Altre stelle, 11 · e gli astronomi dilettanti. Le stelle che riuscia-mo a vedere, nei nostri...

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L’ eredità di Ipparco non è stata dimenti- cata, anzi la progressiva evoluzione tec- nologica ha imposto la stesura di cata- loghi stellari sempre più ricchi e particolareg- giati. Rivoluzionaria, a questo proposito, è stata l’introduzione del primo telescopio che, a partire dal 1600, ha moltiplicato la potenza visiva dell’occhio umano. Scriveva Galileo: “Gran cosa è certo aggiungere sopra le nume- rose moltitudini di stelle fisse che fino ai nostri giorni si sono potute scorgere con le naturali facoltà visive, altre innumerevoli stelle non mai viste prima d’ora, ed esporle apertamen- te alla vista in numero più che dieci volte maggiore di quelle antiche e già note”. Una seconda tappa importante riguarda l’uso della tecnica fotografica, capace, per così dire, di “conservare” la luce delle stelle, accumulan- dola in modo da rendere visibili, attraverso tempi di posa sufficientemente lunghi, anche stelle così debolmente luminose da non esse- re individuabili con gli strumenti ottici. Una terza fase, che rappresenta un vero “uovo di Colombo”, è stata caratterizzata dall’applica- zione della tecnica fotografica al telescopio riflettore, con il risultato di ottenere, contem- poraneamente, un’alta luminosità ed un ampio campo visivo. Con l’aiuto di questo tipo di telescopio, detto Schmidt, installato nel- l’Osservatorio di Monte Palomar, si è potuto realizzare, fra il 1949 e il 1956, un vasto atlan- te fotografico celeste. Le informazioni inviate dai grandi telescopi orbitanti intorno alla Terra, infine, fanno aumentare costantemen- te il numero delle stelle conosciute. Torniamo ora alle grandi protagoniste dell’A- stronomia, le stelle osservate ad occhio nudo e studiate già dai sacerdoti e dai sapienti del- l’antichità. Molte di esse sono conosciute con più di un nome: il primo è spesso di origine araba, mentre il secondo risale alla denomi- nazione proposta, nel 1603, da Bayer, ed indi- ca sia la costellazione cui la stella appartiene, sia la sua luminosità rispetto alle altre stelle della stessa costellazione, che viene espressa con l’attribuzione di una lettera greca pro- gressiva ( α, β, γ e così via). Abbiamo così, ad esempio, Aldebaran, “l’occhio” della costella- zione zodiacale del Toro, detta anche α Tauri , oppure Deneb ( α Cigni ) o, infine, Betelgeuse ( α Orionis) la stella più brillante del “cacciato- re”. Oggi, tuttavia, la tecnologia ha moltipli- cato il numero delle stelle note, che vengo- no individuate semplicemente da una sigla, costituita da un numero e da una o più let- tere che indicano il catalogo stellare cui si fa riferimento. L’Unione Astronomica Interna- zionale (U.A.I.) a partire dal 1930 ha, inoltre, diviso il cielo in 88 regioni, chiamate costella- zioni, all’interno delle quali sono state colloca- te tutte le stelle conosciute. Tutto questo, però, riguarda relativamente poco gli astrofili e gli astronomi dilettanti. Le stelle che riuscia- mo a vedere, nei nostri appuntamenti con il cielo, sono “sempre uguali, sempre quelle” e i loro antichi nomi, spesso quasi impronuncia- bili e difficili da ricordare, continuano proprio per questo a mantenere il loro fascino. 11 α alfa ι iota ρ ro β beta κ cappa σ sigma γ gamma λ lambda τ tau δ delta μ mi υ ipsilon ε epsilon ν ni ϕ fi ζ zeta ξ csi χ chi η eta ο omicron ψ psi θ teta π pi ω omega Lettere greche / Pronuncia Altre stelle, altri cataloghi

Transcript of Altre stelle, 11 · e gli astronomi dilettanti. Le stelle che riuscia-mo a vedere, nei nostri...

  • L’eredità di Ipparco non è stata dimenti-cata, anzi la progressiva evoluzione tec-nologica ha imposto la stesura di cata-

    loghi stellari sempre più ricchi e particolareg-giati. Rivoluzionaria, a questo proposito, èstata l’introduzione del primo telescopio che,a partire dal 1600, ha moltiplicato la potenzavisiva dell’occhio umano. Scriveva Galileo:“Gran cosa è certo aggiungere sopra le nume-rose moltitudini di stelle fisse che fino ai nostrigiorni si sono potute scorgere con le naturalifacoltà visive, altre innumerevoli stelle nonmai viste prima d’ora, ed esporle apertamen-te alla vista in numero più che dieci voltemaggiore di quelle antiche e già note”. Unaseconda tappa importante riguarda l’uso dellatecnica fotografica, capace, per così dire, di“conservare” la luce delle stelle, accumulan-dola in modo da rendere visibili, attraversotempi di posa sufficientemente lunghi, anchestelle così debolmente luminose da non esse-re individuabili con gli strumenti ottici. Unaterza fase, che rappresenta un vero “uovo diColombo”, è stata caratterizzata dall’applica-zione della tecnica fotografica al telescopioriflettore, con il risultato di ottenere, contem-poraneamente, un’alta luminosità ed unampio campo visivo. Con l’aiuto di questo tipodi telescopio, detto Schmidt, installato nel-l’Osservatorio di Monte Palomar, si è potutorealizzare, fra il 1949 e il 1956, un vasto atlan-te fotografico celeste. Le informazioni inviatedai grandi telescopi orbitanti intorno allaTerra, infine, fanno aumentare costantemen-

    te il numero delle stelle conosciute. Torniamo ora alle grandi protagoniste dell’A-stronomia, le stelle osservate ad occhio nudoe studiate già dai sacerdoti e dai sapienti del-l’antichità. Molte di esse sono conosciute conpiù di un nome: il primo è spesso di originearaba, mentre il secondo risale alla denomi-nazione proposta, nel 1603, da Bayer, ed indi-ca sia la costellazione cui la stella appartiene,sia la sua luminosità rispetto alle altre stelledella stessa costellazione, che viene espressacon l’attribuzione di una lettera greca pro-gressiva (α, β, γ e così via). Abbiamo così, adesempio, Aldebaran, “l’occhio” della costella-zione zodiacale del Toro, detta anche α Tauri,oppure Deneb (α Cigni) o, infine, Betelgeuse(αOrionis) la stella più brillante del “cacciato-re”. Oggi, tuttavia, la tecnologia ha moltipli-cato il numero delle stelle note, che vengo-no individuate semplicemente da una sigla,costituita da un numero e da una o più let-tere che indicano il catalogo stellare cui si fariferimento. L’Unione Astronomica Interna-zionale (U.A.I.) a partire dal 1930 ha, inoltre,diviso il cielo in 88 regioni, chiamate costella-zioni, all’interno delle quali sono state colloca-te tutte le stelle conosciute. Tutto questo,però, riguarda relativamente poco gli astrofilie gli astronomi dilettanti. Le stelle che riuscia-mo a vedere, nei nostri appuntamenti con ilcielo, sono “sempre uguali, sempre quelle” ei loro antichi nomi, spesso quasi impronuncia-bili e difficili da ricordare, continuano proprioper questo a mantenere il loro fascino.

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    α alfa ι iota ρ roβ beta κ cappa σ sigmaγ gamma λ lambda τ tauδ delta µ mi υ ipsilonε epsilon ν ni ϕ fiζ zeta ξ csi χ chiη eta ο omicron ψ psiθ teta π pi ω omega

    Lettere greche / Pronuncia

    Altre stelle,altri cataloghi

  • Chi coinvolgere:studenti della scuola media inferiore e delbiennio superioreObiettivi:• prendere consapevolezza delle possi-bilità (e dei limiti) dell’osservazione adocchio nudo• stabilire una continuità operativa e cul-turale con le attività degli antichi astrono-

    mi di epoca pregalileana• individuare i momenti cruciali del-

    l’evoluzione dell’Astronomia

    Proposte:• progettate una o più situazioni speri-mentali che permettano di contare ilnumero delle stelle effettivamente visibilead occhio nudo (vedi “Una stella! Tre stel-le!” in “Il cielo è di tutti gli occhi II”)• descrivete e confrontate le condizionipiù favorevoli a una osservazione a occhionudo (vedi “Guardare le stelle” in “Il cieloè di tutti gli occhi I”).

    Si può ad esempio paragonare il numerodi stelle individuabili da una terrazza cit-tadina con quelle visibili da una spiaggiaisolata• promuovete una ricerca sull’apportodato all’Astronomia dall’evoluzione tec-nologica dei telescopi (vedi “Un validoaiuto: il binocolo” in “Il cielo è di tutti gliocchi I”).

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    Il semplice telescopio galileiano aprì nuovi orizzonti all’Astronomia, e permise, come affermò lo stessoGalileo, “di vedere innumerevoli stelle non mai viste prima”.

    Il pallottoliere delle stelleRicercare con i ragazzi

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    San Lorenzo,io lo so perché

    tanto di stelle...(da X Agosto di G. Pascoli)

    Tutti abbiamo alzato gliocchi almeno una voltaal cielo notturno, con la

    speranza di vedere una stel-la cadente ed esprimere undesiderio. Dietro quel breve,suggestivo, lampo luminososi nasconde una realtà abba-stanza semplice: si tratta dipolveri o, comunque, di par-ticelle interplanetarie che la Terra incontra nel suocammino. Quando penetra-no nella nostra atmosfera e,per attrito, si surriscaldano,esse possono raggiungeretemperature altissime: ogniframmento incandescentebrillerà, così, nel cadere, perun fugace momento (vedi“Polvere di stelle” in “Il cieloè di tutti gli occhi II”).Il fenomeno, già osservato

    dagli antichi astronomi cine-si nei primi decenni dell'eracristiana, ebbe spiegazionescientifica solo nel 1860,quando si scoprì che era col-legato con le polveri e le par-ticelle di ghiaccio "perdute"dalle code delle comete.La "grandinata" di questeminuscole meteore si verifi-ca di continuo, ma si infitti-sce in alcuni momenti del-l'anno, ad esempio verso lafine del periodo estivo, fra il20 luglio e il 23 agosto.L'appuntamento con le stellecadenti, però, è tradizional-mente fissato per la notte del10 agosto, quando la vocepopolare le chiama "lacrimedi San Lorenzo".In linguaggio scientifico,invece, le meteore dello scia-

    me estivo sono dette Persei-di perché all'occhio dell'os-servatore esse sembranoprovenire tutte dalla zona dicielo dove si trova la costella-zione di Perseo.L'apparente, brusco diverge-re di traiettoria delle meteoreche, come si è detto, scaturi-scono apparentemente daun'unica fonte, è dovutosemplicemente ad un effettodi prospettiva.Per capirlo, basta pensare aquello che succede quando,percorrendo in automobileun viale alberato, vediamoi tronchi balzarci incontrocome se provenissero tuttida uno stesso "punto difuga".

    Chi coinvolgere:studenti delle scuole elementari, medieinferiori e superiori (a diversi livelli diapprofondimento)Obiettivi:• incrementare l’osservazione percettiva,finalizzandola all’individuazione di fenomeniluminosi improvvisi• saper identificare, attraverso osservazio-ni sistematiche, le zone del cielo (e i periodidell’anno) particolarmente adatte all’osser-vazione• saper individuare eventuali “ospiti ecce-

    zionali” quali le comete e le scie dei satellitiProposte:• osservate il cielo, con cadenze temporalifisse, alla ricerca di “stelle cadenti”• attivate un approfondimento sulla differen-za fra meteore e meteoriti in particolare sulledimensioni e sul diverso impatto rispettoall’atmosfera e al suolo (es. Crater Lake, USA)• attivate una ricerca su meteoriti e altri“frammenti vaganti “ come asteroidi e come-te, nel ruolo di “veicoli stellari”, in grado,cioè, di portare sulla Terra informazioni divario tipo, ad esempio sull’origine della vita.

    A caccia di stelle cadentiRicercare con i ragazzi

  • Il colore dell’universo14

    IIl cielo è veramenteblu? Di che coloreè la luce della

    Luna? E le stelle,hanno tutte lafredda lumi-nosità deldiamante?Proviamo arisponderealmeno all’ul-tima domanda.Le Pleiadi, adesempio, risplendo-no di una vivida luceazzurrina, mentre una stellacome Aldebaran (“l’occhio”del Toro), o un pianeta comeMarte, emettono una luce ros-sastra. La bella costellazioneinvernale di Orione, poi, racchiu-de un vero campionario dicolori: Betelgeuse, postasu una delle spalle delgigantesco Orione, è rossa-stra, Bellatrix, che contras-segna l’altra spalla, è blu,mentre Rigel, posta suuno dei piedi, risplen-de di un color bianco ghiaccio. Infinele tre notissime stelle allineate cheornano come gemme la “cintura” di

    Orione (i “Re Magi” di molte culture conta-dine), appaiono soffuse di una debole lumi-nosità arancione. Come fare, però, peressere sicuri che le stelle da noi osservateabbiano veramente questo o quel colore,e che non si tratti semplicemente dei

    colori che il nostro occhio è fisiologica-mente in grado di percepire? Uno stru-

    mento specializzato, certo piùoggettivo dell’occhio

    umano, lo spettrosco-pio, è stato di gran-

    de aiuto agli astro-nomi per scom-porre e analizza-re la luce emes-sa dalle stelle e trarne impor-tanti deduzioni.Se una stella ap-pare più lumi-

    nosa nella lucerossa, infatti, sarà

    anche relativamen-te fredda, se emette

    nella luce blu saràuna stella calda; una

    stella gialla, infine,potrà definirsi “tiepida”.

    Inoltre, poiché la tempera-tura di una stella (e il rela-tivo colore), dipendonodalla quantità di “com-

    bustibile” di cui dispone, e, in defi-nitiva, anche dalla durata della combu-

    stione, si possono stabilire equivalenzeanche più complesse. Blu sarà uguale ad

    alta temperatura, grande massa,

    stella giovane;rosso equivale a temperatura bassa, massapiccola, stella vecchia. E le stelle giallecome il nostro Sole? Semplificando un po’,potremmo dire che si tratta di una nana

    La bella costellazione diOrione, con le sue stelle

    risplendenti di diversi colori,domina il cielo invernale.

  • Chi coinvolgere:studenti delle scuole medie inferiori e superioriObiettivi:• ampliare e potenziare l’osservazione percettivadel cielo notturno, estendendola all’area del colore• riflettere sulla possibilità che, nello studio del cielo,siano coinvolti anche sensi diversi dalla vistaProposte:• invitate gli studenti a verificare quali sono i coloridelle stelle visibili ad occhio nudo, e a riportarli su unacarta del cielo; a pag. 14 presentiamo come esempio il“disegno” della costellazione di Orione, al quale è statosovrapposto il corpo del cacciatore: la spada, la cintura,la spalla, i piedi potranno essere completati con i colorigiusti• anche la Luna può essere di tanti colori (e molte can-zoni lo confermano!). Proponete ai ragazzi di osservarlaanche sotto questo aspetto: c’è la luna azzurra, la lunarossa e perfino la luna... cinerea, come si verifica quan-do, nella fase crescente, il falcetto lunare sembra accom-pagnato da un debole chiarore grigiastro che ne “com-pleta” la faccia. Quali saranno le cause di tutte questepossibili sfumature di colore?• il cielo può essere “ascoltato”? Invitate gli studenti aindagare sulle tappe dell’evoluzione tecnologica dei tele-scopi, soffermandosi soprattutto sui radiotelescopi, verie propri “orecchi” giganteschi, capaci di ricevere e inter-pretare i suoni provenienti dello spazio celeste.

    Chi coinvolgere:studenti delle scuole elementariObiettivi:• esercitare la fantasia e la creatività finalizzandole allamemorizzazione di sequenze ed elenchi ordinati di terminiscientificiProposta:• cercate di “inventare” delle frasette in lingua italiana(analoghe a quella inglese contenuta nel testo) che possanoservire a ricordare le classi stellari del diagramma H-R,oppure i nomi dei pianeti del Sistema Solare nell’ordine cor-retto. Vi proponiamo, come esempio di quest’ultimo casoun... messaggio particolare: Molti Vicini Ti Mandano Gran-di Saluti Unanimi. Nonno Piero.

    15gialla, tiepida, di mezza età:una stella, quindi, assoluta-mente “normale”. Nel dia-gramma chiamato H-R (basa-to su temperatura e luminosi-tà) che ha il merito di rag-gruppare le stelle in grandifamiglie, il nostro Sole sitrova, in buona compagnia, al centro della cosiddetta“sequenza principale”, unafascia che attraversa diago-nalmente il diagramma e vadalle stelle blu (in alto a sini-stra) fino alle stelle rosse (inbasso a destra). Non manca-no, tuttavia, nel diagramma,anche gruppi di stelle chevengono definite” anormali”,come le giganti rosse e, alcontrario, le nane bianche,piccole e concentratissime.Come fare per ricordare lediverse famiglie stellari, chevengono individuate con let-tere maiuscole non in ordinealfabetico? Gli anglosassoniusano, come promemoria,una frasetta: “Oh, Please, Bea Fine Girl, Kiss Me!” (oh perpiacere, sii una ragazza “cari-na”, baciami!)... un po’ ma-schilista, ma efficace: le lette-re O P B raggruppano, infatti,le stelle blu (le prime in alto asinistra del diagramma), F eG indicano le stelle di coloreintermedio e, infine, le lettereK e M indicano le stelle rossea temperatura relativamentebassa.

    Le parole e le stelle

    Suoni e luciRicercare con i ragazzi

  • (da La sera del dì di festa di G. Leopardi)

    “dolce e chiaraè la notte”16

    Un terzo della popola-zione mondiale e addi-rittura metà di quella

    europea vedono il cielo not-turno come se ci fosse sem-pre la luna piena. Può sem-brare, a prima vista, unfatto positivo: in effetti, co-sa c’è di più bello di unachiara notte di plenilunio?L’affermazione, fatta dagliscienziati dell’ISTIL (Istitu-to di ricerca sull’Inquina-mento Luminoso) è, invece,poco rassicurante. La diffu-sa luminosità del cielo,tanto intensa da offuscarele stelle, proprio come av-viene quando c’è la lunapiena, non ha un’originenaturale, ma proviene dal-le luci degli insediamentiumani, il cui riflesso nonpermette più all’occhio u-mano di adattarsi alla visio-ne notturna e toglie gra-dualmente agli astrofili lapossibilità “fisiologica” diosservare il cielo. Per fareun paragone più vicino allanostra esperienza, è comese, lentamente ma costan-temente, in ogni stagionedell’anno, una nebbia sem-pre più fitta ci facesse per-dere la percezione del mon-do circostante, impedendo-ci di distinguere le strade,gli alberi, le montagne. I problemi di visibilità del

    cielo non riguardano soltan-to l’occhio umano, ma an-che l’occhio, o meglio lalente, di molti grandi tele-scopi, come quello di MontePalomar, o quello italiano diAsiago, quasi “accecato”dalle potenti emissioni lu-minose della popolatissimaPianura Padana. La situa-zione, inoltre, sta rapida-mente peggiorando. Per essere sicuri di poterincontrare la Via Lattea eammirarne la luminosa bel-lezza, non è soltanto ne-cessario allontanarsi dallegrandi città, ma bisognaanche cercare dei punti di osservazione privilegiati(vedi “Guardare le stelle” in“Il cielo è di tutti gli occhiI”) localizzati soprattutto in Sardegna e in Calabria.Nelle regioni dell’Italia set-tentrionale, ma a volte an-che nel Lazio e in Campa-nia, si fa già un po’ di faticaa trovare un luogo adattoalla contemplazione del cie-lo stellato. L’allarme degliastronomi a proposito dello“spreco” di energia lumino-sa e dell’inquinamento chene consegue è stato già rac-colto da alcune regioni ita-liane; la Lombardia e il Ve-neto stanno, infatti, modifi-cando la normativa riguar-dante le luci pubblicitarie,

    quelle degli stadi e deigrandi impianti sportivi, leinsegne di locali pubblici ediscoteche. Anche l’efficienza dell’illu-minazione stradale può es-sere migliorata con l’introdu-zione di lampioni direzionaliche convogliano la luce ver-so terra, senza disperderlaverso l’alto. Solo così il cielo,tornato nuovamente “buio”,potrà ricominciare a brilla-re... di luce propria.

    Gli uccelli migratori vola-no anche di notte, perchésono capaci non solo dimemorizzare il “disegno”generale del cielo stellatonei vari periodi dell’anno,ma anche di impostare laloro rotta rispetto ad unastella di riferimento, comela Stella Polare. Che suc-cederà, tuttavia, se il cielosarà reso “illeggibile” dal-l’inquinamento luminoso?I due uccellini del disegnosembrano molto preoccu-pati di questa eventualità!

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  • 18 BibliografiaBOURGE P. e LACROUX J. Il cielo ad occhio nudo(e con il binocolo)Zanichelli, 2002

    DELLI SANTI S.Introduzioneall’astronomiaZanichelli, 2002

    E.S.C.P.Terra e UniversoZanichelli, 1996

    ESIODOLe opere e i giorniEd. Studio Tesi, 1994

    FANTINI F. e altri Elementi di Scienzadella TerraZanichelli, 1998

    GISLON M. e PALAZZI R.Dizionario di mitologia dell’antichità classicaZanichelli, 2000

    GRIMAL P. MitologiaLe Garzantine, 1999

    HOGBEN L. Sacerdoti, astronomi e antichi navigatoriZanichelli, 1978

    LEOPARDI G. e HACK M.Storia dell’astronomiaEdizioni dell’Altana, 2002

    OVIDIOLe metamorfosiEinaudi, 1998

    RIDPATH I.Cielo stellatoCollins Gem, A. Vallardi,2002

    SHIPMAN H. L.Introduzioneall’astronomiaZanichelli, 1992

    SNYDER G. S.La mappa dellavolta celesteSugarco Ed., 1984

  • Appunti

  • E lucean le stelleSilvana Nesi Sirgiovanni

    illustrazioniLuciano Bracci

    revisione didattico-scientificaRita De Stefano

    progetto graficoGabriella Monacostampa e fotolito

    Poligrafica Mancini

    Labnet Lazio

    C.so V. Emanuele III, 8 04016 Sabaudia (LT)

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