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AGAZINEAnno 2018 | N.3

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INDICEALLE SPALLE UN ANNO DIFFICILE MA IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI > 5diAntonioCatricalà

ECONOMIA ITALIANA/ UN 2018 IN FRENATA, CON L’INCOGNITA DEI TASSI PER IL FUTURO > 9 LeproiezionidiBancad’Italia > 9 Dall’economiarealesegnalinegativi > 11 Sofferenzebancarieinriduzione > 12 Creditoalconsumoancoraincrescitanel2018,trendpositivo anchenel2019-2020 > 13

INDAGINE IPSOS-ACRI/ GLI ITALIANI PIU’ OTTIMISTI SUL FUTUROMA CONTINUANO A ‘STRINGERE LA CINGHIA’ > 15

Situazioneeconomicainlievemiglioramento > 15 Stabilelapropensionealrisparmio,aumentalapercentualedichisièindebitato > 16 Aumentalaquotadichiriesceagalleggiare > 16 Soloil36%potrebbeaffrontareunaspesaimprevistaoltrei10.000euro > 17 Rallentalapropensioneaiconsumi > 17 Pocafiducianellatuteladelrisparmio > 18 Noall’italexitmaserveun’europadiversa > 18

STUDIO NOMISMA-FIMAA/ CONSUMATORI SODDISFATTI DALLA CONSULENZA DEI MEDIATORI CREDITIZI MA SOLO IL 10% SCEGLIE QUESTO CANALE > 20

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AL VIA LE NUOVE DISPOSIZIONI DELLA BANCA D’ITALIA SULLA TRASPARENZA PER TUTELARE I CONSUMATORI > 28

Modalitàdidistribuzioneadeguateal‘targetmarket’ > 29 Disciplinaapplicabileancheaimediatoricreditizi > 29

LAVORI IN CORSO/ DALL’EUROPA IN ARRIVO LA CONSULTAZIONE SULLA DIRETTIVA PER IL CREDITO AL CONSUMO > 31

DAL 2019 IN VIGORE LE NUOVE DISPOSIZIONI DELLLA BANCA D’ITALIA SULLA REMUNERAZIONE DELLE RETI INTERNE ED ESTERNE > 33

Lanormativasiapplicaancheagliagentiinattivitàfinanziaria > 33 Ledisposizionisugliagentiinattivitàfinanziaria > 34

ACCORDO OAM-UNIVERSITA’ DI TOR VERGATA PER UNA RICERCA SUL SETTORE > 36

DAL MONDO OAM- VIGILANZA/ NEL 2018 CONCLUSI OLTRE 6.000 PROCEDIMENTI ISTRUTTORI > 37

DAL MONDO OAM- UFFICIO ELENCHI/ DAI DATI SU PROVA D’ESAME E PROVA VALUTATIVA UNA CONFERMA DELLA VITALITA’ DEL SETTORE > 39

PRIMO BILANCIO PER IL REGISTRO DEI COMPRO ORO: ISCRITTI CIRCA TREMILA OPERATORI. SOLO 66 I SOGGETTI ESCLUSI PERCHÈ PRIVI DEI REQUISITI > 42

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BLOCKCHAIN E DLT, DAL PARLAMENTO EUROPEO UNA SPINTA ALLA COMMISSIONE PER RENDERE L’EUROPA COMPETITIVA > 44

Sulsettorefinanziarioserveunmonitoraggiocontinuo > 44 PerilfuturodellecriptovaluteserveunapprofondimentodiCommissioneeBce > 44 UrgenteaffrontareirischiderivantidaunusocriminaledelleDlt > 44 UnpassaportoeuropeoperiprogettibasatisulleDlt > 45 Accompagnareicittadininel‘cambiodiparadigma’ > 46 PromuoverelacompetitivitàUenelsettore > 46

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ALLE SPALLE UN ANNO DIFFICILE MA IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI

Ci lasciamo alle spalle un anno difficile, che ha visto il nostro Paese confrontarsi, in modo anche aspro, con le Autorità europee. L’accordo in extremis appena conclu-so, che evita la procedura d’infrazione sui conti pubblici, ci fa tirare un respiro di sollievo ma carica di grandi re-sponsabilità il nostro Governo. È essenziale che i termini di quell’accordo vengano rispettati con rigore non solo perché ce lo chiede, con decisione, l’Europa ma perché l’Italia deve riconquistare la fiducia degli investitori.

Ci aspettano comunque mesi non semplici (vedi artico-lo a pg. 9) anche se gli italiani si confermano un popolo

di risparmiatori, pronti a ‘tirare la cinghia’ per affrontare con maggiore serenità il futuro; colpisce tuttavia che un cittadino su tre avrebbe problemi a fronteggiare una spesa imprevista superiore ai 10.000 (a pg.15 l’analisi del Rapporto Acri-Ipsos).

In questo contesto il lavoro delle categorie di riferimen-to OAM, Agenti e Mediatori, dovrà essere orientato alla massima responsabilità: quando la crescita rallenta le fa-miglie ricorrono all’indebitamento non più e non solo per acquistare la casa, rinnovare l’arredamento, cambiare l’automobile. Spesso l’indebitamento diventa l’unica via per sostenere spese essenziali non più rinviabili. Il ruolo degli intermediari diventa dunque cruciale ed essenziale diventa la trasparenza della consulenza offerta, tanto più nell’ipotesi di un aumento del costo del credito.Proprio al rafforzamento dei presidi di trasparenza e di tutela del consumatore mirano le nuove disposizioni sulla trasparenza varate agli inizi di dicembre dalla Ban-ca d’Italia in attuazione degli Orientamenti dell’EBA in materia di dispositivi di governance e di controllo sui prodotti bancari al dettaglio che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2019. (vedi articolo a pg. 28).

Si tratta di norme che rafforzano il complesso delle di-sposizioni a presidio della correttezza delle relazioni tra

di Antonio Catricalà

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intermediari e clienti, assicurando che l’offerta dei pro-dotti bancari e finanziari sia rivolta alle tipologie di cliente-la, individuate nella fase di ideazione dei prodotti stessi, per le quali essi possono risultare effettivamente adatti. Gli Orientamenti dell’EBA riguardano i prodotti destinati ai soli consumatori ma lasciano alle Autorità nazionali la scelta di applicare le nuove norme a tutta la clientela al dettaglio. La Banca d’Italia ha scelto, a mio parere oppor-tunamente, questa secondo opzione introducendo, all’e-sito della consultazione del documento, alcuni correttivi di

‘proporzionalità’ per gli intermediari di minori dimensioni. Ha ragione via Nazionale quando ritiene che un’applica-zione circoscritta ai soli consumatori non garantirebbe un adeguato livello di protezione nei confronti di categorie di clienti (persone fisiche che svolgono attività professiona-le o artigianale, enti senza finalità di lucro, micro-imprese) che presentano esigenze di tutela analoghe a quelle dei consumatori, anche tenuto conto del livello di alfabetizza-zione finanziaria della clientela italiana.

L’Organismo ha partecipato alla fase di consultazione che ha preceduto il varo del provvedimento e con soddi-sfazione registro che la Banca d’Italia ha accolto i nostri suggerimenti tesi a chiarire che la nuova disciplina si ap-plica anche ai mediatori creditizi, convenzionati e non.Le nuove disposizioni chiamano dunque direttamente i mediatori creditizi e, per quanto attiene la vigilanza, l’OAM. Sono certo che ognuno di noi farà la nostra parte per assicurare comportamenti in linea con quanto previsto.

Ai fini della trasparenza, è fondamentale un efficiente sistema di comunicazione tra gli istituti finanziatori e i mediatori per quanto riguarda il Taeg. Lo stesso provvedimento della Banca d’Italia ribadisce che nei “casi in cui le disposizioni concernenti il calcolo dell’ISC (o del TAEG) richiedano l’inclusione del costo della mediazione, i mediatori creditizi sono tenuti a comunicare all’intermediario il costo complessivo

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dell’attività di mediazione, in tempo utile affinché questi possa includerlo nel calcolo dell’indicatore”. È un passaggio importante anche se devo registrare, con rammarico, che il protocollo d’intesa per favorire la trasparenza nell’attività di intermediazione tramite mediatore creditizio non convenzionato, siglato il 27 ottobre dello scorso anno dai rappresentanti del setto-re insieme all’OAM, stenta a decollare. Quell’accordo voleva rendere più semplici le modalità con le quali i mediatori off-line possono comunicare il costo del loro compenso, a carico del cliente, al soggetto finanziatore, per consentirgli di includerlo nel TAEG/TEG. L’obiettivo era facilitare il percorso dell’intera filiera nell’assolvi-mento degli adempimenti di legge, permettendo quindi al consumatore di conoscere subito il costo complessi-vo del finanziamento una volta messo in contatto con il finanziatore.

A distanza di oltre un anno, solo nelle settimane scorse abbiamo potuto pubblicare sul nostro sito i primi nomi di aziende di credito che hanno predisposto le modalità ‘semplificate’. Vogliamo sperare che queste prime ade-sioni facciano da volano alle altre, perché tutto ciò che aumenta la trasparenza nei confronti dei consumatori rappresenta un ‘plus’ competitivo sul mercato.Vanno ugualmente nella direzione di una maggiore tu-tela del consumatore le nuove disposizioni della Banca d’Italia in materia di sistemi di remunerazione e incen-tivazione del personale, che recepiscono le indicazioni

dell’Eba in base alle quali tali sistemi non possono ba-sarsi solo su obiettivi commerciali ma devono essere ispirati a criteri di correttezza nelle relazioni con la clien-tela (vedi articolo a pg. 33).

L’avvento di nuove sfide organizzative ci impone una riflessione su dove stia andando il vostro mercato di ri-ferimento. È con questo obiettivo che, dopo la modifica dello Statuto OAM che avevo auspicato lo scorso hanno e che è stato deliberato dalle nostre associate, abbiamo concluso un accordo con l’Università di Tor Vergata per effettuare uno studio sull’efficienza distributiva degli in-termediari finanziari attraverso la lente del canale distri-butivo che prediligono: filiali bancarie, agenti in attività finanziaria, mediatori creditizi e tecnologie digitali. La ricerca affronterà anche il tema dell’inclusione finanzia-ria, per comprendere quali canali distributivi agevolano l’inclusione delle fasce più deboli (vedi articolo a pg. 36).

La pubblicazione dei risultati della ricerca costituirà inol-tre un momento di dibattito che potrà costituire anche l’occasione per farvi meglio conoscere dal pubblico dei consumatori. Su questo fronte esistono infatti ampi spazi di miglioramento: un recente studio di Nomisma (analizzato a pg. 20), commissionato dalla Fimaa, mo-stra che solo una piccola percentuale di soggetti ha sot-toscritto un mutuo attraverso una società di mediazione ma all’interno di questa percentuale l’82% è soddisfat-to del servizio ricevuto.

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Riteniamo inoltre che la ricerca potrà contenere ele-menti ‘segnalatori’ delle future tendenze e rappresen-terà anche un utile strumento a servizio di chi volesse ipotizzare una rivisitazione della normativa di settore che appare opportuna. Benché dalla riforma del 2010 siano passati solo 8 anni, evoluzione tecnologica e evo-luzione normativa impongono una riflessione per capire se quelle norme sono ancora attuali e adeguati a mer-cati in continua evoluzione. Basti pensare all’ingresso delle fintech e all’accelerazione che il Parlamento eu-ropeo ha voluto dare, con una risoluzione dello scorso ottobre, all’utilizzo delle tecnologie Blockchain e di Dlt (tecnologie di registro distribuito), come racconta l’arti-colo a pg. 44.

Colgo quest’occasione per ribadire che l’OAM intende proseguire nella sua azione per garantire un mercato trasparente ed efficiente, prestando ascolto alle esigen-ze segnalate dai suoi iscritti ma avendo ben chiaro che il futuro non si garantisce abbassando l’asticella della pro-fessionalità e dell’attenzione nei confronti dei consuma-tori. I dati sull’attività di Vigilanza confermano il nostro impegno su questo fronte, mentre i risultati delle prove d’esame e delle prove valutative ci restituiscono anco-ra una volta l’immagine di una categoria nel complesso preparata a svolgere al meglio l’attività riservatale dal legislatore (vedi articoli a pg. 37 e pg. 39).

Concludo con una riflessione relativa all’avvio del Regi-stro dei Compro oro. L’OAM ha gestito questa nuova competenza con rapidità ed efficacia, addirittura ren-dendo operativo il registro ben prima del termine massi-mo previsto dalla legge, e fornendo agli interessati tutto il supporto necessario (sul bilancio vendi l’articolo a pg. 42). Lo abbiamo fatto senza che tuttavia venisse mai meno la nostra attenzione nei confronti delle categorie storicamente di riferimento, Agenti e Mediatori. Né tan-tomeno le abbiamo caricate di oneri impropri: i contribu-ti per il 2019 sono rimasti invariati, dopo la consistente sforbiciatura dello scorso anno.

Con lo stesso spirito abbiamo determinato l’ammontare dei contributi per i Compro oro, con una logica stretta-mente orientata ai costi. Resta immutato il nostro im-pegno a lavorare con la massima efficienza e rapidità, consci che la nostra azione deve supportare il mercato e non certo sottoporlo a inutili pesi economici e buro-cratici.

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Una crescita inferiore al previsto sulla quale ha pesato l’aumento dello spread e dei tassi d’interesse, che po-trebbe invece accelerare oltre le previsioni se lo spre-ad tornasse a livelli fisiologici: con queste indicazioni la Banca d’Italia ha aggiornato le proiezioni macroecono-miche per l’economia italiana mentre si moltiplicano i segnali negativi che arrivano dall’economia reale, con fatturato e ordinativi in calo. Resiste invece il settore bancario, che continua a finanziare famiglie e imprese e abbatte progressivamente le sofferenze.Il 2018 si chiude dunque in chiaroscuro mentre per gli anni successivi le previsioni sono rese particolarmente difficili non solo dalle variabili dell’economia mondiale ma anche da incognite tutte interne, strettamente col-legate alla fiducia che gli investitori vorranno avere nel nostro Paese.

LE PROIEZIONI DI BANCA D’ITALIAPartiamo dalle previsioni di crescita. Nelle proiezioni macroeconomiche per l’economia Via Nazionale spe-cifica che “le misure di finanza pubblica incorporate nello scenario sono quelle delineate nella manovra di bilancio per il triennio 2019-2021 nella sua versione originale presentata in Parlamento; non considerano, come di consueto, l’aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia per il biennio 2020-2021. Sulla base di queste ipotesi, la crescita

dell’economia italiana si manterrebbe attorno all’1,0 per cento annuo in tutto il triennio 2019-2021. Gli ef-fetti sull’attività economica delle misure espansive contenute nella manovra di bilancio sarebbero contra-stati dai più elevati tassi di interesse fin qui registrati e attesi, che conterrebbero l’espansione della domanda interna”. Per l’anno in corso, alla luce dei dati diffusi dall’Istat sui conti nazionali trimestrali, con una revisio-ne al ribasso della crescita del PIL nel terzo trimestre, il Pil crescerebbe dello 0,9%. Rispetto alle precedenti proiezioni pubblicate nel Bollettino economico di lu-glio, “la stima di crescita è più bassa per 2 decimi di punto nel 2018 ed è invariata nel prossimo biennio. La revisione per l’anno in corso riflette il rallentamento del prodotto finora osservato. Nel biennio 2019-2020 – afferma ancora via Nazionale - gli effetti negativi sull’attività economica derivanti dal profilo più elevato dei tassi di interesse osservati e attesi, oltre che da un’espansione più contenuta della domanda estera, compensano quelli di segno opposto riconducibili agli interventi contenuti nella manovra di bilancio e al calo delle quotazioni del greggio. Nello scenario resterebbe moderata l’espansione della domanda interna. I consu-mi aumenterebbero in linea con il prodotto. La spesa per investimenti rallenterebbe nel prossimo triennio, risentendo dell’aumento dei costi di finanziamento. Le esportazioni, dopo la battuta d’arresto registrata

ECONOMIA ITALIANA | UN 2018 IN FRENATA, CON L’INCOGNITA DEI TASSI PER IL FUTURO

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nella prima metà di quest’anno, tornerebbero a cre-scere a ritmi prossimi a quelli della domanda estera. Continuerebbe, ma a ritmi inferiori a quanto stima-to in precedenza, la graduale risalita dell’inflazione. I prezzi al consumo aumenterebbero dell’1,3 per cen-to sia quest’anno sia il prossimo, dell’1,5 nel 2020 e dell’1,6 nel 2021. La componente di fondo salirebbe all’1% nel 2019, per poi accelerare gradualmente in linea con il rafforzamento della dinamica retributiva”. La stima di inflazione è stata rivista al ribasso di 0,2 punti percentuali nel 2019, “principalmente a fronte delle più basse quotazioni delle materie prime ener-getiche. I rischi al ribasso che circondano queste pro-iezioni sono però assai elevati. Quelli provenienti dal contesto internazionale sono associati principalmente a ulteriori irrigidimenti delle politiche commerciali. Sul piano interno, resta elevata l’incertezza connessa agli interventi della politica di bilancio e alle possibili riper-cussioni sui mercati finanziari e sulla fiducia di famiglie e imprese: ulteriori aumenti dei tassi di interesse sui titoli pubblici, una più rapida trasmissione alle condizio-ni di finanziamento del settore privato o un più marca-to deterioramento della propensione all’investimento delle imprese metterebbero a rischio la prosecuzione della crescita. Per contro, ritmi di crescita più elevati di quelli prefigurati in questo scenario potrebbero essere conseguiti se gli spread sovrani tornassero verso i va-lori medi registrati nel secondo trimestre dell’anno”.

TAVOLA | PROIEZIONI MACROECONOMICHE PER L’ECONOMIA ITALIANA (variazioni percentuali sull’anno precedente, salvo diversa indicazione)

)

PIL (1)

Consumi delle famiglie Consumi collettivi Investimenti fissi lordi di cui: Investimenti in a.m.m.t. Investimenti in costruzioni Esportazioni totali Importazioni totali Variazione delle scorte (2)

Prezzi al consumo (IPCA)IPCA al netto dei beni energetici e alimentariOccupazioneTasso di disoccupazione (3)

2018

1,0 (*)

0,80,04,46,42,00,01,30,1

1,30,60,7

10,4

2019

1,0

1,00,22,11,92,43,13,2

-0,1

1,31,00,4

10,3

2020

1,1

1,10,00,8

-0,32,33,93,40,0

1,51,30,8

10,1

2021

1,0

1,0-0,31,01,10,93,62,80,0

1,61,60,79,9

2018

1,2

1,10,23,44,81,71,92,60,1

1,30,80,9

10,9

2019

1,0

0,80,01,51,51,54,13,80,0

1,51,30,8

10,6

2020

1,1

0,80,20,90,71,23,72,60,0

1,51,50,7

10,4

Luglio 2018Dicembre 2018

Fonte:elaborazioni su datiBanca d’Italiae Istat.Proiezioni per l’Italiaincluse nell’esercizio dell'Eurosistema pubblicato il13 dicembre,che include informazioni aggiornate al 21 novembre.(*)Lastima non include leinformazioni di contabilità nazionale diffuse il 30novembre,dopo la chiusura dell’esercizio previsivo; considerando queste informazioni la stima di crescita per il 2018 è pari allo 0,9 per cento.(1) Per il PIL e le sue componenti, variazioni stimate sudati trimestrali destagionalizzati e corretti per il numero di giornate lavorative(2) Contributi alla crescita del PIL, valori percentuali. (3) Medie annue, valori percentuali

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DALL’ECONOMIA REALE SEGNALI NEGATIVIA conferma di un quadro in deterioramento sono arrivati anche i dati dell’Istat relativi al fatturato di ottobre, diminu-ito, informa l’Istituto di statistica, “in termini congiunturali dello 0,5%, dopo la variazione nulla del mese preceden-te; nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo cresce comunque dello 0,3% sui tre mesi precedenti”. In calo anche gli ordinativi che “registrano una lieve diminu-zione congiunturale (-0,3%); anche in questo caso nella media degli ultimi tre mesi si registra un contenuto au-mento (+0,5%) sui tre mesi precedenti. La dinamica con-giunturale del fatturato – sottolinea l’Istat - riflette la fles-sione sia del mercato interno (-0,7%) sia di quello estero (-0,2%). Anche per gli ordinativi la riduzione congiunturale è dovuta a cali, in questo caso di pari entità (-0,3%), delle commesse provenienti da entrambi i mercati. Con riferi-mento ai raggruppamenti principali di industrie, a ottobre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali per i beni di consumo (+1,4%) e per l’ener-gia (+1,6%); la maggiore contrazione si rileva per i beni strumentali (-3,5%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 contro i 22 di ottobre 2017), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 2,0%, con incrementi dell’1,7% sul mercato interno e del 2,7% su quello estero. Con riferimento al comparto manifatturiero, il settore del coke e dei prodotti petroliferi raffinati registra la crescita tendenziale più rilevante (+15,5%), mentre il comparto dei mezzi di trasporto mostra la flessione mag-giore (-11,5%)”.

Figura 1 | PRODOTTO INTERNO LORDO(dati trimestrali: variazioni percentuali sul periodo corrispondente; medie mobili di 4 termini)

4

2

0

-2

-4

-6

-8

4

2

0

-2

-4

-6

-8‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18 ‘19 ‘20 ‘21

Figura 2 | INDICE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO(dati trimestrali: variazioni percentuali sul periodo corrispondente; medie mobili di 4 termini)

4

2

0

-2

-4

-6

-8

4

2

0

-2

-4

-6

-8‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18 ‘19 ‘20 ‘21

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SOFFERENZE BANCARIE IN RIDUZIONESegnali di solidità vengono invece dal settore bancario. Secondo l’Outlook ABI-Cerved, per il secondo anno con-secutivo, nel 2018 “sono diminuite decisamente le sof-ferenze accumulate dalle banche italiane (-39% circa in termini netti), con un calo di 25 miliardi rispetto a settem-

bre 2017. Ciò è stato favorito, da un lato, da operazioni di dismissione degli NPLs da parte delle banche e, dall’altro, dalla confermata riduzione dei nuovi flussi di crediti in sof-ferenza. Di pari passo sono diminuiti i crediti deteriorati, cioè scaduti o con alte probabilità di non essere saldati. L’andamento positivo – si legge in una nota dell’Abi - è do-vuto soprattutto ai miglioramenti registrati nelle imprese: il tasso di deterioramento per le società non finanziarie, che descrive la quota di crediti in bonis passati allo status di deteriorati, è sceso dal 3,4% dell’ultimo trimestre 2017 al 2,8% del terzo trimestre 2018 (era il 4% nel terzo trime-stre 2008). Tale riduzione è stata in parte spinta dalla con-giuntura economica favorevole, ma anche dalla più atten-ta selezione nella concessione del credito alle imprese”. Nel 2018 “è anche proseguito il calo dei tassi di ingresso in sofferenza: dal 2,8% del 2017 al 2,4% (dato stimato) del 2018, con una diminuzione che ha riguardato tutte le dimensioni di impresa, tutti i settori economici e tutte le aree territoriali. Le previsioni elaborate in base ai modelli ABI-Cerved indicano che la discesa proseguirà anche nel prossimo biennio in tutta l’economia, anche se a ritmi più lenti rispetto a quanto previsto nel precedente Rapporto di febbraio 2018: nel 2020 l’incidenza delle nuove sofferenze si attesterà al 2,1%, con tassi vicini ai livelli pre-crisi per le società con almeno 10 addetti, per quelle che opera-no nell’industria (in particolare le aziende manifatturiere di piccole e medie dimensioni) e quelle localizzate al Nord. Le microimprese, le società del Centro-Sud e quelle di co-struzioni, comunque, si allontaneranno dai picchi di rischio raggiunti in piena crisi”.

PREVISIONE DEI TASSI DI INGRESSO IN SOFFERENZA PER DIMENSIONE DI IMPRESA(stime del flusso annuale di sofferenze rettificate in rapporto alle consistenze dei presrtiti per dimensione delle società non finanziarie)

5%

1,8%

3,0%

2,6%2,4%

2,2%

2,1%

1,7%

1,3%

1,2%

2,3%

1,8%

2,4%

1,9%

1,4%

1,1%

2,8%

2,2%

1,7%

1,2%

1,7%

1,4%

1,1%

0,7%

4%

3%

2%

1%

0%2008

MICRO

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

PICCOLE MEDIE GRANDI

previsioni

TOTALE SOCIETÀ

1,4%

1,2%

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CREDITO AL CONSUMO ANCORA IN CRESCITA NEL 2018, TREND POSITIVO ANCHE NEL 2019-2020 RIDUZIONEIn questo quadro si segnala l’andamento del credito al con-sumo che continua a crescere anche se a ritmi più conte-nuti rispetto al 2017. Secondo l’Osservatorio Assofin, Crif e Prometeia, il rallentamento nei primi nove mesi dell’an-no è “in linea con l’attenuazione della crescita dei consumi di beni durevoli delle famiglie”, al quale corrisponde una decisa frenata dei prestiti personali (+4,5%) . Il mercato sconta il deciso rallentamento della crescita delle eroga-zioni di prestiti personali (+4,5%, rispetto alla crescita a doppia cifra del biennio precedente) mentre le operazioni di rifinanziamento evidenziano una crescita più vivace.“L’attività complessiva – si legge in una nota - è stata trai-nata dai finanziamenti finalizzati, sia quelli destinati all’ac-quisto di autoveicoli e motocicli (+9,0%) sia quelli destinati all’acquisto di altri beni e servizi (appartenenti a settori qua-li arredo, elettronica ed elettrodomestici e altri beni e ser-vizi finanziabili, tra i quali impianti per la casa, spese medi-che, palestre e tempo libero, etc.), in crescita del +11,8%, dopo il calo del 2017”. I finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione mostrano “nei primi nove mesi dell’anno una crescita del +6,8%, riflettendo la ripre-sa delle erogazioni a pensionati e la dinamica vivace dei finanziamenti verso i dipendenti privati”. Le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici con finalità di acquisto “mostrano una crescita stabile sui valori dell’an-no precedente (+5% i flussi finanziati, +4,4% il numero

dei nuovi contratti stipulati). I mutui di surroga, invece, tor-nano su valori appena positivi (+0,5% i flussi), ma tale mi-glioramento rappresenta un effetto statistico di rimbalzo dopo il minimo relativo segnato nel 2017”. Al di là del bilancio relativo ai nove mesi del 2018 “le pre-visioni per i prossimi due anni indicano che i flussi di credi-to alle famiglie continueranno a crescere, sebbene a ritmi gradualmente più contenuti. In un contesto di maggiore

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incertezza del quadro macroeconomico, l’andamento di credito al consumo e mutui sarà maggiormente ancorato alle dinamiche dei consumi e del mercato immobiliare. I flussi di crediti al consumo, dopo un triennio di crescita a doppia cifra, dovrebbero chiudere il 2018 con un aumento più contenuto rispetto al 2017, per poi rallentare ulterior-mente nel biennio successivo. In particolare, la dinamica si riallineerà gradualmente a quella dei consumi durevoli, per i quali si fa maggiormente ricorso al credito”.

In base all’analisi dell’Osservatorio “le buone condizioni economiche delle famiglie sosterranno nell’intervallo di previsione la crescita degli acquisti di beni durevoli, seb-bene a ritmi più moderati rispetto agli anni precedenti, ali-mentando la domanda di credito per finanziare almeno in parte la spesa. Al contempo, la maggiore solidità finanzia-ria delle famiglie favorirà l’allargamento del bacino poten-ziale di utenti che potranno accedere al credito pur a fronte di politiche di offerta che rimarranno caute”.

Le erogazioni di mutui immobiliari sono previste in ulte-riore crescita “nel 2019 in quanto l’aumento del reddito disponibile delle famiglie favorirà un maggiore ricorso ai prestiti per finanziare l’acquisto di abitazioni, mentre dal 2020 l’aumento atteso dei tassi di mercato e di quelli sui nuovi mutui potrebbe contribuire al rallentamento della do-manda”. Previsioni positive anche sul fronte della rischio-sità del credito che “proseguirà il suo trend di progres-siva riduzione, beneficiando anche dell’accelerazione del processo di dismissione dei crediti. La qualità del credito

si rafforzerà anche per effetto del progressivo consolida-mento delle condizioni economiche delle famiglie e per gli effetti di politiche di offerta caute attuate negli ultimi anni, che hanno generato erogazioni caratterizzate da parametri di rischio migliori”. Tuttavia, conclude lo studio, “in questo scenario di mercato si scorgono condizionamenti dovuti alle tensioni sul debito sovrano italiano e alla maggiore incertezza sulle prospettive economiche percepita dagli operatori e dalle famiglie”.

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Gli italiani sono maggiormente ottimisti sul futuro economico ma mostrano cautela verso i consumi a fa-vore di un aumento del risparmio. È quanto emerge dall’indagine Ipsos-Acri presentate il 31 ottobre scorso nell’ambito della giornale mondiale del risparmio. “Il 2018 – si legge nella ricerca - ci racconta un’Italia in equilibrio precario: l’italiano ha notato un miglioramen-to negli anni e guarda con maggiore ottimismo al futu-ro. Il presente però appare complesso e contradditto-rio: questa situazione porta a una rinnovata attenzione riguardo ai consumi e a un parallelo rafforzamento del-la tensione al risparmio, che gli italiani vivono come un sacrificio, ma da farsi per la tranquillità futura”. Nono-stante la crescita del Pil registrata negli ultimi 4 anni, la fine della crisi sembra infatti ancora lontana; gli italiani ritengono che per uscirne “ci vorranno almeno 4 anni, ma il numero di coloro che la vedono molto lontana si è andato riducendo nel tempo: erano il 50% nel 2016, il 42% nel 2017, il 40% oggi”.

SITUAZIONE ECONOMICA IN LIEVE MIGLIORAMENTODall’indagine effettuata emerge che “gli italiani indicano un lieve miglioramento della propria situazione rispetto a 2-3 anni fa. Il 7% dichiara che nel 2018 la propria situazio-ne economica è migliorata (era il 6% nel 2017 e nel 2016), il 37% che non ha avuto nessuna difficoltà a mantenere

il proprio tenore di vita (nel 2017 erano il 35%, nel 2016 il 32%), mentre sono scesi al 40% (contro il 42% del 2017 e il 44% del 2016) coloro che hanno sperimentato qual-che difficoltà nel far quadrare tutti i conti. Prosegue inol-tre, seppur lievemente, il calo della quota di famiglie che segnalano difficoltà serie a mantenere il proprio tenore di vita: sono il 16% (erano il 17% nel 2017, il 18% nel 2016). Il miglioramento più sensibile lo si è registrato tra coloro che hanno meno di 30 anni: coloro che hanno sperimen-tato un miglioramento sono il 10% (erano il 3% nel 2017), e anche coloro che non hanno avuto difficoltà aumenta-no dal 37% del 2017 al 40%”. Parallelamente “scendono molto coloro che dichiarano di aver sperimentato difficoltà relative (44% nel 2017, 32% nel 2018), mentre crescono di un punto coloro che hanno avuto serie difficoltà (16% nel 2017, 17% oggi)”.

Preoccupante il balzo del numero delle famiglie che dichia-rano di essere state colpite direttamente dalla crisi riguar-do al lavoro: nel 2017 erano il 19%, nel 2018 salgono al 24%. Tuttavia, “guardando al futuro, il numero dei fidu-ciosi sul miglioramento della propria situazione personale è nettamente superiore a quello degli sfiduciati (11% gli sfiduciati, 25% i fiduciosi, saldo +14 a favore di questi ul-timi rispetto al +10 dello scorso anno), anche se il 61% degli intervistati non si attende cambiamenti della propria situazione economica”.

INDAGINE IPSOS-ACRI | GLI ITALIANI PIÙ OTTIMISTI SUL FUTURO MA CONTINUANO A ‘STRINGERE LA CINGHIA’

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STABILE LA PROPENSIONE AL RISPARMIO, AUMENTA LA PERCENTUALE DI CHI SI È INDEBITATOSecondo il rapporto, “il numero di italiani propensi al rispar-mio rimane estremamente elevato: sono l’86% (come nel 2017); di questi sono il 38% quelli che non vivono tranquilli senza mettere da parte qualcosa (erano il 37%), il 48% co-loro che ritengono sia bene fare dei risparmi senza troppe rinunce (erano il 49%). Diminuisce lievemente la quota di coloro che preferiscono godersi la vita senza pensare a risparmiare: sono il 10% (-2 punti percentuali sul 2017). Il 4% non sa decidersi.Aumenta (e ritorna maggioritaria) di 2 punti percentuali la quota di italiani che affermano di aver risparmiato negli ultimi dodici mesi: passano dal 37% del 2017 al 39% at-tuale, mentre diminuiscono coloro che consumano tutto il reddito (il 37%, erano il 41% nel 2017). Al contempo aumentano lievemente le famiglie in saldo negativo di ri-sparmio: dal 21% del 2017 al 22% attuale; in quest’ambi-to decresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 14% attuale), ma aumentano coloro che ricorrono a prestiti (sono l’8% contro il 5% del 2017)”. Secondo i dati contenuti nell’indagine “combinando l’an-damento del risparmio delle famiglie italiane nell’ultimo anno (2018) e le previsioni per quello futuro (2019), si nota che aumenta il numero di coloro che migliorano la propria situazione (trend positivo o in risalita sono il 34%, erano il 33%) e si riduce quello di coloro che si situano in ‘crisi grave’ di risparmio (sono il 24%, erano il 25%).

AUMENTA LA QUOTA DI CHI RIESCE A GALLEGGIARE Analizzando i sei gruppi di tendenza rispetto al risparmio, si registra un lento ritorno alla normalità: “aumenta chi ri-esce a ‘galleggiare’ o a migliorare lievemente – si legge nell’indagine - si riducono un poco le situazioni problema-tiche. Nel dettaglio:• Famiglie con trend di risparmio positivo - hanno rispar-

miato nell’ultimo anno e lo faranno di più o nella stessa misura anche nei prossimi dodici mesi: sono il 29%, il dato più elevato della serie storica, in aumento rispetto al 2017-2016-2015 (+2 punti) e ancor di più rispetto agli anni precedenti (+9 punti percentuali rispetto al 2014, +15 rispetto al 2013, +13 rispetto al 2012 quando il dato era il 16%).

• Famiglie con risparmio in risalita - hanno speso tutto senza far ricorso a risparmi/debiti, ma nei prossimi do-dici mesi pensano di risparmiare di più: sono il 5%, in lieve diminuzione rispetto al 6% del 2017 e in linea con il 2016 (6% nel 2015, 4% nel 2014, 5% nel 2013, 4% nel 2012 e nel 2011).

• Famiglie che galleggiano - hanno speso tutto senza far ricorso a risparmi/debiti e pensano che lo stesso av-verrà nel prossimo anno, oppure hanno fatto ricorso a risparmi/debiti, ma prevedono di risparmiare di più nei prossimi dodici mesi: sono il 27%, in lieve calo rispetto al 28% del 2017, ma in crescita rispetto agli anni prece-denti (+2 punti percentuali rispetto al 2016, +1 punto rispetto al 2015, +5 punti rispetto al 2014, +8 punti ri-spetto al 2013).

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• Famiglie col risparmio in discesa - sono riuscite a rispar-miare, ma temono di risparmiare meno nei prossimi dodici mesi: sono il 9%, in linea con il 2017 (nel 2016 erano il 12%, nel 2015 l’8%).

• Famiglie in crisi moderata di risparmio - hanno consu-mato tutto il reddito e nei prossimi dodici mesi temono di risparmiare meno: sono il 7%, in lieve calo rispetto agli anni passati (nel 2017 erano il 9%, nel 2016 l’8%, nel 2015 il 9%, nel 2014 il 16%, nel 2013 il 18%).

• Famiglie in crisi grave di risparmio - hanno fatto ricorso ai risparmi accumulati e a debiti (famiglie in “saldo negati-vo”) e pensano che la situazione del prossimo anno sarà

identica o si aggraverà: sono sostanzialmente stabili, nel 2018 sono il 17% (contro il 16% dell’anno scor-so, il dato più basso dell’intera serie storica)”.

SOLO IL 36% POTREBBE AFFRONTARE UNA SPESA

IMPREVISTA OLTRE I 10.000 EURO Lo studio evidenzia inoltre che 8 famiglie su 10 riuscireb-bero a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie (il 78%, dato in calo di 2 punti percentuali rispetto al 2017); ma se la spesa imprevista fosse supe-riore ai 10.000 euro (ossia un furto d’auto, una complessa

operazione dentistica, la sistemazione di un tetto o

una cartella esattoriale non attesa), potrebbero farvi fronte con le sole proprie forze poco più di 1 famiglia su 3 (il 36%, 2 punti percentuali in più rispetto al 2017).Quanto agli investimenti, sottolinea la ricerca, “sembra che l’investimento ideale, per gli italiani, non esista più: essi si dividono in 3 gruppi quasi omogenei. Il 30% ritiene che l’investimento ideale proprio non ci sia (in lieve calo, -3 punti rispetto al 2017), il 32% lo indica negli immobili (+1 punto sul 2017), il 31% indica gli investimenti finanziari reputati più sicuri (+2 punti rispetto al 2017). Ultimi, con il 7%, sono coloro che indicano come ideali gli strumenti finanziari più rischiosi (stabili rispetto all’anno passato).La dinamica degli investimenti immobiliari segna comun-que una crescita per il quarto anno di fila;siamo al 32% (nel 2014 era il 24%, nel 2015 il 29%, nel 2016 il 30%, nel 2017 il 31%, ma molto lontani dal 2006, quando la percentuale di coloro che vedevano nel mat-tone l’investimento ideale era il 70%). La crescita della tensione all’immobiliare si registra solo al Sud e nelle Iso-le (38%); nel Nord, e soprattutto tra chi ha accumulato risparmi nel 2018, la preferenza va alle forme di investi-mento più sicure”.

RALLENTA LA PROPENSIONE AI CONSUMI

Dopo anni di migliore disposizione verso i con-sumi, per la prima volta osserviamo un diffu-

so rallentamento. “L’italiano – afferma la ricerca - torna ad essere più attento, e

ciò riguarda soprattutto i beni che più

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erano cresciuti nel recente passato: in primis gli investi-menti semi-durevoli e poi alcuni beni di prima necessità, quali alimentari e casalinghi. Farmaci, fuori-casa e diverti-mento vengono invece ridotti lievemente rispetto al 2017, mentre è sostanzialmente costante la spesa per la cura di sé. Si riduce la disponibilità al dono”. Da una parte ci sono dunque coloro che sono stati effettivamente colpiti in modo serio dalla crisi: “continuano ad adottare una forte razionalizzazione delle proprie spese, quando non una vera e propria austerità”. Anche chi ha sperimentato qualche difficoltà riduce i consumi (mantiene inalterati solo quelli per telefonia, beni alimentari e casa) mentre chi non ha difficoltà tende comunque a rimanere cauto sulle spese fuori casa. Infine chi sta bene incrementa quasi tutte le spese, tranne cinema, teatro e concerti.

POCA FIDUCIA NELLA TUTELA DEL RISPARMIONonostante l’alta propensione al risparmio che va dunque anche a scapito dei consumi, il risparmiatore italiano è preoccupato del sistema di tutele messo a difesa del suo risparmio: il 64%ritiene poco efficaci regole, leggi e controlli (era il 66% lo scorso anno), mentre il 36% li ritiene efficaci (erano il 34% nel 2017). Il 48% si aspetta che in futuro il risparmiatore sarà ancor meno tutelato, dato comunque in contrazione rispetto al 52% del 2017; gli ottimisti in fatto di tutela pas-sano dal 19% al 24%, con un bel balzo di 5 punti percen-tuali; il 28% non si sbilancia: tutto resterà come ora, o non sa proprio che previsioni fare.

NO ALL’ITALEXIT MA SERVE UN’EUROPA DIVERSANell’ambito dell’analisi della fiducia degli italiani Ipsos met-te in risalto anche il rapporto con l’Europa. Ne emerge che gli italiani “mettono in discussione la scelta europeista an-cor meno che nel passato: il 66% rigetta l’idea di Italexit (il 61% nel 2017), si riducono sia coloro che la vivrebbero come un vantaggio (scendono al 14% nel 2018 dal 17% del 2017) sia coloro che ritengono non cambierebbe nulla (dal 19% del 2017 al 13% odierno)”, mentre il 7% non sa esprimersi sul tema.Scende invece la fiducia nell’Unione Europea, presente nel 47% degli italiani (51% l’anno scorso) mentre il restan-te 53% si fida poco (49% lo scorso anno)”Nel complesso, si legge nel rapporto, “la sfiducia sembra esprimere un rammarico per ciò che l’Europa potrebbe es-sere anziché un rifiuto del progetto Ue”.Lentamente l’euro riguadagna consensi: “gli insoddisfatti, sia pur ancora in netta maggioranza, scendono: erano il 74% nel 2014, il 65% nel 2017, sono il 63% oggi. I più soddisfatti sono i giovani (43%) e gli abitanti nel Nord Ovest (46%). Si riducono coloro che pensano che tra 20 anni sarà meglio essere usciti dall’euro (dal 33% del 2017 al 29% del 2018), mentre crescono coloro che pensano sarà un importante vantaggio rimanere nell’euro (56% at-tuale, erano il 54% del 2017).

In tabella l’andamento del risparmio negli ultimi 12 mesi.

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2018 AREA GEOGRAFICA - valori %

Sì,sonoriuscitoarisparmiare Totale NordOvest NordEst Centro SudeIsole

No,hoconsumatotuttoilreddito 40 46 43 47 30

No,ehodovutoricorrereairisparmiaccumulati 38 37 35 35 41

No,ehodovutoricorrereaiprestiti 14 14 15 11 17

Famiglie saldo negativo 8 3 7 7 12

2017 AREA GEOGRAFICA - valori %

Sì,sonoriuscitoarisparmiare Totale NordOvest NordEst Centro SudeIsole

No,hoconsumatotuttoilreddito 37 43 43 37 30

No,ehodovutoricorrereairisparmiaccumulati 42 42 43 32 45

No,ehodovutoricorrereaiprestiti 16 11 13 27 14

Famiglie saldo negativo 21 15 14 31 24

RISPARMIO NEGLI ULTIMI 12 MESINegli ultimi 12 mesi Lei/la Sua famiglia è riuscito a risparmiare parte del reddito guadagnato?

Base: Totale intervistati % senza | “Non sa”

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Una realtà strutturata, con una buona copertura territoriale, promossa a pieni voti dai consumatori che hanno sottoscritto mutui attraverso la sua rete e con un’alta potenzialità di espansione: è la fotografia dei mediatori creditizi, scattata nello studio Nomisma-Fimaa presentato nei giorni scorsi a Roma.

La metà delle società è concentrata nelle prime cinque realtà territoriali, con in testa l’area metropolitana di Milano dove risiedono 60 società, il 20,3% del totale Il settore è passato dalle 266 società iscritte all’OAM a fine 2013 alle 295 di metà novembre 2018, 6 in più rispetto a fine 2017 (+2,1%). “Nel complesso – si legge nello studio - gli attori presenti sembrano però stabilmente sotto le 300 unità già dal 2015. Il numero di collaboratori è invece in continua espansione, passati dai 2.912 di fine 2013 ai 5.007 di metà novembre 2018, e anche quest’ultimo anno sembrano destinati a crescere ad un ritmo prossimo al 10% sperimentato nel 2017”. Le società che impiegano oltre 100 collaboratori/dipendenti sono 10 e sono attive in media da quasi 6 anni, un anno e mezzo in più della media del settore nel suo complesso.

Dall’indagine emerge soprattutto l’enorme potenzialità del comparto: il 29% dei soggetti intervistati conosce

infatti bene la possibilità di rivolgersi a società di mediazione creditizia ma solo il 13% ne ha usufruito. Eppure l’interesse potenziale a ottenere il supporto consulenziale della mediazione è alto, pari al 76% degli intervistati. (tabella 1).

STUDIO NOMISMA-FIMAA/ CONSUMATORI SODDISFATTI DALLA CONSULENZA DEI MEDIATORI CREDITIZI MA SOLO IL 10% SCEGLIE QUESTO CANALE

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

MEDIAZIONE CREDITIZIA: AWARENESS Conoscenza della possibilità di rivolgersi a SOCIETÀDI MEDIAZIONE CREDITIZIA per mutui e finanziamenti

AWARENESS29%

Conosco bene e ne ho usufruito 13%

Conosco bene ma non ne ho usufruito 16%

Ne ho solo sentito parlare34%

INTERESSE POTENZIALEA SUPPORTO CONSULENZIALE

DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

Interesse 76%

Nessun interesse 24%

Sicuramente si 21%

Probabilmente si 55%

Probabilmente no 19%

Sicuramente si 5%

TABELLA 1

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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Al momento però il canale principale utilizzato, anche solo per ottenere informazioni, sui mutui resta quello della banca, principalmente la ‘propria’ banca mentre solo il 10% degli intervistati si rivolge ai mediatori creditizi: gli italiani che hanno avuto necessità di questo strumento negli ultimi 4/5 anni dichiarano infatti di aver ricercato informazioni consultando il personale della filiale della propria banca (48%). Gli altri (15%) hanno acquisito direttamente e in autonomia informazioni sui siti dei principali istituti di credito. Inoltre un 13%

degli intervistati ha raccolto informazioni tramite appuntamento in altre banche diverse dalla propria e il 13% ha consultato i siti comparatori mentre appunto solo il 10% dichiara di aver chiesto informazioni tramite una società di mediazione creditizia. Tra chi ha sottoscritto il mutuo il 48% ha valutato più di due preventivi prima di scegliere il mutuo, il 28% solo due e il 24% dice di aver sottoscritto a fronte di una sola offerta raccolta. (tabella 2).

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

FABBISOGNO DI MUTUORispetto all’esigenza di mutuo, ad oggi …

76%Ha fatto richiesta elo ha sottoscritto

20%Si è solo informato

4%Ha fatto richiesta manon gli è stato accordato

56% Non ha ancora deciso a chi rivolgersi

22%Non ha trovato offerte idonee alle sue esigenze

10% Ha rimandato la richiesta

8% Si è rivolto alla famiglia

4% Altro

MUTUOA CHI CHIEDONO INFO GLI ITALIANI?

77%

43%

46%

38%

22%

48%

15%

13%

13%

10%

1%

Tramite appuntamento in unafiliale della mia banca

Internet, guardando i sitidelle principali banche

Appuntamento in altrebanche (diverse dalla mia)

Siti comparatori

Tramite una società dimediazione creditizia

Altro

Risposta multipla Prima risposta in ordine di importanza

BANCA DI FIDUCIA

INTERNET

ALTRE BANCHE

# PREVENTIVI RICHIESTI da chi ha sottoscritto il mutuo 48% PIÙ DI DUE

28% DUE

24% HA SOTTOSCRITTO L’UNICA OFFERTA RICEVUTA

x

TABELLA 2

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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Quel 76% di intervistati interessati a ottenere una consulenza creditizia mostra il potenziale di espansione del settore soprattutto se ‘incrociato’ con l’indice di soddisfazione della clientela. Chi ha sottoscritto un mutuo attraverso un mediatore è infatti rimasto decisamente soddisfatto e ha trovato adeguato anche l’ammontare delle commissioni (vedi tabella 3 e 4).

TABELLA 3

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

19%

12%

8%

10%

19%

24%

19%

14%

35%

29%

41%

37%

27%

35%

32%

39%

Velocità e semplicità di ottenimento del mutuo

Ho trovato un mutuo completamente adatto alle mieesigenze

Condizioni ottenute favorevoli (Importo complessivoottenuto, tasso di interesse in particolari)

Qualità della consulenza offerta per la scelta del mutuo 4,01

SODDISFAZIONE PER IL MUTUO OTTENUTO

SODDISFAZIONE BASSA

(punteggio 1+2)

GIUDIZIO NEUTRO

(punteggio 3)

SODDISFAZIONE ALTA

(punteggio 4)

SODDISFAZIONE MASSIMA(punteggio 5)

PUNTEGGIO MEDIO

3,95

3,83

3,60

% CALCOLATE SU CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO CON IL SUPPORTO DI UN MEDIATORE CREDITIZIO

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Addirittura il livello di soddisfazione dei clienti che hanno sottoscritto un mutuo attraverso i mediatori creditizi è più alto rispetto a quello registrato tra la clientela che ha utilizzato il canale bancario: il 70% contro il 60% come grado di soddisfazione complessiva, che sale all’85% (66% delle banche) con riferimento al criterio della scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze. (tabella 5).

TABELLA 4

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIAEVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

5% 30% 65%

SODDISFAZIONE BASSA(punteggio 1+2+3)

GIUDIZIO NEUTRO(punteggio da 4 a 7)

SODDISFAZIONE ALTA(punteggio 8+9+10)

PUNTEGGIOMEDIO

7,87

SODDISFAZIONE PER…

SERVIZI OFFERTI DALLA SOCIETÀDI MEDIAZIONE CREDITIZIA

8,23

SERVIZIO RICEVUTO E COMMISSIONIValuta adeguate le commissioni dovute al mediatore creditizio?

7,68

% CALCOLATE SU CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO CON IL SUPPORTO DI UN MEDIATORE CREDITIZIO

PROFESSIONALITÀ DEL MEDIATORE CREDITIZIO 74%21%5%

6% 27% 67%

POCO ADEGUATE(punteggio 1+2+3)

GIUDIZIO NEUTRO(punteggio da 4 a 7)

COMPLETAMENTE ADEGUATE(punteggio 8+9+10)

PUNTEGGIOMEDIO

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La controprova del grado di soddisfazione della clientela si ha nell’analisi dei giudizi di chi ha sottoscritto un mutuo attraverso una società di mediazione: l’82% ammette che senza la mediazione la sottoscrizione sarebbe stata più complessa (vedi tabella 6)

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIAEVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

INSODDISFATTO(1+2)

SODDISFATTO(4)

GIUDIZIONEUTRO

(3)

ESTREMAMENTESODDISFATTO

(5)

SOCIETÀ DI MEDIAZIONE CREDITIZIA

SODDISFAZIONE COMPLESSIVA

Sottoscrizione di un mutuo ADATTO alle esigenze

VELOCITÀ E SEMPLICITÀ di erogazione del mutuo

TRASPARENZA E CHIAREZZA condizioni contrattuali

Qualità della CONSULENZA RICEVUTA per scelta mutuo

BANCA

6% 10% 35% 50%

6% 28% 43% 23%

15% 10% 35% 40%

9% 30% 37% 24%

15% 10% 40% 35%

11% 29% 36% 24%

15% 30% 20% 35%

14% 32% 35% 19%

% CALCOLATE SU CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO CON UNA

15% 15% 40% 30%

6% 33% 39% 21%

SCELTA DEL MUTUO: SODDISFAZIONE/2

TABELLA 5

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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A riprova della professionalità del comparto, dall’analisi emerge inoltre che il 72% di coloro che ha usufruito dei servizi di un mediatore “ha una alta propensione a consigliare ad amici/colleghi i servizi ottenuti dal mediatore creditizio; inoltre, a fronte di esigenze future il 63% sceglierebbe, con alta probabilità, la medesima società di mediazione”. Le potenzialità del comparto sono confermate anche dall’analisi relativa alle aspettative della clientela: “Chi

sottoscrive un mutuo – si legge nella sintesi della Fimaa - vorrebbe volentieri delegare ad un mediatore del credito la ricerca di un buon numero di offerte di finanziamento da comparare, tra cui individuare la proposta più vantaggiosa” ambito considerato di interesse dal 71% degli interessati (34% interesse alto) di chi ha fatto in tempi recenti una sottoscrizione di mutuo. Anche l’attività di supporto nella scelta delle caratteristiche più adatte del mutuo rappresenta

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

50%

32%

14%

3%

1%

Decisamente più complesso

Un po' più complesso

Uguale (senza troppe differenze)

Un po' più semplice

Decisamente più semplice

MEDIATORE CREDITIZIO: UN VALORE AGGIUNTO Senza il supporto del mediatore creditizio il processo di sottoscrizione del mutuo sarebbe stato …

82%

PIÙ COMPLESSO

% CALCOLATE SU CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO CON IL SUPPORTO DI UN MEDIATORE CREDITIZIO

TABELLA 6

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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un fattore di forte interesse, oltre all’affiancamento nelle fasi di predisposizione della documentazione necessaria (tabella 7)

C’è dunque margine per ritoccare al rialzo la percentuale dei clienti (solo l’8%) che hanno sottoscritto un mutuo attraverso il mediatore creditizio mentre il 63% ha sottoscritto attraverso la propria banca, il 28% ha sottoscritto con un’altra banca.

Qualche indicazione può arrivare dall’analisi dei criteri alla base della scelta effettuata: il 26% dichiara che il primo driver è la fiducia nell’istituto di credito, il 18% la comodità/vicinanza della filiale/ufficio del gestore, il 16% la capacità di presentare differenti soluzioni/

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

INTERESSE BASSO(1+2)

INTERESSE NEUTRO

(3)

INTERESSE(4)

INTERESSE ALTO(5)

PUNTEGGIO MEDIO

Ricerca di PIÙ OFFERTE DI MUTUO da comparare per individuare la più vantaggiosa 10% 19% 37% 34% 3,89

Supporto nella PREDISPOSIZIONEdella documentazione necessaria 14% 23% 37% 25% 3,66

Supporto nella SCELTA DELLE CARATTERISTICHE del mutuo più adatte 15% 26% 33% 26% 3,64

Individuazione della banca con PIÙ ALTO IMPORTO EROGATO 19% 29% 30% 22% 3,47

MEDIAZIONE CREDITIZIA: AMBITI RICHIESTI

Individuazione della banca che eroga un mutuo anche a soggetti con POCHE GARANZIE 24% 25% 30% 22% 3,38

Individuazione di un’offerta anche per soggetti con RITARDI DI PAGAMENTI in precedenti prestiti/finanziamenti 34% 21% 26% 19% 3,10

FASI

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Interesse a DELEGARE ad un consulente della mediazione creditizia le attività di …

TABELLA 7

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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proposte di mutuo, il 14% la disponibilità e competenza del personale così come il consiglio di amici/parenti e l’11% le esperienze passate con lo stesso soggetto. Il 59% di chi ha sottoscritto un mutuo dichiara che

nella scelta si è lasciato guidare in prima istanza dalle condizioni dell’offerta, il 24% dalla facilità nell’ottenere il mutuo e il 17% dalla consulenza ricevuta per trovare la soluzione più idonea (tabella 8).

EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELLA MEDIAZIONE CREDITIZIA

MUTUO: A CHI RIVOLGERSI?DRIVER DI SCELTA del soggetto a cui rivolgersi

Altro

FIDUCIA nell’istituto di credito

Proposta di DIFFERENTI soluzioni di mutuo

COMODITÀ della filiale/ufficio

PERSONALE, disponibilità e competenze

CONSIGLIO di amici/parenti

ESPERIENZE PASSATE

26% 42%

16% 32%

14% 31%

18% 29%

11% 27%

14% 24%

1% 2%

PRIM

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MUTUOCON CHI È STATO SOTTOSCRITTO?

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BANCA 28%

Società di

MEDIAZIONECREDITIZIA

8%

Altro 1%

% CALCOLATE SU CHI HA SOTTOSCRITTO UN MUTUO

TABELLA 8

Fonte: L’industry della Mediazione Creditizia Survey Nomisma, 2018

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Più trasparenza nella vendita di prodotti bancari, a tutela dei consumatori. È l’obiettivo delle nuove disposizioni della Banca d’Italia, pubblicate il 5 dicembre 2018, che danno attuazione agli Orientamenti dell’Autorità Bancaria Europea sui “Dispositivi di governance e di controllo sui prodotti bancari al dettaglio”, pubblicati il 22 marzo 2016. “Gli Orientamenti – ricorda la Banca d’Italia – emanati per finalità di tutela dei consumatori nei rapporti con gli intermediari, prevedono che i prodotti bancari siano progettati e commercializzati in coerenza con gli interessi, gli obiettivi e le caratteristiche delle classi di clientela alle quali essi sono destinati (c.d. target market, o mercato di riferimento)”. Le norme emanate da Via Nazionale “rafforzano il complesso delle disposizioni a presidio della correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti, assicurando che l’offerta dei prodotti bancari e finanziari sia rivolta alle tipologie di clientela, individuate nella fase di ideazione dei prodotti stessi, per le quali essi possono risultare effettivamente adatti”. L’intervento si pone comunque in linea di continuità con l’impostazione finora vigente che, ricorda Banca d’Italia, “già richiede agli intermediari di dotarsi di procedure interne nelle fasi della ideazione, produzione e commercializzazione dei prodotti bancari e finanziari”.

Le nuove disposizioni si applicheranno ai prodotti elaborati e offerti sul mercato a partire dal 1° gennaio 2019 e, in ogni caso, a tutti i prodotti che dopo questa data saranno oggetto di modifica sostanziale. Il termine è fissato al 1° gennaio 2020 per i prodotti offerti dalle banche di credito cooperativo, dagli intermediari appartenenti a gruppi con attivo di bilancio consolidato pari o inferiore a 3,5 miliardi di euro e dagli intermediari, non appartenenti a gruppi, con attivo di bilancio pari o inferiore a 3,5 miliardi di euro.

In particolare le disposizioni disciplinano le misure organizzative che gli intermediari sono tenuti ad adottare per elaborare, monitorare e (se del caso) modificare i prodotti, nonché per la loro distribuzione alla clientela.

Via Nazionale ricorda ce gli Orientamenti dell’EBA “riguardano i prodotti destinati ai soli consumatori; essi riconoscono tuttavia che le autorità nazionali competenti possano applicarli anche a prodotti destinati ad altri clienti”. La scelta di Banca d’Italia è stata quella di applicare le nuove norme ai prodotti bancari e finanziari destinati all’intera clientela al dettaglio, “categoria che include – oltre ai consumatori – le persone fisiche che svolgono attività professionale o artigianale, gli enti senza finalità di lucro e le micro-

AL VIA LE NUOVE DISPOSIZIONI DELLA BANCA D’ITALIA SULLA TRASPARENZAPER TUTELARE I CONSUMATORI

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imprese. L’estensione ha lo scopo di assicurare, nei confronti di questi soggetti, un livello di protezione analogo a quello dei consumatori”, consentendo l’adozione, da parte degli intermediari, di procedure interne uniformi per tutta la clientela al dettaglio.

In base alle disposizioni emanate, “i soggetti che progettano e sviluppano prodotti (c.d. “produttori”) sono tenuti ad adottare procedure organizzative che definiscano le modalità per identificare le classi di clientela per le quali un dato prodotto è elaborato”. Definito il mercato di riferimento dovranno valutare l’impatto dei nuovi prodotti, monitorarlo e predisporre le azioni correttive necessario nel caso in cui un prodotto non si riveli più adatto al mercato di riferimento.

MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE ADEGUATE AL ‘TARGET MARKET’ In base alle nuove disposizioni “ai produttori è richiesto di assicurare modalità di distribuzione adeguate agli specifici mercati di destinazione dei prodotti; i produttori, nonché gli intermediari che provvedono alla distribuzione dei prodotti per conto dei produttori, sono inoltre tenuti a dotarsi di procedure idonee ad assicurare, tra l’altro, che i canali distributivi prescelti dispongano di conoscenze adeguate sui mercati di riferimento; forniscano ai clienti tutte le informazioni rilevanti sui prodotti; prestino

costante collaborazione per garantire il rispetto di tutte le previsioni normative sulla governance e il controllo dei prodotti”. La Banca d’Italia sottolinea che gli intermediari devono assicurare “il rispetto di tutti i requisiti previsti dalla disciplina anche quando la distribuzione dei prodotti avviene per il tramite di soggetti non vigilati dalla Banca d’Italia, come agenti in attività finanziaria e altri intermediari del credito”.

DISCIPLINA APPLICABILE ANCHE AI MEDIATORI CREDITIZIAccogliendo le osservazioni presentate dall’OAM nell’ambito della consultazione sul provvedimento, la Banca d’Italia ha chiarito che la nuova disciplina riguarda, oltre che gli agenti in attività finanziaria già citati nella bozza di provvedimento sottoposta a consultazione, anche i mediatori creditizi. Nello specifico, la sezione VIII delle disposizioni di trasparenza di Banca d’Italia, dedicata ai mediatori creditizi, è stata modificata per prevedere che gli stessi osservino i nuovi obblighi in materia di distribuzione dei prodotti.Si tratta, in via generale, dei seguenti profili: • offerta dei prodotti solo sul mercato di riferimento indi-

viduato dall’intermediario produttore, salvo eccezioni opportunamente motivate, sulla base degli interessi, gli obiettivi, e le caratteristiche del cliente;

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• livelli di conoscenza, competenza e capacità adegua-ti per stabilire se un cliente appartiene a un determinato mercato di riferimento e distribuire cor-rettamente ciascun prodotto;

• possesso di un’adeguata conoscenza del mercato di riferimento;

• svolgimento dell’attività di monitoraggio sui prodotti distribuiti;

• garantire l’osservanza degli obblighi da parte di dipen-denti e collaboratori;

• formalizzazione e documentazione delle azioni intra-prese.

Il provvedimento ribadisce tutte le altre disposizioni di trasparenza già vigenti per i mediatori a partire dall’obbligo di “comunicare all’intermediario il costo complessivo dell’attività di mediazione, in tempo utile affinché questi possa includerlo nel calcolo dell’indicatore”.

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Ha dieci anni e probabilmente già necessita di un lifting: per la direttiva sul credito al consumo la Commissione Europea si appresta a lanciare una consultazione per vedere se gli obiettivi fissati sono stati raggiunti o se invece è necessario aggiustare il tiro.Secondo la roadmap fissata dalla Commissione nell’estate scorsa, la consultazione dovrebbe partire entro quest’anno e durare 12 settimane. Ed entro il 2019 si dovrebbe concludere la valutazione sull’efficacia della direttiva rispetto agli obiettivi prefissati: la creazione di un mercato unico per il credito al consumo e la parità di condizioni per il settore in tutta l’UE. Senza dimenticare, ricorda la Commissione, il rispetto dei diritti dei consumatori introdotti dalla Direttiva: dalla valutazione del merito creditizio a carico del creditore (che deve fornire informazioni standardizzate sul costo totale del credito e il tasso annuo effettivo globale), fino al diritto di recesso dal contratto entro 14 giorni dalla firma e alla possibilità di rimborsare il prestito in qualsiasi momento.C’è da aspettarsi che il lifting possa essere molto ‘invasivo’: già nel maggio del 2014, da una prima relazione sull’attuazione della direttiva, emergeva infatti che “molte disposizioni della direttiva non venivano spesso rispettate dai creditori, in particolare quelle relative alla pubblicità e alle informazioni precontrattuali e quelle finalizzate a informare i consumatori sui loro

LAVORI IN CORSO | DALL’EUROPA IN ARRIVO LA CONSULTAZIONE SULLA DIRETTIVA PER IL CREDITO AL CONSUMO

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diritti”. Peraltro, anche se informati, i consumatori incontravano spesso ostacoli all’esercizio dei loro diritti.

Un quadro poco rassicurante che deve inoltre fare i conti, sottolinea la Commissione, con un mercato del credito al consumo che, negli ultimi anni, “si è sviluppato rapidamente. In particolare, un mercato sempre più digitalizzato in continua innovazione crea opportunità e rischi per i prestatori ei consumatori. In questo contesto, è necessario valutare il funzionamento della direttiva nell’UE, incluso se le norme della direttiva sul credito al consumo sono (ancora, ndr) adeguate allo scopo”.

Tra i punti che dovranno essere valutati “la pertinenza, l’efficacia e l’efficienza degli obblighi di informazione standard previsti dall’articolo 4 della direttiva”, anche alla luce di altre direttive entrate nel frattempo in vigore quali quelle sul credito ipotecario e sulle pratiche commerciali sleali.

La verifica della direttiva sarà comunque a tutto campo perché è necessario comprendere se sia utile ad “agevolare l’accesso transfrontaliero al credito al consumo, garantendo al tempo stesso un livello elevato di protezione dei consumatori, con particolare

attenzione agli standard di valutazione del merito creditizio”. Nel merito, spiega la Commissione, verranno analizzate:

1. efficacia: se gli obiettivi originali sono stati raggiunti2. efficienza: il funzionamento della direttiva dal punto

di vista della semplificazione e della riduzione degli oneri;

3. coerenza: in che modo la direttiva opera insieme ad altre normative nel settore dei servizi finanziari al dettaglio, della protezione dei consumatori e della protezione dei dati;

4. pertinenza: se gli strumenti della direttiva corrispondono alle esigenze attuali e se l’intervento dell’UE abbia apportato un valore aggiunto aggiuntivo rispetto alle azioni nazionali.

Accanto a un’analisi qualitativa, verrà effettuata anche una valutazione quantitativa dei costi e dei benefici effettivi, inclusi gli impatti su imprese, consumatori e autorità.

L’obiettivo della Commissione è ricevere le opinioni dei cittadini oltre che quelle delle Autorità e degli operatori economici.

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Arrivano le nuove disposizioni della Banca d’Italia in materia di politiche e prassi di remunerazione e incen-tivazione nelle banche e nei gruppi bancari: pubblicata il 23 ottobre scorso, la normativa prevede che le poli-tiche di remunerazione e incentivazione debbano es-sere sottoposte, al più tardi, all’approvazione delle as-semblee convocate per i bilanci 2018. Le banche, nei limiti consentiti dai contratti collettivi, dovranno inoltre applicare le disposizioni ai contratti individuali stipulati a partire dal 1° aprile 2019 e adeguare i contratti in corso entro il 1° aprile 2019 per i componenti degli organi di supervisione strategica, gestione e controllo, ed entro il 30 giugno 2019 per il restante personale.

L’adeguamento della circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 è stato resa necessaria per adeguare il quadro normativo italiano agli orientamenti dell’autorità banca-ria europea emanati il 27 giugno 2016. Vengono appor-tate alcune modifiche alla disciplina previgente quale l’individuazione di criteri più specifici per la corretta distinzione tra la componente fissa della remunera-zione e quella variabile e il rafforzamento delle dispo-sizioni per contrastare l’elusione della disciplina sulle remunerazioni. “I sistemi di remunerazione e incen-tivazione del personale – spiega Via Nazionale - sono inoltre disegnati in modo tale da favorire il rispetto del complesso delle disposizioni di legge, regolamentari e

statutarie nonché di eventuali codici etici o di condotta applicabili alle banche e ai gruppi bancari. Soprattut-to quando sono riferiti agli addetti alle reti interne ed esterne di cui le banche si avvalgono” i criteri di re-munerazione “non possono basarsi solo su obiettivi commerciali, ma devono essere ispirati a criteri di cor-rettezza nelle relazioni con la clientela, contenimento dei rischi legali e reputazionali, tutela e fidelizzazione della clientela, rispetto delle disposizioni di auto-disci-plina eventualmente applicabili. Per gli addetti alle reti interne ed esterne, nonché per i soggetti a cui sono affidati compiti di controllo, si richiamano in particola-re le disposizioni di vigilanza in materia di trasparenza bancaria e correttezza delle relazioni tra intermediari e clientela, nonché quelle in materia di antiriciclaggio. Nella prospettiva di evitare possibili aggiramenti delle disposizioni, le banche assicurano che il proprio perso-nale non sia remunerato o non riceva pagamenti o altri benefici tramite veicoli, strumenti o modalità comun-que elusive” della normativa “con riguardo, in caso di gruppo, anche alle succursali e filiazioni estere (ovun-que insediate)”.

Per quel che concerne le figure apicali, la Banca d’Italia sottolinea che “adeguati meccanismi di remunerazio-ne e di incentivazione dei consiglieri e del management della banca possono favorire la competitività e il buon

DAL 2019 IN VIGORE LE NUOVE DISPOSIZIONI DELLLA BANCA D’ITALIA SULLA REMUNERAZIONE DELLE RETI INTERNE ED ESTERNE

La normativa si applica anche

agli agenti in attività finanziaria

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governo delle imprese bancarie. La remunerazione, in particolare di coloro che rivestono ruoli rilevanti all’in-terno dell’organizzazione aziendale, tende ad attrarre e mantenere nell’azienda soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze dell’impresa. Al con-tempo, i sistemi retributivi non devono essere in con-trasto con gli obiettivi e i valori aziendali, le strategie di lungo periodo e le politiche di prudente gestione del ri-schio della banca, coerentemente con quanto definito nell’ambito delle disposizioni sul processo di control-lo prudenziale. In particolare, le forme di retribuzione incentivante, basate su strumenti finanziari (es. stock option) o collegate alla performance aziendale, devo-no essere coerenti con il quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio… e con le politiche di governo e di gestione dei rischi; esse devo-no tenere inoltre conto del costo e del livello del capi-tale e della liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese ed essere strutturate in modo da evitare il prodursi di incentivi in conflitto con l’interesse della società in un’ottica di lungo periodo”.

LE DISPOSIZIONI SUGLI AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIALa sezione IV delle disposizioni è dedicata agli agenti in attività finanziaria, agli agenti di assicurazione e ai con-sulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, diversi dai dipendenti della banca. In aggiunta ai principi generali enunciati alla sezione I, paragrafo 5, i criteri stabiliti “muo-

vono dall’esigenza di adattare le regole sulla struttura della remunerazione del personale, fondate sulla compresenza di una parte fissa e di una variabile, alle specificità della remunerazione di questi soggetti, che è per solito inte-ramente variabile in ragione della natura autonoma del rapporto di lavoro”. Per componente “non ricorrente” deve intendersi, chiarisce la Banca d’Italia, “la parte della remunerazione che ha una valenza incentivante (legata, ad esempio, all’incremento dei volumi della raccolta net-ta, al superamento di determinati benchmark sui prodot-ti, al lancio di nuovi prodotti, etc.). La provvigione non ha di per sé valenza incentivante”. Per parte “ricorrente” si deve intendere la parte della remunerazione diversa da quella “non ricorrente”, che rappresenta l’elemento più stabile e ordinario della remunerazione. La componente “non ricorrente” è equiparata alla remunerazione variabi-le del personale; la componente “ricorrente” è, invece, equiparata alla remunerazione fissa. Salvo quanto previsto per il personale più rilevante, la remunerazione totale del singolo agente o consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede può essere interamente “ricorrente”. Quando si compone anche della componente “non ricorrente”, si applicano le seguenti regole:

1. Le banche determinano ex ante e correggono ex post la remunerazione “non ricorrente” di agenti e consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, tenendo conto di indicatori di rischiosità operativa tali da promuovere la correttezza dei comportamenti e il collegamento con i

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rischi legali e reputazionali che possono ricadere sulla banca, nonché idonei a favorire la conformità alle norme e la tutela e fidelizzazione della clientela;

2. la determinazione del bonus pool (inteso come l’am-montare complessivo della componente “non ricorren-te” riconosciuta a una particolare categoria di personale che presenta medesime caratteristiche retributive, es. tutti gli agenti in attività finanziarie o tutti i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede) tiene conto del-le condizioni patrimoniali e di liquidità della banca e del gruppo a cui questa eventualmente appartiene. A tal fine, sono previste condizioni di accesso alla remunera-zione “non ricorrente” (cd. “gate”) che ne impediscono il pagamento in tutto o in parte;

3. la correzione ex post della remunerazione “non ricor-rente” di ciascun soggetto si basa su indicatori granu-lari – determinati in ragione delle caratteristiche della banca (criterio di proporzionalità) –, idonei a riflettere in modo efficace e anticipato anomalie o criticità nelle relazioni con la clientela e nei rischi assunti per conto della banca. Tutti i parametri utilizzati, sia qualitativi sia quantitativi, sono ben individuati, oggettivi e di pronta valutazione; anche le valutazioni discrezionali si fonda-no su criteri chiari e predeterminati. La distinzione tra la componente “ricorrente” e quella “non ricorrente” della remunerazione, gli indicatori di rischiosità ope-rativa a cui ancorare la componente “non ricorrente”

(anche in vista della correzione per i rischi ex post), le condizioni di accesso alla remunerazione “non ricorren-te” e le altre caratteristiche essenziali dei sistemi di re-munerazione sono determinati ex ante, secondo criteri oggettivi, e adeguatamente formalizzati e documentati nelle politiche di remunerazione e incentivazione della banca e nella documentazione contrattuale che disci-plina il rapporto”. Queste regole “non si applicano nei confronti degli agenti e dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, non qualificati come personale più rilevante, che siano iscritti all’albo da meno di 3 anni e non abbiano precedentemente intrattenuto rapporti di lavoro con banche o intermediari finanziari non bancari. Le banche includono nel processo di identificazione del personale più rilevante, anche gli agenti in attività finan-ziaria e di assicurazione e i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede addetti alle reti distributive esterne (tipicamente, potrebbero risultare come personale più rilevante le figure dell’“area manager”, “divisional ma-nager”, etc.). Per i soggetti identificati come personale più rilevante la remunerazione si compone sempre di una parte “ricorrente” e di una “non ricorrente”; alla parte “non ricorrente” si applicano le norme più strin-genti previste per il personale più rilevante, in aggiunta alle regole che precedono valide per tutti gli agenti e consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede addetti alle reti distributive esterne (allineamento ai rischi, ga-tes, indicatori di compliance, etc.)”.

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Analizzare l’efficienza distributiva degli intermediari finanziari attraverso la lente del canale distributivo che prediligono: filiali bancarie, agenti in attività finanziaria, mediatori creditizi e tecnologie digitali. È l’obiettivo della ricerca che verrà svolta grazie alla convenzione siglata tra l’OAM e l’Università di Tor Vergata.

Lo studio affronterà anche il tema dell’inclusione finanziaria, per comprendere quali canali distributivi

agevolano l’inclusione delle fasce più deboli. La pubblicazione dei risultati della ricerca costituirà inoltre un momento di dibattito che potrà costituire anche l’occasione per fare meglio conoscere a consumatori e imprese la realtà degli operatori dell’intermediazione creditizia. Riteniamo inoltre che la ricerca potrà contenere elementi ‘segnalatori’ delle future tendenze e rappresenterà anche un utile strumento qualora si decida di ipotizzare una rivisitazione della normativa di settore.

ACCORDO OAM-UNIVERSITÀ DI TOR VERGATA PER UNA RICERCA SUL SETTORE

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Oltre seimila procedimenti istruttori, sfociati in 609 richiami scritti, 26 sanzioni pecuniarie, 2 sospensioni e 214 cancellazioni sanzionatorie: è il bilancio dell’attività di Vigilanza dell’OAM al 7 dicembre 2018 tutto che ha anche portato alla cancellazione di 49 iscritti per inattività protrattasi oltre l’anno e perdita dei requisiti di onorabilità.Gli uffici hanno praticamente concluso l’attività relativa ai quasi cinquemila controlli centralizzati su formazione e aggiornamento professionale, requisiti di onorabilità e titoli di studio, contributi di iscrizione, inattività. A fronte delle segnalazioni ricevute da soggetti terzi, sono stati presentati 5 esposti in procura e deliberate 2 sospensioni sanzionatorie per violazione della normativa anti-riciclaggio.

Nella pagina seguente, in tabella, il dettaglio dell’attività svolta.

DAL MONDO OAM- VIGILANZANEL 2018 CONCLUSI OLTRE 6.000 PROCEDIMENTI ISTRUTTORI

DECISI 609 RICHIAMI SCRITTI, 26 SANZIONI PECUNIARIE, 214 CANCELLAZIONI SANZIONATORIE

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DOCUMENTO RISERVATO AD USO INTERNO

Archiviazione Cancellazione Archiviazione Richiamo scritto

Sospensione sanzionatoria

Cancellazione sanzionatoria

Sanzione pecuniaria

Controlli centralizzati 6.416 541 5.875 - 196 69 48 408 174 584 - 208 -

Formazione professionale 2.000 - 2.000 - - - - - - - - - -

Aggiornamento professionale 950 - 950 - - - - 54 171 375 - 32 -

Requisito di onorabilità 1.290 - 1.290 - - 14 17 - - - - - -

Requisito titolo di studio 700 - 700 - 36 42 - - - - - -

Esperienza professionale - - - - 1 - - - - - - - -

Polizza di assicurazione responsabilità civile - - - - - - - - 2 169 - - -

Contributo di iscrizione 343 - 343 - - - - 342 1 35 - 176 -

Inattività protrattasi per oltre un anno 156 - 156 - 156 2 30 - - - - - -

Segnalazioni da Ufficio Elenchi 160 138 22 - 3 9 1 - - 5 - - -

Approfondimenti mirati su criticità: 817 403 414 - - 2 - 12 - - - - -

- Collaboratore non comunicato 7 - 7 - - - - - - - - - -

- Convenzioni mediatori creditizi 58 - 58 - - - - - - - - - -

- Fideiussioni - - - - - - - 2 - - - - - - Incompatibilità agente e mediatore / Indipendenza 111 - 111 - - - - - - - - - -

- Incompatibilità settore finanziario/assicurativo 48 48 - - - - - - - - - - -

- Mandato 10 - 10 - - - - - - - - - -

- Rete di segnalatori di società iscritte 226 - 226 - - - - 10 - - - - -

- Derivati da attività ispettive - 2 - - - - - - - - - -

- Oggetto e capitale sociale 355 355 - - - 2 - - - - - - -

- Requisiti tecnico-informatici (pec) - - -

Esposti ricevuti da terzi (soggetti coinvolti) 454 178 276 5 - - - 8 2 4 2 - 7

- Abusivismo (n. soggetti coinvolti) 123 50 73 5 -

- Antiriciclaggio 61 9 52 - - - - - - - 2 - -

- Violazioni esercizio attività 246 119 127 - - - - 8 2 4 - - 7

- Notizie ricevute 24 - 24 - - - - - - - - - -

Ispezioni 224 101 123 4 - - 1 39 3 21 - 6 19

Ispezioni ordinarie 34 15 19 - - - - 14 - 4 - 3 6

Ispezioni tematiche 107 55 52 1 - - 1 14 2 11 - 2 8

Ispezioni Enasarco / OAM* 83 31 52 3 - - - 11 1 6 - 1 5

Totale complessivo 7.094 820 6.274 9 196 69 49 455 179 609 2 214 26

* La Fondazione Enasarco ha avviato n. 42 accertamenti dei quali ne ha concluso n. 31 trasmettendo la documentazione all'Organismo. Pertanto, rimangono n. 11 accertamenti in attesa di documentazione da Enasarco.

Attività Ufficio Vigilanza

Attività Ufficio Vigilanza - situazione al 7 dicembre 2017

Attività istruttorie Procedure di cancellazione Procedure sanzionatorie

in corsoconcluse

in corsoconcluseEsposti

Procuraconclusein corsoTotale

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Un costante interesse potenziale per l’attività di agente e mediatore: è quanto emerge dai dati 2018 relativi alla prova d’esame e alla prova valutativa.La prova d’esame, riservata all’agente in attività finanziaria persona fisica, ai collaboratori di agenti, agli amministratori di società di agenzia in attività finanziaria o mediazione creditizia, ha visto la partecipazione di 948 candidati, con un tasso di idoneità pari al 73%, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti.

Nel 2018 sono state indette 10 sessioni, tenutesi alternativamente nelle città di Roma e Milano, con cadenza trimestrale. In particolare, per l’ultima sessione dell’anno a Milano, l’OAM ha aumentato i posti venendo incontro alle richieste di posti e l’andamento delle prenotazioni stesse.

I dati (aggiornati a dicembre 2018) mostrano come negli ultimi tre anni il numero di partecipanti sia stato in media 907 con un tasso di idonei di circa il 74%.

DAL MONDO OAM- UFFICIO ELENCHIDAI DATI SU PROVA D’ESAME E PROVA VALUTATIVA UNA CONFERMA DELLA VITALITÀ DEL SETTORE

Sessione Posti disponibili Iscritti Partecipanti % Affluenza Idonei % Idonei

Roma1/2018 90 90 89 99% 68 76%

2/2018 90 90 86 96% 64 74%

3/2018 90 90 87 97% 56 64%

Milano4/2018 120 98 94 96% 78 83%

5/2018 120 118 116 98% 88 76%

Roma6/2018 90 65 64 98% 45 70%

7/2018 90 90 88 98% 65 74%

8/2018 90 56 55 98% 33 60%

Milano9/2018 140 140 134 96% 98 73%

10/2018 140 140 135 96% 101 75%

Totale 1.060 977 948 89% 696 73%

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Elevato anche il tasso di partecipazione alla prova valutativa, che deve essere sostenuta dai dipendenti o collaboratori di agente in attività finanziaria o mediatore creditizio costituiti sotto forma società di capitali, iscritte negli Elenchi dell’OAM: hanno sostenuto la prova 2420 soggetti, pari al 92% dei posti disponibili, con un tasso di idoneità del 91 per cento.Dall’analisi dei dati emerge che la gran parte dei partecipanti si colloca nella fascia d’età tra i 18 e i 40 anni (64%) con un 31% tra i 18 e i 30.

62%

67%70%

74% 74%

76%

73%

PARTECIPANTI

% IDONEI

2012 2013 2014 2015 2016 2017 I semestre2018

1.494

846 903 841 818 956 948

Posti disponibili Prenotati Partecipanti

% Prenotati/Posti

disponibili

% Partecipanti/Posti disponibili

Totale - Sessioni 2018 2640 2606 2420 99% 92%

Totale-Sessioni2017 2640 2606 2420 99% 92%

Totale-Sessioni2016 1839 1832 1697 100% 92%

Totale-Sessioni2015 301 254 241 84% 80%

Totale - 2015/16/17/18 7420 7298 6778 98% 91%

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FASCE ETÀ TOTALI FASCE ETÀ

% UOMINI/FASCE ETÀ FASCE ETÀ TOTALI

FASCE ETÀ% DONNE/FASCE ETÀ

18-30 445 18% 18-30 317 13%

31-40 409 17% 31-40 378 16%

41-50 345 14% 41-50 245 10%

51-60 149 6% 51-60 79 3%

over60 46 2% over60 7 0%

UOMINI % UOMINI/PARTECIPANTI DONNE % DONNE/

PARTECIPANTI

1394 58% 1026 42%

VALIDAZIONE DEI RISULTATI TOTALE % TOTALE/PARTECIPANTI

Idonei 2207 91%

Nonidonei(voto) 196 8%

Nonidonei(prbtecnici) 7 0%

Invalidati(condotta) 10 0%

FASCE ETÀ TOTALE % FASCE ETÀ/PARTECIPANTI

18-30 762 31%

31-40 787 33%

41-50 590 24%

51-60 228 9%

over60 53 2%

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Chiusa nei tempi previsti la fase transitoria: gli operatori hanno avuto il supporto degli uffici OAM per seguire cor-rettamente le procedure di iscrizione.

Primo bilancio per il Registro dei Compro oro presso l’OAM, ‘aperto’ il 3 settembre scorso con l’avvio delle iscrizioni: al 4 dicembre risultavano iscritti 3.004 soggetti, operativi soprattutto al Centro-Nord, divisi a metà tra per-sone fisiche e persone giuridiche, con oltre 5.250 sedi operative dichiarate. Si tratta di un mondo imprenditoria-le estremamente frammentato: circa l’80% ha dichiarato una sola sede operativa, il 16% tra 2 e 5, il 2% tra 6 e 10 e l’1% tra 11 e 20. Non mancano tuttavia realtà conso-lidate e capillari: 15 soggetti hanno dichiarato un nume-ro di sedi operative tra 20 e 100 e l’iscritto con maggior numero ne ha dichiarate 377. Circa l’11% degli iscritti appartiene alla categoria degli operatori professionali in oro. Il 57% dei soggetti, ha dichiarato di svolgere opera-zioni di Compro oro come attività prevalente a fronte del rimanente 43% che effettua tali operazioni come attivi-tà secondaria. Esigua la percentuale di istanze rigettate dall’Organismo: solo il 2,2%, nella gran parte dei casi a causa della mancata presentazione dell’attestazione rila-sciata dalla Questura, territorialmente competente, sul possesso e perdurante validità della licenza in oggetti preziosi. Si tratta peraltro di soggetti che potranno ripre-sentare la domanda se in futuro avranno i requisiti richie-

sti, ma che al momento non potranno operare legalmen-te: il decreto legislativo istitutivo del Registro stabilisce infatti che chiunque svolge l’attività di Compro oro, in assenza dell’iscrizione al Registro, è punito con la reclu-sione da sei mesi a quattro anni e con la multa da 2.000 euro a 10.000 euro. Analogamente coloro che vorranno intraprendere in futuro l’attività di Compro oro dovran-no preliminarmente iscriversi al Registro. Al 4 dicembre risultano 69 procedimenti pendenti relativi a istanze re-centemente presentate, oltre ad altri 26 sospesi per le verifiche previste dalla legge da parte dell’Organismo.Il Registro dei Compro oro è stato istituito dal dlgs.92/2017 che ha come obiettivo garantire la piena tracciabilità della compravendita e permuta di oggetti preziosi usati e prevenire finalità illegali, con specifico riferimento al riciclaggio di denaro e al reimpiego di proventi di attività illecite. Per questo motivo il decreto ha stabilito che il Registro abbia una sottosezione ad accesso riservato alle autorità competenti nella quale saranno annotati eventuali provvedimenti sanzionatori per violazioni della normativa anti-riciclaggio.

L’OAM, al quale la normativa ha affidato la gestione del Registro, ha gestito le fasi di avvio in tempi veloci, anche anticipando le scadenze previste dalla legge: il decreto ministeriale, che fissava le caratteristiche del Registro, pubblicato il 2 luglio 2018, concedeva infatti all’Orga-

PRIMO BILANCIO PER IL REGISTRO DEI COMPRO ORO: ISCRITTI CIRCA TREMILA OPERATORI. SOLO 66 I SOGGETTI ESCLUSI PERCHÉ PRIVI DEI REQUISITI

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nismo tre mesi di tempo per avviare il Registro stesso che è stato invece aperto alle iscrizioni dopo appena due mesi, il 3 settembre scorso. Contestualmente è stato fis-sato il contributo di iscrizione, finalizzato a coprire i costi di istituzione, sviluppo e gestione del Registro, tenendo però conto della natura giuridica, della complessità orga-nizzativa dell’operatore e dell’esclusività o meno dell’atti-vità di Compro oro esercitata. Agli operatori è stato dato un mese di tempo, nel corso del quale sono stati ‘accom-pagnati’ da un servizio di contact center dedicato, oltre che dalla pubblicazione di Faq e video ‘tutorial’: un’azione che, stando alla percentuale bassissima di istanze riget-tate, sembra essere stata utile al mercato.

In tabella le Regioni dove sono maggiormente presenti le sedi operative dichiarate dai Compro oro iscritti.

LOMBARDIA 17%

LAZIO 10%

PIEMONTE 9%

EMILIA-ROMAGNA 8%

VENETO 8%

SICILIA 8%

CAMPANIA 8%

TOSCANA 7%

PUGLIA 6%

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Nuove tecnologie in grado di cambiare la vita dei citta-dini e sulle quali l’Europa deve diventare competitiva: è l’input che il Parlamento di Strasburgo ha dato alla Com-missione Ue con una risoluzione approvata lo scorso 3 ottobre su blockchain e tecnologie di registro condiviso (Dlt) dal titolo evocativo: Tecnologie di registro distribu-ito e blockchain: creare fiducia attraverso la disinterme-diazione.Nella risoluzione vengono indicati tutti i campi in cui le Dlt possono proficuamente essere utilizzate: dall’am-biente, ai trasporti, alla sanità, fino al copyright, passan-do per la finanza.

SUL SETTORE FINANZIARIO SERVE UN MONITORAGGIO CONTINUO In particolare per il settore finanziario la risoluzione “sotto-linea l’importanza della Dlt nell’intermediazione finanziaria e il suo potenziale per migliorare la trasparenza e ridurre i costi di transazione e i costi nascosti attraverso una mi-gliore gestione dei dati e la semplificazione dei processi” e “richiama l’attenzione sulle sfide di interoperabilità che l’uso della tecnologia può porre al settore finanziario”. La risoluzione “accoglie con favore la ricerca e la sperimen-tazione che importanti istituti finanziari hanno intrapreso nell’esplorazione delle capacità della Dlt” ma sottolinea anche “che l’uso di questa tecnologia può incidere anche sulle infrastrutture del settore finanziario e perturbare l’in-

termediazione finanziaria”. Per questo il Parlamento “in-vita la Commissione e le autorità finanziarie a monitorare le tendenze in evoluzione e i casi di uso nel settore finan-ziario”.

PER IL FUTURO DELLE CRIPTOVALUTE SERVE UN APPROFONDIMENTO DI COMMISSIONE E BCE Quanto alle criptovalute, nonostante “la volatilità e l’incer-tezza” che le circondano, la risoluzione evidenzia “la pos-sibilità di esaminare ulteriormente la praticabilità di metodi alternativi di pagamento e di trasferimento di valore utiliz-zando criptovalute” e lancia la palla a Commissione e BCE perché forniscano “informazioni sulle fonti di volatilità”, individuino “i rischi per il pubblico” ed esaminino “le pos-sibilità di introdurre tali valute nel sistema di pagamento europeo”.

URGENTE AFFRONTARE I RISCHI DERIVANTI DA UN USO CRIMINALE DELLE DLTIl Parlamento è “consapevole dei rischi associati alle appli-cazioni Dlt, con particolare riferimento all’uso delle applica-zioni blockchain pubbliche per attività criminali, fra cui eva-sione ed elusione fiscale e riciclaggio di denaro, e insiste sul fatto che tali problematiche devono essere monitorate e affrontate urgentemente dalla Commissione e dagli Stati

BLOCKCHAIN E DLT, DAL PARLAMENTO EUROPEO UNA SPINTA ALLA COMMISSIONE PER RENDERE L’EUROPA COMPETITIVA

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membri; invita la Commissione, a tal fine, a esaminare an-che le potenzialità delle Dlt in materia di applicazione della legge, tracciamento del riciclaggio di capitali e transazioni nell’economia sommersa, nonché monitoraggio fiscale”.

UN PASSAPORTO EUROPEO PER I PROGETTI BASATI SULLE DLTNella risoluzione il Parlamento invita la Commissione “a collaborare con gli Stati membri al fine di garantire la cer-tezza del diritto per investitori, cittadini e utenti, sia attivi

che passivi, promuovendo al contempo l’armonizzazione all’interno dell’Unione e valutando l’idea di introdurre un passaporto europeo di progetti basati sulle Dlt”.

Quanto al dilemma regolamentare, per il Parlamento eu-ropeo, “l’Unione non dovrebbe disciplinare le Dlt di per sé ma dovrebbe cercare di eliminare gli attuali ostacoli all’at-tuazione di blockchain”. Per questo “accoglie con favore l’approccio della Commissione che consiste nel seguire un metodo basato su casi d’uso nell’esame del contesto

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normativo riguardante il ricorso alle Dlt e dei soggetti che ne fanno uso nei vari settori e invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la convergenza e l’armonizza-zione degli approcci normativi”.Piuttosto la Commissione dovrà “valutare ed elaborare un quadro giuridico europeo” per risolvere “eventuali proble-mi giurisdizionali che potrebbero sorgere in caso di situa-zioni fraudolente o reati nello scambio di Dlt”.

ACCOMPAGNARE I CITTADINI NEL ‘CAMBIO DI PARADIGMA’Il Parlamento ha ben chiaro che ci aspetta un cambiamen-to epocale: per questo “esorta la Commissione europea e gli Stati membri a elaborare e attuare strategie di forma-zione e riqualificazione in materia di competenze digitali che consentano una partecipazione attiva e inclusiva della società europea nel cambio di paradigma”. La Commis-sione e gli Stati membri dovranno “mettere a punto inizia-tive comuni di sensibilizzazione e di formazione rivolte a cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche e intese ad agevolare la comprensione e la diffusione di questa tec-nologia”. Dovrà inoltre essere affrontato “il problema del divario digitale tra gli Stati membri”.Non solo i cittadini dovranno fare i conti con le nuove tec-nologie: il Parlamento “incoraggia la Commissione e le au-torità nazionali competenti ad acquisire tempestivamente le competenze tecniche e la capacità normativa che con-

sentano di intervenire rapidamente a livello legislativo o regolamentare, se e quando opportuno.

PROMUOVERE LA COMPETITIVITÀ UE NEL SETTORELa risoluzione raccomanda infine “uno stretto coordina-mento delle iniziative presenti e future sulle Dlt e dei pro-getti pilota realizzati dalla Commissione, eventualmente sotto la guida dell’Osservatorio dell’UE sulla blockchain, in modo da ottenere effetti sinergici e garantire la creazione di un reale valore aggiunto, evitando al contempo dispen-diose duplicazioni delle strutture; invita la Commissione a uno scambio periodico di informazioni con il Parlamento sui progressi compiuti nell’ambito dei progetti pilota sul-le Dlt”. Soprattutto, conclude la risoluzione, è necessario che la Commissione intraprenda “iniziative politiche che promuovano la competitività dell’UE nel campo delle Dlt”.Va nella direzione auspicata dal Parlamento la dichiarazio-ne, siglata anche dall’Italia il 27 settembre scorso, con la quale i paesi europei hanno dato vita al partenariato euro-peo blockchain, volto a promuovere infrastrutture intero-perabili che aumenteranno i servizi digitali affidabili.