Alessandria-Giana Erminio

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MASSIMO TAGGIASCO S iamo allo snodo decisivo del campionato del- l’Orso Grigio. È inutile nasconderci il momento difficile: un punto nelle ultime tre partite (due sconfitte in trasferta ed un pareggio casalingo) sem- brano aver decisamente ridimensionato le nostre ambizioni. La vetta, occupata dal Pavia, è a ben cin- que punti ed anche Bassano e Novara ci hanno supe- rato. Non è il caso di disperarsi: il campionato è an- cora lungo e non mancheranno le occasioni per ri- scattarsi. Una cosa è certa: questo è il momento di stringere i denti, di lottare come se ogni partita fosse quella decisiva. Dopo la gara odierna con la Giana Erminio ci attende la difficile trasferta di Pavia. Biso- gna tornare alla vittoria per non perdere ulterior- mente terreno e, soprattutto, bisogna tornare a vin- cere al Moccagatta, dove non portiamo a casa l’intera posta dal 2-0 rifilato al Feralpisalò il 7 dicembre. I primi 25 minuti a Novara ci hanno fatto vedere una grande Alessandria, ma è stata solo un’illusione. Tan- te occasioni sprecate, poi, dopo aver subito il pareg- gio, si è registrato poco o nulla. Non è questa la squa- dra che può e deve puntare al vertice della classifica: bisogna tornare al gioco semplice, concreto, intenso e volitivo che ci aveva permesso di giungere in testa alla graduatoria. Non vorremmo che tra lodi e parole grosse qualcuno si fosse montato la testa. Adesso bi- sogna essere umili, ma concentrati sull’obiettivo: te- sta bassa e... pedalare, in attesa di vedere il valore dei nuovi arrivati che potrebbero, sicuramente, contri- buire ad un vero e proprio salto di qualità. Il grande tifo grigio visto a Novara meritava migliori soddisfa- zioni, ma non dobbiamo certo mollare adesso: lottia- mo tutti insieme per continuare a sognare. Hurrà Grigi! QUINDICINALE DI CALCIO... E NON SOLO – Direttore Massimo Taggiasco Anno VII n. 2 30/1/2015 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Pizzeria-Ristorante ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 Bar Stadio dello La tua pausa caffè nel tempio del calcio Aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 20,00 Via V. Bellini ALESSANDRIA sotto la tribuna centrale del Moccagatta Aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 20,00 Via V. Bellini ALESSANDRIA sotto la tribuna centrale del Moccagatta hurra.grigi INTERNET www.hurragrigi.it ALL INTERNO DEL SITO Il Pallone Verde Non si può più sbagliare! SUBARU OUTBACK ADVENTURE alessandria GRUPPO ® ALESSANDRIA • VIA MARENGO 162 SHOWROOM • VIA MARENGO 155 TEL. 0131 251005 [GSM Photo] Via Vochieri 100 ALESSANDRIA Tel. 0131 444078 Boutique Silvia Parodi CAPI ESCLUSIVI Made in Italy Sconti dal 20 al 50 %

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Non si può più sbagliare!

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Page 1: Alessandria-Giana Erminio

MASSIMO TAGGIASCO

Siamo allo snodo decisivo del campionato del-l’Orso Grigio. È inutile nasconderci il momentodifficile: un punto nelle ultime tre partite (due

sconfitte in trasferta ed un pareggio casalingo) sem-brano aver decisamente ridimensionato le nostreambizioni. La vetta, occupata dal Pavia, è a ben cin-que punti ed anche Bassano e Novara ci hanno supe-rato. Non è il caso di disperarsi: il campionato è an-cora lungo e non mancheranno le occasioni per ri-scattarsi. Una cosa è certa: questo è il momento distringere i denti, di lottare come se ogni partita fossequella decisiva. Dopo la gara odierna con la GianaErminio ci attende la difficile trasferta di Pavia. Biso-gna tornare alla vittoria per non perdere ulterior-mente terreno e, soprattutto, bisogna tornare a vin-cere al Moccagatta, dove non portiamo a casa l’intera

posta dal 2-0 rifilato al Feralpisalò il 7 dicembre. Iprimi 25 minuti a Novara ci hanno fatto vedere unagrande Alessandria, ma è stata solo un’illusione. Tan-te occasioni sprecate, poi, dopo aver subito il pareg-gio, si è registrato poco o nulla. Non è questa la squa-dra che può e deve puntare al vertice della classifica:bisogna tornare al gioco semplice, concreto, intensoe volitivo che ci aveva permesso di giungere in testaalla graduatoria. Non vorremmo che tra lodi e parolegrosse qualcuno si fosse montato la testa. Adesso bi-sogna essere umili, ma concentrati sull’obiettivo: te-sta bassa e... pedalare, in attesa di vedere il valore deinuovi arrivati che potrebbero, sicuramente, contri-buire ad un vero e proprio salto di qualità. Il grandetifo grigio visto a Novara meritava migliori soddisfa-zioni, ma non dobbiamo certo mollare adesso: lottia-mo tutti insieme per continuare a sognare.

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Silvio, solo due settimane faci eravamo illusi con le tuestatistiche comparative

dalle quali risultava che questaAlessandria è la migliore degli ul-timi 40 anni e abbiamo tirato suun solo punto in tre partite: sia-mo in crisi?

«Sarà crisi solo se l’Alessandrianon batterà il Giana Erminio.»

È comunque indubbio che l’ul-timo periodo è stato negativo...

«Non sono del tutto d’accordo,almeno con riguardo alle ultimedue partite, perché pareggiare con-tro il Real Vicenza (che è sembratoun’ottima squadra) ci sta e a Nova-ra nei primi 25 minuti abbiamogiocato un ottimo calcio.»

Però a Mantova abbiamo persoe a Novara, ad un certo punto, si èspenta la luce...

«A Mantova non c’ero e devoconfessarti che il calo di Novara hastupito anche me conoscendol’Alessandria di quest’anno come

una squadra di grande reattivitàcaratteriale.»

Quindi?«Quindi aspettiamo la gara di

domenica.»Cosa pensi dei nuovi acquisti?«Morero, Iunco e Germinale arri-

vano con ottime credenziali, mapreferisco aspettare di vederli incampo prima di esprimere giudizi.Di certo, il loro arrivo è un indub-bio segno di volontà di rafforza-mento da parte di Di Masi checontinua a dimostrare di essere ar-rivato ad Alessandria per amore edi voler fare sul serio.»

Parliamoci chiaro: questi gioca-tori ci servono o no?

«Un rinforzo in difesa, sicura-mente sì, mentre sulle scelte fattein avanti ho qualche dubbio.»

Perché?«Per due buone ragioni: in primo

luogo per sostituire Guazzo occorreun attaccante da gol, mentre siaIunco che Germinale non hanno

un curriculum prolifico sotto que-sto aspetto. E poi c’è il problemadel centrocampo.»

Qual è il problema del centro-campo?

«A parte i punti deboli sulle fa-sce, sui quali ci siamo già più voltesoffermati, è evidente la mancanzadi un cervello di centrocampo chesia un punto di riferimento e costi-tuisca il baricentro della squadra.»

Mezavilla e Obodo non basta-no?

«No. Mezavilla, a questo puntodella stagione, penso che abbia re-so al di sotto delle aspettative.Quanto ad Obodo, mi fa spesso ar-rabbiare.»

Perché?«Perché per il movimento di cor-

po e il tocco di palla ti dà semprel’illusione che stia per fare unagiocata alla Pirlo, ma poi, alla resadei conti, la passa quasi sempre inorizzontale: da lui mi aspettereipiù personalità e coraggio.»

A Novara ha commesso anchealcuni errori clamorosi...

«Purtroppo un paio di suoi pas-saggi (per l’appunto in orizzonta-le) potevano costarci caro.»

Un tuo commento sull’affaireGuazzo...

«Ti confesso che su Guazzo nonmi ero mai sentito del tutto con-vinto, fin dal pre-campionato, unpo’ perché credo che sia lontanodai suoi giorni migliori, un po’ perle caratteristiche del gioco offensi-vo dell’Alessandria, che ha in Mar-coni il miglior interprete e nel qua-le forse non c’era troppo spazio perun giocatore con le sue peculiarità.Comunque, se Guazzo è un capito-lo chiuso, l’Alessandria deve guar-dare oltre.»

L’INTERVISTA a Sivio Bolloli (Radio Voce Spazio)

I segnali dal mercato sono chiari:la società fa sempre più sul serio

22ª GIORNATAMantova - Lumezzane 2-1AlbinoLeffe - Pro Patria 1-0Novara - Alessandria 2-126’ Rantier; 27’ Foglio; 47’ Dickmann.

Real Vicenza - Como 0-2Torres - Arezzo 1-0Südtirol - Unione Venezia 1-1Pordenone - FeralpiSalò 1-1Pavia - Monza 2-0Renate - Cremonese 2-2Giana Erminio - Bassano 1-2

23ª GIORNATA30/31 gen. e 1 feb. 2015

UNIONE VENEZIA - MANTOVALUMEZZANE - TORRESCREMONESE - NOVARAMONZA - SÜDTIROLFERALPISALÒ - PAVIAALESSANDRIA - GIANA E.Domenica 1 feb. 2015 - Ore 14,30PRO PATRIA - REAL VICENZAAREZZO - RENATECOMO - ALBINOLEFFEBASSANO V. - PORDENONE

24ª GIORNATA6/7/8 febbraio 2015

GIANA ERMINIO - PORDENONEPAVIA - ALESSANDRIADomenica 8 feb. 2015 - Ore 14,30TORRES - FERALPISALÒSÜDTIROL - CREMONESEUNIONE VENEZIA - COMOMANTOVA - RENATENOVARA - PRO PATRIAALBINOLEFFE - BASSANO V.LUMEZZANE - AREZZOREAL VICENZA - MONZA

CLASSIFICASQUADRE PT G

PAVIA (-1) 43 22BASSANO VIRTUS 41 22NOVARA 40 22ALESSANDRIA 38 22COMO 36 22FERALPISALÒ 36 22REAL VICENZA 34 22SÜDTIROL 34 22MONZA 32 22UNIONE VENEZIA 30 22TORRES 30 22RENATE 29 22CREMONESE 29 22MANTOVA (-1) 29 22AREZZO 27 22GIANA ERMINIO 24 22LUMEZZANE 21 22ALBINOLEFFE 16 22PRO PATRIA (-1) 13 22PORDENONE 13 22

Promozioni Le prime classificatedei 3 rispettivi gironi saranno pro-mosse in B. A queste si aggiungeràla vincente dei play-off tra le se-conde e le terze classificate e le 2migliori quarte, che si articoleran-no in un turno preliminare a garaunica e in semifinali e finali in garadoppia, sempre accordando il van-taggio del fattore campo alle squa-dre meglio piazzate in classifica.Retrocessioni Sono previste 9 re-trocessioni in D, 3 per girone. L’ulti-ma classificata retrocederà diret-tamente; le altre 4 squadre, classi-ficatesi fra il 16º e 19º posto, di-sputeranno i play-out in gara dop-pia, concedendo sempre il fattorecampo alle meglio classificate.

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Pho

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Page 3: Alessandria-Giana Erminio

Ci sono giocatori che, pur non es-sendo trascinatori naturali, entranoe restano nel cuore proprio per il lo-ro atteggiamento. Uno di questi è Gi-gi Scotto. Il giovane attaccante sar-do che da due anni aiuta e portaavanti il grande progetto grigio. Unragazzo dotato di grandi qualità tec-niche; è veloce ed agile, imposta,pressa, cerca il gol. È giovane escattante, sa farsi valere su ogni pal-lone. Non è un chiacchierone dalsorrisone facile, è apparentementetimido e riservato, ma nulla, e dicoproprio nulla lo intimorisce. Ciò chesbalordisce di questo ragazzo è latenacia. È una parola che viene uti-lizzata in tanti contesti e in tante oc-casioni, ma molte volte si tende ageneralizzare, scambiando il sacro(ma pur scontato) impegno con, ap-punto, quest’ultima. L’impegno è ilmust richiesto a tutti coloro che mili-tano in una categoria co-me questa, dove ovvia-mente vi sono tanti gio-catori importanti, ma do-ve la mediocrità è all’or-dine del giorno. GigiScotto è la personifica-zione del concetto piùprofondo e concentratodi tenacia. È un cuoreche lotta, è un leone checorre, è un orso chesbrana. È la ten-sio-

ne che preme, è la grinta che sgor-ga, è la luce che abbaglia. Gigi Scot-to è anima e cuore, è sicurezza e de-terminazione. In tutto questo, qual-che errore è certamente ammesso.È l’umiltà sublimata in ragazzo, è unpotente collante all’interno di ungruppo. È un ragazzo dalle mille sfu-mature e dall’aggressività imponen-te. È una persona di tutto rispetto,una persona semplice ma decisa,chiusa ma sorridente. Nell’aria ci so-no voci sulla sua possibile partenza,e, parlando non solo personalmente,mi auguro che non siano vere. Perdere un persona così bella sa-rebbe come perdere gli artigli per unorso, come perdere il miglior fanteper un esercito, come perdere il tas-sello centrale di un bellissimo puz-zle. Gigi è, nonostante la sua timi-dezza, una fonte inesauribile di posi-tività e di gioia, è un grande uomo, è

trasparente e sano come l’ac-qua del mare della Sua Sar-degna. È una di quelle perso-ne che fanno bene e fannostare bene. Auguro ad Ales-sandria di poter vivere e go-dersi Scotto ancora per unpo’, perché di attaccanti cene sono davvero tantissimi,ma di Gigi Scotto ce n’è solouno.

HURRÀ GRIGI 330 gen. 2015

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Orgogliosi di essere grigi!!![G

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hoto

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Scotto, trasparente come l’acqua della sua terra

Facciamo finta che siamo an-cora alla fine del girone diandata. Facciamo finta che

l’Alessandria sia solo quella dellaprima mezz’ora contro il Novara.Facciamo finta che il campionatocominci ora, con gli innesti nellalinea difensiva di Morero e inquella avanzata di Iunco e Germi-nale. In effetti meglio aggrapparcia queste situazioni perché l’Ales-sandria che aveva chiuso il gironedi andata al comando del girone,sorprendendo tutti con un recu-pero record nelle ultime settima-ne, sembra essersi persa tra lenebbie delle ultime trasferte nellapianura padana; perché l’Alessan-dria partita a spron battuto controil Novara è piaciuta parecchio mapoi, dopo aver subìto il fortunosopareggio degli azzurri, si è dissoltacome la neve di questi giorni alprimo apparire di un raggio di so-le; perché, al di là del valore dimo-strato dalla rosa presentata adagosto, questo gruppo ha dimo-

strato di aver bisogno di qualcheaggiustamento per poter funzio-nare a pieno regime. La sensazio-ne, anche stando a quanto visto aNovara, è che manchi qualcosanella fascia centrale (soprattuttonel momento in cui finisce il car-burante di Obodo), l’unico settoreper il quale il management grigionon ha ancora previsto interventidi mercato. Le parole del presi-dente Di Masi, dai microfoni Rai,sono però suonate chiare e forti:«Stiamo lavorando per portarequesta società in Serie B, non me lasento di arrischiare un pronosticosu quando questo traguardo potràessere raggiunto, ma la cosa chesono certo di poter affermare è chel’Alessandria salirà su quel podiodel calcio piemontese che ho messotra i miei obiettivi al momento delmio insediamento sulla poltronapresidenziale. Alessandria meritaun campionato importante, que-sta tifoseria merita la soddisfazio-ne di vedere le maglie grigie ai pia-

ni alti del calcio nazionale.» Lo sail Presidente, lo sanno i tifosi, lohanno percepito tutti coloro chehanno visto la partita su Rai Sport,lo hanno capito anche tutti coloroche al Silvio Piola di Novara ave-vano una sciarpa azzurra al collo:non c’è campionato che tenga, latifoseria grigia è già in Serie A!

TOP PLAYERdi Beatrice Bruno

Una commedia molto divertente dovesono vincitrici le donne con la loro forza ela loro determinazione. Donne cheriescono a risorgere come Araba Feniceprendendo dal loro passato, fatto didelusioni e sconfitte, il vigore per costruireun nuovo giorno, un nuovo progetto.Il retrogusto di questa pièce teatrale è lacrisi della mezza età e della solitudine,narrate qui con umorismo, dove il piaceredella seduzione è sempre motivo diautoironia, giocato con gusto, eleganza egrande divertimento.E’ una commedia sapientemente gestitada una serie di delicati comici equilibri,dove i protagonisti sono continuamentesotto pressione con un finalesorprendente. La risata è assicurata.In Francia è in scena da 5 anni!

3 donne in cerca di guai3 donne in cerca di guaiVenerdì 6 febbraio 2015 ore 21.00

Teatro AlessandrinoAlessandria • Via Verdi 12 • Tel. 0131 252644 • www.cinemalessandrino.it

Barbara BouchetCorinne CleryIva Zanicchi

Una commedia di Chevret

Regia di Nicasio Anzelmo

Biglietti:• platea intero € 28 • platea ridotto € 25• galleria € 20Vendita biglietti presso la cassa delCinema Teatro Alessandrino dalle ore 19alle ore 22, festivi dalle ore 16 alle ore 20(tranne il mercoledì)On line sul sito: www.cinemalessandrino.it

La Città a Teatro / Stagione Teatrale 2014/2015

Organo dell’AssociazioneCulturale Orso Grigio

C.so Roma 85 - 15121 AlessandriaTel./Fax 0131 510490

Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28/09/[email protected]

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CSQ Centro Stampa QuotidianiVia dell’Industria, 5225030 Erbusco (BS)

Tel. 030 7725511

Nuovo Hurrà Grigi

Page 4: Alessandria-Giana Erminio

HURRÀ GRIGI4 anno VII n. 2

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Dal pari con il Real Vicenza alla

Il Real Vicenza raccoglieun buon punto sul cam-po dell’Alessandria. 0-0

il risultato finale allo stadio‘Moccagatta’. I biancorossisi mantengono nelle primeposizioni della classifica,mentre i Grigi vanno a 38punti assieme al Bassano, ameno tre lunghezze dallacapolista Pavia e avanti diuna posizione rispetto alNovara. I Grigi appaiomomeno tonici rispetto a di-cembre e arrivavano sem-pre in ritardo sul pallone.Mister Luca D’Angelo, nonvolendo scoprirsi troppo, alfischio d’inizio decide di te-nere in panchina Rantier,dentro un centrocampista,con capitan Taddei avanza-to a seconda punta. Risulta-to, un primo tempo opaco,in cui la manovra non si svi-luppa in maniera ordinata eproficua. Nella seconda fra-zione di gioco via Spighi evia libera al francese Ran-

tier. L’Alessandria ha piùuomini con caratteristicheoffensive, ma rischia tantis-simo sulle ripartenze dei vi-centini, che hanno tre oc-casioni ghiotte, l’ultima del-le quali un tiro cross dell’exTorino Salvatore Bruno sucui nessuno interviene amezzo metro dalla porta.Gli ultimi venti minuti sonoperò all’insegna del tentati-vo di forcing dei Grigi: Ran-tier due volte e poi Scottohanno la palla buona, maevidentemente è una seratadestinata al pari. Nel dopo-partita il tecnico dei GrigiD’Angelo ammette: «È vero,a tratti abbiamo ragionatomeno del solito. Potevamovincere, soprattutto negli ul-timi 20, 25 minuti della ri-presa, quando abbiamoavuto le occasioni migliori,ma abbiamo anche rischia-to di perdere, perché ci sonostati dieci minuti, in avviodella seconda frazione, in

cui siamo andati in affannoe avremmo potuto subire.Questo punto non è comun-que da buttare via».

Il presidente Di Masi su Matteo Guazzo

Al presidente dell’Ales-sandria Luca Di Masi han-no dato molto fastidio alcu-ne interpretazioni della de-cisione di mettere MatteoGuazzo sul mercato. Subitodopo la sfida contro il RealVicenza, si è fiondato in sa-la-stampa: «Nessuno screzionello spogliatoi, tanto menocon Taddei. La scelta è soloper ragioni calcistiche».

Rimonta vincente, il derby al Novara

Tutto in una sera per ilNovara che vince il derbyd’alta classifica control’Alessandria e ottiene ilprimo successo del 2015.

L’Alessandria è pronta a ri-partire. Eccome se è pronta.Ora c’è davvero da avere paura.Tre nomi, tre colpi, tre garanzie:Santiago Morero, DomenicoGerminale, Antimo Iunco. Nonservono molte presentazioni,non servono troppi aggettivi oelogi che aiutino a comprenderele loro caratteristiche. Servesolo la più completa e profondafiducia. Di Masi e Magalini loavevano detto: un’impenetrabi-le riservatezza e un’accuratascelta sono i due aspetti più im-

portanti in un mercato vasto eallettante. Con il loro silenzio ele loro sorprese hanno colpitonel segno, non si potevano chie-dere innesti migliori. La primanotizia che abbiamo ricevuto èstata quella di Morero, difenso-re oramai ex Grosseto. Morero,classe ‘82, sangue caliente co-me la sua terra, ha iniziato lasua interessantissima carrieranel Douglas Haig, squadra dellaprovincia di Buenos Aires cheattualmente milita nella secon-da serie argentina. Successiva-

mente giocò nel Tigre, club diVictoria che gioca nel campio-nato argentino di serie A. Nel2008 arrivò in Italia al Chievo,serie A, dove, restatovi perquattro stagioni, accumulò 58presenze. Gli anni successivi lovidero protagonista sui campi diSiena e Cesena, quest’estateinvece si spostò a Grosseto.Avere un giocatore di questo li-vello è entusiasmante, sembradi respirare la vera essenza delcalcio, il bello? non lo abbiamonemmeno ancora visto giocare!

PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

Non è stato piacevole ritorna-re al Piola e finire per riviverela solita partita, con la solitasfortuna, per la solita maledi-zione. Ma è proprio da lì den-tro che si deve ripartire, ripar-tire più motivati di prima. Queinovanta minuti ci hanno moz-zato le gambe e si sono rive-lati più pesanti del previsto,ma continuare a fasciarsi latesta imprecando alla cattivasorte non porterà di certo las-sù. È ora di reagire. Nessunoha bisogno di conferme ri-guardo alle nostre potenziali-tà, se siamo in alto un motivoc’è, non è di certo un caso.Abbiamo sudato per quellaposizione e c’è le siamo meri-tata, ora però bisogna tener-cela stretta. E bisognerà rea-gire contro chi cercherà, ora,di strapparcela via. E Reagire,dopo i mille e passa suppor-ters a Novara sarà davvero,davvero stimolante. Perchénonostante il 2-1, a Novaral’Alessandria ha vinto comun-que. Abbiamo, certamente,portato a casa i tre punti amodo nostro. L’Alessandriasugli spalti sarebbe stata im-battibile per chiunque. Coririmbombanti e scanditi, pas-sione e allegria: l’atmosferaera perfetta. Guardarsi intor-no e sorridere nel vedere tuttii compagni d’avventura, tuttigli amici e qualche volto nuo-vo; cantare tutti assieme, pre-cisi, puntuali; vedere che illancia-cori faceva un po’ di fa-tica a gestire così tanti tifosi,era molto suggestivo, era unasituazione da altri tempi. Era-

vamo come un fiume in piena,un fiume di amore, di fede, digrigio. Un fiume che a quelgol è esploso di gioia, èesploso insieme al rancoreche da tanti anni ci accompa-gnava. Un fiume di adrenalinapura. Un fiume a cui il risulta-to, tutto sommato non impor-tava. Perché ‘solo gli ultrasvincono sempre’. C’è da pre-cisare però che Noi dellaNord però non abbiamo la ne-cessità di dimostrare niente anessuno, di ricordare niente anessuno. Nessuno ha bisognodi conferme, nessuno devecapire chi siamo. Tutto è giàstato scritto, tutto è già statovissuto, tutto è già stato detto.Le emozioni che la gradinatatrasmette sono qualcosa dicosì travolgente da mettere adura prova anche la compo-stezza del nostro Di Masi,sempre elegante, moderato.Sono qualcosa di così profon-do da commuovere chi le vivea pieno, da mettere i brividi achi invece le prova per la pri-ma volta. Tante persone pertroppe volte hanno cercato didescrivere ciò che si percepi-sce e, per quanto possa esse-re esageratamente forte, nes-suno ci è mai riuscito perfet-tamente. Lascio a ognuno dinoi, ognuno di voi, il ricordotutte quelle sensazioni che ciattraversano la mente e ilcuore quando siamo al fiancodei Grigi, sottolineando chetra poco, per fortuna, ci ripio-veranno addosso tutte quan-te. Orso, reagisci e ruggisci,noi siamo con te!

Ruggire – Reagire

Una vittoria ottenuta dopoessere passati in svantaggioa metà primo tempo conuna rete di Rantier (subitorecuperata da Foglio) e le-gittimata con una ripresadiversa, iniziata con ungran gol di Dick-mann – favoritodal grossolanoerrore del por-tiere Poluzzi –e proseguita suritmi alti con unGonzalez formatoextra lusso che hatrascinato i suoi alsuccesso. Per l’Ales-sandria una sconfittapesante: un solo puntoraccolto dai Grigi nelle ulti-me tre partite, ma il cam-pionato è ancora lungo; lasquadra di D’Angelo sem-bra attrezzata per compete-re fino all’ultimo per la con-quista del campionato e loha dimostrato anche al‘Piola’ dove, visto soprattut-

L’Alessandria ha presentato isuoi tre nuovi acquisti. Il primoad essere tesserato è stato l’ar-gentino Santiago Morero, di-fensore classe 1982, svincolatodal Grosseto. Inizia la carrieraprofessionista in Argentina, nel2003 al Douglas Haig e nel2005 passa al Club Atlético Ti-gre. Nella stagione 2008-’09 in-traprende la sua prima espe-rienza all’estero: passa a titolodefinitivo al ChievoVerona, concui esordisce il 14 dicembre2008 in Inter-ChievoVerona (4-2), venendo espulso nel finale dipartita. Nella gara contro la Fio-rentina del 22 febbraio 2009 fir-ma il suo primo gol in serie A econ la maglia del ChievoVerona.

Diventato titolare con DomenicoDi Carlo, a fine stagione colle-ziona 20 presenze, e anche nel-la stagione successiva trovamolto spazio, alternandosi conGennaro Sardo. Nel campiona-to 2010-’11 trova meno spazio.Dopo 3 partite giocate in CoppaItalia, torna a giocare a febbra-io. La sua terza stagione in gial-loblu si concluderà con 5 pre-senze. Il 31 agosto 2012 passain prestito al Cesena in B. Il 26luglio 2013 si trasferisce al Sie-na e per la stagione 2013-’14 hascelto come numero di maglia il19. Il 22 luglio 2014, dopo lamancata iscrizione del Siena alcampionato di serie B, rimanesvincolato. Il 16 settembre

2014 viene tesserato dal Gros-seto. Il 14 gennaio 2015 rescin-de il proprio contratto.

Il brindisino Antimo Iunco,classe 1984, di ruolo è attac-cante. Cresciuto nel Brindisi,esordisce in prima squadra a 16anni, disputando sprazzi di par-tite in serie D nel 2000-’01 perun totale di 8 presenze. Durantele stagioni successive trova po-co spazio in squadra, disputan-do in tre campionati 13 gare traD e serie C2. Segna una dop-pietta in Coppa Italia 2003-’04

nella vittoria del Brindisi sul Bo-logna per 3-2. Nel gennaio del2004 viene acquistato dall’Hel-las Verona con cui disputa solo3 gare nel finale di campionato.Nella stagione 2004-’05 con ilVerona non raggiunge i play-offper un solo punto. L’allenatoreMassimo Ficcadenti lo conside-ra il primo ricambio del repartooffensivo e lui segna 6 gol, tracui quello che ha permesso all’-Hellas di pareggiare con il Ge-noa, futuro vincitore del cam-pionato. Nella stagione 2005-

’06 realizza 2 reti in un torneogiocato quasi sempre da titola-re. In squadra fa coppia conl’attaccante Adailton. Nel2006-’07, dopo la cessione diAdailton, continua ad essere ti-tolare e con l’arrivo in primave-ra del nuovo mister GiampieroVentura, il suo rendimento mi-gliora portandolo a diventare ilcapocannoniere della squadracon sole 5 reti. Nel corso dellastagione, tuttavia, riceve diverseespulsioni. Il 31 agosto 2007viene acquistato in comproprie-

tà dal ChievoVerona. Con i cli-vensi disputa la stagione in B e,partendo dalla panchina, riescea conquistarsi un posto da tito-lare, contribuendo alla promo-zione del Chievo in serie A. Lasocietà riscatta l’intero cartelli-no. Nella serie A 2008-’09 viene

Alessandria-Real Vicenza 0-0

MERCATO GRAN BOTTI, DUE IN ATTACCO E UNO IN DIFESA

I tre nuovi arrivi al ‘Mocca’

INVERNO CALDO A DI MASI E MAGALINI NON SI POTEVANO CHIEDERE INNESTI

Domenico Germinale, Antimo Iunco

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Page 5: Alessandria-Giana Erminio

HURRÀ GRIGI 530 gen. 2015

‘frittata’ di Novara

Vamos,Santiago,Vamos! Secon-do arrivo: si tratta di DomenicoGerminale, (ex) attaccante del-la Spal. Nato a Treviso il 3 giu-gno dell’87, ha indossato alcunedelle più rinomate maglie di C1:Foggia, Como, Benevento, Tor-res, Cittadella, Catanzaro. Arri-vato a Ferrara quest’estate, du-rante il girone d’andata ha tota-lizzato 18 presenze e 5 gol.L’emozione è tanta, la voglia divederlo in campo ancora di più...Avanti Domenico, portaci in B!L’ultima ma non ultima new en-

try in casa Alessandria è stataAntimo Iunco. C’è chi si è mes-so le mani nei capelli, c’è chinon ci credeva, c’è chi ha urlato‘Che lusso!’. Un giocatore delnome altisonante, dalla grandefama, da altissime aspettative.Iunco è nato a Brindisi nel1984 e la sua carriera è partitaproprio dalla squadra di casa.Nel 2004 poi, il Verona lo hacercato proponendogli un postoin serie B. Restò all’Hellas percinque stagioni, con tanto di 89presenze e 12 gol. Tra il 2007 e

il 2009 ha contribuito in manie-ra prepotente alla promozionein Serie A del Chievo. Negli annisuccessivi si è rivelato il prota-gonista in alcune tra le più im-portanti società: Salernitana,Cittadella, Torino, Spezia, Bari einfine Trapani. È un giocatoredalle qualità tecniche formida-bili, da un grande spirito di sa-crificio, dal grande cuore. Esse-re soddisfatti è dire poco, l’im-pazienza inizia a premere... Siriparte ancora più forti di prima!Adoss Grison. [Beatrice Bruno]

to il primo tempo, avrebbebenissimo potuto portare acasa un pareggio.● Le formazioni Toscanorecupera Evacuo, in dub-bio in settimana, e lo pre-ferisce a Corazza per farecoppia con Gonzalez in

attacco; in difesa rientraFreddi che viene schie-

rato nel ter-zetto difensi-

vo assiemea Gavazzi

e Martinelli;confermati i cinque di cen-trocampo che hanno gioca-to a Salò contro il Feralpi.Schema speculare per LucaD’Angelo che deve rinun-ciare per la prima volta instagione al portiere Nordi,sostituito da Poluzzi; as-sente anche il forte difenso-re Terigi, per il resto confer-mati 9/10 dei giocatori di

movimento schierati con-tro il Real Vicenza, conl’unico avvicendamento

di Rantier al posto di Spighicon Taddei indietreggiato acentrocampo. Non va nean-che in panchina Guazzoche dovrebbe lasciare i Gri-gi nella sessione di mercatoin corso.●Botta e risposta Partebene l’Alessandria cheprende il comando delleoperazioni rendendosi su-bito pericolosa con una pu-nizione di Taddei centraledopo 3’ e soprattutto conObodo al 12’, su cui Tozzo èbravo a deviare in angolo,dal quale nasce una perico-losa semirovesciata di Ran-tier che sfiora il palo. Al 14’si vede il Novara con Eva-cuo che viene contrato daSirri al momento del tiro. Al25’ Alessandria in vantag-gio: indecisione di Gavazzi,ne approfitta Rantier chebatte Tozzo in uscita, ma ilvantaggio ospite dura solopochi secondi perché già al27’ Foglio, complice unadeviazione, trova la sua pri-ma rete in maglia azzurraalla seconda presenza dopoil suo arrivo dal Monza .L’Alessandria accusa il col-po, ma il Novara non riescea concretizzare la suprema-zia rendendosi pericolososolo con un break di Pesceche al 34’ fa tutto bene maconclude fuori e con un si-nistro di Gonzalez al 43’ chenon inquadra la porta.●Eurogol decisivo La ri-presa parte con il botto: do-po 90’ cross di Foglio re-

spinto da Poluzzi sul qualeDickmann si inventa un golda copertina che risulteràessere decisivo. L’Alessan-dria non reagisce e nellaprima metà del secondotempo c’è solo Novara tra-scinato da uno scatenatoGonzalez che i difensoriospiti non riescono a conte-nere. Mancano il colpo delko Buzzegoli, Gonzalez edEvacuo costringendo gli Az-zurri ad un finale sofferto incui Tozzo non deve compie-re nessun intervento di ri-lievo, con i Grigi pericolosisolo su una punizione diRantier che termina fuorisotto lo sguardo attentodell’estremo azzurro. Fini-sce 2-1 con il ‘Piola’ chepuò esplodere in un urlo digioia liberatorio.● Il dopo-partita MisterD’Angelo: «Grazie ai nostritifosi che nei 90 minuti e an-che dopo ci hanno sostenu-to... una buona Alessandriae poi due gol assurdi. Questasquadra è fatta per combat-tere».

Gabriele Cavalli: «Questoè un gruppo forte... con laGiana si riparte».

Il presidente Di Masi: «LaNord in trasferta, che pelled’oca! Non smettiamo dicrederci. Non smetto di cre-derci io, nessuno deve smet-tere. Ora più cattivi che mai.Non mollo di una virgola,di un metro. Siamo compe-titivi e l’abbiamo dimostra-to anche stasera. Le sconfittefanno incazzare ma fannocrescere e noi dobbiamo di-mostrarlo. Siamo i Grigi eabbiamo tutto per dimo-strare cosa valiamo».

LE VITE DEGLI ALTRIdi Paolo Baratto

Portieri Andrea Ghislanzoni (1993), Nino Pablo Sanchez (1995), Alber-to Andrea Paleari (1992). Difensori Alessandro Sosio (1994), Tomma-so Augello (1994), Simone Bonalumi (1994), Andrea Montesano (1992),Simone Perico (1989), Matthias Soliero (1992). Centrocampisti Nico-lò Crotti (1989), Daniele Pinto (1986), Riccardo Rossini (1993), Luca DiLauri (1991), Matteo Marotta (1989), Matteo Biraghi (1986). AttaccantiAndrea Gasbarroni (1981), Giorgio Recino (1986), Manuel Sarao (1989),Daniele Spiranelli (1989), Fabio Perna (1986). All. Cesare Albè (1950).

Giana, eccoti Gasbarroni

impiegato poco dalla squadraveronese ed a gennaio 2009 vie-ne ceduto in prestito alla Saler-nitana. A fine stagione torna alChievoVerona, ma viene cedutonuovamente in prestito, con di-ritto di riscatto della compro-prietà, al Cittadella. Dopo una

stagione positiva tra le file deipadovani, questi esercitano il di-ritto di riscatto in cambio dellaseconda metà di Manuel Iori ecedono poi la propria metà delgiocatore al Torino. Esordisce inmaglia granata il 15 agosto2010, nel secondo turno di Cop-pa Italia Torino-Cosenza (3-1dts), segnando in quell’occasio-ne il suo primo gol con i piemon-tesi. Il 25 giugno 2011 torna diproprietà del ChievoVerona per100.000 euro dopo l’aperturadelle buste sulle compartecipa-zioni, a causa di un errore nellacompilazione dell’offerta daparte del Torino. Il 30 luglio2011 viene ceduto in compro-prietà allo Spezia. Segna la sua

prima rete in maglia bianca allaseconda giornata del torneo2011-’12, nella sconfitta per 3-2 sul campo del Frosinone, conun colpo di testa. Sempre di te-sta alla sesta giornata, segna lasua prima rete casalinga, sbloc-cando il risultato al settimo mi-nuto della gara tra lo Spezia e ilTrapani; nella stessa giornataveste per la prima volta la fa-scia di capitano. Il 23 ottobre,dopo 13 minuti dall’inizio delmatch esterno contro la Carra-rese, viene colpito duramenteda Massimiliano Taddei ed ècostretto ad uscire dal campo,riportando una lesione alla tibiasinistra che lo tiene fuori daicampi per circa un mese. Il 6

maggio 2012 nell’ultima giorna-ta di campionato, contro il Lati-na, segna il gol del momentaneo1-0 nella partita che si conclu-derà con la vittoria dello Speziaper 3-0 e la conseguente con-quista della promozione direttain serie B. Il 23 giugno 2012 do-po l’apertura delle buste il Chie-voVerona ne riscatta il cartelli-no. Il 1º agosto 2012 viene uffi-cializzato l’acquisto dell’attac-cante da parte del Bari, in pre-stito con diritto di riscatto. Altermine della stagione il dirittodi riscatto non viene esercitatoe il giocatore fa ritorno al Chie-vo. Il 19 agosto 2013 il Trapanineopromosso in B ufficializzal’acquisizione del giocatore dal

Chievo. Il 23 gennaio 2015 pas-sa ufficialmente all’Alessandria.Attaccante di movimento, puògiocare sugli esterni o centrale.Le sue qualità sono la tecnica ela velocità. Iunco esordisce conla maglia azzurra dell’Under-20l’8 dicembre 2004 nel pareggio0-0 contro la Germania, mentrel’anno dopo viene aggregato al-l’Under-23 per i Giochi del Medi-terraneo.

Anche Domenico Germinale,nato a Treviso nel 1987, è un at-taccante. Cresciuto nelle giova-nili dell’Inter, ha fatto il debuttoin prima squadra il 14 maggio2006 sostituendo Pierre Woménel match pareggiato 2-2 con ilCagliari. La stagione 2006-’07

lo ha visto indossare le magliedi Pizzighettone e Torres, men-tre nel torneo successivo si ètrasferito in C1 al Cittadella.Nel campionato 2008-’09 hagiocato nel Foggia collezionan-do 24 presenze e realizzando 9reti, per poi calcare gli stadi diBenevento e Como. Quindi lalunga esperienza in Serie B conl’AlbinoLeffe, poi ancora Bene-vento, Catanzaro e Spal. A Fer-rara, club dal quale è stato pre-levato dall’Alessandria, ha col-lezionato 18 presenze e messoa segno 3 goal. Domenico Ger-minale, agli inizi della sua car-riera, ha vinto la Coppa ItaliaPrimavera nel 2006 con l’Inter.[Mario Bocchio]

La prima squadra di calcio di Gor-gonzola fu fondata da un gruppo digiovani locali nel 1909 col nome diUnione Sportiva Argentiada di Gor-gonzola e iniziò l’attività agonistica intornei minori. Nel 1928 l’Argentia siaffiliò alla FIGC e si iscrisse in TerzaDivisione, che al tempo era il massi-mo livello calcistico regionale lom-bardo, nonché il 4º livello dei cam-pionati italiani; nel 1931 venne fon-data l’Unione Sportiva Gorgonzola,che nel 1932 adottò la denomi-nazione di G.S. Erminio Gia-na dal nome di un giovanegorgonzolese, sottote-nente del battaglione al-pino ‘Aosta’, caduto sulMonte Zugna nel 1916durante la Prima Guer-ra Mondiale, e insignitodella medaglia d’argentoal valor militare. Nel 1944il sodalizio cambiò nome inENAL Gorgonzola, per poi tor-nare nel 1947 ad A.S. Erminio Giana.La madre del soldato decise di aiuta-re materialmente la squadra, chenon aveva ancora un campo di giocostabile, donando un terreno al comu-ne di Gorgonzola per edificarvi quel-lo che sarebbe poi divenuto lo Stadiocomunale Città di Gorgonzola. Peronorare la memoria di Erminio Gianae come ringraziamento verso la ma-dre, la società decise di adottare co-me divisa di gioco ufficiale una ma-glia nera (a indicare il lutto) con bor-di bianchi, calzoncini bianchi e cal-zettoni neri con risvolto bianco. Inseguito la divisa venne ulteriormentemodificata, assumendo i colori bian-co-azzurri che conserva tutt’ora.Nella stagione 2012-13 iniziò unaserie di risultati positivi, con la vitto-ria del girone B di Eccellenza Lom-

bardia e la promozione in Serie D,che portò per la prima volta la Gianain un campionato nazionale. Nellastagione successiva, la squadra vin-se il girone A della Serie D e ottennela promozione diretta in Lega Pro,entrando per la prima volta nella suastoria nel calcio professionistico. Nelmercato estivo la società ha confer-mato la maggior parte dei giocatoriche hanno conquistato la Lega Pro.In porta Paleari è stato prelevato dal

Mantova pochi giorni fa men-tre Ghislanzoni è arrivato

dal Lecco. In difesa Peri-co (tre stagioni in LegaPro nel Poggibonsi con7 presenze, nella ProSesto con 19 presenzee nel Barletta con 5 pre-senze) è stato preso dal

Pontisola, così come ilcentrocampista Crotti; Di

Lauri è arrivato dal MartinaFranca; in attacco Serao è arri-

vato dal Savona (24 presenze e 3 re-ti lo scorso campionato). Il moduloimpiegato da mister Albè è statoquasi sempre il 4-4-2. In porta nelturno scorso ha giocato Paleari , nel-le altre gare Ghislanzoli; nel repartoarretrato sulla destra c’è Sosio; di-fensori centrali sono Bonalumi eMontesano. Il terzino sinistro è So-lerio che all’occorrenza può anchefare l’esterno di centrocampo. Ros-sini è l’ala sinistra ma la sua posizio-ne può essere anche presa da Au-gello; Marotta svolge il ruolo di me-diano basso, Pinto è il centrale dicentrocampo che può fare anche iltrequartista. Sulla fascia destra agi-sce Di Lauri. In attacco Sarao eCrotti: il primo è punta d’area, il se-condo svaria. E la stella Gasbarroni,colpo grosso del mercato invernale.

MIGLIORI. I NOMI DELLE TRE NEW ENTRY SONO SINONIMO DI GARANZIA

e Santiago Morero. Colpi da urlo

[GSM

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Novara - Alessandria 2-1Il Presidente Di Masi:«La Nord in trasferta!

Che pelle d’oca!»

Page 6: Alessandria-Giana Erminio

L’Alessandria ha saputo lan-ciare giovani calciatori divalore destinati alla Nazio-

nale quali Brezzi, Gandini, ElvioBanchero, Cattaneo e GiovanniFerrari, senza mai riuscire a piaz-zare lo scatto decisivo per la con-quista di uno scudetto; persi anziBrezzi, costretto dalla salute pre-caria ad abbandonare il calcio,Baloncieri , passato al riccoTorino, e Ferrari, ceduto frettolo-samente all’Internaples, la squa-dra grigia nella stagione 1925-’26rischiò addirittura il declassamen-to in Prima divisione, cui scampòsolamente grazie a una serie dispareggi. «Se ci fosse una scuola difootball, il maestro ricorrerebbeall’Alessandria per dare l’esempiodi una squadra che, pur essendosistematicamente spogliata deisuoi campioni, non altera lo stiledel proprio gioco, l’armonica com-pattezza dei propri reparti, la di-gnità del proprio rango sportivo.Partono gli assi e rimane la squa-dra. Ciò significa che l’Alessandria

è viva e vitale. Vuole dire che quel-lo che fa la personalità dell’Ales-sandria è lo spirito di club, è labontà della scuola, è l’intrinsecaclasse del gioco» (Bruno Roghi,1931).

Nel 1926 l’Alessandria si riaffidòall’allenatore Carcano e al nonancora ventenne Ferrari; ritornataai vertici, si aggiudicò nel luglio1927 il primo trofeo ufficiale, laCoppa Coni, trofeo di un certoprestigio, conquistata dopo unadoppia finale contro i cugini delCasale (1-1 a Casale Monferrato e2-1 ad Alessandria). In quello stes-so anno iniziarono i lavori per lacostruzione del nuovo stadio.Nella stagione successiva l’Ales-sandria sfiorò la conquista delloscudetto; superata la prima fasedel campionato, nel girone finalea otto squadre i lanciatissimi Grigisi ritrovarono a lottare per il titolocontro il Torino dell’ex Baloncieri.Fu però una pesante, inopinatasconfitta subita sul campo del Ca-sale ultimo in classifica a cancel-

lare i sogni di gloria della squadradi Carcano, alla quale non bastòsconfiggere il Torino nello scontrodiretto per riagganciarlo in vetta;l’esperto portiere Curti, autore diuna prestazione negativa e so-spettato da più parti di aver orga-nizzato una combine con i mon-ferrini, fu presto ceduto. Del resto,non fu ritenuto necessario dalleautorità, già pesantemente scredi-tate dopo la bufera che aveva tra-volto il mondo del calcio dopo il‘caso Allemandi’, aprire indaginisul derby del 1º luglio e sul suomisterioso andamento.

Al termine della stagione 1928-’29 la squadra piemontese venneammessa al primo campionato diserie A (1929-’30); in occasionedella prima giornata fu finalmenteinaugurato il ‘Campo del Littorio’,successivamente intitolato, nel1946, allo scomparso sindaco diAlessandria e presidente della so-cietà Giuseppe Moccagatta. Al-l’esordio sul nuovo campo di gio-co, il 6 ottobre 1929, i Grigi scon-

fissero la Roma; l’Alessandria,terminato il girone d’andata a ri-dosso della prima posizione, con-cluse sesta, miglior risultato disempre nei campionati a gironeunico. Nel 1931-’32 (allenatoreStürmer), stagione in cui la squa-dra, sospinta dalle 21 reti di Libe-ro Marchina, reagì a un infortunioche troncò prematuramente lacarriera di Gandini, la squadra siripeté fissando anche il propriorecord di punti in A.

«Con i giocatori usciti da Ales-sandria ed oggi sparsi ai quattroventi nelle squadre italiane, si po-trebbe formare il più formidabilesquadrone nostro. E sarebbe unosquadrone che avrebbe anche l’al-lenatore migliore, poiché Carcanoè alessandrino». (Adolfo Baloncie-ri, 1932)

Sempre più spesso, negli anniTrenta, i giocatori finirono per la-sciare la società, ancora legata aldilettantismo, per migrare versograndi centri. La conseguenza fuche, se nel 1928 erano stati due igiocatori alessandrini a festeggia-re con la Nazionale la vittoria del-la medaglia di bronzo alle Olim-piadi di Amsterdam, ovvero l’at-taccante Banchero e il terzino Vi-viano (che non scese mai in cam-po per un infortunio che lo co-strinse ad abbandonare il calcio)cui si aggiungeva l’ex grigio Ba-loncieri, ai vittoriosi Campionatimondiali del 1934 e del 1938 par-teciparono solamente gli ‘ex’ Fer-rari e Bertolini, che assieme all’al-lenatore Carcano (che coadiuvòperaltro il commissario tecnicoPozzo nel 1934) erano passati, nelperiodo 1930-’31, alla forte Juven-tus dell’epoca. Anche a causa delfrequente ricambio, l’Alessandrianei primi anni Trenta non ebbe al-tre aspirazioni che posizioni dicentro-classifica. Nel 1936 lasquadra raggiunse, dopo aver bat-tuto Cremonese, Modena, Lazio eMilan, la finale di Coppa Italia,giocata a Genova l’11 giugno 1936e persa per 5-1 contro il Torino.Nell’estate del 1936 fu la Lazio,che dopo aver già soffiato Piolaalla Pro Vercelli era allora in pro-cinto di allestire una squadra chepotesse puntare alla vittoria delloscudetto, a offrire alla squadragrigia la considerevole cifra di400.000 lire per i promettenti Bu-sani, Riccardi e Milano: i dirigentigrigi accettarono, ma la squadrarisultò snaturata e indebolita. Altermine del campionato 1936-’37l’Alessandria retrocesse per la pri-ma volta in serie B.

HURRÀ GRIGI6 anno VII n. 2

Documento inedito di MuseoGrigio: l’Alessandria Calcio sareb-be nata nel 1911 e non l’anno suc-cessivo. Il sorprendente annuncioai tifosi è stato durante la bicchie-rata di Natale allo stadio Mocca-gatta. «L’annuale bicchierata nata-lizia al Bar dello Stadio è statadunque l’occasione, per i tifosi deiGrigi, non solo di festeggiare i suc-cessi degli uomini di Mister D’An-gelo ma anche per fare un tuffo in-dietro nel passato, quello che portaalle origini della nascita dell’Ales-sandria» ha scritto il collega Fran-cesco Gastaldi de La Stampa. È il1912 oppure no l’anno della fonda-zione? Secondo Lele Bellingeri eGianni Tagliafico di Museo Grigio,in questo supportati da Ugo Boc-cassi, il calcio che conta in città ènato nel 1911. Lo testimonia lostorico giornale alessandrino IlPiccolo che, nella sua edizione del20 marzo 1926, fa riferimento ai15 anni di vita dell’AlessandriaCalcio (in origine Forza eCoraggio, ‘costola’ della società diginnastica), tesi avvalorata anchedall’Agendina Baccani del 1913,antesignana del moderno Alma-nacco Panini. Il noto studioso ditutto ciò che è ‘alessandrinità’,nonché socio fondatore di MuseoGrigio, lo stesso Boccassi, sono ol-tre dieci anni che ricerca e trovaqualsiasi documento che comprovila nascita dei Grigi nel 1911.

DUBBIO 1911 O 1912?

Ma quando siamo nati?

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a cura di Mario Bocchio Immagini tratte da www.museogrigio.it

La celebre scuola alessandrina1 Modena-Alessandria 5-1, stagione 1923-’24. I capitani Carcano e Forlivesi si danno la mano di fronte all’arbitro Pisto-letti. 2 Una formazione dei Grigi nella stagione 1931-’32. Da sinistra: Barale, Fenoglio, Scagliotti, Borelli, Lombardo, Mar-china, Cornara, Cattaneo, Costenaro, Avalle e Mosele. 3 Avalle, Baloncieri, Banchero, Bay I, e Capra I. Alessandria-Casa-le, 1923-’24. 4 Una formazione grigia negli anni Venti. Curti, Banchero I, Cattaneo, Bertolini, Viviano, Gandini, Costa, Chie-rico, Ferrari, Lauro, Avalle e in borghese Carcano. 5 L’Alessandria in tournée in Spagna, 1923. La formazione che incontrò,a Barcellona, il 15 agosto 1923, il Deportivo Europa. Si riconoscono: Gandini, Viviano, Banchero, Lauro, Tosini, il portiereCagnina, l’allenatore Béla Révész. 6 Alessandria-Milan 6-1, stagione 1935-’36.

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Page 7: Alessandria-Giana Erminio

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Page 8: Alessandria-Giana Erminio

HURRÀ GRIGI8 anno VII n. 2

Caro Fede Laz: l’ultima volta incui noi abbiamo giocato insie-me a calcetto è stata proprio la

sera in cui l’Empoli di Sarri ha ri-schiato seriamente di superare il tur-no di Coppa Italia con la Roma, di-sputando per l’ennesima volta inquesta stagione una partita di altissi-mo livello. Che effetto ti fa sapere diavere collaborato per un anno interocon il Mister che, a opinione di tutti,quest’anno rappresenta l’autenticarivelazione del Campionato di A?

(Sorride e abbassa gli occhi, conun’innata bonomìa e una naturale do-se di timidezza, ma consapevole diaver sempre svolto il proprio compitonel migliore dei modi, ndr.) «...Beh, mifa molto piacere immaginare che tutti idvd realizzati nella stagione 2010/2011siano serviti a Maurizio Sarri e che ilcosidetto ‘mazzo’ che mi sono fatto, inparticolare in quella stagione, possa es-sere servito a qualcosa. Spero che il Mi-ster ogni tanto abbia il tempo di ridareun’occhiata a questi filmati, magariper rivedere uno dei suoi tanti schemiche adottava già allora e trarne nuovaispirazione. Certo, sapere che Sarri sitrova in questo momento nella massi-ma serie e sta ottenendo buoni risultatie attestati di stima sia dai suoi colle-ghi, sia un po’ da tutti gli addetti ai la-vori, mi inorgoglisce molto: sono moltocontento non solo per lui, ma ancheper il suo vice Francesco ‘Ciccio’ Calzo-na, una persona molto simpatica e cor-diale. Ricordo sempre con molto piace-re ed emozione le chiacchierate fattecon lui e Sarri, nelle serate trascorse alristorante di Enzo ‘il salernitano’».

Fino all’anno scorso, negli ultimicinque anni tu ha effettuato le ripresedi tutte le gare di Campionato e Cop-pa Italia dei grigi: so che ci sono stativari periodi in cui tanti giocatori sono

transitati da casa tua, per avere undvd a cui magari tenevano in modoparticolare...

«In effetti, fino alla scorsa stagione,sono stati molti i giocatori che mi han-no chiesto dei dvd, ad esempio dellepartite in cui avevano giocato meglio oavevano realizzato un gol: John JohnMotta, Vincenzo Cammaroto, RobertoSabato, Fabio Artico e molti altri. Si,ero molto richiesto... (sorride ancora,ndr.) Per il ‘Bomber’, poi, ho realizzato2 o 3 video interamente a lui dedicati,con quasi tutti le sue reti (che sono an-dato a ricercare personalmente, in ma-niera quasi maniacale). Molti di questigol, poi, sono stati anche proiettati sianella Mostra del Centenario a PalazzoMonferrato, sia in occasione della sera-ta fatta per i 102 anni: quest’ultimo, inparticolare, è stato un lavoro partico-larmente impegnativo ed è una cosa dicui vado particolarmente orgoglioso! Ela stessa cosa vale per il video realizza-to per Servili, in occasione della festafatta quando Andrea ha superato il re-cord di presenze in maglia grigia. Tor-nando ad Artico, in molti dei video rea-lizzati si sentono in sottofondo i miecommenti (o meglio, le mie esultanze)in ‘presa diretta’ e il ‘Bomber’ mi haspesso ricordato come questa cosa loabbia particolarmente divertito...»

Quando hai iniziato a realizzarequesti video?

«Ho cominciato in maniera ‘sponta-nea’ nell’anno di Iacolino: pensa chenella prima trasferta di quella stagionesono riuscito ad immortalare, puravendo a disposizione un’attrezzatura

ancora piuttosto ‘amatoriale’, il primogol di Artico in maglia grigia! (L’aned-doto è stato poi recentemente com-mentato proprio insieme al ‘Bomber’,nel corso di una Videointervista realiz-zata dal sottoscritto e ripresa dallostesso Federico, ndr.). Le riprese per lasocietà, poi, sono iniziate ‘ufficialmen-te’ nel Campionato successivo, quellocon Foschi: il contatto avvenne grazie aMatteo Serra e da lì iniziò anche la miacollaborazione con Tuono News. Laprima partita fu Valenzana-Alessan-dria, in cui segnò Rosso: ero in mezzoai tifosi grigi sistemati nel settore ospi-ti, sotto una pioggia incredibile. Da lìin poi ho continuato, acquistandonuove videocamere, cavalletti e tutte leattrezzature possibili e immaginabili.Poi, grazie anche ai sempre preziosiconsigli di Matteo Serra e FabrizioLaddago di Radio Gold, ho cominciatoa realizzare le prime vere e proprie sin-tesi. La prima in assoluto me la ricordomolto bene: è stata Alessandria-Figli-ne, che poi sarebbe passata alla storiacome l’ultima partita disputata allostadio Moccagatta con la vecchia Gra-dinata Nord. Poi arrivò il periodo conMister Foschi, la già citata stagione conSarri, l’’interregno’ di De Petrillo, ‘il mi-tico’ Sonzogni (che io e l’amico SimoneLazzarone ricordiamo sempre congrande simpatia), fino ad arrivare aCusatis, Notaristefano (che alla fine delsuo periodo di allenatore ad Alessan-dria mi ringraziò con un sms) e, natu-ralmente, Luca D’Angelo, per quantoriguarda la scorsa stagione»

[1ª parte - continua]

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VALENZA

A TUTTOCAMPO di Gianmaria Zanier

Federico LazzarinVideomaker tifoso

Dalle parole passiamo ai fatti!Abbiamo già presentato, sullecolonne di Hurrà Grigi, il neo-nato Comitato per il Polo Mu-seale di Alessandria di cuifanno parte l’Assessore allaCultura del Comune di Ales-sandria Maria Vittoria Oneto,il Dott. Pierangelo Tavernaper la Fondazione Cassa diRisparmio di Alessandria ed ilsottoscritto, in qualità di Pre-sidente. Tre sono i ‘gioielli’ dicui il Comitato intende occu-parsi: il Museo di Marengo, ilMuseo del Cappello Borsali-no e la Cittadella. La buona notizia è che abbia-mo incominciato con il Museodi Marengo: sono stati com-piuti i primi atti concreti, dinatura sia amministrativa chemateriale, per cui possiamocon ragionevole convinzioneaffermare che Marengo ria-prirà nella primavera prossi-ma, proprio quando l’Italia

sarà invasa dai turisti perl’EXPO di Milano. Come avevospiegato ai nostri lettori, il la-voro è tanto e le risorse, siaeconomiche che umane, sonoancora estremamente scar-se. Possiamo e dobbiamo fa-re di più. Per questo, rinnovo l’appelloai tifosi dell’Alessandria e diAlessandria: promuoviamoci!Partecipiamo con le nostreforze, come volontari, finan-ziatori, creatori di idee e pro-getti a questa grande iniziati-va. Mostriamo al mondo lagrande bellezza di Alessan-dria: più saremo e più possi-bilità avremo di mettere in ve-trina i nostri gioielli. Uniamole forze per fare di Alessan-dria una città in cui è bello vi-vere, in cui è bello essereprotagonisti del cambiamen-to, in cui è bello lavorare, maanche spendere il tempo libe-ro tra svago e cultura.

Polo Museale:in primavera apriamo Marengo!

Il video completo dell’intervista realizzata a Fabio Artico, in cui si ricorda il primo gol realizzato dal Bomber in maglia grigia e ripreso da Federico Lazzarin,

è visibile all’interno della sezione Video Gallery del sito Museo Grigio, oppure digitando sul link https://www.youtube.com/watch?v=oMfZsdZlDh0

PROMUOVIAMOCIdi Giovanni Barosini (Presidente Commissione Bilancio del Comune di Alessandria)

Page 9: Alessandria-Giana Erminio

La faccia da curva di questaedizione sarà una personadavvero davvero speciale.

Ha avuto un compito importan-tissimo per quella che è la nostramaglia, un onore immenso e unpiacere straordinario. Partiamosubito per scoprire i ricordi, leemozioni e le impressioni di Mar-cello Montobbio!

Caro Marcello, da quanto vieniin curva? Ricordi la tua primavolta al Moccagatta?

«Certo che me la ricordo! Era nelmaggio 1975, in serie B, Alessan-dria 1-0 Avellino, gol di Manueli. Ilricordo più nitido e sicuramente lamarea di gente che mi circondava,ero in rettilineo con mio papà, mifaceva stare aggrappato alla reteperché eravamo davvero tantissi-mi e stando così vicino al Campo-volo vedevo i giocatori corrermidavanti. Un aneddoto simpatico èlegato a Reja, l’allenatore che oratutti conoscono: ebbene duranteuna partita chiese a mio padrequanto mancasse alla fine. Quellapartita se vinta 3-0 ci avrebbe por-tati alla salvezza; terminò però sul2-0; andammo ai play out e retro-cedemmo in C.»

Cosa significa per te essere tifo-so?

«Io premetto di essere juventinoe premetto di aver paragonato tan-te volte Alessandria e Juventus, ar-rivando però sempre alla stessaconclusione. Tra Grigi e Juve nonc’è storia. L’Alessandria è mia, è lamia infanzia, è la mia gioventù, èil mio cuore. I Grigi sopra a tutti.Quando ero giovane seguivo l’Ales-sandria in trasferta, poi a causa dialcuni episodi poco piacevoli hopreferito evitare. Io non sono unultras, preferisco definirmi comeun innamorato dell’Alessandria.La radio, fino all’anno scorso, nelledomeniche in cui si giocava fuori,

era sempre accesa. Ora c’è Sportu-be, che sicuramente aiuta i tifosiche non hanno la possibilità diandare in trasferta, ma... Ti fa vi-vere la partita in un modo diverso.Andare allo stadio è tutta un’altracosa. Quando ero piccolo, nellepartite più importanti, mettevanodei megafoni che trasmettevano lapartita in piazzetta della Lega. Siviveva la partita tutti assieme è iboati ai gol non mancavano. Hoanche avuto l’onore di cantare l’in-no dell’Alessandria. Questo è il miopiù grande motivo d’orgoglio. Nel2008 infatti, vinto il campionatodi Serie D, Oliviero, un mio grandeamico, mi propose di cantare il co-ro alla festa e anche di registrarloin sala di registrazione con le vocidei nostri beniamini, in modo dafarlo ascoltare allo stadio prima diogni partita. È stato un grandesuccesso, tanto grande quanto loera quel meraviglioso gruppo diuomini, che porterò per sempre nelcuore. Cantare l’inno della miasquadra del cuore con i giocatoridel cuore è stato un mix unico dicommozione e adrenalina. Goder-melo poi nell’ultima di campiona-to, con il titolo di neopromossa giàin tasca, con tutta quella gente,tutto quell’entusiasmo, mi hacommosso. Ho avuto altre occasio-ni per ricantarlo, una su tutte lafesta per Andrea Servili, uomo eportiere straordinario.»

Cantare l’inno dell’Alessandriadeve essere stato qualcosa di ma-gico e indescrivibile, sapere chequelle parole profonde e meravi-gliosamente azzeccate abbiano lapropria voce deve essere statauna grande soddisfazione. Ci so-no dei giocatori a cui tu ti sei affe-zionato?

«Sì, ci sono stati due giocatori acui io sono legato particolarmente:uno è Ciccio Marescalco, per le in-

descrivibili doti tecniche e perl’energia che trasmetteva. L’altro èsenza dubbio Fabio Artico. Il lea-der per eccellenza, un signor gioca-tore e un uomo vero.»

Quale coro porti nel cuore? Per-ché?

«Quando ero giovane c’era uncoro che mi impressionava tantis-simo. Non tanto per la forma e peril contenuto, quanto più per il ri-sultato. C’era un signore dalla vocebaritonale tremenda. Urlava ‘GrigiGrigi Grigi’ e tutta la curva rispon-deva con ‘Alè Alè Alè’. Quel perso-naggio aveva un timbro impressio-nante, si sentiva in tutto lo stadioed era ovviamente senza megafo-no. Poi anche ‘Son talmente defi-ciente’ trovo sia davvero bello e ca-ratteristico, non c’è coro che espri-ma meglio lo status di ‘tifoso gri-gio’.»

Quali sono state per te la parti-ta più bella e quella più triste?

«La più bella per me è stata Ales-sandria-Verona con il micidialegol di Artico sotto la Nord. Adrena-lina pura. La più triste per me èstata Alessandria-Südtirol, nelSüdtirol giocava Servili e quellapartita fu poi sospesa causaneve. Fu l’inizio della fine,pochi mesi dopo l’Ales-sandria fallì e tutto cad-de nel baratro. Un altrapartita davvero triste èstata lo spareggio con-tro il Prato a Modena.»

Dammi tre aggettiviche definiscano la tuaAlessandria.

«Unica, Inimitabile e Sfortu-nata. Unica ed inimitabile perla maglia, nessuna squadra almondo ha una maglia comela nostra, il nostro colore èspeciale. Sfortunata, perchésiamo sempre arrivati sullasoglia e c’è sempre stato

qualcosa che ci ha fermato. Ora lasituazione è sicuramente promet-tente, quindi... ‘NON succede, maSE succede...’»

Arrivati alla conclusione tichiedo di parlarmi della squadradi quest’anno.

«Penso di dovere tanto al nostropresidente, ci è piovuto dal cielo edè stato un miracolo. Ha fatto ungesto nobile e azzardatissimo, DiMasi è il nostro orgoglio. Per quan-to riguarda il campionato sonodavvero soddisfatto, stiamo dispu-tando un’ottima stagione, i ragazzie il mister si meritano tutta la mia,la nostra stima. Sono belle personeche si impegnano e lottano. Arrive-remo lontano tutti assieme. Adoss

Grison!»

MarcelloMontobbio

HURRÀ GRIGI 930 gen. 2015

FACCE DA CURVA di Beatrice Bruno

La voce del mio cuore dice Grigi

La vedi... la scegli... la tocchi...

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La cancelleriadi casa tua!

Tutto aprezzi imbattibili!

Dall’inizio del 2015 un trio inedi-to si aggira nei teatri italiani: Corin-ne Clery, Barbara Bouchet e IvaZanicchi. Le tre signore dello spet-tacolo italiano sono protagoniste diuna piece che era inedita in Italiama già di grande successo in Fran-cia (‘Les amazones’ di Jean-MarieChevret), dal titolo ‘3 donne in cer-ca di guai’, per la regia di AnzelmoNicasio. «Tre grandi donne - dichia-ra il regista - alla base di una ricet-ta esplosiva. Le tre protagoniste sidaranno filo da torcere in uno scon-tro all’ultimo sangue in cui il trofeofinale è un uomo, un gran bell’uo-mo». Mentre la Clery, motrice del-l’operazione avendo acquistato i di-ritti del testo, e la Bouchet hannogià alle spalle una carriera teatraledi tutto rispetto, per Iva Zanicchi èun vero e proprio debutto nellacommedia teatrale. Lo spettacoloè prodotto dalla ‘Quinte d’ArgentoProduzioni’ di Tania Corsaro.

TEATRO COMMEDIA

Bouchet,Zanicchie Cleryin cercadi guaiVenerdì 6 febbraio

alle 21 arriva all’Alessandrinola pièce diretta

da Anzelmo Nicasio

MarcelloMontobbio

MarcelloMontobbio

MarcelloMontobbio

MarcelloMontobbioMarcelloMontobbio

Page 10: Alessandria-Giana Erminio

HURRÀ GRIGI10 anno VII n. 2

A sentire la sua voce in una scenadella serie televisiva Switched atBirth (in italiano, Al Posto Tuo), in cuiinterpreta Daphne Vasquez, e poi, su-bito dopo, la sua fluente parlantinadurante un’intervista non sembranemmeno di aver ascoltato parlare lastessa persona. Eppure, è semprelei: Katie Leclerc, la ventinovenne at-trice statunitense. La sua vita è statanormale fino al raggiungimento deldiciassettesimo anno d’età, quandole è stato diagnosticato il disturbo diMénière, una malattia degenerativa

dell’orecchio interno che provocavertigini e graduale perdita dell’udito.Questo non le ha impedito di diventa-re un’attrice, soprattutto perché haavuto modo, scoprendo la malattiasolo dopo diciassette anni, di svilup-pare la sua voce come una qualsiasipersona udente. Il ruolo più stimo-lante da lei affrontato finora è decisa-mente, appunto, quello di Daphne Va-squez: una ragazza sorda. Essendo ilpersonaggio non udente dalla nasci-ta, a Katie è stato richiesto di provareun accento da sorda, per rendere il

personaggio più credibile. È stato unlavoro duro, tiene a precisare l’attricein tutte le interviste, volevo che il ri-sultato fosse il più rispettoso possibi-le, per rendere giustizia al personag-gio. Switched at Birth è l’unica serietelevisiva che fa uso in ogni episodiodella lingua dei segni americana perraccontare la storia di due ragazze,Daphne e Bay (interpretata da Vanes-sa Marano), scambiate alla nascitaper un errore di un’infermiera del-l’ospedale in cui le loro madri aveva-no partorito.

Le due scoprono lo scambio soloquattordici anni dopo, grazie ad uncompito di biologia assegnato a Bayin cui era previsto un suo esame delDNA da far corrispondere a quellodei genitori. Un bel messaggio daparte dell’industria televisiva, unascelta coraggiosa che ha avuto uneccellente riscontro da parte delpubblico internazionale, portando laserie alla sua quarta stagione, in unepisodio della quale i ruoli di Bay eDaphne si scambiano. È una sorta disogno, ha detto la Leclerc parlando

della puntata, è un ‘come sarebberoandate le cose se Bay fosse sorda eDaphne no’. Ho potuto usare la mia voce normaleed è stato estremamente divertentecollegarmi su Twitter, il giorno dopo,e leggere i commenti delle personesconvolte perché non avevano la mi-nima idea del fatto che io potessi ef-fettivamente parlare come una qual-siasi persona udente. L’attrice ha di-chiarato di sentirsi perfettamente asuo agio in entrambi i mondi, lo showè un’ottima occasione per poteresplorare entrambi e per mandare unmessaggio di rispetto, solidarietà esperanza alla comunità sorda.

DIETRO LE QUINTEdi Serena Trisoglio

SOTTO RETE di Sara Pilotti

Io sto bene al chiusoOggi vorrei parlare di

un grande ‘talentopallavolistico’ locale:

Matteo Martino , classe1987, con i suoi 198 cm dialtezza esordisce nel Cuneodi A1. Si avvicina alla palla-volo nel 2004, iniziando legiovanili con la B1 del Bu-sca e concludendo unagrande stagione italiana aMacerata (stagioni 2008-2011).

Tuo padre ha giocato peranni a pallavolo, da palleg-giatore, e la sua carriera èstata ricca di soddisfazioni.Tu giochi in posto quattro,sei una banda-ricettore:come è nata la tua passioneper questo sport?

«Sì, mio padre ha sempregiocato da palleggiatore efin da piccolo mi ha fattoamare questo sport. Non èsempre facile, in determina-te occasioni, essere figli d ‘ar-te, poiché le persone siaspettano da te quello chetuo padre ha fatto nella suacarriera, e non farlo signifi-ca deludere le aspettativedel tuo pubblico e dei tuoitifosi. Sono sempre statomolto alto, fin da giovane, equesta caratteristica mi haaiutato a far carriera. Amoquesto sport, almeno, l’hoamato fin quando non è di-ventato un vero e propriolavoro: in serie A le cose nonsono così semplici come sicrede. L’ambiente è tropposerio ed essendo un lavoro,devi sempre metterti in gio-co e fare meglio degli altriper non essere annientato.»

Come hai vissuto il pri-mo anno in B1 a Busca,lontano dalla famiglia, dai

derata. Volevo provare qual-cosa di nuovo, cercare nuovistimoli, nuovi impulsi, chefortunatamente sono riusci-to a trovare. È stato anchequello un anno intenso, mal’odore di una palestra non ècome quello della sabbia, equindi sono tornato a gioca-re al chiuso.»

Sei giovane e sai bene cheprima o poi, le scarpe alchiodo si dovranno appen-dere! Hai mai pensato al fu-turo? Hai mai pensato aquello che vorresti fare ‘dagrande’?

«Penso molto spesso almio futuro. Sappiamo tuttiche purtroppo non si restagiovani in eterno e arriveràil momento in cui dovraismettere e costruirti un fu-turo un po’ più solido e ma-gari del tutto diverso, maga-ri non più da giocatore pro-fessionista ma da allenatoree magari non più nella pal-lavolo ma nello sport, in ge-nerale. Io non ho sempre esolo giocato nella mia vita:ho un attestato da personal-trainer e l’allenamento inuna palestra pesi è qualcosache mi affascina da sempre.Ho avuto molte esperienze,anche all’estero: Usa, Fran-cia, Polonia. Là gli allena-menti sono diversi, le cono-scenza stesse dello sport so-no diverse, sono più appro-fondite, i preparatori sonopiù competenti. Il mio obiet-tivo è quello di riuscire adaprire una palestra mia. Èanche ovvio che finché ho lepossibilità e il fisico per gio-care e guadagnare facendouna cosa che mi piace, con-tinuerò così, poi si vedrà.»

tuoi amici e dalle tue abitu-dini?

«Beh, sicuramente non èstato semplice. Io all’epocaavevo 15/16 anni ed ero sta-to catapultato in mondo chenon era più il mio. Non è fa-cile a quell’età, trasferirsi edaffrontare situazioni nuovecon persone più anziane dite. La vita che conducevo erastressante, poco adatta a unragazzino. Ricordo chequando sono arrivato là,non mi è stato molto sem-plice ambientarmi e abi-tuarmi a quel mondo, molto‘quadrato’, molto serio emolto metodico. Mi alzavoal mattino, andavo a scuolae al pomeriggio mi allenavo:questo tutti i giorni, fino algiorno della gara.»

Andiamo un po’più in làcol tempo: le stagioni piùdurature e quelle che sicu-ramente hanno contribuitoa migliorarti e a migliorarela tua tecnica, sono statequelle a Macerata. Comehai vissuto quest’esperien-za?

«Sono arrivato a Maceratanel 2008 e la stagione prece-

dente ero a Milano in A2.Questi anni sono stati i mi-gliori della mia vita. Hoavuto la grande possibilitàdi conoscere in modo più in-timo giocatori che hannocreduto in me sin da subitoed è stato grazie a loro cheho anche vissuto l’esperien-za delle Olimpiadi quell’an-no. La squadra a Macerataera forte oltre ad essere mol-to unita: ho avuto la fortu-na, in quelle tre stagioni, digiocare con persone forti,professionali e determinate,da cui ho imparato moltissi-mo.»

Non so se leggi di te qual-che volta sui giornali mamolti ti hanno definito un‘talento della pallavolo’: tusei d’accordo con quest’af-fermazione?

«Mah, io non mi reputoun talento, anzi, credo di es-sere un giocatore modestoche comunque ha semprecercato di migliorarsi in tut-ti gli ambiti. Mi reputo unbuon giocatore, testardo sìma determinato, a cui piac-ciono le sfide e a cui piacemettersi in gioco. Ecco, forsequalche volta i media esage-rano con le parole!»

So che, per un certo pe-riodo della tua vita, sei pas-sato dalla pallavolo al be-ach-volley. Questo passag-gio è stato molto criticatodai media e dai tifosi stessi.Cosa ne pensi? Cosa ti haspinto a cambiare sport?

«Sì, è vero. Sono stato unpo’criticato quando sonoandato a giocare a beach adOstia. Questo cambio di di-rezione è durato solo un an-no ed è stata una scelta pon-

Grazie: plurale di grazia, dal latino:gratia, dai significati variegatissimi, fracui amicizia, favore, piacevolezza, leg-giadria, gratuità, e non ultimo gratitudi-ne; infatti a sua volta deriva da gratus,grato. Quando si pronuncia un grazie,anche davanti al gesto apparentemen-te più piccolo, si appone un marchio divalore che nobilita oggetto e soggetto,un marchio complesso, consapevole,simbolo di amicizia, bellezza e piacere,di autentica riconoscenza; insomma diquella gratitudine che è propria di chiconosce l’intima statura delle cose,l’altezza vertiginosa a cui quel valore,

riconosciuto, si eleva. (cit.) Arrivare aconoscere ‘l’intima statura delle cose’ èdifficile. È un cammino che, se intrapre-so da soli, è destinato a terminare die-tro l’angolo. Ma, se la fortuna ci fa in-contrare il nostro compagno di viaggio,non solo camminiamo e camminiamo,ma impariamo a camminare indossan-do le scarpe dell’altro. Per questo devoil mio GRAZIE ai Cissaca Bulls. Perchéda due anni e mezzo mi hanno accoltacon genuino e contagioso entusiasmo,invitandomi a camminare con loro. Og-gi sono parte della mia vita, della vita dimio marito (grazie Davide) e, ultimo

ma non ultimo, della vita di mia sorellaSonia che ha scoperto il vero significatodell’appartenenza indossando la divisadei ‘Tori’. Trascorrere una sola giornata

con gli special atleti è un’esperienzache ognuno di noi dovrebbe provare.Perché tutto è bello. E la bellezza cisalverà. È bello il giuramento degliatleti (‘Che io possa vincere, ma se nonriuscissi che io possa tentare con tuttele mie forze’), è bello e invidiabile l’im-pegno profuso. Sono belli i viaggi e lesoste all’autogrill (a volte il momentopiù gettonato della trasferta!). E sonobelli anche le litigate e i musi lunghi,perché fanno parte del gioco. È unameraviglia vedere interagire i partnercon i ragazzi e con il coach. Ed è belloperché non vi è nulla di artefatto, nullaviene risparmiato in nome di una diver-sità che scompare per far posto al rico-noscimento della persona: in quel mo-mento si prova l’ebbrezza dell’altezzavertiginosa a cui certe persone possono

condurci. Chi legge non pensi che siatutto facile. Non è così. Occuparsi diuna persona con disabilità è faticoso,complicato e ci mette spesso di fronteai nostri limiti. Per ciò è una fortuna in-commensurabile far parte de ‘La com-pagnia dei Cissaca’. Perché ricaricanole batterie che la quotidianità scaricaimpietosamente.

Quindi GRAZIE. A tutti. Agli atleti, aipartner e, permettetemi, un grazie par-ticolare a coach Petrozzi. Perché senzadi lui tutto questo non sarebbe statopossibile. Grazie per quello che fai, masoprattutto grazie per essere la straor-dinaria persona che sei.

Per me è un onore sentirmi parte dei‘Cissaca Bulls’.

[Katia Salice - Responsabile ‘Area Famiglie’ Cissaca Bulls]

SPECIAL OLYMPICS IL SENSO DI ESSERE TORI

Grazie ai Cissaca Bulls

LA MUSICA CHE GIRAINTORNO di Davide De Faveri

Quattro dopo la pubblicazionedel fortunatissimo The King isDead, The Decemberists tor-nano con What a TerribleWorld, What a WonderfulWorld, e, come spesso acca-duto durante la loro fortunatacarriera, lo fanno stupendo iloro fans. Questa volta la sor-presa è costituita dalle sono-rità - meno folk ed occhieg-gianti ad un moderno indiepop - e dalle tematiche - deci-samente intimiste. È la stessaband ad avvertirci del cam-biamento: nel primo pezzoThe Singer Addresses His Au-dience Colin Meloy canta,quasi ad avvertire l’ascoltato-re, ‘We know you had to buildyour life around us... We hadto change some’, su una me-lodia sorretta prima da unasola chitarra acustica e, solosuccessivamente, dall’interaband. La canzone successiva,Cavalry Captain, si apre conun ritmo quasi dance, mentreFilomena è uno degli episodipiù piacevoli del lavoro. MakeMe Better, il singolo sceltoper lanciare l’album, raccon-ta, in prima persona, l’ango-scia di una storia che sta an-dando a pezzi, mentre LakeSong è caratterizzata daun’atmosfera rilassante, incui spicca un violino che sem-bra entrare ed uscire dal bra-no grazie ad un sapiente lavo-ro di sovraincisioni. Con TillThe Water Is All Long Gone sirientra in più tradizionali con-fini folk, ma è solo una paren-tesi, perché The Wrong Yearci riporta verso atmosfere piùintime, quasi dark. D’altro

canto, in Anti-SummersongMeloy proclama: ‘I’m notgoing on, just to sing another‘Summersong’, so long, fare-well, don’t everybody fall allover themselves’. Summer-song è il titolo di una scanzo-nata canzone d’amore conte-nuta nell’album The CraneWife del 2006, dalla quale,evidentemente, si vuole oraprendere le distanze. Ma ilmondo, oltre ad essere terri-bile, è anche bellissimo, co-me da titolo, così come bellis-simo e forte è il ritratto dellamoglie e della famiglia di Me-loy, capaci di circondarlo e,forse, redimerlo con il loroamore, che viene dipinto nellaconclusiva A Beginning Song.Una menzione a parte merita12/17/12, scritto traendo ispi-razione dal discorso pronun-ciato da Obama dopo la spa-ratoria nella scuola elemen-tare Sandy Hook del 2012 incui il frontman si rivolge di-rettamente a Dio, accusando-lo di avere creato ‘What a ter-rible world, what a beautifulworld’. In conclusione pos-siamo dire che questo nuovolavoro appare certamente piùvariegato dei precedenti daun punto di vista musicale,ma certamente più coerentee compatto a livello composi-tivo e, a nostro avviso, capacedi evocare una maggiore em-patia con il proprio pubblico.La prova del nove, per chifosse interessato, sarà dome-nica primo marzo, all’Alca-traz di Milano, dove i nostri siesibiranno nell’ambito deltour a supporto del disco.

I Decemberistsche stupiscono

Katie Leclerc, impossibile non ‘sentirla’ grande!

Matteo Martino

Page 11: Alessandria-Giana Erminio

La teoria del tutto Storia della lenta, lunga agonia, con brevi sprazzi di luce abba-gliante (le intuizioni, che portano Hawking a elaborare nuove,rivoluzionarie teorie sul tempo) di un uomo che la vita riesce

comunque a viverla, in barba alla malasorte. Idue protagonisti sono all’altezza dell’arduocompito, soprattutto lui, che ha decisamentestudiato la parte. Il tutto (gli eventi), come nel-la teoria, va però accettato sulla fiducia; e la

malattia degenerante è così invasiva, che fi-nisce per togliere spazio alla parte

scientifica, elargitaci a spizzichi ebocconi. Più una prova d’atto-

re, ma in quanto tale riuscita.

Big Hero 6Il vero motivo d’interesse di questo prodotto anima-to, visivamente piacevole, è dato dal robot di pronto

soccorso, col suo mite, materno carattere, forma emovenze gentili; il tutto unito all’inevitabile gof-

faggine data dalla stazza (è una sorta di omo-ne Michelin). Certo, i personaggi di contornonon resteranno nella storia dell’animazione;e anche il cattivo di turno, sorpresa a parte,non aggiunge molto alla nutrita schiera di

nemici animati. Ma grazie al buon ritmo, lo sisegue senza sforzo; e la simpatia del morbido e

ingenuo robottone lo rende meritevole di visione.

HURRÀ GRIGI 1130 gen. 2015

I PALLINI di Puppigallo

Un cartello, all’entrata del paese,segnala Asolo tra i borghi piùbelli d’Italia. C’è’ da crederci

sulla parola. Un luogo incantevole,dominato sulle alture dalla rocca, di-venuta il suo simbolo; sebbene di que-sta primitiva fortificazione poco si co-nosca. Da lassù il paese si snoda si-nuoso ed elegante, come un corpo didonna, tra le residenze signorili e i pa-lazzi rinascimentali, che a ridosso del-le colline, dal clima mite come riviere,orlate di palme, cipressi e camelie, sirivela agli occhi di chi lo osserva. Labellezza è tutta lì da vedere sotto for-ma di giardini e ville sontuose, untempo abitate da personaggi illustri omeglio da donne illustri, che resero fa-mosa Asolo al mondo intero. La suafama invece, è racchiusa nella memo-ria dei suoi abitanti, i quali, loquaci,raccontano, se si ha la pazienza diascoltare, la vita di quell’universo fem-minile, che qui aveva il domicilio, eche ora per voce degli stessi asolaniviene messa a nudo attraverso le lorodescrizioni, non senza una punta divanto. Eleonora Duse e Freya Stark,hanno vissuto in epoche differenti adAsolo e hanno entrambe condivisol’amore per il paese, dove facevano ri-torno ogni qualvolta il mestiere di at-trice l’una e di viaggiatrice l’altra loconsentiva; incapaci di concepire undiverso luogo dove soggiornare.

In un negozio di tappeti, ricavato daquello che resta di un antico teatro, dicui restano due belle colonne doriche,la proprietaria ci mostra un’antica gia-ra appartenuta a Freya Stark, scrittrice

e viaggiatrice inglese dei primi ‘900.Una delle poche donne ad aver sfidatol’ignoto servendosi dei mezzi di tra-sporto più disparati, per esplorarepaesi e varcare frontiere, per quei tem-pi inimmaginabili. Freya, racconta lasignora, passeggiava per le vie di Asolovestita con i caftani con cui esploravale terre d’oriente. Tuttavia era davantia una tazza di tè che riaffioravano lesue vere origini che mai dimenticava;anzi, il pomeriggio invitava una ri-stretta cerchia di amici nel suo belgiardino. Sorseggiava la bevanda in-sieme a loro dialogando, all’ombra deilecci sotto cui amava rifugiarsi a leg-gere e a scrivere dei suoi viaggi in giroper il mondo.

«È una grande soddisfazione, – dicela signora – possedere la giara apparte-nuta a Freya. È solo un oggetto, maconserva tutta la forza indomita di co-lei che me l’ha donata. Non mi separe-rò mai. È di incalcolabile valore ed èl’unica testimonianza che ho di lei edel nostro imperituro legame. Finchévivrò, resterà con me, qui, nel mio ne-gozio». Più che negozio, dovremmochiamarlo bazaar, traboccante di og-getti di varia provenienza. Ogni angoloè sovraccarico di mercanzia tanto daricoprire ogni centimetro utile di su-perficie e anche se la signora non ne faparola, viene da sé che l’abbia conce-pito e realizzato in omaggio a Freya:un’allegoria al viaggio.

Nell’hotel poco più avanti invece civiene raccontata la vita di EleonoraDuse, di cui esiste ancora la casa e latomba dove è sepolta. La proprietaria

dell’hotel ha in serbo la storia dell’at-trice come le è stata tramandata dallanonna che l’ha personalmente cono-sciuta. Seguendo il filo del raccontonon è difficile vederla apparire men-tre, con i suoi lunghi abiti, percorre lestradine di Asolo abbracciata al suoamato Gabriele d’Annunzio, con cuiebbe una lunga e intensa relazione.Tuttavia per scoprire le ragioni chediedero grande fama alla città, biso-gna spingersi ancor più indietro neltempo e risalire a un’altra figura fem-minile di Asolo: la Regina di Cipro, laquale trasformò il borgo in un luogo diincontro di intellettuali e letterati. Fuin quel tempo che Asolo ebbe l’im-printing di città ricca e acculturata, di-ventando in seguito meta predilettadel jet set internazionale. La nota do-lente è che la fama di Asolo è andataperduta con la chiusura di alcuni deilocali più à la page; gli stessi che assi-curavano al paese un ritorno non solodi immagine ma di benessere a tuttotondo. La decisione di chiusura dei lo-cali, messa in atto dall’amministrazio-ne comunale, guarda caso di sinistra,ha messo in ginocchio la città intera,trasformandola nel fantasma di sestessa e tra la gente si sentono solorimpianti. Assurdità su assurdità cherestano all’ordine del giorno nel no-stro bel paese e contrastano con i pro-clami di rinascita e di valorizzazionedi cui sentiamo costantemente parla-re. Come sempre le parole prendonostrade diverse dai fatti e noi italiani inquesto siamo bravissimi a fare dellademagogia la nostra bandiera.

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Asolo

L’ANGOLO DEL DIALETTO di Luciano Olivieri

A la féndla stràA la fén dla stràui sarrà cucden ch’ut dirrà... «Vén!» Tè ‘t sài nénta ch’i ch’u sarrà ma ‘na vùs at dirrà «At voi bén!»

Alla fine della stradaAlla fine della strada ci sarà qualcuno che ti dirà... «Vieni!» Tu non sai chi sarà ma una voce ti dirà: «Ti voglio bene!»

Page 12: Alessandria-Giana Erminio

Piazza Massimo d’Azeglio 4Alessandria (di fronte alla Vochieri)Tel. 0131 262981 - [email protected]

Addobbi floreali per cerimonie

di Concetta Bitetto