Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

57

description

Ad Infinitum ha l’ambizione di volerci spingere a riprendere contatto con l’universo, alzando gli occhi verso quel cielo stellato che troppo spesso viene soffocato dalle luci delle nostre città e per la cui bellezza non si riesce più a provare meraviglia. Un’arte quella espressa dagli Space Artists, che trova nella tecnologia un essenziale e irrinunciabile strumento di lavoro; è infatti soprattutto grazie agli scatti del telescopio spaziale Hubble che Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz hanno potuto trasporre su tela tutta la meraviglia di quell' autentico teatro di luci che racchiude in sé il segreto della connessione tra Uomo e Cosmo. www.studiotablinum.com

Transcript of Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Page 1: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016
Page 2: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Progetto Curatoriale

Page 3: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Ad Infinitum

La meraviglia per l’infinita bellezza del cosmo. Tutti noi sin dall’infanzia abbiamo scrutato, con il naso all’insù, la volta celeste: le stelle, luminose e lontane costellazioni, promessa di mondi tanto distanti, la luna e i pianeti, il sole; abbiamo immaginato di raggiungere galassie e pianeti lontani e magari abbiamo fantastico su ciò che per millenni è stato per l’uomo irraggiungibile oggetto di ricerca e anche di fantasticheria.L'osservazione del cielo ha sempre accompagnato l’umanità fin dalle sue origini. Rappresenta-zioni degli astri, venerati quali oggetti di culto, si trovano già nelle incisioni rupestri. Agli albori della civiltà, gli antichi Egiziani e i Babilonesi dall'attenta osservazione del cielo e degli astri ri-cavarono calendari abbastanza precisi; le osservazioni fatte da Copernico, da Galileo e da altri scienziati dal XVI secolo in poi costituirono i primi grandi passi verso la scienza moderna.L’infinito teatro del cosmo ha da sempre esercitato la sua essenziale influenza sull’essere umano.Un anelito che ha plasmato tutti i cieli della storia dell’arte: dalla volta trapuntata di stelle della tomba della Regina Nefertari, al cielo stellato di Van Gogh.Ma quando le suggestioni delle prime missioni spaziali e delle grandi scoperte astronomiche del XX secolo si coniugano alla sensibilità degli artisti del pianeta terra, la fusione fra scienza e arte si fa perfetta e trova la sua espressione più alta nella corrente della Space Art.La percezione artistica è stata capace di catturare la bellezza del cosmo sulla tela, accrescendo il suo legame con l’osservazione del cielo e non è per nulla inusuale che gli stessi artisti siano degli esperti astrofili e collaborino attivamente con gli scienziati.Molto spesso dal confronto fra scienziati ed artisti è stato creato un messaggio forte e coinvolgen-te: quello di trasmettere al pubblico il sogno di esplorare il cosmo. Le opere degli artisti hanno saputo divulgare le scoperte scientifiche, probabilmente anche ispirare le nuove generazioni, le loro tele si sono fatte ricettacolo di tutte quelle emozioni che genera nell’animo umano il sentirsi parte della meraviglia del cosmo.Tratto fondamentale della Space Art è quello di aver saputo reinterpretare e divulgare, attraver-so gli strumenti propri dell’arte, concetti scientifici di grande portata e rilevanza rendendoli adatti alla divulgazione culturale ed esprimendo in essi tutta la carica espressiva propria del mezzo artistico.Ad Infinitum ha l’ambizione di volerci spingere a riprendere contatto con l’universo, alzando gli occhi verso quel cielo stellato che troppo spesso viene soffocato dalle luci delle nostre città e per la cui bellezza non si riesce più a provare meraviglia.

Un’arte quella espressa dagli Space Artists, che trova nella tecnologia un essenziale e irrinun-ciabile strumento di lavoro; è infatti soprattutto grazie agli scatti del telescopio spaziale Hubble che Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz hanno potuto trasporre su tela tutta la meraviglia di quell' autentico teatro di luci che racchiude in sé il segreto della connessione tra Uomo e Cosmo. Un ruolo inusuale per uno strumento scientifico che si trasforma in eccezionale coautore di queste sensazionali opere d'arte.

"La storia dell'evoluzione ci insegna che l'Universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo".

Karl Popper e John Eccles, The Self and Its Brain, 1977

Page 4: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Per proteggere la cultura e la bellezza della notte stellata molti hanno chiesto all’Unesco di di-chiarare il cielo notturno patrimonio dell’umanità, ma per questioni tecniche ciò non è mai potuto avvenire. Forse ci basterebbe spingerci a ritrovare un contatto fisico e creativo con la natura e l’anelito all’infinito che essa veicola in noi.

In Ad Infinitum ha trovato un felice connubio la visione creativa di artisti e curatori unita alla com-petenza scientifica di astrofili e ingegneri aerospaziali, grazie alle collaborazioni con il Gruppo Astrofili Lariani, Skyward.Una partnership che darà luogo ad una serie di eventi ad ingresso libero che vogliono abbattere le barriere ideali fra arte e scienza in nome di quell’anelito all’infinito che ci sospinge tutti ad alzare lo sguardo verso il nostro cosmo.

Tutto l’Universo in un solo scatto

Page 5: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Alla scoperta della Space Art

La Space Art è una forma contemporanea di espressione artistica che vuole illustrarci le meravi-glie dell’Universo. Come gli altri generi, anche la space art ha diverse correnti al suo interno: si passa da quello più realistico, a quello impressionistico, a quello della strumentazione (hardware art), alla scultura, a quello più astratto e al filone zoologico. Anche se gli artisti hanno raffigurato nelle loro opere elementi astronomici già da molti secoli, il genere vero e proprio della Space Art è ancora alla propria infanzia: esso è nato nel momento in cui l'umanità ha guadagnato la capa-cità tecnica di guardare oltre l’orizzonte terrestre e raffigurare artisticamente quello che si vede al di là di esso. Qualunque sia il percorso stilistico, l'artista in genere tenta di comunicare idee legate al tema spaziale. Attraverso la Space Art gli artisti comunicano utilizzando l’illustrazione e la pittura per rappresentare le più attuali scoperte scientifiche. Alcuni sono essi stessi scienziati o astrofili e hanno avuto modo di accedere direttamente alla strumentazione scientifica se non addirittura di partecipare alle missioni spaziali. Per molte decadi abbiamo raccolto le suggestioni sullo spazio e sulle missioni spaziali attraverso il mezzo pittorico o digitale. Le riviste scientifiche e quelle dedicate all’arte, soprattutto Oltreoceano, hanno concesso molto spazio alle opere de-gli Space Artists che si sono cimentati non solo in rappresentazioni fedeli della realtà spaziale ma, stimolati dalla propria sensibilità e fantasia, ci hanno spesso regalato immagini fantastiche e visionarie di mondi lontani e in attesa di essere esplorati. Chesley Bonestell, R. A. Smith, Lucien Rudaux, David A. Hardy e Ludek Pesek sono fra gli artisti universalmente più noti e rappresentati-vi di questo genere pittorico. Questi primi space artists sono stati nel corso della propria carriera artistica direttamente coinvolti nella realizzazione di immagini che potessero illustrare le future missioni nello spazio proponendole non solo agli esperti del settore ma divulgandole anche al grande pubblico. Grazie alla loro arte fu dato un forte impulso alla divulgazione del nascente settore della creazione missilistica spaziale e delle missioni astronautiche.

Ecco i sottogeneri della Space Art:

Realismo descrittivo: questo genere è l'erede diretto delle norme artistiche introdotte da Chesley Bonestell. Il realismo descrittivo ha come obbiettivo principale quello di raggiungere una rappre-sentazione scientificamente accurata del cosmo.

Impressionismo Cosmico: questo filone trae suggestione dai colori e dalle sfumature dello spazio attraverso l'impiego dello stile impressionistico cercando di essere tecnicamente preciso, molto dettagliato, e aderendo ai più noti principi scientifici.

Hardware Art: questo filone della Space Art è di solito simile al realismo descrittivo, ma si con-centra sulla rappresentazione dettagliata della strumentazione utilizzata nelle missioni spaziali oppure nello studio dell'astronomia.

Sculture ispirate allo spazio: sono più difficili da riconoscere come tali in quanto sono di solito più simboliche o di natura astratta, come una scultura a forma di razzo, vetrate in cui sono raffigurati oggetti stellari, oppure un'opera scolpita progettandola specificamente per la sua esposizione a gravità zero.

Zoologia Cosmica: anche se resta irrisolto il quesito in merito ad altre forme di vita nell'universo, gli artisti possono immaginare le possibilità di vite aliene rappresentandole nelle proprie opere.

Altri generi: altri metodi di espressione artistica come la composizione musicale e la danza pos-sono essere ispirati da spazio e sono considerati a loro volta esempi di Space Art.

Page 6: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Chelsey Bonestell, pioniere della Space Art

«Non ho dubbi che Chesley Bonestell, con le sue meravi-gliosamente accurate rappresentazioni sia degli obiettivi da esplorare che degli strumenti dell'era spaziale, ci abbia aiutato a creare lo scenario per quel che era certamente a venire. [...] Senza Bonestell e le sue opere d'arte, l'era della NASA avrebbe potuto essere rimandata di molti anni, o potrebbe non essersi ancora verificata».

Joseph Chamberlain, direttore dell'Adler Planetarium

Chesley Knight Bonestell (1 Gennaio, 1888–11 Giugno, 1986) Fu uno dei pionieri dell'arte astronomica, insieme con l'astro-nomo e illustratore francese Lucien Rudaux. I suoi dipinti han-no avuto una grande influenza sull'illustrazione astronomica e di fantascienza e contribuirono a ispirare il programma spa-ziale statunitense.

A seguito del sodalizio con il divulgatore scientifico Willy Ley. e dietro suo suggerimento, cominciò a introdurre nei suoi di-pinti navi spaziali e astronauti. Nel 1946 Life pubblicò una serie di sue illustrazioni, concernenti una missione spaziale Terra-Luna con equipaggio.

Ben presto altre riviste cominciarono ad avvalersi della sua collaborazione. Tra esse Look, Coronet, Pic Magazine, Scien-tific American (il cui fascicolo di ottobre del 1948 pubblicò in copertina un'immagine del Sole visto da Mercurio), Air trails, Astounding Science Fiction, The Magazine of Fantasy & Scien-ce Fiction, Science Fiction e Galaxy.

Continuò lavorando ad altri dipinti che furono pubblicati dalle principali riviste, molti dei quali furono poi raccolti nel best-seller The Conquest of Space (1949), realizzato in collaborazione con Willy Ley. In esso veniva fatto autorevolmente il punto sulle conoscenze astronautiche e si offriva-no spunti per i programmi avvenire. Il grande realismo delle tavole di Bonestell, come ci riferisce in una sua recensione Arthur C. Clarke, spinse diversi lettori a considerarle non dei dipinti ma vere e proprie fotografie a colori.

Collaborò ancora con l'industria cinematografica offrendo la sua consulenza artistica e tecnica per la realizzazione degli effetti speciali dei film prodotti da George Pal, tra cui Destination Moon 1955, The War of the Worlds, 1953, When Worlds Collide, 1951, The Conquest of Space, 1955 e Cat-Women on the Moon, 1953.I suoi quadri sono apprezzati dai collezionisti ed esposti in istituzioni come il National Air and Space Museum e la National Collection of Fine Arts. La sua tavola di Saturno visto dal suo satel-lite Titano è stata ripubblicata molte volte ed è probabilmente una delle immagini di tal genere più conosciuta anche dai non specialisti.

Chelsey Knight Bonestell

Page 7: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Wernher von Braun, elogiando le opere di Bonestell, scrisse: «Nei miei anni di collaborazione con Chesley ho imparato a rispettare, addirittura a temere, la mania per la perfezione di questo straordinario artista. Il mio archivio è pieno di disegni di razzi che avevo preparato per aiutarlo nel suo lavoro, e che egli mi ha restituito con domande dettagliate e pertinenti o con critiche fe-roci per qualche svista o incoerenza».

Una delle opere più famose e suggestive di Chelsey Bonestell: la rappresentazione di Saturno vista dalla sua gigantesca luna di Titano é considerata l'opera che ha segnato le sorti successive delle esplorazioni spaziali.

Page 8: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Gli space artists: Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz

Page 9: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz non sono solo due artisti conosciuti e apprezzati ma anche due scienziati, impegnati in seminari e lezioni a livello internazionale che hanno voluto, attraver-so l’arte, dare voce alla meraviglia dell’Universo.

Le tele di Giorgio Tardonato si distinguono per il rigore scientifico a cui si fonde la volontà di esprimere sulla tela la meraviglia di galassie e astri remoti, senza mai lasciare che la fantasia prenda il sopravvento sul realismo di quanto rappresentato; del resto, come egli stesso dichiara: “il nostro universo possiede in sé tutta la bellezza e la meraviglia necessaria e l’artista non po-trebbe rendere lo spettacolo della natura ancora più stupefacente”.

Pierre Kuentz, ha un approccio più sensitivo alla rappresentazione dell’universo “nelle mie tele” spiega “voglio che traspaia tutta la meraviglia dell’uomo che si accosta ad osservare uno spet-tacolo millenario e ineffabile”. Le sue opere, realizzate spesso facendo ricorso a materiali non convenzionali, vogliono stimolare in noi una meraviglia fanciullesca.

Giorgio Tardonato nasce a Erba (Co), Italia, nel 1951.

Dopo aver conseguito la laurea in lettere moderne, ha lavora to come insegnante, fotografo, artista e divulgatore di astronomia. Vive e lavora ad Eupilio (Co), Italia.

Giorgio Tardonato ha una formazione di taglio impressionista. Il genere di pittura è "astronomico": nelle opere ci sono stelle, ga-lassie, comete, nubi cosmiche, ma anche fantastiche galassie di antimateria, cieli in negativo, cristalli cosmici.Le tecniche necessarie sono in continua evoluzione: tele dipinte con colori ad olio o acrilici; pennelli, spatole, aerografo, scorri-mento, inclusioni; utilizza anche tele autocostruite, con tagli riem-piti di resine trasparenti e inclusioni in oro; forme, scolpite o incise, opache e trasparenti.

Giorgio Tardonato

Curriculum espositivo:

1987: personale - Galleria Sella - Lecco (LC) - curatore Sig. Sella (Gallerista)

1990: personale - Villa S. Giuseppe - Erba (CO)1993: collettiva - antico Club Volta - Milano

1995: personale - Salone Municipale - Eupilio (CO)

1990: personale - Villa S. Giuseppe - Erba (CO)

1993: collettiva - antico Club Volta - Milano1995: personale - Salone Municipale - Eupilio (CO)

1996: esposizione collettiva internazionale - Tain L’Hermitage Tournon (France - dép. Rhone Alpes - curato dalla Municipalità di Tain - Tournon)

1997: personale - Villa S. Giuseppe - Erba (CO)

Giorgio Tardonato, nel suo ate-lier di Eupilio intento nella lavo-razione di una delle sue sculture

Page 10: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

1997: personale - Villa S. Giuseppe - Erba (CO)

2005: esposizione con la pittrice A. Zoppis - Salone Municipale - Canzo (CO)

2006: personale - Holiday Inn - Assago (MI) - Curatore U. Zanchin

2009: personale - Libreria “La Strada” - Cantù (CO)

2006: personale - Holiday Inn - Assago (MI) - Curatore U. Zanchin

2009: personale - Libreria “La Strada” - Cantù (CO)

2009: esposizione con lo scultore G. Melotti - Salone Municipale - Asso (CO)

2011: esposizione con lo scultore G. Melotti - Salone Municipale - Castelmarte (CO)

2013: partecipazione per selezione a Florence Biennale - Firenze - Curatore A. Cerioli

2014: aprile - esposizione personale - Studio Tablinum - Bellagio (CO) - curata da Tablinum Cultural Management

2014: settembre - esposizione personale - New York City - Galleria ARTIFACT - curata da Tablinum Cultural Management

2014: novembre - Art en capital - Grand Palais - Parigi - Curatore A. Cerioli

2015: luglio/agosto – Spoleto Arte (collettiva) – Palazzo Leti Sansi – Spoleto (PG) – curata da V. Sgarbi

2016: maggio - Ad Infinitum - Lust for Art 2016 - officinacento5 - Como - curata da Tablinum Cultural Management

Page 11: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

“Fra i molti e diversi studi delle lettere e delle arti, di cui si nutrono le menti degli uomini, stimo si debbano coltivare soprattutto, applicandovisi con grande passione, quelli che concernono le cose più belle e più degne di essere conosciu-te. E tali sono quelli che trattano delle divine rivoluzioni del mondo e del corso delle stelle, delle grandezze, delle di-stanze, del sorgere e del tramontare e delle cause degli altri fenomeni celesti, e che, alla fine, ne spiegano l’ordi-namento. E cosa mai c’è più bello del cielo, che contiene sicuramente tutte le cose belle? Lo dichiarano i nomi stessi di cielo e di mondo: questo con l’appellativo di purezza e ornamento, quello, di artistico cesello”.

Nicolò Copernico (1473-1543), De revolutionibus orbium caelestium.

La bellezza del cosmo assume un particolare valore se è esaltata dall’opera di chi sa cogliere l’unione fra la forma artistica, creata dalla mano dell’uomo, e un’altra forma d’arte, dal sapore arcano, fatta di galassie, remoti sistemi solari, che trae la sua origine dal cosmo stesso.

La meraviglia creata dalla natura giunge ad intrecciarsi a quell’infinito stupore che alimenta gli interrogativi dell’essere umano fin dalle sue origini, spingendolo alla ricerca di quel mistero che ha originato tutto ciò che ci circonda, e si coniuga alla forza creativa, alla sete di scoprire sempre nuove prospettive, che è propria dell’essere umano e dà origine ad un’eccezionale forma d’arte di cui Tardonato è eccellente demiurgo. La corrente della Space Art, che ha per tema la rappre-sentazione dello spazio e si basa su un legame antico ed essenziale quello della scienza con l’ar-te, trova nell’opera dell’artista e astrofilo Giorgio Tardonato una delle sue più felici espressioni. Attraverso quella genuina intuizione che fa convivere l’artista con l’appassionato uomo di scien-za, Tardonato ci accompagna in un viaggio alla scoperta dell’universo, generatosi obbedendo a leggi misteriose che l’uomo vuole scoprire da sempre, ma che forse non basta piegare ai dettami della propria razionalità per comprendere a fondo; perché la bellezza e la perfezione che le regolano sono qualcosa di troppo complesso per tradursi in semplici equazione matematiche.Il percorso costruito da Tardonato attorno alla Space Art lo ha portato negli anni a costruire una carriera artistica coerente e culturalmente ineccepibile, grazie alla padronanza e disinvoltura con cui si serve di svariate tecniche per meglio dedicarsi al significato delle proprie opere; quel significato ricco di visioni cosmiche e di suggestioni legate al mito della creazione. L’esperienza che si prova di fronte alle sue tele è quella di una lezione di astronomia dettagliata nei minimi particolari mista alla meraviglia per le bellezze celate nel profondo dello Spazio.

Certamente unico nel suo genere, ci presenta una visione astronomica icastica e fedele: nulla di irreale o fantasioso. Partito con la tecnica ad olio negli anni ottanta, di cui la splendida Galassia NGC 1365 è l’esempio più eclatante, giunge negli ultimi anni ad opere complesse e di grandi dimensioni in cui fa uso di tecniche sincretiche frutto di studi approfonditi.Possiamo riscontrare un’evoluzione verso una forma anticonvenzionale: dalla tela di cotone e dai lavori a pennello, all’uso di resine, inserti in foglia d’oro, rame ed alluminio; tutti materiali che consentono di creare una sorta di tridimensionalità che caratterizza la sua opera in modo inequivocabile, una costante ricerca della perfezione e del dettaglio che lo hanno portato a sviluppare lavori quali il telescopio spaziale Hubble, ISS. e altre ancora. Tra le ultime e più sen-sazionali opere realizzate dall’artista vi è il nucleo di Antennae, grandioso polittico in sei parti, dalle ricche velature di colore, in grado di condensare in sé tutto lo stupore per la bellezza e la perfezione dell’universo.

Page 12: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Due galassie, distanti 60 milioni di anni luce da noi, arrivano a scontrarsi in un evento dalla dura-ta eccezionale, di un miliardo di anni, nel corso del quale le stelle di NGC 4038 e NGC 4039 si mescolano, senza mai entrare in collisione. I loro bracci innescano spettacolari processi di forma-zione stellare in cui vortici di polvere e gas diventano il cuore pulsante della creazione millenaria, che, giunti a noi già vecchi di 60 milioni di anni, non possono non ammaliarci e suscitare grandi interrogativi e dilemmi.Altra opera di recente creazione, è la stazione spaziale internazionale ISS, punto d’arrivo del progresso raggiunto dall’umanità dal quale partiranno le prime missioni interplanetarie (sonde spaziali). Le origini dell’umanità stessa sono ben rievocate dalla figura del nostro pianeta, dal quale si staglia nell’universo la mole perfetta della ISS, promessa per il genere umano di superare i propri stessi orizzonti.

Giorgio Tardonato, dipinge il cosmo percependolo come esigenza della propria anima. Si tratta di un’inclinazione del tutto naturale che lo spinge studiarlo e scrutarne le profondità con un telescopio, dedicandosi poi a ritrarre la bellezza dell'Universo e a rielaborarlo attraverso il proprio stile artistico.

Tardonato mostra una totale dedizione verso la Space Art che si traduce in una vera e propria vocazione: si tratta di un filone artistico molto impegnativo al quale in Italia non è ancora stato concesso il meritato riconoscimento, a differenza degli U.S.A., dove la Space Art vanta da decenni una grande popolarità grazie alla radicata cultura verso le esplorazioni spaziali e all'opera divul-gativa di artisti pionieri come Chesley Bonestell.

Al visitatore di Ad Infinitum, accanto alle opere più famose dell’artista, già esposte nella sua ultima personale di New York, sarà possibile ammirare in anteprima assoluta le nuove opere realizzate nell’ultimo biennio: fra di esse Sea Horse in Orion, ispirata da un inedito scatto della Nebulosa Testa di Cavallo, Spring Wind Galaxy, ricostruzione scientificamente perfetta di una galassia con-tenente al suo interno un buco nero supermassiccio, con i tipici getti polari, realizzata sulla base di più scatti del telescopio spaziale Hubble e Rosetta - Philae dedicato alla prima sonda e al primo lander ad aver reso possibile un accometaggio, cioè il primo atterraggio controllato di un manu-fatto umano all’interno del nucleo di una cometa.

Nel corso del 2015 l'astronauta Samantha Cristoforetti, a bordo della Stazione Spaziale Interna-zionale ISS, è riuscita a risvegliare un certo entusiasmo ed interesse verso lo spazio anche nell'opi-nione pubblica.Quella stessa ISS che così profondamente Tardonato ha saputo reinterpretare artisticamente, riu-scendo a portare sulla terra una piccola parte di cosmo, celebrando una conquista essenziale per la nostra conoscenza del cosmo.

Il nostro auspicio è che l'impegno nella divulgazione e la passione per il cosmo, dimostrata in diver-si ambiti legati all'astronomia e all'astrofisica trovi un efficace canale artistico, e il grande veicolo di emozione e coinvolgimento si traduca in un esperienza unica e indimenticabile per i visitatori di Ad Infinitum.

Page 13: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Le opere di Giorgio Tardonato in mostra

Page 14: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Ammasso globulare M56, 1994tela di cotone, colore acrilico lavorato a pennello, contagocce e air brush, 100x100x2,5 cm

Page 15: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Gli ammassi globulari sono le più antiche associazioni di stelle: anche per questo c'è poco idrogeno libero, per far nascere stelle giovani. Tuttavia, le ultime osservazioni telescopiche fanno registrare un’attività più intensa di quanto ci aspettassimo nel passato. L’opera rappresenta uno dei più belli fra questa categoria di corpi celesti. In particolare questa immagine è il risultato di un’emozionante osservazione personale, utiliz-zando un grande telescopio. La tecnica particolare del contagocce è stata usata qui per la prima volta, insieme a pennello e aerografo, per la creazione degli effetti di luce. Il corpo celeste si trova nella costellazione della Lyra, alla distanza di 33000 anni luce.

Image credit: Giorgio Tardonato

Page 16: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

ISS (Stazione Spaziale Internazionale), 2014Tela di lino, colore acrilico lavorato a pennello, alluminio, rame, resina cristal, polittico in 4 parti, tot. cm 120 x 120

Page 17: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Tra le opere dedicate agli strumenti tecnologici per l’osservazione, la grande Stazione Spa-ziale è un laboratorio unico per molte scienze Compie un’orbita intorno alla Terra ogni 1,5 ore circa, è grande quanto un campo da gioco per il calcio o il rugby ed è sempre stata abitata da almeno 3 astronauti. L’astronomia è una delle scienze privilegiate, ma si può dire che sono presenti esperimenti di ogni genere, anche medicina, elettronica, chimica, biologia, fisica. Molte nuove possibilità sono date dall’ambiente esterno alla Terra, in microgravità. Qui si prepareranno le prime missioni umane interplanetarie.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 18: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Seahorse in Orion, 2016tela di cotone, colore acrilico, resina, lavorata a pennello e spatola, cm 80x80x3

Page 19: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

La Nebulosa Testa di Cavallo ricorda un cavalluccio carino; si osserva poco più a sud della prima stella nella cintura di Orione. Questa costellazione è rappresentata in tutte le culture del mondo come un guerriero o un cacciatore, nell’atto di colpire, ha una cintura e un’arma appesa. La costellazione è molto grande, con un disegno facilmente riconoscibile. Nell’emisfero nord è visibile in autunno, inverno e primavera. La Testa di Cavallo appare solo nei telescopi e sembra un cavalluccio marino o un cavallo di profilo. L’effetto è quello di un’ombra contro una tenda luminosa. In realtà, l’ombra è una nube oscura di polveri e gas freddo, mentre lo sfondo luminoso è idrogeno caldo, illuminato dalle grandi stelle della cintura e dalle piccole stelle nate lì dentro. Infatti questa nube, come altre in questa zona, è un luogo favorevole alla nascita di nuove stelle. Si trova a circa 1500 anni luce da noi, nella costellazione di Orione.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 20: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Space telescope, 2013 tela di cotone, colore acrilico lavorato a pennello, alluminio, acciaio inox e rame, resina crystal, cm. 120x30x4

Page 21: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

L’opera è un omaggio ad Hubble Space Telescope (HST):l’unico telescopio ottico orbitante in-torno alla Terra. Lanciato nel 1990 con lo shuttle Challeger, oggi è ancora in servizio. Sono state necessarie modifiche e sostituzioni di parti ottiche ed elettroniche, con un lavoro nello spazio come mai era stato fatto prima. I risultati scientifici e fotografici sono eccezionali: mai avevamo visto l’universo con una qualità di immagine così alta. Tecnicamente è un telescopio Riflettore Ritchey-Chrétien, con un diametro dello specchio di 2,4 mt e una Lunghezza focale di 57,6 mt.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 22: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Tela di lino, acrilico lavorato a pennello, acciaio, alluminio, rame, polvere d’argento, resina cristalCometa P67 Rosetta - Philae

, 120 x 36 cm

Page 23: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Rosetta è una missione spaziale sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea e lanciata nel 2004 per completare lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione è formata da due ele-menti: la sonda vera e propria Rosetta e il lander Philae, atterrato il 12 novembre 2014 sulla superfi-cie della cometa 67P/Churyumov Gerasimenko.La sonda fu battezzata con il nome latino di Rosetta, per ricordare la stele di Rosetta. Analogamente, la sonda Rosetta fa da anello di congiunzione tra i meteoriti, che gli scienziati possono studiare sulla Terra, e il sistema solare, che gli scienziati non possono visitare personalmente, ma che le comete attraversano continuamente.

Il lander è stato battezzato Philae, dal nome latino di un'isoletta sul Nilo, File, dove Giovanni Battista Belzoni ritrovò, nel 1817, un obelisco con iscrizioni in greco e geroglifico. L'obelisco fu utile, con la stele di Rosetta, per la decifrazione dei geroglifici.

Il luogo di atterraggio è stato battezzato Agilkia, altra isola del Nilo dove venne spostato il tempio di Iside, perennemente sommerso nell'isola di Philae (o File), a seguito della costruzione della diga di Assuan.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 24: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Spring Wind Galaxy2016, tela di cotone, colore acrilico, resina, lavorata a pennello, cm 80x80x3

Page 25: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Questo dipinto è una ricostruzione, con basi scientifiche, della struttura di una galassia spirale bar-rata, al cui centro è presente un Buco Nero Supermassiccio, con i tipici getti polari, considerati come luce visibile, per rendere l’idea della forza grandissima presente. La maggior parte delle galassie ha dato prova di contenere un Buco Nero, più o meno grande, ne-cessario per la stabilità del sistema.

È una grande stella collassata, che si è ingrandita sempre più, attirando altre stelle e gas, aumentando continuamente la sua forza di gravità. Tuttavia i buchi neri molto grandi hanno ormai ripulito la propria zona, così che raramente “mangiano” stelle. Invece, tale attività doveva essere molto intensa nelle fasi iniziali di accrescimento, rivelandosi con lo scambio di energia ai poli, dai quali esce idrogeno a velocità relativistiche, cioè vicine alla velocità della luce.

Oggi possiamo osservare simili fenomeni in galassie lontane, e quindi antichissime, che si definisco-no “attive” o Quasar. Tuttavia le immagini sono poco dettagliate. Questa è una ricostruzione basata su diverse immagini reali, dal telescopio spaziale Hubble, come:

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 26: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Creation Pillars2016, M16 2016, tela di cotone, colore acrilico, resina, lavorata a pennello, cm 80x80x3

Page 27: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

I Pilastri della Creazione sono nubi ricche di idrogeno e polveri. Una regione incubatrice di stelle molto attiva, in cui ogni protuberanza, piccola ombra scura sullo sfondo brillante di gas caldi e lu-minosi, può nascondere una stella nascente. Sono state create dall'azione del vento stellare delle stelle giganti dell'ammasso aperto centrale. La loro catalogazione segue la numerazione romana crescente, così le singole strutture sono chiamate Colonna I, Colonna II e Colonna III, procedendo da nordest a sudovest. La struttura è ben conosciuta grazie all'avvento dei telescopi spaziali: la radiazione proveniente dalle stelle dell'ammasso comprime i gas delle nubi facendone aumentare la pressione in superficie, mentre si genera un flusso evaporante di materiale nella parte opposta alla sorgente del vento stellare; è questo fenomeno il responsabile della struttura a pilastro delle nubi. La materi a densità inferiore è la prima ad essere spazzata via, mentre il nucleo più denso, com-presso a causa del fronte dell'onda d'urto, sopravvive, resistendo alla forza. Tuttavia, le immagini riprese nell’infrarosso mostrano che le prime due colonne possiedono una struttura meno densa, concentrata da nuclei molto più densi che la difendono dall'azione disgregatrice del vento. La massa totale delle aree dense dei tre Pilastri è stimata circa 200 Masse solari. Si trovano a circa 7000 anni luce da noi, nella costellazione della Coda del Serpente. Sono catalogati come IC 4703. Fanno parte della più complessa nebulosa Aquila, detta M16.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 28: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Ammasso Globulare NGC 290, 2016tela di cotone, colore acrilico, lavorato a pennello, resina, 50 x50 x 3 cm

Page 29: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

NGC 290 è un ammasso aperto situato all'interno della Piccola Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, visibile a sua volta nella costellazione del Tucano. Il suo diametro è di 290 ± 60 anni luce. Fu scoperto da William Herschel l'11 aprile 1834.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 30: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Antennae, 2014Tela di lino, colore acrilico lavorato a pennello, resina cristal, Polittico in 6 parti (ogni parte cm. 30 x 120)

Page 31: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Quest'opera appartiene al periodo della ricerca scientifica e rappresenta il nucleo di collisione di due galassie Situato a 60 milioni di anni luce di distanza nella costellazione del Corvo (Emisfero meridionale). Il nome deriva "antennae" deriva dalla deformazione gravitazionale delledue spirali originaire,simile alle antenne di un insettoDurante il lungo evento (1 miliardo di anni), le stelle delle due galassie NGC 4038 e NGC 4039 non si scontrano, tuttavia la loro nubi di gas e polveri innescano spesso processi di formazione stellare, soprattutto nella zona centrale, come rappresentato nell'opera. Naturalmente la nostra visione è in parte alterata, considerando che le immagini che giun-gono fino a noi hanno una distanza di 60 milioni di anni luce. Interpretazione artistica libera.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 32: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Page 33: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Pierre Kuentz

Nel corso della sua carriera partecipa a numerosi eventi artistici, frequenta musei e gallerie inter-nazionali dove ha modo di approfondire la conoscenza del mondo artistico contemporaneo ad altissimi livelli.

Sviluppa una sua personalissima tecnica pittorica basata sull'avvicendarsi sulla tela di pigmenti di colore e sabbia. Lavoro a fianco del Maestro Gustave Tiffoche Breton, pittore e ceramista di fama internazionale entrando nelle collezioni di importanti acquirenti europei ed americani.Nelle creazioni degli ultimi anni dai paesaggi terrestri è passato a quelli astronomici in cui fonde un' accurata precisione scientifica al suo inimitabile stile pittorico e a una delicata sensibilità per l'enigma che il cosmo rappresenta per l'uomo.

Le sue opere, per decenni visionabili solo da parte di importanti collezionisti, sono ora fruibili an-che al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alle rassegne internazionali del Carousel du Louvre e del Grand Palais e di mostre divulgative come Ad Infinitum realizzata in collaborazio-ne con Tablinum Cultural Management.

Pierre Kuentz, nel suo atelier di Aubagne circondato dalle sue opere più recenti.

Cinquant'anni vissuti da artista per Pierre Kuentz che a soli 18 anni è entrato a far par-te delle collezioni d'arte di facoltosi amatori francesi.

Dopo lo studio approfondito della storia dell'arte Kuentz lascia che siano i suoi viaggi e le suggestioni veicolate da essi ad ispirarlo.Dal suo periodo africano, trascorso nel Gabon e nella Costa d'Avorio, ricava una tavolozza in cui predominano colori primari, ombre e ri-flessi caldi, quasi terrosi.

Nel corso della lunga carriera artistica di Pierre Kuentz, i suoi dipinti si sono sempre distinti non solo per l'evidente eccellenza tecnica ma soprattutto per la straordinaria sensibilità di quest'artista al colore e alle emozioni che esso veicola nell'animo umano.La sua è una tecnica che ha avuto i suoi esordi sotto l'influenza dei grandi maestri delle avanguar-die del XX secolo a cui deve la non comune sensibilità per il colorismo: non possiamo non intuire il fascino del maturo Cezanne dalle forme preludenti il cubismo braquiano e picassiano, i contrasti cromatici alla Matisse e non mancano gli omaggi al genio tutto italiano, ma parigino d'adozione di Modigliani.I paesaggi marini dorati dal sole delle coste meridionali del suo Paese ne hanno, fin dagli esordi, dominato la tavolozza.L'incontro con i colori e la matericità dei paesaggi aficani non potevano che donare quel tocco inimitabile fatto di colori ed inserti materici, per lo più sabbie del deserto, alle sue opere che cat-turano lo spettatore in un vortice di colori caldi e terrosi che ci parlano con meraviglia di tramonti zenitali e deserti inframezzati a savane riarse.

In viaggio fra le stelle con Pierre Kuentz

Page 34: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

E infine ecco che l’occhio emozionale dell’artista passa dalla terra al cielo ed inizia ad indagare le meraviglie del cosmo: i colori che Hubble ci restituisce da galassie lontane milioni di anni luce, possiedono un fascino per lui irresistibile: impossibile non convogliarlo in ispirazione artistica.

Forte è la carica emozionale che investe lo spettatore con le sue sfumature di colore e con l’energia che ci viene trasmessa dai rossi intensi e dagli squarci di luce di Trou Noir en espansion in cui laprofondità del buco nero è illuminata improvvisamente da un lampo di energia che si sprigiona dal suo interno mentre attorno l’Universo risplende della luce rossa propria delle stelle più antiche

In Galassia m106, possiamo ammirare il vorticare di sfumature tipico di questa galassia a spiraleimpreziosito dall'originale tecnica materica dell'artista che inserisce nella pigmentazione degli evidentigranelli di sabbia. Il fulcro visivo della composizione, rappresentato dal buco nero in espansione che staper inghiottire l'intera galassia, risucchia anche l'occhio dell'osservatore verso il suo fulcro.

Opere come Montagne Mistiche, pur mantenendo la scientifica riproduzione delle foto scattate da Hubble, ci trasmettono attraverso le sapienti sfumature del colore, tutta l’emozione dell’artista posto di fronte alla meraviglia e ai grandi interrogativi che l’osservazione del cosmo risveglia in lui.

Altre opere lasciano sbalorditi per il perfetto connubio fra dimensione emozionale e scientifica: è questo il caso delle sfumature iridescenti di opere come Nebulosa Planetaria o Nebulosa del Cuore e dell’Anima, arricchite dalla tecnica sincretica che unisce la colorazione acrilica alla sabbia.

L’invito che Pierre Kuentz vuole porre attraverso la sua arte è quello di liberarci dalla nostra quo-tidianità per lasciarci stregare dalla meraviglia dell’Universo fino a lasciare emergere in noi l’emo-zione di fare parte del suo meraviglioso meccanismo.Emozioni dall’Universo che si traducono nelle vibranti sfumature delle tele di Kuentz in cui scienza e arte si fanno emozione pura. Un autentico viaggio fra le stelle, i colori dell’Universo.

Page 35: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Opere di Pierre Kuentz in mostra

Page 36: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Montagne MisticheTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, cm 40 x 70

Page 37: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Il nome "Pilastri della Creazione" si riferisce ad una fotografia ripresa dal Telescopio spaziale Hubble di colonne di gas interstellare e polveri visibili nella Nebulosa Aquila; è stata scattata il 1º aprile 1995 e viene considerata come una delle dieci migliori fotografie scattate dall'Hubble.

Queste immagini hanno aumentato notevolmente il nostro livello di comprensione dei processi di formazione stellare in atto all'interno della nebulosa. Si pensa che le sue aree oscure siano associa-te a protostelle o comunque ad oggetti stellari giovani. La struttura a "pilastri" ricorda altre strutture simili, come quella della grande area di formazione stellare in Cassiopea nota con la designazione W5 e soprannominata "Montagne della Creazione".

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 38: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Galassia M106Tela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 100

Page 39: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 40: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

La nebulosa di OrioneTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 80 x 100

Page 41: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

La Nebulosa di Orione (nota anche come Messier 42 o M 42, NGC 1976) è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Chiaramente riconoscibile ad occhio nudo come un oggetto di natura non stellare, è posta a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione,[6] al centro della cosiddetta Spada di Orione, nell'omonima costellazione.Posta ad una distanza di circa 1 270 a.l. dalla Terra,[2] si estende per circa 24 anni luce[5] ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema solare. Date le dimensioni e la luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo la identificava come una stella della spada di Orione.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 42: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Nebulosa del CignoTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 130 x 160

Page 43: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Il Complesso nebuloso molecolare del Cigno (noto anche semplicemente come Complesso del Ci-gno) è una nube molecolare gigante posta nel cuore della Via Lattea boreale, in direzione della costellazione del Cigno. Si tratta di una delle aree di formazione stellare più turbolente della nostra Galassia, nonché del complesso nebuloso molecolare più grande conosciuto nella Via Lattea; al suo interno sono presenti diverse regioni, vaste e brillanti associazioni stellari, ammassi aperti e un gran numero di stelle fra le più luminose della nostra Galassia.

Page 44: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Nebulosa del cuore e dell’animaTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 100

Page 45: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

IC 1805 (nota anche come Nebulosa Cuore o con la sigla W4) è una nebulosa diffusa in associazio-ne ad un ammasso aperto, visibile nella costellazione di Cassiopea, verso il confine con la Giraffa. Da questa regione emergono oltre 30 nubi molecolari e globuli dispersi nello spazio circostante, come visto sopra, la cui presenza suggerisce che una volta nella regione si trovava una nube mole-colare gigante in seguito dissoltasi a causa di un primo intenso episodio di formazione stellare.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 46: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Nebulosa testa di cavalloTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 130

Page 47: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Nebulose de la tete de cheval IC 434 è una nebulosa ad emissione visibile nella costellazione di Orione; grazie alla sua presenza è possibile osservare la celebre Nebulosa Testa di Cavallo, una nube oscura che le si sovrappone sulla nostra linea di vista.

La nebulosa si può osservare subito a sud della brillante stella Alnitak, della Cintura di Orione, e si mostra nelle foto a lunga posa o CCD con telescopi di medie dimensioni come una lunga striscia a forma di lama, che si dirige in direzione sud assottigliandosi verso la punta. La parte orientale è oscurata in un punto da una nebulosa oscura che si sovrappone alla scia luminosa di IC 434, e assume una forma così caratteristica che le è valso il nome di Nebulosa Testa di Cavallo. Fa parte del complesso nebuloso molecolare di Orione, un vasto sistema di nebulosità ed associazioni stel-lari a cui appartengono anche la Nebulosa di Orione e l'Anello di Barnard.Grazie alla sua posizione equatoriale può essere osservata da tutte le aree popolate della Terra.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 48: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

L’occhio di DioTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 100

Page 49: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

La nebulosa Elica (NGC 7293,o Nebulosa Helix) è una delle nebulose planetarie più vicine alla Terra.Si trova a 200 pc o 650 a.l. dalla Terra, nella costellazione dell'Aquario e presenta un diametro angolare di circa 0,5°. È stata scoperta da Karl Ludwig Harding prima del 1824.Ha un aspetto molto simile alla nebulosa Anello. È anche simile per dimensione, età e caratteristiche fisiche alla nebulosa Manubrio; le significative differenze nell'aspetto sono conseguenza della relativa vicinanza e del diverso angolo da cui la vediamo.La nebulosa Elica viene spesso chiamata l'Occhio di Dio, a partire almeno dal 2003.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 50: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Nebulosa planetariaTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 130

Page 51: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

La nebulosa planetaria 2818 è una nebulosa planetaria situata nel costellazione meridionale Pyxis (la bussola). Gran parte della nebulosa costituita dai gas espulsi dagli strati esterni di una stella al termine della sua vita. NGC 2818 è una nebulosa planetaria situata nel costellazione meridionale Pyxis (la bussola). Gran parte della nebulosa costituita dai gas espulsi dagli strati esterni di una stel-la al termine della sua vita. Ora questa stella è una nana bianca, situato nel centro della nebulosa.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 52: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Buco nero in espansioneTela di lino, tecnica mista olio, acrilico, sabbia, cm 100 x 100

Page 53: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Nella relatività generale, si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gra-vitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno, nemmeno la luce. Classicamente, questo avviene attorno ad un corpo celeste estremamente denso nel caso in cui tale corpo sia dotato di un'attrazione gravitazionale talmente elevata che la velocità di fuga dalla sua superficie risulti superiore alla velocità della luce. Da un punto di vista relativistico, invece, la defor-mazione dello spaziotempo dovuta ad una massa così densa è tale che la luce subisce, in una simile situazione limite, un redshift gravitazionale infinito. In altre parole, la luce perde tutta la sua energia cercando di uscire dal buco nero. La superficie limite al di là della quale tali fenomeni avvengono è detta orizzonte degli eventi.

Image credit: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team

Page 54: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Il 24 aprile 1990 il telescopio spaziale più longevo di sempre sfrecciava verso l’orbita terrestre. La sua incredibile storia, tra idee visionarie, intoppi, riparazioni spettacolari e importanti scoperte scientifiche.

Il lancio di Hubble nell’orbita terrestre, il 24 aprile 1990, fu salutato come la soluzione a un pro-blema che da sempre affliggeva gli astronomi: quello della distorsione atmosferica, l’interferenza delle turbolenze dell’atmosfera terrestre che disturba la visuale degli osservatori terrestri (lo stesso motivo per cui, quando guardiamo le stelle da Terra, ci sembrano pulsare).I moderni telescopi terrestri hanno superato il problema grazie a specchi adattivi che, grazie a una deformazione controllata, compensano le turbolenze atmosferiche, restituendo un’immagine nitida di fonti luminose distanti.

Ma non c'è modo, per gli osservatori "bloccati" sul nostro pianeta, di indagare nelle lunghezze d'onda - come ultravioletti, raggi gamma e raggi X - bloccate o assorbite dall'atmosfera.La soluzione più efficace è andare oltre questa barriera.O meglio, spedire un telescopio spaziale a 569 km dalla superficie terrestre.Hubble ha una accuratezza di puntamento tale che riuscirebbe a colpire con un laser una mone-tina a 320 km di distanza.

Il primo a concepire l'idea di un telescopio che potesse guardare al di là dell'atmosfera terrestre fu, nel 1923, il fisico tedesco Hermann Oberth, che suggerì di spedire un osservatorio in orbita sfruttando i razzi. A raccogliere e sviluppare l'idea, nel 1946, fu l'astrofisico americano Lyman Spitzer, il primo a proporre la costruzione di un simile telescopio in un articolo scientifico. Spitzer avrebbe trascorso i successivi 50 anni della sua vita a lavorare perché il progetto si avverasse. La dedizione e l'esperienza di Spitzer portarono la Nasa ad approvare il progetto del Large Spa-ce Telescope (questo il nome originario del telescopio) nel 1969, l'anno dell'allunaggio. Nel 1974 fu suggerita l'idea di un osservatorio costituito di pezzi intercambiabili da trasportare in orbita con gli Space Shuttle. Nel 1975, l'Agenzia Spaziale Europea affiancò la Nasa accollandosi il 15% dell'oneroso progetto (oltre un miliardo di dollari all'epoca), e aggiudicandosi in cambio almeno il 15% del tempo di ricerca.

Hubble: un occhio spalancato sul Cosmo

Riproduzione di Hubble Space Telescope presso il Kennedy Space Center

Page 55: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

COME FUNZIONA. Ogni 97 minuti, Hubble completa un'orbita intorno alla Terra, muovendosi a una velocità di circa 8 chilometri al secondo (sufficiente ad attraversare gli Stati Uniti da parte a parte in 10 minuti).Durante questo incessante viaggiare, la luce colpisce lo specchio primario (2,4 m); da qui viene riflessa su uno specchio secondario, nella parte anteriore del cilindro metallico che costituisce il telescopio, e rispedita indietro attraverso un foro nello specchio primario che la indirizza ai vari strumenti scientifici. Fotocamere e sensori analizzano la luce nelle sue varie componenti e lunghez-ze d'onda, e un'antenna trasmette i dati a Terra.

Copyright FOCUS MAGAZINE 24 APRILE 2015 | ELISABETTA INTINI

Page 56: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Ad Infinitum | Giorgio Tardonato - Pierre Kuentz

Catalogo realizzato nel maggio 2016 in occasione della mostra evento

Ad Infinitum

nell’ambito della rassegna Lust for Art 2016

Progetto curatoriale realizzato da:

Tablinum Cultural Management

Dr.ssa Elisa Larese | Curatorial Department

Dr.ssa Giulia Pavoni | Curatorial Department

Dr. Alessandro Cerioli | Project Manager

Artisti curati:

Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz

Spazio Espositivo:

officinacento5, Viale Lecco 105, 22010 Como, ItaliaArch. Giorgio Botta | Owner

Page 57: Ad infinitum - Catalogo mostra - 07.05.2016

Lust for Art 2016| © Tablinum Cultural Management

Si ringraziano i partners che hanno reso indimenticabile questa mostra:

Gruppo Astrofili Lariani

Skyward Experimental Rocketry

Klasta Architectural Soul

Christian Poggioni