Al lavoro in bicicletta

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16/3/2014 Diego Zardini 1 Al lavoro in bicicletta Proposta di legge

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Una mozione che richiede il riconoscimento in caso di incidente stradale dell'infortunio in itinere, ovvero della garanzia alla piena tutela, comprensiva dell’indennità, a tutti coloro che si recano al lavoro in bicicletta.

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Al lavoro in biciclettaProposta di legge

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FIAB

La Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus) ha promosso sin dal 2007, numerose iniziative, documentate nel sito www.bici-initinere.info, a sostegno del riconoscimento dell’infortunio in itinere e, quindi, della promozione dell’uso della bicicletta per recarsi al lavoro, ottenendo vasti consensi da parte dei cittadini, degli enti locali e delle

associazioni ciclistiche.

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La legislatura precedente

La Fiab ha elaborato una proposta di legge per

chiedere la tutela assicurativa per chi subisce un

infortunio in bicicletta nel tragitto casa-lavoro. Per

questo motivo sono state raccolte 12 mila firme (in

forma cartacea e on-line), poi consegnate al Gruppo

interparlamentare Amici della Bicicletta. La proposta

di legge, pur approdando in Parlamento, non è stata

discussa ed approvata. La Fiab ha anche scritto

all’Inail ed a quanti potessero avere a cuore questa

problematica.

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Interrogazioni

Il 25/1/2012 il deputato Ermete Realacci ed i senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, del Partito

Democratico, hanno presentato rispettivamente alla

Camera dei Deputati ed al Senato un’interrogazione al

Ministro del Lavoro a sostegno della proposta della Fiab

senza ricevere alcuna risposta.Il Ministro del Lavoro Enrico Giovanni nel rispondere ad

una nuova interrogazione di Ermete Realacci del

29/4/2013 ha confermato l’uso necessitato della

bicicletta e ha osservato che le istanze avanzate dalla Fiab possono trovare accoglimento a condizione di

introdurre modifiche normative.

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La normativa vigenteArt. 2 del D.P.R. 30/6/1965, n. 1124, così come novellato dall’art. 12 del D.

Lgs. 23/2/ 2000, n. 38: "Salvo il caso di interruzione o deviazione del tutto

indipendenti dal lavoro o, comunque, non necessitate, l'assicurazione

comprende gli infortuni occorsi alle persone assicurate durante il normale

percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro,

durante il normale percorso che collega due luoghi di lavoro se il lavoratore

ha più rapporti di lavoro e, qualora non sia presente un servizio di mensa

aziendale, durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di

lavoro a quello di consumazione abituale dei pasti. L'interruzione e la

deviazione si intendono necessitate quando sono dovute a cause di forza

maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili o all'adempimento di

obblighi penalmente rilevanti. L'assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purché necessitato. Restano, in

questo caso, esclusi gli infortuni direttamente cagionati dall'abuso di alcolici

e di psicofarmaci o dall'uso non terapeutico di stupefacenti ed

allucinogeni; l'assicurazione, inoltre, non opera nei confronti del conducente

sprovvisto della prescritta abilitazione di guida."

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La legislazione vigente in materia di infortuni condiziona

e discrimina il riconoscimento dell’indennizzo nel caso di incidente da parte del lavoratore che usa la bicicletta

per recarsi al lavoro. Infatti, il riconoscimento

dell’infortunio e l’erogazione della relativa indennità

viene effettuata, qualora il mezzo utilizzato sia la

bicicletta, solo nei seguenti casi: -assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto;

-non percorribilità a piedi del tragitto casa e lavoro e

viceversa;

- incidente avvenuto solo all’interno di piste ciclabili o di zone interdette al traffico.

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Le condizioni normative per gli utenti della mobilità

ciclistica sono talmente restrittive che: - disincentivano l’utilizzo della bicicletta per raggiungere il

luogo di lavoro, penalizzando proprio il mezzo che non

inquina, non congestiona i centri abitati e non

rappresenta quasi alcun pericolo per gli altri utenti della

strada; - rendono irrealistica la possibilità dell’indennizzo da

parte dell’Inail, tenuto conto del ritardo che si registra in

molti centri urbani rispetto alla realizzazione di interventi

per favorire la mobilità ciclistica e per la realizzazione di reti di percorsi ciclabili integrati.

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L’impegno di Diego Zardini

Diego Zardini, consapevole che l’unica strada percorribile

è quella della modifica della normativa vigente, ha

predisposto e presentato una proposta di legge al fine di

realizzare una completa tutela nei confronti di coloro che si

recano al lavoro in bicicletta nel caso di incidente. Si ritiene che la società italiana, considerato il consenso

espresso in numerose occasioni da parte dei cittadini e

delle associazioni dei ciclisti, sia preparata ad un cambio

di paradigma che privilegi l’uso della bicicletta per recarsi

al lavoro per i benefici che l’uso di tale mezzo di trasporto realizza a vantaggio delle comunità.

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All’articolo 2, del Decreto del Presidente della Repubblica

30 giungo 1965, n. 1124, il terzo periodo è sostituito dal

seguente: “L'assicurazione opera comunque nel caso di utilizzo di velocipedi, di cui all’articolo 50 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e, nel caso di altro mezzo di trasporto privato, purché necessitato.”La proposta prospetta di eliminare la condizione di mezzo

necessitato di trasporto della bicicletta, adoperata dal

lavoratore per il collegamento tra abitazione e luogo di lavoro al fine di riconoscere la piena tutela derivante

dall’infortunio in itinere per l’impatto positivo che tale

mezzo di trasporto implica sul benessere sociale ed

economico dei cittadini.

La proposta di legge

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I deputati che hanno condiviso e sottoscritto la proposta di legge Zardini sono: GANDOLFI Paolo; ARLOTTI Tiziano; BONOMO Francesca; BRAGA Chiara; BRATTI Alessandro; CARRA Marco; CASELLATO Floriana; CENNI Susanna; CIVATI Giuseppe; COMINELLI Miriam; DAL MORO Gian Pietro; D'ARIENZO Vincenzo; DECARO Antonio; GADDA Maria Chiara; GUERINI Giuseppe; MAESTRI Patrizia;

MANZI Irene; MAURI Matteo; MOGNATO Michele; MONTRONI Daniele; NARDUOLO Giulia; PELLEGRINO Serena; QUARTAPELLE PROCOPIO Lia; RAMPI Roberto; ROTTA Alessia; RUGHETTI Angelo; SANNA Giovanna; VELO Silvia; ZANIN Giorgio; ZAPPULLA Giuseppe. I deputati che hanno sottoscritto la proposta appartengono ai gruppi parlamentari del Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia e Sinistra Ecologia e Libertà.

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Benefici della proposta di leggeImpatto

ambientale

Costi legatialla mobilità

Tutela dellasalute

Al lavoro in bicicletta

Decongestione del traffico

Efficacia sul lavoro

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Dichiarazione di Diego Zardini

“La proposta di legge si pone l’obiettivo di liberare

dalle limitazioni normative l’uso della bicicletta e

specificatamente dall’utilizzo necessitato di tale

mezzo durante il percorso di andata e ritorno dal

luogo di abitazione a quello di lavoro quale

condizione di indennizzo completo dell’infortunio in

itinere. L’approvazione della proposta di legge

produrrà degli effetti positivi sull’ambiente, sui centri

urbani e sulla qualità della vita dei cittadini”.

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Dichiarazione di Giulietta Pagliaccio,

Presidente FIAB

“Promuovere l'utilizzo della bicicletta nei percorsi

casa-lavoro può dare risposte importanti ai problemi

di inquinamento e congestione delle nostre città. E'

per questo necessario dare ai lavoratori la possibilità

di scegliere serenamente di utilizzare la bicicletta per

i loro spostamenti casa-lavoro garantendo la

copertura assicurativa INAIL: è una scelta

consapevole che il lavoratore fa non solo per se

stesso ma a favore della collettività tutta”.

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Le città

La legislazione vigente in materia di infortuni in itinere per quanto riguarda il caso dell’uso della bicicletta non

risponde più alle esigenze sociali ed economiche delle

città e di uno Stato moderno che pone attenzione:

- all’impatto ambientale (inquinamento acustico,

atmosferico ed emissione del gas serra);- ai costi legati alla mobilità urbana (benzina, ticket

parcheggio);

- alla tutela della salute dei cittadini (aspettativa di vita più

lunga, riduzione dello stress);

- alla riduzione del traffico sulle strade (decongestione del traffico, riduzione degli incidenti in itinere).

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I centri urbani sono profondamente cambiati e trasformati

ed hanno bisogno sempre di più di risolvere alcuni

problemi fondamentali, quali l’inquinamento e la

congestione del traffico, che possono essere affrontati con una pluralità di interventi, tra i quali assume rilevanza

la rimozione degli ostacoli di ordine legislativo che

scoraggiano l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro.

L’uso della bicicletta ha degli effetti positivi, riconosciuti

dalla letteratura e dimostrati da specifici studi scientifici, sui cittadini che la usano, sulle città e sulle imprese che

facilitano l’uso di tale mezzo e di conseguenza sugli stati

e sul pianeta.

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Le imprese

Alcuni studi affermano che il dipendente che arriva

al lavoro in bicicletta, mantenendo una forma fisica

migliore e un livello di stress inferiore, è più

produttivo della media. Inoltre l’impresa può trarne

dei vantaggi in termini, ad esempio, di riduzione dei

parcheggi da prevedere, migliore immagine

dell’impresa almeno sulla comunità locale e

riduzione delle assenze per malattia.

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Le imprese possono agevolare o incentivare l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro attraverso: - la predisposizione di rastrelliere coperte e sicure per il parcheggio delle biciclette; - la disposizione all’interno dei parcheggi per le biciclette di prese di corrente per il carico delle batterie delle biciclette a pedalata assistita o elettriche; - la stipulazione di accordi con le società di bike sharring e con negozi di articoli sportivi per dotare il personale di buoni sconto per l’acquisto della bicicletta e per l’abbonamento al servizio di noleggio; -l’incentivazione, in collaborazione con gli enti locali, della progettazione o del completamento di piste ciclabili; -l’individuazione e la predisposizione di spazi all’interno dell’impresa da adibire a spogliatoi, magari anche con delle docce a disposizione del personale che arriva in bicicletta.

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L’attuale crisi economica e la dipendenza dall’estero

in materia energetica impone all’Italia di promuovere

delle forme alternative di produzione ed

approvvigionamento energetico e di utilizzo di mezzi

di trasporto per recarsi al lavoro che incidano

positivamente sul consumo e sul risparmio

energetico che in questo caso sono rappresentate

dall’utilizzo della bicicletta.

La crisi economica

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In Europa l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro è in

ogni caso incentivato e promosso al fine di promuovere la qualità della vita dei cittadini. Numerose città europee

(Amsterdam, Barcellona, Brema, Copenaghen, Graz

Edimburgo, Ferrara, Strasburgo, Londra) hanno applicato

alcune misure a favore dell’uso delle biciclette con il risultato di ridurre l’uso individuale della macchina e

l’emissione di gas con effetto serra, dimostrando così che

l’uso sfrenato dell’automobile non garantisce la mobilità

della collettività e la salute dei cittadini. Alcuni sondaggi

rilevano che i cittadini europei ritengono giusto riservare alla bicicletta un trattamento preferenziale rispetto

all’automobile.

Europa

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Francia

Il piano di mobilità della Francia attivato dal ministro dei

trasporti, Frédéric Cuvillier, prevede le seguenti misure: - la creazione di parcheggi sicuri in prossimità di tutte le principali stazioni ferroviarie entro il 2020, oltre che all'interno delle aziende munite di posti auto per i dipendenti; - la eliminazione dell’obbligo per i ciclisti di procedere sempre sul margine destro della strada; - l’autorizzazione per i ciclisti, in presenza di condizioni di sicurezza, alla svolta a destra in caso di semaforo rosso; l’invito alle grandi aziende di aderire al piano, attivando la sperimentazione di un'indennità

chilometrica per i lavoratori che sostituiranno la bici all'automobile per raggiungere il posto di lavoro. Il risarcimento è stato stabilito in 25 centesimi di euro per km.

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Appello

Non è sufficiente aver presentato la proposta di

legge, la quale può anche non essere messa in

calendario e discussa nella Commissione

competente e nel Parlamento così come è

avvenuto nella precedente legislatura nonostante

l’ampio consenso espresso dai cittadini, dalle

associazioni ciclistiche e dagli enti locali alla Fiab.

Occorre realizzare una grande mobilitazione a

sostegno della proposta di legge affinché inizi al più

presto l’iter parlamentare.

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Link per le iniziative

Si segnalano le seguenti iniziative da sostenere:

- Al lavoro in bicicletta su Facebookhttps://www.facebook.com/#!/allavoroinbicicletta?fref=ts

- Petizione da sottoscrivere su change.org.it

http://chn.ge/N2MdGb

- Mozione da approvare nei consigli su change.org

http://goo.gl/G2aull

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Al lavoro in bicicletta

Il deputato Diego Zardini