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REPERTI MESOPOTAMICI DI UNA COLLEZIONE PRIVATA di ADA e CLAUDIO SAPORETTI I reperti che pubblichiamo appartengono ad una collezione di Roma 1 e sono inediti 2. Provengono dal mercato antiquario dell'Iran; il luogo di ritrovamento risulta sconosciuto. A. Sigilli 1. Sigillo a rullo. mm. 18 x 10. Foro longitudinale non perfettamente centrato. Il sigillo presenta una successione di figure facilmente identificabili, delimitate da due linee orizzontali. Notiamo, da sinistra, una lancia, l'albero sacro sormontato da un crescente luna-re, un animale con lunghe corna ricurve (forse un'antilope o un muflone) inginocchiato, con il muso rivolto indietro verso un secondo animale slanciato ed elegante, che dai confronti potrebbe essere un drago, data 1a presenza di due corrut; di questo secondo animale non compare una delle zampe anteriori, che si suppone tesa in posizione di attacco. I sette Sibitti sormontano la prima figura, la stella la seconda. Tra i due musi appa-re un rombo con una linea interna. Stella e crescente appaiono spesso insieme, quasi comunemente nei sigilli neo-assiri pubblicati da E. Po- rada 3. Frequente è negli stessi sigilli anche il segno dei Sibitti; più rari 1 La collezione appartiene al Signor A. Molayem, che ringraziamo vivamente per il permesso della pubblicazione. 2 Alcuni sigilli della medesima collezione sono stati precedentemente pubblicati: vedo G. Garbini, Un nuovo sigillo aramaico-ammonita, AION NS 17 (1967), 251 (cf. anche J. Naveh - H. Tadmor, Some Doubtlul Aramaic Seals, AION NS 18 [1968], 448 ed ancora G. Garbini, Furtber Considerations on Aramaic-Ammonite Seal, ib., 453); L. Cagni, Un sigillo neo-sumerico inedito, AION NS 19 (1969), 109; Sigillo antico- babilonese con iscrizione, OA 9/3 (1970), 201; C. Saporetti, Su tre sigilli con iscrizione, 2), SMEA 11 (1970), pp. 112-113. 3 E. Porada, Corpus 01 Ancient Near Eastern Seals in Nortb American Collections, I: Collection 01 tbe Pierpont Morgan Library (Washington 1948) NN. 610-639, in par- ticolare NN. 627, 628 E, 629.

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REPERTI MESOPOTAMICI DI UNA COLLEZIONE PRIVATA

di ADA e CLAUDIO SAPORETTI

I reperti che pubblichiamo appartengono ad una collezione di Roma 1 e sono inediti 2. Provengono dal mercato antiquario dell'Iran; il luogo di ritrovamento risulta sconosciuto.

A. Sigilli 1. Sigillo a rullo. mm. 18 x 10. Foro longitudinale non perfettamente

centrato. Il sigillo presenta una successione di figure facilmente identificabili, delimitate da due linee orizzontali. Notiamo, da sinistra, una lancia, l'albero sacro sormontato da un crescente luna-re, un animale con lunghe corna ricurve (forse un'antilope o un muflone) inginocchiato, con il muso rivolto indietro verso un secondo animale slanciato ed elegante, che dai confronti potrebbe essere un drago, data 1a presenza di due corrut; di questo secondo animale non compare una delle zampe anteriori, che si suppone tesa in posizione di attacco. I sette Sibitti sormontano la prima figura, la stella la seconda. Tra i due musi appa-re un rombo con una linea interna. Stella e crescente appaiono spesso insieme, quasi comunemente nei sigilli neo-assiri pubblicati da E. Po­rada 3. Frequente è negli stessi sigilli anche il segno dei Sibitti; più rari

1 La collezione appartiene al Signor A. Molayem, che ringraziamo vivamente per il permesso della pubblicazione.

2 Alcuni sigilli della medesima collezione sono stati precedentemente pubblicati: vedo G. Garbini, Un nuovo sigillo aramaico-ammonita, AION NS 17 (1967), 251 (cf. anche J. Naveh - H. Tadmor, Some Doubtlul Aramaic Seals, AION NS 18 [1968], 448 ed ancora G. Garbini, Furtber Considerations on Aramaic-Ammonite Seal, ib., 453); L. Cagni, Un sigillo neo-sumerico inedito, AION NS 19 (1969), 109; Sigillo antico­babilonese con iscrizione, OA 9/3 (1970), 201; C. Saporetti, Su tre sigilli con iscrizione, 2), SMEA 11 (1970), pp. 112-113.

3 E. Porada, Corpus 01 Ancient Near Eastern Seals in Nortb American Collections, I: Collection 01 tbe Pierpont Morgan Library (Washington 1948) NN. 610-639, in par­ticolare NN. 627, 628 E, 629.

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196 Ada e Claudio Saporetti

invece sono la lancia e l'albero sacro. Negli stessi sigilli ricorrono spesso anche due figure di animali, come si osserva in questo, ma qui i corpi sono atteggiati a tale eleganza e compostezza che si penserebbe ad una scena di pascolo, più che di lotta 4.

2. 9 sigilli a rullo di mm. 22/25 x 8. Fritta. Foro longitudinale, in un esemplare ancora con piccolo perno me~allico. Tracce di verde in qualche caso. I sigilli, tutti simili, raffigurano teorie di animali (uccelli, sfingi, draghi) , con altri elementi (stella, crescente). Nell'esemplare h compare un arciere. Si tratta di sigilli neo assiri molto comuni; numerosi esempi di sigilli simili si trovano spesso pubblicati in opere e cataloghi s.

3. 7 sigilli ,a stampo, di calcedonio. Epoca sassanide. Diametri: a = mm. 20; b = mm. 22; c = mm. 23; d = mm. 20; e = mm. 19; f = mm. 20; g = mm. 21. Vi è rappresentata una figura umana estremamente stilizzata, impugnante due aste. Al di sotto, un quadrupede 6.

B. Mattoni Alla collezione appartengono due frammenti di mattoni, ognuno dei

quali reca tracce di iscrizione. Mentre in a) i segni sono chiaramente visibili, in b), ave la superficie scritta è più vasta, sono invece estremamente erasi.

a. Altezza cm. 9,3. Lunghezza massima cm. 9,5. Poiché il mattone è stato rotto anche nel retro la misura della larghezza non può essere indicata. I segni sono suddivisi in sei linee orizzontali delimitate da righe tracciate a mano libera. Un'altra riga verticale delimita la parte finale del mattone. Troviamo esempi di mattoni di sei righe aventi le medesime terminazioni in CIE 7 12 a+b, MDP 8 32,52 N. XII, EIKP Tav. 6, 12 a Varo ~ IO. Il paral-

4 Un altro esempio di simili sigilli in H. H. von der Osten, Ancient OrientaI Seals in the Collections 01 Mr. Edward T. Newell, OIP 22 (Chicago 1934) N. 410.

5 Per es, in O. Weber, ' Altorientalische Siegelbilder, Leipzig 1920, N. 542; A. Moortgat, Vorderasiatische Rollsiegel,. ein Beitrag zur Geschichte der Steinschnei­dekunst, Berlin 1940, Tav. 84; E. Porada, cito Corpus, NN. 633-34; B. Buchanan, Cata­logue 01 Ancient Near-Eastern Seals in tbe Ashmolean Museum, I (Oxford 1966) Tav, 41 NN. 619-622.

6 Vedo esempi in A. D. H. Bivar, Catalogue 01 the Western Asiatic Seals in the British Museum. Stamp Seals II. The Sassanian Dynasty (London 1969), Tavv. 5 e 6, cf. p. 26 (« Gayomard »).

7 F. Borte, G. Hiising, F. W. Konig, Corpus Inscriptionttm Elamicarum, I: Vie Altelamischen T exte (Hannover 1926).

8 M. Rutten, Les documents épigraphiques de Tchogha Zembil, in «Mémoires de la Délegation en Perse» 32 (Paris 1953).

9 F. W. Konig, Die Elamiscben Konigsinschrilten, Afa Beih. 16 (Graz 1965). lO F. W. Konig, Die Elamischen Konigsinschrilten, Afa Beih. 16 (Graz 1965).

è quindi da leggere come segue:

1. H An '-za-an 2. su-ul-lu]-me-ga

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TAVOLA I

A

1.

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TAVOLA II

a

h

c

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TAVOLA III

d

e

f

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TAVOLA IV

g

h

t

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TAVOLA V

3.

a b

c

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TAVOLA VI

l'

d e

f g

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TAVOLA VII

a

B

h

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TAVOLA VIII

a b c

c

d e f

a b

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TAVOLA IX

c d

e t

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Reperti metopotamici di una collezione privata 197

Ielo con questi esempi permette di identificare in questo reperto un'iscri­zione di Untas-dGAL, re damita vissuto contemporaneamente ai cassiti Kadasman-Ellil e Kudur-Ellil ed al medio-assiro Salmanassar I Il. Il fram­mento proviene probabilmente o da Susa o da Choga Zembil.

b. Altezza cm. lO. Lunghezza cm. 17,5 (limite massimo della zona scritta). Rotto anche nel retro. I segni sono suddivisi come per A. Una riga delimita la parte iniziale del mattone. Il testo è estremamente eraso. Si tratta della medesima iscrizione di A, leggibile solo con l'aiuto dei paralleli, assai più conservati, che abbiamo citato. Nonostante che B contenga l'inizio del­l'iscrizione ed A la fine, non riteniamo che facciano parte del medesimo mat­tone originale, sia per la misura dell'altezza che per lo stato di conservazione e per l'impasto diverso. Anche il ductus sembra differente, per quanto la cattiva ·conservazione di B non permetta di affermarlo con sicurezza 12.

C. Pesi 6 pesi, di cui cinque (a, b, c, d, f) di calcedonio, ed uno (e) di radice

di Iapislazzuli. Cinque sono a forma di anitra con il collo e la testa ritorti (a, c-f); uno ha invece la forma di quadrupede (bovide?) ,accovacciato (b). Foro trasversale tra il corpo ed il collo nei primi, al centro del corpo in b. Impronta con disegni geometrici in a, b, c, e, f; genio alato stilizzato in d. Peso in grammi: a = 4,050; b = 4,190; c = 3,790; d = 6,050; e = 3,150; f = 3,080. Conservazione non perfetta in tutti gli esemplari (in c manca la coda dell'anitra). Tutti i pesi appartengono al tipo assiro o neo-babilonese 13.

Una provenienza come per B non è da escludersi 14.

3. inJ-di-ik-ga [al-gi 4. up-qu-mi]-a ku-si-h 5. zig-r]a-tu4-me 6. ul-li]-na te-la-ak-ni La trascrizione del testo completo e la traduzione, con indicazioni bibliografiche

di ulteriori esempi di questa iscrizione e relative varianti sono nell'opera già citata ElKi, 12 e 60.

Il Cf. R. Labat, Elam. c. 1600-1200 B.e., CAH II, 29 (Cambridge 1963), 9. 12 Riportiamo la parte conservata dell'iscrizione, mettendo tra le mezze parentesi

quadre i segni irriconoscibili e ridotti a poche tracce incomprensibili; gli altri segni, per quanto erasi, anche se a mala pena sono distinguibili.

1. Ù IUn-tas-dGAL sa-ak IdHu-um-ban-[nu-me-na-ki 2. Su-su-un-ka ta-ak-me-u-me tU4-u[r 3. az-ki-it tU4-ur ~ah-ri hu-su-ja[ 4. si-ja-an u-pa-Lat hu-us-si-ip-me l [ 5. dln-su-us-na-[ ak l Si-ja-an-[ ku-uk-ra l [ 6. ki-ik-ki-te-[ h hu-ut-tak] ha-li-i/é-u-me d[ 13 Vedo a titolo di esempio i pesi pubblicati da H. H. von der Osten, cito OIP 22,

Tav. 32, N. 500 e sgg. 14 Cf. in «Mémoires de la Délegation en Perse» 25 (= Archéologie, Métrologie

et Numismatique susiennes, Paris 1934), 134 sgg.