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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 AFRICA Etiopia, nuova potenza energetica Iovine a pag. 11 CAFFETTERIE Starbucks, internet gratis per i clienti servizio a pag. 11 EXPORT Porcellana di Meissen a gonfie vele Giardina a pag. 10 * con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale iscale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più; con cd «Formulario per la gestione del personale degli enti locali» a € 9,90 in più; con guida «La manovra 2010» a € 6,00 in più 9 771120 606007 00619 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Lavori pubblici - Con il re- golamento sul Codice con- tratti arriva il performance bond per i super-appalti Mascolini a pag. 21 Edilizia - La ri- forma costituzio- nale sulla libertà d’impresa impo- ne la motivazione di ogni vincolo Ciccia a pag. 22 Cassazione - Scatta la confisca dell’auto per chi rifiuta di sottoporsi al test alcolemico Alberici-Manzelli a pag. 24 Documenti/1 - Codice dei contratti, il testo del rego- lamento Documenti/2 - La cir- colare dell’Agenzia delle entrate sugli studi di settore Documenti/3 - Test alcolemico in auto, la sentenza della Cassazione www.italiaoggi.it Tre indicatori su misura per differen- ziare l’applicazione degli studi e ade- guarli alle caratteristiche delle singole aree. Si tratta del livello di retribuzioni, del reddito disponibile per abitante, e del livello delle quotazioni immobiliari, che differenzia il territorio nazionale in base ai valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione. Debutta inoltre il primo studio di settore federa- lista, quello delle costruzioni, realizzato con una nuova metodologia, interamen- te a base regionale. La previsione è con- tenuta in una circolare delle Entrate sulle novità in vigore da quest’anno. Sono almeno 150 mila coloro che saranno sottoposti alla verifica della posizione contributiva Professionisti nel mirino Inps Professionisti nel mirino dell’Inps. Almeno in 150 mila stanno per ricevere una comunicazione dell’Istituto quale primo atto di verifica della posizione contributiva. Sotto controllo, in particolare, i liberi professionisti che hanno dichiarato un reddito superiore a 5 mila euro negli anni 2004, 2005 o 2006. Stessa sorte per i soci di società, dei quali l’Inps vuole accertare il lavoro abitualmente esercitato e l’even- tuale prevalenza dell’attività commerciale. E in 28 mila già sono stati iscritti d’ufficio ai ruoli contributivi. Sono i numeri dell’operazione Po- seidone2, avviata nell’ambito della lotta all’evasione contributiva. Cirioli a pag. 27 co d D al Lenin era un maestro nel piega- re il significato delle parole per falsificare i fatti o farli percepire in modo diverso da quello vero. La tecnica è stata spiegata con esattezza da George Orwell. Prendiamo la parola «precario» nella p.a., ad esempio. Non è cer- to una parola, questa, che testi- monia un abuso del precario ma bensì una violenza su di lui. Ma non è vero. Un precario in un ente locale è uno che è entrato senza concorso (che è imposto dalla Co- stituzione), cioè grazie al favore di amici. Poi, una volta entrato e di- ventato «precario» (sarebbe meglio dire «ammanicato»), costui chiede di essere «stabilizzato». E quindi passa un’altra volta davanti a chi ha più meriti di lui. DIRITTO & ROVESCIO E f n d ne di o IL Giornale dei professionisti * * * Studi settore federalisti Previsti tre indicatori. Si tratta del livello delle retribuzioni, del reddito disponibile per abitante e delle quotazioni immobiliari Bartelli-Poggiani a pagina 25 5 BRUTTE NUOVE DA STRASBURGO Gli eurodeputati italiani superassenteisti sono Magdi Allam e Alfredo Pallone De Nolac pag. 7 h ll f d ll b L’accoppiata Polverini-Ale- manno nei fatti ridicolizza il (teorico) impegno di Berlusconi di non aumentare le tasse. La neopresidente della Regione Lazio ha pensato bene di di- chiarare che l’aumento delle addizionali regionali su Irap e Ire «non sarebbe una tra- gedia». E il sindaco della Ca- pitale, Gianni Alemanno, si è dichiarato favorevole alla tas- sa di soggiorno, per ora estesa solo a Roma (invero, si applica pure nelle repubbliche semiso- vrane di Alto Adige e Trentino). Anche lui è pronto a mettere le mani nelle tasche dei citta- dini, con la furbata, beninteso, di pensare ai portafogli di chi non vota a Roma. Maffi a pag. 3 Berlusconi non aumenta la pressione fiscale, ma a livello locale i berluschini lo fanno t m b n l c s a v d d p h IN CALABRIA La diga di Penelope in costruzione da 32 anni Di Santo a pag. 9 e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURA da pag. 29 da pa 29 2 DA LUNEDÌ CON IO7 € 2,50 Lunedì 21 Giugno 2010 NELL’INSERTO: GLI ATTI DI DESTINAZIONE PER LA SEPARAZIONE PATRIMONIALE Occupazione al punto di svolta www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE MLL IN EVIDENZA Primo piano/1 -La manovra cambia le regole della riscossio- ne: contribuenti nella morsa della sospen- sione breve Primo piano/2 -Si intensifica la guerra ai paradisi fiscali, mentre dal prossimo G20 partirà la rifor- ma della finanza internazionale Fisco/1 -Interpello con istanze a regola d’arte: al fisco domande dettagliate con la quantificazione del risparmio fiscale Fisco/2 -L’evasione ha più sintomi: dai listini ai questionari, i li i il IN EDICOLA IL FORMULARIO PER LA GESTIONE DEL PERSONALE DEGLI ENTI LOCALI IN EDICOLA www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 •

AFRICAEtiopia, nuova potenza energeticaIovine a pag. 11

CAFFETTERIEStarbucks, internet gratis per i clientiservizio a pag. 11

EXPORTPorcellana di Meissen a gonfie vele Giardina a pag. 10

* con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale i scale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più; con cd «Formulario per la gestione del personale degli enti locali» a € 9,90 in più; con guida «La manovra 2010» a € 6,00 in più

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Lavori pubblici - Con il re-golamento sul Codice con-tratti arriva il performance bond per i super-appalti

Mascolini a pag. 21

Edilizia - La ri-forma costituzio-nale sulla libertà d’impresa impo-

ne la motivazione di ogni vincolo

Ciccia a pag. 22

Cassazione - Scatta la confisca dell’auto per chi rifiuta di sottoporsi al test alcolemico

Alberici-Manzelli a pag. 24

Documenti/1 - Codice dei contratti, il testo del rego-lamento

Documenti/2 - La cir-colare dell’Agenzia delle entrate sugli studi di settore

Documenti/3 - Test alcolemico in auto, la

sentenza della Cassazione

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Tre indicatori su misura per differen-ziare l’applicazione degli studi e ade-guarli alle caratteristiche delle singole aree. Si tratta del livello di retribuzioni, del reddito disponibile per abitante, e del livello delle quotazioni immobiliari, che differenzia il territorio nazionale in base ai valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione. Debutta inoltre il primo studio di settore federa-lista, quello delle costruzioni, realizzato con una nuova metodologia, interamen-te a base regionale. La previsione è con-tenuta in una circolare delle Entrate sulle novità in vigore da quest’anno.

Sono almeno 150 mila coloro che saranno sottoposti alla verifica della posizione contributiva

Professionisti nel mirino InpsProfessionisti nel mirino dell’Inps. Almeno in 150 mila stanno per

ricevere una comunicazione dell’Istituto quale primo atto di verifi ca della posizione contributiva. Sotto controllo, in particolare, i liberi professionisti che hanno dichiarato un reddito superiore a 5 mila euro negli anni 2004, 2005 o 2006. Stessa sorte per i soci di società, dei quali l’Inps vuole accertare il lavoro abitualmente esercitato e l’even-tuale prevalenza dell’attività commerciale. E in 28 mila già sono stati iscritti d’uffi cio ai ruoli contributivi. Sono i numeri dell’operazione Po-seidone2, avviata nell’ambito della lotta all’evasione contributiva.

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Dal

Lenin era un maestro nel piega-re il signifi cato delle parole per falsifi care i fatti o farli percepire in modo diverso da quello vero. La tecnica è stata spiegata con esattezza da George Orwell. Prendiamo la parola «precario» nella p.a., ad esempio. Non è cer-to una parola, questa, che testi-monia un abuso del precario ma bensì una violenza su di lui. Ma non è vero. Un precario in un ente locale è uno che è entrato senza concorso (che è imposto dalla Co-stituzione), cioè grazie al favore di amici. Poi, una volta entrato e di-ventato «precario» (sarebbe meglio dire «ammanicato»), costui chiede di essere «stabilizzato». E quindi passa un’altra volta davanti a chi ha più meriti di lui.

DIRITTO & ROVESCIO

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IL Giornale dei

professionisti* * *

Studi settore federalistiPrevisti tre indicatori. Si tratta del livello delle retribuzioni, del reddito disponibile per abitante e delle quotazioni immobiliari

Bartelli-Poggiani a pagina 25

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BRUTTE NUOVE DA STRASBURGO

Gli eurodeputati italiani superassenteisti

sono Magdi Allam e Alfredo Pallone

De Nolac pag. 7

h ll f d ll b

L’accoppiata Polverini-Ale-manno nei fatti ridicolizza il (teorico) impegno di Berlusconi di non aumentare le tasse. La neopresidente della Regione Lazio ha pensato bene di di-chiarare che l’aumento delle addizionali regionali su Irap e Ire «non sarebbe una tra-gedia». E il sindaco della Ca-pitale, Gianni Alemanno, si è dichiarato favorevole alla tas-sa di soggiorno, per ora estesa solo a Roma (invero, si applica pure nelle repubbliche semiso-vrane di Alto Adige e Trentino). Anche lui è pronto a mettere le mani nelle tasche dei citta-dini, con la furbata, beninteso, di pensare ai portafogli di chi non vota a Roma.

Maffi a pag. 3

Berlusconi non aumenta la pressione fi scale, ma a livello locale i berluschini lo fanno

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IN CALABRIA

La diga di Penelope

in costruzione da 32 anni

Di Santo a pag. 9

e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURAdapag.29

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DA LUNEDÌ CON IO7€ 2,50 Lunedì 21 Giugno 2010

NELL’INSERTO: GLI ATTI DI DESTINAZIONE PER LA SEPARAZIONE PATRIMONIALE

Occupazione al punto di svolta

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SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

DI MARINO LONGONI

La crisi occupazionale è a un punto di svolta. Lo dimostra l’inchie-sta realizzata dalla Fondazione studi del Consiglio nazionale dei

consulenti del lavoro per ItaliaOggi Sette. Un’inchiesta-sondaggio alla quale hanno partecipato oltre 2 mila professionisti attraverso la compilazione di un questionario a risposte multiple che aveva l’obiettivo di scandagliare la reale situazione del mercato del lavoro in Italia nella prima metà del 2010 e le prospettive per la seconda parte dell’anno. I dati più significatvi: nel periodo gennaio-giugno di quest’anno il 42% dei consulenti del lavoro segnala un calo occupazionale e solo il 13% una ripresa, ma i valori si invertono nelle previsioni per il secon-do semestre: solo l’11% ipotizza un calo e ben il 38% una crescita.Altro dato interessante: le imprese che stanno cominciando ad as-sumere non sono le grandi società, ma le pmi (3% contro 17%). Ma dall’inchiesta emergono anche preoccupanti anomalie del nostro sistema di reclutamento. In primo luogo l’inefficienza assoluta dei canali pubblici, che riescono a reclutare solo il 2% della forza lavoro,

contro l’80% appannaggio del passapa-

rola. In secondo luogo l’asimmetria tra l’offerta e la richiesta: esiste un totale scollamento tra i bisogni professionali delle aziende e l’of-ferta formativa pubblica, malata di autoreferenzialità e del tutto scollegata con il mercato del lavoro.Infine i posti vacanti nelle aziende sono paradossalmente spostati verso i mestieri tradizionali. Nell’agricoltura si cercano braccianti, nel manifatturiero saldatori e tornitori, nel turismo camerieri con conoscenza delle lingue straniere, mentre esplode la domanda dei servizi alla persona con la disperata ricerca di badanti, colf e assi-stenti agli anziani. Senza gli extracomunitari solo una minima parte di queste richieste potrebbe essere soddisfatta.Più della disoccupazione l’Italia sembra vittima dell’asimmetria tra le aspirazioni di chi cerca lavoro e le necessità delle imprese. I giovani in particolare cercano un impiego che non li costringa a sporcarsi le mani. Se nel Ventesimo secolo si puntava es-senzialmente allo stipendio, oggi è sempre più importante il posizionamento sociale, il senso di identità che un’attività o una professione aiuta a costruire. Lavoro ergo sum.

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IN EV IDENZA

* * *

Primo piano/1 - La manovra cambia le regole della riscossio-ne: contribuenti nella morsa della sospen-sione breve

Primo piano/2 - Si intensifica la guerra ai paradisi fiscali, mentre dal prossimo G20 partirà la rifor-ma della finanza internazionale

Fisco/1 - Interpello con istanze a regola d’arte: al fisco domande dettagliate con la quantificazione del risparmio fiscale

Fisco/2 - L’evasione ha più sintomi: dai listini ai questionari, i li i il

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2 Sabato 19 Giugno 2010

La situazione eco-nomica italiana comincia a dare segnali un po’ più che incorag-

gianti, soprattutto nel comparto decisi-vo della produzione di beni intermedi dell’industria, il che fa ritenere che siano in atto investimenti per realizzare una maggiore produzione con mezzi più mo-derni. Se non verranno altre ventate di crisi dall’esterno, si può ragionevolmen-te pensare che nel giro di un anno circa la ripresa produttiva determinerà anche una ripresa dell’occupazione, mentre quella dei consumi potrebbe realizzarsi anche prima. Il clima, soprattutto nei commenti e nelle prese di posizione di autorevoli os-servatori, però resta cupo, intriso di pessimismo e di previsioni di sventura. Si direbbe che dopo aver tra-scurato i segnali di crisi incipiente, fino a deridere le previsioni di gravi squilibri contenute nel libro di Giulio Tremonti (scritto però quando non era ministro), gli esperti temano ora di sottolineare gli aspetti positivi dell’evoluzione economica, che naturalmente non sono ancora tali da far apparire imminente il recupero dei livelli produttivi del 2008.

Gli operatori economici invece reagi-scono, in parecchi casi, completando pro-cessi di riconversione produttiva che, nel loro insieme hanno prodotto una specie di metamorfosi di cui si vedono le conse-guenze nella modifi cazione della compo-sizione delle esportazioni. Alla politica,

in una fase come questa, compete di favorire il mi-glioramento dei fattori

produttivi, dell’impresa liberandola il più possibile da vincoli burocratici in attesa che si possa nuovamente parlare di riduzione del carico fi scale e contri-butivo del lavoro. Si tratta di esigenze nazionali, sulle quali sarebbe ragionevo-le trovare intese tra le rappresentanze sociali e arrivare a un confronto costrut-tivo tra quelle politiche.

Un effetto indubbio della crisi è il carattere più severo e selettivo della competizione internazionale dato che, ovviamente, è nell’interesse di tutti che

il sistema italiano possa reggere, indipenden-temente da quel che si pensa sulle responsabili-tà o gli errori del passato. La predeterminata divi-sione dei ruoli tra una maggioranza ottimista

e una opposizione pessimista, in que-sta situazione, lascia il tempo che trova. L’economia italiana, che si batte con un ammirevole impegno per restare a galla, ha bisogno del contributo di tutti, ov-viamente anche di quello, critico, di chi non ha oggi responsabilità di governo. Lo spirito tutto sommato costruttivo con cui è stata seguita la vertenza di Pomi-gliano fa intendere che questa comune responsabilità ha una base abbastanza robusta, che però sarebbe bene non si esprimesse solo di fronte ad alternative estreme.

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IL PUNTO

La ripresa potrebbe essercima qualcuno la sta temendo

DI SERGIO SOAVE

bri contenute e una opposizi

Dovrebbe essereun obiettivobipartisan

Gianfranco Fini ha conferito il suo partito al Partito della libertà che infatti è nato

dalla fusione fra Forza Italia (il partito di Berlusconi) e Alleanza nazionale (il partito di Fini). I due partiti, fondendosi, hanno perso la loro individualità, dando così luogo a un terzo partito nel quale la quota azionaria di Alleanza nazionale è al 30%. Rispetto al progetto iniziale però il Pdl si è sempre più connotato come il partito di Berlusconi perché il premier ha una visibilità così alta che, mettendosi a capo di un partito, diffonde l’idea che tale partito sia il suo.

La visibilità di Fini nel Pdl si è poi ulteriormen-te ridotta a seguito della secessione dei suoi colon-nelli: Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa e Alte-ro Matteoli. E poi: e poi, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Perdere Gasparri, La Russa, Matteoli e Alemanno e tenersi Bocchino, Ronchi e Urso è un ridimensionamento evidente del quadro di alti uffi ciali sui quali Fini più contare.

Se a questo si aggiunge la circostan-za che Fini, per cercare di differenziarsi dal Pdl nel quale si sente sempre meno rappresentato, ha dovuto fare delle scelte politiche che possiamo dire di sinistra, è anche inevitabile che Fini, non solo abbia perso gran parte dei suoi alti uffi ciali (con il loro seguito di simpatizzanti) ma si è anche staccato dagli umori della sua base che, non va dimenticato, è ex fascista (sia

pure in dosi omeopati-che) e paracattolica. Fini quindi, oggi, è ap-

plaudito da un’opinione pubblica di cen-trosinistra, laicista e fi loimmigrati che non voterà mai Fini. In compenso il pre-sidente della camera ha perso il seguito dei suoi ex votanti che, con le idee che lui ha oggi, non lo voteranno più.

L’unica cosa che è rimasta saldamente in mano a Fini sono le casse del parti-to, gonfi e di lauti rimborsi elettorali e il quotidiano del partito, Il Secolo d’Italia, che è però letto da duecento persone. Le casse sono importanti ma non è tutto. Da qui la proposta di Fini di sospendere le

ostilità con il Cav a condi-zione che si ribadisca che il 30% del Pdl sia affi da-to a lui. Contro questa ipotesi si scagliano però i colonnelli (Gasparri, La Russa e Matteoli, so-prattutto) che erano già

stati spogliati di tutti gli incarichi in An quando Fini seppe che i tre lo avevano criticato al bar la Tazzina di Roma. Dato che i tre hanno sinora tenuto bordone a Berlusconi, il Cavaliere non può cedere alla richieste di Fini.

Oltretutto i colonnelli oggi dichiarano che il Pdl è un partito omogeneo e diver-so, che non ha più debiti con i partiti che in esso sono confl uiti. Una simile tesi è musica per le orecchie del premier che invece vede le correnti come il fumo negli occhi. Ecco perché il dissidio tra il Cav e Fini è irrisolvibile.

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ri, La Russa, stati spogliati d

Il problemaè soltanto

come uscirne

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

La frattura Berlusconi-Fininon è più componibile

I C O M M E N T I

DI PIERRE DE NOLAC

Pierferdinando Casini ha sempre detto che quella dell’Udc è una politica per la famiglia. Infatti, con l’ingresso dell’Udc nella giunta regionale del Lazio guidata da Renata Polverini, c’è una famiglia che ottiene un clamoroso doppio successo: si chiama Forte. Il giovane Aldo di-venta assessore, e il padre Michele entra a Montecito-rio (in passato è già stato senatore, ora è pensionato dell’Enel). Un doppio re-galo anche alla provincia di Latina, che con i suoi voti ha aiutato la Polve-rini nella conquista della regione. Questo miracolo della moltiplicazione degli incarichi accadrà perché oltre a Aldo Forte, chiama-to all’incarico di responsa-bile delle politiche sociali nella giunta Polverini, ci sarà anche Luciano Cioc-chetti, con la delicatissima delega all’urbanistica. Per assumere questo incarico Ciocchetti lascerà il seggio di parlamentare, conqui-

stato alle ultime elezioni politiche. E chi era il pri-mo dei non eletti dell’Udc? Michele Forte, padre di Aldo. Michele, classe 1938, nato a Formia, dove rico-

pre anche il ruolo di sin-daco, ha cominciato la sua carriera politica con la Democrazia cristiana alla fi ne degli anni settanta del secolo scorso. Già senatore, a palazzo Madama è stato

anche vicepresidente del-la commissione bilancio: il fi glio Aldo, classe 1974, allievo della scuola milita-re Nunziatella di Napoli, ha seguito le sue orme, di-ventando capogruppo re-gionale dell’Udc. A livello nazionale è responsabile energia per il partito di Casini, avendo maturato un’esperienza lavorativa nella direzione affari isti-tuzionali del gruppo Enel, occupandosi prima delle relazioni con il parlamen-to italiano e successiva-mente di quello europeo. E come scrive nel suo sito internet, ha collaborato con Reti, svolgendo atti-vità di docenza nel cam-po della comunicazione e del marketing politico-istituzionale attraver-so Running, la società di consulenza politica cara a Claudio Velardi.

Quest’ultimo è stato lo spin doctor della Polverini, per la campagna elettorale laziale, vinta contro la concorrente della sinistra Emma Bonino…

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IL CASO DEL GIORNO

Ma quanto è Forte l’Udc: Aldo è assessore, il padre Michele diventa onorevole

DI MARCO BERTONCINI

Nella settimana che si chiude il Palazzo ha riecheg-giato, a giorni alterni, il de-testato imperativo «elezioni anticipate». Si è passati da una giornata di silenzio a una di eccitazione, per tornare nel mutismo e risalire poi nel no-vero delle possibilità.

All’origine del fenomeno stanno le sfuriate di Silvio Berlusconi, irato per l’andaz-zo del disegno di legge sulle intercettazioni e dubbioso della manovra finanziaria, per un duplice motivo: la po-sizione di dominio assunta da Giulio Tremonti e i contenu-ti, avvertiti come distanti da quanto predicato per anni (a cominciare dalla tracciabilità dei versamenti).

Di fronte ai bastoni nelle ruote frapposti da Gianfranco Fini (e dai seguaci: non si pas-sa sotto silenzio la relazione svolta dalla presidente della Commissione Giustizia, Giu-lia Bongiorno, contro il testo uscito dal Senato), alle sgra-dite uscite dell’amico Umber-to Bossi, agli strali velenosi giunti da Roberto Formigoni,

Berlusconi ha più volte fatto circolare la voce sul possibile ricorso alle urne.

Nessuno gli ha dato cre-dito. Tutti sono avvezzi ai malumori, agli scatti, ai mu-tamenti di opinione, alle in-sofferenze del presidente del Consiglio. Non si traducono in realtà suoi auspici di un attimo, o di un giorno, o di più giorni alterni, come appunto successo questa settimana. Tuttavia la sindrome è, per usare un riferimento ottima-mente centrato dal direttore del quotidiano di famiglia, «l’effetto Follini». Berlusconi ha, per anni, avuto l’angoscia di rivivere l’esperienza del tradimento di Bossi nel ’94, quando venne «fatto fesso» dal Quirinale e dal governo tecnico. Ora è nata in lui la paura di ritrovarsi paralizza-to, come dal 2003 in avanti, a causa non degli avversari (allora come oggi poco attrez-zati), bensì degli alleati. Le urne sono un esorcismo piut-tosto che una minaccia. Però la rabbia di Berlusconi può avere esiti imprevedibili.

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LA NOTA POLITICA

La rabbia del Cav. puòavere esiti imprevedibili

Aldo Forte

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3Sabato 19 Giugno 2010Sabato 19 GiugP R I M O P I A N O

Spunta il condono dei balconi e il prelievo sui ricchi. E il governo già pensa al maxiemendamento

Assalto alla manovra, fiducia vicinaAl senato, Pdl batte Pd con 1116 richieste di modifi ca su 2546

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Era un via vai continuo di senatori, ieri in commissio-ne bilancio. Tutti con aria trafelata a portare l’ultimo

emendamento, ad apporre l’ulti-ma firma. Alla fine, mentre il pre-sidente della V, nonché relatore del ddl finanziario, Antonio Az-zollini, deponeva le armi e se ne partiva («leggerò il tutto quando gli uffici avranno finito il lavoro di numerazione»), gli emendamenti erano arrivati alla bella cifra di 2546. E questa volta la maggio-ranza ha battuto l’opposizione: 1.116 richieste di modifica del Pdl (una novantina quelle del gruppo dei finiani) contro le 823 del Pd. Dalla Lega 89, 149 dall’Idv, 293 dall’Udc e 80 dal gruppo Mi-sto. «Sembra di stare ai tempi dell’ultimo governo Prodi», commentavano preoccupati alcuni senatori, «cattivo segno, visto come è finita». Sta di fatto che, mentre si consumava l’assalto alla manovra, il go-verno si teneva alla finestra (nessun emendamento a firma sua o del re-latore è pervenuto ieri) e intanto già pensava al ricorso al voto di fiducia su un maxiemenda-mento completamente

sostitutivo. Sarebbe questa l’unica strada, è il tam tam del palazzo, per mantenere l’organicità della manovra e al tempo stesso ac-cogliere alcune richieste emerse dal confronto parlamentare, de-bitamente selezionate in base a necessità politica e copertura fi-nanziaria. Insomma, il lavoro che andrà in scena nei prossimi giorni in commissione bilancio rischia di essere utile solo a mostrare i mu-scoli e a trovare le alleanze. Un primo vertice di maggioranza sul cosa fare era atteso già per ieri sera, in una cornice assai partico-lare, quella della prima dell’Are-na di Verona. Che ha visto ospiti

d’onore, a celebrare una sempre vincente Turan-dot e forse a mettere a punto le priorità sulla manovra, il presiden-te del senato, Renato Schifani, e il ministro dell’economia, Giulio

Tremonti. Nel frattempo Maurizio Gasparri e Gaeta-no Qua-g l i a -

riello, presi-dente e vi-

cepre-sidente del grup-

po dei senatori Pdl, hanno annun-ciato la costituzione di un comitato ristretto per tentare di disboscare la selva degli emendamenti e ri-portarli a un numero ragionevole. Dentro c’è di tutto. Per restare al solo Pdl, dal via libera alla chiusu-ra di terrazzi e ballatoi mediante la sola denuncia di inizio attività, omissione che è tra l’altro facil-mente condonabile (basta paga-re per la dimenticanza 100 euro ogni metro quadro chiuso) e che fa pensare a un simil condono, a una nuova tassa per i ricchi ovvero per chi guadagna più di 200 mila euro l’anno: scatterebbe un contributo di solidarietà del 5% per tre anni. La norma va a sostituire il taglio

previsto dalla manovra, rispetti-vamente del 5% e del 10%, per le quote eccedenti i 90 mila e i 150 mila euro di stipendio annuo dei dirigenti pubblici. Nella maggio-ranza si sono resi conto che il taglio per i soli pubblici sarebbe stato incostituzionale e tra l’altro anche poco fruttuoso: la norma si sarebbe applicata ai dirigenti dello stato centrale, fuori regioni ed enti locali, per un contributo alla crisi di poche centinaia di migliaia di euro. Il Pdl punta poi, su suggerimento anche di alcuni membri di governo, a ripristina-re l’utilizzo dell’auto propria per gli ispettori del lavoro e dei beni culturali (si veda Italia Oggi di

mercoledì scorso), a sopprimere l’Isfol e l’Agenzia per la gestione dell’albo dei segretari comunali, a trasferire a cooperative di gio-vani under 40 gli spazi demaniali sopra quota 700 metri per nuove attività agropastorali. Ma anche a eliminare il vincolo per i prossimi tre anni degli stipendi di tutti i 3,5 milioni dipendenti pubblici a non crescere oltre quelli in godimento nel 2010. Tra Funzione pubbli-ca ed Economia, hanno valutato che, per esempio, una lavoratrice quest’anno in maternità continue-rebbe ad avere l’indennità anche il prossimo, invece dello stipen-dio pieno; stesso discorso per le decurtazioni di stipendio causa malattia. Insomma, anche questa norma avrebbe un sapore incosti-tuzionale. Sul fronte dei tagli alle regioni, l’intenzione di massima è di delegare alle stesse il compito di decidere come e dove ridurre le spese. C’è poi il pacchetto dei fi niani: riproposto il maxiemenda-mento 2009 di Mario Baldassar-ri, dalla cedolare secca sugli affi tti al recupero dei fondi non spesi per le imprese, e poi meno deduzioni degli interessi passivi per le socie-tà petrolifere a copertura dei 300 milioni per Roma capitale; sblocco dei contratti per università e fondi per la sicurezza. Il piatto è molto ricco. Quello che resterà, però, si dicono convinti nella stessa mag-gioranza, sarà ben poca cosa.

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DI ALESSANDRA RICCIARDI

Abbiamo preferito fare un’operazione di so-stanza e non di ban-diera», dice Massimo

Garavaglia, vicepresidente della commissione bilancio, e tra gli uomini più vicini a Um-berto Bossi, «perché la manovra è necessaria e pensare di cam-biarla nei grandi numeri è un errore colossale». Ma il lifting c’è tutto. E Carroccio parte da un forfettone per le partite Iva e le società di persona: chi ha un fatturato annuo di 200 mila euro potrà decidere, ogni anno per il successivo, di non aderire allo studio di settore ma di far scattare un prelievo unico del 10%. Una semplificazione per il contribuente e per il fisco, a in-casso invariato per le casse del-lo stato se non accresciuto,che pare andare incontro anche ai propositi espressi dallo stes-so premier alle imprese. Nella lotta agli sprechi, il Carroccio sfodera poi una sorta di rientro scudato dei furbi: falsi invalidi e medici attestanti il falso potran-no autodenunciarsi, tempo 180

giorni. Perderanno l’indennità futura, i primi, ed eviteranno la radiazione dall’albo i secondi. In cambio avranno l’estinzione del reato e dei relativi illeciti ammi-nistrativi. Sul fronte controverso dei tagli alle province, il partito di Bossi rilancia con l’accorpa-mento delle funzioni nei bacini territoriali con meno di 250 mila abitanti.. Interventi poi anche sulla green economy: quote in-centivanti di CO2 a titolo gra-tuito per gli impianti a elevato rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

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Il 10% per le imprese sotto i 200 mila euro

Lega, sì a forfettone e condono invalidi

DI CESARE MAFFI

Non metteremo le mani nelle tasche de-gli italiani. Tale la promessa, più volte reiterata, di Silvio Berlusconi. C’è, però, da chiedersi se l’impegno valga esclusi-

vamente per il governo o riguardi altresì gli am-ministratori regionali e locali del Pdl. Nel primo caso, l’impegno avrebbe una validità poco indica-tiva, posto che Regioni, Province e Comuni sono enti tassatori, in certi casi pesantemente tassatori. Mantenere invariato il carico tributario a livello centrale (ma non risulta che neppure questo sia stato fatto), e poi dare via libera alle torchiature periferiche, significherebbe irridere i voti conqui-stati in conformità a un programma, se non anti-tasse, almeno estraneo alle politiche fiscali dei vari Visco e Padoa-Schioppa.

La neopresidente della Regione Lazio ha pen-sato bene di dichiarare che l’aumento delle addi-zionali regionali su Irap e Ire «non sarebbe una tragedia, perché già nel Lazio si pagano le tasse più alte d’Italia e l’aumento sarebbe di molto poco». Renata Polverini c’è o ci fa? Anche lei s’intruppa nel coro degli amanti dei tributi che giustifi cano l’esistenza di un balzello con minchiate (per usare la non troppo fi ne, ma chiarissima, espressione di Marcello Dell’Utri) quali «costa come una sigaret-ta al giorno», «vale come un caffè la settimana» e simili, fi ngendo d’ignorare che i cittadini preferi-scono fumarsi quella sigaretta e bersi quel caffè invece di elargirli a Stato, enti locali ecc. Per di più, la presidente laziale ha la faccia di bronzo

di riconoscere che nella sua Regione già si paga molto e quindi (purtroppo, pare quasi aggiunge-re) il nuovo salasso estrarrebbe scarso sangue dai contribuenti.

Quanto al suo degno collega sindaco della Capi-tale, Gianni Alemanno si è dichiarato favorevole alla tassa di soggiorno, per ora estesa solo a Roma (invero, si applica pure nelle repubbliche semiso-vrane di Alto Adige e Trentino). Anche lui è pronto a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, con la furbata, beninteso, di pensare ai portafogli di chi non vota a Roma e quindi è costretto a subire taci-tamente il sopruso. È lo stesso caso dell’Ici-salasso per le seconde case, che colpisce per defi nizione chi non sia residente. È il caso, altra peculiarità tutta romana, del sovrapprezzo di due euro che sono costretti a versare ai tassisti tutti coloro che salgano su un’autopubblica alla stazione Termini, in larga percentuale non residenti (e dunque non votanti) a Roma. Quest’ultima peculiare estorsio-ne venne introdotta con ordinanza del precedente sindaco, azzerata dal Tar, ma rimasta in vita non si capisce come, tanto per favorire una catego-ria che a Roma in larga maggioranza sostiene il centro-destra (An in testa). Un’accoppiata, quella Polverini-Alemanno, che nei fatti ridicolizza il (te-orico) impegno di Berlusconi di non aumentare le tasse. C’è perfi no una domanda che viene da porsi. Se al posto della Polverini avesse vinto la Boni-no, quest’ultima avrebbe usato espressioni così oltraggiosamente tassatorie come quelle esternate dall’ex segretaria dell’Ugl?

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Non mettere le mani nelle tasche degli italiani vale solo per il Cav

Polverini e Alemanno,ecco come le tasse crescono

Vignetta di Claudio Cadei

Renato Schifani

Umberto Boassi

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4 Sabato 19 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

La quota dell’Enel in mano alla Cdp deve tornare al Tesoro per non incappare nell’Antitrust

I rompicapi della Cassa DepositiIn bilico anche gli extra-dividendi alle Fondazioni bancarie

DI SERGIO LUCIANO

La «cassa comune» non va bene. La quota azionaria pari al 17,36% dell’Enel che il Tesoro, alcuni anni

fa, girò alla Cassa depositi e prestiti dovrà rientrare alla base, perchè nel frattempo la Cassa è poi diventata anche azionista di controllo di Terna, e l’Antitrust sostiene che non è corretto far condividere un azionista importante a Terna ed Enel, poiché Terna è la so-cietà della rete elettrica, che deve essere aperta a parità di condizioni a tutti gli operatori del settore, e quindi una paren-tela azionaria introdurrebbe un elemento di sospetta asim-metria da sanare alla base.

Impensabile, ovvio, che la quota pubblica totale nell’Enel scenda sotto il 30%, soglia di sicurezza anti-Opa: ci manche-rebbe, una delle poche aziende veramente strategiche per il paese, che oltretutto funziona bene e rende... Ma naturalmen-te non ha neanche senso per il Tesoro ricomprarsi dalla Cassa quella quota «a soldi»: sarebbe una stupida partita di giro (la Cassa dipende dal Tesoro!) e creerebbe tutta una serie di problemi fi nanziari com-plessi da gestire. La strada

sarà invece quella di organiz-zare uno scambio di asset suf-fi cientemente equilibrato, con il Tesoro che girerà alla Cassa una o più delle sue altre par-tecipazioni, per un valore equi-valente: per esempio un’ul-teriore quota nelle Poste, o in Fintecna o in una qualunque delle altre partecipazioni dirette del ministero. Senso operativo dell’opera-zione: nessuno. Pura burocrazia, puro for-malismo. Ma tant’è.

E non è l’unico «rompicapo» che la Cassa depositi e pre-stiti e il suo nuovo am-ministratore delegato Giovanni Gorno

Tempini devono risolvere. In prospettiva ce n’è anche un al-tro, di quelli tipicamente ita-liani, fi glio più dell’eccesso di norme che di qualche intrigo politico ma comunque compli-

cato da decifrare: si tratta degli «extra-dividendi» che la

Cassa depositi e prestiti ha pagato negli anni s cors i

alle fonda-zioni banca-rie che sono

diventate sue azioniste privi-legiate. Extra-dividendi che le fondazioni, se-condo un’inter-

pretazione

cara al Tesoro, dovrebbero re-stituire: o indenaro, o in azioni della Cassa. Ma le fondazioni non sono d’accordo, e (confor-tate da solidi pareri legali che la loro associazione, l’Acri, ha acquisito) ritengono di avere tutti i diritti di tenersi sia i soldi sia le azioni.

Per capirne di più bisogna ri-salire a quando, sette anni fa, l’allora (come oggi) ministro dell’economia Giulio Tremonti negoziò con alcune grandi fon-dazioni bancarie il loro ingresso nel capitale della Cassa in qua-lità di azioniste privilegiate. Ad accettare furono Compagnia di San Paolo, fondazione Cariplo, fondazione Cassa di risparmio di Torino, fondazione Cassa di risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, fondazione Monte dei Paschi di Siena, che nell’insieme acquisirono azioni privilegiate dal valore comples-sivo pari al 30% del capitale sociale.

Il «privilegio» consisteva in un dividendo garantito di tre punti percentuali superiore all’infl azione. Il che non avreb-be però dovuto impedire alla Cassa di erogare un dividen-do ancora più consistente in caso di buoni risultati di gestione: che di fatti ci sono stati, e hanno effettivamente

permesso alla Cassa di pagare alle fondazioni questo extra-dividendo.

Ben presto, però (e qui c’è l’assurdo) si è scoperto che nei patti sottoscritti all’inizio tra Tesoro e fondazioni non era chiaro se la distribuzione dell’extra-dividendo avreb-be dovuto essere considerata come tale o non, invece, come un riacquisto parziale di quo-te di capitale proprio da parte della Cassa. Ecco perchè, negli anni passati, discrezionalmen-te, quasi tutte le Fondazioni so-cie hanno appostato nei propri bilanci delle poste di riserva per coprire l’eventualità che si fosse deciso di restituire i soldi intascati come extra-dividendi per tenersi le azioni o viceversa di restituire le azioni ridimen-sionando così il valore della partecipazione (che sarebbe stato bilanciato all’attivo patri-moniale dalle posyte di riserva). Nei bilanci 2009 non sono stati contabilizzati extra-dividendi perchè non ne sono stati pa-gati ma anche perchè alla fi ne dell’anno scorso si è deciso di dirimere quanto prima questa faccenda, cosa che appunto la nuova gestione della Cassa si appresterà a fare.

© Riproduzione riservata

Il presidente della re-pubblica Giorgio Na-politano l’altro giorno è andato all’accademia nazionale dei Lincei per partecipare alla secon-da conferenza interna-zionale «The long-term investments in the age of globalization». Il capo dello stato tornerà a via della Lungara nella gior-nata del 24 giugno, in occasione della chiusu-ra dell’anno accademico 2009-2010, partecipando all’adunanza generale solenne a palazzo Cor-sini. Dopo la relazione del presidente dell’ac-cademia Lamberto Maf-fei sulla attività svolta e sui programmi futuri, il socio Salvatore Cali-fano terrà un discorso sul tema «Estetica e creatività dei Linguaggi scientifi ci». Seguirà l’an-nuncio del conferimento degli encomi annualmen-te assegnati dall’accade-mia, tra i quali i premi Feltrinelli. Nel pomerig-gio, nella sala di scien-ze fi siche, conferenza di Giulio di Toro su «I ter-remoti visti da vicino».

Mario Nuzzi© Riproduzione riservata

Napolitanoai Lincei

DI MAURO ROMANO

La pubblicazione dei risul-tati degli stress test sulle banche rappresenta un fat-to assolutamente positivo.

Lo ha sostenuto ieri il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, impegnato in un convegno a palaz-zo Koch e in una lectio magistralis per il master honoris causa conferi-togli dalla fondazione Cuoa.

Sugli stress test, la cui pubblica-zione è stata decisa in sede euro-pea, il numero uno di via Nazionale non ha dubbi. «È una procedura che ho sostenuto fi n dall’inizio e che in Italia seguiremo», ha detto, aggiungendo subito dopo che «noi abbiamo tutto da guadagnare per-ché fi nora i paesi con una buona struttura fi nanziaria hanno tutto da perdere da un contagio». Insom-ma, le banche italiane non dovreb-bero aver nessun timore nel veder pubblicati questi risultati, perché da questi si potrà constatare il loro stato di salute positivo. Draghi si è anche soffermato sulla situazio-ne economica generale dell’Italia. «Siamo fortunatamente, si spera, nella scia della recessione», ha commentato, spiegando che il pae-se nella crisi rappresenta un «caso

emblematico» di contagio trasmes-so attraverso il canale del commer-cio estero: «Nonostante una strut-tura fi nanziaria con molti punti di forza, dalla stabilità del sistema bancario alla solidità fi nanziaria di famiglie e imprese, l’Italia ha sofferto molto per la crisi interna-zionale». Il riferimento è alla cadu-ta del pil 2009 del 5%. Una botta non indifferente. Senza contare che, «nonostante una certa ripresa dalla seconda metà del 2009, la pro-duzione industriale è ancora di un quinto sotto i picchi ciclici registrati nella primavera del 2008». Quanto al tema della libertà economica in Italia, di assoluta attualità dopo la proposta governativa di integrare l’articolo 41 della Costituzione, la posizione di Draghi è sembrata in un certo senso andare incontro al percorso intrapreso dall’esecutivo. Il governatore ha stigmatizzato una situazione in cui ci sono anco-ra «troppe regole e un carico fi sca-le elevato». Si tratta di elementi a dir poco frenanti, che costituiscono «un ostacolo per le imprese e quin-di per la crescita economica». E ancora: «Una regolamentazione eccessiva o di cattiva qualità per le imprese costituisce un fattore di ostacolo alla concorrenza».

Nel frattempo ieri l’Abi si è scagliata contro l’ipotesi di una tassa sulle banche a cui si sta lavorando in sede Ue. L’associazione ha sottolineato che «le banche italiane hanno un modello di business legato al finanziamento dell’economia reale, a differenza di quelle di altre aree che si sono dedica-

te soprattutto alla fi nanza». Per questi motivi, ha spie-gato una nota dell’Abi, «è perciò evidente che il sistema bancario ita-liano è già gravato da un incremento di costi e che una nuova tassa peserebbe ulterior-

mente sulle banche e sull’economia tutta».

© Riproduzione riservata

Per il governatore della Banca d’Italia ci sono troppe regole e un fisco eccessivo sulle imprese

Draghi dice sì agli stress test bancarie vede l’Italia nella scia della crisi

Giovanni Gorno Tempini

Mario Draghi

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5Sabato 19 Giugno 2010Sabato 19 GiugP R I M O P I A N O

Pd e Idv all’attacco. Per Di Pietro la nomina serve solo a fornigli il lodo per salvarlo dai processi

Un ministro al federalismo low cost Brancher uomo del dialogo Pdl-Lega proprio come Tremonti

DI FRANCO ADRIANO

Era necessaria una cabi-na di regia, un coordi-namento dell’azione di governo con le regioni

e le amministrazioni locali sul federalismo, ha spiegato il neo-ministro. Missione complicata, dunque, per un sottosegreta-rio alla Semplificazione, Aldo Brancher, che ieri ha giurato da ministro per l’attuazione del Federalismo tra le mille ironie alimentate dall’opposizione, ma anche (involontarie) dalla mag-gioranza: «Sarà un ministro low cost», ha detto il titolare di via XX Settembre, Giulio Tremonti. E sarebbe proprio questa la mission che gli viene af-fidata: attuare il federalismo sen-za spendere, anzi semmai rispar-miando e soprat-tutto senza far ar-rabbiare nessuno. Brancher da vice del ministro Rober-to Calderoli già rap-presentava l’uomo del dialogo fra Pdl e Lega Nord. Il numero due in ciò, dopo Tre-monti. Con la sua no-

mina rafforza il suo ruolo. E c’è da scommettereci che Umberto Bossi a Pontida ne vanterà doti e ruolo: per il Carroccio è un ul-teriore segno che il federalismo si farà. Il governatore del Ve-n e t o , Luca Zaia, si è distinto

per entusiasmo. Vede raffor-zata la posi-zione della sua regione a Roma e anche un po’ la sua per-sonale, visto

che con-

divide con Brancher pessimi rapporti con l’altro ministro corregionale, il suo predeces-sore in regione e successore al ministero alle Politiche agrico-le, Giancarlo Galan. Tuttavia, il ruolo di contraltare a Tremonti, con la Lega, o i pesi e i contrap-pesi veneti che comunque era-no da riequilibrare non bastano ancora a giustificare la nomina a ministro di Brancher nel mo-mento in cui il premier Silvio Berlusconi è costretto a mante-nere l’interim sul dicastero del-lo Sviluppo economico. Perché è stato nominato lì, Brancher? Si è semplicemente in attesa che l’ad di Poste, Massimo Sarmi, si decida? O lo spacchettamen-to in corso di fondi e deleghe di quel ministero celano un’altra partita in corso nel governo tutta da definire? Non ha dub-bi l’opposizione che su questa

scelta di Berlusconi è andata all’attacco. E mentre il se-gretario del Pd, Pierluigi Bersani, sottolinea l’illo-gicità di questa mossa e altri ironizzano («mini-

stro barzelletta»), il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro,

non ha dubbi: la nomina è avvenuta sull’onda di motiva-

zioni giudiziarie. «Abbiamo già depositato un’interrogazione urgente al governo affi nché il

presidente del consiglio venga a riferire sulle reali ragioni per cui si è inventato questo nuo-vo dicastero, dopo che c’è già quello della Semplifi cazione e dopo che di federalismo se ne sta occupando direttamente il ministro Roberto Calderoli». Per Di Pietro, Brancher è un personaggio «conosciutissimo» alle cronache giudiziarie fin dai tempi di «mani pulite». «È stato coinvolto in più processi. In uno «se l’è cavata in Cassa-zione», ha continuato Di Pietro,

«in parte perché prescritto in parte perché, nel frattempo, il presidente del consiglio ha fatto una legge che ha consentito di depenalizzare il reato che aveva commesso. È sotto processo, in questo momento, per la vicenda di Gianpiero Fiorani della Ban-ca Antonveneta», ha concluso Di Pietro. Vogliamo scommettere che nei prossimi giorni si avvar-rà del famoso lodo Alfano che dice che chi è ministro non può essere sottoposto a processo»?

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presidente del consiglio venga «in parte perché prescritto in

Renato Schifani oggi benedirà il matrimonio della sena-trice Cinzia Bonfrisco con il dirigente di Poste italiane Stefano Ciccardini. Già presente a Verona per assistere alla prima della Turandot all’Arena, in mattinata Schifani arriverà al municipio di Pastrengo, sede scelta per la ceri-monia. Lì, oltre al numero uno di palazzo Madama saranno presenti il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Alberti Casel-lati, il sottosegretario alle Finanze Alberto Giorgetti, il neo ministro al federalismo, Aldo Brancher, il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo e Rosi Mauro. Tra i politici veneti di grido mancherà all’evento il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, che ha telefonato alla futura sposa per rammaricarsi della sua assenza (è in visita nel Montenegro).

Donato de’ Bardi

Schifani celebra le nozzeBonfrisco-Ciccardini

DI PIERO LAPORTA

Ad ogni polemica contro i le-ghisti li si accusa di complot-tare contro la nazione. L’ulti-ma si è svolta sulle mancate

note di Mameli ad opera del neo governatore del Veneto, Luca Zaia, reo di preferire il Nabucco. Ebbene, occorre ammettere, che un complotto c’è davvero, tuttavia legittimo, conce-pito ben prima che la Lega nascesse. Si tratta del Manifesto di Ventotene, stampato nell’agosto 1943 per fon-dare il Movimento Federalista Euro-peo. E fu redatto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, al confino durante l’estate del 1941. La versione iniziale, molto critica verso l’Unione sovietica, fu poi annacquata, mentre rimase in-flessibile verso la Chiesa cattolica: «Il concordato con cui in Italia il Vaticano ha concluso l’alleanza col fascismo andrà senz’altro abolito, per affermare il ca-rattere puramente laico dello stato, e per fissare in modo inequivocabile la su-premazia dello stato sulla vita civile». Nel documento c’è la sto-ria italiana recente e le molte sue oscillazioni. Per esempio, il democristiano e atlantico Aldo Moro e il socialdemocratico Bettino Craxi finirono i loro giorni maciullati da

quelle righe. Il Mani-festo, considerato una-nimemente l’atto di fecondazione assistita della Ue, apre con una strategia chiara: «Il problema che in pri-mo luogo va risolto, e fallendo il quale qual-siasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva aboli-zione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani»; marcia funebre, altro che Va’ pensiero.Fin-ché la Guerra fredda rimase calda tutto fu congelato. Le polveri del Muro non s’erano

posate e si parlò di Costituzio-ne europea (anticatto-lica), con quanto seguì, euro, Maastricht, e via tassando. Il movi-mento leghista nacque dalle spinte della Ue agli stati nazionali, coerentemente con gli obiettivi di Ventotene del 1941. Dal Belgio all’Olanda, dalla Fran-cia alla Spagna alla

Gran Bretagna, certificano che dagli anni ’90 le autonomie regionali non sono affatto peculiarità italiana. In coerenza col credo ventoteniano, i pa-

dri costituenti inserirono le Regioni nella Costituzione. La loro effettiva attuazione nel 1970, marcò l’esplo-sione del debito pubblico, oggi pari a 1831 miliardi di euro, in salita. È il costo del rafforzamento progressivo delle relazioni tra Regioni e Ue, che aggira e svilisce l’autorità statuale. L’autonomia delle regioni fu notevol-mente ampliata dalla riforma costitu-zionale del 2001, voluta dal governo di centro sinistra. «La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Provin-ce, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato», sancì la Co-stituzione, frammentando l’Italia e ampliando le competenze legislative

regionali ai rapporti autorità-libertà e ai diritti sociali. Tali riforme, sotto il vigile occhio Ue, indeboliscono lo Stato, proprio nella prospettiva di Ventotene, e rafforzato i loca-lismi. In teoria quindi la Lega avrebbe diritto al bollino blu degli spinelliani, invece non è così. La Lega è due volte ere-tica. Innanzi tutto è strenua-mente impegnata nella difesa dei valori cattolici. Da quando questo è stato compreso pure in Vaticano, si intensificano i rabbiosi anatemi ventotenia-ni. A questo s’aggiunga, dopo iniziali e non disinteressati entusiasmi leghisti per l’Eu-ropa, che a Pontida capirono il senso delle magniloquenti promesse di libertà, dietro le

quali allignano progetti totalitari non meno pericolosi di quelli che a Ventotene dichiaravano di combatte-re. La secessione? I leghisti non sono scemi. Sanno bene che con questa Ue uno staterello padano più debole della già debole Italia avrebbe le ore contate. Semmai dilagheranno oltre il Po, fino a Bologna e domani chissà, grazie alla fede in Dio e nonostante le sterili scomuniche ventoteniane. In quanto al Va’ pensiero, se ne chie-dessero l’omologazione, la Ue non po-trebbe negarla, ma forse sanno che è musica fra le più melensi.

[email protected]© Riproduzione riservata

Ma i leghisti sanno che con questa Ue uno staterello padano più debole dell’Italia avrebbe le ore contate

Il complotto federalista contro la nazione c’è

Aldo Brancher

Luca Zaia

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E, poi, da tempo il Carroccio sui temi

del laicismo più spinto non è più in sintonia con il manifesto di Ventotene, redatto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi

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6 Sabato 19 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

Il Csm chiama a raccolta i capi degli ufi ci: o si cambia o si pagano i ritardi dei processi

Tribunali lenti, ecco le best practicesNuova organizzazione del lavoro e più informatizzazione

DI ROBERTO MILIACCA

Tribunali in cerca di effi-cienza e di rapidità. Alme-no sulla carta. Il Consiglio superiore della magistra-

tura, che si è posto da tempo il problema anche per cercare di evitare le continue condanne europee all’Italia per i ritardi dei processi (in attuazione della cosidetta legge Pinto sul giusto processo), giovedì ha chiamato a raccolta a Palazzo dei Marescialli i presidenti dielle maggiori Corti d’appello italiane, i procuratori generali della Repubblica e i ver-tici della Cassazione, per fare un punto sulle best practices in atto e quelle da attuare in tutte le aule di giustizia del Belpaese.

Il quadro che è emerso dal confronto di giovedì scorso, sol-lecitato dalla VII commissione del Csm, presieduta da Cosimo Ferri, è che molti tribunali, spe-cie quelli del Nord Italia, stanno spingendo il piede sull’accelera-tore per raggiungere un livello di effi cienza e ridurre i tempi delle cause, puntando principalmente sull’informatizzazione dei pro-cessi. Molti altri, invece, vanno a rilento, e anche le migliori best practices stanno avendo molte diffi coltà ad attecchire. È il caso

del tribunale di Bari, per esem-pio. Il consigliere Giuseppe Rana, componente della Struttura tec-nica per l’organizzazione del Csm, nella sua relazione, ha ricordato che il tribunale del capoluogo pugliese si con-figura come «un arcipela-go di uffi ci di giustizia, ca-ratterizzato da regole di leadership, cultura, idea g u i d a ,

prassi operative diverse. Ogni isola vive separata dalle altre». Insomma, mettere a sistema un univberso giudiziario come questo è un’impresa titanica. E neppure l’informatica pare poter venire incontro a questo scopo: «L’alfabetizzazione informatica non è del tutto diffusa», si legge nel documento di analisi redat-to da una società di Bologna, la COGruppo nel 2004, e sottoposto giovedì all’attenzione dell’organo di autogoverno guidato da Nico-la Mancino. «Negli uffi ci è anco-

ra necessario pensare alla suddivisione del lavoro tenendo conto che fra il personale c’è chi non sa usare il computer e chi non ha suffi-cienti motivazioni per imparare ad usarlo».

E poi, soprattut-to nei tribunali del Mezzogiorno, c’è il problema del personale e del suo utilizzo effi ciente. Sem-pre a Bari, ma pare anche in

altri tribunali, quando manca un cancelliere, automa-

ticamente l’uffi cio che dovrebbe ricevere gli atti viene chiuso. Certo, le cose stanno miglioran-do in questi ultimi tempi, ma il cambiamento vero è ancora lon-tano a venire, sia nel civile che nel penale.

Al Nord, invece, la situazione va molto meglio. I tempi medi che i capi degli uffi ci di milano o To-rino, hanno fi ssato per la defi ni-zione di un procedimento penale, è di 3 anni massimo (1 anno per la fase delle indagini e 2 per il processo in aula). Risultato che si ottiene informatizzando al mas-simo il procedimento, tracciando con il codice a barre gli atti, facen-do inviare gli atti utilizzando la posta elettronica certifi cata (Pec), smaltendo l’arretrato dando prio-rità assoluta alle cause che hanno massimo 3 anni e utilizzando il metodo FIFO (fi rst in, fi rst out), cioè precedenza assoluta alle vec-chie cause anzicchè quello LIFO (last in, fi rst out) per assegnare gli incarichi ai magistrati.

Da fare però c’è ancora molto. E qui intervengono una serie di accordi con organismi e categorie, come per esempio, gli ordini de-gli avvocati, per avviare iniziative congiunte che possano sveltire il processo.

Uno per esempio, riguarda

la possibilità, per i giudici dei tribunali, di poter accedere, grazie a un accordo con l’Abi, alle banche dati delle banche in occasione di indagini in ma-teria fi nanziaria. Ma anche la creazione di coordinamenti tra varie realtà per investigare sugli incidenti sul lavoro. Best practice sono anche quelle che stanno consentendo da tempo ai tribunali di tagliare sui costi delle intercettazioni, ritenute strumento fondamentale di in-dagine: a parità di utilizzo, sono stati ottenuti sensibili rispar-mi grazie all’esternalizzazione a privati delle intercettazioni (50% di tagli a Cagliari, 70% a Genova).

L’obiettivo che si pone la nuo-va Struttura Tecnica dell’Or-ganizzazione (Sto) del Csm guidata da Ferri, è quello «di promuovere il confronto e la dif-fusione delle buone prassi me-todologiche ed operative anche attraverso la sperimentazione e l’utilizzazione di tecniche in-novative», spiega il consigliere di Magistratura Indipendente. Poi, insieme al ministero della giustizia, verranno promossi i progetti che meglio potranno far funzionare i tribunali italiani.

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DI DIEGO GABUTTI

Nessuno li ricorda più, come ci si ricorda a malapena anche dello stesso partito comunista, ma i «miglioristi» del Pci sono stati

la foglia di fico che a lungo si è ingegna-ta di coprire le vergogne del comunismo italiano. Nel 1989, passata la tempesta, avrebbero dovuto traghettare il par-tito verso più sobri lidi socialdemocra-tici. Ma anche la so-cialdemocrazia, alla fine del secolo, stava perdendo il suo ap-peal; e i «miglioristi», del resto, non erano mai stati capaci di rendere appetito-se le loro prudenti strategie politiche. Erano detti «miglio-risti» i comunisti «di destra». Chiamati a scegliere tra la tradizione marx-leninista e quella socialista, i «miglio-risti» rispondevano di preferire, e di gran lunga, la seconda alla prima. Disponendo d’una macchina del tempo, i «miglioristi» avrebbero volentieri disfatto, con un blitz da romanzo di fantascienza, la scissione di Livorno del 1921, quando i fan della Rivoluzione d’ottobre e della guerra civile prima europea e poi universale si separa-rono dai fan di Filippo Turati e di Eduard

Bernstein (il «revisionista» originario, il primo a rivelare oltre cent’anni fa che, sotto gli abiti nuovi, Re Marx era nudo). Ideologicamente parlando, i «miglioristi» erano più vicini al riformismo di Bettino Craxi che alle fantasie anticapitalistiche di Enrico Berlinguer (cosa di cui devo-no scusarsi ancora adesso, vent’anni dopo

la fi ne della guerra fredda). Se oggi c’è un «migliorista», Giorgio Napoli-tano, alla presi-denza della repub-blica, non è perché ai «miglioristi» sia stata perdonata l’eresia socialista e craxiana degli anni Ottanta, ma perché nessuno vuole un postcomunista di stretta osservanza berlingueriana al Quirinale. Nessu-no lo vuole, per la verità, nemmeno a Palazzo Chigi, come Achille Occhetto,

Walter Veltroni e Massimo D’Alema hanno imparato a loro spese. Sono mal-visti, i postcomunisti che non hanno mai neppure fatto il gesto d’avvicinarsi alla tradizione del riformismo socialista, an-che soltanto come leader dell’opposizione (se ne sta accorgendo, buon ultimo, anche Pierluigi Bersani). Senza i «miglioristi», dal padre fondatore Giorgio Amendola a

Emanuele Macaluso, da Giorgio Napoli-tano a Paolo Bufalini a Luciano Lama, senza questo nocciolo duro di «dirigenti» (come si diceva all’epoca, in neolingua) che si sforzavano, magari con scarso successo, di svecchiare il partito, i comunisti italiani non sarebbero mai usciti dal trucido folk-lore togliattiano e stalinista.

Tra i «miglioristi» degli anni Ottanta e Novanta, ai tempi giovanissimo, c’era anche Enrico Mo-rando, oggi demo-cratico da talk show e autore d’una bella ma scoraggiata sto-ria del «migliori-smo» (Riformisti e comunisti? Dal Pci al Pd. I «migliori-sti» nella politica italiana, Donzelli, pp. 154, € 17,00). Mo-rando, tuttora fedele alla causa sempre più chimerica del «socialismo libera-le», rivendicherebbe volentieri l’eredità del «migliorismo» se ci fosse un’eredità da rivendicare. Nella sua storia di questa speciale eresia comunista (una storia fatta con i «se», il solo gene-re di racconto storico che renda giustizia alle cause perse) spiega qual è stato il li-mite politico e umano del «migliorismo»: la bizzarra idea che l’unità del partito, o meglio del Partito, intorno alle sue ridico-

le e imbarazzanti strategie politiche (la Terza Via, la Differenza Antropologica, il Superamento del Capitalismo, la Questio-ne Morale) non dovesse mai essere messa a rischio.

Di qui il gesto tipico del «migliorista» italiano: la marcia indietro. Questo gesto è diventato tipico, col tempo, dell’intero

universo postco-munista, che torna sui suoi passi, chie-dendo scusa per aver detto o fatto qualcosa di sensato, ogni volta che un ex magistrato abbaia.

Erano persone interessanti, poli-tici di peso, ideolo-gi di rango, ma il momento dei «mi-glioristi», disgra-ziatamente per la sinistra italiana, non è mai venuto. Avrebbero dovuto distinguersi, per contare qualcosa, dai giustizialisti e

dai cacciatori di streghe che devastarono il paese all’inizio degli anni Novanta. In-vece s’unirono agli ultras di Mani pulite che prendevano a sassate i socialisti e invocavano l’ira divina su Bettino Craxi e sul socialismo riformista. Oggi (Napo-litano compreso) contano meno del due di briscola.

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VOLEVANO TRAGHETTARE IL PCI VERSO PIÙ COMODI LIDI SOCIALDEMOCRATICI, MA NON CE L’HANNO FATTA

Perchè i miglioristi, adesso, non contano più un tuboErano più vicini al riformismo di Craxi che alla fantasie anticapitaliste di Berlinguer

Nicola Mancino

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Se oggi c’è un migliorista al Quirinale, Giorgio Napolitano, non è perché ai miglioristi sia

stata perdonata l’eresia socialista e craxiana degli anni Ottanta, ma solo perché nessuno vuole un post-comunista di stretta osservanza berlingueriana al Colle. Nessuno li vuole,

per la verità, nemmeno a Palazzo Chigi, come Achille Occhet-

to, Walter Veltroni e Massimo d’Alema hanno imparato a loro

spese. E come se ne sta accorgendo, da buon ultimo,

anche Pier Luigi Bersani

«migliorismo» se ci

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dai cacciatori di stregh

Nella storia di questa speciale eresia comunista (una storia fatta con i «se», il solo genere di racconto storico che renda giustizia alle cause perse) c’era l’idea bizzarra che

l’unità del partito, o meglio del Partito, intorno alle sue ridicole strategie politiche (la Terza via, la Differenza

antropologica, il Superamento del capitalismo, la Questione

morale) non dovesse mai essere messa a rischio. Di qui il gesto tipico del migliorista:

la marcia indietro

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7Sabato 19 Giugno 2010Sabato 19 GiugP R I M O P I A N O

Dalle statistiche di eurowatch.eu ecco i parlamentari italiani che nell’assemblea si vedono di meno

Allam guida gli euro-assenteistiIl primato negativo diviso con Pallone: in aula solo 3 volte su 10

DI PIERRE DE NOLAC

Magdi Cristiano Allam e Alfredo Pallone all’euro-parlamento si fan-

no vedere pochissimo. Su 733 eletti provenienti dall’intero continente, Pallone si trova al numero 726 e Allam al 727 (en-trambi appartengono al gruppo Ppe), nella lista dei votanti all’assem-blea plena-ria di Stra-sburgo: il peggiore di tutti è un r u m e n o , G e o r g e Becali, che ha meritato la maglia nera eu-r o p e a , c o n i l 32,61% delle pre-senze.

Al lam si è as-s e s t a t o a q u o t a 52,17%, ex aequo con l’in-glese Godfrey Blo-om, e Pallone al 56,52%.

Le statistiche comunitarie, che si possono leggere su euro-watch.eu, non perdonano nessu-no: pure il terzultimo italiano è del Ppe, Alfredo Antoniozzi, impegnato anche sul fronte de-gli enti locali per colpa del sin-daco di Roma Gianni Aleman-no che lo ha nominato assessore capitolino al patrimonio, alla casa e ai progetti speciali. E si sa, la capitale lascia poco tempo libero per prendere un aereo e andare a votare all’europarla-mento.

La tabella sta-tistica non può far piacere al

vertice del Pdl, per-ché con il 1 0 0 %

delle presenze il primo euro-parlamentare della lista (grazie all’ordine alfabetico) è Salvato-re Caronna, uomo di sinistra, titolare nella Commissione Sviluppo regionale e membro supplente nella Commissione Agricoltura. che nella sua sche-da non nasconde di essere stato segretario della Fgci di Bologna e leader dell’Arci. Ex aequo, Lorenzo Fontana, Roberto Gualtieri, Salvatore Iacoli-no, Giovanni La Via, Oreste Rossi e Giancarlo Scottà.

Tra gli ultimi della lista c’è un illustre euroassen-teista, Ciriaco De Mita, che supera di poco Ra-chida Dati, già predilet-ta da Nicolas Sarkozy e poi scomparsa dalla scena politica francese (e non solo), tanto da non

farsi più vedere nemmeno a Strasburgo.

Sopra a De Mita c’è Deborah Serrac-

chiani, che evidente-

mente è più im-pegnata a parte-

cipare ai d iba t t i t i televisivi

che alle sorti

politiche dell’Europa, nonostan-te lo sforzo fatto dagli elettori per portarla all’europarlamen-to, e pure Rita Borsellino.

Le assenze di Allam e Pallo-ne sono però davvero eclatanti. Magdi Cristiano, giornalista egiziano che si è speso nella battaglia contro il fondamen-talismo islamico, nel suo sito internet pubblicizza tutte le

sue iniziative, e più che della politica sono da sottolineare i banchetti con amici e conoscen-ti. Aprendo www.magdiallam.it, si può leggere, nell’agenda, che ieri il suo programma di lavoro prevedeva una giornata a Lugo, con un appuntamento presso il ristorante Non plus ul-tra, in largo Relencini 11, quin-di alle ore 15 un incontro con gli iscritti ed i simpatizzanti pres-so l’abitazione di Giandomenica Babini, in via Manfredi 3. Per poi fi nire la giornata con una tappa a Ravenna.

Oggi invece scenderà in Um-bria, a Corciano, e solo la setti-mana prossima, dopo una sosta a Torino, andrà a Bruxelles. Ma, come si può vedere dalla sua agenda, quella di Allam sembra più un pellegrinaggio che una missione politica dettata dagli impegni di un eletto: Magdi Cristiano il 23 giugno parte-ciperà alla santa messa nella cappella del parlamento euro-peo, accompagnando il gruppo di “Io amo la Lucania”.

E Pallone? La sua assenza è colpa di Renata Polverini: la giunta del Lazio ha creato seri grattacapi al coordina-tore regionale del Pdl, impe-gnatissimo nella lotta contro il collega di partito Claudio Fazzone. Guardando il sito internet di Pallone si tro-vano paginate dedicate alla politica locale, quella laziale, con attacchi al Pd Esterino Montino su ogni argomento, a cominciare dalla sanità, e poche riguardanti il mandato europeo che ha ricevuto dagli elettori. Quando va a Bruxel-les, con un comunicato fa però subito sapere il valore del suo impegno per la zona che lo ha visto nascere, Frosinone: come accaduto in occasione dell’in-contro con alcuni amministra-tori locali del Lazio, promosso dall’Anci, “concentrato” sulle opportunità legate ai fondi co-munitari.

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DA PALERMOANTONIO GIORDANO

Bocciatura senza sconti per il federalismo fisca-le da parte di Susanna Camusso, vicesegre-

taria della Cgil nazionale che è intervenuta a Palermo ad un incontro organizzato dal sinda-cato regionale sugli effetti della riforma allo studio del governo nazionale. «Siamo l’unico paese al mondo in cui si discute di fede-ralismo nel momento storico più centralista che la storia ricordi», ha spiegato la Camusso a mar-gine dei lavori, «ed inoltre siamo l’unico paese al mondo dove si ra-giona di federalismo in logica pu-nitiva. Lo fa il governo nazionale che dice che bisogna cacciare gli amministratori che non rispetta-no i pareggi di bilancio, peccato che la regola non valga per il go-verno. Da un lato abbiamo questo atteggiamento punitivo come se le amministrazioni fossero quel-le che determinano i grandi pro-blemi del debito pubblico che sta salendo verticalmente proprio in questo periodo».

Inoltre, secondo la Camusso un altro tema che andrebbe le-

gato alla riforma federalista è quello della spesa delle regioni: «sui fondi Ue e sull’amministra-zione delle risorse il Mezzogior-no non ha brillato per la qualità della spesa e per i risultati in termini di investimenti e cre-scita del territorio», ha spiegato, «esiste, dunque, un tema di classi dirigenti del Mezzogiorno ma lo stesso tema esiste anche nelle altre regioni».

Per questo il numero due della Cgil, in corsa per la successione a Guglielmo Epifani, si chiede «se questa sia la stagione giusta

per il federalismo fiscale». «Si parla infatti di federalismo», ha specifi cato la Camusso, «quando la manovra scarica su regioni ed enti locali il risanamento, colti-vando l’illusione centralista che questi possano assumersene costi e carico. E mentre siamo in un momento di crisi in cui si tagliano risorse non viene detto quanto si stima che il federali-smo costi».

Ma inoltre, secondo la Camus-so, l’Italia è l’unico paese al mon-do dove la riforma sta per essere effettuata con tagli: «non conosco

nessun processo federalista che è avvenuto per risparmi. La fase iniziale è comunque un processo che avviene attraverso investi-menti».

Una riforma che preoccupa anche i vertici regionali del sin-dacato. Secondo la segretaria regionale Mariella Maggio, infatti, «il federalismo fi scale rischia di essere per la Sicilia una strada in salita, col pericolo di ulteriori arretramenti. L’Isola, benché dovrebbe essere rodata sull’argomento in virtù dell’au-tonomia speciale, arriva infatti agli appuntamenti previsti con una situazione di debolezza degli enti locali e della regione (quest’ultima con uno squilibrio strutturale tra entrate e uscite pari a 4 miliardi), con bassi livel-li di Pil e alti di spesa pubblica e con standard non soddisfacenti nei servizi, a partire dalla sa-nità». Ed anche la Maggio ha sottolineato, nel corso del suo intervento, «il problema dei pro-blemi: la responsabilità fi scale e l’autonomia di entrata e di spe-sa presupporrebbero infatti una classe dirigente di qualità, che alla Sicilia manca».

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La vicesegretaria lancia l’allarme dalla Sicilia su nuovi arretramenti per l’isola

Camusso (Cgil), un federalismodi soli risparmi non dà sviluppo

Magdi Cristiano Allam

Susanna Camusso

La top ten degli assenteisti al parlamento europeo…

Magdi Allam (Ppe)(Udc) (ultimo degli italiani) 52.17% di presenze

Pallone (Ppe) (Pdl) (penultimo degli italiani) 56.5% di presenze

Antoniozzi (Ppe) (Pdl) (terz’ultimo degli italiani) 58.7% di presenze

Iovine (ALD) (IdV) 60.42% di presenze

De Mita (Ppe) (Udc) 65.22% di presenze

Serracchiani (S&D) (Pd) 67.39% di presenze

Borsellino (S&D) (Pd) 67.39% di presenze

…e quella degli stakanovisti

Caronna (S&D) (Pd) 100% di presenze

Gualtieri (S&D) Pd 100% di presenze

Iacolino (Ppe) Pdl 100% di presenze

La Via (Ppe) Pdl 100% di presenze

Scottà (EFD) Lega 100% di presenze

Fontana (EFD) Lega 100% di presenze

Rossi (EFD) Lega 100% di presenze

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8 Sabato 19 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

La regione Toscana per un po’ lascia la sede di Firenze

Rossi si sposta a PratoIl governatore muove la presidenza

DI ANTONIO CALITRI

Il governatore toscano En-rico Rossi, tradisce Mat-teo Renzi e la sua Firenze e sposta la presidenza re-

gionale a Prato. Almeno per un po’. Giusto il tempo di ripren-dersi la città che dopo mezzo secolo ha dovuto subire “l’on-ta” di essere amministrata dal centrodestra.

Ma anche per aiutare artigia-ni e imprenditori a uscire dalla crisi che ha colpito il distretto tessile. E per i pratesi tutti, che soffrono molto l’avanzata dei cinesi e tutto quello che portano; compresi due omicidi avvenuti giovedì scorso in una guerra tra gang.

Per tutto questo, Rossi ha pensato di fare tesoro dell’espe-rienza di quand’era sindaco di Pontedera e fare un salto nel tempo di dieci anni.

Nel 1992, la Piaggio entrò in crisi e gli Agnelli stavano pensando di chiudere defi niti-vamente lo stabilimento. Rossi allora invitò l’allora presiden-te regionale Vannino Chiti che apri una sede stabile della presidenza regionale e insieme affrontarono l’emergenza.

Con ottimi risultati visto che nella primavera del ’93, dopo un incontro con Gianni

Agnelli, la Piaggio restò in Toscana.

Rossi, passato dall’altra parte ha deciso di ripetere lo schema, aggiungendo altri obiettivi. Il primo resta quello economico, che lui ritiene ancora più duro dell’altra volta, perché bisogna discutere con centinaia di pic-coli imprenditori.

Poi ci sono i cittadini che si sentono assediati da quella che è diventata la città simbolo del-la conquista cinese in Italia. E qualcosa bisognerà pur farla per farli sentire in Italia.

L’altro importante aspetto è politico perché il governatore,

appena eletto ha promesso al segretario Pier Luigi Bersa-ni che riporterà Prato nel cen-trosinistra. Ma non è detto che non salvi il sindaco visto che i due si iniziano a conoscere e vanno d’accordo.

Nessuno lo ammetterà ancora ma secondo alcuni rumors, Roberto Cenni po-trebbe addirittura ripresen-tarsi con una civica sostenuta dal centrosinistra. Infi ne, con la doppia sede presidenziale a Firenze e a Prato, Rossi potrà avere un palco su misura per attaccare lo scalpitante Ren-zi senza sentirsi ospite della sua città.

©Riproduzione riservata

Enrico Rossi

A Roma e dintorni mancano gli infermieri, indi-spensabili per riuscire a consentire le attività negli ospedali: così il sindacato di categoria Fials Confsal Gianni Romano ha diffi dato e messa in mora Renata Polverini, che oltre a rivestire il ruolo di presidente del Lazio è an-che stata nominata commissario ad acta per la sanità. Tutta colpa del comportamento an-tisindacale polveriniano, seconda l’accusa del movimento sindacale che prende di mira l’ex numero dell’Ugl: a oggi l’organizzazione non è stata chiamata «per esaminare la carenza di personale determinatasi a seguito del blocco dei contratti di lavoro che, peraltro potrebbe provocare un notevole danno ai livelli essenziali di assistenza». Nella contrattazione sindacale prevista a norma di legge nei contratti pubblici e nello specifi co della materia sanitaria le parti sociali, come recita il contratto, devono essere informate e sentite per un parere sui Livelli essenziali di assistenza (Lea), sul trattamento

del precariato, sulle assunzioni del personale e sull’organizzazione aziendale. Per Romano, «il comportamento della presidente del Lazio ci amareggia davvero al punto che non possiamo che confermare lo sciopero regionale promos-so dalla nostra organizzazione il 30 giugno». Questo perché la Polverini «non ci ha neppure informato per nessuno di questi argomenti malgrado la nostra rappresentatività ampia-mente consistente perché forse tiene a mente solo i rapporti legati alle trattative industriali e non quelli del pubblico impiego, peraltro così delicati come quello che regolano argomenti di sanitari e assistenziali». In più, sottolinea il sindacalista, «stiamo decidendo in queste ore di organizzare una manifestazione sotto la sede di via Cristoforo Colombo coinvolgendo le nostre rappresentanze aziendali nelle Asl, nelle azien-de ospedaliere, nei policlinici e negli Irccs».

Donato de’ Bardi© Riproduzione riservata

E nel Lazio la Polverini resta senza infermieri

DI BARTOLOMEO SCAPPI

Confcommercio – Carlo Sangalli ha orga-nizzato anche quest’anno l’assemblea di Con-fcommercio all’Auditorium Conciliazione. Ma perché di mercoledì, proprio nel classico giorno dell’udienza papale? Forse è colpa della laica agenda di Silvio Berlusconi. Voto 8

Sipra – Alla Sipra, come alla Rai, non ba-dano a spese. La doppia presentazione, mi-lanese e romana, pesa molto sul bilancio, tra il catering del Relais Le Jardin e le sedie da regista regalate agli invitate. Altro che la pubblicità, meno male (per loro) che c’è il canone. Voto 6-

ActionAid – Serata romana per lottare contro la povertà nel Terzo mondo, allestita all’interno di una nota casa d’aste e allietata da un buffet me-morabile, ecologicamente dichiarato a chilometro zero. Roba da Cafonal, quello del maestro della fotografia contemporanea Umberto Pizzi. Voto 2

Palazzo Venezia – Al ministero per i Beni cul-turali c’è qualcosa che non va. Per la mostra «La forma del Rinascimento» sono stati tagliati i fon-di, l’esposizione risulta incompleta, tanto da far disperare alcuni organizzatori e il pubblico. Però all’inaugurazione è stato apparecchiato un buffet faraonico, con vettovaglie che potevano sfamare un esercito. Voto 0

© Riproduzione riservata

CONVEGNI E BUFFET

DI PAOLO SIEPI

E perché non posso andare alle Maldive anch’io? La signora che pulisce le scale.

La nonna ieri ha ricaricato tutta la pensione sul telefonino. Mau-rizio Milani, «Mi sono iscritto nel registro degli indagati». Mondadori.

Il mondo ha bisogno che lo si svegli e non che lo si ecciti. Padre François Cassingena-Tréverdy, benedettino, in Ètincelles, Editions Ad Solem.

«Professione?», gli ha chiesto il giudice. «Imprendi-tore», ha risposto il paparazzo Fabrizio Corona. «In che settore?». «In tutti i settori. Sono una macchina da soldi. Ma nullatenente». Il Giorno.

Nicole Minetti, igienista dentale imposta da Silvio Berlusconi alla Regione Lombardia, ha un reddito di zero euri. Lo ha scoperto il Giorno. Avendo solo 25 anni e avendo iniziato a lavorare solo nello scorso novembre, il fatto lo si capisce. Ciò però avvalora le tesi che la ragazza sia molto gnocca ma nullafacen-te. Strano che sia stata scelta per far parte delle 80 persone che amministrano la Regione più ricca e popolosa d’Italia. Caterina Soffi ci. Il Riformista.

Il Wall Street Journal, in un editoriale a fi rma Joel Weickgenant, afferma: «L’Italia non è come le altre democrazie occidentali», in senso peggiorativo natu-ralmente. Ora, siamo i primi a riconoscere i difetti della nostra democrazia, ma gli Usa sono la sola al mondo a mantenere la pena di morte. In Francia, la notizia è di questa settimana, un freelance rischia il

carcere per un fuori onda su Sarkozy, la legge stampa inglese è da sempre pessima, i toni xenofobi della Bild Zeitung ci han fatto rabbrividire e in Spagna il regista Almodovar ancora chiede giu-stizia per i desaparecidos del franchismo. Ognuno ha i suoi guai, caro WSJ, ma la Repubblica italiana non merita il vostro disprezzo. Franco Abruzzo, www.francoabruzzo.it

I direttori dei principali telegiornali (Tg1 e Tg2), colpevoli secon-da la stampa scritta, di asservimento politico, sono stati educati e allevati dalle grandi testate come La Stampa e La Repubblica? Che certe rinomate scuole non funzionino più, signora mia? Bar-bara Palombelli. Il Foglio.

La prostituzione, a Cuba, è il sogno onnipotente di un potere impotente. Cuba, paese dove c’è sempre un occhio per vederti, un culo per accoglierti e una voce per farti stare zitto, l’ha meta-bolizzata, questa realtà. E’ il paese dove un vecchio funzionario comunista dice a suo fi glio che vende sua moglie a degli uomini d’affari per mantenere il suo livello di vita: «Non bisogna mai gi-rare le spalle alla merda quando ci si hanno dentro i piedi». Èric Landal. Libèration.

A proposito di Pomigliano, la Cgil dovrebbe tenere presente che la concorrenza non è più solo tra marchi: sono gli Stati che competono tra di loro nel merca-to dell’auto. Questo è lo scenario di fronte al quale non si può ragionare come se si fosse all’interno di un sottomarino a sette chilometri di profondità nel mare. Matteo Colaninno, responsabile industria e fi nanza del Pd. La Repubblica.

Per i lavoratori Fiat di Pomigliano le condizioni sono onerose, ma quando si tarda ad affrontare i problemi, si rischia sempre di pagare un prezzo. E il sindacato ha sempre fatto fi nta di non vedere la bassa produttività e l’ineffi cienza. Piero Fassino, Pd. Il Foglio.

Se si analizzano le più recenti elezioni di rappresentanti di lavo-ratori, si scopre che i ceti popolari si spostano sempre più a destra perché lo sbandamento, il rancore e la mancanza di prospettive, da parte delle sinistre sindacali, borghesi, in toga ed editoriali, eli-minano ogni prospettiva di crescita. In questa senso, la mancanza di una seria opposizione può provocare guasti di lunga portata. Ludovico Festa. Tempi.

Professore, perché non va mai a fi nire come dice lei? È quanto chiedeva Maria Franzoni al suo avvocato, Carlo Taormina, che le aveva assicurato che all’80% sarebbe stata assolta. Il Giorno.

Il peggio è passato, la crisi continua. Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, società proprie-taria degli aeroporti di Milano Linate e Mal-pensa. Il Giorno.

Il mio libro dei libri è il Vangelo. Non sono assolu-tamente credente. Adoro Gesù come uomo. Ma considero Luca, Marco e Matteo il più grande esempio di giornalismo di tutti i secoli. Antonio Ghirelli. La Stampa.

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PERISCOPIO

i zero euri.

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carcere per und

Btap

tamente crede

di Marco Cobianchi

- Alessandro Profumo: «Aggiungere un’ulterio-re tassa sulle banche per fi nanziare i defi cit pubblici è profondamen-te sbagliato».

Voleva dire:

- “Tanto non me ne vado”.

DECRITTAZIONI

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9Sabato 19 Giugno 2010Sabato 19 GiugP R I M O P I A N O

In Campania tutti contro il capo dell’opposizione: aveva proposto di diminuire le indennità

De Luca vuol tagliare ed è tagliato Il sindaco dichiarato incompatibile in consiglio regionale

DI ANTONIO CALITRI

Vincenzo De Luca tenta di fare lo sceriffo per un giorno e prova a tagliare gli stipendi ai

suoi colleghi consiglieri cam-pani.

Che però rilanciano, ripristi-nando le indennità anche alle circoscrizioni, e lo mettono alla porta per incompatibili-tà. Il capo dell’opposizione in consiglio regionale della Cam-pania, dopo essere stato bloc-cato in tutte le sue iniziative dal ritorno sulla scena degli uomini di Antonio Bassoli-no, ha tentato di rialzare la testa, E approfi ttando del cli-ma di austerity dovuto ai tagli dei trasferimenti e della crisi degli operai di Pomigliano, praticamente alle porte del-la regione, ha fatto una mossa a sor-presa proponen-do il taglio delle indennità sua e dei suoi colle-gh i . Dopo la provo-c a z i o n e lanciata dal presi-dente del consiglio regionale

Paolo Romano (Pdl) che ha detto ai consiglieri di avanza-re qualche proposta sul con-tenimento della spesa anziché parlarsi addosso, De Luca ha preso la palla al balzo. «Le re-tribuzioni dei consiglieri regio-nali sono indecenti» ha detto il leader dell’opposizione, «fan-no concorrenza a quelle del presidente degli Stati Uniti. E allora, cominciamo col tagliare 2 mila euro a ogni rappresen-tante dell’assemblea e riser-v i a m o l’auto blu solo al

p r e s i d e n t e della giun-t a , a g l i assessori

e al presidente del Consiglio». Non l’avesse mai detto. Si per-ché mentre a parole sono stati tutti d’accordo con lui, appena si è distratto per tornare nel-la sua Salerno, dove continua a fare il sindaco in attesa di decidere cosa scegliere per il futuro, lo hanno pugnalato per ben due volte.

Prima, visto il clima di magra, tutti i gruppi hanno firmato un ordine del gior-no per ripristinare anche le indennità ai consiglieri di circoscrizione cittadini. Si è passati così, in poche ore, dall’ipotesi di taglio a nuovi stipendi per tutti. E meno male che le circoscrizioni dovevano essere abolite! Per Pietro Diodato (Pdl), primo firmatario dell’odg che impe-gna il consiglio ad approvare un emendamento della mano-vra regionale, va premiata «la loro importante funzione».

Non l’ha pensata così De Luca che da Salerno ha

espresso il suo «nettissi-mo dissenso», nei con-

fronti della deci-sione, ma anche

del fuoco ami-co della sua stessa parte che eviden-temente non

lo riconosce come capo. E ha deciso senza neppure sentire il suo parere.

Ma al capo ufficiale dell’op-posizione, i consiglieri hanno riservato un’altra sorpresa, che nasconde anche il mes-saggio di stare lontano dalle retribuzioni. Finché si parla di taglio degli stipendi in sen-so astratto bene, ma guai ad andare oltre. Fatto sta dopo la proposta, hanno deciso di metterlo alla porta del con-siglio. Lui infatti sfruttando la lentezza del legislatore sull’incompatibilità, sta svol-gendo una doppia funzione. E parlando di sprechi, sta pren-dendo una doppia indennità; che probabilmente gli farebbe pesare meno il taglio.

Così, mentre ha tentato di farsi un po’ di pubblicità con la proposta dei 2 mila euro, i suoi colleghi di assemblea hanno votato a scrutinio se-greto la sua incompatibilità in consiglio. Chiedendogli im-plicitamente di farsi, rapida-mente da parte. Intanto anche nella sua Salerno, le truppe di Bassolino stanno tentando di prendere posizione per com-plicargli la vita alle prossime elezioni.

© Riproduzione riservata

Ora che non ha più l’inca-rico di governatore della Campania, Antonio Bas-solino gira senza scorta. Il più contento pare essere proprio lui, che passeggia nel centro di Roma tran-quillamente, facendo a meno pure delle cravatte: basta con gli angeli custo-di armati fi no ai denti e le auto blindate. Ora Bassolino ha molto più tempo da dedicare alle sue passioni, a cominciare dal sito internet sul quale scrive. Ieri si è occupato dell’emergenza spazzatu-ra nel capoluogo campa-no, usando queste parole: «Come mai sui rifiuti di Napoli fuoco amico e ne-mico fecero a gara a chi sparava più forte, mentre oggi sui rifi uti di Palermo silenzio amico e nemico fanno a gara a chi sta più zitto»? Un quesito al quale lo stesso Bassolino non sa dare una risposta.

Sebastiano Luciani© Riproduzione riservata

Bassolino senza scorta

Per ricordare Marisa Belli-sario, ieri a Roma sono sta-te assegnate tante «mele d’oro» alle donne mana-ger. Per le imprenditrici, Matilde Bernabei (Lux Vide), Licia Mattioli (Anti-ca Ditta Marchisio), Elena Zambon (Zambon Group), per le dirigenti, Francesca Fiore (Vodafone), Rita Marino (Eni), Paola Pic-cinini Tosato (Simest). Per le laureate in econo-mia, Claudia Arena, Marta Spedicato, Barbara Torre. Premi speciali per la cultu-ra a Maria Di Freda (Tea-tro alla Scala), per le pari opportunità a Alessandra Servidori (ministero del Lavoro), per la carriera a Maria Grazia Marchetti Lungarotti (Fondazione Lungarotti), per l’impe-gno religioso a Nazarena Di Paolo (Missionarie del-la dottrina cristiana), «or-goglio italiano» alla tenni-sta Francesca Schiavone, mentre il premio speciale internazionale è andato al ministro iracheno Salim Wijdan Mikael. Premio germoglio d’oro a Barbara Mazzolai dell’Istituto ita-liano di tecnologia.

Mario Nuzzi © Riproduzione riservata

Bellisario, donne premiate

DI GIAMPIERO DI SANTO

Adesso tutti temono che quella diga non finirà mai. Perché i lavori, che sarebbero dovuti ripren-

dere nel 2008 e continuare fino al 2015, data prevista per l’inau-gurazione, in realtà sono ancora bloccati. Così come restano conge-lati i 259 milioni stanziati, una ci-fra ragguardevole che fa conside-rare lo sbarramento di Gimigliano sul fiume Melito, nel catanzarese, una delle opere pubbliche più im-portanti nel Mezzogiorno d’Italia. Eppure quell’opera e quei lavori, programmati dal 1978, un’era geologica fa, sono ancora lì, fer-mi al semaforo rosso malgrado l’approvazione dell’allora Cassa per il Mezzogiorno avvenuta nel 1982 e i tanti tentativi di sblocca-re la vicenda, gli ultimi dei quali risalgono al 2008. Tanto che nei giorni scorsi un gruppo di parla-mentari del Partito democratico ha presentato un’interpellanza urgente rivolta al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, con la quale si chiede «una verifica puntuale sulle procedure in cor-

so relative alla rea-lizzazione della diga sul fiume Melito». I parlamentari, prima firmataria Doris Lo Moro, alla luce del-le «preoccupazioni espresse dal presi-dente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese (l’ente committente della diga) Grazioso Man-no» si interrogano se «non ci si siano sta-te irregolarità nella trattazione della procedura relativa alla diga sul Melito». E ricordano, dopo avere sottolineato che «già nel 1983 l’esecuzione dei lavori veniva affidata in conces-sione al Consorzio di Bonifica Alli Punta di Copanello, confluito nel Consorzio di Bonifica Ionio Ca-tanzarese, oggi associato all’Urbi Calabria» che lo sbarramento sul Melito «è un’opera imponente, la più grande in cantiere nel Sud, destinata a incidere molto sul territorio della provincia di Ca-tanzaro e dell’intera Calabria, per l’entità dell’investimento e per la

rilevanza dell’infrastruttura, de-stinata all’approvvigionamento idrico di decine di comuni e di centinaia di aziende ed impre-se». Il timore, però, considerate le vicissitudini degli ultimi 32 anni, è che «la diga non sia com-pletata», spiegano i parlamentari nell'interpellenza.«Nel 2008, dopo anni di battaglie, false partenze, ricorsi, arbitrati e trattative, sem-brava si fosse vicini ad una svolta tant’è che è stata indicata la data

del 2015 per l’inaugurazione della diga»: Ma da allora tut-to è rimasto fermo, perché non è mai arrivata l'attesa approvazioone di una peri-zia esecutiva del progetto delle opere di completa-mento dell’infrastruttura» Né Matteoli e il direttore generale per le Dighe, Clau-dio Rinaldi, hanno finora ri-sposto alla missiva inviata da Manno alla fine del 2008 per denunciare ritardi e ma-nifestare la sua preoccupa-zione. «Manno denunciava di avere scritto il 19 giugno 2008 e il 17 novembre 2008 senza ottenere risposta e di avere inviato a Matteoli una nota riservata anche

questa rimasta senza riscontro» sostengono i parlamentari del Pd, «e non può quindi sorprendere che il presidente del Consorzio si lamenti, considerato che ha atte-so lungamente una risposta». Ma probabilmente, è la conclusione implicita, Manno dovrà attendere ancora, se è vero che «alcuni dei dirigenti ministeriali competenti risultano coinvolti in vicende giu-diziarie di grande attualità».

© Riproduzione riservata

Interpellanza sull’opera: dovrebbe essere inaugurata nel 2015, ma non si farà in tempo

In Calabria c’è la diga di Penelope Progettata dal 1978, non finisce mai

Vincenzo De Luca

Altero Matteoli

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10 Sabato 19 Giugno 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Non conosce crisi la produzione di piatti e servizi del marchio tedesco che compie 300 anni

Porcellana di Meissen a gonfie veleTeiere e tazzine sostengono le esportazioni di Berlino

DA BERLINO ROBERTO GIARDINA

L’export tedesco è ripar-tito alla grande, ma la Germania non esporta solo auto e macchine

utensili. Il suo attivo viene an-che da settori a cui non si pensa e che non vanno quasi mai in crisi: dagli strumenti chirurgici al materiale per i dentisti alla porcellana. Quest’anno si cele-brano i 300 anni di un marchio celebre: le spade incrociate che contrassegnano la produzione di Meissen.

È una storia che sa di favola. Nel 1710 nacque la porcellana europea. O, meglio, cominciò a produrre uffi cialmente la mani-fattura di Meissen, di proprietà reale. Il nome basta ancor oggi a far lievitare il prezzo di teiere e tazzine esportate in tutto il mon-do. Per oltre un millennio i cinesi avevano preservato il segreto del-la loro produzione: la porcellana era considerata l’oro bianco che giungeva da oriente, riservato ai nobili e a pochi altri fortuna-ti. Ogni tentativo di imitazione falliva miseramente. Tentarono

anche gli alchimisti alla corte dei Medici, e quasi ebbero successo nel 1575.

Johann Friedrich Böttger era un garzone di farmacia e ad appena 19 anni, nel 1701, riu-scì a tramutare alcune monete

d’argento in oro. O così sostenne, e venne creduto. Per sua sfortuna, perché i sovrani d’Europa si mise-ro alla caccia del giovane alchimi-sta. Johann vive-va a Berlino e si diede alla fuga. Il re di Prussia, Federico I, pose una taglia sua testa. Johann fi nì a Dresda nelle mani di Augu-sto il Forte , Grande elettore di Sassonia. Sbatté in prigione il ragazzo e gli fece approntare un laboratorio per produrre oro in quantità.

Il giovane scienziato sarebbe rimasto in catene fi no al termine dei suoi giorni. Finché un collega, il vetraio Walther von Tschir-nhaus, lo convinse a tentare con la porcellana. Nel 1707 Johann riuscì infine a produrre il suo primo esemplare d’oro bianco. Grazie soprattutto alla scoperta nella zona di cave di caolino, la

materia pri-ma essenzia-le. Johann per

prudenza rimase in catene. Ma otto anni dopo si cominciò a pro-durre porcellana anche a Vienna. Per distinguere la produzione di Meissen venne introdotto il mar-chio con le due spade incrociate. Johann, liberato nel 1714, ormai in pessima salute, morì nel 1718 a 36 anni.

Avere un servizio contrasse-gnato dalle spade nel corredo di nozze è stato il desiderio di ogni sposa per generazioni. Un servizio di Meissen si può am-

mirare nella casa di Goethe a Weimar, anche se il poeta non era un amante della porcellana. Eva Braun serviva il tè all’amato Adolf Hitler in tazzine di Meis-sen. E la porcellana di Sassonia adornava il salotto di Kitty Sch-midt, nel suo bordello per vip na-zisti a Berlino, il Salon Kitty del fi lm di Tinto Brass. Un segno di distinzione per le ragazze e per i clienti. E, al tempo del muro, la porcellana di Meissen servì alla Ddr per procurarsi valuta pre-giata: un prodotto di lusso nella Germania comunista.

© Riproduzione riservata

DI ELISABETTA IOVINE

L’esercito americano ha deciso di rimpiazzare il mitico Humvee, il veicolo blindato che

ha fatto da modello per l’intro-duzione dei suv in ambito civile. Il veicolo di prossima genera-zione non farà la sua appari-zione a breve termine, mentre si accende il dibattito su quale tipo di guerra i soldati devono preparare per il 2015 e oltre, quando altri mezzi entreranno in azione.

Per esempio, ci si domanda se in futuro l’esercito avrà bisogno di veicoli ad hoc per combattere i rivoltosi in luoghi come l’Af-ghanistan, oppure se sarà ne-cessario un più modesto mix di Humvee aggiornati e di carri armati tradizio-nali per affrontare forze convenzionali. Con il Pentagono costretto a tagliare le spese, potreb-be non essere possibile assecondare entrambi gli approcci. David Berteau, consigliere al Centro per gli studi strategici internazionali di Washington, dice che sostituire gli Humvee è più complicato di quanto l’esercito stesso non pensi.

Il veicolo Humvee (l’acronimo sta per High mobility multipurpose wheeled vehicle, veicolo ad alta mobilità multiuso) è entrato in servizio un quarto di secolo fa. Conce-pito durante la guerra fredda, non venne disegnato per fare da carro armato. Ma, quando

in Iraq la situazione divenne più pericolosa, il Pentagono lo rese tale attraverso una serie di accorgimenti protettivi. Serviva un mezzo in grado di resistere alle mine e alle bombe. I veicoli, pur avendo salvato molte vite, non possono essere spostati da elicotteri o da diversi aerei cargo.

Per questo si sta pensando a nuovi modelli. Finora sono stati presentati tre prototipi da Bae systems, General tactical vehicles (alle-

anza tra Am General e General dynamics’ land systems unit) e Lockheed Martin. Secondo al-cune stime, ogni veicolo coste-rà oltre 400 mila dollari, pari a circa 324 mila euro.

© Riproduzione riservata

Il carro dell’esercito Usa sarà sostituito da un modello più leggero

Humvee va in pensione Cercansi nuovi veicoli

C’è un modo per abbelli-re i virus insidiosi che spesso attaccano l’uo-mo, ed è quello di tra-

sformarli in oggetti d’arte. L’idea è venuta all’inglese Luke Jerram, le cui opere si trovano in una gal-leria nel quartiere Manhattan di New York. Si tratta di sculture in vetro soffiato nelle quali il Dna è raffigurato da palline, sempre di vetro. Non sono mancate perples-sità su questo tipo di lavoro, che celebra elementi che conducono gli esseri umani alla malattia e anche alla morte. Jerram si di-fende sostenendo che è nella tra-dizione degli giovani artisti bri-tannici contemplare la morte in

senso estetico. Ma c’è anche una missione da compiere. I giornali scientifi ci colorano sempre i virus nelle fotografi e pubblicate: talvol-ta per esigenze di chiarezza, ma altre volte per rendere le immagi-ni più spaventose. Dal canto suo, l’artista afferma che le sue rap-presentazioni sono in uno stato naturale di assenza di colore e che non c’è alcun obiettivo di aumen-tare la paura in chi osserva le sue opere. Quanto alle dimensioni, da alcuni ritenute eccessive rispetto a quelle reali, Jerram obietta che non c’era altra soluzione, vista la fragilità del materiale utilizzato, il vetro.

© Riproduzione riservata

I virus rappresentati in sculture di vetro

Come sono belli quei killer

Johann Friedrich Böttger

Sopra e a sinistra, oggetti prodotti a Meissen

I modelli Humvee sono stati utilizzati anche in Iraq

Da sinistra, i virus del vaiolo, dell’inl uenza e dell’Hiv

Le due pagine di «Estero

- Le notizie mai lette in

Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

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11Sabato 19 Giugno 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Il paese, che si dei nisce castello d’acqua dell’Africa dell’est, punta sulla produzione idroelettrica

Etiopia, nuova potenza energeticaDalla Cina i fi nanziamenti per una diga alta 240 metri

DI ELISABETTA IOVINE

L’Etiopia pianifica il suo futuro a base di energia idroelettrica. Per questo si stanno moltiplican-

do le dighe, senza preoccuparsi troppo per l’impatto umano ed ecologico. Un obiettivo ambizio-so, quello del governo del paese dell’Africa dell’est: trasformare, nel giro di qualche anno, una nazione povera in una potenza regionale esportatrice di ener-gia. Ora, invece, l’accesso della popolazione all’elettricità è tra i più bassi del mondo.

Per arrivarci, il presidente Meles Zenawi dovrà ignorare gli studi e gli appelli di molte organizzazioni non governative internazionali, che temono un im-patto eccessivo sull’ecosistema. In particolare, la costruzione della diga Gibe III nella valle dell’Omo, 350 chilometri a sud della capita-le Addis Abeba, concentra in sé le speranze etiopi e le critiche delle ong. Dall’inizio dei lavori, avve-nuti quattro anni fa, un continuo viavai di camion e scavatrici sta cambiando il volto della monta-gna. Entro il 2012 sarà creata

una diga alta 240 metri, la più grande del continente. Alimen-terà una centrale idroelettrica di 1.800 megawatt: il doppio dei consumi totali di elettricità in Etiopia.

Secondo un gruppo di ong, tut-tavia, Gibe III e il suo bacino di raccolta abbasseranno di 10 me-

tri il livello delle acque del lago Turkana: a cavallo tra Etiopia e Kenya, è alimentato in gran parte dalle acque dell’Omo. Ciò minaccerebbe la sopravvivenza di diverse centinaia di migliaia di persone nei due paesi.

Dal canto loro, le autorità di Addis Abeba non appaiono preoc-

cupate, decise come sono a prose-guire la loro politica per dotare il paese di moderne infrastrutture: strade, università, scuole, dispen-sari. Negli ultimi due anni sono state aperte tre dighe. Un diplo-matico occidentale spiega che gran parte di queste realizzazio-ni è fi nanziata da prestiti o aiuti

internazionali e che l’Etiopia è uno dei pochi paesi africani dove i progetti sono condotti in porto e la corruzione non mette le mani sui soldi stanziati.

Il costo totale di Gibe III è stimato in 1,5 miliardi di euro, ma Addis Abeba ha deciso di far avanzare i lavori anche senza avere tra le mani la cifra totale. Così sono arrivati capitali freschi dalla Cina: un accordo, siglato tra la compagnia etiope dell’elettrici-tà e la cinese Dongfang electric corporation, porterà in dote 459 milioni di dollari (371 milioni di euro). Secondo il presidente della compagnia energetica dell’Etio-pia, la Banca industriale e com-merciale dell’ex Celeste impero si sarebbe impegnata a coprire l’85% delle spese complessive. Addis ha deciso di scommette-re sulle sue sostanziose riser-ve idrauliche, come altri paesi puntano sul petrolio. L’Etiopia ama defi nirsi il castello d’acqua dell’Africa orientale e, d’ora in avanti, oltre a far sì che gli agri-coltori e la popolazione possano accedere alle fonti idriche, inten-de esportare energia.

© Riproduzione riservata

DI SERGIO PEREGO

Le città inglesi sono prese di mira dalle volpi. L’ul-timo fatto è accaduto pochi giorni fa: i coniugi

Koupparis, che abitano nella parte est di Londra, una sera hanno lasciato aperta la porta che dà sul loro piccolo giardino. Intorno alle 22, mentre guarda-vano la televisione nel salotto, hanno udito dei lamenti prove-nire dalla camera dei due figli gemelli di appena nove mesi, al primo piano. La mamma è accor-sa subito e si è trovata davanti i bimbi coperti di sangue e, ac-canto a loro, una volpe per nulla spaventata dalla sua presenza. I bambini, morsi al viso e alle braccia, hanno dovuto essere ri-coverati d’urgenza in ospedale.

Non è un caso isolato nelle grandi città della Gran Bretagna. Le prime apparizioni di questi animali nei centri cittadini ri-salgono agli anni 1940. Fino agli anni 1980 le municipalità hanno tentato di eliminare le volpi sia sparando, sia piazzando trappo-le. Senza successo, però. Ora gli studiosi stimano che più di 30 mila di questi esemplari selvatici vivano in città, di cui 10 mila solo a Londra. Alcuni cittadini spie-gano che, uscendo di casa all’alba d’inverno, hanno visto più volte le volpi per strada: non avevano

paura dell’uomo.Evidentemente le volpi sono

più numerose nei quartieri re-sidenziali della capitale, dove possono nutrirsi frugando nel-la spazzatura e nascondersi di giorno negli angoli meno in vista dei giardini. Sono state avvistate anche in pieno centro, visto che Londra è piena di aree verdi e parchi.

Per Peter Crowden, presi-dente dell’associazione delle im-prese di lotta contro gli animali dannosi, la situazione è ormai

sfuggita di controllo e potrà es-sere risolta soltanto con un ab-battimento massiccio. Insorge l’associazione per la protezione degli animali, secondo cui gli in-cidenti sono estremamente rari e non bisogna farsi prendere dal panico. E mentre si registrano i due unici attacchi di volpi contro bambini da otto anni a questa parte, 5.200 britannici hanno do-vuto farsi curare urgentemente l’anno scorso dopo essere stati presi di mira dai cani.

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Sono 10 mila solo a Londra. Attaccati due bimbi in una casa

Un’invasione di volpi nelle città britanniche

Per battere la concor-renza, la catena ame-ricana di caffetterie Starbucks ricorre a

internet. Non nel senso che si affiderà ai contenuti della rete per promuoversi o veicolare la propria immagine, ma nel senso che incoraggerà i propri clienti a rimanere tutto il tempo che vogliono nei locali utilizzando il pc e il collegamento on-line senza dover pagare. Una scelta controcorrente, visto che molti altri cercano di scoraggiare la gente dal bersi un caffè e trat-tenersi per ore in collegamento gratuito al web.

La società, che opera in più di 50 paesi a livello mondiale, ha annunciato che i suoi loca-

li negli Stati Uniti offriranno presto libero accesso in moda-lità Wi-fi , cioè senza fi li, attra-verso la compagnia AT&T. Nel caso il cliente non volesse più andarsene, attratto da inter-net, Starbucks stessa gli offrirà on-line articoli, musica, video e informazioni locali tramite una partnership siglata con Yahoo. La decisione è stata presa dopo che alcune realtà concorrenti, come McDonald’s e altre cate-ne indipendenti, hanno deciso di proporre un servizio simile ai propri avventori. Per ora, invece, non se ne farà nulla in Europa, dove le modalità di ac-cesso al web sono differenti da paese a paese.

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Nei locali Usa offerto collegamento wi-fi

Starbucks, caffè e internet gratis

Nella valle dell’Omo è in costruzione la diga Gibe IIIMeles Zenawi

VISTO DA LE FIGARO

È indifferente che sia un rotolo di scotch. Lo amo

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12 Sabato 19 Giugno 2010 ECONOMIA E POLITICA

L’eurocommissario al mercato interno ha incontrato il ministro dell’economia Giulio Tremonti

Nuove regole per il mercato UeBarnier: interventi su brevetti, e-commerce e appalti pubblici

DI ANGELICA RATTI

«Se il mercato interno con 500 milioni di consumatori e un migliaio di impre-

se lavorasse meglio avremmo 1-2 punti in più di crescita in Europa». A sostenerlo è stato l’eurocommissario al mercato interno, Michael Barnier, che ieri ha incontrato al Tesoro, il ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Barnier ha annun-ciato di essere già «al lavoro per mettere sul tavolo di chi dovrà decidere, entro la prossima primavera, una serie di regole» capaci di stimolare la crescita dell’economia in Eurolandia. Inoltre, ha riferito che a ottobre lancerà «30 diverse proposte per il rilancio del mercato interno: proposte precise con un calen-dario preciso, perché vogliamo rilanciare l’economia reale e vo-gliamo che i mercati finanziari tornino a servizio dell’economia e non più il contrario». Su ri-chiesta del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, Barnier sta lavorando al «Single market act» che tra

le altre cose prevede interventi sui brevetti che «in Europa co-stano dieci volte di più che in America», sull’e-commerce «che occupa solo il 2% degli scambi», e sugli appalti pubblici «che cor-rispondono al 17% del pil ma il cui uso può essere migliorato». Anche il gioco d’azzardo, ha ag-giunto il commissario Ue, «è un tema importante e delicato con considerazioni sociali per i ri-schi di dipendenza che compor-ta. Nel libro verde», ha riferito, «ci sarà un capitolo che toccherà questo argomento».

Parlando in generale della situazione economica interna-zionale, Barnier ha osservato: «Siamo in una situazione assai diffi cile per via della crisi che ha colpito tutte le economie mondiali: dobbiamo recupera-re la fi ducia e le condizioni», ha detto, «sono imparare la lezione della crisi e far sì che nessun prodotto e nessun operatore sia indipendente da una regolazio-ne effi cace e una supervisione attenta come ha anche sugge-

rito il G20». «L’anno prossimo prima della primavera», ha annunciato, «vorrò aver messo sul tavolo di chi dovrà decide-re l’elenco delle proposte della Commissione per attuare le richieste del G20». A questo proposito il commissario Ue ha ricordato che ci sono due testi che si stanno discutendo, uno il regolamento degli hedge founds e del private equity e l’altro la supervisione fi nanziaria. «Mat-tone dopo mattone metterà sul

tavolo le proposte dalla regola-zione dei derivati al regolamen-to delle agenzie di rating, entro la prossima primavera».

L’obiettivo secondo quanto ha specifi cato Barnier, «è costrui-re un’economia con più morale di quanta ce ne sia stata negli ultimi 15 anni. Il nostro obiet-tivo deve essere il rilancio della crescita e dell’occupazione at-traverso iniziative prese colle-gialmente».

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La modernizzazione del sistema della rappre-sentanza imprenditoriale secondo un modello programmaticamente aperto e plurale per con-correre alla modernizzazione dell’economia e della società italiana. è l’obiettivo principale i Rete Imprese Italia. La neonata associazione rappresenta unitariamente oltre 2,5 milioni di piccole e medie imprese dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo. E ieri è stata presentata al presidente della repubbli-ca, Giorgio Napolitano. La delegazione di rete Impresa Italia, presieduta da Carlo Sangalli, anche presidente di Confcommercio, era com-posta dai rappresentanti di Cna, Ivan Mala-

vasi, di Confartigianato, Giorgio Guerrini, di Confesercenti, Marco Venturi e Giacomo Basso di Casartigiani. Nel corso dell’incontro tutti i presidenti delle cinque organizzazioni hanno esposto le principali questioni dell’economia e del mondo delle imprese. Nel suo intervento, Sangalli ha sottolineato come la capacità di sostenere con maggior forza le ragioni dell’eco-nomia reale faccia di Rete Imprese Italia un elemento indispensabile per una maggiore coe-sione sociale e territoriale contribuendo, quindi, ad una migliore e più robusta crescita dell’Italia in cui il popolo del fare impresa possa essere considerato una vera opportunità.

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13Sabato 19 Giugno 2010SabaECONOMIA E POLITICA

I dati Istat di aprile sull’industria dimostrano che la ripresa si è consolidata

Corrono fatturato e ordiniTrainati dall’export hanno registrato balzi record

DI LEONARDO ROSSI

Si è rafforzata la ripresa dell’industria che, gra-zie soprattutto dalla domanda estera, conti-

nua a registrare performance eccellenti. È cresciuto il fattu-rato mentre per gli ordini ad-dirittura c’è stata una impen-nata, anche se il valore degli affari conclusi dalle imprese industriali è ancora lontano da quello precedente la crisi eco-nomica. Il fatturato di aprile, secondo l’Istat, è salito del 6,4% su base annua e si tratta dell’in-cremento maggiore dal giugno 2008, nello stesso tempo gli or-dini hanno fatto un balzo del 20,6% rispetto ad aprile 2009 e in questo caso il risultato è il migliore dall’agosto 2006.

Buona pure la crescita sul mese precedente di ambedue gli indici, il fatturato è migliorato dello 0,5% su marzo e gli ordini del 4,7%. Insomma, percentuali di crescita importanti non solo rispetto allo scorso anno quando la recessio-ne picchiava ancora duro, ma anche a li-vello congiunturale spiazzando gli ana-listi che si aspetta-vano risultati infe-riori evidenziando nello stesso tempo

una certa solidità della ripresa. Non basta. Dai dati di maggio-re dettaglio è emerso un deciso progresso del fatturato relativo ai beni intermedi (+15,3% in un anno) cioè quelli destinati a incre-mentare nuova produzione, che uniti al gran numero di ordini messi in portafoglio fanno preve-dere bel tempo nei prossimi mesi sull’industria italiana.

È stata soprattutto la doman-da estera a far ri-mettere in moto le catene di montaggio, mentre la domanda i n t e r n a ha conti-nuato a

languire e rischia di rimanere al palo per molto tempo, mancando gli stimoli ai consumi richiesti a gran voce dalle associazioni dell’industria e del commercio. Anzi, al momento, gli interventi per far fronte alla crisi rischiano di deprimere ulteriormente la propensione all’acquisto delle famiglie. Il fatturato è rimasto invariato sul mercato interno ed è aumentato dell’1,7% su quello estero. I numeri dell’Istat devono dunque far rifl ettere: a fronte di

un aumento del fatturato del 6,4%, la domanda interna si ferma al 3% e quella estera al 15,6%; meno sensibile la differenza negli ordini dove la domanda nazionale è al

15,6% e quella estera al 31,6%.

La crescita degli or-dinativi per l’industria

ad aprile è positiva e testimonia un ri-sveglio del settore manifatturiero, se-condo la presidente di Confindustria, Emma Marce-gaglia, mentre

i sindacalisti Luigi Sbar-ra, segretario confederale Cisl e Antonio Foccillo. se-gretario con-

federale Uil, hanno parlato di consolidamento della ripresa a giudicare dai dati positivi di fat-turato, ordini uniti a quelli della produzione industriale.

A tirare la volata di aprile, tra i settori produttivi, sono stati la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+27% su base annua), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffi na-ti (+20,5%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e ap-parecchiature per uso domestico non elettriche (+ 16,3%); poche le variazioni negative, le più marca-te arrivano dall’estrazione di mi-nerali da cave e miniere (-16%) e dai mezzi di trasporto (-15,7%); per quest’ultimo settore l’Istat precisa che il fatturato è cresciu-to soltanto del 3,9%, peraltro in ulteriore rallentamento rispetto al +11,7% di marzo, ma il futuro sembra anche peggiore visto che tra gli ordinativi c’è un calo degli autoveicoli del 13,3%. Gli incrementi più rilevan-ti nel resto degli ordinativi, invece, hanno riguardato la fabbricazione di compu-ter, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elet-tromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+48,3%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+42,1%) e i macchinari e attrezzature (+31,6%).

DI SIMONETTA SCARANE

Sciopero di quattro ore, a catena, dei trasporti, venerdì 25 giugno proclamato dalla Cgil per protestare contro la manovra del governo. Nel settore aereo dalle 10 alle 14 piloti, assistenti di volo e per-sonale di terra degli aeroporti si asterranno dal lavoro per quattro ore. Sempre di quat-tro ore, ma dalle 14 alle 18, lo stop interesserà nel trasporto ferroviario. Bus, metro, tram e ferrovie si fermeranno quattro ore secondo modalità stabilite localmente. Navi e traghetti ritarderanno di quattro ore le partenze. gli addetti alle autostrade per quattro ore al termine di ciascun turno men-tre il personale dell’Anas si fermerà per tutta la giornata come gli autotrasportatori.

Lo scio-pero infi ne per quattro ore interes-serà anche l ’autono-leggio, il s o c c o r s o autostra-

dale, le autoscuole, i trasporti funebri e gli impianti a fune. Lo sciopero per tutti gli ad-detti alla circolazione dei vari settori dei trasporti si terrà in tutte le regioni, comprese Piemonte, Liguria e Toscana, nella giornata del 25.

Intanto, si rinnovano i por-ti di Napoli (nuova stazione marittima al Beverello e riat-tivazione del metrò del mare nel golfo) e Venezia che sarà il primo a gestire per via te-lematica le pratiche doganali delle merci da esportare. Il si-stema è stato studiato ad hoc sulle esigenze degli operatori portuali, nel pieno rispetto dei controlli richiesti dall’Agenzia delle Dogane. «Anticipa quan-to previsto dal regolamento comunitario Ce 1875/2006, in vigore per l’Italia da gennaio 2011», ha spiegato il presi-dente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, «l’Ecs (Export control system) richiede l’in-vio telematico obbligatorio di tutte le esportazioni». Intanto, a Napoli l’associazione cabo-taggio armatori partenopei, in autofi nanziamento ha pre-sentato il progetto per il nuovo molo Beverello con due pontili e la stazione marittima per 2 mila persone da costruire sul modello del nuovo terminal dell’ aeroporto di Capodichino. Intanto, la regione Campania ha stanziato 3,2 milioni di euro per attivare, per il decimo anno consecutivo, il metrò del mare, collegamento tra isole e località costiere con i porti di Napoli e Salerno. Servizio affi dato alla società consortile Metrò del Mare Scarl. Dal 26 giugno partirà anche il servi-zio Sorrento by night.

SCIOPERO IL 25

Navi, treni, aerei fermiper 4 ore

I dati relativi all’incidentalità delle strade Pontine rimangono con il trascorrere del tempo impressionanti e confermano che quelle che insistono sul territorio della provincia di Latina sono oggettivamente tra le più pericolose d’Italia.Eppure l’incidenza percentuale del nu-mero di feriti e morti, rispetto al com-plesso della regione Lazio, è diminuito del 10% e del 13% dal 1999 al 2007. Entrando nel detta-glio dei dati si desu-me come nell’anno 2008 la classe di età maggiormente inte-ressata agli incidenti stradali è stata quel-la tra i 19 e i 29 anni, particolarmente col-pita per le tipologie di esito mortale e con lesioni, mentre prevale con solo danno alle cose la fascia di età tra i 30 e i 39 anni. Il numero dei morti del 2008 è invece au-mentato nel comune capoluogo rispetto all’anno precedente pur essendo diminuiti il numero di incidenti, mentre i comuni maggiormente colpiti rimangono ancora una volta Aprilia e Terracina.Se si analizza la tipologia di strada si ri-scontra come il numero di eventi avvenuti su quelle provinciali in generale (sia tratti urbani che extraurbani) sia diminuita nel 2008 rispetto al 2007, così come anche il numero dei feriti registrati su questa tipo-logia di strade, il numero di morti invece è aumentato in ambito extraurbano.Questa, in ampia sintesi, l’analisi di uno

studio prodotto dalla provincia di Latina.Nell’occasione ci preme sottolineare come nel corso degli ultimi sei anni di responsabi-lità politica e amministrativa del presiden-te Cusani e della sua maggioranza di centro destra, milioni di euro sono stati investiti per la messa in sicurezza degli 1.200 chi-lometri di strade provinciali.In settimana, proseguendo nell’intrapre-

so percorso, la giunta ha stanziato altri 4.551.074,01 euro per la messa in sicurez-za e lavori straordinari su diverse strade ricadenti nei Comuni di Latina, Sabaudia, San Felice, Terracina, Pontina, Cisterna, Aprilia, Sermoneta, Sezze, Bassiano. Si sta lavorando, tra l’altro, sulle provin-ciali Fogliano Borgo Sabotino, Litoranea e Migliara 45 Latina-Sabaudia. Sulla strada regionale Pontina tratto dal km 61+000 al km 67+000 carreggiata sud, lotto A2/09 Latina-Cisterna di Latina. Sulle provinciali Litoranea (tratto tra la Migliara 53 e la Migliara 54 e dalla località Mezzomonte fino alla Cona) Migliara 51 e Migliara 58 Mezzomonte (fino alla Cona), Migliara 51 e Migliara 58 San Felice-Ter-racina-Sabaudia-Pontinia.

«Al di là della manutenzione ordinaria e straordinaria», ha affermato il presidente Cusani, «l’obiettivo da perseguire, oltre a quello principale di evitare quanti più incidenti possibili, è dotare il territorio della provincia di Latina di una rete viaria che assicuri i collegamenti nelle direttrici nord-sud ed est-ovest oltre a col-legamenti radiali con il capoluogo. Tra gli

interventi da realiz-zare uno per tutti: l’adeguamento del-la s.p.s. Agostino di collegamento tra la S.R. Flacca e la S.S. Appia in località 25 Ponti, con tracciato in galleria in pros-simità del deposi-to di oli minerali dell’Agip di Gaeta.

La variante, come studiata, si propone di deviare l’enorme flusso veicolare su di un tracciato alternativo, al fine di deconge-stionare le due città e lo splendido tratto di costa interessato, lasciando all’attuale tratto di Flacca solo il traffico locale. L’in-tervento», ha concluso Cusani, «servirà a deviare anche i mezzi pesanti che per raggiungere il Mof e l’area industriale di Fondi oggi sono costretti ad attraversare il centro abitato con grave disagio per i residenti, aumento sensibile del tasso di incidentalità, e sostanziosa riduzione dei tempi di percorrenza».

Everardo LongariniPortavoce del presidente della pro-vincia di Latina Armando Cusani

PROVINCIA DI LATINA

Politica di manutenzione stradale contro gli incidenti

Le strade della provincia di Latina sono tra le più perico-lose d’Italia. Ora, l’incidenza

percentuale del numero di feriti e morti, rispetto al com-plesso della regione Lazio, è diminuita del 10% e del 13%

dal 1999 al 2007

inzl’lacSAPinstd

Oltre alla messa in sicurezza della rete viaria tra le priori-

tà c’è da realizzare la va-riante alla strada di collega-mento tra Latina e Gaeta per decongestionarle dal traffi co

di attraversamento

Portidi Napolie Veneziarinnovati

Emma Marcegaglia

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Page 14:  · • Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 • AFRICA Etiopia, nuova potenza energetica

14 Sabato 19 Giugno 2010

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21Sabato 19 Giugno 2010

INEDICOLA

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& Fisco

CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Approvazione dei nitiva per il regolamento sul codice contratti

Super-appalti con la garanziaAl via il performance bond nei lavori sopra i 75 mln €

DI ANDREA MASCOLINI

Al via il performance bond nei lavori oltre 75 milioni, responsa-bile del procedimento

anche progettista per lavori fi no a 5 milioni, collaudi affi -dabili a terzi solo con gara, più qualità nei livelli progettua-li e negli studi di fattibilità, nuove classifi che di qualifi ca-zione per piccoli lavori, stral-ciato l’allegato A1 per le opere superspecialistiche, limiti ai ribassi nelle gare di progetta-zione, sanzioni per imprese e Soa per certifi cati falsi. Sono questi alcuni dei punti innova-tivi del Regolamento del Codice dei contratti pubblici approvato ieri dal Consiglio dei ministri in via defi nitiva e che sarà tra-smesso alla fi rma di Napolitano e alla registrazione della Corte dei conti, prima di entrare in vigore nei sei mesi successivi alla pubblicazione in gazzetta uffi ciale. Primi commenti posi-tivi alla limitazione dei ribassi anomali nelle gare di proget-tazione dal mondo delle pro-fessioni e della progettazione: concordi sia l’Oice, con Braccio Oddi Baglioni («positiva anche l’articolata disciplina sulla ve-rifi ca dei progetti»), sia il Consi-glio Nazionale degli architetti, con Massimo Gallione. L’Ance, con Paolo Buzzetti, evidenzia come «l’approvazione delle nuo-ve norme favorirà il lavoro delle imprese sane con un occhio di riguardo per le medio piccole che soffrono di più in questo particolare periodo di crisi». E il presidente Anie Guidalber-to Guidi auspica che «si possa aprire un tavolo di lavoro mi-nisteriale per defi nire una mo-difi ca del Codice degli appalti che consenta alle stazioni ap-paltanti di procedere con gare separate per l’affi damento delle lavorazioni tecnologiche».

Responsabile del procedi-mento. Lo schema di regola-mento ammette che il Rup pos-sa anche svolgere le funzioni di progettista e di direttore dei lavori, ma che queste funzioni non possono coincidere per in-terventi di importo superiore a 500.000 euro. Il Rup potrà inve-ce predisporre la progettazione preliminare di lavori di importo inferiore alla soglia comunita-ria (5,2 milioni di euro).

Studi di fattibilità e livelli progettuali. Trattandosi del momento fondamentale sul quale si attiva la program-mazione dei lavori pubblici, lo

schema di regolamento provve-de ad una accurata defi nizione dei contenuti dello studio di fattibilità, che è anche il do-cumento sul quale si attiva il project fi nancing; l’effetto sarà un maggiore impegno in questa fase per la stazione appaltante. Altrettanto approfondito dovrà essere il documento prelimina-re alla progettazione, predispo-sto a cura del Rup, che dovrà anche essere integrato, in caso di concorso di progettazione, anche dei documenti preparato-ri del concorso. Infi ne i livelli di progettazione vengono arricchi-ti sulla scia di quanto già fatto per i progetti delle opere della cosiddetta «legge obiettivo» (in sostanza un progetto defi nitivo diventa quasi come un progetto

esecutivo del dpr 554/99).Verifi ca dei progetti. Sarà

compito del Rup fi no a un milio-ne di euro e, oltre tale importo, ad organismi interni dell’ammi-nistrazione dotati di un sistema di controllo qualità (ma fi no al 2013 non sarà necessario). Sarà il servizio tecnico centrale del Consiglio superiore dei lavori pubblici (oltre agli organismi di accreditamento) accreditare le società private a svolgere l’at-tività di validazione. Un rego-lamento ministeriale, entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento generale, dovrà a sua volta dettare le regole per l’accreditamento degli organi-smi di validazione. L’attività di verifi ca affi data a soggetti esterni potrà vedere in campo

professionisti e società per ope-re puntuali fi no a un milione di euro e a rete fi no a 5,2 milio-ni di importo dei lavori. Viene anche dettagliato il contenuto dell’attività di verifi ca che, di-versamente da oggi, dovrà esse-re contestuale allo svolgimento della progettazione.

Qualifi cazione delle impre-se. Vengono trasposte nel rego-lamento sia le norme del dpr 34/2000 sia quelle sulla qualifi -cazione dei contraenti generali. Vengono introdotte due nuove fasce la III bis (1,033 /1,5 milio-ni) e la IV bis (2,5/3,5 milioni). La «partita» delle opere super-specialistiche si chiude con lo stralcio dell’allegato A1 e con il rinvio ad un dpcm che defi nirà i requisiti per la qualifi cazione per queste opere.

Sanzioni per imprese e Soa. Previste per le imprese di co-struzioni sanzioni in caso di mancata risposta alle richie-ste dell’Autorità o alle richieste delle Soa attestanti la qualifi -cazione, o ancora per mancata comunicazioni di dati all’Osser-vatorio. Punite anche le certfi ca-zioni false presentate alle Soa, per le quali il regolamento sta-bilisce sanzioni di circa 50.000, oltre alla possibile sospensione dell’attività per un anno.

Gare di progettazione. Per la partecipazione alle proce-dure di affi damento di servizi di ingegneria e architettura le stazioni appaltanti dovranno

effettuare il calcolo dell’im-porto a base di gara indicando anche come è stato effettuato tale calcolo; necessaria anche l’indicazione, sempre nel ban-do, degli elementi (ed eventuali «sub elementi») di valutazione delle offerte e dei loro «pesi» ed eventuali «sub pesi». Previsto l’obbligo di fi ssare un limite ai ribassi (che oggi viaggiano an-che introno al 65-70%) e una formula per limitare l’attribu-zione di punteggi alti ai ribassi maggiori. Il requisito dell’orga-nico medio annuo potrà esse-re soddisfatto anche tramite consulenti a partita Iva che fatturino più del 50% del loro giro d’affari allo studio o alla società che partecipa alla gara. I requisiti utilizzabili dovranno riferirsi a servizi iniziati, ulti-mati e approvati nei 5 o 10 anni precedenti o, per quelli inizia-ti in precedenza, alla parte di essi ultimata e approvata nello stesso periodo.

Garanzie. Vengono dettate le norme attuative della ga-ranzia globale di esecuzione, il cosiddetto performance bond, facoltativo per le gare sopra i 100 milioni di lavori e obbliga-torio per gli appalti integrati (progettazione esecutiva e co-struzione) oltre i 75 milioni. Il regolamento esclude che per la redazione del progetto e del piano di sicurezza possa essere richiesta la cauzione provviso-ria e quella defi nitiva; pertanto al progettista potrà essere chie-sto di presentare soltanto la po-lizza per errore e/o omissione progettuale. Obbligo di polizza assicurativa anche per il vali-datore. Negli appalti integrati la polizza del progettista viene chiesta «all’affidatario» (cioè all’impresa di costruzioni).

Collaudi. I collaudi possono essere affi dati a terzi, quando l’amministrazione non può svol-gerli direttamente, solo tramite gara, a soggetti esterni con 5 o 10 anni di esperienza a seconda dell’importo dei lavori.

©Riproduzione riservata

Regole ad hoc per Roma capitale. Il governo ha approvato ieri uno schema di decreto le-gislativo, sul quale verranno acquisiti i pareri prescritti, che in attesa dell’attuazione della di-sciplina delle città metropolitane detta norme transitorie per Roma capitale. La differenzia-zione del ruolo della Capitale d’Italia dagli altri comuni, motivata dall’essere sede degli organi costituzionali nonché di rappresentanze diplo-matiche presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istitu-zioni internazionali, implica, spiega una nota di palazzo Chigi, particolari profi li di governance del territorio della città, in attuazione all’articolo 114, comma terzo, della Costituzione, che riserva allo Stato il compito di defi nirne l’ordinamento. Il via libera del governo al primo provvedimento di attuazione su Roma capitale è stato accolto con entusiasmo dal sindaco di Roma, Gianni Ale-manno. «Ringrazio il governo per aver approvato sollecitamente, in prima lettura, questo decre-to legislativo che è il primo di una serie con la quale si attuerà la legge su Roma capitale», ha sottolineato il primo cittadino a margine di un incontro in Campidoglio. «Questo decreto», ha precisato, «riguarda la struttura interna e di fun-

zionamento dell’ente locale speciale, mentre è in corso di studio e di confronto con Regione Lazio, Provincia di Roma e ministeri un secondo decreto sui poteri che spetteranno a Roma ca-pitale». Alemanno ha giudicato «particolarmen-te signifi cativa la riduzione di consiglieri e del numero dei municipi fi no a un massimo di 12», contenuta nell’atto già approvato nel Governo. E ha concluso: «Contiamo di poter approvare il decreto in seconda lettura entro il 20 settem-bre, in tempo per il 140mo anniversario di Roma capitale». Disco verde poi (si veda ItaliaOggi di ieri) a un dl fi nalizzato a compensare effetti modifi cativi avvenuti nel mercato dei tabacchi: si tratta di interventi di riallineamento delle accise sui tabacchi lavorati, di disciplina della nomen-clatura e della commercializzazione di questi, tesa a fornire al consumatore, come per le siga-rette, informativa sui possibili effetti nocivi per la salute, nonché della previsione di nuovi e più qualifi canti requisiti professionali dei rivendito-ri. Il Consiglio ha infi ne deciso di sciogliere il Consiglio comunale di Borgia (Catanzaro), dove sono state riscontrate forme di condi-zionamento da parte di associazioni criminali organizzate.

Arrivano regole ad hoc per Roma capitale

Le novità

Il responsabile del procedimento potrà anche essere progettista preliminare per opere i no a 5,2 milioni

Maggiore livello tecnico per i progetti e gli studi di fattibilità; dettagliato il documento preliminare alla progettazione

Validazione interna per gli ufi ci tecnici senza sistema qualità i no al 2013

Sanzioni per certii cati falsi a carico delle SOA e delle imprese

Collaudi a terzi, con almeno 5 anni di esperienza, solo con gara

Meno vincoli alla partecipazione alle gare di progettazione

Limiti massimo al ribasso nelle gare di progettazione e aggiudicazione con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa

Performance bond obbligatorio sopra 75 milioni per appalti integrati e facoltativo per tutti gli altri contratti oltre 100 milioni

Progettista senza cauzioni, ma soltanto con la polizza per errore o omissione della progettazione

Il testo del prov-vedimento sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Il t t d l

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SUL CONSIGLIO DEI MINISTRI A PAG. 22

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Page 16:  · • Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 • AFRICA Etiopia, nuova potenza energetica

22 Sabato 19 Giugno 2010 D I R I T T O E F I S C O

CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Al centro della discussione il ddl che modii ca la Costituzione

Libertà d’impresa nell’ediliziaEventuali vincoli solo se motivati da regioni ed enti locali

DI ANTONIO CICCIA

La libertà d’impresa contenu-ta nella riforma degli artico-li 41 e 118 della Costituzio-ne vale anche e soprattutto

nei confronti dei vincoli edilizi e urbanistici. Tanto che costringerà regioni ed enti locali a motivare i vincoli edilizi che sono inseriti nel-la normativa urbanistica e edili-zia, dal testo unico ai singoli piani regolatori. Ma l’effi cacia della pre-visione costituzionale consentirà addirittura alle imprese di impu-gnare i vincoli attuali davanti al giudice amministrativo.

La integrazione all’articolo 118 della Costituzione, prevista dal di-segno di legge discusso ieri dal go-verno insieme a quello di sempli-fi cazione delle attività d’impresa (si veda ItaliaOggi di ieri), impone, in materia urbanistica allo Stato, alle Regioni, alle Città metropo-litane, alle Province e ai Comuni (entro sei mesi dall’entrata in vi-gore della legge costituzionale) di provvedere anche ad adeguare le proprie normative in modo che le restrizioni del diritto di iniziati-va economica siano limitate allo stretto necessario per salvaguar-

dare altri valori costituzionali. La disposizione in questione

completa la disposizione sulla se-gnalazione di inizio di attività e sulla autocertifi cazione: il ragio-namento è che non conta nulla avere la massima semplifi cazione sull’apertura dell’impresa se poi il comune non mi rilascia il permes-so di costruire per il capannone o per il negozio.

La novità della proposta è che si introduce il criterio della restri-zione all’attività edilizia produtti-va e commerciale come extrema ratio e solo in presenza di valori costituzionali. Questo signifi ca, in concreto, che ad esempio le scel-te di destinazione delle aree nel piano regolatore di un comune dovranno tenere conto di questo bilanciamento costituzionale di interesse. Se oggi il Comune è li-bero nelle scelte di zonizzazione, dopo l’approvazione della legge costituzionale le scelte dovranno passare il vaglio del principio co-stituzionale; e, quindi, ad esempio si dovrà maturare perchè si man-tiene un’area destinata a verde, anziché trasformarla in insedia-mento produttivo.

Per fare un altro esempio, il

Comune dovrà motivare perché ritiene di mantenere un vincolo su un’area, mentre potrebbe la stessa essere utilizzata per scopi di impresa. La libertà di impresa diventa un parametro necessa-rio con cui fare i conti quando si compiono le scelte di governo del territorio e anzi alla libertà di im-presa bisogna dare rilievo preva-lente, anche rispetto ad altri beni costituzionali.

Sempre per esemplifi care il va-lore «ambiente» ha certo un rilievo costituzionale sia di per sé sia in quanto connesso alla tutela della salute. Nel sistema prefigurato dalla proposta di riformulazione dell’articolo 118 l’attività edilizia produttiva non incontra il limite dell’ambiente in quanto tale, ma solo il limite del valore ambiente, calcolato allo stretto necessario.

Tra una scelta urbanistico-edi-lizia che sfavorisce l’impresa, ma consente la tutela massima del valore ambientale e un’altra che favorisce l’impresa riducendo ai minimi termini la tutela ambien-tale, sarà quest’ultima la via da preferire.

Peraltro tale scelta non sarà a discrezione del legislatore nazio-

nale, regionale o locale, ma sarà una scelta imposta.

E se la normativa urbanistica o edilizia non rispetto la prevalenza dell’impresa si potranno far vale-re le proprie ragioni, ad esempio impugnando il piano regolatore o la variante, avanti al giudice am-ministrativo, invocando il regime costituzionale.

In sostanza saranno soggetti a rivisitazione tutti i vincoli pa-esaggistici, ambientali, culturali e di altro tipo previsti dalla nor-mativa attuale e anche le prescri-zioni conformative con limitazioni all’edilizia d’impresa.

Si introduce al posto della «sal-vaguardia ambientale» la «sal-vaguardia d’impresa» contro la normativa edilizia e urbanistica troppo restrittiva. Naturalmente l’abbinamento della gerarchia dei valori al procedimento di segnala-zione di inizio attività e autocer-tificazione consentirà di aprire un’attività, riservando a una fase successiva la discussione se vi sia o stata o no violazioni di vincoli legittimi.

Si noti, infatti, che la normati-va costituzionale avrebbe effi ca-cia diretta una volta trascorsi i sei

mesi concessi per l’adeguamento dell’ordinamento.

Si tratta, tra l’altro, di un lasso di tempo, eccessivamente ristret-to: non ci sono i tempi tecnici per completare l’iter di varianti al pia-no regolatore o modifi che simili. La conseguenza sarà che le nor-me costituzionali saranno invo-cate per dimostrare l’illegittimità sopravvenuta di vincoli o limiti all’edilizia d’impresa. In sostan-za si può anche immaginare che un imprenditore inizi a costruire o a ristrutturare confidando di poter dimostrare in giudizio che il vincolo esistente non sia legitti-mo perché limita oltre lo «stretto necessario» il diritto di iniziativa economica. Quindi la norma costi-tuzionale potrà produrre effetti diretti anche prima e in assenza di adeguamento della normativa edilizia e urbanistica generale e locale, mediante il richiamo diret-to dell’articolo 118.

© Riproduzione riservata

Tempi di recepi-mento delle di-rettive più stretti. La scadenza della

delega legislativa non sarà più coincidente con quello di recepimento della di-rettiva ma anticipato di due mesi. Il motivo? Evi-tare l’avvio di procedure di infrazione per mancato recepimento. è questa una delle novità del disegno di legge approvato in prima lettura dal consiglio dei mi-nistri di ieri sulla riforma della Comunitaria (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 13/5/2010). Cambia dunque veste la tradizionale legge di recepimento delle norme europee nel tessu-to italiano. O meglio si sdoppia. Nel disegno di legge infatti è previsto che ci saranno due distinte leggi: la legge di delegazione e la leg-ge europea. In un primo disegno di legge, da presentare entro il 28 febbraio di ogni anno, troveranno spazio esclusivamente le deleghe legislative e le autorizzazioni all’attuazione in via regolamentare e un secondo disegno di legge, che invece conterrà le modifi che abroga-tive di disposizioni che sono in contrasto con gli obblighi comunitari o oggetto di procedure di infrazione. Nella riscrittura delle regole di recepimento delle norme europee una maggio-re azione di informazione viene riconosciuta al governo. Sarà infatti l’esecutivo a riferire ogni sei mesi alle camere illustrando i temi di maggiore interesse decisi o in discussione in sede Ue. Inoltre spetterà al ministro per le politiche europee il compito di trasmettere i diversi documenti che siano libri bianchi o comunicazioni predisposti dalla commissione

europea accompagnandoli anche da una nota illustrativa del governo. Il disegno di legge poi dà una sistemazione organica alle procedure di restituzione degli aiuti dichiarati illegittimi dall’Europa (si veda ItaliaOggi del 17/6/2010). Attualmente sul sito del ministero delle poli-tiche comunitarie è presente una tabella con circa 30 procedure di cui però non tutte sono aperte. Alcune infatti sono state concluse ma manca l’uffi cializazzione da parte della com-missione. Ma il dato sull’entità delle somme da recuperare è di diffi cile stima, questo perché, spiegano dalle politiche comunitarie, il sistema attuale demanda alle singole amministrazione l’attività di recupero e di calcolo delle somme a cui vanno aggiunti gli interessi che matura-no dall’avvio della procedura di recupero. Un meccanismo dunque attualmente complicato e a cui il disegno di legge tenta di porre rimedio attivando un monitoraggio da parte proprio del ministero delle politiche comunitarie. Con la riforma infatti le amministrazioni dovranno co-ordinarsi con il ministero per l’invio dei dati.

Cristina Bartelli

RIFORMA DELLA COMUNITARIA

Direttive in tempi stretti

Nuovo presidente per il Consiglio di stato. Su proposta del capo del go-verno Silvio Berlusconi, l’esecutivo ha nominato ieri Pasquale de Lise a presidente del Consiglio di stato. Prende il posto di Paolo Salvatore (si veda articolo a fi anco), al quale il consiglio dei ministri ha rivolto un particolare rin-graziamento. Consigliere di stato diviene l’amba-sciatore Rocco Cange-losi, mentre su proposta del Ministro della difesa, Ignazio La Russa, l’am-miraglio di squadra Cri-stiano Bettini è stato nominato Presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate.

LE NOMINE

La Giustizia amministrati-va ha conseguito un ulteriore passo in avanti nella riduzio-ne dell’arretrato. Dopo che al 31 dicembre 2009 la situazio-ne evidenziana una riduzione di circa 50 mila pendenze, è stato conseguito poi un ulte-riore traguardo. Sono stati in-fatti defi niti in soli sette mesi oltre 70 mila ricorsi e 150 mila sono in via di smaltimento es-sendo già stata avviata la fase di defi nizione quinquennale. «Si tratta di risultati straor-dinari sulla base di un pro-gramma che», ha sottolineato il presidente del Consiglio di stato Paolo Salvatore (ieri il governo ha nominato il nuovo presidente, Pasquale de Lise), «ha permesso di intraprende-re su un piano di concretezza, una nuova strada che lascia prevedere ulteriori positivi sviluppi proprio grazie all’im-pegno di tutta la Giustizia amministrativa». «I risultati estremamente positivi», ha ribadito, «sono stati resi pos-sibili dalla condivisione di un programma da parte delle organizzazioni sindacali del personale e soprattutto dalla disponibilità dimostrata dal Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa di destinare 2,4 mln al finan-ziamento di progetti speciali fi nalizzati proprio allo smal-timento dell’arretrato secon-do una logica di razionale e coerente gestione delle risorse disponibili».

Il Cds riduce l’arretrato

Oggi il 13/5/2010) europea accompagnandoli anche da una nota

IN SINTESI- Lo schema di disegno di legge riordina la disciplina che regola le fasi ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea, alla luce della diversa impostazione che il Trattato di Lisbona ha dato al sistema di integrazione.

- I capisaldi dell’intervento sono i seguenti: semplii cate e riorganizzate le disposizioni concernenti la formazione della posizione italiana nel negoziato diretto all’adozione degli atti dell’Unione; integrati i meccanismi di coinvolgimento delle Camere nel processo decisionale europeo, con l’introduzione di norme sul controllo di sussidiarietà e sulla partecipazione alle procedure di revisione semplii cata del diritto dell’Unione; riformato lo strumento della legge comunitaria al i ne di agevolare il recepimento delle direttive; semplii cati i meccanismi di attuazione degli atti delegati e di esecuzione dell’Unione.

- Il disegno di legge prevede poi norme più adeguate ad una gestione accelerata delle procedure d’infrazione ed introduce, per la prima volta, disposizioni organiche in materia di aiuti di Stato.

Il ddl con la relazio-ne su www.italiaog-gi.it/documenti

Pasquale de Lise

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23Sabato 19 Giugno 2010Sabato 1D I R I T T O E F I S C OMANOVRA CORRETTIVA/ Nella legge fallimentare un nuovo strumento di composizione delle crisi

Ristrutturazione debiti più tutelataLa protezione dai creditori scatta prima di stipulare l’accordo

DI ALESSANDRO FELICIONI

Accordi di ristrutturazio-ne dei debiti a tutela an-ticipata; sarà possibile far decorrere la prote-

zione nei confronti di aggressio-ni individuali dei creditori da un momento precedente la stipula vera e propria dell’accordo; il tutto presentando in tribunale e pubblicando sul registro del-le imprese una proposta di ac-cordo non ancora fi rmato, dalla quale imprenditore e professio-nista attentatore certifichino, rispettivamente, l’esistenza di trattative con una percentuale qualificata del ceto creditorio e la presenza di condizioni ido-nee ad assicurare il regolare pagamento dei creditori che non sono stati contattati o che hanno espressamente rifi utato l’accor-do. È l’articolo 48 del dl 78 del 31 maggio 2010 ad aggiungere il comma sesto all’articolo 182-bis della legge fallimentare, dedica-to, appunto, al nuovo strumento di composizione preconcorsuale della crisi.

Uno degli elementi di mag-gior appeal dell’articolo 182-bis è costituito, sicuramente, dalla circostanza che la richiesta di omologa dell’accordo di ristrut-

turazione siglato dalle parti ste-rilizza e inibisce qualsiasi azione esecutiva o cautelare singolar-mente intrapresa dai creditori. L’effetto protettivo, però, non è così esteso come accade invece nella procedura di concordato preventivo. Negli accordi di ri-strutturazione, a differenza di quanto accade nel concordato preventivo, la protezione ha una durata limitata nel tempo a ses-santa giorni dalla pubblicazione presso il registro delle imprese competente. Il problema princi-pale però non è tanto legato alla durata limitata nel tempo della protezione da aggressioni indivi-duali, quanto piuttosto dal fatto che il momento iniziale di tale protezione sia spostato, tempo-ralmente, in un momento trop-po avanzato rispetto al concreto avvio delle trattative intraprese dal debitore. Negli accordi di ri-strutturazione, infatti, la pubbli-cazione dell’accordo fi rmato dalla percentuale qualifi cata richiesta dalla norma (creditori che rappre-sentino almeno il 60% dell’espo-sizione debitoria) è solo l’ultima fase di una spesso estenuante trattativa che può durare anche mesi. Situazione questa ancora più pesante nel momento in cui si desidera coinvolgere nell’accordo

anche l’amministrazione fi nan-ziaria o l’Inps attraverso la proce-dura di cui al successivo articolo 182-ter della legge fallimentare in tali ultime ipotesi, infatti, i meccanismi istituzionali e la rigi-dità della procedura rischiano di protrarre ulteriormente i termini per l’ottenimento dell’assenso in una situazione che, essendo con-figurata quanto meno da uno stato di crisi, ben diffi cilmente può sopportare ritardi e tenten-namenti.

In tale scenario dunque ben venga il comma sesto dell’artico-lo 182-bis con il quale si antici-pano gli effetti di sterilizzazione permettendo la presentazione di una proposta, non ancora sigla-ta. Le condizioni e i tempi per la presentazione della proposta sono in linea con gli adempi-menti richiesti per il deposito dell’accordo vero e proprio, con alcune particolarità; i due aspet-ti principali che caratterizzano la validità dell’accordo sono la presenza di una percentuale qualificata di creditori ade-renti e l’idoneità del piano che sottende l’accordo ad assicura-re il pagamento integrale dei creditori estranei al patto. La presentazione della proposta di accordo dovrà quindi contenere

due dichiarazioni: una dell’im-prenditore attestante che sulla proposta così come depositata sono in corso trattative con una percentuale qualifi cata di credi-tori e l’altra di un professionista attentatore in ordine alla sus-sistenza delle condizioni per il pagamento degli estranei, ossia di quelli con i quali non sono in corso trattative o che hanno già negato il loro consenso. Dopo la presentazione di tutta la docu-mentazione (piano, proposta di accordo e documenti di cui all’ar-ticolo 161 legge fallimentare) e la pubblicazione della proposta presso il registro delle imprese, il tribunale, entro trenta giorni fi ssa l’udienza per la decisione e dispone la comunicazione della proposta ai creditori. Il decreto del tribunale che inibisce l’av-vio o la continuazione di azioni cautelari o esecutive sui beni del debitore è accompagnato dall’as-segnazione di un termine, non superiore a sessanta giorni, per la presentazione della versione defi nitiva dell’accordo. All’atto di tale presentazione rivivranno ulteriori sessanta giorni di pro-tezione come previsto dal secon-do e terzo comma dell’articolo 182-bis legge fallimentare.

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Enti locali uniti contro la manovra. L’annuncio del presidente dell’Anci di convocare mercoledì pros-simo davanti al senato un sit-in di sindaci per pro-testare contro il dl 78 ha raccolto un’adesione una-nime di tutte le associazio-ni delle autonomie. Upi, Uncem e Legautonomie hanno comunicato che sa-ranno presenti il 23 giugno a fianco di Chiamparino «per scongiurare i disastri che la manovra provoche-rebbe ai cittadini, alle fa-miglie, alle imprese» (sono le parole del presidente di Legautonomie Marco Filippeschi). E si profi la anche l’eventualità di una pioggia di ricorsi alla Con-sulta contro le norme sui tagli alle spese. Non che i sindaci non vogliano fare la loro parte nella ricetta di austerity imposta dalla congiuntura economica. Quello che i comuni non accettano sono le diverse percentuali di riduzione imposte dal governo in modo tassativo che non la-sciano alcuna libertà di de-cidere cosa e in che misura tagliare. Per questo, forti anche di un precedente di tutto rispetto (nel 2005 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme del decreto taglia-spese molto simi-li a quelle della manovra 2010), se il dl 78 non sarà significativamente cam-biato dal parlamento, l’ul-tima strada sarà ricorrere alla Consulta. Filippeschi, parlando ieri a Milano al convegno Legautonomie dedicato ai temi del fede-ralismo e della manovra, l’ha detto chiaramente: «proporremo alle regioni e ad altri soggetti portatori di diritti lesi di fare ricorsi alla Corte costituzionale. Nei mesi scorsi la nostra iniziativa ha già aperto questo versante obbliga-to. E lo stesso deve valere anche per la Carta delle autonomie». Ma prima di trasferirsi nelle piazze, il pressing dei sindaci si gioca al senato. Dove ieri sono arrivati 2.546 emen-damenti di maggioranza e opposizione tra cui ci sono anche quelli dell’Anci. Che, come anticipato da Italia-Oggi il 17 giugno, chiede di semplifi care il patto di stabilità prevedendo per i sindaci solo l’obbligo di raggiungere il pareggio di bilancio.

Francesco Cerisano

Enti uniti in piazza

Sul sito del ministero per la pubbli-ca amministrazione e l’innovazione (www.innovazionepa.it) è disponibile il rapporto analitico sulla ventitreesima settimana di attività del 2010 (dal 5 all’11 giugno) di «Linea Amica». Il network ha raggiunto 1.427.000 contatti, inclusi risponditori automatici. I contatti assi-stiti da operatori sono stati 1.060.000, così distribuiti: 109.500 presso ministeri (10,3%), 243.000 presso enti previdenziali (22,9%), 45.500 presso Agenzia delle en-trate ed enti fi scali (4,3%), 65.500 presso altri enti pubblici, tra cui il centro di con-tatto sul bonus elettrico e il contact center di Linea Amica (6,2%), 10.500 presso scuola e università (1%), 308.000 presso regioni e strutture sanitarie (29,1%), 278.000 presso comuni, province e strut-ture locali (26,2%).

La raccolta di giochi pubblici in luoghi diversi da agenzie, negozi e corner è stata confermata dal decreto incentivi, che «rimarca l’impossibilità di disgiungere il regime autorizzatorio da quello concessorio, quest’ultimo elemento necessario e impre-scindibile per l’effettuazione e la raccolta, nel nostro paese, di tutti i giochi pubblici». È il passaggio più im-portante riportato da Agipronews della circolare dei monopoli di sta-to, inviata agli Uffi ci regionali, alla Guardia di fi nanza e alla polizia di sta-to, che chiarisce ulteriormente i

contenuti dell’articolo 2 del dl incentivi, pubblicato il 25 maggio in Gazzetta Uffi ciale.

Dal 18 giugno è attivo il nuovo servizio di comunicazione del saldo della Carta acquisti tramite sms. Telefonando al nu-mero verde del pro-gramma Carta ac-quisti 800.666.888 (*) e seguendo le istruzioni della voce guida, si può registrare un nu-mero di cellulare. Dal quel momento, sarà inviato un sms al numero di cellulare registrato, che comunicherà l’importo di ogni nuovo ac-

credito o di ogni acquisto effettuato con la carta, con relativo saldo

disponibile. Inoltre chiamando gratuitamente il numero verde 800.130.640, dal numero di cellulare registrato, si riceve un sms che comunica imme-diatamente il saldo disponi-bile sulla carta.

Ha avuto luogo ieri a Roma, nella Caserma «Sante

Laria» di piazza Armellini, la ce-rimonia di av-vicendamento, nella carica di comandante in seconda del-la Guardia di finanza, tra il generale di corpo d’ar-

mata Nino Di

Paolo, che sarà il nuovo comandante generale del corpo, ed il generale di corpo d’armata Ugo Marchetti, attuale ispettore per gli istituti di istruzione. Era presente il comandante generale del corpo, generale di corpo d’armata Cosimo D’Arrigo e rap-

presentanti delle autorità politiche, civili, militari e religiose, nonché numerosi uffi ciali, ispettori, so-vrintendenti, appuntati e fi nanzie-ri, in servizio e in congedo.

Se il rispetto dei diritti fonda-mentali anche negli ordinamenti democratici non è un fatto che può considerarsi acquisito, il trattato di Lisbona, entrato in

vigore del gennaio scorso, può indicare una scorciatoia per una loro piena affermazione così come inquadrati nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Infatti, in base al richiamo ef-fettuato dall’articolo 6 all’adesione della Ue alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ai diritti fondamentali in essa riconosciuti come principi generali del diritto comunitario, si apre uno sce-nario inedito in base al quale il giudice italiano potrebbe disapplicare la norma interna in contrasto con la Convenzione e applicarne direttamente le norme. E già il giudice amministrativo sembra aver già colto questa suggestione destinata, se confermata, a sovvertire il sistema dei rapporti tra ordinamenti come disegnato dal 2007 dalla Corte costituzionale. Que-sto scenario è emerso ieri nel corso dei lavori del convegno internazionale (che si chiude oggi) organizzato dal Consiglio nazionale forense nell’ambito della cele-brazione del 60° anniversario della fi rma della Convenzione europea e dedicato a «La salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali».

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Renato Brunetta

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24 Sabato 19 Giugno 2010 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Sentenza della Cassazione si aggiunge alla pronuncia della Consulta

Test alcolemico di rigoreAuto confi scata a chi rifi uta di fare l’esame

DI DEBORA ALBERICI E STEFANO MANZELLI

Scatta la confi sca dell’au-to nel caso in cui il cit-tadino si rifi uta di sot-toporsi al test alcolemico.

Si tratta, infatti, di una sanzione penale accessoria.

È questo il nuovo approdo giu-risprudenziale raggiunto dalle se-zioni unite penali della Suprema corte, che con la sentenza n. 23428 depositata ieri, hanno risolto un potenziale contrasto di giurispru-denza segnalato dal tribunale di Pordenone. In sostanza secondo i giudici di merito si trattava di stabilire la natura della confi sca del veicolo attuata nel caso in cui l’automobilista si rifi utata di sot-toporsi ad alcoltest. Il tribunale aveva annullato con rinvio alle sezioni unite la convalida del se-questro attuata dal gip, ritenen-do che al rifiuto non potessero essere applicate le stesse norme previste per la guida in stato di ebbrezza e considerando così la confi sca del veicolo come sanzione amministrativa e non penale. La Suprema corte, con motivazioni lunghissime, dopo aver analizzato

a fondo l’excursus legisla-tivo dalla riforma attuata nel 2003 a quella del de-creto Bianchi, ha invece conclusivamente affer-mato che considerare la confi sca del veicolo come una sanzione ammini-strativa, equivarrebbe a incoraggiare gli autisti a non sottoporsi all’al-coltest. Infatti il rifi uto li costringerebbe a pagare una somma, ma li salve-rebbe dall’eventuale se-questro del veicolo. Poiché invece la normativa con-tro l’abuso di alcol ha il compito di scoraggiare l’abuso di bevande alcoliche, è senz’altro più corretto equiparare il rifi uto di sottoposi-zione al test alla più grave ipotesi di guida in stato di ebbrezza. In fondo alla sentenza gli Ermellini hanno dato una soluzione giuri-dica alla questione affermando il principio di diritto secondo cui: «La confi sca del veicolo prevista dal Codice della strada nel caso di condanna per il reato di rifi uto di sottoposizione all’accertamento del tasso alcolemico, ha natura di sanzione penale accessoria».

Soltanto all’inizio del mese il problema della natura della confi sca era fi nito sul tavolo dei giudici della Corte costituziona-le (sentenza n. 196 del 4 giugno 2010) che, nell’affermare che la misura ha natura di sanzione pu-nitiva e non cautelare, avevano denunciato un vuoto normativo per sciogliere il problema que-sta misura assuma ora natura penale o amministrativa. E gli effetti della decisione del giudice delle leggi sul fronte dell’attività operativa degli organi di polizia sembrano essere molto rilevan-

ti. In particolare Il giudice delle leggi è stato chiamato ad esprimersi sulla legitti-mità costituzionale dell’art. 186, comma 2, lett c) del codice stradale laddove, ri-chiamando letteralmente l’art. 240 del codice penale sembra connotare la confi -sca conseguente alla guida particolarmente alterata dall’alcol come una misu-ra di sicurezza, per questo applicabile anche retroatti-vamente. La Corte costitu-zionale ha bocciato questa interpretazione afferman-

do che la confi sca ha natura es-senzialmente sanzionatoria lad-dove il richiamo letterale all’art. 240 cp «avrebbe solo l’intento di rimarcare l’obbligatorietà della confi sca e non quello di afferma-re che il caso disciplinato rientri tra quelli che detta disposizione contempla».

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DI GABRIELE FRONTONI

La Sardegna potrebbe ritro-varsi a versare risarcimenti milionari ai possessori di yacht. La bocciatura della tassa sul lusso da parte della Corte costituzionale (si veda ItaliaOggi di ieri) sembra destinata ad ritor-nare come un boomerang sui conti Regione, che ne-gli ultimi 4 anni avrebbe in-cassato qualcosa come 4,5 milioni di euro attraverso il contributo obbligato-rio richiesto ai possessori di barche a vela e motore che attraccavano nei porti dell’isola. A questo piccolo tesoretto messo assieme dall’Arase, l’Agenzia per le entrate della Regione autonoma della Sardegna, andranno ad aggiungersi gli importi non ben precisati, riscossi attraverso l’invio di car-telle esattoriali a coloro che non si erano attrezzati con il pagamento della tas-sa di attracco. «A partire dal mese di dicembre dello scorso anno, nonostante la sentenza della Corte di giustizia europea aves-se già bocciato la tassa sul lusso della Sardegna, l’Arase ha iniziato a in-viare centinaia di cartelle esattoriali per recuperare gli importi dell’imposta re-lativi al 2006», spiega Mas-simo Revello, presidente dell’Isyba, l’Associazione italiana mediatori maritti-mi. Risultato, un fi ume di cartelle esattoriali con im-porti davvero molto alti, comprensivi di multa, in-teressi di mora e spese di emissione della cartella. Il tutto, sotto la minaccia di un fermo amministrativo per l’imbarcazione. Dena-ro che adesso potrebbe an-dare restituito ai legittimi proprietari, a seguito della cancellazione dell’imposta da parte della Consulta. Sui tempi e sulle modalità, tuttavia, regna ancora la massima incertezza. «Ab-biamo dato mandato ai no-stri avvocati di predispor-re un modello unico per la richiesta di rimborsi che metteremo a disposizione di tutti i nostri associati», continua Revello.

«Negli ultimi anni abbia-mo assistito a una transu-manza di armatori dal con-tinente alla Sardegna, per evitare di pagare la tassa», conclude. «Strategia con-divisibile, quando si han-no magari 10 o 15 barche soggette al pagamento di una tassa da 15 mila euro ciascuna. Alla fi ne dei con-ti, si tratta di un bel po’ di soldi».

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TASSA YACHT

Sardegna a rischio rimborsi

AVVOCATI

Oltre 200 a convention TerraLex

Oltre 200 avvocati da ogni parte del mondo a Roma hanno partecipato alla convention del network TerraLex, organizzata da Carabba & Partners di Roma, studio affi liato a Carnelutti studio legale associato di Milano. Un fi tto programma di incontri e confron-ti con personalità della business community locale per affrontare i più recenti scenari economici. Nella sessione business, coordina-ta dal chairman e ceo di TerraLex, l’avvocato statunitense Charles Mc Callum, e dall’host dell’evento, l’av-vocato Ferdinando Carabba Tetta-manti, senior partner di Carabba & Partners, sono intervenuti Au-gusto Fantozzi, commissario stra-ordinario di Alitalia, Matteo Mar-zotto, attuale presidente dell’Enit, Francesco Panfilo, chairman di PM Partners Sgr. Quest’ultimo, in particolare, ha fatto il punto sulla situazione del mercato del private equity e dei possibili sviluppi. La tornata di incontri si è chiusa con una panel discussion sull’attuale mercato dei servizi legali in Euro-pa moderata da Luca Mendicini di Carabba & Partners, alla qua-le hanno partecipato i delegati di Germania, Francia e Inghilterra, Cina e Brasile. Luca Arnaboldi, senior partner di Carnelutti, è in-tervenuto sulle sfi de e opportunità che nel prossimo futuro dovranno affrontare i players del mercato legale italiano.

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ESTRATTO AVVISO DI GARA L’ANAS S.p.A.- Compartimento della Viabilità per il Lazio - con sede in Roma - V.le Bruno Rizzieri,

142 (tel. 06/722911) rende noto che verranno esperite con procedura aperta, ai sensi dell’art. 55

D.Lgs 163/2006 e s.m., le seguenti GARE: GARA N° 24/10 per Lavori di distese generali periodiche in

t.s. - SS. 4 VIA SALARIA - SS. 17 APPENNINO ABBRUZZESE - CGT OG3 classe class. III - importo

a b.a.. € 681.417,35 compresi oneri per la sicurezza; GARA N° 25/10 per Lavori di distese generali

periodiche - SS. 7 VIA APPIA - CGT OG3 classe class. III - importo a b.a.. € 641.333,97 compresi

oneri per la sicurezza. Scadenza presentazione offerte: ore 12.00 del 19/07/2010.

Il bando di gara in edizione integrale è stato pubblicato sulla G.U.R.I. n° 69 del 18.06.2010 - sul sito

internet www.stradeanas.it - sul sito del Ministero delle Infrastrutture.

IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO

Dott. Salvatore Rapisarda

V.LE B. RIZZIERI, 142 - 00173 ROMA

Tel. 06/722911 - Fax 06/72291412

sito internet www.stradeanas.it

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per il Lazio

La sentenza www.italiaoggi.it/documenti

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Page 19:  · • Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 • AFRICA Etiopia, nuova potenza energetica

25Sabato 19 Giugno 2010Sabato 1I M P O S T E E TA S S E

STUDI DI SETTORE / Circolare delle Entrate segna il debutto degli indici di stampo federalista

Non congrui, chiamata all’appelloGiustifi cazioni entro dicembre 2010. Con software ad hoc

DI CRISTINA BARTELLI

Studio di settore in salsa federalista con indici ad hoc e un primo studio (quello delle costruzioni)

totalmente regionalizzato. Men-tre per le comunicazioni di non congruità arriva un nuovo spe-cifico software che consentirà ai contribuenti, entro dicembre 2010, di dettagliare meglio le cause di non corrispondenza ai risultati degli studi di settore. Sono queste alcune delle novità per la stagione di dichiarazioni 2010 per gli oltre tre milioni di contribuenti del mondo studi di settore analizzate dalla circola-re n. 34 di ieri dell’Agenzia delle entrate.

Al decollo il primo stu-dio di settore regionale. Lo studio UG69U, costruzioni, è il primo studio di settore su base regionale. Il settore costruzioni dà forma proprio a quanto dispo-sto dalla manovra d’estate 2008 (dl n. 112/08) e cioè all’attuazio-ne del federalismo fi scale e alla realizzazione di studi di settore che siano elaborati sentendo as-sociazioni di categoria e profes-sionali, anche su base regionale o comunale. Il nuovo studio delle costruzioni, scrivono in circolare i tecnici dell’Agenzia delle entra-te, «rappresenta una innovazio-ne per la nuova metodologia su base regionale». La formazione dello studio costruzioni va oltre il concetto di territorialità, con cui sono costruiti gli altri studi, perchè con la territorialità si ren-dono gli studi aderenti alla real-tà economica cui le imprese si riferiscono, si parte, cioè, da una base nazionale e poi si operano degli aggiustamenti che tengano conto delle caratteristiche terri-toriali specifi che. Mentre con lo studio di settore, costruzioni, la realizzazione dei cluster (gruppi omogenei di imprese con le stesse caratteristiche) è avvenuta par-tendo dalla base regionale. Lo studio di settore federalista ha ben 408 cluster (nella versione precedente erano circa 23), men-tre per gli altri studi attualmente i cluster sono intorno ai dieci.

Software e informazioni di non congruità. I tecnici di via Cristoforo Colombo annunciano che è in preparazione, da parte dell’Agenzia delle entrate, un sof-tware specifi co per la trasmissio-ne delle informazioni relative alle cause di non congruità da parte dei contribuenti. La circolare ri-conosce un termine più ampio, rispetto a quello ordinariamente previsto per la trasmissione te-lematica delle dichiarazioni, per le giustifi cazioni, entro dicembre 2010. Con il software, dunque po-tranno inviare informazioni sulle cause dello scostamento, tenendo conto dei correttivi per la crisi, Potranno avvalersi del softwa-re quei contribuenti che per il periodo di imposta 2009: non ri-sultano contrui, anche di fronte a una non normalità economia; non risultano coerenti; non risul-

tano normali anche se congrui. La circolare affronta poi la rico-struzione dei ricavi e compensi operata con i parametri e osserva che «a seguito della particolare congiuntura economica in atto anche per il periodo di imposta 2009 la ricostruzione dei ricavi e dei compensi (...) potrebbe ri-sultare meno sostenibile rispetto al passato». Per queste ragioni le risultanze dei parametri saranno utilizzati in fase di selezioni dei soggetti. Inoltre per le attività di accertamento si invitano gli uffi ci a verifi care la sussistenza anche «di ulteriori elementi ad ausilio della determinazione della pre-tesa tributaria».

Studi di settore e gravidan-za. Per gli studi di settore UG33U, istituti di bellezza e UG34U, ser-vizi di barbiere e parrucchiere, la circolare invita gli uffi ci a tenere conto, nella fase di accertamento, alle posizioni oggetto di controllo se si siano verifi cate situazioni di non congruità e/o di non coerenza determinate da gravidanza. Nel-la circolare si scrive infatti che «la normativa vigente non prevede l’esclusione dall’applicazione de-gli studi di settore per le lavora-trici in gravidanza o puerperio e in generale per i contribuenti con fi gli minori che necessitano delle

cure e dell’assistenza». Anche se la stessa circolare sottolinea il richiamo agli uffi ci, contenuto in precedente prassi amministrati-va, «sul considerare con partico-lare attenzione situazioni di non congruità e/o di non coerenza determinate da questa specifi ca condizione».

A conclusioni diverse la circo-lare giunge per la realtà degli studi professionali e per le pro-fessioniste in questa condizione fondando la spiegazione sulla diversa costruzione dello studio. «per alcuni studi di settore relati-vi alle attività professionali il cal-colo della congruità dei compensi dichiarati viene effettuato attra-verso un modello di stima fon-dato sul numero e valore medio delle prestazioni. Le risultanze di tali studi di settore si fondano, infatti, sulle prestazioni profes-sionali effettuate (e dichiarate) dal professionista e per le quali ha percepito compensi nell’anno. In tali casi, anche in presenza di una attività professionale svolta non a tempo pieno, la metodolo-gia di calcolo dei compensi uti-lizzata dovrebbe garantire che il risultato della stima effettuata tenga conto dei modi e tempi di svolgimento del lavoro».

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Negli studi di settore per il periodo d’imposta 2009 spuntano tre indici di natura federale riferiti ai livelli delle retribuzioni, del reddito disponibile per abitante e delle quotazioni immobiliari con i quali si tende a differenziare le modalità di applicazione, oltre all’implementazione dei quattro correttivi che tengono conto della crisi congiunturale. Ecco, in estrema sintesi, alcune interessanti novità indicate dall’Agenzia delle entrate, che, con la circolare n. 34/E di ieri, è intervenuta sugli studi di settore applicabili nel periodo d’imposta 2009, dopo gli interventi del dl n. 185 del 2008 (cosiddetto «decreto anticrisi»).Correttivi - Per quanto concerne i correttivi congiunturali, le Entrate evidenziano che, al fi ne di considerare l’impatto della crisi nell’elaborazione degli studi di settore destinati ad intercettare redditi non dichiarati, le informazioni già pre-senti nelle banche dati a disposizione dell’amministrazione fi nanziaria, sono state implementate da ulteriori informazio-ni fornite da soggetti qualifi cati (Banca d’Italia, Isae, Istat, Prometeia, ministero dello sviluppo economico e Assoreti), tenendo conto dei dati rilevabili anche dalle comunicazioni e dalle dichiarazioni Iva.In ossequio a quanto sancito dall’art. 8 del dl n. 185/2008, sono stati defi niti quattro correttivi riferiti all’analisi della normalità economica, specifi ci per la crisi, congiunturali di settore e individuali.Dal copioso documento di prassi si rileva che nei confronti dei contribuenti che hanno subito una contrazione dei ricavi rispetto all’anno precedente, è stato predisposto un adat-tamento della soglia massima per l’indicatore relativo alla «durata delle scorte», introdotto dal comma 13, art. 1, della legge n. 296/2006 (Ine a regime) destinato a tenere conto del possibile incremento del valore delle rimanenze fi nali. Per i contribuenti che, dopo l’applicazione di questo correttivo, rimangono «non» normali anche dopo l’introduzione delle nuove soglie, il maggior valore di «costo del venduto» viene ulteriormente diminuito dell’incremento delle rimanenze fi nali riferibile alla crisi economica per la contrazione dei consumi; per l’applicazione di questo correttivo, però, si ren-de necessaria la compilazione di un ulteriore rigo nel quadro «X» in cui si devono indicare i ricavi e compensi (congrui) dichiarati per il periodo d’imposta 2008.Con riferimento ai correttivi specifi ci, la circolare conferma interventi su determinati studi di settore, con particolare riferimento allo studio degli agenti, mediatori e periti assi-curativi, nonché promotori e agenti fi nanziari (TG91U) che tiene conto della crisi dei mercati fi nanziari, allo studio delle farmacie (UM04U) che tiene conto della liberalizzazione del prezzo dei medicinali SOP e di automedicazione OTC, ma anche dei professionisti (notai, geologi, revisori contabili, legali, commercialisti, periti industriali ecc.) che tiene conto del ritardato incasso dei compensi rispetto alla data in cui le prestazioni sono eseguite.Con riferimento ai correttivi congiunturali di settore (147 su 206 studi utilizzabili nel 2009) sono stati individuati specifi ci coeffi cienti congiunturali calcolati per ogni modello organiz-zativo (cluster) che tengono in considerazione l’andamento dei conti economici e del valore dei beni strumentali mobili rispetto ai valori base, mentre i correttivi congiunturali in-dividuali, disposti per tutti gli studi in vigore e applicabili sulla base di un raffronto dei ricavi o compensi dichiarati rispetto a quelli storici, sono destinati a cogliere l’impatto della crisi su ogni singolo contribuente, tenendo anche conto della territorialità.Studi federali - Il decreto dello scorso 12 marzo ha disposto tre nuove analisi relativamente a territorialità specifi che che dovrebbero consentire di rendere gli studi di settore più aderenti alle realtà economiche in cui le imprese operano. Pertanto, sono stati introdotti l’indicatore relativo al livello delle retribuzioni (provinciale) che consente di tenere con-to della diversa incidenza del costo delle retribuzioni per la determinazione dei ricavi e/o compensi, l’indicatore del livello del reddito disponibile per abitante che tiene conto del grado di benessere e di sviluppo economico dei luoghi ove il contribuente opera (comune, provincia e regione) e quello relativo alle quotazioni immobiliari che rileva i differenti valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione e aree territoriali.

Fabrizio G. Poggiani

In primo piano retribuzioni, reddito e prezzi delle case

Unico, uffi ciale la proroga dei versamenti al 6 luglio. Lo prevede il dpcm 10 giugno 2010, appunto in materia di pro-roga dei versamenti fi scali, pubblicato sulla G.U. n. 140 del 18/6/2010. Ecco il testo del provvedimento.

Art. 1(Termini per l’effettuazione

dei versamenti per l’anno 2010)1. I contribuenti tenuti ai versamenti risultanti dalle di-chiarazioni dei redditi e da quelle in materia di imposta regionale sulle attività produttive entro il 16 giugno 2010, che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore di cui all’art. 62-bis del decreto legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabili-to per ciascuno studio di settore dal relativo decreto di approvazione del ministro dell’economia e delle fi nanze, effettuano i predetti versamenti:a) entro il 6 luglio 2010, senza alcuna maggiorazione;b) dal 7 luglio 2010 al 5 agosto 2010, maggiorando le somme da versare dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo.2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche ai soggetti che partecipano, ai sensi degli artt. 5, 115 e 116 del Testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del presidente della repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, a società, associazioni e imprese con i requisiti indicati nel predetto comma 1.

Art. 2(Termini per la trasmissione delle dichiarazioni

dei redditi modello 730/2010)1. I Caf dipendenti ovvero i professionisti abilitati, nell’ambi-to delle attività di assistenza fi scale di cui all’art. 34, comma 4, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, possono effet-tuare entro il 12 luglio 2010 la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle entrate delle dichiarazioni presentate ai sensi dell’art. 13 del regolamento di cui al decreto del ministro delle fi nanze 31 maggio 1999, n. 164. Restano comunque fermi i ter-mini ordinari di trasmissione delle dichiarazioni nelle ipotesi di comunicazione in via telematica del risultato fi nale delle dichiarazioni.

È uffi ciale la proroga dei versamenti a luglio

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26 Sabato 19 Giugno 2010 LAVORO E PREVIDENZA

L’Inps avvia le procedure per presentare le domande

Sgravi dal 21 giugnoAl via la decontribuzione dei premi

DI GIGI LEONARDI

Dalle ore 15 di lunedì 21 alle 23 dell’11 luglio potranno essere tra-smesse via Internet le

domande utili a richiedere lo sgravio contributivo per l’incen-tivazione della contrattazione di secondo livello, riferito agli importi corrisposti nell’anno 2009. Lo comunica l’Inps con il messaggio n. 16214/2010.

I chiarimenti. L’applicazio-ne, si legge nella nota, è dispo-nibile tra i Servizi per Aziende e Consulenti, all’interno della sezione Servizi on-line del sito (www.inps.it). Sono autorizzati all’utilizzo dell’applicazione gli utenti abilitati alla trasmissio-ne dei fl ussi Dm/Uniemens o dei Dmag. Il benefi cio della decon-tribuzione, precisa l’Istituto di previdenza, segue una logica di «cassa», per cui potranno essere proposte domande con importi, collegati alla contrattazione di secondo livello, corrisposti nel periodo 1° gennaio-31 dicembre 2009; nei casi di più contratti aventi incidenza sul medesi-mo anno 2009, vanno proposte

separate domande riportanti le diverse indicazioni riferite ai dati contrattuali. Se invece nel 2009 è stato corrisposto un premio riferito a un contratto scaduto entro il 2008, ai fi ni del-la richiesta di sgravio, dovrà es-sere valorizzato il fl ag relativo all’ultrattività del contratto. La domanda potrà essere presen-tata anche dalle aziende che hanno sospeso o cessato l’attivi-tà dopo aver corrisposto i premi nel 2009.

Con riferimento ai lavorato-ri nei cui confronti operano le disposizioni in materia di mas-simale contributivo, aggiunge poi l’Inps, la retribuzione da considerare ai fi ni della deter-minazione del tetto del 2,25%, entro cui può operare lo sgravio, non può superare il massimale (pari a 91.507 euro).

Alcuni chiarimenti dell’Isti-tuto riguardano poi le società. Nei casi di operazioni (fusione, incorporazione), che compor-tano il passaggio di lavoratori (art. 2112 c.c.) con estinzione del soggetto incorporato, le richiesta di sgravio dovran-no essere inoltrate dal datore

di lavoro subentrante; ai fini della determinazione del tetto del benefi cio (2,25%), occorrerà fare riferimento alle retribu-zioni complessivamente per-cepite nell’anno dai lavoratori, ancorché in parte erogate dal precedente datore. Se invece, dopo il pagamento del premio, è stata realizzata un’operazione societaria (cessione di azienda o ramo di azienda) con il passag-gio di lavoratori, senza l’estin-zione del soggetto cedente, sarà quest’ultimo a richiedere lo sgravio. Le società capogruppo, inoltre, ove delegate allo svol-gimento degli adempimenti (ex art. 1 della legge n. 12/1979) per tutte le società controllate e collegate, potranno inoltrare singole domande riferite alla medesime società.

Infi ne, l’indirizzo e-mail del datore di lavoro deve essere ob-bligatoriamente inserito sia nel-la domanda inviate tramite form on-line che con fi le XML nelle quali, per lo sgravio del datore di lavoro e lo sgravio del lavora-tore, non deve essere indicato il numero dei lavoratori.

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DI DEBORA ALBERICI

La Cassazione pareggia i diritti dei figli legittimi e di quelli nati da una convivenza more uxorio.

Anche le coppie di fatto hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare. È quanto sancito dalla Suprema corte che, con la sen-tenza n. 14783 depositata ieri, ha respinto il ricorso dell’Inps presentato contro un uomo, non ancora separato legalmente, convivente e padre di tre fi gli per i quali chiedeva la prestazio-ne previdenziale. Ma non basta. Il fatto che il richiedente non sia ancora legalmente separato dalla prima moglie non fa venir meno il diritto all’assegno.

In particolare l’istituto aveva negato l’assegno dal momento che, aveva motivato, il padre non era ancora legalmente separato dalla prima moglie. Una decisio-ne, questa, che non ha convinto i giudici di merito e neppure la sezione lavoro del Palazzaccio. Infatti gli Ermellini hanno pre-cisato che, al pari dei fi gli natu-rali, quelli nati da una coppia di fatto hanno diritto all’assegno,

poco importa se il richiedente sia già separato oppure no. La sen-tenza dà quindi interpretazione estensiva alle norme sugli asse-gni per il nucleo familiare.

«La normativa sull’assegno», hanno messo nero su bianco i consiglieri della Cassazione, «richiede la condizione di fi glio naturale riconosciuto, non neces-sariamente l’inserimento nella famiglia legittima». Insomma il concetto di nucleo familiare, de-lineato dal legislatore in questa sede, «va al di là della famiglia confi gurata dal matrimonio e ri-comprende anche i fi gli nati fuo-ri del matrimonio, legalmente ri-conosciuti, anche se non inseriti nella famiglia legittima».

Nel caso in esame, l’uomo, coniugato con una persona, ma convivente da anni con altra persona, ha riconosciuto i tre fi gli avuti dalla convivente ed ha provato che i minori vivo-no a suo carico, in quanto egli provvede al loro mantenimento. «Ciò è necessario e suffi ciente ai fi ni del diritto alla percezione dell’assegno per il nucleo fami-liare per i tre fi gli naturali».

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La Cassazione estende il diritto

Assegni familiarialle coppie di fatto

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La Banca incontra la cittàReggio Calabria 22 giugno

La prima inchiesta televisiva su Reggio Calabria dopo la crisi

La mattinata in diretta tv da Piazza Camagna

Conduce: Jole SAGGESE, Conduttrice, Class CNBC

ore 10.10 – 10.40 1° diretta TV

Calabria: verso la ripresa.Francesco COSENTINO, Direttore Generale, Asireg Lucio DATTOLA, Presidente, CCIAA Reggio Calabria Francesco FEMIA, Presidente, Coni ndustria Reggio Calabria Attilio FUNARO, Direttore, Confcommercio Reggio CalabriaLino MORGANTE, Caporedattore Centrale, La Gazzetta del Sud Giuseppe MORABITO, Presidente, Provincia Reggio Calabria *Giuseppe SCOPELLITI, Presidente, Regione CalabriaAntonio VIGNI, Direttore Generale, Banca Monte dei Paschi di Siena

ore 11.30 – 12.00 2° diretta TV

Reggio Calabria tra agricoltura e turismo.Vittorio CAMINITI, Presidente, Federalberghi Regione Calabria – Presidente, Gesam Ilaria CAMPISI, Presidente, Confagricoltura Reggio Calabria Camillo NOLA, Presidente, Assolac Ezio PIZZI, Commissario, Consorzio BergamottoRoberto TESSITORE, Direttore Territoriale Corporate Calabria, Banca Monte dei Paschi di Siena

ore 12.15 – 12.40 3° diretta TV

Reggio Calabria: banche e PMI.Valerio BERTI, Presidente, CONFIDI Calabria Paolo FALZEA, Presidente, Giovani Imprenditori Coni ndustria Reggio Calabria Gianni LAGANÀ, Segretario Provinciale, CNA Reggio CalabriaAntonio MARCIANÒ, Presidente, Confesercenti Reggio Calabria Marco SARNACCHIARO, Direttore Qualità Credito e Mercato Area Territoriale Sud Ovest, Banca Monte dei Paschi di Siena

13.10 – 13.25 4° diretta TV

Calabria: scelte dei risparmiatori.Angelo CEREA, Vice Presidente, Anasf Antonino GATTO, Docente Economia Applicata, Università MessinaMario SARDONE, Direttore Territoriale Retail Reggio Calabria, Banca Monte dei Paschi di Siena

Il talk show del pomeriggio Teatro F. Cilea - Via Cattolica dei Greci

Conducono: Andrea CABRINI, Direttore, Class CNBC - Jole SAGGESE, Conduttrice, Class CNBC

18.00 – 19.30

Una storia italiana.Reggio Calabria sulla strada della ripresa: imprese, economia e mercati nel 2010

Gli imprenditori: Andrea ABRAMO, Amministratore Delegato, Abramo Holding

Presidente, Giovani Coni ndustria Catanzaro

Pina AMARELLI, Cav. Lavoro - Presidente, Amarelli – Fabbrica di Liquirizia di Fortunato Amarelli

Sebastiano CAFFO, Amministratore Unico, Distilleria Caffo – Amaro del Capo

Vittorio CAMINITI, Presidente, Federalberghi Regione Calabria – Presidente, Gesam

Gianfranco CAPUA, Presidente, Capua 1880

Carlo MONTESANO, Presidente, GDM – Amministratore Delegato, Gruppo Montesano Hotels

Giuseppe NOLA, Presidente, Cooperativa Osas

Antonino REPACI, Amministratore Delegato, Caronte & Tourist

Marco RUBBETTINO, Direttore Finanziario, Rubbettino

Giuseppe SPEZIALI, Presidente, CAL.ME

Le istituzioni: Lucio DATTOLA, Presidente, CCIAA Reggio Calabria

Gualtiero DE FELICE, Responsabile Area Territoriale Sud Ovest, Banca Monte dei Paschi di Siena

Francesco FEMIA, Presidente, Coni ndustria Reggio Calabria

Massimo GIOVANNINI, Rettore, Università Mediterranea Reggio Calabria

Giuseppe MORABITO, Presidente, Provincia Reggio Calabria *

Giuseppe RAFFA, Sindaco, Reggio Calabria

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente, Regione Calabria

In collegamento via satellite: Dominick SALVATORE, Docente Economia, Fordham University di New York

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27Sabato 19 Giugno 2010SabLAVORO E PREVIDENZA

L’Istituto di previdenza avvia l’operazione Poseidone 2. Verii che anche sui soci di società

Professionisti nel mirino dell’InpsIn 150 mila saranno sottoposti a controlli sulla contribuzione

DANIELE CIRIOLI

Professionisti nel mirino dell’Inps. Almeno in 150 mila stanno per riceve-re una comunicazione

dell’istituto previdenziale quale primo atto di verifi ca della po-sizione contributiva. Sotto con-trollo, in particolare, sono fi niti i liberi professionisti che hanno dichiarato un reddito superiore a 5 mila euro negli anni 2004, 2005 o 2006. Stessa sorte per i soci di società, dei quali l’Inps vuole va-gliare l’attività svolta per accer-tare il lavoro abitualmente eser-citato e l’eventuale prevalenza dell’attività commerciale. E in 28 mila già sono stati iscritti d’uf-fi cio ai ruoli contributivi. L’Inps lancia così l’operazione Poseidone 2, la seconda fase del progetto di lotta all’evasione dell’anno 2010, con cui mira a recuperare oltre 6 miliardi di euro di contribuzione evasa. «Un obiettivo ambizio-so ma perseguibile», ha detto il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, «grazie anche ai nuovi strumenti che ci mette a disposizione il decreto legge 78 del 31 maggio scorso».

La vigilanza del 2010. L’Inps l’aveva preannunciato nella cir-colare n. 23/2010 (si veda Italia-Oggi del 17 febbraio). Infatti, nel panorama delle attività da svi-luppare nel 2010, spiegava che avrebbe messo in campo un nuo-vo procedimento amministrativo di verifi ca. Una sorta di studi di settore al previdenziale che, da dati e informazioni di altre pub-bliche amministrazioni, consente all’istituto di avere liste di non congruità e di non coerenza con-tributiva sulla base delle quali invitare lavoratori e aziende a regolarizzare.

Prima tappa: i professioni-sti. Si parte dai professionisti. Sono almeno 150 mila quelli che stanno per ricevere una co-municazione dell’Inps come primo atto di verifica della propria posizione contributiva. Una lista di contribuenti inter-cettata incrociando i dati presenti negli archivi dell’Inps e le dichiarazio-ni dei redditi presentate all ’agenzia

delle entrate con gli elenchi di In-focamere. L’operazione è chiama-ta Poseidone 2, rappresentando il proseguimento per l’anno in cor-so della medesima operazione di vigilanza Poseidone 1 che (allora sperimentale) nel 2009 ha porta-to all’iscrizione all’Inps di oltre 20 mila nuovi soggetti (7 mila nella gestione commercianti e 13 mila nella gestione separata). Nella lista, in particolare, sono fi niti i professionisti che non risultano

iscritti alla ge-stione sepa-rata, indivi-

duati fra coloro che hanno di-

chiarato un reddito compreso fra i 5 mila e i 20 mila euro nell’anno 2006, coloro che hanno avuto un reddito superiore a 5 mila euro nell’anno 2004 e, infi ne, coloro che nell’anno 2005 hanno dichia-rato più di 5 mila euro.

Seconda tappa: i soci. L’In-ps ha dato avvio anche all’atti-vità di verifi ca che si rivolge ai soci di società, per i quali viene vagliata attentamente l’attività svolta, con l’accertamento del lavoro abitualmente compiuto e della prevalenza nello svolgi-mento dell’attività commercia-le. Di circa 40 mila fi no a oggi controllati, oltre 28 mila soci di società semplici, che hanno affermato nella dichiarazio-

ne dei redditi di svolgere attività prevalentemente commerciale, hanno rice-vuto una lettera che an-nuncia loro l’iscrizione all’Inps, operazione da

cui si attende un re-cupero di circa 100 milioni di euro.

Una mano dalla manovra econo-mica. «Dopo aver recuperato quasi 5

miliardi di euro lo scorso anno», ha spiegato Mastrapasqua, « nel corso del 2010 contiamo di su-perare i 6 miliardi. Un obiettivo ambizioso ma perseguibile, an-che grazie ai nuovi strumenti che ci mette a disposizione il decreto legge 78 del 31 maggio scorso». In realtà, proprio per le posizioni previdenziali dei soci di società e dei professionisti (lavoratori autonomi in genere che, spesso, svolgono attività nell’ambito del-la società e quella di amministra-tori), la manovra economica, con una norma d’interpretazione au-tentica, ha ribaltato una senten-za della Corte di cassazione (la n. 3240/2010), escludendo di fatto la doppia iscrizione Inps (come socio e come lavoratore) prevista dalla legge n. 662/1996. Così, sarà più diffi cile per i professionisti che svolgono più attività come com-mercianti, artigiani o coltivatori diretti, pretendere di versare i contributi solo ed esclusivamen-te alla gestione previdenziale afferente all’attività esercitata come prevalente. Per l’Inps, in-vece, basterà una semplice comu-nicazione ad attivare il recupero contributivo.

Ci chiama al telefo-no un polacco che parla discretamente l’italiano, appreso all’università e dalla nonna, che ha com-battuto come «partigiana con le stellette» a Cassino nell’ultima guerra, e ci fa i complimenti per le storie di lavoro che lui legge occasio-nalmente su ItaliaOggi.

Dice di essere di Ty-chy, una cittadina vici-no a Cracovia, nell’estremo sud della Polonia, dove dovrebbe essere costruita la Nuova Panda qualo-ra gli italiani rifi utino di fabbricarla a Pomigliano d’Arco.

Vorrebbe che scrives-simo qualcosa, in occa-sione del referendum, da tenersi martedì prossimo 22 giugno, con cui 15 mila lavoratori di quella regio-ne accetteranno o respinge-ranno l’accordo sindacale in discussione.

Se lo respingeranno, quasi certamente la Nuo-va Panda si fabbricherà a Tychy. Per cui ci prega di aiutare la Polonia, come la Polonia ha aiutato l’Italia a respingere il nazismo nell’ultima guerra. Se gli alleati hanno sfondato a Cassino, giustamente dice, molti meriti vanno attribu-iti ai polacchi.

D’altra parte, secondo lui, a Pomigliano d’Arco (chiamato così, mi spiega, meravigliandomi non poco, perché nei dintorni ci sono i resti delle arcate dell’ac-quedotto claudiano) hanno mille occasioni di lavoro con il turismo, vista la vici-nanza a Napoli, una delle più belle città italiane.

La prego vivamente, signor giornalista, di spiegare che Tychy non è Napoli, non c’è il mare, non c’è il sole, non abbiamo le meraviglie di Pompei. Ab-biamo però bisogno estre-mo di lavorare.

È forse necessario, dice, che io ricordi che, sia noi che voi, siamo nella stessa barca, cittadini del-la stessa Europa, anche se voi ne siete i fondatori e noi tra gli ultimi arrivati o quasi?

Mi auguro, conclude, che lei voglia invitare i lavoratori campani affi n-ché respingano l’accordo, decidendo così di darsi al più lucroso turismo e trasferendo a noi quel lavoro, che sappiamo già fare, per di più a costi im-battibili!

Valfrido Paoliconsulente del lavoro

[email protected]

STORIE DI LAVORO

La Panda in Polonia È stata siglata ieri a Mila-no, dall’amministratore dele-gato di Expo 2015 spa, Lucio Stanca, e dal presidente In-ps, Antonio Mastrapasqua, la convenzione che sancisce la collaborazione dell’Inps in vista di Expo 2015 con l’obiettivo di garantire la consegna della certifi cazione della regolarità contributiva alle aziende cui Expo vorrà affi dare la costruzione del sito, entro il limite massimo di 15 giorni dalla richiesta (in luogo degli attuali 30 giorni). Expo si impegna a dare pronta comunicazione delle aziende designate, così da accelerare i processi di attivazione del Durc, mentre l’Inps mette a disposizione due funzionari con funzioni di tutoraggio.

Ventiseimila verifiche annue e 300 revoche nell’ul-timo triennio. Sono questi i risultati dell’attività ispet-tiva sull’autoimpiego svolte da Invitalia in collaborazio-ne con la guardia di fi nanza. Lo strumento, introdotto nel 2000 per promuovere e sostenere nuove iniziative imprenditoriali in forma di lavoro autonomo e mi-croimpresa, ha fi nora visto la presentazione di 289 mila domande e il fi nanziamento di 95 mila nuove iniziative. Sono stati inoltre 1.200, sempre nel periodo di riferi-mento, i benefi ciari oggetto di controlli e 80 i procedimenti penali avviati.

BREVI

DI CARLA DE LELLIS

Il silenzio dell’Inps sul ricorso amministrativo dell’impresa non pregiudi-ca la regolarità contribu-

tiva e il rilascio del Durc. Fino all’adozione del provvedimento formale di decisione, infatti, l’Inps può attestare la regola-rità contributiva. Lo precisa il ministero del lavoro nella nota protocollo n. 10849 di ieri, mo-difi cando (almeno ai fi ni Inps) l’orientamento espresso nell’in-terpello n. 64/2009 (si veda Ita-liaOggi del 1° agosto 2009).

Durc e contenzioso. I chiari-menti riguardano l’ipotesi speci-fi ca della regolarità contributiva per un’impresa che abbia in corso un contenzioso con gli enti previ-denziali. La disciplina del Durc (articolo 8 del dm 24 ottobre 2007) prevede che, «in pendenza di contenzioso amministrativo, la regolarità può essere dichiarata sino alla decisione che respinge il ricorso». Tuttavia, nell’interpello n. 64/2009, il ministero ha spie-gato che, una volta superato il termine previsto per la decisione, il ricorso è da intendersi respin-to (cosiddetto silenzio assenso) e, pertanto, da tale momento non è più possibile certifi care la rego-larità contributiva dell’impresa. Cosicché il Durc è rilasciabile fi n-tantoché è in corso il periodo per

la decisione del ricorso (da parte dell’Inps o dell’Inail), ma non successivamente se non arriva la decisione formale.

Doppio trattamento (Inail e Inps). Il principio dell’inter-pello n. 64/2009, però, è valida-mente applicabile solo ai fini Inail non anche ai fini Inps. Perché, diversamente dal pri-mo istituto, l’Inps (nel proprio compito di regolamentazione delle modalità per l’opposizione agli atti amministrativi) non prevede un effetto esplicito per il «silenzio». L’Inail, infatti, con nota n. 8523/2009 (recependo l’interpello n. 64/2009), ha stabi-lito che decorso il termine per la decisione, il ricorso deve inten-dersi respinto (ha cioè discipli-nato il silenzio-rigetto). Invece l’Inps, per effetto della circolare n. 125/1993, applica una disci-plina che non riconosce alcuna signifi catività, ai fi ni dell’esisto del ricorso, all’inutile decorso dei termini per la decisione (il silen-zio non è né assenso e né rigetto). Alla luce di tanto, esplicitando meglio il principio dell’interpello n. 64/2009, il ministero riconosce ora la possibilità all’Inps di atte-stare la regolarità contributiva (ai fi ni del rilascio del Durc), fi no a che non venga adottato un for-male provvedimento di decisione sul ricorso amministrativo.

© Riproduzione riservata

Il ministero del lavoro cambia orientamento

Il contenziosonon blocca il Durc

Antonio Mastrapasqua

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28 Sabato 19 Giugno 2010 TRIBUTARISTI - LAPET

Il presidente dei tributaristi della Lapet commenta la nuova sentenza

Consulenza fiscale libera Ennesima conferma dalla Corte di cassazione

DI PAMELA GIUFRÈ

La consulenza fiscale era, è e sarà sempre libera. Questo è l’indirizzo che si evince dall’ennesima sen-

tenza della Corte di cassazione, la numero 14085 dell’11 giugno 2010, che arriva esattamente due anni dopo l’ultima, la numero 15530 del 12 giugno 2008, dalla quale vengono ripresi gli stessi principi (e le stesse parole) circa il libero esercizio dell’attività di consulenza fiscale. La notizia vie-ne diffusa proprio nel giorno in cui il presidente della camera dei deputati, Gianfranco Fini, in oc-casione della presentazione della relazione annuale dell’Antitrust, il 15 giugno 2010, si dice convinto del fatto che per consentire al pa-ese di crescere sia «fondamentale consolidare e rilanciare i processi di liberalizzazione». E che «biso-gna sfrondare la foresta pietrifi-cata di privilegi, corporativismi e particolarismi che continuano a gravare sulla nostra economia».

Plaudono i tributaristi della

Lapet tanto alla sentenza, che riafferma ancora una volta il concetto della libertà d’esercizio professionale, quanto alle di-chiarazioni del presidente Fini, che riconosce l’importanza delle liberalizzazioni ed ammette che le riserve inutili e ingiustifi cate rappresentano una zavorra per lo sviluppo dell’Italia.

«Anche se», commenta il presi-dente dell’associazione, Roberto Falcone, «la sentenza 14085/2010 non aggiunge nulla di nuovo a quello che già da diversi anni a questa parte è l’orientamento consolidato della giurisprudenza di merito e di legittimità, mirato a marcare nettamente la diffe-renza tra attività riservate e non, ribadendo che quelle competenze che non rientrano nell’elenco del-le prerogative esclusive di una o più determinate professioni sono libere e come tali possono essere esercitate da chi ne ha le com-petenze».

Anche in questa circostanza in effetti, la Corte di cassazione ha dato ragione a un professionista

che chiedeva al suo cliente il pa-gamento della consulenza fi sca-le prestata, stabilendo che «al di fuori delle attività comportanti prestazioni che possono essere fornite solo da soggetti iscritti ad albi o provvisti di specifi ca abili-tazione, per tutte le altre attività di professione intellettuale o per tutte le altre prestazioni di assi-stenza o consulenza, vige il prin-cipio generale di libertà di lavoro autonomo o di libertà d’impresa di servizi a seconda del contenuto delle prestazioni e della relativa organizzazione».

«Il punto su cui riflettere», ritiene il presidente, «è però un altro. Anche questa sentenza di-mostra infatti che sulla materia c’è ancora poca chiarezza. Certa-mente, la magistratura non ha dubbi su come decidere queste fattispecie. Ma se ancora ci sono utenti convinti di dover ricorre-re al tribunale contro la parcella di un professionista non iscritto ad alcun ordine o a un albo in particolare, è perché non esiste una cultura che distingua l’at-

to professionale dall’iscrizione all’albo del soggetto. Ossia non risponde al vero il fatto che gli unici professionisti sono quelli iscritti all’ordine e che pertanto solo loro possono eseguire presta-zioni professionali. Anzi è l’esat-to contrario. Nelle generalità dei casi le attività professionali sono per lo più libere e solo po-chissime di esse sono dalla legge riservate a coloro che possiedono un’obbligatoria abilitazione. A tal proposito, anche l’Antitrust nel 2005 ha avviato un’istruttoria proprio a seguito della segnala-zione dei tributaristi di Roberto Falcone, ribadendo il principio dell’assoluta libertà di esercizio dell’attività professionale laddo-ve non esistono riserve previste dalla legge. E a distanza di anni, la distinzione tra attività libere e riservate è stata chiarita dalla Corte di cassazione e dalla Corte costituzionale.

«Tuttavia», avverte il presi-dente della Lapet, «sono sotto gli occhi di tutti i continui tentativi di introdurre nuove e illegittime

riserve che rendono necessaria la continua difesa delle prero-gative dei professionisti non regolamentati. Proprio appro-fi ttando del fatto che le attuali riserve professionali costituisco-no un numero esiguo, si cerca impropriamente di allargare la sfera delle proprie competenze con metodi ortodossi che molto spesso danneggiano imprese e cittadini. L’ultimo caso è stato quello non riuscito di riservare inopinatamente attraverso il ddl Semplifi cazioni le cessioni d’azienda solo ad alcune cate-gorie professionali».

Per questo il presidente dell’associazione invita il Legi-slatore «a fare subito chiarezza sulla questione approfittando del percorso intrapreso in ma-teria di riforma delle professio-ni»: «Non c’è veicolo più adatto al raggiungimento dell’obiettivo del disegno di legge sul ricono-scimento delle nuove profes-sioni, di cui dovrà occuparsi la commissione attività produttive della camera dei deputati dopo il via libera allo sdoppiamento della riforma. In quella sede», conclude Falcone, «sarà possibi-le soffermarsi sulla distinzione tra attività riservate e libere. Basterà precisare che queste ul-time restano tali anche quando esercitate contemporaneamente da professionisti iscritti in albi e non».

Batimesedae n

Civis, l’invito dell’Agenzia del-le entrate al rispetto del pro-tocollo d’intesa è giusto ma il servizio va ampliato. È il pen-

siero del presidente della Lapet, Ro-berto Falcone, informato dal delegato regionale della Toscana, Luigi Covelli, della lettera-richiamo fatta recapitare ai professionisti che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa con l’Agenzia delle entrate di Pisa per l’assistenza virtuale su comunicazioni di irregolarità e avvisi telematici: «Gli intermediari continuano

a richiedere appuntamenti attraverso la procedura Cup non ricorrendo al canale loro dedicato».

«Condividiamo il richiamo», dichiara Falcone, «per questo il nostro delegato ha già inviato in tutta la Toscana una circo-lare per invitare al massimo rispetto del Civis. Tuttavia, se il servizio superasse i limiti emersi dal nostro monitoraggio ad aprile, e già segnalati, risulterebbe di più ampia applicazione».

In quella sede Covelli aveva proposto un allargamento del canale telematico

anche ai casi più particolari per accele-rare la lavorazione delle pratiche così da evitare di dover comunque continuare a recarsi personalmente negli uffi ci.

È infatti impossibile aprire la stessa pratica più di una volta. Occorre avviar-ne una nuova o recarsi personalmente all’Agenzia delle entrate per modifi care anche una sola comunicazione. Il siste-ma va perciò rivisto con la possibilità di allegare copie di documenti in formato pdf. Sarà più semplice individuare il pro-blema che ha originato l’irregolarità.

LO DICE ROBERTO FALCONE

Civis, invito al rispetto dell’intesa

A curadell’Uffi cio Stampa della ASSOCIAZIONE NAZIONALE

TRIBUTARISTI LAPET Associazione legalmente

riconosciutaSede Nazionale:

Via delle Fornaci, 29 00165 Roma

Tel. 06-6371274 Fax 06-39638983

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29Sabato 19 Giugno 2010

INEDICOLA

CON ITALIAOGGI

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

LEO

IL MANUALAVORO

Volume 3Agricoltura

I OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

LAIBUTI

ALI

CON ITALIAOGGI

RITENUTATT ALLFONTE E CONTRI

PREVIDENZIA

CO OGOggi

L’Unione europea non ha dichiarato guerra alla Ferrero, ma ha reso trasparenti le etichette. Per tutti

Tranquilli, la Nutella non spariràAl massimo cambierà pubblicità, come ha fatto la Coca-Cola

DI LUIGI CHIARELLO

La Nutella è salva, l’Unione europea non le ha dichiara-to guerra. Mercoledì scorso, l’Europarlamento (con 559

voti a favore, 54 contro e 32 asten-sioni), ha dato il primo via libera a un nuovo regolamento sulle etichette dei prodotti alimentari trasformati. Il testo, approvato dall’assemblea di Strasburgo (an-cora modificabile, perché atteso in consiglio Ue e, poi, in parlamento per la seconda lettura), impone ai produttori di cibi trasformati di in-dicare sulle confezioni informazio-ni nutrizionali come i quantitativi di sali, grassi, calorie e zuccheri che i prodotti contengono. Gli eurodeputati, nella stessa sede, hanno bocciato l’idea di applicare il metodo a semaforo (rosso, gial-lo e verde), per indicare i valori nutrizionali nel cibo. Un metodo, di stampo anglosassone, che una volta in vigore, avrebbe questo sì, bollato la crema Ferrero con un bel semaforo rosso. In ogni caso, il regolamento che definisce i dati nutrizionali e salutistici da fornire ai consumatori è di quattro anni fa (n. 1924 del 20 dicembre 2006); qui all’art. 4 si dice che le condi-zioni per pubblicizzare gli aspetti nutrizionali di un prodotto sono le-gate al rispetto di profili salutistici fissati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sul giusto contenuto di grassi, acidi, zuccheri. Ma l’Efsa ancora non si è espressa in tal senso. Siamo, in-somma, alla più classica tempesta in un bicchier d’acqua. La Nutella non è in pericolo. L’obbligo di tra-sparenza non tocca solo Ferrero, ma tutti i prodotti alimentari. Tra l’altro, della crema di Alba già oggi si conosce l’apporto calorico, stam-pigliato sul retro dei barattoli. Al massimo, Ferrero dovrà cambiare la pubblicità. Del resto, gli anni passano, le condizioni di vita mi-gliorano e, di pari passo, mutano le esigenze alimentari dei consu-matori. E anche le strategie di co-municazione. In tal senso, proprio Nutella è un caso di scuola. Come dimostra una reclame Ferrero del 1951, scovata negli archivi da Ita-liaOggi, nel dopoguerra le «mas-saie» erano «brave» se davano in pasto ai familiari cibi ipercalorici. C’era un’Italia da ricostruire. E da sfamare. Così, Ferrero recla-mizzava Nutella enfatizzando le sue 5100 calorie. Oggi, invece, il mercato vuole alimenti light. E Ferrero, come Coca Cola, non si priverà certo della possibilità di aprire nuovi mercati, lanciando ad esempio la Nutella light...

I centri di assistenza agricola (Caa) entrano di diritto tra le nuo-ve Agenzie per le imprese. Agiranno cioè da attività di stimolo e di verifi ca per la nascita di nuove realtà imprenditoriali. Almeno se-condo quanto prevede un nuovo regolamento in materia di aiuti all’avvio dell’attività di impresa, varato il dieci giugno scorso dal governo. Provvedimento che attua le agenzie per le imprese, previste dall’articolo 38, comma 4, del decreto legge 112/2008, convertito con modifi che nella legge 133/2008. Il regolamento fi ssa requisiti e modalità di accreditamento delle nuove Agenzie. E defi nisce lo svolgimento delle funzioni di natura istruttoria e di asseverazione che le nuove realtà dovranno svolgere nei procedimenti ammini-strativi relativi all’accertamento dei requisiti e dei presupposti di legge, per realizzare, trasformare, trasferire e far cessare le attività di produzione di beni e servizi. Che dovranno essere esercitati in forma di impresa. Le nuove agenzie si confi gurano come soggetti privati, dotati di personalità giuridica e costituiti anche in forma societaria. Come detto, esse possono costituirsi in forma singola o associata. E, in relazione al comparto agricolo, il regolamento del governo prevede che possano costituire Agenzia d’impresa anche i Caa, «di cui all’articolo 3-bis del dlgs 27 maggio 1999, n. 165». I centri di assistenza agricola dovranno così dialogare continuamente con lo sportello unico per le attività produttive (Suap), provvedendo tempestivamente a comu-nicare, via Internet, le dichiarazioni di conformità costituenti titolo

autorizzatorio, le attestazioni rese a supporto degli sportel-li unici e le istanze per cui è stata accertata la mancanza dei presupposti per l’esercizio dell’attività di impresa.

Il centro di assistenza agricoladiventa Agenzia per le imprese

Uno scudo per i polli allevati per la produzione. Il consiglio dei ministri ieri ha dato via libera a uno schema di decre-to legislativo, che recepisce in Italia la direttiva 2007/43/Ce del 28 giugno 2007. Il prov-vedimento stabilisce norme per l’allevamento, regole per il personale, attività ispettive, monitoraggi e controlli presso i macelli, nonchè sanzioni fi no a un massimo di 9300 euro per chi viola le prescrizioni. Le as-sociazioni di categoria dovran-no, da parte loro, approntare regole di buona gestione degli allevamenti. Le nuove misure non si applicano però agli sta-bilimenti con meno di 500 polli, a quelli in cui sono allevati solo animali da riproduzione, agli incubatori e ai polli allevati con metodo biologico.

In difesadel pollame Galan: mantenere gli aiuti alle bioenergie

«Ho ben presente l’articolo 45 della manovra correttiva (dl 78/2010, in sede di conversione in senato, ndr) e le conseguenze che ha sul settore delle bioenergie e sulle energie rinnovabili in genere. L’abolizione dell’obbligo del riacquisto dei certifi cati verdi in eccesso (da parte del Gse, ndr) rischia di penalizzare fortemen-te una parte importante della green economy italiana»: così il capo del dicastero delle politiche agricole, Giancarlo Galan, al Forum internazionale Green economy, organizzato ieri dalla Coldiretti. L’art. 45 della manovra abroga alcune disposizioni che consenti-vano al gestore di servizi elettrici (Gse), previa richiesta dei pro-duttori, di ritirare i certifi cati verdi eccedenti. Galan si è impe-gnato per evitare tutto ciò: «credo si possa dire no a un ministro, ma credo sia molto più diffi cile dire di no a un ministro e a una platea come questa», ha detto.

Ambientalisti contro una tonnara italianaGli ambientalisti della Sea Shepherd contro una tonnara italiana. L’organizzazione ecologista ha annunciato che alcuni suoi attivisti hanno «liberato» circa 800 tonni rossi che erano stati catturati, secondo loro, da «bracconieri» e venivano trascinati da due pesche-recci (il Cesare Rustico, italiano, e libico Tagreft) al largo delle coste della Libia. I tonni, per l’organizzazione, erano al di sotto del peso minimo consentito, catturati fuori dalla quota consentita e fi niti

nelle reti dopo la chiusura della stagione della pesca le-gale, il 14 giugno. Secondo il capitano del peschereccio libi-co, il tonno era stato catturato il 14 giugno.

IN BREVE

Piante da frutto commercia-lizzate con regole europee. Il go-verno, il dieci giugno scorso, ha approvato un decreto legislati-vo, che recepisce la direttiva eu-ropea n. 2008/90 in materia di commercializzazione dei ma-teriali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante destinate alla produzione di frutti. Con disposizioni appo-site, anche per i materiali di moltiplicazione e le piante da frutto costituiti da ogm. Il te-sto individua gli adempimenti a carico dei fornitori, stabilisce l’obbligo di indicazione in eti-chetta di eventuali organismi ogm, apre alle importazioni da paesi terzi (salvaguardan-do i livelli qualitativi prefi ssati dall’Unione europea) e stabili-sce un regime sanzionatorio per chi infrange le regole.

Tutti i fruttie regole Ue

La reclame Nutella Supercrema del 1951

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

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30 Sabato 19 Giugno 2010 AT T U A L I TÀ

I produttori sperano che i quantitativi si trasformino in sussidi dopo il 2015

Ora è febbre di quote latteIl sistema fi nirà. Ma è gara a chi compra più titoli

DI ANDREA PIVA

Controtendenza. È que-sto il termine più ade-guato per descrivere ciò che sta accadendo nel

mercato delle quote latte. No-nostante l’ormai certa cessazio-ne della loro validità nel 2015, i produttori di latte stanno cor-rendo ai ripari, acquistandone ingenti quantitativi. Le motiva-zioni di questo andamento sono state illustrate a ItaliaOggi da chi ha il polso della situazione: Giovanni Rossi, presidente di Latte Italia, ha fornito un quadro molto interessante per il dopo 2015. «Molti allevatori», ha rivelato, «stanno ricorrendo in questi ultimi anni all’acquisto di quote latte sia per mettersi in regola che per la speranza che le cosiddette quote storiche possano, alla fine del regime, tramutarsi in interventi a soste-gno del produttore». Per quanto concerne il discorso Cobas del Latte (l’organizzazione che rag-gruppa gli splafonatori), il pre-sidente Rossi ha poi confermato un dato che gli addetti ai lavori conoscono da tempo. E, cioè, che il numero di irregolari sta dimi-nuendo sensibilmente.

Il recente pronunciamento in materia di quote latte, emesso dal Tar del Lazio (sentenza n. 10584 del 10/5/2010), ha ria-perto la discussione mai sopita sull’annosa questione delle quo-te latte e delle multe.

La novità consiste nel fatto che gli ultimi pronunciamenti del tribunale erano stati tutti contrari ai ricorrenti e quindi rigettati i ricorsi. Mentre, in quest’ultima sentenza sette pun-ti su otto del ricorso sono stati rigettati e solo uno accolto.

La decisione amministrativa è stata emessa per il ricorso, pre-sentato a contestazione di alcuni punti, delle norme applicative che si sono succedute nel qua-dro di riferimento legislativo del regime quote latte in Italia.

Di fatto, come detto preceden-temente, solo una delle contesta-zioni è stata accolta ed è quella avente ad oggetto l’inapplicabi-lità dell’articolo 1 comma 8 del decreto legge 43/1999 convertito nella legge 188/1999, relativo alle modalità di applicazione del prelievo supplementare uti-lizzate da Agea (allora Aima) nel periodo che va dal biennio 1995/96 al biennio 2002/03.

Secondo questa sentenza, la legge nazionale sarebbe stata incompatibile con la normativa comunitaria (regolamento Ce 3590/1992 e regolamento Ce 536/1993) per quanto concerne la priorità riconosciuta ad alcu-ne categorie di produttori nella ridistribuzione delle quote inu-tilizzate (compensazione).

Cosa ci si potrà aspettare ora? Arrivati a questo punto si atten-de il plausibile pronunciamento dell’Unione europea, che a meno di errori grossolani nella valuta-zione della norma a suo tempo

approvata, non potrà fare altro che sancire la compatibilità in-vece eccepita dal Tar Lazio, sulla base del fatto che tutte le norme nazionali, prima di venire appli-cate devono essere vagliate dai competenti uffi ci comunitari, per la stessa ragione nulla fa presa-gire che ciò non sia avvenuto anche per la «188».

Del resto, in fatto di compen-sazione, neanche in tempi più recenti in Italia le cose sono mi-gliorate. La legge 33/2009, volu-ta dall’ex ministro alle politiche agricole, Luca Zaia, infatti ha in-dividuato categorie prioritarie, con l’intenzione (neanche tanto velata) che gli esuberi venisse-ro ridistribuiti ai produttori in base al livello di produzione (e non alla quota assegnata) delle ultime campagne.

Chi invece da sempre si è bat-tuto al fi anco di coloro che hanno rispettato la legge è l’ex ministro alle politiche agrarie Paolo De Castro: «La furbizia è una pia-ga da combattere, la chiarezza in questo ambito si ha solo ed esclusivamente applicando le leggi», ha chiosato De Ca-stro a ItaliaOggi riguardo a

chi lo ha succeduto al ministero. L’attuale presidente della com-missione agricoltura all’Euro-parlamento ha poi aggiunto: «La legge Zaia ha lasciato parecchi dubbi interpretativi, è una legge fatta per il 10% dei produttori, poiché il restante 90% ha ri-spettato la legge».

Una domanda che ver-rebbe spontanea farsi, analizzando la situazione di chi produce latte se-condo le norme, è come mai ancora oggi ci sia la corsa all’acquisto di quote latte, visto che la comunità europea si è espressa già con una sentenza che ne sanci-sce la fi ne per il

2015? Sempre De Castro spie-ga che «la corsa all’acquisto fa capire che chi rispetta le regole crede ancora nella produzione del latte italiano; quindi, es-sere spinti alla produzione di

latte regolare favo-risce la legalità.

Il ministro G a l a n » , chiosa De C a s t r o , « s i s t a muovendo bene per

far mante-nere la re-golarità e il

rispetto delle leggi».

Promuovere un più ampio ricorso ai contratti scritti per regolare le consegne di latte crudo e rafforzare il potere di contrattazione collettiva dei produttori lattieri. Queste sono alcune delle raccomandazio-ni che il gruppo di esperti sul latte ha rivolto alla Commis-sione europea martedì scorso, dopo nove mesi di lavoro. Ecco le altre conclusioni contenute nel rapporto del gruppo di esperti: valutare la possibi-lità di trasporre nel settore lattiero-caseario alcune delle disposizioni sulle organizza-zioni interprofessionali oggi in vigore nel settore ortofrutticolo. Rafforzare la sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari a livello europeo. Vagliare misu-re per ridurre la volatilità del reddito dei produttori di latte, compatibilmente con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Valuta-re la possibilità di introdurre in etichetta il luogo di origine della materia prima. Defi nire le priorità di ricerca per il set-tore lattiero-caseario, in modo da consentire un migliore co-ordinamento dei programmi di ricerca nazionali e comu-nitari. Tali raccomandazioni rappresentano un contributo importante per la Commis-sione, che entro fine anno presenterà nuove proposte di legge per migliorare il funzio-namento del settore lattiero-caseario. «Il mio principale obiettivo è quello di proporre misure a medio e lungo ter-mine che tengano conto degli insegnamenti tratti dalla crisi dell’anno scorso per struttura-re meglio il settore nel suo in-sieme», ha dichiarato Dacian Ciolos, commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Ciolos ha istituito il gruppo di esperti sul latte lo scorso ottobre, sulla scia della crisi che ha colpito il settore lattiero-caseario nel 2009. Il gruppo, formato da rappre-sentanti degli stati membri e presieduto da un alto funzio-nario della Commissione Ue, ha analizzato i provvedimenti da adottare nel medio e lungo termine, dato che le quote latte scadranno l’1 aprile 2015.

Gianluca Cazzaniga

GLI ESPERTI UE

Consegne solo se il contratto è ben scritto

DI GIUSY PASCUCCI

Dalla Pac post 2013 potrebbero arrivare «altre fregature» per le produzioni italia-ne. Che è possibile evitare solo arrivando in Europa con una proposta unitaria di

istituzioni, fi liera e di tutto il settore. Un documento comune, nella cui forza crede Franco Verrascina, presidente della Copagri, al lavoro per trovare punti d’incontro con le altre organizzazioni agricole. Punti e aspet-tative, che a ItaliaOggi riassume cosìCosa si aspetta dalla Pac? «Ogni ri-forma all’Italia porta sempre penaliz-zazioni: mi aspetto qualche altra frega-tura per le nostre produzioni. Sta a noi lavorare per essere incisivi in questa Pac. Dobbiamo prendere esempio dalla battaglia sul pomodoro. Capire qual è il nostro obiettivo minimo e lavorare per portare vantaggi all’agricoltura reale». Quali sono le vostre proposte? «Chiediamo una Pac politicamente ed economicamente forte, in grado di vincere la sfi da del mercato libe-ro. Diciamo no al protezionismo e sì a forme di tutela sulla volatilità dei prezzi. E poi una politica attenta alla multifunzionalità e inter-venti su quell’agricoltura che sta in campagna, in collina, nelle zone svantaggiate e che non potrà mai essere competitiva sul mercato, altrimenti poi non ci possiamo lamentare quando ci franano in testa interi territori. Su queste linee è necessario elabo-rare a livello nazionale delle posizioni unitarie».Vi state muovendo per questo? «Noi, Cia e Con-fagricoltura stiamo provando a camminare insieme per una posizione comune sulla Pac post 2013, da portare a confronto delle istituzioni e di tutto il si-stema agroalimentare. Non possiamo chiedere alle

istituzioni e agli altri soggetti della fi liera di elaborare una posizione unitaria del settore se noi organizza-zioni agricole non lo facciamo. Un gruppo di tecnici politici ha cominciato a lavorare per elaborare e sin-tetizzare le proposte. Poi toccherà alla politica farsi carico di una posizione da presentare ai vari tavoli dove chiederemo a tutti di venire a confrontarsi: isti-tuzioni e fi liera. Quando il documento sarà pronto

ci confronteremo con cooperazione, lavoratori dipendenti, trasformazione e distribuzione per puntare a una pro-posta unica che esce dal nostro paese». Quali sono i punti salienti della posizione comune? «Reciprocità a livello internazionale; nessun ridi-mensionamento del bilancio di spesa, cofi nanziamento e rinazionalizzazione; valorizzazione del primo pilastro; rivi-sitazione dello strumento di disaccop-piamento, per correggerne gli effetti negativi.Abolizione del riferimento storico per gli aiuti diretti, diamo soldi solo a chi produce veramente. Ai tetti minimi vanno, poi, affi ancati degli adeguati limiti massimi. Rio-rientamento della modulazione e va-

lutazione delle criticità delle misure del II pilastro».Cosa ne pensa di polizze e futures per sta-bilizzare il reddito? «Il futuro è in questi stru-menti. Sono pienamente d’accordo con le polizze. Sto anche lavorando con la mia organizzazione per le assicurazioni in agricoltura, ma fi no ad oggi non sono riuscito a mettere in piedi un propo-sta a causa dei prezzi diversi a livello regionale».E su un’eventuale fl essibilità delle quote latte? «Ho la sensazione che sia una proposta fatta senza conoscere il settore. Le vacche non sono giocattoli. Oggi mi serve più latte, e domani che non mi serve che faccio, uccido le vacche?».

Il presidente Verrascina a ItaliaOggi: serve una posizione comune

Copagri: con la riforma Pac si rischiano altre fregature

DANONE SPOSA UNIMILKNuova joint venture tra il

gigante alimentare Danone e la russa Unimilk. L’accor-do riguarda i mercati russo, ucraino, bielorusso e kazako. Il numero uno dei prodot-ti caseari nel mondo terrà nella nuova joint venture il 57,5% mentre il resto spetterà a Unimilk. Si punta a un ri-sultato delle vendite di circa 1,5 miliardi di euro l’anno, con una quota di mercato del 21%.

Franco Verrascina

Giovanni Rossi

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31Sabato 19 Giugno 2010Sabato 19 GiugnoAT T U A L I TÀ

I dati Assoenologi fotografano il comparto. E per il vino all’ingrosso i prezzi sono da acqua minerale

Oggi col vino si guadagna menoCalo degli utili negli ultimi due anni. Giro d’affari da 15 mld

DI ALBERTO GRIMELLI

Ci sarà da tirare la cin-ghia per un altro anno. Questo il parere di Asso-enologi riguardo la con-

giuntura economica del settore vitivinicolo. Nonostante i primi dati 2010 siano confortanti, con vendite salite dell’8% in volume e dell’8,4% in valore, il presidente Giancarlo Prevarin ha tenuto a sottolineare che «il vino all’in-grosso, nella scorsa campagna, ha spuntato prezzi da acqua minerale», con un prezzo medio al litro che ha fatto un balzo in-dietro di sei anni. Nel 2010, no-nostante i segnali positivi, non si registrano aumenti signifi cativi del valore unitario medio per il vino, fermo a 1,78 euro al litro. Di fronte a questi prezzi la pressio-ne fi nanziaria e sui bilanci delle aziende è e rimane molto elevata. Ma non si può ignorare un set-tore che fattura 13,5 miliardi di euro all’anno, a cui si aggiungono 2 miliardi di euro di indotto. Se in Italia il consumo di vino è in continua discesa, dai 45 litri pro capite all’anno nel 2007 si è sce-si a 43 nel 2009, è all’estero che guardano i produttori. La crisi

economica globale ha tuttavia pesantemente anche l’export del settore vino, con una caduta della domanda mondiale. Non dapper-tutto, però. Negli Stati Uniti, ad esempio, ha subito una contra-zione limitata rispetto ad altre voci merceologiche. Qui il consu-matore è diventato molto più at-tento al rapporto prezzo/qualità e alle offerte speciali ma grazie a politiche commerciali adeguate l’Italia mantiene la leadership delle esportazioni, per un valore di 1,2 miliardi di dollari nel 2009. Un Paese promettente e più vi-cino ai nostri confi ni è il Regno Unito che già rappresenta per le esportazioni italiane di vino il secondo mercato di sbocco a livello europeo e il terzo a livello mondiale. In Gran Bretagna il maggiore interesse è riservato agli spumanti per i quali l’ex-port è cresciuto di oltre il 50% in valore nel 2009, fenomeno imputabile al sempre maggiore successo del Prosecco sul mer-cato britannico. Per chi guarda a Oriente, in valore, il nostro ex-port vitivinicolo in Cina nel 2009 è arrivato vicino ai venti milioni di euro con un incremento del 30% rispetto al 2008.

Le tecniche di cantina evolvono con velocità sor-prendente ma non sono solo queste a occupare l’attività degli enologi che, anzi, sono sempre più presi nella morsa della burocrazia. Durante il Congresso Assoenologi, tenutosi a Merano, è infatti emerso che un quarto del lavoro dell’eno-logo è fatto di scartoffie. «Un tempo inammissibile, con costi enormi», stigmatizza Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi. Come mai tanta burocrazia? Perché le aziende vitivinicole hanno come inter-faccia ben ventuno enti e uffi ci diversi. Una selva di sigle che va dai Nas all’Icqrf, fi no all’ex Uma. Tutti dalla polizia mu-nicipale alle Guardie forestali possono eseguire controlli sulle aziende, ma non tutti gli enti confrontano tra di loro dati, ri-sultati, verbali. «Già nel 1986», continua Martelli, «denunciammo che era assur-do che la dichiarazione delle superfi ci vitate do-vesse essere fatta alla Camera di commercio, che i vigneti venissero controllati dagli Ispettorati, che la politica vitivinicola venisse stabilita dalla Regione e i controlli affi dati a vari enti». Negli ultimi anni le imprese vitivinicole, strette nelle

morse della burocrazia, della crisi e dell’ecocom-patibilità, hanno compiuto molti passi in avanti per ridurre sensibilmente i costi di produzione. Secondo quanto presentato da Attilio Scienza, do-

cente dell’Università di Milano, l’introduzione della viticoltura di precisione ha portato un ri-sparmio di nutrienti e di fi tofar-maci valutato intorno al 30%, mentre in cantina l’adozione di fonti energetiche alternative ha ridotto gli input energetici ester-ni del 10-25%. Si tratta di solu-zioni tecniche che rappresentano nuove sfi de per l’enologo a cui si richiede un continuo aggiorna-mento professionale. L’introdu-zione nella nuova Ocm vino del-la norma che stabilisce che tutte le pratiche enologiche approvate dall’Organisation internationa-le de la vigne et du vin diven-tano attive nell’Unione europea

porterà nelle nostre centine nuove molecole, come la carbossimetilcellulosa, un additivo in grado di ridurre i rischi di precipitazioni tartariche nei vini. Interessanti prospettive vengono anche dal glutatione che impedisce la formazione degli aromi maderizzati, soprattutto nei vini bianchi e nella conservazione in bottiglia.

In cantina la burocrazia pesa più della tecnica

Nel corso del 2009, nono-stante la recessione, i fondi di venture capital internazionali avevano investito a livello

globale 5,6 miliardi di dollari ( equivalenti a 4,09 miliardi di euro) nel settore completando ben 557 operazioni. A benefi ciare di questa ondata di nuovi investimenti sono state soprattutto le start up e le imprese più innovative nelle tecnologie legate alle energie alternative ed all’effi cienza energetica. Il 2009 è stato senza ombra di dubbio un anno diffi cile per chiunque cercasse capitali sul mercato. La crisi bancaria, accompagnata da un effetto leva inverso cioè di smobilizzo di posizioni, e la congiuntura eco-nomica hanno prodotto un effetto rarefazione sulla risorse fi nanziarie disponibili. Meno capitali per tutti. Eppure il settore delle energie rinnovabili ha saputo soffrire molto meno del contesto economico come testimoniano le cifre riportate nel rapporto recentemente rilasciato da Clean-tech Media e Deloitte. Circa il 25% degli investimenti complessivi del venture capital realizzati nel 2009 in Nord America, Europa, Cina e India hanno interessato imprese attive nelle energie alternative, più di quanto raccolto da settori tradi-zionalmente amati da questa cate-goria di fondi quali il software o le biotecnologie. Nella seconda metà del 2009 si è anche registrata una crescita nella raccolta netta rispetto al 2008, anno meno colpito dalla crisi economica, con un in-cremento del 14% degli investimenti diretti delle grandi imprese delle energie pulite.

Il settore di intervento preferito dagli investi-tori è stato quello del solare che ha interessato il 21% degli investimenti complessivi, in linea con gli anni precedenti e con le maggiori potenzialità di innovazione tecnologica non evolutiva possibili nel fotovoltaico.

Quindi, se nel 2009, in piena recessione, a livello mondiale sono stati installati oltre 38 GW

di eolico che, in termini di produzione elettrica ed il fotovoltaico dopo il boom del 2008, è sor-prendentemente cresciuto del 20%, nel 2010 si dovrebbe tornare a incrementi signifi cativi per l’intero comparto delle rinnovabili.

Il settore vitivinicolo dovrebbe essere aperto e sensibile all’evoluzione verso produzioni da energie rinnovabili. Può utilizzare agevolmente, godendo di terreni e spazi, impianti fotovoltaici per produrre l’energia necessaria alla gestione dell’azienda in praticamente tutte le regioni vinicole italiane. In molte regioni, come la Sardegna, ben esposte me-teo alla condizioni del vento, la produzione con im-pianti eolici è agevolmente percorribile, mentre la produzione di energia pulita da biomasse potrebbe essere pensata e gestita a livello collaborativi dai

vari produttori di una zona vocata con impianti cogestiti.

Adesso che la cosiddetta green economy sta iniziando a prendere forma, il settore vinicolo può appro-fi ttarne per dare il suo contributo ad una produzione energetica eco-sostenibile e, contestualmente, per dotarsi di infrastrutture in grado di

produrre un buon livello di autonomia nei fabbiso-gni energetici. Per un settore che gradisce essere associato nella testa dell’opinione pubblica come sensibile alle problematiche ambientali, l’argomen-to delle energie rinnovabili può essere ben più im-portante delle varie produzioni bio per fare breccia nel portafoglio dei clienti. Negli ultimi anni, tra i consumatori, una gran passione per il vino biologico non si è registrata in termini di acquisti, mentre rappresentare le aziende vinicole come presenti nella produzione di energia pulita può fare molto bene all’immagine di una etichetta.

L’ANALISI

Per il vino è tempo di energie rinnovabili

DI EDOARDO NARDUZZI

biotecnologie.

vco

ecfofi asod

produrre un buon

Il settore vinicolo approfi tti

della green economy,anche per far breccia

tra i clienti

Colpisce anche il settore agroalimentare l’attività dell’Antitrust in materia di pratiche commerciali scorrette. Nel 2009 sono stati sette i provvedimenti emessi, di cui sei conclusi con una condanna per violazione delle norme del codice del consumo, ed una per inottem-peranza ad una precedente decisione. Complessivamente le multe infl itte sono state pari a 655 mila euro. Tra le vittime illustri, Red Bull, multata per un volantino non conforme e punita con 80 mila euro di multa. Altri provvedimenti hanno riguardato Danone, con Danacol, Unilever per Proactiv, San Benedetto, per la sua ac-qua minerale naturale Verdi Spumante. In molti casi, in partico-lare, l’intervento dell’Autorità ha riguardato l’utilizzo e la veridicità di claim salutistici, utilizzati dalle imprese per promuovere prodotti alimentari di largo consumo, sulla base di principi fondamentali contenuti nel regolamento CE n. 1924/06, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute. In questi casi, soprattutto con riferimento a Danacol e Pro-Activ, l’Autorità ha esteso - e probabilmente con-tinuerà a fare in futuro - la sua valutazione di scorrettezza oltre il contenuto di specifi ci claim utilizzati per promuovere prodotti e ha riguardato le complessive modalità di presentazione dei prodotti stessi, così sanzionando i messaggi che veicolavano informazioni di carattere medico - scientifi co al fi ne di indurre nei consumatori un fi ttizio bisogno rispetto al prodotto presentato. È il caso di Danacol, avvalorato con un falso convincimento che esso costituisse la soluzione ai problemi del colesterolo, senza tuttavia far com-prendere al consumatore medio che si trattava di un prodotto ad azione coadiuvante in presenza di livelli di colesterolo leggermente superiori al limite. Da segnalare, infi ne, 17 altri provvedimenti, tutti conclusisi con la condanna e multe per complessivi 855 mila euro, infl itte a grandi ope-ratori della distribuzione organizzata e centrali d’acquisto, con riferimento a messaggi e pratiche commerciali non corri-spondenti al vero. In particolare, veniva pubblicizzata l’offerta di prodotti che, o non erano disponibili, oppure in quantitativi non sufficienti e comunque a prezzi diversi.

Federico Unnia

L’Antitrust colpisce l’alimentare Un 2009 zeppo di condanne

Giuseppe Martelli

Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà

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32 Sabato 19 Giugno 2010 P O LT R O N E I N E R B A

Si insedia il nuovo cda dell’Agenzia, ma il sistema informatico agricolo i nisce nell’occhio del ciclone

Galan sprona il nuovo vertice AgeaIl ministro denuncia al presidente Fruscio le ineffi cienze del Sin

DI GIUSY PASCUCCI

Scordarsi nuove assunzioni e nuove risorse e lavorare per tre priorità: anticipare a metà ottobre i pagamen-

ti della domanda unica, aiutare l’Italia a non perdere i fondi Ue per lo sviluppo rurale (516,5 mln di euro a rischio restituzione) e contrastare con un impegno de-ciso di Sin, la società che gestisce il sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura, le truffe perpetrate ai danni dello stato. Il ministro alle politiche agri-cole Giancar-lo Galan ha indicato sen-za mezzi ter-mini i primi obiettivi su cui Dario Fruscio ,

nuovo presidente dell’Agea, no-minato con decreto ministeriale, dovrà concentrarsi. «Siamo pro-tesi a consolidare e rafforzare un ente che non è inutile, ma un’isti-tuzione insopprimibile e ineludi-bile per l’intero settore agricolo», ha detto Fruscio a Galan, in occa-sione del primo consiglio di am-ministrazione dell’agenzia, ricor-dando come anche la mancanza degli organismi pagatori regiona-li, previsti per legge, e le continue riduzioni di bilancio degli ultimi anni (da 210 a 130 mln) abbiano

inciso sull’attività dell’agenzia. Fra le questioni sul tavolo di Fruscio, da subito impe-gnato in un incontro con gli assessori regionali per

risolvere l’impasse dei fondi contenuti nei Piani di sviluppo rurale, anco-

ra non spesi (si veda Ita-liaOggi di ieri) e il caso Sin.

La società, controllata per il 51% da Agea e per il 49% da

un gruppo di privati (Almaviva 20,02%, Auselda 10,01%, Sofi -ter 5,01%, Isaf 4%, Cooprogetti 3,5%, Ibm 2,55%, Agriconsul-

ting 3,01%, Agrifuturo 0,9%), che fornisce la piattaforma

informatica, costituisce il

nervo scoperto di Agea. Che, in seguito alle frequenti accuse di malfunzionamento del sistema informatico, ha dovuto aprire una procedura di chiarimento. Il ministro, oltre a chiedere maggio-re impegno per il contrasto alle truffe, non ha lesinato critiche al funzionamento e alla durata dei contratti (nove anni) della socie-tà. Fruscio si è però impegnato a informare Galan su tutto quello che concerne il rapporto Agea-Sin, garantendo la massima tra-sparenza anche sulla procedura aperta e sugli interessi coinvolti. Sulla procedura in atto ha rife-rito, nella sua relazione, anche il commissario uscente di Agea Franco Contarin, che ha detto

di aver riscontrato «segnali di non completa rispondenza del sistema informatico rispetto agli obiettivi fi ssati dalla Ue e alle attese de-gli agricoltori. Per questo è stata aperta una procedura per guar-darci dentro». Accuse a Sin anche dall’assessore alla regione Sarde-gna, Andrea Prato: la troppa bu-rocrazia e il sistema informatico non brillante sono responsabili del ritardo dei pagamenti dei Psr. Il neopresidente Agea ha poi assicurato la piena disponibilità ad appoggiare la richiesta, che il ministro dovrà presentare alla Commissione Ue, per l’anticipo dei pagamenti al 16 ottobre dei fondi Feoga (sostegno al reddito). Si tratterebbe di 2,4 mld di euro

che, erogati in anticipo e nel perio-do di semina, costituirebbero un importante supporto fi nanziario per i produttori agricoli. Fruscio ha infi ne chiesto a Galan un ta-volo di confronto per appoggiare il consolidamento dell’ente e i cambiamenti necessari a raffor-zarne il ruolo e la produttività e la defi nizione di un pacchetto agricoltura, da portare avanti in un decreto legge, in cui siano con-tenute misure per l’innovazione in agricoltura e in Agea.

SPOILS SYSTEM AL MIPAAF: RASI CALDOGNO AL POSTO DI NEZZO

Adriano Rasi Caldogno è il nuovo capo dipartimento. Sarà lui a gui-dare il dipartimento delle Politiche competitive del mondo rurale e della qualità. È stato nominato dal consiglio dei ministri del 10 giugno, su proposta del ministro Giancarlo Galan. Dirigente della Regione Ve-neto, dal 2000 ad oggi ha ricoperto il ruolo di segretario generale della programmazione e, dal 1998 al 2000, quello di segretario regionale al settore secondario e ai programmi comunitari. Rasi Caldogno prende il posto di Giuseppe Nezzo capo dipartimento durante il periodo di Luca Zaia. È stato, inoltre, nominato il nuovo capo della segreteria particolare del Ministro, Amedeo Gerolimetto, già consigliere regionale del Veneto.

LUCA MARCUCCI VA ALLA GUIDA DELLA CIA DI SIENA

Per la prima volta un agricoltore alla guida della Cia di Siena. Luca Marcucci, 38 anni, di Sinalunga, è stato eletto nuovo presidente dell’associazione. Le prime parole di Luca Marcucci sono state per sottolineare come «se lavoriamo tutti insieme, agricoltori e funzionari, anche se con ruoli di-versi rispetto al passato, lavoreremo bene per la nostra organizzazione che potrà ulteriormente crescere». Il nuovo presidente gestisce l’azienda agricola di famiglia. Produzioni principali sono quelle ortofrutticole e cerealicole, ma è anche produt-tore di vino, olio e contoterzista. Vicepresidenti sono Franco Petri,

agricoltore di Pienza e Adriano Rubegni di Montalcino. Direttore generale Roberto Bartolini, che dal 1995, fi no a oggi, ha ricoperto il ruolo di presidente.

Andrea Settefonti

ALTRE NOMINE

Luca Giardiello è il nuovo country manager di Warstener Italia ([email protected]), fi liale com-merciale del gruppo birrario tedesco con un giro d’affari di 47 mln euro. Lecchese, 43 anni, Giardiello si propone di sviluppare il business nel nostro paese migliorando la distribuzione di questa birra premium con l’obiettivo di far-ne il brand tedesco più noto nel nostro paese. Negli ulti-mi sette anni Giardiello ha lavorato in Anheusr-Busch-Inbev Italia, dapprima come responsabile vendite gdo e dal 2006 come direttore vendite. Qui è riuscito a raddoppiare la quota di mercato e ha par-tecipato al lancio della birra a basso tenore alcolico Beck’s Next. Fra il 2001 e il 2003 è stato national account senior in Palmera e fra il 1993 e il 2000 ha lavorato in Nestlè fi no alla posizione di marke-ting manager dell’olio Sasso.

Luisa Contri

In Warstener c’è Giardiello

Cambio al vertice in Ishida Co Ltd ([email protected]), la multinazionale giapponese specializzata in sistemi di pesatura, confezionamento e controllo ottico per il settore alimentare (600 mld euro di fatturato e 63 mila impianti installati nel mondo). Ryui-chi Ishida, che ha ricoperto l’incarico di presidente negli ultimi 42 anni, ha passato il testimone al figlio qua-rantenne Takahide Ishi-da. Laureato in economia all’università Meiji di Tokyo e con un master in business administration del MIT, il giovane Ishida collabora con l’azienda di famiglia dal 1997. Nel 2002 è stato nominato direttore generale della divisione engineering, posizione nella quale è coin-volto nell’ideazione di mac-chinari innovativi, nel 2006 direttore esecutivo e nel 2008 vice presidente.

Luisa Contri

Ishida padreIshida fi glio

Analisi approfondita del settore e alto il livello di marketing nei paesi emer-genti. Il tutto nel segno della continuità della poli-tica di ammodernamento e ristrutturazione impostata negli ultimi quattro anni. Spiega così a ItaliaOggi la linea che porterà avanti nei prossimi anni Mario Am-brosi, eletto all’unanimità nuovo presidente Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia ([email protected]). E sui con-trolli, Ambrosi chiede che vengano svolti in modo più veloce, moderno ed effi cace. E poi un pensiero all’unità del settore. Direttore com-merciale Bunge Italia dal 2002, Ambrosi ha iniziato la carriera alle Industrie chimiche Italia Centrale per passare, nel 1981, alla Compagnia Continenta-le Italiana e nel Gruppo Ferruzzi nel 1992.

Giusy Pascucci

Per Assitolecco Ambrosi

Dario Fruscio è nato a Longobardi (Cs) nel 1937, ma dagli anni 60 vive tra Milano e Pavia. Senatore della Lega Nord nella scorsa legislatura, è commer-cialista e professore di ruolo di economia e gestione delle imprese commerciali all’Università di Pavia. Ha ricoperto numerosi incarichi nel campo dell’ammini-strazione e del controllo delle imprese bancarie, fi nanziarie e industriali, nonché attività di consulenza aziendale e societaria. Presidente del collegio sindacale di Expo spa (dicembre 2008-marzo 2009) e consigliere d’amministrazione di Standa spa per oltre dieci anni, Fruscio è stato dal 2003 al 2008 consigliere d’amministra-zione di Eni spa, periodo durante il quale è stato anche membro dell’Os-servatorio petrolifero internazionale; dal 2002 al 2007 consigliere d’amministrazione di Sviluppo Italia e dal 2004 al 2006 pre-sidente di Sviluppo Italia Turismo spa. Fanno parte del nuovo cda di Agea anche Francesco Baldarelli, Maria Antonietta Mazzone, Giorgio Piazza e Carlo Liviantoni.

Dario FruscioGiancarlo Galan

Adriano Rasi Caldogno

Luca Marcucci

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33Sabato 19 Giugno 2010TECNOLOGIA & INNOVAZIONE

La nuova CR9090 sbanca su Facebook. Due rotori, qualità della granella e numeri da record

Ecco una mietritrebbia da cultoL’ammiraglia New Holland ha la capacità produttiva più elevata

DI STEFANO CATELLANI

Il massimo della «fedeltà» per la macchina agricola prefe-rita per decenni sono stati i cappellini, le tute da lavoro, le

magliette. Ora c’è Facebook e per le mietitrebbie New Holland è un trionfo anche nei social network, oltre che nei campi. Basta entrare nella pagina dei fans della Mieti-trebbia CR9090 per capirlo. È un trionfo globale e in qualche modo inatteso. Il successo della CR9090 con i clienti si ripete oltre che nelle vendite anche nel mondo virtua-le. New Holland ha lanciato una nuovissima pagina per i fan sul sito del social network Facebook. I fan della mietitrebbia a due ro-tori detentrice del record mondiale possono così condividere le proprie esperienze e rifl essioni sul gigan-te della raccolta e persino caricare le proprie foto e tantissimi video delle macchine in azione in Italia e in Europa, ma anche nei gran-di spazi americani. È certamente un test basilare per capire come si muovono i «nuovi agricoltori», che prima di tutto vanno alla ri-cerca di conferme sui record della macchina al top per Fiat Group tra le mietitrebbie. L’ammiraglia New Holland CR9090 è infatti la mietitrebbia con la più elevata capacità produttiva al mondo, in grado di assicurare produttività ed effi cienza senza eguali. La te-stata Varifeed da 10,7 metri, il mo-tore turbo compound da 591 CV (435 kW), la superfi cie di pulizia e il serbatoio cereale più grandi del mercato, si combinano per rende-re la CR9090 la scelta ideale per i professionisti della raccolta. La CR9090 ha confermato il suo am-bito titolo nel 2008, quando entrò prepotentemente nel Guinness

book of world records, raccoglien-do la bellezza di 551,6 tonnellate di grano in sole otto ore. Un record ancora oggi imbattuto.

La CR9090 offre, inoltre, una qualità della granella senza egua-li. Per i coltivatori di prodotti con granella piccola, il sistema Grain Cam, premiato con la medaglia d’oro ad Agritechnica, utilizza una telecamera che riconosce la concentrazione di pula e di gra-nella rotta nel campione. Grazie al fl usso costante di informazioni aggiornate, gli operatori possono modificare la regolazione delle impostazioni della mietitrebbia e garantire un campione di granella ottimale. Per i coltivatori di pro-dotti destinati a consumo umano o come sementi, per esempio riso, soia e mais, i livelli estremamen-te bassi di granella rotta ottenuti grazie al sistema di trebbiatura de-licata della CR aumentano consi-derevolmente il valore del raccolto. Sia che si tratti di granella piccola o grande, la serie CR9000 aiuta a ottenere una qualità elevata; come testimoniato da J&H Sementes, uno dei produttori su larga scala di sementi in Brasile, che recente-

mente ha acquistato 20 mietitreb-bie CR9060. L’eccellenza tecnologi-ca della CR9060, racchiusa nella logica biassiale, ha determinato questo importante investimento. «La mietitrebbia garantisce una qualità di trebbiatura superiore. Abbiamo sondato il mercato e ab-biamo scoperto che nessun’altra macchina raggiunge tali condi-zioni di trebbiatura», ha spiegato John Kudiess, co-proprietario di J&H Sementes. Questa imponente fl otta contribuirà a un aumento di ben il 50% nella produzione rispet-to all’anno precedente.

I pionieri della tecnologia a due rotori. La New Holland TR70 alla metà degli anni settan-ta fu la primissima mietitrebbia a utilizzare l’innovativa tecnologia rotativa nel processo di trebbia-tura e separazione. Questo rivo-luzionario concetto prevede due rotori montati longitudinalmen-te che consentono una trebbiatura chicco-su-chicco di altissimo livello e un trattamento della granella più delicato degli altri sistemi. I rotori distribuiscono il raccolto su due superfi ci concave per creare un’enorme area attiva di lavoro,

e impiegano la forza centrifuga per una separazione più effi cien-te, incrementando così la capacità e la velocità di raccolta. Inoltre, il delicato processo di trebbiatura e di separazione, ottenuto grazie alle esclusive spranghe e agli ele-menti di separazione, si traduce in un’eccellente qualità della granella e della paglia, e in una riduzione delle perdite e dei danni al raccolto. Sin dalla loro introdu-zione, questi sistemi si sono con-tinuamente evoluti e perfezionati fi no ad offrire agli attuali clienti della serie CR9000 i nuovi utensili spiralati, sfalsati e segmentati: il massimo della tecnologia di rac-colta. Dopo tre decenni e oltre 35 mila mietitrebbie vendute, la solu-zione avanzata CR9000 è la scelta naturale per agricoltori sparsi in più di 30 paesi del mondo.

Il record mondiale. La mieti-trebbia CR9090 New Holland ha raccolto, in otto ore, grano della va-rietà Robigus su una superfi cie di 53,5 ettari facendo segnare una raccolta media di 68,95 tonnellate ora. Con un consumo di appena 13,3 litri di carburante per etta-ro, il nuovo record sottolinea l’effi -

cienza della mietitrebbia CR9090 in una sfi da che rispecchia perfet-tamente la realtà agricola attuale. Nel corso della prova la macchina è stata impegnata in tre campi ri-spettivamente da 25, 14 e 20 ettari con resa media di 10,32 tonnella-te per ettaro e con un’umidità del cereale del 17%. L’altezza della coltura era di 78-93 cm e quella delle stoppie lasciate in campo di 20-30 cm. La perdita di prodotto nell’intero arco della giornata è stata appena dello 0,5%.

Le caratteristiche tecniche. La CR9090 Elevation, ultimissimo modello di mietitrebbia biassiale New Holland, è stata progettata espressamente per soddisfare gli agricoltori e i contoterzisti più esi-genti grazie al motore turbo com-pound da 591 CV (435 kW), alla testata Varifeed di nuova genera-zione da 10,7 metri di larghezza, alle «Alette» del rotore regolabili per una maggiore capacità di se-parazione, al sistema Opti-Clean con superfi cie di separazione di 6,5 metri quadri, alla cabina più spaziosa del mercato con moni-tor IntelliView III e al serbatoio cereale da 12.500 litri. Il sistema di alimentazione automatica del prodotto IntelliCruise controlla il carico del prodotto sulla testa-ta per ottimizzare la velocità di avanzamento della macchina. Un sensore sulla testata e sulla trasmissione del canale elevatore controlla la quantità di prodotto alimentata nella mietitrebbia e permette di rilevare in anticipo le eventuali variazioni di carico al ro-tore. La velocità di avanzamento della macchina viene quindi rego-lata automaticamente sulla base dei dati acquisiti, per prestazioni sempre al top e per il massimo comfort dell’operatore.

L’iPad? Potrà diventare il braccio destro del contadino del XXI se-colo. La tavoletta magica inven-tata dall’Apple di Steve Jobs è

già al centro di un dibattito su vari forum on-line. Soprattutto negli Usa, patria della Casa della mela, gli users si chiedono se potrà contribuire alla gestione di fattorie e terreni. In molti, a leggere le pagine che si possono trovare sul web, dicono che «time will tell», cioè che sarà il tempo a dire se quest’oggetto così trendy potrà sporcarsi le mani (pardon, le estensioni) tra polvere, trattori e fertilizzanti. Ma c’è già chi ha pensato alle prime applet (i programmi che possono girare anche sull’iPhone, il famoso telefono Apple) per l’agricoltura. Giochi in-clusi. A proposito di produttività, Iron So-lutions (http://www.ironsolutions.com/) in collaborazione con NetSuite (http:www.netsuite.com/) ha lanciato in questi giorni un programma, Iron HQ, per gestire tutto il ciclo vitale delle proprie apparecchiatu-re. Grazie a questo programma, che gira su iPad come Iron HQ iPad CRM, è pos-sibile mettersi in contatto con produttori, concessionari e database dedicati alle in-

formazioni tecniche e know-how dei propri mezzi e strumenti uti-lizzati nell’azienda agricola. Non solo. È possibile interfacciarsi con le Iron Guides e cercare o ven-dere attrezzature in tempo reale. Vantaggi che per chi opera come dealer si traducono in maggiore fl essibilità nel business: è possibi-le rispondere a domande, spedire prospetti, gestire fi nanziamenti con una maggiore velocità nelle transazioni, accuratezza e pro-fi ttabilità. Un esempio: la fi liale nordamericana di New Holland po-trà gestire meglio, inviare e controlla-re maggiori lead di vendita distribuiti ai concessionari, curando poi in ma-niera più mirata le spese per il mar-keting. L’iPad, poi, è pronto anche per mettere alla pro-

va il vostro pollice verde: grazie alla compatibilità con le applicazioni del «fratellino» iPhone, potrete cimentarvi nella gestione di una piantagione. Diret-tamente dall’iTunes store (http://www.apple.com/it/itunes/), a soli 2,99 dollari (2,40 euro circa) ecco a voi Fruit Farm Tycoon della Njoy Entertainment.

Nei panni di Leo, con un papà all’ospedale e un campo deserto, dovrete piantare frutti miracolo-si per salvare il papà e diventare ricchi sfondati. Se invece vi piace lo humor nero c’è, gratis, Zom-bie Farm, che vi permette di giocare a una specie di Farmvil-le popolata di morti viventi che «concimano» il terreno per voi. Infi ne, per divertire i bambini e avvicinarli al mondo delle fatto-rie, provate Farm Friends del-la Blue Kahuna. Per soli 1,59 euro sostituisce i vecchi giochi a corda che imitavano i versi degli animali. Qui basta solo scegliere il preferito e, con un tocco, vedre-te la foto e ascolterete il verso di

16 animali. Buon divertimento, in attesa dell’asso pigliatutto Farmville che qualche giorno fa è stato mostrato a San Francisco, nel corso dell’Apple WorldWide Developers Conference 2010, in versione per iPhone. E per iPad? C’è chi giura che l’attesa non sarà così lunga…

Antonino D’Anna

GESTIONE ON-LINE DEGLI AGROMEZZI E DELLE APPARECCHIATURE E COMMERCIO DI ATTREZZATURE VIA INTERNET

Così l’iPad diventa il braccio destro del contadino

Il meeting Iron New Holland

L’ammiraglia New Holland CR9090 è la mietitrebbia con la più elevata capacità produttiva al mondo. E sarebbe in grado di ottenere una produttività ancor maggiore, arrivando a superare le 600 tonnellate. Utilizza una telecamera che riconosce la concentrazione di pula e di granella rotta nel campione. Il serbatoio cereale da 12.500 litri fornisce una capacità di immagazzinamento del prodotto aumentata del 20% rispetto alla CR9080.

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34 Sabato 19 Giugno 2010 TECNOLOGIA & INNOVAZIONE

Da Cinelli Colombini a Maculan, così i produttori si dotano di un nuovo programma anti-burocrazia

Basta faldoni e cartacce in cantinaCon un software la gestione del magazzino diventa più veloce

DI ANDREA SETTEFONTI

Anche l’agricoltura guar-da al futuro e trova nella tecnologia un aiuto per cercare di perdere minor

tempo possibile con la burocra-zia. Se pc, reti wi-fi , sensori sono strumenti di uso quasi comune in vigna, anche la gestione del-la cantina e del magazzino può essere informatizzata. Mexal Aziende è il software gestionale di Passepartout per le impre-se medio grandi che associato a Wine business solution, riesce ad essere un software in grado di rispondere alle necessità del settore vitivinicolo. Elemento comune alle aziende agri-cole che lo utilizzano, la possibilità di gestire gli adempimenti di legge senza la necessità di riempire montagne di moduli di carta. «L’esigenza di una gestione informatiz-zata della cantina è legata agli obblighi di legge, ai re-

gistri di compilare dall’arrivo dell’uva alla commercializ-zazione della botti-glia di vino», spiega Barbara Magnani, enologo dell’azienda

Il Colle di Donatella

Cinelli Colombini a Trequanda (Si). «Prima veniva fatto tutto a mano adesso si possono automa-tizzare le procedure. Certo, non è che se si preme un tasto si ottiene tutto, ma si riesce a velocizzare molto anche se è sempre neces-sario il controllo visivo per vedere se tutto torna. Il vantaggio sta nel fatto che per fare quello che una volta ci volevano giorni, oggi lo fai in una sola giornata, basta il controllo fi nale. Per esempio, prima dovevi fare la bolla, sca-ricare i prodotti venduti, oggi gestisce tutto il programma, fa gestione del magazzino, tenuta dei registri».

La società che distribu-isce Passepartout Mexal insieme a Wine Business Solution è F&N Uffi cio System a Torrita di Siena. Tra i clienti an-che la cooperativa di

Gradoli (Vt). «Ci siamo allineati a quanto accade in aziende con le quali abbiamo rapporti commer-ciali. Avevamo la necessità di in-formatizzare le procedure perché tenere tutti i registri a mano è un vero problema. Adesso riusciamo a controllare tutti i passaggi, dal conferimento delle uve, alla vendita del vino, abbiamo sotto controllo le rese, la produzione, il magazzino».

Wine Business Solution, l’ap-plicazione di Passepartout Mexal specifi ca per il settore vitivinico-lo (vigne- cantine- imbottiglia-tori), è destinata sia alla piccole realtà, sia alle grande aziende. La Piccini spa di Castellina in Chianti (Si) lo usa per la parte industriale, con qualche critica. «Ha dei buoni spunti di gestione, ma non è poi così fl essibile nelle personalizzazioni. Ma il proble-ma più grosso è la distanza dal centro assistenza e la mancata immediatezza degli interventi», sostiene Daniele Lazzarotto responsabile dell’azienda. «Il nostro uso è legato alla parte contabile e alla gestione dell’im-bottigliamento, al carico e scari-co delle lavorazioni, alla gestio-ne delle commesse e dei lotti di produzione».

La conferma che le aziende agricole abbiano necessità di supporti per snellire le procedu-re arriva da Luisa Battistello di cantine Maculan di Bre-ganze (Vi). «Quello che prima era cartaceo adesso è tutto tele-matico, come i documenti «Daa» (documento amministrativo di accompagnamento) per la vendi-ta all’estero. L’invio alle dogane avviene tramite pc grazie alla personalizzazione dei registri e alla creazione di tabelle con tutte le accise e le tasse dei vari Stati. Rispetto al nostro prece-dente programma di gestione contabile, questo è molto più fl essibile, personalizzabile con le singole esigenze».

La base del Wine Business Solution è Mexal di Passepar-tout, azienda di San Marino, oltre 65.000 utenti, 200 dipen-denti diretti e 270 strutture partner, 11mila euro di fattu-rato nel 2009. Stefano Fran-ceschini, è l’ideatore e il presi-dente della società. «Mexal è la piattaforma sulla quale costru-ire rami per esigenze specifi che che vanno dall’abbigliamento al mondo agricolo e persino alla gestione di un porto». «Grazie a due tools vengono effettuate modifi che per costruire il pro-gramma sulle singole necessità grazie alla collaborazione con le strutture partner. Lasciamo la libertà in quello che chiamiamo «ultimo miglio» e le modifi che fatte vengono poi scambiate e confrontante nei meeting che facciamo ogni anno. Siamo come un albero con rami, foglie e frutti ma al quale ognuno può appendere il frutto che più lo aggrada».

Un sistema pilota d’automatizza-zione del magazzino sarà testa-to a partire dal mese prossimo presso il magazzino di circa 700

mq di superfi cie di Campo di Mare, fra-zione di San Pietro Vernotico nel brindisi-no, della Cantine Tormaresca, controllata del gruppo vitivinicolo Antinori, con una produzione di 2,6 milioni di bottiglie di vini tipici pugliesi (negramaro, primitivo, fi ano pugliese, aglianico e nero di Troia) su una superfi cie vitata complessiva di circa 370 ha nelle due tenute di Masseria Maìme a Campo di Mare e Bocca di Lupo a Minervino Murge (Bt).

A idearlo è stata Smoov, spin off della Icam di Putignano (Ba), azienda spe-cializzata nella progettazione e realizza-zione di magazzini e archivi automatici, che ha lavorato alla sua messa a punto in collaborazione con le università di Bari e di Lecce e che terminerà di montarlo nelle prossime settimane presso l’azienda vinicola.

Rispetto ai più moderni sistemi d’au-tomazione dei magazzini disponibili sul

mercato, quello realizzato da Smoov pre-senta, sulla carta, tre vantaggi. È imple-mentabile anche in strutture di limitate dimensioni e con distanze più ridotte del normale fra una scaffalatura e l’altra. È fl essibile e scalare essendo installabile in magazzini già allestiti (non soltanto co-struiti ad hoc, com’è fi nora la norma) e potendo uti-lizzare una o più unità di movimentazio-ne, a seconda delle esigenze del singolo cliente, soddisfacendo altresì eventuali picchi d’attività del magazzino. Presenta un miglior rappor-to costi d’implementazione/prestazioni, consentendo al con-tempo di tenere sotto controllo in tempo reale la situazione del magazzino. Fulcro dell’innovativo sistema è Smoov ASRV,

acronimo di automated storage & retrie-val vehicle (in italiano veicolo per il ma-gazzinaggio e il prelevamento automa-tizzato), un robottino radiocomandato in

grado di muoversi ad alta velocità in

orizzontale,

scorrendo lungo i bi-nari inseriti nelle scaffala-

ture, e in verticale, mediante un elevatore, che interagisce costantemen-te con un apposito software di gestione: Smoov brain, dotato a sua volta di un sistema d’individuare delle postazioni di magazzino in cui depositare e da cui

prelevare le unità di carico in movimen-tazione (Smoov placer) e di un sistema di diagnostica e registrazione di tutti gli eventi operativi e i relativi esiti, per fi nali-tà sia di manutenzione sia statistiche.

«A partire da luglio», anticipa a Italia-Oggi Peppino Palumbo, amministrato-re delegato e responsabile agronomico di Cantine Tormaresca, «potremo verifi -care concretamente i vantaggi in termi-ni di minori rotture, più agevole e sicura movimentazione delle merci in automa-tico, di semplifi cazione delle attività di

controllo delle giacenze e d’evasione degli ordini. Vantaggi che potremo sfruttare al massimo nel momento in cui ci tra-sformassimo in centro di distribuzione per il Sud Italia di tutti i vini Antinori (la logistica del gruppo è oggi centrata a Cortona, ndr). Non nascondo che l’au-tomatizzare del nostro magazzino si è potuta realizzare grazie all’opportunità che Smoov ci ha dato di posporre a test ultimato la quantifi cazione dei costi d’im-plementazione».

Luisa Contri

DALL’ICAM DI PUTIGNANO (BARI) UN PRODOTTO PILOTA: PIÙ SEMPLICE, FLESSIBILE E PER STRUTTURE MINI

E Antinori testa un nuovo sistema di automazione del magazzino

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miglior rappor-plementazione/onsentendo al con-re sotto controllo in tempoone del magazzino. Fulcro

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La videata del sistema Passepartout - Mexal. I prezzi variano in base alle esigenze delle aziende. Si va dai mille euro per la soluzione base, mono postazione, i no ai 20-30 mila euro per situazioni più complesse e con più posti di lavoro

Il presidentedi Passepartout,

Stefano Franceschini

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35Sabato 19 Giugno 2010

INEDICOLA

CON ITALIAOGGI

A RETO

GUIDAAL DECRMercati&

TIVO

CON ITALIAOGGI

INGIUNTFinanza

Ne è convinto l’a.d. di Unicredit, Alessandro Profumo, che però boccia le tasse agli istituti

Bene sapere i dati sugli stress testAiutano i cittadini a capire quali sono le realtà più solide

«Penso che per i paesi con banche forti, come l’Ita-lia, sia assoluta-

mente una buona cosa». Così si è espresso l’amministratore delegato di Unicredit, Ales-sandro Profumo, conversando con i cronisti a margine di un convegno della Banca d’Italia in merito alla pubblicazione degli stress test delle banche. «È una buona cosa per tutti e per l’Italia è certamen-te importante». A chi gli ha chiesto infine se la questione fosse stata affrontata anche a livello dello European ban-ks federation, di cui lo stes-so Profumo è presidente, ha risposto: «Non ne abbiamo ancora parlato».

La decisione adottata giovedì dall’Ue di imporre una tassa alle banche per recuperare i fondi pubblici impiegati nei piani di sal-vataggio e sulle transazioni fi nanziarie, non piace però a Profumo. «Penso che sia profondamente sbagliata», ha detto il numero uno del colosso bancario. «Penso in-vece che fi nanziarie un fon-do che consenta l’intervento in situazioni di diffi coltà sia una cosa opportuna, que-sta non sarebbe una tassa. Aggiungere invece ulteriori tasse sulle banche per fi nan-ziare defi cit pubblici non mi sembra la cosa giusta. È posi-tivo invece avere un fondo che interviene nelle situazioni di pre-insolvenza».

Parlando di questo fondo, che è l’oggetto di una proposta fatta da Unicredit a livello eu-ropeo, Profumo ha aggiunto: «Pensiamo che debba operare sotto la guida di un’entità ter-za come ad esempio lo Euro-pean banking authority o di un supervisore. Ma questo è molto diverso dal dire: mettia-mo una tassa per ripianare il debito pubblico. In Italia», ha aggiunto, «per esempio, abbia-mo il carico fi scale più alto per le imprese e per chi come Uni-credit non ha ricevuto fondi pubblici questa nuova tassa sarebbe profondamente un-fair. Alle banche, da un lato, si chiede di avere più capitale e poi dall’altro si mettono nuove tasse, qualcosa non quadra».Quanto al richiamo di Dra-ghi sull’esigenza di riforme strutturali per far ripartire l’economia, Profumo ha com-mentato: «L’economia sta dan-do segnali positivi in giro per

l’Europa. Credo sia importante capi-re come generare domanda all’in-terno di riforme strutturali, di cui ha parlato il governatore».Infi ne, a chi gli ha chiesto un commento alla p r o r o g a d e l l a moratoria sui mu-tui, Profumo ha ricordato che la banca ha

aderito e ha osservato: «Noi stiamo facendo

il nostro mestie-re di fi nanziatori dell’economia, che è il mestiere delle banche, sostenen-do in modo signi-fi cativo famiglie e imprese. È eviden-

te che oggi occorre ragionare su come

favorire la crescita economica».

© Riproduzione riservata

La pubblicazione degli stress test è «imminente. La faremo non appena avremo comple-tato gli ultimi dettagli». Lo ha detto, a margine della seconda conferenza annuale Efige, il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni.

«In Europa matura il con-senso sulla pubblicazione de-gli stress test e questa è una cosa che faremo sicuramente anche in Italia. Abbiamo tut-to da guadagnare da questa pubblicazione», ha detto a sua volta, nel corso del suo intervento a un convegno or-ganizzato dalla Banca d’Ita-lia, il governatore Mario Dra-ghi, aggiungendo che «i paesi con buone banche hanno tut-to da perdere dal non rilevare esattamente quale è la situa-zione» poiché «non rilevare come si presenta esattamen-te la situazione è la maggiore fonte di incertezza in Europa. Bisogna essere trasparen-ti con i clienti che vogliono

sapere dove investono, qua-li titoli acquistano e dove depositano il loro denaro».Secondo Draghi, «abbiamo bisogno di un maggiore e più stringente coordinamento delle politiche di bilancio, ma ancor di più di un progres-so sulle riforme strutturali per sviluppare il potenziale di crescita all’interno di un rinnovato patto europeo».Ma non sono tutti entusia-stici i commenti alla pubbli-cazione degli stress test in Europa. Un gruppo di istituti olandesi si è detto contrario alla pubblicazione dei dati, anche se rassicurazioni sono arrivate dall’associazione bancaria nazionale, secondo cui «i principali istituti fi nan-ziari del paese non hanno ra-gione di preoccuparsi». Giovedì era stato Karl-Heinz Boos, presidente dell’associa-zione delle banche del settore pubblico tedesco, a prendere posizione contro l’idea di stress test «pubblici», che, ha

spiegato, potrebbero dare adito «a interpretazioni errate sul mercato».La Banca di Spagna con-tinua intanto a guidare la campagna per la pubblica-zione dei risultati dei test di affidabilità degli isti-tuti di credito nazionali. Il vicegovernatore, Javier Ariztegui, ha annunciato ieri che l’istituto di Madrid pubblicherà i risultati nel-le prossime settimane, non appena concluse le verifi -che. Sino a ora, è emerso che «in linea generale, il sistema bancario spagno-lo gode di buona salute», ha aggiunto il vicegover-natore.Sulla stessa lunghezza d’onda José Manuel Gon-zalez-Paramo, esponente spagnolo nel consiglio ese-cutivo della Banca centrale europea. «La Spagna deve essere molto trasparente sullo stato delle casse di risparmio», ha affermato Paramo. Le Cajas, infat-ti, non sono soggette alle stesse condizioni vigenti per le società più grandi in fatto di informazioni al mercato.

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Non a tutte le banchepiace la pubblicazione dei dati

Bp ha incassato ieri il terzo downgrade sul debito legato all’incidente nella piat-taforma del Golfo del Messico. Moody’s investors service ha tagliato il rating sul

debito di lungo periodo del colosso petrolifero in-glese di tre gradini da Aa2 ad A2, lasciando sotto osservazione la valutazione per eventuali futuri downgrade.

L’agenzia ritiene che i costi e le richieste di risarcimento danni legati alla marea nera sia-no destinati ad aumentare. Moody’s prevede che la fuoriuscita di greggio dalla piattaforma continuerà ad avere un impatto negativo sul-la liquidità di Bp e sul profi lo fi nanziario del gruppo per diversi anni.

La mossa segue l’analoga decisione presa da Standard & Poor’s che giovedì ha tagliato il ra-ting di Bp di due gradini e quella di Fitch che martedì ha rivisto al ribasso la valutazione di ben sei gradini, appena sopra il livello junk.Nonostante i downgrade, la linea di credito di Bp ha raggiunto quota 7 mld di dollari, in quanto ul-teriori banche hanno aderito a sostenere fi nanzia-riamente la compagnia contro eventuali ulteriori

richieste di risarcimento danni. Bp ha dichiarato lo scorso 4 giugno che le spese per i risarcimenti ammontano a 5,25 mld usd. Inizialmente i cre-ditori coinvolti erano cinque, ora saliti a sette. Probabilmente si tratta di Barclay’s, Bnp Paribas, Citigroup, Banco Santander, Hsbc, Royal bank of Canada e Royal bank of Scotland. Ogni istituto di credito metterà a disposizione 1 mld di dollari e la linea di credito avrà scadenza tra un anno, con la possibilità di proroga di un altro anno.

Ieri invece il gruppo ha comunicato che ormai riesce a recuperare circa 25 mila barili di greggio al giorno. Finora, ha spiegato Thad Allen, coman-dante della Guardia costiera americana, riusciva a recuperarne 15 mila.

«Nelle ultime 24 ore siamo stati in gra-do di recuperare 25 mila barili di petro-lio», ha detto alla stampa l’ammiraglio, incaricato di coordinare le operazioni di bo-nifi ca della marea nera nel Golfo del Messico.Si stima che dal pozzo fuoriescano mediamente tra i 35 e i 60 mila barili (fi no a 9,5 milioni di litri) di greggio al giorno.

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Ma il gruppo trova 7 banche che daranno 5 mld di dollari

Anche Moody’s tagliail rating British petroleum

Alessandro Profumo

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36 Sabato 19 Giugno 2010 MERCATI E FINANZA

Ha i rmato intesa produttiva con Rushydro, il maggiore produttore di energia idroelettrica

Enel in Russia con le rinnovabiliAmplia la presenza nel paese, dove già opera con Eni

Enel e Rushydro, il più grande produttore di energia idroelettrica rus-so, hanno fi rmato un’inte-

sa per sviluppare la cooperazione nel settore energetico. In base al documento, le due società analiz-zeranno opportunità commerciali e di investimento congiunte, in particolare in progetti nelle fonti rinnovabili in Russia e nella ven-dita di elettricità a clienti fi nali.

Il memorandum prevede anche

lo studio dei sistemi a contatore e in particolare l’implementazione del contatore elettronico. Enel e Rushydro avvieranno anche uno scambio di best practices nel cam-po della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione per dare vita a progetti scientifi ci comuni nel set-tore elettrico. Un gruppo di lavoro comune seguirà l’attuazione del memorandum.

«Questa intesa con il più im-portante operatore idroelettrico

russo», ha commentato Carlo Tamburi, direttore della divisio-ne internazionale di Enel, «raf-forza la posizione internazionale di Enel nel campo delle energie verdi e dell’effi cienza energetica.

L’accordo consolida la strategia di Enel che mira a consolidare ul-teriormente la nostra presenza nel paese, sviluppandola anche in nuovi settori nei quali Enel ha una leadership mondiale e che stanno diventando sempre

più importanti per la Russia».Enel è presente da tempo in Rus-sia. Oggi è un operatore vertical-mente integrato dall’upstream alla vendita di energia elettrica.

Nel settore upstream, Enel partecipa al consorzio SeverE-nergia insieme a Gazprom ed Eni. Inoltre, possiede il 55,86% del capitale di Enel Ogk-5, che dispone di quattro centrali ter-moelettriche per 8.750 MW nelle aree a più alta crescita del Paese e di due impianti a ciclo combi-nato in costruzione per un totale di 820 MW.

Nel settore della vendita, Enel possiede il 49,5% di RusE-nergoSbyt, importante trader di elettricità in Russia. Infi ne, nell’aprile di quest’anno, è stato sottoscritto con InterRao Ues un memorandum of understanding per la cooperazione in diversi settori, tra cui la valutazione di un progetto di sviluppo con-giunto di una centrale nucleare a Kaliningrad.

Rushydro è la più grande società di generazione idroelet-trica russa, con 60 impianti che producono energia da fonti rin-novabili. La capacità installata di Rushydro è di 25.400 MW, inclusa la centrale Sayano-Shushenskaya, (6.400 MW), at-tualmente in corso di ristruttu-razione. Rushydro è leader nella generazione di energia da fonti rinnovabili, con impianti idro-elettrici, eolici e geotermici at-tualmente in fase di sviluppo.

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A pochi giorni dalla consultazione tra gli ope-rai di Pomigliano, che dovranno accettare o respingere l’accordo separato di quasi tutti i sindacati (esclusa la Fiom) con la Fiat,

che permetterà investimenti per 700 milioni di euro e la nuova catena di montaggio della Panda, è sceso in campo l’a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, che si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, in merito alla vertenza. L’a.d. ha espresso dispiacere per le polemiche sull’accordo separato, perché l’intesa con i sindacati doveva essere «estremamente semplice». Il referendum deve avere un esito tale da consentire alla Fiat di «poter utilizzare lo stabilimento».

Marchionne ha ricordato che «stiamo cercando di portare avanti un progetto industriale italiano che non ha equivalenti nella storia dell’Europa. Non conosco nemmeno un’azienda in Europa che è stata

disposta, capace, e ha avuto il coraggio di spostare la produzione da un paese dell’Est di nuovo in Ita-lia. Stiamo facendo discussioni su tv e giornali su principi di ideologia che ormai non hanno più cor-rispondenza con la realtà». Poi l’affondo: gli operai del gruppo Fiat devono smetterla di «inventare» scioperi proprio quando gioca la Nazionale, perché se si continua a «prendersi per i fondelli», il Lingot-to non sarà più interessato a produrre in Italia».E, con un non celato ammonimento, ha elogiato la qualità delle auto che escono dallo stabilimento polacco di Ticky. «Finora la Panda è stata prodotta in Polonia» ha detto, «con un livello di qualità altis-simo, mai raggiunto in uno stabilimento italiano. Prima di criticare gli altri, stiamo attenti», ha av-vertito i sindacati.

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L’a.d. di Fiat Marchionne ai sindacati: in Polonia ottime auto

Basta scioperi lampoquando gioca la Nazionale

Carlo Tamburi

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I fatti separatidalle opinioni

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Valori al 17/06/2010Elite France-Europe B EUR 87,79Elite France-Europe F EUR 85,98Em Debt Opp. B($) USD 99,01Em Debt Opp. C(Chf) CHF 98,76Em Debt Opp. E EUR 98,87Em Mkts Eq B($) USD 105,56Em Mkts Eq F($) USD 105,27Em Mkts Eq J(Chf) CHF 108,24Em Mkts Eq L EUR 112,66Europe Low Vol B EUR 95,93Europe Low Vol C(Chf) CHF 92,22Europe Low Vol F EUR 94,88Europe Low Vol H EUR 94,25European Equities B EUR 203,62European Equities C(Chf) CHF 186,78European Equities F EUR 199,93European Equities H EUR 195,38European Opp B EUR 101,05European Opp C(Chf) CHF 98,79European Opp D($) USD 100,52European Opp F EUR 100,54European Opp N(Chf) CHF 98,36North American Eq. B($) USD 132,38North American Eq. E EUR 127,46North American Eq. F($) USD 130,89North American Eq. G EUR 125,15North American Eq. H($) USD 126,57

Valori al 17/06/2010

European Value A1 EUR 1325,45

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1069,64

Japan A1 EUR 572,91

US Large Cap Value A1 EUR 1173,41

US Large Cap Value C1 USD 967,92

W&R Science & Technology A1 EUR 983,63

SUB-FUND NAME NAV DATE PRICE

www.compamfund.com

BLUESKY GLOBAL STRATEGY 17/06/2010 1225,28

BOND EURO 17/06/2010 1053,87

BOND RISK 16/06/2010 1132,50

EMERGING MARKET CORPORATE 16/06/2010 1225,34

EUROPEAN EQUITY 17/06/2010 869,32

MULTIMAN. EQ. AFRICA&MIDDLE EAST 16/06/2010 80,40

POLAR CAPITAL FUNDS

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

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Healthcare Opportunities EUR 7,02 17/06/2010 GBP 5,88 17/06/2010 USD 8,68 17/06/2010

Polar Japan Fund USD 16,54 18/06/2010 GBP 11,16 18/06/2010 JPY 1500,13 18/06/2010

UK Absolute Return EUR 12,63 18/06/2010 GBP 10,54 18/06/2010 USD 15,62 18/06/2010 EUR 12,71 18/06/2010 GBP 10,61 18/06/2010 USD 15,72 18/06/2010

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37Sabato 19 Giugno 2010Sabato MERCATI E FINANZA

Ftse All share +0,82%, euro oltre 1,24, oro al massimo storico (1.259,44 dollari l’oncia)

Alti e bassi, ma poi l’indice va suNonostante la volatilità e alcune scadenze tecniche

Le piazze europee hanno terminato la seduta con-trastate nonostante la buona performance dei

bancari. Gli scambi sono stati contenuti, complice la mancanza di dati macroeconomici impor-tanti. La volatilità, anche ieri, è stata molto alta per la scadenza tecnica dei futures e delle op-zioni sulle azioni e sugli indici. Piazza Affari è partita cauta, poi ha virato in negativo, ma si è ripresa e ha chiuso con un dato positivo. A Milano il Ftse Mib ha chiuso a +0,89%, il Ftse All share a +0,82%, il Ftse Mid cap a +1,57%, il Ftse Star a -0,18%. In nero anche il Cac-40 a Parigi (+0,11%), mentre il Dax a Francoforte (-0,13%) e il Ftse 100 a Londra (-0,1%) si sono attestati in territorio negativo. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava +0,06%, l’S&P 500 -0,02%, il Nasdaq Composite -0,13%, ma hanno recuperato in serata.

A Milano, sul paniere princi-pale, bene i bancari, con Popola-re Milano (+5,95%), Banca Mps (+5,06%), Mediobanca (+4,21%), Banco popolare (+3,71%), Uni-credit (+2,59%) e Intesa San-paolo (+4,02%). In chiaroscu-ro gli industriali tra i quali si segnala l’ottimo andamento di Fiat (+1,89%). Alla buona in-

tonazione del titolo si aggiun-ge l’accelerazione impressa al piano di scorporo delle attività industriali con la creazione della newco Fiat industrial. In nero Prysmian (+0,53%), Finmeccanica (+0,43%) e Pi-relli & c. (+0,31%), mentre

Ansaldo Sts ha perso il 2,26%. Sul resto del listino ha brilla-to Damiani (+10,71% a 0,93 euro). In luce anche De’ Longhi (+10,12%) e Coin (+6,57%).

Quanto all’euro, ha chiuso vicino a 1,24 dollari (1,2386, dopo un massimo a 1,2416) e

ha terminato la settimana col maggior guadagno da oltre un anno. Euro-yen a 112,46 e dolla-ro-yen a 90,83. In lieve aumento il petrolio, con il future del Wti, che a New York, a metà sedu-ta, era quotato 77,31 dollari al barile, contro i 78,53 del future

sul Brent a Londra.Infi ne l’oro, che ieri ha rag-

giunto un nuovo massimo stori-co a 1.259,44 dollari l’oncia sul-la piazza londinese, sospinto dal dollaro debole e dai deludenti dati economici americani.

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DI CARLO ALOISIO

Dopo alcune settimane di forte volatilità e di nervosi-smo sui mercati, quest’ultima ha registrare un’inversione di tendenza che ha portato un po’ di serenità sui principali indici azionari. Le questioni di fondo legate alle situazioni debitorie di alcuni stati dell’Unione eu-ropea sono state in queste ulti-me giornate messe in secondo piano e, ormai scontate dai mercati, tendono ad anticipare i movimenti, per poi invertire le tendenze a notizie certe; per-tanto, per fare un parallelo con quanto è accaduto nel corso del 2008, allo scoppio della bolla subprime, potremmo trovarci di fronte a un momento analo-go e quindi di potenziale svolta per i prossimi mesi.

La settimana è stata anche

complessa per i fattori tecnici di roll-over sui derivati, tra la scadenza di giugno e quella di settembre, che ora sarà il ri-ferimento principale; l’indice Ftse Mib ha guadagnato qua-si il 5%, ritornando a quotare oltre la barriera di resistenza a 20.000 punti con uno spread tra le due scadenze limitato a circa 100 punti, livello che è rimasto costante nel corso della settimana, con il nuovo contratto di settembre partito ieri intorno a 20.500.

A fare la parte del leone è stato il settore fi nanziario. Ai vertici delle performance si sono posti Unicredit, +9,5%, se-guito da Montepaschi, +8,8%, Intesa, +7,8%. Le banche han-no visto un generale rialzo dei target e dei giudizi degli anali-sti internazionali. Fiat è stata al centro dell’attenzione per la

vertenza sindacale legata allo sviluppo degli investimenti in Italia; il prezzo è tornato sopra livelli tecnici importanti e alla soglia della resistenza di 9,5 euro. Sono pochissimi i titoli che hanno chiuso in terreno negativo e con percentuali mi-nime: il peggiore è stato Geox, -1,7% circa. Sul Ftse All share, la migliore performance è sta-ta appannaggio di Rosss spa, +38% circa, mentre la maglia nera spetta a Telecom Italia media, -8,5% circa.

Sul fronte del reddito fi sso, la minore tensione sui mercati ha portato a un allentamento della pressione speculativa sul Bund tedesco, che ha stretto lo spread con altri titoli della zona euro, il titolo decennale ha perso qualche fi gura, pas-sando da 129,30 di massimo al minimo di ieri a quota 127,62.

Soffre sempre il mercato pri-mario, con l’attività ridotta sul-le nuove emissioni; le principa-li hanno comunque riguardato Rci banque BBB- di rating che si è fi nanziata con 500 milio-ni di euro sulla scadenza a 3 anni con una cedola fi ssa al 4%; Deutsche bank A1, ha scelto un subordinato lt2 bullet a 10 anni con un miliardo di euro a cedola fissa al 5%. Norldb ha fatto un roadshow europeo per sensibilizzare e presentare agli investitori il suo nome; i rumour sono per un subordina-to con struttura lt2 bullet a 10 anni. Tra i corporate, Rte Edf transport, A+ con 750 milioni di euro a 12 anni e cedola fi s-sa al 3,875%; Suez environne-ment A3 ha emesso 500 milioni di euro sulla scadenza 2022 e con cedola al 4,125%.

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Dopo mesi, piazza Affari ritrova la cinquina

Il cda di Astaldi ha delibe-rato, nell’ambito del pro-getto di razionalizzazione della presenza del gruppo

nel settore delle concessioni, la costituzione di una società ad hoc. L’a.d., Stefano Cerri, in una nota, ha detto che «il gruppo ha saputo cogliere e sviluppare le opportunità of-ferte dal mercato nel settore delle concessioni. Le politiche adottate hanno fatto sì che tali iniziative rappresentino oggi un portafoglio di grande valenza strategica ed è que-sto il momento di valorizzare ulteriormente i nostri asset». L’operazione, che sarà articola-ta in più fasi, ha come oggetto la costituzione di una newco, inte-ramente posseduta da Astaldi, alla quale saranno trasferite le iniziative in essere relative ai parcheggi in concessione, le partecipazioni societarie, le ini-ziative in via di sviluppo in tale ambito.

Con questa operazione, il management mira a definire un nuovo assetto organizzativo che consenta di capitalizzare le esperienze acquisite, creando un «centro di competenze» ade-

guato alle strategie di sviluppo del gruppo; a valorizzare gli as-set di gestione, evidenziandone il valore strategico; a conferire una propria identità giuridica, economica e fi nanziaria al set-tore delle concessioni e a otti-mizzare il sistema delle fonti di finanziamento. I dettagli dell’operazione verranno resi noti durante la presentazione del piano industriale 2010-2014 il prossimo 23 settembre.

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ASTALDI/ Razionalizzerà le attività

Società ad hocper concessioni

La Corte di cassazione, accogliendo il ricorso presentato dal gruppo Impregilo, ha disposto

l’annullamento del sequestro cautelare di circa 266 mln di euro definito lo scorso febbraio dal tribunale del riesame di Na-poli in merito all’inchiesta sul ci-clo dei rifiuti in Campania e sul termovalorizzatore di Acerra. La Corte ha anche respinto il ricorso presentato dalla procu-ra di Napoli e ha disposto l’im-mediata restituzione dei beni effettivamente sequestrati.In una nota, Impregilo ripor-ta, in attesa di conoscere le motivazioni, il testo del dispo-sitivo della sentenza emessa dalla sesta sezione della Corte di Cassazione in cui si legge che «la Corte annulla senza rinvio l’ordinanza impugnata limitatamente al sequestro delle somme di 99.092.457,23 e 51.645.689,90 euro. Annulla altresì l’ordinanza impugnata relativamente alla restante somma in sequestro e rinvia per nuovo esame sul punto al tribunale di Napoli. Rigetta il ricorso del procuratore della repubblica».

In piazza Affari, il titolo ha avuto un andamento ondeg-giante e ha subito più la debo-lezza del mercato che l’euforia per una notizia che spazza via le incertezze degli ultimi mesi.Dopo un avvio moderatamente positivo, ha perso smalto ed è passata in territorio negativo per poi chiudere a 2,08 euro (-0,36%), dopo aver toccato un massimo di 2,15 euro.

Per gli analisti di Banca Imi la sentenza è positiva in quanto elimina in parte un «importan-te ostacolo alle attività opera-tive del gruppo e dà maggiore certezza sulle risorse fi nanzia-rie disponibili per l’attività nel breve termine». Il rating e il target price sono stati messi in revisione.

Di analoga opinione gli ana-listi di Equita sim, secondo cui, «dal punto di vista della valuta-zione, non c’è nessun impatto, tenuto conto che si tratta esclu-sivamente di un sequestro pre-ventivo in attesa del processo e i beni e la cassa sono rimasti di proprietà di Impregilo.

La notizia, però, è molto po-sitiva dal punto di vista quali-tativo perché toglie, dopo quasi

tre anni, una fonte di incertez-za che ha pesato in modo si-gnifi cativo sulla performance del titolo». Rating buy, target price a 4 euro confermati.Secondo gli analisti di Inter-monte infi ne, (rating outper-form, target price a 2,6 euro) la decisione della Cassazione ha un impatto sul titolo di circa 70 centesimi.

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Nell’ambito dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Campania

Impregilo, Cassazione ridà266 milioni sequestrati

Stefano Cerriwww.newmillenniumsicav.com

Distributore Principale:

BANCA FINNAT EURAMERICA TEL. 06 69933.475 - www.finnat.it

N.M. Euro Bonds Short Term EUR 130,95 131,54N.M. Euro Equities EUR 38,57 39,03N.M. Global Equities EUR 49,79 50,52N.M. Infl ation Linked Bd Europe EUR 103,53 -N.M. Q7 Corporate Bd EUR 153,68 155,21N.M. Q7 High Quality Bd EUR 129,98 130,84N.M. Q7 Pan European Eq. EUR 76,26 77,67N.M. Previra World Conservative EUR 122,65 123,66N.M. Large Europe Corporate EUR 113,87 114,81N.M. Q7 Active Equities Internat. EUR 78,90 78,94N.M. Q7 Alpha Balanced EUR 100,39 -

Valori al 17/06/2010

Valori al 11/06/2010

N.M. Q7 GlobalFlex classe A EUR 106,45 103,43N.M. Total Return Flexible EUR 115,00 -

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Page 32:  · • Nuova serie - Anno 19 - Numero 145 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Sabato 19 Giugno 2010 • AFRICA Etiopia, nuova potenza energetica

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 31/05/2010

Adesso Index Aprile '07 86,390 A2 | A | A+ - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,409 A2 | A- | A- * - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 101,630 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 98,290 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,197 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 102,685 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 99,940 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Carichieti index linked 2006 96,820 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 97,576 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Cedola Index 99,960 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Creberg altiplano marzo 07 95,814 - | A- | A- - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 85,470 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 85,330 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 89,650 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 90,480 - | (1) | - - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 92,054 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,020 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Nuove Frontiere 100,290 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,180 - | BBB+ | A- Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 96,810 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,420 Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 92,054 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,020 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Performance Positiva 111,360 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

ExtraFrutti - Index Linked 2008 99,540 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 97,806 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 95,860 Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 83,695 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+

Index Up 2 - 2005 99,985 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Up 3 - 2005 102,225 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+

Index Up 4 - 2005 99,497 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 2 - 2004 99,950 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 3 99,120 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,436 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 102,253 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,504 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 96,990 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 97,763 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,509 Baa3 | - | - A2 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 98,269 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,252 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 96,622 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 96,152 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,197 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

Uni Class 98,35 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 99,707 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 99,983 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3,0% Top Coupon Serie XII - 2003 99,742 A1 | A | A+ *** Aa3 | A | A ****

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,078 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

3,20% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE VII GIUGNO 2004 100,010 A3 | A- | A-

3,60% Coupon Serie X - 2003 99,782 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

3,75% crescita USA index linked serie XIV settembre 2004 99,877 A1 | A | A+ *** Aa2 | A+ | A+

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 99,520 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% Crescita U.S.A. Index Linked Serie X Agosto 2004 99,690 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 98,550 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 98,930 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,400 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 87,195 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 87,325 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 93,135 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 98,930 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Capital Index SERIE IV 2005 96,110 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index serie VI 2004 100,000 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,020 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index Serie X 2004 99,620 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XII 2004 99,230 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XIV 2004 98,960 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 98,540 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 98,250 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XX 2004 99,164 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Convergence Serie IX 2007 87,195 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 89,400 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

Crescita Europa Serie XI 2006 99,750 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,240 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,300 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,650 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,727 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2004 99,980 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Crescita sicura serie VII 2004 99,449 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,260 Aa2 | AA | AA

Crescita Sicura Serie VII 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 99,490 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,174 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,700 Aa1 | - | -

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 98,380 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 92,030 A1 | A | A+ A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 97,686 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 10% SERIE XIII LUGLIO 2005 99,590 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,260 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 96,530 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

VALORI AL 31/05/2010

VALORI AL 31/05/2010

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

VALORI AL 31/05/2010

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCHPRODOTTO VALORE

RATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONEMOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazioni

dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibile sulla homepage del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 96,505 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 96,530 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 96,505 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,158 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Grifo Index serie XIX 2004 99,329 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,650 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,260 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,380 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,370 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,020 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 96,030 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

INDEX "ESAGONO" BSG 2005/2010 SERIE XIV 98,912 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 95,320 A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 98,920 Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,174 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Index Esagono Extra Serie XII 2005 100,520 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO ITALIA SERIE XIV 2005 99,590 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 96,817 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIX 2005 98,900 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XXI 2005 96,406 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XXII 2005 96,088 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Serie X 2005 99,950 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XV 2005 ESAGONO PLUS 98,912 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 89,150 A3 | BBB | A- Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 94,230 - | A+ | - Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 89,265 A2 | A | A A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 100,880 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 69,470 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,260 - | A+ | - Aa2 | AA | AA

Lombarda Vita Classic Markets 97,966 Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 99,140 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 98,630 - | A+ | - A1 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector New 97,780 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 98,920 Aa1 | - | -

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 72,400 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Short Everest Global Basket Novembre 2007 103,006 Baa1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,520 A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

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Sabato 19 Giugno 2010 39

Ancora incerta la quota di capitale per i francesi

Edf in South StreamInsieme all’Eni e a russa Gazprom

Mancano poche ore all’ingresso uffi ciale della francese Edf nel progetto di ga-

sdotto South Stream, dopo il placet sottoscritto ieri sul Balti-co dall’italiana Eni. Ma potrebbe non essere l’ultimo partner ad affi ancarsi a Gazprom e al cane a sei zampe nella costruzione della nuova via del gas. Oggi arriva a Mosca il presidente francese Ni-colas Sarkozy che, con il collega e padrone di casa, Dmitri Med-vedev, presenzierà alla solenne fi rma. Il premier russo Vladimir Putin durante l’ultimo viaggio in Italia, a Lesmo aveva parlato di una quota del 20% per Edf, per poi precisare dall’Ucraina che i due partner avrebbero ceduto ri-spettivamente il 10% ciascuno.Il 20% era stato previsto anche in un incontro a Mosca tra il ceo di Gazprom, Aleksey Miller e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni. Una fonte vicina a Gazprom avverte però che «un altro partner oltre a Edf potrebbe entrare, per ora non viene reso noto né quando, né chi». E l’ipotesi di un quar-to partner non veniva scartata

neppure dallo stesso Scaroni dopo l’assemblea degli azioni-sti di Eni, lo scorso 29 aprile. Secondo la fonte, «o Eni dovrà dare di più, o Edf prenderà meno». In questo secondo caso, la struttura «potrebbe diventa-re successivamente 40-40-5-15», ma di sicuro «Gazprom vuole sempre esercitare il suo peso». In passato, il colosso del gas rus-so aveva lasciato intendere che il modello di sviluppo di South Stream poteva essere l’altro ga-

sdotto North Stream. Per ora, nella via del nord, Gazprom de-tiene il 51%, Basf/Wintershall il 20%, E.On Ruhrgas un altro 20%, mentre l’olandese Gasunie il 9%.Ma a marzo da Parigi è stato an-nunciato che a Gdf Suez andrà il 9% del capitale del progetto North Stream. E ci si attende che i francesi, in questo caso, entrino con una riduzione della quota di Wintershall holding e di E.On Ruhrgas.

© Riproduzione riservata

Saipem si è aggiudicata un contratto onshore in Kuwait del va-lore di 900 milioni di dollari per la costruzione di una stazione di pompaggio gas nel Kuwait occidentale. Il contratto di tipo Epc (Engineering procurement construction), acquisito dalla Kuwait oil company (Koc), prevede l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione della nuova stazione di pompaggio comprendente tre linee di gas ad alta e bassa pressione per la produzione di 234 milioni di piedi cubi al giorno di gas secco e 69 mila barili al giorno di condensati. Le attività saranno completate entro il secondo trimestre 2013. Attualmente Saipem sta realizzando per conto della Koc, la sta-zione di pompaggio BS 160 situata nel sudest del Kuwait.

Stazione gas di Saipemper il Kuwait

Basilea 2. Il Comitato di Basilea ha deciso di appli-care i requisiti patrimoniali per gli elementi presenti nel trading book delle banche nel luglio 2009 «entro il 31 dicembre del 2011». Lo ha reso noto lo stesso Comitato in una nota, dove si aggiunge che le banche devono utilizzare assunzioni più stringenti nel calcolare l’ammontare di ca-pitale quando usano i modelli interni. Sono stati introdotti anche requisiti di capitale per i titoli cartolarizzati detenuti nel trading book, come già era previsto per quelli detenuti nel banking book. Per «correlation trading book», sono esentati dall’obbligo del trattamento completo, come previsto per le posizioni cartolarizzarte.

La banca spagnola San-tander ha presentato un’of-ferta d’acquisto per circa 300 sportelli di Royal bank of Scotland. Al momento, non è chiaro quando si chiuderà il processo.

Abb è interessata all’acquisi-zione di altre aziende, secon-do quanto ha dichiarato il presidente della compagnia, Hubertus von Gruenberg, aggiungendo che il gruppo svizzero starebbe cercando «la compagnia migliore al mon-do». Abb, che ultimamente ha incrementato il ritmo delle ac-quisizioni, intende acquistare il gruppo britannico Chloride group per 890 mln di sterline. Von Gruenberg, durante una

conferenza con gli investitori a San Pietroburgo, non ha fornito ulteriori dettagli del processo di acquisizione.

Procter & Gamble. La Com-missione europea ha appro-vato l’acquisizione dell’unità deodoranti per ambiente del-la rivale Sara Lee. L’indagine della Commissione ha rilevato che la società combinata conti-nuerà ad affrontare forti con-correnti in possesso di signifi -cative quote di mercato e che la transazione non darà luogo a problemi di concorrenza. L’ac-cordo da 470 mln usd aggiun-gerà la divisione Ambi Pur di Sara Lee al marchio Febreze di Procter & Gamble.

Streglio. Antonio Livio Co-stamagna è il nuovo proprie-tario della Streglio Maestri del cioccolato, la storica azienda alimentare di None alle porte di Torino. Costamagna aveva reso nota la sua intenzione di acquisire l’azienda, di cui era stato dichiarato il falli-mento, nel maggio scorso. Co-stamagna è titolare della V2 Elettronica di Racconigi (Cn), con sedi in Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Tunisia e Cina, leader nel mercato della domotica, il nuovo proprietario di Streglio è anche presidente di Confapi Piemonte. I prece-denti proprietari, succedutisi nel tempo, sono stati Perni-gotti, Parmalat e Borsci. Per l’acquisizione sono già stati investiti circa due milioni di euro mentre è stato defi nito il

piano industriale per i prossi-mi cinque anni che comporterà ulteriori investimenti.

Enel green power ha pre-sentato a Borsa italiana la domanda di ammissione a quotazione delle azioni sul Mercato telematico azionario e alla Consob la richiesta di autorizzazione alla pubblica-zione del prospetto informativo relativo all’offerta pubblica di vendita e alla quotazione. Enel si riserva inoltre di valutare l’opportunità di richiedere la quotazione delle azioni di Egp anche presso altri mercati re-golamentati, con particolare riferimento a quello spagnolo. L’offerta dovrebbe svolgersi in ottobre. Enel continua anche a valutare accordi con inve-stitori di lungo periodo per la cessione di una partecipazione di minoranza di Egp.

Mariella Burani. I commis-sari hanno incontrato i sin-dacati presso il ministero del-lo sviluppo economico per un aggiornamento sulla situa-zione. Entro i primi di luglio sarà ultimato il programma in base al quale i commissari chiederanno al ministero e ai creditori il mandato a gestire l’azienda. Non hanno nasco-sto le diffi coltà, ma hanno an-che confermato fi ducia che si possano onorare le prossime scadenze, compresa la pre-sentazione della collezione autunno-inverno. Il prossi-mo incontro è previsto entro il 10 luglio.

BREVI

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 98,971 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-BCP Più index serie IV 2005 96,430 - | A- | - Aa3 | A | A ****C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,590 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE XI - 2004 101,000 - | (1) | - Aa3 | A | A ****CRFC INDEX LINKED SERIE XII 97,655 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,480 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Il valore dell'energia 97,119 A1 | A | A+ - | A- | A-Il valore dell’acqua 103,766 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+Il valore dell’acqua - seconda serie 103,817 A1 | A | A+ - | A- | A-Index Linked Bull Dividend 90,900 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+Index linked di lusso 103,947 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****Index Linked Select Dividend 91,980 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2006 100,000 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2007 97,747 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+Index Up 2 2006 93,350 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-Nikkei Avenue 93,520 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-PROFIT + 98,320 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 141,890 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie I 142,850 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie II 141,890 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie III 140,920 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie IV 139,950 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie V 142,030 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-Tandem Doppia Opportunità 98,441 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Valore Assicurato 95,810 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

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46<0<77< (82<6/687:3.;<))2:.8%:<3/ 687:3.;<4%:<3/

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

INDEX LINKED NUMERO 1 102,253 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

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Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXVI - 2004 99,980 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXVIII - 2004 99,690 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XXX 2004 99,449 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

46<0<77< (82<6/687:3.;<))2:.8%:<3/ 687:3.;<4%:<3/

+<<0&#595$49-:7*, +<<0&#595$49-:7*,

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+<<0&#595$49-:7*, +<<0&#595$49-:7*,

Carismi Più Certezza 10 105,101 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 106,030 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 105,067 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 99,930 - | A+ | - Aa2 | AA | AACarismi Più Certezza 3 96,581 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 97,159 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 101,700 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 100,450 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 96,520 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 87,640 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 89,310 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

(82<6: 82 !'91"9 1'1

46<0<77< (82<6/687:3.;<))2:.8%:<3/ 687:3.;<4%:<3/

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