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D'I R E T T O R E GUSTAVO VERONA AMO XT1. TORINO, 20 Maggio 1917. N. 20. L'ILLUSTRAZIONE DELLA GUERRA e LA STAMPA SPORTIVA RIVISTA SETTIMANALE ESTERO L-. 9 ABBONAMENTI ITHLIH ANNO L . 5 SEMESTRE . . . » 2,75 » 5 MENSILE . . . . » 0,50 » 1 La copia cent. IO, arretrato 0,20 Per Inserzioni rivolgersi : o presso l'Amministrazione del Giornale In TORINO Via Davide Bertolottl, 3 o presso l 'Agenzia Italiana di Pubblicità In MILANO UmrjHU.jmnm, ••• „„ „„„ n i »| limimi m i miiii mn i mm mji „,„,„„„„„„,„„ „„„„„„„„„„ „„,,,„„ 1 NOSTRI EROI DELL'ARIA., - II Capitano Baracca che il 13 Maggio ha abbattuto nel Medio Isonzo il 10° apparecchio austriaco

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D ' I R E T T O R E

G U S T A V O V E R O N A

A M O X T 1 . TORINO, 20 Maggio 1917. N. 20.

L'ILLUSTRAZIONE DELLA GUERRA e LA STAMPA SPORTIVA

R I V I S T A S E T T I M A N A L E

ESTERO L-. 9 —

ABBONAMENTI ITHLIH

ANNO L . 5 — SEMESTRE . . . » 2 , 7 5 » 5 — MENSILE . . . . » 0 , 5 0 » 1 —

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1 NOSTRI EROI DELL'ARIA., - II Capitano Baracca che il 13 Maggio ha abbattuto nel Medio Isonzo il 10° apparecchio austriaco

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N o t e C i c l i s t i c h e

Francesco Cerniti dell'U. S. La Piemonte vince la coppa della grande Casa di Pneumatici Tedeschi di Torino.

La Torino-Alessandria-Torino ha ottenuto un ottimo successo. Novantadue ciclisti si presen-tarono al campo sociale dell'U. S. Torinese, or-ganizzatrice della corsa.

Ad Alessandria — arrivo della prima tappa — molto pubblico si è recato a Ponte Tanaro, dove il primo gruppo, forte di 15 concorrenti, giunse alle 10,23. Tagliò primo il traguardo Francesco Cerutti del « Uà Piemonte ».

Bianco Vincenzo, dell'Unione Sportiva Petrarca che seguiva, cadde a pochi metri dal traguardo determinando la caduta presso che generale degli altri ciclisti. Fortunatamente, malgrado che il gruppo fosse in piena volata, non si ebbero serie conseguenze all'infuori di qualche rottura di bi-icletta.

Secondo fu classificato Gamba, terzo Schierano, piarto Pagliani e gli altri undici in gruppo.

Alle ore 10,41 giunsero pure in gruppo serrato Itri dodici concorrenti e successivamente ne ar-carono un'altra trentina alla spicciolata. Il ser-

vizio all'arrivo era fatto dall'Unione Sportiva Alessandrina.

Alle 15,25 venne data la partenza per la seconda appa. Si presentarono allo « starter » 56 con-orrenti. Ecco come la Giuria ha classificato gli arrivati

id Alessandria : Cerntti, punti 1. Gamba, punti 2. Bosio, Forcherò), Mirabelli, Mazzo Luigi, Co-

itanzi, Musso G., De Francischi, Bottazzi Giu-leppe, Nicolini, Schierani, Pogliani, Arduino, artori, punti 3.

Brunetti, Fogliatti, Rotto, Appendine, punti 13. Touelli, Gorasio, Castagneri, Rosso Giuseppe,

laudino, punti 14. Durante, Rapanè, Migliaia, Paletti, Beraud,

iinstetti, Battù, punti 15. Muretti, Bonza, Corvetti, Garoni, Drago, Ne-

pote, Viola, Gambino, Bianco, Capra, Negro, Fi-nello, Gerbino, Cossotti, Rubino, punti 16.

Ferrara, Lavezzano, Valpreda, Moretta, Mora, Vicendone, Gilardi, Fossati, Corino, Martinengo, punti 17.

Una folla enorme si recò alla Barriera Stupi-nigi per l'arrivo dei concorrenti. Soltanto alle 18,30 il vincitore della prima tappa tagliò il tra-guardo.

Ecco l'ordine di arrivo : 1» Francesco Cerutti (pneumatici Tedeschi); 2° Giovanni Pogliani ; 3° Attilio Caldara ; 4° Domenico Schierano (tutti del « L a Piemonte »); 5» Luigi Scarone, indipen-dente; 6® Oreste Gamba, dell'U. S. T.; 7» For-cherio Domenico, id.; 8° Rosso Luigi, id.; 9° Bru-netti Giuseppe, id.; 10' Servetti Alessandro, id.; 11° Niccolini Giuseppe, della La Piemonte, e Giuseppe Bottazzi, indipendente; 13» Antonio Bo-glietti, della La Piemonte ; 14" Battù Eugenio, del R. C. A.; 15* Masso Michele, indipendente.

Seguono altri 40 in tempo massimo. La Coppa Tedeschi è stata assegnata all'U. S.

La Piemonte. La classifica dei primi cinque arrivati è la se-

guente : 1» Cerntti Francesco, con 2 punti ; 2® Pogliani, con punti 5 ; 3° Schierano, con punti 7; 4® Gamba, con punti 8; 5° Forclierio, con punti 10.

Il calendario delle corse nel 1917 Questa primavera, che ha sofferto tanto ritardo,

si annuncia carica di importanti avvenimenti ci-clistici.

Ecco le gare più prossime in ordine cronolo-gico che vedranno il loro svolgimento nei mesi di maggio e giugno : 20 maggio — Milano Parma-Spezia, della Virtus

di Spezia, per professionisti e di-lettanti, km. 250 circa.

» — Milano-Pavia-Milano, dello Sport Club Milano, per professionisti e dilettanti.

27 maggio — Popolarissima genovese, Genova-Chiavari e ritorno.

» — Milano-Como-Varese-Erba-Milano, dell'Unione Ciclo Motociclistica, per dilettanti, km. 120 circa.

» — Popolarissima napoletana, dell'U. S. Napoletana, km. 65 circa.

25 » — Criterium d'estate dello S. C. Reno di Bologna, per dilett., km. 70.

3 giugno — Corsa Statuto dell'U. S. Barriera Nizza di Torino.

» — Criterium Pjimaverile dello S. C. Modena per dilettanti, km. 94.

» — Coppa Barzotti della Virtus di Spezia, per dilettanti.

» — Milano - Lecco-Erba-Como-Varesè-Brinzio-Gavirate, dell'U. S. Mi-lanese, per professionisti e dilet-tanti, km. 200 circa.

» — Campionato Emiliano dello S. C. Reno di Bologna, km. 100.

LE NOSTRE ORGANIZZAZIONI Interessante è l'organizzazione che è stata fatta

in Francia onde seguire giorno per giorno il mo-vimento dei feriti, dei malati e dei morti nei moltissimi ospedali. Il prof. Alfredo Nieeforo ne parla in un'intervista concessa alla Tribuna, spe-cificando come per le statistiche sanitarie di guerra sia stato creato in Francia un ufficio mo-dello ove sono raccolte le schede individuali, le quali raccontano la storia di ogni ferito o malato. Gli impiegati che vi lavorano sono tutti scelti tra i parenti dei morti in guerra: mogli, figli, nipoti. Diagrammi affissi nelle sale segnano, di cinque in cinque giorni, o di dieci in dieci giorni, o di mese in mese, il numero dei malati, suddi-visi nelle principali malattie, e il numero dei morti e dei feriti. La mortalità contata sui sol-dati degli ospedali, sia per ferite, sia per malattie, è andata grandemente diminuendo dal principio della guerra (agosto 1914) ad oggi. Nei primi mesi, su 1000 malati definitivamente uscenti dall'ospe-dale, 45 erano i morti; ora non sono che dodici. Su 1000 feriti definitivamente uscenti dagli ospe-dali, una cinquantina erano i morti; ora non sono che una ventina.

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Le gesta eroiche degli aviatori italiani Ormai non occorrono troppe parole per ricordare

quanto fanno gli aviatori italiani. I bollettini Cadorna bastano allo scopo, non solo, ma essi hanno da qualche giorno lasciata la forma stretta-mente impersonale e ricordano le gesta eroiche dei singoli eroi. — L'aviazione è ormai per 1' E-sercito italiano un'arma costituita e dalla quale il generalissimo Cadorna si ripromette il migliore impiego.

Il bollettino Cadorna del 10 corrente è illustrato dalla seguente nota ufficiale.

« Così a scopo di ricognizione Bulle nostre posi-zioni e sulle nostre retrovie, come per aggiustare tiri di artiglieria e per lanciare bombe su depositi e centri di vita nostra, numerosi aeroplani nemici hanno volato ieri quasi su tutto il fronte. Carat-tere di ricognizione hanno avuto essenzialmente le azioni aeree sulla fronte Tridentina e Carnica, dove apparecchi austriaci sono stati bersagliati e fugati dalle nostre batterie speciali ; carattere spiccatamente offensivo hanno avuto, invece, le incursioni nemiche sul medio e sul basso Isonzo. Numerose bombe sono state lanciate fra le 3 e le 4 del giorno 10 su diverse Realità, sopratutto nella zona di Gorizia e nella pianura ad occidente del Carso. L'oscurità notturna, se è stata propizia ai velivoli nemici nel sottrarli alla vista delle nostre batterie e dei nostri apparecchi da caccia, non ha favorito per contro il tiro delle bombe, le quali, lanciate a casaccio, non hanno recato danni rilevanti agli obbiettivi militari contro i quali erano dirette, mentre hanno colpito alcuni ospedaletti da campo ferendo pochi infermieri e malati.

Subito idrovolanti dell'esercito e della marina si sono recati a lanciare granate mine e bombe sui campi di aviazione nei dintorni di Trieste. Furono osservati vasti incendi. Più tardi nella mattinata un velivolo austriaco venne abbattuto dall'aviatore capitano Baracca a sud-est di Go-rizia. L'apparecchio precipitò sulle pendici orien-tali di quota 102 dove la nostra artiglieria con-centrò un fuoco violento. E' questo il nono apparecchio abbattuto dal capitano Baracca. Nel pomeriggio di ieri uno squadriglia da bombarda-mento, scortata da apparecchi di caccia, ha bersagliato il centro di rifornimento nemico di Rifemberga con risultati visibilmente efficaci. I velivoli nostri sono ritornati tutti al loro campo dopo essere sfuggiti ad un violento cannoneggia-mento e dopo avere respinto col fuoco delle loro mitragliatrici parecchi d< cisi attacchi di aeroplani nemici taluni dei quali di un tipo nuovo velo-cissimi.

Al bollettino Cadorna del 12 maggio è seguita questa nota :

Attività reciproca di idrovolanti nell'alto A driatico. Velivoli nemici gettarono ieri bombe presso le foci del Po senza arrecare danni. Furono efficacemente controbattuti dalle artiglierie anti-

* aeree del luogo. Per contro nostri idrovolanti, durante una ricognizione lungo la costa nemica, attaccarono con successo un convoglio che pro-cedeva assai vicino al litorale, presso Capo Sal vore. Nessuna perdita da parte nostra. Alla ravvivata attività dell'artiglieria sulla frontiere costiera dell' Isonzo parteciparono efficacemente le batterie della marina.

Sulla fronte Giulia le azioni delle artiglierie furono accompagnate ieri da una intensa attività aerea. Già sull'albeggiare una squadriglia di idro-volanti nemici aveva compiuto un'incursione nella zona del Basso Isonzo lanciando bombe su varie località, facendo qualche vittima tra- la popola-zione. Durante tutta la giornata nostri velivoli da osservazione sorvolarono sulle linee, scortati da apparecchi da caccia. Verso sera il tenente di cavalleria Fulco Ruffo di Calabria abbattè in combattimento un velivolo austriaco che precipitò ad oriente di Gorizia, E' il settimo apparecchio nemico abbattuto da questo aviatore.

Il bollettino Cadorna del 14 maggio reca: Anche la lotta aerea fu più vivace. Una squa-

driglia nemica gettò bombe nella zona di Aquileia, causando danni alla Basilica ed al Museo archeo-logico della città.

* Sul medio Isonzo in brillanti combattimenti due velivoli nemici furono abbattuti dai nostri aviatori.

Cadorna.

In tale giornata il capitano Baracca riuscì ad abbattere il 10° apparecchio ed il tenente Ruffo l'ottavo.

Due " Asso „ dell'aviazione militare italiana. - In alto : il tenente Ruffo di Calabria; in basso : il sottotenente Oh'» Il tenente Ruffo ha abbattutto 8 areoplani nemici ed il sottotenente Dinari 7. ,

{Dallo Sport Illnsw»

La grande unione Ciò che impensierisce, e con forte ragione, gli

uomini politici delle potenze centrali, non è sol-tanto il fatto della guerra in sè stessa, guerra che certamente non pende a loro favore attualmente, ma più che tutto è il dopo guerra. Essi hanno creato un'atmosfera non di odio, non di antipatia, ma di insopportabilità per quanto hanno fatto e per quanto non han potuto, ma avrebbero voluto fare. Essi hanno scosso i neutri colpendoli nei loro interessi, e più che negli interessi, nella dignità di popoli civili, e di essi o se ne son fatti dei nemici veri e propri, dichiaratisi tali e schieratisi contro di essi con la ferma volontà di schiacciarne la smania dominatrice, o, se neutri son rimasti an-cora e avranno la pazienza di rimanere, degli avversari sicuri quando un giorno — e questo giorno dovrà pur vanire — il mondo intero dovrà pensare alla pace, a quella pace che non sembra accetta al ministro della gu-rra tedesco, ma che è pur-troppo voluta e meritata dal mondo civile.

Ecco infatti con quoli parole von Stein ha con-cluso un suo discorso che non pare abbia persuaso i membri del Reichstag, per quanto ormai le ga-ranzie parlamentari tedesche costituiscano una cosa antiquata ed ogni discorso in esso tenuto un inutile discorso. Egli ha detto :

« Non mi abbandono alla speranza che alla guerra

succeda la pace perpetua tra i popoli. Fincfè ^ interessi degli Stati contrastano tra loro, ci saranno guerre. Le prospettive di una pace perpetua noi, sono davvero brillanti mentre due grandi popoli che finora non avevano pensato a tenere eserciti stanno creandoli. Abbiamo il dovere di assicurarli anche dopo la guerra per conservare ai posteri ciò che conquistammo. Tutta la nostra attenzione si deve rivolgere ai combattenti affinchè essi ab-biano i mezzi di raggiungere ciò che tutti desi, deriamo, cioè una pace onorevole ».

In queste parole è tutta condensata la stretta t vecchia mentalità tedesca di barbari e conquista tori. E' un soldato che parla, è vero, ma anche tra i nostri uomini di guerra noi abbiamo avuto la grande soddisfazione di sentire a parlare in a« modo molto diverso, in un modo molto moderno e consono ai ti mpi che corrono.

Oosa credono possibile gli uomini maggiori delle potenze centrali ? Un ritorno allo statu quo ante con garanzie per conservare ai posteri ciò c h e fu da essi, e con la forza, conquistato ? Una paci durevole nel mondo? Illusioni, demagogie, fanta-sticherie. Quando c ' è la forza, la ragione si ritira. Il regno della violenza, il diritto del più forte, l'arbitrio non cesseranno mai... perchè non sona mai cessati.

Ecco dove arriva la mente di uomini che non hanno ideali, che non hanno facoltà di concezione per un avvenire del mondo che non rassomigli ni passato. Se il mondo dovesse seguire le teorie ili

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future, è necessario che certi reati di diritto comune non rimangano impuniti. E se andrete a visitare le regioni abbandonate dal nemico, sarete testimoni dei peggiori orrori, di puri atti di barbarie. Ai neutri che incontrerete e a coloro che esitano ancora, potrete dire ciò che avete veduto ed essi compren-deranno perchè quasi tutto il mondo è venuto a poco a poco con noi e perchè si va manifestando un immenso bisogno di vedere la fine di un regime il quale permette di incoraggiare simili orrori.

« Bisognerà ancora indubbiamente lottare e sof-frire ; ma siamo sicuri che questi sacrifici saranno accettati di buon cuore. E mentre il nemico, te-mendo gravi torbidi, chiude le sue frontiere, la tranquillità regna fra gli Alleati perchè nella coscienza dei nostri lavoratori non vi è che una rivendicazione dominante e cancellante tutte le altre rivendicazioni : quella del diritto di vivere in un paese libero, al sicuro da ogni tirannia ».

Così parlano i nostri amici, i nostri alleati, i nostri fratelli, quelli che con noi combattono e soffrono, piangono ma col pianto si fortificano in attesa del giorno radioso della vittoria. Così sen-tono nell'anima quelli che con noi aspirano a dare al mondo un nuovo assetto di giustizia, di libertà, di fratellanza.

Ed è così che avverrà perchè alla storia non si impone la barbarie, perchè alle forze del progresso non si resiste.

La Stampa Sportiva.

La posta aerea con gli aeroplani Pomilio

Fra giorni la società aeronautica Pomilio e C. di Torino intende eseguire uno speciale viaggio aereo da Torino a Roma e ritorno a titolo di esperimento di trasporto. La società stessa ha

Un aviatore decorato. — Aldo Finzi, il noto corridore motociclista e giornalista, ora aviatore al fronte, è stato premialo con medaglia di bronzo per atto di valore al nostro fronte di guerra.

tFot, Strazza - lastre Cappelli).

ottenuto da S. E. il ministro delle Poste e dei Telegrafi che il velivolo in prova trasporti anche corrispondenza postale. Perchè dello esperimento, che può segnare una data memorabile nella storia dei trasporti, sopravviva il ricordo il ministero ha disposto che le corrispondenze (lettere e car-toline dell'industria privata) che il pubblico vorrà inviare con tale mezzo (da Torino per Roma e provincia di Roma e da Roma per Torino e provincia) sieno francate con il solo francobollo di lire 0.25 ad uso degli espressi con annotazione stampatavi dell'avvenimento

" senza diritto però al recapito per espresso. A raccogliere la corrispondenza medesima verranno collocate apposite cassette d'impo-stazione presso gli uffici postali centrali di

ferrovia e succursali di Roma e di Torino nelle quali città tra qualche giorno saranno vendibili i francobolli speciali. Con altra comunicazione si faranno conoscere le date e le ore di partenza e di arrivo del velivolo.

Per questi raids, destinati a fornire gli elementi necessari di studio alla Commissione nominata dal ministro Fera, sono stati costruiti apparecchi speciali, che saranno forse pilotati dagli abili aviatori tenenti Debernardi e Ambrosio. Le par-tenze si avranno dal campo dell'Aeronautica, sulla strada di Rivoli, e la partenza sarà cronometrata dal cav. uff. Gustavo Verona, Commissario del-l 'Aero Club d'Italia.

Attorno alla guerra Le atrocità tedesche.

Un irredento, che riuscì a disertare dalle truppe austriache, narra nel settimanale trentino La Li-bertà d'aver dovuto assistere a Brennerbad alla fucilazione di prigionieri russi per essersi rifiutati, come di diritto, a lavorare in fortificazioni ed opere militari. Riuscite vane le privazioni di cibo, le basse e anche le torture, quei 1500 russi fu-rono fatti schierare in un gran piazzale ove un capitano a cavallo, interrogandoli uno ad uno, faceva passare a destra quelli che, sotto minaccia di fucilazione aderivano al lavoro. Fra quelli che resistettero, i ritenuti sobillatori vennero quindi sottoposti al supplizio della colonna. A tre alla volta legati ed appesi al palo, erano di nuovo riappesi appena rinvenuti dal deliquio in cui suc-cessivamente cadevano. Il turno durò per 24 ore. Il dì seguente quattro di loro furono scelti per la fucilazione. Esecutori dèlia condanna turpe furono diciotto allievi ufficiali, offertisi sponta-neamente per formare le squadre di fucilatori, comandati da un graduato comune. « Bisognava vedere — scrive il resocontista — con qual gioia essi accolsero la risposta affermativa alla loro sollecitazione ! » Dietro il Grand Hotel di Bren-nerbad scorre l'Isarco, attraversato da un ponti-cello di legno: fu contro all'abete giovinetto che sorge al di là del ponticello che si procedette alla esecuzione.

Tutti i prigionieri dovettero assistervi e la scena aumentò di terribilità del fatto che il fratello di uno dei condannati, per la disperazione voleva lanciarsi innanzi ai fucilatori perchè uccidessero lui pure. A ottanta passi dal luogo dell'esecu-zione era stata preventivamente fatta scavare dai prigionieri stessi la fossa per le quattro salme, che subito dopo furono sepolte.

Disciplinai... Intorno al famoso « Obbedisco » di Garibaldi a

Bezzecca, il generale Ricciotti Garibaldi narra nel domale d'Italia come la sera della storica bat-taglia il di lui padre riposasse in una piccola casa di campagna. Il letto aveva la testa appog-giata contro il muro che dava sulla strada. Alla destra del letto stava un piccolo tavolo. Al di là del tavolo si apriva la finestra con una vista splendida della vallata. Sul tavolino ardeva una candela ed il generale dormiva nel suo letto quasi seduto, tanto che si vedere quasi tutta la sua camicia rossa. Nell'anticamera bisbigliavano sommessamente l'ufficiale di servizio e tre o quat-tro compagni, quand'ecco presentarsi un piantone con un telegramma. L'ufficiale di servizio lo prende e lo legge. Si fa bianco in viso ed esclama : « E' un' infamia ». — Bisogna sapere — soggiunge Ricciotti Garibaldi — che le nostre avanguardie erano a pochi metri da Riva, l 'unica fortezza che gli austriaci avessero. Si sapeva che essi da giorni buttavano i cannoni nel lago di Garda e che prevedevano l'entrata dei nostri per l ' indomani mattina a Riva. Si accese immediatamente una disputa tra gli ufficiali riuniti nell'anticamera. La maggioranza voleva bruciare il telegramma di Lamarmora per dar tempo ai nostri di entrare a Riva ma prevalse il dovere della disciplina e l'ufficiale di servizio portò il dispaccio al generale. Questi, svegliatosi, prese il foglio e inforcati gli occhiali si mise a leggere. Tutti osservavano muti ed ansiosi il generale. Questi, posato il foglio sul letto, stette senza dire una parola per forse tre secondi. Il suo sguardo vagava per la stanza poi tranquillamente disse: «Datemi della carta». E vergò la famosa risposta.

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questi uomini di... tempra antica, il sangue versato, le lagrime non ancora terse, i dolori ohe hanno ridotto il mondo una grande rovina sur, bbero tutti veri e proprii delitti commessi per puro sentimento di barbarie, e tutte le promesse fatte ai popoli, per un avvenire di civiltà e di progresso, sarebbero state il più vile tranello ad essi teso. Ma l'intesa, la grande e santa alleanza d i popoli civili, non per vana smania di predominio, non per vano guerreggiare ha preso le armi, non perchè ad un popolo sia tolto perchè ad altro sia dato, ma perchè a lutti sia concessa la libera esistenza, la civiltà.

E bene a ragione l'illustre parlamentare francese Bibot, nel parlamentino degli alleati, ha pronun- • ziato uno smagliante discorso che illustra ancora una volta gli scopi, le finalità di questa grande guerra che per noi e di difesa per l'avvenire della umanità intera. Egli ha così parlato : « Coloro che tono stati uniti dalla guerra non si separeranno più ìopo la pace, poiché sarà loro necessario difendere vontro ogni ritorno della barbarie ciò che salvarono i prezzo di tante sofferenze e di tanti sacrifici. La guerra non è finita, ma a poco a poco si avvicina il suo epilogo, ed il nemico manifesta stanchezza id inquietudine. Adesso lo costringiamo ad indie-•reggiare, lo premiamo insieme con i nostri alleati nglesi, ed esso chiama contro di noi tutte le sue •iserve. Lue eserciti lavorano e combattono secondo 'o stesso piano, sono animali dallo stesso ardore i obbediscono allo stesso pensiero. Fra poco vedremo verificarsi su altre fronti la stessa unità di azione i continuare gli stessi successi. L'entrata in guerra legli Stati Uniti termina di darci la certezza della vittoria finale. Anche la Germania lo sente, e moltiplica i tentativi e le manovre per piegare ovunque gli spiriti alla pace immediata. Certamente IOÌ vogliamo la pace, ma non una pace che lasci losti dinanzi a noi i problemi dai quali è sorta |uesta guerra e che essa deve risedere. Noi non ansiamo di opprimere alcun popolo od alcuna nazionalità, neppure quella dei nostri nemici, ma 'ogliamo garanzie, restituzioni, compensi e pimi-mi per gli autori dei delitti di diritto comune he sono l'onta di questa guerra ». La richiesta sembra esagerata alle potenze cen-

vah perchè essi non vogliono riconoscere i proprii orti. Fintantoché si giuocherà con i popoli tedeschi alle responsabilità di chi volle e organizzò la uer™, non sarà mai possibile un principio di "cordo, ed ecco il perchè imperioso di questa omnuazione della guerra fino alla fine, fino allo "hiacciamento di quel militarismo che è stato il oro fomentatore della conflagrazione. E l illustre parlamentare ha ancora aggiunto : JoP°la vittoria, non chiameremo in nostro aiuto vendetta, ma la giustizia. Per l'onore della

' a oiviltà e per la salvezza delle generazioni

Il sergente pilota Stoppani, ottimo fra gli ot ini.

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Il Gran Premio del " Commercio „ (San Siro 13 faggio 1917).

La Società Lombarda continua lo svolgimento del suo vasto programma, sotto i migliori auspici del tempo, con un concorso di pubblico veramente incoraggiante, e col validissimo appoggio delle scuderie, che tutte indistintamente trovano nel ben studiato programma quel discreto appan-naggio che porta loro un po' di alleggerimento delle enormi spese che devono sostenere. Così

Il Orati Premio del Commercio 1916. Razza di Besnate, montato da I. Davis.

nella gran giornata del « Commercio » i 30.000 e più spettatori che affollavano l'ippodromo di San Siro ebbero modo di assistere in tutte le prove a campi numerosi di partenti, e di trovarsi di fronte a non lievi difficoltà per la scelta di un proprio favorito.

Per parlare solo della classica prova, che può anche chiamarsi la massima prova sportiva ippica italiana, dirò prima di tutto che la maggior scon-

FIGLI 01 S ILV IO S A N T I N I fERRAfiA

fitta è toccata ai critici dei giornali, ai frequen-tatori dei camerini delle scommesse, che da una settimana discutevano animatamente tra loro, sul probabile vincitore.

Rabanito, il rappresentante le scuderie estere, appartenente ad una scuderia americana di primo ordine, scese in Italia preceduto da una grande fama ; fama giustamente meritata per le nume-

rose prove, e con risultati superbi, forniti in Spagna e in Francia l'anno scorso. Tutta, la settimana antecedente la prova questo puledro figurò gran fa-vorito sulla tabella dei bok-makers. Gli appassionati an-davano la mattina a seguirne i galoppi, e quasi tutti se ne ritornavano più che mai con-vinti che la grossa moneta quest'anno varcasse le Alpi. Non mancarono le interviste al trainer Watekins, che aveva in curali cavallo, e non mancò chi affermasse che questo trai-ner giurasse di vincere la prò va ; l'unico avversario era Au-tour, gli altri concorrenti rap-presentavano per lui una parte trascurabile.

Secondo gli intenditori, bi-sognava non più discutere e giocare Autour o Rabanito, non v'era altro da scegliere secondo loro. Il risultato in-vece fu una vera débàcle di tutti questi profeti. Fu la gran-de sorpresa che forse limitò un po' quel nutrito applauso che ci aveva in passato abi-tuati all'arrivo di ogni gran premio, se questo era vinto da una scuderia italiana, ma ciò non toglie che tanto il cavaliere Massicci, quanto il modesto e abile allenatore Walter Hal-fied, non abbiano meritate le più grandi congratulazioni, il primo per l'ottimo acquisto fatto, ed il secondo per aver preparato nel silenzio il suo Aristippo, in modo da por-tarlo alla gran prova in una forma completa.

Un plauso pure si merita il fantino Patrik che lo montò assai correttamente.

Ecco come si svolse la corsa: Ad una partenza sollecita

Autour ha preso il comando veloce davanti ad Idolo e

Gianpietrina e ai gruppo chiuso da Rabanito. Ai cancelli, Aristippo, dal centro, si portava innanzi, mentre Coella cedeva insieme a Tronador, e Ra-banito migliorava la sua posizione. In curva Ari-stippo era alla coda di Autour che galoppava sempre liberamente. Entrando in dirittura Autour era attaccato da Aristippo che aveva al fianco Gianpietrina. Alla distanza Autour, allontanatosi dalla corda, aveva lasciato uno spazio in cui si gettava Rabanito, che però non poteva insistere. Gianpietrina attaccava rabbiosamente Aristippo al largo, ma questi validamente sostenuto, resi-steva per vincere di una corta incollatura. I book-makers pagavano Aristippo a 20 contro 1. Ecco il dettaglio:

Premio del Commercio (internaz.), L. 50.000, metri 2800: 1. Aristippo 60 (Patrik) di Massicci; 2. Gianpietrina 52 (Regoli) di Tesio: 3. Autour 62 (Blackbi rn) di Marone; 4. Rabanito 66 (Stokes) di I. D. Cohn. N. P. : Idolo 58 (Mitchell); Tro-nador 64 (Davis) ; Eaco (Kennedy) ; Coella 48 (Manchester), Corta incollatura, 2 lungh., 1 lungh. Totale: 94.50; 20; 11; 7.

A mio avviso 'Gianpietrina doveva essere la

Il vincitore Tronador (kg. 62) della

, ' "~3=- . ...

Aristippo (kg. 60) del Cao. O. Massicci, montato di

vincitrice della corsa; il suo fantino deve essei impressionato troppo delle voci che circobivan

Peerless (kg. 58) del Barone A. Levi, montata *

che hanno vinto TUTTE LE PRINCIPALI CORSE DEL 1916

dUampsgna TORINI - Maitnnna di Camijjjffl.

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Aristippo era il cavallo nelle migliori condizioni, ed infatti quando gli portò l'attacco fu troppo tardi. Gianpietrina colla corsa di domenica, si è riabilitata della grave sconfìtta inflittagli dal suo rivale Alcione, nel Premio Milano, sconfitta su-bita più che altro per causa del terreno; il secondo posto ottenuto nel Commercio dopo una lotta accanita, la pone al posto di miglior cavallo della sua generazione, e se l'Ambrosiano lo si correrà in condizioni normali, vedremo i due grandi rivali ancora di fronte, ed il risultato non potrà che confer-mare la superiorità della puledra.

Rabanito è effettiva-mente un gran cavallo, ma i facili profeti, non hanno forse pensato, che per vincere una corsa non basta essere un puledro di una grande ge nealogia, ma occorre osservare le condizioni di corsa.

Mario.

1906 Massena, 3 a. da Melanion, kg. 50, del si-gnor Alberto Chantre ; 9 partenti.

1907 Pioniere, 3 a. da Pioneer, kg. 47 »/2 di Sir Rholand (Spencer); 11 partenti.

1908 Acacia, 4 a. da Halma, kg. 54, del Principe di Debella (J. Childs); 16 partenti.

1909 Fidia 3 a. da Bay Ronald, kg. 50, del signor Federico Tesio (Jacobs); 13 partenti.

1910 Molle de Feu, 3 a. da Gardefeu, kg. 50 della

1889 Amulio, 3 a. da Scobell, kg. 47 del Cav. Cesare B e r t o n e (Hag-ger); 10 partenti.

1890 Fitz Ham.pton, 3 a. da Ham ptom, kg. 47, di

Sir Rholand (Bat-sford); 11 par-tenti.

1891 Clarisse, 3 a. da V e l l i n g t o n i a , kg. 49, del si-gnor E. Veil Pi-card (Kearney); 10 partenti.

1892 Odia, 3 a. da Coe-ruleus, k. 49, del visconte d'Har-court (Cooke) ; 7 partenti.

1893 Ovu, 3 a. da The Lambkin,kg. 48, del Cav. L. Mar-saglia (Peake ) ; 10 partenti.

1894 Times, 3 a. da A-danapaar, kg. 54,. Migraim (kg. 62) di Ckìmelli e Da Zara, montato da Doumen, vincitore del. Gran Premio del conte R. de del Commercio 1913. Clermont-Ton-

i o q c J ì Z r e (Woodley) 6 partenti. E a z z a d i B e g n a t e ( B enson) ; 9 partenti 1895 Sansonetto, 4 a. da Andred, kg. 58, del si- 1911 Sablonnet, 4 a. da Gardefeu, kg. 64? del si 1896 fflaK; delia " 1912

1897 ffi^VL d a M e ^ k g ^ d i ' s R ffi « ' e n t i ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ 18Q8 K ( ! i ° r a r ) ; 8 P a r t e n t i - 1913 Misraim, 5 a. da Le Samaritain, kg. 62, de ÌSQO S , T c ' , r s o ' , T a signori L. Chimelli e N. Da Zara (Doumen) 1899 Spartivento, 3 a. da Le Sancy, kg. 46, del 6 partenti (uoumeD) , „ „ „ ,Cay- Marsaglia (Goddard); 11 partenti. 1914 Austerlitz, 3 a. da Signorino, kg. 50, del si 1900 Aigle Boyal, 3 a. da Gii Pérès, kg. 57, del gnor Alberto Chantre (Manchester); 11 par

signor Dick de Gernon (Madge); 13 partenti. tenti. 1901 Marcantonio, 5 a. da Melton, kg. 62 Va, di 1915 Peerless, 4 a. da Stalwart, kg. 58, del Ba

Sir Harbert (A. Rook); 11 partenti. " rone Anthony Levi (C. Childs); 7* partenti. 1902 Montalbano, 3 a. da Rabicano, kg. 50 dei 1916 Tronador, 5 a. da Cyllene, kg. 62, della

sigg. Bocconi-Dall'Acqua (Brockbanck); 8 Razza di Besnate (J. Davis); 9 partenti, partenti.

1903 Keepsake, 4 a. da Orvieto, kg. 64, di Sir 1904 T T S . f i t T i r S e r , kg.' 54, di L ' I L L U S T R A Z I O N E DELLA GUERRA

Razza Casilina (Goddard); 7 partenti. . » o T i u n * n n n n r i i i i 1905 Keepsake, 6 a. da Orvieto, kg. 66 •/„ di Sir = e LA òlANIPA òPURTIVA

Rholand (Rigby); 7 partenti. " o o s a t a o e > j v t . I O .

il Libro d'oro del

"Commercio

Vincitrice del Gran Premio del Commercio 1915.

'k, vincitore del Orai Premio del Commercio 1917. (Fot. Strazza - lastre Cappelli*.

1 conto di Rabanito e Autour, e mentre seguiva mosse di questi due rivali, noa si avvedeva che

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Una veduta a volo d'uccello al disopra del grandioso Stabilimento.

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Padroni... e servitori ! Da qualche giorno — anzi da parecchi giorni —

si sente a parlare in un modo piuttosto alter-nante presso i nostri beneamati... nemici. Non

sono più i pngni del vittorioso che rianimano le volontà vacillanti o quasi ; non sono più i sogni rosati di strepitose vittorie che ringagliardiscono il buon conquistatore tedesco dei tempi che pur-troppo furono ; non sono più gli accecanti spec-ehietti allodoleschi di chissà quali paradisi ter-restri nei quali sguazzare come nei secoli di Attila e compagnia... non bella ; ma son parole di conforto sì, ma nello stesso tempo di... scon-forto. Oggi è un cancelliere, domani sarà qualche pezzo più grosso come ieri e l'altro ieri furono ministri e borgomastri ed intendenti dei viveri...

Ed il padrone continua : tu sei minacciato di fame ma io ti ho dato i sommergibili, con essi tu non mangerai... ma anche gli altri potranno morir di fame.

— Quali altri ? sussurra il servitore che co-mincia a vederci troppo nero nel discorso.

— Gli inglesi, i francesi, i russi, gli italiani, tutti i tuoi nemici moriranno di fame, e tu sarai come il Sansone della bibbia...

Ed il servitore : non mi hai parlato degli ame-ricani... Ed il padrone allora alza il pugno : tu non hai dignità. Un nemico ancora e tremi ?

E il servitore infatti trema. Non vede la via di uscita, non la sa più pensare, non si sente più Sansone mentre vede crescere sempreppiù il numero dei filistei e rinforzarsi terribilmente le colonne del tempio...

0 popolo tedesco ! te l'hanno detto, tu morirai di fame... Ed è perciò che ti batti ! Erpi.

Musicista e profeta. Un noto wagneriano, Maurice Kufferatb, pub-

blica nella Revue bleu alcune curiose pagine di Wagner, dalle quali risulta che il grande musi-cista, esaltatore dello spirito e dell'anima tedeschi, corifeo tra i più illustri del germanesimo, verso la fine della sua vita cambiò completamente opi-nione. Valga questo esempio. Nel 1876, parteci-pando, nel Giornale di Bayreutli a un referendum egli scriveva : « Il patriota tedesco pronunzia con-tinuamente il nome del suo popolo con una venerazione convinta. In Inghilterra e in Francia accade molto raramente di sentir parlare delle virtù inglesi o francesi; noi invece non cessiamo di vantare la profondità tedesca, la gravità te-desca, la fedeltà tedesca... Disgraziatamente un numero infinito di fatti ci ha dimostrato che

Su ogni parte del fronte, nei passaggi più difficili, sono impiegate per il trasporto del materia e bellico le macchine FIAT.

-he minacciano di non far vivere, a gridare, con un po' di fiato di meno nelle trombe che han perduto lo squillo di fanfaronate vittoriose : sen-tite o popoli ; il raccolto è cattivo, le provviste sono in fine, la fame — e voi ne avete già pro-rato i dolori — ci può sorprendere da un mo-mento all'altro, ma voi, che siete gli eletti da Lio, voi che dovete salvare l'umanità abbattendo tutti questi barbari vostri strozzatori ed affama-to», voi tedeschi, austriaci, bulgari e turchi sof-frirete questa fame, la sopporterete con orgoglio, eoi santo orgoglio degli uomini che vogliono vin-cere, e vincerete... se non morirete.

Questo dicono i padroni ; ed il servitore pensa o dovrebbe pensare, o penserà bene un giorno o 1altro : ma se sono eletto da Dio perchè muoio 'li lame? ma se devo vincere perchè perdo sem-pre ? ma che cosa farò più quando mi mancherà la forza di muovermi ? ma quale sarà la mia vit-toria se il mondo intero mi combatterà sempre "no all'ultimo?

Il 1° Maggio aviatorio dei giornalisti Torinesi Nel pomeriggio del 1° maggio i giornalisti tori-

nesi hanno visitato i grandiosi stabilimenti della società Aeronautica ing. 0 . Pomilio e C., interes-sandosi vivamente alla costruzione degli appa-recchi aerei. La direzione della società offrì poi ai numerosi presenti uno spumante d'onore du-rante il quale brindò alle vittorie della nostra aviazione il dott. prof. Mazzini, consigliere dele-gato dell'Associazione della Stampa subalpina. A Ini rispose l ' ing. Ottorino Pomilio e quindi i giornalisti assistettero a brillanti voli dei virtuosi piloti tenenti Debernardi e Ambrosio e sergente Baldioli, che in seguito portarono come passeg-gieri sui velocissimi apparecchi il vostro corri-spondente Paolo Talice, l'avv. Sinigaglia, l'avv. Berrini, l'avv. Datta e qualche altro collega.

queste vanterie non erano» completamente giusti-ficate.» E p> co oltre soggiungeva: «Penso che i tedeschi godano d'un soverchio benessere e che solo una grande miseria prostrandoli, potrebbe ricondurli alla semplicità che loro conviene e mostrare alla loro coscienza che di semplicità essi hanno sopra tutto bisogno. » In un altro scritto Wagner si preoccupava dei destini della Germa-nia: «Abbiamo ottenuto l'unità nazionale, ma che uso ne faremo? Egli vedeva con spavento ingrandirsi l'idea di ristabilire il Santo Romano Impero; nel 1882 segnalava il continuo accresci-mento degli armamenti e la minaccia che esso rappresentava contro il diritto delle genti, le forze meccaniche sostituite sempre più alle forze mo-rali, « l a più brutale energia delle forze naturali più basse posta artificiosamente in opera » . E il musicista prevedeva « una catastrofe di grande stile » che avrebbe fatto saltare in aria il mondo intero e che avrebbe portato seco « lentamente, ma infallibilmente, la carestia universale»....

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L'Oro alla Patria

L'OMAGGIO DEGLI SPORTMEN

In ogni città d'Italia ferve una fra le' più no-bili iniziative di guerra, la raccolta d'oro per la Patria. E gli italiani, di oigni luogo e di ogni con-dizione, rispondono ali 'appello con generosità: e oou amore. ' Venezia, Roma, Milano, Torino pubblicano ogni giorno la lunga lista dei domatori e la serie digli episodi gentili di patriottismo a cui dà luogo questa raccolta. Torino sinora è alla testa anche di questa iniziativa. In dodici giorni di sottoscrizione, la raccolta ha superato i sessanta Chilogrammi. La raccolta è promossa dai giornalisti e quindi mun dubbio che està si arresterà. Procederà vigorosa seguitando ad unire in un solo palpito di devo-zione tutti i cittadini.

Agli sportmen non solo di Tonino ma d'Italia additiamo da queste colonne che esaltarono in ogni

1 offe'rta traggano i suoi vecchi campioni novella ragione di compiacimento, ed i giovani novello sti-molo ad affermarsi nei futuri cimenti, onde ricosti-tuire alla loro Società altra preziosa raccolta di emblemi di vittorie. _ Il caloroso consentimento de'i soci alla delibera-

zione della Presidenza appare dalle numerose e ge-nerose offerte sia individuali che dei Grappi perve-nute alla Società e che 'andranno ad accrescere la entità materiale dell'offerta e' la sua alta signifi-cazione.

Infatti hanno pure offerto i loro medaglieri anche i gruppi costituiti in seno alla Società stessa, cioè Gruppo Roeciofìlo. Unione Liberi Tiratori, Grappo Studenti e Volontari Ciclisti e'd Automobilisti.

Scriveva giustamente La Stampa, a proposito di questa rilevante offerta, ohe l'esempio della Società di Tiro a Segno dovrebbe trovare imitatori spècie tra le società velocipedistiche, di foot-ball e boccio-file, che hanno elementi sociali mutevoli e conti-nuamente rinnovantisi. Infatti il ciclismo, il foot-ball, le bocciofile raccolgono elementi giovanili, i quadri di tali società si rinnovano continuamente,

triottica iniziativa vorranno dare la loro alacre opera e gli antichi entusiasmi.

LA STAMPA SPORTIVA,

I RIGORI DELL'EX ZAR Ora che i condannati politici russi ritornano

finalmente dalla Siberia, Les Annales raccontano come poco mancò cbe non vi giungesse tutto un intero reggimento della Guardia. Si sa che un semplice scatto di cattivo umore dello Zar bastava per spedire in Siberia un mucchio enorme di in-nocenti. Un giorno l'imperatore Nicola I assisteva alla manovra di uno dei suoi bei reggimenti e fece ricominciare parecchie volte un esercizio che non gli piaceva troppo. Si trattava di una con-versione ordinata troppo vicino ad un corso di

Il Principe Ereditario pi ssa in rivista i Giovani Esploratori di Roma.

costanza la bellezza degli ardui cimenti sportivi che cantarono il valore dei pcreimi e dei trofei

» a tali cimenti s'aceomipagnaronoi il lodevolistsimo ®apio delle società di Tiro a Segno di Torino, wta, Bologna le quali hanno dato i loro meda-Mi sociali alla Patria. Il Tiro a Segno di To-no _ fia^ offerto un medagliere che è tra i più belli n1 p l ? r i c c l l i d'Italia, poiché comprende circa " m e d » g h e P0r l a maggior patrio d'oro e di sode pregio artistico, ton questa offerta la Società di Torino rinuncia troiei conquistati iu trenta anni di competizioni camp! di tiro nazionali ed esteri, dóve i suoi

W „oalDI>loni riuscirono a vederla sempre clas-mJuf l e primissime. Ed è, senza dubbio, ri-

grave e sentita: tale però da rendere più timio T r i generoso patriottismo che la Società

torte dèi nobilissimo scopo dell'offerta e del o «ne unisce tutti i suoi componenti nel

* i r -Patria et Rege». Vadano adunque le medaglie, che riassumono tutto il glorioso pas-tella benemerita Società di Torino, che ricor-

3 -1 ^lonfi di orna, Milano, Genova, Napoli, arri£ i l r e n z e ' Brescia, Barivi, Lione, Bruxelles',

Buenos Aires, dell'Aja, ecc., vadano in •«austo Pieno di fede sull'ara della Patria, e dal-

quindi i soci d'oggi non possono avere nessun at-taccamento speciale per- trofei, medaglie', le coppe che non hanno guadagnato. Inoltre, se tra gli scopi dello sport vi è quello di servire la patria con una gioventù addestrata e allenata ai cimenti, mun dub-bio ohe' alla Patria si deve recare il sacrificio di questi medaglieri che saranno sostituiti da quelli di bronzo e da speciali attestati ohe un giorno ren-deranno ancora più nobile il ricordo delle passate vittorie sportive.

Noi ci rivolgiamo a tutte le società perchè com-' prendano in questi trepidi momenti la voce che le chiama a raccolta non più per le incruenti gare sportive ma per un atto d'onore e d'amore in questa grande' e tragica competizione. Mentre la gioventù italiana dà il suo sangue, la sua vita stessa, le so-cietà sportive |itoliane che si alimentarono d'elle possenti energie dei giovani, diano i trofei delle loro ' gloriò.

Le glorie dello sport devono lasciare oggi il posto alle glorie della Patria. Pensate ohe sud nevosi picchi alpini, nelle trincee fulminate dal piombo ne-mico, o sui mari insidiati, qualche' cosa di ben più prezioso dànno i nostri giovani. A quelli rimasti, ai veterani dello sport, noi chiediamo con viva fede questo omaggio e mitriamo speranza che alla pa-

ABITIFICIO NAZIONALE

acqua, tanto che l'ala marciante si trovava spez-zata nel punto in cui i cavalieri estremi, per ri-manere in linea con gli altri, dovevano far entrare i loro cavalli nel fiume. I soldati e gli ufficiali che orano tutti in gran tenuta, non si decidevano a bagnare i loro stivaloni e i loro calzoni candidi e tutto andava di traverso. Alla fine lo Zar, non potendone più dqll'ira, si rizzò dritto sulle staffe e gridò con voce stentorea: « Reggimento per fila destr ! In Siberia ! » L'ordine fu ripetuto da un capo di squadrone all'altro e il reggimento della Guardia, tutto lindo e scintillante nelle sue uni-formi da parata si mise in rotta docilmente per l'esilio. Nessuno aveva seco il minimo bagaglio nemmeno i mantelli! Si avviarono così verso là Siberia, sfidando i rigori delle notti gelide, attra-versando le steppe deserte, valicando montagne, lasciando, senza una parola di addio, tutto quello che amavano. Fortunatamente la collera dell'Im-peratore due giorni dopo era passata e dei cor-rieri speciali partirono a spron battuto per rag-giungere l ' infelice reggimento ordinandogli di tornare indietro.

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r — # . Già vincitori nelle più importanti corse ciclistiche del 1916

PNEUMATICI

confermano i loro successi anche nel 1917 vincendo

Domenica 8 Aprile il GRAN PREMIO DI PASQUA Domenica 29 Aprile il CRITERIUM PRIMAVERILE

e trionfando Domenica 13 Maggio nella

TORINO ALESSANDRIA-TORINO (due tappe)

con

1° CERUTTI - 2° P0GLIANI - 3° SCHIERANO - 4° GAMBA - 5' F0RGHERI0 Società Jtatiana per ì'Jndustria della gommai

G. TEDESCHI & C. - Madonna di Campagna - Torino A