Anne McCaffrey - L'Alba Dei Draghi

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ANNE McCAFFREY L'ALBA DEI DRAGHI (Dragonsdawn, 1990) 1. 4.5.08 Pern Dopo circa otto anni di intima convivenza, la gente si era talmente abi- tuata ai draghetti da non prestare più molta attenzione al comportamento di quelle creature. Coloro che invece notarono le loro inconsuete stramberie, pensarono che i draghetti avessero semplicemente inventato una sorta di nuovo gioco grazie alla loro ricchezza di inventiva e gaiezza. Solo in se- guito la gente ricordò che quelle creature avevano cercato di condurre il bestiame al riparo nelle stalle. E così pure i ranger marini si rammentarono successivamente che i delfini Bessie, Lottie e Maximilian avevano cercato con insistenza di spiegare agli amici umani perché le locali creature marine si stessero precipitosamente spostando ad oriente verso una nuova fonte di cibo. Nella sua abitazione in Piazza d'Europa, Sabra Ongola-Stein credette ve- ramente che Fancy, il draghetto di famiglia, stesse aggredendo il suo fi- glioletto di tre anni intento a giocare nel cortile. La piccola aurea stava di fatto artigliando la carnicina di Shuvin, tentando di tirarlo via dal muc- chietto di sabbia e dal suo camioncino preferito. Non appena Sabra era riu- scita a salvare il piccolo, percuotendo Fancy, il draghetto si era messo a svolazzare sulla sua testa con gorgheggi di sollievo. Si trattava certo di un comportamento bizzarro, e in più Sabra notò che, nonostante la stoffa della carnicina fosse lacerata, gli artigli del draghetto non avevano lasciato alcun segno sulla pelle del bimbo. Né questi piangeva. Shuvin voleva soltanto tornare al suo giocattolo, mentre la mamma insisteva per cambiargli la ca- micia. Con immensa sorpresa di Sabra, Fancy cercò di intrufolarsi in casa con loro, ma la donna riuscì a chiudere in tempo la porta. Appoggiata ad essa, mentre stava riprendendo fiato, notò dalla finestra posteriore che gli altri draghetti mostravano un comportamento altrettanto stravagante. Per un certo verso fu rassicurata dal fatto che non si era mai avuta notizia di dra- ghetti che avessero ferito o recato danno alle persone persino nel fervore dell'accoppiamento; ma ciò che li agitava adesso non sembrava l'ardore

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Alba dei draghi

Transcript of Anne McCaffrey - L'Alba Dei Draghi

  • ANNE McCAFFREY L'ALBA DEI DRAGHI

    (Dragonsdawn, 1990)

    1.

    4.5.08 Pern Dopo circa otto anni di intima convivenza, la gente si era talmente abi-

    tuata ai draghetti da non prestare pi molta attenzione al comportamento di quelle creature. Coloro che invece notarono le loro inconsuete stramberie, pensarono che i draghetti avessero semplicemente inventato una sorta di nuovo gioco grazie alla loro ricchezza di inventiva e gaiezza. Solo in se-guito la gente ricord che quelle creature avevano cercato di condurre il bestiame al riparo nelle stalle. E cos pure i ranger marini si rammentarono successivamente che i delfini Bessie, Lottie e Maximilian avevano cercato con insistenza di spiegare agli amici umani perch le locali creature marine si stessero precipitosamente spostando ad oriente verso una nuova fonte di cibo.

    Nella sua abitazione in Piazza d'Europa, Sabra Ongola-Stein credette ve-ramente che Fancy, il draghetto di famiglia, stesse aggredendo il suo fi-glioletto di tre anni intento a giocare nel cortile. La piccola aurea stava di fatto artigliando la carnicina di Shuvin, tentando di tirarlo via dal muc-chietto di sabbia e dal suo camioncino preferito. Non appena Sabra era riu-scita a salvare il piccolo, percuotendo Fancy, il draghetto si era messo a svolazzare sulla sua testa con gorgheggi di sollievo. Si trattava certo di un comportamento bizzarro, e in pi Sabra not che, nonostante la stoffa della carnicina fosse lacerata, gli artigli del draghetto non avevano lasciato alcun segno sulla pelle del bimbo. N questi piangeva. Shuvin voleva soltanto tornare al suo giocattolo, mentre la mamma insisteva per cambiargli la ca-micia.

    Con immensa sorpresa di Sabra, Fancy cerc di intrufolarsi in casa con loro, ma la donna riusc a chiudere in tempo la porta. Appoggiata ad essa, mentre stava riprendendo fiato, not dalla finestra posteriore che gli altri draghetti mostravano un comportamento altrettanto stravagante. Per un certo verso fu rassicurata dal fatto che non si era mai avuta notizia di dra-ghetti che avessero ferito o recato danno alle persone persino nel fervore dell'accoppiamento; ma ci che li agitava adesso non sembrava l'ardore

  • nuziale, in quanto i verdi volavano con la medesima frenesia degli altri draghetti di diverso colore. E i verdi sgombravano sempre il campo quan-do un'aurea era in amore. Poi quella non era affatto la stagione giusta per-ch Fancy pensasse ad accoppiarsi.

    Mentre Sabra cambiava la camicia a Shuvin, armeggiando con destrezza per domare le contorsioni del bimbo recalcitrante, si accorse che le grida che penetravano le spesse pareti di plastica dell'abitazione erano urla di terrore. Sabra, come chiunque altro ad Approdo, conosceva il significato dei versi dei draghetti. Cosa poteva spaventarli in quel modo?

    La grande creatura volante - forse un wherry di enormi dimensioni - av-vistata di tanto in tanto presso il Pascolo della Barriera Occidentale, non si sarebbe azzardata a spingersi tanto ad est. Quale altro pericolo poteva incombere in quella splendida mattinata primaverile? La nuvolaglia che of-fuscava a distanza l'orizzonte minacciava di portare pioggia nel corso della giornata, cosa che sarebbe stata di grande vantaggio per i campi di cereali dove orzo e frumento gi germogliavano. Forse avrebbe dovuto ritirare i panni stesi. Talvolta sentiva la mancanza di quei comodi aggeggi terrestri che con la semplice operazione di pigiare un bottone le eliminavano la fa-tica delle monotone faccende domestiche. Peccato che il Consiglio non a-vesse mai deliberato di affidare i compiti domestici quale punizione ai tra-sgressori dei regolamenti della colonia. Finalmente infil nei pantaloncini la camicia di Shuvin, il quale le diede un affettuoso bacione.

    Il camion, mammina, il camion? Ora? La bramosa richiesta del piccolo la rese d'improvviso consapevole del si-

    lenzio, dell'assenza del consueto e allegro baccano dei draghetti che faceva da colonna sonora alla vita quotidiana di Approdo e di ogni altro insedia-mento del continente meridionale. Un silenzio cos totale era certo terrifi-cante.

    Turbata, trattenendo Shuvin che voleva ostinatamente tornare a. giocare con la sabbia, Sabra si affacci dalla finestra posteriore, dopodich lanci un occhiata dal plasglas alle sue spalle.. Non vi era in visita un solo dra-ghetto. Neppure sulla casa di Betty Musgrave-Blake, dove ci sarebbe do-vuta essere la solita combriccola prenatale. Betty era in attesa del suo se-condo bambino, e Sabra aveva visto Basil, l'ostetrico, arrivare con Greta, la sua ottima allieva.

    Dov'erano finiti i draghetti? Non mancavano mai ad una nascita. Nonostante Approdo fosse un insediamento ormai saldamente stabilito,

    sussisteva la regola che ciascuno dovesse avvertire chi di dovere nel caso

  • avesse notato qualcosa d'insolito. Sabra prov a comporre il numero di Ongola, ma risultava occupato. Intanto, la manina insudiciata di Shuvin aveva raggiunto la maniglia della porta; con un sorriso da furfantello esib alla mamma la sua nuova abilit ed apr la porta. Sabra gli sorrise acquie-scente mentre digitava il numero di Bay. La zoologa forse sapeva cosa era accaduto alle sue creature preferite.

    2.

    A sud-est di Approdo, Sean e Sorka andavano a caccia di wherry per il

    pranzo del Giorno-di-Riposo. Col diffondersi degli insediamenti umani, i foraggiatori erano costretti ad allontanarsi se volevano fare buona caccia.

    Non hanno neppure provato a cacciare, Sorka, disse Sean accigliato. Hanno passato pi di met settimana a discutere. Stupidi! Sollev un abbronzato braccio muscoloso in un gesto di minaccia contro gli otto dra-ghetti. Volete darvi una mossa, fannulloni alati? Siamo qui per cacciare!

    La sua invettiva fu del tutto ignorata dai vecchi marroni impegnati in un'accesa discussione telepatica con il draghetto regina, Blazer. Il loro comportamento era davvero straordinario: Blazer, migliorata geneticamen-te grazie alle manipolazioni di Bay Harkenon, godeva solitamente della rassegnata ubbidienza che i draghetti inferiori di diverso colore assicura-vano alle fertili regine auree.

    Anche i miei si comportano cos, disse Sorka annuendo, mentre i suoi cinque draghetti si aggregavano a quelli di Sean. Oh, e pensare che sono qui per noi!

    Allentando le redini, Sorka strinse le cosce sui fianchi della sua puledra baia ma si arrest di colpo quando scorse Sean indirizzare il muso di Cri-cket verso lo stormo di draghetti in arrivo sollevando imperiosamente una mano. Sorka fu ancor pi sorpresa nel vedere i draghetti assumere una for-mazione d'attacco, lanciando urla fragorose di indicibile terrore e pericolo.

    Pericolo? Dove? Sean fece compiere al suo cavallo un giro completo con le zampe poste-

    riori, un trucchetto che Sorka non era mai riuscita ad insegnare a Doove malgrado ci avesse provato ripetutamente con pazienza inesauribile, assi-stita anche da Sean. Questi scrut il cielo tutt'intorno e arrest Cricket non appena i draghetti volsero con un unico movimento la testa ad oriente.

    Blazer atterr sulla sua spalla, attorcigliandogli la coda intorno al collo ed al bicipite sinistro, e lanci stridule grida agli altri. Sean era sbalordito

  • dalla coordinazione che dominava le mosse dello stormo. Una regina che prendeva ordini dai marroni? L'inquietudine profonda che attanagliava i pensieri della piccola regina lo distolse di colpo da quegli interrogativi.

    Approdo in pericolo?, domand. Mettersi al riparo? Alle parole di Sean, Sorka prese coscienza del messaggio che i bronzei

    cercavano di comunicarle. Sean era sempre pi lesto a leggere le immagini mentali dei suoi draghetti 'trattati', specie quelle di Blazer che si dimostra-va sempre la pi coerente. Sorka aveva desiderato spesso possedere una femmina aurea, ma amava troppo i suoi bronzei e marroni per lamentarse-ne.

    Sono le stesse cose che leggo nei pensieri dei miei, disse Sorka men-tre i suoi cinque draghetti cominciavano a tirarle la veste da tutte le parti. Sean cavalcava a dorso nudo, cosa che lei non poteva fare senza un ecces-sivo sballottamento. Sorka indossava una veste di cuoio che al tempo stes-so forniva un supporto alle bestiole e la proteggeva dai loro artigli.

    Il bronzeo Emmett si piazz sulla testa della cavalla Doove, che era lun-ga abbastanza da consentirgli di aggrapparsi ad un orecchio ed al ciuffo della criniera cos da tentare di convincere la cavalla a ruotare la testa.

    Qualcosa di grande, di pericoloso! Nascondersi in un riparo!, disse Sean scuotendo il capo. soltanto un temporale, sciocchini. Guardate, solo una nuvola.

    Sorka si accigli mentre osservava la nube a oriente. Lei e Sean si trova-vano sull'altipiano, ad un'altezza sufficiente per intravedere uno scorcio del mare.

    Certo che come formazione nuvolosa molto strana, Sean. Non ho mai visto niente di simile. Somiglia pi che altro ad uno di quei cumuli nevosi che di tanto in tanto avevamo in Irlanda.

    Sean aggrott le ciglia e strinse le gambe. Cricket, percependo le paure dei draghetti, con un'impennata ridusse il passo al trotto moderato che gli era stato insegnato, pronto per a lanciarsi in un folle galoppo nell'istante in cui Sean glielo avesse comandato. Carichi di angoscia, gli occhi dello stallone roteavano intervallati da sbuffi preoccupati. Anche Doove appari-va agitata dall'atteggiamento allarmato del bronzeo Emmett.

    Qui non nevica, Sorka, per hai ragione circa il colore e la forma. Qua-lunque cosa stia venendo gi, maledettamente vicina a noi. E qui la pioggia non cade in quel modo.

    Duke e i primi due marroni di Sean videro la strana pioggia ed emisero urla cariche di terrore e di profonda frustrazione. Blazer lanci un feroce

  • strido di comando dopodich, l'unica cosa di cui Sorka e Sean si resero conto fu che entrambi i cavalli furono spronati in un furioso galoppo da un paio di efficaci graffi che i draghetti infersero al loro groppone.

    Guidati dalla schiera dei draghetti, i due cavalli si diedero ad una fuga delirante in direzione nord-ovest. Redini, gambe, sella o urla non sortivano alcun effetto sugli animali impazziti dal terrore e, se mai tentavano di ob-bedire ai loro cavalieri, una nuova sferzata dei vigili draghetti faceva loro prontamente cambiare idea.

    Cosa diavolo gli ha preso?, grid Sean, tirando il laccio che usava al posto del morso nella tenera bocca di Cricket. Gli romper il muso, per questo: vedrai se non lo faccio.

    No, Sean, grid Sorka appoggiata al collo della puledra lanciata al ga-loppo. Duke terrorizzato da quella nuvola. Tutti i miei draghetti lo sono. Non hanno mai fatto male ai cavalli! Saremmo degli sciocchi ad ignorar-li.

    Come se potessimo! I cavalli si gettarono a capofitto lungo una gola. Sean dovette far ricorso

    a tutte le sue abilit di cavaliere per restare in groppa a Cricket, ma la sua mente capt il sollievo di Blazer per essere riuscita a spingerli verso la sal-vezza.

    Salvezza da cosa?, mormor Sean con un grugnito selvaggio, dete-stando quella sensazione di impotenza su un animale che in sette anni non gli aveva mai disobbedito, un animale che credeva di comprendere meglio di qualsiasi altro essere umano di tutto il pianeta.

    La furiosa galoppata non accenn a rallentare, neppure quando Sean sen-t che lo stallone grigio, per quanto fosse in forma, cominciava ad accusare la stanchezza. I draghetti stavano guidando i cavalli direttamente verso uno dei laghetti che punteggiavano quella parte del continente.

    Perch l'acqua, Sean?, grid Sorka mentre si drizzava tirando la bri-glia. La cavalla rispose volentieri al comando rallentando il passo, cosa che suscit un urlo di protesta da parte di Duke e degli altri due bronzei, i qua-li, ancora una volta, infierirono sul groppone sanguinante della puledra.

    Gli occhi bianchi dalla paura, la cavalla salt in acqua con un nitrito, di-sarcionando quasi la sua amazzone. Lo stallone la segu a breve distanza, aizzato dagli artigli dei draghetti di Sean.

    Il lago, un profondo bacino nel quale confluivano i corsi d'acqua dei vi-cini colli, era preceduto da un breve tratto di spiaggia, sicch i cavalli do-vettero procedere a nuoto, risolutamente indirizzati dai draghetti verso la

  • sporgenza rocciosa che si affacciava sulla sponda opposta. Sean e Sorka erano andati spesso a prendere il sole su quella piattaforma naturale, diver-tendosi a tuffarsi dall'alto trampolino nelle profonde acque sottostanti.

    La piattaforma? Vogliono che ci andiamo sotto? L'acqua l molto pro-fonda.

    Perch?, continuava a domandarsi Sorka. Sta solo per piovere. La ragazza nuotava accanto a Doove, una mano aggrappata al pomo della sel-la, l'altra alle briglie, lasciandosi trascinare dalla puledra. Dove sono finiti tutti?

    Sean, al fianco di Cricket, si volt da una parte a guardare la strada ap-pena percorsa. Gli occhi gli si spalancarono. Non pioggia. Presto, Sor-ka! Sotto la piattaforma!

    Sorka gett un'occhiata al di sopra della spalla e scorse ci che aveva a-gitato il suo giovane compagno solitamente imperturbabile. Il terrore con-fer forza al suo braccio; tirando le redini, incit Doove ad avanzare con maggiore rapidit. Mancava poco alla sporgenza di roccia; ancora un po', e sarebbero giunti a quel minimo riparo che la piattaforma offriva loro per sfuggire all'argentea caduta sibilante che si stava abbattendo in maniera cos sinistra sui boschi che avevano appena attraversato.

    Dove sono i draghetti?, chiese Sorka con un gemito mentre entrava nella macchia d'ombra creata dalla piattaforma, cercando di trascinare Do-ove dietro di s.

    Sicuramente pi al sicuro di noi! Il tono di Sean suon amaro ed irato mentre spingeva Cricket sotto la

    tettoia di roccia. Lo spazio bastava appena a riparare le teste dei cavalli a fior d'acqua, ma non le zampe scalpitanti.

    D'un tratto, i due animali cessarono di opporre resistenza ai cavalieri e cominciarono a spingere Sorka e Sean contro la parete interna della piccola cavit, nitrendo in preda al panico pi abietto.

    Solleva le gambe, Sorka! Tieniti in equilibrio sulla parete interna!, grid Sean, mostrandole come fare.

    Poi udirono il sibilo sull'acqua. Affacciandosi a guardare di fianco alle teste dei cavalli atterriti, Sorka e Sean videro coi loro occhi i fili lunghi e sottili che affondavano nell'acqua. D'improvviso le acque si fecero torbide e qui e l affiorarono le pinne dei pescetti d'acqua dolce messi a coltura nei corsi d'acqua.

    Ehi! guarda l! Sean indic eccitato una piccola fiammata appena al di sopra della su-

  • perficie del lago. Il getto incendiario carbonizz una grossa matassa di quegli strani fili prima che questi venissero a contatto con l'acqua.

    Anche laggi!, disse Sorka, dopodich si ud il chiacchierio eccitato ma esultante dei draghetti. Rannicchiati sotto la tettoia di roccia, i due gio-vani intravidero soltanto fugaci immagini dei draghetti e delle inattese fiammate.

    Tutto ad un tratto, Sorka ramment il giorno, molto tempo prima, in cui aveva assistito per la prima volta alla difesa del pollaio superbamente con-dotta dai draghetti. In quell'occasione aveva avuto la certezza che Duke avesse preso di mira un wherry con un soffio di fuoco.

    gi successo un'altra volta, Sean, disse Sorka, mentre le dita le sci-volavano sulla spalla bagnata di Sean del quale voleva attrarre l'attenzione. I draghetti riescono in qualche modo ad alitare fuoco. Forse a questo che serve il loro secondo stomaco.

    Beh, sono contento che non si siano comportati da vigliacchi, mormo-r Sean, spingendosi con prudenza verso l'apertura. No, disse con voce sollevata, emettendo un lungo sospiro. Non sono affatto dei vigliacchi. Vieni qui, Sorka.

    Sorka lanci uno sguardo ansioso a Doove e raggiunse Sean. Quando gli fu vicino, proruppe in un grido di stupita esultanza. Lo stormo di draghetti era stato rinforzato da una folta schiera di compagni alati. I piccoli guerrie-ri sembravano fare a turno nell'avventarsi contro la malefica pioggia, sca-ricando lingue di fuoco sulla terrificante cascata che, ridotta in cenere, ri-cadeva sulla superficie del lago dove le bocche dei pesci la trangugiavano in un batter d'occhio.

    Vedi, Sorka? I draghetti stanno proteggendo la piattaforma. Sorka vide la minacciosa pioggia abbattersi indisturbata sul lago al di

    fuori della zona controllata dai draghetti. Accidenti, Sean, guarda cosa fa ai cespugli! Sorka indic la sponda del lago. La fitta macchia di robusti cespugli tra i

    quali avevano cavalcato soltanto qualche minuto prima non era pi visibi-le: la ricopriva un intricato ammasso di 'cose' che sembravano espandersi a vista d'occhio. Sorka prov un violento senso di nausea e, soltanto grazie a un'intensa concentrazione, riusc ad impedirsi di vomitare la colazione. Se-an era sbiancato in volto. Le sue mani, che si agitavano ritmicamente per consentirgli di conservare ferma la posizione nell'acqua, si serrarono mi-nacciosamente a pugno.

    I draghetti avevano ragione ad essere cos spaventati.

  • Con pugni impotenti colpiva l'acqua increspandola in superficie. Im-provvisamente, Duke fece una subitanea apparizione affacciandosi nella piccola cavit e restandovi giusto il tempo di lanciare agli occupanti uno strido di rassicurazione, dopodich svan senza lasciar traccia.

    Beh, a questo punto, disse Sean, se fossi Pol Nietro, direi che la loro capacit di spostamento istantaneo costituisce in assoluto il migliore mec-canismo di difesa che una specie possa mai sviluppare.

    Un lungo filo scivol dalla roccia sovrastante, restandovi appeso per un attimo dinanzi agli occhi terrorizzati dei due giovani. Istantaneamente, un getto fiammeggiante lo carbonizz.

    Disgustato, Sean gett dell'acqua su quei resti, allontanando poi le ceneri galleggianti da s e da Sorka. Alle loro spalle la respirazione dei cavalli mostrava segni di pericolosa insufficienza.

    Quanto ci vorr ancora?, disse Sean, accostandosi alla testa di Cricket e accarezzandola con entrambe le mani. Quanto ci vorr?

    3.

    Non si tratta affatto di un'esigenza di accoppiamento, disse Bay a Sa-

    bra quando questa la chiam, ed un modello di comportamento total-mente irrazionale. Scorrendo con la mente tutto ci che sapeva e che ave-va osservato a proposito dei draghetti, Bay seguitava a sbirciare fuori dalla finestra. Mentre osservava il cielo, una slitta decoll da un parcheggio si-tuato vicino alla Torre di Controllo e si diresse a tutta velocit verso il temporale. Lascia che dia una controllatina all'archivio e che ne parli un po con Pol. Ti richiamo io. davvero assai insolito.

    Pol stava lavorando nell'orto sul retro della casa. La vide arrivare e l'ac-colse con allegri gesti di saluto, tirando su il berretto con la visiera e asciu-gandosi la fronte sudata. Il terreno del giardino era stato arricchito e con-cimato con una variet di larve e coleotteri terrestri che si erano dimostrati ben lieti di attecchire nel suolo di Pern integrando le pi pigre specie indi-gene. Bay vide Pol fermarsi, la mano poggiata nel mezzo della fronte, con gli occhi che roteavano ansiosi attorno: indovin allora che soltanto in quel momento Pol aveva notato l'assenza dei draghetti.

    Dove sono finiti tutti? I suoi occhi corsero agli altri blocchi di abita-zioni ed al tetto vuoto di Betty. Sono spariti all'improvviso, non vero?

    Ho appena sentito Sabra. Mi ha detto che Fancy, la loro aurea, ha ag-gredito il piccolo Shuvin. Senza motivo. Per gli artigli non gli hanno feri-

  • to la pelle. Fancy ha anche tentato di entrare in casa con loro. Sabra ha det-to che le parsa spaventata.

    Pol sollev le sopracciglia per la sorpresa riprendendo ad asciugarsi la fronte e poi la fascia del berretto, prima di riabbassarlo sulla testa. Appog-giandosi alla zappa, si guard intorno. Fu allora che scorse le nuvole gri-gie.

    Non mi piace il loro aspetto, tesoro, disse. Far una piccola pausa finch il temporale non sar passato. Le sorrise. Nel frattempo daremo un'occhiata ai tuoi appunti sulla specie che ha subito il trattamento telepa-tico. Fancy una di loro, non un draghetto primitivo.

    Tutto d'un tratto, l'aria si riemp di urla, stridi e schiamazzi di dr aghetti terrorizzati.

    Dove sono state, quelle piccole pesti?, domand Pol, mentre si strap-pava di testa il berretto agitandolo furiosamente davanti alla faccia. Puh! Accidenti, se puzzano!

    Bay si tapp il naso precipitandosi verso casa. terribile! odore di zolfo.

    Sei draghetti si staccarono dalle centinaia che formavano il grande stor-mo, e puntarono verso Bay e Pol, sospingendoli con piccoli colpi e garren-do con stridii acuti per affrettare la ritirata dei due scienziati.

    Credo proprio che ci stiano spingendo dentro casa, Pol, disse Bay. La donna si ferm ad osservare attentamente quell'eccentrico comportamento e subito la sua regina le agguant una ciocca di capelli mentre i due bron-zei afferravano i lembi della tunica tirandola in avanti. Le grida dei dra-ghetti si fecero pi frenetiche.

    Credo che tu abbia ragione. E lo stanno facendo anche con altri. Non ho mai visto un tale numero di draghetti. Normalmente non ab-

    biamo concentrazioni cos numerose qui. Bay riprese a dirigersi verso ca-sa, trotterellando pesantemente per stare al passo coi draghetti. La mag-gior parte sono selvatici! Guarda le regine: alcune sono molto pi piccole! E c' una prevalenza di verdi. Affascinante.

    Davvero!, convenne Pol, alquanto divertito dal fatto che i loro dra-ghetti fossero entrati in casa e si stessero dando da fare a richiudere la por-ta alle spalle dei loro amici umani. Estremamente interessante!

    Bay si stava gi sedendo al terminal. evidente che c' qualcosa di pericoloso per loro come per noi. Preferirei che si posassero da qualche parte, disse Pol. I draghetti, in-

    fatti, svolazzavano liberamente nel soggiorno, nella camera da letto, nel

  • bagno ed anche nel piccolo ma ben attrezzato laboratorio annesso all'abita-zione. Questo un po troppo! Bay, d alla regina di posarsi, cos gli altri la imiteranno.

    Diglielo tu, Pol. Sto digitando il programma. Obbedir anche a te. Pol tent di convincere Mariah a posarsi sul suo braccio. Ma, un istante

    dopo che si era posata, aveva nuovamente decollato seguita dagli altri. Lo zoologo cerc allora di adescarla col suo pesce preferito, ma il tentativo ri-sult vano. La cosa non divertiva pi Pol. Lanci uno sguardo fuori della finestra per scoprire se anche gli altri draghetti fossero affetti da quella i-steria collettiva, e not che le piazze erano sgombre di gente. Nuvole di polvere si sollevavano dalle stalle verso le quali folte orde di draghetti cer-cavano di ricondurre il bestiame. Si udiva in lontananza il baccano delle bestie impaurite.

    Dev'esserci una spiegazione a tutto ci, mormor, arrestandosi dietro a Bay per leggere lo schermo. Ehi, guarda la casa di Betty! Col dito in-dic fuori della finestra l'abitazione completamente ricoperta di draghetti. Mio Dio, forse meglio che vada a sentire se hanno bisogno d'aiuto.

    Mentre Paul allungava la mano verso la maniglia della porta, Mariah, stridendo rabbiosamente, si gett su di lui spingendogli la mano via dalla porta dopo avergliela graffiata.

    Non andare, Pol! Non uscire! Guarda! Bay si stava alzando dalla sedia ed era rimasta paralizzata a mezz'aria, il

    volto sfigurato da un'espressione di orrore totale. Pol le cinse le spalle con un gesto protettivo ed entrambi udirono lo scroscio sibilante della pioggia terribile che si stava abbattendo su Approdo. Videro delle singolari 'gocce di pioggia' oblunghe ricadere sulla superficie del terreno, incontrando tal-volta soltanto la polvere, o avvilupparsi intorno all'erba e agli arbusti, che sparivano, lasciandosi dietro rigonfie 'cose' lumachiformi che rapidamente attaccavano ogni genere di vegetale che trovavano sulla loro via. Il giardi-no ben curato di Pol si trasform in un terreno incolto di 'cose' verdastre che si agitavano e si gonfiavano nel giro di pochi secondi ad ogni nuovo banchetto.

    Mariah emise un grido rauco e, istantaneamente, spar dall'abitazione. Gli altri cinque draghetti la seguirono in un batter d'ali.

    Non riesco a credere ai miei occhi, disse Pol allibito, con un sussurro. Si teletrasportano in stormi, quasi in formazione. Sicch la telecinesi stata sviluppata come una tecnica di sopravvivenza. Hmmm...

    La pioggia abominevole continuava ad avanzare, spandendo noncurante

  • i micidiali fili che cadevano inesorabilmente sull'accurato incastro di pietre intagliate che rivestivano il patio intorno alla casa di Pol.

    Non divorano la pietra, osserv Pol con clinico distacco. Spero che il tetto in silicone resister allo stesso modo.

    I draghetti possiedono pi di un'abilit sconosciuta, mio caro Pol, dis-se Bay con orgoglio indicando fuori.

    All'aperto, i loro draghetti stavano sorvolando l'abitazione alitando fiamme che incenerivano quell'aggressiva forma di vita prima che questa raggiungesse il tetto.

    Sarei pi felice se sapessi che quelle cose non riescono a penetrare la plastica, ripet Pol con un lieve tremito nella voce, alzando gli occhi al tetto opaco. Sussult e si curv per proteggersi al primo impatto viscido. A questo ne segu un altro, poi vide la fiamma sputare brevi getti vermigli at-traverso lo scuro materiale plastico del tetto.

    Beh, meno male, un sollievo!, disse Pol raddrizzando le spalle. Per hanno corroso il tetto finch i draghetti, benedetti i loro cuoricini,

    non le hanno carbonizzate. Bay sbirci fuori dalla finestra prospiciente la casa di Betty Musgrave-Blake. Mio Dio! Guarda l!

    L'abitazione pareva circondata da un vortice di fuoco mentre i draghetti formavano freneticamente un ombrello affinch non un solo filo di quella assurda pioggia raggiungesse la casa della partoriente.

    Pol ebbe la lucidit mentale di raccogliere il binocolo dal caos di oggetti che ingombravano uno scaffale. Lo orient verso i campi e le stalle dei ve-terinari. Chiss se riusciranno a proteggere il nostro bestiame. Gli animali sono troppi per poterli condurre tutti in salvo. Sembra per che i draghetti si stiano concentrando in quella zona.

    Particolarmente preoccupati per la sicurezza degli animali che essi stessi aveva contributo a creare, Pol e Bay si alternavano nell'osservare la zona col binocolo. D'improvviso, Bay lo lasci cadere e, rabbrividendo, lo pass a Pol senza aprir bocca. Era stata sconvolta dalla vista di una mucca adulta ridotta nel giro di qualche secondo in un cadavere rinsecchito e coperto da masse di striscie contorte. Pol mise a fuoco le lenti e grugn sgomento in preda ad un senso d'impotenza, poi abbass abbassando anche lui il bino-colo.

    Sono mortali. Voraci, insaziabili. Sembrerebbe che distruggano tutto ci che organico, mormor. Poi, tratto un risoluto, profondo respiro, ri-sollev il binocolo. E purtroppo, a giudicare dai segni sui tetti di alcuni capannoni che abbiamo montato per primi, corrodono anche la plastica a

  • base di carbonio. Oh, caro, sarebbe terribile. Pensi che possa trattarsi di un fenomeno re-

    gionale?, chiese Bay con voce tremante. C'erano quelle strane macchie circolari nelle aree verdi, quelle del rapporto originale... Distogliendo lo sguardo dallo scempio che si stava consumando poco lontano, si sedette al-la tastiera e, illuminato lo schermo, cominci a digitare il programma che le interessava.

    Mi auguro che nessuno sia cos folle da uscire allo scoperto per recupe-rare le poche bestie rimaste, disse Pol in tono caustico. Spero invece che mettano in salvo i cavalli. La nuova razza equina troppo promettente per-ch debba andare perduta in un simile disastro.

    Quasi ad approvare quella considerazione, il segnale d'allarme cominci a diffondere il suo monotono lamento dalla torre meteorologica.

    Beh, adesso troppo tardi, vecchio mio, disse Pol, mettendo a fuoco il binocolo sulla torre. Nell'edificio scorse Ongola con un pezzo di stoffa ap-poggiato su una guancia. La slitta partita poco prima per effettuare un so-pralluogo nella zona colpita dal temporale era ora parcheggiata a brevissi-ma distanza dall'ingresso alla torre, il che fece supporre a Pol che Ongola si fosse precipitato direttamente dal velivolo alla porta dell'edificio.

    Ti sbagli, Pol: il segnale si diffonde e mette in funzione i ripetitori, disse Bay in tono assente mentre le sue dita volavano sui tasti.

    Ah, gi. Me n'ero dimenticato. Stamattina un po di persone sono anda-te a caccia, sai.

    Le dita di Bay si fermarono, e la donna si volt lentamente sulla sedia girevole fino a fissare la faccia cinerea di Pol.

    Oh, caro, tutti hanno dei draghetti adesso, e sicuramente almeno uno di quelli telepatici che tu hai sviluppato. Pol le si avvicin rassicurandola con un affettuoso buffetto sulla testa. Hanno organizzato per noi una dife-sa di prim'ordine. Ah! Ascolta!

    Non c'era possibilit di confondere i trilli e i gorgheggi di esultanza che i draghetti sempre levavano in occasione di una nascita. Malgrado lo stra-nissimo disastro che aveva colpito Pern in quel momento, una nuova vita si era affacciata sul pianeta. L'inno di benvenuto non interruppe tuttavia la fiammeggiante rete protettiva che avvolgeva la casa.

    Povero piccolo! Nascere proprio adesso!, si lament Bay, le paffute guance rigidamente tirate, gli occhi profondamente incavati.

    4.

  • Incurante del dolore lancinante che gli mordeva il lato sinistro della fac-

    cia, Ongola continuava a tenere il dito premuto sul pulsante d'allarme men-tre tentava di mettersi in contatto con le altre stazioni della rete.

    Attenzione! Attenzione! Allarme da Approdo! Mettersi al riparo! Porta-re al coperto il bestiame! Pericolo di morte! Tutti gli esseri viventi al ripa-ro! Rabbrivid al ricordo della visione orripilante di due pecore ostinate annientate in un batter d'occhio dall'orrore caduto dal cielo. Ripararsi sot-to le rocce, sotto il metallo, dentro l'acqua! Una pioggia innaturale diretta ad ovest cade con intensit irregolare. Pericolo di morte! Pericolo di mor-te! Ripararsi! Allarme da Approdo! Allarme da Approdo! Allarme da Ap-prodo! Gocce di sangue gli colavano dalla testa e dal collo quasi a sotto-lineare le frasi concise. Una nube innaturale. Pioggia mortale. Allarme da Approdo! Mettersi al riparo! Emergenza! Emergenza!

    La sua abitazione era appena visibile attraverso quella pioggia devastan-te, ma Ongola riusciva a distinguere le lingue di fuoco sui tetti delle case di Approdo ancora occupate. Il Comandante accettava la sbalorditiva realt delle migliaia di draghetti concentratisi per aiutare i loro amici umani, ac-cettava la realt del guscio vivente e fiammeggiante che proteggeva la casa di Betty Musgrave-Blake, quella della vorticosa moltitudine che turbinava sui reparti di veterinaria e sui pascoli, e ricordava che Fancy, il suo dra-ghetto, aveva cercato di infilarsi nella torre attraverso la finestra fuori della quale si era messo a sedere dopo aver finito il turno. Quando si era accorto che nessuno degli apparecchi di rilevamento metereologico avevano regi-strato il costante approssimarsi della massa nebulosa da oriente, aveva te-lefonato a casa di Emily.

    Va a dare un'occhiata, Ongola. Ha tutto l'aspetto di una di quelle belle tempeste dell'equinozio ma, se gli strumenti di valutazione dell'umidit atmosferica non la registrano, meglio controllare la velocit del vento e vedere se c' grandine o nevischio nelle nuvole. Ci sono in giro parecchi cacciatori e pescatori oggi. Ed anche molti contadini.

    Ongola si era avvicinato alla nube abbastanza da registrarne l'insolita composizione... e da constatare i danni che aveva arrecato. Immediatamen-te aveva cercato di mettersi in contatto con Emily mediante l'apparecchio di bordo. Quando si era accorto che questo non funzionava, aveva cercato di contattare Jim Tillek al Controllo Portuale. Ma Ongola aveva preso la slitta pi vicina alla torre, una delle pi piccole, che purtroppo non dispo-neva delle sofisticate apparecchiature presenti nelle unit maggiori. Aveva

  • provato a chiamare tutti i numeri che gli erano venuti in mente ma era riu-scito a parlare soltanto con Kitti che in genere era in casa, indebolita ormai dal suo venerabile decimo decennio malgrado le protesi che le consentiva-no una certa mobilit.

    Grazie per avermi avvertita, Ongola. La prudenza non mai troppa. Mi metter in contatto con i veterinari in modo che tengano le bestie al riparo. Una pioggia famelica?

    Ongola aveva spinto la slitta al massimo della velocit sperando che le batterie fossero sufficientemente cariche da sopportare uno sforzo simile. La slitta aveva risposto bene ma ce l'aveva appena fatta a tornare alla torre: il motore infatti era venuto meno proprio quando il comandante aveva toc-cato il suolo.

    La stravagante pioggia aveva coperto il tetto del velivolo. Il pilota non era riuscito a superare il bordo della pista. D'impulso aveva afferrato la ta-voletta del piano di volo, uno scudo inadeguato contro la pioggia mortale ma comunque migliore di niente. Tratto un profondo respiro, Ongola ave-va spinto con violenza la chiusura automatica ed era balzato fuori. Con tre lunghi passi, pi saltando che correndo, si era precipitato alla porta della torre proprio mentre un'intricata matassa si abbatteva su di lui. Il bordo in-clinato della tavola aveva fatto scivolare la mortale sostanza direttamente sul lato scoperto della sua testa. Urlando per il dolore, l'uomo si era pulito freneticamente l'orecchio e nel medesimo istante, un draghetto fiammeg-giante era accorso in suo aiuto. Ongola aveva gridato un 'Grazie' e si era infilato nell'edificio sbattendo la porta. Automaticamente ne aveva tirato il chiavistello, sbuffando per l'inutilit di quel gesto istintivo, e facendo le scale a quattro a quattro si era diretto agli uffici della torre.

    Il dolore lancinante continuava, ed aveva sentito qualcosa colargli lungo il collo. Sangue! Aveva tamponato la ferita col fazzoletto, e si era accorto che dei frammenti neri gli si mescolavano al sangue. Si era reso allora con-to dell'odore di lana bruciata. L'alito fiammante del draghetto gli aveva bruciacchiato il maglione.

    Dato l'allarme, stava armeggiando col registratore quando una seconda fitta lo aveva colpito alla spalla sinistra. Aveva abbassato gli occhi ed ave-va scorto l'estremit anteriore di un intreccio oscillante che non gli era par-so affatto di lana. Il dolore sembrava accompagnare la fibra intrecciata. In vita sua Ongola non si era mai spogliato con la rapidit con la quale si spogli quella volta. E lo aveva fatto appena in tempo: la treccia si era gi fatta pi grossa e si muoveva con maggiore velocit e sicurezza. Mentre il

  • comandante considerava orripilato il pericolo che aveva miracolosamente scansato, la lana era gi stata fagocitata e il grottesco segmento oscillante rimasto in sua vece lo aveva colmato di indicibile ripulsa.

    L'acqua! Aveva afferrato la brocca d'acqua e il thermos di klah e li aveva vuotati sulla... cosa. Questa si era contorta convulsamente e gorgogliando si era ridotta in una satura massa inerte. Ongola l'aveva calpestata con la stessa soddisfazione che aveva provato quando aveva distrutto le postazio-ni di superficie dei Nathi.

    Poi il comandante si era guardato la spalla ed aveva scorto la sottile riga insanguinata tracciatasi nella sua carne a seguito dell'incontro ravvicinato con quel filo mortale. D'improvviso tutto il suo corpo era stato scosso da un brivido convulso, ed aveva dovuto sorreggersi a una sedia per non ca-dere in ginocchio.

    In quell'istante l'intercom cominci a suonare. Dopo alcuni profondi re-spiri si rimise in piedi e torn al suo dovere.

    5.

    Grazie per il segnale, Ongola. Siamo riusciti appena in tempo a chiude-

    re i boccaporti. Ci eravamo accorti che le creature volevano dirci qualcosa, ma come diavolo facevamo a immaginare quello?, rifer Jim Tillek dal ponte della Stella del Sud. Grazie al Cielo tutte le nostre navi sono in sili-plex.

    L'ufficio portuale della Baia di Monaco rifer di piccole imbarcazioni rovesciate e richiedeva di organizzare le opere di soccorso.

    L'infermiera notific che le perdite e gli incidenti tra gli umani erano sta-ti minimi: si era trattato per lo pi di graffi provocati dagli artigli dei dra-ghetti. E proprio a questi dovevano un'immensa riconoscenza per aver sal-vato tante vite.

    Red Hanrahan, al Dipartimento di Veterinaria, rifer la perdita di una sessantina di capi di bestiame di razza assortita sparsi tra i vari pascoli di Approdo. Le perdite non erano state pi ingenti grazie alla fortunata circo-stanza di avere smistato trecento capi, tra vitelli, agnelli, capretti e maiali-ni, verso nuove destinazioni appena un mese prima. Ve n'erano per in gran numero presso i fondi dei dintorni che non disponevano ancora di stalle coperte, e si trovavano purtroppo sulla via di quella abominevole pioggia. Red aggiunse che tutti gli animali lasciati liberi a pascolare dove-vano essere considerati perduti.

  • Due dei pescherecci pi grandi riferirono di parecchie ustioni gravi subi-te da coloro che non avevano fatto in tempo a ripararsi sotto coperta. Uno dei giovani Hegelman era saltato fuori a bordo ed era annegato quando le 'cose' gli erano piombate in faccia in un orrido viluppo. Maximilian, di scorta al Perseus, non era riuscito a salvarlo. Il delfino aveva aggiunto che la vita marina indigena era risalita in massa in superficie lottando accani-tamente per accaparrarsi i fili annegati. A lui, in verit, non piacevano mol-to quei cosi: non avevano sostanza.

    I messaggi si accumulavano rapidamente al centralino di Ongola; il Co-mandante telefon allora ad Emily perch gli mandasse un aiuto.

    Il Capitano della Vergine del Mare, a pesca nelle acque del nord, voleva sapere cosa fosse accaduto. Il cielo intorno a lui era sereno fino all'orizzon-te meridionale. Patrice de Broglie, di stanza al Monte Young con la squa-dra sismica, domandava se dovesse mandare indietro il suo equipaggio. Vi era stato solo qualche sporadico boato durante le settimane precedenti, an-che se vi erano state interessanti variazioni nei diagrammi di misura gravi-tazionale. Ongola gli disse di mandare indietro il maggior numero possibi-le di uomini cercando di non pensare a ci che poteva essere accaduto ai concessionari di Fondi situati nel percorso della malefica Caduta di Fili.

    Bonneau chiam dal Lago di Drake, dov'era ancora notte e il cielo era terso, ed offr di mandare un contingente di uomini.

    Sallah Telgar-Andiyar si sintonizz dall'accampamento di Karachi e comunic che le squadre di soccorritori erano gi partite alla volta di Ap-prodo. Sallah domand anche quanto fosse estesa la pioggia.

    Ongola mise da parte tutte quelle chiamate quando a mettersi in contatto fu il primo degli insediamenti situati nelle vicinanze.

    Se non fosse stato per quei draghetti, disse Aisling Hempenstahl di Bordeaux, saremmo stati tutti... mangiati vivi. Lo si ud chiaramente de-glutire. Non c' pi un'ombra di verde qua attorno, e il bestiame tutto perduto. Tranne la mucca che i draghetti hanno trascinato nel fiume. Ma ridotta molto male.

    Ci sono morti? Feriti? Nessuno di cui non possa prendermi cura da solo, ma il cibo fresco

    scarseggia. Oh, Kwan vuole sapere se c' bisogno di lui ad Approdo. Direi proprio di s, rispose Ongola. Dopodich prov di nuovo a met-

    tersi in contatto con i Du Vieux, i Radelin, i Grant van Toorn, i Ciotti e gli Holstrom. Continua a chiamare questi, Jacob. Pass l'elenco a Jacob Chernoff che aveva portato con s tre giovani allievi per dare una mano.

  • Kurt, Heinrich, provate i numeri di River, Calusa, Cambridge e Vienna. Ongola chiam Lilienkamp ai Magazzini. Joel, quanti si sono iscritti per la caccia oggi?

    Troppi, Ongola, troppi! La dura inflessibilit di Lilienkamp aveva ceduto. Joel piangeva. Compresi i tuoi ragazzi? La risposta di Joel fu il pi fievole dei sussurri. S. Mi spiace sentirlo, Joel. Abbiamo organizzato le ricerche. E i ragazzi

    hanno i draghetti. Sicuro, ma guarda quanti ce ne sono voluti per proteggere Approdo! La voce di Lilienkamp si elev in una tonalit stridula. Signore! Kurt tir con insistenza il gomito nudo di Ongola. Una del-

    le slitte... Ti richiamo io, Joel. Ongola raccolse la chiamata dalla slitta. S? Come diavolo si uccide questa roba, Ongola? Il grido angosciato di Ziv Marchane inferse una pugnalata di furia e ter-

    rore nello stomaco di Ongola. Cauterizzala, Ziv. Chi ? Quel che rimasto del giovane Joel Lilienkamp. ridotto male? Molto. Ongola ammutol e serr con forza gli occhi per un istante ricordando le

    due pecore. E allora non farlo pi soffrire! Ziv interruppe la comunicazione e Ongola fiss la consolle, paralizzato.

    Gli era capitato parecchie volte di dover dare il colpo di grazia, troppe vol-te, durante la Guerra coi Nathi, quando i suoi uomini erano stati fatti a pezzi dai colpi che i Nathi mettevano a segno sul suo caccia. Era una prassi corrente negli scontri di superficie. Non si lasciavano mai i feriti alla mise-ricordia dei Nathi. Misericordia, s; dar loro il colpo di grazia era un atto di misericordia. Ongola non aveva mai pensato che una tale necessit si sa-rebbe presentata ancora.

    La voce vibrante di Paul Benden distolse Ongola dallo stato di trance nel quale era piombato.

    Che diavolo sta succedendo, Ongola? Volesse l'inferno che lo sapessi anch'io, Ammiraglio! Ongola scosse la testa e gli fece un preciso resoconto dei fatti comuni-

  • candogli l'elenco delle vittime, sicure o presunte. Vengo l. Paul aveva scelto il suo Fondo sulle vette sovrastanti il delta

    del Fiume Boca. Tra non molto vi sarebbe spuntata l'alba. Controller gli altri Fondi via via.

    Pol e Kitti vogliono degli esemplari se possono essere prelevati senza danno: esemplari di quella roba che cade dall'aria. Produce fori nei mate-riali di piccolo spessore, perci sar necessario adoperare metallo di cali-bro pesante o siliplex. Noi ne abbiamo molta di quella che ha divorato i campi. Ho mandato tutte le slitte grandi sulle tracce di quella fottuta Cadu-ta. Kenjo sta arrivando qui da Honshu a bordo del suo velocissimo trabic-colo. Quella roba venuta fuori dal nulla, Paul, dal nulla!

    Non stata registrata da nessun apparecchio? No? Bene: far i conti con noi.

    L'assoluta sicurezza della voce di Paul Benden era un tonico per Ongola. Aveva udito quella stessa nota durante tutta la Battaglia di Cygnus, ed a-veva il potere di tirarlo su.

    Ne aveva bisogno. Prima che Paul Benden arrivasse nel pomeriggio i-noltrato, le vittime erano aumentate raggiungendo una cifra spaventosa. Soltanto tre dei venti che erano andati a caccia al mattino erano ritornati: Sorka Hanrahan, Sean Connell e David Catarel. Quest'ultimo aveva visto, impotente, la sua compagna Lucy Tubberman dissolversi sotto la pioggia sulla sponda del fiume malgrado gli sforzi dei draghetti. Il giovane presen-tava numerosi sfregi sul cuoio capelluto, sulla guancia sinistra, le braccia e le spalle, ed era rimasto profondamente scosso dallo shock e dal dolore.

    Due bimbi in fasce, infilati all'ultimo momento in un armadietto di me-tallo, erano gli unici superstiti del principale accampamento nomade situa-to sulle pianure ad ovest del gomito del Fiume Paradiso. Sean e Sorka era-no andati in cerca dei Connell, individuati l'ultima volta sul contrafforte o-rientale della Provincia di Kahrain. Nessuno rispondeva dai fondi setten-trionali sul Fiume Giordano. Cattivo Segno.

    Porrig Connell aveva dato ascolto agli avvertimenti dei draghetti trovan-do rifugio in una grotta. Questa per non era grande abbastanza da ospitare tutti i cavalli, sicch quattro giumente erano morte. Gli urli che proveniva-no dall'esterno avevano fatto imbizzarrire lo stallone nella grotta, e Porrig era stato costretto a tagliargli la gola. Non vi era pi foraggio per le cavalle sopravvissute, cos Sean e Sorka tornarono alla grotta con fieno e razioni di cibo. Dopodich partirono alla ricerca di altri superstiti.

    I Du Vieux e gli Holstrom al Fondo Amsterdam, i Radelin e i Duquesne

  • al Bavaria e i Ciotti al Milano erano morti; di essi e del loro bestiame non rimaneva traccia. Gli oggetti di metallo e i tetti di plastica siliconica, ben-ch pesantemente provati, costituivano l'unica testimonianza di quello che una volta era stato un prospero insediamento. Per le abitazioni avevano u-sato i pannelli di nuova fabbricazione a base di fibre vegetali pressate. Nessuno su Pern avrebbe mai pi adoperato quel materiale edile.

    Che la falce della devastazione fosse stata impugnata dalla pioggia fili-forme, appariva evidente dalle gorgoglianti frange rigonfie di escrescenze vermiformi che squadroni di draghetti attaccavano col loro alito di fuoco. La scia terminava settantacinque klick oltre lo stretto Fiume Paradiso dove aveva annientato gli accampamenti dei nomadi.

    A sera i coloni esausti diedero da mangiare ai draghetti per primi, la-sciando mucchi di grano cotto per quelli selvatici che non si avvicinavano abbastanza da poter ricevere direttamente il cibo dalle loro mani.

    Non vi era alcun accenno a una cosa del genere nelle relazioni dei CEV, mormor Mar Dook con tono amaro.

    Quei maledetti pois che nessuno era riuscito a spiegare, disse Aisling Hempenstahl, con voce appena percettibile.

    Abbiamo indagato su questa possibilit, disse Pol Metro, annuendo a Bay, stremata, con la testa adagiata sulla sua spalla.

    Ad ogni modo, credo che dovremmo approdare ad una conclusione pre-liminare prima di domani, disse Kitti. La gente ha bisogno di fatti che la rassicurino.

    Io e Bill abbiamo consultato le relazioni che eseguimmo a proposito di quei pois, Carol Duff-Vassaloe sorrise con mestizia, nell'Anno dell'Ap-prodo. Non abbiamo esaminato ogni zona, ma quelli studiati dove stato possibile misurare lo sviluppo arboreo, indicano un lasso di tempo di al-meno centosessanta, centosettanta anni. Credo che sia piuttosto ovvio il fatto che questa terribile forma di vita abbia provocato la strana configura-zione del suolo, fagocitando tutto il materiale organico col quale viene a contatto per accrescersi. Grazie al cielo, la maggioranza dei nostri materia-li plastici da costruzione sono a base di silicone. Se fossero stati a base di carbonio, saremmo stati uccisi tutti quanti. Su questo non c' dubbio. Que-sta infestazione...

    Infestazione?, proruppe la voce di Chuck Havers con furia incredula. E come altro chiamarla?, osserv Phas Radamanth nella sua consueta

    maniera dogmatica. Ci che ci interessa sapere la frequenza con la qua-le ricorre. Ogni centocinquant'anni? Quel disegno del terreno era esteso su

  • tutto il pianeta, non cos, Carol? Questa annu. Quanto dura ogniqual-volta si verifica?

    Dura?, ripet Chuck allibito. Troveremo tutte le risposte, disse Paul Benden con determinazione.

    6. I due psicologi della colonia giunsero a tarda sera mentre l'infermeria era

    ancora affollata di gente ferita o in stato di shock, e si misero immediata-mente al lavoro per aiutare i pazienti a superare i traumi.

    Nell'apprendere le sconvolgenti notizie, Cherry Duff era stato colto da un colpo apoplettico, ma si stava riprendendo splendidamente. Joel e sua moglie erano letteralmente prostrati per la perdita dei figli. Bernard He-gelman aveva soffocato la propria pena per confortare la moglie distrutta e le altre famiglie colpite dalla disgrazia.

    Instancabili, Sorka e Sean si erano prestati nell'opera di soccorso rag-giungendo i feriti localizzati dalla slitta. Anche coloro che non avevano ri-portato ferite erano stravolti, alcuni in preda a crisi di pianto incontrollabili che solo i sedativi riuscivano ad arrestare, altri pateticamente muti. Porrig Connell aveva mandato la moglie e la figlia maggiore ad aiutare i supersti-ti, mentre lui era rimasto nella grotta col resto della numerosa famiglia.

    la prima volta che Porrig Connell fa qualcosa per gli altri, osserv suo figlio con un filo di voce, guadagnandosi un rimprovero da parte di Sorka per il suo estremo cinismo. Vuole servirsi di Cricket per fargli montare le giumente che gli sono rimaste dopo che avranno figliato. Si a-spetta che io gli dia il mio stallone solo perch lui non ha addomesticato il suo!

    Sorka ritenne pi saggio non commentare. Con una sola eccezione, tutti i Fondi distanti si erano messi in contatto

    con Approdo, offrendo aiuto o sentita partecipazione al dolore che aveva colpito l'insediamento. L'unica eccezione era costituita dall'accampamento minerario situato sull'Isola Grande, presso il quale erano Avril Bitra, Stev Kimmer, Nabhi Nabol e pochi altri. Ongola, scorrendo l'elenco delle chia-mate, ne not l'assenza.

    Kenjo, apparso come per incanto dal lontano altopiano di Honshu, gui-dava la spedizione aerea intesa ad inseguire ed investigare la nube perni-ciosa. Al tramonto, la squadra rientr esibendo accurate mappe e fotografie della terribile 'Caduta di Fili', come ben presto cominci ad essere chiama-

  • ta. L'quipe di biologi si riun ad Approdo per accertare la natura di quei fili divoratori. Kitti Ping e Wind Blossom misero a disposizione le loro speciali facolt per analizzare quelle forme di vita non appena ne fossero stati procurati degli esemplari.

    Purtroppo, un largo numero di esse, catturate con considerevole pericolo per i volontari, furono trovate moribonde nei contenitori metallici o di pla-stica dura nei quali erano state stipate. Sicch, dopo una ventina di minuti, tutta la loro frenetica attivit, quel rapidissimo riprodursi del filo originale migliaia di volte in grasse 'salsicce' in continua torsione, cess del tutto. Districate e annerite, quelle bizzarre forme di vita si trasformarono in rigi-di ammassi catramosi rivestiti da un guscio di consistenza assai pi dura.

    Il Capitano del peschereccio Fiore di Maggio, trovatosi a sciabicare sul margine settentrionale della Caduta, scopri inavvertitamente il segmento di un Filo in un secchio colmo di esca. Istantaneamente lo richiuse con un coperchio ben aderente e comunic la cosa ad Approdo. Gli fu detto di te-nerlo in vita, se possibile, alimentandolo finch non fosse stato trasportato ad Approdo.

    Nell'attesa, il Filo fu ospitato nel pi grosso barile di plastica pesante di-sponibile a bordo del Fiore di Maggio. Fu Ongola a trasportare il barile chiuso ermeticamente servendosi di un lungo cavo d'acciaio assicurato alla grande slitta. Soltanto quando questa spar in lontananza l'equipaggio risal sul ponte. In seguito, il Capitano fu alquanto stupito nell'apprendere che l'operazione da lui condotta era stata considerata come un atto di estrema audacia.

    Quando la forma di vita ancora pulsante raggiunse Approdo, arrotolata in modo da rassomigliare ad una pesante gomena, misurava pi di un me-tro di lunghezza e forse una decina di centimetri di circonferenza. Con del-le lastre a doppio spessore di plastica a base di silicone, saldate strettamen-te con fasce metalliche, fu presto montata una gabbia, la cui base fu fissata al pavimento. Vi furono create parecchie sottili fessure dai lembi richiudi-bili, e sulla sommit fu praticato un foro delle dimensioni dell'apertura del barile. Grazie all'aiuto di alcuni volontari assai impazienti, il coperchio del barile fu scostato, e la terribile creatura pass dal barile alla gabbia. L'aper-tura fu quindi sigillata ermeticamente non appena la forma di vita fu scari-cata nel cubo di plastica.

    Uno degli uomini arranc verso un angolo dando di stomaco. Altri vol-sero altrove la faccia. Soltanto Tarvi e Mar Dook apparivano impassibili di fronte alle contorsioni che la creatura compiva nel fagocitare il cibo che

  • era stato collocato nel cubo. Nella sua irrefrenabile urgenza di ingerire, la cosa si increspava in onde

    di untuose colorazioni grigiastre: verdognole tonalit nauseanti, morte sfumature di rosa e, di tanto in tanto, una stria gialla fluiva lungo la sua superficie. La spessa plastica chiara distorceva l'immagine della bestia rendendola ancor pi nauseabonda.

    La struttura esterna di quell'essere pareva ispessirsi; probabilmente - ar-guirono gli osservatori - il guscio si formava alla morte, giacch resti simi-li erano stati rinvenuti nei luoghi rocciosi dove l'organismo era morto per denutrizione. Evidentemente le strutture interne si deterioravano con la stessa rapidit della loro espansione iniziale. Ma si trattava davvero di un essere vitale? O era semplicemente una malefica entit chimica che si nu-triva di vita? Senza dubbio possedeva un appetito vorace, quantunque pro-prio l'atto del mangiare pareva interferire con l'organizzazione fisica che caratterizzava la bestia, come se ci che consumava ne affrettasse la di-struzione.

    La sua rapidit di crescita straordinaria, comment Bay con voce calmissima, cosa che in seguito le valse un sentito elogio da parte di Pol per l'esempio fornito agli altri i quali osservavano allibiti la grassa minac-cia nella gabbia. Un'espansione del genere la si osserva al microscopio, ma non ci si aspetta mai di vederla nel macrocosmo. Da dove pu esser venuto? Dallo spazio?

    Il silenzio fu l'unica risposta a quella sbalorditiva ipotesi, mentre i pre-senti si scambiavano sguardi sorpresi e nel contempo imbarazzati da quella domanda.

    Disponiamo di dati relativi alla periodicit delle comete in questo si-stema?, domand Mar Dook speranzoso. Qualche corpo astronomico eccentrico? Qualcosa che sia stata trasportato dalla Nube di Oort? E poi c' anche la teoria di Hoyle-Wick-Ramansingh, che in fondo non mai stata totalmente screditata, sulla possibilit che sia un virus!

    Quel virus pu venire soltanto dall'inferno, disse Bill Duff con scetti-cismo. E poi quella vecchia teoria stata confutata da qualcuno su Ceti III.

    In fondo, se consideriamo che cade gi dal cielo, disse Jim Tillek, perch escludere che possa avere un'origine spaziale? Io non sono l'unico ad aver notato che la stella rossa che compare ad oriente al mattino di-ventata pi luminosa nelle ultime settimane. Non forse una strana coinci-denza che quel pianeta capriccioso si stia inserendo direttamente nell'orbita

  • dei pianeti interni proprio quando quella roba ha cominciato a colpirci? Non potrebbe esserne l'origine? Esistono dati nella biblioteca a proposito di quell'astro? E su questo fenomeno?

    Chieder a Cherry. No, Bill Duff si corresse prima che qualcun altro gli ricordasse che l'infallibile magistrato era indisposto. Cercher da solo queste informazioni e ne far una copia in chiaro per studiarle. Poi si pre-cipit fuori dalla stanza quasi fosse lieto di aver trovato una scusa valida per allontanarsi.

    Prelever un campione dalla sezione che preme sulla fessura inferiore, annunzi Kwan Marceau accennando alla gabbia e, senza indugiare, rac-colse con impeto gli attrezzi necessari, nella foga di chi non desidera corre-re il rischio di riflettere troppo a lungo su ci che sta per fare.

    Qualcuno ha cominciato a prendere nota del ... consumo alimentare?, domand Bay. Aveva preferito evitare la parola 'cibo' memore di ci che quegli esseri avevano gi divorato dalla loro caduta su Pern.

    Gi, per valutare la frequenza del ... consumo, Pol fece proprio quell'eufemismo con gratitudine, sufficiente a tener in vita ... l'organi-smo.

    E per vedere come muore, aggiunse Kitti con voce soave e risonante di soddisfazione.

    E perch tutti i suoi compagni sono morti in questa prima infestazio-ne, disse Phas Radamanth, tirando fuori dalla stampante posta davanti a lui una copia delle fotografie trasmesse dai CEV.

    Sono veramente morti tutti?, domand Kitti. Al mattino, dopo un'intera notte di lavoro, gli scienziati non avevano an-

    cora rilasciato un rapporto ufficiale. Tra la gente iniziarono le prime prote-ste: erano sommessi brontolii ancora carichi di stupore al klah del mattino, che si dilatarono poi in accese lagnanze che cominciarono a spandersi in tutti gli uffici e nel Quartier Generale riaperto in tutta fretta sulle piazze re-sidenziali abbandonate. Un rogo enorme era stato acceso la sera prima nel-la Piazza del Fal dove continuava ad ardere. Torce impeciate e pronte per essere accese, erano state ammucchiate in ogni angolo, e molte altre ve ne furono aggiunte nel corso della giornata.

    Parecchie delle slitte pi leggere parcheggiate sulla pista di Approdo ab-bisognavano di nuovi tettucci. La rimozione dei residui putrescenti dei gu-sci dei Fili fu intrapresa con l'ausilio di maschere e pesanti guanti da lavo-ro.

    Gli amici alati si conquistarono un nuovo e illustre titolo: 'draghi di fuo-

  • co'. Anche coloro che in precedenza avevano disprezzato quelle creature ora portavano in tasca bocconcini e leccornie. Distesi a dormire al sole con le pance piene, i grassi draghetti popolavano tutte le piazze di Approdo.

    A met giornata le vecchie cucine comuni servirono il pranzo, quando ormai le voci di scontento si erano diffuse in tutto l'insediamento. Nel po-meriggio Ted Tubberman, in compagnia di un collega, entrambi col volto teso e solcato dalla sofferenza, guidarono i parenti delle vittime fino alla porta degli uffici attorno ai quali regnava la pi impenetrabile riservatezza.

    Paul ed Emily ne uscirono assieme a Phas Radamanth e Mar Dook. Ebbene? Avete scoperto cos' quella cosa?, domand Ted. una rete complessa ma districabile di filamenti, analoga a una micor-

    riza terrestre, cominci Mar Dook, risentito per le brusche maniere di Tubberman ma rispettando il suo dolore.

    Questo spiega assai poco, Mar, replic Ted, protendendo il mento con aria bellicosa. In tutta la mia lunga carriera di botanico non ho mai visto il simbionte di una pianta nuocere agli esseri umani. E cos'altro avremo poi? Un muschio mortale?

    Emily avanz verso Tubberman toccandogli un braccio per mostrargli la sua partecipazione al suo tremendo dolore, ma lui si scost di scatto.

    Non abbiamo molto su cui rifarci, disse Phas in tono secco. Era stan-co, e lavorare tutta la notte vicino a quella mostruosit aveva comportato una terribile tensione. Non mai stato rilevato nulla di simile su nessuno dei pianeti esplorati dagli esseri umani. L'entit pi vicina a queste creature che sia mai stato concepita una delle invenzioni artificiali create durante l'Era delle Religioni. Stiamo ancora perfezionando la nostra comprensione dell'esemplare.

    ancora vivo? Voi lo mantenete in vita! Il volto di Ted era livido per una collera irrazionale. Accanto a lui, i compagni annuivano con approva-zione mentre calde lacrime rigavano i loro volti. Con un mormorio rabbio-so la delegazione si accalc pi vicino all'ingresso, mentre ciascuno dei membri cercava uno sfogo alla frustrazione ed alla impotente sofferenza che li attanagliava.

    naturale che lo teniamo in vita, dobbiamo pur studiarlo!, disse Mar Dook cercando di non alterarsi. E scoprire cos' esattamente. Per far ci, dev'essere alimentato. Intendiamo accertare se questo sia soltanto l'inizio del suo ciclo vitale.

    Soltanto l'inizio!, proruppe Tubberman. Paul e Phas si slanciarono a-vanti per fermare il botanico impazzito dal dolore. Oltre ad essere sua al-

  • lieva, Lucy era anche sua figlia, e i due erano stati uniti da un profondo vincolo d'amore. Per Dio, adesso lo distrugger!

    Ted, cerca di ragionare. Sei uno scienziato! Sono prima un padre, e mia figlia stata ... divorata da uno di quegli

    esseri! E cos pure Joe Milan, Patsy Swann, Eric Hegelman, Bob Jorgen-sen e ... Il dolore stravolgeva il volto di Tubberman. I pugni serrati lungo i fianchi, il corpo del botanico era teso in un accesso di rabbia e di frustra-zione. Con uno sguardo carico di accusa si rivolse ad Emily e Paul. Ab-biamo avuto fiducia in voi due. Come avete potuto portarci in un posto che divora i nostri figli e tutto ci che abbiamo realizzato in otto anni di fati-ca!

    I brontolii della delegazione sostenevano la sua accusa. Noi, l'ampio gesto comprendeva tutte le persone assembrate dietro di lui, vogliamo che quella cosa muoia. L'avete tenuta in vita abbastanza per studiarla. For-za, gente. Sappiamo cosa dobbiamo fare! Con un'ultima occhiata brucian-te di amarezza rivolta ai due biologi, Tubberman si volse facendosi largo tra la gente con violenti spintoni. Il fuoco la uccider!

    Furibondo, si allontan seguito dai compagni. Non importa quel che faranno, Paul, disse Mar Dook, trattenendo Paul

    Benden dal rincorrere Ted. Quella cosa adesso moribonda ormai. Con-segna pure il cadavere per vendicare i loro sentimenti feriti. Noi abbiamo quasi finito con gli esami. Si strinse stancamente nelle spalle. Per quel che servono, poi.

    Cio?, chiese Paul incoraggiandolo a proseguire. Con un gesto, Mar Dook e Phas invitarono Paul ed Emily a rientrare ne-

    gli uffici dove Pol, Bay e le due genetiste erano ancora intenti a scrivere le loro annotazioni.

    Con aria stanca, Mar Dook si sfreg il volto, dalla carnagione olivastra fattasi quasi grigia, mentre si metteva a sedere su un tavolo ingombro di nastri e contenitori di vetrini.

    A tutt'ora sappiamo che la sua struttura si basa sul carbonio, e che pos-siede proteine di vaste dimensioni che passano da uno stato all'altro e pro-ducono movimento, nonch altre proteine che attaccano e fagocitano una variet incredibile di sostanze organiche. quasi come se questa creatura fosse stata progettata specificamente per contrastare la nostra specie.

    Mi fa piacere abbia hai tenuto queste cose per te, disse Emily mentre con un'occhiata di sbieco al di sopra della spalla carpiva l'ultima immagine del gruppo che si allontanava prima che la porta si richiudesse su di esso.

  • Mar Dook, come puoi pensare una cosa del genere?, disse Paul, po-sando entrambe le mani sulle spalle del biologo spossato. Pu essere pe-ricoloso, questo s... ma concepito per uccidere noi?

    soltanto un'idea, replic Mar Dook, con un'aria alquanto impacciata. Phas suggerisce un'ipotesi ancora pi bizzarra.

    Phas si schiar la voce nervosamente. Beh, visto che piombato gi dal cielo cos inaspettatamente, chiss

    che non possa trattarsi di un'arma intesa a preparare il terreno per un'inva-sione! Paul ed Emily lo fissavano attoniti, ma consapevoli dello sbuffo di disapprovazione di Bay e dell'espressione divertita di Kitti Ping. Non un'interpretazione illogica, sapete. La preferisco all'ipotesi di Bay, secondo la quale questo sarebbe solo l'inizio di un ciclo vitale. Tremo all'idea di quel che ne potrebbe seguire.

    Paul ed Emily si guardarono attorno sconcertati da una tale possibilit. Pol Nietro si alz allora dalla sedia e si schiar la voce, con un'espressione tollerante sul volto rotondo.

    Un'ipotesi simile la ritroviamo anche nei racconti dell'Era delle Reli-gioni, Mar, disse Pol con un sorriso. Rivolse quindi alla moglie uno sguardo di scusa e not un sorriso rassicurante sul volto di Kitti Ping. Si sent rincuorato. A mio avviso, molto improbabile. Se il ciclo vitale ha prodotto forme ostili, dove sono i discendenti o le successive metamorfo-si? La squadra dei CEV pu aver sbagliato nel considerare innocue le macchie circolari sul terreno, per non ha scoperto nessun'altra forma di vita incongrua.

    Quanto all'ipotesi di un'invasione dallo spazio esterno, ogni altro piane-ta di questo settore dello spazio si rivelato ostile alle forme di vita basate sul carbonio. Pol cominci ad accalorarsi nell'esporre la propria teoria, e scorse Emily un po risollevata dallo shock provocatole dalle altre rivela-zioni. E noi stessi abbiamo stabilito che quello, punt il pollice verso il cubo appannato, basato sul carbonio. Sicch questo lo limiterebbe pi o meno a questo sistema. E noi scopriremo come. La foga con la quale Pol aveva fornito la sua spiegazione pareva avergli succhiato l'ultima scintilla di energia, e lo scienziato si appoggi stancamente all'alto banco del labo-ratorio. Io credo d'aver ragione. Ad ogni modo, ventilare le ipotesi peg-gior dai dati che abbiamo raccolto, ha avuto se non altro l'effetto di 'rasserenare' l'aria, per cos dire. Quindi alz appena le spalle come per scusarsi, e sorrise con speranza a Phas e Bay.

    Io continuo a pensare che abbiamo trascurato qualcosa nelle nostre in-

  • dagini, disse Phas scuotendo la testa. Qualcosa di ovvio e d'importante. Nessuno riesce a conservare la perfetta lucidit dopo quaranta ore di

    lavoro a pieno ritmo, disse Paul scrollando una spalla di Phas per rassicu-rarlo. Daremo un'occhiata ai tuoi appunti dopo che ti sarai riposato ed a-vrai mangiato qualcosa, lontano da questo fetore. Jim, Emily ed io, aspet-teremo qui la delegazione di Ted. Quella gente stravolta. Sospir. Non che intenda biasimarli. Il dolore improvviso sempre uno shock. Tuttavia, personalmente ritengo che dovremmo prepararci al peggio. Visto che voi stessi avete suggerito diverse ipotesi alternative tutte egualmente disastro-se, non dovremmo sorprenderci di qualunque cosa possa accadere. E dob-biamo essere pronti a ridurne gli effetti sugli insediamenti.

    Paul ascolt il parere di uno degli psicologi che suggeriva di alleggerire le tensioni provocate dalla rabbia dei colpiti attraverso quello che defin 'un rogo rituale'. Sicch, quando Ted Tubberman ed i suoi sostenitori tor-narono a richiedere il cubo, l'Ammiraglio e gli altri si fecero da parte la-sciando che le fiamme lo divorassero. Il puzzo che ne risult, plac l'ira di molti e contribu ad affrettare la dispersione dell'assembramento. Soltanto Ted e pochi altri restarono a guardare le ceneri che si raffreddavano.

    Lo psicologo scosse lentamente la testa. Credo proprio che dovr tenere d'occhio Tubberman per qualche tem-

    po, disse a Paul ed Emily. evidente che questo atto non valso a le-nirgli il dolore.

    Il mattino dopo, di buon'ora, i telescopi furono orientati verso il pianeta eccentrico. Secondo Ezra Keroon, il suo aspetto rossastro era dovuto ai turbini di polvere tratti dai margini del sistema. Malgrado non vi fossero prove, tra gli osservatori era diffusa la sensazione che quel pianeta fosse in qualche modo responsabile del disastro.

    Nel corso della giornata, il gruppo di Kenjo scopr le tracce di una Cadu-ta precedente abbattutasi sull'Isola Ierne. La cosa fu confermata dal rac-conto di un testimone il quale per ricordava un violento acquazzone carat-terizzato dalla cascata di granelli neri piuttosto che di Fili. Un esploratore inviato nel continente settentrionale rifer della presenza di tracce che atte-stavano la recente distruzione estesa alla penisola orientale.

    Questa scoperta fece svanire del tutto la vana speranza che la Caduta fosse unica o comunque circoscritta ad un'area specifica. Il riesame poi delle fotografie trasmesse dalla sonda dei CEV, non contribu per nulla ad allentare la tensione, in quanto i fax mostravano incontrovertibilmente che la Caduta risalente a duecento anni prima era stata largamente diffusa su

  • tutto il pianeta. Gli studiosi pensavano che l'evento doveva essersi verifica-to appena prima dell'arrivo della Squadra. L'esigenza di conoscere l'esten-sione e la frequenza delle Cadute cresceva con angoscia sempre maggiore.

    Per fugare paura e tensione, Betty Musgrave-Blake e Bill Duff si dedica-rono ad un nuovo ed attento esame dei dati botanici originali raccolti dalla prima esplorazione. Ted Tubberman era l'unico botanico esperto soprav-vissuto, ma purtroppo trascorreva intere giornate a rintracciare ogni guscio dei Fili che a sera bruciava in roghi liberatori. Gli psicologi continuavano a sorvegliare attentamente il suo comportamento anomalo.

    Basandosi sui dati originali, Betty e Bill calcolarono un intervallo di duecento anni tra un'incursione e l'altra, accordando un lasso di tempo va-riante da dieci a quindici anni alla rigenerazione della vegetazione sulle chiazze circolari danneggiate, e basandosi sull'et di alcuni degli alberi pi grossi poco prima o durante la precedente Caduta. Betty esib le loro con-clusioni presentandole in una luce del tutto positiva, con l'intento di inge-nerare un senso di ottimismo. Non fu tuttavia in grado di fornire una rispo-sta al quesito d'importanza vitale relativo alla durata della pioggia mortale.

    Animato dal proposito di smontare la teoria sostenuta da Mar di un dise-gno premeditato, o quella di Phas, ugualmente inquietante, sul preannunzio di un'invasione, Ezra Keroon trascorse tutto il giorno al terminal collegato al cervello centrale del computer situato sulla Yokohama.

    I suoi calcoli confermarono al di l di ogni dubbio che il pianeta eccen-trico aveva un'orbita di 250 anni. Esso per transitava nel sistema interno soltanto per un breve periodo di tempo, nella stessa maniera in cui la Co-meta di Halley visitava periodicamente il Sole. Era veramente assurdo ne-gare che vi fosse una connessione, e, dopo aver consultato Paul ed Emily, Ezra programm una delle poche sonde ancora disponibili sulla Yokohama per circumnavigare il pianeta e scoprirne la composizione nonch, in special modo, i componenti dell'involucro apparentemente gassoso.

    Tutti i rilievi effettuati dalla sonda sarebbero stati presentati alla comuni-t non appena disponibili, senza tenerne nascoste le temibili implicazioni; ma, prima di sera, si erano gi diffuse parecchie interpretazioni allarmanti. I membri pi responsabili cercarono accanitamente di calmare quelli che pi facilmente si abbandonavano al panico.

    Poi Kenjo, estremamente perplesso, si mise in contatto con Betty comu-nicandole un'osservazione particolarmente inquietante. La donna inform immediatamente Paul ed Emily e, con prudente discrezione, fu combinata una riunione con coloro che ancora riuscivano a discutere della situazione

  • con fredda lucidit. Voi tutti sapete che ho seguito il percorso della Caduta per tracciare

    una mappa delle aree disastrate, cominci Kenjo. Ebbene, in un primo momento, non mi ero reso conto di ci che avevo visto, poi la cosa si ri-petuta abbastanza spesso da farmi capire che qualcosa mancava. S'inter-ruppe, quasi si preparasse ad un rimprovero o all'incredulit altrui. Io non credo che tutti i Fili siano morti. E Tubberman non impazzito pi di quanto lo sia io. Nella maggior parte dei luoghi attaccati ci sono i gusci! Ma, in nove dei cerchi che ho perlustrato - ed ho atterrato per essere certo di non sbagliarmi - non vi erano gusci. Cos dicendo, fendette l'aria con entrambe le mani. Niente. E quei nove circoli erano isolati, non rientra-vano in un raggruppamento, e l'area - devastata - non era estesa come al solito. Gli occhi di Kenjo si posarono a turno su ciascuna delle facce serie che lo attorniavano. Ho visto ed osservato. Ho anche i filmati.

    Bene, disse Pol con uno stanco sospiro mentre dava dei piccoli colpi con aria assente sulle mani incrociate della moglie, seduta al tavolo accan-to a lui. un dato biologico consistente che per perpetuare una specie molti sono quelli che si presentano ma pochi vengono scelti. Forse il viag-gio attraverso lo spazio deteriora buona parte degli organismi. Beh, mi ri-solleva il pensiero che soltanto pochi riescano a prosperare ed a sopravvi-vere. S, la cosa ha pi senso. Preferisco questa tesi a quelle che sono state divulgate finora.

    D'accordo, ma cosa diventano nella successiva metamorfosi?, riflett Bay ad alta voce, con aria depressa. Talvolta aver ragione comportava un diverso tipo di fallimento.

    Sar meglio scoprirlo, afferm Paul guardandosi attorno in cerca di approvazione. Ce n' qualcuno da queste parti, Kenjo? Il pilota ne indic la posizione sulla carta, e Paul annu. Bene. Allora, Phas, Pol, Bill, Ezra, Bay ed Emily: allontanatevi da Approdo a bordo di piccole slitte, senza da-re nell'occhio. Cerchiamo di evitare il levarsi di un'altra ondata di assurdi-t. Poi tornate qui con i dati al pi presto.

    Paul mand Betty a casa col figlioletto in fasce dicendole di riposare. Fece quindi chiamare Boris Pahlevi e Dieter Clissman incaricandoli di ela-borare un programma completo per analizzare al computer i dati man ma-no che continuavano ad arrivare. Paul e Ongola rimasero in ansiosa attesa degli altri esperti prossimi a ritornare.

    Pol, Bay e Phas furono i primi a rientrare, recando notizie un po pi in-coraggianti.

  • Tutti gli insetti, le larve e le forme lumacoidi che abbiamo rinvenuto in quei luoghi, rifer Phas, sembrano abbastanza innocue. Alcune di esse sono gi state catalogate, ma, aggiunse stringendosi nelle spalle, abbia-mo appena iniziato ad identificare le creature di questo pianeta ed il ruolo che svolgono nella sua ecologia. Kenjo ha fatto benissimo a metterci in al-larme. chiaro che alcuni dei Fili sopravvivono per propagarsi, sicch la teoria di Bay finora quella pi plausibile. Phas appariva risollevato. certo per che non riposer tranquillamente fino a quando non avremo scoperto l'intero ciclo vitale.

    Nel tardo pomeriggio del terzo giorno successivo alla prima Caduta, una chiamata quasi isterica giunse da Wade Lorenzo che si trovava a Sadrid nella Provincia di Macedonia. Jacob Chernoff, che ricevette la comunica-zione, si mise immediatamente in contatto con Ongola e Paul nella sede amministrativa.

    Dice che arriva direttamente sul mare, proprio verso di lui, Signore. Il suo fondo situato a venti gradi direzione ovest. Ce l'ho ancora in linea sul canale trentasette.

    Paul raccolse il ricevitore e si colleg sul canale indicato, localizzando, nello stesso istante, il fondo costiero di Sadrid sulla grande carta continen-tale.

    Faccia in modo che tutti siano al riparo sotto della plastica siliconica, ordin. Usate il fuoco per bruciare i Fili dove colpiscono il suolo. Ricor-rete alle torce se necessario. Avete dei draghetti?

    Attraverso il ricevitore si udiva perfettamente il respiro profondo dell'uomo che lottava per conservare il controllo di s. S abbiamo dei draghetti, Signore, e anche due lanciafiamme: li abbiamo usati per radere al suolo i cespugli. Pensavamo si trattasse semplicemente di un brutto ac-quazzone, poi abbiamo visto che i pesci mangiavano quella roba. Non po-tete venire?

    Saremo l al pi presto possibile! Paul disse a Jacob di non parlare a nessuno della nuova Caduta. Non desidero certo causare pi panico di quanto ce n' gi, Signore,

    convenne Jacob. Paul accenn un breve sorriso al ragazzo, poi fece il numero di Jim Til-

    lek alla capitaneria di porto della Baia di Monaco. Si inform se vi fossero pescherecci a sudovest, nelle vicinanze di Sadrid.

    Oggi no. Qualche problema? Ce l'aveva messa tutta perch il suo tono suonasse casuale. Inutile.

  • Puoi correre qui alla sede amministrativa senza attirare l'attenzione? Ongola guard la carta aggrottando le ciglia, mentre i suoi occhi guizza-

    vano dalla Macedonia al Delta. Il tuo fondo sul Fiume Boca non dista molto da Sadrid, disse rivolgendosi all'Ammiraglio.

    L'ho notato. Paul si colleg sul canale che comunicava col suo fondo e con frasi concise inform la moglie delle spiacevoli novit e la istru sul-le precauzioni da adottare. Ju, potrebbe non raggiungerci ma ...

    Sempre meglio cautelarsi contro cose del genere, non vero? Paul accolse con orgoglio la sua calma reazione. Ti dar un aggiorna-

    mento della situazione non appena ne avremo saputo di pi. Secondo i cal-coli, dovresti avere almeno un'ora di vantaggio se arrivata a Sadrid. Sar l appena possibile. Ma forse Boca troppo a nord per essere colpita. Que-sta roba sembra cadere secondo una traiettoria sudoccidentale.

    Chiedile se i draghetti si comportano normalmente, sugger Ongola. Prendono il sole come sempre a quest'ora del giorno, rispose Ju. Li

    terr d'occhio. vero che avvertono in anticipo la Caduta? Ongola dice di s. Verificheremo pi tardi, Ju. Mi sono gi messo in contatto con i Logoride in Tessaglia, disse On-

    gola. Potrebbero trovarsi sul percorso. Non sarebbe il caso di avvertire anche Caesar al Fondo di Roma? Ha tutto quel bestiame!

    Per stato abbastanza intelligente da costruire ripari di pietra. Ad ogni modo chiamalo ugualmente e dopo guarda un po se Boris e Dieter hanno inserito il nuovo programma. Maledizione! Se solo riuscissimo a sapere quando inizia e a quale velocit si sposta..., mormor Paul nervosamente. Io organizzer il trasporto. Quindi compose il numero del Dipartimento di Ingegneria e chiese di Kenjo.

    Altri Fili? A che distanza?, domand Kenjo. Sadrid? Venti gradi? Ho qualcosa che ci far essere l in poco pi di un'ora. Il tono solitamente freddo di Kenjo era riscaldato da un barlume di eccitazione. Fulmar ha collocato dei razzi ausiliari su una delle slitte. Secondo lui possiamo rag-giungere i settecento chilometri orari, anche a pieno carico. E ancora di pi se voliamo leggeri.

    Dovremo caricare il maggior numero possibile di lanciafiamme, oltre alle scorte d'emergenza. Useremo cilindri all'HNO3: sar come sparare contemporaneamente fuoco e acqua sui Fili. Pol e Bay non pesano ecces-sivamente, e saranno preziosi in qualit di osservatori. Abbiamo bisogno di un medico almeno, una coppia di infermiere, pi Tarvi, Jim ed io. Otto in tutto. D'accordo, allora, siamo subito da te. Paul si volse ad Ongola.

  • Niente? Dato che non possiamo dir loro quando iniziata la Caduta vogliono

    sapere almeno quando finir, disse Ongola. Pi dati forniremo, pi accu-rati saranno ... la prossima volta. Sono anch'io tra gli otto?

    Dispiaciuto, Paul scosse la testa. necessario che tu stia qui nel caso si crei nuovamente del panico. Maledizione, dobbiamo organizzarci anche per questo!

    Ongola sbuff. Paul Benden era gi una leggenda per l'altissima effi-cienza dell'organizzazione e del controllo delle situazioni di emergenza. Non erano trascorsi pi di venti minuti dalla prima telefonata di allarme, quando la coppia di scienziati, l'equipaggio e il carico, furono a bordo della slitta potenziata. Quando Ongola ud il rombo attutito dei motori, il velivo-lo gi sfrecciava nell'aria e presto scomparve alla vista.

    Kenjo spinse la slitta al massimo della velocit, mentre i passeggeri era-no saldamente assicurati dalle cinture di sicurezza. Sorvolarono la punta verdeggiante della penisola vergine oltre il Fiume Giordano, quindi si spo-starono sul mare aperto dove la turbolenza delle sporadiche ma violente burrasche rendeva ancor pi disagiato il volo, gi di per s scomodo, sopra un veicolo non progettato per simili prestazioni.

    Nessuna traccia del fronte d'inizio della Caduta. Una met della nube in direzione sud costituita da burrasche, disse Paul, alzando gli occhi dallo schermo e sfregandoseli energicamente. Forse, aggiunse piano, quelle burrasche hanno salvato Sadrid.

    Malgrado la velocit eccessiva, il viaggio, per lo pi al di sopra del ma-re, sembrava continuare all'infinito. D'improvviso Kenjo rallent la corsa. Il mare divenne una piccola macchia a tribordo mentre, a sinistra, la vasta estensione di terra che si approssimava, era a stento visibile attraverso l'of-fuscamento della bufera. Il sole squarci le nuvole per risplendere impar-zialmente sulla vegetazione lussureggiante e i sentieri rasi.

    Non un buon vento, osserv Jim Tillek indicando il mare, agitato pi dall'attivit sottomarina che non dalla brezza. Oh, a proposito, prima di lasciare la Baia di Monaco, ho mandato i nostri amici pinnati a vedere se scoprivano qualcosa.

    Buon Dio!, esclam Bay premendo la faccia contro il tettuccio di spessa plastica. Non possono essere arrivati cos in fretta!

    Non credo, replic Jim sogghignando, ma i pesci locali stanno ban-chettando.

    State seduti!, grid Kenjo controllando a fatica la barra di comando

  • della slitta. Se i delfini riescono a scoprire dove iniziata ... Dati: ecco cosa serve a

    Boris e Dieter. Paul riattiv lo schermo anteriore. Sadrid non ha avuto poi tanta fortuna, aggiunse accigliandosi. Proprio come se qualcuno a-vesse rasato via la vegetazione dal terreno con un coltello rovente, mor-mor con un filo di voce distogliendo lo sguardo. Portaci gi al pi pre-sto, Kenjo!

    stato il vento, disse Wade Lorenzo alla squadra di soccorso. Il ven-to ci ha salvati, ed anche la tempesta. Veniva gi abbondante, ma era ac-qua, non Fili. No, stiamo benone, assicur, accennando ai draghetti appo-stati sui tetti. Loro ci hanno salvati, proprio come ho sentito che hanno fatto ad Approdo. In quel momento i bambini pi piccoli furono condotti fuori da uno degli edifici pi grandi, con gli occhi spalancati dalla paura mentre ci guardavano attorno. Non sappiamo per se Jiva e Bahka stanno bene. Erano a pesca. Con un gesto di speranza accenn ad occidente.

    Se sono andati a nordovest hanno avuto delle buone possibilit, gli disse Jim.

    Ma noi siamo rovinati, aggiunse Athpathis. La faccia dell'agronomo era un quadro di totale disfatta mentre indicava campi e frutteti devastati.

    Abbiamo ancora moltissime piante da semina ad Approdo, lo confort Pol Nietro, manifestandogli la sua partecipazione con goffe pacche sulle spalle. E con questo clima si possono ottenere parecchi raccolti in un an-no.

    Torneremo pi tardi, disse Paul aiutando a scaricare i lanciafiamme. Jim, vuoi occuparti tu del rastrellamento qui? Sai cosa fare. Noi dobbia-mo seguire la Caduta fino alla sua conclusione. Ecco, prenda, Wade! Car-bonizzate quei bastardi!

    Ma Ammiraglio..., cominci a dire Athpathis, col bianco dei grandi occhi spaventati ancor pi luminoso in contrasto col volto imbrunito dal sole.

    Ci sono altri due fondi sul percorso di questa Caduta, disse Paul ri-montando sulla slitta e serrandone il portello.

    Andiamo dritti al tuo podere, Paul?, domand Kenjo facendo decolla-re la slitta.

    No, voglio andare prima a nord. Vediamo se riusciamo a trovare Jiva e Bahka. E a delimitare i confini della caduta.

    Non appena ebbe sollevato la slitta, Kenjo azion il razzo ausiliario spingendo i passeggeri contro lo schienale dei sedili. Ma, quasi immedia-

  • tamente, ridusse la velocit alla potenza normale. Credo che il tuo terreno sia salvo, Paul.

    Istantaneamente, l'Ammiraglio incoll gli occhi allo schermo e, con in-credibile sollievo, scorse la vegetazione lungo la spiaggia muoversi al ven-to della bufera. Rassicurato, riusc a concentrarsi sul da farsi.

    Incredibile! Sembra che la Caduta si arresti di colpo, disse Bay con stupore.

    per via della pioggia, credo, osserv Pol mentre allungava il collo per guardare fuori dal tettuccio in siliplex. E, guardate, quella non una vela arancione?

    Paul alz gli occhi dallo schermo con un sorriso stanco. Gi, e sembra intatta. Segna la posizione, Pilota Fusaiyuki, e voliamo da Caesar a tutta velocit. Cos dicendo, si sistem pi comodamente sul sedile afferran-done saldamente i braccioli.

    S, subito, Ammiraglio. Ancora una volta i sei passeggeri subirono gli effetti della velocit e del-

    la brusca decelerazione di Kenjo, il quale stavolta comp una virata a ba-bordo tale che la slitta parve avvitarsi sulla sua stessa coda.

    Ho segnato la posizione, Ammiraglio. Attendo ordini. Un fremito involontario corse lungo la schiena di Paul Benden, il quale

    sper fosse dovuto pi alla manovra inaspettata del pilota che non allo stile militare del suo linguaggio.

    Seguiamo la traiettoria e calcoliamo l'ampiezza. Io contatter gli altri Fondi per avvertire del cessato allarme.

    Paul Benden si colleg dapprima con sua moglie per riferirle un breve resoconto dei fatti, approfittandone per fissare bene nella mente i particola-ri e, al tempo stesso, apprenderne di nuovi da lei.

    Devo mandare una squadra in aiuto?, domand la donna. La relazio-ne sull'attacco ad Approdo dice che spesso quella roba dev'essere bruciata per morire.

    Fa venire Johnny Greene e Greg Keating con la slitta pi veloce. Ci so-no altri lanciafiamme da utilizzare.

    Altre persone si offrirono di mandare i proprio figli, e Paul accett la lo-ro collaborazione. Anche Caesar Galliani mand suo figlio, chiedendo pe-r che rientrasse in tempo per mungere la grande mandria di Roma.

    Ho fatto bene, non vero, disse il veterinario ridacchiando, a faticare tanto per costruire case e stalle di pietra?

    Hai fatto benissimo, Caesar.

  • Non c' nulla di meglio dei muri di pietra per sentirti al sicuro. I ragazzi partiranno non appena mi avrai dato la posizione. Ci terrai al corrente, ve-ro, Ammiraglio?

    Paul sussult a quel secondo uso inconscio del grado che fino a qualche anno prima era stato suo. Dopo sette anni vissuti dedicandosi all'agricoltu-ra da civile, non aveva nessuna voglia di riassumere la responsabilit del comando. Poi il suo sguardo fu attratto dai cerchi della distruzione, il cui disegno visto dall'alto si delineava spaventosamente netto sul terreno. Strie di vegetazione intatta li attraversavano laddove la pioggia aveva fatto an-negare i Fili prima che toccassero la superficie. La pioggia e i draghetti! Ben fragili alleati contro quella devastazione! Se fosse riuscito a trovare il modo di ... Paul interruppe quella catena di pensieri. Non era al comando, e non desiderava essere obbligato ad assumerlo. C'erano uomini pi giova-ni, idonei a caricarsi di quell'onere.

    Secondo i miei calcoli, la Caduta copre un raggio di cinquanta klick, Ammiraglio, annunci Kenjo. Paul si accorse che gli altri si stavano con-sultando silenziosamente sui particolari.

    La vegetazione presso i recinti si sta disintegrando, disse Bay con an-sia, incrociando lo sguardo di Paul. La pioggia non basta.

    Aiuta, le rispose Tarvi, ma anche lui volse lo sguardo a Paul. Dei rinforzi stanno arrivando dalla Tessaglia e da Roma. Bruceremo i

    Fili dove sar necessario sulla via di ritorno a Sadrid. Atterra dove puoi, Kenjo. Approdo ha bisogno di conoscere i particolari che abbiamo raccolto oggi. Vogliono dei dati, e li avranno.

    Quando tutti i cilindri di HNO3 furono esauriti, altrettanto esausti erano gli uomini impegnati nell'operazione. Pol e Bay avevano seguito diligen-temente le squadre munite di lanciafiamme, raccogliendo appunti sullo schema di diffusione del materiale filiforme, grati che l'attivit meteorolo-gica avesse bene o male limitato la portata della devastazione. Alla fine Paul ringrazi gli uomini giunti da Roma e dalla Provincia della Tessaglia e disse a Kenjo di condurli a Sadrid ad una velocit ragionevole, per passa-re a prendere Jim Tillek.

    Sicch dobbiamo armarci di lingue di fuoco per combattere questa mi-naccia che incombe sul nostro caro e generoso pianeta, disse Tarvi a Paul con voce sommessa quando finalmente puntarono a est verso la notte im-minente. Sadrid sar al sicuro adesso?

    Basandoci sul presupposto che un fulmine non cade mai nello stesso posto? Il tono di Paul era ironico. Non possiamo promettere nulla, Tarvi.

  • Tuttavia spero che Boris e Dieter ci diano presto qualche risposta. Ci detto, si rivolse a Pol con aria preoccupata. Non possibile che cada cos a casaccio, non vero?

    Preferisci pensare che obbedisca ad un programma predeterminato? No, Paul, abbiamo stabilito che abbiamo a che fare con un organismo irra-gionevole e dotato di un appetito vorace. privo di un'intelligenza com-prensibile, disse Pol, stringendo e subito allentando i pugni, sorpreso dal proprio fervore, n presenta tracce di sensibilit. Personalmente continuo a preferire la teoria di Bay che ipotizza un ciclo vitale costituito da due o tre diversi stadi di evoluzione. E, ammesso che questa tesi corrisponda alla realt, anche in tal caso vi una possibilit assai remota che l'intelligenza si sviluppi allo stadio pi avanzato.

    Gli wherry?, disse Tarvi scherzosamente. No, per carit, non essere ridicolo. Sappiamo per certo che discendono

    da un'anguilla marina, un antenato che dividono con i draghetti. I draghetti ci hanno aiutato pi di quanto avessi mai potuto immagina-

    re, ammise Tarvi. Sallah insiste col dire che sono dotati di un elevato li-vello d'intelligenza.

    Pol: tu o Bay avete tentato di misurarne il quoziente intellettivo durante il trattamento telepatico?, domand Paul Benden.

    No, non proprio, replic Pol. Non ce n' stato bisogno una volta di-mostrato che un'empatia potenziata li rendeva pi docili. Abbiamo dato la precedenza ad altre cose.

    Adesso ogni precedenza va riservata alla conoscenza dei parametri di questa minaccia, mormor Paul. Un po di riposo far bene a tutti.

    Dopo che la squadra di soccorso fu rientrata ad Approdo, fu impossibile negare che vi era stata una nuova incursione. Malgrado lo stretto riserbo sul viaggio a Sadrid, la diffusione della notizia fu inevitabile.

    L'unica cosa positiva, disse Paul ad Emily mentre consumavano il pa-sto preparato in tutta fretta, stato il fatto che la Caduta si sia verificata abbastanza lontano da qui.

    Non disponiamo ancora di dati sufficienti per stabilire la frequenza o le probabili traiettorie della Caduta,