Albero Carlon Ros_De Andol

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Le nostre radici Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... INSERTO DE l’Artugna n. 111 · AGOSTO 2007 Foto sopra. Negli anni 1929/30, nel cortile di casa Ros. La Gigia e Andol con i loro sei figli, tutti maschi: Cencio (1913), Berto (1915), Mario (1916), Tita (1920), Tilio (1924), Jacun (1927). Foto a destra in alto. Agosto 1918, davanti alla stalla Ros. Da sinistra: Maria, figlia di Luigi ed Ester Carlon, e i fratelli Cencio, Berto e Mario. I Carlon Ros · il ramo de Andol Il cognome Carlon è presente in Budoia già all’inizio del secolo XVI ed è talmente diffuso che, dal 1760 al 1900, sono ben 751 le persone che possiedono tale cognome. I Carlon Ros sono un ramo della famiglia patriarcale di Agostino Carlon di via Lunga – via Casale. Nell’Ottocento, il rilevante sviluppo demografico del clan – quasi una sessantina di persone tra adulti e bambini – portò alla decisione di un frazionamento della Fameia granda, con il conseguente acquisto di nuovi terreni nel centro abitato. Così, nella prima decade del Novecento, iniziarono i lavori di costruzione delle case, una di queste nel terreno in via Conditta, ad angolo con via Roma, in cui, nel 1911 si trasferì il ramo di Angelo Giomaria, figlio di Agostino e di Teresa Besa, con Vincenzo che diede vita al clan dei Carlon Ros o de Ros, soprannome acquisito dal cognome del precedente proprietario del terreno, un certo Rossi di Castello. L’altro ramo, che lasciò la famiglia, fu quello del fratello Osvaldo che formò il casato dei Carlon Brolo. Undici anni dopo, nel 1922, la ciasa de Ros era già insufficiente a contenere i nuovi proprietari e fu ingrandita verso l’angolo di via Conditta, sulla cui facciata fu fatta erigere una nicchia dedicata alla Madonna del Rosario. Da allora i Ros si espansero dando vita ad un loro borgo. (Testimonianze di Giobatta Carlon Ros, raccolte negli anni ’80). I nonni Angelo e Luigia Ros N ella casa patriarcale la vita della grande famiglia aveva una sola mam- ma e un solo papà, la nonna Gigia e il nonno Andol. Erano per tutti un riferi- mento importante e di conforto (me madhona e me pare). La nonna aveva gesti sempre pazien- ti e amorevoli. Noi bambini quante volte ci siamo rifugiati nelle sue braccia e che gioia ci ha fatto sentire nell’essere accolti, perché eravamo affidati al suo sguardo quando i nostri genitori erano al lavoro nei campi (... e core su par le cotole da la nona o in torvia la giamba del nono par rifugiasse e salvasse dai guai). Ricordo il nonno Andol per i suoi modi semplici, disponibile e genero- so, la sua andatura sofferente ma sempre dignitosa e la domenica ve- stito «da festa» con l’abito buono e la camicia bianca e d’inverno la pesante mantella. Quanta tristezza ho visto nei suoi oc- chi per la perdita di sua moglie, dei figli e dei nipoti. —— DICIOTTESIMO INSERTO a cura di Vittorina Carlon (per la ricerca storica) e Maria Carlon. Angelo Carlon (Andol de Ros), durante il servizio militare, nel 1912/13. Luigia (Gigia Paschera) Mezzarobba, negli anni 1912/13. Foto sopra. Primo febbraio 1939, nel cortile dei Ros. Gruppo di parenti invitati al matrimonio di Vincenzo e Marina (Cencia) Mezzarobba. Foto sopra. Angelo Carlon, negli anni Sessanta del secolo scorso. Foto sotto. 16 luglio 1936, Cencio co i bo’, nel cortile di casa. Foto sopra. Sempre in occasione del matrimonio di Cencio e della Cencia. Da sinistra, seduti: Angelo Carlon, Luigia Mezzarobba, Valentino Mezzarobba, padre della sposa. In piedi, in seconda fila: Luigi (Gigi) Carlon, fratello di Angelo, la sposa e lo sposo. Foto a sinistra. 1940 circa. Da sinistra, Enrico Carlon, figlio di Luigi ed Ester, e Mario, figlio di Angelo. Foto sopra. Foto di gruppo, in occasione del battesimo di Livia, figlia di Vincenzo e di Marina, nel 1943. Da sinistra: I padrini della neonata, Angela Carlon Brolo e Agostino Carlon de Lorenth, Bruna Zambon e Umberto Carlon, la nonna, Luigia Carlon, la madre Cencia con la piccola Livia e la nonna materna, Angelica Mezzarobba, e la prozia Angela. Davanti al gruppo, con il fiocco tra i capelli, la sorellina Luigia-Gina. Il padre della neonata era assente, perché impegnato nella guerra d’Albania. Curiosità! Questa foto fu conservata da Vincenzo per l’intera durata del periodo bellico. Foto sopra. Livia e Luigia-Gina, figlie di Vincenzo e Ma- rina, negli anni 1944/45. La foto fu scattata dal signor Moretti, datore di lavoro di Marina, in occasione di un pranzo dai Ros. Foto sopra. 14 febbraio 1944. Matrimonio di Bruna Zambon con Umberto Carlon, Gli sposi tra i genitori di Umberto, nel cortile dei Ros. Foto sopra. La piccola Maria, nel cortile dei Ros. Era agosto 1945, il giorno del battesimo. Foto sopra. Anno 1954. Maria e Gabriella, figlie di Umberto e Bruna. Foto a sinistra. 4 giugno 1949, il giorno del matrimonio di Attilio ed Onelia Mezzarobba. Gli sposi all’uscita della chiesa di Budoia. Foto sotto. La sposa Onelia è accompagnata nella sua camera dalla suocera Luigia. Foto sopra. Nel cortile di casa Ros il giorno del matrimonio di Attilio e Onelia. Al centro i geni- tori Gigia e Andol e Antonio ed Elena Mezzarobba. Foto a destra in alto. Giovanni Battista Carlon, alpino a Pec, in Albania dal 2 marzo 1941 al 26 maggio 1941. Rimase in guerra fino all’agosto del 1945. Foto a destra. Un gruppo tutto al femminile. Onelia e Bruna con le bambine Marina Del Zotto Munar, Luigia Gina, Livia e Maria. Era il 1949. Foto a sinistra. Il matrimonio di Giacomo con Maria Gottardo (30.01.1954). Gli sposi insie- me alla madre dello sposo. Foto sotto. Milano, il 20 aprile 1953, il nonno Andol tra il figlio Giacomo e la futura nuora Maria. Foto sopra. Michele Carlon nel giorno della sua prima Comunione, nel 1960. Foto a destra. Settembre 1960. Loredana (a sinistra), Angela (a destra) e Graziella con Antonio (al centro).

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INSERTO DE l’Artugna n. 111 · AGOSTO 2007

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Le nostre radiciDall’album di famiglia... Dall’album di famiglia...Dall’album di famiglia...

INSERTO DE l’Artugna n. 111 · AGOSTO 2007

Foto sopra. Negli anni 1929/30, nel cortile di casa Ros. La Gigia e Andol con i loro seifigli, tutti maschi: Cencio (1913), Berto (1915), Mario (1916), Tita (1920), Tilio (1924),Jacun (1927).Foto a destra in alto. Agosto 1918, davanti alla stalla Ros. Da sinistra: Maria, figlia diLuigi ed Ester Carlon, e i fratelli Cencio, Berto e Mario.

I Carlon Ros · il ramo de AndolIl cognome Carlon è presente in Budoia già all’inizio del secolo XVI ed è talmente diffuso che,

dal 1760 al 1900, sono ben 751 le persone che possiedono tale cognome. I Carlon Ros sono un ramo della famigliapatriarcale di Agostino Carlon di via Lunga – via Casale. Nell’Ottocento, il rilevante sviluppo demograficodel clan – quasi una sessantina di persone tra adulti e bambini – portò alla decisione di un frazionamento

della Fameia granda, con il conseguente acquisto di nuovi terreni nel centro abitato. Così, nella prima decade del Novecento, iniziarono i lavori di costruzione delle case, una di queste nel terreno in via Conditta,

ad angolo con via Roma, in cui, nel 1911 si trasferì il ramo di Angelo Giomaria, figlio di Agostino e di Teresa Besa, con Vincenzoche diede vita al clan dei Carlon Ros o de Ros, soprannome acquisito dal cognome del precedente proprietario del terreno,

un certo Rossi di Castello. L’altro ramo, che lasciò la famiglia, fu quello del fratello Osvaldo che formò il casato dei Carlon Brolo. Undici anni dopo, nel 1922, la ciasa de Ros era già insufficiente a contenere i nuovi proprietari e fu ingrandita verso l’angolo

di via Conditta, sulla cui facciata fu fatta erigere una nicchia dedicata alla Madonna del Rosario.Da allora i Ros si espansero dando vita ad un loro borgo.

(Testimonianze di Giobatta Carlon Ros, raccolte negli anni ’80).

I nonni Angelo e Luigia Ros

Nella casa patriarcale la vita dellagran de famiglia aveva una sola mam -ma e un solo papà, la nonna Gigia e ilnonno Andol. Erano per tutti un riferi-mento importante e di conforto (memadhona e me pare).La nonna aveva gesti sempre pazien-ti e amorevoli. Noi bambini quantevolte ci siamo rifugiati nelle suebraccia e che gioia ci ha fatto sentirenell’essere accolti, perché eravamoaf fidati al suo sguardo quando inostri genitori erano al lavoro nei

cam pi (...e core su par le cotole da lanona o in torvia la giamba del nonopar rifugiasse e salvasse dai guai).Ricordo il nonno Andol per i suoimodi semplici, disponibile e genero-so, la sua andatura sofferente masempre dignitosa e la domenica ve -stito «da festa» con l’abito buono e lacamicia bian ca e d’inverno la pe santemantella.Quanta tristezza ho visto nei suoi oc -chi per la perdita di sua moglie, deifi gli e dei nipoti.

——DICIOTTESIMO INSERTO

a cura di Vittorina Carlon (per la ricerca storica) e Maria Carlon.

Angelo Carlon (Andol de Ros), du rante il servizio militare, nel 1912/13.Luigia (Gigia Paschera) Mezzarob ba, negli anni 1912/13.

Foto sopra. Primo febbraio 1939, nel cortile dei Ros. Gruppo di parenti invitati al ma trimoniodi Vincenzo e Marina (Cencia) Mezzarobba.

Foto sopra. Angelo Carlon, negli anni Sessanta del secolo scorso.Foto sotto. 16 luglio 1936, Cencio co i bo’, nel cortile di casa.

Foto sopra. Sempre in occasione del matrimonio di Cencio e della Cencia. Da sinistra, seduti: AngeloCarlon, Luigia Mezzarobba, Valentino Mezzarobba, padre della sposa. In piedi, in seconda fila: Luigi (Gigi)Carlon, fratello di Angelo, la sposa e lo sposo.Foto a sinistra. 1940 circa. Da sinistra, Enrico Carlon, figlio di Luigi ed Ester, e Mario, figlio di Angelo.

Foto sopra. Foto di gruppo, in occasione del battesimo di Livia, figlia di Vincenzo e di Marina, nel1943. Da sinistra: I padrini della neonata, Angela Carlon Brolo e Agostino Carlon de Lorenth, BrunaZambon e Umberto Carlon, la nonna, Luigia Carlon, la madre Cencia con la piccola Livia e lanonna materna, Angelica Mezzarobba, e la prozia Angela. Davanti al gruppo, con il fiocco tra icapelli, la sorellina Luigia-Gina. Il padre della neonata era assente, perché impegnato nella guerrad’Albania. Curiosità! Questa foto fu conservata da Vincenzo per l’intera durata del periodo bellico.

Foto sopra. Livia e Luigia-Gina, figlie di Vincenzo e Ma -rina, negli anni 1944/45. La foto fu scattata dal signorMoretti, datore di lavoro di Ma rina, in occasione di unpran zo dai Ros.

Foto sopra. 14 febbraio 1944. Matrimonio di Bruna Zambon conUmberto Carlon, Gli sposi tra i genitori di Umberto, nel cortile dei Ros.

Foto sopra. La piccola Maria, nel cortile dei Ros. Era agosto1945, il giorno del battesimo.

Foto sopra. Anno 1954. Maria e Gabriella, figlie di Umberto e Bruna.Foto a sinistra. 4 giugno 1949, il giorno del matrimonio di Attilio edOnelia Mezza robba. Gli sposi all’uscita della chiesa di Budoia.Foto sotto. La sposa Onelia è accompagnata nella sua camera dallasuocera Luigia.

Foto sopra. Nel cortile di casa Ros il giorno del matrimonio di Attilio e Onelia. Al centro i geni-tori Gigia e Andol e Antonio ed Elena Mezzarobba.Foto a destra in alto. Giovanni Battista Carlon, alpino a Pec, in Albania dal 2 marzo 1941 al 26maggio 1941. Rimase in guerra fino all’agosto del 1945.Foto a destra. Un gruppo tutto al femminile. Onelia e Bruna con le bambine Marina Del ZottoMunar, Luigia Gina, Livia e Maria. Era il 1949.

Foto a sinistra. Il matrimonio di Giacomo con Maria Gottardo (30.01.1954). Gli sposi insie-me alla madre dello sposo.Foto sotto. Milano, il 20 aprile 1953, il nonno Andol tra il figlio Giacomo e la futura nuora Maria.

Foto sopra. Michele Carlon nel giornodella sua prima Comunione, nel 1960.Foto a destra. Settembre 1960. Loredana(a sinistra), Angela (a destra) e Graziellacon Antonio (al centro).

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Annan. 17.09.1848

Agostinon. 09.05.1847

Santan. 15.07.1853

Domenicon. 04.03.1857

Giacomon. 20.02.1757 · m. ?

SPOSAMaria Trevisan

Agostinon. 31.12.1788 · m. 28.12.1840

SPOSATeresa Besa

Angelo Gio Marian. 15.07.1822 · m. 13.02.1907

SPOSAGiovanna Carlon

di Tomaso e Maria Zambonn. 08.05.1826 · m. 20.02.1908

Vincenzon. 28.03.1851 · m. 04.03.1944

SPOSAil 26.10.1875

Maria Dedor Bariseln. 13.10.1854 · m. 05.11.1921

Angelon. 07.07.1888 · m. 18.07.1976

SPOSAil 01.02.1913

Luigia Mezzarobban. 22.02.1891 · m. 17.01.1957

Caterinan. 21.10.1886 · m. 03.02.1964

Luigian. 22.08.1884 · m. 11.04.1960

Giovannan. 27.07.1880 · m. 12.03.1956

Luigin. 17.09.1890 · m. 14.04.1959

Giacomon. 13.02.1893 · m. 01.09.1894

Angelan. 13.07.1895 · m. 23.03.1941

Marion. 19.05.1916 · m. 04.01.1941

(Fronte greco-albanese)

Umberton. 01.01.1915

SPOSAil 19.02.1944

Bruna Zambon Colusn. 08.11.1924

Vincenzon. 03.12.1913 · m. 28.03.1984

SPOSAil 01.02.1939

Marina Mezzarobba Paschern. 16.12.1915 · m. 08.09.1993

Giovanni Battistan. 15.02.1920 · m. 17.03.2004

SPOSAil 16.01.1952

Maria Zambon Tarabin n. 11.10.1924

Attilion. 23.07.1924

SPOSAil 04.06.1949

Onelia Mezzarobba Paschern. 05.11.1926 · m. 17.11.1985

Giacomon. 30.04.1927 · m. 15.07.2000

SPOSAil 30.01.1954

Maria Gottardon. 17.10.1927

Livia Marian. 30.06.1943 · m. 01.12.1987

SPOSAGiorgio Ruil’08.05.1966

Luigia (Gina)n. 18.10.1940

SPOSAEmilio Puppin Putelate

il 27.11.1963

Angelo Michelen. 08.11.1953

SPOSAAnna Piazzolla

il 23.06.1979

Angelan. 29.03.1947

SPOSAMario Zambon Tarabin

il 21.08.1971

?n. 04.03.1857

Teresan. 17.05.1858 · m. 06.01.1947

Maria Luigian. 08.10.1861 · m. 11.01.1946

Annan. 28.12.1845

Alessandron. 18.12.1964

Oriettan. 19.12.1968

SPOSAAngelo Della Toffola

il 16.09.2006

Cristinan. 24.09.1968

SPOSASantino Tomasello

il 16.09.1995

Lorenzon. 13.12.2006

Andrean. 02.06.1973

Federican. 29.05.1977

Vincenzo Simonen. 05.04.1986

Cristiann. 19.04.1991

Lauran. 11.04.1970

SPOSAIvo Vicenziil 20.05.2007

Marco Umberton. 09.02.1973

SPOSAMarina Antonella Leoni

il 24.06.2006

Maria Angelan. 26.07.1945

SPOSAAlessandro Bosser

il 16.10.1966

Gabriella Valentinan. 09.01.1949

SPOSASergio Carugo

il 30.01.1971

Stefanon. 07.12.1977

SPOSAFrancesca Angeloni

il 03.09.2005

Marion. 11.06.1952

SPOSAil 17.10.1987

Angela Galasson. 07.01.1952

Brunon. 11.02.1956

Roberton. 24.06.1988

Graziellan. 13.11.1950

Elenan./m. 11.11.1949

Antonion. 11.01.1960 · m. 05.11.1975

Alessandra Carminan. 29.02.1984

Valentina Carlan. 19.10.1983

Lorenzon. 14.11.1997

Maddalena Vanian. 19.07.1954

SPOSAPietro Giorgio Tosti

il 29.08.1976

Ivanan. 16.04.1958

SPOSAGaetano Giorgio Dammacco

il 09.08.1980

Danielen. 27.11.1977

I Carlon Ros · il ramo de Andol

La sera quando la famiglia era riunita, recita-vamo il rosario. Il nonno teneva «testa a tutti»e se qualcuno non era attento la sua voceaumentava di tono e se ciò non era sufficien-te batteva con il suo bastone sul pavimento oal feva de moto e a questo punto arrivava lasgridata dei genitori e anche qualche sberla.La nonna invece ci raccomandava: quan che isona le ciampane via pal dì feve al segno dela cros, bisogna pensasse e ringrathià al Si -gnor Iddio.La cena: un’enorme polenta cotta nella cial-diera granda e girata con la macchina.Quanti ricordi in famiglia; in quella grandecasa che cresceva nelle sue dimensioni manmano che i figli si sposavano e quindi c’erabi sogno di una camera.Gli spazi nel grande cortile condiviso con tuttinoi bambini, nipoti del nonno Angelo e dellozio Luigi, suo fratello. Il barba Gigi e l’agnaEster.Le lunghe corse a perdifiato con i cugini, i vi -cini grandi e piccoli; era un gruppo numero-so e al via del gioco correvamo senza confinie tutti arrivavano anche i più piccoli anchequel li che cadevano. Eravamo amici.Com’era bello giocare tutti insieme a fare lecorse nel cortile lunghissimo si poteva spazia-re da un capo all’altro anche se una parte nonera più di proprietà della famiglia perché i duefratelli i se aveva spartit, al cortif de lor lassù.Anche il cane di nome Lampo legato allalunga catena abbaiava e correva giocando connoi.Quando stanchi di correre cambiavamo gio -co: le catabutole.Quante catabutole (capriole) nel campo vici-no sembrava creato per noi. Un meravigliosopra to con un piccolo dosso la riva de Tovarioel prat de Remondin. Quanti ruzzoloni! Co meeravamo sporchi e stanchi la sera.Io vincevo sempre la gara di velocità, ero ilcapo, inventavo il gioco e davo il via, eromolto vivace, tanto che mia nonna Gigia ognitanto mi legava alla gamba del tavolo così perun po’ poteva tenermi sotto controllo.Che bello giocare a nascondino c’erano cosìtanti posti, il gioco non finiva mai.Quando pioveva giocavamo sotto le porte, ilportone d’entrata, col savalon e patus, o sotela lobia (riparo per carri ed attrezzi di lavoro)e qualche volta, perché faceva molto freddo,nella tieda (stanza in cui venivano conservatii prodotti dell’agricoltura) con la bambola depetha a fare un vestitino con qualche stricutache la mamma ci regalava.A metà pomeriggio la nonna Gigia ci richia-mava per fare merenda tutti uguale e poi giùcon un bon cop de aga oppure alla pompa cheavevamo fuori dal portone sulla crosera.Qualche volta la nonna la ne dheva ’na cara-mela. Prendeva dalle enormi tasche dellagon na o grembiule, ne ricordo ancora il gesto

affettuoso, una cartina blu: c’era un pizzico dimiscela di caffè con una presina di zucchero.Che buon profumo! E che buon gusto.La nonna sapeva rimediare alle birbonate dinoi bimbi e quando discuteva con il nonno glidiceva: «su su Andol ’i e fioi bisogna lassàcore» e il nonno: «Eh, Gigia! Orco demonio...Gigia».La sera d’inverno ’n tel stale in fila il nonno ei papà riparavano attrezzi da lavoro o faceva-no piccoli utili oggetti in legno, la nonna e lemamme chine sul lavoro a maglia o cucito enoi bambini quante risate, dispetti e catabuto-le ’n tel fen insomma non ne avevamo maibasta di giocare ma quando ci fermavamoeravamo sfiniti e ci addormentavamo felici.Quanta allegria, felicità spensieratezza.

Nes suno era musone. Noi bambini condivide-vamo anche il riposo, i più grandetti in unastanza, ma il gioco continuava anche se c’eratanto buio, ridevamo a raccontare cose inven-tate, a fare bu a quello più piccolo che si spa-ventava poi... da sotto la porta filtrava unapiccola luce... silenzio, fermi tutti e in un atti-mo eravamo addormentati.Che bei ricordi dei tempi trascorsi in teneraetà: ma poi le cose cambiarono. Il grande cor-tile fu diviso con una griglia e diventò... elcortif de lor de là.Successivamente i miei genitori si trasferiro-no a Milano e la vita si trasformò.Custodisco nel mio cuore e nella mia mentequesti dolci ricordi. Sono stata fortunata: hoconosciuto la semplice spensieratezza.

Foto sopra. Agosto 2000. Una gita al Lido di Venezia con tutti i nipoti e pronipoti di Andol de Ros. In alto, da sinistra:Vincenzo di Michele, Santino Tomasello, Angela, Cristina Rui, Andrea Zambon, Cristian, Anna Piazzola, Michele. In basso:Mario, Angela Galasso, Maria, Mario Zambon, Alessandro Bosser e Graziella.Foto a sinistra. Il nonno Andol riceve l’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto dal sindaco Del Maschio.

In seguito dopo gli anni ’70 ci fu ancora unaspartizione degli ultimi oggetti della famiglia.Ho impresso lo sguardo di profonda amarez-za che esprimevano gli occhi del nonno inquei momenti.Che grande dolore vedere assegnato ai figli lepoche restanti sostanze della famiglia! Digesti di grande generosità e autorevolezza èstato protagonista! Che profondo insegna-mento per il valore della vita (senso di vita), ilrispetto delle tradizioni e della natura nellequattro stagioni!Vita dura e tribulata.La serena attesa della morte con sofferenza etanta dignità senza rumore.

Maria Carlon Ros

Sopra. Documento, datato 5 settembre 1941, che testimo -nia la partecipazione del presidente e del direttore del l’As -sociazione Nazionale Caduti in guerra al dolore della fa -miglia per la perdita del soldato Mario Carlon, morto sulfron te greco, il 4 gennaio 1941.

Foto sopra. Matrimonio di Maria con Alessandro, nel1966. Insieme con gli sposi la cugina Vania.Foto a destra. Tita e Maria con i figli Mario e Bruno almatrimonio di Maria ed Ales sandro.

Casa Ros con la nicchia contenente «La Madonna col Bambino», opera diValentino Del Maschio Burela, realizzata a Venezia, negli anni 1925/26. Lunga fu l’attesa della consegna dell’opera, tanto da divenire frequente argo-mento, durante le serate trascorse in stalla. Curiosità e meraviglia s’impresse-ro nei volti dei bimbi, al momento dell’evento.