Alonge - A Parigi Si Vive Meglio

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1 Roberto Alonge Goldoni “Mémoires”: a Parigi si vive meglio a Paolo Bosisio I testi, si sa, sono affascinanti perché hanno un segreto, che celano al fondo della scrittura, a un livello profondo. Talvolta nemmeno l’autore lo conosce. Ma la missione del critico è portare alla luce quel grumo nascosto. Quale è il segreto dei Mémoires? Quale è la sua verità autentica, strategica? Certo, non dobbiamo cercarla alla superficie delle dichiarazioni di Goldoni. Cioè nel titolo, Mémoires de M. Goldoni, pour servir à l’histoire de sa vie, et à celle de son théâtre. Un libro per ricostruire il senso della sua riforma teatrale, il senso di una vita. Troppo giusto, ma anche troppo facile. Soprattutto troppo ideologico. In realtà il suo teatro finisce nel 1762, quando arriva a Parigi. C’è ancora qualche testo, qualche eccezione, ma – bene o male – la sua drammaturgia è già tutta lì, compattamente dispiegata, non oltre la linea di confine del 1762. Perché aspettare più di vent’anni per spremere il frutto di una impresa già interamente conclusa e conchiusa? Ancora meno convincente l’istanza di servir à l’histoire de sa vie. La vita di Goldoni non è interessante, come ammette lui stesso ben due volte nel corso della breve Préface: “Ma vie n’est pas intéressante” (p. 5) 1 ; “Ce qui m’inquiète et me presse pour le moment, c’est l’histoire de ma vie. Elle n’est pas intéressante, je le répete” (p. 6). E dunque? Dunque deve essere accaduto qualcosa, qualcosa d’altro, fra il 1762 e il 1783 (quando Goldoni comincia a scrivere i Mémoires), che valga a spiegare il significato di quella operazione di scrittura. Ma cosa è successo? E’ successo la cosa più semplice del mondo: per più di vent’anni Goldoni ha vissuto a Parigi. E’ l’uovo di Colombo, come spesso capita. A ben vedere, Goldoni non scrive i Mémoires né per spiegare la propria vita né per spiegare il proprio teatro. Ha incontrato la modernità – come direbbe Ciccio De Michelis – e vuole rendere conto di essa 2 . Goldoni ha scoperto la metropoli, e ha l’urgenza di raccontarla. Il cuore pulsante dei Mémoires è nella terza parte, quella dedicata a Parigi. Non è nemmeno un segreto troppo difficile da individuare e svelare. Basta leggere con intelligenza la Préface, avendo riguardo agli scarti logici. Appena arrivati al terzo capoverso, leggiamo: On sera curieux, peut-être, de savoir qui étoit cet homme singulier qui a visé à la réforme du Théâtre de son pays, qui a mis sur la scene et sous la presse cent cinquante Comédies, soit en vers, soit en prose, tant de caractere que d’intrigue, et qui a vu, de son vivant, dix-huit éditions de son Théâtre. On dira sans doute : Cet homme devoit être bien riche ; pourquoi a-t-il quitté sa patrie ? Hélas ! il faut bien instruire la postérité que Goldoni n’a trouvé qu’en France son repos, sa tranquillité, son bien-être, et qu’il a achevé sa carriere par une Comédie Françoise, qui, sur le Théâtre de cette Nation, a eu le bonheur de réussir. (p. 5) www.turindamsreview.unito.it

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1Roberto Alonge Goldoni Mmoires: a Parigi si vive meglio a Paolo Bosisio I testi, si sa, sono affascinanti perch hanno un segreto, che celano al fondo della scrittura, a un livello profondo. Talvolta nemmeno lautore lo conosce. Ma la missione del critico portare alla luce quel grumo nascosto. Quale il segreto dei Mmoires? Quale la sua verit autentica, strategica? Certo, non dobbiamo cercarla alla superficie delle dichiarazioni di Goldoni. Cio nel titolo, Mmoires de M. Goldoni, pour servir lhistoire de sa vie, et celle de son thtre. Un libro per ricostruire il senso della sua riforma teatrale, il senso di una vita. Troppo giusto, ma anche troppo facile. Soprattutto troppo ideologico. In realt il suo teatro finisce nel 1762, quando arriva a Parigi. C ancora qualche testo, qualche eccezione, ma bene o male la sua drammaturgia gi tutta l, compattamente dispiegata, non oltre la linea di confine del 1762.Perch aspettare pi di ventanniper spremere il frutto di una impresa gi interamente conclusa e conchiusa? Ancora meno convincente listanza di servir lhistoire de sa vie. La vita di Goldoni non interessante, come ammette lui stesso ben due volte nel corso della breve Prface:Ma vie nest pasintressante (p. 5)1; Ce qui minquite et me presse pour le moment, cest lhistoire de ma vie. Elle nest pas intressante, je le rpete (p. 6). E dunque?Dunque deve essere accaduto qualcosa, qualcosa daltro, fra il 1762 e il 1783 (quando Goldoni comincia a scrivere i Mmoires), che valga a spiegare il significato di quella operazione di scrittura. Ma cosa successo? E successo la cosa pi semplice del mondo: per pi di ventanni Goldoni ha vissuto a Parigi. E luovo di Colombo, come spesso capita. A ben vedere, Goldoni non scrive i Mmoires n per spiegare la propria vita n per spiegare il proprio teatro. Ha incontrato la modernit come direbbe Ciccio De Michelis e vuole rendere conto di essa2. Goldoniha scoperto la metropoli, e ha lurgenza di raccontarla. Il cuore pulsante dei Mmoires nella terza parte, quella dedicata a Parigi. Non nemmeno un segreto troppo difficile da individuare e svelare. Basta leggere con intelligenza la Prface, avendo riguardoagli scarti logici. Appena arrivati al terzo capoverso, leggiamo: On sera curieux, peut-tre, de savoir qui toit cet homme singulier qui a vis la rforme du Thtre de son pays, qui a mis sur la scene et sous la presse cent cinquante Comdies, soit en vers, soit en prose, tant de caractere que dintrigue, et qui a vu, de son vivant, dix-huit ditions de son Thtre. On dira sans doute : Cet homme devoit tre bien riche ; pourquoi a-t-il quitt sa patrie ?Hlas ! il faut bien instruire la postrit que Goldoni na trouv quen France son repos, sa tranquillit, son bien-tre, et quil aachev sa carriere par une Comdie Franoise, qui, sur le Thtre de cette Nation, a eu le bonheur de russir. (p. 5) www.turindamsreview.unito.it2Qualche passaggio non perfettamente perspicuo. Perch Goldoni si autodefinisce ricco? Ricco perch ha molto prodotto, perch ha creato, messo in scena e pubblicato centocinquanta testi? Sembrasottinteso che il successo porta denaro, maanche sottinteso che solo i poveri emigrano, e non i ricchi. Perch dunque Goldoni va allestero, pur essendo un personaggio importante, riconosciuto, apprezzato (sebbene forse non necessariamente ricco)? Si intuisce bene che la composizione dei Mmoiresnasce per rendere conto di una rottura, di un allontanamento, di una fuga,forse anche di una sconfitta. La vita si riposiziona solo nel nuovo spazio esistenziale di Parigi: riposo tranquillit e serenit stanno soltano allinterno del vasto perimetro della metropoli. Lo stesso successo drammaturgico quello consacrato da una commedia scritta direttamente in francese, messa in scena con esito felice sur le Thtre de cette Nation. La Comdie Franaise un monumento, ben altra cosa rispetto alla piccola realt delle italiche compagnie teatrali. C un evidente compiacimento di Goldoni, a sentirsi europeo, integrato nella comunit sovranazionale, anche capace di esprimersi in una lingua che non n quella italiana n quella veneziana. E c il gusto di esporre ci che percepito come un acquisto, una conquista, un arricchimento. Il punto di partenza pu anche essere il passato, il senso ritrovato di una riforma teatrale attuata in Italia, in mezzo a tante difficolt, fra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, mail centro dei Mmoires si colloca esplicitamente nel presente (e nel futuro). Non lautobiografia ma il rportage giornalistico la cifra stilistica dei Mmoires, la sua molla inventiva. Come si evince perfettamente da questo altro brano della Prface:Les murs des deux Nations, leurs gots mis en comparaison, tout ce que jai vu et tout ce que jai observ, pourroit devenir agrable, et mme instructif pour les Amateurs. Je prends donc la tche de travailler tant que je pourrai, et je le fais avec un plaisir inexprimable, pour arriver le plutt possible parler de mon cher Paris, qui ma si bien reu, qui ma si bien amus et si utilement occup. [] La troisieme Partie de ces Mmoires contiendra mon migration en France. Je suis si enchant de pouvoir en parler mon aise, que jai t tent de commencer par-l mon Ouvrage ; mais il faut de la mthode en tout. (pp. 6-7) Goldoni confessa la sua tentazione, cominciare dalla fine, parlare di Parigi, dove linteresse vero dellimpegno di scrittura. Ma soprattutto riconosce il piacere di parlarne mon aise. Eugenio Levi traduce (malamente) in libert3; Paola Ranzini traduce poterne parlare a bellagio4, ma non tanto un fatto estetico, non un parlare a bellagio, bens, a proprio agio. Goldoni vuol dire che, dopo pi di ventanni, in condizione di scrivere spontaneamente in francese. I ventanni e pi che sono trascorsi, sono serviti a questa doppia finalit: ad accumulare esperienza della metropoli, ma anche a accumulare esperienza di lingua. E trasparente la soddisfazione di Goldoni di poter comunicare in una lingua che non la sua. Pubblicare in francese la riconferma del suo essere diventato cittadino di Francia (e cittadino dEuropa). E un punto di arrivo, di un percorso che stato faticoso, non facile. Ricordiamoci la considerazione circa il fatto che, allinizio, molto gli sfuggiva www.turindamsreview.unito.it3delle conversazioni in societ e ancor pi a teatro: Mon oreille ne stoit pas encore familiarise avec le langage Franois; je perdois beaucoup dans les socits et encore plus au Thtre (III, 5, p.455). Ma si legga, in questa prospettiva, anche lincontro con Rousseau. Il grande illuminista consiglia a Goldoni di tornarsene a casa sua, in patria, visto che gli attori della Comdie Italienne sono dei paresseux e non accettano il suo modo di lavorare: je sais quon vousdesire, quon vous attend (III, 16, p. 510). Paolo Bosisio (autore di una importante Introduzione alla nuova traduzione dei Mmoirescitata precedentemente in nota) potrebbe dire che non vero, che Goldoni mente per la gola. Ma comunque interessante la risposta del nostro, e,pi in generale, il complesso del dialogo : Monsieur, lui dis-je, en linterrompant, vous avez raison, jaurois d quitter Paris daprs linsouciance des Comdiens Italiens; mais dautres vues my ont arrt. Je viens de composer une Piece en Franois Vous avez compos une Piece en Franois, reprend-il, avec un air tonn, que voulez-vous en faire ? La donner au Thtre. A quel Thtre ? A la Comdie Franoise. Vous mavez reproch queje perdois mon tems ; cest bien vous qui le perdez sans fruit. Ma Piece est reue. Est-il possible ? [] elle est reue, peut-tre, mais elle ne sera pas joue, et tant pis pour vous si on la joue. Comment pouvez-vous juger une Piece que vous ne connoissez pas ? Je connois le got des Italiens et celui des Franois, il y a trop de distance de lun lautre ; et avec votre permission, on ne commence pas votre ge crire et composer dans une Langue trangere. Vos rflexions sont justes, Monsieur, mais on peut surmonter les difficults. (III, 16, p. 510)Goldoni si sar sicuramente inventato che a Venezia lo desiderano e lo attendono, ma mentendo dice comunque una verit, la sua verit profonda : dautres vues my ont arrt. La Ranzini traduce conaltre aspirazioni. E giusto, ma bene insistere sulla radice etimologica, che riporta a vedute, mire (e quindi aspirazioni). Goldoni resta a Parigi, perch Parigi gli consente altre visioni, cio la visione della modernit. In ogni caso la prima delle sue aspirazioni di creare in una lingua che non la sua. Si osservi la successione delle frasi: mais dautres vues my ont arrt. Je viens de composer une Piece en Franois. Scrivere in francese realizza una delle altre aspirazioni che hanno trattenuto Goldoni a Parigi, al di l della delusione per la Comdie Italienne. Ma lintero scambio di battute con Rousseau che gira intorno a questo pernio.Il ginevrino non riesce a immaginare che un italiano possa offrire un testoin francesedegno di essere rappresentato, e tanto pi rappresentato dalla massima istituzione teatrale della Francia. Si noti il lavorio di cesello: La donner au Thtre, dice Goldoni, intendendo il Teatro per eccellenza, con la maiuscola, le Thtre Franais, cio la Comdie Franaise. A Rousseau non passa nemmeno per lanticamera del cervello che possa trattarsi della Comdie Franaise, e ribatte A quel Thtre?. Insomma, evidente che Goldoni impegnato in una sfida a s stesso, tutto teso a surmonter les difficults. Pu anche darsi che abbia ragione Bosisio, che Goldoni non abbia alternative, e che dunque anche volendo non possa tornare in patria5. Ma il punto che fa di necessit virt; trasforma un impedimento in una www.turindamsreview.unito.it4occasione di accrescimento, di superamento di s. E il senso di questa virt che ci deve interessare, non i pettegolezzi sulle miserie umane. E sempre quando il gioco si fa duro, che i migliori entrano in campo. Sono le difficolt oggettive che consentono di rivelare la forza del carattere, la qualit della tempra umana. Oltre tutto Goldoni pi lucido e crudele (anche con s stesso) di quanto si possa sospettare. C un momento, in cui esplode la sua gioia di cittadino francese, ma leggiamo attentamente quello che dice: Je partageois la joie publique; jtois, soit par inclination, soit par habitude, soit par reconnoissance, jtois, dis-je, Franois comme les nationaux (III, 30, p. 565). E come se Goldoni rispondesse in anticipo allamicoBosisio : certo, che c anche la riconoscenza, per la citt che lo ha accolto, fuggiasco da Venezia (se cos vogliamo intendere), ma solo una parte di una verit pi complessa, che implica anche inclinazione e abitudine.Ho insistito sul fatto che per il nostro Parigi una visione, immagine della modernit. Goldoni coglie subito, con lucido intuito, lessenza della metropoli, che ordine di grandezza, quantit: Paris est un monde. Tout y est en grand; beaucoup de mal, et beaucoup de bien. Allez aux Spectacles, aux promenades, aux endroits de plaisirs, tout est plein. Allez aux Eglises, il y a foule par-tout. Dans une ville de huit cens mille ames, il faut de toute ncessit quil y ait plus de bonnes gens et plus de vicieux que par-tout ailleurs, on na qu choisir. Le dbauch trouvera facilement de quoi satisfaire ses passions, et lhomme de bien se verra encourag dans lexercice de ses vertus (III, 3, p. 449). Pare che gli abitanti fossero 550.000 e non 800.000, glossano i commentatori, ma il discorso non cambia. La quantit si rovescia in qualit, in polarizzazione degli estremi. Goldoni mantiene sotto controllo larticolazione del proprio pensiero, ma evidente che affascinato dalla radicalit della dbauche, della trasgressione, del vizio. La metropoli esperienza delleccesso,in una pienezza e in una oltranza che non sono quelle della provincia. Goldoni assicura di aver conservato anche a Parigi la sua maniere de vivre ordinaire, aimant les plasirs honntes, senza lasciarsi entraner dans linconduite (III, 3, p. 449), ma pi parla e pi si capisce bene quanto sia forte per lui la seduzione della inconduite, cio della mala condotta, della dissolutezza. Ogni volta che evoca Parigi, Goldoni sottolinea la dimensione del rischio, del pericolo, del danger (inteso in senso morale), spesso anche solo in un inciso, in una piega della frase che quasi non si percepisce. Come in questo incipit del capitolo 4: De retour Paris, je regardai dun autre il cette Ville immense, sa population, ses amusemens et ses dangers (III, 4, p. 451).La metropoli visione di misure amplissime, gigantesche, colossali. Il giardino delle Tuileries gli appare immense, unique dans lUnivers; je le vois dans toute sa longueur, et mes yeux ne peuvent pas en mesurer ltendue (III, 2, p. 445). E ancora: En sortant de cet endroit enchanteur, voil un autre spectacle frappant. Une riviere majestueuse, des ponts trs-commodes etmultiplis, des quais trs-vastes ; une affluence de voitures, une foule de monde perptuelle ; jtois etourdi par le bruit, fatigu par la course, puis par la chaleur excessive ; jtois en nage, et je ne men appercevois pas. (III, 2, p. 445) www.turindamsreview.unito.it5Arrivato a questo punto, Paolo Bosisio si arrabbia, e annota: I complimenti sperticati del Goldoni nei confronti di Parigi che pure, a quel tempo, possedeva aspetti tuttaltro che piacevoli (il fetore, per esempio, e il fango nelle strade), rivelano la volont del memorialista che intende manifestare la propria riconoscenza nei confronti della citt che lo ha ospitato per un lunghissimo periodo della sua vita6. Mi sembra un po eccessivo. Anche oggi, a Parigi, financo nelle raffinatecase borghesi, pu capitare di trovare delle petites souris che non si trovano a Torino o a Milano, nemmeno in abitazioni proletarie (si pensi alla sequenza di Quelloscuro oggetto del desiderio di Buuel, quando il cameriere in guanti bianchi esibisce lanimaletto pizzicato nella trappola per topi). Sono gli inconvenienti delle metropoli. Bisogna accettare di pagare dei prezzi. Goldoni sudato perch gira la citt a piedi, e non in carrozza (dialogo con lamico ospite: Je ne verrai rien dans un fiacre. Sortons pied. Mais cest loin. Nimporte! Il fait chaud. Patience , III, 2,p. 444). Il bicchiere sempre mezzo pieno o mezzo vuoto. Goldoni lo vede mezzo pieno, ma il modo giusto di rapportarsi alle cose, il solo per apprezzare la bont del vino contenuto nel bicchiere.Gli altri quelli del bicchiere mezzo vuoto il vino, nemmeno lo vedono, condannati aregistrarne soltanto lassenza.Goldoni vede, guarda, osserva (e inventaria) i movimenti della citt.Parigi une ville qui bouge, come dicono i francesi di oggi, e il nostro ne pienamente consapevole: On ne fait que btir actuellement Paris: les nouvelles rues que lon a perces, et les nouveaux btimens que lon a levs depuis vingt ans, formeroient une ville trs-considrable en Province (III, 28, p. 557). La Salle de la Porte Saint-Martin costruita dans lespace de soixante-six jours (III, 30, p. 564), e non un affarino da poco : pianta circolare, quattro ordini di palchetti, palcoscenico largo 27 metri e profondo 24, come precisa Bosisio7. Particolarmente grazioso il capitolo Observations sur quelques tablissemens dans Paris, che trattano delle forze dellordine (che rendono sicura la citt), delle carrozze pubbliche, degli uffici di collocamento per chi cerca lavoro (comprese le balie), ma anchedei pompieri e delle machines feu pour donner de leau en abondance dans toutes les rues et dans toutes les maisons de Paris (III, 34, p. 582). Parigi sventrata dagli scavi e dai cantieri, ma Goldoni chiosa concompiacenza fintamente impassibile: On continue poser les tuyaux dans les rues (III, 34, p. 583). Il progetto non nuovo, gi stato sperimentato a Londra, ma non possibile conclude giustamente Goldoni que la Nation la plus claire de la terre se refuse en reconnotre lavantage(III, 34, p. 583). Il nostro mostra diapprezzare il comfort delle abitazioni domestiche : quant lintrieur des maisons, il ne laisse rien desirer, toutes les commodits sy trouvent (III, 28, p. 557). Ma anchela cura dei corpi garantita dai progressi della medicina suscita lattenzione di Goldoni: LAcadmie Royale de Chirurgie est encore plus utile que les autres: il y a long-tems que le Franois excellent dans cet art ncessaire lhumanit; cest dans cette Socit que le bons leves se forment sous des matres trs-habiles et trs-clairs. Ses Mmoires priodiques sont connus, sont traduits, sont tudis par-tout ; on y voit des dcouvertes intressantes, soit pour les maladies, soit pour les remedes ; on y trouve dheureuses inventions pour les www.turindamsreview.unito.it6instrumens, et de nouvelles mthodes qui simplifient lesoprations (III, 28, p. 557).Naturalmente ci che impressiona maggiormente Goldoni la dimensione meritocratica, cos sempre drammaticamente assente in Italia (oggi, ma non meno nel Settecento): Tout se perfectionne de jour en jour Paris; il y a de lencouragement pour tous les talens; il y en a mme pour les Etrangers (III, 28, p. 557). Se Goldoni ha inclinazione (sottolineavo prima, con una certa enfasi) a sentirsi cittadino francese, perch la Francia riconosce il merito, le talen, fosse pure il merito di uno straniero. Quando il contratto con la Comdie Italienne volge al termine, Goldoni incerto sulla strada da intraprendere, e per un attimo pensa di andare a lavorare in Portogallo, la cui corte gli aveva fatto prsent de mille cus pour un petit Ouvrage qui avoit russi Lisbonne (III, 7, p. 464). La dichiarazione leggermente altisonante, ma convinta e convincente : javois lieu desprer que ma personne nauroit pas t refuse dans un pays o les Spectacles dans ce tems-l fleurissoient, et les talens toient rcompenss (III, 7, p. 464). Sempre lossessione del talen, delvalore professionale, della qualit artistica, che in Italia non hanno riconoscimento, ma che godono di apprezzamento in Europa: a Lisbona, ma anche a Londra, dove sono applaudite molte opere giocose di Goldoni. La gratificazione del drammaturgo scoperta, trasparente: On me demandoit Londres; cest le seul pays qui puisse disputer en Europe la primaut Paris (III, 13, p. 494).Tutto questo non significa affatto che Goldoni a Parigi sia un vincente. E opportuno per fare un po di pulizia metodologica intorno al modo di leggere i Mmoires. La scuola positivista ha molto insistito su errori e inesattezze celati nelle pagine baldanzosamente perentorie dei Mmoires8, ma a torto, perch ci che conta la verit della mezogna, il significato profondo di quegli errori e di quelle inesattezze. Non si tratta nemmeno di invocare le attenuanti generiche per i vuoti di memoria di un memorialista che necessariamente unpovero vecchio di ottantanni (corrispondenti in realtai novanta/novantacinque di oggi), per di pi cieco di un occhio. Occorre riconoscere a Goldoni la libert e il diritto di ritrovare un senso alla sua attivit artistica, di ricostruirla a partire da uno sguardo determinato, in qualche modo parziale. Ma occorre sopratutto riconoscere a Goldoni la libert e il diritto di vivere la sua vita. Ci sono alcune pennellate dellamico Bosisio che mi sembrano ingenerose, persino un poingiuste, per esempio quando parla di unesistenza ormai stabilmente insignificante, trascorsa fra una partita a carte, una passeggiata e una cena frugale, per necessit di economia, pi che per scelta dietetica9. Questultima, forse, propriamente una malignit, visto cheGoldoni un po grasso di corporatura si tiene giustamente leggero a cena, perch si sa difficile smaltire ci che viene ingurgitato alla sera. In una lettera del 6 settembre 1762, quando non aveva ancora problemi di soldi, Goldoni ricorda infatti che lui, normalmente, si sottrae allimpegno gastronomico della cena10. Ma decisamente crudele questaltro brano, pi ampio, del nostro studioso goldonista: Si pu comprendere come anchegli abbia sofferto amaramente, nel silenzio autopunitivo che si imponeva, per le aggressioni degli avversari che non menziona mai, per le sconfitte che presenta www.turindamsreview.unito.it7come successi di stima, per la malattia nervosa che lo perseguita con lastenia, la depressione patologica, il desiderio di morire e chegli contrabbanda come una banale ipocondria, per labbandono forzato della patria che giustifica con una lusinghiera occasione professionale, perlesilio che descrive come uninterminabile, deliziosa vacanza, per la povert che tace, per la solitudine che maschera, per il dolore fisico che tramuta in un accidente trascurabile, per la fine ingloriosa che rimane necessariamente esclusa dalle pagine autobiografiche che si arrestano al 178711.C un accanimento acre, implacabile, che riesco a spiegarmi solo con il fatto che lamico Bosisio, quando sigilla queste righe, nel 1993, un bel giovinotto di quarantaquattro anni, ancora senza malanni e nessun problema di ingrassamento dovuto allet. Forse, lavorando su Goldoni, praticava qualche forma di esorcismo autobiografico, come capita solo ai critici pi bravi e pi intelligenti. Poi, invecchiando fatalmente dobbiamo diventare tutti pi tolleranti e comprensivi. Comunque, non capisco il silenzio autopunitivo che si imponeva, per le aggressioni degli avversari che non menziona mai. No, non penso proprio che sia cos. Goldoni, piuttosto, semplicemente, vuole punire gli avversari. Del negativo non si fa storia; inutile parlare di modesti antagonisti, di autori tanto meno grandi di Goldoni. Nel suo silenzio c una strategia, una intenzione polemica, niente affatto un ripiegamento mistificante e autoconsolatorio. In quanto allabbandono forzato della patria, ho gi detto prima: Bosisio pu anche avere ragione, ma tuttavia interessante seguire Goldoni nel suo percorso, verificare come faccia di necessit virt, come arrivi a prendere contezza e coscienza di una civilt superiore, a scoprire che, in ogni caso, sivive meglio a Parigi che in Italia. Ricordiamo sinteticamente questa bella immagine: La mode a toujours t le mobile des Franois, et ce sont eux qui donnent le ton lEurope entiere, soit enSpectacles, soit en dcorations, en habillemens, en parure, en bijouterie, en coffure, en toute espce dagrmens ; ce sont les Franois que lon cherche partout imiter (III, 37, pp. 592-593). Parigi la capitale dellEuropa : nella moda, e in tutto. Perch vivere alla periferia dellimpero, se si pu vivere nel cuore dellimpero? Insomma, in Francia, a Parigi, c un livello superiore. Sintende, non tutti gli emigranti fanno fortuna, ma il paese dove gli emigranti arrivano, normalmente, pi ricco di quello da cui sono partiti. Goldoni non riesce a farsi pagare abbastanza, ma gli attori della Comdie Italienne se la sfangano bene (anche meglio di quelli della Comdie Franaise), e tutte le case di questi comici, e francesi e italiani, sono ricche di damaschi e di argenterie, e tutti si trattano generosamente, con una tavola sufficiente allarrivo improvviso de loro amici12. Goldoni ha un contratto con la Comdie Italienne di 6000 franchi annui, ma i Comdiens Italiens ne guadagnano 15.00013. Profitti non paragonabile con quelli dei poveri comici italiani, ma perch a Parigi il teatro unaltra cosa, unindustria che tira: a Venezia lo spettatore seduto in platea paga dieci soldi, e a Parigi per stare sempre in platea, ma in piedi quattro volte di pi14.Non nemmeno totalmente vero che Goldoni taccia della sua povert. Si apprezzi questa chiusa di capitolo: www.turindamsreview.unito.it8Paris est beau, ses Environs sont dlicieux, ses Habitans sont aimables ; cependant il y a du monde qui ne sy plat pas. On dit que pour en jouir, il faut beaucoup de dpense : cela est faux ; personne na moins dargent que moi, et jen jouis, je mamuse et je suis content. Il y a des plaisirs pour tous les tats : bornez vos desirs, mesurez vos forces, vous serez bien ici, ou vous serez mal par-tout.(III, 19, p. 520) Certo, Goldoni uomo del Settecento, controlla le sue emozioni, valorizza la razionalit. Almeno a prima vista, riesce perfino a guardare in faccia la morte (je regarde la mort de sang-froid, comme le tribut de la nature dont la raison doit nous consoler, III, 35, p. 584). Ma pu avere ragione Paolo Bosisio. Questultima citazione suona effettivamente un po falsa, forse davvero una formula astratta15.Forse c una vena nascosta in Goldoni, una nevrosi, che dovremmo per una buonavolta indagare con pazienza e con grande finezza di analisi16. Non credo tuttavia al desiderio di morire espresso da Bosisio (di cui almeno non vedo tracce, non trovo riscontri testuali). Vedo per la dignitosa accettazione del limite. Ci che Paolo Bosisio chiama (con troppadurezza) esistenza insignificante (ma insignificante rispetto a quale parametro?), fine ingloriosa della vita di Goldoni. Ai mie occhi emergonoaccenti commoventi,persino poetici: Pour le reste du tems, je mene ma vie ordinaire la Ville; je me leve a neuf heures du matin, je djene avec du chocolat de sant ; cest Madame Toutain, rue des Arcis, qui men fournit dexcellent ; je travaille jusqu midi, je me promene jusqu deux heures ; jaime la socit, je vais la chercher, je dne en Ville trs-souvent, ou chez moi avec la socit de ma femme. [...]Aprs mon dner, je naime ni le travail, ni la promenade; je vais aux Spectacles quelquefois, et le plus souvent je fais une partie jusqu neuf heures du soir; je rentre toujours avant les dix; je prends deux ou trois diablotins, avec un verre deau et de vin, et voil tout mon souper; je fais la conversation avec ma femme jusqu minuit ; nous nouscouchons maritalement en hiver, et dans deux lits jumeaux dans la mme chambre en t ; je mendors bien vite, et je passe les nuits tranquillement. (III, 38, pp. 598-599)E un vecchio che continua a lavorare, che fa funzionare il cervello, ma con misura, alternando la scrittura con il passeggio, la conversazione in societ, il gioco dazzardo che gli piaceva tanto. Non esita ad abbandonare in casa la povera moglie che non ha mai imparato il francese17, ma qualche volta pranza in sua compagnia, e comunque, quando torna a casa, la sera, dopo la sua giornata vissuta per conto suo, parla fino a mezzanotte delpi e del meno con la buona consorte. Colei che gli stata data insorte, che ha sopportato i suoi infiniti tradimenti conattrici eattricette. Cos vero e cos delicato quel dettaglio: che dormono insieme, nel letto matrimoniale, in inverno, per tenersi reciprocamente caldo, e risparmiare sulla legna, mentre in estate ognuno sta pi liberamente nel suo lettino, ma sempre dans la mme chambre precisa puntigliosamente Goldoni perch laffetto riconoscente ela civile dolcezza non sono mai venuti meno, pur in mezzo al tourbillon di attrici e attricette. Un calmo trantran da fine ingloriosa, s, forse.Ma sempre ingloriosa una esistenza che si spegne, fra acciacchi, menomazioni fisiche, umiliazioni della carne,sul limitar della morte. Almeno Goldoni resta lucido sino alla dipartita, e nellultima pagina dei www.turindamsreview.unito.it9Mmoires ha il coraggio di riconoscere che il tempo scaduto. Un amico aristocratico e poeta gli ha promesso di venire a fargli visita, e Goldoni ne onorato e ringrazia, ma avverte: mais, de grace, quil se dpche, car ma carriere est fort avance, et ce qui est encore pis, je suis extrmement fatigu (III, 40, p. 604). Estremo sussulto di decoro, persino un po vibrante, sulla soglia dellabisso. Ma si ammiri anche la scelta oculatamente ambigua delle parole: dice ma carriere, per intendere la mia vita, sulletimo del latino tardo carraria via, cammino dei carri,corso, e dunque corso di una vita. Ma la vita coincide con la carriera delluomo di teatro. Una vita per il teatro. 1. Cito con la sola indicazione di pagina, oltre a capitolo e parte da Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, Mondadori, Milano 1959 [prima edizione 1935], vol. I. 2. Mi riferisco al prezioso libretto di Cesare De Michelis, Goldoni nostro contemporaneo, Marsilio, Venezia 2008. 3. Carlo Goldoni, Memorie, con unappendice di scritti goldoniani, a cura di Guido Davico Bonino, traduzione di Eugenio Levi, Einaudi, Torino 1993, p. 7. 4. Carlo Goldoni, Memorie, a cura di Paolo Bosisio, traduzione di Paola Ranzini, Mondadori, Milano 1993, p. 23. 5. Goldoni nonpu partire [da Parigi]perch non pu rientrare a Venezia, dove il pubblico si stagi dimenticando di lui, mentre i suoi nemici, guidati da un Gozzi trionfatore delle scene con le sue Fiabe, lo accoglierebbero con pericolosa aggressivit (Paolo Bosisio, Goldoni e il teatro comico, in AA.VV., Storia del teatro moderno e contemporaneo, diretta da Roberto Alonge e Guido Davico Bonino, Einaudi, Torino 2000-2003, vol. II, p. 172). 6. Carlo Goldoni, Memorie, a cura di Paolo Bosisio, cit., pp. 1084-1085, n. 4. 7. Cfr. Ivi, pp. 1139-1140, n. 5. 8. Paolo Bosisio, Introduzione a Carlo Goldoni, Memorie, a cura di Paolo Bosisio, cit., p. XIX.9. Ivi, p. XVI.10. La sera da Zanuzzi vi fu un gran soup, ma lo sapete, je ne soupe pas (Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, cit., vol. XIV, p. 260). LOrtolani annota: Si sa che da vecchio il Goldoni si accontentava la sera di due o tre diablotins (pasticche di cioccolata) con un bicchiere dacqua e vino (Ivi, p. 802).11. Paolo Bosisio, Introduzione, cit., p. XXIII. 12. Lettera del 6 settembre 1762, in Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, cit., vol. XIV, p. 260.13. In una lettera a Francesco Albergati del 10 gennaio 1764 il buon Goldoni non pu far a meno di indignarsi: Aggiungasi a questo che seimila franchi lanno a www.turindamsreview.unito.it10Parigi non bastano per un galantuomo, e non posso darmi pace cheun attore il pi inabile ne guadagni quindicimila, e che io abbia a contentarmi di sei (Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, cit., vol. XIV, p. 308).14. E un annotazione di Ortolani, in Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, cit., vol. XIV, p. 802.15. Cfr. Paolo Bosisio, Introduzione, cit., p. XXVII. 16. Una pista, in questa direzione, offerta dalle pagine di Siro Ferrone, Ilpersonaggio Goldoni, in Il castello di Elsinore, 17, 1993, pp. 5-12.17. Goldoni, ancora in una lettera a Francesco Albergati del 25 ottobre 1762: Ella [la moglie di Goldoni] sidiverte poco a Parigi a causa che non intende, e non sa farsi intendere. Io allincontro, bene o male, parlo e capisco e mi diverto (Carlo Goldoni, Tutte le opere, a cura di Giuseppe Ortolani, cit., vol. XIV, p. 269).www.turindamsreview.unito.it