Alighieri Dante - Testi Medioevali In Volgare

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  • La Biblioteca di Don Quijote

    DEDALUS

    AA. VV.

    Testi medioevali in volgarea cura di Emilio Piccolo

    AA. VV.

    Testi medioevali in volgarea cura di Emilio Piccolo

  • AA. VV.

    Testi medioevali in volgarea cura di Emilio Piccolo

    DEDALUS

  • Dedalus srl Napoli, 2000No copyright

    Edizioni Dedalusvia Pietro Castellino, 179 - 80131 Napoliemail: [email protected] - [email protected]

    I edizione: Poetry wave 1999

    La manipolazione e/o la riproduzione (totale o parziale) e/o la diffusione telema-tica di questopera sono consentite a singoli o comunque a soggetti non costituiticome imprese di carattere editoriale, cinematografico o radio-televisivo.

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    AnonimoCanzone del fi' Adrobrandino

    Gian[n]otto, io ag[g] o moglie inguadiata,della qual breve[me nte te diraggiocom'ha adorno 'I visag[g]io,e 'l nome suo e 'I suo gran parentato; la casa asiata ch'io trovata li aggio;dirtte com' forte innamorata;la dote che m'ha data;per lo suo amore quanto io sono amato, infra la gente temuto e dottato.E poi che sapera' com'io ho fatto,al mio grande convitovera'ne tosto, per ch'io t'invito:non dimorar, per Dio, ma vieni ratto,viene a le nozze del fi' Aldrobandino,ch'og[g] i avea men che nes[s]um suo vicino.

    Questa mia moglie di cui ti favellonon mostra altro che l'ossa, tanto magra,e 'l mal della podagrapar ch'aggia in s; pi negra che la notte. Ahi, quanto or[r]ibil cosa pare e agrala fronte sua vestta de capelloe collo infiato ciglio!Piangoli li oc[c]hi e 'I capo s li gotte, e poi, apresso le dolenti grottede l'ampio naso, mostra pur le fossiecoi denti radi e lunghi;i labri ha curti: par che se rag[g]iu[n]ghi,

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    s l'una gota co l'altra se cossie;e ciascuna beltade in lei redoppia.Or puoi saper se noi siam bella cop[p]ia.

    Ella chiamata mon[n]a Povertade;e' suo' parenti, dolze mio amico,son questi ch'io te dico:ser Tristo, ser Dolente, Poco-Adosso, messer Topim, ser Pianto ed Om-Mendico,mon[n]a Cat[t]iva e mon[n]a Estremitade:questi som canto padre.Da canto madre si missere Scosso, il Doloroso, il Trafitto e 'I Percosso,mon[n]a Tristizia e mon[n]a Menconiacon donna Sciaurata;madonna Brama e mon[n]a Adoloratacon mon[n]a Angoscia e mon[n]a Recada;e sono via assai pi ch'io non dico,ch tutto giorno apresso multiprco.

    La prima fiata ched io le 'ntrai in casa,trovai che li pioveva in ogni luogo;de paglia facea il fuoco,con diece figlie ognuna pi fanciulla; tutte dican: Del pan dmene un poco!"N arca, botte non ci avea n vasa:tanto era monda e rasa,che sedio non ci avea pi ch'una culla. Quand' io mirai, e non veddi pi nulla,astrinse l'orche; e ella era vestitacurta da chi a le natiche,d'una gonella sola sena manichetutta quanta spezzata e deriscita.Pensai con lei zanzar, bef[f]ar, rid[d]are;ma non trovai de potermi assettare.

    Or vo' che sap[p]i ch'ella m'ama molto,ch tutto giorno m'ha le braccia al collo,s che tutto mi mollodel pianto ch'ella fa per drudaria, dicendo: Amor[e] mo, tutta bollo

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    tal ho paura tu non mi si' tolto.Lec[c]ami tutto il voltoe non mi lassa star notte n dia; tanto ell'ha preso di me gelosiach'ella s'uccide s'un ri[c]co m'apre[s]saTamant'ha'la pauranon mi sia fatta malia n fat[t]ura,ch'ella mi d mangiar pure ella stessa;e pi, ch'ella mi veste e scalza e spoglie:cos s'impazza di mi esta mia moglie.

    La dote n'ag[g]io grande e smisurata:pur li fideli ogni mese mi dnnodece libre di danno,e nelle pasque rampogne e balieri. Io n'ag[g]io um po' c'ha no[m] Monte Malanno,che, senza seminarci mai der[r]ata,ne recolgo alla fiata trenta,quaranta e cinquanta rasieri; ma di che? de sospiri,ch'altro arbor non ci nasce mai nd erba.Grotta [non] ci ho n casa,e la neve alta ci ha pi di doe brazza,e tutto l'anno lass si conserba.Molti ci van per traie[r]cel di mano,ma io non lo vendrei a cristiano.

    Or saperai com'io som grazioso,per mgliama quanto la gente m'amo;ch mille volte chiamo,'nanti che l'uom mi voglia pur rispondere. S malamente a tutti sono in camo,che fug[g]e ogni uom da me pi paurosoche non dal cam rab[b]ioso;e l onde io passo veg[g]io on[n]e uom nascondere: nes[s]un m'aspetta, nes[s]un mi vol giongere;solo mi trovo l do[vo]nque io vada,non fosser miei parentimalinconosi, trafitti e dolenti,che sempre piena ne trovo la strada,de' qua' neun ce n'ha, quando me vede,che per mi ratto non si levi in pede.

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    Brunetto LatiniFavolello

    Forse lo spron ti moveche di scritte ti pruovedi far difensa e scudo;ma se' del tutto niudo,ch tua difensonesomente di ragione,e fllati drittura:ch'una propia naturaha dritta benvoglienza,che riceve crescenzad'amore ogni fata;e lunga dimoratan paese lontanodi monte n di pianonon mette oscuritatein verace amistate.Dunque pecca e disviachi bono amico obria,ch 'ntra li buoni amicison li diritti oficivolere e non volereciascuno, ed atenere,quello che l'altro vuolein fatto ed in parole.Questa amist certa;ma de la sua covertava alcuno amantatocome rame indorato.

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    Cos in molte guiseson l'amist divise,perch la gente inviziala verace amicizia:ch'amico che maggiorevuol essere a tutt'ore,parte come leone;amor bassa e dispone,perch in fin'amanzanon cape maggioranza.Dunque riceve inganno,non certo sanza danno,l'amico, ci mi pare,ch' di minore affare,ch'ama veracementee serve lungiamente,donde si membra radoquelli ch' in alto grado.Ben sono amici taliche saettano istrali,e dnno grande lodequando l'amico l'ode,ma null'altro piaceresi pu di loro avere.Cos fa l'ausignuolo:serve del verso solo,ma gi d'altro misterosai che non vale guero.In amico m'abattoche m'ama pur a pattoe serve buonamente,se vede apertamentecom'io riserva luid'altretanto o de plui.Altretal ti redicode lo ritroso amico,ched a la comincianzamostra grande 'bondanza,poi a poco a poco alenta,tanto che aneenta,e in detto ed in fatto

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    gi non aserva patto.Cos ho posto curach'amico di venturacome rota si gira,ch'ello pur guarda e miracome Ventura corre:e se mi vede porrein glonoso stato,servemi di buon grato;ma se cado in angosce,gi non mi riconosce.Cos face l'augelloch'al tempo dolce e bellocon noi gaio dimorae canta ciascun'ora;ma quando viela ghiaccia,che non par che li piaccia,da noi fugge e diparte.Ond'io n'ho presa un'arte:che, come la fornaceprova l'oro verace,e la nave lo mare,cos le cose amaremostran veracementechi ama lealmente.Certo l'amico avaro,come lo giocolaro,mi loda grandementequando di me ben sente;ma quando nolli dono,portami laido sno.Questi davante m'unge,ma di dietro mi punge,e come l'ape in senomi d mele e veleno.E l'amico di vetrol'amor getta di dietroper poco afendimento,e pur per pensamentosi parte e rompe tuttocome lo vetro rotto.

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    E l'amico di ferroma' non dice Diserroinfin che pu trappare;ma el no vorria daredi molte erbe una cima:natur' de la lima.Ma l'amico di fattoe teco a ogne patto,e persona ed averepuo' tutto tuo tenere,ch nel bene e nel malelo troverai leale:e se fallir ti vede,unque non se ne ride,ma te stesso riprendee d'altrui ti difende:se fai cosa valente,la spande fra la gentee 'I tuo pregio radoppia.Cotal buona coppia:ch'amico di parolemi serve quando volee non ha fermamentose non come lo vento.Or, che ch'i' penso o dico,a te mi torno, amicoRustico di Filippo,di cui faccio mi' ceppo.Se teco mi ragiono,non ti chero perdono,ch'i' non credo poterea te mai dispiacere:ch la gran conoscenzache 'n te fa risedenzafermat' a lunga usanza,mi dona sicuranzacom'io ti possa diree per detto ferire.E ci che scritto mando cagione e dimandoche ti piaccia dittare

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    e me scritto mandaredel tuo trovato adesso:ch 'I buon Palamidessomi dice, ed ho creduto,che se' 'n cima saluto;ond'io me n'allegrai.Qui ti saluto ormai:e quel tuo di Latinotien' per amico finoa tutte le carrateche voi oro pesate.

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    Dante AlighieriDetto dAmore

    Amor s vuole, e parli,chi n ogni guisa parlie ched i faccia un detto,che sia per tutto detto,chi lag[g]ia ben servito.Po che meb[b]e nservitoe chi gli feci omaggio,i l tenuto omaggioe ter[r] giam sempre;e questo fa asempra ciascun amoroso,s c[h]Amor amorosonogli sia nella fine,anzi che metta a fineci che disira avere,che val me c[h]altro avere.Ed egli s corteseche chi gli sta corteseod a man giunte avante,esso s l mette avantedi ci ched e disira,e di tutto il dis-ira.Amor non vuol logag[g]io,ma e vuol ben, lo gag[g]io,ch l tu cuor, sia lu fermo.Allor dice: ;

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    e dnati in presente,sanzesservi presentedi fino argento o doro,perchi allui madorocome leal amante.Allu fo graz[z]e, amantequella che dogne benee s guernita beneche n le non truov uon pare;e quand ella mapare,s grande gioia mi donache lo me cor sadonaa le sempre servire,e di le vo servire,tant in le piacimento.Non so se piacimentole fia ched i la serva:almen pu dir che serv,come chi poco vaglia.Amor nessun non vaglia,ma ciascun vuole ed ama,chi di lui ben sinama,e di colu fa forzache [n] compiacer fa forzae nonn-, inulla, parte.Amor inulla partche non sia tutto prestoa fine amante presto.Cos sue cose liveraa chi lamor nolliverae mette pene e ntenzain far sua penetenzatal chente Amor comandaa chi allu sacomanda;e chi la porta in grado,il mette in alto gradodi ci ched e disia:per me cotal d sia!Per chi gi non dispero,ma ciaschedun d speromerz, po n su travaglio

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    i son sanza travaglio,e sonvi s legatochi non vo che legatogiamai me ne prosciolga:senn daltri pro, sciolga!Chi vo chAmor maleghi,che che Ragion malleghi:di lei il me cor sicura,n pi di lei non cura;ella si fa diessa:nffu n fia di essa.Amor blasma ed isfamae dice che di[s]fama,ma non del mi, certano:perchi per le certan che ciaschedun sabatte;me ched Amor sa, batte.Ed a me dice:

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    Lo dio dovi credenzanon ti far credenzase non come Fortuna.Tusse in gran fortuna,se non prendi buon portoper quel ched i t porto,ed a me non taprendie l mi sermone aprendi.Or mi rispondi e di,chegli ancor gran da farmi tua risposta;ma non mi far rispostaa ci chi proposato.D tu se pro posat>>.E, quandi eb[b]i intesaragion, ch stata intesaa trarmi de la regoladamor, che l mondo regola,i le dissi:

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    n non pu far vertute;sanzamor s nua,che, con cu regna, enviadandarne dritto al luogol dove Envia lluogo.E perci non ti credo,settu dicessil Credoe l Paternostro ellAve,s poco in te sennve.Adio, ched i mi torno,e fine amante tornoper devisar partitacomell ben partitae di cors e di membra,s come a me mi membra>>.Cape doro battutoPaion, che mn battuto,Quelli che porta in capo,Per chi allor fo capo.La sua piacente cieraNonn- sembiante a cera,Anz s fresca e bellaChe lo me cor sabellaDi non le mai affare,Tant piacente affare.La sua fronte, e le ciglia,Bielt dognaltreciglia:Tanto son ben voltatiChe mie pensier voltatiA`nno ver lei, che gioiaMi d pi c[h]altra gioiaIn su dolze riguardo.Di n[i]umal riguardoCu ella guarda in viso,Tant piacente aviso;Ed s chiara luceChal sol to la sua luce,E loscura e lalunaS come il sol la luna.Per chi a quella speraO` messa la mia spera,

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    E si ben collei regno,I non voglialtro regno.La bocca e l naso e l mentoA` pi belli, e non mento,Chunque nonn-eb[b]e Alena;Ed pi dolce alenaC[h]e n[e]ssuna pantera.Per chi ver sua panteraI mi sono, n fed, ito,E dentro v fedito;Ed mene s presoChed i vi son s presoChe mai, di mia partita,Nomi far partita.La gola sua, e l petto,S chiar, cha Dio a pettoMi par esser la diaChi veg[g]io quella dia.Tant bianca e lattata,Che ma non fu alattataNulla di tal valuta.A me tropp valuta,Ched ella s m drittoIn saper tutto l drittoC[h]Amor usa in sua corte,Che non v leg[g]e corte.Mani lunghette e braccia,E chi collei sabracciaGiamai mal nonn- gottaN di ren n di gotta:Il su nobile statoS mette in buono statoChiunque la rimira.Per che l me cor si miraIn lei e notte e giorno,E sempre allei ag[g]iorno,ChAmor sll inchesto,Nd e non inchestoSe potesse aver termine,C[h]amar vorria san termine.E quando va per via,

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    Ciascun di lei nviaPer landatura gente;E quando parla a gente,S umilmente parlaChe boce dagnol par l.Il su danzar e l cantoVal vie pi ad incantoChe di nulla serena,Chllaria fa serena:Q[u]ando la boce lieva,Ogne nuvol si lievaE laria riman chiara.Per che l me cor s chiarDi non far giamai cambioDi lei a nessun cambio;Chell di s gran pregioChi non troveria pregioNessun, che mai la vaglia.Amor, se Dio mi vaglia,Il terreb[b]e affollore,E ben seria follo reQuandio il pensasse punto.MAmor l s a puntoNella mia mente pinta,Chi la mi veg[g]io pintaNel cor, si dormo o veglio.Unque asessino aVeglioNon fu giamai s presto,N a Dio mai il Presto,Comio a servir [a]mantePer le vert ch mante.E sio in lei pietanzaTruov, o duna pietanzaDel suamor son contento,I sar pi contento,Per la sua gran valenza,Che sio avesse Valenza.Se Gelosia n s ginaDi tormene segina,Lo Dio dAmor mi mente:Chd i ben a mente

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    Ci ched e meb[b]e in gradoSed i l servisse a grado.Ben ci egli un caminoPi corto, n l camino,Perci chi nonn- entrataChed i per quellentrataPotesse entrar un passo.Ric[c]hez[z]a guarda il passo,Che non fa buona caraA que che noll cara.E s fu i s sag[g]ioChed i ne feci sag[g]ioSi potesse oltre gire.,Mi disse, e comal viso:

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    In sale ed in dispensaE n guardarobe e n cella.Povert suancella:Quella convien tapanniE chetti trag[g]a panniE le tue buone calze,Che giamai nolle calze,E la camiscia e brache,Settu colle timbrache.Figlia fu a Cuor Fallito:Perdio, guarda n fallitoNon sia ci chi t detto;E sie conmeco adetto,E mostra ben voglienzaDaver mia benvoglienza;Ch Povertat insom[m]aDogne dolor la somma.Ancor non t nomatoUn su figliuol nomato:Imbolar uon lapella;Chi dallu non sapella,Egli l mena a le forche,L dove nonn- for cheE monti per la scala,Dovogne ben gli scala,E danza assuon di vento,Sanzavmai avento.Or stt letto il salmo:Ben credo, a mente sa l mo,S l t mostrato ad agio.Se mai vien per mi agio,Pensa desser maestroDi ci chi tamaestro,Che Povert tua servaNon sia, n mai ti serva,Ch l su servigio malo,E ben pu dicer Cu ella spoglia o scalza:Ch dogne ben lo scalza,E mettelo in tal puntoCha vederlo par punto.

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    E gli amici e parentiNogli son aparenti:Ciascun le ren gli tornaE ciascun se ne torna....................... >>.......................PerchAmor mag[gi]a matto,O che mi tenga a mattoRagion, cui poco amo,Gi, se Dio piace, ad amoChellag[g]ia no macroc[c]o.Amor m cinto il croc[c]o,Con che vuol ched i tendaSi vo gir collui n tenda.E dice, si balestroSe non col su balestro,O si credo a RagioneDi nulla sua ragioneChella mi dica o punga,O sed i metto in pungaRic[c]hez[z]a per guardare,O si miro in guardare,Allui se non, ci ch,Di lui non faccia c;Ma mi getta di taglia,E dice che n sua tagliaI non prenda ma soldo,Per livra n per soldoChed i giam gli doni.Amor vuol questi doni:Corpo e avere e anima;E con colui sinanima,Chi gliel d certamente (E chi altrac[c]erta, mente),E sol lui per tesoroVuol chuon metta n tesoro.E chi di lui preso,S vuol che sia apresoDogne bellordinanzaChe l su bellor dinanza.Chi l cheta come dee,

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    Sachita ci che dee.Dorgoglio vuol sie vto,Chd egli fatto votoD[i] non amarti guar dSe dorgoglio nol guardi:Ch fortemente pec[c]aQue che dorgoglio pec[c]a.Cortese e franco e proConvien che sie, e proSalute e doni e rendi:Settu acci ti rendi,DAmor sarai in grazia,E s ti far grazia.E se se forte e visto,A caval sie avistoDi punger gentemente,S che la gente menteTi pongan per diletto.Non ti truovi di lettoMatino a qualche canto.Settu sai alcun canto,Non ti pesi il cantareQuanto pesa un cantare,S che noda la notaQuella che l tu cor nota.Sessai giucar di lancia,Prendila e slla lancia,E corri e sali e salta,Che troppo gente asalta:Far cosa chellor seg[g]iaGli mette in alta seg[g]ia.Belle robe a podere,Secondo il tu podere,Vesti, fresche e novelle,S che noda novelleLamor, cu tu caroPi che l Soldano il Caro.E selle son di lana,S non ti paia lanaA devisar li ntagli,Settu chi gli ntagli.

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    Nove scarpette e calzeConvien che tuttor calze;Della persona contoTi tieni; e nul mal contoDi tua boc[c]a non loda,Ma ciascun pregia e loda.Servi donne ed onora,Ch via troppo donorChi vi mette sua ntenta.Salcuno il diavol tentaDi lor parlare a taccia,S li d chessi taccia.Sie largo; e daltra parteNon far del tu cuor parte;Tutto n quel luogo il mettiL dove tu lametti:Chegli dAmor partitoChi l su cuor partito,Ch e non tien leal finoChi va come lalfino,Ma sol con que sacordaChe l su camin v corda.Mi detto ancor non fino,Ch dun amico finoChieder convien ti membri,Che metta cuor e membriPer te, setti bisogna,E n ogne tua bisognaTi sia fedele e giusto.Ma, f che d a san Giusto,Seminati son chiariI buonamici chiari.Ma, se l truovi perfetto,Pi ricco che l PerfettoSarai di sua compagna;E s bella compagna,La tua fia pi sicura,Ch Veno non si curaChe non faccia far tratto,Di che lamor tratto.Di lor pi il fatto isveglia,

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    N ma per suon di svegliaN per servir che facciaNol guarda dritto in faccia.

    Anonimo: Canzone del fi' AdrobrandinoBrunetto Latini: FavolelloDante Alighieri: Detto d'Amore