anno II numero 1

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lo Spallino RENAULT concessionaria FRANCIOSI FERRARA Via Bologna, 631 Tel. 0532.970811 CENTO Via D. Alighieri, 39 Tel. 051.6830610 CODIGORO Via della Resistenza, 13 Tel. 0533.711668 ANNO 2 - NUMERO 1 - COPIA GRATUITA Riproviamoci! Riproviamoci! A FERRARA siamo in: Piazza Sacrati 7 - c/o c.c. Darsena City - Corso Porta Po 72 Associazione di Volontariato Via Carducci 11/m FERRARA Tel. 348.5844814 [email protected] www.afrikatwende.it Codice Iban: IT74B0707213000060000136661

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La rivista del tifo spallino

Transcript of anno II numero 1

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lo Spallino

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2 L’EDITORIALE di Enrico Testa

La carta, la rete e Facebook...Lo Spallino non si ferma piùRieccoci. La differenza è che, stavol-ta, non tifi amo e raccontiamo soltan-to attraverso il giornale peraltro com-pletamente rinnovato. Da quest’anno siamo anche in rete grazie al nuovo sito www.lospallino.com. Un grande sforzo di un gruppo di innamorati della Spal. Uno sforzo quotidiano per narrare piccole e grandi vicende bian-cazzurre alla velocità della luce, quel-lo che soltanto internet può garanti-re. Interviste, statistiche, notizie, cu-riosità, fi lmati, fotografi e, iniziative, vignette, cronache… Abbiamo deciso di raddoppiare la nostra passione per-

ché abbiamo sentito la voglia di Spal crescere smisuratamente negli ultimi mesi grazie al lavoro della società, al rispetto di valori antichi spesso dimenticati come il settore giovani-le, all’identità spallina, alla storia, la nostra bella storia, insomma grazie a tutto quello che ci fa nuovamente ti-fare, soffrire ed esultare con orgoglio per la nostra Società Polisportiva Ars et Labor. Settimana dopo settimana, per quanto riguarda la versione car-tacea, e adesso ora dopo ora sul web cercheremo di diffondere più che

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaEditore: Roberto Labardi - Direttore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

In redazione: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti

Fotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 L’editoriale DI ENRICO TESTA

3 L’intervento DI UBALDO PANTANI

4 Fuoricampo Il Comandante Pozzi DI DANIELA MODONESI

8 L’intervista Marco Valtulina DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

10 Le immagini Estate biancoazzurra

12 Il ritiro Uno Spallino a Mezzano DI ENRICO TESTA

14 Le immagini Le amichevoli

15 Le immagini Coppa Italia

16 Il personaggio Beppe Brescia DI FEDERICO PANSINI

18 La storia siamo noi Davide Torchia DI ALESSANDRO ORLANDIN

20 Il vivaio DI ALESSANDRO ORLANDIN

22 L’avversario Il Cosenza DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza Spal-Cosenza

al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/200

lo Spallino

possiamo il verbo spallino. Di raccon-tare le vicende biancazzurre, ovvio, ma anche di pungolare il presidente Butelli e i suoi collaboratori ad allar-gare ancora di più l’universo biancaz-zurro. Il merchandising e il museo sono soltanto due dei settori ancora inesplorati che potrebbero portare nuova linfa e nuovi entusiasmi a gi-rare attorno al mondo spallino. Ci proveremo anche qui chiedendo a voi di mandarci la documentazione del vostro materiale spallino in modo da agevolare una, speriamo imminen-te, esposizione del genere. Ma questo

è soltanto un esempio. Il resto lo vedrete e giudicherete con il passare delle giornate calcistiche perché non sempre, purtroppo, l’impegno accontenta tutti. Noi speriamo e vogliamo riuscirci. A testa bassa, lavorando proprio come in una squadra. La nostra giovane squadra fatta di ragazze e ragazzi che alla domenica vanno alla Spal e gli altri giorni pensano (anche) a Lo Spallino. Crediamo di poter dare un contributo per poter realizzare l’unica cosa im-portante. Che è quella di conti-nuare a far crescere l’entusiasmo intorno a una squadra rinata. Scri-

vendo, pubblicando, raccontando e, anche se da qui, tifando. Anche per questo abbiamo deciso di esserci an-che su Facebook con il gruppo de Lo Spallino. Per adesso grazie a tutti. A chi ha creduto in questa nuova ma già grande avventura come il nostro editore Roberto Labardi, a chi ha de-ciso di stamparla, a chi vuole dare una mano come tutti i nostri collabo-ratori e a chi vorrà leggerci. L’estate è fi nita, ora andiamo in pace a goderci un nuovo campionato. Come prima, più di prima… Forza Spal.

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3L’INTERVENTOUbaldo Pantani

“Renzi, Cavasin, Ferrari, Castronaro, Albiero, Miele…”. È snocciolando questa formazione che da anni, prima di ogni spettacolo, faccio la prova mi-crofono. La scansione fonetica preci-sa e affi lata di ogni suono si addice alla perfezione a quei cognomi mitici e galvanizzanti, “Rampanti… Grop”. Se il fonico ha bisogno di ulteriori settaggi allora passo alla più recente “Torchia, Lancini, Paramatti, Zamu-ner…”. Nessuno mi hai mai chiesto che cosa stessi decantando – eccet-to un fonico di Bologna che mi ha inspiegabilmente detto che andava tutto bene dopo appena 3 secondi di prova – un po’ perché la gente da un comico ci si aspetta di tutto, un po’ perché è notoriamente distratta. Sono formazioni storiche della Spal, la mia squadra del cuore. Da tempo immemore? No, dal 1979, da quando un modenese, Panini, mi fece sco-prire il fascino di quelle maglie e da quando un livornese, Tagliaferri, me ne regalò una. Da allora fu amore vero che mi portò allo stadio di Pisa, dove attualmente vivo, a vedere la prima partita. Pisa-Spal, prima gior-nata, anno 1979. In gradinata, col mi babbo, ma vicino al settore dei tifosi spallini affascinato dall’eleganza di

Albiero e dagli striscioni dei tifosi. Fu 0-0, risultato ad occhiali come si dice-va un tempo.Trentanni dopo mi trovo a scrivere un in bocca al lupo alla mia squadra del cuore, nel sito e nel giornale di amici spallini mica da ridere: Enrico Testa, Roby Labardi, Federico Pansi-ni. Credo che faremo benissimo, sto scrivendo con una mano, ovvio, e che sarà un campionato ricco di sod-disfazioni. Il mister mi piace da mo-rire, è secondo me l’acquisto più im-portante. Ho fi ducia in Bazzani come in Obama. Punto su Meloni e, spero vivamente che rimanga Arma (a pro-posito un rumor dice che Arma sia un nome d’arte attribuitogli la prima vol-ta che l’hanno visto sotto la doccia). Se come direbbe Lapo “credo che si debbi crederci perché Spal non è solo un nome ma anche un augurio credo che Si Possi Andare Lontano!”. Forza ragazzi!!! Vorrei ringraziare Roby Labardi per i buoni uffi ci mostrati nel fare in modo che quest’anno la mia squadra di cal-cio amatoriale – promotrice di inizia-tive di solidarietà e, del terzo tempo ad ogni gara interna per avversari e arbitri – possa indossare una muta della Spal. Grazie ancora.

In bocca al lupo

da un comico con una mano sola...

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Pensieri, parole e storia di Gianbortolo Pozzi, Direttore Generale spallino.Dagli ovetti con le sorprese al calcio, dai bilanci prima di tutto al tifo per il Genoa, dalle scoperte Balotelli, Cassetti e tanti altri al settore giovanile.“Qui ci ispiriamo ad Atalanta e Chievoe a un certo Paolo Mazza.Vogliamo costruire una Spal in grado di camminare da sola. Siamo a buon punto. I giocatoristrafamosi fanno fallire i progetti”

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Mai che scattino al momento giusto, le reminiscenze liceali. Un Bortolo c’era di sicuro, nei “Promessi Sposi”. Ma era cugi-no di Renzo o di Lucia? Buio totale. Tocca andare a controllare (voto 4). Tessitore alla fi landa, generoso e pragmatico, Bortolo Castagneri è il “buon fi gliuolo” che “ha fatto danari” e che, al momento del bisogno, offre asilo a Renzo Tramaglino, ricerca-to come rivoluzionario dal governo di Milano (voto 9, a Casta-gneri e alla Provvidenza). Fine dell’excursus letterario. E inizio della storia di un altro Bortolo, non meno ‘tessitore’, generoso e pragmatico di quello di manzoniana memoria. E pure lui, in un certo senso, in mis-sione per conto della Provvidenza. In realtà, più che Bortolo, Gianbortolo. Perché, come precisa Pozzi, “i miei hanno avuto la brillante idea di chiamarmi come mio nonno e di aggiungere, chissà perché, “Gian”...”. Ma poco importa. Tanto, il Direttore Generale della Spal è per tutti “il Comandante”. Di sopranno-me e di fatto. Solido come i bilanci che passano per le sue mani. Tenace come il gel che gli scolpisce i capelli. Netto come le linee che le basette rockabilly e la montatura squadrata gli disegnano sul viso. Battagliero e ambizioso come la Spal che sta plasmando.Si trova a suo agio con l’etichetta di “Comandante”?

“Butelli e Bena mi lasciano fare un lavoro di ampio respiro. Ma se è vero che mi piace ascoltare tutti, dialogare, confrontarmi, alla fi ne le decisioni voglio prenderle io. Quindi sì, mi sento a mio agio con quel soprannome. Anche perché a comandare ci sono abituato. Già nei giovanissimi del Lumezzane, sono sem-pre stato capitano. E negli juniores, pur essendo il più piccolo, la fascia era mia”.Era un bravo giocatore?

“Scarsissimo! Ho smesso presto, perché ho capito che come calciatore non avevo futuro. Anzi, ero pericoloso per gli altri: colpivo tutto ciò che si muoveva!”Una mina vagante, insomma…

“A ventuno anni ho appeso le scarpe al chiodo, per comincia-

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re a lavorare seriamente. Sono partito dall’azienda in cui era impiegato mio padre, poi sono passato alla fabbrica di stampi di mio suocero, a Lumezza-ne”.È un lavoro che le piace? Sembra

lontano anni luce dal calcio.

“Ritrovare in commercio prodotti che ho visto nascere dal nulla – dagli spec-chietti per auto ai giochini degli ovetti Kinder – mi dà una grande soddisfa-zione. E questa attività ha molto in co-mune con quella di direttore generale di una società sportiva”.In che senso?

“Sono entrambe funzioni di gestio-ne che comportano il controllo di un processo, pubbliche relazioni, investi-menti. E calcolo del rischio: tanto ne-gli stampi quanto nel calcio, si fa pre-sto a passare dalle stelle alle stalle”.Poi il pallone è uscito dai suoi

orizzonti?

“Sì, fi no a trent’anni ho seguito solo il Genoa, per cui tifo tuttora”.E al Genoa lo sanno? Non le hanno

mai proposto un ruolo di dirigen-

te?

“In effetti, quando il Genoa era in dif-fi coltà, mi offrirono di rilevarlo. Ma al gruppo di grandi imprenditori che rappresentavo a Lumezzane non inte-ressava e non se ne fece nulla”.Torniamo al Comandante trenten-

ne.

“Sono diventato dirigente del settore giovanile del Lumezzane. Dopo circa tre anni, mi hanno affi dato la prima squadra e poi la gestione del club, come Direttore Generale e Presiden-te”.Il suo nome è sinonimo di bilanci

in ordine, anzi in attivo. Una rari-

tà, di questi tempi. Specie nel cal-

cio, dove si fa la conta delle socie-

tà scampate al fallimento. Dove ha

imparato?

“Vengo da una scuola di industriali

autorevoli e concreti che, pur avendo grandi possibilità, sono sempre stati attenti a non sprecare. Uno di questi è Aldo Bonomi, oggi Vicepresidente di Confi ndustria. Un grande maestro”.Cosa le ha insegnato?

“A spendere il giusto e a fare inve-stimenti mirati. I club di serie A do-vrebbero avere margini di guadagno e quelli di B riuscire a reggersi in piedi. Mentre in C è diverso: la proprietà ci rimette sempre e limitare al massimo le perdite è già un bel traguardo. Per raggiungerlo, bisogna poggiare su una struttura di qualità. È controprodu-cente puntare su giocatori strafamosi e costosissimi, se questo fa fallire il progetto sportivo”.E il suo progetto sportivo è anco-

ra quello che ormai più di un anno

fa, alla presentazione della nuova

Spal, aveva condensato nel sibilli-

no «Preferisco parlare coi fatti»?

“Sì, non è cambiato. La Spal che vo-gliamo costruire, un giorno, a prescin-dere da chi ne sarà il proprietario, do-

vrà poter camminare da sola. Questo richiede di salire di categoria. Ma sen-za fretta, affrontando rischi calcolati. Nel nostro girone, ad esempio, Taran-to, Verona e Pescara stanno spenden-do e spandendo. Noi, invece, ci sentia-mo più vicini al modello di Atalanta e Chievo. In questa strategia rientra an-che la scelta di dirottare ingenti risor-se sul settore giovanile, vero polmone della società. Come aveva capito già Mazza”.Il fi uto da talent scout non le man-

ca: Balotelli, Simone Inzaghi…

“… Cassetti, Belleri, Nicola Ferrari. Tra i calciatori che oggi militano in A e in B, più di venti sono usciti dai miei vivai. La prima squadra è la vetrina della Spal e il suo andamento ne è il termometro. Ma chi non scommette sui giovani non va da nessuna parte. Arma e Cabeccia sono la prova che questa impostazione può dare buoni esiti”.Quindi, il messaggio è: abbiate pa-

zienza e i risultati arriveranno.

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7FUORICAMPOnon solo calcio

“Esatto, i frutti del nostro lavoro si vedranno nel giro di qualche stagione. Fermo restando che la squadra, fi no-ra, è andata molto meglio del previsto. A me interessa una crescita costante, che non deve per forza esprimersi con il successo sportivo. Poi capisco l’im-pazienza di chi ha visto la Spal in A e in B e la vorrebbe di nuovo a quei li-velli, subito”.Un passo indietro: cosa l’ha porta-

ta a Ferrara?

“Nel 2002 dovevo lasciare il Lumezza-ne, ma ho ceduto alle pressioni di chi mi voleva Presidente e sono rimasto. Sbagliando. Così ho perso almeno quattro anni e solo nel 2006 sono an-dato al Brescia, come General Mana-ger. Terminata quell’esperienza, men-tre valutavo l’offerta dell’Albino Leffe, allora già in B, Bena mi informò che stava per acquisire la Spal, in C2. Gli dissi: «Se mi lasci campo libero, ci sto»”.E cosa l’ha spinta a rifi utare la

succulenta offerta del Bassano?

“Il progetto su Ferrara è troppo affa-scinante per mollare tutto. E poi, il verbo “mollare” non rientra nel mio vocabolario”.Mai un’incertezza, mai un attimo

di scoramento?

“Beh, di delusioni ne ho provate. Su tutte, i playoff contro la Pistoiese nel 1999 e contro il Cesena nel 2004, per la promozione in B. In entrambi i casi, abbiamo perso in modo rocam-bolesco, diciamo così. E mi fermo qui. Quello del calcio è un ambiente com-plesso, intricato, insidioso. Se accetti di farne parte, devi saper combattere con intelligenza. Di solito riesco a ca-pire quante probabilità ho di vincere una guerra. Ma capita anche a me di andare in crisi…”.E come reagisce?

“Mi sforzo di restare lucido, di tenere i piedi per terra. E non prendo decisio-

ni. Questa è la mia forza. Mia e, cre-do, del mio team, che è di alto livello. Io do tutto me stesso alla società, ma pretendo dagli altri la stessa dedizio-ne. Chi lo fa, lo proteggo e provo a motivarlo, se non rende. Chi non lo fa, con me ha vita breve”.Nelle sue giornate, alla voce “tem-

po libero”, c’è qualcosa di diverso

dal pallone?

“Sono andato a qualche concerto: El-ton John, Anna Oxa con quell’altro, come si chiama?”Ah, non lo so! Ma deve essere sta-

to un concerto memorabile…

(Ride) “È che i biglietti me li procura-no gli amici… Mi piace anche leggere libri di economia, oltre a quelli su Spal e Genoa. A dire il vero, il mio passa-tempo preferito è guardare le partite, specie quelle della primavera di A e B e del Genoa. Il sabato sera, però, vado a cena con familiari e amici. E c’è il divieto tassativo di parlare di calcio!”Meno male. Le partite della Spal

le rivede?

“No. Per me, le sensazioni più vere sono quelle che si vivono sul momen-to. Ecco perché gli incontri li seguo dalla panchina, non dalla tribuna. Solo stando lì puoi capire le scelte dell’al-lenatore, i comportamenti dei gioca-tori. Ed è questo che a me interessa. Mi sento responsabile di ciò che fa la squadra”.Prima che la formazione scenda

in campo, cosa fa? È risaputo che,

negli spogliatoi, superstizioni e

scaramanzie si sprecano.

“Non mi considero uno scaramanti-co. Gli unici rituali che osservo sono quelli di non mangiare e di isolarmi dal mondo, a mezz’ora dal fi schio di inizio. Lascio giù i telefoni e quello che mi succede intorno non mi riguar-da più. Di certo, non arrivo ai livelli di quel dirigente del Brescia che, prima delle partite, andava sempre a toccare la gobba di un tifoso…”.

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8 L’INTERVISTA Marco Valtulina

“Mi piace fare l’esterno d’attacco. Se dovessimo andare in B resterei,con il Torino lo abbiamo già deciso.Qui ho trovatoun gruppo super,mi dispiace soltanto di aver avuto a che fare con un vecchio infortunio duranteil ritiro”

Valtulinaun uomo tra le linee

di Diego Stocchi Carnevali

La prima domanda è scontata: dopo un ritiro così travagliato come ti senti?“E’ stato un periodo diffi cile ma credo di poter dire che sono sulla strada giusta: il principio di pu-balgia che mi ha colpito durante il ritiro è stato curato benissimo dallo staff medico e sono abba-stanza fi ducioso: ho avuto tempo per recuperare pienamente ed en-trare in forma per questo inizio di campionato”.Le malelingue si chiedono come sia possibile che la Spal abbia ac-quistato un giocatore già rotto. Vuoi spiegare bene il tuo proble-ma?“Il 26 aprile mi sono infortunato giocando contro il Pergocrema, un danno normale, uno stiramen-to di primo grado al retto femo-rale. Come tutti gli infortuni mu-scolari necessitano di tempo e di tanta pazienza che è quello che è mancato alla Pro Sesto che mi ha voluto utilizzare a tutti i costi per gli spareggi salvezza contro il Venezia. Forzare il rientro ha poi prodotto un effetto domino che non mi ha permesso di presentar-mi nelle condizioni che avrei vo-luto qui a Ferrara”.

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Page 9: anno II numero 1

9L’INTERVISTAMarco Valtulina

sono le mie caratteristiche princi-pali. Nel 4-3-3 c’è da correre meno, alla fi ne devo solo controllare il terzino e soprattutto, spesso, do-vrei giocare spalle alla porta e prendere il pallone di testa, la mia pecca”.Nella Under 20 di C Veneri come ti utilizza?“Lui ha capito come sfruttare le mie potenzialità e con il 4-4-2 rendo al meglio. Posso stare sia a destra sia a sinistra della fascia anche se preferisco la corsia mancina che mi assicura maggiore sicurezza per sfornare gli assist”.Di Ferrara cosa ne pensi?“Sono stato una settimana prima di partire per il ritiro, non l’ho an-cora visitata bene, prevalentemen-te sono stato tra Piazza Ariostea e la zona del Castello Estense: è affascinante, ricca di storia. Con calma, ora che ho trovato casa in centro, la visiterò come merita”.Un difetto della tua prossima città?“Le zanzare. Sono tantissime. Trop-pe. Meno male che ci sono solo da tarda primavera-estate!”.Dei tuoi compagni che hai ini-ziato a conoscere chi ti ha fa-vorevolmente colpito?“Direi tutti, senza che questa sia retorica. Siamo un bel gruppo, in ritiro sono stato in camera con Pa-olino Rossi, un ragazzo stupendo con cui mi sono trovato benissimo. Poi una menzione la merita sem-pre il capitano: Zambo ha sempre ragione (ride). Poi c’è Meloni con cui avrei dovuto condividere casa a Ferrara inizialmente: per for-tuna non è andata così, non deve essere una piacevole esperienza trovarsi in casa uno come Beppe (ride ancora)! Scherzi a parte va tutto a gonfi e vele. Abbiamo fame di calico e ora si comincia a fare sul serio”.A Ferrara ritrovi Maurizio Be-din. Con lui hai riscoperto la fede. Come ti ha cambiato?“Con Maurizio porto avanti la fede da Atleta di Dio che lui stesso mi ha fatto conoscere a Sesto. Una cosa meravigliosa perché, qual-siasi cosa succeda, non ti senti mai solo anche quando accanto a te sembra non ci sia nessuno. E’ un’esperienza bellissima che farò in modo di far crescere sempre di più”.Veniamo al campionato. La Spal è fi nita nel girone sud. Che ne pensi?“Non credo sia vero quando si dice che al nord il calcio è più tecnico e al sud invece si giochi puntando tutto sul fi sico: è troppo sempli-cistico e banale. La realtà è che il calcio anche al sud negli anni è di-ventato più tecnico e al nord più fi -sico. Non è la zona geografi ca che fa un campionato ma i calciatori. Si tratta di un brutto, bruttissimo girone per tanti motivi, trasferte

lunghissime e avversarie super at-trezzate”.Tra le compagne di viaggio del-la Spal chi vedi favorita?“Mi vengono in mente tre squadre: Verona, Pescara e Taranto. Hanno costruito degli squadroni incredi-bili. Ma non possiamo snobbare nessuno: Potenza, Lanciano, Rimi-ni, Ravenna, Reggiana e occhio an-che al Pescina. Attenzione anche a quelle squadre che non hanno fatto grandi stravolgimenti e che puntano quindi su di un gruppo consolidato. Magari non lotteran-no per vincere il campionato ma sicuramente ci daranno tantissimo fi lo da torcere fi no all’ultimo. Non dobbiamo abbassare la guardia, la C è una palude da cui è diffi cile di-stricarsi e sin da subito dovremo partire a mille”.E la Spal? A cosa potrà ambire secondo te?“Partiamo per fare meglio dell’an-no scorso. Siamo qui per questo e la voglia di poterci misurare con una nuova realtà e la curiosità stessa che ne deriva è veramente tanta. Ai tifosi c’è da promettere solo una cosa: l’impegno e l’ono-re per la maglia biancoazzurra. Poi quello che verrà lo deciderà il campo. Come sempre”.

Pagina 8:Primo pianodi Marco Valtulina durante gli allenamenti a Mezzano.

Pagina 9:In alto Valtulina e Bedin, coppia acquistata dalla Pro Sesto.

In basso: Valtulinaè ancora con Bedine il direttorePozzinel giorno del radunoal Centrodi viaCopparo.

Pochi giorni di allenamento, pochi i momenti passati sul campo con la squadra. Come credi di poter conquistare la fi -ducia di mister Dolcetti?“Io sono uno del gruppo e faccio il mio lavoro con costanza, sacrifi -cio e passione. Sono in pace con la mia coscienza quindi so che potrò solo contribuire positivamente alla causa biancoazzurra. Come ho già detto sono venuto a Ferrara per vincere. E da protagonista. Non forziamo i tempi, non so nemmeno io quando vedremo il miglior Val-tulina. Ma lo vedremo. Io insieme a voi. E molto presto. Con il mister non mancheranno le occasioni di confronto: ci capiremo sicuramen-te e quando gli obbiettivi sono co-muni la maggior parte del lavoro secondo me è fatto. Poi la parola passerà al campo”.Ti sei sbilanciato: “Se sto bene posso anche fare dieci gol”. Confermi?“Non nego che quando l’ho detto avevo appena fi rmato. Ero preso da un grande entusiasmo. Ma non lo rinnego, ci mancherebbe. Sono un giocatore a cui piace far fare gol più che farli però, quando c’è da mettere la palla in porta non mi tiro certamente indietro. E allora perché non pensare in grande? Dai, dieci gol, promesso!”.Se mantieni la promessa po-tresti non essere più a Ferrara l’anno prossimo: il Torino è in agguato.“Con la Spal c’è già un accordo sulla parola in caso di B. Non pen-so ad altro adesso, voglio godermi tutta questa stagione sperando che gli infortuni mi stiano lontani. In caso contrario li affronterò con la stessa grinta e la stessa determina-zione con cui li ho affrontati sino ad ora. Sono qui in comproprie-tà ma penso alla Spal. E ci voglio pensare ancora per tanto tempo”.Raccontaci la tua carriera?“Giovanili divise tra Inter e Pro Se-sto: quattro anni a Milano fi no ai Giovanissimi Nazionali, tra i miei compagni c’erano tra gli altri Fe-derici e Biabiany che oggi è a Par-ma in A. Poi sono andato a Sesto San Giovanni dove ho esordito in prima squadra: a oggi conto quat-tro reti in quarantaquattro presen-ze. L’anno scorso si è fatto vivo il Torino che, l’11 luglio, mi ha acqui-stato, lasciandomi poi in prestito a Sesto. Quest’anno le due società sono andate alle buste e il Toro mi ha riscattato cedendomi poi alla Spal in comproprietà. In attesa di indossare la maglia granata ecco-mi qui”.Passiamo al Valtulina giocato-re.“Io sono un esterno di centrocam-po: il mio modulo ideale è il 4-4-2 perché ho più spazio e libertà di potermi muovere a mio piacimen-to e sfruttare corsa e dribbling che

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10 LE IMMAGINI estate biancoazzurra

Da sinistra in alto: il prezioso lavoro di Gino Vecchi, il magazziniere, durante il ritirodi Mezzano.

Due Cinquecento spalline alla sfi lata storica di Fieradi Primiero.

Una casa biancoazzurra sempre nel centro del paese.

Una vedutadei montisopra Mezzano.

I tantissimitifosi spallinipresentiper assisterealla prestigiosa amichevolecontro la Lazio.

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11LE IMMAGINIestate biancoazzurra

Da sinistra in alto: il giorno dell’arrivo di Bazzania Ferrarae l’abbracciocon ilvecchio amico Bubu Mantovani.

Il presidenteCesare Butellisi intrattienecon alcuni tifosi sugli spaltiper la partitaSpal-Lazio.

Un gruppodi giocatori spalliniall’arrivonel campo d’allenamentodi Mezzano.

Altri tifosi biancoazzurri durante il ritiro, hanno assistito anchealle amichevolimeno importanti.

Persino le pecore di Mezzano si sono fatte tentaredalle imprese calcistichedella Spal.

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Page 12: anno II numero 1

12 UNO SPALLINO A MEZZANO estate biancoazzurra

Ho compiuto quattordici anni il gior-no di Spal-Bolzano. E’ stato in quel momento, lì sugli spalti dell’impianto di Mezzano, che ho capito che è vera-mente questa l’età più bella. E pazien-za se a vedermi sembro decisamen-te più vecchio. La pancetta, i capelli bianchi ai lati, il fatto che fumo e che bevo e mica poco, insomma l’età fan-ciullesca è soltanto quella dello spi-rito. Da quando sono venuto qui in ritiro con la Spal sono ringiovanito in un battibaleno. La lettura dei giornali in albergo con Loro, la colazione con

Loro, la sigaretta con Loro, poi l’al-lenamento, la cena, due chiacchiere, le carte, Meloni detto il biscazziere, il poker dove comanda Zambo... mi sembra di giocare a subbuteo con omarini in carne e ossa e decisamente poco miniature. Ecco perché questa mia regressione fatale che, soltanto in parte, può spiegare quello che non sarà un articolo ma una lista di pen-sierini tipica dei quattordici anni. Che comincia dal viaggio di partenza.Il ritrovo alle 7 del mattina in piazza Verdi. Il trasferimento verso Mezzano

con Maurizio, il fratello di Sir Pongo. L’arrivo a Mezzano e l’incontro con la squadra. La conoscenza dei nuovi fi nora conosciuti soltanto via facebo-ok. Il primo pranzo che non si scor-da mai su in baita con Hoss, 10may, Ditto e la Stefi . Il via all’alcool libero a prescindere dalle ore della giorna-ta. La grappa che è alla genziana o all’arancia. Il primo allenamento. Le chiacchiere con il Comandante. Poi la serata a sorpresa quando tra Vec-chia guardia e Astra l’arrivo in alber-go è in massa e il buon Pozzi al suo

La festa del ritiro goliardicoe quelli che sono loro la Spaldi Enrico Testa

lo Spil quotidianoil quotidiano il settimanaleil settimanale il cartaceoil cartaceo stagione in corsos

Page 13: anno II numero 1

13UNO SPALLINO A MEZZANOestate biancoazzurra

bel daffare per convincere Pv che no, a quest’ora non può andare a salutare Bazzani. Poi succede di tutto di più. Pv che perde i pantaloni un minuto sì e l’altro pure, la proprietaria dell’al-bergo che chiede al Comandante di vietare l’accesso alle camere all’uo-mo nudo, cioè al solito Pv che chiede cento euro alla moglie di Pozzi per accettare il divieto alle stanze. Detta o scritta così non da l’idea del diverti-mento. Il resto è la messa, sì la messa, per mantenere il voto fatto quando il Comandante ha detto no al Bassano, l’arrivo di Serg e di Manu che sono partiti da casa Butelli a Lucca a notte fonda e passando per Ferrara sono arrivati in tempo anche loro per la funzione religiosa obbligata dal voto fatto e la Stefi costretta ad alzarsi all’alba perché la nostra messa va do-cumentata. Quindi un altro pranzo e stavolta c’è anche il mitico Francesco Ulivi spallino da Poggibonsi, l’attesa per l’amichevole con il Bolzano nean-che fosse la fi nale di Champions con il Chelsea, l’arrivo al campo mezzora prima nemmeno fossimo al Bernabeu e poi il delirio, la festa, un pomerig-gio che entra tra i primi dieci di una vita onestamente più che soddifacen-te, tre ore di risate che è impossibile scrivere al computer la cronaca della partita e anche qui tocca ricorrere al pensierino, a una serie di pennella-te perché ci vorrebbe un’enciclope-dia per raccontare tutto e un artista per decrivere lo stato d’animo. Da Roma, tanto per dire, nessun collega si azzarda a telefonare perché sanno dell’esperienza indimenticabile per un malato di Spal. Quelli che riesco-no a leggere il mio stato entusiasta su facebook o si preoccupano per quel che rimane della mia salute mentale, tipo Dario Celli del Tg2, oppure rido-no giustamente di questo povero pirla che sono io in balia degli eventi bian-cazzurri e della goliardia più sfrenata. E allora eccoci. Arrivano i tifosi e lo spettacolo co-

mincia. Giagio chiede se qualcuno vuole una birra e dopo cinque minuti riappare con una cassa in mano, Leo fa suonare un megafono techno, Pv urla a Zambo che a Lecce “a ghe un sol ristorant, un molo e le fi ghe sono tutte da Massimo”, Red che fa partire il coro “noi non siamo uno Spal club”, Geo che lancia “Don Bedin” e lui che risponde con una benedizione, tutti che partecipano, Riccardo che canta, Smoking pure, Fioro fa il capo degli ultras e io ci metterei la fi rma perché fosse così ancora, le fi danzate che partecipano, le battute che si spreca-no. Nel dopo partita, poi, la goliardia prosegue, il collega Sovrani subisce pannelli pubblicitari con scritte tipo bagni e servizi che Pv mette dietro l’intervistato, i giocatori restano lì a scherzare, Schiavon, Meloni, Zam-boni e anche Dolcetti si prestano a questo nuovo e familiare clima che si respira. E qui il quattordicenne che di questi tempi è in me ha un improv-viso scatto di maturità (apparente) prima di chiudere questa versione estiva di una rubrica che da quest’an-no andrà in stampa soltanto sul sito

de Lo Spallino. Il resto, infatti, sono pensieri e parole in seria libertà. Con-siderazioni sparse e personali sulla nuova Spal.In attesa che il mercato si concluda la squadra è più forte dell’anno scorso. Il reparto maggiormente rafforzato è il centrocampo dove Bedin e Migliori-ni già sembrano una coppia piuttosto assortita. Bazzani è una scommessa che in caso di vittoria vale tantissi-mo. Meloni può solo crescere ma il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette. Zambo deve per forza rimane-re. Bortel sembra essere spallino da parecchio per sicurezza e tranquilli-tà. Dolcetti ha un organico più conso-no alle sue idee calcistiche. Il clima che si respira attorno alla squadra, rispetto a un anno fa, è decisamente migliore. Le amichevoli contano zero ma i tantissimi tifosi venuti a fare scampagnate a Mezzano dimostrano l’affetto ritrovato e contagioso. Ce ne sarebbe tanto altro da dire e scrivere. Per ora, però, basta così. Anzi no. Sia-mo noi e sono loro, la Spal.

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stagione in corsostagione in corso settore giovanilesettore giovanile i nostri linki nostri link

Page 14: anno II numero 1

14 LE AMICHEVOLI estate biancoazzurra

Ai lati:SPAL-LAZIO 1-2Marcatori:53’ Zarate (L),82’ Pandev (L),85’ Martucci (S)

Sotto:SPAL-CATANIA 2-3Marcatori:Sardo (C) al 33’, Meloni (S) al 44’, Plasmati (C) al 68’, Antenucci (C) al 75’, Centi (S) al 85’.

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Page 15: anno II numero 1

15COPPA ITALIAestate biancoazzurra

A sinistra:SPAL-COMO 2-1Marcatori:Arma (rig.) al 23’,Meloni al 40’,Riva (rig) al 69’

A destra:SPAL-ALBINOLEFFE 3-1Marcatori:24’ Previtali (A),41’ Bracaletti (S),6’ sts Quintavalla (S), 10’ sts Arma (S)

Sotto:PALERMO-SPAL 4-2Marcatori:22’ Laurenti (S),32’ pt (rig.) e 35’ pt Miccoli (P);7’ st Simplicio (P),25’ st Cavani (P),34’ st Arma (S)

Page 16: anno II numero 1

16 IL PERSONAGGIO Beppe Brescia

”Con Dolcetti il feelingè assoluto.Ho trovato un gruppo ottimo e completo.”

“I giovani in prima squadra?Una soddisfazioneche dimostra l’interesse riscoperto per il vivaio“

””CCooonnnnèèèèè aaaaasssssssHHHooooo ttttrrroooootttttttttttttiiiiimmmmm

“““IIII ggggiiioosssssqqqqqqquuuaaaaUUUUnnnnnnnnnaaaaaaaaa cccccccchhhhhhhheeee dddddddddrrrrrriiiiisssscccccooooooooo

Tra giovanie prima squadra

Bresciaal servizio della Spaldi Federico Pansini

Già lo scorso anno rivederlo al Cen-tro di via Copparo, quotidianamen-te, con i ragazzi della Berretti ha avuto spesso e volentieri l’effetto di un amarcord bello e salutare. Oggi, Giuseppe Brescia, per tutti Beppe o Pino, è impegnato sul cam-po con la prima squadra, come col-laboratore di Aldo Dolcetti: un al-tro bel tuffo nel passato di ricordi indelebili. Beppe, della Spal, è stato simbolo nei primi anni ‘90 e capita-no dell’ultima storica e indimenti-cabile promozione in serie cadetta. Oggi, a distanza di quasi vent’anni, la disponibilità e la professionalità di Brescia – qualità già mostrate da calciatore – sono al servizio dell’un-dici di Dolcetti, dopo l’ultima sta-gione ricca di successi e grandi risultati conquistati con la rappre-sentativa giovanile della Berretti.

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Page 17: anno II numero 1

17IL PERSONAGGIOBeppe Brescia

«Sono contento di questo periodo di la-voro con Aldo e con i ragazzi della squa-dra – spiega Brescia – e più sono passati i giorni più mi sono rendo conto del fe-eling che si è creato in maniera sponta-nea e immediata con tutti, specialmente con lo stesso Dolcetti. Ci troviamo d’ac-cordo su tutto, ci confrontiamo sulle idee, parliamo di calcio e metodologie di lavoro. Lui, ancora prima di me, ave-va intuito che questa poteva diventare una bella collaborazione caratterizzata da un unità d’intenti che si è consolidata e devo ringraziare la società per avermi dato la possibilità di entrare nel gruppo della prima squadra».Che differenze ci sono passando dall’essere giocatore a collaborato-re dello staff tecnico?«E’ una situazione diversa, ciò che vie-ne spontaneo fare adesso è dare consi-gli utili, specialmente ai calciatori più giovani, perché nel passato ho vissuto un esperienza simile e prima di loro. Ma devo dire che tutti, dal primo all’ultimo componente della rosa, hanno accetta-to ogni tipo di suggerimento con grande umiltà. Sembrerebbe scontato, ma nel calcio non è sempre così: nel gruppo della Spal questa è una caratteristica importante che rende questo insieme di ragazzi e persone speciali, perché sei ascoltato e questa è dimostrazione di stima e rispetto».Programmi per il prossimo futuro? Resterai con la prima squadra o tor-nerai dai tuoi ragazzi?«Nella prossima stagione mi dividerò, un po’ con la Berretti, un po’ con Dol-cetti e la sua squadra. Stiamo pensando a una soluzione che mi consenta di non trascurare nessuna delle due cose».Veniamo alla rosa che hai potuto conoscere in ritiro a Mezzano: che idea ti sei fatto della nuova Spal?

«Buonissima, perché si è lavorato bene e dal mio punto di vista la rosa è com-pleta in ogni reparto. Ripenso alla pri-ma gara con il Como, la squadra in cam-po ha provato a mettere in pratica tutto quanto quello provato in allenamento nelle settimane di ritiro e molte cose sembra già averle assimilate. Insomma la direzione, soprattutto nel lavoro quo-tidiano è quella giusta».Nel settore nevralgico del campo, la mediana, Bedin e Migliorini: i bian-cazzurri sembrano avere alzato, e di parecchio, il tasso tecnico. «Sono d’accordo, si tratta di due pun-telli notevoli per il reparto che alla Spal dello scorso anno mancavano. Bedin ha tanta esperienza, Migliorini è giovane ma con grandissima qualità. Conside-rando poi che nel ruolo ci sono anche Schiavon e Cazzamalli, il centrocampo biancazzurro può contare su elementi di spessore, senza dubbio».Tornando proprio al debutto sta-gionale, in Coppa c’erano duemila persone al Mazza ed era il 2 di ago-sto...«Sì un numero impressionante. I tifosi della Spal ci sono sempre, e sempre con tanto entusiasmo. Uno stimolo grosso sicuramente per la squadra e per cerca-re di ricambiarli sul campo».Tornando indietro negli anni, la passione del pubblico è rimasta in-tatta, anche nei tuoi confronti.«A Ferrara il tifo è passionale, caldo e coinvolgente. Nel mio caso, ti confi do che ad Auronzo, in occasione della ami-chevole pre-campionato con la Lazio, mi sono emozionato moltissimo. Sono uscito dal tunnel e i ragazzi hanno in-tonato il coro “un capitano, c’è solo un capitano” nei miei confronti. Si tratta di manifestazioni d’affetto che fanno pia-cere anche perché inaspettate. Ed è la dimostrazione che se uno indossa que-sta maglia con impegno e sacrifi cio, poi i tifosi lo capiscono immediatamente».Capitano di ieri tu, capitano di oggi Zamboni, osannato dai tifosi. «Ci conoscevamo da tempo, ma nelle settimane di lavoro insieme abbiamo avuto la possibilità di approfondire il rapporto. C’è grande affetto nei suoi

confronti. Lui qui si trova bene, si è af-fezionato a Ferrara, e a lui, viceversa, si sono legati squadra, società e tifosi. Anche ai miei tempi arrivarono offerte dalla serie B, ma di fronte all’affetto ho scelto di stare qui. Vedo Zambo legato al biancazzurro nello stesso modo».Girone della Spal complesso, quello di quest’anno. Sei d’accordo?«Si tratta di un esperienza nuova per tutti rispetto a quella dello scorso anno, avversarie mai affrontate se non quel-le poche squadre che erano nel nostro campionato anche nella passata stagio-ne. Cambiano le compagini, per la mag-gior parte storiche e ambiziose, cambia-no gli scenari, visto che in trasferta tro-veremo pubblico e ambientazioni molto caldi. Abbiamo comunque in squadra giocatori abituati a questi palcoscenici e sono comunque dell’idea che la Spal abbia le carte in regola per fare un bel campionato».Intanto nella rosa della prima squa-dra ci sono cinque dei tuoi ragazzi della Berretti.«E’ un bel segnale per la Spal e per i ragazzi del settore giovanile, la società porta avanti questo progetto con impe-gno. E’ un motivo di soddisfazione per-ché signifi ca che il lavoro dello scorso anno è stato fatto bene ed è apprezzato. I cinque giovani che ci sono quest’anno, e sarebbero potuti essere ancora di più, hanno lavorato con impegno e dedizione ogni giorno. Su questa strada potranno togliersi delle grosse soddisfazioni an-che perché a guidarli hanno un allena-tore come Aldo che non guarda all’età ma al giocatore e alle sue qualità».

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Page 18: anno II numero 1

18 LA STORIA SIAMO NOI parola di ex

“Ho cominciatoa occuparmi di giocatori grazie a Tullio Tinti.Seguo sempre la mia Spal. Questa societàha fatto un ottimo lavoro. Ora si tratta di fareun piccolo passo avanti.I giocatori ci sono.Pozzi e Dolcetti sono una garanzia.”

DAVIDETORCHIAil tifoso-procuratoredi Alessandro Orlandin

Il suo cognome di certo evoca bei ricor-di per il popolo spallino, il calcio delle formazioni a memoria, di Torchia, Lan-cini, Paramatti. L’inizio di una sorta di litania, l’evocazione di una squadra che ha fatto sognare Ferrara. Oggi Davide Torchia di mestiere fa il procuratore e conserva ancora ricordi felici della sua esperienza nella città estense.“Il rapporto con la città? Amore a pri-ma vista, frutto di un’alchimia parti-colare che si respirava a Ferrara. Una piazza che aveva e che tuttora ha tutto: tradizione, un centro sportivo, un affet-to dei tifosi che raramente ci si aspetta di trovare in Emilia. Fui letteralmente conquistato, mi sono sentito come se fossi a casa”. E poi c’era un gruppo di calciatori di un certo livello. “Assolutamente, i miei ricordi più felici sono legati a loro. Un gruppo composi-to ma molto unito, tanto che il legame d’amicizia con tanti compagni di allora è presente ancora oggi a quasi vent’an-ni di distanza”.Oggi lavori come procuratore: come è iniziata questa sua nuova carrie-ra? “Si è trattato di una scelta improvvisa, maturata durante l’ultimo anno da cal-ciatore. Il mio procuratore Tullio Tinti mi propose di iniziare questa espe-

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Page 19: anno II numero 1

19LA STORIA SIAMO NOIparola di ex

rienza e così cominciai a lavorare con grande impegno soprattutto sui giovani calciatori, pratica un po’ trascurata al tempo. Diciamo che non ho avuto tem-po di progettare carriere alternative ed è andata bene così”.Da ex spallino e da addetto ai lavo-ri come vedi questa società e que-sta squadra?“Questa nuova Spal è nata in un perio-do di profonda crisi per il calcio italia-no: il mantenimento della categoria è già un risultato importante, basti vede-re che fi ne hanno fatto certe società di Lega Pro fi nite in mano a gestioni poco oculate. Il lavoro svolto fi nora è ottimo, ora si tratta di fare un piccolo passo in avanti e a giudicare dal mercato questo sembra possibile”.A detta di molti l’organico appare rinforzato.“Sono d’accordo: alla spina dorsale dell’anno scorso sono stati aggiunti ot-timi elementi e giovani di prospettiva. Il connubio tra esperienza e gioventù sembra realizzarsi pienamente, senza dimenticare l’abilità di Dolcetti che ritengo essere un allenatore capace e una persona perbene, qualità non tra-scurabile”.Un giudizio su Rachid Arma, nome al centro di tutto il mercato.“Merita pienamente l’interesse che ha suscitato in diverse squadre. Sembra retorico da dire, ma mettersi in luce nella Spal genera parecchia attenzione

tra gli addetti ai lavori. Bortolo Pozzi è un esperto del mestiere nonostante la giovane età e ha fatto bene a fi ssare un prezzo di prospettiva per il ragazzo”.Da un bomber emergente a uno in cerca di rilancio come Fabio Bazza-ni.“In questo caso va tenuto conto che tra i calciatori con la carta d’identità un po’ ingiallita ci sono quelli che scen-dono in serie C per svernare e quelli che lo fanno per ripartire e lavorare con motivazione. Non conosco perso-nalmente il giocatore, ma ritengo che faccia parte di quest’ultima categoria: è arrivato fi no in cima facendo gran-di sacrifi ci e sono certo che ha molta voglia di prendersi delle soddisfazioni con questa Spal. Attenzione però a non creare troppe aspettative attorno a lui: non esiste il giocatore con la bacchetta magica, servirà un po’ di tempo ma alla lunga si rivelerà un trascinatore”.La Spal è attesa alla prova di un gi-rone di ferro.“Ho notato, in effetti ci sono molte squadre che aspireranno a un campio-nato di vertice e questo non agevola certo l’opera. Va detto poi che il crite-rio con cui sono stati creati i gironi è incomprensibile: la vecchia divisione nord/sud sarebbe stata preferibile sot-to molti punti di vista”.Inoltre c’è il pericolo di trovare ambienti piuttosto caldi.“Non credo che questo sia un aspetto determinante, non è più come vent’an-ni fa. A preoccupare dovrebbe essere di più il livello tecnico di un avversaria. E poi nella Spal ci sono calciatori di una certa esperienza che non si faran-no certo intimidire”.Vuoi inviare un messaggio ai lettori de Lo Spallino e ai tifosi in gene-rale?“Voglio dire che ricordo ancora tutti con grandissimo affetto, anche per quel che riguarda la sfera extra-calcistica. Ai tifosi dico di stare vicini alla squadra perché avere una passione del genere è motivo di grande orgoglio. Mettere la Spal al primo posto in questo calcio sempre più televisivo fa onore ai sup-porter ferraresi”.

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Page 20: anno II numero 1

20 IL VIVAIO gli spallini di domani

Lunedì scorsoal Centro di via Copparol’inizio della nuova stagionedelle formazioni giovaniliche quest’anno salgono a nove. Ad accogliere i biancazzurridi domani il Direttore generaleElio Lauricella, Aldo Dolcettie tutti i tecnici.Obiettivo crescere e trovareun altro Laurenti.

Piccoli spallinisi radunanodi Alessandro Orlandin

DIAMOLORO

UN FUTURO

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21IL VIVAIOgli spallini di domani

La nuova gioventù spallina ha avuto il suo battesimo di fuoco in un afoso pomeriggio ferrarese, sotto un cielo colorato, manco a farlo apposta, di biancazzurro, complici le tante nu-vole. Cinque le selezioni che si sono radunate il 17 agosto sui campi del centro d’addestramento di via Cop-paro: la Berretti di Beppe Brescia, gli Allievi Nazionali di Fabio Arbusti, gli Allievi Regionali di Massimo Albiero, i Giovanissimi Nazionali di Jonathan Binotto e quelli Regionali guidati da Roberto Labardi. I primi ad entrare in campo in mat-tinata sono stati i trenta ragazzi (di cui ben otto in prova) affi dati a Fabio Arbusti che in un perfetto clima da primo giorno di scuola hanno seguito con attenzione il lungo discorso del proprio istruttore per poi iniziare gli allenamenti fi n da subito con il pal-lone. Diverso l’approccio per la se-conda squadra scesa in campo nella giornata: Massimo Albiero sceglie di cominciare con molto lavoro fi sico e pochi esercizi col pallone: “Ades-so farete fatica – dice sorridendo ai ragazzi l’ex centrale spallino – ma un bel fi sico robusto farà la diffe-renza durante la stagione”. Il resto della famiglia di via Copparo giunge durante il pomeriggio e prosegue gli allenamenti fi no all’imbrunire, tra fa-tica, sudore, sorrisi e indicazioni dai rispettivi allenatori. Non mancano visite assai gradite: al

Pagina 20:In alto da sinistra: Brescia con Elio Lauricella.La formazione Berretti.In basso: gli Allievi Nazionali.

Pagina 21:In alto da sinistra: i Giovanissimi Nazionali.I Giovanissimi Regionali di Roberto Labardi.Sotto: Albiero con i suoi Allievi Regionali.

Centro arrivano anche il direttore generale del settore giovanile Elio Lauricella e il mister Aldo Dolcetti. Il primo per passare in rassegna i gio-

vani biancazzurri, il secondo per am-mirare il fi glio Lorenzo, aggregato ai giovanissimi nazionali. Ma non solo, l’allenatore della prima squadra ha voluto parlare ai ragazzi della Ber-retti di Brescia, che sono chiamati a diventare il futuro della Spal come di-mostrato recentemente da Gianluca Laurenti e non solo. Diversi anche gli stimoli che i vari addetti ai lavori han-no provato a trasmettere ai giovani calciatori: Lauricella ha sottolineato “l’importanza di trovarsi in una socie-tà come la Spal: serve da parte vostra la consapevolezza di essere qui per coronare il sogno di diventare calcia-tori ma soprattutto di poter intrapren-dere un percorso umano fatto di va-lori, che serviranno nella vita di ogni giorno una volta cresciuti”. E se Arbu-sti ai suoi predica la fi losofi a del “non esiste un «io» in una squadra bensì un «noi»” ed esige spirito di gruppo, Roberto Labardi punta su disciplina, entusiasmo e spallinità: “Non serve solo la tecnica per fare il calciatore, servono entusiasmo, rispetto per re-gole e avversari, spirito di squadra. Non siete in una squadra qualunque: portare questa maglia deve rendervi particolarmente orgogliosi perché questi sono colori ricchi di storia, che in tanti vorrebbero vestire al posto vostro”. Sotto il cielo dipinto di bian-cazzurro, guidati dai propri maestri, piccoli spallini crescono. Poi, da set-tembre, cominceranno i vari tornei.

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22 L’AVVERSARIO Cosenza

Sarà la Spal a tenere a battesimo il ritorno in Prima Divisione del Cosen-za del giovanissimo mister Toscano dopo ben ventitré anni. All’esordio assoluto sulla panchina dei lupi della Sila la scorsa stagione, il trentanoven-ne allenatore di Carpetoi ha subito impressionato il pubblico calabrese con il suo agile 4-3-3 in grado di tra-sformarsi all’occorrenza in un cama-leontico 4-4-2 a gara in corso: in que-sto modo sono state ben diciannove le vittorie a fronte di appena cinque sconfi tte nel campionato appena ter-minato con una cavalcata irresistibile verso la promozione fatta di 67 punti fi nali (miglior punteggio assoluto del-la Lega Pro) e con una difesa granitica (16 reti al passivo, la meno perforata di tutti i tornei professionistici). Quello che si presenterà a Ferrara non sarà però lo stesso magico, come dai più defi nito, Cosenza. Le intenzio-ni della società sono che lo diventi nel tempo e, perché no, già in questo torneo. Sono state infatti tantissime le partenze decise dal diesse Mirabel-li un po’ per svecchiare una rosa de-cisamente avanti con l’età, un po’ per rinforzare degnamente la squadra vo-

gliosa, quanto la piazza, di tornare in serie B il prima possibile. A oggi della formazione che ha conquistato la pri-ma posizione nel torneo di Seconda Divisione appena concluso, sono ri-masti i soli Mortelliti, Danti e De Rose: il resto è nuovo di zecca. Lasciati par-tire i due bomber di razza Galantuc-ci e Polani sono arrivati Ceccarelli (grande stagione a Monopoli l’anno scorso tanto da essere osservato da formazioni di categoria superiore ma il Chievo proprietario del cartellino ha scelto di girare il ventiseienne a Cosenza) e i giovani Scotto e Cacca-vallo rispettivamente scuola Genoa e Lecce: su di loro sono riposte le spe-ranze di una stagione da protagonisti. In porta, partito l’esperto Ambrosi destinazione Cisco Roma, sempre dal Lecce è giunto il giovane Gabrieli (già una decina di presenze in B per lui) che si è fatto male seriamente du-rante l’estate. Così è arrivato Spada-vecchia dal Pescara. Davanti a lui un reparto tutto da scoprire: due colpi di grande spessore quelli che hanno portato a vestire la casacca rossoblu il centrale Sandro Porchia, calabrese doc, una vita in B, esperto rigorista

Il bunkerCOSENZA

di Diego Stocchi CarnevaliLa neopromossadel giovanissimo tecnico Toscano l’anno scorso ha fatto il recorddi punti in Lega Procon la migliore difesa tra i professionisti.La rivoluzione estiva ha portato giocatori di categoria e giovani promesse.La velocità è un puntodi forza.Porchia è la chioccia,La Canna e Roselli gli ex

Page 23: anno II numero 1

23L’AVVERSARIOCosenza

PortieriAlmetonis, Pinzan

DifensoriAmico, Bernardi, Chianello, Di Bari,

Maggiolini, Musca, Nastasi, Porchia, UngaroCentrocampisti

De Pascalis, De Rose, Doninelli, La Canna, Mortelliti, Olivieri, Piro, Roselli

AttaccantiCaccavallo, Ceccarelli, Danti, Scotto

AllenatoreToscano

LA ROSA

ACQUISTIRoselli (c, Ravenna)

La Canna (c, Sv)Ceccarelli (a, Monopoli)

Gubinelli (a, Tor Tre Teste)Nastasi (d, Spezia)

Almetonis (p, Siena, Pr)Caccavallo (a, Lecce, Co)

Porchia (d, Grosseto)Amico (d, Genoa, Pr)Scotto (a, Genoa, Pr)De Pascalis (c, Bari)Piro (c, Chievo, Pr)Di Bari (d, Taranto)

Maggiolini (d, Novara)Ungaro (d, Reggina, Pr)

Olivieri (c, Sv)Pinzan (p, Sassuolo, Sv)

CESSIONIMorelli (d, Sambiase)

Moschella (d, Sambiase)Braca (d, Sv)

Galantucci (a, Sv)Occhiuzzi (c, Sv)

Zangaro (d, Catania, Fp)Catania (a, Potenza, Fp)Polani (a, Juve Stabia)Battisti (c, Juve Stabia)

Ambrosi (p, Cisco Roma)Profeta (c, Catania, Co)

Parisi (d, Aversa Normanna)

IL MERCATOe tiratore eccelso dei calci da fermo e, al suo fi anco, Vito Di Bari, tra i mi-gliori difensori dello scorso torneo, giunto a titolo defi nitivo dal Taranto. Anche le corsie laterali avranno nuo-vi interpreti: Maggiolini numero 3 dal Novara e Nastasi numero 2, un ragaz-zo di cui si dice un gran bene. Se pas-siamo alla zona nevralgica sono due i ritorni che hanno caratterizzato il calciomercato dei lupi: Fabio Roselli e Mario La Canna che, dopo sfortu-nate esperienze tra Ravenna e Gros-seto, tornano con la voglia di essere protagonisti: entrambi sono ex gioca-tori della Spal. A questi si aggiunge il mastino De Rose, già cercato in cate-goria superiore, fondamentale perno di una zona del campo su cui l’anno scorso i cosentini hanno fondato gran parte delle loro vittorie. L’alternativa sarà Danti che però spesso, parte die-ci metri più avanti, interscambiando-si sovente con La Canna. Sicuro di un discreto minutaggio sarà anche il gio-vane Piro: attenzione ai numeri che ha in serbo questo ragazzo prestato dal Chievo che qualcuno, certamen-te azzardando, ha dipinto come un piccolo Francesco Totti. In attacco i punti fermi sembrano Mortelliti e uno tra La Canna e Caccavallo sulle cor-sie esterne con Ceccarelli al centro a fare da boa. Attenzione alla velocità, sarà questa l’arma più importante dei silani a cui la Spal dovrà fare grande attenzione.

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SPAL-COSENZA, 23 agosto 2009LE PROBABILI FORMAZIONI

1CA

PECC

HI

2GH

ETTI

7RO

SSI

6LO

RENZ

I

11VA

LTUL

INA

9AR

MA

8M

IGLI

ORIN

I

5ZA

MBO

NI

4BE

DIN

3CA

BECC

IA

10BR

ACAL

ETTI

1PINZAN

2UNGARO

7LA CANNA

4DE ROSE

6PORCHIA

10DANTI

(Bernardi)

8ROSELLI

3M

AGGIOLINI

11M

ORTELLITI(Caccavallo)

5DI BARI

9CECCARELLI

Allenatore: DOLCETTI. A disp.: Ioime, Gaspari, Bor-tel, Schiavon, Laurenti, Meloni, Bazzani.

Allenatore: TOSCANO. A disp.: Almetonis, De Luca, Nastasi, Chianello, Bernardi (Danti), Olivieri,De Pascalis, Caccavallo (Mortelliti)

Tabellinie statistiche su

www.loSpallino.com

OGGI - 23 AGOSTO 2009

ANDRIA - TERNANA GIULIANOVA - POTENZA PESCARA - RIMINI PESCINA - CAVESE PORTOGRUARO - RAVENNA REGGIANA - VIRTUS LANCIANO SPAL - COSENZA TARANTO - REAL MARCIANISE VERONA - FOGGIA

PROSSIMO TURNO - 30 AGOSTO 2009

CAVESE - PESCARA COSENZA - PESCINA FOGGIA - GIULIANOVA POTENZA - ANDRIA RAVENNA - SPAL REAL MARCIANISE - PORTOGRUARO RIMINI - REGGIANA TERNANA - TARANTO VIRTUS LANCIANO - VERONA

SQUALIFICATI

CAZZAMALLI (SPAL)