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AVVISO AI NAVIGANTI Partiti (con qualche problema) gli abbonamenti Dopo aver dedicato un bel po’ di tempo alla promozione della rivista, da questo numero partono ufficialmente gli abbonamenti (gratuiti) a Dy’s Chronicles. Innanzitutto dobbiamo ringraziare per l’apprezzamento tutti quelli che si sono abbonati. Cercheremo di non deludervi cercando di fare un prodotto sempre più attuale e specializzato. Per i nuovi arrivati invece ricordiamo che è sempre possibile abbonarsi gratuitamente a Dy’s Chronicles, nonché ricevere gli arretrati, semplicemente attraverso il sito della JMN & DY (studi e ricerche product placement) www.jmanddy.com, oppure attraverso quello della sua rivista ufficiale: http://spazioweb.inwind.it/dych ronicles. Detto questo dobbiamo invece scusarci per il ritardo con cui abbiamo consegnato il numero quattro che doveva coincidere col festival di Bergamo. Purtroppo dobbiamo ammettere che, essendo nati da poco, non abbiamo ancora sviluppato una struttura in grado di far fronte a determinati imprevisti, soprattutto tecnici (un fulmine che non sapendo dove colpire ha deciso di mettere fuori uso un paio di nostri computer vitali). Abbiamo così deciso di dedicare questo numero interamente al Bergamo Film Meeting e di uscire in contemporanea con un nuovo numero completamente rinnovato ed ampliato nelle rubriche anche grazie alle numerose collaborazioni che ci sono state offerte da alcuni esponenti della comunicazione. Fra le nuove rubriche che troverete ci saranno quelle dedicate al cinema europeo e a quello orientale, due rubriche televisive una dedicata allo sceneggiato e l’altra allo spettacolo televisivo e, visto il successo ottenuto nello scorso numero, una dedicata al product placement nei cinema hard. Anno 1. 4 Dy’s Chronicles L A RIVIST A UFFICIALE DELL A JMN & DY ARTICOLI 2 DRACULA LEGACY 3 NINETYNINE2ONE 4 FILM ACID 6 FILM IN CONCORSO 15 LA MANO DELLO STRANIERO 17 IL GRANDE DITTATORE 19 AGENDA 20 DY’S GAME JMN & DY MARCHE AL FESTIVAL BERGAMO FILM MEETING Placement alla francese Si è svolta a Bergamo la XIX edizione del Bergamo Film Meeting con rassegne su Demy, Greene e i Fleischer - Popeye the sailor man – Studios Come promesso, inviati della Dy’s Chronicles si sono infiltrati nel Bergamo Film Meeting alla continua ricerca di materiale utile agli studi della JMN & DY. Purtroppo, se da una parte il festival ci ha riservato, come sempre, graditissime sorprese sia per il nostro archivio che per i nostri studi, dall’altra dobbiamo sottolineare che, probabilmente a causa di un’incredibile riduzione di budget dovuto sia a tagli delle istituzioni che alle defezioni di alcuni sponsor, il BFM, anche se continua ad essere uno dei migliori festival italiani, non è comunque stato all’altezza delle precedenti edizioni. Per questo Dy’s Chronicles ha deciso di dedicare l’intero numero (o quasi) al festival con gli speciali su Demy, Greene e Fleischer Studios, Acid e ai film in concorso rinviando tutte le rubriche al prossimo numero la cui uscita è prevista immediatamente dopo questo. J.M.N. 7 CULT MOVIE 8 IL CINEMA DI DEMY 10 THE FLEISHER STUDIOS11 SUGGESTIONI VISIVE

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■ AVVISO AI NAVIGANTI

Partiti(con qualche problema)

gli abbonamenti

Dopo aver dedicato un bel po’di tempo alla promozione dellarivista, da questo numero partonoufficialmente gli abbonamenti(gratuiti) a Dy’s Chronicles.I n n a n z i t u t t o d o b b i a m oringraziare per l’apprezzamentotutti quelli che si sono abbonati.Cercheremo di non deludervicercando di fare un prodottos e m p r e p i ù a t t u a l e especializzato. Per i nuovi arrivatiinvece ricordiamo che è semprepossibile abbonarsi gratuitamentea Dy’s Chronicles, nonchér i c e v e r e g l i a r r e t r a t i ,semplicemente attraverso il sitodella JMN & DY (studi ericerche product placement)www.jmanddy.com, oppureattraverso quello della sua rivistaufficiale:http://spazioweb.inwind.it/dychronicles.Detto questo dobbiamo invecescusarci per il ritardo con cuiabbiamo consegnato il numero

quattro che doveva coinciderecol festival di Bergamo.Purtroppo dobbiamo ammettereche, essendo nati da poco, nonabbiamo ancora sviluppato unastruttura in grado di far fronte ad e t e r m i n a t i i m p r e v i s t i ,soprattutto tecnici (un fulmineche non sapendo dove colpire hadeciso di mettere fuori uso unpaio di nostri computer vitali).Abbiamo così deciso di dedicarequesto numero interamente alBergamo Film Meeting e diuscire in contemporanea con unnuovo numero completamenterinnovato ed ampliato nellerubriche anche grazie allenumerose collaborazioni che cisono state offerte da alcuniesponenti della comunicazione.Fra le nuove rubriche chetroverete ci saranno quellededicate al cinema europeo e aquello orientale, due rubrichetelevisive una dedicata allosceneggiato e l’altra allospettacolo televisivo e, visto ilsuccesso ottenuto nello scorsonumero, una dedicata al productplacement nei cinema hard.

Anno 1. 4

Dy’s Chronicles LA RIVISTA UFFICIALE DELLA JMN & DY

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TICOLI 2 D

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■ JMN & DY MARCHE AL FESTIVALBERGAMO FILM MEETING

Placement allafrancese

Si è svolta a Bergamo la XIXedizione del Bergamo FilmMeeting con rassegne su Demy,Greene e i Fleischer - Popeyethe sailor man – Studios

Come promesso, inviati dellaDy’s Chronicles si sono infiltratinel Bergamo Film Meeting allacontinua ricerca di materiale utileagli studi della JMN & DY.Purtroppo, se da una parte ilfestival ci ha riservato, comesempre, graditissime sorpresesia per il nostro archivio che peri nostri studi, dall’altra dobbiamosottolineare che, probabilmentea causa di un’incredibileriduzione di budget dovuto siaa tagli delle istituzioni che alledefezioni di alcuni sponsor, ilBFM, anche se continua adessere uno dei migliori festivalitaliani, non è comunque statoall’altezza delle precedentiedizioni. Per questo Dy’sChronicles ha deciso di dedicarel’intero numero (o quasi) alfestival con gli speciali su Demy,Greene e Fleischer Studios, Acide ai film in concorso rinviandotutte le rubriche al prossimonumero la cui uscita è previstaimmediatamente dopo questo.

J.M.N.

7 CULT MOVIE 8 IL CINEMA DI DEMY 10 THE FLEISHER STUDIOS11 SUGGESTIONI VISIVE

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Ormai è deciso: nei film delnuovo millennio i protagonistidevono lavorare per qualchecolosso. Abbiamo aperto l'annocon Giovanni che lavorava perCoin in Chiedi se sono felice edabbiamo continuato con TomHanks dirigente della FederalEspress in Cast Away, ChrisO'Donell reporter per il NationalGeografic in Vertical limit e MelGibson account creativo perNike in What women want,giusto per citare i casi più famosi.Partendo quindi da questa nuovamoda, dove potevano lavorarele belle vittime di Dracula se nonalla Virgin?Ma partiamo dall’inizio. Londra1800: Van Helsing, dopo averescogitato una perfetta trappola,riesce finalmente a catturareDracula. Londra 2000: VanHelsing, che si è mantenuto invita mischiando il suo sanguecon que l lo d i Dracu lacostantemente succhiato dasanguisughe all'interno dellabara del vampiro, ha costruitoun impero finanziario sopra latomba superblindata in perfettostile di quelle esplorate daIndiana Jones.Ovviamente un gruppo di ladri

inesperti tenta il colpacciopensando di trovare chissà qualitesori con l’unico risultato dirisvegliare il vampiro mentresono in volo con la sua baraverso il loro rifugio a NewOrleans.A questo punto lasorpresa: Dracula èalla ricerca di suafiglia, ovvero laf i g l i a d i Va nH e l s i n g ( c h eavendo il sangue diDracula.. .) , checasualmente lavoraproprio al VirginMegastore di NewOrleans.Virgin continua quindi il suoviaggio nei film del suo targetcominciato alla grande con i filmdi Austin Powers, dove era latana dell'agente segreto piùstralunato ed arrapato del mondoe, come in quel caso, cerca diunirlo ad una forte componentesensuale.Il film infatti, oltre all'ovviaatmosfera horror dagli effettispettacolari, cerca di unire tuttele atmosfere sensuali dei filmprecedenti. Si comincia con unatmosfera alla Hammer e siconclude in perfetto stile KenRussell, passando per il Draculadi Coppola, Miriam si sveglia amezzanotte e Buffy the vampireslayer.Dracula cerca di crearsi unesercito di playgirl belle, crudelie sexy, e visto che, come hannoinsegnato Warhol, Morissey eMargheriti, è difficile trovarevergini, almeno si cercano quelleche lavorano per la Virgin.

Le scene in cui il marchio èpresente non si contano. Si vadalle scene in strada durante ilfamoso Mardì Gras dove èl'unica insegna presente (Virginvuol dire festa, come insegnanoappunto le famose feste

psichedeliche di Austin Power)a quelle che si svolgonodirettamente all'interno delnegozio, e persino unaspettacolare scena di lotta fra ivampiri e i buoni che si svolgein un garage sotterraneo vedecoinvolto un furgone dellaVirgin. Ma le scene più belledal punto di vista del marketingsono senza dubbio quelle in cuila playgirl principale JustineWaddell gira per casa con unpigiama costituito solamentedalla maglietta del Megastore.Ottima mossa quindi per laVirgin che continua alla ricercadi product placement in lineacon il suo target giovane;continuando però ad occuparsidi film teoricamente destinati ad iveni re Blockbuster einsidiandosi all'interno dellosviluppo narrativo. Da Oscar.

Alessia Altieri

2 DY’S CHRONICLES

DRACULA’S LEGACYDracula cerca sangue Virgin... e morì di sete.

CINEMA AMERICA

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Sia il mese di marzo che quellodi aprile sono stati dei buoni mesiper analizzare i l productplacement italiano. Sono uscitiinfatti molte pellicole idonee adessere infarcite di prodotti: dalbruttino Caruso zero in condotta

di Francesco Nuti, aldeludente …E adessosesso dei Vanzina finoa l l a i n a s p e t t a t arivelazione di AmiciAhrarara dei Fichid’india, passando perLa stanza del figlio, Le fateignoranti ed una manciata di filmminori. Purtroppo, per i variproblemi citati all’inizio, il mesedi aprile è quasi interamentededicato al Bergamo FilmMeeting ed ai film che sono visono stati proiettati, quindi lascelta del film italiano del mesenon poteva non cadere su di unadelirante pellicola in italiana inconcorso.I l f i l m P r e s c e l t o èNinetynine2zone di Luca Dresdae Enrico Falzetti, entrambi al loroprimo lungometraggio.La storia è Presto detta: mancanopochi giorni al 2000 ed il

protagonista decide di chiuderetutte le questioni lasciate insospeso nel millennio. Risentevecchi amici, amiche e parenti,va alla ricerca della professoressache lo aveva bocciato per farlesapere che è una puttana e,soprattutto, cerca di riallacciarecon il suo grande amore cheovviamente non vuol più sapernedi lui. Ovviamente il quesito èsempre lo stesso: è giusto chiuderedefinitamente col passato o èmeglio cercare di tornare indietro?Su questo quesito fondamentalesi sviluppa sta’ palla di film nonr i u s c e n d o a r i e m e rg e r e

minimamente da schemie situazioni trite e ritrite.Pers ino la regia èmonotona e tutto sa di giàvisto. Il protagonista giracon due cameramen cheriprendono tutto e lascena della professoressa(forse la più azzeccata)non può non ricordare Ilcameraman e l’assassino,

mentre per il resto sembra diassistere ad un lungo metraggiodi Polesello.Un'altra caratteristica del film (maquesto è un pregio)è quello di esserestato girato ind i g i t a l e c o npochissimi mezzi equindi a favore deidue registi c’èc o m u n q u e i lcoraggio di averrischiato per unp r o g e t t o“ambizioso”. Laloro colpa è quindianche quella di non

aver saputo sfruttare unostrumento di comunicazione comeil product placement (per iprossimi mesi abbiamo intenzionedi inaugurare una rubrica diapprofondimento sui vantaggi egli svantaggi e su come utilizzarloal meglio) per finanziare il film.Le poche marche che appaiono,infatti, sono realmente casuali.Eppure la sceneggiatura dava lapossibilità di una grandissimaoperazione di market ing.All’inizio del film il protagonistaracconta con enfasi l’evento cheha agito da catalizzatore per lasua voglia di passato. La sua piùcara amica (che lui però ha sempreamato), dopo averlo contattato peruna serata insieme in un pub, gliconfessa che la cosa che più le hadato fastidio nella loro amiciziasia stato il fatto che lui non abbiamai tentato di scoparsela e che sein quel momento lui le dovesseoffrire un sambuca lei glipraticherebbe all’istante unafellatio. Purtroppo il barista hafinito la sambuca e così la serataprosegue in altri bar finché alquindicesimo finalmente latrovano. “…tornai a casa sapevo

che una parte di meaveva trovato unaprecisa collocazionedentro di lei…”Va bene, il film nonera un granché, maquanti sono quelli chehanno un’amica verache so t to so t tovorrebbero farsi?Un occasione persaper la Molinari.

Gerardo Corti

DY’S CHRONICLES 3

NINETYNINE2ONEUn’occasione (quasi) d’oro persa dalla Molinari

CINEMA ITALIA

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L' "Agence du CinémaIndépendant pour sa Diffusion"(ACID) e' un'associazione consede a Parigi col fine dip r o m u o v e r e f i l m ,principalmente francesi, atipicie singolari. L'associazione,formata da cineasti e fondata nel'92, ha per obiettivo salvare ilcinema che ha più difficoltà ad

essere visto, e quindi film"diversi" , f i lm d'autore,documentari che altrimentirischiano di sparire. Un esempiodelle pellicole scelte dall' ACIDsi è visto al Bergamo filmmeeting con una selezione di 4film (uno dei quali, "Solo tu" diArnaud Dommerc e AnneBenhaiem, non ho potutovedere).Il primo visto è "De l'histoireancienne" di Orso Miret. Unfilm sulla morte e sulla memoria.Sul bisogno di ricordare i nostrimorti ed il nostro passato. Filmche in maniera intima e nienteaffatto massimalista cerca di direla sua nella discussione semprepiù attuale tra revisionisti didestra e partigiani che sono statidimenticati dalla Storia. Lo fain maniera un poco prolissa, avolte sfiorando la noia (el'assurdo, nel finale sopra lerighe), ma è ben girato e benrecitato. Ma quello che interessaalla nostra rivista è l'attenzioneriservata dal regista alle piccolee fastidiose cose che siamochiamati a fare quando muoreun nostro caro. Proprio in unmomento in cui il dolore ci

porterebbe ad escluderci dalmondo, dobbiamo inveceincaricarci di ordinare una bara,di stare a vedere mentre questaviene chiusa tra amici e parentidi cui non ci interessa nulla inquel momento. Esemplare è adesempio, ne "La stanza delfiglio" di Moretti, quando lamacchina da presa indugia sugli

incaricati che girano le viti nellegno, ed il rumore del giraviteelettrico resta nella testa delprotagonista anche dopo,quando a casa è seduto suldivano. Anche nel film di Miretqueste piccole formalitàvengono seguite con attenzione.Si ritira l'urna cineraria, ci siferma ad un distributore Total afar rifornimento ed intanto sientra in una cabina telefonicaFrance Telecom per dialogarecon i parenti e sulle pareti nonsi può far a meno di notare unadesivo che pubblicizzal'American Express (bisogna purpagare questi "servizi" funebri).Ci si occupa delle praticheburocratiche per ottenere lapensione per la madre-vedova,si deve (o si dovrebbe)comunicare l'annuncio dellam o r t e p u b b l i c a n d o u nnecrologio su Le Monde.Intanto siamo nervosi edaddolorati e ci facciamo"aiutare" dai nostri vizi efumiamo (si intravedonodiscretamente pacchetti diMuratti e Gitanes), andiamo al bar per un caffè e, lo si sa,sulle porte degli esercizi pubblici

non si può evitare di notare gliades iv i Peps i e Ticke tRestaurant. Torniamo a casa amangiar spaghetti, abitudine diavi italiani, e nella dispensapiuttosto sguarnita si notanobiscotti francesi e una scatola diPr ingles (probabi lmentesmangiucchiate sul set tra unciak e l'altro).Insomma la vita ci invade e nonci permette di isolarci e invadela quotidianità fatta di prodottiche servono a tirare avanti,beviamo acqua da distributoriCulligan, facciamo foto Minoltae se siamo in crisi col compagnoci rifugiamo all'Hotel Empiredella catena Primhotel (trestelle).The show must go on e i ragazzidel finale guardano al futuroindossando Lotto. E se tutteq u e s t e b r a n d e n t r a n onaturalmente nella nostra vita enel film, diverso è il discorsoper i mezzi di trasporto. Nel filmi protagonist i hanno unfurgoncino Renaul t ma,attenzione, il furgoncino èl'unico che avrà bisogno deiservizi di un officina e quandoverrà parcheggiato lo vedremodietro ad una vecchia emalandata Renault 5, macchinanotoriamente sorpassata.Un amico del protagonista nonavrà invece problemi con la suaCitroen Saxo nuova fiammante,

FILM ACID a Bergamo: anche il cinema d'autore non puo' fare a meno delle brand.

DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO

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ed è emblematico che quandodeve utilizzarla, prima sbaglia,cercando di aprire una vetturaidentica, poi se ne accorge e aprela sua, parcheggiata un postoavanti. Escamotage per fardiventare per un att imoprotagoniste le due auto in unascena in cui l'interesse era soloper il dialogo tra i due amici.Nei titoli di coda vieneringraziata la Citroen e non laRenault. Ce lo aspettavamo.Il secondo film, "Blue le ciel"di Dominique Boccarossa, narrale vicende del curdo Kerimimmigrato in Francia, che cercadi sopravvivere in un ambienteche ha difficoltà ad accoglierlo.Insieme ad altri immigrati didifferenti nazionalità troverà unalloggio comune, cercherà lavorisaltuari e pure si innamorerà.Il film ha una costruzioneparticolare che riesce spesso adevitare il rischio del "deja vu",che in una storia di questo tipoè altissimo.Le capacità di composizionedell'immagine della regista sononotevoli, anche se il film, a mioparere, non è completamenteriuscito perché non riesce acogliere in profondità il sensodi malessere dei protagonisti

della storia.In un filmt u r c opresentato aC a n n e squalche annof a s ia f f e r m a v ache l'Europaoccidentalee r a b e l l aperché "làl'aranciata ela Coca-Colaescono dairubinetti"! Quindi quanto èimportante per un immigratogodere dei privilegi di un mondopiù ricco? Quanto la suaconcezione di ricchezza èdeterminata dalla pubblicità cheormai ha invaso, con i satelliti,anche il paese più povero?Comunque, tornando alla Coca-Cola , ques ta fa la suaapparizione (product placemento solo elemento diegetico asimboleggiare insieme allaHeineken i l "benesserecapitalistico"?).Ancora la Citroen fa unaapparizione, questa volta non daprotagonista, e la BP che siintravede più volte vieneringraziata nei titoli di coda.

Probabilmente ilfilm "ACID" piùr i u s c i t o è i lmediometraggio "Labrèche de Roland"di Arnaud e Jean-Marie Larrieu.U n a f a m i g l i aformata da marito,moglie e due figli siprende una vacanzasui Pirenei, vacanzavoluta dal padresclerotizzato che hap r a t i c a m e n t ecostretto gli altri aseguirlo per arrivare

tutti insieme alla famosafenditura che porta il nomeuguale al suo (si chiama infattiRoland anch'egli) perchè pareche proprio lì lui sia statoconcepito. Ma la vacanza sitrasformerà in un continuo litigioe porterà ad un aumento delle

tensioni tra rivelazioni shock (lafiglia è lesbica), strani incontri(degli spagnoli di cui noncapiscono la l ingua) esmarrimenti di strada.Un film dove la montagna èprotagonista è l'ideale permettere in mostra abbigliamentisportivi (forniti dalla Go Sport)ma il regista lo fa in manieradiscreta.

Stefano Barbacini

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A parte Ninetynine2one di cuiabbiamo parlato nella rubricadedicata al cinema italiano glialtri film in concorso a Bergamoerano: Diapason, storia di unanottata romana girata da AntonioDomenici, Dubbel-8, gradevolecommedia solare (e sessuale) diDaniell Fridell, Lise et André,film imperniato sui miracoli, diDenis Dercourt, Mayis Sikintisi,storia di un giovane turco chevorrebbe girare un film, di NuriBilge Ceylan, Mourir (o no),una sorta di Smoking – Nosmoking iberico girato daVentura Pons e Verboden tezuchten, viaggio di un giovanein “para” dopo la rottura con lafidanzata, di Alex Stockman.Inutile dire che il nostro preferitoè stato senza dubbio il filmsvedese Dubbel-8 (letteralmenteSuper 8) dove viene ripropostouna sorta di Pepe francese diKen Russell, ovvero la storia diun paesino sconvolto dall’arrivodi una giovane e prosperosacittadina desiderosa di farl’attrice e due ragazzini che conla scusa di voler girare un filmfanno di tutto per vederla nuda.Il film è molto gradevole e

divertente, ma purtroppo, comequasi tutti i film in concorso, cisono ben poche possibilità chepossa circolare in Italia, quindila nostra analisi di productp l a c e m e n t p r e n d e r à i nconsiderazione i due film, chepur essendo i peggiori della lista,hanno più possibilità di esserevisti dal pubblico italiano:Mourir (o no) e DiapasonIl primo è l’unione di due film:Mourir, film in bianco e nerodove noi assistiamo a sette mortii n c o m p r e n s i b i l i ecompletamente disgiunte l’unadall’altra (un regista non riescead uscire dalla sua crisidepressiva, un drogato muore dioverdose, una bambina sisoffoca con un osso di pollo, unmalato in ospedale non riesce aschiacciare il pulsante d’aiuto,una donna si fa un cocktail diwhisky e barbiturici, un managerviene ucciso da un killer e unmotociclista viene investito daun auto della polizia), e Nomourir, film a colori chepartendo dall’ultima vittima (cheperò in questo caso si salva) fail viaggio a ritroso, mostrandocome la sua salvezza poteva

influire sulla nonmorte precedente.A parte il film, chenonostante sia giratobene è costruito su diun gioco un po’ tropposfruttato in questiultimi anni, la cosac h e c o l p i s c e èl’utilizzo delle brandc h e s o n ot r a n q u i l l a m e n t eutilizzate sia per la

vita che per la morte deiprotagonisti. Non che la cosa sianuova, anzi la filmografiaspagnola è una delle più famoseper alcuni utilizzi estremi dellebrand (basti pensare a cosasuccede alla Coca-Cola inProsciutto prosciutto di BigasLuna, ad esempio, o ai primifilm di Pedro Almodovar o AxelDe La Iglesias), ma puòsembrare strano che, fra i tanti,sia J&B che Vespa servano siaa provocare la morte che,successivamente a salvare lavita. Va notato altresì che lasituazione non è solo una sceltaregistica ma è stata sicuramenteanalizzata dalle aziende inquestione, visto che VespaEspaña risulta essere al primoposto nei special thanks to.Per quanto riguarda Diapasonsi può dire che anch’esso ècostituito da due film, il primoche narra l’approccio di unproduttore di cinema conl’attrice americana che vuolelasciare il set e il secondo cheparla delle disavventure di ungruppo di extracomunitari. Lastoria è piatta, la regia è piattae così anche i l productplacement che nonostantecontenga alcune brand famosenon riesce mai a decollare. Enon vale la scusa che è un filmdogma, considerato il fatto chenonostante le rigide regoleimposte da Von Trier e soci(controllare a tal proposito il suounico film dogma: Gli idioti), ilproduct placement è semprepresente.

Gerardo corti

FILM IN CONCORSO

MOURIR (O NO) E DIAPASONSmoking No smoking alla iberica

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Un tranquillo venditore diaspirapolveri, concessionariodella Hoover per l'Avana, vienecontattato dai servizi segretiinglesi affinchè organizzi unarete di agenti e raccolgainformazioni a scadenzeregolari. Jim Wormold, che èstato abbandonato dalla mogliee ha bisogno di soldi per tornarein Inghilterra e poter dare unavita migliore alla figlia, accetta,ma ovviamente non trova nécollaboratori né informazioni.Comincia allora a creare unarete di agenti inesistenti e adisegnare fantascientifiche basimilitari ispirandosi ai varimodelli di aspirapolvere Hoover.I suoi superiori rimangonota lmen te a ffasc ina t i ( espaventati) da queste minaccioseistallazioni teoricamente incostruzione sulle montagne diC u b a , d a i n v i a r g l ii m m e d i a t a m e n t e u n acollaboratrice.Da qui però le cose comincianoad andare male: qualcuno tentaprima di avvelenarlo e poiuccide il dottor Hasselbacher,un suo amico.Wormold capisce che il gioco sista facendo troppo pericoloso.Dopo aver rubato la pistola allospasimante della figlia (unoscuro capitano di polizia)uccide l'assassino del suo amico,si fa espellere da Cuba econfessa tutto ai suoi superioriaspettandosi il peggio. Londraperò, per evitare lo scandalodecide di coprire tutto e dipromuoverlo con tanto dicavalierato dell'Order of theBritish Empire.

Terzo f i lm dell ' incontroGreene/Reed (L'idolo infranto,1948 e Il terzo uomo, 1949) eprimo fi lm dell ' incontroG r e e n e / G u i n n e s s ( Icommedianti, 1967 e MonsignorChisciotte, 1985), Il nostroagente all'avana, oltre ad essereuna gradevolissima commedia,è anche una sorta di precursoreper quel che riguarda l'utilizzodei prodotti al servizio segretodi sua Maestà Britannica.Come per tutti gli agenti segretida lì in poi (Licenza di uccidere,primo film di James Bond uscìdue anni dopo), i prodottirappresentano degli alleatifondamentali.Nel caso del flemmaticoGuinness, la Hoover nonrappresenta solo una splendidacopertura, ma addirittura lospunto per creare le incredibiliistallazioni militari che vengonoritenute reali non solo dai suoisuperiori, ma anche dagli stessinemici che da quel momentodecidono di e l iminar lo .Se Hoover però serve solo comestratagemma per assecondare iservizi segreti, nel momento incui il gioco si fa duro Wormolddecide di sfruttare la suapassione per l'alcool per sfidare(e mettere fuori gioco) il suoavversario con una celeberrimapartita a dama dove mignon diVAT 69 prendono il posto dellepedine.A fianco di queste intuizionigeniali, comunque, c'è ancora ilclassico posizionamento dibrand attraverso i cartelli appesinei locali, dove a fianco di brandoccidentali come Schweppes

t roviamo anche marchetipicamente cubane come lamitica birra Hatuey.La vera star rimane comunqueHoover ed il negozio/basesegreta dove sono esposti tutti imodelli di aspirapolvere dellacasa americana con i relativicartelli pubblicitari. Non soloma il film si chiude proprio sulmodello aspirapolvere Atomic(base segreta) diventatoispirazione per un giocattolo perbambini

Milton Arbogast

CULT MOVIE

IL NOSTRO AGENTE ALL’AVANAVita standard di un venditore ordinario di elettrodomestici

DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO DOSSIER BERGAMO

Origine e anno: GB ; 1960Titolo Originale:

Our man in HavanaSoggetto: Graham Greene

Sceneggiatura:Graham Greene

Regia: Carol ReedProduzione:

Graham Greene per ColumbiaPictures/Kingsmead

ProductionsMusica: Franz Denis

Interpreti:Alec Guinness

Burl IvesMaureen O'Hara

Ernie KovacsNoel Coward

Ralph RichardsonPaul RogersFerdy Mayne

Duncan MacRaeMaxine Audley

Durata: 111 minuti

SCHEDA

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Omaggio del Bergamo FilmMeeting a Jacques Demy,regista di Nantes che ha iniziatoa far cinema all'inizio degli anni'60, esordendo con duelungometraggi strepitosi (Lolae La baie des anges) conprotagoniste due icone delcinema francese: Anouk Aiméee Jeanne Moreau. Ottenuto ilconsenso della critica, decideràpoi un poco a sorpresa didedicarsi, affascinato daimus ica l s amer i can i , acommedie musicali conmusiche e parole francesi. Ils u o è u n c i n e m a d iintrattenimento fatto con gusto,che non rinuncia comunque adaffrontare con leggerezzaargomenti difficili comel'incesto (Peau d'ane e Troisplaces pour le 26 ), i rapportidi classe(Une chambre en ville, maanche Le joueur de flute e LadyOscar), i rapporti amorosi (Les

parapluies de Cherbourg), e afar cantare gli operai e ballarei marinai. Ora pensiamo a comepossono essere stati accolti i

suoi film alla fine degli anni'60, dove tutto era politicizzatoe affrontato con una serietàpesante ed eccessiva! Qui cilimitiamo a parlare dei suoi duemusicals più famosi: quellosolo cantato, ovvero "Lesparapluies de Cherbourg", equello ballato e quindi piùsimile ai grandi spettacolimusicali della MGM, con lapresenza-omaggio di GeneKelly, che è "Les demoisellesde Rochefort".Il primo (1963) che racconta lastoria dell'amore tra l'operaioNino Castelnuovo e lavenditrice di ombrelli CatherineDeneuve, divisi dalla guerrad'Algeria, trae la sua forza piùdalla capacità di Demy di darciimmagini di una finezza

squisita con un lavoro sui coloridi un gusto raro, che non dallecanzoni piuttosto stucchevolidi Michel Legrand. Le capacità

del regista di non renderemonotono uno spettacolo cherinuncia volutamente alla danzariguardano le scelte diinquadratura, di decor e dimovimento di macchina. In unambiente completamentericostruito in studio appaionouna decina di marche (e quisostenere che sono casuali eindispensabili per la narrazioneè un po' dura) che vanno dallaMotta alla Chrisler, al binomioPernod-Richard, alla Singer.Ma, protagonista assoluta è laEsso presente sia nelle scenepiù romantiche del rapporto traCastelnuovo e Deneuve, che almomento dell'incontro finale,quando i due si rivedono dopoanni e dopo essersi ricostruitivite separate.

IL CINEMA DI DEMY

IL BALLETTO DELLE MARCHENEI MUSICALS DI DEMY

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L'inserimento di marchipubblicitari è comunque fattocon gusto squisito da Demy checambia ad esempio colore allogo della Esso (scritta rossa incampo bianco o viceversa) as e c o n d a d e l c o l o r edell'ambiente circostante e deivesti t i dei protagonisti .Ma il suo capolavoro avvieneq u a n d o s ii m p r o v v i s ao t t i m oc o r e o g r a f onell'unico veroballetto del film,quello tra la Essoe la Simca! Adun certo punto,i n f a t t i , l ac inepresa d iDemy, prima diandare a seguirei due protagonistine l l ’ incon t rodecisivo per illoro rapportod'amore in quellache sarà la più bella scena delf i l m ( c o n D e n e u v e eCastelnuovo che avanzanotrascinati da un tapis roulantmentre la "camera" li avvolgeromanticamente), parte da unprimo piano del logo Esso,scende lateralmente verso lasaracinesca di un garage doverisaltano più scritte Simca, poiavanza, incontrando un

d i s t r i bu to re ,sempre Esso,rimbalza di latov e r s o u n av e t r i n ainquadrando unadesivo Simcapoi, staccandosidal primo piano,si sofferma una t t i m o s u lriflesso dellavetrina che èquel lo de l lascritta Esso dac u i t u t t o è

cominciato, e ciò ritmicamente,a tempo di musica! Il secondomusical (1966) che si onoradella presenza contemporaneadelle sorelle Catherine Deneuvee Françoise D'Orleac (la sorelladella Deneuve morirà un annodopo in un tragico incidente),nonchè come già detto delgrande Gene Kelly e di Michel

Piccoli, è moltopiù simile aim u s i c a lamericani deglianni cinquanta.Anche la trama èm o l t o p i ùsemplice chenon quella delp r i m o : i noccasione delterzo centenariodella città diRochefor t s ideve allestireuna kermessecon musiche edanze in cui

verranno coinvolte le duesorelle e i marinai della città.Il film è girato realmente nellapiazza di Rochefort e le brandqui appaiono senza difficoltàfin dalla prima scena facendoparte integrante della trama delfilm. Trattandosi infattidell'allestimento di un paio dipalchi per la fiera arrivanosubito i camion contenenti gli

sponsor dello spettacolo (e delfilm), principalmente quellodella Rocca e quello dellaShell-Johnson con tanto dimotoscafo. Ma è poi la Hondaa diventare protagonistasponsorizzando il palcoscenicoprincipale ed anticipando ilnumero delle sorelle Solange eDelphine con una danzadell'ultimo modello di moto cheviene fatta volteggiare più voltea tempo di musica davanti aduna folla di persone (e aglispettatori del film). Per lacronaca, l'altro palcoscenico ècondiviso dal duo Nautilus-Renault. Nel bar della madredelle sorelle, interpretata da unasplendida Danielle Darrieux, silegge in continuazione ilquotidiano Sud-Ouest e si beveMartini.Nel negozio di Michel Piccoli,venditore di strumenti musicali,si pubblicizzano i dischi Erato,mentre Supercoop fa da sfondoalla dichiarazione d'amore diGene Kelly a Solange\D'Orleac.

Stefano Barbacini

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Una delle parti più interessantidel Bergamo Film Meeting èquella dedicata ai film dianimazione che negli anni ci haofferto i capolavori di Jan_vankmajer dei fratelli Stephene Timothy Quay e di Tex Avery,e che quest’anno ha dedicatouna retrospettiva ai cartonianimati dei Fleischer Studios.I Fleischer Studios fondati daifratelli Fleischer furono fra iprecursori dei cartoni animati,uscendo con il loro primo filmOut of the Inkwell (anche seallora lo studio non era ancorastato fondato e i fratelli eranoso t to con t r a t to con l aParamount) nel 1919.Purtroppo la fortuna degliStudios non fu delle migliori,sia a causa del fatto che a parterare eccezioni i loro cartonierano spesso ripetitivi e privi diquelle continue invenzionigeniali che caratterizzavano adesempio i film di Tex Avery, siaper una serie di circostanzeavverse fra le quali si puòricordare l’avvento del codiceHays che diede un duro colpoal loro personaggio di puntaBetty Boop, cosicché sparironodefinitivamente intorno allametà degli anni ’40.Fra i cartoni animati presentatial festival ci sono stati Granitehotel, della sfortunata Stone AgeSeries degli anni ’40, che ebbecome unico pregio quello disuggerire 20 anni dopo ad Hanna& Barbera la serie TheFlinstones, ed alcuni episodid e l l a s e r i e S u p e r m a n ,incredibilmente attuale nellostile dei disegni.

Per il resto tutta la produzionedei Fleischer si può dividere intre periodi: il periodo del ClownKoko (1919-1929), il periodoBetty Boop (1930-1939) ed ilperiodo Popeye the sailor man(1933-1943).Il primo Koko è una sorta diClown che, stanco di staredisegnato su di un foglio nellostudio dei Fleischer,decide di volta involta di uscire dalfoglio per poi litigarecon una zanzara, condelle sculture diplas t i l ina o coiFleischer stessi. Aparte il fatto di esserestato il precursore diRoger Rabbit, l’unicacosa da segnalare perquanto ci riguarda èla presenza in alcunisuoi film come Thefortune teller del1923, così come in alcuni filmdi Betty Boop (Betty Boop forPresident, 1932) di enormiboccali di birra tracannati daiprotagonisti.Per quanto r iguarda leimplicazioni dei Fleischer nellacomunicazione aziendale ilpersonaggio più intrigante èstato senza dubbio Betty Boopche fu talmente identificatocome oggetto del desiderio delpubblico maschile (un po’ comesuccesse negli anni ’80 con lasua rivale Jessica Rabbit) che fucostretta dal codice Hays (codicedi censura cinematograficaintrodotto nel ’34) ad allungarela gonna e ad ammorbidiremovenze e linguaggio, e fu

spessiss imo usato comef o r m i d a b i l e v e i c o l opubblicitario, nonché icona perun merchandising immenso chela vede ancora oggi protagonistad i a l c u n e c a m p a g n epubblicitarie (soprattuttoromantiche come i prodotti dicioccolato modellati sulle sueforme).

E che dire poi di Popeye,sicuramente meno utilizzato diBetty Boop per le campagnep u b b l i c i t a r i e , m a c h einvolontariamente ha contribuitonon poco ad un altro genere dicomunicazione delle aziendefamiliari. Quante mamme infattihanno convinto i propri figli amangiare gli spinaci perchérendevano forti come braccio diferro? E a voler ben guardarequesta cultura e talmenteradicata che persino Gioveprepara gli spinaci filanti quandodeve consolare Ercole di averleprese da Maciste. Deificazionedel marketing familiare?

Gerardo Corti

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THE FLEISCHER STUDIOS

OLIVIA CUCINI DA DIO!La più grossa pubblicità involontaria della Storia

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SUGGESTIONI VISIVESUGGESTIONI VISIVESUGGESTIONI VISIVEa cura di Stefano Barbacini

Finalmente "Kerosene" innestauna marcia più alta e da semplicefanzine che presentava fumettidi giovani fumettari italiani (conrisultati alterni), si trasforma inrivista di comics undergrounddi qualità. Infatti nel n.6 decidedi ospitare con il titolo "Pornowomen & men in love", autoridi grande interesse sia nazionaliche internazionali con breviracconti a fumetti a temasessuale e amoroso. Si va dalleau t r i c i pos t - f emmin i s t eamericane, agli alternativi (allaligne claire) belgi, fino adarrivare ai nuovi autori serbifinora semisconosciuti in Italia.Assai spiritosi risultano dueracconti in particolare, unodell'americana Carrie McNinche l'altro di Stefano Misesti. Ilprimo dal titolo "The girl withno libido" narra per immagini(con un disegno essenziale evignette piene di parole neiballoons) la delusione dellaprotagonista nei rapporti conl'altro sesso e la perdita dellasua libido. Finchè un giornos p e r i m e n t a n d o u n u s o"alternativo" dello spazzolinoda denti elettrico, si accorge dipoter arrivare ad una pienasoddisfazione sessuale solitaria,senza bisogno di un compagnoin carne ed ossa. Alla fine,seppur sostituito il consuntospazzolino con "arnesi" più

appropriati, confesserà che "Ino longer use that tooth brushto brush my teeth". Chespettacolare frase di lancio perquesto utensile di uso quotidianoche permetterebbe di esaltarnetutte le sue funzioni... Il fumettodi Misesti intitolato "Punti divista" è un raccontino surreale,disegnato rozzamente madecisamente divertente cheraggiunge il suo apice con lagag dell'acquisto in edicola dellarivista "Sesso e matematica" ilcui "flano" recita: "mensileparzialmente culturale, prezzoonesto. Test: In spiaggia seducicol teorema di Rolle? Nellospeciale estate in regalo unavideocassetta piccante suilogaritmi!". E vai col gadget!

KEROSENE n. 6 - EdizioniMARE NERO

"Quarantamila anni fa, la speciepiù avanzata sulla terra, fucancellata da una nuova epotente forma di vita: noi! Maadesso un'altra nuova specie siè evoluta: più forte, piùintelligente, un solo scopo:annientarci. Alla guida della lottacontro di loro c'è il dottor SloanParker, la bioantropologa che nescoprì l'esistenza. Ancora unavolta sarà il più forte asopravvivere. Ma stavolta... noisiamo LA PREDA." Questo inpratica è ciò che serve sapereper poter seguire la serie TVPrey ed ogni episodio è apertoda questa frase per permettere achiunque, anche a chi ha perso

le puntate precedenti, di seguirelo show. La serie in questionefa parte di quel tipo di fictiontelevisiva che pare avere grandicultori in USA e che comprendeX-Files, Roswell, Milleniumecc. In pratica una minaccianascosta ai più rischia diimpadronirsi del mondo. Inquesto caso non sono i solitialieni a tramare contro l'umanitàma una razza superiore che si è

sviluppata negli ultimi trent'anni,una razza che si riproducediversamente da noi e che haconoscenze scient i f iche,biologiche e tecniche superiorialle nostre (ma non superpoterialla X-Men). Il loro scopo èappunto eliminare la razzaumana, e una delle soluzioniadottate è quella che potremmochiamare "soluzione Erode",ovvero uccidiamoli finchè sono

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Continua il viaggio dei redattori di Dy’s chroniclesnel mondo oscuro del la comunicazione

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piccoli. In un momento in cui sifa un gran parlare di frutta everdura transgenica, di sostanzecancerogene negli alimenti, dialterazioni dei cibi, la tecnicausata dai nostri nemici nonpoteva che essere l'inserimentodi qualcosa di nocivo (un chipbiomolecolare che distrugge led i f e s e i m m u n i t a r i edell'organismo umano) in unp r o d o t t o a l i m e n t a r esomministrato ai bambini degliasili: il succo d'arancia. "OrangeMax" è il nome, naturalmentefittizio, della bevanda chevediamo in tavola con la suabella confezione studiataappositamente per il telefilm (inverità con non grande fantasia:si tratta infatti di un normalecontenitore in tetrapack di colorearancione con logo nonparticolarmente originale).Bisognerebbe compiere unostudio sui prodotti utilizzati neifilm e nei telefilm che noncorrispondono a marcherealmente esistenti (e chevengono usati tendenzialmenteper fare satira o perchè causa,come in questo caso, di effettinegativi sui protagonisti dellestorie) e sullo stile con cui sonorealizzate le confezioni oc o m u n q u e l ' a s p e t t ocommerciale. Prima vi era laACME ed era tutto già bello cherisolto. Ma in questo momentomi piacerebbe soffermarmi unattimo sul dilagare, soprattuttonella fiction americana, dellaTeoria del sospetto. Della pauradell'americano medio di essereingannato da governo e

commercianti. La paura che coseinnocue ed essenziali (anche allacrescita dei bambini comel'aranciata) possano nascondereterribili minacce. E in questo lapubbl ic i tà ha un ruolofondamentale e pericolosissimo.Avete presente la bambola"TRIPPI" e la gag del ginglepubblicitario presente in ognipuntata di "Mai dire gol"?Questa bambola apparentementeinnocua che nasconde le cosepeggiori, fino a minacciare, sevenduta, la fine del mondo? Nonè un esempio adeguato perrispondere a quanto sopra? Amio parere una satira benazzeccata come questa può diremolto più che lunghi discorsi.Anche perché sono sicuro chela bambola Trippi lanciata sulmercato avrebbe grandesuccesso, anche se fosseveramente pericolosa!

PREY - RAI 2 (verso l’una adintervalli irregolari...)

Ultima puntata con saluti per lerepliche su Raisat Album diIndietro tutta, programma cultodi Renzo Arbore dopo Quellidella notte. Nell’ultima puntatatutti si rilassano compreso ilCupido, in terpre ta to daFrancesco Paoloantoni, chefinalmente a terra (per tutte lepuntate era stato legato con unacorda al soffitto) si fuma in pienalibertà una bella Chesterfieldmostrando tranquillamente ilpacchetto in primo piano.Quanto tempo è passato…

INDIETRO TUTTA – RAISATALBUM

Invasion of the body snatchers(L'invasione degli ultracorpi,1956, Don Siegel), capolavorodel cinema di fantascienza annicinquanta, aveva per scopoattaccare il comunismo o lasocietà statunitense degli anni

del maccartismo? La domandaè legittima e la risposta ambiguaperché stiamo parlando delledue facce della stessa medagliadato che in entrambi i casi asubire le conseguenze degli attidel Politburo e del senatoreMcCarthy erano comunque lalibertà di parola e di pensiero,ed il tentativo di inquadrare lepersone in modo da renderlefacilmente controllabili dalpotere. Addirittura gli stessiprotagonisti del film nonavevano le idee chiare. Atestimonianza di ciò vi èun'intervista che ho letto suFilmfax n. 77 (bellissima rivistacon stupendi articoli sul cinemasoprattutto fantastico, ma nonsolo, del passato) del marzo2000. Qui leggiamo che l'attriceDana Wynter ha commentatoche il film era metafora dellaparanoia de l tempo ( i lcomunismo). Il protagonistamaschile, Kevin McCarthy (chenon ha nulla a che fare colsenatore...), replica: "A me nonpare. Ma bisogna dire che iolavoravo in ogni scena. Nonavevo tempo per pensare. Pensoche fosse contro il conformismo.(...) Tu fai quello che le figurepiù riconoscibili della societàfanno, e fai quello che tutte le

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agenzie di pubblicità voglionoche tu faccia, quello che pensanoche sia meglio per te. Questo èquello che io penso che Finney(lo scrittore dal cui romanzo ètratto il film, ndr) volesseattaccare, sotto sotto. Io non hoavuto la sensazione che ci fosseuno specifico riferimento aMcCarthy, agli Stalinisti, aiTrotzkysti o a niente altro diciò." Quindi ecco il veroobiettivo: la pubblicità, e tuttociò nel '56. Oggi che tutto si èesasperato in questo senso, io vidico: attenzione, i baccellonisono tra noi!”

FILMFAX n. 77

Uno schermo sottile, trasparentesu cui viene proiettato un video,Jago, in abiti moderni con tantodi piercing, monologa suimeccanismi del potere. Dietrolo schermo, sul palcoscenico,un sottoscala in cui appaiono,usciti dallo schermo, gli attoridel video. Sul palcoscenicoavvengono le azioni più forti,gli attori si agitano comemarionette elettriche in cortoc i rcu i to . Qu i Ote l lo eDesdemona scopano agitati, quisi consumerà la tragedia. Qui sifa chiasso, si urla per contrastarele immagini che sovrastano lospettacolo dallo schermo, ilteatro tenta di restare vivodavanti alle nuove tecnologie.Mélange di diversi linguaggi, alvideo è demandato il compitodi far entrare la modernità tra lapolvere e la muffa delle assi dilegno del palco. Come portarele strade di Bologna, i localia l te rna t iv i , i negozi . isupermercati, il 2000 insomma,davanti agli spettatori teatrali senon così? Ma se tu porti le"vasche" in centro a Bologna ateatro, come puoi non portarcianche i negozi con le loroinsegne, con le loro merci? Setu entri in tabaccheria, come

evitare che Totip, Superenalotto,gli snack (Bounty e affini), lemarche di sigarette non entrinocon te? Come lasciar fuori l'"Esselunga" e i cartoni diLavazza e tutti gli altriinnumerevoli prodotti che troviin un supermercato? Se poi cimettiamo che Cassio indossaReebok e Desdemona Kookai,si capisce che se la modernitàsale la ribalta il "product" nonpuò restare indietro. Con lenuove tecnologie sposate aShakespeare si aprono le porteal product placement anche ateatro? Che sia questa lasalvezza per la recitazione dalvero superata da cinema, videoe internet? O sarà già troppotardi, visto che la pubblicitàtende ad andare dove va ilgrande pubblico? La risposta aldilemma di Otello: "se tu seiuna puttana, cosa sono io?" chechiude la tragedia del TeatrinoClandestino potrebbe darla DelPiero con un "vieni al Cepu e loscoprirai"?

OTELLO – TEATRINOCLANDESTINO

E' sorprendente a volte scoprireche la fatica che facciamo perspiegare qualcosa poteva essererisparmiata perché pocheimmagini possono bastare perrendere chiaro un fenomeno. Misto riferendo all'inserimento dellapubblicità nei film che, come sisa, è argomento principaletrattato da questo giornale.Ebbene vedendo in video "Ilritorno dei pomodori assassini",non sto parlando quindi di Fellinio Truffaut ma di un film demente(più che demenziale), mi accorgoquanto efficaci possano essere leimmagini, molto più delle parole.Ad un certo punto della storia(vabbeh, chiamiamola storia!) ilregista John De Bello interrompeil film (portando avanti undiscorso metacinematografico

alla "carlona" già presente in altrimomenti della pellicola): "Stop,stop, stop. Mi dispiace masembra che siano finiti i soldiper questo film, ragazzi.".Esclamazioni di delusione tra gliattori ("Io ho rinunciato ad unaparte da protagonista per farequesto film! non può farequalcosa?"), fino a che nonprende la parola un giovanissimoGeorge Clooney (sì, proprio lui,

che prima di diventare una stardel piccolo schermo e del cinemamainstream ha iniziato con ruoliin sequel di horror a basso costotra cui "Grizzly 2" e "Return tohorror high"), lui ha la soluzione:"Vi informo che siamo negli anni'80 e ora vanno di moda glisponsor, passami la bottiglia perfavore: questa bottiglia èanonima e non interessa anessuno ma se avesse una marcaben definita ci renderebbe deisoldi..." "Si, Jim, è una buonai d e a , p u b b l i c i t à ,sponsor...sponsor". E da questomomento è un florilegio di Pepsi,Crunch Nestlé, marche di birra,di dentifrici, di scatole diKellogg's Corn flakes cheinterrompono i dialoghi, dimagliette con i marchi più

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disparati e perfino un pubblicitàdei Clearwater Estates, proprioquelli che hanno causato tantiproblemi a Clinton, quasi quantiquelli causatigli dalla Lewinski...In prat ica un crescendoparossistico che non so quantoeffettivamente abbia fruttato aquesto filmetto (ma è sicuro chedebba effettivamente essereservito a sostenere in manieradecisiva la sua produzione), mail punto è che De Bello riesce adimostrare efficacementel ' importanza del productplacement con ironia noncomune.

I L R I T O R N O D E IPOMODORI ASSASSINI -John De Bello (1988)

Mentre mi avvio verso lo stadioper assistere alla rinascita delParma di Renzo Ulivieri (che nerifilerà 5 al Perugia rivelazionedi Serse Cosmi), mi capita diascol tare per radio unatrasmissione sulla pubblicità chesi chiama "Consigli per gliacquisti". Siamo nel periodo diSanremo e gli ospiti parlanoappunto de l l ' a ffa re cherappresenta il festival dellacanzone italiana per le agenziepubblicitarie. Interessanti alcuneaffermazioni degli ospiti tra cuiDino Betti, dell'agenzia BI-COMMUNICATIONS cheaffermano l'importanza diaggregazione del festival, chetutti vogliono vedere perché tuttivogl iono "esserc i" . Masoprattutto dell'importanza delfatto che essendo le canzonib r u t t e e " o v v i e " n o ncoinvolgono gli spettatori più ditanto, e quindi questi ultimi sitrovano in assoluto relax acommentare davanti alloschermo. In questo momento leloro difese sono abbassate epronte a recepire il messaggioche per Betti è "informazionesulle cose che inconsciamente

interessano il consumatore". Ilfestival non è un vero e propriospettacolo e men che meno unavvenimento culturale, ètradizione, come il Natale. Nonè come un film o una partita dicalcio che coinvolgono e creanotensione emotiva nello spettatorerendendolo impermeabile adogni altra cosa che non sia ciòche stanno seguendo con tantaattenzione. Morale: più unospettacolo è inguardabile, senello stesso tempo coinvolgeuna quantità di persone elevato,più la pubblicità paga. Latelevisione italiana si staadeguando senza fatica da annia questi parametri...

C O N S I G L I P E R G L IACQUISTI - 13.30 RADIOUNO - Tutte le domeniche

Sono appena tornato dalBergamo Film Meeting e vorreiringraziare la barista del localea fianco all' Auditorium dove sitengono le proiezioni del Festivalperché una volta di più mi hac o n f e r m a t o q u a n t o s i aimpor tan te l a be l l ezza ,soprattutto quella del corpofemminile, per la buona riuscitadi un messaggio pubblicitario.Infatti sono convinto che il suosplendido e rigoglioso seno,generosamente messo inevidenza, abbia contribuito avendere più caffè di quanto nonpossa fare l'enorme insegnapubblicitaria di una qualsiasimarca che solitamente èins ta l la ta dagl i eserc iz icommerciali e che spesso siidentifica con il bar stesso.In questi giorni la mia gastriteche mal sopporta gli aperitivi eil caffè mi ha dato qualcheproblema...

BERGAMO FILM MEETING- Proiezioni Auditoriom diPiazza de l la Liber tà -Informazioni 035.226339

Visto i casinii n c u i èi n c a p p a t oLuttazzi inquest'ultimoperiodo, nonp o t e v a m oe s i m e r c idall'andare aripescare inarchivio alcunidei suoi pezzis to r i c i ne iquali prende in giro marchestoriche. Oltre a tutte quelle"sfottute" in televisione, ci sonoanche quelle dei suoi libri dovele citazioni si sprecano. Fra leinnumerevoli non si può nonricordare la Porche ereditatadalla nonna in Scene da unadulterio Marina Ripa di Meanache pensa che il terzo mondo siala Standa in Rettili e Roditori oGesù che predica le paraboleinvitando i suoi discepoli adaderire ai conti e assicurazioniBNL in Adenoidi.Ma le nostre preferite rimangonoalcune delle regole da evitare adun funerale in 101 cose daevitare ad un funerale:Regola n.12: Colmare la bara diSmartiesRegola n.20: Immaginare ilmorto dentro bara JacuzziRegola n.22: Ideare un nuovococktail in ricordo del defunto:Martini requiem, un bicchieredi Martini con dentro la suadentieraRegola n.73: realizzare nella cameraardente un servizio per PlaymenRegola n.75: cita PolaroidRegola n.83: cita After eight

Daniele Luttazzi, 101 cose daevitare ad un funerale; Sesso conluttazzi; Teatro; Locuste, comele formiche solo piu' cattive; Va'dove ti porta il clito, c.r.a.m.p.o.;Tabloid; Adenoidi, Gioventu'cannibale; Cosmico; Comeparlare sporco e influenzare lagente - IN LIBRERIA

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Negli anni '50 il New Statesmanorganizzò un concorso peraspiranti scrittori, nel quale sidoveva scrivere un titolo ed unparagrafo d'apertura sullo stileGraham Grene. Partecipò anchelo stesso Grene ed arrivòsecondo, ma, da quellepaginette uscì il film La manodello straniero.

Il film è molto debole sia comestoria (che oltre a non reggerein alcuni punti ed avere partimancanti, contiene anche alcunierrori grossolani, come quellodella territorialità delle navicommerciali rispetto a quellemilitari) che come regia,assolutamente non all'altezzadi altri film di Mario Soldati.La storia si riassume facilmente:un agente dei servizi segreti disua maestà britannica in

s e r v i z i o a Tr i e s t e d àappuntamento a suo figlio aVenezia. Una volta arrivatoscopre che un suo collega è inmano agli agenti jugoslavi che,non si capisce come (visto chemanca tutta la parte), riesconoa ca t tu ra re anche lu i ,cominciando ad iniettargli,complice un dottore tedescoprobabilmente sfuggito aNorimberga, il virus del tifo(credo). A questo punto parte la verastoria: il bambino senza l'aiutodi nessuno se non quello di unasegretaria d'hotel poco convintae del suo fidanzato, comincia avagare per Venezia alla ricercadel padre.Inutile dire che, all'ultimomomento, quando tutto sembraperduto, la storia si risolve peril meglio con la morte dei

cattivi, la liberazione del padre,la riunione con il figlio, iltrionfo della storia d'amore fragli aiutanti e tutto il resto.Il film però, pur non essendobellissimo, si lascia vedere ecostituisce per di più un ottimoesempio per studiare i lposizionamento delle marchenegli anni cinquanta quando,non essendoci ancora latelevisione, il cinema costituivauno straordinario mezzo perarrivare al consumatore.Innanzitutto il film, pur nonessendo un film comico (siricorda che erano proprio i filmcomici in quel periodo araggiungere il massimo dellesponsorizzazioni, in quanto leaziende cercavano, così comepoi hanno fatto con Carosello,di accostare il prorpio prodottoa delle scenette o monologhi

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CAPOLAVORI DA RIABILITARENella rassegna dedicata a Graham Green rispunta un film dimenticato di MarioSoldati che, più che un film di spie, sembra essere un pot-pourri di tutte le tecnichemarkettare utilizzate nei film europei degli anni del boom.

LA MANO DELLO STRANIERO

Origine e anno: GB/I ; 1953

Titolo Originale: The stranger's hand

Soggetto: Graham Greene

Sceneggiatura:Giorgio Bassani, Guy Elmes, GrahamGreene, Mario Soldati

Regia:Mario Soldati

Produzione:Graham Greene, John Stafford perMilo Film/ Rizzoli Film

Musica:Nino Rota

Interpreti:Trevor Howard,Alida Valli ,Richard Basehart,Eduardo Cianelli,Richard O'Sullivan,Arnoldo Foà,Guido Costantini,Nerio Bernardi,Jacopo Tecchio,Guido Celano,Stephen Murray,Olmsted Remington,Angelo Cecchelin

Durata:84 minuti

SCHEDA

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esilaranti dei vari Totò, Fabrizzi,Sordi e così via) contienenumerosi cartelli disseminatilungo i punti strategici del set

e non solo di marcheonnipresenti in queglianni come Gelati Motta,Martini e Perugina, maanche di marche semisconosciute come laBellentani (alimentari?)o Capriol.Appare poi la LAI - lineeaeree italiane (direttaconcorrente di Alitaliache si unirà a lei nellaNuova Alitalia nel 1957)con l'aereo e la bella egentile hostess cheaccompagna a terra ilbambino protagonista, ele sigarette Lucky Strikefumate ovunque e che,come tutti sanno, sonole sigarette più fumate

dagli agenti segreti delloschermo.Ma il premio per la miglioreinterpretazione spetta senza

dubbio al whisky Old Forest ealla benzina Esso che, utilizzatisinergicamente per costruireuna molotov, servono ad unodei protagonisti per aprirsi lastrada sulla nave dove ènascosto il padre del bambino.Molte sarebbero poi leconsiderazioni riguardo ai temitrattati, a Venezia, all'hoteldecantato in più parti e ad altrecose minori, ma preferiamolasciare con un dubbio: durantele sue peregrinazioni perVenezia alla ricerca del padreRobert Court passa per ben duevolte davanti ad un ponte conappesi i cartelli elettorali dellaDC.

Che si sia trattato di productplacement pre elettorale?

Gerardo Corti

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Siamo in un periodo imprecisatotra le due Guerre Mondiali: ilDittatore Hynkel prende il poterenello Stato di Tomania,invadendo poi la vicina Ostria.Un barbiere ebreo gli assomigliaincredibilmente. Il caso vuoleche si sostituisca a lui e, quandoforse tutti si aspettavano undiscorso di odio razzista e diguerra, pronunci invece undiscorso inneggiante all'amoreed all'eguaglianza, che apre leporte alla Speranza.

Un film ai confini dell 'incredibile. Incredibile per moltimotivi: per l' ambientazione, peri contenuti, per il modo con cuiè costruito.M a s o p r a t t u t t o a p p a r eincredibile in relazione alperiodo storico in cui il film èuscito: 1940. Vale a dire unperiodo in cui i personaggid e s c r i t t i s o n o a n c o r aperfettamente in posizione dicomando, ed in cui la piaga dellaguerra sta distruggendo ilMondo.I riferimenti ai personaggi sonomolto evidenti: Hinkel, dittatoredi Tomania, in primis. Il suo nomeassomiglia moltissimo a quellodi "Hitler", e lo stesso saluto "HeilHinkel" è ovviamente vicinissimoa "Heil Hitler". Il nome Tomanianon è poi così lontano da quellodi Germania. In più, la parola"Impero Tomano" o "Tomanico"ricorda molto quella di "ImperoOttomano". Forse una forma diironia. Un caso? Ironia?Probabile. Ma ci torneremo trapoco.

Proseguiamo nei nomi: Ostriasta per Austria (ovvio), e nerichiama il nome tedescoOesterreich.Benito Mussolini diventa BonitoNapoloni. Un gioco di parolenotevole. Riecheggia il nome diNapoleone, della "Napola",combinazione vincente del giocodella Scopa (vuole indicareMussolini come una specie diAsso Pigliatutto? O come unapersona che lavora come fosse"un terno al lotto"? Può essere!).Anche Bonito ironizza sul nome(Il buono o il bello? Forse l'ironia è su entrambe lecondizioni!). Anche il suo gustoper la Senape Forte (che nonriesce a mangiare!) sa di comico.Vediamo poi le "CamicieGrigie", che sono le "Camicienere".Abbiamo introdotto il discorsodell' Ironia. Questa è presentein ogni c i rcos tanza . Acominciare da chi rappresenta

Hynkel: Chaplin, Ebreo. Questofatto è decisamente molto"gustoso", e trova direttocollegamento nel fatto cheHynkel appaia con una fortecomponente comica. In effettiil personaggio fa sorridere,appare maldestro, insicuro. Ilsuo stesso parlare appare senzasenso (il suo linguaggio"assomiglia" solo al Tedesco,ma non lo è! Si tratta di suoniprivi di significato!) CheChaplin, con questo, voglia dirciche la volontà distruttiva è ilcontraltare dell' insicurezza? Puòessere benissimo! In fondo,anche la Psicologia afferma lastessa cosa! Appare decisamentechiaro come la volontàdistruttiva sia davvero "priva disenso".Un' ironia che arriva al culminequando il barbiere ebreo(interpretato anch'egli dallostesso Chaplin, e anche questonon è un caso!) viene scambiato

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L’ANGOLO DI RAGAINIContinuano le incursioni di Ragaini nel cinema del passato alla ricerca dei classiciche raccontano il difficile rapporto fra uomo e industrializzazione.Questo mese la scelta è caduta su un classico del cinema comico: Il grande dittatore

IL GRANDE DITTATORE

Origine e anno: U.S.A.; 1940

Titolo Originale:The great dictator

Sceneggiatura:Charlie Chaplin

Regia: Charlie Chaplin

Produzione:Chaplin - United Artists

Musica:Charlie Chaplin,Meredith Wilson

Interpreti:Charlie Chaplin,Paulette Goddard,Jack Oakie,Henry Daiell,Reginald Gardiner,Grace Hale,Leo White,Billy Gilbert,Carter De Haven,Chester Conklin,Hank Mann

Durata:126 minuti

SCHEDA

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per Hynkel (ma, in fondo, sonogià la stessa persona!) e,aspettandosi da lui un discorsodi odio della Razza non ariana,pronuncia un discorso, invece,di amore ed uguaglianza.Un possibile doppio, quindi. Undoppio ironico, che anticipa idrammi che verranno ma, alcontempo, lancia una prospettivaverso il Futuro, verso la speranzadi un Mondo migliore, che èenfatizzato dal sole, checomincia a sorgere quando ilfinto Hynkel lo dice. Anchequesto è un monito: il sole è innoi, e sorge se noi lo facciamoemergere dai terrori e dalleangosce del nostro Essere, dalle"nebbie" che avvolgono il nostrocuore.Probabilmente è proprio perquesta scena che, negli StatiUniti, il film fu accusato dicomunismo (ad un certo puntoChaplin dirà: "Il Potere deveessere nelle mani di tutti, non dipochi").Da quanto si può vedere, nonho ravvisato una situazione diquesto genere, tenuto contoanche delle "Ineguaglianze" cheil Comunismo aveva già alloraprodotto.Vi ravviso invece un fortecontenuto spirituale, una realeproiezione verso il "sole" di unMondo migliore. Un canto allademocrazia (appena prima ilMinistro della Cultura avevaparlato di negazione dellaDemocrazia). Un' eguaglianzatra tutti che, invece, è sancitadalla Costituzione Americana.Appare, invece, decisa, unacondanna alla Guerra. L' ironia,la "gag" Chapliniana, è unacondanna alla follia bellica.Anche all' inizio, il grandeproiettile che, puntato a 100 Km.di distanza, cade a pochicentimetri, esplodendo mostral' "implosione" della guerra. Laguerra fa solo "Implodere" lestrutture, distrugge sempre chi

la propone. La Guerra che"implode" dentro l' uomo,distruggendolo. La Guerra che"abbru t t i sce" o l t r e cheAnnientare. Bellissimo davvero,questo parallelo tra Interiore edEsteriore!Un' altra scena mostra quantoquesta visione di Chaplin sia"lungimirante": Hynkel giocacon una palla raffigurante ilMondo, ma questa gli esplodetra le mani. In quale sensosplendido, qui, Chaplin anticipaquanto accadrà! E con qualeforza esprime come le maniescellerate di dominio sul Mondosiano destinate a franare inmodo, spesso, drammatico!Un film sonoro. Qui, Chaplinabbandona, forse a malincuore,il muto. Ma le movenze delMuto rimangono. Già dall'inizio, Chaplin quasi "inseguito"dal proiettile ci riporta ad ungusto da Gag, dove il gioco diparole, la battuta, il ridere basatosul linguaggio, appaiono ancoraechi lontani.Chaplin si esprime al meglioproprio nel momento in cui èmimico, in cui la sua gestualitàfa ridere, dove il suo "danzarela Vita" assume il valore didanza per dirottare la tensionem a , a l c o n t e m p o , p e rsimboleggiare l'unione chedovrebbe legare tutti. Una danzache assume il valore del gustoper la Vita, e mostra come laVita sia sempre al di sopra ditutto.Alla fine, comunque, esplode ilChaplin "sonoro", ma con lemovenze del muto, con il sentirela preminenza del gesto sullaparola.Ma anche la parola prorompecon forza, e lascia il segno. Oltreche nel discorso finale, anchenelle frasi senza senso cheHinkel pronuncia.A dimostrazione che l'abilità,quando c' è, cambia veste marimane tale. Così come il

passaggio al sonoro nonannienta Paulette Goddard,Anna nel film, che avevamo giàvisto, nel ruolo della "Monella",in "Tempi Moderni". Anche quisegno che l ' abilità nondanneggia il cambio di struttura,e non ne è danneggiata.Qui, infatti, il Progresso è vistocome un motore importantedella Civiltà. Un Progresso chepuò aiutare l' uomo, se ben usato.Il riferimento al Cinema puòapparire chiaro: ora il sonoronon spaventa più; Chaplin lo saaffrontare, lo può affrontare conl' abilità del grande Regista edInterprete. Anche il progressodel Cinema va affrontato, nontemuto, potendone egualmenteavere grandi soddisfazioni edavere, ed offrire a chi guarda,grandi emozioni.E, quindi, anche in questo,vedere sorgere il sole di unqualcosa di nuovo in cui,naturalmente, il Grande Cinemapossa avere un ruolo importantee, di certo, continuare a farsognare.

Sergio Ragaini

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AGENDAEventi, classifiche, appuntamenti,

curiosità dal mondo della comunicazione aziendale e del product placement

HIT PARADE1• Prima o poi mi sposoRegia: Adam ShankmanFra le tante marche presenti (il film è addiritturaconsigliato da Interflora, sic!), compare Yahoo! sottoforma di giornale.

2• Dracula's legacyRegia: Patrick LussierDove può andare Dracula a cercare vergini, se non allaVirgin?

3• Le fate ignorantiRegia: Ferzan OzpetekMargherita Buy guida la Mercedes Classe A

4• KrampàkRegia: Cesc GayInteressante Unilever che appare con Algida (per loroLongese) con cartello in un frigo bar. Casuale? Può darsi,ma poco dopo una delle raggazze protagoniste mangiatranquillamente un Solero

5• 15 minutiRegia: John HerzfeldUna delle scene clou del film si svolge al PlanetHollywood, dove si distrugge anche la statua di Stallone-Rocky.

6• L’ultimo bacioRegia: G. MuccinoAlla televisione si vede Passaparola

7• HannibalRegia: Ridley ScottHannibal raffinato, elegante e colto non può mangiareil cibo dell’aereo, e quindi in viaggio mangia cavialeBeluga

8• Ti presento i mieiRegia: Jay RoachIl fidanzato della figlia di De Niro deve far credere dinon essere fumatore e per farlo compra all’emporio leNicorette

9• Billy ElliottRegia: S. DaldryBilly Elliott, il ragazzo che al posto della Boxe preferiscela danza, ha tanta energia perché il padre gli compra iKellog’s

10• ChocolatRegia: Lasse HallstromL’amicizia più importante del film (quella fra la Binochee la Olin) nasce sulla domanda “Ho messo troppoCointreau?”

LA HIT DEL MESEIL SANGUE DELLE BRAND

Considerato che l’unico film estraneo alBergamo Film Meeting è Dracula’s legacy,ecco una piccola classifica di vampiri markettariestratti dall’archivio della JMN & DY.

1• VirginAppunto il caso citato. Dove può trovare nel 2000 dellegiovani e belle vergini Dracula se non al VirginMegastore?

2• AiwaÈ il registratore con il quale si raccolgono le memoriedel vampiro Tom Cruise nella celeberrima Intervista colvampiro

3• CadillacMacchina con la quale gira per conquistare le pupe ilprotagonista vampiro del film collegial-deficiente TeenVamp

4• Coca-ColaSigla l’incontro fra i due protagonisti adolescenti de Isonnambuli, peccato che lui sia un vampiro e l’invito siasolo una scusa per mangiare Tania

5• FiatTutte le macchine usate dalle tre belle porno vampire diVampira e Vampira 2 di Angel Mora

6• ChancoLa bevono George Clooney e Quentin Tarantinoall’interno del pub gestito da vampiri in Dal tramontoall’alba

7• MobilLa macchina vampira (Skoda) di Faret Vampire (un po’come una vecchia pubblicità spagnola della Esso) si nutreanche di Mobil

8• Pepsi-ColaSi trova nel frigo ed alle feste di Buffy l’ammazzavampiri

9• PiaggioMezzo di trasporto del vampiro in Nosfigatu

10• MillerBirra bevuta dalla gang di vampiri ne Il buio si avvicina

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1) Da cosa si travestono i servizisegreti francesi per girareindisturbati nella New Yorkinvasa da Godzilla?

A) Fattorini UPSB) Reporter della CNNC) Venditori di Pepsi-ColaD) Operai della Acme

2) Cosa viene usato per istruirel’agente Ethan Hunt (Tom Cruise)sui particolari della sua secondamissione impossibile?

A) Cassette TDKB) Occhiali RomeosC) Cellulare MotorolaD) Trasmissioni in codice alla CNN

3) Cosa usa per viaggiare neltempo Austin Power, la spia piùsexy del mondo?

A) Beetle VolkswagenB) Pontiac Knight 2000C) Mercedes Classe AD) Ascensore Otis

4) Che macchine ha in dotazioneil Santo?

A) MercedesB) BMWC) FiatD) Volvo

5) Che pneumatici ha indotazione il servizio segretoinglese secondo The Avengers?

A) MichelinB) PirelliC) GoodyearD) Firestone

6) Cosa sta comprando Will Smith

quando cominciano i suoi guai conla NSA in Nemico Pubblico?

A) Giochi PlaystationB) Biancheria intima Christian DiorC) Auto MercedesD) Lattina di Coca-Cola

7) Dove viene nascosta latelecamera in dotazione ad ArnoldSchwarzenneger in True lies?

A) Lattina di Coca-ColaB) Occhiali Ray-banC) Cellulare EricssonD) Pacchetto Lucky Strike

8) Dove lavora in realtà BillMurray scambiato per una spia neL’uomo che sapeva troppo poco?

A) RitzB) BlockbusterC) FedexD) MTV

9)Ne Le spie vengono dals e m i f r e d d o q u a l eprodotto“trovano” Franco eCiccionel magazzino armamenti?

A) Maionese CalvèB) Olio SassoC) Johnny WalkerD) Bionda Peroni

10) Che macchina richiedonogli agenti di Ronin per fare unbuon lavoro?

A) BMW Z3B) Audi A4C) Mercedes Classe MD) Range Rover

11) In Mission Impossible chedistributore si trova all’interno

della sede della CIA a Langley?A) Coca-ColaB) Pepsi-ColaC) Mountain DewD) Dr. Pepper

12) Chi fornisce la tecnologiaadatta ad aprire qualunqueserratura e codice per i superagenti di Skyline Cruisers?

A) MotorolaB) NokiaC) EricssonD) IBM

13) Quali di queste marche nonappare all’inizio della primaversione di L’uomo che sapevatroppo di Alfred Hitchcock?

A) GuinnessB) Black & WhiteC) Gordon GinD) Schweppes

14) Il direttore di quale industriaviene rapito dagli scalcinatiagenti di Italian Secret Service?

A) Coca-ColaB) IBMC) RenaultD) Nasa

15) Secondo Godard cosaavrebbe dovuto sfidare Tarzan?

A) Coca-ColaB) IBMC) NasaD) Renault

SECONDO TEST DI DY’S CHRONICLES DEDICATO AL PRODUCT PLACEMENT.15 DOMANDE A TEMA, PER PROVARE LA PROPRIA CONOSCENZA DI QUESTO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE.

NON CI SONO PREMI, ANCHE SE SONO APERTE LE SFIDE ALL’[email protected]

le risposte le trovate sul prossimo numero insieme ai nomi dei vincitori della sfida.

DY’S GAMEDOPO UN TEST CON LE MARCHEUTILIZZATE DA BOND CHE NONHA VISTO NESSUN CONCORRENTESUPERARE LA QUOTA SETTERISPOSTE, CONTINUIAMO ILVIAGGIO ALL'INTERNO DEISERVIZI SEGRETI(LE RISPOSTE ERANO 1-D, 2-B, 3-C, 4-B, 5-C, 6-C, 7-A, 8-B, 9-A, 10-A, 11-C,12-D, 13-A, 14-B, 15-D)