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Editore: : Associazione degli amici della zona 4. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: : viale Umbria 58, Milano tel.02 45485050 fax 02 45485051 e-mail [email protected]. Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: STEM Editoriale S.p.A. – via Brescia, 22 – Cernusco s/N. Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Ugo Basso, Sergio Biagini, Giovanni Chiara, Federica Giordani, William Porzio, Francesco Pustorino,Vito Redaelli, Mirella Siboni, Riccardo Tammaro, Gianni Tavella. Hanno collaborato a questo numero: Valeria Andreoni, Maria Teresa De Angelis, Mario Negri, Franco Portinari,Antonio Solinas. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2006: 12 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 15.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno X, numero 76, giugno-luglio 2006 Cercasi uomo disperatamente, di Giovanni Chiara pag. 4 El Signurun attende il restauro pag. 2 Tutti gli eletti al Consiglio di Zona 4 pag. 5 Perché un paesaggio urbano ci attrae? pag. 3 Incontro con la scultrice Eva Olah pag. 7 Nelle pagine interne: E cco il nuovo Presidente del Consiglio di Zona 4, Paolo Zanichelli, di Forza Ita- lia, che avevamo intervistato nello scor- so numero di QUATTRO, insieme allo sfidan- te Pierpaolo Pecchiari, che risulta anch’egli eletto, nella lista della Rosa nel Pugno. 748 le preferenze espresse per Zanichelli, che risulta di gran lunga il più votato. Lo abbiamo incontrato in Consiglio di Zona al- le prese con i primi adempimenti e gli abbia- mo porto i complimenti di QUATTRO per la sua elezione e gli auguri per un proficuo lavo- ro di tutto il Consiglio. A quando la prima riunione? “Il primo Con- siglio lo stiamo convocando per il 21 giugno, di mercoledì questa volta, in quanto giovedì c’è una partita dei mondiali e ci farebbe piacere che alla prima riunione partecipasse un pubblico numeroso” Quale il primo ordine del giorno? “Nella pri- ma riunione ci sarà la convalida degli eletti e l’elezione del Presidente, mentre, da regola- mento, l’istituzione delle Commissioni e la no- mina dei Presidenti di Commissione può esse- re fatta entro le prime tre riunioni di Consiglio.” Quando diventerete operativi? “Dopo la lo- ro costituzione, le Commissioni si potrebbero riunire una volta prima della pausa estiva per iniziare a impostare il lavoro.” E le linee programmatiche? “Alcune cose le ho già detto nell’intervista che mi avete fatto e nell’incontro con Pecchiari qui in Consiglio di zona, comunque sto lavorando al programma che presenterò nella prima riunione e di cui vi fornirò copia.” Tutti invitati allora alla prima riunione del nuovo Consiglio di Zona 4, il 21 giugno alle ore 19.00. Per punti PUNTO 1: ringrazio gli amici e i letto- ri di QUATTRO che mi hanno permesso di essere eletta in Consiglio di zona 4 nel- la Lista Ferrante. Vedrò di far bene. PUNTO 2: questo numero di QUATTRO esce con 12 pagine (torniamo alla norma- lità), ma purtroppo sono rimasti fuori al- cuni articoli che dobbiamo rinviare: in par- ticolare la rubrica Curiosi per Natura, la ricetta dello chef Gaetano Riccio, alcune segnalazioni di cittadini ed altre notizie che rimandiamo al prossimo numero. PUNTO 3: a luglio e ad agosto non uscia- mo, ma lavoriamo lo stesso un po’ per pre- parare il numero di settembre e farci ve- nire nuove idee. Se vengono anche a voi lettori, siamo felici di poterle ascoltare. PUNTO 4: l’associazione culturale QUATTRO che pubblica i giornali TRE e QUATTRO potrebbe sicuramente svi- luppare le attività culturali, ma ci voglio- no forze aggiuntive: qualche volontario? Buone ferie Stefania Aleni E’ giusto che le coccole finiscano? Si stanno facendo questa domanda le ope- ratrici del progetto Coccole e Giochi, isti- tuito dalla ASL Città di Milano nel 1997 e presente nella nostra zona presso il Con- sultorio di via Oglio 18. E lo stesso si chiedono le utenti del ser- vizio, le mamme di bambini di età com- presa fra 0 e 1 anno, che si riunivano il mercoledì mattina con i loro piccoli e le operatrici (una psicologa, un’educatrice, una fisioterapista o psicomotricista) per condividere le esperienze, le difficoltà e le incertezze che caratterizzano la rela- zione con il bambino in questa fase par- ticolarmente delicata della vita. Questo ed altri progetti rivolti alle fami- glie stanno chiudendo per mancanza di fondi: si vanno però a colpire proprio i servizi per l’infanzia, l’adolescenza, per il sostegno alla famiglia, dando un grave segnale di regressione culturale. No, non è giusto che le coccole finiscano. Il Nuovo che avanza in zona 4 Gemma Ghizzo presenta ai lettori di QUATTRO il suo Nuovo Teatro Oscar U n nuovo teatro, un teatro nuovo, un tea- tro rinnovato ricco di novità: come vi piace. La so- stanza è che dal prossimo set- tembre il teatro Oscar di via Lattanzio, noto per il suo ci- neforum, per la scuola di bal- lo e per le rappresentazioni per ragazzi, sarà gestito dal Teatro Nuovo, proprio il famoso tea- tro di piazza San Babila che negli ultimi settant’anni ha ospitato molti degli eventi tea- trali più significativi della cit- tà. Una novità indubbiamente per la nostra zona nella quale certo non mancano luoghi tea- trali ormai affermati da anni. Il teatro Oscar sarà dunque NUOVO OSCAR: perché rin- novato, soprattutto nella pla- tea ridisegnata, ma anche per- ché appunto ora legato alla tra- dizione del teatro Nuovo. Ne abbiamo parlato con l’en- tusiasta ideatrice di questa co- raggiosa iniziativa, Gemma Ghizzo, responsabile del Tea- tro Nuovo dalla scomparsa, nel 2004, del marito Franco, l’imprenditore amante del tea- tro che aveva rilevato l’impre- sa nel 1977 alla morte del mi- tico Remigio Paone, forse il maggiore produttore di spet- tacoli privati in Italia. Il Tea- tro Nuovo è la sala dove i mi- lanesi hanno applaudito i mag- giori interpreti della prosa na- zionale, hanno assistito a pri- me rappresentazioni anche con memorabili fiaschi di te- sti diventati poi celebri, ma è anche la sala in cui fin dagli anni cinquanta sono state pre- sentate le prime commedie musicali, diventate poi un ge- nere caratteristico del teatro leggero italiano, e grandi mu- sical prodotti anche all’estero. E questo filone caratterizza da anni, sia pur non in modo esclusivo, la programmazione del Nuovo. Il volo di memoria sulla storia di uno dei maggiori teatri del- la città per dire che la nuova gestione del teatro Oscar si in- nesta su questa affermata tra- dizione. Abbiamo, anche in queste pagine, accolto spesso con interesse sperimentazioni teatrali, spettacoli inventati qui segue a pag. 9 Gemma Ghizzo con la figlia Monica E’ Paolo Zanichelli il nuovo Presidente del Consiglio di Zona 4 E’ Paolo Zanichelli il nuovo Presidente del Consiglio di Zona 4

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Editore: : Associazione degli amici della zona 4. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: : viale Umbria 58, Milano tel.02 45485050 fax 02 45485051 e-mail [email protected]. Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: STEM Editoriale S.p.A. – via Brescia, 22 – Cernusco s/N. Direttore responsabile: Stefania Aleni.Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Ugo Basso, Sergio Biagini, Giovanni Chiara, Federica Giordani, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, MirellaSiboni, Riccardo Tammaro, Gianni Tavella. Hanno collaborato a questo numero: Valeria Andreoni, Maria Teresa De Angelis, Mario Negri, Franco Portinari, Antonio Solinas. Aderente al Coordinamentodei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2006: 12 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura 15.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno X, numero 76, giugno-luglio 2006

Cercasi uomo disperatamente,di Giovanni Chiara

pag. 4

El Signurun attende il restauro

pag. 2

Tutti gli eletti al Consiglio di Zona 4

pag. 5

Perché un paesaggio urbano ci attrae?

pag. 3

Incontro con la scultriceEva Olah

pag. 7

Nellepagineinterne:

E cco il nuovo Presidente del Consiglio diZona 4, Paolo Zanichelli, di Forza Ita-lia, che avevamo intervistato nello scor-

so numero di QUATTRO, insieme allo sfidan-te Pierpaolo Pecchiari, che risulta anch’eglieletto, nella lista della Rosa nel Pugno. 748 le preferenze espresse per Zanichelli, cherisulta di gran lunga il più votato.Lo abbiamo incontrato in Consiglio di Zona al-le prese con i primi adempimenti e gli abbia-mo porto i complimenti di QUATTRO per lasua elezione e gli auguri per un proficuo lavo-ro di tutto il Consiglio.A quando la prima riunione? “Il primo Con-siglio lo stiamo convocando per il 21 giugno,di mercoledì questa volta, in quanto giovedì c’èuna partita dei mondiali e ci farebbe piacere chealla prima riunione partecipasse un pubbliconumeroso”Quale il primo ordine del giorno? “Nella pri-ma riunione ci sarà la convalida degli eletti el’elezione del Presidente, mentre, da regola-mento, l’istituzione delle Commissioni e la no-mina dei Presidenti di Commissione può esse-

re fatta entro le prime tre riunioni di Consiglio.”Quando diventerete operativi? “Dopo la lo-ro costituzione, le Commissioni si potrebberoriunire una volta prima della pausa estiva periniziare a impostare il lavoro.”E le linee programmatiche? “Alcune cose leho già detto nell’intervista che mi avete fatto enell’incontro con Pecchiari qui in Consiglio dizona, comunque sto lavorando al programmache presenterò nella prima riunione e di cui vifornirò copia.”Tutti invitati allora alla prima riunione del nuovoConsiglio di Zona 4, il 21 giugno alle ore 19.00.

Per punti■ PUNTO 1: ringrazio gli amici e i letto-ri di QUATTRO che mi hanno permessodi essere eletta in Consiglio di zona 4 nel-la Lista Ferrante. Vedrò di far bene.■ PUNTO 2: questo numero di QUATTROesce con 12 pagine (torniamo alla norma-lità), ma purtroppo sono rimasti fuori al-cuni articoli che dobbiamo rinviare: in par-ticolare la rubrica Curiosi per Natura, laricetta dello chef Gaetano Riccio, alcunesegnalazioni di cittadini ed altre notizieche rimandiamo al prossimo numero.■ PUNTO 3: a luglio e ad agosto non uscia-mo, ma lavoriamo lo stesso un po’per pre-parare il numero di settembre e farci ve-nire nuove idee. Se vengono anche a voilettori, siamo felici di poterle ascoltare.■ PUNTO 4: l’associazione culturaleQUATTRO che pubblica i giornali TREe QUATTRO potrebbe sicuramente svi-luppare le attività culturali, ma ci voglio-no forze aggiuntive: qualche volontario?Buone ferie

Stefania Aleni

E’ giusto che le coccole

finiscano?Si stanno facendo questa domanda le ope-ratrici del progetto Coccole e Giochi, isti-tuito dalla ASL Città di Milano nel 1997e presente nella nostra zona presso il Con-sultorio di via Oglio 18.E lo stesso si chiedono le utenti del ser-vizio, le mamme di bambini di età com-presa fra 0 e 1 anno, che si riunivano ilmercoledì mattina con i loro piccoli e leoperatrici (una psicologa, un’educatrice,una fisioterapista o psicomotricista) percondividere le esperienze, le difficoltà ele incertezze che caratterizzano la rela-zione con il bambino in questa fase par-ticolarmente delicata della vita. Questo ed altri progetti rivolti alle fami-glie stanno chiudendo per mancanza difondi: si vanno però a colpire proprio iservizi per l’infanzia, l’adolescenza, peril sostegno alla famiglia, dando un gravesegnale di regressione culturale.No, non è giusto che le coccole finiscano.

Il Nuovo che avanza in zona 4

Gemma Ghizzo presenta ai lettoridi QUATTRO il suo Nuovo Teatro Oscar

U n nuovo teatro, unteatro nuovo, un tea-tro rinnovato ricco di

novità: come vi piace. La so-stanza è che dal prossimo set-tembre il teatro Oscar di viaLattanzio, noto per il suo ci-neforum, per la scuola di bal-lo e per le rappresentazioni perragazzi, sarà gestito dal TeatroNuovo, proprio il famoso tea-tro di piazza San Babila chenegli ultimi settant’anni haospitato molti degli eventi tea-trali più significativi della cit-tà. Una novità indubbiamenteper la nostra zona nella qualecerto non mancano luoghi tea-trali ormai affermati da anni.Il teatro Oscar sarà dunqueNUOVO OSCAR: perché rin-novato, soprattutto nella pla-tea ridisegnata, ma anche per-ché appunto ora legato alla tra-dizione del teatro Nuovo.Ne abbiamo parlato con l’en-tusiasta ideatrice di questa co-raggiosa iniziativa, GemmaGhizzo, responsabile del Tea-tro Nuovo dalla scomparsa,nel 2004, del marito Franco,l’imprenditore amante del tea-tro che aveva rilevato l’impre-sa nel 1977 alla morte del mi-tico Remigio Paone, forse ilmaggiore produttore di spet-tacoli privati in Italia. Il Tea-tro Nuovo è la sala dove i mi-

lanesi hanno applaudito i mag-giori interpreti della prosa na-zionale, hanno assistito a pri-me rappresentazioni anchecon memorabili fiaschi di te-sti diventati poi celebri, ma èanche la sala in cui fin daglianni cinquanta sono state pre-sentate le prime commediemusicali, diventate poi un ge-nere caratteristico del teatroleggero italiano, e grandi mu-sical prodotti anche all’estero.E questo filone caratterizza da

anni, sia pur non in modoesclusivo, la programmazionedel Nuovo. Il volo di memoria sulla storiadi uno dei maggiori teatri del-la città per dire che la nuovagestione del teatro Oscar si in-nesta su questa affermata tra-dizione. Abbiamo, anche inqueste pagine, accolto spessocon interesse sperimentazioniteatrali, spettacoli inventati qui

segue a pag. 9

Gemma Ghizzocon la figlia Monica

E’ Paolo Zanichelli il nuovo Presidente del Consiglio di Zona 4

E’ Paolo Zanichelli il nuovo Presidente del Consiglio di Zona 4

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Il sabato e la domenica al Parco Cas-sinis i bivacchi continuano, i prati ele siepi si trasformano dopo i bar-

becue in immondezzai e latrine a cieloaperto. La presenza dei vigili risulta co-munque ininfluente ad arginare i com-portamenti incivili e il degrado che nederiva. Chi ha a cuore l'integrazione trai popoli non può tollerare ulteriormen-

te che gruppi di stranieri si comportinocome se fossero in qualche favela di Li-ma e non in una città Europea dove ilrispetto del verde pubblico e dell'am-biente rappresentano conquiste di civil-tà, non capricci radical-chic.Sollecitiamo quindi un intervento del-la nuova amministrazione di Milanoverso i loro consolati per studiare una

campagna di comunicazione che incidasui comportamenti di chi, ospite, deveportare rispetto al Paese che lo accoglie.Questa iniziativa potrebbe innescare unprocesso virtuoso di reciproco ricono-scimento, isolando chi soffia sulle bra-ci dell'intolleranza e della xenofobia.

Franco Portinari

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I l suo sguardo è rivolto al-l’abbazia di Chiaravalle.Da tempo è imprigionato,

insieme alla casa che sta allesue spalle, detta anche “La fet-ta di torta”, da un’impalcaturaormai arrugginita.E’ un Cristo con la croce lastatua che si trova in via SanDionigi 6 a Milano.Sorretta da un basamento inpietra, l’immagine di Gesù al-za il braccio destro, privo diuna mano, verso il cielo, quasia rassicurare le vie circostantiormai trafficate e rumorose. IlSuo sguardo dolce fa di questapiccola via di Milano una nic-chia da non trascurare e di-menticare come purtroppospesso e per altri monumenti diMilano accade, quasi come sivolesse cancellare il passato,ciò che per lungo tempo ha ac-compagnato i nostri nonni.La sua pietra solida non vuo-le ancora cedere la bellezza edil significato che rappresenta.

Ed è un vero peccato che que-sta statua chiamata dalla gen-te “El Signurun”, Gesù neldialetto milanese, venga la-sciata alla mercè del tempo edel degrado.Ma ora, grazie all’interessa-

mento della Parrocchia di S.Michele e S. Rita e del Comu-ne, pare che l’Amministrazio-ne dello stabile intenda ri-strutturare l’edificio ed il suo“Signurun”.Quindi vorremmo porre all’at-

tenzione di tutti i cittadini, aifedeli della zona, l’impegnocon il quale ci adopereremo percercare di far ristrutturare a chidi competenza questa statua, al-ta circa tre metri, che un tempodava il benvenuto a chi venivaa Milano e che ora attende sol-tanto di essere ancora quel-l’immagine sacra che accom-pagna tutte le persone e che atutte le persone appartiene. Ed ancora, stimolare chiunqueabbia notizie o semplicemen-te ricordi legati al “Signurun,a raccontarli, per mantenere vi-va una parte della nostra cittàche, insieme ai nostri anzianinonni, ci consente oggi di vi-vere e continuare verso il fu-turo. Aspettiamo quindi da voitutto ciò che vorrete raccon-tarci, ciò che vorrete ricordaree far sapere ai giovani, affin-ché tutto quello che è ricordoritorni a vivere nel presente.

Mario Negri

Oltre lo sguardo:la Lega del Filo d’Oro

festeggia i suoi10 anni in zona 4

I l 20 maggio scorso si è te-nuta, presso la parrocchiadi S. Maria del Suffragio,

la festa della comunità alloggioper sordociechi della Lega delFilo d’Oro di via Carlo Poma:i dieci anni di attività di questastruttura rappresentano, infatti,un traguardo importante. La Lega del Filo d’Oro si oc-cupa della riabilitazione, del-l’educazione e dell’assistenzaa persone con gravi deficit divista e di udito o che presenta-no altre carenze di tipo senso-riale. La struttura di via CarloPoma, in particolare, è statainaugurata nel 1996 e da allo-ra le sue iniziative si sono mol-tiplicate anche grazie al soste-gno delle strutture della zona.Qui lavorano educatori, assi-stenti sociali e soprattutto so-no attivi i volontari. Andrea Bosi, responsabiledella comunità alloggio di Mi-lano ci racconta della struttu-ra e delle sue attività: “La co-munità può ospitare circa set-te persone e in questo mo-mento siamo quasi la massi-mo della capienza, ma è ne-cessario che ogni ospite sia se-guito con grande attenzione.Fondamentale è il ruolo deivolontari: sono loro che han-

no il contatto più diretto congli ospiti instaurando un rap-porto paritario e di amicizia ”. Per l’occasione della festa èstata allestita anche una mo-stra fotografica: si tratta di fo-tografie realizzate da StefanoGuerzoni, appassionato di fo-tografia sordocieco che ha giàesposto i propri lavori a Mila-no. La mostra si intitola “Vi-sti da vicino. Autobiografiad’oltre sguardo”e raccoglieuna serie di immagini che vo-gliono raccontare la vita masoprattutto i volti delle perso-ne che vivono la comunità al-loggio. Sono fotografie sem-plici e dirette che creano unanarrazione, quasi un diario deiprotagonisti di questa realtà.Lo stesso Guerzoni ci raccon-ta di come questa esperienzalo abbia reso felice e del desi-derio di poter fare altre mostreper raccontare ancora, attra-verso la sua passione per la fo-tografia, le attività e la vita diquesta comunità. Auguri dunque da tutti noi al-la comunità alloggio e ai suoicollaboratori di continuare congrinta la propria attività comefanno ormai da dieci anni.

Federica Giordani

El Signurun attende il restauro

Sabato e domenica al Parco Cassinis

F ilippo Lombardi, diplomato alDams come regista, ha una pas-sione: gli animali. Passione che

ha avuto fin da bambino, ed in partico-lare verso i gatti che spesso raccoglie eospita in casa curandoli. Ma Filippo sioccupa pure di quei felini che vivono,spesso in condizioni precarie, nelle areedismesse di Zona 4 e non solo. Un im-pegno che a volte lo porta a tralasciareil proprio lavoro per intervenire laddo-ve sono segnalati casi particolari. “Mi sono impegnato più volte con sol-di miei a far sterilizzare i gatti di due co-lonie di Zona 4 per far sì che non con-traessero malattie e limitassero la ripro-duzione, ma da solo non è possibile, an-che se qualcosa si sta muovendo e altrepersone hanno preso a cuore questo pro-blema.. Ho pagato fior di quattrini men-tre questa operazione dovrebbe esseresvolta dalle autorità competenti, ASL inprima linea” – ci racconta Filippo. Filippo ha scritto e fatto sentire la sua

voce, raccogliendo anche firme, pressola Lav (Lega antivivisezione) e l’Asl de-nunciando la situazione e lamentandoanche il fatto che una persona incarica-ta di svolgere pubblicamente quello cheFilippo ed altri fanno a titolo personale,di fatto non fa il mestiere come dovreb-be. Gatti catturati con le gabbie, ma nonsubito ritirati e quindi con il rischio diprocurarsi ferite nel tentativo di liberar-si o, peggio ancora, lasciati alla mercédi malintenzionati che potrebbero im-padronirsene per scopi non proprioumanitari.Quello che Filippo vorrebbe è l’istitu-zione dell’accalappiagatti che si occupidelle colonie, che per legge dovrebberoessere censite e poste sotto il controllosanitario dell’Asl, anche per garanziaverso i cittadini, che risponda all’Aslstessa e si faccia carico di quello che orasolo i volontari fanno. Sensibilizzare lagente è l’impegno che si è dato Filippoe adesso qualcosa si sta movendo. Si sta

cercando di creare un gruppo di attivi-sti ecologisti di Zona 4 che si occupinodi queste problematiche, comprese quel-le dei cani o dei piccioni; un paio di set-timane fa presso la sede dei Verdi di viaFiamma si è tenuta una riunione con lapartecipazione di moltissime personeche hanno discusso e confrontato le pro-prie idee e progetti.Tra le varie idee, un sogno che Filippovorrebbe vedere realizzato: la creazio-ne di un parco degli animali in città.“Con tutte le aree dismesse che ci sonoa Milano- ci dice - sarebbe veramenteun progetto interessante creare questoparco e luogo multifunzionale dove dif-fondere una cultura diversa. Non quel-la del “noi salviamo i poveri animali”ma un luogo dove gli animali vivano inun habitat consono e che possa servirea insegnare a tutti a rispettarli e consi-derarli”.

Antonio Solinas

Che succede nell’area ex Tibb?

I l signor Andreotti, resi-dente in via Colletta, sichiede (e ci chiede) che

cosa succede nell’area exTIBB:- perchè dei due “casermoni”alle spalle della Coop uno èancora inutilizzato? Che cosane impedisce l’abitabilità?- Era previsto dietro i due ca-seggiati l’allestimento di ungiardino, addirittura con fon-tana, alberi e panchine: ci so-no solo macerie, perché nes-suno ci lavora?- Proseguendo verso la fine divia Colletta, vi è l’ampio par-cheggio approntato da circaun anno con tanto di spazi de-

limitati, segnaletica e lampio-ni, che non è ancora possibileutilizzare e non se ne conosceil motivo. Perché una volta infunzione sara consentito en-trarvi sono da via Sannio enon anche da via Colletta?- Ultima area, dopo il par-cheggio, quello destinato adun asilo. La desolazione è to-tale, si è scavato da tempo,ammucchiata la terra poi par-zialmente livellata, comincia-no a crescervi le erbacce, madi lavori in vista non c’è trac-cia! Inoltre su un lato di que-sto terreno è emerso un gros-so muro circolare in mattoni:che cosa potrebbe essere?

A tutte queste domande cercheremo di dare risposta nel prossimo numero di QUATTRO

Salviamo i gatti

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Perché un paesaggio urbano ci attrae? Il caso di Viale Montenero

C apita quasi sempre - viven-do, passeggiando o sempli-cemente transitando in una

parte di città - di provare delle sen-sazioni: si tratta di una reazione che,anche senza volerlo, il nostro corpoelabora in rapporto all’ambiente checi circonda. A volte ci si sente bene,altre a disagio, ed è difficile capire le

ragioni che ci portano a sensazionicosì diverse.Per capirci qualche cosa di più, pro-viamo a porci una domanda moltosemplice: quali condizioni devonoverificarsi per mettere in grado uncittadino di riconoscersi in un luogo,di trovarlo confortevole e sicuro alpunto da vivere felice? O, in altre pa-

role, quando e perché unastrada, o una piazza, ci fan-no sentire “parte attiva” diuna città? Scegliamo, dun-que, un caso concreto perprovare a trovare delle ri-sposte: Viale Montenero,per esempio, ovvero unaparte della Zona 4 che,nonostante i problemi quo-tidiani quali il traffico e lasosta, continuiamo a rico-noscere come luogo digrande vitalità.Proporrei una chiave di let-tura basata su tre argomen-tazioni così da svelare al-meno una parte della com-plessità che si trova alla ba-se della città.Una prima questione puòessere ricondotta alle formefisiche del paesaggio urba-no: Viale Montenero è unastrada ben proporzionata econ dei marciapiedi como-di; è caratterizzata da un di-segno regolare ma non mo-notono (l’impianto urbanocircolare di Milano è benpercepibile, soprattutto av-vicinandosi a Piazza CinqueGiornate), che la rende ri-conoscibile, da un lato, co-me parte di una struttura ur-bana più generale (da VialePremuda fino a Sabotino-Bligny) ma che, dall’altro,si arricchisce di singoli epi-sodi di grande qualità, qua-li l’innesto di Viale Lazio ogli spazi verdi che integra-

no ciò che resta dei bastionispagnoli; l’alberatura centra-le è un altro elemento quali-tativo che caratterizza quelluogo. In breve, ci troviamodi fronte ad paesaggio urba-no le cui forme fisiche espri-mono bellezza e sincerità.Una seconda questione ri-guarda le forme sociali diViale Montenero: si trattacertamente di una stradachic ma non mancano anchegli abitanti dei ceti medi, ipiccoli negozi e le botteghe;ci sono, inoltre, dei nuovi ri-storanti etnici e, soprattutto,i numerosi bar che rendonovivo il Viale nelle ore serali(a volte, anche troppo). Tut-to ciò concorre a definire

un’adeguata variabilità delle funzio-ni sociali e degli usi di città: un ulte-riore elemento che esprime l’auten-ticità del Viale Montenero.La terza questione che distingue ilcaso in esame, infine, è quella va-

lenza determinante che possiamo de-finire accessibilità: la linea tranvia-ria circolare del 29-30, infatti, colle-ga il Viale Montenero al resto dellacittà con grande efficacia e rapidità;trasforma quel paesaggio urbano in

un luogo che è anche parte diuna città più ampia al puntoche siamo lì ma ci sentiamoanche altrove. Il valore ag-giunto è un sentimento che èl’esatto opposto dell’emargi-nazione.Per concludere, l’analisi delletre caratteristiche sopraindi-cate aiuta a capire le ragioniper cui Viale Montenero ci ap-paia come un paesaggio urba-no attraente, e - allo stessotempo, “in negativo” - a com-prendere perché altri luoghi losiano meno. Costruire una cit-tà bella e sincera non è facilee anche se Viale Monteneronon può essere considerata co-me un “modello” replicabilealtrove (sarebbe troppo sem-plice), rappresenta, tuttavia,un riferimento possibile da in-

dagare per provare a rendere miglio-ri le vecchie parti della città (da ri-qualificare) e quelle nuove (da co-struire).

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Sammy non era una bambina dai lunghipreamboli e dalle ovattate maniere. Irruppenel bar di Salvatore e puntò diritto su Cheng,

che era intento a rimuovere la data di scadenza dauna partita di succhi di frutta d’annata. «A te piac-ciono le donne bionde?» gli domandò. Cheng stet-te a pensarci un poco. «Dipende» rispose alla fi-ne, un po’ facendo ricorso alla propria prudenzaorientale e un po’perché, conoscendo Sammy, giàsentiva aria di fregatura. «Cioè, io dico bionde-bionde, di quelle naturali, talmente bionde cheneanche crescono i peli sulle gambe, con in piùdue occhioni azzurri…interessa?» fece lei.«Quanti anni ha?» domandò Cheng. «Diciamo suiventicinque» mentì spudoratamente Sammy.Cheng, sempre cancellando date di scadenza, ri-mase a pensarci un altro poco. «E quanto è alta?»domandò. Sammy ebbe un’esitazione. Non chenon sapesse quanto la bionda in questione fossealta; era quanto piacessero alte a Cheng a non sa-pere. Rimase nel vago. «Così, una cosa giusta…»barbugliò. «Che a me-mi alte non me-mi piac-ciono» disse Cheng, che sui pronomi si ingarbu-gliava ancora un poco. «Un metro e sessantunocentimetri!» sparò Sammy. «Uhm» fece Chengcon interesse. Dal retro era intanto emerso Salva-tore, brandendo un salame interamente coperto dauna muffa di un bel verde smeraldo che mettevaallegria. «Ehi, picciotta, che minchia ti metti a of-frire un bocconcino di ragazza così a ‘sto selvag-gio del sesto mondo, immigrato delle mie palle»disse con tutta la delicatezza di cui era capace, vi-sto che stava rivolgendosi a una bambina di ottoanni. «Sta’ zitto tu, che dalla Sicilia sei venutonuotando in mezzo alle sardine e l’odore ce l’haiancora addosso» ribattè Sammy, con il garbo concui usava trattare i ristoratori cinquantenni irsutie un poco in debito nei confronti di acqua e sa-pone. Dopodiché tornò a puntare le batterie suCheng. «Allora ‘sta bionda ti interessa sì o sì?»La cosa aveva avuto origine la sera del preceden-te venerdì, quando Mary, giovane donna biondanaturale con gli occhio azzurri, già poco fortuna-ta di suo e in più con l’aggravante di trovarsiSammy come figlia, dopo aver posato il telefonoaveva aperto la diga di Assuan che doveva na-scondere dentro le ghiandole lacrimali, per pian-gere tutto il piangibile. Al mattino stava ancoradisperandosi, sia pure con meno dispendio idri-co. A mezzogiorno si limitava a caiottare, al tra-monto sospirava come rantolasse. Il buio però do-veva stimolare le ghiandole preposte, perché a se-ra giù un altro diluvio. Idem domenica. Luiss, nonvedendola per due giorni filati e sentendosi nega-re al telefono, era salito dei due piani che lo se-paravano dalla figlia per chiedere notizie. «E’suc-cesso che quel pisquano del Nicola l’ha piantata,e vedi tu i risultati» aveva spiegato Sammy indi-cando la madre, ormai disidratata dalla lacrima-zione alluvionale. «Che a me quello mica piace-va» aveva detto Luiss. «A me neanche» s’era as-sociata Sammy. «Ma piaceva a me, porca muc-ca!» aveva esclamato dalla propria poltrona di do-lore la ormai inzuppata Mary. Sammy allora, pre-so il nonno per un braccio, se l’era tirato sul pia-

nerottolo. «Troviamogliene un altro, no? Tu nonconosci nessuno?» aveva squittito. «Be’, così, sudue piedi…E poi, dico, mica mi sembra bello met-termi a cercare uomini per mia figlia!» «Perché,io cosa mi metto in tasca cercandoli per mia ma-dre? Ma piuttosto che vederla così…Allora, a uo-mini come stiamo?» «Boh, a parte Renato, checon la sua anarchia rischia sempre di finire in ga-lera, vive a pane e latte, non ha né luce né gas nételefono, viaggia sugli ottant’anni…» «Ecco, ap-punto, a parte Renato?» «C’è Giulio, il tranviere.Bravo ragazzo, gioca bene a briscola. Lo conosci,no? Quello che…» Sammy aveva alzato gli occhial plafone marezzato da quella perdita decennaleche l’ALER si ostinava a negare esistesse. «Maha più di quarant’anni ed è pure pelato!» era sbot-tata. «Ehi, tusa, che la tua mamma non è tanto diprimo pelo neanche lei, e poi i rapati adesso van-no di moda.» «Sì, ma quelli che si rapano del tut-to, mica come il tuo Giulio, che ci ha ai lati dellatesta due spari di capelli che sembrano le orec-chie di Topolino!» Luiss era stato a pensarci. «Od-dio, volendo c’è il Franchino, che s’è appena se-parato dalla moglie« aveva proposto. «Proprio:s’è separato dopo che l’ha trovata a letto con unaltro quando è uscito da San Vittore, dove l’ave-vano ficcato perché spacciava!» «Spacciava: unpo’ di erba, mica chissà cosa. Vabbe’, allora c’è ilCarletto, che non s’è mai sposato. A carte è scar-sino, ma volendo…» «Ma non ho capito, le tro-viamo un uomo per giocare a carte? E poi, ‘sto

Carletto che non s’è mai sposato: sfido io, è l’ot-tavo nano di Biancaneve, è perfino più basso dilei, che già non è una top model!» aveva escla-mato Sammy. «Ohè, viperetta, che la tua mammaè una bella ragazza, mica per niente somiglia ame!» era esploso Luiss, in un impeto di orgogliopaterno condito da una gagliarda dose di autosti-ma. Dall’interno era arrivato un ululato. Mary ave-va messo insieme una nuova riserva di lacrime esi accingeva a piangerle tutte. «Si sono rotte le ac-que un’altra volta!» era stato lo sconsolato com-mento di Luiss. «Emergenza assoluta: vedi un po’se ti viene in mente qualcuno che non è scappatodal museo delle cere, io intanto faccio un salto albar» aveva deciso Sammy con un sospiro che sa-peva di nobile rinuncia, visto che Cheng era unasua fissazione. Con tale spirito aveva fatto irru-zione nel mini-bar che stava di là della strada. «Al-lora, come la mettiamo con ‘sta bionda?» do-mandò in maniera ultimativa a Cheng. «La dovleivedele» disse lui. Sammy convenne. «OK, in ca-po a mezz’ora te la porto» promise. Le ci volle unpo’ di più, perché Mary non voleva saperne diuscire. Venne stanata a strepiti. «Una sola figliahai, e non la vuoi accompagnare a prendere un ge-lato! Devo andarci sola, con la brutta gente chec’è in giro?» era arrivata a gridare Sammy, senzaprecisare che la brutta gente che c’era in giro in-contrando lei cambiava marciapiedi. Cheng, chenon aveva mai visto Mary prima di allora, parveapprezzare. «Molto bella signola bionda, ma mi-

ca venticinque anni» bisbigliò a Sammy. «Nonstiamo a fare i difficili per un paio di anni in più,e diamoci una mossa: fai qualcosa, corteggiala unpo’. Ti devo dire tutto io?» sussurrò Sammy spor-gendosi sopra il bancone da sembrare, magra co-m’era, uno sfilatino un po’ movimentato. Chengsi schiarì la voce. «Lei mamma di Sammy? Mol-to piacele. Posso offlille succo di flutta alla…pe-la?» fece con signorilità, alzando la bottigliettadalla quale aveva appena rimosso una data di sca-denza risalente ai tempi del primo governo Pro-di. Sammy si protese ulteriormente sul bancone,con il rischio di finire dall’altra parte, per sibilar-gli indignata: «Disgraziato spilorcio, già sono sen-za padre, mi vuoi avvelenare la madre e lasciar-mi orfana del tutto?". E risoluta trascinò via Mary,con la scusa che là era facile che facessero il ge-lato alla cinese, con il dado di brodo e le rape.«Ma non è che quel pirla di Nicola è mio padre,eh?» domandò quando furono davanti al portonedella loro scala. «Ma no, ci mancherebbe. Anchese tuo padre era un gran pirla uguale» risposeMary cercando le chiavi nella borsetta, ed emet-tendo due singhiozzi che parevano dovessero es-sere il preludio della nuova alluvione. «Ah be’,queste sì che sono le gioie della vita!» esclamòSammy, spalancando il portone con la consuetapedata che tanto lavoro procurava ai fabbri del-l’ex Istituto Autonomo Case Popolari. Mary smi-se di cercare le chiavi, e aprì le cateratte.

Giovanni Chiara

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bardia con le numerose adesionigiunte da tutta Italia per il concor-so Favolando 2006”. Così ha esor-dito l’organizzatrice della iniziati-va, il nostro “diretür” Stefania Ale-ni, presentando i vincitori del con-corso organizzato da QUATTROcon la collaborazione del Cral delComune di Milano di via Bezzec-ca e quest’anno anche con il pa-trocinio della Provincia di Milano.Giunto alla seconda edizione, ilconcorso ha ribadito la sua validi-tà, visti i concorrenti provenientida tutta Italia e la partecipazioneattiva di diverse classi della Mo-rosini-Manara e della elementareMugello. La premiazione, con la lettura sce-nica dei brani primi classificati nel-le tre categorie a cura di StefaniaMannacio Colla e Alessandro Te-sta della Compagnia di marionet-

te Gianni e Cosetta Colla, si è svol-ta nella cornice del Teatro della 14°di via Oglio, presenti tre dei vinci-tori e, tra il pubblico, i ragazzi del-le scuole coinvolte nell’iniziativa.Oltre alla cerimonia di premiazio-ne, ai premiati resteranno le copiedel libretto appositamente stam-

pato, che quest’anno raccoglie ol-tre a tutti i testi premiati anche nu-merosi brevi racconti scritti que-sta volta dai bambini e dalle bam-bine della Terza E della Morosini:veri e propri quadretti freschi,spontanei e ricchi di fantasia.Al termine della lettura dei lavori,

la Compagnia di marionette ha of-ferto ai bambini presenti lo spet-tacolo “Il mago di Oz”, seguitocon grande attenzione e applaudi-tissimo.Al prossimo anno.

Sergio Biagini

Favolando 2006: premiati i vincitori

CERCASI UOMO DISPERATAMENTE

Nella foto, da sinistra:Gaspare Grassa,presidente del CRAL,Alessandro Testa,Stefania Mannacio Colla,Maria Di Blasio, 1°premio per leFilastrocche, StefaniaAleni, presidente Ass.QUATTRO, GiuliaBoccabella, 1° premioNarrativa per ragazzi 8-12 anni, SergioMarchi, 2° premioNarrativa per ragazzi 8-12 anni.

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All’alba dell’8 giugno, 10 giorni dopole elezioni, sono arrivati i risultati de-finitivi degli eletti al Consiglio di Zo-

na 4. 41 i consiglieri (40 + il Presidente),spettanti per il 60% alla coalizione vincente(25 seggi) e per il 40% alla minoranza(16seggi).Ecco l’elenco completo:

CENTRODESTRA

Forza Italia – 30,63% (15 seggi):Paolo Zanichelli, Massimo Casiraghi, Ti-ziano Collinetti, Antonella Di Troia, GiorgioTomellini, Teobaldo Rocca, AlessandroSacco, Pietro Celestino, Davide Belloni,Guido Bernardi, Giovanni Floriddia, Cate-rina Santoro, Giorgio Martini, Alfredo Gran-do, Francesco LabellaAlleanza Nazionale – 10,51% (5 seggi):Carmelo Lupo, Salvatore D’Arezzo, Ado-nella Milici, Gioacchino Amato, GiancarloGalimbertiLega Nord – 4,28% (2 seggi):Laura Molteni, Paolo BassiCasini-UDC – 3,09% (2 seggi):Michele Lattante, Emanuele VillaDemocrazia Cristiana – 1,07% (1 seggio):Massimo Massagli

CENTROSINISTRA

L’Ulivo – 23,25% (8 seggi):Paolo Cova, Giacinto De Pasquale, CarloGreco, Angelo Misani, Aldo Dell’Oro, Fran-cesco Mapelli, Gabriele Pezzaglia, AnnaAlziati

Lista Ferrante – 5,55% (2 seggi):Stefania Aleni, Paola Rota Rifondazione Comunista – 4,37% (1 seggio):Francesco Brunacci Verdi per la pace – 3,66% (1 seggio):Pierangelo TosiRosa nel Pugno – 1,87% (1 seggio):Pierpaolo PecchiariDi Pietro-Italia dei valori – 1,75% (1 seggio):Luca RagoneComunisti Italiani – 1,73% (1 seggio):Massimo GentiliUniti per Milano con Dario Fo – 1,66% (1 seggio):Alessandro Rizzo

Sono 22 i consiglieri nuovi rispetto alla com-posizione del Consiglio precedente, anchese per due di essi è un ritorno (Brunacci diRifondazione e Floriddia di Forza Italia),mentre Laura Molteni della Lega Nord pre-cedentemente era in Consiglio Comunale.Fra i molti non rientrati, vi sono alcuni chenon si erano ricandidati e altri che “non cel’hanno fatta”. Dal Consiglio di Zona al Consiglio Comu-nale è invece passato l’ex presidente, Filip-po Totino.7 le donne (1 in più), e donne entrambe leelette della Lista Ferrante (non c’è stato bi-sogno di quote rosa!!). Molti i giovani en-trati: 8 con meno di trent’anni (abbiamo cir-coscritto i giovani, altrimenti finisce che fi-no a 60 si sentono tutti giovani…).Fra le altre osservazioni che si possonofare, si nota l’estrema frammentazionedei due schieramenti, favorita anche dal-la modalità di attribuzione dei seggi chepremia i più piccoli (5 liste con menodel 2% che prendono comunque un con-sigliere).Per il resto, aspettiamo di vederli all’opera!

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Tanti gusti, tanti colori,goloso, fresco compa-gno dell’estate. In una

parola: gelato, il compagno perl’estate che si avvicina e noi diQUATTRO ci siamo messi al-la ricerca di qualche gelateria(in zona ce ne sono tantissimee per ovvi motivi di spazio nonpossiamo citarle tutte) “sacri-ficandoci” ad assaggiare gusticlassici o novità per darvi in-dicazioni e consigli dove an-dare a scegliere i gusti preferi-ti e gustarli in un cono o in unacoppetta o portarseli a casa perdividerli con gli amici. Cosaabbiamo dedotto dopo il no-stro “tour gelato”? Prima ditutto che gli ingredienti sonofreschi, altrimenti non potreb-bero chiamarsi gelaterie arti-gianali, che i gusti classici so-no ancora incontrastati padro-ni del mercato, la frutta è unmust e la preferita dai bambi-ni, mentre continua la passio-ne per il cioccolato con sem-pre nuovi accostamenti con al-tri ingredienti che ne esaltanoil sapore. Per i prezzi di coppee coni la forbice non è ampia:costi minimi e massimi moltovicini. Forbice più ampia neiprezzi delle torte o del gelatoda asporto. Infine, quasi tuttele gelaterie sono aperte duran-te il mese di agosto. Partiamoa questo punto per il nostro“tour gelato”.

GELATERIA PRIMOFIOREVia Lazzaro Papi 19Particolari i gusti pera e for-maggio, limone e basilico, bi-scotto Plasmon e yogurt o me-lone piccante. Chiusura estiva:dal 5 al 27 agosto

GELATERIA ANGELS

Piazza Angilberto 1Da provare la briochata, gela-to di crema cioccolato e pezzidi brioche.

GELATERIA DOLCI MELODIEViale Umbria 66Cassate, gelato allo yogurt,waffels e pan cake. Granite.

MONDO GELATOVia dei Cinquecento 4Gelati per diabetici e ghiac-cioli alla frutta naturalissimi.Specialità la Regina d’Africa:stracciatella alla crema con ba-nana e scaglie di cioccolato.Aperta nel 1928.

GELATERIA PEPEVia Cadore 6Monoporzioni di gelato emousse a 2.5 _, ghiaccioli allafrutta fresca, granite e frappé. Chiuso la settimana di Ferra-gosto.

GELATERIA MELAVERDE 2Piazzale Martini 1Esiste anche un Melaverde 1alla Bovisa e Melaverde 3 aLissone. Ambiente giovane eallegro.

GELATERIA DA RUGGEROPiazza Emilia 4Anche crepes e frullati in unagelateria da tantissimi anni inZona 4 e nota da sempre per laqualità e la professionalità nelfare i gelati.

IL GELATO DI VIA CADOREVia Cadore 38Cassette di frutta fresca, di lat-te fresco, come la panna: Gio-vanni non usa altro.

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Gestione nuova con tanta vo-glia di farsi conoscere.

GELATO IN PIAZZAPiazza dell’ArtigianatoUn bel banco di pasticceria etorte per ricorrenze, se voleteanche un espresso.

IL BOTTOViale Montenero 63Attività appena iniziata ma leidee sono chiare: si punta sul-la genuinità e sulla qualità. Co-me il gelato al pistacchio diBronte: anche gli altri sonobuoni ma questo è da sballo.Da settembre inizia la produ-zione di torte e crepes.

GELATERIA RUGGEROPiazza 5 Giornate 4Dal 1934 sulla piazza, non so-lo intesa come 5 Giornate. Unavera istituzione dove di certoogni abitante di zona è andatoa comprare il gelato. Chiuso ledue settimane centrali di ago-sto

IL GELATO DI MATTEOViale Mugello 7 angolo vialeCorsicaIl gelato al cioccolato fonden-te è da favola, compagno di al-tri 5 tipi di cioccolato. Novitàgradevole i “dopo cena”: bic-chierini di gelato alla menta,cioccolato, fragole e altro dagustare davanti a un film ochiacchierando con amici.

Termina qui il nostro giro.Conservate questa pagina e te-netela a portata di mano: vitornerà utile nel momento incui vi scapperà la voglia di ungelato… Buone ferie.

Sergio Biagini

Estate: voglia di gelatoTutti i vostri eletti al Consiglio di Zona 4

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Aseguito dell’iniziativa di Legambiente e di QUAT-TRO, presentata nel numero di maggio, per dareun nome al monumento dedicato ai donatori di san-

gue che sorge nel parco Formentano di largo Marinai d’I-talia, abbiamo ricevuto molte proposte di nomi. Fra que-ste abbiamo scelto

LIBERTY D’AMAREdel nostro lettore Andrea Gasparini.Il prossimo 20 giugno alle ore 15, la curatrice dellacampagna “Salva col nome” e i redattori di QUATTROsi incontreranno presso il monumento per collocareuna targa ricordo con il nuovo nome proposto e le prin-cipali informazioni sull’opera della scultrice Eva OlahArrè.Ovviamente siete tutti invitati a partecipare!

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Abbiamo dato un nome al monumento!

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La Società Umanitaria è stata autorizzata dal Ministero dell’I-struzione dell’Università ad attivare corsi triennali in Scienze del-la Mediazione Linguistica ed a rilasciare i relativi diplomi equi-pollenti a tutti gli effetti di legge alle Lauree universitarie inScienze della Mediazione Linguistica.Il corso è serale e può ammettere un massimo di 35 allieviche potranno immatricolarsi dopo un test che, pur non essen-do selettivo, tende a verificare le conoscenze linguistiche deicandidati.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL TEST che si terrà sabato 9 settembre 2006 alle ore 9.00

presso la sede della Società Umanitaria

INFORMAZIONI e ISCRIZIONIProf. Pier Ernesto Malatesta:

02.579.68.329 oppure 338.371.9440www.umanitaria.it - [email protected]

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Sono aperte fino aiprimi di settembre leiscrizioni al corso

serale del Liceo artistico,che dopo quattro anni difrequenza rilascia il Di-ploma di Stato che dà ac-cesso al 5° anno integrati-vo, alla Facoltà di Archi-tettura o all’Accademia diBelle Arti.Oltre alle materie culturalifondamentali vi è una for-te presenza di materie arti-stiche (Discipline pittori-che e plastiche, Architettu-ra, Anatomia artistica).Il corso è aperto ai lavora-tori, di qualunque età.Per iscrizioni e informa-zioni rivolgersi alla segre-teria della scuola: tel 02713443 – 02 70102093

L’incontro con la scultriceEva Olah Arrè

La campagna “Salva con nome”, che nel-la nostra zona ha interessato l’opera Aldonatore di sangue creata fra il 1993 e

il 1994 da Eva Olah Arrè, ci ha dato anchel’opportunità ed il piacere di incontrare e co-noscere l’artista.La scultrice, di origine ungherese, vive in Ita-lia dal 1969 e vanta un primato davvero spe-ciale, essendo l’unica artista donna i cui lavo-ri sono ospitati in due sedi a dir poco presti-giose: il Duomo di Milano e la Basilica di SanPietro a Roma. Milanese per scelta e affinità,da sempre affianca all’attività artistica vera epropria quella didattica. “Insegno scultura alLiceo Artistico statale di Brera, in via Hayech,che unico in tutta Italia offre un corso seralecompleto e dove, per imparare a ritrarre cor-rettamente la figura umana, impieghiamo an-cora modelle nude: una rarità, ormai”.Un tour ideale alla scoperta dell’opera di EvaOlah può partire proprio dal parco Formenta-no, da quell’abbraccio la cui ispirazione, ci haspiegato l’artista, “nasce dal simbolo dell’A-vis, l’associazione dei donatori di sangue: tremani unite a simboleggiare la solidarietà, cheè la più grande forma di amore”. L’elegantescultura è diventata un elemento caratteristicodel parco e i bambini amano giocarvi intornoe esplorarla, ma Eva Olah sembra tutt’altro cheinfastidita da questa familiarità. “Nella fessu-ra del basamento, proseguimento della frattu-ra simbolica che percorre interamente una del-le due figure che compongono l’opera, i bam-bini hanno preso l’abitudine di infilare i pro-pri giocattoli, e ogni tanto dimenticano qual-che peluche: mi piace molto questa naturalez-za, questo modo di reinterpretare un mio la-voro”, ci racconta la scultrice.La tappa successiva dell’itinerario intorno al-le creazioni di Eva Olah visitabili a Milano enegli immediati dintorni ci conduce al Duo-mo, nel braccio meridionale (cioé destro) deltransetto, dove è collocata una statua in mar-mo bianco e rosa del cardinale Schuster, arci-vescovo di Milano dal 1929 al 1954.All’interno del Cimitero Monumentale, inve-ce, l’artista ha firmato il monumento funebre“Araba Fenice” commissionato dalla famigliaFormiga, fondatrice degli Oxford Institute. Epoi ancora meritano una citazione: un bustobronzeo di Aldo Moro realizzato nel 1982 eposto nella piazza centrale di Arconate; il bu-

sto del cardinale Tettamanzi presente in Cu-ria e una scultura bronzea sita nel museo ci-vico “Villa Ciani” di Lugano. Infine, un bas-sorilievo marmoreo di Eva Olah rappresen-tante il beato ungherese Làszlò Batthyàny-Strattmann è collocato nella Cappella Un-gherese delle Grotte nella Basilica di San Pie-tro in Vaticano: è il primo beato laico unghe-rese dell’era moderna raffigurato dalla primaartista donna la cui opera entra nella Basilica

Vaticana.Non è azzardato dire che il tratto unificantenella produzione della scultrice ungherese siala forte tensione etica, e una conferma a que-sta impressione viene dalle sue stesse parole.Quando le abbiamo comunicato il nome concui i cittadini di Zona 4 hanno scelto di ribat-tezzare la sua scultura, ha annuito dicendo che“Liberty di amare mi piace, ma - ha aggiunto- spero che i milanesi non dimenticherannoche il monumento è dedicato all’Avis, e allasua importantissima attività”.

Valeria Andreoli

La scultrice Eva Olah e il Presidente dell’A-VIS comunale Milano, Ermanno Pozzoni

Tuta nera perfetta-mente aderente,sguardo di ghiaccio

affascinante e una macchi-na che è oramai un mito.Avete certamente capito dichi stiamo parlando: Dia-bolik. Il ladro gentiluomopiù famoso dei fumetti èstato protagonista indiscus-so di una bellissima e ori-ginale mostra presso lo spa-zio Lattuada. Quando la passione per unpersonaggio diventa amo-re per la sua storia e pertutto ciò che lo riguarda,ecco che può nascere unacollezione come quellaesposta in questa mostra.Ma partiamo con ordine espieghiamo come è natal’idea di “Diabolik Darko”. Nel 1989 LuciaGiussani, l’inventrice di Diabolik, riceve unaproposta dalla Promocard: realizzare delle car-toline con immagini del fumetto per rendere an-cora più famoso il celebre eroe mascherato. Do-po aver accettato la proposta, la “mamma” diDiabolik inizia a creare le cartoline insieme aimitici disegnatori del personaggio e fino al ca-podanno del 2003 le cartoline vengono distri-buite e collezionate in tutta Italia. Ma c’è un col-lezionista che più di altri si è adoperato in que-sta sorta di “missione”: Dario Frata. E’ però unincontro molto speciale che dà l’idea a Frata perla sua vera collezione. Incontra, presso una mo-stra di fumetti, Tino Adamo, uno dei disegnato-ri non uffciali di Diabolik, il quale non solo gliautografa la cartolina disegnata da lui stesso, mafa un disegno in cui rappresenta per metà il vi-

so di Diabolik e per metàquello dell’accanito colle-zionista. E’ così che nascel’idea di cercare per ognicartolina il suo disegnatorepresso le mostre dei fumet-ti e i vari eventi organizza-ti intorno al famoso ladro innero, di farsele autografaree in più di accostarci un di-segno fatto al momentodall’artista di turno. 90 i pannelli esposti condediche e disegni, in questacollezione super privata. In-fatti Diabolik Darko, così sifa chiamare Frata, non hamai ceduto alla tentazionedi vendere la sua collezio-ne, nonostante le propostesiano state moltissime e lu-singhiere. E’ troppo il valo-

re affettivo che lega questo appassionato alla suaopera di collezione: le ricerche, le amicizie coni disegnatori, i viaggi per seguire ogni evento le-gato a Diabolik, non hanno certo prezzo. In oc-casione di questa mostra sono state inoltre crea-te quattro cartoline con i disegni di GiorgioMontorio (uno dei più celebri disegnatori di Dia-bolik) che raffigurano i protagonisti degli ormai700 episodi del fumetto: Diabolik, Eva Kant,Ginko e Altea.Una chicca per gli amanti del genere è statacertamente l’esposizione presso lo spazio del-la mitica Jaguar-e type: la macchina originaledi Diabolik datata 1963 ed utilizzata nel ’67per girare il film dedicato all’inafferrabile eroedei fumetti.

Federica Giordani

Catturato Diabolik allospazio Lattuada

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Gaetano Riccio

Page 8: Abbonamento 2006: COPIA OMAGGIO E’ Paolo Zanichelli il ... · dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2006: 12 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a

Aseguito dell’iniziativa di Legambiente e di QUAT-TRO, presentata nel numero di maggio, per dareun nome al monumento dedicato ai donatori di san-

gue che sorge nel parco Formentano di largo Marinai d’I-talia, abbiamo ricevuto molte proposte di nomi. Fra que-ste abbiamo scelto

LIBERTY D’AMAREdel nostro lettore Andrea Gasparini.Il prossimo 20 giugno alle ore 15, la curatrice dellacampagna “Salva col nome” e i redattori di QUATTROsi incontreranno presso il monumento per collocareuna targa ricordo con il nuovo nome proposto e le prin-cipali informazioni sull’opera della scultrice Eva OlahArrè.Ovviamente siete tutti invitati a partecipare!

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Abbiamo dato un nome al monumento!

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ANNO ACCADEMICO 2006/2007

CLASSE DI LAUREA IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA

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La Società Umanitaria è stata autorizzata dal Ministero dell’I-struzione dell’Università ad attivare corsi triennali in Scienze del-la Mediazione Linguistica ed a rilasciare i relativi diplomi equi-pollenti a tutti gli effetti di legge alle Lauree universitarie inScienze della Mediazione Linguistica.Il corso è serale e può ammettere un massimo di 35 allieviche potranno immatricolarsi dopo un test che, pur non essen-do selettivo, tende a verificare le conoscenze linguistiche deicandidati.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL TEST che si terrà sabato 9 settembre 2006 alle ore 9.00

presso la sede della Società Umanitaria

INFORMAZIONI e ISCRIZIONIProf. Pier Ernesto Malatesta:

02.579.68.329 oppure 338.371.9440www.umanitaria.it - [email protected]

Liceo ArtisticoStatale di Brera

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Sono aperte fino aiprimi di settembre leiscrizioni al corso

serale del Liceo artistico,che dopo quattro anni difrequenza rilascia il Di-ploma di Stato che dà ac-cesso al 5° anno integrati-vo, alla Facoltà di Archi-tettura o all’Accademia diBelle Arti.Oltre alle materie culturalifondamentali vi è una for-te presenza di materie arti-stiche (Discipline pittori-che e plastiche, Architettu-ra, Anatomia artistica).Il corso è aperto ai lavora-tori, di qualunque età.Per iscrizioni e informa-zioni rivolgersi alla segre-teria della scuola: tel 02713443 – 02 70102093

L’incontro con la scultriceEva Olah Arrè

La campagna “Salva con nome”, che nel-la nostra zona ha interessato l’opera Aldonatore di sangue creata fra il 1993 e

il 1994 da Eva Olah Arrè, ci ha dato anchel’opportunità ed il piacere di incontrare e co-noscere l’artista.La scultrice, di origine ungherese, vive in Ita-lia dal 1969 e vanta un primato davvero spe-ciale, essendo l’unica artista donna i cui lavo-ri sono ospitati in due sedi a dir poco presti-giose: il Duomo di Milano e la Basilica di SanPietro a Roma. Milanese per scelta e affinità,da sempre affianca all’attività artistica vera epropria quella didattica. “Insegno scultura alLiceo Artistico statale di Brera, in via Hayech,che unico in tutta Italia offre un corso seralecompleto e dove, per imparare a ritrarre cor-rettamente la figura umana, impieghiamo an-cora modelle nude: una rarità, ormai”.Un tour ideale alla scoperta dell’opera di EvaOlah può partire proprio dal parco Formenta-no, da quell’abbraccio la cui ispirazione, ci haspiegato l’artista, “nasce dal simbolo dell’A-vis, l’associazione dei donatori di sangue: tremani unite a simboleggiare la solidarietà, cheè la più grande forma di amore”. L’elegantescultura è diventata un elemento caratteristicodel parco e i bambini amano giocarvi intornoe esplorarla, ma Eva Olah sembra tutt’altro cheinfastidita da questa familiarità. “Nella fessu-ra del basamento, proseguimento della frattu-ra simbolica che percorre interamente una del-le due figure che compongono l’opera, i bam-bini hanno preso l’abitudine di infilare i pro-pri giocattoli, e ogni tanto dimenticano qual-che peluche: mi piace molto questa naturalez-za, questo modo di reinterpretare un mio la-voro”, ci racconta la scultrice.La tappa successiva dell’itinerario intorno al-le creazioni di Eva Olah visitabili a Milano enegli immediati dintorni ci conduce al Duo-mo, nel braccio meridionale (cioé destro) deltransetto, dove è collocata una statua in mar-mo bianco e rosa del cardinale Schuster, arci-vescovo di Milano dal 1929 al 1954.All’interno del Cimitero Monumentale, inve-ce, l’artista ha firmato il monumento funebre“Araba Fenice” commissionato dalla famigliaFormiga, fondatrice degli Oxford Institute. Epoi ancora meritano una citazione: un bustobronzeo di Aldo Moro realizzato nel 1982 eposto nella piazza centrale di Arconate; il bu-

sto del cardinale Tettamanzi presente in Cu-ria e una scultura bronzea sita nel museo ci-vico “Villa Ciani” di Lugano. Infine, un bas-sorilievo marmoreo di Eva Olah rappresen-tante il beato ungherese Làszlò Batthyàny-Strattmann è collocato nella Cappella Un-gherese delle Grotte nella Basilica di San Pie-tro in Vaticano: è il primo beato laico unghe-rese dell’era moderna raffigurato dalla primaartista donna la cui opera entra nella Basilica

Vaticana.Non è azzardato dire che il tratto unificantenella produzione della scultrice ungherese siala forte tensione etica, e una conferma a que-sta impressione viene dalle sue stesse parole.Quando le abbiamo comunicato il nome concui i cittadini di Zona 4 hanno scelto di ribat-tezzare la sua scultura, ha annuito dicendo che“Liberty di amare mi piace, ma - ha aggiunto- spero che i milanesi non dimenticherannoche il monumento è dedicato all’Avis, e allasua importantissima attività”.

Valeria Andreoli

La scultrice Eva Olah e il Presidente dell’A-VIS comunale Milano, Ermanno Pozzoni

Tuta nera perfetta-mente aderente,sguardo di ghiaccio

affascinante e una macchi-na che è oramai un mito.Avete certamente capito dichi stiamo parlando: Dia-bolik. Il ladro gentiluomopiù famoso dei fumetti èstato protagonista indiscus-so di una bellissima e ori-ginale mostra presso lo spa-zio Lattuada. Quando la passione per unpersonaggio diventa amo-re per la sua storia e pertutto ciò che lo riguarda,ecco che può nascere unacollezione come quellaesposta in questa mostra.Ma partiamo con ordine espieghiamo come è natal’idea di “Diabolik Darko”. Nel 1989 LuciaGiussani, l’inventrice di Diabolik, riceve unaproposta dalla Promocard: realizzare delle car-toline con immagini del fumetto per rendere an-cora più famoso il celebre eroe mascherato. Do-po aver accettato la proposta, la “mamma” diDiabolik inizia a creare le cartoline insieme aimitici disegnatori del personaggio e fino al ca-podanno del 2003 le cartoline vengono distri-buite e collezionate in tutta Italia. Ma c’è un col-lezionista che più di altri si è adoperato in que-sta sorta di “missione”: Dario Frata. E’ però unincontro molto speciale che dà l’idea a Frata perla sua vera collezione. Incontra, presso una mo-stra di fumetti, Tino Adamo, uno dei disegnato-ri non uffciali di Diabolik, il quale non solo gliautografa la cartolina disegnata da lui stesso, mafa un disegno in cui rappresenta per metà il vi-

so di Diabolik e per metàquello dell’accanito colle-zionista. E’ così che nascel’idea di cercare per ognicartolina il suo disegnatorepresso le mostre dei fumet-ti e i vari eventi organizza-ti intorno al famoso ladro innero, di farsele autografaree in più di accostarci un di-segno fatto al momentodall’artista di turno. 90 i pannelli esposti condediche e disegni, in questacollezione super privata. In-fatti Diabolik Darko, così sifa chiamare Frata, non hamai ceduto alla tentazionedi vendere la sua collezio-ne, nonostante le propostesiano state moltissime e lu-singhiere. E’ troppo il valo-

re affettivo che lega questo appassionato alla suaopera di collezione: le ricerche, le amicizie coni disegnatori, i viaggi per seguire ogni evento le-gato a Diabolik, non hanno certo prezzo. In oc-casione di questa mostra sono state inoltre crea-te quattro cartoline con i disegni di GiorgioMontorio (uno dei più celebri disegnatori di Dia-bolik) che raffigurano i protagonisti degli ormai700 episodi del fumetto: Diabolik, Eva Kant,Ginko e Altea.Una chicca per gli amanti del genere è statacertamente l’esposizione presso lo spazio del-la mitica Jaguar-e type: la macchina originaledi Diabolik datata 1963 ed utilizzata nel ’67per girare il film dedicato all’inafferrabile eroedei fumetti.

Federica Giordani

Catturato Diabolik allospazio Lattuada

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Gaetano Riccio

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e proposti per la prima voltanelle sale della zona: ora lanovità è, invece, portare in zo-na un teatro tradizionale, gar-bato, piacevole, un aiuto alrasserenamento in tempi incui ce n’è molto bisogno. Unascelta dunque che si allarga arappresentazioni spettacolari,pensate per un vasto pubblico,collaudate in altre sale, con al-lestimenti impegnativi e im-portanti apporti musicali. Sulpalcoscenico si alternerannonomi celebri, come LinoS v a m -pa, En-rico Be-ruschi ,Mass i -mo Ven-turiello,AmandaSandrelli, per dire solo dei piùcelebri, e anche attori menonoti, ma felicemente avviati suquesti registri interpretativi. Gemma Ghizzo si è lasciatasuggestionare dal fascino del-la sala di via Lattanzio, conquel palcoscenico di superfi-cie limitata, ma proteso nellaplatea per favorire l’indispen-sabile contatto fra l’attore e ilpubblico: quasi un nuovo Ge-rolamo, ci diceva. Non so sesono ancora molti i milanesiche ricordano quella saletta dipiazza Beccaria, vergognosa-mente lasciata in rovina dalleamministrazioni comunali,teatro in miniatura con pochedecine di posti, ma platea e di-versi ordini di palchi e log-gione, come la Scala, sede peranni del teatro delle mario-nette, così caro ai bambini del-la città. Commovente e forsetroppo benevolo paragone: maè vero che la sala del teatro

Oscar resta nella memoria evolentieri la pensiamo neiprossimi mesi vissuta da rap-presentazioni che sapranno ri-chiamare un pubblico ancheestraneo alla zona.Commedie comiche, comme-die brillanti, come “Quel tran-viere chiamato desiderio”;musical, come “La piccolabottega degli orrori” e i famo-si Legnanesi, fra i titoli cheleggiamo annunciati nella ric-ca locandina: un repertorio ra-ramente rappresentato fuoridalla grandi sale del centrodella città, e anche un giallo

che po-t r e b b ea p r i r eun filo-ne parti-co la re .Spetta-coli che

impongono costi elevati, mache vengono promossi qui conforme di abbonamento acces-sibili e speciali riduzioni per igiovani: una scommessa dav-vero, come conclude GemmaGhizzo, ma il teatro è ancheazzardo, coraggio, tentativo. Il teatro vive in tanti filoni: cipiace applaudire il testo spe-rimentale, inquietante che ciporta a riflettere sui problemiche segnano ogni giorno lanostra vita, e ci piace goderedi vicende che del quotidianosanno cogliere con ironia ec-cessi, paradossi, situazioni di-vertenti e finalmente rassere-nanti. Attendiamo il levarsidel sipario per apprezzare laqualità promessa, mentre au-guriamo a questa proposta,inedita nella nostra zona, lamigliore fortuna e il pubblicoche saprà meritarsi.

Ugo Basso

Sorprendente e festosaserata quello delloscorso 7 giugno per l’i-

naugurazione della nuova se-de del Centro ProduzioniTeatrali in via Trebbia 33: di-namica e interessante la di-rettrice, Maria Stefanache,romena di origine greca, cheavevamo incontrato qualchegiorno prima nel cantieredella nuova sede per cono-scerla e presentarci prepara-ti alla serata inaugurale. Ac-colgono l’ospite una musicagreca dal vivo e le fotografiedi scena di lavori prodotti ne-gli anni passati, firmate daMiroslava Ledo, originaleartista ispano venezuelanadalle molteplici esperienzeinternazionali: suggestionimoltiplicate poi in un videoche illustra l’attività del Cen-tro e della sua direttrice.

Il nuovo locale, uno spazioparticolare che permette an-che una piccola tribuna perassistere alle fatiche dellamessa in scena di nuovi spet-tacoli, risuona di accentistranieri che testimonianouna ricchezza incrocio diculture e sensibilità diverse.Maria Stefanache, ideatriceanimatrice responsabile delCentro, studia a Bucarest,dove debutta come attrice,ma non trova maestri capacidi soddisfare le sue esigenzené spazi adeguati alla suacreatività e al suo impegno.Come altri artisti, vuole usci-re dall’isolamento culturaleimposto dal regime e, dopola liberazione dal comuni-

smo, nel 1989, lascia il suopaese e approda in Italia do-ve studia regia all’accademia“Silvio D’Amico” e può la-vorare con quelli che ancoraconsidera i suoi grandi mae-stri, Jerzy Grotowski e Gior-gio Strehler.

Nel 1995 Maria Stefanacheavvia a Milano la realizza-zione del suo sogno: un la-boratorio in cui produrrespettacoli, ma soprattutto in-segnare un modo, il suo mo-do, di fare teatro ad attori eregisti: ne leggeremo in unlibro di prossima pubblica-zione sia in Romania sia inItalia a lei dedicato dallascrittrice romena Violeta Po-pescu. Colpisce la serietà delsuo lavoro, l’idea che unospettacolo debba essere co-

municazione non solo per in-formare ed emozionare, ad-dirittura che lo spettatoredebba lasciare la sala tra-sformato, diverso da come èentrato: l’attore deve “spri-gionare dal palcoscenicoun’energia in grado di farpassare in chi assiste il dram-ma che sta vivendo”.

Per ottenere questo occorro-no rigore e disciplina prati-cati per tempi lunghi, occor-rono esercizi e riflessioni,occorre operare sulla voce esul corpo per ottenerneespressività originali: eccoperché Maria Stefanache so-stiene la necessità di un con-tinuo aggiornamento degliattori e dei registi, che nonpossono accontentarsi di unapur corretta messa in scena

di un testo. In questa dimen-sione del teatro grandi per-sonaggi della classicità, inparticolare nella sua espe-rienza donne della tragediagreca, Antigone, Medea,Elettra, come pure figurecontemporanee da inventare,anche quotidiane come cia-scuno di noi, diventano ca-paci di trasformare, di farpensare su di sé e sulla vita,soprattutto non lascerannoindifferenti: l’attore dovrà ri-uscire a “farsi amare, odiare,desiderare”, dallo spettatore,coinvolgendosi nel perso-naggio con la propria vita, fi-no a soffrirne quasi fisica-mente.

Il Centro Produzioni Teatra-li si ripromette quindi, inquesta nuova sede, di pro-durre spettacoli di questasorta e di offrire ad attori eregisti la scuola necessaria.Da parte nostra un cordialebenvenuto nella nostra zona,ricca di spazi teatrali, e unaugurio di buon lavoro.

Ugo Basso

Maria Stefanache ha cura-to la regia della lettura sce-nica delle opere vincitricidel concorso TEATRAN-DO 2006, organizzato dal-l’Associazione culturaleQUATTRO, in collabora-zione con il Teatro Oscar,che saranno presentate nelfestoso pomeriggio delprossimo 22 al TeatroOscar di via Lattanzio (ve-di locandina in prima pa-gina).

Maria Stefanache apre la nuova sede del suo Centro di Produzioni Teatrali

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Io non amo l’acqua! Per lomeno, non troppo! Maquando, percorrendo Via

Bellini, ho visto questa picco-la e originale libreria, non hopotuto fare a meno di fermar-mi e di curiosare al suo inter-no. Avrete già capito che citroviamo di nuovo fuori Zona4, ma giusto per un pelo: ViaVincenzo Bellini infatti sbucasul Viale Bianca Maria poco asud di Piazza Tricolore, abba-stanza vicino insomma per de-cidere di non far perdere ai let-tori di QUATTRO questa“chicca”!In realtà, passando da quelleparti in bicicletta, ho percepi-to che quel negozio poteva es-sere una libreria solo grazie auna “coda dell’occhio” alle-nata, giacché la vetrina era de-cisamente insolita: qualche li-bro, sì, ma in mezzo a pietredipinte, conchiglie, modellinidi navi e altri oggetti di variotipo. Appiccicando il naso al-la porta vetrata ho potuto con-statare che l’interno era effet-tivamente tappezzato di scaf-falature piene di libri e stac-cando il naso dalla porta ho vi-sto anche una cartello con lascritta “Fatti d’acqua” (…che non era un’esortazionemorigerata, ma proprio il no-me del negozio !!!). A questopunto sono entrato!Ad accogliermi, scendendo daun simpatico soppalco, c’eraIsabella Cattaneo - la titolare -che mi ha parlato volentieridella sua libreria. Quaranten-ne, ex-informatica, un grandeamore per l’acqua in tutte lesue manifestazioni, Isabella haattinto questa sua passione dalmare; la scintilla è scoccata inetà giovanile frequentando,come molti studenti, il CentroVelico di Caprera, ma l’idea di

aprire una libreria tematica ènata in tempi relativamente re-centi. Il coraggio l’ha trovatodopo quella che ha definito“l’esperienza più bella dellasua vita”: una traversata at-lantica di tre mesi in barca avela, durante la quale il tempoera scandito dai ritmi dell’ac-qua e dai gesti essenziali pervivere senza quasi nulla attor-no. Così, nel giugno 2001, ha da-to il via alla sua impresa unpo’ folle: aprire una piccola li-breria senza alcuna esperien-za nel settore e con gli inevi-tabili timori di scarsa redditi-vità. Ma che tipo di libreria è maiquesta? Non una“libreria nautica”in senso stretto(ce ne sono altregià avviate ecompetitive) maqualcosa di piùoriginale che ab-bia attinenza conl’acqua in tutte lesue forme. Una li-breria dall’arianon troppo “col-ta” e “austera”,che non venda so-lo libri ma ancheprodotti e oggettiin tema. Un luogoconfortevole, vi-vace e “colorato”,ove poter chiac-chierare e cercarecon calma ciò chepiace. E come è riusci-ta ad impostare

una libreria di questo tipo?Non è stato facile, sia perchénon è semplice fare delle scel-te che integrino adeguatamen-te libri e oggetti, sia perchénon esistono cataloghi temati-ci per selezionare i volumi se-condo queste particolari esi-genze. Isabella ha imparato la-vorando: leggendo articoli,cercando dati bibliografici, na-vigando in Internet e contat-tando direttamente le case edi-trici, con un occhio di riguar-do per i piccoli editori, parti-colarmente collaborativi. Lospazio non le consente di te-nere tutto ciò che si stampa re-lativamente all’acqua, quindi(anche se può soddisfare qua-

lunque richiesta su ordinazio-ne) in negozio tiene solo i vo-lumi che le piacciono e che ri-tiene più validi. Ma cosa vuol dire “tutto sul-l’acqua”? Vuol dire che neivari settori si trovano volumisul mare (manuali di nautica,racconti di viaggio, esplora-zioni artiche, sport, pesca) esulle acque dolci (fiumi, laghi,estuari); libri di meteorologiae di astronomia, libri di storiae di mitologia, libri fotografi-ci e (ovviamente!) di cucina.Non mancano fumetti, libri perbambini e un piccolo settorededicato ai pirati! E poi anco-ra, l’acqua dal punto di vistascientifico, l’acqua nelle reli-

gioni e nel simbolismo, l’ac-qua per la salute. Per quantoriguarda la narrativa, non solo“romanzi di mare” ma ancheromanzi particolari (scelti leg-gendoli tutti!) purché - comedice Isabella - siano “intrisi”d’acqua! Per viaggi, escursio-ni e canottaggio sono disponi-bili carte fluviali e (su ordina-zione) carte nautiche. E i clienti chi sono? Nei pri-mi anni la libreria era fre-quentata da persone di tutti itipi e di tutte le età che si fer-mavano volentieri a chiac-chierare e a scegliere libri eoggetti. Oggi la clientela è unpo’ cambiata: forse per la cri-si economica, forse per i rap-

porti sociali piùtesi, la gente èmeno entusiasta emotivata; leggemeno e viene so-prattutto per fareregali originali e aprezzi contenuti.Già, perché oltreai libri ci sono an-che gli oggetti!Giro per il nego-zio e fra il classi-co Kon-Tiki diThor Heyerdahl eil recentissimoNavi fantasma diClive Cussler tro-vo conchiglie,pietre dure, colla-ne e braccialettidi madrepora; frail volto di CortoMaltese che spic-ca su una coperti-na e i buffi pirati

di Mordillo spuntano puzzle,scatole per modellismo nava-le, fontanelle e mini-pompeper costruirle; dalla scala delsoppalco pende un’amaca e aterra noto alcuni modellini difaro (c’è chi li colleziona). Epoi ancora maniche a vento,lampade, specchi, compassiper navigazione, gadget ma-gnetici, adesivi siliconici mul-ticolori per vetri e specchi, po-ster, cartoline, etc. Lo spirito ecologico che per-mea l’iniziativa di Isabella lainduce a vendere anche ma-neggevoli torce elettriche so-lari (a cellette fotovoltaiche) emascherine “serie” per ciclistiurbani (realmente efficaci con-tro il PM10). Alcuni clienti lehanno rimproverato l’eccessi-va commistione di libri e og-getti, ma la chiave della “di-versità” di questa libreria staproprio in questo e Isabellacontinua la sua ricerca di pro-dotti in tema per circondare ilibri di cose particolari, allegree colorate.Quindi se amate leggere, vipiacciono le “cose d’acqua” osemplicemente volete fare unregalo originale potete visita-re Fatti d’acqua in Via Vin-cenzo Bellini 13, vicino alConservatorio e alla monu-mentale Basilica di S. Mariadella Passione. La libreria èaperta il martedì, giovedì e ve-nerdì dalle ore 10.00 alle19.00, il mercoledì dalle ore14.00 alle 22.00 (apertura an-che serale) e il sabato su ri-chiesta (tel. 02.45482637).Commenti e suggerimenti so-no i benvenuti nella casella diposta elettronica [email protected]

Francesco Pustorino

PER CHI AMA L’ACQUA

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Il Centro Culturale An-tonianum bandisce ilPremio Letterario

2006, giunto alla 7° edi-zione.Il Premio è articolato indue sezioni: POESIA eNARRATIVA. Per la se-zione Poesia, ogni con-corrente deve inviare datre a cinque composi-zioni inedite e per la se-zione Narrativa un bre-ve racconto di vario ge-

nere inedito per unmassimo di 25.000 bat-tute. Le opere dovrannopervenire entro e nonoltre il 31 ottobre 2006.

Info: Centro CulturaleAntonianum - CorsoXXII Marzo 59 - Tel./Fax02 733 327 www.cen-troculturaleantonia-num.it - info@centro-cu l tu ra lean ton ia -num.it

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Buone vacanze ai nostri lettori

ritorna a settembre

L’Accademia Anni verdiverso il 10 anno di attività

Il 31 maggio scorso conuno spettacolo presso ilTeatro Kolbe, si è conclu-

so l’Anno accademico del-l’Accademia Anni Verdi-Università della terza età, chequest’anno ha avuto più di300 iscritti.Un risultato importante, co-me ci spiega il Presidente,Franco Bozzi, “e un grossoimpegno per organizzare de-cine di corsi, oltre alle visiteguidate, le feste; e siamo inpochi, rigorosamente tutti vo-lontari, a portare avanti tuttoil lavoro. Abbiamo anche ilproblema della mancanza diuna palestrina per i corsi diginnastica per gli anziani, co-sì ogni volta dobbiamo libe-rare una delle grandi aule daibanchi, per poi rimetterlidentro al termine della lezio-

ne.” Ma si va avanti con en-tusiasmo e il prossimo annoaccademico sarà il 10°!Dal 6 settembre si riaprono leiscrizioni, dal lunedì al ve-nerdì, dalle 15 alle 17.30,presso la sede di viale Corsi-ca 68 (palazzina interna, 3°piano). I corsi spaziano dal-la letteratura italiana al ver-nacolo milanese, dalle linguestraniere alla psicologia, dal-l’astrologia alla medicina na-turale, dalle attività motoriea quelle artistiche, all’infor-matica.Veramente un’ampia scelta,per tutti i gusti e gli interes-si. Alla riapertura potete an-che telefonare per informa-zioni allo 02 76113183 –0271090774 e nel frattempodare un’occhiata al sitowww.anniverdiuniver.it

Grande successo per il gruppo teatrale

del Verri al Teatro Oscar

La rappresentazione, daparte del gruppo tea-trale “P. Verri”, del la-

voro “I musicisti” di PatrickMarber al teatro Oscar hachiuso un anno di ricche ini-ziative culturali, dalle confe-renze concerto della “Acca-demia Viscontea” ai semina-ri sulla Costituzione e la Re-sistenza, alla mostra “Qua-rant’anni di lotte delle donneLombarde”.Il progetto teatrale finanzia-to quest’anno dall’Istitutoprevedeva un lavoro da svol-gere la mattina in tutte leclassi del biennio con la gui-da del dottor Camiciotti e lavigile tutela della prof. Mon-tiglio e un lavoro pomeridia-no che si è concluso con larappresentazione in teatro.Sabato 13 maggio una partedei docenti e degli alunni del“Verri“(la capienza del teatroOscar non permetteva di ac-coglierli tutti), la prof.ssa

Paola Mammani, attuale Pre-side dell’Istituto, gli ex Pre-sidi, proff. Adele Rimini eFernando Guagnini, la diret-trice del periodico di zona“Quattro” Stefania Aleni, irappresentanti della Zona 4,il Presidente e la vicepresi-dente del Consiglio d’Istitu-to e molti altri hanno applau-dito a lungo gli attori, il regi-sta e quanti altri hanno colla-borato alla messa in scena de“I musicisti”.Il gruppo teatrale Verri allasua seconda rappresentazio-ne registra da quest’announ’importante novità: è en-trato a far parte del Progetto“Connections” del Teatro Lit-ta di Milano.Concludo con l’augurio algruppo teatrale di poter par-tecipare alla Kermesse cheavrà luogo a settembre pres-so il teatro Litta.

Maria Teresa De Angelis

La Compagnia teatrale“La Lampada”

cerca 3 Attori e 2 Attriciper provini per il nuovo spettacolo che andrà in scena a Gennaio 2007

Per informazioni: chiamare il 349 4040087 Christian

Il Laboratorio teatrale per ragazzidel Franco Parenti

Ecco i protagonisti del-lo spettacolo finale delLaboratorio teatrale

del Teatro Franco Parenti,che si sono esibiti lo scorso26 maggio presso il teatrodella parrocchia Angeli Cu-stodi di via Colletta 21.I giovani che hanno seguitoil Laboratorio, condotto daMarcella Bassanesi e Olivie-

ro Grimaldi, si sono cimen-tati per la prima volta in untesto parlato, “GIULY E RO-ME”, versione rivisitata inchiave moderna di “Romeoe Giulietta”. Grande l’impe-gno dei ragazzi per questospettacolo e ottima la rap-presentazione, applaudita alungo dal numeroso pubbli-co presente.

■ 15 Giugno ore 21.00Presentazione del nuovo li-bro di UGO RONFANI"Il memoriale delle ca-verne".Intervengono con l'autore:Giuseppe Bonura, Giulia-no Dego, Massimo Fini,Angelo Gaccione, CarloGarbagnati (Vice Presiden-te Emergency), RenatoFerraro (Corsera), France-sco Saba Sardi.Ospite: Teresa Strada

■ 19 Giugno ore 21.00Dibattito sul tema LA MI-

TOLOGIA "Mito ed ol-tre il mito"

■ 21 GiugnoInaugurazione “FUORISALONE SPOSA ITA-LIA”

■ 22 Giugno ore 21.00Presentazione del nuovo li-bro di MARIO MICOZ-ZI "Effetti Paralleli" -Intervengono con l'autore:Gianni Bernardini (Univer-sità di Siena), Gio Ferri,Gabriella Colletti, Marian-gela Micozzi

PROGRAMMA GIUGNO 2006DELLO SPAZIO LATTUADA

via Lattuada 2

Domenica 2 luglioalle ore 16.00

presso la Libreria Esotericagalleria Unione 1

si terrà la presentazione del nuovo libro di Fabrizia Scipioni

“Le cose di Lia”Anima Edizioni

Fabrizia Sci-pioni, nata aMilano nel1959 e resi-dente in zona4 prima dit r a s f e r i r s inell’Oltrepopavese, è alsuo secondor o m a n z o ,dopo ColorNostalgia,da noi re-censito.

Il Comitato soci COOPRogoredo-PiazzaLodi

organizza unaGITA AL PARCO TEGGE DI FELINA (REGGIO EMILIA)

Domenica 2 lugliosul tema

LA COOP E I PRODOTTI TIPICI DELLA MONTAGNA

Il programma prevede:Partenza ore 6.50 e rientro alle 20.30 circa – visita alla Lat-teria sociale del Fornacione - incontro informativo – pran-zo presso il Ristorante del Parco – visita libera del Parco –mostra dei prodotti tipici del Parco Nazionale dell’Appen-nino – musica e balli con orchestra locale.

COSTO 30.00 euro, comprensivi di viaggio in pullman,assicurazione, pranzo.

Organizzazione tecnica Bonolatours

Premio Letterario 2006

Page 12: Abbonamento 2006: COPIA OMAGGIO E’ Paolo Zanichelli il ... · dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2006: 12 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a