Aivanhov. Il Senso Del SILENZIO -- EdizioniPDF

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Omraam Mikhaël Aïvanhov altopiano di Castelluccio di Norcia 2012 “Quanto ci si sbaglia pensando che il silenzio sia necessariamente il deserto, il vuoto, l’assenza di ogni attività, di ogni creazione, in una parola: il nulla! In realtà vi è silenzio e silenzio. . . e in senso generale si può dire che ne esi- stono due tipi: quello della morte e quello della vita superiore. Ed è proprio quest’ultimo silenzio che va compreso e di cui stiamo parlando qui.

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Aivanhov. Il Senso del SILENZIO

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Omraam Mikhaël Aïvanhov

altopiano di Castelluccio di Norcia

2012

“Quanto ci si sbaglia pensando che il silenzio sia necessariamente il deserto,il vuoto, l’assenza di ogni attività, di ogni creazione, in una parola: il nulla!In realtà vi è silenzio e silenzio. . . e in senso generale si può dire che ne esi-stono due tipi: quello della morte e quello della vita superiore. Ed è proprioquest’ultimo silenzio che va compreso e di cui stiamo parlando qui.”

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Capitolo 1RUMORE E SILENZIO

Se andate a far visita a una famiglia, appena apertala porta, siete assaliti dal chiasso: cani cheabbaiano, bambini che si azzuffano e piangono,radio e televisione che urlano, genitori che gridano,porte che sbattono. . .Vivendo continuamente inmezzo a tutto quel rumore, com’è possibile che lagente non abbia i nervi a pezzi? Nelle strade,nelle città, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoroc’è soltanto rumore. Nella natura si trova sempremeno il silenzio, e ora persino il cielo è diventatorumoroso! Ci si domanda dove andare per trovareun po’ di silenzio. . .

È per questo che, quando venite ai nostri congressi,io vi prego di prestare attenzione onde fare il minorrumore possibile. Izgrev, il Bonfin e tutti gli altricentri della Fratellanza sono luoghi dove venite alfine di rigenerarvi e di compiere un lavoro spiritualee per trovare quelle condizioni che vi mancano nellavita di tutti i giorni. Vi prego dunque di fare ognisforzo per non portare qui il frastuono del mondoesterno.

Mi rendo conto di quanto questo all’inizio possasembrare difficile per alcuni; non fare rumore non èla maggiore preoccupazione degli uomini; essiparlano a voce alta, gridano, urtano gli oggetti. . .Non viene loro neppure in mente che talecomportamento potrebbe essere nocivo per lorostessi e per gli altri.Si manifestano così comesono; si trovano benissimo comportandosi inquesto modo, e a chi sta loro intorno non rimaneche sopportarli. Questa forma di egoismo è

molto pregiudizievole per l’evoluzione.Bisognabadare, invece, a non disturbare gli altri colrumore: è così facendo che si acquista coscienzae si sviluppano molte qualità: la delicatezza, lasensibilità, la bontà, la generosità, l’armonia. Esaremo noi i primi a trarne beneficio! Ci si deverender conto dell’importanza del legame che esistetra un certo atteggiamento e tutto il restodell’esistenza.

Quanto a me, io ho bisogno del silenzio. È solonel silenzio che mi espando e trovo le condizionifavorevoli al mio lavoro. Il rumore è per meimpossibile da sopportare; mi induce a fuggire.Quando sento rumore, ho un solo desiderio:abbandonare tutto e andarmene il più lontanopossibile. È ovvio che chi viene qui per la primavolta si senta un po’ turbato da questo silenzio.

Non essendovi abituato, si chiede: «Ma dove sonocapitato? Parrebbe in un convento!» Perché proprioun convento?Il silenzio non è prerogativa deiconventi, ma della natura, di tutti i saggi, di tuttigli Iniziati e di tutte le persone assennate.

Più si è evoluti, più si ha bisogno di silenzio.Essere chiassosi non è quindi un buon segno.Quante persone fanno chiasso affinché le si noti!Parlano a voce alta, ridono, entrano senza riguardonella sala quando gli altri sono già seduti al loroposto, urtano e scompigliano gli oggetti al soloscopo di attirare l’attenzione.Far rumore è perloro un modo di affermarsi, di dimostrare chesono presenti. Ebbene, devono sapere che ibarili

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vuoti sono quelli che fanno più rumore: la loropresenza si nota immediatamente! E quante personesono, in realtà, simili a barili vuoti: vannodappertutto producendo un chiasso assordante, cherivela la loro inettitudine, la loro mediocrità.

Io osservo le persone, e il loro comportamento mirivela immediatamente la loro educazione, il lorocarattere, il loro temperamento e il loro grado dievoluzione. Tutto viene espresso dal loro modo dipresentarsi e di parlare. Alcuni parlano come percoprire, per nascondere qualcosa, come setemessero che il silenzio fosse in grado di rivelareciò che vorrebbero a ragione dissimulare. Subito,dal primo incontro, devono raccontare ogni tipo distorie perché ci si faccia una determinata idea diloro, degli altri e di ciò che narrano. Direte: «Maparlano per fare conoscenza!» D’accordo, maperfare conoscenza il silenzio è talvolta piùeloquente della parola. Sì, vivendo insieme alcuniminuti di silenzio, ci si conosce meglio chefacendo una lunga, inutile chiacchierata.

Il rumore trattiene l’uomo nei piani psichiciinferiori : gli impedisce di entrare in quel mondosottile dove il movimento diventa più facile, lavisione più chiara e il pensiero più creativo. È veroche il pensiero è l’espressione della vita, ma non deilivelli superiori della vita; esso rivela piuttostoun’imperfezione nella struttura o nel funzionamentodegli esseri e degli oggetti. Quando una macchina oun apparecchio hanno dei guasti, fanno ogni tipo dirumore; è per questo che i costruttori sipreoccupano sempre più di mettere a punto deicongegni silenziosi, essendo consapevoli dicontribuire in tal modo a una vera miglioria:ilsilenzio è sempre indice di perfezione.

Il dolore stesso è un rumore che ci avverte che neinostri organi le cose stanno per guastarsi. In uncorpo sano, gli organi sono silenziosi. È vero cheessi si fanno sentire dal momento che sono vivi, masi esprimono senza rumore. Il silenzio è il segnaleche tutto nell’organismo funziona bene. Quandoqualcosa comincia a stridere, fate attenzione: quelloè l’annuncio della malattia.

Il silenzio è il linguaggio della perfezione, mentre ilrumore è l’espressione di una situazione difettosa,di un’anomalia o di una vita ancora disordinata,anarchica e bisognosa di essere padroneggiata,elaborata.I bambini, per esempio, sono rumorosi

perché traboccano di energia e di vitalità. Lepersone anziane, al contrario, sono silenziose. Voiobietterete: «È ovvio: gli anziani amano il silenzioperché hanno meno forze, per cui il rumore lidisturba.» Entro certi limiti questo è vero, mapuòanche darsi che ci sia stata in loro un’evoluzionee che ora sia il loro spirito a desiderare il silenzio.Per riesaminare la propria vita, riflettere etrarne insegnamenti, essi hanno bisogno di quelsilenzio in cui viene fatto tutto un lavoro didistacco, di semplificazione, di sintesi. La ricercadel silenzio è un processo interiore che conduce gliesseri alla luce e alla vera comprensione delle cose.

Col passare degli anni, l’uomo comprende semprepiù che il rumore è un ostacolo per il lavoro, mentreil silenzio è un fattore di ispirazione; ed egli lo cercaper donare al suo cuore, alla sua anima e al suospirito la possibilità di manifestarsi tramite lameditazione, la preghiera, la creazione filosofica eartistica. Tuttaviamolti non amano il silenzio efanno fatica a sopportarlo; essi sono come ibambini che si trovano a loro agio soltanto in mezzoall’animazione e al frastuono,il che dimostra chedevono ancora lavorare molto per avere una veravita interiore . Persino il silenzio della natura lidisturba e, quando si incontrano, si affrettano aparlare, a parlare come se il silenzio li mettesse adisagio: essi lo considerano un vuoto da colmare diparole e di gesti, ed è per questo che ne hannopaura: il silenzio può perfino farli impazzire. Nonavendo più nulla di esterno per distrarsi e stordirsi,non possono più sfuggire ai loro demoni interiori.

Il silenzio è l’espressione della pace,dell’armonia, della perfezione. Chi comincia adamare il silenzio, chi capisce che il silenzio gli offrele condizioni migliori per l’attività psichica espirituale, giunge un po’ alla volta a realizzarlo intutto ciò che fa: quando sposta gli oggetti, quandoparla, quando cammina, quando lavora,invece diagitarsi tanto si fa più attento, più delicato, piùagile, e tutto ciò che fa si impregna di qualcosache sembra venire da un altro mondo, da unmondo che è poesia, musica, danza e ispirazione.

In quanto discepoli dell’Insegnamento dellaFratellanza Bianca Universale, dovete sapere che cisono delle regole da conoscere e da rispettare e dellequalità da sviluppare se volete veramentemanifestarvi in questa Fratellanza come un membro

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4 CAPITOLO 1. RUMORE E SILENZIO

attivo e luminoso. Una di queste regole, una diqueste qualità è il silenzio. Quindi imparate adamare e a praticare il silenzio, altrimenti, anche se

siete qui col vostro corpo fisico, la vostra anima e ilvostro spirito saranno sempre altrove.

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Capitolo 2REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE

Sul piano fisico è facile ottenere il silenzio: bastachiudere la porta, le finestre o tapparsi le orecchie.Noi, qui, non parliamo delsilenzio esteriore. Esso èsicuramente necessario, indispensabile, nella misurain cui offre le condizioni per realizzarel’altrosilenzio, quello interiore,quello dei pensieri e deisentimenti, cosa che è molto più difficile daconseguire. Infatti, è soprattutto là, nel mondointeriore, che vi sono rumore, discordanze,agitazione ed esplosioni.

Purtroppo, quando si cerca di spiegare agli uominiche è nel loro interesse realizzare il silenziointeriore, e quando vengono loro persino proposti imetodi per giungervi, essi non prestano ascolto, noncomprendono; equel rumore che mantengonodentro di loro si riflette nella loro condottadisordinata e cacofonica.

Se frequentate una Scuola iniziatica, è perimparare cose essenziali, altrimenti non ne vale lapena.E una delle cose essenziali è proprio larealizzazione del silenzio interiore. Perciò cercateogni giorno di compiere degli sforzi per evitare ilrumore che si forma dentro di voi: discussioni,ribellioni e subbuglio, provocati da pensieri, dadesideri e da sentimenti mal dominati.Per sfuggirea tale chiasso, dovete sforzarvi di non vivere piùalla superficie delle cose, esposti alle agitazioni eai turbamenti che vi si producono, ma liberarvidagli affanni e dalle preoccupazioni prosaiche, e,soprattutto, cambiare la natura dei vostri bisogni.Finché resterete con i soliti bisogni, non riuscirete a

liberarvi. Ogni bisogno e ogni desiderio vimettono su determinati binari, ed è così che,secondo la natura dei vostri bisogni, verrete atrovarvi in un mondo infestato da fiere ruggentioppure in un mondo popolato da creature celesti chevi accoglieranno con canti armoniosi.

Per il momento, il silenzio che siete riusciti aottenere non è in realtà molto silenzioso. Quantevolte ne avrete fatto voi stessi l’esperienza!Chiudete gli occhi, e tutti i vostri problemi, le vostrepreoccupazioni, le vostre animosità salgono allasuperficie. In questo sedicente silenzio, continuate alitigare con vostra moglie, date una sculacciata aivostri bambini, regolate i conti col vostro vicino chevi ha contrariato, reclamate un aumento distipendio, e tuttavia voi lo chiamate silenzio.Ebbene no, quello è frastuono!

Vi sono persino persone di cui si ha l’impressione dipercepire il rumore interiore. Esse hanno un belrestar ferme e mantenersi in silenzio; presso di lorosi sente un frastuono assordante.Tuttavia capitaanche di incontrare certi esseri, purtroppo moltorari, che sembrano circondati di silenzio. Anchequando parlano, emana da loro qualcosa disilenzioso. Infatti, il silenzio è una qualità dellavita interiore . Ma potrete capirmi solo quandosarete riusciti a rimanere almeno qualche minuto nelvero silenzio, cosa che forse non vi è ancora maicapitata.

Quanto ci si sbaglia pensando che il silenzio sianecessariamente il deserto, il vuoto, l’assenza di

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6 CAPITOLO 2. REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE

ogni attività, di ogni creazione, in una parola: ilnulla! In realtà vi è silenzio e silenzio. . . e in sensogenerale si può dire che ne esistono due tipi: quellodella morte e quello della vita superiore. Ed èproprio quest’ultimo silenzio che va compreso e dicui stiamo parlando qui. Questo silenzio non èinerzia ma lavoro, intensa attività che si realizza inseno a un’armonia profonda. Esso non è nemmenoun vuoto, un’assenza, mauna pienezzaparagonabile a quella che provano gli esseri unitida un grande amore, i quali vivono qualcosa ditalmente intenso che non possono esprimerlo néa gesti né a parole.

Nell’uomo, il silenzio è il risultato di un’armonianei tre piani fisico, astrale e mentale. Perintrodurre il silenzio in voi, dovete quindisforzarvi di creare l’armonia nel corpo fisico, neisentimenti e nei pensieri. Vi è certamente capitatodi sentire talvolta instaurarsi in voi all’improvvisoun silenzio molto profondo, come se si fossebruscamente interrotto quel rumore interiore di cuifino a quel momento non vi accorgevate, poiché vieravate costantemente immersi. Questo silenzio èsentito come una liberazione, un alleggerimento,come se all’improvviso un peso cadesse dallespalle, si avesse l’impressione di sciogliersi dallepastoie, si udissero aprire delle porte e infine siavvertisse che all’anima, liberata dalla sua prigione,fosse possibile uscire a dilatarsi nello spazio.

Questa esperienza che vi è stata concessa di viverecome un dono del Cielo senza aver fatto nulla permeritarla, potete sforzarvi di riviverla consciamente.Un certo numero di attività e di esercizi possonoaiutarvi; ciascuno di essi ha la propria natura, lapropria caratteristica, e il canto, per esempio, è unodei tanti.Cantare come facciamo noi all’inizio ealla fine delle nostre riunioni, prima e dopo ipasti, genera uno stato d’armonia, di poesia, diispirazione che, se vi mettiamo il nostro pensiero,la nostra coscienza, placa le tensioni interiori. Sideve infatti comprendere che non cantiamo soltantoper il piacere di cantare, perché ciò ci rende felici.No, noicantiamo perché il canto crea in noi unostato di vibrazioni intense che favorisce il lavorospirituale.

Fra un canto e l’altro facciamo una pausa disilenzio, e, se questa si protrae, non dovetespazientirvi. Per la loro natura, per la loro

ispirazione mistica, i canti che eseguiamo elevano ilnostro livello di coscienza, e il silenzio fra ognunodi essi rimane impregnato della loro purezza, dellaloro bellezza e della loro profondità. Dentro di noi eattorno a noi si sente la presenza di correnti, dientità, di luci. Si tratta di condizioni eccezionali. . .e allora, perché non utilizzarle consapevolmente?

Anche ascoltare musicapuò avvicinarci alsilenzio. È questo il motivo per cui da anni, inoccasione delle nostre riunioni, ho preso l’abitudinedi farvi ascoltare dellemesse, dei requiem, deglioratori: infatti, questa musica, che è laespressione, il riflesso di livelli di coscienzasituati molto al di là delle passioni umane, ciproietta con la sua potenza, almeno per qualcheminuto, in quel mondo superiore.

È inutile che aspiriate a grandi realizzazionispirituali se prima non riuscite a interrompere ilcorso rumoroso e disordinato dei vostri pensieri edei vostri sentimenti, poiché sono essi a impedireche si stabilisca in voi il vero silenzio, quello cheripara, calma, armonizza e ristora. . . Solo quandosiete giunti a realizzare un tale silenzio, potetetrasmettere impercettibilmente a tutto ciò che fateun certo ritmo, una certa grazia. Vi spostate, toccategli oggetti, ed è come se tutto in voi fosse danza,musica. Quel movimento armonioso che sitrasmette a tutte le cellule del vostro organismo nonsoltanto fa bene a voi, ma agisce in modo beneficoanche su tutti gli esseri che vi circondano; essi sisentono allegeriti, liberati, illuminati, spinti a faredegli sforzi per ritrovare quelle sensazioni chehanno vissuto accanto a voi.

Un altro metodo per realizzare il silenzio in sestessi è ildigiuno. È questo il motivo per cui tutte lereligioni hanno raccomandato il digiuno e, secondoi casi, ne hanno anche fissato i periodi e le modalità.Digiunare vuol dire arrestare il funzionamento dicerti organi, e questo arresto produce uno statodi grande calma in tutte le cellule. Ma prima chequesta pace si stabilisca, avviene una radicalepulizia, pulizia che si accompagna spesso a moltorumore, poiché la circolazione si accelera, il sanguepulsa alle tempie, si sentono ronzii nelle orecchie,vertigini e dolori in varie parti del corpo. Sonosintomi questi che derivano dal fatto che le fieredello zoo interiore emettono ruggiti per mancanzadi nutrimento.Ma ben presto le fiere si placano e

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un grande silenzio e una grande pace comincianoa farsi sentire.

Sia chiaro che il digiuno è una disciplina che deveessere praticata in modo ragionevole e con prudenzaper non creare disordini di altro generenell’organismo fisico e anche in quello psichico. Incompenso, cantare e ascoltare musica lo si può fareogni giorno senza pericolo. Ho la sensazione chenon apprezziate molto questi metodi semplici che vipropongo, proprio perché sono troppo semplici;tuttavia un giorno riconoscerete il loro valore.Nell’attesa, cercate ugualmente di applicarli.

Più volte al giorno, dedicate almeno qualche minutoa introdurre in voi il silenzio. Chiudete gli occhi,sforzatevi di liberare la vostra mente dallepreoccupazioni quotidiane e di dirigerla verso lecime, verso le sorgenti della vita che alimentanotutto l’universo. Quando sentite di aver arrestato ilflusso dei pensieri e delle immagini che scorronoattraverso di voi, pronunciate interiormente laparola «grazie». Ecco la parola più semplice, cheperò allenta tutte le tensioni, poiché ringraziandovoi vi armonizzate col Cielo, uscite dal cerchioristretto del vostro io per entrare nella pace dellacoscienza cosmica. . . Rimanete il più a lungopossibile in questo stato di silenzio e, quandoritornerete in voi, sentirete che si sono introdotti invoi degli elementi nuovi e molto preziosi: laserenità, la lucidità e la forza. E, dal momento cheanche la respirazione è un fattore molto importantedi calma e di armonizzazione, pronunciando laparola «grazie», cercate di respirare regolarmente:inspirate a fondo ed espirate molto lentamente fino ache non resti più aria nei polmoni.

Abituatevi dunque, più volte al giorno, aristabilire in voi il silenzio. Anche se non potetededicare a ciò che uno o due minuti, va beneugualmente, ma fatelo. E se provate un certomalessere, fatelo ugualmente, anche per strada.Fermatevi davanti a una vetrina, perché nessunoabbia un’idea di ciò che state per fare;chiudete gliocchi qualche secondo cercando di isolarvi colpensiero e di collegarvi al mondo della armonia edella luce. Poi proseguite il vostro cammino. . . Intal modo neutralizzerete tutte le correntinegative. Lasciandovi invece smagnetizzare eavvelenare, preparate il terreno a tutti i disordinifisici e psichici: lentamente ma sicuramente perdete

il vostro equilibrio, le vostre forze, il che è il modomigliore per ammalarvi. Infatti, non illudetevi:qualsiasi rimedio offra la scienza, ci saranno semprevirus e batteri, l’aria sarà sempre inquinata e il cibopiù o meno manipolato, terribili tensioni psichichecontinueranno a regnare nel mondo e, se nonprendete delle precauzioni,se non vi collegate almondo dell’armonia e della luce, a poco a poco ilvostro terreno si minerà e un giornosoccomberete.

Naturalmente, una volta che siete riusciti arealizzare questo silenzio, il problema è quello dipoterlo mantenere. Altrimenti, a che scopo tantisforzi se è per perderne subito i benefici?Una voltagiunti a introdurre in voi il silenzio con lapreghiera o la meditazione, dovete vigilare pernon lasciarvelo sfuggire. Non fraintendetemi: loscopo della vita spirituale non è di cercare per unamezz’ora o un’ora al giorno di ristabilire il legamecon il mondo del silenzio e della luce, e poi,scordando tutto, lasciarsi trascinare di nuovo neidisordini e nel baccano dell’esistenza. . . perricominciare l’indomani. . . poiché ciò non ha alcunsenso. Al contrario,la pace, l’armonia che gustatedurante le meditazioni devono accompagnarvitutta la giornata e fecondare tutte le vostreazioni.

È tempo di non comportarsi più come bambini che,obbligati a restare qualche minuto tranquilli, nonaspettano altro che il momento in cui potrannonuovamente gridare e gesticolare. È normale che ilsilenzio e l’immobilità diano fastidio ai bambini, manon a voi;anche se siete sottoposti alle batostedella vita quotidiana, dovete sforzarvi diconservare in voi il silenzio. Mi capite?

Tuttavia non si tratta di accontentarsi di aversoltanto capito.Bisogna passare alla pratica. Permolti c’è tutto un mondo tra la comprensione e lapratica. Essi capiscono, ma, quando si tratta direalizzare, non sono in grado di farlo. Ora,nellaScienza iniziatica, la comprensione non èseparata dalla realizzazione.Se non riuscite arealizzare quanto pretendete di aver capito, significache non avete realmente capito. Se aveste capito,mettereste in pratica. Per gli Iniziati, infatti,sapereè potere. Se voi non potete, non sapete; pergiungere alla realizzazione mancano ancora certielementi alla vostra conoscenza.

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8 CAPITOLO 2. REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE

La realizzazione del silenzio interiore è un segnodi evoluzione. Soltanto chi, grazie alla conoscenzadelle verità iniziatiche, ha saputo mettere ordine inse stesso realizza il vero silenzio. E quel silenzio

non solo gli apre le porte dell’illuminazione, ma èesso stesso una fonte di benedizioni per tuttal’umanità.

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Capitolo 3LASCIATE LE PREOCCUPAZIONI FUORI DALLA PORTA

Durante i momenti di silenzio, cercate di astrarvisempre più dalle preoccupazioni dell’esistenzaquotidiana e di rendere libero il vostro pensieroper concentrarlo su concetti e immagini divine.Non è certo facile farlo; la vita è quella che è, contutti i suoi problemi da risolvere, problemi ai qualinon potete sfuggire: la famiglia, gli amici, il lavoro,la casa, il denaro, ecc. Appena chiudete gli occhi,ecco che si presentano e cominciano ad assalirvidomande, dubbi, preoccupazioni, dispiaceri erimpianti. Tuttavia non dovete lasciarvi invadere,ma fare degli sforzi per liberarvene almeno perqualche minuto, onde gustare un’altra vita.

Quando devono entrare in una moschea, imusulmani si tolgono le scarpe e le lasciano fuori.Ebbene, la stessa cosa dovete fare con i vostriproblemi, allo scopo di poter entrare nel silenzio:lasciarli fuori per un momento. Poi, uscendo, liriprenderete se ci tenete; perché no?

Vi sono delle persone che sembrano non potervivere senza ansia: per loro l’esistenza èinsopportabile se non si tormentano, se non stannofriggendo nell’olio. Stiano pure tranquilli che perloro vi saranno sempre affanni e dispiaceri; diquesti, non gliene mancheranno mai. Ma di tanto intanto, mio Dio, potrebbero anche scordarli!

Come capire gli uomini? Un gran numero dipersone viene al Bonfin per partecipare ai nostricongressi. In capo a qualche giorno, ne vedo alcuniil cui viso si sta allungando e rabbuiando. Allorachiedo che cosa c’è che non va. «Oh! – dicono –

tutto questo non è normale, non è normale. – Mache cosa non è normale? – La vita, qui. – Ah, eperché? Che cos’ha di anormale la nostra vita? –Ebbene, è troppo tranquilla, troppo pacifica, troppobella; non vi siamo abituati.» Vedete, gli uominisono talmente abituati a tormentarsi che, quando sidà loro la possibilità di vivere alcuni giorni nellapace, trovano la cosa anormale. Per loro, la vitadeve essere fatta di trambusto, di urti, di malintesi.Lo dimostra il fatto che, di fronte ai conflitti e alletragedie, tutti dicono: «Che vuoi, vecchio mio, cosìè la vita!» Ebbene no, non è affatto così la vita,questo è solo un grado inferiore della vita. Non è lavera vita. La vera vita non la si conosce. Non la siconosce, perché non si e compreso che c’è tutto unlavoro da fare per giungere a gustare la sua bellezza,la sua purezza e la sua luce.

In tutte le civiltà e in ogni epoca ci sono stati almenoalcuni esseri che hanno gustato questa qualitàsuperiore della vita; essi ne hanno parlato, l’hannodescritta e hanno dato delle regole, dei precetti,affinché tutti coloro che la desideravano giungesseroa gustarla. Ma la condizione prima è di rendersiliberi. Sì, semplicemente rendersi liberi. Non sideve accettare di essere sempre nervosi, inquieti,angosciati. Sono stati gli uomini a ridurre così lavita: rumorosa, disordinata, caotica e angosciante.Se andaste a consultare l’Intelligenza cosmicaper sapere come ha progettato per voi la vita, sepoteste prendere visione di questa vita, vedresteche va oltre ogni immaginazione. Sono stati gliuomini stessi nel corso dei secoli a deformare,

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10 CAPITOLO 3. LASCIATE LE PREOCCUPAZIONI FUORI DALLA PORTA

calpestare e distruggere la vita donata loro dalCreatore. E continuano su questa strada. Tuttonell’esistenza è congegnato in modo che l’uomo sisovraccarichi sempre più, poiché si moltiplicano letentazioni: il denaro, il prestigio, la gloria, il potere,i beni, in altre parole i fardelli sotto i quali eglifinisce con l’essere schiacciato.

Perciòè utile talvolta fare un ritiro di qualchegiorno per sottrarsi alle preoccupazioni, agliaffanni. Direte: «Ma se si cerca di sfuggire aiproblemi, non li si risolverà mai!» Ed è proprio quiche vi sbagliate. Non è per il fatto che siete assediatidai vostri problemi che li state risolvendo; alcontrario, spesso ve li portate appresso. Ma certo!Se non riuscite a risolverli, ciò è dovuto al fatto che,invece di abbandonarli di tanto in tanto, li trovatetalmente meravigliosi che tutto il giorno liaccarezzate, li vezzeggiate, li baciate; e intanto essicrescono e si nutrono della vostra sostanza, mentrevoi vi sentite a terra.

Cercate allora di dimenticare per un momento levostre preoccupazioni. Così darete almeno allevostre cellule il tempo di riprendersi, di armarsie di sbarazzarsi delle tossine recate loro da tantepreoccupazioni. Quando ci si rode, ci si intossicae il sangue si carica di impurità. Ora, per far sìche l’organismo possa eliminarle, bisognaconcedere alle cellule un po’ di tregua; se essevengono assalite senza sosta, non hanno il tempo diliberarsi dai veleni. Allora, quando vi deciderete adallontanarvi un momento per dare agli operai del

Cielo, agli amici che sono lassù, la possibilità dirattoppare, di aggiustare, di equilibrare le cose? Iovi vedo continuamente sulle mosse di abbracciare ivostri dispiaceri e le vostre malinconie. . . quantoamore! O piuttosto quanto attaccamento! E non c’èmodo di staccarvi!

D’ora in poi cercate diconsiderare i momenti disilenzio come un’occasione per lasciare tranquillii vostri pensieri e i vostri sentimenti. È vero che cisono sempre in noi degli operai pronti a compiere laloro opera di organizzazione e d’armonizzazione,ma, finché non si sarà calmi, placati, finché non sisarà entrati nel silenzio, li si disturberà.Il silenziodeve essere anzitutto un riposo, un respiro, lasoppressione cioè di tutte le condizioni negativeche contrastano il lavoro degli operai celesti su divoi.

Mettete dunque le vostre preoccupazioni in unangolo, e poco dopo dimenticatele; grazie alvostro lavoro interiore riceverete una luce che vipermetterà di trovarne la soluzione. Si dicespesso che “la notte porta consiglio”. È vero,perché durante il sonno si dimentica tutto e nelsubconscio avviene un processo che permette divedere le cose più chiaramente e di trovare lasoluzione dei problemi. E allora, non potete fareconsapevolmente la stessa cosa per un’oraalmeno? Sì, per un’ora soltanto lasciate le vostrepreoccupazioni fuori dalla porta, come se sitrattasse delle vostre scarpe, prima di entrare nelvostro santuario interiore.

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Capitolo 4UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO

La gente si lamenta sempre piùdei ritmi di vitafrenetici, dell’aria inquinata, del cibo contaminatoda sostanze tossiche,ed è vero che c’è motivo dilamentarsi. La vita è difficile e talvolta persinoestenuante. . . Ma non si deve sempre incolpare lavita; spesso siamo proprio noi i responsabili dellostato in cui ci troviamo. Per esempio, non ci siaccorge che molte anomalie derivano dal modo dinutrirsi, dalle condizioni in cui si mangia. . . Ora, èproprio in questo che si devono correggere moltecose. Quante volte ve l’ho detto! Non è tantoimportante quel che mangiate quanto le condizionidi spirito nelle quali mangiate e il modo diconsiderare il cibo.

Che cosa vuol diremangiare? Mangiare vuol direintrodurre nel nostro organismo dei materiali cheserviranno alla costruzione del nostro corpo fisico,ma anche dei nostri corpi sottili.È dunque diparticolare importanza compiere quest’atto cheripetiamo varie volte al giorno, in uno stato dipace e di armonia. Tale stato va preparato colsilenzio e la meditazione. È per questo che ioinsisto sempre sull’importanza delle meditazioniche facciamo prima dei pasti. So che non èconsueto.Forse non si vedranno in nessuna partedel mondo persone che, prima di mangiare,rimangono così a lungo in silenzio. La maggiorparte non recita neppure una preghiera; si gettaimmediatamente sul cibo, lo inghiotte parlando,litigando, urtando piatti e posate, ed è per questomotivo che non ne trae gran beneficio.Cosìfacendo le persone assorbono solo gli elementi

grossolani del cibo; tutti gli elementi sottili,eterici rimangono loro estranei, sconosciuti.

L’essenziale per una buona nutrizione èmangiare in armonia. Ecco perché noi prepariamocon dei canti il silenzio nel quale consumeremo ilnostro pasto. Grazie ai canti ci calmiamo, ciarmonizziamo. Quando si viene a tavola, spesso si èpreoccupati, nervosi, agitati. Questa non è lacondizione ideale per cominciare a mangiare.Anche se si mangia in silenzio, interiormente si èsempre, più o meno, nel disordine. È vero che lameditazione ci aiuta a calmarci, ma è vero ancheche il cantoci può essere ancor più di aiuto, poichél’armonia che traiamo da noi stessi per esprimerlacrea in noi uno stato vibratorio di cui siamo i primiad avvantaggiarci.

La meditazione, i canti e la preghiera non sono,però, le sole condizioni per riuscire a nutrircicorrettamente.Bisogna conservare il silenzio pertutto il pasto: non parlare e stare molto attenti anon causare il minimo rumore con piatti eposate. È importante, poiché facendo rumore sidisturbano i vicini. Anche se essi non ne sonocoscienti e non se ne lamentano, il rumore deglioggetti che vengono urtati non crea condizionifavorevoli per coloro che mangiano con voi.Puòcapitare che un fratello o una sorella di fianco avoi stia per trovare una soluzione ad alcuni deisuoi problemi o per ricevere le benedizioni delCielo. Non disturbate quella persona, affinché possatrarre pieno profitto da quegli istanti. Poiché

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12 CAPITOLO 4. UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO

ignoriamo chi viene visitato dallo Spirito e chi è ilpiù degno di riceverLo , dobbiamo essere tantoumili di lasciar liberi i fratelli e le sorelle di entrarein contatto con Lui.

Non fare rumore presuppone anzitutto che si facciaattenzione agli oggetti che si hanno davanti, almodo in cui sono disposti, alla distanza tra loro, e insecondo luogo che si sia sufficientemente capaci dicontrollare i propri movimenti per non urtarli nellospostarli o per non farli cadere maldestramente.Così, per esempio, quando ci si deve versare dabere, si deve prendere il bicchiere e la bottigliavalutando le distanze per non urtare né il piatto néaltri oggetti che si trovano sulla tavola. Sono inapparenza dei dettagli, ma hanno la loro importanza,e se voi li prendete seriamente, riuscirete un giornoa fare dei movimenti così liberamente che tutto ilvostro corpo darà l’impressione di danzare. Ci sonoveramente degli esseri simili: non fanno movimentistudiati, non assumono alcuna posa, tuttavia quandosi spostano, quando toccano gli oggetti, si hal’impressione che danzino.

Quanto a coloro che non vogliono prendere sul serioquesti dettagli, vuol dire che non hanno una giustavisione delle cose poichéquesti esercizi diattenzione e di padronanza in realtà nonriguardano unicamente i pasti, ma si riflettonosu tutte le altre attività della vita quotidiana ; incerti casi, possono persino salvarvi la vita. Propriocosì: se le persone fossero un po’ più consapevoli,attente, padrone di sé, avrebbero meno incidenti sullavoro e soprattutto sulle strade.

Prendiamo in considerazione gli incidenti d’autoche provocano ogni anno migliaia di morti e feriti.Vi sono così tante regole e indicazioni per gliautomobilisti che gli incidenti non dovrebberoverificarsi. Se avvengono, è perché, nella loro vitadi tutti i giorni, le persone non sonosufficientemente abituate a mostrarsi riflessive oprudenti, attente alle cose e alle creature che stannoloro intorno. Così, quando salgono in macchina, sicomportano come se fossero sole sulla strada, simostrano negligenti, persino. . . «menefreghiste».Piove, c’è nebbia, non importa, continuano aviaggiare alla stessa velocità. Ci sono altriautomobilisti? Tanto peggio per loro, esse corronocome se fossero sole sulla strada. Ci sono alberi,fossi, muri, ma non vi badano, perché non hanno

imparato a tener conto di quello che c’è davanti aloro, attorno a loro e a quale distanza. . . Ebbene, ipasti sono proprio un’opportunità per imparare.Tutti i giorni, varie volte al giorno, vi si offrequest’opportunità. Esercitandovi a maneggiare glioggetti con attenzione, senza far rumore, acquisiretequella abilità e quella padronanza tantoindispensabili nella vita, per voi stessi e per quantivi circondano.

E non è tutto:la padronanza che otterrete cosìnon servirà solo a controllare i vostri gesti, ma viaiuterà anche a controllare le vostre parole e levostre reazioni di fronte a quanti vi stannovicino, e così diverrete meno maldestri, piùpsicologi, non farete più tante «gaffes», passereteperciò meno tempo a dispiacervi e a riparare, efarete del bene ovunque attorno a voi.

Quando riuscirete a spostare un oggettoarmoniosamente, già fate scattare in voi stessi delleforze benefiche che finiranno per agirefavorevolmente anche sugli altri. Perciò, se viinteressate alla magia, non andate a cercarla neirituali o nelle formule: essa è qui, vicinissima a voi,nella vostra gestualità. Il giorno in cui avreteimparato a padroneggiare i vostri movimenti,diverrete dei veri maghi bianchi.La vera magianon consiste nell’agire sugli altri, ma anzitutto suse stessi, ed è basata sui gesti meno appariscentidella vita quotidiana. Se non cominciate acontrollare i vostri gesti, non conoscerete mai lamagia bianca. Al contrario, potete essere sicuri chesarete continuamente esposti a fare della magianera, e allora, attenzione:infatti, sarete sempre voii primi a raccogliere il bene o il male delle azioniche avete compiuto, anche se inconsapevolmente.

Se riuscite a controllare sempre più le vostreazioni, i vostri sentimenti e i vostri pensieri,riuscirete a cambiare il vostro destino, in quantoil nostro destino dipende proprio dal controllo chénoi siamo in grado di esercitare su quanto facciamo.Per l’appunto, che cos’èun Maestro? È un esseregiunto al punto di controllare tutto in sé, nei varipiani fisico, astrale e mentale. Stando così le cose,le forze della natura gli obbediscono, gli spiriti gliobbediscono, persino gli animali, le piante e lepietre gli obbediscono. Ed è questo il verocontrollo, la vera sovranità.

Ma torniamo alla nutrizione. Prendendo l’abitudine

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di mangiare in silenzio, constaterete presto grandicambiamenti. Dopo il pasto, vi sentirete pienid’energia, semplicemente perché avrete accettato dicontrollare i vostri movimenti e di non parlare.Edanche il vostro pensiero sarà più libero, poiché,reprimendo il desiderio di parlare, avrete saputorinforzarlo .

Per ora, non si è certo giunti ancora a questo punto:infatti, anche tacendo, vi capita di mangiare con lostesso atteggiamento interiore come se non cessastedi chiacchierare. Continuando a rimuginare i vostriaffanni e i vostri rancori non fate un buon lavoro sudi voi. Il silenzio è una condizione che prepara ilterreno per un lavoro, non è il lavoro stesso.Illavoro vero e proprio è la libera concentrazionesulla bontà infinita di Dio che ha messo nel cibotante sostanze benefiche. Poiché ve l’ho chiesto,voi mangiate in silenzio per farmi piacere, ma ilvostro pensiero vaga, non è presente, si oppone aquesto lavoro che non vi aggrada, lo vedo bene.Farmi piacere è una cosa gentile, ma questo mododi mangiare voi lo dovete adottare per voi stessi,non per me. Per il momento, la cosa più importantenon è dunque ancora stata realizzata.

Il cibo rappresenta delle forze, dei materiali chenon provengono soltanto dalla terra, madall’intero universo . Gli alimenti, gli ortaggi e lafrutta sono energie che si materializzanoesattamente come lo spirito del bambino viene amaterializzarsi nel grembo di sua madre. Un essereumano è anzitutto uno spirito, ma per esserepresente e per agire qui sulla terra deve incarnarsi.Non può far nulla sul piano materiale se non ha uncorpo fisico. Lo stesso dicasi per gli animali e ancheper le piante; sono delle entità; benché non sianoovviamente evolute come lo spirito dell’uomo,lepiante sono delle entità venute a incarnarsi. Equando mangiamo noi ci nutriamo del corpo diquelle entità, corpo impregnato delle loroqualità. Vedete dunque come il cibo sia molto piùdi quanto immaginiate. Nei mesi invernali non sivede nulla, la terra è spoglia; poi un giorno i campisi ricoprono di cereali e di ortaggi, gli alberiproducono frutti. Dov’erano in inverno gli elementiche hanno permesso improvvisamente ai frutti diessere visibili, palpabili?. . .

Quello che noi assorbiamo mangiando sono deglielementi che vengono dallo spazio e persino

dall’intero universo. Essi giungono fino a noipieni di vita cosmica, ed è importante per noiaccoglierli con la consapevolezza che essiformeranno la sostanza dei nostri corpi fisico epsichico. Bisogna quindi essere molto vigili, tantopiù chequesto nutrimento, che è impregnatodella vita universale, s’impregna pure dellenostre parole, dei nostri sentimenti e dei nostripensieri. Chi mangia mentre è in collera, sparlandodegli altri, dando in escandescenze contro di loro,non sa che sta impregnando gli alimenti di particelleavvelenate e che, assorbendole, sta avvelenando sestesso.E non basta neppure tacere: se si devemangiare nutrendo pensieri e sentimenti ostili emalevoli nei riguardi del prossimo, il risultatosarà altrettanto negativo.

Per ricevere dal cibo tutti i benefici, bisognaintrodurvi degli elementi di luce e di eternità, ed è ilpensiero che a questo punto ha un ruolo daesercitare. Dunque, durante i pasti, cercate diliberare la vostra mente da ogni altro soggetto,persino dallo stesso silenzio. E non dovetenemmeno preoccuparvi del fatto di non parlare e dinon fare rumore.Dovete essere abbastanza liberiper concentrare tutta la vostra attenzione sulcibo, dirigendovi sopra i raggi del vostro amore.È così che avrà luogo la separazione tra lamateria e l’energia: la materia si disgregherà,mentre l’energia entrerà in voi e così ne potreteusufruire .

La nutrizione non è altro che un processo didisintegrazione della materia. Da milioni di anni,prima che i fisici mettessero a punto la fissionedell’atomo, l’essere umano ha prodotto ogni giornoin se stesso questo fenomeno e la differenza tra lafissione dell’atomo e la nutrizione sta solo nellaquantità di materia.Mangiare significa imparare adisgregare la materia e a far giungere l’energiacosì estratta a tutti gli organi: polmoni, cervello,cuore. . .Masticare lentamente e a lungo glialimenti rappresenta una prima tappa di questadisintegrazione. La seconda tappa è il lavoro delpensiero che, come un raggio estremamentepenetrante, riesce a introdursi fino al cuore dellamateria per liberarne le energie più sottili,affinché sostengano il lavoro dell’anima e dellospirito.

Per accrescere in noi la purezza, la saggezza e tutte

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14 CAPITOLO 4. UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO

le virtù, abbiamo bisogno di determinate energie.Del resto ogni tipo di attività necessita dideterminate energie. Per il lavoro manuale, si habisogno di un certo tipo di energia. Per il lavorointellettuale, lo studio e la concentrazione, ce nevuole un altro. . . Per il lavoro spirituale, un altroancora. . . Edè precisamente nel silenzio che sicaptano le energie psichiche più sottili, le qualipossono essere utilizzate per il lavoro spirituale.

Dentro di noi dimorano chimici eccellenti chehanno la funzione di raccogliere e di distribuire glielementi di cui abbiamo bisogno per adempiere aivari compiti. Ma dobbiamo anche riconoscerel’esistenza di questi chimici e nutrire verso di loroun atteggiamento di rispetto, poiché sono loro che

possiedono il segreto delle energie vitali che sannodistribuire tra i vari centri per assicurarne ilrifornimento e il funzionamento.

Quando la distribuzione è ben fatta e ciascun centroè correttamente alimentato, tutto funziona allaperfezione.

Per ricevere dal cibo energie più sottili di quelleche il sistema digestivo riesce da solo a estrarre,bisogna imparare a mangiare in silenzio, masoprattutto a mangiare con amore. È l’amore chevi permetterà di trarre dagli alimenti una energiache salirà molto in alto dentro di voi: a quel puntopotrete utilizzarla per il vostro lavoro spirituale,affinché le forze psichiche possano agire sul cibo etrasformarlo in purezza, luce e sapere.1

1Sulla nutrizione, vedi anche: Vol. 16 Opera Omnia: «Hrani Yoga», Vol. 204 Collezione Izvor: «Lo yoga della nutrizione».

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Capitolo 5IL SILENZIO, SERBATOIO DI ENERGIE

Al giorno d’oggi tutto il mondo si sente obbligatoa correre, a dibattersi, perché bisogna produrresempre di più per vendere sempre di più eacquistare sempre di più. . . Pare che ciò sianecessario per l’economia! Quindi,nell’interessedell’economia, si considera perfettamentenormale logorare gli uomini, ed è così chel’economia sarà magnifica e fiorente, mentre gliuomini saranno estenuati, spossati ed esauriti.Illoro sistema nervoso si consuma, e non solamenteil sistema nervoso, ma anche il cuore, lo stomacoe i polmoni ne soffrono, poiché tutta quell’attività,tutta quella produzione, quei consumi semprecrescenti causano un inquinamento che avvelenal’atmosfera, i mari, le foreste, l’acqua, la terra, ilcibo, ecc. Ebbene, io sostengo chetutto questo nonè intelligente né ragionevole. Una sedicente«economia» che guasta, distrugge, sporca e spreca:è forse questa la vera economia? È quindi urgentetrovare il sistema per ristabilire l’equilibrio ericaricare gli uomini con energia pura.

La prima cosa da fare per ricaricarsi è impararea fermarsi. Sì, ogni tanto durante la giornata fateuna pausa, smettete di correre, di muovervi, diparlare. Altrimenti, è come se lasciaste aperti irubinetti dell’acqua e del gas e gli interruttoridell’elettricità: ben presto non resterà più nulla,tutta l’energia se ne sarà andata.L’immobilità, ilsilenzio servono a riempire i serbatoi. Allora,appena potete, fermatevi, chiudete gli occhi,collegatevi con la Sorgente dell’energia e della luce:qualche attimo dopo vi sentirete ricaricati e potrete

intraprendere grandi attività senza esaurire le vostreriserve.

Quando ci riuniamo permeditare nel silenzio, èproprio questo l’esercizio che facciamo: captare eaccumulare energie spirituali che ci rinforzeranno,energie che potremo utilizzare anche per il nostrolavoro. Ma per far sì che l’esercizio dia veramentedei risultati,si deve essere capaci di rimanerecompletamente immobili per non causarenemmeno il minimo fruscio o scricchiolio;anzitutto perché è bene che il silenzio non siaturbato da alcun rumore, nemmeno dal più lieve, epoi perché, non riuscendo a rimanerecompletamente immobili, si perde energia.Primamuovetevi quanto volete, ma durante lameditazione non fate il minimo movimento,altrimenti non riuscirete mai a concentrare levostre energie per un lavoro spirituale.

Direte che vi muovete perché sentite un formicolioalle gambe. È possibile, ma, se non potete dominarequeste «formiche», come potrete domare gli animaliferoci nella vita?Il compito del discepolo di unaScuola iniziatica è proprio quello di imparare adominarsi, a frenarsi per poter entrare nelmondo del silenzio e dell’armonia, poiché è aquesto punto che vi sentirete magnetizzati, colmi diforza, pronti a intraprendere il lavoro: di colpo iserbatoi saranno riforniti e le batterie ricaricate.

Per quale motivo sono inattivi i nostri apparecchispirituali? Perché non ricevono più quelle energiecapaci di farli funzionare. Se alimentate il motore

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della vostra automobile con acqua o con vino, nonavanzerete di certo; se non collegate la vostra radioalla presa elettrica, non sentirete nulla; perfunzionare, ogni apparecchio ha bisogno diun’energia particolare. La stessa cosa vale per inostri apparecchi spirituali: essi possono funzionaresolo grazie alle correnti di energia pura e luminosache riusciamo a captare quando entriamo in contattocol mondo del silenzio.

Ora fate attenzione anche ad evitare che gli sforziche fate per ottenere il silenzio e l’immobilità nonprovochino uno stato di tensione.

Difatti troppo spesso il silenzio si accompagna atensioni, poiché, per non far rumore, ci si contrae.Ci si deve, invece, rilassare, allo scopo di liberare lamente, perché solo a questa condizione essa potràsvolgere il suo compito.Perciò sorvegliate inmodo particolare le mani, poiché, quandopensate di essere rilassati, le vostre mani sonospesso ancora contratte. Le mani esprimono ilvostro stato interiore più d’ogni altra parte delcorpo. Osservate come le persone agitano le maniquando parlano. . . E anche quando non parlano, leintrecciano, le sciolgono, maneggiano gli oggettisenza alcun bisogno, si grattano, tamburellano conle dita. . . Immobilizzare e distendere le mani èuna delle cose più difficili. Ecco perché doveteosservare bene le vostre mani:se riuscite arilassare anch’esse, sentirete un benesseretrasmettersi fino al plesso solare.

Ora dobbiamo imparare a non utilizzare soltanto pernoi quelle energie che riusciamo a captare nelsilenzio, ma ad accumularle allo scopo di fare unlavoro per il bene di tutta l’umanità: proiettare nelmondo onde armoniose e correnti possenti checatturino tutti coloro che vibrano all’unisono conl’ideale del Regno di Dio sulla Terra; un giorno leloro coscienze si sveglieranno per compiere questolavoro.

Qualche anno fa, alcuni ricercatori hanno tentato dimettere a punto un progetto per la costruzione dipile elettriche servendosi della sabbia del deserto.Essi pensavano che, con questo nuovo tipo di pile,avrebbero potuto fornire l’elettricità a paesi interi.Non so che fine abbia fatto questo progetto. . .Tuttavia quello che interessa a me è l’analogia cheesiste tra i fenomeni del mondo fisico e quelli delmondo psichico e spirituale. E io vedo gli uomini

proprio come i granelli di sabbia del deserto, deigranelli di sabbia che possono riunirsi per formareuna pila che riverserà benedizioni sul mondo intero.Ma purtroppo questa è proprio l’ultima delle loropreoccupazioni. Essisono piuttosto abituati autilizzare le loro energie gli uni contro gli altri; lapossibilità di far funzionare queste energie pergenerare un’unica forza, una luce formidabileche potrebbe aiutare il mondo intero, non vieneloro in mente, e, se parlate loro di tale possibilità,vi guarderanno del tutto stupiti. Ebbene, bisognache gli uomini sappiano cheuna delle leggi piùimportanti da conoscere è che il loro destinodipende dall’uso che essi fanno delle loro energiee dal fine al quale le consacrano.

Gli uomini pensano di avere tutti i diritti diutilizzare le loro energie come vogliono e disprecarle se ciò fa loro piacere. Eh no, questeenergie sono preziose, l’Intelligenza cosmica nontollera che le si sprechi, e un giorno gli uominisaranno obbligati a render conto del modo in cuile hanno consumate, in quale direzione, per qualimotivi e a quale scopo.

Bisogna dunque istruire gli uomini, mostrar loro inche cosa consiste il loro interesse, dov’è la lorosalvezza. . . Ma vogliono essi veramente capire?Hanno sempre delle buone scuse per giustificare iloro comportamenti egoistici e irragionevoli. Se sipotesse far loro comprendere cheè inutileaccumulare conoscenze senza passare poiall’applicazione! Qualsiasi cosa si dica loro, essiascoltano, registrano, afferrano persino ilconcetto, ma non si danno da fare. Sapere è bene,ma l’essenziale è che, con questo sapere, si faccianodelle cose buone.

Appena apprendete una verità della Scienzainiziatica, dovete preoccuparvi di metterla inpratica, di far intervenire quindi la vostravolontà. Sì, la volontà è uno dei fattoripreponderanti per i veri Iniziati. Ed è forse in questoche essi differiscono maggiormente dagliintellettuali, i quali leggono montagne di libri perammucchiare conoscenze, conoscenze cheutilizzano soltanto. . . per esibirle agli altri!Èquindi tempo che vi serviate delle vostreconoscenze per trasformare e migliorare le cosein voi stessi e nel mondo. Sappiate comunqueche, se non prendete voi l’iniziativa in questo

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senso, saranno le difficoltà della vita che vi ciobbligheranno. E andrete a dritta e a mancastrappandovi i capelli. Ma, strapparsi i capelli lochiamereste forse «fare qualcosa di utile»?

Diverse volte vi ho detto chei pensieri e isentimenti collettivi formano una «egregora»,cioè un essere spirituale di grande potenza. Neimomenti di silenzio, grazie alla nostra unione, ainostri sentimenti comuni, alla nostra volontà dilavorare per il Regno di Dio, noi pure formiamoun’egregora che si nutre, si rinforza e agisce per ilbene del mondo intero. Decidetevi dunque, edurante le meditazioni lavorate per emanare epropagare nel mondo amore e luce; un giorno ilvostro nome sarà scritto nel Libro della Vita eterna.

Ve lo dico sinceramente:quando più avanti avretela possibilità di analizzare le varie fasi dellavostra esistenza, sarete obbligati a constatare che

i momenti trascorsi alla Fratellanza nellameditazione, nel canto, nella preghiera e nelsilenzio sono stati i più preziosi della vostra vita.Ora non ve ne rendete conto, ma un giorno, quandovedrete le cose con maggior chiarezza,comprenderete a quale lavoro avete partecipato.Allora direte: «Che Dio sia lodato! Ch’Egli siabenedetto per avermi permesso di partecipare a taleopera grandiosa!»E quando vi si mostreranno leconseguenze, i risultati e la bellezza di questaattività, nonché le meraviglie che avvengono nelmondo intero per merito suo, rimarreteabbagliati. Infatti il lavoro al quale vi chiedo diprender parte è già stato iniziato in alto dagliangeli e dalle divinità; e noi qui sulla terravogliamo solo aprire una porta e offrire le nostreenergie affinché questo lavoro divino possascendere e realizzarsi anche sul piano fisico.

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Capitolo 6GLI ABITATORI DEL SILENZIO

Noi abbiamo bisogno di silenzio e in particolaredel silenzio della natura, perché è nella natura cheabbiamo le nostre radici. Quando ci si trova soli neiboschi o in montagna, accade che ci si sentatrasportati in un passato lontanissimo, al tempo incui gli uomini vivevano in comunione con le forze egli spiriti della natura. Eanche quando si ode ilcanto di un uccello o il rumore di una cascata, siha la sensazione che quei suoni facciano parte delsilenzio. Essi non solo non lo distruggono, ma, alcontrario, lo sottolineano. Infatti talvolta non si ècoscienti del silenzio, non vi si fa attenzione, mabasta un rumore come lo scricchiolio di un ramo, ilcanto di un uccello o la caduta di un sasso perprovare d’un tratto intensamente la sensazione delsilenzio. Persino il rombo sordo delle onde nondistrugge il profondo silenzio del mare odell’oceano.

Molti fanno confusione tra silenzio e solitudine: ciòè dovuto al fatto che, temendo il silenzio, hannopaura a star soli.In realtà il silenzio è un luogoabitato. Se non volete mai essere né poveri nésoli, cercate il silenzio. Infatti il vero silenzio èpopolato di innumerevoli esseri. Il Creatore hamesso dappertutto degli abitanti: nelle foreste, neilaghi, negli oceani, nelle montagne ed anche sottoterra. . . Persino il fuoco è abitato, e lo sono l’etere ele stelle. Tutto è abitato.

Sfortunatamente, il rumore della civiltà, che finiscea poco a poco per invadere tutto, e l’esistenza degliuomini sempre più ordinaria e votata al

materialismo hanno creato condizioni contrarie alsoggiorno delle entità del mondo invisibile, per cuiesse fuggono lontano dai luoghi abitati dagliuomini. Non è che esse non amino gli uomini, macome possono rimanere in luoghi continuamenteturbati e sconvolti dalla loro mancanza di rispetto,dalla grossolanità e dalla violenza?Le entità siritirano sempre più in luoghi inaccessibili, equesto l’ho verificato personalmente. È così chenegli Stati Uniti, nel parco di Yosemite, ho avutomodo di ammirare alberi meravigliosi di quasiquattromila anni, ma completamente abbandonati acausa del gran numero di visitatori, del chiasso e edelle eccessiva agitazione: idevase n’erano andatiabbandonando quella zona così bella.In quasi tuttigli alberi vive una creatura, ma in quel parcoquegli alberi giganteschi non erano più né vivi néespressivi perché da tempo disabitati. Come isaggi che si isolano nei deserti, sulle montagne onelle grotte per sfuggire al rumore e alla turbolenzadegli uomini privi di coscienza, cosìgli spiritiluminosi della natura vanno a rifugiarsi neiluoghi dove gli uomini non sono ancora giunti ainsudiciare e ad alterare. Direte: «Ma sono cosìdeboli? Non riescono a sopportare nulla?» Pensateal riguardo quel che volete.

Nella maggior parte delle mitologie, la montagna èpresentata come la sede degli dei. Ciò può essereconsiderato un simbolo, ma è anche una realtà:lealte cime dei monti sono come delle antenne,grazie alle quali la terra tocca il Cielo, ed è perquesto che esse sono abitate da entità molto pure

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e molto potenti. Più l’uomo sale sulle montagne,più incontra il silenzio, e nel silenzio scoprel’origine delle cose, si unisce alla Causa prima edentra nell’oceano della luce divina.

Al giorno d’oggi, con lo sviluppo dei mezzi ditrasporto, si vede sempre più gente andare inmontagna; e diventa una moda. Le persone si dannoagli sports invernali per distrarsi, divertirsi eraccontare poi di essere scese lungo un certopendio, di aver scalato una certa cima. . . E, invecedi rispettare il silenzio della montagna e dilasciarsene impregnare per scoprire gli stati dicoscienza superiori, esse si comportano come inogni altro luogo: portano con sé il loro vino, il loroprosciutto, le loro sigarette, la loro musicacacofonica e gridano, scherzano e s’accapigliano. . .Come se non vi fossero altri luoghi per distrarsi efare baccano! È così che disturbano enormementegli abitanti di quelle zone.

Ma nessuno dice alle persone che con la lorodisattenzione e mancanza di rispetto turbanol’atmosfera e recano molestia a tutte quelle creature.Se tale situazione dovesse protrarsi nel tempo, leentità se ne andrebbero altrove, là dove c’èveramente il silenzio, là dove è molto difficile pergli uomini aver accesso.E una volta che tali entitàsi saranno allontanate dai luoghi in cuiabitavano, quelle zone perderanno il loromistero, il loro carattere sacro e non saranno piùcosì impregnate di luce e di forza spirituale; esarà un peccato.

È dunque chiaro che, se non andate in montagnanella giusta disposizione d’animo, le creatureinvisibili prendono precauzioni e si allontanano, evoi non potete ricevere più nulla da loro. È perquesto che ritornate a casa piccoli e limitati comeprima; e tale soggiorno non può essere neppure dimolto beneficio alla vostra salute, dal momento chelo stato fisico dipende in gran parte da quellopsichico.

Allora, a che serve salire sulle cime dei monti senon se ne torna più puri, più forti, più nobili e inmiglior salute?. . . se non si e capito che

l’ascensione delle montagne fisiche èun’immagine dell’ascensione delle montagnespirituali?. . . Salire e scendere. . . Salire èdisfarsi gradualmente di tutto ciò che ingombra,che appesantisce, fino a trovare il silenzio, lapurezza, la luce, l’immensità e sentire entrare innoi l’ordine divino . . . Quanto a scendere, non valeneanche la pena di spiegare in dettaglio ciò chesignifica; voi avete già capito: è il ritorno delrumore nei pensieri e nei sentimenti, il ritornoall’agitazione, al disordine e ai conflitti interiori.Ecco come si impara a leggere nel grande libro dellanatura: abituandosi a interpretare le sue variemanifestazioni.

Ovunque andiate, sui monti, nei boschi, sulla rivadei laghi o dei mari, se volete manifestarvi comefigli di Dio che aspirano a una vita più spirituale epiù luminosa, dovete mostrarvi consapevoli dellapresenza delle creature eteriche che vi abitano.Accostatevi a loro con rispetto e raccoglimento,cominciate col salutarle, poi testimoniate loro lavostra amicizia, il vostro amore e chiedete le lorobenedizioni. Queste creature che vi notano dalontano sono talmente stupite del vostroatteggiamento che si preparano a riversare su voi iloro doni:pace, luce e pura energia. Vi sentireteallora irrorati, avviluppati dall’amore e dallameraviglia di quegli esseri spirituali, e, quandoscenderete verso le valli, verso le città, porterete convoi tutta quella ricchezza ed anche delle rivelazioni,delle idee più ampie e più vaste.

E poi, alla fine, avrete in più la gioia di sapere diaver contribuito a trattenere in certi luoghi gliabitanti celesti o persino ad attirarne altri. Nondimenticate mai cheè nel silenzio che sipreparano le condizioni favorevoli affinché leentità si manifestino. Queste, poiché hannobisogno di silenzio, aspettano sempre quelleparticolari condizioni che purtroppo gli uominioffrono loro assai raramente. Allora, da oggi in poi,imparate ad amare il silenzio, pensate a crearedappertutto attorno a voi un’atmosfera spirituale disilenzio e d’armonia onde preparare la venuta degliesseri luminosi e potenti.

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Capitolo 7L’ARMONIA, CONDIZIONE DEL SILENZIO INTERIORE

Riuscirete a realizzare veramente il silenzio in voiquando comincerete a lavorare sull’armonia. Ognigiorno, più volte al giorno, fermatevi per osservareciò che avviene in voi e, appena notate il minimodisordine o la minima dissonanza, sforzatevi diporvi rimedio. Altrimenti, nel momento in cuivorrete meditare ed entrare nel silenzio, non viriuscirete perché sentirete sempre qualcosa chestride e crea agitazione. Il silenzio interiore è unostato molto difficile da conseguire. Durante tutta lagiornata ci si deve sforzare di preparargli lecondizioni; e l’armonia è precisamente la primacondizione.

Osservatevi dunque, e constaterete che è facile.Quando vi accorgete che cominciate a esserenervosi, impazienti e irritabili nei confronti deglialtri, è inutile andare a cercare altrove scuse ospiegazioni: voi stessi avete permesso alladisarmonia di infiltrarsi in voi, e in questecondizioni non gusterete mai il vero silenzio. Molticredono che si possano fare certe esperienzespirituali e ricevere rivelazioni dal mondo divinosenza esserne preparati. Eh no. È come quando sicompie con successo un esperimento di chimica: sidevono rispettare certe condizioni, dosarecorrettamente gli elementi, regolare la temperatura,ecc. Se non si seguono queste regole, l’esperimentofallirà.

L’armonia è la chiave che apre le porte delmondo del silenzio: armonia sul piano fisico, neisentimenti e nei pensieri. Finché non siete

impregnati di questa «armonia», non doveteaspettarvi nulla dal Cielo: sarete sempre esclusidalle sue benedizioni.

Ma noto che quando vi parlo di armonia ciò non vidice un gran che né vi interessa molto. Nondimenol’armonia è essenziale, è fondamentale. Immaginatedi soffiare con forza su un ramo fiorito: i petalivolano via in ogni direzione; non rimane più nulladi quell’ordine e di quella disposizione che necostituivano tutta la bellezza. Ebbene,è ciò che fateanche in voi quando vi abbandonate alla collera,alla gelosia, alla cupidigia e alla sensualità:producete un soffio, una corrente che scompigliain voi la disposizione degli atomi e degli elettroni;ed è la perturbazione di questa organizzazioneinteriore che sta all’origine delle malattiepsichiche o anche di quelle fisiche e che vi tagliafuori dal mondo spirituale . Ecco perché, quandoavete un disturbo, un malessere, dovete parlare allevostre cellule così: «Andiamo, calmatevi, io vimando delle onde d’armonia e d’amore, siateobbedienti, riprendete il vostro lavoro!» Nonlasciate mai che uno stato negativo si stabilisca invoi, ma cercate di porvi immediatamente rimedio.

Quando si è riusciti a creare l’armonia, ci si sentebene. È proprio così. Anche se non vi è alcunaragione particolare di rallegrarsi, ci si sente felici,dilatati. Quando, invece, ci si trova in uno stato didisarmonia, ci si sente male, anche in questo casosenza una ragione apparente. È chiaro:l’armonia èla base del benessere e, se non si vive

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nell’armonia, non ci si può sentir bene, anche senessun avvenimento particolare è venuto aturbarci.

Purtroppo molte persone nutrono lo stupidopregiudizio secondo cui, mettendosi in sintonia conle leggi dell’armonia, ne diventano schiave. Èproprio il contrario: si diventa realmente schiavi senon ci si conforma a quelle leggi. Tutti coloro chehanno rifiutato di conformarvisi sono diventativittime delle forze caotiche che avevano scatenatoin se stessi e negli altri. È per rendervi liberi che viparlo della necessità di lavorare sull’armonia. Ionon ho mai voluto attentare alla vostra libertà. Cheme ne farei della vostra libertà? La mia mi basta.

Io misuro la qualità degli esseri che incontrodall’armonia che arrecano. Lo si senteimmediatamente, soltanto dai gesti, daglisguardi, dal tono della voce. Ascoltando certepersone, ci si sente distrutti, come se si ricevesserodei colpi al plesso solare; con altre, invece, ci sisente dilatati. Mi ricordo della voce del MaestroPeter Deunov: era molto dolce e ci calmava e nellostesso tempo ci rinforzava. Per questo uscivamodalle sue conferenze in uno stato di equilibrio e distraordinario benessere. Anch’io mi sforzo,parlandovi, di creare in voi l’armonia, ma ènecessario che da parte vostra siate consapevoli deibenefici che ne traete e che lavoriate per entrare intale armonia.

L’Insegnamento della Fratellanza Bianca Universaleha lo scopo di ampliare i vostri orizzonti, la vostravisione del mondo, di presentarvi delle nuoveattività capaci di rendervi migliori, più sani e piùfelici, e di farvi vivere nella pace. Coloro che nonvogliono comprendere ciò sono fuori posto qui, inuna scuola dove si impara l’armonia: vadano purealtrove! Sappiano che alla Fratellanza noicoltiviamo il rispetto del prossimo e la coscienzacollettiva. Ecco perché, nelle nostre riunioni, ioinsisto anzitutto sull’armonia, affinché inquest’atmosfera tutti coloro che vengono capiscanoquello che nessun discorso, nessuna spiegazionepotrebbe mai far loro capire.

Chi dice: «Io sono libero di fare ciò che mi pare, enon mi importa nulla se dò fastidio agli altri» non sache sta impiegando la formula più pericolosa che visia, la formula che distrugge la buona intesa, lafratellanza.La prima condizione della fratellanza

è quella di rispettare l’armonia e anche dicontribuirvi, affinché gli altri godano dellemigliori condizioni per evolvere. Agendo in talmodo per gli altri, si agisce pure per se stessi,poiché si trae beneficio dall’ambiente che si ècreato. Ognuno deve essere cosciente, vigile, e dirsiche, se viene alle riunioni portando con sé il suofrastuono, il suo disordine interiore, senzapreoccuparsi degli effetti che la sua condottaprodurrà sugli altri, noi non avremo mai lecondizioni favorevoli per ricevere la visita delleentità celesti, e tutti ne subiranno le conseguenze.

E ciò che va capito è proprio questo: che chi lavoraper creare l’armonia è il primo a trarne beneficio,poiché crea le condizioni affinché si possanorealizzare le cose migliori.

Chi permette alla disarmonia di instaurarsi, aprela porta alle complicazioni e alle sconfitte. Sisono viste famiglie che avevano tutto per esserefelici e riportare successo: la salute, l’intelligenza, ilbenessere. . . ma ecco che la disarmonia si èinsinuata tra i loro membri, e a poco a poco lasituazione si è guastata. Nulla ha potuto salvarla, nél’intelligenza né il denaro: la disarmonia ha finitoper distruggere tutto.Infatti la prerogativa delladisarmonia e precisamente quella di produrre ladisgregazionedegli elementi. E anche per l’uomo,nulla è tanto in grado di indebolirlo quanto ladisarmonia. Appena egli lascia penetrare ladisarmonia nei suoi pensieri e nei suoi sentimentio nella sua volontà, non fa più nulla di buono.

Sarebbe veramente auspicabile che si insegnasse aibambini il concetto di armonia: come crearla eanche come conservarla in sé, e non soltanto in séma anche all’esterno. Immaginate di uscire di casadi mattina per andare al lavoro e di incontrare pervia un centinaio di persone che vi rivolgonociascuna uno sguardo pieno di luce e d’amore. . . inquale stato sareste in seguito? Purtroppola realtà èche si incrociano nelle strade tante persone chelanciano solo sguardi inespressivi o ostili darimanerne smagnetizzati. Ci si domanda comequelle persone si comportino in famiglia esoprattutto come la famiglia le possa sopportare!Per quale motivo si è così avari di un sorriso, di unosguardo benevolo, di quanto può portare armonia?Che cosa perdereste se donaste ogni tanto qualcosadi voi?

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22 CAPITOLO 7. L’ARMONIA, CONDIZIONE DEL SILENZIO INTERIORE

Ma voi non conoscete la vostra ricchezza e nonsapete distribuirla.

L’essere umano vive dentro l’organismo cosmico,ne fa parte, è come una cellula di quel corpogigantesco che è il corpo dell’universo, l’AdamoKadmon come lo chiama la Kabbala, e, qualsiasicosa voglia o faccia, non se ne può separare. È daquel corpo che riceve la vita e tutti gli elementi chegli permettono di sussistere: il cibo, l’acqua, l’aria ela luce. Se la sua coscienza non partecipa a questarealtà, egli si isola inesorabilmente daquell’organismo e si priva di quella vita, di quelsostegno.

Ecco una cosa certamente nuova per la maggiorparte di voi. Da secoli e secoli l’uomo vieneeducato molto male; all’uomo non si è maiinsegnato quale doveva essere il suo atteggiamentoverso la natura, verso quel corpo cosmico di cui faparte. Egli si mostra negligente e grossolano, nonpresta attenzione né alle proprie azioni ne ai proprisentimenti né ai propri pensieri, ed è così cheintroduce la disarmonia nell’organismo cosmico ilquale, a sua volta, cerca di difendersi dandoall’uomo qualche buona lezione. Se non simanifesta né saggezza né amore né rispetto, sidisturba qualcosa nel funzionamento del corpouniversale e si è come un tumore che si sviluppain qualche zona di quel corpo. E che cosa si fa diun tumore? Il chirurgo lo toglie.Il giorno in cuil’uomo smetterà di recar danno al corpodell’universo – non solamente al suo corpo fisicoma anche ai suoi corpi eterico e astrale –avrà lasalute, la bellezza, la forza, la ricchezza e lafelicità. Dice San Paolo: «Noi viviamo e cimuoviamo in lui; in lui abbiamo la nostraesistenza.» Sì, noi siamo come una cellula nel corpodella natura che è il corpo del Signore. È per questoche dobbiamo ogni giorno armonizzarci conl’universo, con gli abitanti dei suoi vari mondi,anche se non li conosciamo, anche se non sappiamodove si trovino.

Gli uomini sono riusciti a introdurre un po’d’armonia nelle loro famiglie, nelle loro città epersino in certe nazioni, perché hanno capito checiò era nel loro interesse. Sì, essi sono, nonostantetutto, abbastanza intelligenti e ragionevoli per capireche non è vantaggioso essere sempre sul punto diazzuffarsi e di battersi. Tuttavia, questi sono dei

motivi egoistici che non manifestano una veracomprensione della armonia. Ora bisogna cercarel’armonia per amore dell’armonia, per bisognodell’armonia, per bisogno di entrare nella sinfoniauniversale. È così che aprirete le porte alle forze ealle entità luminose della natura, le qualiscenderanno a stabilirsi in voi. Armonizzarsisignifica aprirsi, e questa apertura è la condizionegrazie alla quale le forze luminose penetreranno invoi.

Certi diranno: «Sì, macome aprirsi?» È semplice:amando. Quando si ama, l’armonia si instaura innoi e allora le porte si aprono, le finestre sispalancano e tutte le benedizioni celesti possonoentrare. In realtà, esistono almeno due metodi perlavorare sull’armonia. Il primo si basa sul pensiero:immaginate di armonizzarvi con tutti gli esseri chevi circondano. Il secondo è l’amore. Il primometodo è buono, ma non è così rapido ed efficace;ci vogliono anni e anni per riuscire a pensare che siè in accordo con tutte le creature.Con l’amore,invece, l’armonia si ottiene immediatamente. Voidite solamente: «Io vi amo» ed ecco che l’accordoavviene di colpo.

Armonizzarsi vuol dire mandare un sorriso, unosguardo d’amore, un razzo d’amore, deiproiettili d’amore a tutte le creature luminosedello spazio, dicendo loro: «Voi che popolatel’immensità, io vi amo, vi comprendo, sono inarmonia con voi.»Voi non sapete ancora tuttoquello che sareste in grado di fare grazie alvostro amore. Vi accontentate di dirigerlo suqualche creatura terrena. Mandare i vostri pensieri, ivostri sentimenti e i vostri sguardi agli uomini ècertamente cosa buona, ma è troppo poco, e non èsicuro che essi ne traggano vantaggio.Inviando,invece, il vostro amore alle entità sublimi, anchese forse nessuno si è accorto che qualcosa venivalanciata nello spazio, quelle entità ricevono, se nerallegrano e vi rimandano quell’amorecentuplicato. Questi sono i veri scambi, questa è lavera comunione, la fusione con l’Anima universale.

Coloro che hanno vissuto un grande amore pensanodi aver gustato la vera vita. Forse hanno assaporatoqualcosa di grande, di bello, ma in realtàquell’esperienza impallidisce se paragonata aglisplendori della vita divina. Sì, perchéle emozionidell’amore umano sono sempre più o meno

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macchiate di egoismo, di sensualità; sono perciòlegate alla natura inferiore: alla personalità. Equanto è collegato alla personalità è lontanodall’essere ideale, perfetto. Per giungere a elevare ilproprio amore fino al mondo divino, bisogna essereliberi, privi di preoccupazioni, di complicazioni e dicalcoli egoistici.

Gli Iniziati si esprimono in modo categorico: non sipuò entrare nella loro scuola se prima non si èsaputo lavorare sull’armonia. È per questo chepochissimi tra voi sono in una tale scuola. Direte:«Ma come? Noi siamo già in una scuola!» Sì,fisicamente voi siete forse numerosi, maspiritualmente ve ne sono pochissimi pronti aentrare.Quando a degli esseri è stato dato ildiritto di entrare nella Scuola divina, lo si vede elo si sente; essi traggono beneficio dall’armoniaceleste.

Sulla cassa del vostro violino (il corpo fisico) sonofissate quattro corde: ilsol, il cuore; il re,

l’intelletto; il la, l’anima; il mi, lo spirito. Ma comefarete a suonare se lo strumento non è accordato?. . .Se volete essere un buon violinista, capace di trarresuoni melodiosi dalle quattro corde che sono ilcuore, l’intelletto, l’anima e lo spirito, provvedeteogni giorno a introdurre in voi l’armonia, adassorbirla e a respirarla. Quando essa sarà penetratain tutte le parti del vostro essere e lo avrà accordatocome uno strumento, sarà lo spirito divino stessoche verrà a suonare su voi.

L’armonia è il risultato dell’unionedell’intelletto, del cuore, dell’anima e dellospirito. Nel momento in cui la vostra anima sifonde con lo Spirito cosmico, voi gustate l’estasi.È questa, infatti, l’estasi, ed è chiaro che si producenel momento in cui l’anima umana si unisce alloSpirito. In quel fuoco intenso, in quell’abbraccio,tutte le impurità vengono bruciate e voi sietefinalmente liberi. . . di volare nello spazio e difondervi nell’armonia universale.

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Capitolo 8IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILE

AL PENSIERO

8.1

La vera potenza dell’uomo è quella del pensiero.Voi lo sapete e tutti lo sanno:è il pensiero chedirige, realizza e crea. Ma, per lavorare, ilpensiero ha bisogno di determinate condizioni, eil silenzio è una condizione essenziale. Questo nonè stato ancora ben compreso dalla maggioranzadelle persone, poiché quello che la gentegeneralmente chiama pensiero è troppo spessosoltanto un agitarsi dell’intelletto. Si cerca lapagliuzza nell’occhio del vicino, ci si chiede comesopraffare la concorrenza, si fanno progetti sullacarriera politica. . . e lo si chiama pensare! Ebbeneno, tutto questo in realtà si chiamaessere in baliadei propri istinti, delle proprie tendenze e delleproprie emozioni. . . tutto ciò che volete, ma non èfrutto del pensiero.

Ed è pure un errore credere che il pensiero sisviluppi nelle discussioni, nei confronti o nellecontroversie. Qualcosa indubbiamente si sviluppa,ma in ogni caso quello non è puro pensiero. Eccoperché la meditazione è un esercizio così difficileper la maggior parte degli uomini: perché non sannoche cosa sia realmente il pensiero né comeservirsene. Essi credono di poter entrare nel mondodel silenzio così, senza preparazione alcuna,provvisti di uno strumento rumoroso che in realtànon fa altro che turbare il silenzio. Infatti questo èquanto avviene, ed è proprio il loro pensiero mal

padroneggiato a turbare il silenzio, pensiero checorre in tutte le direzioni scompigliando ogni cosaal suo passaggio.

Il mondo del vero pensiero è il piano causale, cioè ilpiano mentale superiore; più il pensiero scendeallontanandosi da quelle altezze, più vieneostacolato e sviato. Or dunque, per far fronte a tuttii problemi della vita quotidiana con i quali l’uomodeve confrontarsi, il suo pensiero è obbligato ascendere e a rivestirsi di abiti spessi e grossolani.Sotto questi abiti, il pensiero si indebolisce e diventainevitabilmente irriconoscibile.È in alto che ilpensiero è onnipotente; appena scende nelleregioni dell’intelletto (piano mentale inferiore) edel cuore (piano astrale), esso si copre diimpurità e, non essendo più così puro, perdequasi tutta la sua forza di penetrazione. Se voleteche il vostro pensiero ritrovi la sua vera forza permeditare, per unirvi al Cielo, dovete salire fino alpiano causale dove regna il silenzio assoluto.

Se vi osservate bene, constaterete che più vi elevateverso le cime delle alte montagne spirituali più vicalmate; l’ordine divino si ristabilisce in voi eimprovvisamente sentite il silenzio, come se tutte levostre cellule si fossero armonizzate. In quella pace,in quell’armonia, il pensiero liberato può prendere ilvolo, volare nello spazio e immergersi nell’oceanodella luce. Nulla può più ostacolare il movimento

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8.1. 25

delle sue ali possenti. Al contrario, più voidiscendete nelle pianure, spiritualmente parlando,più si produce rumore nei vostri pensieri e nei vostrisentimenti, e, quando vorrete concentrarvi sulCreatore o sulla Madre Divina, non vi riuscirete. Ècome se un’intera muta di cani vi assalisse, e voidoveste dibattervi e lottare per strapparvi alle lorofauci, e talvolta invano. Eh sì, voi dite di avermeditato, ma Dio sa se, quando siete rimastisilenziosi, avete saputo dirigere i vostri pensieriverso i piani superiori!. . . Quali sono i soggetti, leimmagini e i ricordi su cui avete indugiato? Sempresu tutto ciò che è terra terra: che cosa avetemangiato e bevuto, come vi siete azzuffati oabbracciati. . . A causa di tutte queste interferenze,non siete ancora riusciti, nemmeno per qualcheminuto, a proiettare il vostro pensiero fino al mondodell’anima e dello spirito.Finché vi fermate aipiani astrale e mentale inferiore, sarete tesi,agitati e non troverete mai il silenzio necessarioal lavoro spirituale. È la natura dei pensieri e deisentimenti grossolani che produce tali effetti, e nonpuò essere altrimenti. Bisogna conoscere bene lanatura di ogni cosa. Nello stesso modo in cui ichimici studiano la natura e le proprietà deglielementi fisici, voi dovete studiare la natura e leproprietà degli elementi psichici. Edè proprionella natura dei pensieri e dei sentimentiinteressati, cioè egoistici, che risiede la causa diogni tensione, eccitazione e disordine.Qualunque sia lo sforzo che fate per meditare,non vi riuscirete finché non vi sarete sforzati diintrodurre in voi il silenzio.

Pensaresignifica in primo luogo essere capaci diliberarsi dalle preoccupazioni quotidiane, al finedi concentrarsi in modo disinteressato su unsoggetto di natura filosofica, spirituale. L’azionedel pensiero deve servire a progredire nella via dellacomprensione dell’essere umano, dell’universo, diDio stesso, comprensione che non si ottiene con lalettura di libri o con le discussioni.È nel silenzioche il sapere, sepolto nel più profondo di noistessi, affiora a poco a poco alla coscienza.L’uomo, microcosmo riflesso del macrocosmo, èil depositario di tutta la memoria del mondo.Egli possiede gli archivi dell’universo, archivirappresentati simbolicamente anche nell’Alberosefirotico dalla sefiraDaath, il sapere.Daathè lamateria originaria, la materia primordiale su cui,

all’inizio del mondo, Dio ha diretto il suo soffio perfecondarla. Per il fatto di essere la sostanza dellaCreazione, la materia è in grado di contenere lamemoria. E lo spirito risveglia questa memoriasfiorando la materia come il soffiare del vento favibrare le corde dell’arpa eolia. Edè il silenzio cheprepara le condizioni perché si desti in noi lamemoria originaria.

I benefici del silenzio sono quanto un istruttorepuò insegnarci di più utile, così come puòindicarci le condizioni per la nostra evoluzione.Bisogna dunque abituarsi e provare piacere a questaconcentrazione, a queste meditazioni; all’iniziobasta pochissimo tempo, qualche minuto soltanto, e,a poco a poco, in seguito prolungare. . . fino ariuscire a entrare veramente nel mondo celeste perfarvi un lavoro: toccare, agitare, spostare deimateriali e delle correnti nell’intero universo. Infattiil pensiero che ci permette di comprendere, cipermette anche di agire; è qualcosa di più di unasemplice facoltà avente per fine la conoscenza: èla chiave di tutto, è la bacchetta magica, lostrumento dell’onnipotenza.

Dunque, quando siete riusciti a liberare il vostropensiero da tutto ciò che è suscettibile di ostacolarloe lo tenete saldamente sotto il vostro controllo, inquel momento potete orientarlo nella direzionedesiderata perché esso intraprenda un lavoro:regolarizzare e armonizzare particelle e correnti invoi e nel mondo intero. Voi date ordini, viconcentrate su un’idea o su un’immagine, lamantenete a lungo, ed è questa che lavorerà, chetroverà nuovi materiali da organizzare.

Vi faccio un esempio. Immaginate di essere inmare, su una barca, e che vi stiate divertendo con unbastoncino ad agitare l’acqua con moto circolare,nell’intento di provocare un mulinello. Create cosìdelle onde circolari; all’inizio compaiono alcuniramoscelli, poi dei turaccioli, e tutto comincia agirare. Se continuate a farlo, a poco a poco,gireranno anche delle barche, poi dei battelli einfine dei grandi piroscafi. Interpretiamo questaimmagine.Voi generate col pensiero unmovimento armonioso nell’oceano eterico e leonde che si formano attirano un po’ alla volta deimateriali, delle entità, delle intelligenze. . . Nonmi credete? Non vi resta che provare. Dite di avergià provato. . . Sì, per cinque minuti ogni tanto, e

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26 CAPITOLO 8. IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILE AL PENSIERO

questo naturalmente non consente di raggiungerealcun risultato. Infatti non avete perseverato. Checosa credete di poter fare in cinque minuti?

Se, durante le nostre riunioni, prendete l’abitudinedi «far girare» nell’oceano eterico sempre le stesseidee luminose quali la fratellanza universale e ilRegno di Dio, un giorno trascinerete tutto ilmondo. . . A poco a poco gli uomini si sveglierannoa queste idee. D’altronde, ciò è già in corso: sempre

più si sentono persone parlare il nostro linguaggio,presentare le nostre idee.

Beati coloro che hanno capito quanto sia necessarioimparare ad abbandonare i livelli inferiori deipensieri e dei sentimenti per avvicinarsi allasorgente divina, poiché è là che troveranno glielementi per intraprendere una vera attività e pervivere la vera vita.

8.2

Sforzatevi di andare sempre più lontano nellacoscienza e nell’esplorazione delle vostrepossibilità. Il Cielo non vi lascia mai senza tendervila mano, senza mostrarvi la via, senza presentarvinuove miniere da sfruttare e ricchezze a cuiattingere. È tempo che vi mettiate al lavoro, poichéquanto avrete acquisito nella vostra anima e nelvostro spirito come conoscenza, come virtù, ungiorno ve lo porterete appresso nell’altro mondoe lo riporterete con voi quando tornerete areincarnarvi . Coloro che non lavorano peracquisire delle possibilità spirituali, partiranno perl’altro mondo con le mani vuote; infatti, lo sapetebene, non si lascia la terra con le proprie automobili,le proprie aziende, i propri vestiti e i propri gioielli.Se non si è fatto nulla per accumulare ricchezzespirituali, si parte completamente nudi, poveri emiserabili, e in alto non si viene accolti con moltaconsiderazione. E quindi il vostro mondo interioreche ora dovete cercare di esplorare, poiché è là chepotrete trovare gli elementi più preziosi per la vostraevoluzione e la vostra elevazione.

Questo lavoro lo potete fare solo durante lameditazione, nel silenzio.Quando siete riusciti adallontanare i pensieri e i sentimenti molesti e aintrodurre in voi la calma e l’armonia, nonmuovetevi e cercate di immobilizzare anche lamente: che più nulla attraversi il vostro mentale,né un pensiero né un’immagine, come se tutto sifosse fermato. Deve esserci, vigile, solo la vostracoscienza.

In realtà, ciò che si ferma sono i movimenti dellanatura inferiore, mentre la natura superiorecomincia a vibrare, a irradiare. Ma questomovimento vibratorio è talmente intenso daessere analogo all’immobilità. So che non sieteancora in grado di comprendermi. Intellettualmentecapite una parte di quello che vi dico, ma micomprenderete veramente solo quando riuscirete voistessi a farne l’esperienza.Per manifestarsi, il Sésuperiore attende che il sé inferiore gli diaspazio. Ma non è così facile. Il sé inferiore nonabbandona volentieri il terreno: esso è là tutto iltempo a gesticolare, a gridare, a imporsi. È perquesto che il Sé superiore si manifesta cosìraramente: deve aspettare che il sé inferiore, stanco,sfinito, gli ceda il posto. . . E quando ciò avviene,non è mai per molto tempo, poiché il sé inferiore,che è infaticabile, si rialza in fretta e riprende la suaposizione a colpi di artigli, denti e zoccoli. E checosa fa il Sé superiore nel frattempo? Rimaneinattivo? Oh no, esso non interrompe mai la suaattività in quanto partecipa al lavoro dello spiritouniversale.

Ma l’uomo, che non conosce se stesso, ignora che,nella misura in cui grazie al suo Se superiorepartecipa alla vita divina, partecipa anche al lavorodi Dio. Egli non si può render conto di ciò cheavviene nelle sfere superiori del suo essere, perchénon ha un legame cosciente con esse: ed è appuntosu questo che l’uomo deve lavorare.

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8.2. 27

L’uomo è abitato dallo Spirito divino e, se devemettersi al suo servizio, non è per rafforzarlo: loSpirito è già forte; non è per istruirlo: è giàonnisciente; né per purificarlo: è una scintilla.L’uomo deve occuparsi solo di aprirgli la via.Solo allora lo Spirito divino gli potrà donare lasua luce, la sua pace e il suo amore. Ecco qualedeve essere il vostro lavoro nel silenzio dellameditazione.

Anche nella vostra vita dovete imparare a introdurreil silenzio del Sé superiore.Quando sapete didover affrontare una discussione difficile cherischia di degenerare o di trascinarvi troppolontano, procurate di creare in voi il silenzio epregate. . . In quel momento vi sentiretedistaccati, al riparo dall’irritazione e dallemeschinità: infatti il vero silenzio non reca con séle condizioni che convengono alla personalità.Nelsilenzio la personalità perde i suoi mezzi, èparalizzata.

Imparate quindi a ritirarvi per cedere il postoalla vostra natura divina, al vostro Sé divinodicendogli: «Ecco, tutto ciò che possiedo è tuo,disponi di me, prendi possesso di me: io sono altuo servizio.» Qualcuno dirà: «Ma a che cosa puòservire tutto questo?» Ebbene, sappiate che un verospiritualista non si pone mai una domanda simile,poiché il fatto di porla rivela che non è in grado diintuire che cos’è la vera scienza, la vera filosofia.Colui che decide di consacrarsi con tutto quello chepossiede, dà al principio divino la possibilità dilavorare e di manifestarsi tramite suo. Ecco perchéGesù diceva: «Mio Padre lavora e anch’io lavorocon Lui.» Gesù poteva pronunciare quelle paroleperché aveva consacrato tutto al Suo Padre Celeste,Gli aveva fatto posto in sé, poteva dunque associarsial Suo lavoro. Egli diceva anche: «Mio Padre ed iosiamo una cosa sola», il che ha lo stesso significato.

E voi pure, se riuscite a dare in voi la precedenza alSé superiore, partecipate già al lavoro cosmico delCristo, di Dio stesso. Sì, è qualcosa di misterioso, èun’attività che si svolge in un’altra sfera e spessopersino a nostra insaputa. Quando siamo assorbitidai nostri compiti quotidiani, non sappiamo quelloche il nostro spirito sta operando in noi. Ma forseun giorno, quando il vostro cervello si saràsufficientemente sviluppato, diventerete coscientidel lavoro che il vostro spirito compie nell’universo.

Per il momento, l’essenziale è che ristabiliate illegame con lui.L’unica preoccupazione da averedurante la meditazione è proprio questa:calmare tutto ciò che dimora in noi e, nelsilenzio, raggiungere il nostro Sé superiore che èla quintessenza di Dio.

Nello stesso modo in cui partecipate alla vita dellavostra famiglia, della vostra città, della vostranazione, e più ancora per alcuni, dovete imparare apartecipare alla vita cosmica. Durante le preghiere,le meditazioni, i canti, sappiate che potete anche voiprender parte alla vita dello universo, ma a patto diessere coscienti delle condizioni che vi sono offerteper svolgere un lavoro col pensiero.

Perché pensare di dover essere un astronauta edisporre di razzi per viaggiare e lavorare nel cosmo?La terra viaggia attraverso lo spazio eterico, attrattadal sole, perciò noi siamo sulla terra come inun’astronave che prosegue la sua corsa fra le stelle.Questo è ciò che fa di noi dei cittadini del cosmo,capaci di partecipare consapevolmente alla vitauniversale.È ora di abbandonare quelle nozionilimitate che ci vengono trasmessedall’educazione, dalla società, per abbracciareconcezioni più vaste, più ampie, più grandiose:partecipare al lavoro cosmico di luce sottol’egida del Cristo.

Se ci diamo la pena di approfondire la frase diGesù: «Mio Padre lavora e anch’io lavoro con Lui»vedremo aprirsi davanti a noi orizzonti illimitati.Ma invece di far ciò, lasciate che Gesù lavori consuo Padre, mentre voi vi occupate di cose futili.«Ma – direte voi – c’è una tale distanza fra Gesù enoi! Lui è il Cristo, è perfetto, mentre noi. . .sarebbe orgoglio immaginare di poter fare il suostesso lavoro.» Bene, pensate quello che volete, maGesù intendeva le cose diversamente; diceva: «Siateperfetti come è perfetto il vostro Padre Celeste».Inoltre: «Chi osserva i miei comandamenti farà leopere che faccio io, e ne farà persino di più grandi.»È per questo che vi dico che i cristiani sono deipigri. Essi vogliono far credere che è per umiltàche non si danno all’unica attività degna diessere intrapresa dagli uomini: partecipare allavoro di Dio. Eh no, niente affatto, non si trattadi umiltà, ma di pigrizia ! I cristiani sono più vicinialla mentalità della folla mediocre che allo spiritodel Cristo e di tutti i grandi Maestri.

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28 CAPITOLO 8. IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILE AL PENSIERO

Come Gesù,gli Iniziati che hanno la coscienzarisvegliata partecipano senza tregua al lavoro diDio. E se anche voi volete partecipare a questolavoro, io vi darò un metodo. Restate per prima cosaun certo tempo nell’immobilità e nel silenzio, poicominciate a elevarvi col pensiero, immaginate dilasciare a poco a poco il vostro corpo fisico uscendo

da quell’apertura che si trova alla sommità del capo.Attraversate i corpi causale, buddhico e atmico e,giunti a quel punto, vi collegate con l’Animauniversale per partecipare contemporaneamente alsuo lavoro a tutti i livelli. A quel punto, voi forsenon saprete nemmeno ciò che state facendo, ma ilvostro spirito sì.

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Capitolo 9RICERCA DEL SILENZIO, RICERCA DEL CENTRO

Non far rumore non è uno scopo, ma soltanto unpasso preliminare, la condizione necessaria perconseguire un altro silenzio, quello interiore, cioè inrealtà l’armonizzazione delle varie volontà che siesprimono dentro di noi. Queste volontà sonomolteplici: il cuore, l’intelletto, gli occhi, leorecchie, lo stomaco, il ventre, il sesso, le braccia,le gambe. Tutte necessitano di qualche cosa e lareclamano, e le loro richieste sono spesso incontraddizione. Per ristabilire l’ordine, bisognainvitare un potere capace di armonizzarle, diorientarle in vista di un lavoro: cioè un’intelligenza,una testa che governi e presieda a tutto.Le celluledei nostri organi e le entità che le popolanoobbediscono solo alla testa, non riconoscononessun altro; tra loro si distruggono, si divorano,ma siccome esiste nell’universouna legge secondola quale l’inferiore deve obbedire e sottomettersial superiore, davanti all’autorità della testa esse siinchinano.

La testa è un principio intelligente che possiedefacoltà superiori a quelle degli organi. Quando c’èla testa, cioè il principio supremo, tutti leobbediscono; e se la testa esige l’ordine, la pace, ilsilenzio, nessuno aggiunge parola, i sentimentitacciono, persino la mente tace: si fa valere la solacoscienza. Colui che è giunto a stabilire in sé questosilenzio entra in contatto con l’Anima universale,vibra all’unisono con essa e comprende, sente. . . Inrealtà ciò che egli scopre va ben oltre: è qualcosa di

inesprimibile che va vissuto.

Ogni giorno dobbiamo fare degli sforzi per ritrovarela testa, cioè quell’intelligenza divina che per ilmomento è imprigionata in noi, e ridarle la libertà.Dopo aver realizzato questo meraviglioso silenzio,nulla ci impedisce di riprendere il lavoro e dirimettere in azione il cuore, l’intelletto, le gambe, lebraccia e anche la lingua! Ma anzitutto la testa, alfine di essere ispirati in tutto ciò cheintraprendiamo: che i nostri pensieri, i nostridesideri, le nostre sensazioni e le nostre emozionisiano diretti da una volontà superiore, dallo spirito.

Si può presentare questa questione in altri termini edire cheil silenzio si forma quando la vita dellaperiferia gira attorno ad un centro. A proposito,perché andiamo al mattino a contemplare il sole chesorge? Perché è un esercizio che ci permette ditrovare il nostro centro.1 Il sole è il centro di unsistema che egli sostiene, organizza e vivifica.Se ilmovimento dei pianeti attorno al sole èconsiderato come l’immagine stessa dell’armoniauniversale, e proprio perché i pianeti giranoattorno a un centro che mantiene l’equilibrio. Seil sole scomparisse dal punto in cui si trova, sarebbeil caos. Per noi è la stessa cosa: finché non abbiamoun centro che mantiene, equilibra e coordina imovimenti della periferia, non possiamo avere unavita e un’attività armoniose e costruttive.

Nel momento in cui vi concentrate sul sole, pensate

1Vedi Opera Omnia, Volume 10: «Gli splendori di Tipheret» Cap. I e II.

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30 CAPITOLO 9. RICERCA DEL SILENZIO, RICERCA DEL CENTRO

che anche in voi stessi dovete trovare il centro.Guardare il sole può essere un esercizio veramenteproficuo solo se lo si comprende come un simbolodella vita interiore. Perciò,guardando il sole,sforzatevi di ritrovare in voi quel centro: ilvostro Spirito, che è onnipotenza, saggezza,onniscienza e amore universale; ed è a lui chedovete avvicinarvi ogni giorno. Finché rimarretelontani dal centro, sarete alla mercé delle correntipiù disordinate e contraddittorie.

È vero che spesso si e obbligati ad abbandonare ilcentro per andare a badare alle proprie attività allaperiferia. Se, però, ci si deve allontanare dal centroper necessità, ciò non significa che si debba recidereil legame con esso. Al contrario,più attività avetenel mondo, cioè alla periferia, più doveterafforzare il legame col centro, con lo Spirito,poiché è dal centro che ricevete l’energia, la lucee la pace di cui avete bisogno per portare a buonfine tutte le vostre iniziative. È così che nonsoltanto voi venite alimentati senza interruzione, madiventate voi stessi un centro per le altre creaturedella periferia, in quanto le fate beneficiare ditutto ciò che di buono avete ricevuto. Finché nonavrete capito questa legge, sarete continuamenteinfelici e sballottati qua e là.

Alcuni diranno: «Ma io non posso abbandonare miomarito (o mia moglie) per andare a cercare il centro!Noi stiamo insieme e non ci lasciamo.» Ebbene,rimanete pure insieme, non lasciatevi mai, ma unbel giorno non avrete più nulla da darvi l’unl’altro, perché non avrete mai fatto nulla perrinnovarvi, per arricchirvi: e quella sarà la voltache vi lascerete e la separazione sarà definitiva.Come far capire agli uomini cheil vero amore nonè rimanere incollati insiemesenza potersi separarenemmeno un secondo? Al contrario,chi vuoleconservare il proprio amore sa che ogni tantodeve andare in viaggio. Chiamate questo viaggiocome volete: preghiera, meditazione,contemplazione, ricerca del silenzio, del centro,di Dio. . . Edè proprio questo viaggio che vipermetterà di portare doni a coloro che amate:vostro marito, vostra moglie, i vostri bambini, ivostri amici.E quali saranno i doni? Una vita piùpura, più armoniosa, più poetica.

Quante volte vi ho detto che basta osservare i fattidell’esistenza quotidiana per comprendere le leggi

della vita interiore! Che cosa fanno i padri difamiglia in certi paesi poveri? Vanno a cercar lavoroall’estero, perché sanno che, rimanendo a casa, nonriusciranno a guadagnare abbastanza per mantenerela famiglia. Essi amano i loro cari, tuttavia lilasciano, e li lasciano proprio perché li amano: senon li lasciassero, quelli morrebbero di fame. E checosa fa un comune padre di famiglia? Ogni mattinaesce di casa per andare a guadagnare quel denaroche gli permetterà di far avere ai suoi familiari tuttociò di cui hanno bisogno. Ebbene, questo fatto devechiarirvi le leggi della vita interiore. In qualsiasicampo, se si vuol essere veramente utili a coloroche ci stanno a cuore, se si vuol portar lorol’abbondanza e la felicità, bisogna lasciarli per uncerto tempo per andare verso un luogo che sichiama estero, lavoro, centro o silenzio.

Vi ho detto che solo coloro che si amano sannorealmente che cos’è il silenzio. La forza delsentimento apporta loro una pienezza che nessunaparola può esprimere, ed è per questo che, pur nonparlando, vivono una vita più intensa. Però, nellamaggior parte dei casi, quest’amore purtroppo nondura, gli uomini non sanno farlo durare; prima o poiil silenzio che si stabilirà in loro sarà quellodell’indifferenza, del rancore, perfino dell’odio.Perché? Perché essi hanno vissuto il loro amore inmodo egoistico e limitato: si sono concentrati l’unosull’altro, si sono dati immediatamente tutto quelloche possedevano di meglio, senza pensare cheavrebbero dovuto rinnovarsi cercando ogni giornodi acquisire “nuove ricchezze, una nuova bellezza,una nuova luce”. Cosi ora si scambiano il peggio dise stessi e non sanno più amarsi.

Per concludere, quando andate a contemplare il soleal mattino, pensate che, avvicinandovi al centro delnostro universo, vi avvicinate al vostro centro.Esponendovi al sole, diventate più vitali, perchéil sole è il fuoco della vita. Ogni mattino,avvicinatevi al sole cercando di catturarne unascintilla, una fiammella che introdurrete in voi e cheporterete con voi come il tesoro più prezioso. Ed ègrazie a quella fiamma che la vostra vita saràpurificata, sublimata, e ovunque andrete porteretepurezza e luce.

Nei riti della religione ortodossa si trova il riflessodi questo cammino interiore. In occasione di certefeste – e in particolare della festa di Pasqua – tutti i

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fedeli tengono in mano un cero. A un certo puntodella cerimonia il pope che celebra la funzioneaccende una candela e poi con quella fiammaaccende il cero dell’assistente più vicino; e così, viavia, ciascuno accende col proprio cero quello delvicino. Edè una sola candela quella che ha acceso

tutte le altre! Ecco quello che, simbolicamente,anche noi dobbiamo fare. Avvicinandoci al centro,al sole, dobbiamo col pensiero accendere in noi lanostra fiamma, ed è così che un giorno il mondointero sarà illuminato. Di fronte al sole luminoso,così brillante, come si può rimanere nella oscurità?

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Capitolo 10IL VERBO E LA PAROLA

Sforzatevi di gustare tutti i momenti di silenzio cheosserviamo durante le nostre riunioni, al fine disvolgere un vero lavoro creativo per mezzo delpensiero. Non dimenticate mai che il lavoro dellamente è il più importante, poiché è per opera sua seriuscite un po’ alla volta ad avvicinarvi all’idealecui aspirate.Con le vostre preghiere e lemeditazioni aggiungete ogni giorno un elementoall’edificio, ogni giorno un mattone, un po’ dicemento, un’asse, un chiodo: quale felicità nelsentire che si agisce, che si avanza!

Se venite ogni volta alle nostre riunioni con laconsapevolezza del lavoro da svolgere, nonaspetterete più con tanta impazienza che iointerrompa il silenzio per parlarvi. Che cos’è,infatti, la parola in confronto al silenzio?

La parola è molto limitata, la maggior parte deivocaboli della lingua è stata creata da uominicomuni per bisogni comuni. È vero che esistonotermini per esprimere delle realtà filosofiche emistiche, ma sono talmente pochi! Allora, percomunicare le esperienze spirituali, assai spesso sitace e ci si esprime soltanto con uno sguardo, conun gesto, poiché si sente che le parole sonoimpotenti. Direte: «Ma allora, la parola èinefficace?» Nella misura in cui riesce a confondersicol verbo, cioè se essa è viva, impregnata di vitaspirituale, la parola è potente e in grado di agire, maprima di giungere a quel punto, in effetti, non serveun gran che ed è come un recipiente vuoto.

Il Verbo appartiene al mondo dello spirito, del

pensiero creatore.Chi pensa, crea. Nel momentoin cui pensate, già per così dire parlate, e questoparlare silenzioso è attivo, magico: è il Verbo. IlVerbo è dunque una parola che non è ancora scesasul piano fisico, essa è là, reale, viva, ma nonudibile; essa si manifesta nel mondo visibile concolori, forme e sonorità comprensibili a tutti, mentrela parola, che si esprime sul piano fisico convocaboli propri e in una particolare lingua, puòessere compresa solo da coloro che parlano quellalingua. Ecco quali sono le difficoltà!

Il linguaggio universale è il Verbo.Se voi parlateinteriormente col cuore, con l’anima, persino lepiante, gli uccelli, gli insetti, i pianeti, le stelle vicomprenderanno, poiché il linguaggio del cuore edell’anima è compreso universalmente. Anche senon parla la vostra lingua, un essere sensibile,ricettivo, capirà i vostri pensieri e i vostridesideri; li sentirà. Vi sono degli esseri moltoevoluti, molto sensibili che, nell’attimo in cui vieneformulato un pensiero, lo colgono. D’altronde, glispiriti luminosi, gli angeli, non si parlano tra loro enemmeno ci parlano: essi emettono delle onde,onde che noi traduciamo in parole.

Ora tutto è chiaro: anzitutto voi pensate, sentite, equesto è il Verbo. Poi, cercate la forma persviluppare il vostro verbo, forma costituita dallaparola, dai vocaboli che scegliete in una data lingua.Ma, mentre la parola esprime più o meno bene ciòche volete esternare, nel piano invisibile il Verbotrova sempre subito una espressione appropriata,

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comprensibile a tutte le creature, persino agli angelie agli arcangeli.

La parola è spesso l’inizio di ogni malinteso: a voltenon si trovano le parole adatte per esprimersi, eaccade anche che non si veda nemmeno abbastanzachiaro in se stessi per sapere ciò che va detto. Laparola non può diventare viva e potente finché nonsi è lasciata impregnare dal Verbo per esprimere conesattezza ciò che l’anima e lo spirito stannovivendo.Verrà il giorno in cui gli uomini sicapiranno immediatamente non comunicandocon le parole, ma con la luce, i colori e i suoni cheemaneranno. Quando accanto a voi c’è un uomoche soffre, spesso senza che vi parli sentite il suodolore. E quando prova una gioia che dilata ilsuo animo, pure in quel caso lo percepite. Lasofferenza e la gioia sono un linguaggio che sicoglie senza bisogno di parole, un linguaggio chenon inganna.

Il Verbo è la sintesi di tutte le espressioni della vitainteriore dell’uomo, di tutte le emanazioni prodottedai suoi pensieri e dai suoi sentimenti. Si puòpersino dire che spesso il Verbo si contrappone allaparola. Quante volte la parola, invece di essere ilriflesso fedele della realtà, è utilizzata da alcuni soloper risvegliare nella gente certe reazioni o certisentimenti che essi hanno interesse a suscitare perraggiungere il loro scopo: fiducia in loro stessi,sfiducia negli altri, ecc.

Ora, cercate di capirmi: il mio scopo non è quello disottovalutare la parola, ma dimostrarvi piuttostoin quali condizioni essa diventa efficace, persinomagica. Il pensiero crea le cose anzitutto in alto,poi le parole le concretizzano secondo certe linee diforza attorno alle quali vanno a disporsi le particelledi materia. Ecco perché la parola è necessaria allarealizzazione dei vostri pensieri e desideri sul pianofisico. Tuttavia,perché questi pensieri e desiderisi realizzino tramite la parola, dovete prima ditutto conoscere una legge. Serviamoci diun’immagine: la parola, se volete, è la canna di unfucile e il pensiero o il desiderio sono la polvere dasparo. Se non mettete la polvere nella canna, potetesempre mirare e premere sul grilletto, ma nonaccadrà nulla. Ora, se il fucile è privo di canna, nonpotete dare alcuna direzione al proiettile. La cannadà la direzione e la polvere la potenza.Primad’ogni altra cosa bisogna avere dei pensieri e dei

sentimenti forti, intensi e poi, mediante la parola,si dà loro la direzione voluta. L’energia psichicae la parola sono entrambe necessarie.

La parola non va sottovalutata, poiché è proprio laparola che equilibra la tensione interiore, il che èmolto importante.Quando pregate in silenzio omeditate, accumulate delle energie psichiche, edè bene in seguito dar via libera a tali energietramite la parola . Non farlo può creare scompensi:troppe forze accumulate, troppa tensione possonominacciare il vostro equilibrio.La parola è perl’appunto un mezzo per dare a queste forze lapossibilità di prender forma, di manifestarsi, diagire. Se l’energia psichica accumulata nel vostrospazio interiore non può essere proiettata, esploderàsul posto e voi ne sarete la vittima.È per questoche bisogna proiettare quell’energia, darle unoscopo: ed è proprio questa la funzione dellaparola.

Abituatevi, quindi, a servirvi della parola. Quandosentite che siete riusciti, tramite il pensiero, aentrare in contatto con le energie più pure delmondo invisibile, non fermatevi a quel punto,perché c’è ancora un lavoro da fare.Pronunciatead alta voce qualche formula, come: «Che siasulla terra come in Cielo». Oppure: «Che ilRegno di Dio e la Sua Giustizia si realizzino sullaterra!». In questo modo darete una direzione alleenergie accumulate dentro di voi e farete unlavoro benefico per il mondo intero. Laconoscenza di queste leggi è la base del lavorospirituale.

Quando un Iniziato medita sul silenzio, siricarica, accumula delle forze, perciò, quandopoi prende la parola, questa è piena di vita.Prima di parlare, bisogna collegarsi al Verbo divinoche è amore e potenza. Il Verbo è l’origine di tutto,la sorgente di tutto, la vera potenza. Ecco perché laparola deve sempre seguire il Verbo. Bisogna che lospirito sia sempre presente, vigile; cosìcomprenderete meglio le cose, le esprimeretemeglio e si sentirà che c’è vita in quello che dite.

Ora aggiungerò ancora che non dovete contareunicamente su ciò che vi rivelo sul piano fisico.Infatti è troppo poco. Inoltre, potrei essere obbligatoad assentarmi e a rimanere per molto tempo senzapotervi parlare. Col Verbo, invece, io vi parlo incontinuazione. Sì, quando sono solo a casa o in

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34 CAPITOLO 10. IL VERBO E LA PAROLA

montagna o in viaggio, io vi parlo ininterrottamente.

Nella mia vita non vi sono né moglie né bambini néaffari, per cui ho tutto il tempo per pensare a voi e atutti gli esseri umani della terra, per consigliare,spiegare, aiutare e confortare. Se non ricevete nulladi ciò che vi mando, è per il fatto che credete checonti solo la parola fisica. Ma non è così, ed è perquesto che dovete cominciare a esercitarvi quimentre siamo insieme: invece di spazientirvi

quando i momenti di silenzio si prolungano,imparate a sviluppare le vostre antenne, a sentireche il vostro Istruttore pensa a voi e al vostroavvenire; cercate di indovinare ciò che prepara pervoi, dove vuole condurvi. . . Vi sono cose che nonpuò esprimere sul piano fisico; non ne ha il diritto,poiché alcuni potrebbero profanare le sue parole.Èper questo che egli le lancia nel mondo invisibile,dove solo chi è sensibile e preparato potràcaptarle per la propria evoluzione spirituale.

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Capitolo 11LA PAROLA DI UN MAESTRO NEL SILENZIO

11.1

In ogni nostra riunionevorreste che io rivolgessi laparola a voi personalmente, ma non posso sempreesaudire i vostri desideri: non sarebbe ragionevole.Parlare senza interruzioni presenta degliinconvenienti: è faticoso per chi parla. . . edoppiamente faticoso per chi ascolta! Il primo neesce spossato e l’altro saturo. Allora, spossato osaturo, non è cosa consigliabile. Parlare ha una suautilità, ma non parlare ne ha un’altra. Quandoqualcuno vi parla, certe facoltà del vostro cervelloentrano in attività, e quando l’oratore non ha piùnulla da dire, entrano in gioco altre facoltà. Unadonna, per esempio, vede suo marito silenzioso,pensieroso, e lo osserva per indovinare ciò che starimuginando nella mente, dov’è andato, ciò che puòessergli capitato. . . ed è così che essa diventa piùsensibile, più psicologa. . .

Le qualità che possono essere sviluppate accanto achiunque, quanto è importante svilupparle accanto aun Iniziato! Durante il nostro congresso estivo inBulgaria, nella zona dei sette laghi di Rila, ciriunivamo ogni giorno attorno al fuoco con ilMaestro Peter Deunov; noi cantavamo,il Maestrodiceva qualche parola, ma spesso rimaneva insilenzio a meditare. Io lo guardavo e mi chiedevo:«A chi pensa? Dov’è?» È così che nei momenti disilenzio ho preso l’abitudine di collegarmi a lui, e apoco a poco mi sono accorto che molti dei suoipensieri, molte delle sue sensazioni ed emozionivenivano verso di me. Ho capito in questo modo

cheegli mi istruiva nel silenzio. Direte: «Ma nelsilenzio non si impara nulla, non si ode nulla!» Inapparenza è così, main realtà è l’anima chericeve. L’anima del discepolo vede, sente eregistra tutto ciò che emana dall’anima e dallospirito del suo Maestro. Se il discepolo non sirende conto immediatamente di ciò che la suaanima ha captato, questo è dovuto al fatto che civuol tempo perché essa lo trasmetta al cervello elo imprima nella coscienza. Ma un giorno ol’altro, tutto riaffiorerà sotto forma di pensieri,di scoperte, di reminiscenze, e il discepoloignorerà persino l’origine di tale nuovo sapere.

In realtà, a sua insaputa,ogni essere umano è ildepositario di tutto il sapere dell’universo.Questo sapere, che è depositato moltoprofondamente in lui, non si muove, non vibra,perché non gliene sono offerte le condizioni; essogli rimane dunque inaccessibile per molto tempo.Direte: «Ma com’è possibile?» Oh, è una storiamolto lunga. Dopo aver lasciato il seno dell’Eternoper scendere nella materia, l’essere umano hapercorso un lungo cammino nel tempo e nellospazio. Spesso non si è trattato per lui che diavventure e di drammatiche peripezie, nel corsodelle quali ha fatto esperienze, acquisito nuoveconoscenze, ma ha anche perso gran parte della sualuce e del suo sapere originari. O, più esattamente,quel sapere a poco a poco è stato ricoperto da ungran numero di strati scuri e opachi, e ora

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36 CAPITOLO 11. LA PAROLA DI UN MAESTRO NEL SILENZIO

l’uomo non può ritrovare quel sapere che a certecondizioni.

Per coloro che nelle precedenti incarnazionihanno già seguito il cammino dell’Iniziazione, èpiù facile ritrovare quel sapere. È sufficiente cheleggano o sentano da altri esprimere certe idee, cheentrino in contatto con un Iniziato, un Maestrospirituale, perché quelle parole, quella presenzarisveglino in loro un’eco, come una reminiscenza.Sì, alcune parole, una presenza bastano loro per farscattare quel ricordo. Essi non hanno nemmeno piùtanto bisogno, in seguito, di essere istruiti o guidati;essi riescono a guidarsi da soli, a far persino sorgeredalle profondità della loro anima delle conoscenzeche l’istruttore non ha mai rivelato loro.

Per gli altri, è certamente molto più difficile. Alcunifra loro, pertanto, sentendo certe idee, hanno lasensazione che deve esserci in esse qualcosa divero; non sanno di possedere già quelle conoscenze,ma percepiscono in loro stessi come il sussurro diuna voce lontanissima che li persuade adaccettarle. Altri invece (la maggioranzapurtroppo), qualsiasi cosa sentano, restanoindifferenti e non si scompongono. Tutto dipendequindi dal grado di evoluzione. Qualsiasi cosa sifaccia, quali che siano gli argomenti e i sistemifilosofici che vengono loro presentati, non sipossono convincere gli uomini se, interiormente,non sono pronti.

L’essere umano ha bisogno di vedere, di capire, difare degli incontri e persino di subire dei traumi e disoffrire, perché è talmente inerte, intorpidito,stagnante che, se non riceve degli impulsi dalmondo esterno, se non è risvegliato, non farà nulla.È per questo che gli istruttori, i Maestri, ci sonotanto necessari; grazie alla vita che conducono,alle loro vibrazioni, ai loro pensieri così puri eluminosi, quegli esseri riescono a smuoverequalcosa in noi. E se non ottengono nulla, non è

perché sono incapaci o deboli, ma perché l’uomo siè lasciato seppellire sotto numerosi strati dimateriali talmente opachi e pesanti che ci sidomanda se il Signore stesso potrebbe mai porvirimedio!

D’altronde, si può paragonare il lavoro dell’Iniziatoa quello della natura. Che fa la natura? Essa noncessa di parlarci, di inviarci dei messaggi: non siserve di parole, ma ci parla: il sole, le stelle, iboschi, i laghi, gli oceani, le montagne ci parlanocomunicandoci senza tregua qualcosa della lorovita, dei loro segreti. Tali informazioni si registranoin noi, ma noi non ne siamo coscienti. Tuttavia,grazie a esse, a poco a poco la nostra sensibilità siarricchisce, la nostra comprensione migliora. Noinon sappiamo come tale comprensione avvenga,tuttavia essa avviene. È questo il modo in cui ancheun Iniziato ci parla: grazie a delle correnti, a deiraggi ch’egli invia e a delle particelle ch’egliproietta. La parola di un Iniziato nel silenzio è comeun bombardamento cosmico. Naturalmente, allostesso modo in cui, a causa della nostra incoscienza,ci chiudiamo ai messaggi della natura, possiamochiuderci anche ai messaggi che un Iniziato cimanda nel silenzio.

Voi chiederete: «Ma come si può giungere a vibrarenel silenzio all’unisono con un Iniziato per entrarein comunicazione con lui?»Bisogna prepararsi, ètutto qui, bisogna prepararsi. Si deve lavorareper risvegliare in sé quel mondo sottile.Supponiamo ora che non siate riusciti a entrarein contatto con un istruttore perché il suo viso, isuoi gesti, il suo atteggiamento, le sue parole nondestavano nulla in voi. Ebbene, preparateviugualmente, perché può darsi che prima o poi neincontrerete un altro col quale riuscirete asentirvi in affinità . Se non avrete fatto questolavoro preliminare di preparazione, non acquisiretenulla neppure da lui.

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11.2. 37

11.2

Quando meditiamo nel silenzio, non riesco adimenticare subito la vostra presenza per dedicarmial mio lavoro; voi siete presenti nella mia mente, nelmio cuore, come un’unità, come la mia famiglia. . .Allora vi parlo, vi dò delle spiegazioni; e anche se avolte vorrei fermarmi per potermi finalmentededicare al mio lavoro, non posso farlo e continuo aparlarvi. In quei momenti, alcuni di voi captano aloro insaputa i miei pensieri, ed ecco che un belgiorno, in cui saranno forse in procinto dipasseggiare o di scrivere, si sentirannoimprovvisamente attraversati da un pensiero, daun’ispirazione che giunge loro così, come secadesse dal cielo. Eh sì, nulla va perduto,nemmeno una parola, poiché tutto è vivo. E lecose andranno di bene in meglio se vi svilupperetearmoniosamente comprendendo il valore di quantofacciamo qui.

Al momento giusto, ognuno farà uscire tutte lericchezze che si sono accumulate in lui. Cercatequindi di avvicinarvi sempre più a quello stato dicoscienza in cui potremo riunirci soltanto per restareinsieme in silenzio e gustare la vita divina cheriempie lo spazio della vostra anima e dell’universo.

Una volta stabilito il silenzio, noi siamo pronti aricevere la visita degli spiriti luminosi che cifanno delle rivelazioni. Non è assolutamenteindispensabile parlare per dire qualcosa. Nelsilenzio, io pure posso farvi delle rivelazioni.Quando non si è disturbati o distratti da alcunrumore, si è pronti a captare le voci più sottili.Benché inudibile, il pensiero è una voce che si puòsentire e decifrare.È nei momenti di silenzio chel’anima ha la possibilità di cogliere, dicomprendere le realtà spirituali, per cui iopreferisco parlare alla vostra anima che al vostroorecchio.

Sì, per essere sincero, devo dirvi che non credomolto al potere della parola. Allo stato attuale dellecose, la parola è il più debole dei mezzi d’azione.Da migliaia d’anni si parla, si parla, ma il Regno diDio non è ancora arrivato. Ci si ferma alle parole.Direte: «Ma allora, perché parlare?» Per preparareil terreno, anche se, in realtà, non credo molto alpotere della parola. . . né d’altronde a quello dellascrittura. Pensate a quanto materiale è disponibile in

fatto di libri! Ma tale enorme mole di letteratura haforse prodotto dei cambiamenti?. . . Io attendo ilmomento in cui sarete pronti a stare a lungo riunitisenza la necessità che io vi parli fisicamente. Maquando sarà?Quando avrete imparato acalmarvi, a liberarvi, a concentrarvi, a fare unlavoro su voi stessi con tutti i materiali sottilicontenuti nel silenzio. Vi renderete conto alloraquanto sia debole la parola se paragonata allaforza, alla pienezza che apporta il silenzio. Per ilmomento ciò non è possibile. Infatti, se il silenzionon vi porta almeno la decima parte di ciò che viporta la parola, ciò significa che non siete pronti arecepire le ricchezze che esso contiene.

La parola è senza dubbio di una certa utilità: essaserve a dare spiegazioni, chiarimenti, a indicareorientamenti, sempreché, naturalmente, gli uominiabbiano il desiderio di lasciarsi persuadere.Altrimenti, non c’è parola che serva. Per ilmomento, sono obbligato a parlarvi perché so evedo che è necessario. Ma quando, preparati dallaparola, riusciremo un giorno a immergerci nellaprofondità, nell’immensità, nell’intensità delsilenzio, vedrete e sentirete voi stessi che statevivendo qualcosa di più vasto e di più potente.Neitempli del passato, gli Iniziati, che conoscevanola natura umana, non sovraccaricavano i lorodiscepoli di conoscenze, come avviene ora nelleuniversità dove vi sono così tanti particolari damemorizzare che gli studenti non hanno neppure iltempo di vivere e di respirare.Gli Iniziati dicevanopochissime cose, rivelavano alcune veritàessenziali e spettava poi ai discepoli meditare nelsilenzio per interiorizzarle, per viverle. Sì, gliIniziati mettevano tutto il loro amore, tutta la loroanima, tutto il loro spirito nelle loro parole e idiscepoli le coglievano, le gustavano, leassorbivano; essi si nutrivano molto più della vitacontenuta nelle parole che delle parole stesse.Invece ora, soprattutto in Occidente, le persone nonhanno la sensibilità che consente di scoprire la vitacontenuta nelle parole per nutrirsene, rinforzarsi etrasformarsi per opera sua. Esse fanno affidamentosolo sulle parole e freddamente le notano senzaalcuna partecipazione. In tal modo non si raggiungelo scopo; esse non ricevono tutta quella vitanascosta che potrebbe illuminarle, guarirle e

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38 CAPITOLO 11. LA PAROLA DI UN MAESTRO NEL SILENZIO

risuscitarle. Non è l’intelletto, ma l’anima e lospirito che devono essere al primo posto, e a quelpunto, grazie a qualche parola che avete inteso,potrete un giorno viaggiare nello spazio.

In futuro preferirei non parlarvi più tanto. Ma quelmomento non è ancora giunto, poiché non sieteabbastanza evoluti e sensibili per captare i pensieridi un Iniziato che medita e vi parla nel silenzio: nonricevereste quasi nulla. La parola è colta e compresasul piano fisico, perché il suono tocca direttamentequesto piano, cosa che non avviene per il pensiero.Pertanto, che sia solo o con voi, io vi parlo di coseche non si possono esprimere con la parola, di cosetalmente elevate, talmente divine che è impossibileudirle o comprenderle fisicamente. «Ma allora –direte – è un lavoro inutile, per voi è tempo perso!»No. Certo, per ora, raramente siete consapevoli diquanto avete ricevuto. Tutto viene captato eregistrato dai vostri apparecchi fisici, ma voi non nesapete nulla, avete l’impressione di non avereimparato ancora nulla. Questo fino al giorno in cui,quando si presenteranno le circostanzefavorevoli, improvvisamente, ciò che avevateregistrato vi ritorna alla coscienza e allora, pervoi, sarà una rivelazione, un’illuminazione.

È vero, credetemi, io aspetto con impazienza ilgiorno in cui potrò parlarvi nel silenzio. Per ilmomento, so che pochissimi fra voi lo desiderano.Si accetta il silenzio senza dargli il giusto valore,prima e dopo la conferenza, ma se capitasse che le

nostre riunioni trascorressero nel silenzio,veramente pochi lo sopporterebbero. Ma un giornociò si avvererà. Quando vi parlo, è come se fossiobbligato a scendere e a pormi dei limiti. Parlarvinel silenzio, invece, è un’attività che fa scattare inme dei poteri immensi. Sì, per me è preferibile;quando lo faccio, vedo dei risultati. Ma vedo deirisultati anche quando vi parlo.

In realtà,non mi astengo mai dal parlarvi nelsilenzio. Anche a casa mia mi occupo di voi, vi dòdelle spiegazioni e dei consigli. Voi non lo sapete,non ve ne rendete conto, ma un giorno o l’altro netrarrete beneficio. Nell’attesa, cercate dicomprendere, di sentire che l’attività di un Maestrospirituale è molto più vasta e va molto al di là diquanto possiate immaginare.

Voi siete abituati a professori e conferenzieri di cuichiunque può vedere e comprendere il lavoro.UnMaestro spirituale, invece, ha un’attività chesfugge alla vostra comprensione comune, poichéessa si svolge prima di tutto nei piani sottili.Anche quando egli tiene delle conferenze o ricevedelle persone per confortarle e illuminarle,in realtàè nell’invisibile che un Maestro spirituale agisceveramente con la propria anima, col propriospirito, col proprio verbo . Tutto il suo essere siproietta nello spazio come se si polverizzasse, eogni particella entra come un elemento di luce e dipace nella costruzione della nuova vita.

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Capitolo 12VOCE DEL SILENZIO, VOCE DI DIO

Quando ero giovane, in Bulgaria, spesso vedevovenire dal Maestro Peter Deunovpersone che,invece di ascoltarlo e di istruirsi accanto a lui,facevano sfoggio delle loro conoscenzecitando inumerosi libri che avevano letto.Il Maestro sicomportava sempre con una pazienzasorprendente e sorrideva dolcemente; in certicasi non aveva neppure la possibilità di dire unaparola. A un certo punto, queste persone sirendevano conto che, essendo le sole a parlare,continuando così, non avrebbero imparatoveramente nulla; e allora finalmente tacevanoper lasciar parlare il Maestro. E qual’era il lorostupore nel capire che imparavano di più standoanche soltanto pochi minuti accanto a luipiuttosto che in molti anni di studio, per ilsemplice fatto che si erano messe in uno stato diricettività che permetteva loro di accogliere laparola del Maestro.

Infatti, quando si trovano dinanzi a un essere che èloro superiore per competenza, saggezza e nobiltà,certe persone, invece di starsene zitte ad ascoltare, simettono a chiacchierare o persino a interromperlomentre parla. Ebbene, questo non è uncomportamento intelligente, poiché agendo inquesto modo non ci si avvantaggia di sicuro; anzi,non solamente non ci si guadagna, ma si perde.Inpresenza di un essere che vi è superiore, èpreferibile ascoltare. Anche se non parlafisicamente, nel silenzio che create in voi egli parlaalla vostra anima. Quando parla lo Spirito divino, ilcielo e la terra tacciono per ascoltare la sua parola,

poiché quella parola è un germe che feconda.

Chi mantiene il silenzio dimostra di esserepronto ad ascoltare, quindi a obbedire, mentrechi prende la parola, mostra di voler averel’iniziativa, dirigere e dominare . Il silenzio èquindi la qualità propria del principio femminile chesi sottomette, che si modella sul principio maschile.Se dobbiamo giungere a ristabilire in noi ilsilenzio, è per permettere allo Spirito divino dilavorare su di noi. Finché siamo restii asottometterci, recalcitranti e anarchici, lo Spiritonon può guidarci, e noi rimaniamo deboli emiserabili. Nel momento in cui riusciamo a fare ilsilenzio in noi, ci affidiamo allo Spirito che ci guidaverso il mondo divino.

Ma quello stato che chiamiamo ricettivo, passivo,non deve assolutamente essere confuso con lapigrizia e l’inerzia. È passivo solo in apparenza: inrealtà, si tratta della più grande attività che ci sia. Èlo stato di colui che, a forza di lavoro, pazienza esacrificio, è riuscito a realizzare in se stesso ilsilenzio,ed è grazie a questo silenzio che eglicomincia a sentire la voce della sua anima, chealtro non è che la voce di Dio.

Dovete considerare il silenzio come la condizioneindispensabile alla vera parola, alle vererivelazioni. Nel silenzio, sentite a poco a pocogiungervi dei messaggi e una voce che comincia aparlarvi . Ed è quella la voce che vi previene, viguida, vi protegge. . . Se non la udite, è perché fatetroppo rumore, non solo sul piano fisico, ma anche

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40 CAPITOLO 12. VOCE DEL SILENZIO, VOCE DI DIO

nei vostri pensieri e nei vostri sentimenti. Per far sìche questa voce vi parli, dovete stabilire in voi ilsilenzio. Talvolta questa voce viene chiamata «lavoce del silenzio», che è anche il titolo di certi libridella saggezza orientale. Quando uno yoghi riesce acalmare tutto in sé e a fermare il pensiero – infatti,nel suo movimento anche il pensiero producerumore – sente la voce del silenzio che è la vocestessa di Dio.

Come noi abbiamoun terzo occhiosituato inmezzo alla fronte, così possediamoun terzoorecchioche si trova nella gola a livello dellaghiandola tiroide. Per svilupparlo, bisogna sapervivere nel silenzio. Le orecchie sono collegate aSaturno, il pianeta della solitudine, delraccoglimento e dell’introspezione. Se in passato gliIniziati, gli asceti e gli eremiti andavano a viverenell’isolamento, era proprio per ascoltare la voceinteriore. Come Saturno, essi rimanevano soliperché nulla venisse a distrarre la loro attenzione.

Tutti sanno che, quando si ha bisogno di riflettereper prendere una decisione, ci si isola e si chiude laporta dietro di sé, perché è nel silenzio che si hannole maggiori probabilità di trovare una soluzione. Maanche nel silenzio – ognuno può sentirlo – c’èspesso del rumore, poiché lo spazio interiore degliuomini è simile a una piazza pubblica dove unamoltitudine di persone viene a manifestare e apresentare le proprie rivendicazioni. Ecco perché èsempre più difficile ricevere la vera risposta alledomande che ci poniamo, risposta che viene dalCielo, dal mondo del silenzio.

Sì, si ha un bell’isolarsi, ma non si è soli: vi sonotanti abitanti dentro di noi!Credete di essere soli,convinti che i vostri desideri, i vostri pensieri e levostre decisioni vengano da voi, che siete semprevoi a prendere l’iniziativa? Ebbene, vi sbagliate.Voi siete abitati da una moltitudine di entità e inparticolare dagli spiriti familiari : quegli esseridella vostra famiglia partiti per l’altro mondo equelli ancora vivi. Essi hanno unpiedàterrein voi:quelli che amano bere, che amano trafficare, checercano i piaceri, stanno tutti spronandovi asoddisfare le loro strane voglie. E, in capo a qualchetempo, voi cedete. . . malgrado il silenzio!

Il discepolo ha un modo diverso di lavorare: non siaccontenta di isolarsi dai rumori esteriori, ma cercadi ridurre al silenzio anche tutti quelli che,

all’interno, gridano, esigono, minacciano. Egli diceloro: «Beh, ora dovete tacere!» E in quel grandesilenzio udrà una voce, mauna voce molto dolce efievole. . .

La voce interiore parla senza tregua in ciascunodi noi, ma è troppo sottile e sono necessari grandisforzi per riuscire a distinguerla tra rumori diogni tipo. . . Come se in un’orchestra si tentasse didistinguere la melodia di un flauto in mezzo alfracasso dei tamburi e delle grancasse. Bisognaimparare ad ascoltare la voce dolcissima che parlain noi. Noi diamo prontamente ascolto alla vocetonante dello stomaco che segnala la sua fame o delsesso che reclama una vittima, ma quando unavocina ci dice: «Sii più paziente con quell’essere. . .Impara a dominarti. . . Prova a fare uno sforzo. . . »noi rispondiamo: «Ma vuoi startene zitta!» Ed èfacile ridurla al silenzio:è così dolce e noninsiste. . .

Direte: «Ma come? Dio è la forza, il potere; Egli hatutti i mezzi per far sentire la sua voce!»

È vero, ma leggete la storia di Elia nell’AnticoTestamento. Quando dovette sfuggire all’ira dellaregina Jezabel, Elia rimase nascosto nel deserto perlunghi giorni. Infine la voce di Dio gli si manifestò.Vi fu all’inizio un vento violento che squarciò lamontagna e infranse le rocce, ma Dio non era nelvento. Vi fu poi un terremoto, ma Dio non era nelterremoto. Ci fu un incendio, ma Dio non era nelfuoco. Infine, dopo il fuoco, ci fu un mormoriodolce e leggero. . . e in quel mormorio c’era Dio.Ecco, ora avete capito: Dio non era né nellatempesta né nel terremoto né nel fuoco, ma nelmormorio. . .La voce di Dio non fa rumore e, persentirla, bisogna stare molto attenti.

Anche il profeta Giona aveva udito la voce di Dioche gli aveva detto: «Va a Ninive e dille che io ladistruggerò perché non obbedisce.» Ma Giona, coltodalla paura, non volle recarsi a Ninive e s’imbarcòsu un vascello che faceva rotta verso Tarsis. Quandofu in mare, si levò una terribile tempesta. Tuttierano atterriti e decisero di tirare a sorte per saperechi fosse colui che attirava quella tempesta. La sortedesignò Giona, per cui lo si gettò a mare. Egli fuinghiottito da una balena e restò tre giorni nel suoventre. Qui potè riflettere e infine disse: «Signore,perdonami, ora andrò a fare ciò che mi hai chiesto.»A questo punto fu vomitato dalla balena e salvato. . .

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Come Giona, colui che non riesce a udire la voce delSignore a causa del frastuono prodotto dai capricci edalla paura, incontra delle balene e rimane parecchigiorni nel loro ventre finché alla fine il frastuono siplaca ed egli finisce per sentire quella voce. E voi,quante balene avete già incontrato nella vostra vita!Sì, proprio balene di ogni misura e di ogni colore.

Se foste più attenti, se aveste più capacità didiscernimento, sentireste che prima di ogniimpresa importante della vostra vita (che sia unviaggio, un lavoro o una decisione da prendere)una voce dolce vi consiglia.Ma voi non prestateattenzione, perché preferite il frastuono e letempeste. Perché possiate ascoltare l’essere che viparla, è necessario che egli faccia molto rumore. Separla piano, voi non ascoltate. Pertanto, dovetesapere che,quando gli esseri superiori vi parlano,vi dicono solo poche parole e con una voce quasiimpercettibile. Quando, per colpa vostra, vi ècapitata una disgrazia, voi dite: «Sì, qualcuno miaveva avvertito, ma era un segnale così debole, cosìdebole. . . » Voi non avete ascoltato perché avetepreferito seguire le voci che vi parlavano molto eforte per indurvi in errore.

Dio parla dolcemente e senza insistenza, dice lecose una volta, due volte, poi tace. L’intuizionenon insiste oltre, e se non ascoltate attentamente, senon distinguete quella voce perché siete capaci disentire soltanto il frastuono, sarete continuamentesviati. La voce del Cielo è estremamente dolce,tenera, melodiosa e lieve ed esistono criteri perriconoscerla. La voce di Dio si manifestain tre modi : con una luce che essa fa nascere innoi, con un’espansione, un calore, un amore che

sentiamo nel cuore, e infine con una sensazionedi libertà che proviamo e con la decisione dicompiere azioni nobili e disinteressate.Quindi,prestate attenzione. . .

Capita talvolta che, avendouna decisioneimportanteda prendere, siate turbati perché ci sonotroppe cose contraddittorie che si agitano in voi: visentite spinti in una direzione, poi in un’altra, quindiin una terza. . . In questa confusione, non potetevederci chiaro, non è dunque il momento diprendere una decisione, poiché tutte le condizionicomplottano per farvi commettere degli errori.Èmeglio prender tempo per calmarvi, perquietarvi, giacché è solo nel silenzio dei pensieri edei sentimenti che vi giungerà la risposta dal Sésuperiore, dallo Spirito. Quel silenzio è lasorgente della chiarezza, della limpidezza e dellacertezza, e voi ne avete bisogno per prenderedecisioni sagge.

Il silenzio, la pace, l’armonia sono l’espressione diuna stessa realtà. Non pensate che il silenzio siavuoto e muto; no, il silenzio è vivo e vibrante, eparla e canta. Ma noi lo sentiamo soltanto quando,in noi, le grancasse smettono di battere.Grazie allacontemplazione, alla preghiera e allameditazione, un giorno riusciremo a udirela vocedel silenzio. Allora, quando tutte le forze caotiche sisaranno alfine placate, il silenzio si avvicinerà, siespanderà e noi saremo avviluppati nel suomeraviglioso manto.La chiarezza si stabilirà innoi e sentiremo all’improvviso che qualcosa dimolto potente regna al di sopra di noi e cigoverna: quel silenzio da cui l’universo è uscito ein cui un giorno ritornerà .

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Capitolo 13CIO CHE CI RIVELA IL CIELO STELLATO

La vita moderna è tale chegli uomini perdonosempre più il contatto con la natura, soprattuttonelle città dove spesso non si scorge neppureilcielo; o, se lo si scorge, non si pensa a guardarlo.Si è presi, schiacciati dalle preoccupazionimateriali, e lo sguardo s’abbassa sempre più versoterra. Si vede sì il sole, ma non lo si guarda. Quantesono le persone che si danno ancora la briga dicontemplare di notte il cielo stellato?

Lo so, le condizioni dell’esistenza non si prestanomolto alla contemplazione delle stelle, ma, appenane avete l’occasione, cercate di dedicarvi qualcheminuto. . . Nel silenzio della notte, immaginate diabbandonare la terra con i suoi contrasti e le suetragedie e di diventare un cittadino del cielo.Meditate sulla bellezza delle stelle e sulla grandezzadegli esseri che le abitano. A mano mano chesalirete nello spazio, vi sentirete alleggeriti e liberi,ma soprattutto scoprirete la pace, una pace che siintrodurrà piano piano in tutte le cellule del vostroessere. Meditando sulla saggezza che ha creatoquesti mondi e gli esseri di cui essi sono il riflesso,sentirete che la vostra anima dispiega delle antennemolto sottili che le permettono di comunicare conloro. Sono questi dei momenti sublimi che nonpotrete mai più dimenticare.

Ancora oggi mi ricordo di certe esperienze che feciin Bulgaria quando ero giovane. Quando, durantel’estate, noi della Fratellanza ci accampavamo suiMonti di Rila con il Maestro Peter Deunov, io miarrampicavo a volte fino alla cima, il Mussala, per

passarvi la notte.Mi avvolgevo in alcune copertee, prima di addormentarmi, steso sulla schiena,contemplavo il cielo stellato, cercando dicollegarmi alle forze e alle entità cosmiche di cuile stelle sono soltanto l’aspetto fisico. Non capivotutto ciò che esse mi dicevano, ma le amavo, tutta lamia anima era estasiata e le guardavo fino almomento in cui senza rendermene conto miimmergevo nel sonno. Qualche volta, durante lanotte, nevicava un po’ e io mi svegliavo ricoperto daun leggero strato di neve. Ma ciò non mi turbava,anzi, ne ero felice!

È in quegli anni che ho scopertola straordinariapace da cui si è invasi quando ci si trova di nottesulle vette. Nei mondi in cui mi trovavo trasportatosentivo e comprendevo chela sola attivitàrealmente importante della vita era quella diunirsi allo Spirito cosmico che anima l’universo.Nella vita di tutti i giorni, gli uomini si tormentanoe si dilaniano tra di loro per un nonnulla. La lorocoscienza è così ristretta e limitata che nulla sembrapiù importante dei loro affanni, delle loroambizioni, dei loro amori, delle loro dispute. Essinon vedono l’immensità del cielo sopra di loro, tuttoquello spazio infinito che, se volessero alzare gliocchi, permetterebbe loro di sottrarsi alle limitazionie di ottenere un po’ di respiro. Quanto a voi, cercatedi non privarvi di tutte le occasioni che vi sipresentano di sfuggire al peso della vita quotidiana.

Pensando all’infinito, all’eternità, cominciate asentire che vi librate al di sopra di tutto, chenulla

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può più toccarvi, nessun dispiacere, nessunatristezza, nessuna perdita, perché in voi si svegliaun’altra coscienza; giudicate e vivete le cose inmodo diverso. Questo stato di coscienza è quellodegli Iniziati e dei grandi Maestri: che li sioffenda, che li si inganni, che si faccia loro delmale, niente di tutto ciò può colpirli, essi ne sonoal di sopra. Sfortunatamente, la maggior parte degliuomini non può capire ciò, abituata com’è arimanere invischiata nei livelli inferiori del pensieroe dei sentimenti, ed è così che si indebolisce. Gliesseri umani non sanno liberarsi e sono quindicontinuamente vittime delle condizioni negative allequali hanno permesso di stabilirsi in loro.

Sì,si deve imparare a servirsi di tutte le occasioniche ci sono offerte, di andare oltre questa vitacosì mediocre. E il silenzio della notte e il cielostellato ci offrono invero le migliori condizioni perdimenticare un po’ le faccende umane e pensare adaltri mondi dove esseri più evoluti di noi vivononell’armonia e nello splendore. Tutto ciò in cuiconsistono le nostre preoccupazioni non rappresentanulla per loro; si tratta di avvenimenti di poco conto.Direte: «Come? Di avvenimenti di poco conto?Carestie, massacri, cataclismi, ma è terribile!» Sì, èterribile, ma agli occhi dell’Intelligenza cosmica ciònon merita alcuna attenzione.Per l’Intelligenzacosmica sono importanti solo gli avvenimentidell’anima e dello spirito.

Allora, quando la notte è serena, abituatevi aguardare le stelle e ad assorbire la pace chescende dolcemente dal cielo stellato. Collegatevi aciascuna stella e, come un’anima viva, intelligente,

essa vi dirà qualcosa. Cercate di trovarne una con laquale vi sentite particolarmente affini, collegatevi aquella stella, immaginate di andarle incontro e cheessa venga a parlarvi. . .Gli astri sono animealtamente sviluppate. Ascoltando la loro voce,troverete la soluzione di molti problemi e visentirete illuminati e placati.

Tutti i grandi Iniziati si sono istruiticontemplando il cielo notturno, la loro animacomunicava con le stelle, e questi centri di forzeinesauribili inviavano loro dei messaggi che essi poitrasmettevano agli uomini. Si devono leggere lestelle come i caratteri di una sacra scrittura cherichiede molto tempo per essere decifrata. Sì, è piùtardi che si comincia a capire un po’ per volta tuttele loro rivelazioni. Persino io comincio solo ora acomprendere certe cose che il cielo stellato misussurrava nel silenzio della notte. La mia anima leaveva captate, registrate e ne ha conservato leimpressioni.

Guardando le stelle scintillare e lanciarsi segnali diluce attraverso lo spazio, mi sembrava anche chequella che si facevano a vicenda fosse una specie diguerra, ma una guerra di luce e d’amore. Ora so chela guerra esisterà sempre nell’universo, poiché visarà sempre il principio di Marte (cioè il bisogno dimisurarsi con gli altri, di mostrare la propriasuperiorità), ma esso muterà natura e modo dimanifestarsi: invece di utilizzare armi micidiali,lecreature non cesseranno di inviarsi raggi di lucee d’amore. Ecco che cosa ho pure appreso dallestelle: che è possibile dichiararsi guerra conl’amore e la luce.

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Capitolo 14LA CAMERA DEL SILENZIO

Quando si domanda a un saggioche cos’è Dio,egli tace, risponde col silenzio: infatti solo ilsilenzio può esprimere l’essenza della Divinità.Dire che cos’è Dio non basta, e neppure dire checosa non è. Dire che Dio è amore, saggezza, potere,giustizia. . . è vero, ma in realtà queste parolesfiorano solo la realtà divina, non colgono nulladell’infinito, dell’eternità, della perfezione di Dio.Non si conosce Dio parlando o sentendo parlare diLui, lo si conosce cercando di penetrareprofondamente in se stessi, per raggiungere quelmondo che è proprio il silenzio.

L’essere umano possiede dei centri sottili che latradizione induista chiamachakra o loti, grazieai quali egli ha la possibilità di entrare inrelazione col mondo spirituale. Ma tali centri nonpossono risvegliarsi e funzionare in mezzo alleagitazioni e al frastuono della vita quotidiana. Persfuggire allora alle sollecitazioni e alle aggressionidel mondo esteriore, certi esseri si sono ritirati neideserti o nelle foreste. Sono gli eremiti, glianacoreti, isadhu, ecc. Tra loro, ve ne sono alcuniche sono andati ancor più lontano e hanno volutotagliare quasi tutte le relazioni col mondo esteriore,non ricorrere più ai cinque sensi e metterli fuorifunzionamento: essi hanno scavato nella terra dellebuche abbastanza grandi per introdurvisi ed è là chesi sono rifugiati.

Grazie al sonno dei cinque sensi, questi esserisono riusciti a creare in loro il silenzio assoluto;non avendo più niente da vedere, da udire, da

sentire, da gustare o da toccare, sono riusciti aforare quel muro opaco che separa l’uomo dallavera realtà. Quando ero in India, ho incontratoalcuni di questi esseri molto rari che hanno fatto taliesperienze. E anche se, prima di incontrarli, sapevogià tante cose al riguardo, essi mi hanno insegnatoancora molto sul potere delvero silenzio, che è ilsolo in grado di far vibrare e di mettere in mototutti i nostri centri spirituali.

Infatti, il vero silenzio non è unicamente assenza dirumore.Il vero silenzioè al di sopra dellasaggezza e della musica, è il mondo più luminoso,più potente e più bello, il centro dal qualescaturiscono tutte le creazioni. Questo silenzio èDio stesso. Bisogna collegarvisi spessoimmergervisi sforzandosi di fermare anche ilpensiero.Nel silenzio, una pace straordinaria sistabilisce in voi, e allora capita persino che Dio viparli . Infatti è solamente in seno al silenzio e allapace che Dio accetta di parlare.

Entrare nel silenzio è quindi un’attività che sicolloca al di là dei cinque sensi, al di là delsentimento e anche del pensiero. Quando siraggiunge questo mondo del silenzio, si nuota in unoceano di luce e si vive la vera vita, intensa,copiosa. Certe persone hanno fatto questaesperienza del silenzio dopo grandi sconvolgimenti,grandi sofferenze o crudeli perdite; come se lochocricevuto le avesse proiettate al di là di loro stesse, làdove veglia quell’entità che la Scienza iniziatica hagiustamente chiamato «il Silenzioso».

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Ma la verità è che, anche se ha fatto tali esperienze,la maggioranza dell’umanità vive gran parte deltempo alla periferia del proprio essere. Per questepersone la vita interiore si limita al dominio delcuore e dell’intelletto, cioè ai piani astrale ementale. Ed è là che naturalmente essa si agita! Idesideri, le sensazioni, le passioni, le afflizioni, iprogetti, i calcoli, c’è di che vedere, udire eoccuparsi. Ma in profondità tutta questa agitazionenon cambia nulla, l’uomo non si trasforma.Percambiare nel profondo, per trovare qualcosa diessenziale, non deve fermarsi a quel punto, maelevarsi fino ai piani causale, buddhico e atmico.

Tutti hanno pensieri e sentimenti comuni, non c’èbisogno di fare sforzi per questo, non c’è che dalasciarsi andare.Ma si devono fare degli sforzi pernutrire sentimenti ispirati dall’amore divino,pensieri ispirati dalla saggezza divina, per viveredegli stati di coscienza superiore. Questi sforzisono il disinteresse, il distacco, la rinuncia. . .Solo a queste condizioni si penetra nel mondo delsilenzio.

Alcuni diranno: «Ma il silenzio di cui ci parlate, imondi al di là dei pensieri e dei sentimenti sono ilvuoto, è come se ci chiedeste di buttarci nelvuoto. . . è spaventoso!» In un certo senso è vero, losi può chiamarevuoto, ma non abbiate paura, nonho mai detto che bisogna buttarsi così, senza esserepronti; sarei più insensato e più crudele di unuccello madre. Che cosa fa un uccello madre? Tienenel nido i suoi piccoli appena nati, poi, quandosente che sono pronti, che le loro ali sonosufficientemente sviluppate, li spinge fuori dal nido,non prima. Ebbene, neppure io vi spingo nel vuotoprima che siate pronti. Io vi presento soltanto inanticipo il lavoro da fare e i mezzi con cui farlo; edè tutto.

D’altronde, il vuoto non è fine a se stesso.Fare ilvuoto è imparare a sbarazzarsi di tutti glielementi estranei che ci impediscono di entrarein contatto col mondo divino e di ricevere le suebenedizioni. Quante persone sono come bottigliepiene! Non c’è mezzo di versarvi qualcos’altro;sono piene: piene di desideri malsani, di idee errate,di partiti presi.Esse non pensano mai a vuotarsiper sostituire la luce all’oscurità, la bellezza allabruttezza, l’ordine al disordine. Quando si trattadi sostituire un operaio, un capo, una moglie, un

marito, non ci sono difficoltà. Mase si parla loro disostituire la verità all’errore o una virtù a undifetto, vi guardano stupiti.

Dunque è vero, fare il silenzio è in qualche modofare il vuoto in sé, ed è in questo vuoto che si ricevela pienezza. Infatti, il vuoto in realtà non esiste. Selevate l’acqua da un recipiente, vi entra l’aria; selevate l’aria, vi entra l’etere. . .Quando si cerca difare il vuoto, la materia è ogni volta rimpiazzatada una materia più sottile. Allo stesso modo,quando si riesce a respingere i pensieri, isentimenti e i desideri inferiori, è la luce dellospirito a far irruzione: in quel momento si vede esi sa.

Il silenzio è il livello più elevato della nostra anima,e nel momento in cui lo raggiungiamo entriamonella luce cosmica. La luce è la quintessenzadell’universo; quanto vediamo e persino quanto nonvediamo attorno a noi è attraversato e impregnato diluce. E lo scopo del silenzio è appunto la fusionecon questa luce che è viva, che è potente e chepermea tutta la creazione.

Se potete,cercate di avere nel vostroappartamento una camera, anche se piccola, dariservare proprio al silenzio, una camera dai beicolori, ornata da qualche quadro simbolico omistico. Consacratela al Padre Celeste, allaMadre Divina, allo Spirito Santo, agli angeli eagli arcangeli, non lasciatevi entrar nessuno enon entratevi neppure voi se non quando siete ingrado di raggiungere il silenzio interiore alloscopo di sentire le voci del Cielo. Darete così alvostro spirito e alla vostra anima la possibilità diespandersi e dirichiamare benedizioni chepotrete in seguito riversare su tutte le creatureche vi stanno vicino. Se saprete conservareveramente il giusto atteggiamento, emanerà daimuri e dagli oggetti di questa camera qualcosa diarmonioso che attirerà le entità luminose, poichétali entità si nutrono appunto di armonia.E quandovi accadrà di essere tristi e scoraggiati, seentrerete in questa camera, dal momento cheessa è abitata da buoni amici che non chiedonoaltro che di consolarvi e di aiutarvi, in capo a unminuto vi sentirete completamente ristabiliti.

Ma, a mano a mano che preparerete questa cameradel silenzio, siate consapevoli che la statepreparando anche in voi, nella vostra anima, nel

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46 CAPITOLO 14. LA CAMERA DEL SILENZIO

vostro cuore. E allora ovunque vi troviate, anche inmezzo ai tumulti, potrete entrare nella vostracamera interiore per trovarvi pace e luce.Noiviviamo contemporaneamente in due mondi:visibile e invisibile, materiale e spirituale, ed èper questo che è bene disporre di questa cameradel silenzio, al tempo stesso in sé e fuori di sé, etenerla al riparo dalle influenze malefiche.

So bene che ciò che vi sto dicendo non è per tutti,

masolamente per coloro che, malgrado quantohanno ottenuto nella vita, non sono soddisfatti:essi sentono che manca loro qualcosa diessenziale. Allora, sta a voi vedere. . . mauna voltache avrete preso la decisione di impegnarvi nellavia del silenzio, non preoccupatevi del tempo chevi occorrerà per percorrerla. L’essenziale è lavostra decisione di entrare in questa via e diperseverare.

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Indice

1 RUMORE E SILENZIO 2

2 REALIZZARE IL SILENZIO INTERIORE 5

3 LASCIATE LE PREOCCUPAZIONI FUORI DALLA PORTA 9

4 UN ESERCIZIO: MANGIARE IN SILENZIO 11

5 IL SILENZIO, SERBATOIO DI ENERGIE 15

6 GLI ABITATORI DEL SILENZIO 18

7 L’ARMONIA, CONDIZIONE DEL SILENZIO INTERIORE 20

8 IL SILENZIO, CONDIZIONE INDISPENSABILEAL PENSIERO 248.1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248.2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

9 RICERCA DEL SILENZIO, RICERCA DEL CENTRO 29

10 IL VERBO E LA PAROLA 32

11 LA PAROLA DI UN MAESTRO NEL SILENZIO 3511.1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3511.2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

12 VOCE DEL SILENZIO, VOCE DI DIO 39

13 CIÒ CHE CI RIVELA IL CIELO STELLATO 42

14 LA CAMERA DEL SILENZIO 44

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