Albero Zambon Pinal_Rosit

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Pietro (1925), spensierato con la sua bicicletta, a metà degli anni ’30. Po- chi anni dopo venne ucciso dai tede- schi assieme al cugino Enrico. Le nostre radici La grande famiglia degli Zambon Pinal i Rosìt Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... Ufficialmente, nel registro dei battesimi della Pieve di Dardago, il nome Rosìt fa la sua comparsa nell’atto di battesimo di Gregorio, nato il 9 novembre 1883. Evidentemente, già suo padre Angelo (1856) era conosciuto come Rosìt. Il non- no Domenico (1824), invece, come ac- cennato, fu registrato come Pinal. Il cambio da Pinal a Rosìt avvenne, quin- di, a metà dell’ ’800, epoca in cui questo ramo dei Pinai lasciò l’affollato cortile del Vaticano per insediarsi nelle case dell’attuale via Rui de Col. Relativamente all’origine del nome, si narra che le case dei Rosìt siano state co- struite sul terreno conosciuto come l’ort de la Rosita, dal vezzeggiativo con cui era chiamata la donna che lo coltivava. Il ramo dei Rosìt prospera con i due figli di Domenico: Angelo (1856) e Luigi (1859). Angelo, oltre a lavorare nei campi, era fa- legname (testimonianza del nipote An- gelo, classe 1916, ne l’Artugna n. 35 – Agosto 1981). I suoi figli Gregorio (1883) e Giovanni (1890) furono artigiani. Gregorio lavora- va il sasso, come scalpellino tagliapietra, Giovanni era un abile falegname con spiccate capacità di scultore del legno; l’Artugna ha dedicato una copertina a un bassorilievo di una cassapanca da lui rea- lizzata. La passione per questo lavoro, ereditata dal padre, l’ha trasmessa ai figli Angelo, Aldo e ai nipoti e pronipoti tut- t’ora attivi a Dardago e a Trieste. INSERTO DE l’Artugna n. 122 · APRILE 2011 I Rosìt : 150 anni di storia Primi anni ’50. Giovanni (1890) da- vanti alla sua falegnameria. Primi anni del ’900. Gregorio (1883) da militare. Si arruolò anche nella legione straniera. La ricerca degli antenati dei Rosìt ha avuto un risultato imprevisto: quello di confermare che questo è un altro ramo dei Pinai. Infatti, risalendo le varie generazioni, si è scoperto che Domenico Zambon (1824), bisnonno dei Rosìt nati nei primi decenni del ’900 (Antonio, Angelo, Aldo, Bruno, Domenico, Luigi ecc.), appare nei registri come Pinal; egli era fratello di Agostino, nonno di Fedele Pinal del Vaticano. Ciò ha permesso di avvalorare la testimonianza orale che i veci Rosìt i vigneva fora dal cortif del Vaticano. La successiva ricerca degli avi di Domenico ci ha permesso di arrivare fino ad Antonio Pinal (1691), figlio di Osvaldo e fratello di Zuanne Bon, capostipite degli altri rami dei Pinai, più volte oggetto di ricerche e di pubblicazioni su l’Artugna. __ VENTICINQUESIMO INSERTO a cura di Roberto Zambon I figli di Luigi, Romano (1900) e Fer- dinando (1903) scelsero delle strade di- verse. Il primo lavorò come facchino ai piani in molti alberghi in Italia (Venezia, Palermo…) e in Germania. Ferdinando, abile carpentiere, dopo aver lavorato in Svizzera, morì sul lavoro a 33 anni, precipitando, in circostanze poco chiare, da un ponte in costruzione nella lontana Persia. La vicenda suscitò molto clamore in paese. Sia i figli di Romano che quelli di Ferdi- nando sono stati occupati, con successo, nel settore alberghiero. Nella storia della famiglia si incontra anche un altro personaggio: Pietro, nato nel 1863, fratello di Angelo e Luigi. Egli fu un valente scultore. Lavorò molto a Ve- nezia dove aveva acquisito una certa fama. Nella città lagunare lasciò molte sue opere. Di lui si ricordano, a Dardago, la statua di San Giovanni Battista, sulla facciata della casa dei Rosìt e il monu- mento funebre dedicato al fratello minore Antonio, morto ad appena 13 anni. Ci so- no testimonianze, purtroppo non avvalo- rate da altra documentazione, che sue sono anche le grandi statue del Mosé e di San Pietro, poste nella facciata della chiesa 1 . La vita terrena di Pietro, terminò tragica- mente nel baratro della Panerata a Budoia il 24 novembre 1921. Aveva 58 anni. Un sincero ringraziamento a coloro che mi hanno permesso, con le loro informazioni e fotografie, di portare a termine questo lavoro. Roberto Zambon Nota. 1. cfr. Vittorina Carlon, «Segni religiosi nelle vie e nelle case», l’Artugna, n. 92, 2001) I capostipiti dei Rosìt: Angelo nato il 26 set- tembre 1856 e Luigi nato il 19 settembre 1859. Milano, 1943. Antonio (1915) con la moglie Anna e il primogenito Bruno (1942). Anno 1932. Anna Cadinaro, seconda moglie di Gregorio, con in braccio il piccolo Marcello (1931). Accanto a lei i figli Marian- na (1921) e Pietro (1925). Anno 1913. In piedi: Gregorio (1883) con la prima moglie Marianna Panizzut. Seduta: la madre di Ma- rianna (1886), Giovanna Lachin, che tiene in braccio la nipote Maria Zambon Rosìt (1912). Tre figli di Gregorio. Antonio (1915) e Ma- ria Giovanna (1912) alle spalle di Marianna Santa (1921). Zurigo, 1957. Marcello (1931) e la moglie Anna nel giorno del loro matrimonio. Anno 1960 circa. Foto di famiglia di Giovanni e Luigia. Da sinistra, in prima fila: Donatella, Gianni, Orietta, nonna Luigia e il piccolo Enrico. In seconda fila Giovanni con i figli Romualdo ed Angelo, le nuore Bruna e Attilia, e Enrichetta. Manca Maurizio che nascerà qualche anno dopo. Primi anni ’40. Il giovane Enrico (1921) da militare. Verrà ucciso dalle SS, nel 1945, con il cugino Pietro. Barcis. Anni ’60. Gita sul lago. Romualdo (1926), Angelo (1916) e la cugina Gabriella (1936). Primi anni ’50. Giovanni e Luigia con i nipoti Enrichetta e Gianni. Anno 1989. Alcuni nipoti di Angelo (1916): Riccardo (1974), Silvia (1972), Gianmarco (1973), David (1977) e, seduto, Fran- cesco (1969). Ci siamo anche noi! Massimiliano (1980) con la moglie Vera e la piccola Maya (2009). Anno 1938. Quattro cuginetti Rosìt: Bruno (1932) e Domenico (1934), figli di Romano, tra Luigi (1930) e Luigia (1931), figli di Ferdinando. Anno 1934. Romano (1900), a sinistra, con i genitori Luigi (1859) e Luigia, la moglie Attilia e i figli Domenico (1934) e Bruno (1932). Annemasse (Francia), 1933. Ferdinando (1903) con i figli Luigi (1930) e Luigia (1931). Con la bicicletta che appare nella foto, Ferdinando ogni mattina attraversava il confine tra Francia e Svizzera per arrivare a Ginevra dove era impegnato nella costruzione del Palazzo delle Nazioni. Due erano i muratori di Dardago che lavorava- no in quel cantiere: Nando Rosìt e Attilio Pala. Anno 1938. Nozze d’oro di Luigi (1859) e Luigia. Da sinistra. Prima fila: Bruno, Caterina e Bruna; seconda fila: Luigi, Giuseppe Pellegrini, Luigia, nonna Luigia e nonno Luigi con in braccio Domenico; terza fila Giovanni, Santa, Giovanni Pellegrini, Alma, Attilia, Flora, Benito (in braccio a Maria), Giovanni, Luigia Bastianello, Teodora e Romano. Agosto 2003. Fernanda con i nipoti Davide, Mattia, Laura e Andrea. Sopra. Anno 2010. Nuove generazioni dei Rosìt. Nonna Maria Teresa con i quattro nipotini: da sinistra Benedetta e Marco figli di Matteo (1972), Francesco e, dietro la nonna, Riccardo, figli di Daniele (1966). A destra. Agosto 2010. Momento di relax di Francesco (1967), figlio di Bruno (1932), con i piccoli Pietro (2002), Giovanni (2005) e Luca (2009).

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Albero Genealogico Zambon Pinal Rosit.

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Pietro (1925), spensierato con la suabicicletta, a metà degli anni ’30. Po -chi anni dopo venne ucciso dai te de-schi assieme al cugino Enrico.

Le nostre radiciLa grande famiglia degli Zambon Pinal

i Rosìt

Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia...Dall’album di famiglia...

Ufficialmente, nel registro dei battesimidella Pieve di Dardago, il nome Rosìt fala sua comparsa nell’atto di battesimo diGre gorio, nato il 9 novembre 1883.Evidentemente, già suo padre Angelo(1856) era conosciuto come Rosìt. Il non -no Domenico (1824), invece, come ac -cen nato, fu registrato come Pinal.Il cambio da Pinal a Rosìt avvenne, quin-di, a metà dell’ ’800, epoca in cui questoramo dei Pinai lasciò l’affollato cortiledel Vaticano per insediarsi nelle casedell’attuale via Rui de Col.Relativamente all’origine del nome, sinar ra che le case dei Rosìt siano state co -struite sul terreno conosciuto come l’ortde la Rosita, dal vezzeggiativo con cui erachiamata la donna che lo coltivava.Il ramo dei Rosìt prospera con i due figlidi Domenico: Angelo (1856) e Luigi(1859).Angelo, oltre a lavorare nei campi, era fa -le gname (testimonianza del nipote An -gelo, classe 1916, ne l’Artugna n. 35 –Agosto 1981).I suoi figli Gregorio (1883) e Giovanni(1890) furono artigiani. Gregorio lavora-va il sasso, come scalpellino tagliapietra,Giovanni era un abile falegname conspiccate capacità di scultore del legno;l’Artugna ha dedicato una copertina a unbassorilievo di una cassapanca da lui rea -li z zata. La passione per questo lavoro,ere ditata dal padre, l’ha trasmessa ai figliAngelo, Aldo e ai nipoti e pronipoti tut-t’ora attivi a Dardago e a Trieste.

INSERTO DE l’Artugna n. 122 · APRILE 2011

I Rosìt: 150 anni di storia

Primi anni ’50. Giovanni (1890) da -vanti alla sua falegnameria.

Primi anni del ’900. Gregorio (1883)da militare. Si arruolò anche nellalegione straniera.

La ricerca degli antenati dei Rosìt ha avuto un risultato imprevisto: quello di confermare chequesto è un altro ramo dei Pinai. Infatti, risalendo le varie generazioni, si è scoperto che

Domenico Zambon (1824), bisnonno dei Rosìt nati nei primi decenni del ’900 (Antonio, Angelo,Aldo, Bruno, Domenico, Luigi ecc.), appare nei registri come Pinal; egli era fratello di Agostino,

nonno di Fedele Pinal del Vaticano.Ciò ha permesso di avvalorare la testimonianza orale che i veci Rosìt i vigneva fora

dal cortif del Vaticano.La successiva ricerca degli avi di Domenico ci ha permesso di arrivare fino ad Antonio Pinal

(1691), figlio di Osvaldo e fratello di Zuanne Bon, capostipite degli altri rami dei Pinai,più volte oggetto di ricerche e di pubblicazioni su l’Artugna.

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VENTICINQUESIMO INSERTO a cura di Roberto Zambon

I figli di Luigi, Romano (1900) e Fe r -dinando (1903) scelsero delle strade di -verse. Il primo lavorò come facchino aipiani in molti alberghi in Italia (Venezia,Palermo…) e in Germania.Ferdinando, abile carpentiere, dopo averlavorato in Svizzera, morì sul lavoro a 33anni, precipitando, in circostanze pocochiare, da un ponte in costruzione nellalontana Persia. La vicenda suscitò moltoclamore in paese.Sia i figli di Romano che quelli di Fer di -nando sono stati occupati, con successo,nel settore alberghiero.Nella storia della famiglia si incontraanche un altro personaggio: Pietro, natonel 1863, fratello di Angelo e Luigi. Eglifu un valente scultore. Lavorò molto a Ve -nezia dove aveva acquisito una certafama. Nella città lagunare lasciò moltesue opere. Di lui si ricordano, a Dardago,la statua di San Giovanni Battista, sullafacciata della casa dei Rosìt e il monu-mento fu ne bre dedicato al fratello minoreAn to nio, morto ad appena 13 anni. Ci so -no testimonianze, purtroppo non avvalo-rate da altra documentazione, che sue sonoanche le grandi statue del Mosé e di SanPietro, poste nella facciata della chie sa1.La vita terrena di Pietro, terminò tragica-mente nel baratro della Panerata a Budoiail 24 novembre 1921. Aveva 58 anni.

Un sincero ringraziamento a coloro che mi hanno permesso, con le loro informazioni e fotografie, di portare a termine questo lavoro.

Roberto Zambon

Nota.1. cfr. Vittorina Carlon, «Segni religiosi nelle vie enelle case», l’Artugna, n. 92, 2001)

I capostipiti dei Rosìt: Angelo nato il 26 set-tembre 1856 e Luigi nato il 19 settembre 1859.

Milano, 1943. Antonio (1915) con la moglie Anna e il primogenitoBruno (1942).

Anno 1932. Anna Cadinaro, seconda moglie di Gregorio, con inbraccio il piccolo Marcello (1931). Accanto a lei i figli Ma rian -na (1921) e Pietro (1925).

Anno 1913. In piedi: Gregorio (1883) con la primamoglie Marianna Panizzut. Seduta: la madre di Ma -rian na (1886), Giovanna Lachin, che tiene in bracciola nipote Maria Zambon Rosìt (1912).

Tre figli di Gregorio. Antonio (1915) e Ma -ria Giovanna (1912) alle spalle di MariannaSanta (1921).

Zurigo, 1957. Marcello (1931) e la moglieAnna nel giorno del loro matrimonio.

Anno 1960 circa. Foto di famiglia di Giovanni e Luigia. Da sinistra, in primafila: Donatella, Gianni, Orietta, nonna Luigia e il piccolo Enrico. In secondafila Giovanni con i figli Romualdo ed Angelo, le nuore Bruna e Attilia, eEnrichetta. Manca Maurizio che nascerà qualche anno dopo.

Primi anni ’40. Il giovane Enrico(1921) da militare. Verrà uccisodalle SS, nel 1945, con il cuginoPietro.

Barcis. Anni ’60. Gita sul lago. Romualdo (1926), Angelo(1916) e la cugina Ga briella (1936).

Primi anni ’50. Giovanni e Luigia con inipoti Enrichetta e Gianni.

Anno 1989. Alcuni nipoti di Angelo (1916): Riccardo (1974),Sil via (1972), Gianmarco (1973), David (1977) e, seduto, Fran -cesco (1969).

Ci siamo anche noi! Massimiliano (1980) con la moglie Vera ela piccola Maya (2009).

Anno 1938. Quattro cuginetti Rosìt: Bruno (1932) e Domenico(1934), figli di Romano, tra Luigi (1930) e Luigia (1931), figlidi Ferdinando.

Anno 1934. Romano (1900), a sinistra, con igenitori Luigi (1859) e Luigia, la moglie Attilia ei figli Domenico (1934) e Bruno (1932).

Annemasse (Francia), 1933. Ferdinando (1903) con i figli Luigi(1930) e Luigia (1931). Con la bicicletta che appare nella foto,Ferdinando ogni mattina attraversava il confine tra Francia e Svizzeraper arrivare a Ginevra dove era impegnato nella costruzione delPalazzo delle Nazioni. Due erano i muratori di Dardago che lavorava-no in quel cantiere: Nando Rosìt e Attilio Pala.

Anno 1938. Nozze d’oro di Luigi (1859) e Luigia. Da sinistra.Prima fila: Bruno, Caterina e Bruna; seconda fila: Luigi, GiuseppePellegrini, Luigia, nonna Luigia e nonno Luigi con in braccioDomenico; terza fila Giovanni, Santa, Giovanni Pellegrini, Alma,Attilia, Flora, Benito (in braccio a Maria), Giovanni, LuigiaBastianello, Teodora e Romano.

Agosto 2003. Fernanda con i nipoti Davide, Mattia,Laura e Andrea.

Sopra. Anno 2010. Nuove generazioni dei Rosìt.Nonna Maria Teresa con i quattro nipotini: da sinistraBenedetta e Marco figli di Matteo (1972), Francesco e,dietro la nonna, Riccardo, figli di Daniele (1966).A destra. Agosto 2010. Momento di relax di Francesco(1967), figlio di Bruno (1932), con i piccoli Pietro(2002), Giovanni (2005) e Luca (2009).

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Bavan (pubblicato nel n. 100)

Rosìt (pubblicato in questo numero)

Fedele Pinal-Vaticano

Oltre all’albero genealogico dei Rosìt è stato aggiornatolo schema dei vari rami Pinal di cui si è accertato il legame.Lo schema viene pubblicato allo scopo di dare una visioned’insieme della grande famiglia Pinal.

Il ramo Pinal RosìtLe famiglie di Gregorio e Giovanni fu ro -no toccate profondamente dalla tragediadella guerra. Due cugini, Pietro, 19 anni,figlio di Gregorio, ed Enrico, 23 anni,figlio di Giovanni, vennero uccisi dalle SSdel tenente medico Alfred Dornen burgdavanti alla loro casa con raffiche di mitraalla schiena. La notte precedente i te de -schi avevano trasportato in carcere, a Ro -veredo, Pietro, partigiano della Divi sioneOsoppo, e il nipote Marcello di appena 14

anni. Nonostante l’intervento in lorofavore del parroco don Nicolò del Toso, ilgiorno seguente Pietro fu riportato aDardago e passato per le armi, as sieme aEnrico, nel frattempo catturato. Era martedì 6 marzo 1945. Dopo aver re -qui sito le bestie della stalla e la bian cheria,i nazisti incendiarono la casa dei Rosìt.Quel giorno venne arrestato anche Aldo,fratello di Enrico. Qualche tempo dopo furilasciato come il giovane Mar cello.

Una triste pagina di storia

uomo

donna

LEGENDA

Riveta (pubblicato nel n. 58)

Isandro Pinal

Nontholi (pubblicato nel n. 42)

Batistela

Bepi Pinal

Glir (pubblicato nel n. 117)

Nato Pinal Scatol

I rami della famiglia Zambon Pinal

Giobatta

Ite

Pinai de le ciase de Moreal e de Ronche(pubblicato nel n. 107)

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Atto di Battesimo di Domenico Zambon Pinal, nato nel cortile del Vaticanoil 15 settembre 1824, che diede origine al ramo dei Rosìt.

Quadro d’insieme della grande famiglia Zambon Pinal