialla scoperta della storia, dell’arte e delle prelibatezze enogastronomiche del territoriopiceno. Tantissimi gli eventi organizzati per il mese di luglio dall’associazione culturale“Amici del Paese Alto” in collaborazione con il comitato di quartiere Paese Alto epatrocinati dal Comune di San Benedetto del Tronto. Domenica 13 luglio, dalle 19,30, si terrà l’“Aperitivo sotto la torre”: ammirando artee storia del vecchio borgo, si potranno degustare vini e prodotti locali preparati dai

Paese Alto, tutti gli eventi del mese di luglio Tra mostre d’arte e alla scoperta della storia, si possono degu-

stare prodotti enogastronomici locali

gestori delle attività commerciali del Pese Alto e ascoltare musica dalvivo. Si replicherà mercoledì 30 luglio con il secondo “aperitivo al chiarodi luna”. La torre dei Gualtieri di piazza Sacconi sarà aperta tutti i giorni (dalle 20fino a mezzanotte) e ospiterà le mostre di artisti locali: fino a domenica13 la personale di pittura di Patrizia Guidotti, dal 16 al 27 luglio quelladi Giusy Gaetani e dal 29 luglio al 10 agosto quella di Simona Lucidi.Inoltre ogni mercoledì, in occasione del “Tour del Borgo” ( percorso gui-dato alla scoperta dei luoghi della cultura e della storia del paese alto),l’associazione “Amici del Paese Alto” accoglierà i partecipanti offrendoassaggi di prodotti locali. La quota di partecipazione è di 4 euro, non pa-gano i minori di 6 anni e i possessori di Piceno Pass. A tutti i partecipanti verrà donato un gadget. Prenotazione fino ad esaurimento posti al numero 393/8925708.

5Anno XXXI

20 Luglio 2014 PAG

La predicazione penitenziale e sociale del Battista

18. FATE FRUTTI DEGNI DI CONVERSIONE

Luca riserva uno spaziopiuttosto abbondante alla predica-zione di Giovanni Battista qualepreparazione al battesimo che egliamministra e ai frutti che il suo bat-tesimo vuole raggiungere (Lc 4,7-18). Vuole anche che il cristianorilegga tale materiale in riferimentoal proprio battesimo e alla pienaadesione che egli deve raggiungerecon la persona di Cristo mediantel’azione dello Spirito Santo. Que-sta volto leggiamo la prima parte ditale predicazione, cioè Lc 3,7-14.

1. La predicazione peniten-ziale. «Alle folle che andavano afarsi battezzare da lui, Giovannidiceva: “Razza di vipere, chi vi ha fatto cre-dere di poter sfuggire all’ira imminente?8Fate dunque frutti degni della conversionee non cominciate a dire fra voi: “AbbiamoAbramo per padre!”. Perché io vi dico cheda queste pietre Dio può suscitare figli adAbramo. 9Anzi, già la scure è posta alla ra-dice degli alberi; perciò ogni albero che nondà buon frutto viene tagliato e gettato nelfuoco”» (Lc 3,7-10; cf. Mt 3,7-10).

Questo brano si ritrova alla lettera anchein Mt 3,7-10; segno che Matteo e Luca lo ri-prendono da un documento anteriore, docu-mento ipotizzato dagli studiosi con la lettera“Q”, cioè “Quelle”, parola tedesca che signi-fica “Fonte” letteraria. A loro volta, i due sidiversificano: Matteo lo indirizza ai “moltifarisei e sadducei” che erano venuti per rice-vere il battesimo; Luca, invece, lo rivolge“alle folle”.

«Le folle» andavano. Il grande successodella predicazione del Battista è attestatoanche da Giuseppe Flavio (morto l’anno 100circa), il quale dà anche questo profilo delpredicatore: “Era un uomo buono e coman-dava ai giudei di esercitare la virtù, la giusti-zia reciproca e la pietà verso Dio, e cosìaccedere al battesimo” (Antichità Giudaiche,18,5.2). Questi elementi impediscono di met-tere Giovanni tra i membri di Qumràn, per iquali non c’era giustizia fuori del lorogruppo; inoltre Zaccaria, suo padre, in quantosacerdote, non avrebbe affidato il figlio aiqumranici in quanto rifiutavano i sacrifici delTempio di Gerusalemme. A «farsi battez-zare». Vi era già il battesimo dei proseliti,cioè di quei pagani che entravano nella reli-gione giudaica; battesimo che, a volte, prece-deva la tanto dolorosa e odiosa circoncisione,a volte semplicemente la sostituivano. La no-vità del battesimo di Giovanni è nel fatto cheveniva ricevuto dagli stessi ebrei già apparte-nenti alla vera religione e non dai soli pagani.Esso indicava, quindi, un valore nuovo cheimplicava un ordine nuovo, una nascita nuovaper quella «salvezza», sôtérion, sottolineatada Lc 3,6. Per il resto del testo si veda la Seriesu Matteo, puntata n. 10.

2. La predicazione sociale. «Le folle lointerrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”.

Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne diaa chi non ne ha, e chi ha da mangiare facciaaltrettanto”. 12Vennero anche dei pubblicania farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro,che cosa dobbiamo fare?”. 13Ed egli disseloro: “Non esigete nulla di più di quanto vi èstato fissato”. 14Lo interrogavano anche al-cuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamofare?”. Rispose loro: “Non maltrattate e nonestorcete niente a nessuno; accontentatevidelle vostre paghe”» (Lc 3,10-14).

Luca formula questo brano, che gli èesclusivo e che commenta il “fate penitenza”con una lingua greca molto elegante e me-diante l‘artificio della domanda “che cosadobbiamo fare?” ripetuta tre volte e usataanche altrove. «Che cosa dobbiamo fare, fra-telli?», chiedono agli Apostoli gli ascoltatoridel discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste(At 2,37); il carceriere di Filippi a Paolo e aTimoteo «Signori, che cosa devo fare per es-sere salvato?» (At 16,30). Luca vuole spin-gere i lettori all’azione.

Alle «folle» il Battista richiama il doveredella condivisione con chi è nudo e affamato.Si richiama alla più pura predicazione deiprofeti, che fanno consistere la conversione «nel dividere il pane con l’affamato,... nel ve-stire uno che vedi nudo...» (Is 58,7), cioènell’esercizio dell’amore concreto quale saràsottolineato da Gesù, per esempio, nel com-portamento del buon samaritano (Lc 10,33-37). Ovviamente, questo comportamentoimprontato all’amore vale anche per le duecategorie seguenti che non vengono disprez-zate per la loro attività. Ai «pubblicani», rac-coglitori di tasse, chiede il dovere di praticarel’onestà nella riscossione. Luca parlerà diZaccheo che programma: «Ecco, Signore,...se ho rubato [“ho estorto”: sykofantéô] a qual-cuno, restituisco quattro volte tanto» (19,8).Ai «soldati», che – accontentandosi delle loropaghe – rifuggano dai maltrattamenti e dalleestorsioni (sykofantéô).

Conclusione. In quanto «battezzati in Cri-sto... voi siete uno (eîs) in Cristo Gesù» (Gal3,26.28). Ciò richiede che «tutto si faccia travoi nella carità» (1Cor 16,14), cioè nella fede,fratellanza e onestà.

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Parola del Signore16’ DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Dal VANGELO secondo MATTEO

Un’altra parabola espose loro così: “Il regno dei cieli si può

paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel

suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico,

seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi

la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.

Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Pa-

drone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da

dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un ne-

mico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che

andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda

che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il

grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla

mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Co-

gliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il

grano invece riponetelo nel mio granaio. Un’altra parabola espose loro: “Il regno dei cieli

si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.

Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi

e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami”.

Un’altra parabola disse loro: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna

ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti”. Tutte queste cose

Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adem-

pisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose

nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi di-

scepoli gli si accostarono per dirgli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo”. Ed

egli rispose: “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il

seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l’ha

seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli an-

geli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del

mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti

gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà

pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.

Chi ha orecchi, intenda!” (Matteo 13,24-43)

Grano e zizzania. Bene e male. Gli an-tagonisti di sempre, sempre in guerratra loro. Da distinguere bene e conocchi ben aperti la differenza tra quelloche é il peccato e il peccatore. Il maleva sempre condannato, il peccatore èsimile alla pecorella smarrita della pa-rabola, o meglio ancora: a ognuno dinoi che di volta in volta sicuramentepossiamo essere annoverati tra i pec-catori. E’ vero che noi abbiamo semprela tentazione di pensare che i peccatorisiano gli altri, e noi quelli buoni, madobbiamo avere il coraggio e l’onestà di ammettere che noi , nei confronti di Dio, puro e veroamore, fonte di ogni santità, non siamo altro che peccatori sempre bisognosi di misericordia. Eallora guardiamo questa parabola dal giusto punto di vista, Gesù dice: non cogliete la zizzania,ma fatela crescere. In pratica Gesù ci lascia del tempo, il tempo opportuno per convertirci, pertrasformarci da zizzania in grano. Stesso tempo che il Signore ha dato, tra gli altri, a San Paoloche da feroce persecutore si trasformò in apostolo infaticabile, a San Francesco d’Assisi che davanesio giovane di mondo è diventato il poverello umile e penitente, a San Ignazio che da focosocavaliere divenne un genio dell’evangelizzazione. Potremmo fare tanti altri esempi di conver-sioni, di persone che la Santa Chiesa ci propone come modelli da imitare, per incoraggiarci, per-ché come ce l’hanno fatta loro a cambiare anche noi lo possiamo: imitando Gesù, ascoltando lasua Parola, il suo insegnamento ma soprattutto amando come Gesù amò. Solo così potremo es-sere annoverati tra i “giusti” e splendere nel Regno del Padre nostro nei cieli, e così godere delsuo amore immenso per sempre. Chiediamo al Signore di avere pazienza con noi peccatori, didarci la capacità di convertirci e di diventare suoi ferventi discepoli. RICCARDO

Pillole di saggezza:

OGNI GIORNO DOBBIAMO RINNOVARE IL NOSTRO PROPOSITO, COME SE LA NOSTRA CONVERSIONE RISALISSE A QUELLO STESSO ISTANTE.

(L’IMITAZIONE DI CRISTO)

LA VITA CRISTIANA E’ UNA CONVERSIONE CONTINUA. (T. GOFFI)

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

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6 Anno XXXI

20 Luglio 2014PAG

Le strade bianche delle Marche sonoormai diventate celebri in tutta Italiafra gli appassionati di ciclismo sto-rico. A Montelparo, domenica 27 lu-glio torna “i Forzati della Strada”, lapedalata per tutti coloro che voglionoprovare a immedesimarsi nei corri-dori che hanno scritto la storia del ci-clismo. Quest’anno, però,sulle stradedell’entroterra Fermano il cicloturi-smo d’epoca viene rivoluzionato e ri-trova la sua natura primordiale,“selvaggia”. Una libera pedalata - ri-gorosamente gratuita - su un per-corso che, come promette il nome, metterà allaprova la forza di volontà dei moderni-ciclisti-antichi.      Sul duro percorso che si snoda sulle stradebianche delle colline dell’entroterra Fermanoi cicloturisti, vestiti con maglia e pantaloncinidi lana, dovranno provvedere da soli al ristoroe all’approvvigionamento di acqua, proprio

come i corridori del secolo scorso. Si assisterà,dunque, ancora all’assalto delle fontanelle diacqua o dei bar e persino dei pozzi dei casolaridisseminati lungo il tragitto. I ciclisti dovrannoprovvedere anche al cambio dei tubolari – incaso di foratura - portandone almeno un paiodi scorta, compresa l’immancabile “gomma”annodata sulle spalle. Alla pedalata si accode-ranno auto e moto d’epoca.      

Il raduno è previsto nella piazza anti-stante il Comune di Montelparo. Al ter-mine della passeggiata i “Forzati”pranzeranno con i compagni di peda-lata: a tavola sarà servito un pastod’epoca richiamandosi ai piatti dellatradizione Fermana.      Il percorso è di circa 85 chilometri el’andatura sarà libera. Come nelle edi-zioni degli anni scorsi in gruppo sonoannunciati anche alcuni campioni delpassato.      Info: www.iforzatidellastrada.it

La Germania ha vinto il Mondiale inBrasile, battendo 1-0 l’Argentina in fi-nale a Rio e conquistando la quartacoppa del Mondo della sua storia.Chiusi sullo 0-0 i tempi regolamentari,equilibrati (un palo della Germania edue chiare occasioni sprecate da Hi-guain e Messi), ai supplementari ilnuovo entrato Goetze ha deciso la garabattendo Romero al 112’. Messi, oggiopaco, non è bastato ai suoi e la Ger-mania è la prima europea a vincere unMondiale in Sudamerica.

A Montelparo il 27 luglio

“I Forzati della Strada” rivoluzionano il cicloturismo d’epoca

A RIO DE JANEIRO, LA GERMANIA CAMPIONE DEL MONDO

MonteprandoneI luoghi di San Giacomo della Marca

in una originale mostra fotografica.Inaugurata lo scorso 9 luglio alla presenza

del Sindaco di Monteprandone Stefano Stracci

Dal 9 luglio al 13 compreso, dalle 20, alle 24,00, ad ingresso libero, negli spazi comunali espositividi palazzetto Parissi è visitabile un interessante mostra fotografica che pone all’attenzione degliappassionati e dei curiosi molti aspetti inediti dei luoghi in cui il santo monteprandonese, durantela sua longeva esistenza, è stato sia per ragione pastorali, sia per predicare il Vangelo alle folle difedeli.La mostra è prevalentemente documentale: le bellissime foto sono il risultato del lavoro svoltodagli allievi che hanno frequentato il terzo corso di fotografia di base organizzato dallo studio fo-tografico Campanelli di Centobuchi e patrocinato dell’Amministrazione Comunale di Montepran-done.Gli insegnanti sono stati Luca Campanelli e Ivano Di Benedetto che hanno fornito ai corsisti lenozioni fondamentali della fotografia, la storia, gli elementi basilari, le tecniche e i segreti per ot-tenere il meglio dai propri scatti, grazie alle numerose lezioni teoriche alternate ad esercitazionipratiche.Puntare gli obiettivi fotografici nelle diverse città in cui è stata storicamente accertata la presenzagiacomiana è parte integrante del progetto culturale de “La rete delle città di San Giacomo dellaMarca” ideato, realizzato dall’Amministrazione Comunale di Monteprandone cui hanno aderitoben 62 municipalità.Gli allievi hanno messo in pratica al meglio quanto appreso durante il corso, svoltosi presso lasala comunale delle riunioni, in piazza dell’Aquila, recandosi in diverse città della Rete di SanGiacomo della Marcain cui hanno colto pre-ziosità e peculiarità le-gati alle chiese e ailuoghi in cui ancoraoggi sono visibili etangibili le testimo-nianze dell’azione diSan Giacomo dellaMarca.La stessa mostra saràreplicata a Centobuchi,dal 16 al 20 luglio,presso la sala riunioni,in piazza dell’ Unitàdalle 20,00 alle 24,00ad ingresso libero. FC

Stefania, che spettacolo!di Don Anselmo Fulgenzi

Mi sembra ieri quando passasti in sacrestia e prendendo il discorso alla lontana poi dicesti: "Don,ma lo sai cosa è questo istituto di Scienze religiose che sta in Ascoli?"Stavo pensando che, quasi quasi... mi piacerebbe iniziare questo percorso di studi: tu che dici" edopo due giorni ti sei iscritta. Ottobre 2005.E giovedì 3 luglio con quella piccola rappresentanza di Parrocchia che tanto ami e ti vuole bene,siamo stati testimoni e uditori della tua terza (ebbene si!) discussione.Con quella tesi sulla"Fraternità Cristiana"che tanto ti ha appas-sionato, donandoti gran-di gratificazioni e sod-disfazioni personali.Da Parroco, sono statoorgoglioso di aver ascol-tato una Commissione(di quel tale altissimolivello filosofico e teo-logico) all'unanimità es-sere concordi nel lodare"il tuo splendido lavo-ro", la tua "eccellentetesi" la tua "saggezzamatura nel gestire disquisizioni su un tema complesso e, in certi versi, controverso" quale sirivela essere quello della fraternità cristiana.Così, alla fine, è arrivata la proclamazione a Dott.ssa in Scienze Religiose e il tuo terzo 90/90Summa cum Laude: una conferma, una garanzia... che spettacolo!Tante volte parlandone tra noi mi hai detto che avevi iniziato a scrivere la tesi anni fa, ma chesolo da circa un anno e mezzo il Signore ti aveva messa in grado di comprendere veramente cosasignificasse "fraternità cristiana" dentro una comunità, facendotela vivere dentro una Compagniadi Fratelli in Cristo quali è per te il gruppo lettore parrocchiale, dove tu stessa (proponendo lelectio che prepari ogni mercoledì) ti sei posta un cammino di fraternità.Recupero queste parole dalla dedica che mi hai scritto sulla copia della tua tesi, cito esattamentequando confidi:"Rendo grazie a Dio per avermi permesso di scoprire - in questo percorso di conoscenza - ilcarisma che sento più forte; quello che infiamma la mia fede in tali incontenibili fervore epassione che, sono certa, solo dallo Spirito autenticamente possono sgorgare".Tutto questo, come parroco e pastore di una Comunità che da sempre ti vede ben presente eattivamente coinvolta, mi commuove!La tua mamma in cielo, la tua famiglia e la tua comunità ti sono vicine e per te pregano conaffetto. Auguri Dott.ssa!!!

Un’armonizzazione del M° Patrizio Paci

incisa in DVD per Papa Francesco dal Coro S. IlarioNel settembre 1997 Patrizio Paci, maestro del Coro La Cordatadi Montalto Marche, si recò in escursione al Monastero S. Leo-

nardo dei Sibillini per render visita a Padre Pietro Armando La-vini, il frate francescano che ha ricostruito l’antico romitorio in40 anni, pietra su pietra. In quell’occasione conobbe Padre AngeloApi di Filottrano che appena una settimana dopo sarebbe scom-parso sotto le macerie della volta della Basilica Superiore di As-sisi, nel tragico terremoto che colpì Marche ed Umbria. Mossoper quella triste vicenda, da forte impulso interiore, Patrizio

scrisse l’armonizzazione di Fratello Sole e Sorella Luna di Riz Ortolani, rendendola eseguibile acappella dal suo Coro per dedicarla a Padre Pietro in ricordo di Padre Angelo. La Cordata eseguìil brano il 17 settembre 2000, in occasione della Consacrazione del Monastero di S. Leonardo,consegnando a Padre Pietro lo spartito con la dedica in calce: “Nel cuore dei Sibillini un’aquila

innalza tenace un messaggio d’amore.” Da qualche anno le armonizzazioni di Patrizio Paci ven-gono eseguite anche da celebri cori Abruzzesi, Emiliani, Piemontesi, Veneti, Friulani e Trentini.Proprio un coro trentino, il S. Ilario di Rovereto, diretto dal M° Antonio Pileggi ha inciso FratelloSole e Sorella Luna in un DVD, realizzato, consegnato ed espressamente dedicato a Papa Fran-cesco in occasione della Pasqua 2014. Nella copertina l’artista internazionale Fortunato Deperoha riassunto graficamente la Campana dei Caduti “Maria Dolens”, il sole e la foglia del rovere,simboli di Rovereto, Città della Pace. Sabato 28 giugno 2014 il Coro S. Ilario ha consegnato uf-ficialmente la prima copia del DVD al M° Paci, che ha avuto modo di ascoltare il brano dal vivoed emozionarsi per la splendida esecuzione nella Chiesa di Villa Lagarina.

7Anno XXXI

20 Luglio 2014 PAG

Lettera a Quintiliano

vorrei rispondere al signor Quintilio riguardo all’articolosui cani che ho letto oggi.Gentile signore, lei in parte ha ragione sul fatto che vienedata a volte, e sottlineo a volte... più attenzione ai cani cheagli umani, ma quante volte loro si sono dimostrati mi-

gliori di noi? infinite volte, le dico io... perchè nel suo articolo non haevidenziato tutte le loro qualità, perchè non ha scritto quanto bene recano alle personesole, agli anziani abbandonati dai “bravi figli”, ai bambini disabili che,grazie alla petterapy hanno avuto progressi importanti della loro condizione., senza menzionaretutte le unità cinofile della polizia della finanza e della protezione civile. E che diredella pratica orribile degli abbandoni sulle strade.....dei maltrattamenti da parte di uo-mini malvagi... ne avrei ancora da aggiungere ma mi fermo qui. Gentile signore, sepiazza Nardone è lorda, la colpa è della maleducazione dei loro padroni, se la prendacon loro... io credo che lei non abbia mai avuto un cane, altrimenti saprebbe cosa vuoldire essere amato incodizionatamente... buona giornata... anche dal mio cane.

Gent.mo lettore,prima di tutto la ringrazio per la sua protesta,temevo di non avere più lettori interessati aimiei scritti. L’indifferenza è la cosa peggioreche può accadere a chi si interessa di comuni-cazione; fa arrabbiare anche papa Francesco.Mi dispiace deluderla, ma nella mia vita hoavuto diversi cani che in qualche modo hannosegnato la mia esistenza. Quando tornammodallo sfollamento noi ragazzi della piazza,tro-vammo tra le macerie di una casa bombardata,Boby, un cagnolino tutto peli che diventò la no-stra mascotte. Non ci abbandonava mai. Era ve-ramente un compagno di giochi, ed erabuffissimo, specialmente quando rincorreva luperulì. Intanto i tedeschi erano stati sostituitidagli alleati e questi ricevettero l’ordine di uc-cidere tutti i cani per evitare il diffondersi dimalattie contagiose. Un giorno trovai alcunisoldati ad inseguire Boby che non trovò di me-glio che nascondersi sotto il mio letto. Corsi aproteggerlo, ma fui strattonato e minacciato. Lolegarono ad una delle tante macerie di casebombardate e nonostante le grida e i pianti ditutti noi che nel frattempo ci eravamo radunati,gli spararono. Boby rimase per tanto tempo tragli incubi della mia fanciullezza. Ero diventatotriste, finché mio nonno, dopo che l’ordinanza

era stata revocata, un giorno tornò con un tenerocucciolotto che aveva trovato tra le lancette, na-scosto in una delle ampie tasche del suo cap-potto. Gli misi nome Dich, un volpino biancoche mi accompagnò per molti anni. Quando in-cominciai a leggere il «Resto del Carlino», tro-vai un prete, don Francesco Fuschini, che colcane ci parlava, visto che nella rossa Romagna,difficilmente qualcuno si accostava al prete. Ilcane si chiamava Pirro. Quando gli morì, misentii in dovere di scrivergli una lettera (quasi)di condoglianza, raccontandogli le mie espe-rienze con i cani. Gradì molto il mio scritto emi consolò con una battuta: “i nostri si sarannosicuramente incontrati nel «paradiso dei cani»”.Non aveva fatto confusione!Il mio scritto, caro lettore, non voleva denigrarei cani, ma quanti, specie le Istituzioni, hanno di-menticato la scala dei valori. Si fanno leggi infavore dei cani e si dimenticano le famiglie bi-sognose. L’episodio della turista che voleva ilcane a qualsiasi prezzo è uno schiaffo versoquanti non riescono ad arrivare a fine mese.L’imperatore Caligola, si narra, che preferìcome commensale, ai suoi familiari, il suo ca-vallo Incitatus che voleva nominare console,ma la storia ce lo fa ricordare come pazzo. Saluti cari anche al suo cane. Quintiliano

Quintiliano risponde

Nel leggere quotidianamente i tre organidi informazione locale, comprese le ver-sioni on line, appresi che alla presenta-zione del volume “Un cronista damarciapiede”, avvenuta lo scorso30/11/13, presso la pinacoteca di AscoliPiceno, sarebbe stato presente l’On.Gianni Letta, storico direttore de “IlTempo”, ex Sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio dei Ministri con ilPremier, On.le Silvio Berlusconi, el’amico da sempre e di sempre, il caroDott. Amos Ciabattoni. All’appunta-mento non potevano mancare i big del-l’ascolanità ad iniziare dal primocittadino, Avv. Guido Castelli , il cav. Pie-tro Santarelli e tanti altri che “il cronistada marciapiede” con grande professiona-lità e obiettività cita nella sua straordina-ria cronaca del novecento di vita ascolanae picena. Il giornalista Vignali, autore dellibro- intervista a Bruno Squarcia, rac-conta gli episodi salienti della vita citta-dina e picena, ad esempio la vista delM.llo Badoglio ad Ascoli Piceno, le glo-riose stagioni estive della mitica Palaz-

zina Azzurra di San Benedetto del Trontoche negli anni 50,60 ha visto l’esibizionedei più grandi artisti italiani: la miticaMina ed altri noti. Ri-corda il periodo di unodegli storici sindaci asco-lani, l’avv. Orlini, il sin-dcao della ricostruzionee della realizzazione del-l’acquedotto del Pe-scara; la passione e laprofessionalità di duegrandi imprenditoriascolani: Gabrielli,Santarelli e tanto altroancora. Di notevolespessore sono i consi-gli professionali diBruno Squarcia, fi-glio d’arte, perché anche suo padre gior-nalista in pieno ventennio fascista fondònumerosi quotidiani cittadini dell’epoca.Consigli che ancora oggi il mitico croni-sta da marciapiede, alla bell’età di 98anni, imparte ai suoi fortunati giovani al-lievi. Bruno ha iniziato la sua professione

all’età di 14 anni scrivendo di una garaciclistica ascolana: il primo incarico uffi-ciale di corrispondente da Ascoli Picenolo ebbe a “Il Tempo” quando il presti-

gioso quotidiano romanoaveva la pagina di Ascoli Pi-ceno. In questi anni nascel’ultradecennale amiciziacon il Dott. Gianni Letta, di-rettore de “Il Tempo”, oggistimato ed apprezzato giorna-lista e politico. Il giornalistadeve stare tra la gente e nondietro la scrivania o un compu-ter, deve scovare la notizia,deve anticiparla rispetto ai suoicolleghi, deve vivere la vitadella città frequentando le isti-tuzioni che sono fonti notizia,questi sono alcuni dei preziosi

consigli del grande giornalista picenoBruno Squarcia che dall’alto dei suoi 98anni di età e di unica professionalità nonsi stanca mai ripetere ai novelli giornalistisempre super hi-tec. Un cordiale grazieal grande Bruno. Fernando Ciarrocchi

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��������������������������� “UN CRONISTA DA MARCIAPIEDE”Una cronaca vissuta da Bruno Squarcia uno dei grandi pionieri del giornalismo piceno.

L’itinerario delle creste collinariCASTIGNANO MUSEO DI ARTE SACRA Chiesa di S. Pietro Apostolo - Piazza S. Pietro 1° luglio - 7 settembre 16.30-19.30Per Templaria dal 16 al 19 agosto 19.00-23.30

RIPATRANSONE MUSEO VESCOVILE Chiesa di S. Agostino ex Episcopio - Piazza A. Condivi, 18 luglio e agosto 15.30-19.30; Aperture serali anche 21.30-23.00: luglio dal 19 al 27 e agosto dal 10 al 17 Settembre: martedì, giovedì e venerdì 15.30-19.30

ROTELLA MUSEO CICCOLINI Ambienti attigui alla chiesa di S. Viviana - via Ciccolini, 7 10 luglio - 31 agosto 17.00 - 19.00

MONTALTO MARCHE MUSEO SISTINO VESCOVILE Palazzo ex Seminario; Piazza Sisto V, 6 1° luglio - 7 settembre 16.00 -19.00Per la Notte dei folletti 13, 14 agosto 17.00-23.00

L’itinerario della montagnaCOMUNANZA MUSEO DI ARTE SACRAPalazzo Pascali - via G. Rossini, 2 luglio sabato e domenica; agosto fino al 24 tutti i giorni 9.30-12.30Per ‘Mazzumaja’ 11-12-13 luglio 18.00-21.00 info 347.3804444 [email protected] www.museisistini.it M

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FORCE MUSEO DI ARTE SACRA Palazzo Canestrari - C.so B. A. Pallotta, 25 10 luglio - 31 agosto 17.30-20.00 Aperture serali anche 21.30-23.00: luglio il 17 “Festival dell’Appennino”, il 19 e il 20 “Festa Beata Assunta Pallotta”, agosto 8, 9, 10 “Festa del S.S Crocefisso” e 22, 23, 24 “Antichi sapori”

MONTEMONACO MUSEO DI ARTE SACRA Ex Chiesa di S. Biagio - Via Italia luglio agosto 17.30-19.30; luglio 19 e 20 per la “festa del fungo” anche 21.30-23.30

L’itinerario dei borghi di mare e della collinaGROTTAMMARE MUSEO SISTINO Chiesa S. Giovanni B. - Piazza Peretti, n° 8, vecchio incasato1° luglio - 14 settembre 21.30-23.30

MONTEPRANDONEMUSEO DEL SANTUARIO DI S. GIACOMO DELLA MARCAChiostro del Santuario - C. da S. Maria delle Grazieluglio e agosto 17.00-19.30; festivi: 10.30-12.45 / 17.30-19.30

S. BENEDETTO DEL TRONTO MUSEO DI ARTE SACRA Via Pizzi, 25 (vicino Cattedrale della Marina) 1° luglio - 14 settembre 18.00-20.00

GRUPPIMADRE DELLA DIVINA PROVVIDENZA – REGINA DELLA PACE – INCONTRO GIOIOSOREGINA PACIS – SAN CIPRIANO DEL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO

ADORAZIONE EUCARIST ICAACCOMPAGNATA DA UNA PROPOSTA DI MEDITAZIONE SULLA PAROLA DI DIO

CAPPELLA DELL’IMMACOLATALUNGOMARE DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

GIOVEDÌ, 10 LUGLIO 2014ORE 21.30

GESU' INVITA A VIGILARE

I talenti (Matteo 25,14 30)

GIOVEDÌ, 17 LUGLIO 2014ORE 21.30

GESU' INSEGNA A PREGARE

L'amico importuno (Luca 11,1 9)

GIOVEDÌ, 24 LUGLIO 2014ORE 21.30

GESU' INDICA LA VIA DELL'AMOREIl buon samaritano (Luca 10,25 37)

GIOVEDÌ, 31 LUGLIO 2014ORE 21.30

GESU' INDICA LA VIA DELL'AMOREIl servo spietato (Matteo 18,21 35)

GIOVEDÌ, 7 AGOSTO 2014ORE 21.30

GESÙ RIVELA L'AMORE DEL PADRELa pecora smarrita (Luca 15,1 7)

MERCOLEDÌ, 13 AGOSTO 2014ORE 21.30

GESÙ RIVELA L'AMORE DEL PADREIl padre misericordioso (Luca 15,11 32)

GIOVEDÌ, 21 AGOSTO 2014ORE 21.30

GESÙ ANNUNCIA IL SUO REGNOIl seminatore uscì a seminare (Matteo 13,1 9)

GIOVEDÌ, 28 AGOSTO 2014ORE 21.30

GESÙ ANNUNCIA IL SUO REGNOVenne il nemico e seminò zizzania (Matteo 13,24 30)

8 Anno XXXI

20 Luglio 2014PAG