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1 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT Anno 6, Numero 122 1 ottobre 11—XCVII M.Y. Akhtamar on line Mentre in Armenia si spe- gnevano gli ultimi riflettori sulle celebrazioni del ven- tennale dell’indipendenza, artico-latesi in numerosi eventi e culminate con la imponente parata militare di piazza della repubblica, a Roma e Milano le comunità armene si ritrovavano in un ideale abbraccio con la madre patria a festeggiare la ricorrenza. Che, al di là del mero dato cronologico, acquista un particolare valo- re simbolico per gli indubbi riflessi politici a livello internazionale. Il capoluogo lombardo ha ospitato, per iniziativa del console onorario Kuciukian, un suggestivo concerto di musica classica armena che si è tenuto nella splendida cornice della chiesa rinasci- mentale di san Maurizio a corso Magenta. Roma è stata invece la sede, nel chiostro del pontificio collegio armeno, di una significativa cerimonia civile. Una cascata di palloncini tricolori ha accompagnato gli applausi subito dopo l’inno della Repubblica Armena. I discorsi ufficiali sono stati tenuti dal Rettore del Colle- gio mons. Noradounguian, dall’amb. Armeno in Italia Karapetyan, dall’on. Federi- co Rocca in rappresentanza di Roma Capitale. (segue pag.2) Bollettino interno di iniziativa armena Consiglio per la Comunità armena di Roma Una parata “storica” 2 Serj Tankian in Libano 3 Libro Vosganian 4 Pagina armena 5 Il buon sapore del Motal armeno 6 Qui Armenia 6 Samba brasileiro per Italia e Armenia 7 Sommario LA FESTA, INSIEME

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Akhtamar on line

WWW.COMUNITAARMENA.IT

Anno 6, Numero 122

1 ottobre 11—XCVII M.Y. Akhtamar on line

Mentre in Armenia si spe-gnevano gli ultimi riflettori sulle celebrazioni del ven-tennale dell’indipendenza, artico-latesi in numerosi eventi e culminate con la imponente parata militare di piazza della repubblica, a Roma e Milano le comunità armene si ritrovavano in un ideale abbraccio con la madre patria a festeggiare la ricorrenza. Che, al di là del mero dato cronologico, acquista un particolare valo-re simbolico per gli indubbi

riflessi politici a livello internazionale. Il capoluogo lombardo ha ospitato, per iniziativa del console onorario Kuciukian, un suggestivo concerto di musica classica armena che si è tenuto nella splendida cornice della chiesa rinasci-mentale di san Maurizio a corso Magenta. Roma è stata invece la sede, nel chiostro del pontificio collegio armeno, di una significativa cerimonia civile.

Una cascata di palloncini tricolori ha accompagnato gli applausi subito dopo l’inno della Repubblica Armena. I discorsi ufficiali sono stati tenuti dal Rettore del Colle-gio mons. Noradounguian, dall’amb. Armeno in Italia Karapetyan, dall’on. Federi-co Rocca in rappresentanza di Roma Capitale. (segue pag.2)

Bollettino interno di

iniziativa armena

Consiglio per la Comunità

armena di Roma

Una parata “storica” 2

Serj Tankian in Libano 3

Libro Vosganian 4

Pagina armena 5

Il buon sapore del Motal armeno 6

Qui Armenia 6

Samba brasileiro per Italia e Armenia 7

Sommario

LA FESTA, INSIEME

Page 2: Anno 6, Numero 122 Akhtamar 1 ottobre 11—XCVII Yold.comunitaarmena.it/comunita/akhtamar/akhtamar numero...SERJ TANKIAN IN LIBANO di Barbara Najarian 4 Akhtamar on line ANNO 6, NUMERO

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ANNO 6, NUMERO 122

Solo il futuro ci dirà se quella messa in scena a Yerevan in occasione della festa della repubblica è stata o meno una parata destinata a passare alla storia. Secondo alcuni osservatori internazionali infatti, l’esibizione in passerella di uomi-ni, mezzi ed armamenti ha sorpreso anche molti addetti ai lavori. L’Armenia ha dimostrato di avere un arsenale di ottimo livello e ciò dovrebbe costituire un effica-ce deterrente contro il guerrafondaio Aliyev: l’esibizione di missili S-300, Scud o Tochka, dei droni e delle batterie anti aeree dimostra che non vi è più lo sbilancia-mento militare degli anni passati a favore dell’Azerbaigian. Nella parata militare del 21 settembre l’Armenia ha lanciato al vicino azero un segnale ben chiaro: che una guerra di aggressione contro gli armeni per il control-lo dell’Artsakh avrebbe conseguenze disastrose per tutta la regione. “Si vis pacem para bellum” dicevano gli antichi romani: “se vuoi la pace prepara la guerra”. E noi tutti speriamo che la guerra sia lontana anni luce dal futuro dell’Ar-menia e del Caucaso. L’Azerbaigian è stato avvisato. Il mito della superiorità mili-tare è tramontato per sempre.

Aliprandi ha infine ricordato a nome del Consiglio della comunità armena di Roma

l’inizio della stagione 2011-12 la cui tradi-zionale festa è stata per l’occasione antici-pata proprio per la ricorrenza del 21 set-tembre. Un rinfresco è stato organizzato dai membri del Consiglio a suggellare anche da un punto di vista gastronomico la festa armena. Parallelamente è stata alle-stita, per iniziativa dell’ing. Tropeano (già autore della mostra e del catologo “Armeni ed Irpini”), un’esposizione di dipinti di pittori armeni. La Diaspora italiana ha così voluto mani-festare, nel suo piccolo, l’attaccamento ai colori della patria armena. E proprio la costante e partecipata attenzione della Diaspora alle ricorrenze civili e religiose della nazione armena costituisce quel collante indispensabile allo sviluppo del prestigio dell’Armenia nel mondo, rinsal-da i legami, si fa interprete all’estero del sentimento nazionale. È un dovere di ogni armeno, a prescindere dalle proprie con-vinzioni politiche o religiose, stringersi attorno alla repubblica e far sentire il pro-prio appoggio morale ed ideale, unica arma vincente contro i prepotenti interessi internazionali. Auguri dunque Armenia! Venti anni di libertà, migliaia di civiltà. (la foto di copertina è di Arsen Sargsyan,.

News.am)

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Una parata “storica”

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Sono passati 37 anni da quando Serj ha lasciato la sua terra natale. 37 anni da quel lontano giorno in cui la sua famiglia deci-se di lasciare un paese in guerra per un futuro migliore in California. Khachadour era un calzolaio ed aveva una moglie e due figli: Serj e Sevag. Anche noi siamo in Libano in questa

bellissima estate 2011. A Bourjhammoud, il quartiere armeno, nulla è cambiato. Gli stessi negozi vendono le stesse cose. Con gli stessi prezzi. Alcuni si sono ridimen-sionati, hanno venduto locali ad altre atti-vità ma nel loro angoletto lavorano come prima, altri sono proprio identici. Per le strade (Rue Armenie, Rue Arax) tutti si conoscono, tutti sono indaffarati. Mi ba-stano 4 giorni di shopping per iniziare a salutare la gente che va e viene. Mio mari-to incontra vecchi amici, si abbracciano, è un’emozione che posso capire. La cosa più bella è entrare nei negozi e parlare armeno, anzi, bourjhammudese, che è un’altra cosa. Molti dei negozianti ricorda-no Serj da bambino, soprattutto ricordano il papà calzolaio. Il proprietario di un ne-gozio di dischi era suo vicino di casa e ci racconta di essere andato a Los Angeles a trovare la famiglia Tankian nel 1985. A quell’epoca Serj non ci pensava proprio a cantare, non lo sfiorava neppure l’idea, nonostante gli incoraggiamenti del padre. Nel frattempo anche Serj riscopre il suo

Libano, dal gelato ashta ricoperto di pi-stacchi di Bachir a Bikfaya al Kebab del centro di Beirut. Sarà passato a Bourjham-moud? Probabilmente no, lo avremmo saputo. Come commenta il negoziante suo amico: “Qui non tornano mai.” Il luogo scelto per il concerto è assoluta-

mente splendido: si tratta di un teatro ro-mano, nella località di Zouk Micael, a Nord di Beirut. L’esibizione di Serj è pre-ceduta da tre artisti: un violinista accom-pagnato da chitarra e batteria, Eileen Kha-chadourian, e Khachadour Tankian. Noi siamo in terza fila, seduti. È sicuramente una situazione di gran lunga più composta rispetto al bagni di folla dei System Of A Down ed il pubblico è assai più esiguo ma non mancano i super fanatici metallari. Per la maggior parte comunque, l’audien-ce è composta da armeni, non ci sono dubbi. Il primo gruppo esegue pezzi armeni e

scatena l’entusiasmo del pubblico suonan-do Aerial dei SOAD. Le nostre vicine di posto gridano: “Oh my God!”. Infatti alla

destra del palco, tra gli archi antichi e gli strumenti nuovissimi, Serj, accanto alla sua bellissima fidanzata Angela, sta osser-vando l’esibizione e scuote la testa. Infatti il violinista è nei guai: ha fin dall’inizio l’archetto tutto sfilacciato. Dopo una pausa entra in scena Eileen

Khachadourian. Chi la conosce ci dice che è una ragazza semplice, sempre acqua e sapone che gira per Bourj Hammoud a comprare regali. Per l’occasione è tutta vestita di bianco con un’enorme stella glitterata disegnata sull’occhio. Serj si affaccia anche questa volta e la nostra vicina è sull’orlo dello svenimento. Eileen canta canzoni armene bellissime come Dle

Yaman, Karuna, Zartir Vortyag, Sardara-

pad, Sari siroon Yar, Oror. Probabilmente la performance più bella, dopo quella di Serj, che Eileen non dimentica di ringra-ziare: “È un onore per me dividere il pal-co con un artista del calibro di Serj Tan-kian”. A seguire il tanto atteso Khachadour,

padre di Serj, che sembra un po’ sperduto tra tutti quei musicisti e il pubblico chias-soso. In fondo è un anziano che ha sempre lavorato scarpe e si trova solo ora a veder realizzato il suo sogno di bambino, sogno dal quale le necessità di famiglia lo aveva-no portato lontano tanto tempo prima ma che aveva tenuto al caldo per il proprio figlio maggiore. Infatti Serj, pur avendo una voce magnifica, aveva pensato agli studi per anni e solo dopo la laurea in Economia aveva finalmente assecondato gli incoraggiamenti propositivi di Khacha-dour. Ma esibirsi dal vivo non è facile e l’anziano Tankian è in difficoltà. Dopo una interminabile canzone del suo primo album, Khachadour di ferma, inizia a cer-care qualcosa nelle tasche. Sembra un nonno in cerca di caramelle per i nipotini ma ci sono duemila persona in attesa. Inizia a confabulare con il tastierista per un tempo interminabile. Serj, che ha assi-stito a tutta la performance, è evidente-mente sulle spine. Gli fa cenni con il capo di andare avanti ma non può certo interve-nire! Alla fine Khachadour, spronato dai nostri incitamenti, si decide, estrae un piccolo foglietto e consultandolo, riprende a cantare. Certo, non ha la voce meravi-gliosa del disco e stranamente non esegue Ինչպես մորանանք (Inchbes mora-

nank), la più bella delle due inedite. L’esi-bizione dura lo spazio delle due canzoni,

sempre sotto la supervisione silenziosa di Serj. Ricomincia l’attesa. Ci rendiamo conto

che le due file avanti a noi sono occupate da parenti e amici di Serj! Infatti Angela, munita di reflex, viene a parlare con delle signore. Il suo armeno è perfetto, nono-stante viva a Los Angeles, sembra una ragazza dolcissima. Dalla parte opposta un gruppo di ragazzi non fa che aprire e chiu-dere una scatola bianca, contiene un rega-lo per Serj: è un vassoio d’argento con incisa la sua immagine con cilindro e bar-ba (Empty Wall). Tutti guardano alla destra del palco,

luogo da dove era sbucato tre volte e infat-ti è da lì che entra, indossa una giacca nera con camicia dello stesso colore ma più lunga. Ad attenderlo c’è l’orchestra sinfo-nica libanese: violini, viole, contrabbassi e più dietro strumenti a fiato. Un mucchio di gente! Parte Feed us ed è strano, nono-stante non ci siano chitarre elettriche o batterie, il suono è rock… proprio rock. In un simile concerto tutti dovrebbero restar seduti ma è impossibile. In un attimo le prime file sono sotto il palco. Serj mi è così vicino che riesco a percepire la sua timidezza. Chissà come si sente! È nel suo paese dopo 37 anni e si sta esibendo da-vanti ai suoi fratelli. La security, alla fine della prima esecuzione, ci invita tutti a tornare ai nostri posti. (segue a pag.4)

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SERJ TANKIAN IN LIBANO di Barbara Najarian

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Quello che salta agli occhi, anzi alle orecchie è la sua voce. Accidenti, è stupen-da! Non si concede sconti come spesso capita a chi canta dal vivo, non cambia le note per semplificarsi la vita: è totalmente padrone del suo strumento e si permette pure qualcosa in più rispetto alle registra-zioni. È meraviglioso e l’audio (a differen-za, ahimè, di Milano con i Soad) è perfetto. Beh, i romani facevano le cose per bene, si sa. Serj canta quasi tutti i brani di Elect the

dead e Yes,it’s genocide (in armeno) di Imperfect Harmonies. Alle sue spalle il direttore d’orchestra, gli antichi archi ro-mani e le luci del palco. Ci dice che è stato in Armenia per due settimane e che lì i politicanti sono buoni solo a occupare pol-trone e farsi i fatti loro, proprio come in Libano. Chiede di alzare la mano a quelli che hanno vissuto la guerra civile. È un campo di mani alzate. Serj ci ricorda che quella guerra pesa sulla coscienza delle potenze straniere: sono loro che l’hanno voluta! Un ubriaco comincia a gridare sciocchez-

ze, Serj senza perdere né sorriso né calma, ma mostrando una certa stizza, lo invita a venire sul palco: “Vieni qui! Facci vedere cosa sai fare!”. L’ubriaco nicchia, ma rimane tra i piedi. Qualcuno della security prova gentilmente ad allontanarlo, lui rifiu-ta. Allora capisco la differenza tra i servizi

di sicurezza italiani e quelli libanesi: come in questo bel paese è consentito girare in 11 in una macchina e non indossare le cinture, così ai concerti vengono tollerate intemperanze che da noi non sarebbe nep-pure possibile pensare. Uno così lo avreb-bero fatto fuori in tre secondi, qui ci tocca sopportarlo per tutto il tempo e non è pia-cevole. Nel frattempo la bella Angela è sotto il palco, fotografa, filma noi e lo show. A volte si siede a terra per lavorare meglio. Vuole immortalare questo mo-mento storico: il suo compagno nel suo paese che si esibisce per tanti armeni. Serj, che canta alternando sorseggi di

caffè e d’acqua, annuncia la prossima canzone, in armeno e con suo padre. Subi-to capiamo: Բարի արագիլ (Pari arake-

el), uno dei due brani dell’album di Kha-chadour in cui padre e figlio duettano. L’esecuzione non è perfetta. Cantare con l’orchestra sinfonica, dal vivo, col pubbli-co che strilla può essere un’impresa facile per un “mestierante” come Serj ma il non-no Tankian ha serie difficoltà. Serj salva la faccia con un gorgheggio finale da brivido ma non tralascia di sgridarci per aver co-perto la sinfonia con le nostre voci. Vab-be’, si capisce, il papà ha fatto figure mi-gliori in passato. Il concerto si chiude con Empty Walls.

Corriamo ancora una volta sotto il palco. La security non ci ferma. Sono ancora più vicina a Serj ma lui non ci guarda. Una ragazza vicino a me dice di volersi ag-grappare fino a lui “Devo farlo, devo far-lo!”. Per fortuna non lo fa. È una foresta di videocamere e cellulari in attività, alla faccia del divieto di utilizzare supporti audio-video. Volano bandiere armene e libanesi, lui le accetta volentieri. Ma sta finendo, purtroppo. Serj ci saluta e se ne va. Niente bis, neppure questa volta. Pa-zienza. È stata una serata fantastica.

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ll giorno 10 settembre 2011 al MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea) di Rovereto è stato presentato dall'Editore Keller il romanzo di Varujan Vosganian "Il libro dei sussurri" , un epopea che, attraverso i racconti dei membri di famiglia, ripercorre la storia del novecento e la drammatica storia del popolo armeno, il genoci-dio, la diaspora. Alla presenza dei consoli di Romania e di Armenia (Pietro Kuciukian), che hanno preso la parola brevemente, l'autore, rispondendo alle domande dell'editore Rober-to Keller ha ricordato con grande efficacia la sua identità armena e ha fatto emergere in modo creativo il tema della memoria e dell'appartenen-za del popolo armeno sia all'occidente che all'o-riente. Poeta, scrittore, politico, economista, matemati-co, professore universitario, Varujan Vosganian è presidente dell'Unione degli Armeni di Roma-nia, primo vicepresidente dell'Unione degli scrit-tori, già ministro dell'economia e del commercio, oggi senatore nel parlamento romeno. Voskanian è nato a Craiova da una famiglia armena emigrata in Romania dall' Impero Otto-mano dopo il genocidio del 1915. Sconosciuto in Italia,ha pubblicato in Romania numerose opere, tra queste tre volumi di poesie e una raccolta di racconti,grazie ai quali ha ricevuto il prestigioso Premio dell'Associazione degli Scrittori di Buca-rest. Il libro dei sussurri è il romanzo più venduto negli ultimi dieci anni in Romania, è in fase di traduzione in numerose lingue e ha ricevuto premi in vari paesi, in particolare in Spagna. Il libro dei sussurri è “un romanzo sui vinti che hanno fatto la storia”, nel quale la microstoria si intreccia in modo efficace, intelligente e appas-sionante, con la macrostoria. "In una stradina armena della Focşani del secolo scorso" - si legge nelle presentazione editoriale - "tra i vapori del caffè e gli aromi della cantina di nonna Ar-shaluys, ha inizio il racconto dei vecchi armeni di infanzia. Pagina dopo pagina si srotolano le storie del popolo armeno, storie singole ma globali, che dipingono il ritratto di un intero popo-lo e di un intero mondo, quello del XX secolo. “Ogni luogo, ogni tempo, ogni popolo ha un suo Libro dei sussurri, sono le lacrime versate nel ferocissimo XX secolo a cadere una dopo una, una storia vissuta che si fa romanzo e che a-spettava solo di essere raccontata, in una prosa avvolgente e un ritmo palpitante".

A Rovereto presentato il libro di Vosganian

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ANNO 6, NUMERO 122

Ինչպէս ամէն տարի այս տարի եւս հռոմահայութիւնը նշեց Հ . Հ . անկախութիւնը սակայն այս տարի ըլլալով Հանրապետութեան 20-ա մ ե ա կ ը ո ւ ն է ր ա ռ ա ւ ե լ նշանակութիւն մը։

Հռոմի Հայ համայնքի խորհուրդի, ու Հռոմի Լեւոնեան Հայ վարժարանի միացեալ ջանքերով պատրաստուած տ օ ն ա կ ա տ ա ր ո ւ թ ի ւ ն ը (համագործակցութեամբը նաեւ Իտալիոյ մօտ Հ. Հ. դեսպանութեան) սկիզբ առաւ ժամը 19 .30 -ին ՝ Լեւոնեան վարժարանի բակին մէջ։ Նե րկայ էին ե կե ղեցական ու քաղաքական անձնաւորութիւններ , մեծ թիւով հայորդիներ ու իտալացի բարեկամներ. ներկայ էր նաեւ մամուլը։

՜ ՜Մեր Հայրենիք՝՝ Հայաստանի Հանրապետութեան քայլերգէն ետք եռագոյն փուչիկներ տեղացին ներկաներուն վրայ, ուրախութեան մթնոլորտ մը ստեղծելով ... ապա ողջոյնի խօսքով հանդէս եկաւ Լեւոնեան վարժարանի մեծաւորը՝ գերյարգելի Հ Գէորգ Ծ Վրդ. Նորատունկեան, ան իր խօսքին մէջ ըսաւ որ եկեղեցին տարիներու ը ն թ ա ց ք ի ն ե ղ ա ծ է ս փ ի ւ ռ ք ա հ ա յ ո ւ թ ե ա ն հ ա մ ա ր հայապահպանման ի խնդիր կարեւոր ազդակ , 20րդ տարեդարձի առթիւ պատգամը այն է որ ՜՜հայը հայէն

չվախնայ՝՝ ու ձեռք ձեռքի տուած դ ի մ ա գ ր ա ւ է ա պ ա գ ա յ ի մ ա ր տ ա հ ր ա ւ է ր ն ե ր ը երաշխաւորութեամբ՝ հայ եկեղեցւոյ ու Հ. Հ. ներկայացուցչութեան։ Այս ուղղութեամբ Հայր Գէորգ կոչ ուղղեց միութեան ըսելով ՜՜Եթէ հայերը մ ի ա ց ա ծ չ ը լ լ ա ն չ ե ն կ ր ն ա ն յաղթահարել դժուարութիւնները՝՝։

Ապա խօսք առաւ Իտալիոյ մօտ Հ. Հ. դ ե ս պ ա ն ը ՝ Տ ի ա ր Ռ ո ւ բ է ն Կարապետեան որ գնահատեց Հռոմի Հայ Համայնքի խորհուրդն ու Մալոյեան Մշակութային կեդրոնը իր տքնաջան աշխատանքներուն համար հայապահպանման ի խնդիր, ու մանաւանդ ձեռնարկը՝ Հայաստանի Ա ն կ ա խ ո ւ թ ե ա ն 2 0 - ա մ ե ա կ ի տօնակատարութեան։

Օրուան հանդիսավարը տիար Ռ ո պ է ր Ա թ թ ա ր ե ա ն փ ո խ նախագահը Հռոմի Հայ Համայքի Խորհուրդին, հրաւիրեց Հռոմի քաղաքապետարանի ներկայացուցիչ՝ տիար ֆետերիքօ Ռոքքան, որ ողջունելով այս տօնակատարութեան առիթը, Հռոմի քաղաքապետ Ճաննի Ալէմաննոյի անունով՝ վեր առաւ հայ ազգի արժէքները մատնանշելով որ Հռոմահայութիւնը որ մաս կը կազմէ Հռոմի կեանքին, հպարտանք է ի տ ա լ իո յ մա յ ր աք աղ աքի ն , ո ւ աւելցուց նաեւ որ ինքզինք հպարտ կը զգայ գտնուելով Հռոմի հայ համայքին հետ միասին։

Հռոմի Հայ Համայնքի խորհուրդի ա ն ո ւ ն ո վ խ օ ս ք ա ռ ա ւ Տ ի ա ր Էմմանուէլէ Ալիփրանտի (անդամ ս ո յ ն խ ո ր հ ո ւ ր դ ի ն ե ւ

պատասխանատու ՜՜Աղթամար՝՝ երկլեզու պարբերաթերթին). ան իր կարգին շնորհաւորեց 20-ամեակը նշելով նաեւ Արցախի 20 -ամեակը, ու յատուկէն ներկայացուց Հռոմի Հայ Համայքի Խորհուրդի 2011- 2012 տարեշրջանի ձեռնարկները ։

Այս առթիւ տեղի ունեցաւ բացումը ՜ ՜ Ա ր մ ե ն ի ա ՝ ՝ ժ ա մ ա ն ա կ ա կ ի ց գ ե ղ ա ր ո ւ ե ս տ ի գ ո ր ծ ե ր ո ւ ցուցահանդէսին, որ պիտի տեւէ մինչեւ կիրակի 25 Սեպտեմբեր։

Այս պաշտօնական արարողութեան աւարտին, ներկաները իրենց բ ա ժ ա կ ն ե ր ը բ ա ր ձ ր ա ց ո ւ ց ի ն Հայրենիքի կենացը բարգաւաճման մաղթանքներով, նաեւ ճաշակեցին ա յ ս ա ռ ի թ ի ն հ ա մ ա ր պատրաստուած՝ համադամները, ( մ ի շ տ Հ ռ ո մ ա հ ա յ հ ա մ ա յ ք ի խորհուրդի կողմէ պատրաստուած) ներկաները մեծ գոհունակութեամբ ու ո ւ ր ա խ ո ւ թ ե ա մ բ ի ր ե ն ց շնորհակալութիւնը յայտնեցին կազմակերպիչ յանձնախումբին, այս ուրախալի առիթին համար, որ հպարտութեան զգացումներով կը լեցնէ Յաւիտենական քաղաքին մէջ ապրող՝ Սփիւռքահայերու հոգին։

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Հայաստանի Հանրապետութեան Հայաստանի Հանրապետութեան Հայաստանի Հանրապետութեան Հայաստանի Հանրապետութեան Անկախութեան Անկախութեան Անկախութեան Անկախութեան 20-ամեակի ամեակի ամեակի ամեակի Տօնակատարութիւն Հռոմի Մէջ։Տօնակատարութիւն Հռոմի Մէջ։Տօնակատարութիւն Հռոմի Մէջ։Տօնակատարութիւն Հռոմի Մէջ։

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CITY TOUR A YEREVAN

Anche nella capitale armena arrivano i classici bus turistici a due piani per i tour della città. Due automezzi da un paio di settimane portano i turisti in giro per i luoghi più caratteristici della città (foto a

lato). In servizio dalle 11 alle 20 tutti i gior-ni. ARCHEOLOGIA

L’Armenia continua a riservare sorprese archeologiche. Dopo la scoperta della scarpa più vecchia del mondo e della can-tina vinicola è ora la volta della più antica camicia da donna nella storia dell’umani-tà. Il rinvenimento è avvenuto nella stessa zona di Areni (Vayots Dzor) dove si sono avute altre scoperte archeologiche ed è stata annunciata in una conferenza stampa dal direttore dell’Istituto armeno di arche-ologia ed etnografia, Avetisyan. L’abito, in ottime condizioni, è datato intorno al 3900 a.C.; sarà sottoposto ad un restauro conservativo da parte di tecnici francesi e quindi esposto al Museo della storia di Yerevan. (foto a lato)

AGRICOLTURA

L’Italia ha contribuito alla realizzazione del programma di controllo della brucello-si in Armenia che si è sviluppato soprat-tutto nel sud del paese (Syunik) tra

il 2009 ed il 2011. E’ stata attivata una campagna di vaccinazioni e corsi di ag-giornamento per i veterinari locali. L’inca-ricato di affari dell’ambasciata italiana, Paolo Bonissone, ha ringraziato il ministro dell’agricoltura Karapetyan per le parole di apprezzamento rivolte all’Italia. AUTOMOBILI

Quindicimila automobili sono state impor-tate in Armenia nei primi sette mesi dell’-anno. Nello stesso periodo si sono registra-ti 1135 incidenti con un bilancio di 150 morti e quasi 1700 feriti. Un tragico bilan-cio che impone alle autorità un giro di vite nel controllo della circolazione: più severi-tà verso chi non rispetta le regole del codi-ce stradale, miglioramento della segnaleti-ca e radar velox. TRENO

Nonostante un tempo di percorrenza di oltre sedici ore, sono stati quasi quaranta-mila gli armeni che hanno utilizzato il treno “Armenia” per raggiungere da Yere-van le coste sabbiose del mar Nero a Batu-mi in Georgia. Il servizio è stato attivo da metà giugno a metà settembre non senza qualche inconveniente: il primo agosto un incidente ad un merci in Georgia ha bloc-cato la linea per oltre quindici ore.

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Qui Armenia

Il buon sapore del Motal armeno

Il giorno 16 settembre 2011 a Bra (Cuneo) è stata inaugurata la manifesta-zione biennale di Slow Food dedicata ai prodotti caserari ed al vino. Il console onorario di Armenia, Pietro Kuciukian, si è recato a sostenere gli armeni venuti ad allestire un "presidio" speciale: Armenia,

MOTAL.

Il motal è un antichissimo formaggio armeno unico al mondo che 4 anni fa è risultato terzo nella classifica mondiale dei formaggi. Purtroppo la difficoltà di certificazione europea ne impedisce l'im-portazione e la vendita su vasta scala. Derivato del latte delle capre caucasiche dalle lunghe corna arcuate,è lavorato all'inizio in modo semplice. Il latte non si riscalda ma si lavora appena munto, si fa cagliare, si elimina il siero e si fa riposare la massa sul telo, schiacciata da un peso. Subisce poi una lunga complicata pre-

parazione: si conserva per quaranta gior-ni sotto sale in grandi recipienti, quindi si estrae e si sbriciola aggiungendovi erbe di montagna e in particolare il tar-khun. Si stipa poi il formaggio in piccole anfore di terracotta sigillate con la cera, si capovolgono e si appoggiano su uno strato di cenere per almeno due mesi. Il risultato è veramente eccezionale, il gu-sto forte e delicato nello stesso tempo. A Bra sono presenti il sindaco del piccolo paese di Getik e il coordinatore della produzione del Motal, Ruslan Toro-syan, che vive a Cham-barak, un villag-gio dell'Armenia sui monti alle spalle del lago Sevan. Qui si è trasferita tutta la popolazione armena che abitava nella regione all'interno dell'Azerbaigian, Ar-tveshen, zona che ancora oggi subisce gli attacchi dei cecchini azeri.

Page 7: Anno 6, Numero 122 Akhtamar 1 ottobre 11—XCVII Yold.comunitaarmena.it/comunita/akhtamar/akhtamar numero...SERJ TANKIAN IN LIBANO di Barbara Najarian 4 Akhtamar on line ANNO 6, NUMERO

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Non era mai accaduto e prima o poi doveva pur succedere che le rappresentative maggiori di calcio di Italia ed Armenia si dovesse-ro affrontare. Lo ha stabilito il sorteggio per le qualificazioni alla fase finale dei campionati del mondo di calcio che si disputeranno in Brasile nel 2014.

Nel girone B del gruppo europeo si giocheranno un posto unita-mente a Danimarca, Repubblica Ceca, Bulgaria e Malta con la possibilità di uno spareggio per la seconda piazzata.

Non era mai accaduto nelle precedenti qualificazioni europee o mondiali: vuoi perché la sorte aveva deciso diversamente, vuoi perché la storia della Federazione Calcio dell’Armenia è piuttosto recente essendo sorta solo nel 1992. Neppure un’amichevole, troppo divario tecnico fra le due squadre per suggerire agli azzur-ri anche solo un confronto senza punti in palio.

Eppure adesso è successo. La mano appesantita dell’ex fenomeno Ronaldo ha tirato fuori dalle urne proprio i nomi delle due nazioni a noi care. Il sorteggio, accolto con apparente soddisfazione dagli addetti ai lavori (in effetti il girone per l’Italia è tutt’altro che proi-bitivo) ha destato, dopo l’iniziale sorpresa, una sorta di travaglio interiore in molti di noi angosciati su chi tifare in occasione degli scontri diretti: perché è fuori di dubbio la simpatia e l’affetto per la nazionale armena, ma un mondiale senza Italia non sarebbe la stessa cosa. Ed allora l’unica soluzione è vedere le due squadre al primo ed al secondo posto della classifica, risultato assai alla portata degli Azzurri un po’ meno degli armeni.

Sulla squadra allenata da Minasyan, a dire il vero, in Italia si sa poco o nulla: qualche riga di commento ma un generale snobi-smo di fondo per una nazionale che viene pronosticata a lottare giusto per la penultima posizione.

Ma noi, che seguiamo più da vicino il calcio armeno, sappiamo che la formazione armena è molto migliorata negli ultimi tempi e soprattutto in casa rappresenta un avversario piuttosto ostico. Quarantaquattresima nella graduatoria Fifa (su 203 nazioni) l’Ar-menia è stata finora in ombra, fuori dai riflettori del calcio inter-nazionale ma oggi riesce ad esprimere un bel gioco, veloce, ag-gressivo che potrebbe riservare molte sorprese come dimostrano le ultime partite di qualificazione all’Europeo 2012.

Minasyan, coach della squadra da lui rivitalizzata dopo l’infelice esperienza di Poulsen, si è detto soddisfatto del sorteggio perché l’Armenia è finita in un girone non impossibile. I bookmakers cre-dono poco nella possibilità di qualificazione (l’Armenia è data a 400, l’Italia a 1,40) e davvero bisogna essere molto ottimisti per pensare ad un secondo posto che regalerebbe il diritto allo spa-reggio con un analoga classificata di altro girone. Ciò nonostante davvero non costa nulla confidare in qualche bella prova dei ra-gazzi di Minasyan e magari puntare un euro. Se il trend positivo (di gioco e risultati) di questi ultimi mesi continuerà, l’Armenia ha davvero buone possibilità di uscire dal limbo del calcio sconosciu-to. Vuoi mettere vederla su Rai Uno in diretta? Già questo per noi sarà un bel successo. Forza Armenia!

JACAL

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