A tuo padre

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Capire l'Anziano e Consolidare se stessi tra Psicologia Clinica ed Etica Professionale

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Antonino Chiaramonte

A tuo padre

Capire l’Anziano e consolidare se stessi tra Psicologia Clinica ed Etica Professionale

                                   © Tutti i diritti riservati all’Autore Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore e dell’Editore.

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Alla famiglia

a Rosanna, Giovanni e Andrea

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Ringraziamenti

A Padre Bartolomeo Sorge

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Presentazione

L’ invecchiamento della popolazione è attualmente uno degli

eventi demografici più rilevanti nei paesi industrializzati,

dove sta producendo delle trasformazioni di natura

economica, sociale e culturale di fronte alle quali si rendono

necessarie delle reazioni di carattere politico a vari livelli di

competenza: internazionale, nazionale, regionale e locale.

Ringrazio Antonino Chiaramonte, autore del libro “A tuo

padre” , per il contributo letterario e umano che da tempo

dedica ad un tema più che mai attuale. Come lui stesso

afferma “l’anzianità rappresenta una fase della vita con cui

tutti”, prima o poi, “dobbiamo confrontarci.... un momento in

cui si prenderà coscienza di essere uguali ed umani”. Il

fenomeno non deve essere visto come fattore d’instabilità,

ma va piuttosto indagato per mettere in luce le

opportunità, nelle relazioni, che una società che

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invecchia è in grado di esprimere. Come ben sottolineato nel

libro, è possibile migliorare e valorizzare la vita dell’ anziano

e della sua rete familiare attraverso l’impiego del tempo ad

interessi di varia natura, quali la cultura, la religione, e le

attività sociali.

Questo è anche il focus della Commissione Europea che ha

proclamato il 2012 Anno Europeo dell’ invecchiamento attivo

e della solidarietà tra le generazioni: un’occasione per tutti

noi di riflettere su come oggi gli europei vivono e restano in

salute più a lungo.

La Commissione ENVI del Parlamento Europeo, di cui sono

membro, promuove da anni una serie di iniziative con

particolare riferimento ai temi sociali e a quelli della

solidarietà.

Oggi, più che mai, si avverte con maggiore consapevolezza

che il ruolo svolto all’interno di cliniche, R.S.A., comunità,

centri diurni è da considerarsi in linea con i principi che

sono alla base dell’ Unione Europea. Le politiche

d’integrazione lavorativa e di inclusione socio-culturale degli

anziani possono dunque diventare elementi centrali di

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sviluppo, consolidando la partecipazione della persona

anziana alla vita della comunità e contrastando le

conseguenze negative legate a sensi di solitudine e inutilità

sociale.

Il libro “A tuo padre”, stimola gli anziani a restare occupati e

condividere la loro esperienza lavorativa per continuare a

svolgere un ruolo nella società e vivere nel modo più sano e

gratificante possibile, in modo tale da evitare la

“deresponsabilizzazione”. Un concetto fondamentale per chi

“opera e si spende per l’anziano, come l’operatore sociale, che

assume una valenza personale, sociale e professionale di

spessore qualitativamente elevato”. Numerose associazioni

forniscono linee guida per migliorare la qualità della vita

delle persone anziane, promuovono interventi di

accompagnamento sociale a domicilio, garantendo un

servizio professionale.

Concordo con quanto sostiene Chiaramonte, su come “il

lavoro sociale per essere efficace deve andare sempre più

nella direzione dell’intervento integrato”, ed è per questo

fondamentale che tutte le parti interessate collaborino al

raggiungimento di obiettivi chiari nei settori quali

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l’assistenza sanitaria, i servizi sociali, l’istruzione per gli

adulti, il volontariato ed i servizi informativi.

Mario Pirillo

Deputato al Parlamento Europeo

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Parte I

Premessa

La Casa di Riposo Elios, nasce da una opportunità

legislativa saputa cogliere attraverso una idea di Sociale ed

un concetto di Famiglia armonizzati in modo lungimirante e

rispettoso della dignità dell’Anziano.

La determinazione è senz’altro risultata essere la

componente più importante essendo certamente non facile

ottemperare a tutta quella lunga serie di adempimenti

burocratico - amministrativi che precedono il rilascio delle

dovute autorizzazioni.

Tutto questo, a più di quattro anni di distanza, sembra

essere ormai un ricordo lontano, ma devo dire che è anche

qualcos’altro nel senso che, per noi ovvero un ristretto

numero di persone che nel progetto ci credeva davvero al

punto da riuscire ad infondere anche in coloro che si sono

aggregati strada facendo quello spirito e quell

coinvolgimento necessario, rappresenta le radici di una bella

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pianta che ha oramai trovato la sua definitiva e stabile

allocazione nel giardino dei Servizi Sociali della città di

Cosenza.

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Correre per poi aspettare...

Il progresso, la modernizzazione, lo sviluppo, i tempi, i ritmi,

lo stress, il telefonino, il videofonino, internet veloce,

macchine veloci, atleti troppo veloci, satelliti, missili,

collegamenti in diretta, subito, adesso, presto, veloce, di

fretta, più in fretta, di più... ancora di più... ancora più

veloce.

Mah, vedo che sei malato anche tu, eh... sì... purtroppo

anch’io..., hai contratto un virus? no, no... peggio, peggio...

purtroppo anch’io ho compiuto cinquant’anni .

Anziano, questo termine è oramai terrificante, tremendo, fa

paura, sconvolge, deprime, annienta, e a volte addirittura

uccide.

E se non lo fa fisicamente, di sicuro inizia a farlo nei

pensieri, nell’intimo, allo specchio, le rughe, la pelle, le

prestazioni, la memoria, no... , no... , no... per favore, per

pietà, toglietemi tutto ma non fatemi diventare vecchio.

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L’incubo, il vero incubo, quello più egoistico di tutti, quello

da nascondere e da respingere di più e con tutte le forze, la

vecchiaia.

Anzianità e vecchiaia che fino a qualche decennio fa erano

quasi esclusivamente indicatori di parole stupende, di

termini ricchi di energia sana e forte, quali saggezza,

esperienza, calma, riflessione, rispetto, dignità, la dignità

della persona che nell’anziano raggiungeva alti livelli tra lo

stesso anziano ed il mondo e che si completava nel dignitoso

rispetto del mondo, verso chi non più anziano, era, per quel

fenomeno stupendo che è la vita, divenuto vecchio.

Vecchiaia come dimostrazione vivente di grandi capacità di

resistenza alle intemperie della vita, di grandi capacità di

apprendimento delle cose della vita e del senso della vita

stessa. Una vecchiaia che con coraggio raccontava e

promuoveva la vita senza il timore della morte, in quanto

consapevole di contemplare i due aspetti di una sola cosa,

di una sola esistenza che inizia e che prima o poi si

trasforma traslando nella memoria.

Oggi, la situazione è decisamente diversa e tendente ad

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esserlo ancora di più nei tempi a venire, e questo, ha

portato alcune generazioni a sentirsi spiazzate, smarrite,

preoccupate di vivere una sorta di abbandono non meritato

in quanto, se notevoli sono i livelli di sviluppo raggiunti, il

merito o quantomeno gran parte del merito, và proprio

attribuito a queste generazioni di pochissimo precedenti le

nostre attuali. All’andamento dei fenomeni di evoluzione e

sviluppo tecnologico e sociale, territorialmente ha anche

fatto seguito l’evoluzione e lo sviluppo culturale ma con

tempi di metabolizzazione diversi, e questo ha di

conseguenza fatto sì che a tutt’oggi, quando in una famiglia

del meridione si accenna all’eventualità di pensare, per un

proprio congiunto avanti negli anni, un trasferimento di

residenza verso una struttura preposta all’assistenza degli

Anziani, ciò che immediatamente emerge nei discorsi è,

quasi sempre, la penosa e tristissima chiusura in un

Ospizio, con la peggiore visione che questo luogo ha

acquisito nell’immaginario collettivo.

Questa visione, suscita scompiglio, amarezza, delusione,

disperazione, impotenza, sia nel diretto interessato e sia

nell’ambito familiare in quanto, per inseguire le modalità

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della vita odierna, fatta di orari, scuole, impegni,

appuntamenti, lavoro, tempo libero, ecc..., e per conciliare le

presenze in casa, con le esigenze di chi in casa vorrebbe

stare ma insieme a qualcuno che lo agevoli e lo assista nelle

svariate esigenze, bisogna modificare tempi e ritmi che però

sono dettati dall’esterno e sui quali difficilmente si può

intervenire.

E così ci si trova necessariamente a dovere scegliere a cosa

rinunciare, preferendo, finché è possibile, che a rinunciare a

qualcosa sia l’Anziano che comunque ha impegni ed

esigenze certamente meno improrogabili dei nipoti che

devono crearsi l’avvenire o dei figli che devono

accompagnarli e mantenerli in tutta quella lunghissima

serie di cose importantissime per la loro vita e per il loro

futuro che purtroppo non considera e non contempla tra le

cose belle, importanti e significative, anche una

chiacchierata, uno scambio di vedute, un abbraccio, una

partecipata confidenza con il proprio nonno o con il proprio

padre. Nonni e padri, nonne e madri, uomini e donne che

dopo avere corso ed inseguito un mondo in una

impressionante fase di accelerazione, si ritrovano in

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angosciante anticipo in un contesto, quello attuale, che non

ha ancora avuto il tempo di posizionare e di collocare

all’interno della famiglia, della famiglia allargata e della

società nel suo insieme, proprio coloro i quali si sono spesi

ed adoperati di più per un benessere dal quale

paradossalmente sono, non solo gli unici esclusi ma

addirittura le uniche vittime. Sembra proprio il caso di dire:

chi di progresso arricchisce, di progresso perisce e voglio

citare il caso della sig.ra V. che dopo avere per anni ed anni

e sempre più velocemente montato transistor nei televisori

in una fordisticamente orrenda fabbrica americana, sta

aspettando la morte o la “liberazione” da tutto questo

correre, proprio davanti ad un televisore ma senza la

possibilità di telecomandare perché le sue mani non le

consentono di utilizzarlo agevolmente, in compenso però le

consentirebbero di donare carezze e calore umano, ma a

quanto pare questo oggi, non interessa più a nessuno.

Correre, correre, correre....

Per finire la vostra lettura vi invito a recarvi presso le librerie

presenti nella sezione del mio sito: www.antoninochiaramonte.it

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