Anno I numero 02 Febbraio 2007

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COPIA OMAGGIO Mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale Febbraio 2007 - ANNO I - n°2 …se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggio se tu vivessi ancora se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio se la mia penna fosse un’arma vincente se la mia paura esplodesse nelle piazze se l’averti conosciuta diventasse la nostra forza se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita nella nostra morte almeno diventassero ghirlande della lotta di noi tutte, donne.. se…. non sarebbero le parole a cercare di affermare la vita ma la vita stessa, senza aggiungere altro ADELE FACCIO È MORTA L’8 FEBBRAIO. L’8 MARZO IL RICORDO DEL PARTITO RADICALE. GIORGIANA MASI: L' ALTRO ‘77 Marco Pannella: ”Un delitto di Stato” GIORGIANA MASI: L' ALTRO ‘77 Marco Pannella: ”Un delitto di Stato” SATYAGRAHA PER IL SENATO: CAPEZZONE DAL 25 GENNAIO IN SCIOPERO DELLA FAME NON BENE....DI.CO E CADE IL GOVERNO. IL 28 RIFIDUCIA AL SENATO

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Abolire la miseria della Calabria periodico nonviolento di storia, arte, cultura e politica laica liberale calabrese

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ensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicaleFebbraio 2007 - AN

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I - n°2

…se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggiose tu vivessi ancorase io non fossi impotente di fronte al tuo assassiniose la mia penna fosse un’arma vincentese la mia paura esplodesse nelle piazzese l’averti conosciuta diventasse la nostra forzase i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita nella nostramorte almeno diventassero ghirlande della lotta di noi tutte,donne..se….non sarebbero le parole a cercare di affermare la vitama la vita stessa, senza aggiungere altro

ADELE FACCIO È MORTA L’8 FEBBRAIO. L’8 MARZO IL RICORDO DEL PARTITO RADICALE.

GIORGIANA MASI: L' ALTRO ‘77Marco Pannella:”Un delitto di Stato”

GIORGIANA MASI: L' ALTRO ‘77Marco Pannella:”Un delitto di Stato”

SATYAGRAHA PER IL SENATO:CAPEZZONE DAL 25 GENNAIOIN SCIOPERO DELLA FAME

NON BENE....DI.COE CADE IL GOVERNO. IL 28 RIFIDUCIA AL SENATO

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ASHABOLIRE LA MISERIA della calabria 2

SOMMARIOCASO WELBY: FINE DELL'AC-CANIMENTO TERAPEUTICO.Non è stata eutansia. La dose di benzodiazepinenon era mortale.Non so come avrà reagito il politico che -dopo la morte di Welby - aveva dichiaratoche il Medico Riccio e l’On. Marco Cappatoandavano arrestati dopo aver saputo che ildottor Riccio è stato, prima scagionato dal-l'ordine dei Medici di Cremona che ha chiu-so il procedimento nei suoi confronti e poi,successivamente, anche la perizia tossico-logica ha rivelato che la dose di sedativonon ha causato la morte di Welby. Questiaveva il diritto, costituzionalmente garantiodall'art.32, di interrompere l’accanimentoterapeutico che lo manteneva in vita artifi-cialmente. Prima di parlare i politici dovreb-bero rileggersi la Costituzione. Ci ha fattopiacere la presa di posizione del CardinaleMartini che ha ammesso che su Welby lachiesa ha sbagliato.

Nuove BR pronte a colpire:difficile - in questo paese - il mestiere dei giuslavoristi.Nel numero precedente di Abolire la miserial'editoriale evidenziava come, a distanza dianni, l'esempio Gandiano della lotta non vio-lenta sia ancora esempio da seguire. I 15arresti dellle nuove BR della Procura diMilano ci convincono che avevamo ragione."Non è né tattica né strategia. E' il fine coer-ente con il mezzo" era l'occhiello di quell’ed-itoriale. Stando alle dichiarazioni dei magis-trati rilasciate alla stampa nazionale sembrache questi signori si consideravano in "guer-ra con lo stato". Ma quello che ci colpiscenon è tanto l'assurdità di queste tragichescelte dei "compagni assassini" come lidefinisce Marco Pannella ma piuttosto l'arti-colo, a firma di Pietro Ichino sul Corsera,che elencava - brutalmente - gli uomini che,negli anni sono stati fatti fuori dalle BR:Carlo Castellano, dirigente industrialecolpevole di accordi innovativi sull'organiz-zazione del lavoro ferito gravemente (1977),Filippo Peschiera giuslavorista ferito grave-mente (1978), Guido Rossa sindacalista cgilucciso nel 1979, Gino Giugni, giuslavoristaferito gravemente nel 1983. E l'elnco pros-egue: Ezio Tarantelli ideatore della riformasulla scala mobile ucciso nel 1985, MassimoD'Antona, giuslavorista, consigliere dei mis-istri del lavoro e dei trasporti ucciso nel1999; Marco Biagi, giuslavorista autore dellariforma che porta il suo nome e ucciso nel2002. Siamo un paese in cui le riforme dellavoro, chi le fà rischia di essere ucciso. Perquanto riguarda la Legge Biagi credo, non civoglia tanto a capire che - per una impresache debba fare un sito web o avvalersi didipendenti per brevi periodi, il lavoro a prog-etto è un'opportunità in più e che a questodovremmo aggiungere solo gli ammortizza-tori sociali per garantire una continuità con-tributiva e salariale sul modello britannico osvedese e che già il libro bianco di MarcoBiagi prevedeva. Un reddito d'inserimento,di cittadinanza. Certo che per lottare - gius-tamente - per queste cose, arrivare aduccidere significa essere automaticamenteal di fuori di ogni ragione. Siamo in un paese in cui un disoccupato chelavora più di un certo numero di giornateall'anno non trova convenienza nel perdereil sussidio di disoccupazione e preferiscechiedere al proprio datore di lavoro di inter-ropere il versamento dei contributi per con-tinuare ad avere il sussidio che così sitrasforma in incentivo alla disoccupazione.Certo che qualunque ragione si abbia o sicreda di avere la violenza, le stragi portanosolo lutto e dolore. La storia ci insegna. Madi Gandhi si ha ancora tanto bisogno di sen-tir parlare.

PAG 3 Giorgiana Masi: L' altro ‘77PAG 4 Foibe: il 10 febbraio il giorno del Ricordo.PAG 4 I nemici della Calabria: clientelismo, cor-

ruzione e mafiaPAG 5 Figli di nessun Dio e neanche dell’uomoPAG 5 Non bene ... di.co.PAG 6 Adele Faccio è morta l’8 febbraio. L’8 marzo il

ricordo del Partito RadicalePAG 7 I giochi pericolosi radicali e l’asta dell’ospi-

talitàPAG 8 Satyagraha per il Senato. Capezzone dal 25

GENNAIO in sciopero della fame. La vicenda degli otto senatori

PAG 9 UNIONE: Prodi voleva un contratto firmato. Le rivelazioni di Pannella

PAG 9 Bonino a Capezzone: la tua astensione un atto di arroganza

PAG 10 17 FEBBRAIO/ Sellia Marina (CZ): Ricordo di LUCA COSCIONI e delle Sue Battaglie

ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIAmensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale

Direttore Responsabile: Filippo CurtosiEditore - Vice Direttore: Giuseppe Candido

AUTOPRODOTTO:Redazione, amministrazione, impaginazione e stampaVia Crotone, 24 – 88050 Cropani (CZ)Tel/Fax. 0961 961036 – 347 8253666e.mail: [email protected]" sul blog: http://abolirelamiseria.blog.tiscali.it

Iscrizione Registro Stampa Periodica Tribunale di CatanzaroN°1 del 9 gennaio 2007

Mensile partecipativo: la collaborazione è libera a tutti ed è da considerarsitotalmente gratuita. Gli articoli riflettono il pensiero degli autori i quali siassumono la responsabilità di fronte la legge.

Hanno collaborato a questo numero:Giuseppe Candido, Giovanna Canigiula, Filippo Curtosi, Giuseppe Fontana;Amtomio Renda (impaginazione).Questo numero è stato chiuso il 28 febbraio 2007 alle ore 23.55

AppuntamentiLa Cellula Coscioni di Reggio Calabria organizza convegno sul tema: TESTAMENTO BIOLOGICO, QUALITA’ DELLA VITA E DIGNITA’ DELLA PERSONA. Reggio Calabria - 9 marzo ore 17.30 - salone conferenze “Giuditta Levato” -Consiglio Regionale della Calabria - Via Cardinale Portanova - RC

ABOLIRE LA MISERIA della calabria3

E’ trascorso tanto tempo da quei lontani anni’70 che segnarono la data di nascita del cosìdetto “Movimento studentesco” in Italia.“Strategia della tensione”, Piazza Fontana ePiazza della Loggia, Italicus, rogo diPrimavalle. Furono gli anni della morte diGiorgiana Masi, di Francesco Lo Rosso, del-l’agente Custrà e poi di Guido Rossa, sinda-calista, di Fulvio Croce, presidente degliavvocati e delle piazze incendiate dagliestremisti. Il lancio di pietre verso il palcodove parlava Luciano Lama alla Sapienza, ilferimento di Indro Montanelli e poi I Volsci,C.l., Radio Alice, Radio Onda Rossa. La P38era il simbolo della sinistra rivoluzionaria.Nudi dati anagrafici, dietro ai quali si celavatuttavia un lungo processo di incubazione. Lelotte operaie con pochi operai e studen-tesche. I no global, i movimenti ambientalistie la sinistra radicale e libertaria non nascono

dal nulla, ma hanno il loro epicentro, storica-mente significativo, nel Lazio, Lombardia,Emilia, Calabria. Regioni chiave per lo sviluppo di una coscien-za libera, per i diritti, per la lotta politica e ide-ale, per un messaggio che viene raccolto inogni contrada del paese, dagli operai agli stu-denti, agli intellettuali. Numerosi intellettualiaffluiscono in queste fila con un folto stuolo digiovani e di donne. Dario Fo, Felix Guattari,Alain Guillaume, Sartre. Tutto era surreale,alternativo, radicale: gli amori, gli amici, lacompagnia, la Scuola, il Privato, la libertàprima di tutto e da tutto. Il desiderio al poterese si può sintetizzare. StudiavoGiurisprudenza alla “Sapienza”, mi mantene-vo vendendo giornali. Partecipai alMovimento studentesco senza tanta inten-sità. Portavamo come dice Guccini “un eski-mo innocente, dettato solo dalla povertà, nonera la rivolta permanente, diciamo che nonc’era e tanto fa”. Leggevo Allen Ginsperg,Kerouac, Re Nudo . Ascoltavamo Jefferson’sAirplane. “Cazzo” era la parola più usata aquel tempo. Il ’77 non è stato il folclore comedice Francesco Merlo su “la Repubblica”.Piuttosto ha ragione Asor Rosa quando parladi “due società”. Da una parte dice lo storicodella letteratura “c’erano i garantiti, coloro cheavevano un reddito sicuro, dall’altra una vastamassa di giovani precari, marginali, senzaprospettiva di inserimento sociale”. Si facevadi necessità virtù. Questo l’ex direttore di “Rinascita” lo scriveva nel 1977 su “ l’Unità”.

Poi le Br distrussero il sogno e i desideri.L’azione politica di compagni come OresteScalzone, Franco Piperno, Lanfranco Pace sidispiegava nella società civile con le lotte perla libertà ed il progresso dei lavoratori, per ladifesa della democrazia e delle libertà, controle repressioni autoritarie che raggiunsero lafase più acuta con il c.d. “teorema Calogero”del 1977.A Bologna dove si riunì il movimento per l’ul-tima volta c’è una grande novità: svanisce ilsogno e tutto si dissolve. Oltre a Scalzoneche era stato incriminato di banda armata econdannato, anche altri compagni conobberoin quegli anni il carcere e vennero processatie condannati. Insieme ai provvedimenti chevietavano ogni tipo di manifestazione pubbli-ca si decretava in pratica lo stato d’assedio ela sospensione delle libertà di associazione,di espressione libera. Il giovine ministroCossiga fece arrestare il movimento ed i lorocapi, tra i quali appunto l’Oreste. Contro lemisure repressive della libertà di associ-azione, di sciopero, insorsero solo i socialisticome Giacomo Mancini, i radicali comeMarco Pannella ed i veri democratici . Si eracontro il compromesso storico e come scriveLucia Annunziata nel suo libro 1977 “Noi odi-avamo i comunisti”. Il vecchio Psi assunseuna politica autonomista, conferma Craxi allaguida del partito; più tardi Pertini verrà elettopresedente della Repubblica. Poi le Br, l’ucci-

sione di Moro hanno definitivamente distruttoe cancellato il “Movimento”.Dopo 26 anni di latitanza in Francia, l’exleader di Potere Operaio torna in Italia. Erastato condannato dal Tribunale di Milano nel1981 per partecipazione ad associazionesovversiva, banda armata nell’ambito delprocesso “7 aprile” su Autonomia operaia.Nell’immaginario dell’epoca si meritò l’ap-pellativo di “ rivoluzionario” non di mestiere.Processato in più occasioni, Scalzonetrascorse in carcere alcuni anni. Costretto adimboccare la via dell’esilio, per altri 26 annigirò in cerca di ospitalità per se e per le sueidee: Corsica, Olanda, Sud America, Francia,Parigi; il presidente socialista Mitterand diedeospitalità a tutti gli esuli ed i rifugiati politici. Siattraversava, da libertari tutte le lotte operaiedegli anni settanta in Italia, partecipavamoall’occupazione di Valle Giulia con Pace ePiperno, leaders del Movimento studentesco,ci si scontra in piazza con la polizia e con ifascisti. Erano gli anni del “Potop” del potereoperaio, come recitavano gli slogans di queltempo. Erano gli anni dei cinema “d’essai”,

degli scontri anche con quelli di” LottaContinua”. Era la stagione delle assembleepermanenti, degli espropri proletari. Erano glianni di forte e vera opposizione alla guerra,gli anni della difesa dell’internazionalismo lib-eratario, socialista e radicale. Chi incarnava illibertario in Italia era ribelle, bandito, sovver-sivo. Si è sempre ritrovato contro ogni tipo dipotere. Sulla fiancata della barca diGianmaria Volontè che portava in FranciaScalzone c’era scritto un verso di Paul Valery:“Il vento si alza, bisogna tentare di vivere”. Luiha sempre incarnato queste parole. Sempresulle barricate. Scalzone oratore formidabile,lo ricordo sempre sommerso di libri, carte egiornali. Non è mai stato un comunista anchese da giovane è stato iscritto alla Fgci: nei fattianticipa quelli che oggi si chiamano no globalda Caruso in giù. A fianco degli operai cheoccupano le fabbriche e nelle lotte studen-tesche come a Roma, Napoli, Bologna,Milano. Viveva tra gli operai e con gli studen-ti: una sorta di icona del movimento studen-tesco. Poi venne sepolto vivo in esilio e con-tinuamente sorvegliato come una bestia peri-colosa. Farà ancora paura? Adesso chefarai?” farò una compagnia di giro, compostada me stesso e da chi ci vuol stare. Farò agi-tazione filosofica, culturale e sociale”. Farà,dice il sindacalista dei rifugiati. MarcoPannella, destinato a diventare per molti unasorte di voce profetica che più a contribuito adistruggere gli stereotipi borghesi dellamorale e dell’etica in base al suo atteggia-mento nei confronti della nonviolenza delpotere politico e industriale, dello stato assas-sino. Il Partito radicale e compagnia possi-amo dire che hanno sconvolto linguaggio,percezione e visione del mondo per la libertà,contro le ingiustizie, le guerre, l’odio e leincomprensioni. Andrea Casalegno dice che“per un giovane di oggi non è facile capire diche lacrime grondi e di che sangue la storiadel 1977. Quei fatti sembrano un bruttosogno: il susseguirsi delle manifestazioni cheogni volta ci scappava il morto. Ammazzareera un gioco. Il vero lavoro era uccidere”.Un esempio per tutti : l’uccisione di GiorgianaMasi. In un bel libro, abbastanza raro, prestatomida Salvatore Colace, radicale calabrese dasempre, elaborato dal Centro di iniziativagiuridica Piero Calamandrei si raccolgonotestimonianze e fotografie del fatidico 12Maggio 1977 della morte di Giorgiana Masi,diciannovenne simpatizzante Radicale. “Lameccanica dell’assassinio di Giorgiana, silegge in questo libro, si può riassumere comeun omicidio di Stato”. “E’ vostra, dicevaAntonello Trombadori, la responsabilità dellatragedia”. “ Un delitto di Stato” tuonavaMarco Pannella. “Vogliono criminalizzare l’op-posizione democratica, parlamentare edextraparlamentare; l’opposizione laica, liber-taria, socialista, non violenta ,alternativa;quella del progetto, del referendum. La vio-lenza è stata solo dello stato. Disobbedire eranecessario. Il movimento femminista di Romadice: “Giorgiana Masi è stata assassinata dalregime di Cossiga. Rivendichiamo il diritto discendere in piazza, a riprenderci la libertà, lavita. Nessuna donna resterà in silenzio”.A Giorgiana…se la rivoluzione d’ottobre fosse stata dimaggiose tu vivessi ancorase io non fossi impotente di fronte al tuoassassiniose la mia penna fosse un’arma vincentese la mia paura esplodesse nelle piazzese l’averti conosciuta diventasse la nostraforzase i fiori che abbiamo regalato alla tua corag-giosa vita nella nostra morte almeno diven-tassero ghirlande della lotta di noi tutte,donne..se….non sarebbero le parole a cercare di affer-mare la vitama la vita stessa, senza aggiungere altroEcco perché ancora serve il suo esempio, dalibertari, nonviolenti,laici, socialisti, liberali eradicali .

Filippo Curtosi.

A 30 anni dalla suauccisione, una stragedi verità

Giorgiana Masi:L' altro ‘77Marco Pannella:”Un delitto di Stato”

Foto archivio WIKIPEDIA

Foto archivio WIKIPEDIA

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 4

Dopo la giornata della memoria del 27 gen-naio sulla Shoah, termine ebraico che sig-nifica sterminio, il 10 di febbraio Ë stato ilgiorno del ricordo. Molto spesso i due even-ti sono confusi. Mentre la Shoah rappresen-ta il martirio ad opera dei nazisti nei confron-ti degli ebrei ben noto alla storia, il 10 feb-braio istituito come gioranta del ricordo conla passata legislatura (L.92/2004) rappre-senta la volontà di un paese, l'Italia, di farluce sul massacro di Italiani operata dalregime comunista del maresciallo Tito inIstria, Dalmazia e Fiume e su cui - per oltrequarant'anni, vi è stato un sostanzialenegazionismo nel nome di un'interesseeuropeo non ben definito (e in realtà non sicapisce perchè noi europei non dovremmoavere benificio dal conoscere la verità). Allafine della seconda guera mondiale, mentrel'Italia veniva liberata dall'occupazionenazista, a Trieste e nell'Istria (sino ad alloraterritorio Italiano) si è vissuta una tragedia.La agoniata liberazione avveniva si ma adopera di un'altra dittatura: quella dei comu-nisti Jugoslavi di Tito.Il termine "foiba" (dal latino buca) sino aqualche anno fa non ricordava la tragediaavvenuta nell'alto Carso Istriano ma costitu-iva, semplicemente, un termine dialettaleche indicava forme naturali di doline car-siche tipiche delle regioni caratterizzate daun substrato geologico di natura calcarea. Inqueste doline furono buttati vivi centinaia dimigliaia di Italiani - crudelmente ammazzatisolo perchè italiani. Ma i comunisti Jugoslavifecero di più. Oltre 35.000 furono gli Italianicostretti a fuggire dall'Istria, da Fiume edalla Dalmazia, abbandonando case,lavoro, amici e affetti.Bene allora all'amministrazione comunale diSimeri Crichi che a queste vittime ha intito-lato una sua piazza.Sul Corriere della Sera dello scorso 12 feb-braio ci ha colpito un bel articolo di GiannaFregonara (titolato "CosÏ noi del Pci arrivam-mo al negazionismo") in cui - con tanto diFoto storica (del 1956) che ritraeva ilMaresciallo Tito in compagnia con PalmiroTogliatti - il migliorista Gianni Cravetta - 73anni - afferma e ammette la responsabilitàdi non aver affrontato il problema della ver-ità sulle foibe, a suo tempo.Per il Partito Comunista Italiano, dichiaraCravetta, "il tema delle foibe è una partedella questione dei rapporti con laJugoslavia". Questo portò il P.C.I - ammetteCravetta - ad un “errore gravissimo: rimuo-vere il dramma delle foibe, stendere unavera e propria coperta per nasconderlo”. Ma questo dramma fu rimosso anche dailibri di storia e, in sieme alla politica, laresponsabilità è anche degli storici e deigiornalisti che, in oltre quarant'anni si limi-tarono a tenere il prosciutto su gli occhi. Ilsilenzio a volte è più doloroso di qualsiasiindignazione urlata, di qualunquedichiarazione, di qualunque verità. Allorabene ha fatto il Presidente Napolitano con ilsuo intervento. Peccato che se ne parliquasi a vent'anni dalla caduta del muro diBerlino. Meglio tardi che mai.

Giuseppe Candido

FOIBE: il 10 febbraio il giorno del Ricordo.Intitolata a SimeriCrichi una piazza allevittime.

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Leggendo i giornali sicuramente si rimanemolto colpiti non solo dalla solita cronacanera, che purtroppo ci rende consci e ciricorda di quali nefandezze siamo capaci noiesseri umani, ma anche delle apparenti vit-torie, che in realtà sono delle sconfitte aidanni dei cittadini onesti. Ebbene, inCalabria, sono stati aumenti di violazioniriscontrate, contributi indebitamente per-cepiti ai danni della UE o di altri enti pubbli-ci, violazioni della normativa antimafia, eva-sioni fiscali, sequestri di rifiuti pericolosi,ecc, ecc. Infatti non ho mai capito se i dison-esti sono divenuti più fessi o se semplice-mente sono aumentati di numero e di con-seguenza aumentano quelli "beccati" dalleForze dell'Ordine. Mi piaqque una frasedetta in un film, stupido quanto la frase stes-sa: "la Giustizia non vince, al massimopareggia". Credo renda l'idea. Però i nemicidella Calabria non solo i corruttori, i corrotti,i mafiosi, i massoni deviati, o c'è altro? Nesono sicuro, qualcosa c'è. La muffa sisviluppa quando sono presenti il substrato ele condizioni giuste. Considerando cheesistono ancora i raccomandati (spessoincapaci di svolgere quel determinato ruoloper cui lo sono stati), gli sfruttatori di extra-comunitari e del lavoro nero, gli assenteisti(fra cui quelli che si pagano giornate in piùper la cosiddetta "indennità di disoccu-pazione"), i finti handicappati (ma veri pen-sionati), i vari "mangia-mangia" ed i "mangiapane a tradimento" (impiegati pubblici insovra numero, consiglieri ed amministratoripagati e strapagati, ecc.), la sfilza dei nemi-ci della Calabria è lunga. Essi collaboranoad infittire volontariamente, o no, le tele delclientelismo, della corruzione, della concus-sione, della mafia, oltre che aggravare lasituazione economica già precaria dellaCalabria e dell'Italia. Non è solo povertà o ildivario fra le classi sociali che fornisce il fer-tile substrato alle muffe, ma sono l'ignoran-za e la mentalità di troppa gente, quellameschina gente, che deve vedere i suoimiseri e piccoli interessiprevalere su quellidella comunità intera, chiedendo favori,piangendo miseria, ricasmbiando favorisenza credere alla miseria altrui ( o sem-plicemente fregandosene). Spero qualcunosi cfhieda cosa centri Sellia Marina in tuttoquesto o vinca il silenzio del "io lo so ma nonlo dico". Per essere un disonesto bastacostruire una casa abusiva sul Demanio (siveda tutta la costa selliese, ricchissima diopere abusive in muratura nel verde pubbli-co, o comunque al disotto dei 300 metri o150 metri se sono solo in legno, se in propri-età priavata), contravvenire ai divieti di dis-carica, privando così un diritto (quello divivere in un ambiente salubre, aperto, libero,sano, ecc.) alle generazioni future, oppurearrivare al potere solo per coltivare il proprioorticello. A volte, per essere disonesto,basta tacere.

Giuseppe Fontana

I nemici della Calabria:clientelismo,corruzione e mafia.La giustizia non vince,al massimo pareggia.Per essere disonestibasta tacere.

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DA WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA:

GIORGIANA MASI

(? 1958 - Roma, 12 maggio1977) Giorgiana fu una stu-dentessa romana del liceoPasteur uccisa a diciannove annidurante una manifestazione dipiazza.

Il 12 maggio 1977, terzo anniver-sario del referendum suldivorzio, i radicali indirono un sit-in in Piazza Navona nonostantefosse in vigore il divieto assolutodi manifestazioni pubbliche dec-retato dopo la morte, il 21 aprile,dell'agente Settimio Passamonti.

Le Polemiche

Il ministro dell'interno FrancescoCossiga fu coinvolto in asprepolemiche per l'esistenza di unpresunto complotto (vi sonofotografie che mostrano agenti inborghese mimetizzati tra i mani-festanti che parrebbero, secondoalcune interpretazioni, spararead altezza uomo), e si dichiarÚpronto a dimettersi "se avessiavuto le prove che la poliziaaveva sparato". Nel 2003dichiarò, però, "non li ho maidetti alle autorità giudiziarie enon li dirò mai - i dubbi che unmagistrato e funzionari di poliziami insinuarono sulla morte diGiorgiana Masi: se avessi presoper buono ciò che mi avevanodetto sarebbe stata una cosatragica.".

Riapertura delle indagini

La riapertura del caso è statanegli anni sollecitata da più parti.Per l'ex presidente della commis-sione stragi Giovanni Pellegrino,le parole di Cossiga pronunziatesull'accaduto confermerebberocome "quel giorno ci possaessere stato un atto di strategiadella tensione, un omicidio delib-erato per far precipitare una situ-azione e determinare unasoluzione involutiva dell'ordinedemocratico, quasi un tentativodi anticipare un risultato al qualeper via completamente diversa siarrivò nel 1992-1993".

Il deputato verde Paolo Cento hapresentato una proposta di leggeper formare una commissioneche si occupi di "abbattere ilmuro di omertà, silenzi e segretiattorno all'assassinio della gio-vane e per individuare chi hapermesso l'impunità dei respons-abili".

DA WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA:

GIORGIANA MASI

ABOLIRE LA MISERIA della calabria5

Il randagismo è un fenomeno diffuso ed è,sostanzialmente, di due tipi: per nascita o perabbandono. Fra malattie, denutrizione, rischiodi finire sotto una macchina, maltrattamenti,avvelenamenti, uccisioni, l’età media degli ani-mali di strada è breve. In genere le amminis-trazioni decidono di legalizzare l’eliminazioneper avvelenamento o stipulano convenzionicon canili, spesso gestiti da persone senzascrupoli e per le quali l’ospite rappresenta unaffare: il contributo per ogni cane può variareda 2 a 7 euro al giorno e gli appalti possonoraggiungere cifre altissime. Eppure, proprionei canili, la mortalità sfiora il 60%: le strutturesono fatiscenti, le gabbie anguste e sovraffol-late, i recinti hanno semplici coperture dilamiera, le ciotole per il cibo talvolta sonoinesistenti. Come i controlli, del resto.A Sellia Marina, negli anni, sono state seguiteentrambe le vie: avvelenamento degliindesiderati –fenomeno culturalmenteaccettato- e convenzione col canile di SanFloro, attiva dal 2000, con un costo di dueeuro al giorno per animale e perciò poco prat-icata. Il privato che soccorre il randagioabbandonato si sente impotente: dargli damangiare ma lasciarlo in balia degli eventi chesi indovinano funesti o chiedere l’interventodel comune sapendo che, comunque, non siconsegna l’animale ad una sorte migliore? LaLav, che si batte per il riconoscimento dei dirit-ti degli animali, denuncia con sconforto lamancanza di collaborazione sia delle Forzedell’Ordine che degli uffici pubblici e degliambulatori veterinari delle Asl: ognuno, insom-ma, scarica le competenze ad altri. La legge n. 189/2004 riconosce ormai comedelitto ogni forma di maltrattamento, abban-dono, combattimento e doping di animali esostituisce il vecchio artico 727 del codicepenale secondo cui da tutelare non era l’ani-male, considerato oggetto, ma la moraleumana lesa dalla visione di forme di maltratta-mento. Le denunce, stando ai rapporti dellaLav e dell’Enpa, entrambe dotate di unOsservatorio nazionale che confida nel moni-toraggio quotidiano ad opera di reti dislocatesul territorio, sono decisamente inferiori aldato reale: nel 2004, ad esempio, 72.812 ani-mali sono stati vittime di reati che hanno datocome esito la morte di 40.810 di essi, ma solo1.066 sono stati i casi accertati. In base allestime, dunque, al 95.6% di eventi corrispondeuna sola denuncia. Maggiore sensibilità si reg-istra al nord, in particolare in regioni come laLombardia, l’Emilia e la Toscana. Esiste poi unsommerso insondabile, collegato non solo alfenomeno del randagismo, che interessa canie gatti, ma anche alla mortalità negli alleva-menti o per bracconaggio. Gli animal killersono attivi in vario modo: uccidono a basto-nate, sbattono gli animali contro un muro, uti-lizzano sassi, coltelli, archi, colla, armi dafuoco, fili metallici, amputano, scuoiano,seviziano, evirano, bruciano. Allargare lo sguardo non è male: ogni anno, inItalia, 900.000 animali, di allevamento o cat-turati in natura, sono utilizzati nella ricerca dibase e applicata, sono cioè vittime dellavivisezione; ogni anno 45.000 animali, inItalia, muoiono sfigurati da rossetti, intossicatida profumi, bruciati da creme e saponi; ognianno, sempre in Italia, 5.000 animali perdonola vita in combattimenti collegati a scommesseclandestine che comportano un giro d’affari di775 milioni di euro. Gli animali uccisi da set-

tembre a gennaio da 730.000 cacciatori sono200 milioni; 30 milioni se ne vanno per le nos-tre belle pellicce, finiti nelle camere a gas, conla corrente elettrica, tramite colpi al muso ealla nuca, con le ossa cervicali fracassate,scuoiati vivi. Per non parlare degli animali dapelliccia allevati, esposti in ristrettissime gab-bie d’inverno al gelo perché il pelo si infoltisca,d’estate al sole sotto il quale possono tranquil-lamente morire per disidratazione. Ancora:decine di milioni di animali compiono lunghitragitti fino al macello dall’allevamento – dovemagari hanno consumato tonnellate di antibi-otici per prevenire o curare malattie legate aimetodi innaturali di crescita- su automezzi,per via aerea o per mare e in condizioni dis-umane: stipati, sottoposti indifferentemente alcaldo e al freddo, spaventati, senza cibo néacqua. Ce n’è abbastanza per dire basta. Nelprogramma elettorale dell’attuale governoProdi c’è la promessa di un impegno seriocontro la vivisezione, per la revisione delleleggi attuali su allevamento, trasporto emacellazione, sulla caccia, per la conser-vazione delle biodiversità, Vedremo.Macchine per produrre carne, merci, oggetti,modelli sperimentali: l’antropologa G. Contestigmatizza alla perfezione i due poli che ani-mano l’Occidente: natura e cultura, animalitàe umanità, domestico e selvaggio. E ricordacome, per gli Indigeni d’America, c’è stato untempo mitico in cui uomini e animali

appartenevano ad un’unica famiglia, comeAdamo ed Eva fossero vegetariani, come solodopo il diluvio, che li ha visti viaggiareassieme, sia avvenuta la separazione tra ledue specie. L’animale è stato intermediario trauomo e dio, accompagnatore di anime, spiritoguida, divinità. Ma è stato ed è vittima sacrifi-cale. Ha dato anche volto al licantropo, quan-do abbiamo voluto rappresentare il diverso danoi, appunto l’uomo con connotazioni bestiali. Però torniamo, vista la complessità del tema,agli animali d’affezione, quelli che godono -odovrebbero- di uno statuto privilegiato: ven-tidue milioni di italiani hanno in casa un caneo un gatto ma non sempre lo considerano unessere senziente tanto che, quando il giocat-tolo per i piccoli dà fastidio, decidono disbarazzarsene. E torniamo ai tanti paesi ital-iani come il nostro: la legge 281 del 14 agosto1991 recita, al punto 1 dell’art. 4, che i comu-ni, singoli o associati, debbono provvederealla costruzione di rifugi per cani avvalendosidei contributi destinati a tale finalità dalleregioni. Sarebbe opportuno che ogni comunedisponesse di un suo canile come di un suogattile, intanto perché sarebbe più semplicevigilare a che le condizioni di mantenimentosiano accettabili, poi perché potrebbe contaresull’aiuto disinteressato di volontari e cercareforme opportune di collaborazione con i veteri-nari del posto che, al momento, fanno spal-lucce se sottoponi loro il caso dell’animale diturno abbandonato. Fra i tanti assessorati aiquali si ambisce o fra i tanti uffici in cui si arti-cola la gestione amministrativa, si potrebberoimpiegare risorse affinché i diritti di questimeravigliosi sventurati, colpevoli di essere natiin un mondo a dimensione esclusivamenteumana, doppiamente colpevoli se femminecon capacità riproduttiva, siano riconosciuti.Attiviamoci, per favore. E, intanto, comincianodall’educazione, nostra e dei nostri figli: a unasimpaticissima bambina, mia vicina di casa, èstato detto che Dio ha creato gli animali per-ché gli uomini possano mangiare carne e che,se un animale azzanna un uomo, Dio di nottemanda uno spirito a bloccare il suo cuore. Latristezza che si prova, nel sentire simili nefan-dezze, è infinita.

Giovanna Canigiula

Milioni di animali, ogni anno, maltrattati e uccisi. In aumento le denunce ma la situazione resta grave.

FIGLI DI NESSUN DIO E NEANCHE DELL’UOMOSellia Marina e la Calabria dovrebbero affrontare il fenomeno del randagismo con maggiore serietà e rispettoper i diritti degli animali.

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In origine erano i Pacs, patti civili di soli-darietà. Il fronte congiunto di Vaticano ecattoparlamentari di entrambi gli schiera-menti li ha trasformati in Di.co., sigla chetraduce l’impegno a riconoscere i dirittidelle coppie di fatto, obbligando le min-istre Bindi e Pollastrini a virtuosismi chehanno finito con lo scontentare un po’tutti. Il disegno di legge, infatti, è frutto diun compromesso tra le due anime delPaese, quella laica e quella cattolica,caldeggiato anche da Napolitano dopo lesortite delle alte gerarchie ecclesiastiche.Il presidente si è richiamato all’art. 7 dellaCostituzione, che vuole Stato e Chiesa“indipendenti e sovrani” ciascuno nel“proprio ordine” e con rapporti regolati daiPatti Lateranensi, sperando in una sintesiche tenesse conto delle diverse posizionied evitasse la rigida contrapposizione.Molti rappresentanti del governo si diconosoddisfatti del buon esito del testo, purriconoscendogli dei limiti dovuti proprioalla necessità di coniugare le indicazionidel programma dell’Unione e la sensibilitàcattolica. Critici, invece, ampi settori della

sinistra e le associazioni Arcigay eArcilesbica, che denunciano un atteggia-mento ancora una volta discriminatorio,soprattutto nei confronti degli omosessu-ali. In Europa i Pacs non sono una novità: indiversi paesi le unioni civili tra conviventidello stesso sesso o di sesso diversosono riconosciute in varie forme; inBelgio, Olanda e Spagna sono ammessi imatrimoni tra coppie omosessuali. Il ter-remoto italiano è stato provocato dallamassiccia discesa in campo della Chiesa,che invoca la salvezza e la salvaguardiadella famiglia tradizionale, cellula prima diuna società fondata, secondo l’antropolo-gia cristiana, sul matrimonio contratto tradue esseri diversi, un maschio e una fem-mina, con capacità riproduttiva. Sullabase di tale visione, il riconoscimento dialtre forme di convivenza -in tempi in cuidivorzi, unioni libere, adulteri sonotollerati- finirebbe col turbare ulterior-

MANCA L’APPOGGIO DI TRE SENATORI A VITA E PRODICADE SULLA POLITICA ESTERA

NON BENE…DI.CO.: IL LUNGO TRAVAGLIO DELLE COPPIE DI FATTOIl ddl al vaglio del Parlamento dopo la firma del presidente Napolitano. Addio speranze, vince la chiesa.

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 6mente un equilibrio culturale di antica tradizione,negando l’assunto simbolico dell’istituto matri-moniale, compromettendo la trasmissione di val-ori secolari alle nuove generazioni e ingeneran-do confusione nei giovani. La violenza dell’aggressione ha non solo lascia-to perplessi i laici ma ha messo in imbarazzoanche parte del mondo cattolico. Mons. Nicolini,ex direttore della Caritas di Bologna, hadichiarato che riconoscere i diritti di tutti i cittadi-ni e regolare ogni forma di unione stabile sia undovere per uno stato laico e pluralista.Definendo “cristiani pigri” gli esponenti politicidella Margherita che pongono paletti, ha invitatoa non essere accecati dall’ideologia perché il ris-chio è quello di concepire uno Stato Etico chenulla ha a che vedere con la laicità delle isti-tuzioni e neppure col messaggio cristiano dellasolidarietà al cittadino svantaggiato, sia essol’anziano che convive per sfuggire alla solitudineo l’omosessuale che abbia una solida relazioneaffettiva. L’esito di un sondaggio effettuato nellescorse settimane, del resto, denota la propen-sione degli italiani, cattolici inclusi, a riconoscerealle coppie non sposate tutti o parte dei diritti ris-ervati a quelle sposate. Minore indulgenza siregistra nei confronti degli omosessuali: metàdegli intervistati è favorevole alla concessione diqualche diritto ma i più ritengono poco oppor-tuno il riconoscimento legale di un’unione gay. I quattordici punti in cui si articola il ddl Bindi-Pollastrini hanno davvero qualche limite, a par-tire dal fatto che diritti e doveri non sonoriconosciuti alla coppia in quanto autonomaforma di relazione ma ai singoli individui. Nodocruciale non risolto resta la pensione direversibilità, la cui discussione è rimandata aquando verrà effettuata la riforma del sistemaprevidenziale, osteggiata perché com-porterebbe un aggravio della spesa, calcolato in80 miliardi di euro in venti anni sulla cifra di550.000 coppie di fatto già esistenti. Ai con-viventi si riconoscono diritti importanti come l’as-sistenza per malattia, la possibilità di deciderein materia di salute e in caso di morte, di concor-rere all’assegnazione delle case popolari, diusufruire di agevolazioni nel lavoro, di suben-trare negli affitti, di ereditare, di godere degli ali-menti in caso di separazione. Le clausole, però,sono grottesche: si possono ottenere trasferi-menti e sedi agevolate solo se si convive daalmeno tre anni; lo stesso numero minimo dianni condiziona l’obbligo agli alimenti ecomunque “per un periodo determinato in pro-porzione alla durata della convivenza”; noveanni occorrono per garantirsi il diritto alla suc-cessione ma sempre tenendo conto, in assenzadi figli o di fratelli, dei parenti fino al terzo grado.Si notano, insomma, ambiguità e forzature cheinevitabilmente rimandano ai diktat che laChiesa ha lanciato ai suoi parlamentari. Come adire: c’è un popolo di Dio che si sposa o convivema ci sono rappresentanti di Dio in terra cheritengono di doverlo illuminare, che si diconorispettosi di governo, maggioranza eParlamento ma in diritto di promuovere note“pastorali” con intenti politici. Nell’attesa che laCei renda noto il documento al quale lavora,molti intellettuali cattolici stanno firmando unapetizione con cui si chiede ai vescovi di fermarela “nota” sui Dico. Intanto, l’iter parlamentare sipreannuncia burrascoso. Al Senato le maggioriincertezze. Colombo, Cossiga, Andreotti si sonodetti contrari. Volonté parla di una “campagna diimbarbarimento a danno degli esseri umani nat-urali”, cioè degli eterosessuali e si richiama aFreud, Iung e Adler per i quali l’omosessualitàsarebbe una “patologia, una malattia mentale”oggi “di moda”. Prodi si affanna a difendere ilprovvedimento che non scardina in alcun modola famiglia ma già Salvi, presidente dellaCommissione Giustizia del Senato, ritiene nec-essario un ulteriore compromesso che convincal’opposizione a votare a favore. La battaglia,quindi, è tutta in divenire. E non è cosa da poco,se si pensa che sul terreno dei diritti civili sigioca la partita dei rapporti tra Stato e Chiesa.O, meglio, la capacità della Chiesa di con-dizionare le scelte di uno Stato.Con la caduta del Governo, i dodici punti di sutu-ra che lo terranno ancora insieme con il contrib-uto dell’Italia di mezzo di Follini è evidente cheha vinto: lo Stato etico.Giovanna Canigiula

L’8 febbraio appena trascorso è morta AdeleFaccio, Radicale impegnata nelle battaglieper il divorzio, per l’aborto e fondatrice deiCentri di Informazione sulla Sterilizzazione esull’Aborto (CISA) quando in Italia questoera ancora considerato reato. Con discrezione la notizia della morte èstata data dai familiari a funerali già avvenu-

ti. Sul quotidiano arancione “il Riformista” sco-priamo che è stata anche direttrice di unarivista periodica: Il Candido.Adele era nipote di Rina Faccio, scrittrice epoetessa conosciuta con il nome di SibillaAleramo, una delle prime femministe italianeoltre che un importante personaggio dellacultura negli anni “20 e “30.Un persona di 39 anni come me non la ricor-da personalmente e deve necessariamentebasarsi su quello che si è potuto leggere suqualche quotidiano (il Corriere della Sera hadedicato un’intera pagina l’11 febbraio) o sulricordo diretto di alcuni compagni Radicalipiù grandicelli di noi e che l’hanno potutaconoscere personalmente.Capiamo subito però, dalla rassegna stam-pa di Massimo Bordin su Radio Radicale,che è stata una leader storica del PartitoRadicale e ci hanno incuriosito molto leparole dette su di lei da GianfrancoSpadaccia intervenuto straordinariamentedai microfoni della radio.“Adele era donna di cultura e nella sua sem-plicità si cimentò essa stessa nella poesia”…. “non era un prodotto del ‘’68 e neancheuna femminista nel senso tradizionale deltermine”“Adele Faccio è stata una figura della politi-ca italiana - e soprattutto della politica radi-cale - definita una “non politica”. Un di quellepersone che non si appassionano ad unapolitica politicistica ma che si impegnano sugrandi battaglie e sui grandi obiettivi di rifor-ma politica.Una persona che si appassionava sullequestioni che coinvolgono fortemente eanche personalmente.Sia pure nella sua diversità con ErnestoRossi (perché più differenti non potevanoessere per estrazione sociale, per interessipersonali e per cultura), Adele Faccio avevain comune con lui la capacità del fare e del-l’impegnarsi, personalmente, su alcunecose.Di Ernesto Rossi abbiamo l’idea che siastato un grande pubblicista, un politico. Inrealtà Rossi è stato un grande aggregatorepolitico di energie molto attento alla materi-alità delle condizioni dell’azione politica.Adele Faccio era anche così: era così nellaricerca affannosa di un medico che, anchein Italia, potesse aprire degli ambulatori, eracosì – ricorda Spadaccia - per la ricerca delcharter per andare a Londra o per andare adAmsterdam e nella ricerca delle personeche dovevano animare il suo consultorio…”.Una persona di questo tipo trova, nella teo-ria della prassi gandhiana nonviolenta radi-cale il terreno ideale della sua disobbedien-za civile. (questo è ciò che si è verificatonegli anni ‘’73 e ‘’74 quando Adele Faccioha creato il CISA – centro di informazionesulla sterilizzazione e sull’aborto).Nel Paese della “disobbedienza incivile” pernon pagare, – continua Spadaccia - AdeleFaccio pratica, in forma organizzata con ilC.I.S.A., la disobbedienza civile al codiceRocco che prevedeva allora il reato di abor-to.Per queste disobbedienze venne poi emes-so un mandato che portò – il 26 gennaio del75 – al suo arresto organizzato al TeatroAdriano.Adele Faccio – ricorda ancora Spadaccia -pone in causa se stessa e gli altri trovandonella prassi gandhiana e nonviolenta delPartito Radicale il terreno per realizzarequesta disobbedienza civile; Adele realizzaquesta obiezione di coscienza alla leggeche prevede il reato di aborto e che, comedisse poi, di li a poco, Pierpaolo Pasolini,non fu obiezione ma affermazione dicoscienza rispetto ad una legge ingiusta eche non riusciva più a governare i fenomeninel Paese.Spadaccia conclude il suo ricordo dicendo:“ci sono delle persone che possono appariredei “don Chisciotte” ma che in realtà sonopersone che non combattono contro i mulinia vento ma che individuano i giganti equalche volta riescono anche a fermarli”.Nell’intervista rilasciata a Gian Guido Vecchi

Radicale, poetessa dalcarattere puntuto, nota perle sue battaglie su divorzioe su aborto. GianfrancoSpadaccia: come ErnestoRossi aveva la capacità diaggregare. Non era unprodotto del ‘’68 e neancheuna femminista nel sensotradizionale del termine.

ADELE FACCIO ÈMORTA L’8 FEBBRAIO. L’8 MARZO IL RICORDODEL PARTITORADICALE.

Eleonora CretellaCaparrotti – radicale cal-abrese che vive a Roma -ci ha raccontato alcuni

particolari dell’arrestoorganizzato al TeatroAdriano a Roma.

ABOLIRE LA MISERIA della calabria7il 10 febbraio per il Corriere della Sera, EmmaBonino l’ha ricorda anche con queste parole:“Aveva un carattere puntuto. Non facile, perchétutte le persone di carattere non hanno un carat-tere facile. Una donna anticonformista, cheaveva avuto un figlio ma non si era sposata,cosa allora fuori norma. E' stata per molti versiun'antesignana, anche nel modo di parlare.…Era una figura grande”.Mentre tentavo di mettere insieme questenotizie da pubblicare su Adele Faccio, SalvatoreColace, compagno radicale più grandicello dinoi e membro dell’associazione Abolire LaMiseria dei Radicali Calabresi - sentito telefoni-camente per altri motivi – mi ha raccontato diaver conosciuto personalmente Adele Faccio in

occasione di un comizio del Partito Radicale aPizzo, alla fine degli anni settanta: “ne avevosentito parlare e andai a Pizzo con un gruppo diamici radicali per salutarla e – se ci fossimo rius-citi – per conoscerla, visto che era amica edospite di una compagna Radicale di Pizzo:Eleonora Cretella Caparrotti.”A questo punto la telefonata con Salvatoreaveva cambiato argomento: “ne rimasi affasci-nato – continua Colace - dal suo carattere sem-plice ma determinato e quando le chiesi comefosse la vita da politica impegnata direttamente,ricordo che mi rispose di non trovare più il temponeanche per le cose più banali”. Salvatore mi racconta pure che riuscì a scam-biare qualche parola con Adele grazie adEleonora Cretella Caparrotti, una compagnaRadicale - calabrese di Pizzo - che vive ora aRoma e che ospitava allora Adele Faccio nellasua casa a Pizzo in occasione del comizio delPartito Radicale.Non conosco Eleonora ma Salvatore insiste neldarmi i numeri di telefono dicendomi che è unacara persona assai disponibile (ed è vero locapisco appena sentita al telefono).Coraggio alla mano chiamo al telefono laSignora Eleonora che è a Roma e dopo averlespiegato chi fosse stato a darmi il suo numero eil perché della mia telefonata (parlare con qual-cuno – calabrese - che avesse conosciuto beneAdele Faccio personalmente) la invito a raccon-tarmi qualche cosa o, se lo avesse desiderato, ascrivere lei qualche parola per ricordare Adele.Eleonora risponde che ci avrebbe pensato e michiede un recapito telefonico al quale contattar-mi. Sentita la direzione del partito, ventiquattro

ore dopo è Eleonora a telefonarmi. Una tele-fonata fiume in cui mi racconta di quando laospitò - a Pizzo – in occasione del comizio e diquando – a Roma – la vide arrestare al TeatroAdriano davanti a 5000 persone.“Mi ricordo bene di quel comizio a Pizzo, erano itempi – fine anni “70 - delle battaglie sull’aborto,sul divorzio. Adele era una persona splendidaed era venuta a quel comizio sollecitata da me.Io avevo il timore che non ci sarebbe stata moltagente e feci girare una macchina con dei mega-foni per annunciare in tutti i paesini vicini la suapresenza a quel comizio di Pizzo. L’avevoconosciuta a Roma alla sede del PartitoRadicale di Via di Torre Argentina”. Poi il ricordodi Eleonora divaga ma davvero è un piacere

ascoltarne la testimonianza: “divenniradicale nel 1973. Conobbi MarcoPannella nel 67 quando stavo ancoraa Pizzo. Mio marito ed io – continuaEleonora - non eravamo ancora iscrit-ti a nessun partito ma sapevamo dinon essere comunisti e di essere con-trari alle politiche della DemocraziaCristiana e quando un giudice ci tele-fonò per chiederci di andare alcomizio di Marco per la legge suldivorzio ci andammo. E da allora sonodiventata radicale. Ma mi iscrissi alpartito e cominciai la mia militanzasoltanto nel 1973 quando Fanfani eLombardo, dopo tre anni dall’ap-provazione - nel gennaio del 1970 -della legge sul divorzio, proposero diabrogarla con un referendum. Eleonora ci tiene a ricordare che aquel referendum l’Italia andò a votaree disse NO. Disse no all’abrogazionela legge che consentiva il divorzio. “InItalia c’era allora una situazionetremenda e a Pizzo e in Calabria ingenere – ricorda Eleonora – la donnaveniva denunciata per bigamia eabbandonata dai familiari”. Poi Eleonora riprende a parlare diAdele e del suo arresto organizzato alTeatro Adriano dal Partito Radicale:“lei, che nei CISA aveva organizzatole disobbedienze civili sull’aborto,venne apposta dalla Francia perrompere – con il suo arresto annunci-ato ed eclatante perché su di lei pen-deva un mandato di arresto– lamuraglia di silenzio che si era venutaa creare. Arrivò con un treno dei pen-dolari per non dare nell’occhio aiutatada alcuni compagni radicali e amicicarissimi di cui ovviamente non si

conoscono i nomi. Quando noi arrivammo al teatro Adriano fuoric’era un imponente schieramento di polizia maquando entrammo Adele era già al tavolo.Qualcuno l’aveva fatta entrare da una porticinadi servizio diroccata ma ancora efficiente. Lei –ricorda Eleonora – entrò proprio da quella portic-ina. La polizia che era fuori se ne accorse soloquando fu avvisata dagli organizzatori e Adeleaspetto la Polizia, senza muoversi, nel silenziodei presenti che nel frattempo erano stati invitatida Mauro Mellini a non muoversi. Un Ufficiale diPolizia salì sul palco per recitare la formule del-l’arresto ad Adele. Allora iniziammo ad intonarein coro “Addio Lugano bella”. Adele era unagrande.Ringrazio Eleonora che mi saluta ricordandomiche l'8 marzo, il giorno in cui in tutto il mondo sifesteggia la donna, i Radicali Italiani ricorderan-no Adele Faccio - ad un mese esatto dalla suascomparsa - a Roma, presso la sede del PartitoRadicale, in via di Torre Argentina, 76, a partiredalle ore 15.30. L’evento sarà ovviamenteripreso in diretta da Radio Radicale e ci sarannoMarco Pannella, Emma Bonino, GianfrancoSpadaccia e altri compagni e amici radicali chel'hanno conosciuta e che con lei hanno condivi-so momenti di vita e di lotta politica alla base diimportanti conquiste civili del nostro Paese.Noi ci saremo pure: dopo aver potuto conoscer-la ed apprezzarla dalle parole dei suoi amici cisembra di averla conosciuta per davvero e capi-amo quanto grande e forte sia stato il suo per-sonale impegno.

Giuseppe Candido

Adriano Sofri, nel suo lungo articolo su“il Foglio” del 28 febbraio ha tentato didare una spiegazione alla vicenda radi-cale (“La partita Radicale” era il titolodell’articolo) che vede, ai suoi ultimisviluppi, l’On. Daniele Capezzonedeciso ad astenersi nel voto di fiducia –alla Camera - al governo di RomanoProdi che - qualche giorno addietro - èandato sotto al Senato durante lavotazione sul finanziamento della mis-sione italiana in Afghanistan. Premesso che la fiducia alla Camera ègarantita da un’ampia maggioranza e ilvoto d’astensione che l’On. Capezzoneha annunciato non è numericamenteinfluente anche se politicamente rile-vante.Capezzone aveva dichiarato addiritturadi non votare contro soltanto per rispet-to alla compagna di partito, il ministroEmma Bonino.Questa posizione dell’On. Capezzonealla quale ha – tra l’altro - dato rispostada Radio Radicale il ministro Boninonella trasmissione di lunedì 26 febbraio,è stata ripresa nell’articolo di AdrianoSofri che scrive “di non aver mai dubita-to (e noi nemmeno) che Marco Pannellae i Radicali” - con i quali Sofri dichiara diavere un longevo rapporto che dura daquaranta anni - “appartenessero allasinistra e a quella sinistra libertaria deidiritti e delle persone sulla quale – con-tinua Sofri – anche io stesso facevo affi-damento, contro la sinistra dogmatica,statalista e autoritaria.”Questa posizione è estremamente con-divisibile nonostante l’estremaomologazione dei due schieramenti oggisempre più impegnati alla sola gestionedel potere.Anche chi scrive l’ha sempre vista cosìanche quando Pannella sognò la sper-anza liberale con Berlusconi. Trovaiospitalità nell’ala democratica e social-ista del centro sinistra che oggi – viste lecondizioni in cui versa della Rosa nelPugno - si riconosce nella sinistra laica eliberale di Fabio Mussi piuttosto che nelcostituendo partito democratico. Noncerto nel partito dei volenterosi. Un par-tito in cui i radicali rinuncino allebattaglie sui diritti per portare avantiqualche liberalizzazione. Siamo d’accor-do quando si dice che con la sinistracomunista il dialogo è particolarmente

SOFRI: “Un centro- sinistra meno disattentoai diritti e alla lealtà ditutti dovrebbericonoscere meglio laparte radicale. Pannellanon è affatto un corpoestraneo alla sinistra: alcontrario”.

“I giochi pericolosiRadicali e l’asta dell’ospitalità”Radicali, la sinistracomunista e sinistrapost comunista.

Adele Faccio - Foto www.radicalparty.org

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria 8difficile quando si tratta di discutere sulla leggeBiagi e sulla necessità – non certo di abolirla –ma di integrarla con gli ammortizzatori socialiche lo stesso libro bianco del Professor Biagiconteneva, ma questo non giustifica l’abban-dono di un progetto che ha ricevuto il consensoelettorale.Sofri ammette di aver pensato in passato, che“la distanza crescente presa dai radicali rispettoalla battaglia nella sinistra fosse la reazione aduna esclusione pregiudiziale imposta dalla sinis-tra stessa, la sinistra comunista e la post comu-nista. Finché – continua Sofri – negli ultimi anniho avuto l’impressione che i giochi pericolosi deiRadicali sfuggissero di mano”. Sofri – secondonoi a ragione – si riferisce a quello che definisce“l’asta dell’ospitalità”, “quel mettersi sul mercatoal migliore offerente, nell’illusione di mantenere

illesa la propria autonomia”. La parola stessa“illusione” dice tutto: è illusione sperare di man-tenere in piedi un partito che passa da palo infrasca, è un’illusione che i radicali non possonopermettersi.La corsa alla visibilità non fa bene a nessuno eoggi l’On. Capezzone rappresenta la R.n.P. insedi istituzionali. Cosa ne sarà del progettoBlair, Fortuna, Zapatero? Cosa ne sarà dell’al-ternanza per l’alternativa?Concordiamo con Sofri quando scrive che ilCentrosinistra (e in particolare il costituendo PD)“dovrebbe riconoscere meglio la parte deiRadicali: non per assicurarsi una eventuale dis-sociazione, ma perché lo meritano. Pannella –conclude Sofri – non è un corpo estraneo allasinistra: al contrario.”

G.C.

La parola Satyagrha significa "la forzadella verità". L'azione nonviolenta è il finecoerente con il mezzo democratico.Nel precedente numero di gennaio aveva-mo pubblicato il parere del Prof. Giulianovassalli, Presidente emerito della CorteCostituzionale, che si esprimeva sullavicenda del ricorso della Rosa nel Pugnosulla non nomina - non avvenuta - di quat-tro Senatori della Rosa e di altri quattro dialtre forze Politiche.Oggi al parere del Presidente emeritoGiuliano Vassalli e a quello di altri eminen-ti giuristi come Mario Patrono, si aggiungela relazione presentata alla giunta per leelezioni in Senato del Senatore RobertoManzione (ex margherita, gruppo misto).Nella relazione - come si legge nell'artico-lo "forse era mglio con Pannella Senatore"di Franco Adriano sul quotidiano giallo"Italia Oggi" - il Senatore Manzione hachiesto di non aspettare che tutti gli altricasi contestati fossero risolti. L'istruttorianella circoscrizione elettorale Piemonteriguardante il Senatore Franco Turigliattosi è conclusa e all'unanimità - continual'articolo di Franco Adriano - si sarebbepotuto stabilire che gli sarebbe dovutosubentrare - in Senato - il vice Ministro agliesteri Ugo Intini che però, in quanto mem-bro dell'esecutivo - ha annunciato già chelascerà lo scranno al secondo della listadella Rosa Nel Pugno, l'On. MarcoPannella, parlamentare europeo e leaderdel Partito Radicale.Nel parere del Prof. Giuliano Vassalli -dopo una serie di spiegazioni tecniche sul-l'interpretazione della legge elettorale - silegge la seguente affermazione che ripub-lichiamo: "L'Ufficio elettorale regionale haviolato con la sua interpretazione le regolesupreme dell'ordinamento italiano, sicchèla sua decisione dovrebbe essererimossa, al di fuori d'ogni altra consider-azione, dal Senato della Repubblica,organo chiamato a convalidare o meno,sulla base di criteri rigorosamente giuridi-ci, l'assegnazione dei seggi".Assieme all'On. Daniele Capezzonehanno aderito all'iniziativa non violenta -dalla mezzanotte di domenica 11 febbraio- anche il segretario dei Radicali Italiani,Rita Bernardini, assieme ad altri compag-

ni radicali - tra cui lo scrivente - non percontestare ma per proporre che il Senatorientri nella propria legittima compo-sizione. E' la forza della verità che devetrionfare.Fino al 20 febbraio poco si era detto diquesta vicenda, tutta italiana, in cui ottoSenatori risultano espulsi, estromessi dauna anomala interpretazione della legge.Che l'interpretazione sia anomala lo dicenon solo il Professore Giuliano Vassali maanche altri giuristi del calibro di MarioPetrono, ordinario di Diritto costituzionaleall’Università “La Sapienza” di Roma che,intervistato dalla rivista socialista"Mondoperaio" fondata da Pietro Nenni,afferma: "Il Ministero dell'interno, in unprimo momento, e in seguito anche gli uffi-ci elettorali regionali hanno fatto unragionamento assai sbrigativo: se lo sbar-ramento al 3% previsto in un caso (qualo-ra la coalizione vincente superi il 55% deivoti validi), ma non negli altri, ciÚ va inter-pretato nel senso che vi sarebbe qui unalacuna da colmare applicando per analo-gia la clausola di sbarramento del 3%anche là dove il legislatore non l'ha pre-vista, forse per una banale dimenticanza. Questo ragionamento contiene un errore.Il ricorso all'analogia non è ammesso, tral'altro, quando si tratti di norme che fannoeccezione a regole generali": se un casonon testualmente previsto comeeccezione, è necessario si applichi adesso la regola generale. Ora non vi è dub-bio - repetita iuvant - che la soglia di sbar-ramento del 3% per l'ammissione di unalista al riparto dei seggi assegnati allacoalizione di cui fa parte, assume il carat-tere di un requisito derogatorio rispetto alprincipio proporzionale, e come tale è daritenersi necessariamente tassativo edesplicito".

Tuttavia c'è da dire che anche senza ilvoto di Turigliatto il governo di RomanoProdi sarebbe caduto. L'hanno tirato giùanche e soprattutto i Senatori a vitaAndreotti, Cossiga e Pininfarina forse con-trari più ai di.co che alla politica estera delgoverno. Vince la Chiesa?

Giusepe Candido

Pannella in Senato al posto di Turigliatto? Prodi sarebbecomunque caduto.

SATYAGRAHA PER IL SENATO. CAPEZZONE DAL 25GENNAIO IN SCIOPERO DELLA FAME.La vicenda degli otto Senatori eletti secondo legge maesclusi: una questione di Legalità.

Roma, 11 febbraio 2007

Dichiarazione di Rita Bernardini, segretaria diRadicali Italiani

Dalla mezzanotte di oggi mi unirò - mi auguroanche con molti altri - allo sciopero della fame diDaniele Capezzone, giunto oggi al 17° giorno,sulla vicenda degli otto senatori estromessi daPalazzo Madama in palese violazione dellalegge elettorale. Sorprende - ma solo fino ad un certo punto per-chè le questioni di legalità non appassionanocerto i mezzi di informazione italiani - il silenziopressochè totale di stampa e radiotelevisionenei confronti di questa iniziativa che, quandoincontra líeccezione di un trafiletto, viene defini-ta di “protesta”: Capezzone e i radicali nonprotestano ma propongono, richiamando, attra-verso la forma del dialogo fermo e nonviolento,le istituzioni ai loro doveri e obblighi, che sonoinnanzi tutto quelli del rispetto delle loro stesseleggi.Sorprende altres - il silenzio dei massimi verticidelle nostre istituzioni - tranne il ministro degliInterni Giuliano Amato che sulla questione si èespresso con chiarezza in sede parlamentare -così come quello dei massimi giuristi in serviziopermanente “democratico”, a parte quelli, resta-ti solitari e rimossi, del Presidente Emerito dellaCorte Costituzionale Giuliano Vassalli, e deiProfessori Lanchester, Patrono, Ainis, Guzzettae Marini.Dopo questi 17 giorni, l’obiettivo dello scioperodella fame deve ormai estendersi dal metodo almerito: da nove mesi il Parlamento italiano - nonsolamente il Senato - oppone al riconoscimentodei suoi membri, (senatori) senza alcun dubbioeletti, la norma anticostituzionale e antidemocra-tica di 8 suoi “nominati”. “Distratto”, quindi, nonè solo il Presidente Marini; ed è “distrazione” diun bene fondamentale “espostissimo alla pubbli-ca fede”.

Attraverso il sito di Radicali Italiani www.radi-cali.it è possibile consultare il ricco dossier inmateria.

CASO DEGLI OTTO SENATORI, BERNARDINI:dalla mezzanotte dell’11 febbraio mi unirò allo sciopero della fame

di Daniele Capezzone

Daniele Capezzone

Rita Bernardini, Presidente Radicali Italiani

ABOLIRE LA MISERIA della calabria9

Radio Radicale.it - di Federico Punzi il 15 Febbraio 2007

Senato: Il senatore Manzione (ex Margherita), relatore per la RegionePiemonte sul ricorso presentato dalla Rosa nel Pugno per gli ottoseggi contestati, ha depositato le sue conclusioni alla Giunta per leelezioni. La sua proposta finale, sulla quale chiede che la Giunta con-venga, è per la totale aderenza alla lettera della legge, quindi peraprire la fase di contestazione dell'elezione del senatore Turigliatto(Rifondazione), a beneficio del ricorrente Intini (Rnp), ora viceministrodegli Esteri, il quale ha già annunciato che, in caso di esito favorev-ole, lascerebbe il posto a Pannella. Il caso è oggetto dell'iniziativanonviolenta di Capezzone, Bernardini e decine di radicali.

IL RICORSO DEGLI OTTO SENATORI. MANZIONE deposita le sue conclusioni

26 febbraio 2007

“da Corriere.it, pubblicato il 26febbraio 2007

Romano Prodi avrebbe voluto chetutti i leader dei partiti della coal-izione sottoscrivessero di propriopugno la lista dei dodici punti “nonnegoziabili”, individuata come pre-supposto per il ritorno alle Camereper un voto di fiducia all'esecutivo.Ma gli stessi leader, e in partico-lare quelli della Rosa nel pugno, ilradicale Marco Pannella e ilsocialista Enrico Boselli, si sonorifiutati di firmarlo. Per questo l'e-lenco è stato presentato come lalista di Prodi e non la lista di tutti ipartiti dell'alleanza.

DIETRO LE QUINTE - Il retrosce-na è stato rivelato dallo stessoPannella in una conversazionecon il direttore di Radio radicale,Massimo Bordin. Prodi, ha spie-gato il leader dei Radicali italiani,avrebbe voluto consegnare alcapo dello Stato un testo non solopoliticamente impegnativo, maanche firmato in calce come unasorta di “contratto”. Tuttavia alla

richiesta è stato opposto unnetto rifiuto a cui, secondole parole di Pannella, hafatto seguito uno “scontrodurissimo” e “drammatico”,con il premier RomanoProdi che ad un certo puntoha anche fatto líatto diabbandonare i lavori delvertice. Salvo poi tornaresui suoi passi rassegnan-dosi ad accettare la solasoluzione di compromessoproposta dai leader del cen-trosinistra: un documentoapprovato dal vertice e non,come avrebbe voluto Prodi,da ciascuno dei segretaridel centrosinistra.

LA SCOMPARSA DEIDICO - Pannella ha raccon-tato che le sue obiezionialla richiesta di sottoscri-

vere e fare proprio il documentovenuta da Prodi sono state dimetodo e di merito. Di metodo,perchè a suo giudizio sarebbestato istituzionalmente scorrettomandare l’indomani i gruppi parla-mentari dell’Unione alle consul-tazioni dal Capo dello Stato con inmano un testo contenente unarichiesta già sottoscritta dai segre-tari di partito, legando dunque lemani del Presidente. Di merito,perchè la condivisione dei 12punti non rappresentava la cor-rispondenza alla verità. Essendostato, in particolare da lui stesso eBoselli, “con molta forza e durez-za” stigmatizzata non solo lascelta a favore del rinvio di Prodialle Camere anzichè un reincarico(come proposto dalla delegazioneRnp al Quirinale) ma anche esoprattutto per il contenuto dei 12punti. A partire dalla assenza diogni riferimento ai Dico.

“IMPEGNI MANCATI” - ´Prodi -racconta oggi Pannella - ha dettoa noi quello che poi è stato detto atutti: "il documento fa riferimento aquello che il governo deve ancorafare, non a quello che ha già fatto.Che resta". Ma io gli ho contesta-to pubblicamente che il ragiona-mento è debole: dimenticavacompletamente che la sede in cuistava parlando era l’incontro con isegretari politici della maggioran-za. E dunque gli impegni da con-cordare e portare al Capo delloStato sarebbero dovuti esserequelli sull’attività del governo chela maggioranza si impegnava aportare a termine. Di tutto questo -racconta Pannella a Radio radi-cale - nessun italiano è statomesso a conoscenza ma è la ver-ità dei fatti. E ora almeno losapranno per le loro valutazioni gliascoltatori di Radio radicale”.

“Unione, Prodi voleva un contratto firmato”

Le rivelazioni diMarco Pannella a Radio Radicale:“Pretendeva che sottoscrivessimo un testoda portare a Napolitano. Io ho detto no”

Radio Radicale: lunedÏ 26 febbraio 2007

Il ministro Emma Bonino interviene a Radio Radicalesull'annuncio del voto di astensione sulla fiducia daparte di Daniele Capezzone: "Questo modo di muoversimi sembra disdicevole". "Questa posizione di Daniele - fa notare Emma - mi hamolto sorpreso prima di tutto perchè quando qualcunofa parte di un corpo politico, rappresenta in unaposizione istituzionale la Rosa nel Pugno, è sorpren-dente che arrivi ad annunciare delle posizioni senzaavere neanche la decenza di affrontare un dibattito coni compagni, nel partito. Si tratta inoltre di un atto di arro-ganza"."Leggo anche - continua il ministro Bonino - che Danielesi limiterebbe ad una astensione senza andare più in làper la grande stima che ha nei miei confronti. Vorrei invi-tarlo a non usare queste motivazioni perchè non moti-vano letteralmente niente".Il ministro aggiunge che: "Daniele sa perfettamente diessere ininfluente con questa sua decisione" quindi "miviene il dubbio che lo faccia per smarcarsi alla ricercavorticosa di un aumento di popolarità" e "mi imbarazzaancora di più che lo annunci niente meno che aDomenica In"."Insomma - dice ancora Bonino - c'è tutta una serie didettagli che mi portano a vedere e a vivere questaposizione di Daniele poco limpida con grande imbaraz-zo e disagio". Quando Giovanna Reanda chiede al min-istro se pensa che qualcuno possa chiedere all’On.Capezzone di dimettersi dalla presidenza della commis-sione Attività Produttive Emma ammette: "Francamentenon mi interessa, dico che le scelte politiche molto spes-so si pagano, ma non voglio aggiungere altro".

GOVERNO: BONINO A CAPEZZONE, TUA ASTENSIONE ATTO D’ARROGANZA.

Catanzaro: 97.8 - 101.0Cosenza: 104.5Crotone: 92.9Reggio Cal.: 96.1Vibo Valentia: 101.0 - 107.3Gioia tauro: 88.5Decollatura: 103.7

RADIO RADICALE in Calabria

ww

w.fainotizia.radioradicale.it

Marco PannellaEmma Bonino

ABOLIRE LA MISERIA della calabria 10

SELLIA MARINA (CZ) / 17 FEBBRAIO 2007.La Cellula Coscioni di Sellia Marina (CZ),nelle persone di Giuseppe Candido, FrancoCallipo e Patrizia Aiello - quale gruppo diiscritti all'Associazione Luca Coscioni - loscorso 17 febbraio, ha organizzato, presso lasala consiliare di Sellia Marina, la proiezionedel film "Io, Luca Coscioni" di Marco Leopardi,che narra la storia del maratoneta e delle suebattaglie per la libertà di ricerca scientifica alivello nazionale con l'impegno nella cam-pagna referendaria sulla legge 40 e, a livelloeuropeo e mondiale, con la convocazione delCongresso Mondiale per la Libertà di RicercaScientifica.La proiezione è stata preceduta da una breveintroduzione del Vice Segretariodell'Associazione Luca Coscioni, RoccoBerardo, che – appositamente venuto daRoma ospite presso l’Hotel Garcea - ha por-tato il messaggio di Maria Antonietta Farinavedova Coscioni, trattenuta da altri impegni.Presenti il Prof. Tullio Barni, ordinario diAnatomia presso l'Università degli Studi LaMagna Grecia, la Dott.ssa Eulalia Galea,oncologa pediatra presso l’OspedalePugliese Ciaccio di Catanzaro, CarmeloNucera membro del Direttivo Nazionale delloSDI e presidente della Cellula Coscioni diReggio Calabria e, per la Cellula di Crotone,l'Avv. Patrizia Carella.Al dibattito sono intervenuti dal tavolo ospitesia il Sindaco Giuseppe Amelio, sia il con-sigliere di opposizione, ingegnere AntonioBiamonte. Ci ha fatto molto piacere il numeroelevato di cittadini ed esponenti di alcuni par-titi locali che, sensibili alle tematiche referen-darie e per la libertà di ricerca sono inter-venuti.Prima della proiezione del film, tra l'altrosconosciuto ai più, è stato aperto un brevema interessante dibattito sul tema "libertà diricerca, libertà di cura e dignità di fine vita" alquale ha dato il suo contributo il Prof. TullioBarni - Ordinario di Anatomia pressol'Università degli Studi "La Magna Grecia" diCatanzaro. Barni ha parlato di rapporto trascienza e natura e di rapporto tra Stato laico,Chiesa e Stato etico. Presenti alla serata anche Filippo Curtosi eSalvatore Colace del direttivo dell'associ-azione dei Radicali Calabresi. Avevano ideal-mente aderito all'iniziativa, inviando un lorosaluto anche se impossibilitati ad essere pre-senti, sia l'On. Giacomo Mancini sia il Prof.Demetrio Neri. Per quest’ultimo ha portato il personale salu-to ai presenti il dott. Carmelo Nucera nel suointervento durante il quale ha ricordato che il9 Marzo - a Reggio Calabria - la Cellula

dell’Associazione Coscioni ha organizzato unconvegno sul tema “TESTAMENTO BIO-LOGICO: qualità della vita e dignità della per-sona” al quale saranno presenti, oltre al Prof.Demetrio Neri - membro del ComitatoNazionale di Bioetica - anche MaurizioBolognetti (Consigliere Associazione LucaCoscioni) e il Dott. Giuseppe Doldo, respons-abile del reparto di rianimazione dell’ospedaledi Reggio Calabria.La cosa che ci ha fatto molto piacere, comeCellula Coscioni di Sellia Marina promotricedella serata, è stata la contemporanea pre-senza al tavolo ospite del Sindaco GiuseppeAmelio e del Consigliere di opposizione,nonché sindaco della precedente legislatura,

l'ing. Antonio Biamonte.Entrambi, anche se conposizioni diverse, si sonodetti favorevoli ad una mag-giore libertà di ricerca scien-tifica nel nostro Paese.Il Sindaco Giuseppe Amelioha portato il suo messaggioagli amici referendari inter-venuti nella sala, eviden-ziando la necessità di unamaggiore libertà di ricercascientifica, pur distinguen-dosi dalle posizioni assuntesulla vicenda Welbydall’Associazione Coscioni.Pure il consigliere di oppo-sizione Biamonte, chedurante gli 88 giorni dellabattaglia di PiergiorgioWelby, ne aveva sostenutole richieste, firmando lapetizione al ParlamentoItaliano per l'indagineconoscitiva sull'eutanasiaclandestina e aderendo allosciopero della fame, ha por-tato la propria testimonian-za, ricordando il problema

della donazione degli organi e delle relativeliste di attesa, che altro non sarebbero - hacontinuato Biamonte - delle vere e proprieliste per attendere che qualcuno muoia perdarti la vita. Vietare per legge la ricerca sullecellule staminali embrionali per la clonazioneterapeutica ai fini della cura di numerosepatologie è un non senso, un'assurdità.Dopo la proiezione, la serata è proseguita inpiazza con la “crespellata per La libertà diricerca scientifica" e il concerto degli AssolutoBand, un interessante gruppo Rock locale,composto da Luciano Leuzzi, Alessio Rigillo eGiampiero Cirillo. Anche qui in molti - giovanie meno giovani - hanno partecipato al ricordodelle battaglie di Luca Coscioni .

L'AVIS di Sellia Marina era sulpalco con il suo stendardo uffi-ciale a testimoniare solidarietàalle battaglie dell'associazioneLuca Coscioni.Non avremmo voluto fare noi lacronaca della serata ancheperché, quello del cronistapubblicista non è il nostromestiere. Ci ritroviamo costrettiperò, dalla totale assenza dellastampa locale che, seppureinvitata con ampio anticipo, hasottovalutato e snobbatol'iniziativa, non accorgendosi diquello che realmente avveniva:una sala consiliare quasi pienaper la Libertà di Ricerca

Maria AntoniettaCoscioni: dopo un annoci sono tanti nuovi amici.Questo mi da grandeforza.

17 FEBBRAIO2007 /Sellia Marina:Ricordo di Luca Coscioni e delle suebattaglie

Luca Coscioni, morto il 20 febbraio 2006

Proiezione del film “Io, Luca Coscioni”. Momenti del dibattito .da Sinistra:

Rocco Berardo, Giuseppe Candido, Carmelo Nucera

da Sinistra: Giuseppe Amelio, Tullio Barni, Guerriero

ABOLIRE LA MISERIA della calabria11Scientifica, un professore universitario che haparlato di libertà di ricerca e di stato laico, oltreche un Sindaco e un consigliere di opposizione,per una volta, sostanzialmente in accordo suquesti temi che, evidentemente, attraversanotrasversalmente gli schieramenti. La stampalocale, pur avendo propri giornalisti, sul territo-rio, non si è accorta di nulla: l’unica notizia pub-blicata sul 17 febbraio a Sellia Marina è stataquella relativa ad un convegno coi ragazzi dellascuola media sulla raccolta differenziata deirifiuti.Quello che la Cellula Coscioni di Sellia Marinaha voluto fare il 17 febbraio con la proiezione delfilm e con la crespellata per la libertà di ricercascientifica non è tanto un mero ricordo di LucaCoscioni (morto e nato all'Italia – come dissePannella - il 20 febbraio 2006) presidente – sinoad un anno fa dell’associazione che porta il suonome e dei Radicali Italiani, ma è stato anche esoprattutto il volere riprendere quelle battaglie divita e di libertà di ricerca scientifica chetrovarono il sostegno di José Saramago e di altri70 Premi Nobel nella sessione costitutiva delPrimo Congresso Mondiale per la Libertà diRicerca scientifica tenutasi dal 16 al 18 febbraiodel 2006. Due giorni dopo quel congresso Lucamoriva lasciando il testimone della sua battagliadi vita ancora viva ai Premi Nobel e ai tanti citta-dini impegnati su questi temi con uno spirito difondo che si può sintetizzare nella frase "siatevoi il cambiamento che volete vedere nelmondo". E quindi, per una Cellula dell'associazione LucaCoscioni, organizzare una crespellata per la lib-ertà di ricerca scientifica era il minimo. "E' in gioco la Democrazia" fu il titolo dellarelazione di Luca a quel primo CongressoMondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica,che vedeva nel comitato organizzatore ElenaCattaneo, Gilberto Corbellini, AntonioForabosco, Piergiorgio Strata e Marco Cappato.E' in gioco la Democrazia: sì,perché, come Luca disse aquel congresso "è proprio lademocrazia ad essere messain discussione quando l'acqui-sizione del sapere, risorsainesauribile per la sopravviven-za dell'umanità, come luogo didiscussione e di libertà su temiche riguardano direttamente lavita, la morte, la salute, la qual-ità di vita degli individui, ènegata ad essa. Le sceltepolitiche che non si avvedonodi questo rischio riducono ilsignificato stesso della politicae quest'ultima diviene sem-plicemente e tragicamente par-

titocrazia".Quanto, ancora, abbiamo daimparare da quelle parole di Luca,che oggi sono sempre di più veraattualità politica stringente e quantopotremmo informare, se solovolessimo farlo?Nella sua relazione a quelCongresso Mondiale che diventòpoi, col sostegno di oltre 70 PremiNobel, congresso permanente,Luca Coscioni concludeva la suarelazione dicendo che "alla violenzadi questo cinico proibizionismo sullaricerca scientifica, sui diritti fonda-mentali dei cittadini, ho risposto conil mio corpo che molti, forse, avreb-bero voluto ridurre ad una prigioniasenza speranza, e rispondo oggi,con la mia sete d'aria, perché è ilrespiro a mancarmi, che è la miasete di verità, la mia sete di libertà".Tre giorni dopo, il 20 febbraio di unanno fa, Luca veniva a mancare ai suoi cari, maanche ai tanti compagni radicali che lo avevanosostenuto o che - semplicemente - lo avevanoconosciuto soltanto su Radio Radicale. Lucaprima e Piergiorgio Welby qualche mese dopo,ci hanno insegnato, con la loro determinazione,a non mollare e a continuare queste battaglie.Non saremmo riusciti ad affrontare l’intera orga-nizzazione senza le moltissimi persone (oltre200) ed esercizi commerciali che hanno dato illoro piccolo - ma fondamentale - contributo perl’organizzazione della serata. Ringraziamo, inparticolare, per l’aiuto volontario gli AssolutoBand per l’intrattenimento musicale della serata,la sig.ra Anna Franco e la sig.ra CaterinaBonofiglio, che hanno preparato le crespelle edavvero tutti di cuore.

Giuseppe Candido 17 febbraio 2007

Carissimi amici,

voglio dire intanto grazie aquanti hanno voluto partecipareoggi a questa giornata di ricododi Luca.

Grazie a Giuseppe Candido ealla Cellula Coscioni di SelliaMarina. E a tutte le CelluleCoscioni Calabresi che si stan-no costituendo.

Purtroppo impegni precedenti miimpediscono qui con voi. Mapresto - sono sicura - avremomodo di incontrarci.

Dopo un anno, ci sono tantinuovi amici aprendere il testi-mone di Luca. Questo mi dàuna grande forza. Spero la dia anoi tutti per continuare insieme -con maggiore impegno - questa"ricerca di libertà" per con-quistare "Libertà di Ricerca". Viabbracio.

Maria Antonietta

IL MESSAGGIO DI MARIAANTONIETTA FARINA

COSCIONI, PRESIDENTE DIRADICALI ITALIANI,

ALLA CELLULA COSCIONI DI SELLIA MARINA.

Concerto degli ASSOLUTO BAND e Crestpellata per la Libertà di Ricerca da Sinistra: Alessio Rigillo, Luciano Leuzzi, Giampiero Cirillo

il saluto di Rocco Berardo, vice segretario dell’Associazione Luca Coscioni

Manifesto campagna sulla legalizzazione dell’aborto. 1976