AEDILMEDIA SRL -  · 2015. 5. 5. · per CO.FA.IN. s.r.l. Luigino Maria Mazzei per CO.M.ED....

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    Stampa Marzo 2005Farina Grafiche - Seregno MI

  • UNCSAAL - UX42 - GUIDA ALLA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI 3

    GUIDA ALLA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTIAutorePaolo Rigone, Direttore Tecnico Uncsaal

    Coordinatore di redazioneMarco Lissoni, Ufficio Tecnico Uncsaal

    RedazioneLara Bianchi, Ufficio Tecnico UncsaalPablo Ghibaudi e Cristina Ortolani per le tavole e le illustrazioni

    Si ringrazia per il fondamentale contributo tecnico il Gruppo di lavoro Posa in Operaper ALCOA TRASFORMAZIONI Tarcisio Pastori per ALES Luigi Langella per ALU-K Alberto Beghettoper ALUNET Salvatore Tripodi per BMP s.p.a. Bertelli Corradoper CAOLO s.n.c. Michele Caoloper CO.BRE.CO. s.r.l. Adriano Nodari per CO.FA.IN. s.r.l. Luigino Maria Mazzeiper CO.M.ED. Pasquale Capogna per COPPA s.r.l.. Giovanni Badernaper DOW CORNING Piero Franco Rebuffo per FISCHER ITALIA s.r.l. Antonio Maciariello per GF&L GALIAZZO s.r.l. Paolo Brunello e Roberto Zaninper GIULIANI INFISSI s.c.r.l. Vincenzo Coveriper GSG INTERNATIONAL s.p.a. Antonio Giacon per HYDRO BUILDING SYSTEMS Maurizio Valdemarcaper IALC SERRAMENTI Daniele Ferronatoper INARCHECK Paolo Colomboper INDINVEST Roberto Palmaccioper INFAI SYSTEM Franco Bonziper MAICO PRODUCT MANAGEMENT Luciano Callegaroper METALFIORE Giuseppe Fiore per METALMECCANICA DI SEANO s.r.l. Massimo Chiti per METRA S.P.A. Giovanni Bertucciper ODOARDI PIETRO & C. s.n.c. Cristian Odoardi per PONZIO SUD Marco Sansonettiper RALINFISSI Fabrizio Ruzzon per SCHUCO INTERNATIONAL ITALIA Giorgio Nobile e Angelo Gobbinper S.I.A. s.r.l. Fabrizio Tonelli per SOLARIUM s.r.l. Antonio Cesarano per SOUDAL s.r.l. Mario Soriniper SPI s.p.a. Massimo Monetta per STARPUR Angelo Talamoper S.T.R. INFISSI Angelo Uliana per STRATO s.r.l. Marco Pickper TRAFILERIE PASSERINI ALLUMINIO Pasquale Antonicelli per TUBIFER Fabrizio Cassani © c

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    IntroduzioneSpesso, all’atto della posa in opera, si assiste ad un drastico peggioramento delle prestazioni dei serramenti misura-te durante i test di laboratorio; ciò è dovuto principalmente al fatto che, per diversi motivi, non si è posta la necessa-ria cura nelle operazioni di posa.

    E’ importante sottolineare che le procedure di posa in opera influenzano trasversalmente tutto il processo produttivodel serramento, dal progetto all’installazione.

    Le idonee modalità di posa devono essere innanzitutto stabilite in sede di progetto e successivamente attuate, nei limi-ti delle reciproche responsabilità e competenze, da tutti gli operatori coinvolti in cantiere con l’obiettivo di mantenere,nel modo più efficace possibile, le prestazioni ottenute in laboratorio.

    Questo documento UNCSAAL si propone come una guida di riferimento da un lato per i produttori ed i posatori, dal-l’altro per i direttori dei lavori, i collaudatori e anche gli enti terzi di controllo tecnico chiamati alla verifica del progetto.

    Infine, il presente documento tecnico si propone anche come valido aiuto ai progettisti che possono apprendere appie-no le problematiche della posa in opera dei serramenti e valutarle attentamente sin dalle prime fasi di progetto.

    Paolo RigoneUNCSAAL

    Il punto di vista della giurisprudenzaSono trascorsi ormai più di dieci anni dall’entrata in vigore del D.P.R. n. 246/1993 contenente il regolamento di attua-zione della Direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione, parte di quella più ampia famiglia di Direttive defi-nite del “Nuovo Approccio” in seguito alla Risoluzione del Consiglio Europeo del 7 maggio 1985.

    Il citato Decreto, sancisce l’obbligo di apposizione della marcatura CE sui prodotti da costruzione, stabilendo che dettamarcatura possa essere apposta sui relativi prodotti solo qualora le opere in cui i medesimi verranno incorporati sianoconformi ai “requisiti essenziali” previsti dalla normativa di riferimento, indicati nell’Allegato 1 (A) al D.P.R. 246/1993.Tali requisiti sono: (i) Resistenza meccanica e stabilità; (ii) Sicurezza in caso di incendio; (iii) Igiene, salute ed ambien-te; (iv) Sicurezza di utilizzazione; (v) Protezione contro il rumore; (vi) Risparmio energetico ed isolamento termico.

    In considerazione della formulazione generale dei requisiti è stato demandato agli Organismi di Normazione Tecnicaeuropei (CEN) e nazionali (UNI) il compito di elaborare delle norme tecniche, c.d. armonizzate, che definiscano lemodalità per soddisfare tali requisiti: da questa sinergia è sorto il primo connubio tra legislazione e normazione tecni-ca, caratteristica principale del “Nuovo Approccio” volto a favorire la libera circolazione dei prodotti in ambito comu-nitario.

    Le norme armonizzate ad oggi emanate nel settore dei prodotti da costruzione sono centinaia – 362 solo nel 2004 – emolte di esse sono già in vigore per effetto del termine del periodo di coesistenza con i regolamenti nazionali, con laconseguente obbligatorietà della marcatura CE.

    Ferma restando la sua obbligatorietà, la marcatura CE ha valore sostanzialmente presuntivo, nel senso che, l’opera incui viene incorporato un prodotto debitamente marcato si presume conforme ai requisiti essenziali precisati dalla nor-mativa di riferimento. La distinzione tra opera e prodotto è uno dei tratti peculiari della normativa sui prodotti dacostruzione e sottolinea l’importanza della fase di posa in opera degli stessi: difficilmente qualcuno potrà verificare lafunzionalità di un prodotto da costruzione sino a quando il medesimo non verrà posto in opera. Tale circostanza ètanto intuitiva quanto cruciale.

    La conformità alle norme armonizzate che consente al produttore (o al soggetto responsabile per la prima immissionedel prodotto sul mercato comunitario) di apporre la marcatura CE sui propri prodotti viene certificata ed attestata attra-

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    verso prove di laboratorio e verifiche tecniche che, pur nella loro attendibilità, difficilmente possono tenere conto dellavarietà di condizioni in cui il prodotto verrà utilizzato e/o posto in opera.

    In questo contesto si inserisce la presente Guida: essa ha come obiettivo principale quello di fornire al sistemista, alcostruttore, al posatore, e più in generale, a tutti i soggetti coinvolti nel processo di progettazione, commercializzazio-ne e posa del serramento delle indicazioni utili alla sua effettiva e funzionale operatività nel rispetto dei requisiti essen-ziali previsti dalla normativa di riferimento.

    L’esperienza ha infatti dimostrato che, spesso, un prodotto da costruzione, ancorché debitamente marcato, una voltaposto in opera, presenta un significativo peggioramento delle prestazioni ottenute attraverso i test di laboratorio (che,addirittura possono perdere valore di riferimento ed attendibilità), proprio in virtù di una non corretta effettuazione delleoperazioni di posa, con intuibili conseguenze sul piano della responsabilità circa i vizi e/o i difetti dell’opera in cui ilmedesimo viene incorporato.

    E’ chiaro, infatti, che un prodotto ancorché conforme, se posto in opera senza che siano rispettate anche solo alcuneprescrizioni, potrà facilmente discostarsi dalle norme armonizzate di riferimento, risultando pertanto illegittimo e ren-dendo l’opera in cui verrà incorporato viziata e potenzialmente pericolosa.

    Da quanto precede, discende una duplice esigenza: da una parte, assicurare che il prodotto venga accompagnato, sindalla fase di progettazione, da una completa ed esaustiva documentazione di supporto; dall’altra, assicurare che ilmedesimo prodotto, una volta immesso sul mercato venga sempre corredato da tale documentazione. Proprio al finedi agevolare il raggiungimento ed il soddisfacimento di tale esigenza, la presente Guida può – secondo chi scrive –rappresentare un pregevole contributo.

    Infatti gli accorgimenti previsti nella Guida dovrebbero consentire al produttore – e più in generale, a tutti i soggetticoinvolti nella catena di immissione del prodotto sul mercato – conformemente alla diligenza professionale che devecontraddistinguerli, di porre l’utilizzatore finale nelle condizioni di installare e posare correttamente il serramento, e ciòal fine, qualora dovessero insorgere delle contestazioni circa eventuali vizi e/o difformità dell’opera in cui è stato incor-porato con conseguenti azioni di responsabilità, di potere più agevolmente dimostrare ove è individuabile la respon-sabilità ed ove, invece, è da escludere, interrompendo la c.d. catena delle responsabilità che ha origine dal, e dunqueconduce, inevitabilmente, al produttore. Conseguenza virtuosa, peraltro, di un tale approccio è quella di inevitabil-mente alzare il grado di responsabilità e, quindi, la necessaria diligenza che ognuno dei soggetti coinvolti, a vario tito-lo e per le rispettive attività, deve avere nella realizzazione e commercializzazione dei prodotti.

    Significativa, al riguardo, è la disposizione di cui all’articolo 5, primo comma, del D.P.R. n. 224/1988 in materia diresponsabilità del produttore per i danni cagionati dai difetti del proprio prodotto, ove stabilisce che un prodotto siconsidera “difettoso” quando “non offre la sicurezza che ci si può legittimamente attendere tenuto conto di tutte le cir-costanze, tra cui: (i) il modo in cui il prodotto è stato messo in circolazione, la sua presentazione, le sue caratteristichepalesi, le istruzioni e le avvertenze fornite; (ii) l’uso al quale il prodotto può essere ragionevolmente destinato e i com-portamenti che, in relazione ad esso, si possono ragionevolmente prevedere; (iii) il tempo in cui il prodotto è statomesso in circolazione”. Il terzo e ultimo comma della citata norma stabilisce, peraltro, che “un prodotto è difettoso senon offre la sicurezza offerta normalmente dagli altri esemplari della medesima serie”.

    Prima dell’opera viene il prodotto: se quest’ultimo non è conforme alle rispettive norme armonizzate e/o viene posatonon correttamente, difficilmente l’opera in cui è stato incorporato potrà dirsi rispondente ai requisiti essenziali previstidal D.P.R. n. 246/1993. E’ dovere del produttore, anche e soprattutto ai fini probatori, usare un particolare grado didiligenza nell’immettere il proprio prodotto sul mercato, introducendolo nella catena distributiva, munito di un appro-priato, accurato e documentabile corredo informativo che possa utilmente dimostrare che il produttore ha adottatotutte le cautele e le precauzioni necessarie alla corretta posa in opera e più in generale, al prudente utilizzo del proprioprodotto.

    Questo accenno normativo ribadisce la necessità per tutti gli operatori di settore di agire in modo preventivo, adot-tando specifiche cautele idonee a dimostrare, anche nel contesto di un’eventuale controversia, la propria diligenza pro-fessionale nell’adempimento degli obblighi tutti relativi alla propria attività.

    Studio LegalePavia e Ansaldo

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    SOMMARIO

    1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 9

    2. TERMINOLOGIA 102.1 Serramenti 102.2 Schermi 112.3 Accessori 11

    3. IL SERRAMENTO ED I SUOI PRINCIPALI COMPONENTI 12

    4. IL VANO MURARIO E LA POSIZIONE DEL SERRAMENTO 12

    5. TIPOLOGIE DI SERRAMENTI E SOLUZIONI TECNICHE SERRAMENTO – VANO MURARIO 145.1 Criteri e modalità per l’individuazione del repertorio delle soluzioni tecniche di posa in opera 145.2 Il repertorio delle soluzioni tecniche di posa in opera 15

    6. PRINCIPI DI PROGETTAZIONE E POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI 156.1 I piani funzionali (le barriere all’acqua, all’aria ed al vapor acqueo) 15

    6.1.1 Piano di protezione atmosferica (o barriera anti-intemperie) 166.1.2 Piano di separazione tra il clima ambiente ed il clima esterno 18

    6.2 Isolamento termico 186.3 Isolamento acustico 20

    6.3.1 Considerazioni progettuali e realizzative sui cassonetti 266.3.2 Considerazioni sulle porte 27

    7. LA POSA DEL SERRAMENTO NEL VANO MURARIO 287.1 Il rilievo geometrico e le tolleranze ammissibili 287.2 Il Controtelaio 31

    7.2.1 fissaggio con tasselli ad espansione 337.2.1.1 Materiali di supporto 337.2.1.2 Principi di funzionamento 347.2.1.3 La foratura ed il montaggio 387.2.1.4 I carichi 40

    7.3 l’installazione del controtelaio 43

    8. LA MOVIMENTAZIONE IN CANTIERE DEI SERRAMENTI 428.1 Imballaggio 428.2 Carico e scarico 428.3 Trasporto 428.4 Consegna in cantiere, stoccaggio e custodia 428.5 Mezzi ed operatori necessari 43

    9. LA POSA DEL TELAIO FISSO 44

    10. L’INSTALLAZIONE DELLE VETRAZIONI 4510.1 Tasselli 4510.2 Casi speciali 48

    11. LE GUARNIZIONI: MATERIALI IMPIEGATI E ASPETTI APPLICATIVI 49

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    12. LE SIGILLATURE 5012.1 La scelta dei sigillanti 5012.2 La progettazione dei giunti 5112.3 L’esecuzione delle sigillature 53

    12.3.1 La preparazione dei supporti 5312.3.2 Regole per eseguire delle corrette sigillature 54

    12.4 Pulizia e ripristino dei giunti 5412.5 I materiali di riempimento: le schiume isolanti espandenti 5512.6 L’esecuzione del giunto con i nastri di tenuta autoespandenti adesivi 55

    13. COMPATIBILITÀ DEI MATERIALI A CONTATTO CON IL SERRAMENTO 55

    14. LA MESSA A TERRA DEI SERRAMENTI 5814.1 Protezione dalle scariche atmosferiche 5814.2 Competenze 58

    15. LA POSA NELLA SOSTITUZIONE DEI SERRAMENTI 59

    16. OPERAZIONI PRELIMINARI AL COLLAUDO E CONSEGNA 6016.1 Regolazione degli accessori 6016.2 Controllo 6016.3 Pulizia 60

    17. LA NORMATIVA ITALIANA 6117.1 Oneri a carico dei diversi soggetti coinvolti nelle operazioni di fornitura e posa 61

    18. IL COLLAUDO DEL SERRAMENTO 6318.1 Collaudo e consegna 6318.2 Il collaudo di opere pubbliche 63

    19. RIASSUNTO DELLE PRINCIPALI OPERAZIONI DA ESEGUIRE PER UNA POSA CORRETTA 64

    20. ESEMPIO DI CHECK-LIST DI CONTROLLO E COLLAUDO 66

    21. TAVOLE CON ESEMPI DI SOLUZIONI TIPO 69

    22. INDICE DELLE TAVOLE a fine volume

    23. BIBLIOGRAFIA a fine volume

    Coupon per ordine aggiornamenti a fine volume

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    1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

    La presente guida specifica le correnti e più comuni modalità nonché condizioni per la corretta posa in opera, in edi-fici residenziali, commerciali, industriali, di uso privato e pubblico, di serramenti esterni verticali, quali:

    - porte;- porte-finestre;- finestre,- schermi.

    Generalmente la posa in opera dei serramenti deve essere effettuata in modo tale da soddisfare un complesso di requi-siti tecnologici che devono essere intesi applicati al sistema costituito dal serramento e dalla chiusura verticale.

    Principalmente la posa in opera deve essere effettuata in modo tale da garantire il rispetto dei seguenti principali requi-sisti tecnologici per i quali i rispettivi livelli di prestazione sono già stati individuati in sede di progetto:

    - resistenza al carico di vento;- resistenza ai carichi permanenti;- tenuta all’acqua;- permeabilità all’aria;- isolamento acustico;- isolamento termico;- ventilazione;- durabilità.

    Il presente documento pertanto non riguarda la scelta delle caratteristiche prestazionali del serramento, ma soltanto laposa in opera dei serramenti integrata dai componenti di completamento entro il vano murario.Per quanto concerne la scelta delle idonee prestazioni dei serramenti si rimanda alle indicazioni tecniche contenute nelRaccoglitore Tecnico UNCSAAL n° 1 (RTU_1), all’interno del quale sono contenuti anche tutti i riferimenti normativi.

    La presente guida individua inoltre le modalità di controllo, di prova e collaudo in opera dei prodotti intesi come il com-plesso serramento-chiusura verticale.

    Le indicazioni contenute in questo documento non sono applicabili ai:

    - serramenti esterni che non abbiano un esclusivo uso pedonale (ad esempio i portoni industriali ed i portoni delleautorimesse);

    - serramenti esterni che incorporano sistemi di automazione delle aperture;- facciate continue;- porte esterne girevoli;- evacuatori di fumo e calore;- serramenti esterni da posarsi in:

    - ascensori;- edifici aventi particolari esigenze di sicurezza, di resistenza all’intrusione ed all’esplosione (edifici di pubblico spet-

    tacolo, istituti di credito, edifici militari ed assimilabili ecc.)- qualsiasi tipo di serramento interno.

    ATTENZIONEIl presente documento si configura come una guida alla posa in opera. Le soluzioni tecniche proposte nel testo enei disegni allegati guidano alla corretta installazione di finestre e porte; il documento esula pertanto da tutte le scel-te progettuali e contrattuali che sono state effettuate a monte della realizzazione e installazione dei manufatti, daparte del progettista esecutivo o da altro attore del processo edilizio (Committente o Appaltatore Generale).

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    2. TERMINOLOGIA

    Per semplicità nel testo verrà utilizzato il termine “serramento”, con tale termine si intendono identificare:

    - le porte;- le porte finestre;- le luci fisse;- le finestre;- gli schermi;

    La terminologia da utilizzarsi è valida per tutte le tipologie di serramento, ed è contenuta nelle seguenti norme:

    - UNI 8369/1 Edilizia. Chiusure verticali. Classificazione e terminologia- UNI 8369/3 Edilizia - Chiusure verticali - Classificazione e terminologia dei serramenti esterni verticali - UNI 8369/4 Edilizia - Chiusure verticali - Classificazione e terminologia degli schermi- UNI 8369/5 Edilizia - Chiusure verticali - Giunto tra pareti perimetrali verticali ed infissi esterni. Terminologia e simboli

    per le dimensioni- UNI 8370 Serramenti esterni - Classificazione dei movimenti di apertura delle ante- UNI 9283 Edilizia - Accessori per finestre e porte-finestre - Classificazione e terminologia- EN 12216 Shutters, external blinds, internal blinds - Terminology, glossary and definitions- EN 12519 Porte e finestre - Terminologia

    2.1 Serramenti Con il termine serramenti si intendono i seguenti elementi tecnici in accordo con la norma UNI 8369/3 Edilizia -Chiusure verticali - Classificazione e terminologia dei serramenti esterni verticali:

    Finestra: elemento tecnico esterno con funzione principale di permettere la trasmissione dell'energia radiante, con-sentendo l'illuminazione ed eventualmente la visibilità attraverso, e di regolare la ventilazione degli ambienti interni del-l'organismo edilizio.

    Luce fissa: elemento tecnico esterno con funzione principale di permettere la trasmissione dell'energia radiante, con-sentendo l'illuminazione ed eventualmente la visibilità attraverso, ma non la ventilazione. Quando una luce fissa è abbi-nata ad una finestra si classifica secondo la posizione rispetto ad essa (superiore, inferiore, laterale).

    Porta finestra: elemento tecnico esterno con funzione principale di permettere sia la trasmissione dell'energia radian-te, consentendo l'illuminazione ed eventualmente la visibilità attraverso, sia di permettere il passaggio di persone, ani-mali e oggetti tra gli spazi interni e gli spazi esterni.

    Porta: elemento tecnico la cui funzione principale è di consentire o impedire il passaggio di persone, animali, oggettie/o altri elementi fisici tra spazi interni e/o esterni.

    I serramenti possono essere inoltre classificati in base:

    a - alla tipologia di apertura:- serramenti ad un'anta (con apertura verso l'interno o l'esterno);- serramenti a due ante (con apertura verso l'interno o l'esterno); - serramenti girevoli ad asse orizzontale o verticale;- serramenti a visiera (o sporgere);- serramenti a vasistas;- serramenti anta-ribalta (oscillobattente);- serramenti scorrevoli orizzontalmente o verticalmente;- serramenti scorrevoli complanari (ribalta/scorri);- serramenti a libro;- serramenti a pantografo;- serramenti a gelosia con lamelle orientabili (ad asse orizzontale o verticale);- serramenti fissi;- portonicini di ingresso;- altri eventuali.

    b - al materiale costituente il telaio (alluminio, alluminio-legno, acciaio, acciaio inossidabile, leghe).c - alla tipologia dei profilati metallici utilizzato: a taglio termico, non a taglio termico.d - al sistema di tenuta: a giunto aperto, in battuta (semplice o doppia).e - in base alle prestazioni.f - alla presenza o meno di cassonetto incorporato (per esempio: serramenti monoblocco).g - alla presenza di dispositivi di schermatura.

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    2.2 Schermi Con il termine serramenti si intendono i seguenti elementi tecnici in accordo con la norma UNI 8369/4 Edilizia -Chiusure verticali - Classificazione e terminologia degli schermi:

    Imposta: elemento tecnico posto all'esterno del serramento, formato da un eventuale telaio fisso e da una o più ante,con rotazione su asse verticale laterale o con movimento a scorrere laterale o verticale.

    Scuretto: elemento tecnico posto all'interno del serramento, formato da una o più ante opache, con rotazione su asseverticale laterale, collegate al telaio dell'anta o al telaio fisso del serramento.

    Avvolgibile: schermo posto all'esterno del serramento, composto da un telo, che scorre entro due guide laterali, daun rullo orizzontale superiore, sul quale si avvolge il telo e dagli accessori di manovra.

    Frangisole: schermo fissato all'esterno della parete, formato da più elementi orizzontali o verticali con la funzione pre-valente di controllare l'energia radiante del sole.

    Veneziana: schermo formato da più elementi orizzontali mobili, che con una manovra si raccolgono superiormente osi dispongono in modo equidistante e che con altra manovra si inclinano rispetto al piano orizzontale per regolare l'e-nergia radiante e l'illuminazione.

    Tenda: schermo formato da materiale flessibile fissato all'esterno o all'interno rispetto al serramento o anche in posi-zione intermedia e che regola l'energia radiante e/o la visibilità.

    Le imposte possono essere inoltre classificate in base:

    I frangisole possono essere inoltre classificati in base:

    Le veneziane possono essere inoltre classificate in base:

    Le tende possono essere inoltre classificate in base:

    2.3 AccessoriCon il termine accessori per serramenti si intendono i meccanismi definiti dalla norma UNI 9283 Edilizia – Accessoriper finestre e porte-finestre – Classificazione e terminologia

    In base alla funzione svolta gli accessori possono essere classificati:

    a - di assemblaggio: dei componenti dei serramenti;b - di manovra: per vincolare o svincolare l’anta rispetto al telaio fisso;c - di movimentazione: per permettere il movimento delle ante;d - di servizio: per funzioni complementari;e - di posa in opera: collegamento tra telaio fisso e controtelaio o parte muraria;f - di interfaccia: con il tamponamento, con schermi, ecc.

    a - alla forma della superficie lungo la quale la tenda si dispone: piana parallela alla parete; piana inclinata rispettoalla parete, a cupola, a botte.

    b - alla posizione rispetto al serramento: esterna; interna; intermediac - al movimento di chiusura e apertura: a scorrimento orizzontale, verticale, ecc.

    a - alla posizione rispetto al serramento: esterna; interna; intermedia.

    a - al piano formato dai vari elementi: orizzontale; verticale parallelo alla parete; verticale ortogonale alla parete. b - alla disposizione dei singoli elementi nel piano formato dagli stessi: orizzontale verticale, inclinato, parallelo alla

    parete, ortogonale alla parete o loro varie combinazioni;c - alla possibilità di orientamento dei singoli elementi con comando a distanza.

    a - alla morfologia- imposte con elementi verticali (antoni);- persiane; - imposte con riquadri.

    b - al movimento delle ante- imposte con ante a rotazione;- imposte con ante scorrevoli;- imposte con ante ripiegabili.

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    3. IL SERRAMENTO ED I SUOI PRINCIPALI COMPONENTI

    Un generico serramento (sia esso una finestra o porta) può essere scomposto nei seguenti principali componenti: - telai metallici;- accessori di manovra;- guarnizioni e sigillanti;- vetrazioni;- pannelli;- dispositivi di ventilazione;- schermi e relativi accessori di manovra.

    Ulteriori componenti sono utilizzati per risolvere l’interfaccia del serramento con il vano murario:- controtelaio;- soglia e davanzale;- imbotti laterali e cielini;- coprifili interni;- cassonetto per l’alloggiamento della protezione esterna.

    4. IL VANO MURARIO E LA POSIZIONE DEL SERRAMENTO

    Si è già accennato al serramento come un componente del sistema edilizio al quale si chiedono precise prestazioni sia inlaboratorio che in opera.

    In particolare le prestazioni del serramento devono essere mantenute a seguito dell’installazione del medesimo, cioè del suointerfacciamento con la chiusura verticale all’interno della quale viene inserito, e più in dettaglio:

    - deve essere garantita la resistenza meccanica e la stabilità: il collegamento al vano murario deve scaricare le sollecita-zioni nei punti previsti senza cedimento di alcun componente;

    - a seguito degli eventi meteorologici non devono verificarsi infiltrazioni di acqua attraverso il giunto di interfaccia serra-mento – parete perimetrale;

    - deve essere assicurata la tenuta all’aria;- deve essere garantita la continuità dello strato coibente fra muratura e serramento e si devono evitare i ponti termici non-

    ché impedire la formazione di condensa;- deve essere limitato il più possibile il decadimento dell’isolamento del serramento rispetto alla situazione a pie’ d’opera.

    Da quanto sopra si evidenzia la necessità di esaminare le regole di una corretta posa in opera, partendo proprio dal vano murario.

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    Figura 1 - Analisi della stratigrafia muraria con indicata la posizione ottimale del serramento

    Già dagli esempi riportati nella figura 1 si può rilevare come la scelta della tipologia costruttiva del vano murario con-dizioni la posizione del serramento e suggerisca soluzioni specifiche per il sistema di collegamento meccanico, di tenu-ta all’acqua e di eliminazione dei ponti termici (importante per tutti i serramenti e specialmente per quelli realizzati conprofili a taglio termico).

    Vi è inoltre da considerare la conformazione geometrica della zona di raccordo, in particolare la presenza di eventualibattute realizzate nella muratura, in posizioni più o meno favorevoli, per il raggiungimento delle prestazioni ottimali. ©

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    5. TIPOLOGIE DI SERRAMENTI E SOLUZIONI TECNICHE SERRAMENTO – VANO MURARIO

    5.1 Criteri e modalità per l’individuazione del repertorio delle soluzioni tecniche di posa in opera

    E’ già stato sottolineato il fatto che le prestazioni a sistema di un serramento dipendono, da un lato, dalle caratteristi-che intrinseche del serramento stesso e dall’altro da quelle del vano murario. La fase più delicata è dunque quella del-l’esecuzione dell’interfaccia serramento – vano murario.

    A tal proposito è pertanto necessario riuscire ad inquadrare, metodologicamente, le tipologie e le modalità costruttivedel vano murario nonché identificare le tipologie costruttive dei serramenti.

    E’ questa un’operazione difficile e complessa in quanto le pareti perimetrali di un edificio presentano oggigiorno solu-zioni costruttive che sono molto diversificate tra di loro, in funzione dei materiali (calcestruzzo, laterizio, pietra ecc.) edei componenti (mattoni, blocchi, pannelli, ecc.) utilizzati, nonché delle tecniche realizzative (in opera, totalmente oparzialmente prefabbricate).

    E’ inoltre necessario tenere in considerazione quella che è la tradizione e l’uso comune del costruire (o “regola dell’ar-te”) che spesso regionalizza le modalità costruttive, dando luogo ad una molteplicità di soluzioni e casistiche.

    D’altra parte è evidente che il riferimento ad alcuni dei tipi più frequenti di murature, presi in esame nel testo e nelletavole, vuole essere solo una esemplificazione, senza voler limitare in assoluto il numero ed il tipo delle soluzioni di stu-dio, ne tanto meno identificare le medesime come quelle da ritenersi preferibili o comunque le più idonee per la posain opera dei serramenti.

    I criteri in base ai quali è stato costruito il repertorio delle soluzioni tecniche sono i seguenti:- in funzione della destinazione edilizia: residenziale, terziaria, commerciale ed industriale;- in relazione ai materiali da costruzione comunemente impiegati nell’edilizia italiana;- in ragione dei componenti e dei sistemi costruttivi di uso più comune nella pratica del costruire;- in relazione agli strati funzionali: posizione del piano di tenuta agli agenti atmosferici, posizione dello strato coiben-

    te (pareti perimetrali monostrato, pluristrato con isolante interposto con e senza ventilazione, ecc.).

    Per quanto riguarda il serramento, sono state prese in esame le seguenti tipologie individuate come le più ricorrentinell’edilizia italiana:- finestra a battente e/o oscillobattente, realizzata con profili non isolati o a taglio termico (anche in alluminio - legno);- porta ad un anta, con profili non isolati o a taglio termico;- porta finestra ad un anta, con profili non isolati o a taglio termico;- scorrevole a due ante, realizzato con profili non isolati o a taglio termico (anche in alluminio - legno);- finestre a monoblocco con apertura a battente e scorrevole

    Le soluzioni tecniche esaminate prevedono sempre l’inserimento dell’infisso all’interno di un vano appositamente predi-sposto; è dunque esclusa, dal presente documento tecnico, il caso della posa in opera delle facciate continue.

    I serramenti, (intesi come finestra, porta e porta-finestra), possono essere:- provvisti di controtelaio, oppure fissati direttamente alla muratura per mezzo di tasselli e/o staffe;- provvisti inoltre di protezioni esterne.

    La protezione esterna, che in molti casi interferisce direttamente con la posa e la conformazione del serramento, ègeneralmente ottenuta mediante:- persiane;- un avvolgibile con stecche in legno, PVC o allumnio, con raccolta del rullo ad architrave mediante un cassonetto;- un avvolgibile in tessuto con raccolta del rullo ricavato nell’architrave;- oppure una tenda alla veneziana con impacchettamento ricavato nell’architrave.

    La corretta posa in opera di un serramento richiede lo studio e l’esecuzione di alcuni elementi di dettaglio che sonofondamentali per l’ottenimento delle prestazioni tecnologiche di tenuta all’acqua, permeabilità all’aria, di isolamentoacustico e termico.

    Sono state individuate diverse soluzioni tecniche conformi che illustrano i seguenti dettagli chiave per una correttaposa in opera:- attacco laterale ed elementi di raccordo tra serramento e vano murario;- attacco a davanzale tra serramento e vano murario;- soglia per porte e porte-finestre;- architrave ed elementi di raccordo tra serramento e vano murario.

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    5.2 Il repertorio delle soluzioni tecniche di posa in opera

    In definitiva il repertorio delle soluzioni tecniche di posa in opera esaminate è composto da diversi casi studio (circa30), individuati in base alle seguenti caratteristiche:- tipo di intervento: posa ex-novo, oppure intervento di sostituzione di serramenti esistenti;- tipo di muratura (tradizionale a doppio strato con interposizione di isolante termico, in mattoni faccia a vista, mono-

    strato in blocchi di calcestruzzo, in C.A. faccia a vista con isolamento a cappotto, pannelli prefabbricati, facciata ven-tilata con rivestimento lapideo e/o metallico);

    - tipo di serramento (oscillobattente con o senza taglio termico, scorrevole con o senza taglio termico, porta o portafinestra, monoblocco);

    - posizione del serramento all’interno del vano murario (montato a filo interno, a filo esterno, in battuta oppure in luce);- presenza di un dispositivo di protezione:

    - all’interno: avvolgibile e cassonetto;- all’esterno: persiana;

    - presenza di elementi di raccordo con le opere murarie: architrave, davanzale o soglia.

    Le soluzioni tecniche sono state redatte tenendo conto dei principi di progettazione e di posa in opera di cui al suc-cessivo capitolo 6.

    6. PRINCIPI DI PROGETTAZIONE E POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI

    6.1 I piani funzionali (le barriere all’acqua, all’aria ed al vapor acqueo)

    Dall’analisi delle problematiche di posa in opera dei serramenti emergono alcune considerazioni di fondo che investo-no globalmente il comportamento tecnologico del sistema serramento - vano murario: le prestazioni dipendono inmodo essenziale dall’interfacciamento fisico e funzionale di componenti e prodotti aventi caratteristiche pre-stazionali tra loro diverse.

    L’interfacciamento riguarda:

    - interfacciamento geometrico: inteso come la definizione ed il rispetto delle tolleranze dimensionali relativamente allaproduzione e posa in opera dei serramenti ed anche delle tolleranze di costruzione delle opere murarie;

    - interfacciamento meccanico-deformativo: legato alle caratteristiche meccaniche e di deformazione del serramento edel supporto al quale è collegato;

    - interfacciamento chimico-fisico: legato a quelle caratteristiche chimico-fisiche che di per sé non coinvolgono aspet-ti meccanici: ad esempio l’accoppiamento di materiali metallici tra di loro galvanicamente compatibili.

    La funzione di “collegamento” è affidata al giunto, il quale concettualmente può essere definito come la “soluzione dicontinuità” tra due componenti od elementi tra loro prestazionalmente separati.

    Il giunto, nella posa dei serramenti, ricopre una serie di compiti che funzionalmente possono essere riassunti in:

    - garantire l’assorbimento dei movimenti differenziali di natura termica, igrometrica e strutturale di un componente odi un elemento rispetto all’altro;

    - permettere il necessario accomodamento tra struttura edilizia e serramento;- garantire una soluzione di continuità soddisfacente, dal punto di vista estetico, tra materiali e componenti tra loro in

    realtà separati;- impedire, o meglio controllare, il passaggio dell’acqua, dell’aria, del calore e del rumore.

    Infine il giunto, deve possedere anche le seguenti caratteristiche:

    - durabilità;- manutenibilità e soprattutto sostituibilità.

    Dal punto di vista costruttivo, si hanno così due piani funzionali:

    - il “piano della protezione atmosferica” o barriera anti-intemperie sul lato esterno;- il “piano di separazione tra clima ambiente e clima esterno” sul lato ambiente (lato interno).

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    Figura 2 - I piani funzionali nella zona di raccordo della finestra

    La figura 2 illustra l’andamento di questi due piani in un esempio di raccordo tra una finestra a taglio termico ed unamuratura a doppio strato con isolamento termico interposto.

    Lo studio dei piani funzionali deve comprendere necessariamente la finestra e tutti gli altri elementi circostanti; la cono-scenza dell’andamento di questi due piani funzionali è estremamente importante per chi esegue i lavori, per esclude-re la possibilità che la funzione di separazione venga pregiudicata, per esempio, dalla penetrazione di umidità attra-verso le zone circostanti il serramento.

    L’umidità può infatti influire sui giunti principalmente in due modi diversi:

    - acqua meteorica: i difetti di sigillatura, eventuali distacchi e fessurazioni possono provocare la penetrazione del-l’acqua all’interno dell’ambiente; in modo particolare è l’azione del vento a “guidare” la permeazione dell’acqua all’in-terno delle fessure; non va infatti dimenticato che il vento determina una differenza di pressione tra interno ed ester-no che può trasferire sufficiente energia cinetica alle gocce d’acqua e che a seguito di ciò possono aggirare e supe-rare la linea di protezione;

    - diffusione del vapore acqueo ed apporto di umidità: a seguito di una caduta della pressione di vapore si crea unacorrente di diffusione dall’ambiente in direzione del giunto ed attraverso quest’ultimo. Nella stagione fredda si pos-sono verificare quindi dei fenomeni di condensa interstiziale;

    Inoltre i raggi ultravioletti e le temperature elevate possono intaccare le caratteristiche di tenuta dei giunti in quantol’eccessiva esposizione all’azione del sole ed alle variazioni di temperatura può provocare l’invecchiamento delle sigil-lature esterne.

    6.1.1 Piano di protezione atmosferica (o barriera anti-intemperie)

    Il piano di protezione atmosferica o barriera anti-intemperie deve essere realizzato in modo che il giunto ed il micro-clima interno vengano protetti dall’azione degli agenti atmosferici esterni; questo compito viene assolto da una bar-riera protettiva dalla pioggia e dall’azione del vento. La barriera antipioggia ha il compito di far defluire la pioggiabattente verso l’esterno in modo che:

    - non penetri all’interno dell’edificio;- il suo deflusso non resti incontrollato nell’edificio;- non si verifichi nessun danno all’involucro né all’edificio stesso.

    La creazione della barriera contro l’azione del vento deve soddisfare i requisisti di isolamento termico e di protezio-ne contro correnti d’aria e spifferi. L’andamento del piano di protezione atmosferica è illustrato nella figura 3 e, in caso©

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    di muro monolitico, riguarda essenzialmente il lato esterno. Come dimostra la figura 3, la barriera protettiva contro l’a-zione della pioggia e del vento può essere ottenuta mediante sigillatura (materiale sigillante, nastro di tenuta o simili)sul lato esterno.

    Figura 3 - Rappresentazione schematica delle barriere antipioggia e antiventoin un sistema a tenuta unica sul lato esterno

    Ci sono comunque anche casi in cui viene utilizzato un doppio piano di tenuta, cioè due protezioni separate, una con-tro la pioggia ed una contro il vento. Questa eventualità si verifica quando il lato esterno nella zona del giunto è a tenu-ta d’acqua, ma non è resistente all’azione del vento. Nella figura 4, questo caso è illustrato con l’esempio di una fac-ciata ventilata.

    Nel sistema a doppia tenuta, la barriera contro la pioggia è posta verso l’esterno e rappresenta un primo piano di miti-gazione degli agenti atmosferici: in particolare l’acqua ed il vento; la barriera contro l’azione del vento è disposta sullato interno e svolge contemporaneamente la funzione di barriera al vapore.

    Figura 4 - Rappresentazione schematica della barriera contro il vento e della barriera antipioggiain un sistema a doppia tenuta ©

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    In linea di massima si deve garantire che l’eventuale infiltrazione di umidità nel lato interno possa essere scaricata all’e-sterno anche attraverso la barriera anti-intemperie. Questa caratteristica è importante soprattutto quando la pareteesterna è costituita da materiali impermeabili al vapore e pertanto, l’allontanamento del vapore acqueo, non può avve-nire sull’intera superficie della parete esterna, bensì è limitato alle superfici dei giunti.

    6.1.2 Piano di separazione tra il clima ambiente ed il clima esterno

    L’aria contiene sempre una determinata quantità di acqua sotto forma di vapore acqueo. Questa quantità d’acqua vienedefinita umidità assoluta dell’aria; la quantità massima di acqua che l’aria può assorbire è definita come la quantità di satu-razione che dipende direttamente dalla temperatura e tende a diminuire man mano che la temperatura dell’aria diminuisce.

    Il benessere ambientale interno è fortemente influenzato dall’umidità relativa dell’aria, intesa come rapporto tra l’u-midità assoluta dell’aria e la quantità di saturazione.

    Ad una determinata temperatura si raggiunge il punto in cui l’umidità assoluta e la quantità di saturazione coincidono.Ad ulteriore abbassamento della temperatura dell’aria quest’ultima non è più in grado di trattenere tutto il contenutodi acqua la quale si deposita, sotto forma di rugiada, sulle superfici fredde. Tale temperatura è normalmente chiama-ta temperatura di rugiada. Si tratta quindi di una grandezza che dipende unicamente dall’umidità assoluta dell’aria.

    All’interno degli ambienti costruiti, qualora la temperatura superficiale delle pareti perimetrali sia inferiore allatemperatura di rugiada, in quella zona l’aria si raffredda e si ha formazione di condensa.La quantità di condensa formatasi aumenta quindi tanto più la temperatura superficiale scende al di sotto della tem-peratura di rugiada.

    E’ comune, durante il periodo invernale, che la temperatura ambiente dei locali sia di 20°C e che l’umidità relativa del-l’aria sia del 50%; in tali condizioni climatiche si ha il punto di rugiada intorno ai 10°C. La formazione di condensa sievita quindi soltanto quando la temperatura di tutte le superfici interne (quindi anche quella dei vetri e dei telai dei ser-ramenti) superi i 10°C.

    E’ comunque evidente che la formazione di condensa superficiale può essere evitata solo aumentando la tem-peratura superficiale o riducendo l’umidità relativa.

    Come accade per le superfici, anche all’interno degli strati costituenti l’involucro si può avere formazione di condensaquando la temperatura dell’elemento in esame scende al di sotto del punto di rugiada, dando luogo a formazione dicondensa interstiziale.

    Per esempio, nel caso di temperatura dell’aria di 20°C con un’umidità relativa del 50% è quindi necessario che lo stra-to impermeabile al vapore debba essere pari o superiore a 10°C.

    Il piano di separazione tra il clima interno e quello esterno deve essere dunque realizzato in modo da garantire la pro-tezione del giunto tra serramento ed opere murarie (in particolare dall’azione del vapor acqueo). Il rispetto di questorequisito viene assicurato dunque dall’esecuzione di una barriera al vapore (nastri di tenuta, sigillanti, membraneimpermeabili, ecc.).

    La differenza di pressione del vapore tra clima interno e l’esterno genera un flusso di diffusione verso l’interno del giun-to, caratterizzato da aria calda ed umida (in condizione invernale). Nel caso incui in corrispondenza del giunto ci sianosuperfici con temperature pari o inferiori a quella di rugiada, si verifica la formazione di condensa. Per evitare questofenomeno bisogna dunque realizzare una sigillatura idonea e continua su tutto il perimetro.

    6.2 Isolamento termico

    Prima di valutare e scegliere il sistema di fissaggio del serramento al supporto murario è necessario decidere la posi-zione (più interna o più esterna) in cui andrà posato il serramento all’interno del vano predisposto. A seconda dei diversi materiali e degli spessori vengono necessariamente a crearsi dei ponti termici; con tale terminesi definisce (vedi UNI EN ISO10211-1) una parte dell'involucro edilizio dove la resistenza termica, altrove uniforme,cambia in modo significativo per effetto di:- compenetrazione totale o parziale di materiali con conduttività termica diversa nell’involucro edilizio e/o- variazione dello spessore della costruzione e/o- differenze tra l'area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato esterno, come avviene per esempio

    in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o parete e soffitto.L’attacco del serramento sulla parete esterna porta ad una distorsione delle linee isoterme. L’isoterma è una lineache collega tutti i punti che hanno la stessa temperatura. La rappresentazione della linea isoterma fornisce delle©

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    indicazioni per un posizionamento favorevole del serramento all’interno del vano.

    L’isoterma più importante, per valutare la posizione del collegamento tra serramento e muratura, è quella dei 10°C.Essa deve correre all’interno della costruzione, affinché possa essere evitata la formazione di acqua di condensa sullesuperfici interne.

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    Figura 5 - Isoterme in diverse configurazioni di muratura e posizione del serramento

    In linea di massima per l’eliminazione dei ponti termici è necessario posare il serramento in modo tale che siformi una continuità con lo strato isolante presente nel muro o con l’eventuale intercapedine. Nel caso in cui laparete sia monolitica è preferibile posare il serramento nella zona di intradosso mediano, poiché in tale posizione latrasmissione del calore è minima.

    E’ comunque estremamente importante porre attenzione alla zona di connessione fra il serramento e la struttura mura-ria: essa deve essere riempita perimetralmente con un materiale isolante e chiusa ermeticamente. Ai fini dell’isola-mento termico non è necessario che l’area di interfaccia sia completamente riempita in profondità, ma è assolutamenteindispensabile che sia isolata ed a tenuta d’aria.

    6.3 Isolamento acustico

    Il capitolo tratta in primo luogo dei principi di posa in opera volti a far sì che le prestazioni del prodotto a piè d’operavengano mantenute con il minimo decadimento ad installazione avvenuta; sono pertanto escluse dalla trattazionetutte le considerazioni sulle grandezze acustiche significative e sulle interazioni fra di loro. Vengono effettuatesemplici considerazioni di base in merito a quelle scelte progettuali (tipo di profili, accessori, punti di chiusura, vetra-zioni, ecc.) che possono comunque migliorare e/o incrementare le prestazioni acustiche dei serramenti.

    In sostanza possono essere adottati i seguenti criteri progettuali, costruttivi e di posa in opera.

    Per quanto concerne i criteri progettuali:- prestare attenzione alla tipologia di serramento: poiché le prestazioni di isolamento acustico di un serramento sono

    fortemente influenzate dalla permeabilità all’aria, sono da preferirsi serramenti ad un’anta, a battente, o meglio adanta-ribalta, mentre sono maggiormente penalizzati i serramenti a più battenti, gli scorrevoli ed i monoblocchi cheincorporano il cassonetto porta-avvolgibile;

    - adottare vetrazioni stratificate con spessori differenziati;- evitare, dove possibile, l’impiego di cassonetti;- ricordarsi che è inutile adottare vetri con elevato potere fonoisolante se non si ha cura di controllare la permeabilità

    all’aria del serramento;- in presenza di rumore esterno dovuto principalmente al traffico automobilistico è in generale consigliabile adottare

    vetri camera con lastre stratificate con spessori differenziati, in quanto presentano un indice del potere fonoisolantemigliore alle frequenze gravi che sono caratteristiche del rumore prodotto dal traffico;

    - nella giunzione tra telaio e vetro è consigliabile sovradimensionare lo spessore e la larghezza delle guarnizioni assi-© c

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    curandosi di utilizzare materiali con buone caratteristiche elastoplastiche.

    In merito ai criteri costruttivi:- utilizzare l’interruzione delle soglie delle porte o dei davanzali delle finestre;- garantire sempre 3 piani di tenuta: guarnizione centrale a labirinto, guarnizione esterna ed interna eventualmente

    quella esterna può essere sostituita con la sigillatura;- utilizzare nastri di tenuta ad elevata compressione;- inserire materiali di riempimento ad elevata resistenza al flusso;- impiegare materiali di sigillatura a basso modulo elastico;

    - per le guarnizioni: miglior comportamento delle guarnizioni siliconiche ed in EPDM soprattutto se vulcanizzate o contelai prestampati; da evitare le guarnizioni incollate in opera.

    - Per le sSigillature: può essere conveniente non utilizzare guarnizioni esterne, ma sigillare con silicone la cava di allog-giamento del vetro, questo per ridurre i fenomeni di risonanza;

    - Per le parti apribili: preferire l’utilizzo di sistemi di apertura ad anta ed anta-ribalta, che permettono l’installazione dipunti di chiusura supplementari e possono garantire maggiore tenuta all’aria.

    Riguardo ai criteri di posa in opera, per l’ottenimento delle massime prestazioni acustiche non è di fondamentale impor-tanza la posizione del serramento all’interno del vano murario (filo interno, filo esterno o in mezzeria). E’ comunque consi-gliabile posizionare il serramento in modo tale che si crei una continuità con lo strato isolante inserito nella muratura. E’ inve-ce comunque di primaria importanza la corretta realizzazione dei giunti di interfaccia serramento/parete.

    Nell’esaminare i possibili tipi di giunto fonoisolante è opportuno tenere presente che la pressione acustica sui bordi delserramento, in corrispondenza delle battute di raccordo all’opera muraria può essere notevolmente più alta che al cen-tro del medesimo.

    Oltre alla realizzazione del giunto è importante la conformazione del vano: la presenza di una battuta nella muraturarisulta più efficace di un giunto in luce.

    Figura 6 – Tipi di giunto. In luce (a) e con battuta (b)

    Tenendo inoltre conto della profondità relativamente bassa dei giunti (generalmente da 60 a 70 mm), i materiali iso-lanti utilizzati portano, nella maggior parte dei casi, a migliori risultati rispetto a materiali con caratteristiche prevalen-temente assorbenti.Un giunto riempito con materiale fibroso fonoassorbente svolgerà prevedibilmente un’azione insonorizzante solo seriempito in modo stagno e stabile con fibra molto fine. Il materiale utilizzato dovrebbe presentare una resistenza al flus-so (Ξ) possibilmente elevata in funzione della lunghezza.

    Meno efficace

    poich l’isolamento acustico viene L’isolamento acustico pu essere tuttavia ottenuto con idonei dispositivi di sigillatura o riempimento.

    Più efficace

    Il suono per riflessione viene successivamente trasformato in energia sonora.

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    1 Si intende per modulo elastico di un sigillante il suo indice di deformabilit il quale indica il valore di tensione necessaria per ottene-re una deformazione unitaria. Il modulo di elesticit viene espresso in N/mm2. Dovrebbe essere il pi basso e costante possibile nelcampo di frequenze nominali comprese fra 100 e 3200 Hz. Si definiscono:- sigillanti poco deformabili: prodotti connotati da un valore del modulo elastico superiore a 0,6 N/mm2. La norma UNI EN ISO

    11600 identifica questi sigillanti con il codice HM [high modulus].- sigillanti mediamente deformabili: prodotti connotati da un valore del modulo elastico compreso tra 0,4 e 0,6 N/ mm2.- sigillanti molto deformabili: prodotti connotati da un valore del modulo elastico inferiore a 0,4 N/mm2. La norma UNI EN ISO 11600

    identifica questi sigillanti con il codice LM [low modulus].2 Con “ h” si intende il rapporto o modulo di compressione.© c

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    Figura 7 - Giunto in luce, esempio di esecuzionecon l’impiego di sigillante e con riempimento in schiuma poliuretanica

    Figura 8 - Giunto in luce, esempio di esecuzione con l’impiego di sigillante e con riempimento in lana minerale in fibra sottile e costipata ©

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    Figura 9 - Giunto in luce, esempio di esecuzione con nastro di tenuta sul lato interno

    Figura 10 - Giunto in battuta, esempio di esecuzionecon l’impiego di sigillante e con riempimento in schiuma poliuretanica©

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    Figura 11 - Giunto in battuta, esempio di esecuzione con l’impiego di sigillante e con riempimento in lana minerale in fibra sottile e costipata

    Figura 12- Giunto in battuta, esempio di esecuzione con l’impiego di nastri di tenuta © c

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    Generalmente i materiali utilizzati per l’isolamento termico forniscono anche prestazioni acustiche; per necessarioconsiderare che le prestazioni acustiche cambiano notevolmente da materiale a materiale.L’utilizzo, per esempio, di schiuma poliuretanica quale riempimento del giunto permette di aumentare sensibilmente ilpotere fonoisolante del serramento, rispetto all’utilizzo di lana minerale. La differenza in questo caso dovuta princi-palmente alla tenuta maggiore della schiuma poliuretanica rispetto alla lana minerale. Ci si pu aspettare un valore diattenuazione acustica sufficiente solo quando si riempie il giunto in maniera molto compatta e con materiale sottile.

    E’ opportuno prestare inoltre attenzione al punto di raccordo inferiore, generalmente riempito con fibre minerali e coper-to da coprifilo che pu portare a ripercussioni fortemente negative sull’isolamento acustico globale del serramento.Per giunti molto larghi (con dimensioni nettamente maggiori di 20 mm) occorre considerare anche l’influenza del com-portamento vibrazionale dell’elemento. In questi casi sono indicati gusci flessibili con massa elevata (ad esempio l’in-serimento di lamine di acciaio, o meglio di piombo, ed insonorizzazione delle intercapedini con materiali fibrosi (al finedi realizzare un sistema massa-molla-massa).

    Venendo alle modalit di realizzazione del giunto, per far s che le prestazioni di un serramento non vengano penaliz-zate, soprattutto se il serramento in oggetto offre elevati livelli di abbattimento acustico importante che non si crei-no ponti acustici. L’isolamento acustico del giunto dovrebbe essere sempre superiore (di 5-10 dB come minimo) o almeno uguale all’i-solamento acustico dell’elemento da combinare. E’ infatti da ricordare che nel caso in cui l’isolamento acusticodel giunto è pari all’isolamento acustico dell’elemento, l’isolamento totale diventa nettamente inferiore.

    I sigillanti per i giunti devono presentare un modulo di elasticit , possibilmente basso, che non sia soggetto ad unavariazione troppo consistente nel campo di frequenza rilevante (da 100 a 3200 Hz). Da ricerche emerso che il silico-ne ed i granulati di sughero rispondono ottimamente a questo requisito. Su masse di sigillanti polisolfurici e poliureta-nici sono stati rilevati moduli di elasticit pi elevati. Nei sigillanti poliacrilici, il modulo di elasticit aumenta soprat-tutto alle alte frequenze.

    6.3.1 Considerazioni progettuali e realizzative sui cassonetti

    Ai fini di garantire il requisito di isolamento acustico, uno dei punti deboli del serramento risulta essere costituito dalcassonetto che contiene l’oscurante avvolgibile. Solitamente la soluzione dell’alloggiamento dell’oscurante prevede uncassonetto superiore alla finestra, in corrispondenza del quale la parete esterna risulta essere di spessore ridotto(veletta) e priva di isolante termoacustico. Il nodo costruttivo risulta quindi particolarmente debole dal punto di vistadell’isolamento termico (rischio di ponti termici) e di quello acustico. A ci si aggiunge inoltre, per esigenze di acces-sibilit , il fatto che il cassonetto generalmente dotato di una chiusura che presenta una scarsa tenuta all’aria.

    Nel caso in cui si intervenga sul costruito possibile agire, in generale, sull’elemento in tre modalit :

    1. Utilizzo del cassonetto esistenteE’ possibile aumentarne le prestazioni attraverso l’inserimento di materiali fonoisolanti sulle pareti interne dello stes-so e provvedere al ripristino/esecuzione di nuove sigillature e migliorare la tenuta del sistema di chiusura (introdu-cendo, ad esempio, guarnizioni di battuta, nastri comprimibili oppure sostituendo le guide verticali dell’oscurantecon guide dotate di guarnizioni a spazzolino).

    2. Sostituzione del cassonettoInserimento di un nuovo cassonetto con buone caratteristiche di isolamento ed esecuzione di una nuova sigillatura.

    3. Eliminazione del cassonettoCi comporta lo smontaggio del cassonetto esistente ed il riempimento del vuoto presente nella muratura attra-verso la costipazione di materiale fonoisolante ed il ripristino della muratura tradizionale o con pannelli in gesso rive-stito. Devono essere in tal caso utilizzati sistemi di oscuramento esterni alternativi come avvolgibili o schermi a rulloin cassonetti esterni oppure persiane ripiegabili.

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    Figura 13 - Intervento di rimozione del cassonetto e ripristino di condizioni ottimali di isolamento acustico

    La prima soluzione quella pi semplice da percorrere e meno onerosa ma che non garantisce un risultato ottimale,mentre l’ultima quella pi onerosa che garantisce, per , ottime prestazioni di isolamento acustico ed particolar-mente indicata quando si interviene in zone estremamente rumorose (zone aeroportuali, in prossimit di linee ferrovia-rie ecc.) dove il requisito di isolamento acustico primario.

    6.3.2 Considerazioni sulle porte

    Generalmente le porte a battente non presentano profili sul lato inferiore che facciano da battuta, mentre in taluni casi presente un gradino sulla soglia stessa contro cui chiude il serramento. Nella maggior parte dei casi si presenta una

    soglia passante e piatta che comporta la presenza di un ponte acustico non trascurabile.

    E’ possibile ovviare a tale problema utilizzando diversi sistemi che divengono via via pi sofisticati in funzione dell’i-solamento acustico che si vuole ottenere: guarnizioni a spazzola o a baffi, nel caso pi semplice, oppure guarnizionibattiscopa registrabili e regolabili in altezza.

    Figura 14 - Soluzioni per il miglioramento della tenuta acustica di porte nell’interfaccia serramento-soglia © c

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    7. LA POSA DEL SERRAMENTO NEL VANO MURARIO

    7.1 Il rilievo geometrico e le tolleranze ammissibili

    E’ facile comprendere come la corretta esecuzione delle opere dipenda in buona sostanza dall’interfacciamentodimensionale (geometrico) del manufatto con il vano murario.

    Il rilievo delle misure pu avvenire in tempi differenti, preferibile che venga effettuato al “ grezzo” . Vengono poi aggiun-te le dimensioni delle finiture (rivestimenti, pavimenti ecc.). Generalmente sufficiente rilevare l’altezza (dei due lati H1ed H2), la larghezza del vano (bordo superiore L1 ed inferiore L2), le sue diagonali (d1 e d2) come verifica dell’ortogo-nalit , la profondità del vano (q) e la presenza di eventuali battute strutturali o riseghe e sguinci. Nel caso delle fine-stre pu essere utile rilevare l’altezza dal pavimento del davanzale (hd) al fine di fissare gli organi di manovra in posi-zioni agevoli.

    E’ opportuno, in occasione del rilievo, il controllo dell’orizzontalità e verticalità (livelli e piombi) degli stipiti e dellesoglie nonch lo stato di esecuzione delle opere murarie. Nel caso di grandi finestrature (finestre a nastro) necessa-rio verificare anche il livello dei piani (pavimenti) e dei solai (soffitti) nonch la perpendicolarit delle strutture (quali pila-stri, travi, ecc.). In seguito si procede alla unificazione delle dimensioni dei serramenti tenendo in debito conto il tipodi fissaggio alla struttura.

    Figura 15 - Schema delle misure necessarie da rilevare per l’installazione del controtelaio

    Nelle tabelle che seguono sono riportate rispettivamente le possibili tolleranze riscontrabili per i diversi tipi di struttu-ra (figura 16) e le tolleranze usualmente ammesse nella realizzazione dei serramenti (figura 17).

    Ricordiamo che tali tolleranze, in alcuni casi, possono essere anche fissate ed imposte dal capitolato d’appal-to o dalla Direzione Lavori (DL).

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    Figura 16 - Possibili tolleranze riscontrabili per i diversi tipi di struttura

    Figura 17 - Tolleranze accettabili sui serramenti

    Figura 18 - Tolleranze indicative di posa in opera

    Riferimento

    Verticalit (fuori pimbo)

    Orizzontalit (fuori livello)

    Tolleranze ammesseFino a m. 3 = ± mm. 2oltre a m. 3 = ± mm. 3Fino a m. 3 = ± mm. 1,5da m. 3 a m. 5 = ± mm. 2oltre a m. 5 = ± mm. 2,5

    DimensioneLarghezzaAltezzaDiagonali

    Larghezza nominale

    Altezza nominale

    Tolleranza ammessadifferenza max. = mm. 1differenza max. = mm. 1differenza max. = mm. 4

    ± mm. 2

    ± mm. 2

    LS ed LS1HS ed HS1ds e ds1

    LS

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    B1 – Larghezza del vano (larghezza architettonica), alla quale oggi si fa riferimento, ma che non riconosciuta dall’UNI (in accordo anche con gli orientamenti internazionali).

    B2 – Larghezza del telaio fissoB3 – Larghezza del vano in corrispondenza del controtelaio j – Gioco del giunto fra vano e controtelaio, necessario per introdurre il serramento nel suo

    alloggiamento e variabile secondo le tolleranze costruttive.g – Larghezza della battuta strutturale

    Figura 19 - Indicazione schematica delle misure di riferimento

    C1 – Profondità del vano in corrispondenza del controtelaioC2 – Profondità del telaio fissom – Gioco del giunto fra vano e controtelaio, necessario per introdurre il serramento nel suo

    alloggiamento e variabile secondo le tolleranze costruttive.

    Figura 20 - Indicazione schematica delle misure di riferimento

    Da quanto precedentemente riportato risulta pertanto necessario considerare una tolleranza di mm. 5 ± 10 per lato traserramento e vano murario. Ci consente l’inserimento dei “ blocchetti di regolazione e fissaggio” (vedi anche § 9) chepermettono l’installazione del serramento sempre a piombo. La caratteristica di questi accessori di posa quella dipoter essere regolati facilmente in cantiere con minore o maggiore sporgenza fino ad incontrare il piano di appoggiodel vano; a questo punto sar possibile applicare la vite di fissaggio senza deformare il profilato del serramento.©

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    7.2. Il Controtelaio

    Il montaggio del serramento in opera si basa sull’utilizzo, ampiamente diffuso in Italia, di un controtelaio eseguito inacciaio zincato e collegato all’opera muraria (attraverso zanche, tasselli ad espansione ecc..) al fine di delimitare il vanoe la sua conformazione in modo univoco e preciso. Questa metodologia consente il completamento delle opere mura-rie e delle finiture senza interferire con il serramento ed agevola il montaggio in opera del serramento in maniera cor-retta. I controtelai utilizzati sono di tipologie molto diverse poich devono adattarsi alle differenti necessit e confor-mazioni del vano murario nonch alle tipologie di serramento impiegate. Ulteriori forme sono utilizzate per delimitare ilvano in presenza del serramento munito di avvolgibile.

    Altre soluzioni, quando non si adottano i controtelai, sono le seguenti:- profilati a “c”: nell’edilizia prefabbricata di grandi dimensioni, essi sono incorporati nel manufatto; questi ferri per-

    mettono un sicuro ancoraggio del serramento, eventualmente con l’aggiunta di un ulteriore profilato telescopico checonsente di assorbire le variazioni dimensionali;

    - tasselli ad espansione;- chiodi sparati, che sono solo consentiti quando il chiodo lavora a taglio;- tacchetti in plastica, annegati nei prefabbricati in posizioni prestabilite e in grado di ricevere le viti di fissaggio del

    telaio fisso del serramento.

    L’impiego del controtelaio nella posa dei serramenti e le sue forme pi comuni sono evidenziate dalla figura 21.

    Più indicati per serramenti realizzaticon profili a taglio termico

    Figura 21 - Sezioni e configurazioni tipiche di controtelai metallici in acciaio inox o zincato

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    I controtelai possono essere a 4 lati (il controtelaio presente anche a davanzale) oppure a 3 lati (il controtelaio non pre-sente a davanzale), in questo caso le estremit inferiori degli elementi laterali del controtelaio devono fare da riscontro e rife-rimento durante la posa delle soglie in pietra o prefabbricate.Nei serramenti provvisti di cassonetto il controtelaio a volte ha la funzione di sostegno: occorre in questo caso che il controte-laio sia in grado di ricevere e sostenere il peso e le reazioni del cassonetto, dell’avvolgibile e dei relativi accessori di manovra.

    Normalmente il controtelaio viene collegato alla muratura mediante le zanche che vengono inserite nella struttura muraria,oppure attraverso staffe pre-forate fissate con tasselli. Dette zanche, o l’insieme staffa/tassello, devono essere in grado ditrasferire, alla muratura, le reazioni che agiscono sul serramento a causa del peso proprio, di quello dell’utenza che si appog-gia al serramento stesso e soprattutto alle reazioni dovute alla pressione e depressione del vento.

    Per giudicare la resistenza meccanica occorre esaminare le forze che agiscono sul serramento.L’azione della pressione e/o depressione del vento (tanto maggiore quanto pi alto l’edificio) agisce ortogonal-mente ai vetri e da questi trasmessa al telaio dell’anta. Lo sforzo di apertura contrastato dalle cerniere e dai punti dichiusura che sollecitano il telaio fisso; quest’ultimo fa presa attraverso il fissaggio al controtelaio e da questo alla mura-tura a mezzo delle zanche. La sequenza di passaggio delle forze indicata nella Figura 22 ed evidente la possibileformazione di coppie di forze che rischiano di provocare flessioni e torsioni nei profili.

    Le altre sollecitazioni che riguardano il serramento sono il peso proprio dell’anta, particolarmente elevato se si usanovetri di elevato spessore, e il carico accidentale eventualmente applicato durante le operazioni di pulizia e manu-tenzione.

    La presenza di sollecitazioni che non rientrano nella normale applicazione dei serramenti obbligherà il costrut-tore ad aumentare le zanche e collocarle secondo le forze agenti.

    Stabilito che il vano destinato a ricevere il serramento sia definito da un controtelaio oppure dalla muratura stessa incaso di impiego di tasselli, possono essere elencati alcuni criteri per il corretto fissaggio meccanico del telaio fisso:

    - le viti di fissaggio del telaio fisso dovranno essere il pi vicino possibile alle zone che ricevono le forze agenti sul ser-ramento (cerniere – incontro delle chiusure del telaio mobile sul telaio fisso – perni di rotazione per bilici orizzontalio verticali – supporti apparecchi di apertura – ecc.);

    - nel caso in cui il telaio fisso abbia sezione elevata (oltre gli 80 mm.) preferibile utilizzare il blocchetto a due fori perevitare oscillazioni o rotazioni del telaio attorno al punto centrale di fissaggio;

    - In presenza di cassonetti necessario rinforzare il fissaggio laterale del traverso superiore: la presenza del casso-netto impedisce il fissaggio di detto traverso al lato superiore del vano;

    - sulla soglia generalmente non esiste il controtelaio: dovranno pertanto essere impiegati dei sistemi che siano ingrado di trasmettere le forze agenti alla soglia stessa;

    necessario che la documentazione tecnica dei sistemi indichi al costruttore i punti di fissaggio, tenendo conto dellesituazioni che di volta in volta si presentano.

    Figura 22 - Sollecitazioni sul serramento dovute ai carichi accidentali

    Le forze trasmesse attraverso le cerniere, le viti di fissaggio e le zanche hanno direzioni ed entit differenti secondo laposizione di apertura dell’anta.©

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    Differenti sollecitazioni si riscontrano a secondo del tipo di apertura, ad esempio a scorrere, oscillobattente, bilici, ecc.

    A titolo esemplificativo si riporta un criterio comune seguito per determinare il quantitativo di zanche da impiegare suserramenti standard, con pressioni di esercizio medie.

    Figura 23 - Numero di zanche o punti di fissaggio necessari

    Numero di zanche/staffe in funzione dell’altezza del controtelaio

    A) Fino a 650 mm: 1 zanca (comunque preferibile sempre 2 zanche/staffe per lato)B) Da 650 mm a 1450 mm: 2 zancheC) Da 1450 mm a 2450 mm: 3 zanche

    La prima e l’ultima zanca devono essere sempre a 200 mm dall’estremit .La distanza fra le zanche non deve essere superiore a 1000 mm.

    Per le porte bisogna tener conto dello “ sbattimento” accidentale in chiusura e quindi della necessit di mettere un sup-porto (zanca/staffa) in corrispondenza delle cerniere.

    Numero di zanche/staffe in corrispondenza della larghezza del cotrotelaio

    Fino a 1000 mm: nessuna zanca;da 2000 a 3000 mm: 2 zanche posizionate su 3 parti uguali;da 3000 a 4000 mm: 3 zanche posizionate su 4 parti uguali;da 4000 a 5000 mm: 4 zanche posizionate su 5 parti uguali.

    7.2.1 fissaggio con tasselli ad espansione

    Le informazioni tecniche qui riportate sono finalizzate alla migliore scelta dei sistemi di fissaggio ed alla definizionedelle condizioni marginali che possono in qualche modo influire sull’impiego del tassello stesso.

    Per informazioni più puntuali si rimanda alla consultazione della documentazione tecnica specifica di ciascunparticolare prodotto.

    7.2.1.1 Materiali di supporto.

    Ogni materiale su cui fatto l’ancoraggio, genera specifiche risposte alla trazione o all’espansione; per questo talicaratteristiche risultano determinanti per la scelta del fissaggio pi opportuno in relazione al carico. ©

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    Di seguito viene riportata una breve descrizione dei principali materiali edili sui quali pi comunemente possibile uti-lizzare un ancorante specifico.

    Il calcestruzzoIl calcestruzzo, che ha per legante il cemento, comunque diviso in due sottogruppi, in relazione al tipo d’inerte pre-sente. Mentre il cosiddetto calcestruzzo “ leggero” contiene inerti di basso peso specifico che non conferiscono parti-colare resistenza al materiale, il calcestruzzo “ normale” contiene ghiaia o pietrisco “ calibrato” aggiunto al cementosecondo un opportuno rapporto.Quest’ultimo il calcestruzzo migliore, perch garantisce l’assenza di vuoti nel getto, il minimo ritiro durante la maturazio-ne e un’eccellente resistenza alla compressione (ad. Es: R 250 o C20/25 = 250 kg/cm2), inoltre, ideale per l’ancoraggio.Importante verificare che nel punto in cui si desidera eseguire il fissaggio, il calcestruzzo non presenti decadimentifisici quali fessurazioni che possono diminuire la resistenza del sistema.Generalmente i supporti di calcestruzzo in opera sono armati perch in grado di resistere agli sforzi di flessione. Questimateriali sono del tutto adatti all’ancoraggio purch la foratura non interferisca con qualche ferro da ripresa.

    Pannelli e lastreQuesta gruppo di materiali edili a parete sottile presenta spesso una scarsa resistenza (come, ad esempio, il pannel-lo di cartongesso, gesso fibroso, pannelli di masonite, pannelli di fibre dure, ecc.) e, in questi casi, bisogna sceglieretasselli che si ancorino quasi sempre direttamente nella cavit sul retro del pannello.

    Le muratureLe murature tradizionali sono composte da mattoni e malta. Specie nei vecchi fabbricati, sempre preferibile l’anco-raggio al mattone, poich la sua resistenza alla compressione quasi sempre superiore a quella della malta. Quelloche pu capitare che durante la trazione letteralmente il mattone si sfili dalla muratura, proprio perch tra gli elementiche concorrono al fissaggio la malta il punto debole.

    Le murature si differenziano inoltre per il tipo di laterizio utilizzato

    a) Mattoni pieniNon presentano cavit di alcun tipo, questi materiali sono molto adatti al fissaggio con tasselli.I valori di resistenza alla compressione sono ottimali anche per carichi di notevole consistenza.

    b) I mattoni foratiAnche se spesso sono prodotti con materiali sufficientemente resistenti alla compressione, i mattoni forati presentanodelle cavit che limitano, di fatto, i carichi impegnativi, a meno che l’ancoraggio non sia fatto con tasselli speciali, comead esempio quelli che superano o riempiono le cavit .

    c) I materiali pieni in laterizio alleggeritoQuesti materiali presentano quasi sempre una scarsa resistenza alla compressione e hanno moltissimi pori, quindi, nonsono adatti per carichi pesanti a patto che non si utilizzino tasselli speciali con una gran superficie di espansione chepermettono di ottenere, comunque, fissaggi ottimali di carichi medi/leggeri.

    e) I materiali forati in laterizio alleggeritoQuesti materiali accentuano la scarsa resistenza alla compressione gi vista per il tipo pieno, quindi, si consiglia di pre-stare molta attenzione alla scelta del tassello, privilegiando, ad esempio, tasselli con lunghe zone d’espansione oppu-re ancoraggi con tasselli a rete o a calza con l’impiego d’ancoranti chimici e, comunque, per carichi leggeri.

    7.2.1.2 Principi di funzionamento

    Al fine di poter trasmettere in maniera sicura al fondo d’ancoraggio i carichi applicati e per contrastare in modo ade-guato le forze che entrano in gioco, si possono utilizzare meccanismi di tenuta che comportano l’impiego di pi tipo-logie d’ancoranti.

    Espansione per attrito

    Ancorante a controllo di coppiaLa parte espandente del fissaggio determina una forza contro le pareti del foro che contrasta la forza del carico messoin opera.L’applicazione della coppia di serraggio induce una pressione ortogonale “ Fr” localizzata lungo l’elemento deformabile;tale azione, moltiplicata per il coefficiente d’attrito “ f” delle superfici a contatto, origina un’azione “ Fc” che contrasta la tra-zione sull’ancorante. Il genere di meccanismo fa s che l’espansione aumenti in funzione del carico applicato.

    Questo tipo d’installazione induce tensioni nel fondo d’ancoraggio già in fase di installazione del tassello.© c

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    Bisogna esercitare unacoppia di serraggio bendeterminata

    Figura 24 – Coppia di serraggio ed effetto sul supporto

    Figura 25 – Esempio di corretto serraggio

    Esercitare la corretta coppia di serraggio con la chiave dinamometrica consente di verificare direttamente in fase diinstallazione:- che il tassello eserciti la giusta pressione all’interno del muro - che il muro sopporti la pressione esercitata dal tasselloSe il corpo del tassello ruota intorno al proprio asse (ad esempio a causa di un foro di diametro troppo grande) non siraggiunge la coppia e il dispositivo della chiave dinamometrica non scatta.Se il supporto non è sufficientemente resistente lo stesso si fessura prima del raggiungimento della coppia

    Ancoranti a controllo di deformazioneQuesti tipo di fissaggi hanno lo stesso principio di funzionamento degli ancoranti a controllo di coppia tranne che ilsistema di tenuta viene messo in atto dalla percussione di un cono di espansione premontato. La forza di espansionedipende dal modulo di elasticit del materiale di base e non da una coppia di serraggio. Con questo tipo di tasselli possibile rimuovere gli oggetti ancorati senza alterare la forza dell’espansione, che quindi si pu considerare indipen-dente dal carico.

    Figura 26 – Esempio di ancoranti a controllo di deformazione

    Espansione per sottosquadro o accoppiamento di forma

    La geometria del fissaggio si adatta alla forma del fondo d’ancoraggio e/o del foro creando contrasto alla forza delcarico applicato. Il carico di trazione risulta in equilibrio con le forze reagenti che trovano il loro punto di applicazionesul sottosquadro.

    Questo tipo d’installazione non induce tensione nel materiale in fase di applicazione del fissaggio.

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    l’installazione in materiali pieni, richiede l’esecuzionedi una foratura svasata opportuna e la percussione della camicia espandente

    Figura 28 – Esecuzione del foro con punta speciale ed azione del tassello sul supporto

    Figura 29 – Esempio di tassello (meccanico) ad espansione per sottosquadro

    Altri esempi di fissaggi che agiscono con il meccanismo di forma sono quelli che lavorano su materiali forati (figura 30).Anche le resine chimiche opportunamente iniettate all’interno di accessori che ne contengono il volume agiscono conlo stesso principio (figura 30b).

    Figura 30 – Esempio di tasselli meccanici (a) e chimici (b) ad espansione per sottosquadro

    Espansione per accoppiamento di materiali

    L’accoppiamento consentito grazie al potere d’adesione chimico-fisica che permette alla resina di fare corpo unicocon le pareti del foro e, quindi, con il fondo d’ancoraggio. L’ancoraggio avviene per accoppiamento geometrico dellaresina sia con le asperit del foro sia con il filetto (o la rugosit ) della barra metallica. Ogni punto sulla superficie delforo partecipa alla trasmissione dello sforzo reagente.

    Questo tipo d’installazione non induce tensione nel materiale in fase di installazione dell’ancorante

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    Figura 31 – Schema di funzionamento ed effetto sul supporto

    Figura 32 – Esempiodi utilizzo di tasselli chimici

    I modi di rottura

    Il sovraccarico dei punti d’ancoraggio, un’installazione non appropriata o il fondo d’ancoraggio non sufficientementecompatto possono far fallire i sistemi di fissaggio.

    Figura 33 - Le più ricorrenti tipologie di rottura dell’ancorante e le relative cause

    Tipi di rottura e causeRottura del fondo d’ancoraggio:

    - carico troppo elevato- resistenza troppo debole del fondo si ancoraggio- profondit di posa troppo corta

    Fenditura dell’elemento edile:

    - limitate dimensioni degli elementi edili- distanze dai bordi del materiale d’ancoraggio e tra gli assi dei tasselli non rispettate- forza d’espansione del tassello troppo elevata

    Sfilamento dell’ancorante:

    - carico troppo elevato oppure l’installazione non appropriata (ad esempio foro non adeguatamente pulito) fa fallire il collegamento ad attrito, ad accoppiamento di forma e di materiale.

    Rottura dell’ancorante:

    - resistenza del tassello e/o della vite troppo scarsa rispetto al carico

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    Protezione alla corrosione dei tasselli

    I metodi impiegati per prevenire i fenomeni corrosivi agiscono sulle caratteristiche superficiali dei materiali metallici epossono basarsi sulla deposizione sulla superficie degli stessi di uno strato metallico, pi o meno nobile della baseche protegge il metallo sottostante dagli attacchi corrosivi.

    Ancoranti con zincatura elettrolitica: 5µm (UNI 3740)

    Ancoranti con zincatura a caldo: 20 - 50 µm (CEI 7-6 n.239)

    Figura 34 – Velocità di corrosione in funzione dell’ambiente

    Figura 35 – Durata della zincatura in funzione del tipo e dell’ambiente

    In presenza di forti aggressioni chimiche si ricorre agli acciai inossidabili dei quali si sfruttano la capacit di autopas-sivarsi e offrire quindi maggiori garanzie di resistenza ad azioni degradanti.Per la corretta scelta si rimanda alla documentazione specifica dei singoli produttori.

    7.2.1.3 La foratura ed il montaggio

    La perforazione nel materiale edile per creare l’alloggiamento del tassello, pu avvenire attraverso due procedimentiquasi sempre possibili con i normali trapani elettrici o i martelli perforatori.

    a. perforazione a rotazione con elevata velocitàb. perforazione a roto-percussione

    Il procedimento va scelto in relazione al tipo di materiale. Nei materiali compatti (dal calcestruzzo ai mattoni pieni) opportuno utilizzare il sistema a roto percussione.

    ROTOPERCUSSIONE

    Figura 36 – Mattone pieno: dimensioni del supporto e tipo di foratura

    Nei materiali non compatti, come i mattoni forati, indispensabile usare il sistema a sola rotazione in quanto estre-mamente facile con la rotopercussione allargare eccessivamente il foro e rovinare completamente le coste interne delmattone.

    ROTAZIONE

    Figura 37 – Mattone forato: dimensioni del supporto e tipo di foratura

    AMBIENTEZincatura elettrolitica 5μmZincatura a caldo 20-505μm

    Industriale8 mesi

    36 mesi

    Marino5 mesi

    24 mesi

    Rurale16 mesi 70 mesi

    AMBIENTERuraleUrbanoIndustrialeMarino

    VELOCITA’ DI CORROSIONE RIVESTIMENTO DI ZINCO [μm/ANNO]1.0 - 3.43.0 – 7.03.0 – 7.0

    7.0 – 13.0

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    Il montaggio dei tasselli

    Al fine di evitare lo sfaldamento e la formazione di fessure nel materiale edile e di poter trasmettere con i tasselli il cari-co necessario, vanno rispettate, conformemente alla norma ed alle indicazioni dei produttori, le distanze dai bordi etra gli assi ed il necessario spessore del supporto d’ancoraggio.

    La profondità della foratura

    Salvo poche eccezioni, la profondit della foratura deve essere maggiore di quella dell’ancoraggio, cosicch ci sia spa-zio nell’eventualit fosse presente polvere oppure per la fuoriuscita della vite dalla punta del tassello, garantendo lasicurezza del funzionamento.

    La pulizia del foro

    Durante e sopratutto dopo la foratura va rimossa la polvere in quanto il foro non pulito riduce la tenuta del fissaggio.L’assenza di polvere consente il corretto trasferimento degli sforzi tra ancorante e muratura.

    La procedura corretta di pulizia prevede almeno 2 soffiate, 2 scovolate e altre 2 soffiate.

    Figura 37 - Operazioni da eseguirsi per la pulizia del foro

    Le tipologie d’installazione

    I tasselli non passanti: vanno installati a filo parete ed il diametro del foro nella struttura muraria d’ancoraggio pigrande di quello del foro di montaggio dell’oggetto da collegare.Per l’installazione si devono riportare le misure dell’oggetto da fissare sulla muratura, si deve eseguire il foro, pulire,inserire il tassello ed avvitare la vite fissando l’oggetto stesso.

    Figura 38 – Esempio di installazione di tasselli non passanti

    I tasselli passanti: sono quelli che sbordano dal filo parete per poter contenere lo spessore degli oggetti da fissare.Per l’installazione si devono utilizzare come dima i fori dell’elemento da fissare (in quest’ultimo il diametro del foro ,infatti, almeno della stessa misura di quello da effettuare nel materiale d’ancoraggio), forare, pulire, inserire il tasselloattraverso l’oggetto da fissare ed avvitare fino a raggiungere la coppia di serraggio prescritta.

    Figura 39 – Esempio di installazione di tasselli passanti

    Installazione distanziata: il caso degli ancoranti in metallo dotati di filettatura metrica interna per la ricezione di viti o © co

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    barre filettate con controdadi.Per l’installazione si deve fissare l’elemento da collegare in maniera resistente alla compressione ed alla trazione conuna precisa distanza dalla superficie d’ancoraggio.

    Figura 40 – Esempio di utilizzo di tassello per montaggio distanziato

    Lo spessore utile

    Lo spessore utile, corrisponde, in genere, allo spessore dell’oggetto da fissare; nei tasselli non passanti, questo, puessere variato tramite la scelta opportuna della lunghezza della vite, mentre nei tasselli passanti dato dal tassello.Nella valutazione dello spessore dell’oggetto da fissare, si deve considerare l’eventuale intonaco presente nelfondo d’ancoraggio.

    Figura 41 – Spessore utile per l’installazione

    7.2.1.4 I carichi

    Le tipologie di carico

    Per la scelta corretta del fissaggio, indispensabile conoscere i tipi di sollecitazione (carico); queste sono caratteriz-zate da intensit , direzione e punto d’applicazione e si indicano in decanewton [daN] (1daN ≅ 1Kg)

    Figura 42 – Tipo di carico

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  • UNCSAAL - UX42 - GUIDA ALLA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI 41

    Carichi a rottura – coefficienti di sicurezza – carichi ammissibili

    Carico a rottura: valore medio valutato su un numero significa