A n n o 2 0 1 8 N 3 / 2 0 1 8 Ditelo dai tetti...pag. 6 il programma di NATALE L A L U C E N E G L I...
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Carissimi.
Siamo alle porte di questo
Natale2018. Ogni anno si
ripete, immancabile, que-
sto incontro con l’amore di
Dio che si fa vita, carne,
quotidianità, incontro in
Gesù Bambino.
Vivere il Natale è ricordarsi
che ogni giorno siamo
chiamati a che quel Dio
che Gesù ci ha rivelato è
Padre in continua relazio-
ne con noi, che si traduce
in una attenzione ai nostri
veri bisogni, che si impe-
gna per la nostra vera feli-
cità.
Sarebbe avvincente se tra-
ducessimo tutto questo in
un programma di vita cri-
stiana che in quella atten-
zione del Padre nel Figlio
verso di noi possa divenire
il nostro agire ordinario.
Fare della vita il dono del
Padre ad altri.
Ogni volta è un venire in-
contro al futuro di qualcu-
no per quello che possia-
mo fare. Ma certamente è
un gesto che sa di cielo
perché il Dio che Gesù ci
ha rivelato è Colui che è
Signore dei viventi ed ama
la vita.
Sia un Buon Natale a
tutti coloro a cui ridia-
mo una speranza, per-
ché sia un Santo Natale
per noi.
Don Paolo
A n n o 2 0 1 8 N 3 / 2 0 1 8
N o t i z i a r i o i n f o r m a t i v o
P a r r o c c h i a S . M a r i a A s s u n t a
M o n t e f a l c i o n e ( a v ) A Natale dalle nostre parti si sa che la linea è l’ultimo dei problemi. Proprio non si riesce a mantenersi in forma. Né tantomeno a pensare di realizzare un qualcosa di leggero. Anzi. In questo periodo anche un pasto come l’insalata, che è comunemente riconosciuta la pietanza di chi sta a dieta, riceve delle modifiche che la rendono molto meno dietetica. Infatti dalle nostre parti esiste l’insalata di rinforzo. ‘A ‘nzalata e rinforzo – come si dice in dialetto – è un altra delle pietanze che costituiscono il menù di un banchetto natalizio in Irpinia.E anch’essa trae origine da un tempo in cui la povertà costringeva ad arrangiarsi con quello che si aveva.
R i c e t t a I n s a l a t a d i R i n f o r z o c o n
B a c c a l à :
I n g r e d i e n t i
Per realizzare la ricetta dell’insalata di rinforzo con baccalà servono i seguenti ingredienti:
500 grammi di baccalà spugnato; Un cavolfiore medio; Mezzo barattolo di papacielli (peperoni sottaceto); Un vasetto di alici sott’olio; Olive verdi e nere di Gaeta snocciolate;Olio; Limone; Prezzemolo.
R i c e t t a I n s a l a t a d i R i n f o r z o c o n
B a c c a l à : P r e p a r a z i o n e
La ricetta dell’insalata di rinforzo con baccalà non è difficile da realizzare. Basta seguire le indicazioni dello chef Sementa per la preparazione.
Innanzitutto far bollire in due pentole diverse il baccalà e il cavolfiore (il cavolfiore deve bollire in abbondante acqua salata, mentre l’acqua del baccalà deve essere senza sale).
Quando saranno pronti, sminuzzarli in pezzetti non molto piccoli e versarli nella ciotola dove andar a creare l’insalata. Nella ciotola versare le olive verdi e nere (metterne una quantità a piacere), i papacielli sminuzzati e le alici sott’olio. Condire con olio, limone e prezzemolo. Amalgamare bene e lasciar riposare in frigo per 4 ore.
Ditelo dai tetti
pag. 6 il programma
di NATALE
L A L U C E N E G L I S C O U T
P a g i n a 2 d i t e l o d a i t e t t i
La prima cosa che mi è venuta in
mente quando mi è stato detto di
parlare della “LUCE” è stato “ LUCE di
Fede” e su questa Luce, possiamo
anche sentire l’obiezione di tanti no-
stri conoscenti. In quest’ epoca mo-
derna si è pensato che una tale luce
potesse bastare per le società anti-
che, ma non servisse per i nuovi tem-
pi, per l’uomo diven-tato adulto, fie-
ro della sua ragione, desideroso di
esplorare in modo nuo-
vo il futuro. In questo
senso, la fede appare
come una luce illusoria,
che im-pedisce all’uo-
mo di coltivare l’auda-
cia del sapere”.
“per questo, la fede ha
finito per es-sere asso-
ciata al buio. Si è pensa-
to di poterla con-
servare, di trovare per
essa uno spazio perché con-vivesse
con la luce della ragione. Lo spazio
per la fede si apriva lì dove la ragione
non poteva illumi-nare, lì dove l’uo-
mo non poteva più avere certezze”
Ma “La luce della fede possiede un
carattere singolare, essendo capace
di illuminare tutta l’esistenza dell’uo-
mo. Per-ché una luce sia così poten-
te, non può procedere da noi stessi,
deve venire da una fonte più origina-
ria, deve venire, in definitiva, da Dio.
La fede nasce nell’incontro con il Dio
vivente, che ci chiama e ci svela il suo
amore, un amore che ci precede e su
cui possiamo poggiare per essere
saldi e costruire la vita”.
“La luce di Dio brilla attraverso la me-
moria dei fatti operati dal Signore,
ricordati e confessati nel culto, tra-
smessi dai genitori ai figli. Impariamo
così che la luce portata dalla fede è
legata al racconto concreto della vita,
al ricordo grato dei benefici di Dio e
al compiersi progressivo delle sue
promesse”
“La luce della fede in Gesù illumina
anche il cammino di tutti coloro che
cercano Dio, e offre il contributo pro-
prio del cristianesimo nel dialogo con
i seguaci delle diverse
religioni”. Per noi scout,
una sfaccettatura della
Luce è La Luce della pa-
ce che fa parte di una
tradizione nata a Linz nel
1986. Poco prima di Na-
tale, un bambino accen-
de una luce dalla lampa-
da che ar-
de perennemente nella
Grotta di Betlemme, ali-
mentata dall’olio donato da tutte le
nazioni cristiane della terra. La lam-
pada è poi portata a Linz da dove,
con la collaborazione delle Ferrovie
austriache, viene distribuita in tutto il
territorio federale. Dal 1993 la luce –
grazie agli scout – arriva anche in Ita-
lia e da quando è nato il gruppo scout
anche a Montefalcione.
La Luce della pace porta con sé i va-
lori della fratellanza, della collabora-
zione e dell’aiuto reciproco. Noi
scout ci impegniamo ad accoglierla e
distribuirla con l’intento di diffondere
nei cittadini un messaggio di serenità
e di aiuto reciproco. «La piccola
fiamma che passa di candela in can-
dela, di mano in mano è un piccolo
segno che ha un significato profondo:
che la pace sia luce per la nostra vita!
La fiamma accesa alla Chiesa della
Natività di Betlemme ci ricorda che
Cristo è la pace, e che ognuno di noi,
con piccoli gesti, può contribuire a
costruire un mondo di pace». Come
dicevo , «La Luce è un semplice se-
gno che unisce attorno al mistero del
Natale migliaia di persone, è la luce
che brilla in modo differente pene-
trando nella profondità dei cuori,
infondendo calore e dissipando le
tenebre, è un simbolo di fraternità
che rappresenta il mistero di Dio che
si fa uomo. È l’annuncio del suo amo-
re che illumina la vita di ognuno».
«Data la grave crisi nel mondo con la
Luce della Pace della grotta di Bet-
lemme vogliamo lanciare un segno
forte, un segno del nostro desiderio
di coesistenza pacifica» e se la pace è
patrimonio di tutti, essa deve arrivare
a tutti. In particolare, si vorrebbe che
la luce della pace arrivasse nei luoghi
di sofferenza, a chi si sente emargina-
to, a coloro che non vedono speranza
e futuro nella vita.
Ognuno può dare alla Luce del-
la Pace significati diversi, ma
deve dare identico valore.
La Luce della Pace non ha solo
un significato religioso, ma tradu-
ce in sé molti valori civili, etici, mo-
rali accettati anche da chi non
pensa di condividere una fede
purché condividano i valori di Pa-
ce e Fratellanza che la Luce della
Pace porta con sé.
D’Amore Pellegrino
(capo clan “Archè” gruppo scout Monte-
falcione 1)
P a g i n a 1 1 D i t e l o d a i t e t t i
Luce, dal latino lux, è quella por-
zione dello spettro elettroma-
gnetico che l’occhio umano può
vedere. La luce si riflette, si as-
sorbe, si diffonde e proprio la
diffusione da parte dell’atmo-
sfera è responsabile della lumi-
nosità del cielo. Tradotto in ter-
mini cristiani, ciascuno è chia-
mato ad essere la luce della fe-
de, visibile agli occhi e al cuore
degli altri. Il cielo si illumina
attraverso l’uomo, attraverso la
fede che l’uomo riflette da Cri-
sto per poi assorbirla e diffon-
derla attorno a sé. Dobbiamo
essere come il fuoco che si tra-
sforma in luce e in calore so-
prattutto per il più bisognoso.
Dice Gesù: “Io sono venuto nel
mondo come luce perché chiun-
que crede in me non rimanga
nelle tenebre” (Gv 12, 46). Così
come il Signore è luce che ri-
schiara le tenebre e le brutture
del nostro cuore, illuminando
anche la ferita più profonda,
alla stessa maniera anche noi
cristiani dobbiamo impegnarci
ad essere quella “porzione di
spettro visibile” all’occhio uma-
no e benedetto dall’occhio divi-
no. Se la paura a volte ci frena,
proviamo a pensare al Poverello
di Assisi che non ha avuto timo-
re di abbracciare ciò che per lui
era amaro, il lebbroso, ma lo ha
accolto nella sua esistenza e si è
messo al suo servizio concretiz-
zando in opere quel desiderio
che già prima della sua conver-
sione nutriva nel cuore: aiutare
i più poveri e fare il bene….”Per
grazia di Dio diventò compagno
e amico dei lebbrosi così che,
come afferma nel suo testamen-
to, stava in mezzo a loro e li ser-
viva umilmente. Queste visite ai
lebbrosi accrebbero la sua bon-
tà. Conducendo un suo compa-
gno, che aveva molto amato, in
località fuori mano, gli diceva di
aver scoperto un tesoro”(dalla
Leggenda dei tre compagni, FF
1408-1409). La luce della fede
illuminò il cuore di Francesco e
si rese visibile al mondo, conti-
nuando ancora oggi ad operare
con grande energia anche nella
nostra comunità parrocchiale,
dove la Fraternità francescana
ha accolto con gioia la profes-
sione perpetua di un altro fra-
tello lo scorso 16 novembre, e
guida il cammino di altre sette
persone che desiderano vivere il
Vangelo alla maniera di France-
sco e Chiara. Don Tonino Bello
ci ricordava: “Se la fede ci fa es-
sere credenti e la speranza ci fa
essere credibili, è solo la carità
che ci fa essere creduti”. La fede
senza le opere è morta, Dio non
si è rivelato al mondo solo a pa-
role e a promesse, ma ha man-
dato l’Unigenito Figlio Suo affin-
chè credessimo in Lui; ecco per-
ché ci auguriamo che nei nostri
cuori cresca la fede e la sua luce
diventi la nostra forza operante
per chiunque abbia bisogno.
L’Ordine Francescano Secolare
La luce che non conosce tramonto
P a g i n a 3 d i t e l o d a i t e t t i
La luce è il simbolo più co-
nosciuto e usato nella reli-
gione cristiana e si riferisce
direttamente alla figura di
Dio: essa è vita, amore. E’
l’arma principale per difen-
dersi dalle tenebre che, in-
vece, rappresentano il
brutto, la solitudine. Secon-
do la Bibbia Dio creò la luce
ancor prima della terra e del
cielo, non ci può essere vita
senza di essa. Molto bella
l’espressione” venire alla lu-
ce” che ha in se significato
di vita e amore. La chiesa
cristiana ricorre, nelle sue
liturgie, all’uso di candele
che rappresentano la luce in
segno di salvezza e purifica-
zione. Pensiamo al cero du-
rante il Battesimo, al cero
pasquale, al cero acceso ai
funerali, alle candele accese
durante la messa, al cero
che resta sempre acceso da-
vanti al tabernacolo: tutto
ciò sta a significare la pre-
senza costante di Gesù nella
nostra esistenza ; serve ad
indirizzarci verso la luce del-
la propria fede (avere fede,
infatti, è vedere la luce col
cuore quando tutto quello
che gli occhi vedono è l’o-
scurità) ; indicare al cristia-
no ad essere lui stesso luce
nel mondo ; prepararlo ad
illuminare anche gli altri con
la sua testimonianza di vita.
Nelle liturgie oltre alle can-
dele, i canti e le preghiere
sono impregnate di invoca-
zioni alla “Luce”, lo Spirito
Santo stesso è rappresenta-
to da una fiammella. Ci in-
camminiamo verso il Natale
cioè verso la nascita di Ge-
sù, anche in questo caso
una luce, la stella cometa,
ha indirizzato il cammino
dei pastori, dei magi verso
la grotta di Betlemme ad
adorare la “Luce Vera” e li
ha diretti verso la salvezza.
Immedesimandoci in quel
cammino e in quei pastori ci
rendiamo conto di come è
consolante pensare che ab-
biamo Chi ci sta vicino ogni
giorno, ogni attimo della no-
stra vita! Da ministro straor-
dinario posso dire che gli
ammalati che visito portan-
do l’Eucaristia sanno benis-
simo che hanno vicino que-
sta “Luce” che li aiuta, che li
accompagna nella loro ma-
lattia e, difatti, aspettano
con ansia la Comunione co-
me segno di cammino e sal-
vezza. Possa il Signore indi-
rizzarci verso Cristo che è
nostra Luce perché ci ha
chiamati Lui stesso ad esse-
re” Luce del mondo e Sale
della terra” e a far rispende-
re la nostra luce!
I ministri straordinari
P a g i n a 1 0 d i t e l o d a i t e t t i
LA LUCE
SIA
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NT
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NE
T
parrocchiadim
ontefalcione
.it
P a g i n a 4
d i t e l o d a i t e t t i
La luce per la Fratres è sinonimo
di Amore e Condivisione; infatti il
messaggio principale divulgato
dalla Fratres è “la cultura del do-
no”. Una cultura di amore e di
fratellanza di cui ci sembra che la
nostra società abbia sempre più
disperato bisogno. La nostra con-
sociazione si avvale di volontari.
Persone impegnare e attente agli
altri, che “condividono” la propria
luce con il mondo; perché svolge-
re un servizio volontario per la
comunità è un dovere morale ol-
tre che civile.
Donare un po’ del proprio sangue
dovrebbe essere considerato un
atto di civiltà e un dovere morale
per chi è in buona salute; perché
ogni giorno migliaia di persone
sopravvivono grazie a un gesto
così semplice ma così importante.
Il modello al quale ci ispiriamo è
quello del Cristo che dona il Suo
Santissimo Sangue per salvarci.
La donazione è un atto volontario,
anonimo e gratuito; è un piccolo
gesto che rende grandi. Per tutti
noi che abbiamo a cuore la vita, la
donazione è un gesto di vita.
La donazione salva la vita. Riesce
a tirar fuori le persone dall’oscuri-
tà perché donare il sangue può
davvero salvare la vita, o addirittu-
ra più vite. Se non ci fossero più
donazioni, molte persone non
potrebbero più effettuare inter-
venti, dove la trasfusione è fonte
di vita, e quindi fonte di luce.
Questo perché il sangue umano è
un prodotto indispensabile alla
vita, e non riproducibile artificial-
mente. Costituisce un fattore uni-
co di sopravvivenza, e dà una spe-
ranza alle persone che vivono av-
volti dalle tenebre. Il “volontariato
del sangue” è amore verso il pros-
simo. Si tratta di un dovere civico
e morale. Significa preservare la
propria salute per garantirla a chi
non ce l’ha. Significa illuminare la
via a persone che si sono arrese
all’oscurità. La luce di Cristo indu-
ce gli esseri umani a realizzare il
bene, a cercare il giusto in termini
umanitari e caritatevoli. Quindi
donare la luce significa donare la
vita; e donare la vita significa esse-
re “utili” alla società attraverso i
piccoli gesti, come la donazione
del sangue.
Gruppo Fratres
Montefalcione
P a g i n a 9 d i t e l o d a i t e t t i
SCORRENDO LE PAGINE DEL VAN-
GELO, IN PARTICOLARE QUELLO DI
GIOVANNI, CI SI IMBATTE IN UN
INCONTRO TRA GESU’ E UN UOMO
CIECO DALLA NASCITA. UN INCON-
TRO CHE ABBIAMO TANTE VOLTE
LETTO E COMMENTATO NELL’ ORA
DI CATECHISMO CON I RAGAZ-
ZI,MA CHE DA’SEMPRE NUOVI
SPUNTI DI RIFLESSIO-
NE,RILEGGENDOLO. LA VITA DEL
CIECO NATO E’ FATTA DI BUIO
NON SOLO FISICO MA ANCHE MO-
RALE INFATTI ,VIVEVA AI MARGINI
DELLA SOCIETA ,ERA UN MENDI-
CANTE ( LETTERALMENTE STAVA
ACCANTO ALLA STRADA) E SO-
PRAVVVIVEVA NELL’INDIFFERENZA
DEI SUOI VICINI E DELLA SUA FA-
MIGLIA. PER GLI EBREI, LA MALAT-
TIA ERA SINONIMO DI PECCATO E
QUESTA CREDENZA ACCRESCEVA
IL SENTIMENTO DI SOLITUDINE.
NEL BRANO SI POSSONO INDIVI-
DUARE TRE MOMENTI CARATTE-
RIZZATI DA ALTRETTANTI INCON-
TRI. NEL PRIMO GESU’ OPERA IL
MIRACOLO A FAVORE DEL CIECO;
CHE NON AVEVA NEPPURE CHIE-
STO LA GUARIGIONE:IL CIECO
GUARITO RACCONTA QUANTO
ACCADUTO A QUELLI CHE GLIELO
CHIEDONO:GIOVANNI CHE GIA’
NEL PROLOGO HA DEFINITO IL
VERBO COME “LA LUCE CHE BRIL-
LA NELLE TENEBRE(1-5),”ORA DE-
FINISCE GESU’CON IL TERMINE”
INVIATO” COME COLUI CHE IL PA-
DRE HA MANDATO PER RIVELARCI
IL SUO AMORE E IL SUO PROGET-
TO SALVIFICO. IL CIECO DEVE IM-
MERGERSI NELL’INVIATO ; IN
QUESTO MODO NON SOLO POTRA
VEDERE LA LUCE MA VIVRA’ DI
ESSA. LE TENEBRE DEL MALE SO-
NO STATE SCONFITTE DALLA PO-
TENZA DELLA LUCE; LA LUCE A CUI
GIOVANNI FA RIFERIMENTO PER
BEN VENTIDUE VOLTE NEL SUO
VANGELO E’ UNA LUCE UNIVERSA-
LE,DIRETTA A TUTTI, NON SOLO A
POCHI ELETTI:E’ QUELLA DELLA
FEDE. ESSA POSSIEDE UN CARAT-
TERE SINGOLARE PERCHE’ E’ CA-
PACE DI ILLUMINARE TUTTA L’ ESI-
STENZA DELL’ UOMO .LA FEDE-
LUCE NASCE DALL’INCONTRO CON
IL DIO VIVENTE,CHE CI CHIAMA E
CI SVELA IL SUO AMORE. NEL SE-
CONDO MOMENTO, IL CIECO SI
RITROVA DAVANTI AI FARISEI I
QUALI CONTESTANO PUNTO PER
PUNTO L’ACCADUTO. MANIFESTA-
NO INCREDULITA,RIFIUTO, A TRAT-
TI DISPREZZO .IL CIECO CERCA DI
DIFENDERE LA VERITA’ CHE HA
SPERIMENTATO,MA SAREBBE
TROPPO SEMPLICISTICO PENSARE
CHE SIA SUFFICIENTE LA (FEDE)
PER OTTENERE SERENITA’ E FELICI-
TA’:COME ACCADE NELLA VITA DI
TUTTI NOI,ARRIVANO MOMENTI
IN CUI LE TENEBRE PROVANO IN
OGNI MODO AD OFFUSCARE LA
LUCE. TUTTI NOI CREDIAMO IN
DIO,PARTECIPIAMO ALLA MESSA
DOMENICALE,PRATICHIAMO I SA-
CRAMENTI MA IN QUANTE OCCA-
SIONI SIAMO TENTATI DI DIMENTI-
CARE LA LUCE E INSEGUIRE IL FA-
SCINO DELL’ OSCURITA’?IL PECCA-
TO SI ANNIDA DOVE E’ DIFFICILE
SCOVARLO;SCAVA ANCHE CHI CRE-
DE DI ESSERNE IMMUNE COME
ACCADE AI FARISEI . A DIFFERE-
RENZA DEL CIECO, CHE DIFENDE
CORAGGIOSAMENTE LA LUCE CHE
GLI E STATA APPENA DONATA
GRATUITAMENTE. NELL’ ULTIMO
MOMENTO GIOVANNI MOSTRA
GESU’ E IL CIECO INSIE-
ME,UTILIZZA PAROLE MOLTO
CHIARE CHE SERVONO AD ESPRI-
MERE LA FEDE IN COLUI CHE E’
LUCE DEL MONDO. IL BATTESIMO
E’ IL SACRAMENTO CHE CI INTRO-
DUCE NELLA LUCE DELLA FE-
DE,TRASFORMATI DA QUESTO
AMORE RICEVIAMO OCCHI NUO-
VI,SPERIMENTIAMO CHE IN ESSO
C’E ’UNA GRANDE PROMESSA DI
PIENEZZA E SIAMO CHIAMATI A
TESTIMONIARE LA LUCE A TUTTI
QUELLI CHE INCONTRIAMO. CHE
CAMBIAMENTI HA VISSUTO IL CIE-
CO! L’ ESCLUSIONE, IL RIFIUTO, LA
SOLITUDINE NON CI SONO PIU’ E
AL LORO POSTO CI SONO SOLTAN-
TO LA PASSIONE E L’AMORE PER
GESU’.L’AUGURIO CHE POSSIAMO
RIVOLGERE A TUTTI, E’ PERMETTE-
RE CHE NEL GIORNO DI NATALE( E
NON SOLO) ,NEL QUALE LA VITA
VERA IRROMPE CON TUTTA LA
SUA POTENZA GLORIOSA NELLA
TUA VITA ANCHE TU, CHE ORA
STAI LEGGENDO, POSSA LASCIARE
DA PARTE IL DUBBIO ,LE INCERTEZ-
ZE E PERMETTTERE AL BAMBINO
GESU’ DI ILLUMINARTI CON LA
SUA LUCE!SOLO ALLORA ANCHE
TU VERRAI TRASFORMATO E SA-
RAI APOSTOLO DELLA GIOIA DI
DIO.
I CATECHISTI
"Vedere la luce"
P a g i n a 5 d i t e l o d a i t e t t i
LA LUCE PER LA FRATRES
P a g i n a 8 d i t e l o d a i t e t t i
Che cosa è la luce? O me-
g l i o , C h i è l a L u c e ?
La prima cosa da dire è che la
luce è necessaria per vedere e
per far vedere. E non è un vedere
con gli occhi né mediante la sola
luce materiale, ma un vedere con
i l c u o r e .
Fin da piccoli riusciamo a capire
che la luce è cosa buona, mentre
il buio è da sempre sinonimo di
negatività, di privazione, di errore.
Ci viene insegnato che in princi-
pio, quando fu creato il mondo,
Dio disse: « “Sia fatta la luce”; e
luce fu. E Dio vide che la luce era
buona. Dio separò la luce dalle
tenebre. E chiamò la luce
“giorno” e le tenebre “notte”. Co-
sì fu sera, poi fu mattina: e fu il
p r i m o g i o r n o » .
Non viene pronunciata un’escla-
mazione di bontà sulle tenebre,
c o m e
q u e l l a
sulla lu-
ce, e già
questo ci
porta a
c a p i r e
che la
luce ci
i l lumina
la vita,
mentre le
t e n e b r e
ci avvol-
g o n o
nell’oscu-
r i t à .
La luce è un simbolo molto im-
portante nella religione cristiana.
In tutte le culture, costituisce una
coppia con il termine tenebre, di
c u i è l ' o p p o s t o .
Si comprende la luce perché vi
sono le tenebre. La luce indica la
vita, le tenebre la morte. Il simbo-
lo della luce pervade la Bibbia
dalla prima all' ultima pagina.
Essa viene indicata come l’arma a
cui affidarsi per proteggersi dalla
minaccia delle tenebre, sempre in
agguato dietro l’angolo. La luce
di Cristo ci porta a vivere per gli
altri e in comunione fra di noi.
Gesù dice di se stesso: “Io sono la
L u c e d e l m o n d o ” .
Per far capire alle persone che
non è il progresso tecnologico ad
illuminare il mondo, ma è la
“Nostra Fede” che Illumina le
Nostre Vite. La luce è associata
alla vita: quando si nasce si viene
alla luce, si cammina nella luce, si
f u g g e d a l l e t e n e b r e .
La prima cosa che può venire in
mente quando si nomina la luce è
il sole, e come concetto non è
sbagliato. Noi attribuiamo il con-
cetto di luce al Sole perché lo ve-
diamo come una grande sfera di
calore che riesce ad illuminare
tutto. Così proprio come Dio che
con il suo calore e la sua luce illu-
mina le nostre vite. Per noi il sole
è luce, ma insieme è anche fuoco
e c a l o r e .
Proprio come la Santissima Trini-
tà: LA LUCE È IL FIGLIO, il
Fuoco è il Padre, il Calore è lo
S p i r i t o S a n t o .
La luce è attribuita a Dio: Dio è
sorgente della vita e sorgente della
luce, ed è la parola di Dio che
illumina e guida nelle vie della
v i t a .
La nostra “Missione” è quella di
dare “Luce a l Mondo”.
Il cristiano dovrebbe essere una
persona luminosa che porta un
messaggio di Speranza, Amore e
Condivisione. L’amore è gratuito,
non deve essere esercitato per
raggiungere scopi, ma deve esser
semplicemente Donato.
Infatti la Fratres è un’associazione
di ispirazione cristiana che crede
nell’importanza della donazione
come gesto di solidarietà e gene-
rosità.
17 dicembre
ORE 18,30 S. MESSA IN SANTUARIO
al termine
ARRIVO DELLA LUCE DI BETLEMME
LA LUCE DELLA PACE DI
BETLEMME
P a g i n a 6 d i t e l o d a i t e t t i
29 novembre Novena all’Imma-colata Concezione Santuario:
Ore 17,40: Santo Rosario
Ore 18,10: NOVENA
Ore 18,30. Santa Messa
2 dicembre — Domenica
Sante Messe come orario consue-to.
6 dicembre San Nicola
Ore 18,30 al Santuario Santa Messa per i bambini e raccolta dei doni per i bambini meno for-tunati.
8 dicembre Solennità dell’Imma-colata Concezione SS. Messe TUTTE AL SANTUARIO
ore 8,30 — 10,30 — 18,30
(messa vespertina Valida per la Domenica e non per la Solennità dell’Immacolata)
9 dicembre — Domenica
Sante Messe come orario consue-to
10/12 dicembre—Triduo in onore di S. Lucia
Ore 18,00: Santo Rosario e Triduo
Ore 18,30: Santa Messa
13 dicembre Santa Lucia
Sante Messe ore 8,30; 10,30 e 18,30.
dopo la S. Messa Vespertina bre-ve Processione della statua della Santa per le vie principali del Paese.
15 dicembre Novena a Gesù Bambino
Ore 18,00: Santo rosario e Novena
Ore 18,30: Santa Messa
16 Dicembre Domenica—Sante messe come consuetudine Bene-dizione dei Bambinelli alla S.
Messa delle 10,30
ORE 19,00 — Santuario—Concerto Natalizio del Coro Par-
rocchiale.
17 dicembre - ORE 18,30 S. MES-SA IN SANTUARIO e al termine ARRIVO DELLA LUCE DI BETLEM-ME
20 dicembre - Festa natalizia per i bambini del catechismo in Orato-rio dalle ore 16,00 alle ore 18,00
Dal 17 al 23 dicembre sarà pre-sente un Confessore per ascoltare le confessioni, dalle 17,00 in San-tuario e anche la mattina del 24 dicembre. La notte di Natale e il giorno di Natale non saranno ascoltate confessioni.
24 dicembre
Ore 23,30 Inizio Santa Messa del-la Notte
25 dicembre Solennità del Na-tale di Gesù
Sante Messe Ore 09,00 (Monastero)
Ore 11,00 (Santuario)
Nel pomeriggio non viene cele-brata la S. Messa
26 dicembre Ore 18,30 Santa Messa
30 dicembre – Domenica - Solen-nità della Santa Famiglia di Naza-reth — Sante Messe come di con-sueto. Ore 10,30: Santa Messa per le famiglie al Santuario con rinnovo delle promesse matrimo-niali e benedizioni delle edicole itineranti della Sacra Famiglia
31 dicembre Ore 18,00 S. Mes-sa e Te Deum (Santuario)
1 Gennaio
Solennità di Maria SS. Madre di Dio
Sante Messe Ore 09,30 (Monastero) -
Ore 18,30 (S. Giovanni)
6 gennaio Domenica
Epifania di Nostro Signore
Sante Messe Ore 08,30 (Monastero)
Ore 10,30 (Santuario)
Nel Pomeriggio Ore 17,30 Santo Rosario
Ore 18,00 Funzione della stella e Santa Messa
PREMIAZIONE DELLA RASSEGNA
“PRESEPIO IN FAMIGLIA”
Processione di
Gesù Bambino per le vie del Ca-stello.
Al termine, bacio del Bambino Gesù
Per tutto il periodo natalizio dal 03 dicembre al 7 gennaio raccol-ta derrate alimentari per i poveri attraverso la Caritas Parrocchiale. Si possono deporre sotto l’albero della solidarietà allestito dai bambini in Santuario.
Esercizi spirituali al popolo dal 23 al 28 febbraio 2019 .
Solenni Quarantore dal 2 al 6 marzo 2019
P a g i n a 7 d i t e l o d a i t e t t i
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso,
tu sei disceso, o Verbo di Dio,
in solitudine e più alto silenzio.
La creazione ti grida in silenzio,
la profezia da sempre ti annuncia,
ma il mistero ha ora una voce,
al tuo vagito il silenzio è più’ fondo.
E pure noi facciamo silenzio,
più che parole il silenzio lo canti,
il cuore ascolti quest’unico Verbo
che ora parla con voce di uomo.
A te, Gesù, meraviglia del mondo, Dio che vivi nel cuore dell’uomo, Dio nascosto in carne mortale,
a te l’amore che canta in silenzio.
(Padre David Maria Turoldo)
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