Angela, Piero - Da Zero A Tre Anni, La Nascita Della Mente.pdf

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PREFAZIONE II cervello del bambino è come una scacchiera. All'inizio qualunque partita è teoricamente possibile, qualunque mossa brillante è ipotizzabile. Poi, quando si cominciano a muovere i pezzi, le combinazioni iniziali via via diminuiscono e il gioco comincia a « strutturarsi » in un certo modo. Se le mosse iniziali sono appropriate e l'impianto del gioco è ben sviluppato, la partita è ben avviata; ma se le mosse iniziali sono sbagliate sarà estremamente difficile risollevare le sorti del gioco. Lo svantaggio dovuto a una cattiva impostazione sarà difficilmente recuperabile. Nel cervello del bambino avviene qualcosa di analogo. Durante i primi anni, le « mosse » sono quelle fatte dai genitori, dalla madre in particolare, che è la prima maestra vera. Solo al momento dell'ingresso nella scuola il cervello verrà consegnato all'insegnante, il quale si troverà di fronte a una partita già molto avanzata, con una disposizione di pezzi che finirà per determinare in buona parte il futuro andamento del gioco. Certo, nulla è mai perso e nulla è mai vinto. Però in pratica diventerà sempre più difficile

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  • PREFAZIONE II cervello del bambino come una scacchiera. All'inizio qualunque partita teoricamente possibile, qualunque mossa brillante ipotizzabile. Poi, quando si cominciano a muovere i pezzi, le combinazioni iniziali via via diminuiscono e il gioco comincia a strutturarsi in un certo modo. Se le mosse iniziali sono appropriate e l'impianto del gioco ben sviluppato, la partita ben avviata; ma se le mosse iniziali sono sbagliate sar estremamente difficile risollevare le sorti del gioco. Lo svantaggio dovuto a una cattiva impostazione sar difficilmente recuperabile. Nel cervello del bambino avviene qualcosa di analogo. Durante i primi anni, le mosse sono quelle fatte dai genitori, dalla madre in particolare, che la prima maestra vera. Solo al momento dell'ingresso nella scuola il cervello verr consegnato all'insegnante, il quale si trover di fronte a una partita gi molto avanzata, con una disposizione di pezzi che finir per determinare in buona parte il futuro andamento del gioco. Certo, nulla mai perso e nulla mai vinto. Per in pratica diventer sempre pi difficile

  • cambiare le sorti della partita e recuperare il terreno perduto. Questo esempio, sia pure in modo approssimativo, permette di capire l'importanza dei primi anni di vita, durante i quali il bambino offre la sua pasta cerebrale ancora intatta alla manipolazione di chi gli accanto, affidandogli cos la costruzione della sua mente. Alla nascita tutti i bambini sono uguali, nel senso che il loro cervello vuoto di esperienze, di idee : essi dispongono di un patrimonio genetico diverso (frutto di agganci casuali di molecole selezionati in miliardi di anni) ma la loro linea di partenza culturale la stessa. l'unico momento della vita, del resto, in cui si trovano su un piede di uguaglianza. Non importa se sono figli di un muratore o di un avvocato, di un intellettuale o di un analfabeta : dai loro genitori hanno ereditato solo i cromosomi, cio solo un substrato biologico. Un uomo pu studiare tutta la vita filosofa, oppure mungere tutto il giorno mucche, non per questo suo figlio nascer pi o meno intelligente di quanto gli consenta il suo patrimonio genetico cio le potenzialit mentali derivanti dalla qualit delle sue cellule nervose. La cultura non entra

  • nei cromosomi, cos come non entra alcun altro carattere acquisito. Nessuno nasce con la cicatrice dell'appendicite: allo stesso modo nessun bambino, nascendo, conserva traccia dei libri letti dal padre. Vi quindi alla nascita un'uguaglianza che si basa proprio sul vuoto pneumatico dell'intelletto, sulla mancanza assoluta di costruzioni mentali; queste verranno stimolate solo attraverso i materiali che l'ambiente metter a disposizione del bambino. All'inizio, dicevamo, esistono solo dei pezzi bene allineati sulla scacchiera. Le diversit di gioco cominceranno per a delinearsi ben presto, man mano che le prime mosse verranno effettuate. La partita estremamente importante: la posta in gioco lo sviluppo mentale del bambino. Ma chi insegna alla madre a diventare una buona giocatrice? Che cosa trova una madre tornando a casa dalla maternit col suo adorabile batuffolo umano avvolto nelle coperte di lana? Forse qualcuno che la consigli sul modo migliore di sviluppare quei preziosissimi duecentocinquanta grammi di cervello che il neonato possiede all'interno della minuscola scatola cranica, e che rappresentano la fantastica pasta vergine sulla quale

  • costruire giorno per giorno la sua personalit, la sua intelligenza, il suo avvenire d'uomo? In pratica, lo sappiamo, questo ruolo cos delicato lasciato in gran parte all'istinto materno, alla capacit innata (e culturale) che ha una madre di educare il suo bambino. L'aiuto che essa riceve per allevare il piccolo in generale limitato ai consgli sul come aver cura dei due buchi principali (certo essenziali) di ingresso e di uscita del neonato. Intere industrie, con giri d'affari di miliardi, lavorano a pieno ritmo per riempirli da una parte e accogliere gli scarti dall'altra: pappe e pannolini, omogeneizzati e talco profumato rappresentano il mondo dorato della prima infanzia. L'igiene e la nutrizione sono aspetti molto importanti: ma lo sviluppo cerebrale non lo certo di meno. Ora, una vera rivoluzione in corso per quanto riguarda la scoperta dei meccanismi del cervello umano, e in particolare per quanto riguarda la nascita della mente nel bambino : si cominciano ad intravedere chiaramente le leggi biologiche che regolano lo sviluppo mentale, e si pu oggi misurare la grande influenza dell'ambiente nei primi anni di vita. Le differenze nel quoziente di

  • intelligenza che si possono rilevare al momento dell'ingresso nella scuola, esistono gi all'et di tre anni e anche prima: ci significa che nel primo periodo di vita (e quindi soprattutto con la madre) che il bambino costruisce la sua attitudine a imparare, immaginare, esplorare, capire. In questo periodo egli riceve l'impronta di base che conter non solo per la sua capacit di amare il prossimo e di avere uno sviluppo psichico equilibrato, ma anche per quella di interessarsi alle cose, di memorizzare, di attivare i suoi circuiti cerebrali, e di sviluppare, in definitiva, la sua intelligenza e la sua creativit. Esperimenti e ricerche hanno mostrato che questa graduale costruzione della mente comincia fin dal primo giorno di vita, e che il bambino alla nascita un miliardario del cervello, molto pi precoce e sensibile di quanto i genitori non pensino, pronto a modellarsi su tutto ci che esiste intorno a lui. Una vera rivoluzione in corso nel modo di vedere lo sviluppo mentale: la famiglia e lo Stato dovranno tenerne conto, e rivedere molte vecchie idee. In questo libro io ho cercato di allargare il discorso iniziato con una serie di inchieste televisive,

  • relaborando in un quadro pi vasto il materiale raccolto in tutto il mondo nel corso di incontri e conversazioni con alcuni dei pi famosi psicologi, biologi, neurologi, fisiologi, biochimici che studiano lo sviluppo del cervello nel primo periodo di vita. E ho cercato di raccontare in modo estremamente chiaro che cosa accade nella mente del bambino durante i primi tre anni di vita, per aiutare ogni madre a essere pi consapevole del suo importantissimo ruolo. Nell'ultima parte del libro ho cercato di mostrare come la stratificazione sociale cominci gi nel primo periodo di vita (e come sia necessario agire molto prima di quanto non si faccia oggi per modificare le cose), e ho infine affrontato il problema dell'educazione in modo poco convenzionale, partendo da una realt biologica che dobbiamo deciderci ad accettare: il bambino (come l'uomo) non libero , ma soggetto ai condizionamenti dell'eredit e dell'ambiente. Nessuno alla nascita pu scegliere i propri cromosomi o l'ambiente che lo circonda. Credere che un bambino possa crescere libero significa abbandonarlo ad altri condizionamenti, casuali. L'unica sua difesa consiste nello

  • sviluppare la qualit pi tipicamente umana: l'immaginazione. Un'immaginazione che possa salvarlo anche dal collasso planetario minacciato dal demenziale aumento della popolazione e dai saccheggi ambientali, di cui parleremo nella conclusione del libro. Il futuro si presenta infatti, per il neonato, come una terribile sfida mentale, che pu essere affrontata soltanto con la pi urgente delle rivoluzioni : quella del cervello. Questo libro non dedicato soltanto alle madri, ma a tutti. Esso pu anche essere visto in un modo completamente diverso : cio come la storia della nascita della mente, del passaggio dalla molecola all'uomo pensante. un taglio che ho tenuto sempre presente nella stesura e riemerge di continuo tra le righe. Credo infatti che osservare da vicino i meccanismi dello sviluppo mentale permetta di cogliere molti dei problemi non solo del bambino ma anche dell'adulto, e di capire meglio il suo comportamento quotidiano nella vita, nel rapporto con gli altri, e anche in politica. Un'ultima avvertenza: il primo capitolo (come pure il quinto) forse un po' tecnico , ma una parte che ritengo indispensabile alla comprensione dei

  • capitoli che seguono. Spero comunque di aver mantenuto anche qui, come nel resto del libro, un linguaggio molto semplice e accessibile (vi saranno anzi alcune apparenti ripetizioni: per comodit di chi legge, infatti, ho ritenuto utile ripetere, a volte, certi concetti o meccanismi biologici in modo da rendere il concetto ancora pi chiaro e agevolare al massimo la lettura). Valeva la pena di compiere questo sforzo di chiarezza, credo, per condividere con gli altri le meravigliose e sconcertanti scoperte che ho cercato di capire guardando sopra la spalla dei ricercatori. Alla nascita un bambino ha gi 3 miliardi di anni: l'origine delle sue cellule risale infatti ai primordi della vita sulla Terra, e il nucleo di ogni cellula conserva la memoria genetica di tutta l'evoluzione. I PRIMA DELLA NASCITA Vostro figlio ha tre miliardi di anni Da dove viene vostro figlio? Da molto lontano: alla nascita infatti egli ha gi tre miliardi di anni. Solitamente si pensa che la vita cominci con il concepimento, cio con la congiunzione dello spermatozoo e dell'ovulo: ma in realt queste due cellule germinali erano gi vive prima di unirsi insieme, avevano gi avuto una vita propria, una serie di

  • esperienze, una famiglia cellulare. Ognuna era il risultato di una cellula precedente, che a sua volta era figlia di un'altra cellula altrettanto viva, e cos via all'indietro, fino a risalire alle origini della vita sulla terra, origini che si calcola rimontino appunto a oltre tre miliardi di anni fa. In altre parole la vita non qualcosa che si accende come una scintilla ogni qualvolta si concepisce un figlio; invece il risultato di una lunga corsa a staffetta : la fiamma viene trasmessa come la fiaccola olimpica, da un tedoforo all'altro, fino a raggiungere il grande braciere nello stadio. Sul monte Olimpo la fiamma aveva preso origine dai raggi solari : proprio quanto accaduto con la vita, che nata dall'energia solare, all'inizio di questa corsa a staffetta biologica. Il discorso su vostro figlio deve iniziare necessariamente qui, altrimenti si rischia di non capire la vera natura di molte cose. Purtroppo gran parte della nostra educazione ci porta di solito a leggere il libro della vita aprendolo all'ultimo capitolo, mentre bisogna cercare la prima pagina per comprendere il senso di tutto il discorso. l'errore, del

  • resto, degli storici che cercano di interpretare la storia dell'uomo cominciando dalla sua nascita (nascita che, peraltro, non mai avvenuta, perch vi sempre stata, in natura, una trasformazione graduale). La vera storia dell'uomo (e di vostro figlio) cominciata con l'apparizione delle prime molecole capaci di replicarsi nel brodo primordiale ed continuata con i tedofori rettili e mammiferi : ignorare i meccanismi e le leggi dell'evoluzione (che continuano ad essere alla base del comportamento umano) come volere interpretare il funzionamento di un'automobile senza aver mai aperto il cofano del motore. Diciamo subito, per sgombrare il terreno da equivoci, che la fiamma della vita non contiene alcuna forza vitale . semplicemente una struttura. Una struttura molecolare che si modellata grazie al caso e agli agenti che agivano su di essa, in particolare l'energia solare. Per capire dove prendono origine gli istinti e l'intelligenza del bambino sar quindi bene rifare, molto rapidamente, la storia di questa corsa a staffetta, cominciando ancora prima delle origini della vita sulla terra, risalendo alle origini de) cosmo: vi infatti un filo

  • conduttore molto evidente che lega tutti questi avvenimenti, e permette di comprendere come si passati dalle esplosioni cosmiche iniziali al neonato. Cercher qui di ridurre all'essenziale ci che i lettori del mio precedente libro gi conoscono, e condensare in poche pagine ricerche estremamente complesse. Dalla nuvola cosmica al neonato L'energia iniziale, che continua a far muovere tutto ci che avviene intorno a noi (e anche dentro di noi), sembra risalire a dodici-quindici miliardi di anni fa. Oltre quella data le nostre conoscenze attuali non ci consentono di spingerci. A quell'epoca, si ritiene, esisteva una massa d'energia superdensa, con temperature dell'ordine di miliardi di gradi, che esplose, provocando la formazione di una grande nube di idrogeno. All'interno della nube cominciarono a formarsi condensazioni di atomi che si scontravano violentemente a livello di elettroni e di protoni, dando luogo alla formazione di atomi di elio. Presero origine in questo modo le prime condensazioni di tipo stellare. In questi crogiuoli, per successiva fusione, si formarono tutti gli altri elementi chimici. Dall'idrogeno (1 elettrone) all'elio

  • (2 elettroni) al carbonio (4 elettroni) e via via a tutti gli altri elementi, vi fu un progressivo montaggio a livello cosmico, con la formazione di soli, pianeti, galassie, corpi celesti di ogni tipo che oggi ancora si trovano in fasi evolutive diverse, e che continuano a volar via nello spazio a velocit vertiginosa dopo l'esplo-sione iniziate, il cosiddetto Big Bang. L'energia che si trova oggi nel Sole, e che ci scalda e ci illumina ogni giorno, che fa crescere le piante con le quali ci cibiamo (direttamente, o indirettamente attraverso gli animali), quest'energia risale sempre all'esplosione iniziale di dodiciquindici miliardi d'anni fa, che come una gigantesca tempesta elettromagnetica continua ancora ad agire in tutto il cosmo e in ogni atomo. Quando la Terra si form, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, l'atmosfera primitiva terrestre fu sottoposta a un bombardamento di energia solare (calore, radiazioni, parti-celle) che attraverso una serie di reazioni chimiche (ripeti-bili in laboratorio) diedero origine a quantit sterminate di molecole organiche di varia complessit. Nel brodo iniziale (d dimensioni oceaniche) cominciarono a quel punto

  • a svilupparsi in maggior numero le molecole capaci di stampare copie di se stesse (appaiandosi spontaneamente con materiali forniti dall'ambiente circostante). E qui apparve il meccanismo che doveva costituire la chiave di tutta l'evoluzione successiva: la replicazione errata. Infatti la replicazione di una molecola poteva dar origine a errori, ad agganci sbagliati, o a mutazioni dovute all'azione di agenti esterni (sostanze chimiche, radiazioni). Questi errori creavano cos molecole sempre nuove e diverse : se per caso uno di questi difetti di fabbricazione risultava pi efficace per sfruttare l'ambiente circostante e replicarsi pi facilmente, la molecola difettosa veniva allora a trovarsi in una situazione di vantaggio. Cominciava cos la selezione (intuita da Darwin nel secolo scorso) che attraverso una interminabile serie di errori , premiati o puniti dall'ambiente, faceva s che le strutture pi adatte si affermassero e si replicassero, trasformandosi poi pian piano in ci che noi intendiamo di solito con vita, cio strutture estremamente efficaci, in grado di rispondere alle richieste e agli stimoli ambientali,

  • e in grado anche di immagazzinare energia come un accumulatore. Questa progressiva lottera biologica ha portato dalle prime molecole alle forme precellulari, ai microorganismi, agli esseri pluricellulari e infine all'uomo. L'evoluzione: un montaggio sempre pi efficiente Tutto ci significa, in definitiva, che gli atomi che compongono la materia vivente e la materia non-vivente sono gli stessi. La differenza consiste nella loro disposizione , nel modo in cui si uniscono insieme a costituire le molecole, e nel modo in cui le molecole si legano tra loro. Di atomi ne esistono in tutto un centinaio di tipi diversi : in pratica i tipi pi diffusi in natura sono soltanto qualche decina (ossigeno, idrogeno, carbonio, azoto, fosforo, ferro, calcio ecc). Partendo da questi elementi semplici si pu teoricamente montare qualunque cosa : bulloni, viti, o DALL'ESPLOSIONE COSMICA... L'ssplosionG cosmica di dodici rni-liardi di anni fa diede origine, per successive fusioni, ad atomi sempre pi complessi (1 elettrone = idrogeno [H], 2 elettroni elio [E], 4 elettroni - carbonio [C] ecc...)-Questi diversi atomi, in continua

  • formazione nello spazio, si ritro- vano oggi sparsi in tutto l'universo e costituiscono gli elementi di base della materia . Galassie e stelle, risultanti da condensazioni e fusioni di questi atomi, continuano a volare via nello spazio, allontanandosi le une dalle altre come schegge di una bomba.

    Nel nostro Sole (che una stella di media et originatasi circa 6-7 miliardi di anni fa) le fusioni atomiche avvengono oggi ancora, sprigionando energia e calore altissi- La Terra, frammento spento (pianeta) riceve energia dal Sole (luce, calore, radiazioni); questa ener- cato ribolli- gia che ha - crescente di molecole, le per agganci successivi hanno dato origine spontaneamente a ci che noi chiamiamo vita. Senza l'energia solare la vita si fermerebbe, come una giostra senza corrente. ...AL DNA...

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    La grande quantit e diversit di

  • molecole organiche createsi nei primardi della Terra (oceani interi) permise agganci e forme sempre pi complesse. La struttura molecolare pi efficace , nha storia della vita, si dimostrata quella del DNA (a doppia elica) che alla base di ogni forma vivente. La replicazione permessa dal fatto che ogni nastro > complemenlare di quello con cui intrecciato.

    Le strutture a doppia elica (DNA) si trovano raggomitolate dentro ogni cellula dj ogni organismo e costituiscono i cromosomi (cio il patrimonio genetico). Segmenti dei cromosomi, di lunghejza variabile, vengono chiamati geni . 8 I cromosomi racchiusi nei nucleo di ogni cellula "rispondono alle meccanismi biochimici estremamen-!e complessi. A seconda della lunghezza del filamento e della sequenza dei pezzi queste struttura pu dare origine a una mosca, a una fragoia, a un cammello oppure a un uomo. ...AL NEONATO | Per agganci e mutazioni successivi selezionali dall'ambiente si cosi passati dalle macromolecole agli esseri unicellulari, da quelli

  • pluricellulari all'uomo. Gli errori di copia continuano anche negli esseri umani: si calcola che nella popolazione mondiale avvengano da una generazione all'altra da cento a mille miliardi di mutazioni . L'evoluzione, sebbene molto lenta, non finita. un'automobile che funzioni. Analogamente si possono montare aminoacidi, proteine, o un uomo che funzioni. Sono in corso prove sperimentali per dimostrare come questo montaggio che ha portato alla vita sia avvenuto spontaneamente sulla Terra, sotto l'azione dell'energia solare. In laboratorio si a buon punto nel replicare questa scala della vita partendo da simulazioni di atmosfere primitive (metano, vapore acqueo, idrogeno e ammoniaca). Con un ac-cendisigari biologico si pensa tra breve d ottenere il montaggio spontaneo di un virus, che gi vita nella sua definizione pi semplice : cio una grande molecola (composta di proteina e acido nucleico) in grado di replicarsi. Naturalmente tutto il cammino della vita, nella storia del nostro pianeta, si svolto per gradi, lentamente. Per man mano che si saliva la scala della complessit molecolare vi stata

  • un'accelerazione crescente : infatti se i primi passi erano statisticamente i pi difficili da compiere, in seguito il gioco delle mutazioni avveniva su una trama molto pi ricca, e quindi capace di pi grandi e rapide diversificazioni. come quando si gioca a canasta: difficile aprire , ma quando si ha un gran mazzo di carte in mano le combinazioni possibili diventano sempre pi ricche. L'evoluzione della vita sulla Terra stata in pratica un continuo aumento della complessit delle strutture, della loro sensibilit agli stimoli e dell'efficienza nell'utilizzare energia. Tutto ci consentiva di sopravvivere meglio e di replicarsi meglio. La struttura pi efficace, che sin dall'inizio si affermata, quella degli acidi nucleici (RNA, DNA), capaci di realizzare in modo assai semplice la duplicazione (replicando la struttura, lineare per I'RNA, a doppia elica per il DNA). Il DNA l'elemento costitutivo dei cromosomi, e si trova nel nucleo di ognuna delle cellule: in pratica una lunghissima molecola filamentosa che nella cellula umana comprende circa un milione di segmenti (geni) o, se preferite, un miliardo di segmentini (nu-

  • cleotidi). Lungo questo filamento si accumulata, attraverso agganci, errori o mutazioni, una struttura molecolare sempre pi complessa. Le mutazioni favorevoli all'ambiente sono state conservate, quelle sfavorevoli eliminate. Ecco quindi che ogni bambino (come ogni organismo vivente) possiede alla nascita un suo albero genealogico biochimico che stato costruito pezzo per pezzo nel corso di miliardi di anni, e rappresenta il risultato della graduale trasformazione delle forme pi adatte a sopravvivere. Il migliore , in natura, infatti colui che sa riprodursi meglio e sa assicurare meglio la sopravvivenza della propria discendenza. (E ci mostra, sia detto per inciso, dove affonda le sue radici la sessualit.) Questo passaggio dalla nuvola cosmica al neonato, pur senza entrare nei dettagli, ci consente, in definitiva, di trarre un certo numero di conclusioni. La struttura vitale di ogni individuo in realt unacatena di molecole, disposte in un certo modo, capaci di reagire chimicamente con l'ambiente, sotto l'azione dell'energiasolare; Questa catena conserva le tracce di tutti i passaggi precedenti, raccolti nel corso

  • dell'evoluzione, che oggi ancorasono presenti e necessari al mantenimento e alla replicazionedella struttura : sono quelli che noi chiamiamo istinti; Ogni individuo ha un suo diverso numero di matricola , quindi una diversa personalit biologica. insommadifferente da tutti gli altri. Reagisce in modo personale all'ambiente (cos come una sostanza chimica reagisce in mododiverso a seconda della sua formula) anche se, in pratica, imembri di una stessa specie reagiscono in modo assai simile ad uno stesso stimolo, poich le loro formule sonoanaloghe. La ricerca scientifica, insomma, ci mostra oggi chiaramente che l'essere umano (come qualsiasi altro organismo vivente ) non contiene alcuna forza vitale , ma soltan- to un filamento di molecole (diverso in ogni individuo) che reagisce ai cambiamenti ambientali, cos come una rotaia pu reagire al calore allungandosi. La sterminata complessit delle strutture agganciate nel corso dell'evoluzione, ha pian piano creato (e tramandato per sdoppiamento) macchine chi-miche sempre pi

  • perfezionate, capaci di muoversi grazie al carburante solare , e capaci anche di accumulare energia autonoma (immagazzinata nelle cellule). La forza che fa muovere gli organismi, per, sempre d'origine esterna : senza questa energia (che trae indirettamente origine dall'esplo-sione cosmica iniziale) tutto il ribollire di molecole si spegnerebbe. Questo schema, sia pure assai semplificato, mostra chiaramente quale sia il ruolo rispettivo dell'ereditariet e dell'ambiente, e quale importanza abbiano le variazioni ambientali, che suonano sulla tastiera genetica, modulando le risposte. La nascita del cervello Naturalmente possiamo chiederci come si concretizzano, come si rivestono queste strutture molecolari, perch infatti ci che noi vediamo in un neonato sono degli occhi, una testa, delle braccia, e non una struttura molecolare. Come avviene questo passaggio? E poi, come mai la specie umana possiede un cervello cos sviluppato, capace di prestazioni cos complesse? E cosa vi di innato, alla nascita? Per capire meglio certi meccanismi (complessi) dell'essere umano bene prima osservare i meccanismi (pi semplici, ma basati sulle stesse leggi) degli

  • organismi unicellulari. Per esempio, se osserviamo una cellula che si sdoppia per dar origine a due cellule, facile intuire che queste due cellule disporranno di tutte le capacit della prima: sapranno contrarsi allo stesso modo, saranno in grado di assorbire certe sostanze dall'ambiente (cio di nutrirsi), sapranno trasfor- mare queste sostanze in carburante e potranno venire uccise con lo stesso prodotto chimico. Per un neonato le cose vanno allo stesso modo. Per nell'essere umano (ci vale del resto per tutti gli animali, anche i pi elementari), le cellule, moltiplicandosi, non si sparpagliano, ma restano unite insieme, come se fossero trattenute in un involucro; questo fa si che ogni cellula (attraverso un complesso meccanismo di induzioni ) si specializzi in un lavoro: a seconda del punto in cui si trova, diventer cellula delle ossa, della pelle, del cervello e della vescica. Avviene, nelle colonie cellulari, ci che accade in una popolazione: a seconda del punto in cui si trova, un individuo finisce per diventare agricoltore, avvocato, pescatore, o montanaro. Il nascituro, nel corso dei nove mesi di gravidanza, procede dunque a questa

  • moltiplicazione e specializzazione delle sue cellule. Egli attraversa varie fasi, che qualcuno considera anche come una specie di ricapitolazione della vita sulla terra. L'ovulo fecondato, infatti, inizialmente non ha bisogno di ossigeno (le prime forme di vita nacquero appunto in una atmosfera priva di ossigeno); poi affondando le sue radici nella placenta, diventa un organismo pluricellulare con uno schema elementare di circolazione sanguigna; poi attraversa la fase del pesce (con l'abbozzo persino delle branchie...) e infine quella del mammifero. Quando nasce, l'uomo un mammifero dal cervello sproporzionatamente sviluppato. Ma perch un numero cos alto di cellule (dieci miliardi) si specializzano in funzioni cerebrali? La risposta, ancora una volta, da cercare nella storia della vita. Come certi animali hanno sviluppato nel corso dell'evoluzione taluni organi o caratteristiche idonee alla sopravvivenza (il leone la forza, l'antilope la velocit, il camaleonte il mimetismo, l'uccello le ali), analogamente nell'uomo, per selezione, si sono rafforzate le strutture cerebrali, che costi- a reagire (e quindi un certo

  • modo. tuivano un valido strumento di sopravvivenza. Il cervello, infatti, un organo che non serve per azzannare, per correre, per volare, ma ha il grande vantaggio di accumulare memorie : la funzione essenziale del cervello (nell'uomo come nell'animale) proprio quella di memorizzare le esperienze, e tenerne poi conto per il comportamento successivo. Nell'uomo la parte memorizzante del cervello (la corteccia) si enormemente sviluppata nel corso dell'evoluzione grazie alle lotterie ereditarie che premiavano ad ogni generazione i pi furbi (cio facevano sopravvivere e moltiplicare coloro che avevano un migliore cervello). Quello che per occorre tenere ben presente (ed la chiave per capire tutto lo sviluppo mentale nel bambino) che questa macchina cerebrale nasce vuota di esperienze. Essa possiede all'inizio una tastiera istintiva, ereditata dalle g- Ci da origine alla diversit dei tessuti e degli organi, che sono forr geneticamente uguali, ma variamente -specializzate. nerazioni precedenti (capace di fornire risposte automatiche, simili a quelle che si ottengono battendo con un martelletto sul ginocchio : fame, sete, sesso,

  • sonno ecc), ma le sue esperienze di vita sono inesistenti. Ci significa che il neonato possiede una parte istintiva (che si trova nella zona cosiddetta antica del cervello) e una parte destinata a riempirsi di memorie nel corso dell'esistenza: il cervello quindi uno strumento per conoscere, accumulare esperienze, elaborare dati, costruire comportamenti, in una parola sviluppare un'attivit mentale. Ma evidente che questo strumento potr memorizzare unicamente le cose che l'ambiente gli offrir. Non solo, ma a seconda del modo in cui le conoscer, le stesse esperienze potranno lasciare una traccia profonda oppure leggera, gradevole oppure sgradevole, ed avere significati diversi. Parleremo lungamente in un prossimo capitolo di questo meccanismo dell'apprendimento. Per ora limitiamoci a osservare che il neonato possiede alla nascita una macchina biochimica capace di inter-agire con l'ambiente circostante; che questa macchina contiene tutta una serie di risposte automatiche; e che la capacit innata del cervello di memorizzare ha bisogno di essere alimentata dalle esperienze, cos come il computer ha bisogno di esser

  • alimentato dalle schede, altrimenti, malgrado tutta la sua capacit potenziale, non potrebbe calcolare neppure il conto della spesa. Le due intelligenze Vorrei, a questo punto, aprire una breve parentesi e chiarire meglio un punto essenziale, che potremmo quasi definire la stella polare per orientarsi in biologia : vale a dire la differenza tra ci che innato e ci che acquisito. Se non si afferra bene questo concetto poi diffcile capire molti dei meccanismi cerebrali. Vediamo perci di fare qualche esempio pratico. Quando un uomo e una donna si uniscono per dar nascita a un figlio, essi congiungono due delle loro cellule germinali : uno spermatozoo e un ovulo. Com' noto gli spermatozoi compiono una lunga corsa a ostacoli per raggiungere l'ovulo, lo stringono d'assedio e uno solo penetra all'interno, fecondandolo. Come parimenti noto, queste due cellule iniziali (ovulo e spermatozoo) sono diverse da tutte le altre del corpo per una caratteristica unica: posseggono solo ventitr cromosomi, anzich quarantasei. Unendosi insieme, ricostituiscono una cellula con quarantasei cromosomi, che si raddoppier in due, quattro, otto,

  • sedici, trentadue cellule, e cos via per dare origine a un organismo completo. Quello che si sa meno che gli spermatozoi non sono tutti uguali; infatti, come un individuo che estrae 23 libri da uno scaffale che ne contiene 46 pu prendere il 1 ", il 3", il 4", oppure il 2", il 6", l'8" eco., allo stesso modo i 23 cromosomi contenuti in uno spermatozoo non sono uguali a quelli di un altro spermatozoo: si calcola che gli spermato-zoi di un individuo possono essere diversi in otto milioni di modi. Lo stesso discorso vale per l'ovulo femminile. A conti fatti, si pensa che, tenuto conto delle varie combinazioni, un figlio che nasce da due genitori estratto a sorte tra miliardi di miliardi di figli possibili, tutti diversi uno dall'altro. Senza entrare nel complicato meccanismo dei cosiddetti caratteri dominanti e recessivi, bastano queste cifre per mostrare la sterminata gamma di possibilit, e capire perch due fratelli possono essere assai diversi tra loro. Detto questo, per evidente che molte caratteristiche riappaiono chiaramente da una generazione all'altra, proprio perch il ceppo genetico comune. Per esempio una coppia alta, magra,

  • bionda, occhi celesti, pelle chiara, trasmetter buona parte di questi caratteri ai figli. Ora, supponiamo che due ragazzi, nati in due famiglie diverse, abbiano ereditato certe caratteristiche: immaginiamo, per esempio, che uno sia mingherlino, senza grandi qualit fisiche e che l'altro invece sia dotato di grandi polmoni, corporatura atletica, cuore fortissimo. Se il mingherlino dispone di una piscina e pu allenarsi nelle gare di nuoto, batter l'atleta che, non avendo avuto la possibilit di allenarsi, si regger a malapena a galla. Il problema dell'intelligenza tutto qui. Intelligenti si nasce (cos come si nasce con grandi polmoni) : ma intelligenti si diventa (cos come il mingherlino pu battere l'atleta). Che cosa vuoi dire questo, in pratica? Vuoi dire che l'intelligenza di un individuo dipende sempre da due fattori : i cromosomi (che determinano per esempio la buona qualit delle cellule nervose, l'efficienza elettrica nella trasmissione degli impulsi, un buon sistema chimico per il fissaggio delle memorie, una buona irrorazione sanguigna del cervello o di certe sue parti); e l'ambiente (che offre piscine culturali , cio la possibilit di sviluppare le

  • capacit innate, di esercitarsi, di imparare, di arricchirsi di esperienze). Lo spermatozoo che riesce a penetrare nell'ovulo forma nuovamente una cellula con 46 cromosomi, che per sdoppiamenti successivi dar origine a un nuo- per met paterno e per met materno. si tra loro, cosi come la met di un mazzo di carte pu contenere giochi sempre diversi. Si calcolato che, tenendo conto di tutte le combinazioni possibili, due genitori potrebbero generare, teoricamente, migliaia di miliardi di figli, tutti diversi uno dall'altro. Tra le varie combinazioni, vi quella de! sesso. Come ben noto se nell'ovulo penetra uno spermatozoo con il cosiddetto cromosoma Y nascer un maschio, in caso contrario (cio X) una femmina (XX = femmina, XY - maschio), dunque l'uomo a determinare il sesso del nascituro? Sarebbe una risposta troppo semplice: si potrebbe anche dire che l'ovulo a scegliere" fra i tanti pretendenti quello che pi gli aggrada.. Vi sono quindi due tipi di intelligenza che coabitano e si fondono in uno stesso individuo, con tutta una gamma di possibilit che dipendono dal seme trasmesso dai

  • genitori e dalle opportunit offerte dall'ambiente. Questa continua azione combinata di eredit e ambiente alla base di tutto lo sviluppo umano, e anche di tutta l'attivit mentale (lo vedremo diffusamente in seguito). Per ora bene avere ben chiaro questa distinzione tra due tipi di intelligenza, che permette di capire, per esempio, perch il figlio di un analfabeta pu essere un genio (che a causa dell'ambiente non potr sviluppare la sua intelligenza), mentre il figlio di un laureato pu essere poco intelligente ma riuscire comunque a prendere una laurea ed apparire (e in pratica anche essere) pi intelligente del genio analfabeta. A partire da questo esempio si possono combinare a piacere tutte le possibilit, e divertirsi magari a situare, in questa scala dell'intelligenza, i propri amici (e soprattutto i propri nemici). // gene della pgrizia Attualmente sono in corso studi affascinanti per cercar di identificare, nei cromosomi, quei piccoli segmenti (geni) che presiedono a certe qualit mentali innate. Scendendo nell'in-finitamente piccolo si cerca, cio, di trovare i tasti che regolano i comportamenti eredtari. Recentemente

  • negli Stati Uniti, con un colpo di fortuna, si riusciti a identificare un gene che predispone a una forma di depressione nervosa, trasmesso per via femminile. E si visto che tutti gli individui che possiedono quel certo gene sono esposti a crisi di depressione nervosa. Si sa da tempo che molti di questi piccoli segmenti dei cromosomi possono essere uguali negli animali e negli uomini : per esempio il gene che presiede all'albinismo sempre lo stesso in un gatto, in un topo o nell'uomo, cos pure quello che produce la proteina contrattile, che permette ai muscoli di ritrarsi (e quindi muoversi). Si pensa che identificando singoli geni di animali, si possa lavorare su un materiale biologico molto diffuso nelle forme viventi, in grado di presiedere a funzioni analoghe nelle varie specie, e quindi anche nell'uomo. Di notevole interesse sono gli studi condotti a Roma al Consiglio Nazionale delle Ricerche dal professor Alberto Oli-verio, che in collaborazione con ricercatori americani, ha potuto localizzare nei topi due nuovi geni che presiedono a certi comportamenti ben precisi, come la pigrizia oppure la tendenza a evitare una punizione. Senza entrare nei dettagli

  • delle tecniche impiegate (diciamo, per chi se ne intende, che una tecnica analoga a quella adottata da Mendel coi piselli : sono state esaminate varie generazioni di ceppi puri, e attraverso incroci ramificati si potuta localizzare la posizione del gene) vediamo che cosa si potuto osservare: I topi che possiedono il gene che abbiamo chiamato AAL, Active Avoidance Learning, mi dice Oliverio, presentano tutti un comportamento tipico : cio imparano a evitare le punizioni pi rapidamente degli altri. Se, per esempio, vengono messi in una gabbia in cui per sfuggire a una leggera scossa elettrica debbono imparare un certo esercizio, dopo poche prove riescono gi a evitare la punizione mentre gli altri topi impiegano pi tempo. Si potrebbe dire che gi una forma di intelligenza? In un certo senso, s. L'altro gene da voi localizzato, e chiamato EXA (Explo-ratory Activity) stato definito il gene della pgrizia. Che effetto produce sull'animale? L'animale tende a essere meno attivo, meno desideroso di muoversi e di esplorare. Abbiamo potuto osservare, per esempio, che se gli si mette a disposizione una giostra a cilindro,

  • la fa girare con le zampette molto meno degli altri topi. Cos pure, se posto in una gabbia che comunica con un'altra attraverso un tunnel, non si sposta di frequente da una gabbia all'altra. gi, questa, una forma di conservatorismo! Si potrebbe anche definire cos, se proprio si volesse estrapolare. Aggiungo che questo comportamento non sembra legato all'intelligenza dell'animale. per possibile che, esplorando meno, egli abbia meno occasioni di arricchirsi di nuove informazioni ed esperienze. (Ma per un topo ci pu anche costituire un vantaggio, poich essere meno curiosi significa anche esporsi meno ai pericoli e ai predatori.) Questi studi sono di particolare interesse perch indicano che un solo gene pu gi predisporre a certi comportamenti chiaramente osservabili : naturalmente, non bisogna dimenticare che i geni operano in modo congiunto, come i tasti di una tastiera per formare la musica, o i colori di una tavolozza per comporre un quadro, o le bottiglie di un bar per comporre un cocktail. quindi evidente che le combinazioni possibili sono sterminate, soprattutto se si tiene conto che la tastiera dei geni molto estesa : nell'uomo si

  • calcola che il corredo genetico sia formato da circa un milione di geni, cio l'equivalente di un pianoforte con una tastiera lunga sedici chilometri (e diversa in ogni individuo)... Anche l'intelligenza, naturalmente, una qualit che non dipende dall'attivit di un solo gene, ma di parecchi : una qualit cosiddetta poligenica , cos come lo , ad esempio, la memoria (che una componente dell'intelligenza). Era importante, mi pare, chiarire questo aspetto genetico della nostra personalit per mettere bene in evidenza tre punti: Esiste un substrato biologico dell'attivit mentale, che ereditario (nonostante si ridistribuisca in modo sempre diverso da una generazione all'altra); questo substrato forniscela potenzialit e le predisposizioni a comportarsi inun certo modo piuttosto che in un altro; Ci mostra la grande diversit tra gli individui, che una delle forze della natura, poich permette all'ambiente di selezionare i pi adatti premiandoli con la sopravvivenza(e quindi la riproduzione) e punendo gli altri con la morte; Di tutto ci occorre tenere ben conto nell'educare

  • unbambino: ogni bambino un essere unico, diverso da tutti glialtri. Non possibile, quindi, definire regole uguali per tutti,perch ognuno reagisce in modo diverso. Il topo che porta il gene AAL O quello che porta il gene EXA non possono biologicamente essere educati nello stesso modo perch sono diversi; per compiere certi esercizi hanno bisogno di un addestramento differente. Che dire allora dell'immensa diversit che esiste nel comportamento umano? Occorre rendersi conto che gli uomini (e i bambini) non sono tutti uguali ma tutti diversi, e che ogni educazione, quindi, deve essere personalizzata. Non si possono adottare le stesse regole per tutti. In conclusione, possiamo dire che le qualit mentali di un indivduo dipendono da due fattori: l'eredit e l'ambiente. LE DUE INTELLIGENZE INTELLIGENZA INNATA INTELLIGENZA ACQUISITA L'intelligenza innata, come ogni altro carattere genetico, si trova iscritta nei cromosomi. Fin quando non sar possibile modificare il filamento di DNA (cio i cromosomi) ognuno dovr tenersi la macchina cerebrale che ha alla nascita.

  • possibile invece migliorare lo sviluppo dell'intelligenza, attraverso migliori stimoli ambientali, cio modificando il cervello grazie alle memorie. Solo modificando uno di questi due fattori si pu ottenere un diverso risultato. Noi non possiamo (almeno per ora) modificare i cromosomi, dobbiamo tenerci quelli che abbiamo (o che i nostri figli hanno), e dobbiamo cercare di suonare della buona musica con le tastiere che madre natura ci ha dato. Il fattore che invece pu essere modificato l'ambiente: nell'uomo, infatti, l'educazione ha un ruolo preponderante, grazie alla grande quantit di cellule cerebrali che elaborano le informazioni (mentre nell'animale le modeste capacit di elaborazione fanno s che l'eredit genetica svolga un ruolo prevalente, e rappresenti la componente pi forte nella spinta del comportamento. Questa importanza dell 'ambiente nello sviluppo mentale dell'uomo (e il fatto che le condizioni ambientali possono es- sere modificate a volont), inducono a rivolgere tutta la nostra attenzione a questo aspetto del problema. In quasi tutto il libro, perci, metteremo l'accento

  • sull'ambiente, proprio perch il solo modo in cui noi possiamo agire per migliorare il comportamento, l'intelligenza, la creativit del bambino. Nelle grandi linee il discorso che faremo pu essere valido per tutti, poich i meccanismi di base sono gli stessi, malgrado le diversit individuali. Occorrer per sempre tenere presente che ogni individuo geneticamente differente, e che questa diversit va cercata, capita e aiutata attraverso un'educazione personalizzata che cerchi di mettere in valore le qualit che un bambino ha, e non quelle che si vorrebbe che avesse. L'intelligenza nel feto Dopo questo rapido, ma necessario, giro d'orizzonte sui meccanismi che hanno portato all'origine della vita e dell'intelligenza, vediamo ora di esaminare pi attentamente il cervello del neonato. Intanto, come prende forma questo cervello durante la gravidanza? Inizialmente sulla superficie dell'embrione viene a organizzarsi una piccola placca, che a mano a mano si arrotola fino a formare una specie di tubo che poi si immerge nel corpo primitivo dell'embrione. Da questo tubo e dalle cellule che gli si sono associate si sviluppano propaggini che si diramano

  • alla periferia (analogamente a quanto avviene per il sistema circolatorio, o per le radici di una pianta). Altre propaggini si collegano tra loro costituendo una rete nervosa sempre pi fitta. Sembra che nel costruire questa rete, i neuroni (cellule nervose) mostrino delle vere e proprie simpatie o antipatie verso certi gruppi di cellule o tessuti periferici. Un sistema, non ancora completamente chiarito, di induzione fa s Siene che lo particolare, I ) - con l'ambiente. Il suo cervello sensibile alle con-idano. e che possono influenzarne la graduale costru-lutrizione pu compromettere l'intelligenza del bambino. che, sviluppandosi, le propaggini trovino esattamente la loro strada e, poste di fronte a scelte diverse, sappiano sempre trovare la via giusta, cio la corretta struttura da raggiungere. La madre non si accorge di questa straordinaria fioritura nervosa che avviene spontaneamente nel suo grembo; tutto si svolge a sua insaputa e senza il suo intervento. Il cervello si sviluppa in base a un programma automatico, come un fiore, stimolato dall'ambiente nutritivo che lo circonda, e alla nascita il bambino presenter un certo tipo di

  • rete nervosa che sar il risultato del programma contenuto nell'eredit paterna e materna. evidente che tutto quanto pu interferire, durante la gravidanza, in questa delicatissima costruzione del cervello, finir per lasciare una traccia indelebile nel suo sviluppo. L' ambiente , non bisogna dimenticarlo, comincia gi nel grembo materno. Vi sono in proposito osservazioni molto significative per quanto riguarda la nutrizione. Una cattiva alimentazione della madre (grave insufficienza di proteine, come latte, uova, carne) provoca infatti nel feto un minore sviluppo delle cellule cerebrali. Il professor Za-menhof, dell'Universit di California, Los Angeles, mi ha mostrato i suoi studi sui topi che confermano appunto come una dieta carente provochi la nascita di topini con meno neuroni. Ci sembra accadere anche con bambini sotto-alimentati : tra essi si riscontra un'alta percentuale di ritardati mentali. Questi studi mostrano che il feto non , come spesso si pensa, un parassita , capace di procurarsi tutto quanto gli occorre a spese della madre, ma anch'egli pu soffrire della malnutrizione materna: vive cio in parallelo con

  • l'ambiente. 11 feto, insomma, comincia gi a conoscere l'ambiente in cui vive attraverso il sangue della madre. Diversi studi sono in corso, e si notato per esempio, che i figli di fumatrici pesano meno (secondo un ricercatore inglese hanno anche pi difficolt nella lettura a scuola). Un'altra ricerca interessante che si muove sulla stessa linea quella dell'ossigenazione del feto, applicata gi su larga scala nella clinica dell'Universit di Witswaterand, in Sud Africa : nel caso che la madre soffra di disturbi circolatori, sembra possibile fornire al nascituro tutto l'ossigeno necessario attraverso la decompressione del ventre e il richiamo di sangue verso la placenta. Su queste ricerche mancano ancora dati statistici sicuri, ed difficile valutare in quale misura il successivo sviluppo mentale possa essere favorito dall'ossigeno oppure danneggiato dal fumo, cos come lo dalla carenza di proteine. certo, per, che un gran numero di sostanze possono in- fluenzare, in modo determinante, lo sviluppo cerebrale del feto, modificando non soltanto la sua intelligenza, ma anche il suo

  • comportamento da adulto. I polli del professor Eiduson, di cui ora parleremo, ne sono un esempio. // pollo svogliato Per illustrare le ricerche che sta compiendo il professor Eiduson al Brain Institute dell'Universit di California, Los Angeles, ricorriamo a un esempio semplice. Supponiamo di versare un bidone d'acqua in un secchio attraverso un grande imbuto. L'operazione richieder, per esempio, un minuto. Poi ripetiamo l'operazione ostruendo in parte l'imbuto con le dita. Nel secchio, all'inizio, l'acqua arriver pi lentamente, ma se dopo pochi secondi toglieremo le dita lasciando di nuovo libero il passaggio, l'acqua comincer a scendere con pi forza, smaltendo anche quella che si era accumulata nel cono dell'imbuto, e l'intera operazione potr ugualmente essere compiuta in un minuto. Il professor Eiduson ha compiuto qualcosa di analogo coi cervelli di pollo. Egli ha dapprima misurato come aumentano, in condizioni normali, certe sostanze biochimiche presenti nel loro cervello, dalla fase embrionale all'et adulta. Poi, su altri embrioni di pollo, ha provato a ritardare la formazione di queste sostanze, iniettando certi prodotti

  • inibitori. Comparando i livelli di crescita, egli ha osservato che, come nei secchi, all'inizio i livelli aumentavano in modo diverso, ma poi, cessato l'effetto inibitore, il punto d'arrivo finale era lo stesso. In altre parole il cervello recuperava nella seconda fase ci che non aveva sviluppato nella prima. I polli, per, messi in condizione di apprendimento, si comportavano in modo molto differente. rarrte la fase embrionale) i richiesti. el loro sviluppo biochimico o. Il pollo B ( trattato > du- meno volentieri gli esercizi (Eiduson) Nei polli sottoposti a trattamento, mi ha detto il pro-fessor Eiduson, il livello di intelligenza appare simile a quello degli altri, per essi non riescono a compiere un esercizio, se richiede troppo impegno. Cio, quello che accaduto nella prima fase della vita, lascia un'impronta permanente da adulti? S, la differenza nel loro comportamento va appunto ricercata nella storia dello sviluppo cerebrale. Solo apparentemente essi sono uguali agli altri polli; in realt quell'esperienza precoce ha provocato modificazioni a livello molecolare con effetti permanenti

  • anche nella loro vita adulta. Altri esperimenti, condotti su topi dal professor G. Tom-kins alla School of Medicine dell'Universit di San Francisco, mostrano che anche un comportamento fondamentale, com' quello sessuale, pu essere invertito se si interviene all'et fetale. Abbiamo iniettato in feti di topi maschi ormoni femminili, mi ha detto Tomkins, provocando l'inversione del loro comportamento sessuale in modo permanente per il resto della vita. Se lo stesso trattamento con ormoni viene fatto su un topo che ha gi raggiunto l'et adulta, ci non accade : pi precoce l'intervento, pi evidente il risultato. Per rendere ancor pi chiaro questo concetto si potrebbe fare un esempio che tutti conoscono, quello drammatico del thalidomide: il thalidomide era un farmaco che non aveva conseguenze nocive sugli adulti, per impediva lo sviluppo normale dei nascituri, che diventavano focomelici. Vedremo in seguito che anche esperienze culturali negative nella prima infanzia possono avere, in un certo senso, un effetto analogo sul bambino : possono impedire lo sviluppo delle sue capacit mentali, e farne cos un

  • focomelico dell'intelligenza. / iviliardai'i poveri Prima di chiudere questo capitolo (necessariamente un po' tecnico, ma spero abbastanza chiaro) possiamo ancora chiederci qual il vero e proprio meccanismo biologico in base al quale, nelle prime fasi della vita, certi avvenimenti possono modificare profondamente le strutture fisiche o mentali. Per capire tale meccanismo (fondamentale) vediamo brevemente come avviene lo sviluppo umano, a partire dall'ovulo fecondato. Facciamo ancora un esempio semplice. Supponiamo che un cuoco abbia a disposizione una cucina ben attrezzata con frigoriferi, fornelli, forni, girarrosti ecc. Egli sar in grado, grazie a un vasto ricettario, di preparare arrosti, gelati, pizze, e un'infinit di altre cose. Questa cucina potrebbe essere paragonata alla cellula fecondata iniziale, che grazie alle sue ricette (codificate nel DNA, cio i geni) in grado di fabbricare qualsiasi piatto (proteine) richiesto dall'ambiente. In quella fase si dice che la cellula totipotente cio pu, in teoria, sviluppare tutte le sue capacit. Supponiamo ora che il nostro cuoco cominci a aprire delle filiali, e che

  • queste a loro volta aprano altre succursali un po' ovunque nel paese. A seconda delle richieste ambientali, queste cucine iniziali si diversificheranno: alcune cominceranno a specializzarsi in pizze, e diverranno pizzerie, alire in dolci e diventeranno pasticcerie, altre ancora finiranno per diventare gelaterie, o ristoranti tipici o caf chantant. Tutte conserveranno il ricettario iniziale della casa madre, ma non saranno pi in grado di rispondere alle varie richieste : la gelateria non potr pi fornire arrosti, n la pasticceria pizze. In termini biologici questo si chiama inattivazione genetica . Ogni cellula, cio, conserva sempre il patrimonio genetico iniziale, ma attraverso le filiazioni solo alcuni geni vengono utilizzati, a seconda delle richieste dell'ambiente, e questa specializzazione finisce per dare certe caratteristiche a ogni tipo di cellula, rendendo inattivi molti geni. 11 professor Tomkins studia questo fondamentale meccanismo della vita. Effettivamente si pu dire che nella cellula vi , all'inizio, una capacit completa di esprimersi, ma via via che si specializza, questa capacit diminuisce e l'espressione

  • diviene limitata. Si potrebbe dire che la specializzazione che avviene tra le cellule dell'embrione in sviluppo gi una forma di < apprendimento > (cio ogni cellula nel corso dello sviluppo impara a comportarsi e a reagire di fronte alla richiesta dell'ambiente), e che questa capacit di adattarsi (e quindi di < imparare >) diminuisce praticamente gi a partire dalla fecondazione? S, un modo interessante di interpretare il fenomeno. Naturalmente bisogna tener presente che nel ciclo vitale vi sono periodi pi aperti di altri; una cellula potrebbe essere in grado di imparare in momenti successivi. Ma vero, in linea di massima, che vi una diminuzione di questa capacit di risposta. Certi programmi sono disponibili solo per determinati i L'ovulo fecondato, sdoppiandosi in 2, 4, 8. 16 cellule ecc, da inizio a un pr- ' cesso di specializzazione che porter alla nascita di un essere completo. Ogni cellula, pur mantenendo nel suo nucleo lo stesso patrimonio genetico iniziale. riconvertirsi. le cellule contengono nel lorc nucleo gli stessi geni: ma ognu1 un certo lavoro, diventando cel del istallir della palpebra o delle ciglia.

  • Nessuna sarebbe capace di riconvertirsi per svolgere un altro lavoro. La totipotenza iniziale va perduta con la specializzazione. logo per quanto riguarda lo sviluppo mentale: la totipotenza che esiste alla specializzare > in intelligenza o in ritardo mentale: e sar sempre pi difficile riconvertirsi. periodi. In altre parole, ci che accade nella prima fase della vita pu lasciare una impronta permanente e persino modificare un tipo di comportamento innato. Ci che accade nelle cellule, insomma, molto simile a ci che accade agli individui: ogni individuo si sviluppa in modo diverso a seconda dell'ambiente che lo circonda. Le condizioni ambientali lo inducono a specializzarsi in un certo lavoro, a sviluppare certe qualit (fisiche o mentali), lasciandone atrofizzare altre. In questo senso s pu dire che l'evoluzione cellulare dell'embrione prefigura quella del neonato che diventa uomo: vi una specializzazione progressiva (e praticamente irreversibile) che per ritocchi successivi plasma un individuo. Un individuo, come una cellula, tende ad adattarsi alle richieste ambientali, e ogni scelta

  • che compie lo porta a diventare sempre pi diverso e sempre meno recuperabile . La sua totipotenza iniziale lascia il posto a una progressiva specializzazione. Ci si pu specializzare in intelligenza, o in ritardo mentale. Dipende dalle strade che si imboccano. Miliardario dei cervello alla nascita, un bambino si pu ritrovare povero intellettualmente al momento dell'ingresso nella scuola, perch l'ambiente non ha saputo amministrare e stimolare l'immenso patrimonio che era in lui. Tutti gli studi in corso mostrano che nei primi anni di vita vi una vera e propria base biologica che rende l'infanzia un periodo estremamente importante per l'uomo. Non quindi pi possibile relegare questi argomenti nel compartimento Scienze Naturali , e continuare a ignorarne le conseguenze nel campo dell'educazione, dell'organizzazione sociale e anche delle stesse scelte politiche. La differenza tra l'animale e l'uomo data proprio dalle differenze che esistono nelle loro strutture cerebrali, e nella capacit di accumulare e organizzare le informazioni : sarebbe davvero assurdo spendere tante energie e risorse in altri

  • settori e trascurare l'investimento pi importante e redditizio, quello sul cervello. In agricoltura si cercano in continuazione nuovi metodi per coltivare, irrigare, fertilizzare, al fine di ottenere messi pi abbondanti e di migliore qualit: anche per sviluppare le qualit mentali ora disponiamo di un inaffiatoio capace di fornire al seme dell'intelligenza tutto il nutrimento ambientale di cui ha bisogno. Non usarlo significa rinunciare a far crescere la pianta pi preziosa del nostro giardino, I primi anni, ormai vi sono le prove scientifiche, sono quelli che contano per stimolare la costruzione della macchina cerebrale e darle un'impronta che potr valere per il resto della vita. Vediamo ora, in pratica, come ci avviene. Alla nascita il bambino possiede solo riflessi istintivi: il suo cervello vuoto di idee, Sar l'ambiente a fare di lui un intellettuale o un cosiddetto bambino-lupo . Il I PRIMI PASSI DEL CERVELLO Un computer senza schede II beb, ora, nato (speriamo nel migliore dei modi). Alla nascita egli si trova, mentalmente, all'et della pietra. Migliaia di anni di storia, di

  • battaglie, di invenzioni, d'arte, di cultura non hanno lasciato traccia alcuna nel suo cervello. Ogni volta tutta l'avventura umana ricomincia da capo; ogni volta nasce l'uomo delle caverne. Anzi, molto meno. Il neonato un adorabile aggregato molecolare, capace soltanto di riflessi istintivi che scattano in serie, come quello di respirare, tossire, gridare, succhiare, afferrare (automatismi analoghi a quelli che regolano il battito cardiaco, la secrezione gastrica, le funzioni intestinali ecc). Per il resto zero. Egli ha indubbiamente una personalit genetica data dall'unicit dei suoi cromosomi, diversi da quelli di qualsiasi altro individuo. Non vi sono due uomini uguali (cos come non vi sono due mucche o due polli o due asparagi uguali), tranne nel caso dei veri gemelli. Questo patrimonio genetico contiene quindi (lo abbiamo visto nel capitolo precedente) tutte le potenzialit mentali di un individuo, le sue predisposizioni personali ad avere un certo temperamento, una certa intelligenza, o certe qualit e talenti, allo stesso modo in cui una calcolatrice di cassa potenzialmente ha la capacit di calcolare il costo di tre panini e due birre, oppure un

  • computer ha la capacit di calcolare la velocit di fuga di una galassia. Ma perch ci avvenga occorre che la cassiera batta le cifre, o che l'astronomo inserisca i programmi di calcolo: altrimenti si ha un bello scuotere le due macchine, non ne uscir niente. Senza informazioni dall'ambiente esse sono vuote, non contengono in alcuno dei loro meccanismi il conto dei panini n la velocit di fuga delle galassie. Ecco perch la cultura (che fatta di memorie) non pu trasmettersi di padre in figlio a livello di cromosomi. Ogni bambino che nasce vergine (cos come uscendo dalla fabbrica un rullino fotografico vergine, e non contiene ancora alcuna immagine) : se venisse lasciato in un'incubatrice, al buio e senza suoni, sarebbe meno di un animale, non potrebbe esprimere nulla. Pu essere interessante riassumere qui in poche righe, che cosa pensa del neonato il professor J. Delgado. dell'Universit di Yale, noto per i suoi studi sulla stimolazione elettrica del cervello (cfr. Toward a Psychocivilized Society ): L'intelletto non esiste al momento della nascita; L'intelletto non pu nascere in assenza di percezionisensorie; Il carattere e il

  • comportamento di ogni uomo non sonopropriet che si sviluppano da sole, ma sono funzioni che debbono essere apprese, e che quindi dipendono in gran partedalla ricezione di impulsi sensori; Il fine dell'educazione non la rivelazione di funzionimentali, bens la loro creazione, la loro genesi; I simboli che provengono dall'ambiente vengono fsica-mente integrati nel cervello, sotto forma di modifiche molecolari della struttura dei neuroni; L'uomo non nasce libero, ma condizionato dai geni edall'educazione. Non c' male, come demolizione di tanti miti. Anche se detto un po' crudamente proprio in questo modo che il neonato si presenta alla vita. Egli ha in s grandi potenzialit mentali, ma senza l'ambiente sarebbe come una macchina IBM appena uscita dal cellofane dell'imballaggio, piena di circuiti raffinatissimi ma incapace di dare una qualunque risposta a un quesito poich ancora vuota di memorie . L'urte d adattarsi L'esempio del calcolatore, utilizzato spesso per meglio comprendere per analogia certi concetti, non deve naturalmente spingersi troppo in l: vi infatti

  • una differenza fondamentale tra il computer e il cervello (a parte il fatto che sarebbe pi giusto attribuire un ruolo di computer a ognuno dei dieci miliardi di neuroni che lo compongono). La vera differenza che il cervello una macchina biologica, che si adatta ogni volta alle circostanze. una macchina che si modella sull'ambiente, continua cio a comportarsi nella vita come ha fatto durante lo sviluppo embrionale. In questo senso il cervello molto pi simile a una pianta, o a una radice che pian piano si sviluppa l dove il terreno fertile e si atrofizza dove mancano i sali e l'acqua. appunto un sistema premio-punizione, che induce il nostro cervello a trasformarsi in continuazione codificando in certi tracciati le memorie delle sue esperienze, mettendo in forma le informazioni (come dice il biologo francese H. Laborit). evidente l'importanza che riveste, in questa costruzione graduale, il primo periodo della vita, poich proprio all'inizio che si definiscono certi tracciati di base, che si attivano geneticamente le potenzialit del cervello. Non bisogna, tra l'altro, dimenticare che nei primi anni di

  • vita il cervello, come tutti gli altri organi, cresce enormemente in volume. Il grafico di p. 48 mostra che dalla nascita ai dieci anni il peso del cervello aumenta di sei o sette ime sviluppo gr. 120 Aumento del volume cerebrale durante l'infami volte : durante le varie fasi tutto pu influenzare e orientare lo sviluppo di questa sensibilissima macchina cerebrale. Infatti dal punto di vista dello sviluppo nervoso il neonato ancora, parzialmente, un feto: la sua costruzione cerebrale, cio, non stata interamente completata nel grembo materno. Alla nascita sono pronti i sistemi che controllano la vita vegetativa, i battiti cardiaci, il respiro, le funzioni intestinali, ma per molte altre cose il cervello non ancora pronto, deve completare la sua costruzione biochimica. Questo fa dire allo psicologo americano J. Kagan (ma non tutti sono d'accordo su questo punto) che certi processi cognitivi nel bambino sono in parte legati alla crescita nervosa, nel senso che non possono avvenire quando la macchina nervosa non ancora pronta; e anche certe funzioni sono controllate dalla graduale maturazione del cervello. certo,

  • comunque, che questo periodo dell'infanzia il pi aperto, il pi disponibile a tutti gli stimoli. Secondo molti ricercatori una lunga infanzia, com' quella dell'uomo, sarebbe un vantaggio genetico che consentirebbe alla costruzione cerebrale di essere influenzata e arricchita per un tempo assai lungo. Insomma l'apparente debolezza del periodo infantile sarebbe in realt un ulteriore vantaggio della specie umana, poich favorisce l'accumulazione delle esperienze precoci e la trasmissione della cultura, grazie alla prolungata vita coi genitori. / topini massaggiati Sulla straordinaria capacit che ha un organismo giovane di adattarsi all'ambiente esistono numerosi studi. Noi abbiamo fatto alcuni esperimenti abbastanza sorprendenti, mi ha detto il professor Dennenberg, dell'Universit del Connecticut, dipartimento delle Scienze del comportamento. Se, per esempio, prendiamo dei topini appena nati, li togliamo dalla gabbia, li < massaggiamo > per alcuni minuti e infine li rimettiamo in gabbia, questo avvenimento apparentemente trascurabile pu avere conseguenze notevoli : i topini < massaggiati >

  • diventeranno, da adulti, pi curiosi, meno emotivi, pi adattabili. Una cosa del genere, pu valere anche per gli esseri umani? Penso proprio di s. Sono stati fatti studi su gemelli prematuri messi in incubatrici, sottoponendo uno dei neonati a stimoli supplementari e lasciando invece l'altro in condizioni < normali >. Si potuto constatare che all'et di quattro mesi il gemello sottoposto a stimoli presentava una grande diversit nella capacit di imparare. Penso che si tratti di esperimenti assai probanti. Questi esperimenti, condotti dal dottor Lipsitt, alla Brown University (New York), consistevano nell'estrarre il prematuro dalla incubatrice per soli dieci minuti al giorno (per dieci giorni consecutivi), toccandolo, parlandogli, coccolandolo, offrendogli cio quegli stimoli materni che solitamente un neonato riceve, e di cui sono privati invece i bimbi prematuri, isolati appunto nelle loro isolettes . Questa piccola quantit di stimoli, dice Lipsitt, fa sentire i suoi effetti anche a mesi di distanza, e si pu supporre che si tratti di un'impronta permanente. Vi poi un altro aspetto importante in questi

  • esperimenti, egli afferma. Infatti, i neonati prematuri sono solitamente pi esposti degli altri a danni cerebrali : oggi si pensa che la causa possa anche essere ricondotta a circostanze ambientali. Si pu formulare quindi l'ipotesi che certi danni derivino proprio dall'isolamento sensoriale in cui essi sono tenuti nel primo periodo della vita. II microbiologo Rene Dubos, dell'Istituto Rockefeller a New York, ha compiuto dal canto suo studi sull'influenza che possono avere sul futuro dell'individuo le malattie nella prima infanzia. Egli giunto alla conclusione che esiste una specie di freudismo biologico ; cio certe caratteristiche biologi-che vengono orientate sin dal primo periodo di vita a seconda delle esperienze ambientali. Dubos afferma che si tratta di un'orma incancellabile. Sperimentalmente lo si pu dimostrare contagiando dei topini con certi batteri : pur guarendo completamente essi non potranno pi raggiungere il peso degli altri topini, in et adulta, e saranno meno resistenti. Inversamente, alcuni ricercatori si chiedono se non sia possibile migliorare le difese immunitarie attraverso leggeri stimoli precoci.

  • Vi sono ricerche in questa direzione, mi ha detto Den-nenberg. Naturalmente non sappiamo fino a che punto questi piccoli choc possano giovare all'organismo. Si scoperto, per esempio, che in certe trib primitive moderati stress in et precoce possono provocare un aumento nell'altezza: analogamente, quando noi < massaggiamo > i topi, osserviamo un aumento del loro peso nell'et adulta. Si anche osservato che questi animali manipolati diventano da adulti pi resistenti alle malattie, e persino al virus del cancro. In questo primo periodo d vita l'organismo s adatta dunque rapidamente a ogni situazione, sviluppando le qualit sollecitate dall'ambiente. In pratica la risposta flessibile a un problema di sopravvivenza. Le conseguenze, buone o cattive, si faranno sentire poi per tutta la vita, dal momento che stata presa una certa direzione piuttosto che un'altra. In proposito sono estremamente interessanti le osservazio- ni fatte sulla malnutrizione nel primo periodo di vita. La malnutrizione un esempio di come l'organismo si adatti rapidamente a ogni situazione, e le regole che valgono per lo stomaco, in tema di

  • adattamento, valgono anche per il cervello, nel senso che la denutrizione fisica mette in moto meccanismi analoghi a quelli della denutrizione culturale. Il sottosviluppo fisico, di cui ora parleremo, permette di capire molti problemi dello sviluppo (e anche del sottosviluppo) mentale. L'effetto frenante della malnutrizione La malnutrizione un campo in cui, putroppo, non mancano le occasioni di compiere osservazioni direttamente sugli esseri umani. Non c' bisogno di ricorrere ai soliti topini di laboratorio, basta andare in una parte qualsiasi del mondo (e in particolare del terzo mondo) per trovare materia prima in abbondanza. Nell'America centrale esistono centri di ricerca tra i pi aggiornati, in particolare in Messico e in Guatemala. qui che mi sono recato, per incontrare alcuni tra i pi autorevoli esperti del settore, cominciando dal professor J. Cravioto, dell'Ospedale Infantile di Citt del Messico. Il professor Cravioto sta compiendo un'interessante ricerca in una cittadina di diverse migliaia di abitanti, a tre ore d'auto dalla capitale : una cittadina che sono stato pregato di non nominare per non

  • interferire con gli studi in corso. Da molti anni vengono qui eseguiti misurazioni e tests su tutti i bambini, dalla nascita in poi, annotando le differenze riscontrabili, soprattutto per quanto riguarda il diverso ambiente d'origine familiare e sociale. Le madri portano periodicamente i loro figli in un ambulatorio, e un'equipe di medici e psicologi annota minuziosamente tutto quello che pu essere rilevato. Senza entrare troppo nei dettagli di questi studi, baster una EFFETTI DELLA MALNUTRIZIONE Queste due bambine, nate con lo stesso peso, all'et di tre anni presentano notevoli differenze nello sviluppo: la bambina di destra, che ha sofferto di malnutrizione, pi piccola di circa dieci centimetri. Una volta adulta il suo organismo sar pi vulnerabile, (Da una foto del professor Cravioto.) fotografia (ridisegnata qui sopra), a dare una chiara idea di quali possono essere gli effetti della malnutrizione. Questi due bambini, dice il professor Cravioto, avevano alla nascita lo stesso peso e dimensioni, ma all'et di tre anni la loro differenza in statura enorme. Abbiamo re-

  • gistrato molti casi analoghi, e la differenza va di solito da 7 a 10 centimetri. Noti bene che il pi piccolo non un bambino che ha fame, per il tipo di alimentazione ha influito sul suo sviluppo fisico : egli si < adattato > sviluppandosi meno. Non un bambino macilento, dall'aria denutrita : apparentemente sano, ma i danni sono pi subdoli, ne la prova il fatto che meno resistente alle malattie, e quindi pi vulnerabile. Nelle bambine la malnutrizione provoca anche un altro effetto collaterale: non sviluppandosi sufficientemente esse avranno una gravidanza e un parto assai pi diffcili, con alti indici di mortalit. Che cosa si intende per malnutrizione, dal punto di vista medico? Questo un punto interessante, perch noi distinguiamo tra vari tipi di malnutrizione, assai diversi tra loro. II tipo pi diffuso, naturalmente, di cui soffre gran parte degli individui sulla terra, in varia misura, quello dovuto alla limitata disponibilit di cibo, in particolare proteine: si tratta cio di un problema sociale, non medico, e la sua soluzione non pu essere che politica. In altri casi, invece, la malnutrizione si verifica anche quando c'

  • disponibilit di cibo, ma vi un rapporto sbagliato tra madre e figlio. Nelle nostre indagini condotte in varie classi sociali abbiamo potuto osservare che questo tipo di malnutrizione non risulta automaticamente dal reddito familiare, o dalle condizioni in cui vive il bambino, e neanche dall'istruzione dei genitori : vi piuttosto, alla base, un'incapacit della madre di interpretare le esigenze del bambino. una privazione di significati, dovuti a un rapporto sbagliato. II professor Chavez, a Citt del Messico, studia questo rapporto sbagliato, che si stabilisce tra madre e figlio gi nel periodo dell'allattamento. II meccanismo solitamente questo, spiega Chavez, la madre non produce abbastanza latte, il bambino piange, la madre gli offre nuovamente il seno, e cos di seguito. Ben presto il neonato si accorge di non poter ottenere di pi, e cos dorme, riduce l'attivit, perde l'appetito e tutto il suo sviluppo ne risente. Ne seguir un rallentamento fisico, che diventer poi mentale e in seguito anche sociale. una spirale tragica che tende a perpetuarsi attraverso una serie di concatenazioni ambientali : infatti,

  • quando una bambina che si trova in queste condizioni diventer a sua volta madre, disporr di meno latte per nutrire il suo piccolo (soprattutto tra il terzo e il sesto mese, che l'et critica) e disporr anche di minori capacit culturali per interpretare le necessit del bambino. Naturalmente i vostri figli non corrono questo pericolo, anche se Chavez mi diceva che casi di malnutrizione inconsapevole si sono verificati in ogni classe sociale, e persino nelle famiglie di alcuni re. Ma questi studi, oltre a modificare radicalmente certe idee sulla fame e sul sottosviluppo, ci permettono anche di vedere chiaramente come il bambino, sin dal primissimo periodo di vita, imposti in modo permanente il suo rapporto biologico con l'ambiente. Un'ulteriore prova ce la fornisce un esperimento rovesciato realizzato in Guatemala; un esperimento che ai nostri occhi pu apparire un po' crudele, ma che considerato di eccezionale interesse dagli esperti. La zuppa che fa crescere In Guatemala, come in altre parti del mondo, la malnutrizione un fatto quasi endemico, e i ricercatori dell'lNCAP (l'Istituto per la Nutrizione dell'America centrale e Panama) non hanno dovuto

  • faticare troppo per trovare una serie di villaggi indios sui quali effettuare i loro studi. Sono stati scelti quattro villaggi : in due di essi sono stati distribuiti quotidianamente ai bambini (sin dalla nascita) cibi pi nutrienti, negli altri due invece si lasciata immutata l'alimentazione tradizionale. Osservazioni periodiche sono in corso da quasi sei anni, per misurare le differenze che questa diversa dieta pu provocare nello sviluppo. I bambini che beneficiano di questa dieta migliorata sono circa seicento, mi ha spiegato il professor R. Klein che dirige la ricerca. II cibo supplementare che noi distribuiamo molto semplice e poco costoso, consiste in una zuppa fatta con cereali locali di alto contenuto proteico. La razione di due tazze al giorno, in aggiunta all'alimentazione tradizionale. Ebbene, questo modesto cambiamento provoca conseguenze sorprendenti: i bambini, che generalmente sono di piccola statura, diventano alti come gli europei o gli americani. Ci mostra, tra l'altro, che la bassa statura degli indios non soltanto un fattore genetico, ereditario, ma dovuto in gran parte alla cattiva

  • nutrizione nei primi anni di vita. Anche in questo caso, quindi, l' adattamento iniziale dell'organismo determinante : sviluppo e sottosviluppo fisico vengono messi in moto da una esperienza precoce. Ci che vale per le cellule del corpo vale anche per quelle del cervello: nella prima parte della vita qualsiasi avvenimento pu far s che le cellule si adattino, si plasmino e siano pronte a prendere una certa direzione piuttosto che un'altra, a ricevere un'impronta che varr poi per il resto della vita. Il cervello, cio, pronto in teoria a incamerare una massa enorme di informazioni e di esperienze, ma se l'ambiente non glieli offre accadr come per la denutrizione: il cervello si adatter a questa situazione di carenza, perder l'appetito di imparare (cio la curiosit), la capacit di prestare attenzione, e ne conseguir un rallentamento mentale. Teoricamente uno stesso neonato, insomma, allevato in due ambienti estremamente diversi, pu diventare un intellettuale o pu diventare (con scarse possibilit di recupero) un cosiddetto bambino-lupo . / bambini-lupo Esiste una numerosa casistica di bambini cresciuti in condizione di isolamento spinto: il

  • caso pi celebre quello del ragazzo trovato nel secolo scorso nei boschi dell'Aveyron, in Francia. 11 bambino, cresciuto allo stato selvaggio, correva a quattro zampe e viveva in tane scavate nella terra. Sul suo caso esiste un rapporto dettagliato di un istitutore che cerc inutilmente di rieducarlo : la direzione presa dal suo sviluppo mentale lo aveva portato a un adattamento ormai irreversibile. Altri casi di bambini cresciuti in condizioni analoghe (bambini-orso, bambini-gazzella) sono stati segnalati in passato: le osservazioni fatte sul loro comportamento indicano che, tornati alla vita normale , questi ragazzi sono incapaci di recuperare la distanza cerebrale che li divide dal nostro mondo. Malgrado i progressi che possono compiere, una lacuna insormontabile sembra impedire il loro recupero (pi che di recupero occorrerebbe per parlare di salto mentale). Da molti anni non si registrano casi di bambini ritrovati nei boschi, ma di tanto in tanto si ha notizia di bambini cresciuti in isolamento molto spinto: il caso di due gemelli negri, che vivevano abbandonati dalla madre in una stanzetta alla periferia di Boston. Il professor Peter Wolff,

  • dell'Universit di Harvard, me ne ha raccontato la storia. Questi due gemelli praticamente erano cresciuti da soli, quasi senza cure materne : la madre (separata dal marito) era quasi sempre fuori casa, si occupava pochissimo di loro. A volte s assentava per due o tre giorni, lasciando ai bambini solo il cibo per nutrirsi. Quando intervenne la magistratura, essi vennero ricoverati nel nostro istituto. Al momento del ricovero avevano due anni e mezzo, ma non sapevano ancora camminare, si spostavano a quattro zampe. Se qualcuno Due gemelli ritrovati a Boston all'et di due anni e mezzo, praticamente vissuti senza madre, erano incapaci d a sca pi grave: malgrado cin sforzi gli educatori hano potuto rimediare solo in parte alla enza materna iniziale (Da un tilm del protessor Wolff ) si avvicinava, strillavano e mordevano, sembravano proprio degli animaletti. bene precisare che questi bambini non erano dei minorati; tuttavia, quando li abbiamo esaminati il loro elettroencefalogramma assomigliava a quello di un beb di sei mesi. cominciata cos l'opera di rieducazione, affidata a personale specializzato. Tutti i loro progressi

  • sono stati seguiti e annotati. Abbiamo potuto constatare che molto rapidamente essi hanno recuperato certe capacit, anche se imparare a camminare ha richiesto qualche tempo. Le attivit mentali, invece sono state assai pi lente; solo dopo quattro anni e mezzo sono entrati in possesso di un linguaggio utile. Ancora oggi, a sette anni, hanno un vocabolario limitato, e non riescono a scrivere o a leggere bene. Non presentano, dal punto di vista medico, lesioni neurologiche? No, oggi il loro elettroencefalogramma normale. Il recupero del ritardo, sotto questo punto di vista completo, almeno in apparenza, ma sono bambini molto arretrati, rispetto agli altri, anche nella socializzazione : penso che non potranno mai essere normali. La < deprivazione > di cui hanno sofferto nei primi due anni e mezzo di vita avr effetti permanenti', e avrebbe potuto essere ancor peggio se, anzich di gemelli, si fosse trattato di un bambino cresciuto solo. Tutte queste osservazioni fatte sui bambini cresciuti in isolamento (che poi, in definitiva, un isolamento culturale) dimostrano che certe idee sullo sviluppo naturale del bambino, dal quale sboccerebbe il

  • se stesso innato, sono molto lontane dalla realt. Anche Robinson Cruso, se fosse naufragato sull'isola in tenera et, sarebbe diventato poco pi di un animale a quattro zampe. Alla nascita ogni bambino, in un certo senso, un bambino-lupo , che viene gradualmente stimolato a salire nella scala della conoscenza dalle persone che ha intorno. Una carenza culturale (come pure una carenza alimentare) nella prima fase della vita crea un adattamento sempre pi difficile da modificare, perch le ramificazioni all'inizio si divaricano rapidamente, e il bambino che a scuola viene a trovarsi a diretto confronto con gli altri non ha pi un margine sufficiente di accelerazione biologica per recuperare il ritardo. Il suo adattamento iniziale lo porta ad essere un disadattato al mondo della scuola. Questo meccanismo (visto qui nel caso estremo dei barn- bini-lupo) vale naturalmente a tutti i livelli. Viene perci da chiedersi : chi di noi riesce davvero a sfruttare pienamente il potenziale mentale che possiede, in teoria, fin dalla nascita? La risposta , naturalmente, che siamo tutti un po' deprivati, nel senso che non abbiamo

  • sviluppato tutto il patrimonio, tutte le ricchezze mentali che possedevamo quando siamo venuti al mondo. Il livello medio culturale, nelle societ, salito gradualmente dall'et della pietra a oggi e continuer a salire. La normalit , quindi, non altro che una normale deprivazione. O, se preferite, la media delle occasioni perdute. Un pacchetto che accumula memorie Ma fino a che punto l'ambiente pu modificare le capacit cerebrali? Diversi ricercatori lavorano in questo campo, che si presenta assai difficile proprio perch mancano punti di riferimento: troppo poco si sa ancora delle vere potenzialit del cervello. Naturalmente non possibile effettuare esperimenti di laboratorio sull'uomo, ma sull'animale varie ricerche sono in corso: esse permettono di confermare (e anche di misurare) la relazione diretta che esiste tra stimoli ambientali e arricchimento del cervello. In questo campo vi sono studi ormai classici come quelli effettuati dal professor Rosenzweig, all'Universit di Berke-ley in California. Confrontando al microscopio cervelli di topi allevati in diverse condizioni ambientali egli ha infatti scoperto evidenti

  • differenze nella biochimica cerebrale e nello sviluppo delle ramificazioni delle cellule nervose. Ci significa che il cervello si trasforma ogni volta che noi apprendiamo qualcosa. La memoria, cio, non una specie di nuvoletta che aleggia nel cervello, ma il risultato di modifica- zioni materiali delle cellule nervose, che si trasformano in seguito al passaggio ripetuto di stimoli, cos come si trasformano le fibre muscolari in un atleta. Queste tracce (che sono gi memorie allo stadio pi semplice) funzionano in pratica come scambi o semafori per i circuiti nervosi, e costruiscono via via tracciati cerebrali sempre pi ricchi. Riprenderemo il discorso su questo punto nel capitolo dedicato all'apprendimento: per ora limitiamoci a prender nota che il cervello un organo in continua trasformazione, in continuo adattamento. Questa parte memorizzante (la corteccia, estremamente sviluppata nell'uomo) non agisce autonomamente, ma agisce in simbiosi con la parte antica del cervello, dove trovano sede gli istinti elementari di sopravvivenza. Dall'azione combinata di queste diverse zone del cervello nasce il

  • comportamento; gli istinti primitivi e le emozioni premono sulla parte memorizzante (dando luogo all'apprendimento) e ne rimangono poi influenzate a loro volta (attraverso l'educazione). Il cervello si presenta insomma come un pacchetto sensibilissimo a tutti gli stimoli, capace di reagire accumulando memorie e restituendo comportamenti. una straordinaria macchina che pi attivata pi risponde, attraverso adattamenti agli stimoli ambientali. Sono questi stimoli che finiscono per condizionare tutto il suo sviluppo. Vergine mentalmente alla nascita, il bambino offre la sua pagina bianca all'azione culturale, affettiva, psicologica della madre. Vorrei qui precisare (e del resto un concetto che apparir subito chiaro nel prossimo capitolo) che la parola madre , naturalmente, va intesa in senso lato: nel nostro discorso (che riguarda il neonato) essa indica la persona, o le persone, che allevano il bambino, cio eventualmente la madre adottiva, la zia, i nonni (o il padre, naturalmente). In pratica, per, s sa che questo ruolo quasi sempre svolto dalla madre, che nei primi tre anni di vita rappresenta la vera figura centrale (e presente)

  • nell'educazione quotidiana. lei che fa emergere il bambino dal profondo buio mentale in cui si trova : lei che, dopo la nascita fsica, lo fa nascere una seconda volta, psichicamente. Ed quindi a questa figura materna che noi ci riferiremo costantemente. Specchiandosi nella madre il bambino inizia, piai tale, grazie a un continuo scambio nei due sensi.

    Ili MADRE E FIGLIO Una partita a tennis Dopo tutto quanto abbiamo visto nei primi due capitoli, appare ora con evidenza lampante che il rapporto tra madre e figlio va molto al di l di ci che noi chiamiamo affetto o educazione. La madre chiamata a svolgere un ruolo estremamente pi vasto nello sviluppo mentale del bambino: come una lampada solare che permette la crescita molecolare della sua intelligenza. Cos come una pianta nasce con un certo programma di sviluppo innato, ed l'ambiente, l'umidit, la temperatura a condizionarne la crescita, allo stesso modo un neonato, che ha un suo programma di sviluppo congenito, ha bisogno di trovare un ambiente capace di stimolare le sue qualit mentali, che si ramificano in tutta la

  • meravigliosa diversit permessa dal sistema nervoso: percezione, apprendimento, linguaggio, socialit, affettivit. Questo sviluppo richiede un continuo scambio nei due sensi : una costruzione che cresce grazie al concatenarsi progressivo di stimoli e reazioni, di domande e di risposte. Fin dal primo giorno di vita, quindi, madre e figlio giocano una partita a due. La madre , per cos dire, una tennista : ogni volta risponde ai lanci, rimanda la palla, e permette alle potenzialit del piccolo di esprimersi. Una madre che manchi a questo ruolo di partner finir per atrofizzare lo sviluppo del bambino; il bambino, cio, si scoragger se nessuno risponder alle sue aperture e si adatter rapidamente a questa situazione. Abbiamo visto che un rapporto sbagliato con la madre pu portare alla denutrizione da adattamento e a un mancato sviluppo della statura; pu portare addirittura all'incapacit di camminare e di parlare, come nel caso dei due gemelli cresciuti in isolamento. Un meccanismo analogo alla base di tutto lo sviluppo del sistema nervoso, cio delle capacit mentali, degli affetti, della socialit, e in definitiva del comportamento. Sono rami diversi di

  • uno stesso sviluppo progressivo che comincia dal primo contatto, dalla prima carezza della madre che trasmette sensazioni di tatto, d movimento, di temperatura. Proprio attraverso questo contatto sensoriale si stabilisce il primo rapporto fondamentale tra la madre e il bambino. Le madri artificiali Esperimenti ormai celebri sono stati condotti dal professor Harlow, dell'Universit del Wisconsin, su animali privati della presenza della madre fin dalla nascita: essi hanno rapidamente identificato la madre in un fantoccio capace di soddisfare, sia pure in parte, la loro necessit di un contatto fisico rassicurante. Questo contatto fisico risultato persino pi determinante, dal punto di vista affettivo, dello stesso allattamento. Il professor Harlow ha potuto constatarlo facendo entrare una scimmietta nata da pochi giorni (e subito privata della madre) in una gabbia in cui si trovavano due fantocci, uno d stoffa e l'altro di fil di ferro ma fornito di biberon. La scimmietta succhiava il biberon, poi correva ad abbracciare la madre di stoffa, con la quale passava tutta la giornata. Privata della madre, una scim-mietta identifica la propria madre

  • > in un fantoccio il contatto fisico risultato essere pi importante dello stesso allattamento. Altre scimmiette, private anche del fantoccio, hanno identificato la madre con uno straccio morbido; la sottrazione di questo straccio rappresentava una vera separazione affettiva, causa di grande dolore. dunque un vero e proprio legame d'affetto che si stabilisce sin dall'inizio tra un essere vivente e una cosa capace di fornire certe risposte fisiche (analoghe a quelle che la madre sa dare nel modo pi completo). L'attaccamento della scimmietta a una madre di stoffa non viene indebolito da una lunga separazione: una scimmietta che da sei mesi non la vede corre subito verso di lei, la abbraccia, e la bacia. Questo non amore? chiede il professor Harlow. Questi esperimenti con sostituti materni mostrano in effetti che alla base di un legame affettivo vi sono inizialmente sensazioni fisiche; in mancanza della madre queste possono essere fornite da altre cose o oggetti. All'Universit di Davis, in California, il professor W. Ma-son sta appunto cercando di stabilire una scala di sostituti materni, partendo dai fantocci pi semplici

  • per salire via via a quelli pi perfezionati, fino a giungere a un fantoccio vivente: quando sono andato a trovarlo, infatti, egli aveva iniziato ad allevare una scimmia neonata con una cagnetta, che fungeva da madre artificiale . Dallo straccio morbido alla madre vera sembra esistere un progressivo aumento dell'efficienza del rapporto. Se non rischiassimo di essere fraintesi, diremmo che la madre vera la pi perfezionata delle madri artificiali. Questo spiega, del resto, perch una madre adottiva pu essere un'eccellente mamma (anche migliore della vera). La voce del sangue non esiste, sotto questo punto di vista : il bambino considera sua vera madre la persona che gli vicina nell'infanzia, che alimenta ora per ora la sua costruzione fisica e mentale. La prima impressione Anche le ricerche condotte sul rapporto tra madre e figlio hanno mostrato che proprio in questo primo periodo si costruisce un legame affettivo stabile, poich esso viene a concatenarsi con certe risposte istintive che ogni essere vvente possiede alla nascita. Se, infatti, si pone una scimmietta in totale isolamento affettivo, e solo dopo tre mesi le si fornisce un

  • fantoccio di stoffa, essa non reagir pi. Rimarr in un angolo, tutta tremante; ormai tardi per lei, si adattata alla carenza materna (come una pianta che ha ricevuto poca acqua e poca luce) portandone per le conseguenze nel suo sviluppo affettivo. Questi studi si riallacciano, del resto, alle osservazioni fatte da molti etologi, che confermano l'importanza delle esperienze vissute nel primo periodo di vita, durante il quale un essere vvente riceve un'impronta fondamentale, o imprinting, come si dice in linguaggio tecnico. Negli uccelli questa impronta particolarmente evidente : in pochi minuti, dopo l'uscita dall'uovo, essi imparano a riconoscere la madre, e a non pi staccarsene : il primo oggetto mobile che vedono venendo al mondo. In proposito famosa la storia dell'ochetta Manine, che consider come madre il professor Konrad Lorenz, cio il primo essere vivente che si era occupato di lei alla nascita. Esistono altri esempi, come quello del pulcino che adott come madre un giocattolo a molla, o del pavone che, cresciuto con delle tartarughe, si innamor di una di esse e pi tardi cerc anche di

  • accoppiarsi con lei. Tutti questi esempi, e molti altri che riempiono capitoli interi di etologia, mostrano chiaramente che la madre non tale perch ha dato alla luce il figlio, ma sol