Agorà Virgilio aprile 2010
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Transcript of Agorà Virgilio aprile 2010
1
Stasi, Rossella Bufano, dal
grafico Douglas Rapanà e
dal professore Stefano
Nuzzoli come tutor.
Fatto da giovani e indirizza-
to a tutti quest’anno è nato
il giornale dell’isti-tuto Vir-
gilio: Agorà_Vir-ligio.
Iniziando dalle basi siamo
arrivati a un buon livello di
preparazione giornalistica,
aiutati dagli esperti Davide
Il liceo classico Virgi-
lio, situato in via Ga-
lileo Galilei, è conside-
rato da sempre uno
tra i migliori licei clas-
sici della provincia.
Esso offre da sempre
un’ot-tima prepara-
zione culturale anche
per le sue strutture
moderne. Ma non fu
sempre così. Grazie a
fonti attendibili si può
ricostruire un'immagi-
ne viva del liceo nel
passato.
PON Vir-ligio 2010. Nasce il giornale dell’ Istituto
Lo specchio del passato
Agorà_Vir-ligio A P R I L E 2 0 1 0 N U M E R O 1
L’utopia diventa realtà
Segue a pagina 3
Il Liceo Virgilio com’era vent’anni fa e come è oggi
Segue a pagina 4
Fine
settimana
col botto
(pag. 5)
Filobus: soluzione urba-
nistica o spreco?
(pag. 7)
Capitale della
moda per una
Settimana
(pag. 10)
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A G O R À _ V I R - L I G I O
S C U O L A Agorà_Vir-ligio pag. 3 L’utopia diventa realtà di Giacomo Attanasio
pag. 4 Lo specchio del passato di Matteo Putignano
A T T U A L I T À Agorà_Vir-ligio pag. 5 Fine settimana col botto di Ilaria Longo e Dario Palermo
pag. 6 Italia multietnica: una convivenza difficile di Stefano Cappello
S A T I R A Agorà_Vir-ligio pag. 7 Filobus: soluzione urbanistica o spreco? di Mario Caputo,
Marco Meo, L.iliana Passiatore, Eleonora Miglietta, Cecilia Passabì,
Alessandro Trabucco
pag. 8 Ritoccare una Costituzione di Lorenzo Paladini
S P O R T Agorà_Vir-ligio pag. 12 Il Trepuzzi a un passo dalla promozione
di Giacomo Attanasio e Dalila Miglietta
C U L T U R A Agorà_Vir-ligio pag. 10 Milano. Capitale della moda per una settimana
di Mariavittoria Piccinno, Anna Chiara Cappello, Martina Nicolardi
SOMMARIO
3
A G O R À _ V I R - L I G I O
tanti i problemi iniziali,
(indisponibilità di labora-
tori principalmente), ma
finalmente il liceo Virgi-
lio ha un suo giornale
scolastico online correda-
to a un blog.
Il blog è stato scelto
proprio per la sua co-
modità mediatica e la
sua semplicità. Trami-
te il blog Agorà Vir-
ligio, fruibile tramite il
sito Blogger, pubbli-
chiamo i nostri articoli
collaborando assidua-
mente tra noi e soprat-
Giorno dopo giorno, in-
contro dopo incontro
abbiamo imparato come
e con quali metodi scrive-
re un articolo e come for-
mare una redazione gior-
nalistica.
Grazie a questi fattori e
soprattutto grazie
all’impegno di ogni
membro e collega del
gruppo, siamo riusciti a
coronare un progetto in
cantiere da molto tempo
ma mai completato: il
giornale scolastico.
Tanti gli intoppi e altret-
tutto autonomamente.
La possibilità di edizioni
cartacee è nitida grazie
ai fondi del PON 07 e
alla nostra capacità pro-
duttiva.
Un progetto inizialmente
utopistico si è trasforma-
to in un impegno mensile
per raccontare gli avve-
nimenti e, alle volte, dare
la nostra opinione su ciò
che succede all’interno e
all’esterno della nostra
scuola.
Giacomo Attanasio
L’utopia
diventa
realtà
Dalla prima...
Liceo classico “Virgilio”
PON “VIR-LIGIO” a.s. 2009/2010
Anno II, numero 1, aprile 2010
Direttore responsabile:
Prof. Tommaso Dimitri
Tutor:
Prof. Stefano Nuzzoli
Esperti:
Rossella Bufano (giornalista-web editor)
Douglas Rapanà (grafico)
Davide Stasi (giornalista)
Redazione:
Rivista on line:
http://agoravirgiliolecce.blogspot.com
Redattori e web editor
Giacomo Attanasio
Anna Chiara Cappello
Stefano Cappello
Mario Caputo
Ilaria Longo
Marco Meo
Dalila Miglietta
Eleonora Miglietta
Martina Nicolardi
Lorenzo Paladini
Dario Palermo
Cecilia Passabì
Liliana Passiatore
Mariavittoria Piccino
Matteo Putignano
Andrea Scatigna
Alessandro Trabucco
Liceo classico “Virgilio”
via Galileo Galilei, 4
73100 Lecce
Tel.+39 0832 351724
Fax +39 0832 220161
http://www.virgiliolecce.it
4
''C''. Inoltre l'ultima
citata si estendeva
solo fino al secondo
anno. Non esistevano
la salacomputer e la
sala multimediale, il
Virgilio non era dota-
to delle odierne e
scontate modernità.
Tuttavia possedeva
elementi che sono an-
dati perduti come la
palestra coperta (oggi
''adibita'' ad aula), do-
ve erano collocati nu-
merosi attrezzi.
Gli orari scolastici era-
no molto diversi, si u-
sciva tutti i giorni alle
13 e mezzo.
Invece nei giorni di
assemblea d'istituto,
diversamente da come
siamo abituati, ci si
riuniva nel corridoio
che dà davanti alla
presidenza per l'assem-
blea stessa e, il più del-
le volte, l'ambiente si
''riscaldava'' pericolo-
samente.
La scuola non posse-
deva ancora le succur-
sali di via Presta (che
era un panificio) e di
via Martiri d'Otranto.
Ritengo opportuno
sottolineare che la no-
stra scuola ha fatto
grandi progressi in
termini di infrastrut-
ture e sul piano
dell’offerta formativa,
basti pensare al PON
che stiamo frequen-
tando. Rimane tutta-
via moltissima strada
da fare per migliorare
le strutture e per po-
terle sfruttare al me-
glio. Resto del parere
che comunque spetti
pure a noi alunni cer-
care di portare il liceo
a gradi più elevati,
non tanto denuncian-
do l'assenza di ascolto
da parte delle autorità
quanto proponendo
noi novità, cambia-
menti e idee.
Quindi ragazzi com-
mentate, commentate
e commentate, mette-
teci le vostre idee e le
vostre riflessioni per-
ché questo è il nostro
giornale scolastico on-
line e dobbiamo sfrut-
tarlo al massimo!
Concludo con un'ultima
curiosità: il nostro liceo
è intitolato a Virgilio
perché nei suoi scritti
intitolati ''Georgiche'' e
''Bucoliche'' il poeta
latino descrive proprio
la vita che si svolgeva
nel paesaggio in cui è
situato.
Matteo Putignano
Istituito nel ’67 con il
distacco dal Palmieri
(il classico di cui era
succursale), il nostro
Virgilio presentava un
aspetto olto diverso da
quello attuale. Lo stes-
so ambiente esterno
della scuola era diffe-
rentissimo da quello
odierno: ci si affaccia-
va su una campagna
aperta.
L'entrata era costitui-
ta da un cancello che
dava l'accesso a una
strada stretta e non
asfaltata. Seguendola
si arrivava nel cortile
della scuola. Lì non
c'erano ancora il cam-
po da calcio, né quello
da pallavolo. C'era
però un campo di ba-
sket e di pallamano,
attività in cui il no-
stro liceo era un vero
campione come dimo-
strano i numerosi ti-
toli e riconoscimenti
ricevuti.
La stessa struttura
scolastica appariva
diversa da quella di
oggi. La causa? La
mancanza di numerose
aule ne riduceva di
molto la grandezza se
comparata a oggi. Le
sezioni presenti erano
solo la ''A'', la ''B'' e la
A G O R À _ V I R - L I G I O
Lo
specchio
del
passato
Dalla prima...
5
A T T U A L I T À
L’alcol è una
delle principali
cause
delle “stragi
del sabato
sera”
Fine settimana col botto
500 morti ogni fine setti-mana. Questo il dato del ministero dell’Interno del 2009 ma il numero degli incidenti stradali mortali aumenta sempre più. Come conferma l’Organizzazione mon-diale della sanità le vitti-me sono tutte sotto i quarant’anni, soprattut-to adolescenti e neo-maggiorenni. Ecco per-ché il fine settimana per molti giovani coincide con la fine della vita. Il 44,6 per cento di questi incidenti avviene, come sostiene l’Istat venerdì e sabato. L’alcol è una delle princi-pali cause delle “stragi del sabato sera”. Il tasso alco-lemico consentito per mettersi alla guida è 0,5 grammi per litro di san-gue. Tuttavia distribuzio-ne sconsiderata e controlli inadeguati ne favoriscono
l’abuso. L’Istat ha rilevato che in Italia il test dell’etilometro è stato effettuato dalle pattuglie solo sul tre per cento dei guidatori, mentre la media europea è del 16 per cento. L’uso smodato di alcolici ha come effetti colla-terali: sottovaluta-zione del pericolo, tempi di reazione più lunghi, minore capa-cità di concentrazio-ne, sonnolenza, alte-razione del senso del-la distanza, della ve-
locità e delle capacità visi-ve e maggiore sensibilità all’abbagliamento. Le droghe rappresentano un problema già di per sé spinoso. Nei luoghi tipici di ritrovo dei giovani come le discoteche è diffusa la circo-lazione di sostanze illecite. Per chi si mette alla guida assumerle può essere una condanna a morte. Oppia-cei come oppio, morfina ed eroina provocano diminu-zione dei riflessi e deficit sen-soriale fino a sei ore. Ha-shish e marijuana causano difficoltà nella messa a fuo-co e alterazioni spazio-temporali dalle tre alle sei ore. Allucinogeni quali me-scalina ed LSD procurano eccitazione e perdita dei propri limiti. Ecstasy pro-duce aggressività e stan-chezza, e sonnolenza una volta terminato l’effetto. La stanchezza provocata dall’assunzione di alcol e droghe provoca conse-
guenze molto gravi. Può concorrere anche “fare le ore piccole”. Infatti tra le quattro e le sei del mattino la possibilità di appisolarsi è di dieci volte superiore rispetto al resto del giorno. Studi medici rilevano inol-tre che dopo l’uscita dalla discoteca l’udito è sfasato per tre-quattro ore (fonte: Spaziogiovani). Una recente raccolta di dati sui decessi su strada, fornita dall’AGI, ha regi-strato tra venerdì 26 e domenica 28 marzo tren-totto morti. Tredici di questi avevano meno di trent’anni. La causa del 30 per cento di questi incidenti è la perdita del controllo del veicolo. Ci sono stati dodici morti solo tra le 22 e le 6 del mattino (fonte: AGI). Accanto all’incoscienza, dei guidatori è evidente l’incapacità del governo nel responsabilizzare i giovani che si devono mettere alla guida. Gli accorgimenti adottati fin qui per cercare di risolvere il problema come la patente a punti non possono evitare la morte di persone trop-po sconsiderate per pre-occuparsene. Controlli da parte delle forze dell'ordine ai luoghi a-mati dai ragazzi, inve-ce, sono tutt’altro che superflui per evitare queste “stragi”.
Ilaria Longo Dario Palermo
Sempre più giovani muoiono sulla strada
A G O R À _ V I R - L I G I O
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A T T U A L I T À
Forte
aumento
del tasso
migratorio
e di episodi
di intolleranza
etnica
Italia multietnica: una convivenza difficile
“La repub-blica rico-nosce e ga-rantisce i diritti in-v i o l a b i l i dell’uomo, sia come singolo sia nelle forma-zioni sociali ove si svol-ge la sua
personalità e richiede l’adempimento dei do-veri inderogabili di soli-darietà politica, econo-m i c a e s o c i a -le” (Governo). Mai come oggi in un’Italia che sta affron-tando il lungo cammino verso una probabile ri-presa economica e in di-rezione di un’auspicata, seppur lenta e graduale evoluzione solidale dei rapporti sociali, le parole dell’art. 2 della Costitu-zione dovrebbero essere avvertite nella nostra coscienza come un valore assoluto, cioè, valido in qualsiasi epoca storica. Forse, l’Assemblea Costi-tuente avrà scritto quell’articolo pensando di porre le condizioni che im-pedissero il ripetersi delle grandi ferite che sei anni di guerra avevano inferto alla dignità umana. Per questo motivo i nostri pa-dri costituenti avranno suggerito ai parlamentari dei decenni successivi di astenersi dall’emanare leggi che potessero ferire i diritti che i cittadini acqui-siscono non solo per mezzo di un pezzo di carta scritto ma bensì per virtù della natura, cioè, sin dalla na-
scita. Diritti come quelli alla vita, alla pari dignità sociale e all’uguaglianza davanti alla legge. I padri costituenti avran-no sicuramente voluto raccomandare ai compo-nenti delle assemblee le-gislative di orientare la loro attività di legislatori rispettando anche i dirit-ti di socializzazione. Ov-vero la possibilità di riu-nirsi liberamente, senza alcun limite in organizza-zioni e in gruppi sociali, nei quali le società di ogni tempo hanno potuto e-sprimere la naturale ten-denza a partecipare spontaneamente a una vita di relazione. Gruppi nei quali ci possa essere spazio per lo spirito di solidarietà, che impedi-sce, o almeno limita, le disuguaglianze economi-che tra le persone. Credo poi che non si sba-gli se si pensa che fra le p r o p o s i z i o n i d i quell’articolo possa in-tendersi inclusa anche la raccomandazione di in-cludere anche i cittadini stranieri, residenti in Ita-lia, come degni degli stes-si diritti inviolabili, rico-nosciuti ai cittadini ita-liani. Dal momento che i diritti alla vita, alla pari dignità sociale, e quelli a questi assimilabili sono dati dalla natura, non dal singolo stato in cui si na-sce. Questa mia considerazio-ne è nata dopo aver con-statato che il nostro pae-se, negli ultimi anni, è stato meta di sempre cre-scenti flussi migratori che hanno fatto emergere
altrettante gravi proble-matiche come gli episodi di intolleranza etnica. A dir poco preoccupanti sono i risultati di alcuni studi riguardanti i giova-ni e il rapporto con la società, effettuati dal centro di ricerche SWG. Ne risulta che, su un campione di duemila ra-gazzi, di età compresa tra i 19 e 29 anni, sei su dieci vedono nell’immigrato un uomo che ruba, che delinque, in poche paro-le, un esempio negativo per la società. Mi sorge lecita una do-manda: non eravamo stati anche noi italiani un popolo migratore non molto tempo fa? Il non-no mi parlava delle sue “avventure”, quando era in giro per il mondo in cerca di lavoro per man-tenere la famiglia, allo stesso modo permettete-mi di dirlo, in cui oggi girano per le nostre stra-de poveri magherbini e centro-africani. Sul volto del nonno ci sarà stata la stessa speranza di riscat-to da una vita di stenti e umiliazioni. Eppure nelle strade di oggi c’è incomprensio-ne, pregiudizio e in-differenza quando non proprio paura! I padri costituenti, se avessero dovuto scrivere quell’articolo 2, oggi for-se qualche parola alla condizione dello straniero e alla persona comunque diversa dai cittadini dello stato, forse, l’avrebbero aggiunta.
Stefano Cappello
A G O R À _ V I R - L I G I O
7
S A T I R A
Fili sospesi
per aria
e grossi pali
dall’estetica
discutibile
per le strade,
ma del mezzo
rivoluzionario
neanche
l’ombra
Fil
ob
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a L
ecce
Filobus: soluzione urbanistica o spreco?
Da anni ormai questo dilemma sembra non avere risposta. I cittadini di Lecce continuano a vedere fili sospesi per aria e grossi pali dall’estetica discutibile per le stra-de, ma del mezzo rivo-luzionario neanche l’ombra. Il peso dei 44 mil ioni s tanz iat i dall’Unione Europea per il progetto inizia a farsi sentire. Ma andiamo con ordine. I lavori della retificazio-ne urbana sono iniziati nel 2006 durante l’amministrazione Poli Bortone, e sono stati terminati dall’attuale sindaco Paolo Perrone. Dopo anni di lavori e disagi stradali, il pro-getto sembra essere completo, tanto che nel maggio del 2007 il primo filobus attraver-sa le strade della città con a bordo sindaco e vice sindaco ed altre personalità. Dopo que-sto primo “assaggio” tutto sembrava pron-to, anche le polemiche
dei mesi prece-denti sembra-va si fossero un po’ attenuate, ma dopo quel bus inaugurale, non se ne sono visti altri. A dire il vero i bus ci sono, ma sono abbando-nati nel deposi-to di via Meri-ne, e comincia-no ad arruggi-nire. Recente-
mente le polemiche dei cittadini si sono riacce-se, tanto da andare a finire su “Striscia la notizia” che ha mo-strato un ritratto poco edificante della nostra Lecce. L’intera città si è quindi spaccata di nuovo. Fra chi con-testa vivacemente l ’ introduzione di questo mezzo, rite-nendolo una spesa inutile ed eccessiva, oltre che un aggravio per le vie cittadine già ingolfate di vei-coli d’ogni tipo. E chi sostiene il pro-getto comunale come soluzione urbanistica d e l t r a f f i c o , dell’inquinamento e della viabilità urba-na: “l’elettricità por-terà vantaggi, la cit-tà respirerà aria più pura”. Inoltre ci si chiede chi ha deciso il percorso. Se vi sono zone di disagio della città perché non raggiunte dai servizi pubblici, esse saranno
maggiormente escluse, con grossi problemi per i cittadini di queste aree che saranno comunque costretti a prendere la macchina. Ma ora chiediamoci: vo-gliamo davvero restare a guardare impotenti da-vanti a questo spreco di denaro pubblico? Vo-gliamo davvero vedere i nostri soldi bruciarsi co-me fili dell’elettricità? Ma diciamocela tutta. Il progetto non funzionava sin dall’inizio: pali e fili simili a ragnatele hanno offuscato il cielo di Lec-ce, il suo barocco, negan-do un’estetica già poco valorizzata. Alberi tran-ciati di netto, hanno fat-to posto a file di “alberi” di acciaio (e vorremmo risolvere il problema dell’inquinamento?). Ma la speranza è l’ultima a morire. Se si farà un’opportuna informa-zione sull’uso dei mezzi pubblici, (e perché no delle piste ciclabili), e so-p r a t t u t t o s e l’amministrazione comu-nale vorrà davvero rea-lizzare questo progetto tanto atteso, forse qual-cosa cambierà e vedremo finalmente i filobus in azione e non soltanto un immaginario “Uomo Ra-gno” che volteggia tra le ragnatele elettriche della nostra città.
Mario Caputo Marco Meo
Eleonora Miglietta Cecilia Passabì
Liliana Passiatore Alessandro Trabucco
A G O R À _ V I R - L I G I O
8
S A T I R A
Arriva
la moda
delle leggi
ad personam
e delle leggi
vergogna
Ritoccare una Costituzione I tempi delle dieci tavo-le di Mosè sono ormai ben lontani. Se Dio a-vesse saputo che le sue prescrizioni sarebbero divenute leggi per tutti tranne che per una ri-stretta èlite, dieci pia-ghe non sarebbero ba-state. Ma come già det-to, i tempi cambiano. C'è chi si è stufato di dover rispettare delle regole, soprattutto se si è in grado di... ritoc-carle. È così che arriva la moda delle leggi ad personam e delle leggi vergogna. In quattro anni se ne conta-no undici, tutte prove-nienti da chi di legislatu-ra ne capisce parecchio. Il capo dello stato dà così libero sfogo alla sua pen-na, firmando la legge sul legittimo impedimento, per salvare Berlusconi e i ministri dai processi. Un atto davvero nobile, se non avesse il piccolo di-
fetto di essere incostitu-zionale. Prima di questa ne vengono altre dieci: indulto extralarge e-steso ai reati dei "colletti bianchi", il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l'ordinamento giudizia-rio Mastella-Castelli, la legge Salva-Pollari, il Lodo Alfano, la norma della penultima finan-ziaria che raddoppia l'iva a Sky, i due pac-chetti di sicurezza Ma-roni contenenti norme razziali anti-ROM e anti-immigrati, lo scu-do fiscale Tremonti, ultimo, il decreto salva liste del Pdl. Se a tutto ciò ci ag-giungiamo di contorno programmi censurati e bavagli all'informazio-ne si potrebbe proprio dire che siamo usciti dai binari. Tuttavia se si facesse un salto in-dietro nel tempo si sco-prirebbe che le leggi ad personam non sono an-date di moda solo quest'anno. Nel '94, anno di insedia-mento del primo governo Berlusconi, proprio il fratello del Cavaliere vie-ne accusato di corruzio-ne. Fortunatamente arri-va il decreto "Biondi", che vieta la custodia in carcere per reati come la corruzione. Nel 2003: emergenza falso bilancio ma si deci-de che va depenalizzata. Il fato volle che il
premier avesse 3 proces-si per falso bilancio. Le cinque più alte car-che dello Stato, som-merse da lavoro e scar-toffie, vengono conti-nuamente disturbate per recarsi qualche o-retta in tribunale. Tutto ciò naturalmente è intollerabile, anche se quattro di queste cari-che non hanno affatto processo, una ne ha ab-bastanza per tutte. In ogni caso, il Lodo Schifani congela tutti i processi verso questa autorità. Con il terzo governo Berlusconi, ci sono an-cora delle cariche pub-bliche che non riescono a concentrarsi nella frenesia dei tribunali. Così il Lodo Alfano copre queste cariche, in questo caso quattro, di cui sempre tre senza processi. Un altro vezzo della magistratura è quello delle intercettazioni telefoniche. Naturalmente Berlu-sconi difende il popolo italiano dalle invasioni della privacy, classifi-candoli come vere e proprie spie. Tutto questo ci offre solo un piccolo spira-glio di un paese che, come Dante, ha smar-rito la retta via, ritro-vandosi nella selva o-scura delle leggi vergo-gna, della corruzione e dei falsi in bilancio.
Lorenzo Paladini
A G O R À _ V I R - L I G I O
9
S A T I R A
Giornali
e agenzie
svolgono
sempre meno
il lavoro
di inchiesta
per la cronaca
politica
Giornali e TV: l’anello debole della democrazia?
prima di tutto, addirittu-ra prima del benessere dei nostri funzionari sta-tali. Ma nell'ambito del governo, nonostante sembri strano, le scelte politiche (che avranno influenza sulla vita di migliaia di persone) ven-gano effettuate secondo criteri... di marketing. Di conseguenza, l'obietti-vo non è più compiere le giuste scelte, ma strap-pare il consenso pubbli-co. Ruoli da protagonista hanno i giornali e le tele-visioni, divenuti ormai proprietà di chi ha il po-tere, non più mezzi di corretta informazione popolare. Il cittadino ha solo l'illu-sione di decidere, in q u a n t o è s o l o "spettatore" delle deci-sioni di pochi. Tutto ciò fa pensare che nel nostro paese la demo-crazia debba ancora tro-vare la propria strada. E potrà farlo solo dopo a-ver eliminato le barriere fatte di ipocrisia, corru-zione e disinformazione. La nostra attenzione deve essere focalizzata sulla ricerca di un siste-ma che funzioni, che pos-sa assicurare un futuro ai giovani e che sia di tipo meritocratico. Più di o-gni altro, siamo noi che possediamo l'incarico di rivoluzionare il sistema e di costruire una società basata sull'uguaglianza, sull'informazione e in-centrata su di un unico obiettivo: il benessere del cittadino.
Lorenzo Paladini
A G O R À _ V I R - L I G I O
"L'informazione è un diritto fondamentale dell'uomo e la pietra di paragone di tutte le libertà'' I regimi totalitari hanno impresso nelle menti del-le generazioni successive un monito molto impor-tante. Indipendentemente dall'ideologia da essi rap-presentata, gli Hitler, gli Stalin non sono esseri diabolici e sovrannatura-li che hanno conquistato il potere: sono uomini, senza dubbio violenti e m e g a l o m a n i , m a nient'altro che uomini, che hanno raggiunto il potere con il consenso popolare. Come è stato possibile tutto questo? Semplice. Attraverso promesse di una condizione di vita migliore (ad esempio la-voro e ricchezza per tut-ti) in una situazione eco-nomica decisamente cri-t i c a . A t t i v a n d o
un’efficace propa-ganda, calpestan-do ogni forma di libertà e utilizzan-do mezzi di comu-nicazione per ad-dormentare la coscienza critica dei cittadini. Questi regimi dif-ficilmente potreb-bero ricrearsi nel mondo Occiden-tale odierno poi-ché la democrazia ha ormai raggiun-to una forma piuttosto matura. Tuttavia ciò non ci dà la certezza che il cittadino sia
immune a un controllo delle coscienze. Il mito del "villaggio glo-bale" è molto bello: tutte le barriere di comunica-zione vengono abbattu-te, tutti sanno di tutti e vengono informati di tutto. Ma in realtà siamo solo sommersi da centinaia di notizie che provengono da fonti che crediamo essere efficaci, puntuali e soprattutto affidabili. Invece, soprattutto quando si tratta di no-tizie riguardanti la poli-tica, giornali e agenzie svolgono sempre meno il lavoro di inchiesta, ma si limitano a rivol-gersi agli uffici stampa del potere, senza effet-tuare ulteriori riscontri. E il potere, si sa, opera sempre per mettersi in buona luce e non certo per informare corretta-mente. In una democrazia ma-tura ci si aspetta che il bene del cittadino venga
Fon
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C U L T U R A
Un inno
alla quotidianità
della vita
che pone
il divieto
a eccedere
nel lusso
naturali con una pre-
ponderanza del beige
che declina verso il cal-
do grigio e il marrone.
Un inno alla quotidiani-
tà della vita che pone il
divieto a eccedere nel
lusso.
Inoltre il color tabacco,
uva, blu calamaio e gri-
gio che si ispirano agli
inverni più nuvolosi.
Fuori dall'armadio le
giacche da lavoro per
lasciare spazio al fashion
degli indumenti tecnici
con polveri di metallo e
patine per dare un tocco
di luminosità.
I tessuti tendono anche
a essere classici con
un'eccezione contempo-
ranea, privilegiando fla-
nelle pesanti e a coste.
Composizioni a griglia e
motivi geometrici, pelli
e pellicce ecologiche a
vestire la stagione.
Dalle passerelle si am-
mirano handbag e
pochette a corollario di
abiti a fantasia tigrata,
zebrata e leopardata,
indossati da top model
dritte su dècolletè, mo-
delli chanel o con
plateau, stivaletti e sti-
A G O R À _ V I R - L I G I O
Milan Fashion Week.
La settimana della mo-
da approda nel capoluo-
go lombardo. Le varie
location si vestono dal
24 febbraio al 2 marzo
2010 del glamour e del
trendy. Obiettivo
dell'industria della mo-
da permettere agli stili-
sti di presentare le pro-
prie creazioni e al pub-
blico di ammirare le ul-
time tendenze.
Le griffe più importanti
dell'alta moda interna-
zionale propongono
nuovi stili. Protagonisti
della stagione autunno-
inverno 2010-2011 i cor-
setti che si stringono
intorno alla vita grazie
all'utilizzo di tessuti ela-
stici ispirati all'intimo.
Stupire con tocchi di
semplicità è l'obiettivo.
Tessuti come lane inver-
nali compatte e pesanti,
lurex, filati, tweed, vi-
scosa, lino si uniscono a
comporre un abbiglia-
mento molto femminile,
colorato con tinte calde
come l'arancio bruciato,
il porpora scarlatto.
Quasi per evocare la
moda di altri tempi e
andare indietro nel tem-
po.
Ma le nuance dell'anno
sono i neutri farinosi e i
colori polverosi, tinte
La grande Milano al servizio dell’industria
Capitale della moda per una settimana F
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11
C U L T U R A
Tra noi giovani
conta poco
l’alta moda
delle passerelle
milanesi
conta poco l’alta moda
delle passerelle milanesi.
Interpretiamo lo stile a
modo nostro cercando
di trovare dei canoni
universali, ma che allo
stesso tempo apparten-
gano in maniera diversa
a ognuno di noi.
Pantaloni e jeans a siga-
retta, felpe o camicie
scaldate da golfini sono
per noi, più che una
semplice moda, un mo-
do per vestire la nostra
generazione. La nostra
moda è anche trovare
ogni anno dei criteri
nuovi che caratterizzino
nuovi stili. Truzzi, emo,
punk, dark, metal sono
quindi le tendenze del
periodo, e ogni ragazzo
segue la moda “di rico-
noscersi in uno stile”.
Anna Chiara Cappello
Martina Nicolardi
Mariavittoria Piccino
A G O R À _ V I R - L I G I O
vali sopra il ginocchio
che costituiscono con gli
occhiali a lenti colorate
trasparenti uno stile
ricercato. Uno stile che
rende le modelle le dive
della sfilata.
Tutti gli staff si muovo-
no per allestire la sceno-
grafia del grande evento
che vede come protago-
nisti il lussuoso sfilare su
tacchi vertiginosi, in
equilibro con l'abbinare
di accessori e l'armonia
di colori.
I giochi di luci avvolgono
lo stupore degli spettato-
ri, immersi in un silenzio
che si rivela il grido più
forte e che accompagna
le note delle musiche sele-
zionate e in sintonia con
gli stili proposti, al ritmo
incalzante di un set di
sfilate che riesce a creare
suggestivi momenti.
Gli scatti degli assetati
fotografi non si lasciano
scappare nessun ondeg-
giare di stoffe, incrocio
di gambe, ancheggiare
di sinuose modelle alle
quali non viene negato
dal pubblico alcun ap-
plauso. Applausi che
dimostrano che nessuno
riesce a resistere al fasci-
no della moda, la gran-
de regina che domina il
talento dei vari stilisti
nati per sfidarsi sul
campo di battaglia che è
la passerella.
Pearcing, tatuaggi, pan-
taloni a vita bassa e ma-
gliette aderenti, invece,
sono le forme di ricono-
scimento che usano i
teenager per delineare
una moda iniziata qual-
che anno fa e che si è
espansa a macchia
d’olio in tutta Europa o
quasi; sicuramente però
ha colpito l’Italia da
nord a sud.
Tra noi giovani quindi
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S P O R T
Ottima
prestanza
fisica
e capacità
tattica
del team
A G O R À _ V I R - L I G I O
fine del terzo set. E dopo il 2-1, nono-stante il Galatina non mollasse, il Tre-puzzi è stato sempre più reattivo riuscen-do così a strappare il primato. Nitida la possibilità play-off per la squadra salen-tina è possibile il passaggio in serie B2.
Giacomo Attanasio Dalila Miglietta
Il Trepuzzi volley è in testa alla classifica di serie C a 2 punti dall’ex capolista; Ga-latina. Una squadra che lotta dall’inizio dell’anno riportando costanti vittorie e rimanendo sempre in cima alla classifica. Ma, alla 13esima giornata di ritorno non è stato così. A causa dell’infortunio di due importanti giocatrici del Galati-
na, il Trepuzzi è riu-scito a ottenere la vittoria combattendo duramente fino alla fine. Ha portato a casa un buon risulta-to grazie all’ottima prestanza fisica e ca-pacità tattica del team. Il Trepuzzi dà filo da torcere alla più che blasonata squadra del Galatina. Pur giocando fuori casa è riuscito a bat-tere gli avversari alla
Il Trepuzzi a un passo dalla promozione
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