A LOURDES - mariareginadellafamiglia.it · blemi di quell’isola africana che ama ... l’albero...

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1 O Maria, Madonna mia, qui davanti alla tua Grotta mi dai nostalgia di Cielo. Mille e mille vorrei portare alla tua presenza: incontrandoti conoscendoti gioiranno di ri-trovarti in Paradiso. Questo, il salario mio. don Ambrogio A LOURDES A LOURDES A LOURDES A LOURDES

Transcript of A LOURDES - mariareginadellafamiglia.it · blemi di quell’isola africana che ama ... l’albero...

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O Maria,Madonna mia,quidavanti alla tua Grottami dai nostalgia di Cielo.

Mille e mille vorrei portare alla tua presenza:

incontrandoticonoscendotigioirannodi ri-trovartiin Paradiso.

Questo,il salario mio.

don Ambrogio

A LOURDESA LOURDESA LOURDESA LOURDES

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Come vivere il comando “Mi sarete testimoni”:

Granelli di sale, piccoli “semi” Granelli di sale, piccoli “semi” Granelli di sale, piccoli “semi” Granelli di sale, piccoli “semi” ............

Essere “sale della terra” e “luce del mondo”: è questo (ricordate?) l’invito fatto dal nostro Arcivescovo per

questo nuovo anno pastorale. Un invito che si deve tradurre in impegno per ciascun fedele, di qualsiasi

condizione ed età. Come fare? Nella nostra comunità e nella città possiamo trovare alcuni esempi, piccoli

“semi” destinati però a germogliare e fare un gran bene.

“Quarta isola al mondo per grandez-

za. Le sue coste sono bagnate a ori-

ente dall'oceano Indiano, a nord e

a ovest dal Canale di Mozambico.

La barriera corallina più estesa nel

canale di Mozambico è ricca di vita.

Numerose le baie che offrono belle

spiagge tropicali ...”: inizia così unadelle tante pubblicità turistiche chepromuove viaggi e vacanze in Ma-dagascar. Tutto il mondo è paese,dappertutto c’è ricchezza e povertà... ma in Madagascar le cifre parlanoda sé: l’85 % dei 16 milioni di mal-gasci vivono in aree rurali e il 70 %vegeta sotto la soglia di povertà. Per qualche settimana tra noi, suorMaddalena, missionaria Vincenzia-na, ci ha parlato ancora una voltadei suoi bambini malgasci, dei pro-blemi di quell’isola africana che amae conosce per i tanti anni vissuti lìcome missionaria. E ci ha invitato, una sera in oratorio,a consumare insieme il “tradiziona-le” pasto malgascio della sua gente:solo una ciotola di riso e una patatabollita!!La sua è una testimonianza di “Van-gelo vissuto” forte, la luce che portain quel paese si alimenta anche conla nostra vicinanza di preghiera e didonazione.Il suo impegno quotidiano è a favoredei bambini della Missione diBetroka: Suor Maddalena, dopoqueste poche settimane di riposo danoi, li ha di nuovo raggiunti.

Da poco più di 2 mesi sta muovendoi primi passi in oratorio un Gruppomissionario per i ragazzi e, sicura-mente, ci avrete visti già all’opera.In occasione della Giornata Missio-naria Mondiale il 23 ottobre abbiamoallestito un banco-vendita di torte ilcui ricavato è andato alle missioni.Abbiamo avuto poi la possibilità diincontrarci alla “Cena del povero”l’11 novembre: era venuta a regalar-ci la sua toccante testimonianza Sr.Maddalena.A questo punto potreste domandar-vi: ma quale è il vostro ruolo all’in-terno della comunità parrocchiale?Il nostro desiderio è quello di impe-gnarci su due livelli: da una partel’impegno concreto nel raccoglierefondi per sostenere materialmente inostri missionari e le missioni spar-se in tutto il mondo attraverso l’alle-stimento di banchi-vendita; dall’altrol’impegno di sensibilizzazione e diriflessione nel tentativo di far cresce-re una coscienza “evangelica” attra-verso, ad esempio, la testimonianzadi qualche missionario che si trovaa vivere in prima linea situazioni dipovertà. Cosa sta bollendo in pento-la in questo periodo? Domenica 27novembre fuori dalla Chiesa abbia-mo allestito un banco-vendita conoggetti preparati dai nostri ragazzi inoratorio durante i laboratori domeni-cali: candele, alberelli preziosi, bi-glietti chiudi-pacco, decorazioni perl’albero di Natale e tanti altri oggetti,

Suor Maddalena Robbioni,nostra parrocchiana,

missionaria in Madagascar

Un gruppo Missionario per i ragazzi

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che possono diventare simpaticipensieri-regalo per i nostri cari.In occasione del prossimo Nataleabbiamo preparato nelle fantasti-che cucine dell’oratorio dei primipiatti: alcuni li abbiamo consegna-ti sabato 10 dicembre ai nostriparrocchiani soli o ammalati checosì potranno festeggiare il Natalecon un pranzetto da leccarsi ibaffi. Altre porzioni sono statevendute domenica 11 dicembre atutti coloro che si erano prenotatiin oratorio.Per il momento è veramente tutto.Spero di incontrarvi presto in ora-torio e, anche se con un po’ diritardo, vi auguro a nome delGruppo Missionario Ragazzi unbuon cammino di Avvento.

Norma

Exodus, la Fondazione creata da don Mazzirealizza in città un Centro di primo soccorso

La Fondazione Exodus, nata nel1996 attorno all'idea che sia pos-sibile affrontare i grandi problemisociali in maniera semplice, utiliz-zando le risorse che ci sono gianelle persone, sta per realizzare aGallarate un Centro di primo soc-corso.Exodus svolge da anni attività dicomunicazione sociale, di forma-zione, di promozione di program-mi con adolescenti e giovani, pre-venzione e cura delle tossicodi-pendenze e delle forme di gravedisagio sulla base di un approcciodi tipo educativo.Presso il Centro diurno di via Go-rizia si sta ora allestendo unCentro di Primo Soccorso che di-

sporrà di 2 camere e 2 bagni, ingrado di ospitare 4 persone.È una prima risposta ad un graveproblema, quello di chi non ha unalloggio ed è costretto a dormireper le strade. Una risposta insuffi-ciente certamente alla richiestama importante perchè finalmentesmuove resistenze ed incapacitàdella nostra città ad accoglierepersone disagiate.Da anni si sta cercando di dotarela città di una mensa per i poverima ancora il progetto stenta afarsi strada: l’iniziativa di Exodussta a dimostrare che davvero sipuò rispondere in maniera sempli-ce ai grandi problemi, un passoalla volta ma ... camminando!

Tra gli adolescenti impegnati nelservizio in oratorio c’è chi fa l’aiu-to catechista, chi dà una mano aipiù piccoli nel fare i compiti, chi al-lena, chi segue un corso di chitar-ra, chi segue il teatro… Ognuno faqualcosa, per dare una mano allapropria comunità e restituire quel-lo che essa ci ha dato quandoeravamo noi i piccoli. Già, dare.Ma con che spirito? Vi sono diver-si modi di fare qualcosa. Il dono spontaneo di sè e delleproprie capacità è il più fruttuoso,perché si dà ciò per cui si è piùportati e si riceve molto di più, inaffetto, in stima, in sorrisi…Alcuni adolescenti l’hanno intuitoed è per questo che vanno avan-ti, instancabilmente o quasi, fino aquando si arriverà ad un punto incui i propri doveri e impegni extraoratoriani prenderanno il soprav-

vento, e non si potrà proprio igno-rarli: la realtà dell’oratorio non èl’unica e lo sa bene chi lavora.Loro continuano ad esserci no-nostante gli errori, la stanchezza,le incomprensioni che talvolta in-sorgono con i giovani più grandi econ gli adulti, perché le età sonodiverse e capita di non capirci, ca-pita che le aspettative sono trop-po lontane da ciò che siamo. Enon crediate che non ci interessa,perché ci soffriamo parecchio perquesti scontri.Nel momento in cui la “favola” delGrest finisce e con essa i grandinumeri (quest’anno abbiamo avu-to 350 bambini e 50 animatori!!),per alcuni animatori sembra cherimettere piede in oratorio siaquasi uno ... scandalo!! Gli adole-scenti invece rimangono e si fan-no carico dei più piccoli: studiano

la sera o (cosa che non si dovreb-be fare!!) addirittura tralasciano lostudio per dare una mano, corro-no dalla palestra all’oratorio pernon perdersi l’inizio della festa e sialzano presto la domenica matti-na per andare a mettere a posto irimasugli della baldoria del sabatosera… In fondo sono ragazzi an-che quelli che servono in oratorio,con le loro esigenze e la lorovoglia (e diritto, oserei aggiunge-re) di stare insieme, di fare grup-po, di divertirsi; semplicementehanno fatto una scelta, avendocompreso che il donarsi sponta-neamente, al di là dei richiami del-le suore, del don o dei genitori)non solo paga ma li aiuta a cre-scere da buoni cittadini e veriCristiani, seguendo Gesù che èstato il primo a donarsi completa-mente per noi.

Il servizio degli adolescentiin Oratorio

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Come rovinare un figlio ... in 10 mosse!Come rovinare un figlio ... in 10 mosse!Come rovinare un figlio ... in 10 mosse!Come rovinare un figlio ... in 10 mosse!

Mi hanno regalato un libro, che holetto tutto d’un fiato …

L’autore è Don Mazzi, il libro èscritto semplicemente, con il lin-guaggio con cui si parla tra amici,nel salotto di casa nostra.Il titolo è già un programma:“Come rovinare un figlio in 10mosse” appunto, il retrocopertinarecita: “Viziatelo, accontentavi del6 meno, dispensate carezze diseconda mano, imbottitelo di me-rendine, incollatelo alla Tv, sve-gliatevi solo quando è grande”.Se ci si addentra tra i capitoli, behcome genitori ma, soprattutto,come mamme ci si sente in dove-re di riflettere ... e molto.

Volete avere un breve assaggio?Ecco qui allora alcune delle rego-le d’oro per allevare, anzi ROVI-NARE, un figlio.

1) Dare al bambino, fin da piccolo,tutto ciò che desidera. Co-sì cre-scerà convinto che il mondo gli siadebitore di tutto il necessario pervivere.

Io, sinceramente, rimpiango i tem-pi passati, quando noi piccoli, (maanche i grandi), ricevevamo il ne-cessario e magari un pezzettinopiccolo di superfluo (le scarpebelle, il cappotto nuovo, una bam-bolina) solo in occasioni speciali(compleanno o Natale). Adesso, avete mai provato a chie-dere a un bambino di 7/8 annicosa desidera per Natale? Altro che cappottino o scarpenuove (questo è dovuto). Si apre il catalogo dei giocattoli,edizione aggiornata, e ci si sbiz-zarrisce in richieste che, una voltaaccordate, il giorno della Befanasono già nel dimenticatoio!

2) Non dargli un’educazione spiri-tuale e religiosa, almeno finchènon sia grande e possa scegliereda sé. Con la stessa logica biso-gnerebbe evitare di insegnargli l’i-taliano, da grande potrebbe deci-dere di parlare un’altra lingua!

Ma noi adulti, coltiviamo la nostraeducazione spirituale e religiosa,oppure siamo in altre faccendeaffaccendati e quindi, tutto som-mato, ci va meglio così?

3) Raccogliere tutto ciò che la-scia in disordine scarpe, libri,vestiti. Fare per lui ogni cosa inmodo da abituarlo a scaricaresugli altri tutti i pesi.

Non lamentiamoci però quandoda adulto non capirà che cosa so-no parole e valori quali: solidarie-tà, carità, amorevolezza e atten-zione al prossimo. O quando or-mai adulto non saprà più fare ordi-ne nemmeno nella sua vita.

4) Difenderlo sempre davanti atutti: insegnanti, sacerdoti, pa-renti vicini e chiunque altro ab-biada dire qualcosa che non ci piacesu di lui..

Continueremo a difenderlo anchequando sceglierà cattive compa-gnie o si avvierà su strade perico-

lose? Rimarrà sempre il nostrobambino indifeso che nessunopuò capire?Quando poi da grande il bambinosi comporterà male, ci difendere-mo dicendo: “Con lui non siamoriusciti a ottenere nulla”.Naturalmente rovesciando la logi-ca di queste 10 regole, si possonoricavare dalla lettura del libro isaggi consigli per crescere un fi-glio come si deve… MA CI DEVEINTERESSARE!

Per chi volesse acquistarlo:

Don Antonio Mazzi

Come rovinare un figlio

in dieci mosse

ExodusEuro 9

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A proposito di ... vicini di casaA proposito di ... vicini di casaA proposito di ... vicini di casaA proposito di ... vicini di casa

Tempo fa un’amica, mi racconta-va che nel suo pianerottolo eraarrivata ad abitare una nuovafamiglia: dopo qualche settima-na, una sera ha suonato il campa-nello dei nuovi vicini portando lo-ro un dono di benvenuto. La dif-fidenza prima e lo stupore poi,erano a detta della mia amica,riconoscibilissimi nei volti dei nuo-vi vicini, rimasti impietriti per ungesto apparentemente così natu-rale.Dai francesi ci arriva un’iniziativacuriosa ma che ci invita a riflette-re! È stata subito copiata: nonmolto tempo fa, infatti, a Roma siè celebrata la prima “festa deivicini di casa” !Di cosa si tratta? I vicini di casachiacchierano, mangiano e perfi-no ballano tutti insieme in unospazio comune.A raccontarla potrebbe sembrareuna trama per un bel musical (mo-dello “Aggiungi un posto a tavo-la”!) ma invece è tutto vero!Sì, perché se è gia difficile percor-rere l’intricato percorso di “do-mande mutui” e quant’altro pertentare di acquistare un apparta-mento, diventa forse ancora piùdifficile entrare in empatia congli altri abitanti del propriopalazzo, forse si può tentare untimido approccio con un buongior-no-buonasera, ma oltre a quello èdifficile andare.Da una indagine che il Censis haeffettuato tra gli amministratori dicondominio, risulta che i rapportidi vicinato, negli ultimi 5 anni,fanno registrare livelli di con-flittualità notevolmente aumen-tati.Siamo diventati una società indivi-dualista che fatica a trovare spazidi vita comunitaria, non capendoo non volendo riflettere su come,

in tempi di benessere sempre piùridotto per molti, la vicinanza sipuò trasformare in valore, in retedi solidarietà!La “banca del Tempo” di Legnano,sollecitata anch’essa dall’idea deinostri vicini d’oltralpe, ha organiz-zato un corso per “diventare buonivicini di casa”, rivolta agli anziani.Tutto ciò per favorire la costru-zione di rapporti sociali proprioa partire dalle relazioni minime

“porta a porta”.Iniziative sicuramente degne di lo-de e che tuttavia lasciano, a mioparere, un po’ di amaro in bocca.Dov’è finita la sana spontaneitàper la quale era naturale condivi-dere i frutti del proprio albero piut-tosto che una manciata di zucche-ro? Non c’è più tempo per nienteo forse è troppo il tempo che spre-chiamo in faccende che non ciscaldano più il cuore?

“Con gli occhi del cuore”… ovvero quando il teatro è strumento di crescita.

È stata un’avventura bellissima, questa nostra dello spettacolo “Congli occhi del cuore”, cominciata in sordina e forse un po’ per giocoun pomeriggio assolato dell’estate 2004, quando a un gruppo diragazzi è stato letto un testo teatrale. All’inizio c’è stato stupore, timi-dezza, eccitazione e anche un po’ di “sana” incoscienza da parte loroe da parte di chi, per tanti mesi e con tantissime prove, li ha visti “tra-sformarsi!Abbiamo lasciato loro qualche tempo per rileggersi il copione e perscegliere il personaggio che a loro più piaceva e - da non credere -quando ci siamo ritrovati, dopo le vacanze estive, ciascuno di loroaveva scelto un personaggio diverso e soprattutto, letto a posteriori,un personaggio che in qualche modo era simile a loro.Da lì alla “prima” al Teatro Nuovo, il percorso è stato un po’ in sali-ta: a volte sembrava di lavorare con l’armata Brancaleone, a voltedurante le prove ci mettevano talmente tanta passione, da farci veni-re i brividi e qualche lacrima.Hanno saputo calarsi nei loro personaggi, autocontrollarsi, superare ipropri limiti, accettare di buon grado di ripetere una battuta, magariquattro volte di seguito. Il risultato è stato un trionfo: il 23 ottobre 2005, il G.A.T.a.L. (GruppoAttività Teatrali amatoriali Lombardia) ha assegnato il 1° premio as-soluto al nostro spettacolo, perché “costruito come un ottimospettacolo, ben recitato e denso di contenuti”.E allora ci sembra giusto ringraziare anzitutto i genitori, per avercipermesso di lavorare così assiduamente con i loro figli, ma soprattut-to dire un grande GRAZIE a loro, questi nostri giovani ma straor-dinari ragazzi, rigorosamente citati in ordine di uscita. Grazie quindi a:Simone, Mattia, Giulia, Luca, Leila, Tania, Chiara, Angela, Mattia,Ambra, Laura, Sonia, Chiara e naturalmente all’unico grande di unacompagnia in erba Raffaele. E alla bravissima regista Mariella.Grazie davvero di cuore… e ricordatevi sempre: “Non si vede bene

che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.

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I SOGNI DI DON BOSCO

MENSE DIVISE IN TRE ORDINIMENSE DIVISE IN TRE ORDINILa sera del 5 agosto 1860 donBosco raccontava ai giovani del-l’Oratorio un sogno, nel quale liaveva visti in un vago giardinoseduti a mense che da terra,formando una gradinata, s’innal-zavano tanto che a stento ne ve-deva la sommità.Le lunghe tavole erano 14, di-sposte a vasto anfiteatro e divisein tre ordini, ciascuno sostenutoda un muro che formava un ri-piano.

In basso, intorno a una tavolaposta sul nudo suolo, spoglia diogni ornamento e vasellame, sivedeva un certo numero di gio-vani. Erano mesti, mangiavanodi mala voglia e avevano un pa-ne a forma di quello delle muni-zioni dei soldati; era tutto ranci-do e muffito che faceva schi-fo.Era in mezzo a sudiciume eghiande. Quei poveretti stavanocome gli animali immondi al tro-golo. Don Bosco voleva dir loroche gettassero via quel pane;ma si accontentò di chiedereperchè avessero innanzi un cibocosì nauseante.Gli risposero: ”Dobbiamo man-

giare il pane che ci siamo prepa-

rati; e non ne abbiamo altro”.Era lo stato di peccato morta-le.

Di mano in mano che le mensesalivano, i giovani si mostravanosempre più allegri e mangiavanopane delizioso. Erano bellissimi,splendenti, di una bellezza esplendore sempre crescenti. Leloro tavole, ricchissime, eranocoperte con tovaglie finementelavorate, sulle quali brillavanocandelabri, anfore, tazze, vasi difiori indescrivibili, piatti con pre-ziose vivande; tesori di valore

inestimabile. Il numero di queigiovani appariva grandissimo.Era lo stato dei peccatori con-vertiti.

Finalmente le ultime mense allasommità avevano un pane chenon si può definire. Pareva gial-lo, pareva rosso, e lo stesso co-lore del pane era quello dellevesti e della faccia dei giovani,che splendeva tutta di luce vivis-sima. Costoro godevano di unaallegria straordinaria e ciascunocercava di parteciparla agli altricompagni. Nella loro bellezza,nella luce e splendore dellemense superavano tutti quelliche occupavano i gradi sottopo-sti. Era lo stato d’innocenza.

“Ma il più sorprendente si è -

continua don Bosco - che quei

giovani li riconobbi tutti dal primo

all’ultimo, dimodochè vedendo-

ne ora uno, mi pare di vederlo

ancora là assiso al suo posto a

quella tavola.”Il giorno seguente don Boscodisse in privato ad ogni alunno ilposto che occupava a quellemense.Gli si domandò se si potesse dauna tavola inferiore salire auna superiore. Rispose che sì, eccetto cheandare a quella più alta degliinnocenti, perchè i decaduti daessa non vi potevano più torna-re: era riservata solo a coloroche conservavano l’innocenzabattesimale.Il numero di questi era piccolo,grande invece quello delle altremense.

(DA I SOGNI DI DON BOSCO

EDITRICE ELLE DI CI)

ANCHE I GIOVANI

LEGGONO LA BIBBIA

Dallo scorso maggio per i giovanidella nostra parrocchia (e non) c’èun’occasione in più per approfon-dire la conoscenza della Paroladi Dio.Per ora siamo un piccolo gruppoche, una volta al mese (solitamentela prima domenica del mese, do-po la Messa delle 18), ci ritroviamoa casa di don Ambrogio per leg-gere e commentare alcune paginedel Vecchio Testamento. Dopo l’e-sperienza di quest’estate, la GMGdi Colonia, il gruppo si è un po’ingrandito; l’invito è rivolto a tutti igiovani dai 18-19 anni in su chehanno voglia di approfondire le ori-gini della propria fede.La formula, già rodata, comprendeun’oretta di lettura della Bibbia cona seguire cena al sacco. Il clima èmolto familiare. Don Ambrogio, damaestro, ci legge e ci commentariga per riga, a volte parola perparola, le Scritture; con grandepazienza ce ne spiega il significatoe ci invita a cercare delle attualizza-zioni, a portare le parole dellaBibbia nella vita di tutti i giorni. Nonè sempre molto facile riuscire astargli dietro, ma è comunquebello!

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Se dico “Palio”: cosa ti viene in mente?Se dico “Palio”: cosa ti viene in mente?Se dico “Palio”: cosa ti viene in mente?Se dico “Palio”: cosa ti viene in mente?

Bella domanda! Scommettiamoche la risposta di tanti è:”Siena”?E se invece, d’ora in poi, imparas-simo ad associare Gallarate, anzi,Madonna in Campagna?Il Palio della “Rama di Pomm” ètra le poche antiche tradizioniculturali e di popolo che puòvantare la nostra città ... eppure,ce lo dicono gli organizzatori, ognianno si fa fatica ad accendere lamiccia della passione contradaio-la, a differenza di quanto avviene,per esempio, proprio a Siena.D’accordo, occorre fare le debitedistinzioni, di storia e di fama, mail nostro è un vero Palio, vanta ori-gini antiche e belle, che sia forseun problema di non conoscen-za della sua storia?Vero è che negli ultimi anni sonotante le persone venute ad abita-re nel rione da fuori città e alloraun veloce salto all’indietro nellastoria può essere utile.

Siamo nel 1601, Gallarate è unborgo circondato da campagne:sulla strada che conduce a Mila-no c’è una cappellina dedicataalla Madonna delle Grazie, ilpopolo le è affezionato, si diceche faccia, appunto, tante “gra-zie”. In tanti chiedono al CardinalBorromeo, allora Arcivescovo diMilano, di costruire alla Madonnaun Santuario: l’autorizzazioneviene concessa e la prima pietrafu posta nel dicembre 1602.Nasce il Santuario della Madon-na in Campagna, la parrocchiaarriverà, pensate, 339 anni dopo!Ma nel 1630 anche a Gallaratearriva la peste, che dilagava,mietendo vittime, da alcuni mesiin Lombardia: si contano i morti,450 su 2500 cittadini! I gallaratesicorrono dalla loro Madonna, incampagna, e chiedono la grazia

più importante, fermare il morbo,sicuri che la Madonna tutto può.Fanno persino un solenne giura-mento: se la Madonna concederàla grazia, si impegnano ognianno, il 21 novembre, Festadella Presentazione di Maria alTempio, a venire tutti in pellegri-naggio in “pompa magna”, autori-tà civili e religiose, portando lacera, cioè le candele, simbolodella loro fede sempre accesa. La“grazia” arriva e, proprio il novem-bre dell’anno successivo, il fla-gello scompare da Gallarate edintorni.Nasce così la festa votiva, si chia-merà poi a voler di popolo “Rama

di Pomm”, in ricordo di un’anticausanza di vendere il giorno dellafesta sul sagrato del santuario lemele (i Pomm) infilzate ai ramispinosi della gleditsia, o albero diGiuda (la rama).

Facciamo ora un salto in avanti,arriviamo nel 1947, la SecondaGuerra Mondiale è da poco allespalle, il popolo vuol dimenticare,nascono numerose iniziative chemanifestano la voglia della gentedi riprendere a vivere e divertirsi,associazioni sportive, ricreative eculturali. Qualcuno pensa di orga-nizzare anche un Palio, cioè unadisputa tra gli abitanti divisi in set-tori, si comincia con due schiera-

menti, quelli che abitano dal cam-panile in sù, verso il centro di Gal-larate, contro quelli che abitanodal campanile in giù, verso lecampagne, estrema periferia.Non vi sembra bello che tutto allo-ra girasse attorno al campanile?Grande davvero la fede dei “nostrivecchi”!Poi si pensò di fare le cose perbene e allora il rione fu diviso inquattro settori, per animare an-cor più la sfida. Si formò il Co-mitato Organizzatore, si nominò ilPresidente, si cercarono gli spon-sor, si inventarono gare e trofei, sicoinvolsero ... gli asinelli!!! Edecco al via ... i rossi, i gialli, iverdi, i blu! I Rossi, cioè i“Cittadit de la campagna” vicini alcentro città ma ancora in campa-gna; i Gialli, cioè i “Privilegiàa dal

campanin”, quelli che abitavanoall’ombra del Santuario; i Verdi,cioè i “Paisaan quadar”, i campa-gnoli; ed i Blu, cioè i “Drizuni dal

tirasegn”, che abitando vicino alTiro a Segno nazionale dovevanoavere una mira dignitosa.Oggi l’antica suddivisione è cam-biata proprio per riequilibrare leforze di ciascun settore: l’incre-mento demografico prodotto dallacostruzione di molti palazzi nelrione sbilanciava chi storicamenteviveva sotto il campanile o in cam-pagna.

Non vi sembra una bella storia?Una bella storia vera? Nostra?Ma le belle storie vere, se silasciano morire ...Quelli che da anni fanno parte delComitato tengono bene, peròsarebbero contenti di aggregarequalche persona in più, magarianche un po’ più giovane di loro;

(continua a pag. 10)

57°PALIO - NOVEMBRE 2005

1° DRIZUNI P. 1782° PRIVILEGIÀA P. 1713° PAISAAN P. 1504° CITTADITT P. 148

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chi ha il compito di cercare gli atleti e le atlete per le gare lo fasempre volentieri ma magarisarebbe contento di essere tra-volto dalle richieste di parteci-pazione ... insomma, abbiamocapito, se vogliamo che la tradi-zione resti e si rafforzi dobbia-mo tutti amare un po’ di più lanostra Rama di Pomm e farlaamare.

C'è qualcuno tra voi lettori che per preparare la Rama di Pomm si radu-

nava dalla Puratèla, oppure alla Monferrina? Allora siete organizzatori

doc e sapete di cosa stiamo parlando! Con l'attuale Presidente del

Comitato organizzatore della manifestazione più "Mic" che possiamo

vantare, Mario Garavaglia, abbiamo fatto un bel viaggio attraverso gli

anni e ricordato i tempi in cui gli abitanti delle Contrade si radunavano

nei loro "covi" per organizzarsi e preparare strategie vincenti…Ora il

messaggio forte è rivolto ai giovani: fatevi avanti!

“Rama” ... che PASSIONE!!! “Rama” ... che PASSIONE!!! “Rama” ... che PASSIONE!!! “Rama” ... che PASSIONE!!!

Signor Garavaglia, da quando sioccupa del Palio?Ho cominciato quando ero un ra-gazzotto che frequentava la par-rocchia: ci si radunava in tanti apreparare la Rama. Allora i ritrovidei quattro rioni erano i bar, leosterie. Per i Drizuni dal Tirasegn

c’era l’Osteria del Tiro a Segno co-nosciuta come la Puratela; per iPaisaan Quadar il ritrovo era laMonferrina, i Privilegiaa dal Cam-

panin si davano appuntamento inun bar sul viale Milano. Il settoredei Cittadit da la Campagna nonera così sviluppato come oggi ed illoro ritrovo era sempre sul vialeMilano, prima dell’attuale sovrap-passo della Mornera, che non esi-steva, presso la Trattoria La Co-lomba. Parliamo del 1948. Era piùfacile trovarsi allora. Adesso nonesistono più luoghi “tipici”, la gentenon va più al bar…

Mi sta dicendo che si è perso ilsenso di appartenenza ai Rioni?Sì, perché non c’è più quello spiri-to iniziale che è durato fino ai primianni ’80. Quando poi si è svilup-pato il quartiere, dal punto di vistaedilizio-abitativo, questi riferimentisi sono persi. Non c’è un’aggrega-zione così forte come poteva es-serci tanti anni fa. Quando io daragazzo ho cominciato con i Dri-

zuni, perché abitavo là, ci si trova-va la sera ed eravamo trenta, qua-

ranta persone … Adesso non sifanno più nemmeno le riunioni persettore.

E come si fa, allora?Ogni capo settore deve prendersicarico di una serie di iniziative ma,purtroppo, non può contare su unadisponibilità forte della gente. Quest’anno alcune Contrade sisono attivate all’ultimo giorno!

Ma cosa è cambiato, secondolei, dal 1948 ad oggi?Sicuramente è diminuita la vogliadi partecipare, mancano quei pun-ti di riferimento dove ci si trovavaad organizzare i giochi, le cose dapreparare nelle contrade. Non si èancora compreso che il CentroParrocchiale può essere il punto diritrovo di tutti!

Ci sono anche tanti nuovi arri-vati …Sì, e non è facile coinvolgerli, nonsentono la festa come gli abitantioriginari del rione. Il Comitato inviaogni anno il programma a tutte lefamiglie, ma…

Come si può fare per invertirequesta tendenza?Bisognerebbe coinvolgere di più igiovani, ma da loro non vengonomolte disponibilità. Hanno la scuo-la, hanno la palestra, mille impe-gni… Organizzare il Palio significa

anche sbrigare molte praticheamministrative. Attualmente nelComitato organizzatore chi faquesti lavori sono i pensionati.Ai miei tempi ci si trovava lasera e quelli erano i momentipiù intensi dedicati all’organiz-zazione, il Comitato si riuniva alvecchio oratorio di via Leopardi.

Come è organizzato il Comi-tato?Il Comitato, una volta, era com-posto da amici che prendevanodecisioni con una stretta di ma-no. Poi, visto che negli anni so-no state avanzate richieste dimodifiche, sia del periodo disvolgimento del Palio sia di al-cune regole, ci si è dati uno sta-tuto: ogni tre anni si rinnova ilComitato, che è formato da 12persone, tre per ogni settore,più l’eventuale aggancio di altrepersone se ci stanno. I commissari di campo, i membri

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della giuria sono tutti, in linea dimassima, ex abitanti di Madonnain Campagna per garantire ai 4settori la giusta imparzialità.Sono amici che ritornano qui unavolta l’anno, sono molto disponibi-li e ritrovano il vissuto di un tempo. Il prossimo rinnovo del Comitatosarà nella primavera del 2006.

Quante cose ci sono da fare?Ci sono le pratiche amministrativeda sbrigare, i lavori manuali e leriunioni per decidere le attività e igiochi. Ci sono, per esempio, garenate nel 1948 che si svolgonoogni anno: la staffetta, la corsacon gli asini, il tiro alla fune, lebocce…A proposito: una volta ciascunrione aveva il proprio campo e siandava a giocare “in trasferta” sulcampo del rione avversario.Adesso non ci sono più campi eandiamo a giocare a Crenna equest’anno sono mancati due set-tori. Non sappiamo se l’anno pros-simo questo torneo sarà messoancora in programma. E’ unsegno dei tempi che cambiano…

Allora bisogna cercare di fon-dere tradizione e innovazione?Infatti, ogni tanto c’è chi proponegiochi nuovi, magari prendendospunto dalla televisione. Una delle difficoltà, per lo svolgi-mento dei giochi, è il periodo delPalio, il mese di novembre…Quando però è stato proposto dispostare il Palio in primavera o dicambiare luogo di svolgimento, il

Comitato si è opposto perchémancavano gli “agganci” allafesta votiva, che è la Presen-tazione di Maria al Tempio, il 21novembre: lo spirito del Palio èche si svolga sotto “il campanile”.La Rama è da sempre una pre-ziosa occasione per trovare gliamici di un tempo che magarihanno la-sciato Madonna inCampagna, ed è bello farlo nellestrade strette intorno alSantuario, come è stato dal ’48ad oggi. Se ci spostassimo da altre parti,

la gente troverebbe più spazioma si perderebbe qualcosa diimportante.

Qualche aneddoto?Mi ricordo un anno, forse 30 annifa, in cui, al 4 di novembre, nonc’era ancora niente di pronto.Siamo andati dal presidente che,allora, era il signor Limbiati, checi ha esortati dicendo: “Fioeu, da

domani si comincia!!!”. E abbia-mo cominciato!

Elena

La Rama di Pomm …. vista da noi giovani

Ma sapete che la maggior parte dei concorrenti è di età compresa trai 10 e 30 anni? Ci siamo chiesti come mai…I giovani sentono la Rama come una tappa "obbligatoria" durante ilcorso dell'anno. Capita infatti che molti fra quei ragazzi, che si dannobattaglia nelle diverse discipline del palio, durante il resto dell'annorestino un po' ai margini della vita comunitaria. Qual è allora il motivodi questo strano fatto? Probabilmente perché il Palio dà la possibilitàdi incontrare nuovi e vecchi amici, quindi è sentito come un'occasio-ne di ritrovo e divertimento.Un'altra possibile motivazione è sicuramente la chance di mettere inmostra le proprie capacità fisiche e tecniche nei diversi ambiti, dallapallavolo alla "barca a mela", dalla staffetta al tiro alla fune.Conseguenza di tutto ciò è la sana competizione, o così dovrebbeessere, che nasce tra i diversi settori in lotta per raggiungere il primoposto o cercar di evitare, se non altro, l'ultimo.Anche quest’anno la Madonna ci ha regalato una giornata di sole.Anche lei, come noi, vuole, quindi, che la tradizione continui e chesiano soprattutto i giovani a portarla avanti e a tramandarla alle gene-razioni future.

Baldog & Lollo

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In occasione della Festa Patronale, una interessante iniziativa del C.C.V.B.In occasione della Festa Patronale, una interessante iniziativa del C.C.V.B.L’esposizione al Teatro Nuovo di opere di tre pittori gallaratesi:L’esposizione al Teatro Nuovo di opere di tre pittori gallaratesi:

LILIANA BIANCHI ZANELLA, ENRICO FAZZINI, LUIGI MARENGO

IN ALTO: FORME, CIELO, MARE DI LILIANA

BIANCHI ZANELLA

IN MEZZO: EFFETTI NATURA DI ENRICO

FAZZINI

IN BASSO: TRIANGOLI DI LUIGI MARENGO

Il Centro Culturale Vittorio Bachelet da qualche anno, inoccasione della festa patronale, tiene fede all’appuntamen-to con l’arte della pittura: dopo aver organizzato unConcorso a tema e aver ospitato le opere di Elio Bestetti,quest’anno ha deciso di rendere omaggio a tre pittori galla-ratesi che da cinquant’anni, con la loro arte, hanno contri-buito allo sviluppo culturale cittadino, essendo anchedirettamente impegnati in due importanti istituzioni, ilPremio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate e la Galleriad’Arte Moderna: Liliana Bianchi Zanella, Enrico Fazzini,Luigi Marengo.La Mostra ha visto una buona affluenza di pubblico, soprat-tutto nella giornata di domenica 20 novembre, a confermadell’intuizione del Centro Culturale: avvicinare al grandepubblico manifestazioni che solitamente richiamano sol-tanto addetti ai lavori e persone già sensibili alla bellezzadell’arte della pittura.

Restando in tema di arte pittorica, com’è possibile far ap-passionare alla Storia dell’arte persone che sono digiunedella Storia Sacra? O com’è possibile entrare nella Cappelladegli Scrovegni a Padova e contemplare il capolavoro diGiotto senza conoscere i Vangeli?L’associazione laica di cultura biblica “Biblia”, nata 20anni fa per iniziativa di Agnese Cini nei pressi di Firenze, harinnovato anche quest’anno, con una raccolta di firme, l’ ap-pello affinchè nelle scuole si faccia conoscere agli stu-denti la Bibbia, non come testo di studio dell’Ora di Reli-gione, ma come testo che ha influito profondamente nel-l’arte, nel pensiero, nella letteratura, nella stessa eticacomune.Giustamente si chiede che la Bibbia, il Libro per eccellen-za, venga considerata una componente indispensabilenella formazione culturale di ogni studente, anzi, di ognicittadino. Al di là della personale fede religiosa, si tratta direcuperare quelle radici storiche e culturali che gli europeihanno derivato proprio dalla Bibbia.Umberto Eco, scrittore, si chiedeva:”Ma perchè mai i nostri

ragazzi devono sapere tutto di Omero e dei suoi eroi e nulla

di Mosè? Perchè l’Eneide e non il Cantico dei Cantici?”.E Blaise Pascal, scienziato, affermava che la Bibbia ha perogni persona ”passi adatti a inquietare le coscienze in tutte

le situazioni e passi adatti a consolare in tutte le situazioni”.Provate se vi riesce lo stesso con l’Eneide o l’Odissea!

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Televisione, specchio della società?Televisione, specchio della società?Televisione, specchio della società?Televisione, specchio della società?

Se guardiamo i tetti o i balconidelle case del rione, della città, ditante città, è tutto un pullulare diantenne paraboliche.Sono lontani i tempi della sola “TVdi stato” e, dunque, nelle nostrecase possono entrare i program-mi televisivi dell’intero mondo!È facile pensare che, magari oc-cupati nello zapping serale, o po-meridiano quando non mattutino,sarà capitato anche a voi di in-contrare e guardare un canale te-desco o francese, inglese o persi-no di altri continenti.Spinti dalla curiosità, abbiamo se-guito per un po’ alcune reti dellatelevisione inglese, per farceneun’idea. La volta prossima lo fare-mo con i canali della televisionefrancese.Quello che è emerso è una visio-ne parziale ma, riteniamo, suffi-cientemente indicativa.

Già dallo stile della pubblicità sinotano differenze tra noi ed ilRegno Unito. Alcuni spots sonoassolutamente raccapriccianti enon è che vengano trasmessi anotte fonda! Due di essi ci hannocolpito particolarmente, entrambisono Pubblicità Progresso. Il pri-mo è a favore della ricerca sulcancro. Non c’è audio all’inizio,solo una musica dolce di sottofon-do. Si vedono una bimba e la suamamma che giocano a masche-rarsi davanti allo specchio: ridonofelici. Poi la mamma sparisce eresta la bambina col volto tristissi-mo a guardare nello specchiovuoto, come se cercasse la mam-ma. A questo punto una voce fuoricampo spiega che la ricercaavrebbe potuto salvare la donnadal cancro. Il secondo è contro la guida in sta-to di ubriachezza. La prima se-

quenza è un campolungo: in unangolo dello schermo si intravedeuna bambina che sembrerebbeaddormentata presso un albero.Poi la telecamera si avvicina emostra la bimba come morta: c’èdel sangue ed è pallidissima. Soloa questo punto la voce fuoricam-po spiega che la bambina è rima-sta vittima di un incidente provo-cato da un guidatore ubriaco.Appare poi una scritta sovraim-pressa: ”Se rispettassi i limiti divelocità e fossi sempre padronedelle tue azioni tutto questo nonavverrebbe”.Nello stesso istante la bambinatorna in vita, si alza e all’indietroattraversa la strada (l’effetto è si-mile a quando si riavvolge il na-stro del videoregistratore). Poi lavoce fuoricampo continua conqueste parole: ”Per lei è troppotardi. Fai che non succeda più”.

E per quanto riguarda i program-mi di intrattenimento? Anche gliinglesi sembrano appassionarsi aiprogrammi che si rifanno alla real-tà, non tanto a ciò che noi chia-miamo “reality shows” (anche setrasmissioni come “Il Grande fra-tello” ci sono e hanno successo),quanto a vita vera di personenormali. Abbiamo anche notatoche le persone appaiono in videonell’assoluta normalità di casa:spettinate e vestite normalmente,non artefatte come da noi chesembrano appena uscite dal par-rucchiere e vestite da uno stilistadi grido!Ha avuto molto successo una se-rie di documentari della BBC incui si mostrava l’attività di un chi-rurgo. Anche da noi è tutto un pul-lulare di fictions girate negli ospe-dali ma nel programma inglese sinota, ancora una volta, un “lin-

guaggio” narrativo molto più cru-do.

Per concludere questo sguardosul mondo televisivo britannicoaccenniamo ad un programmache ha avuto eco anche in Italia:la storia di tre sorelle che, insie-me, hanno dato alla luce un figlio.La prima desiderava un figlio maera sterile, la seconda accetta didonare l’ovulo e la terza portaavanti la gravidanza. Tutte le fasivengono seguite dalla telecamerae alla fine, quando il bimbo nasce,le tre sorelle vengono intervistateper conoscere le loro sensazioni:ci è sembrata la fotografia di unasocietà diversa dalla nostra.Solo da questi primi “assaggi” sicapisce come si potrebbe parla-re per ore di una società par-tendo dai suoi programmi tele-visivi.Per questo è bene non rimanerespettatori passivi ma attivi, se-gnalando alle reti televisive o alleassociazioni che vigilano sui pro-grammi quello che secondo noi èTV spazzatura o TV che falsa larealtà di tutti i giorni.Per concludere con la televisionebritannica: dopo l’elezione di Be-nedetto XVI è stato trasmesso unprogramma dal titolo “Ratzinger: il

rottweiler di Dio”. Non pensiamoche sarebbe andato in onda danoi, almeno non con quel titolo.

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Al ritorno dal pellegrinaggio cittadino dell’Unitalsi a Lourdes:

ED È ALLORA CHE TUTTO COMINCIA ...ED È ALLORA CHE TUTTO COMINCIA ...ED È ALLORA CHE TUTTO COMINCIA ...ED È ALLORA CHE TUTTO COMINCIA ...Lourdes è una parola magica,un luogo che ha il fascino di unacalamita: in chi ci è già stato evo-ca forti emozioni spirituali; in chinon ha ancora avuto la possibilitàdi recarvisi in pellegrinaggio, inve-ce, fa risuonare il desiderio dicompierlo presto, almeno per cu-riosità, se non per poter fare lastessa esperienza raccontata datanti.In nessun posto al mondo si pre-ga come a Lourdes e vi si ritornain pellegrinaggio più volte nella vi-ta. In nessun posto al mondo sitrovano insieme tante personedi popoli e nazioni diverse, matutte con la stessa fede, tutti ap-partenenti alla stessa Chiesa.Lourdes parla di Maria, di Berna-dette, della sua fede e della suasemplicità disarmante; mette alcentro l’Eucarestia; Lourdes invitaalla penitenza, alla preghiera e al-la conversione; a Lourdes ci sonoi malati, le guarigioni umane e spi-rituali, si vive l’accoglienza e ilservizio.

La storia ha inizio nel lontano11 febbraio 1858, quando Berna-dette si sta recando, con la sorel-la Toinette e l’amichetta, a pren-dere la legna alla grotta di Mas-

sabielle, sulla riva del Gave. Per passare il canale del mulino eandare dall’altra parte, dove cisono i rami secchi, Bernadette de-ve togliere le calze che porta a ca-usa dell’asma. Dopo averci pensato un istante,inizia a sfilare la prima: “Ed è allo-ra che tutto comincia“ scrive Re-né Laurentin, il principale storicodi Lourdes.In una situazione di estrema nor-malità, Maria si manifesta a tuttoil mondo attraverso Bernadette.La Bianca Signora, nelle 18 appa-rizioni, le dice di fare penitenzae di pregare per la conversionedei peccatori, perché per acco-gliere Gesù bisogna avere uncuore puro. E da 150 anni Mariainvita a Lourdes tutti, sani e mala-ti.Essi vanno con fede, portano leloro sofferenze e chiedono lasalute dell’anima e del corpo; Leidona a ciascuno ciò che ha di piùgrande: Gesù, per ripartire daLourdes diversi, col desiderio del-la conversione personale. I miracoli più numerosi sono, in-fatti, quelli dell’anima.

Inoltre, la Madonna chiede dicostruire una cappella: nel cor-so di questi anni le chiese, i luoghidi preghiera, di adorazione, sonoaumentati, per rispondere in ma-niera più adeguata al bisogno del-le persone di pregare comunita-riamente o personalmente.Tutti gli edifici sono stati costruitiin armonia ed equilibrio con il bel-lissimo ambiente naturale circo-stante.Il silenzio, il raccoglimento e lapartecipazione devota alle litur-gie, nonostante la presenza nu-merosa dei fedeli, contraddistin-guono il clima soprannaturale di

Lourdes.Dalla Grotta non verresti maivia, ma anche pregare al di là delGave, stando sulle panchine osulla prateria di fronte alla Grotta,ha un fascino umano e spiritualeindescrivibile.Dall’altra,dopo un po’, senti il bi-sogno di entrare nella Cappelladell’adorazione: sobria e acco-gliente facilita l’intima unione con Gesù realmente presente nel-l’Ostia Santa, esposta quotidiana-mente quasi 24 ore. E per l’intero arco della giornataGesù è sempre in compagnia!

Infine, la Madonna invita Berna-dette a lavarsi e a bere l’acquain penitenza, per i peccatori.Ecco perché ancora oggi si bevel’acqua alle fontane o si va a fareil bagno: gesti ricchi di significato.L’acqua ricorda l’amore di Cristoche donò la vita per noi; rimandaal battesimo che ci ha resi figli diDio e ci invita al sacramento dellaRiconciliazione nel quale Dio cioffre il perdono, la purificazione.

Questa è Lourdes e qui, dal 12 al18 ottobre, alcuni parrocchianicon don Ambrogio hanno par-tecipato al pellegrinaggio citta-dino organizzato dall’Unitalsi.E’ stata un’esperienza particolaresia per chi si recava per la primavolta, sia per chi ritornava dopotante, perché Lourdes è unica eogni volta svela al pellegrino mes-saggi nuovi!Ma questa è stata diversa ancheper la presenza di numerosi am-malati dai quali abbiamo ricevutotestimonianza di serenità, un invi-to a tornare a casa più fiduciosi, aportare nelle nostre parrocchiel’attenzione al mondo dei malati ea sentirci più solidali con loro.Bernadette

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PER SAPERNE DI PIÙ ...

Lourdes accoglie ogni anno 5 milioni di visitatori pro-venienti dal mondo intero. Lourdes era un piccolo pae-sino l'11 febbraio 1858, quando Bernadette Soubirousincontra ai margini del Gave la "Signora" che conferiràalla città il titolo di città mariana: oggi la città si posi-ziona al secondo posto tra le città alberghiere inFrancia.

Fondata nel 1903, l'UNITALSI - Unione NazionaleItaliana Trasporto Ammalati a Lourdes e SantuariInternazionali - è un'associazione che, attraverso l'o-pera di volontari, si propone di realizzare una cresci-ta umana e cristiana dei propri aderenti e di promuo-vere un'azione di evangelizzazione e di apostolatoverso e con gli ammalati e i disabili.L'attività dell'UNITALSI si concretizza principalmen-te nella promozione di pellegrinaggi a Lourdes, Loreto eFatima dove i partecipanti - personale di servizio,ammalati e disabili - vivono una meravigliosa esperien-za di fede.

Infine, questo pellegrinaggio ci hapermesso di conoscerci: eravamo didiverse parrocchie, ma tutti apparte-niamo alla stessa Chiesa. Ringraziamo il Prevosto che ha avu-to l’idea di riunire le parrocchie dellacittà per questa iniziativa. È un pri-mo passo verso l’unità pastorale.L’esperienza della preghiera, delservizio, dell’accoglienza reciprocadi questi giorni vissuti insieme aLourdes deve diventare una espe-rienza normale nelle nostre case enelle nostre Comunità.L’esempio di semplicità e di fede diBernadette possa essere di aiutoper tutti a rileggere la propria vita ea conformarla al progetto di Dio, eognuno possa dire per se stesso: “ Ed è allora che tutto comincia “.

Rosangela

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In comunità ...In comunità ...In comunità ...In comunità ...I momenti salienti, di celebrazione e di festa, che la comunità parrocchiale ha vissuto negli ultimimesi. È l’occasione per invitare chi ancora non partecipa ad entrare nella vita di questa “grandefamiglia” che è la parrocchia. Perchè essa ha “il viso che hai tu” ...

Nel mese di ottobre si è svolto ilpellegrinaggio cittadino a Lour-des a cui hanno partecipato 220persone, tra cui una trentina dellanostra parrocchia; visitare questoluogo “di incontro con Maria” èdecisamente un’emozione inten-sa, ma averlo fatto con personedella propria città - tra questeanche quelle ammalate - ha datoun senso più profondo di preghie-ra e coinvolgimento.

Con una S. Messa di suffragio èstato ricordato don Nando Mac-chi, sacerdote nativo di Madon-na in Campagna.Nato nei pressi del nostro San-tuario, era cresciuto frequentan-dolo e, facendo il chierichetto, quimaturò la sua vocazione. A 16 anni entrò in Seminario; di-venne sacerdote nel 1948, dopovarie destinazioni, nel 1982 andòa Cernusco sul Naviglio da dove,nel giugno scorso, è tornato allacasa del Padre.

Dal 20 al 23 ottobre si sono cele-brate le Giornate Eucaristichedelle SS.Quarantore.In molti attendevano questi mo-menti per poter stare un po’ più alungo davanti a Gesù, misteriosa-mente ma realmente, presentenell’Ostia benedetta. ”L’Eucaristia ci fa sale e luce della

società” è stato il tema delle pre-dicazioni di don Ambrogio.

Giornata missionaria mondiale,domenica 23 ottobre. Una giornata di preghiera, sensi-bilizzazione e aiuto concreto perle missioni curata dal gruppo mis-sionario parrocchiale, che si èconclusa con la partecipazione

alla Veglia presenziata dalCardinale Tettamanzi a Varese.L’attenzione è continuata graziealla presenza, in parrocchia, disuor Maddalena Robbioni, na-tiva di Madonna in Campagna emissionaria da molti anni inMadagascar.Due le iniziative proposte: un in-contro di suor Maddalena con leex-oratoriane ed una cena poveraa cui hanno partecipato un centi-naio di persone, tra cui tanti bam-bini con le loro catechiste, perprovare concretamente ciò cheper molte popolazioni è l’unico ci-bo di tutti i giorni, un po’ di risobianco e una patata bollita. Il ricavato delle due iniziative saràdestinato alla Missione di suorMaddalena.

Il 5 novembre il Vicario Episcopa-le Mons. Stucchi ha celebrato laS. Cresima per 47 nostri ragaz-zi.È stato un momento importanteper la vita cristiana dei cresimandi

ed anche l’occasione per speri-mentare quello che in futuro potràessere una realtà quotidiana: l’u-nità pastorale tra due o più par-rocchie.Infatti, poichè la nostra parrocchiae quella di Arnate avevano sceltola stessa data per le Cresime, si èdeciso di effettuare la preparazio-ne insieme (nella parrocchia diArnate) e di stampare uno stessolibretto per seguire il rito.

Domenica speciale il 6 novem-bre, tema dell’incontro pomeri-diano l’adozione: quale modomigliore per parlarne che incon-trare quattro coppie che hannofatto questa esperienza? I loro racconti hanno mostratoquanto sia difficile il cammino didue genitori che decidono di adot-tare un bambino: un lungo iter perpoter essere definiti idonei, l’atte-sa di essere poi abbinati ad unbimbo, nelle adozioni internazio-nali lunghi viaggi e permanenzenel paese di origine del piccolo,

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Prossimamente...Prossimamente...Prossimamente...Prossimamente...Ovvero, gli appuntamenti comunitari dei prossimi mesi: occasioni importanti di “vita insieme” , assolutamente da nonperdere!

È iniziato uno dei periodi più in-tensi dell’anno: l’Avvento, tem-po di attesa e di preparazione peruna festa molto sentita, il SantoNatale. Il 16 dicembre inizieran-no le Novene di preparazione alS. Natale: nella cappella dell’ora-torio, alle ore 7.50, per i ragazzidelle scuole elementari; in San-tuario, alle ore 7.30, per i ragazzidelle medie e per gli adulti.

Domenica 18 dicembre, al matti-no, ritiro per i ragazzi delle ele-mentari e delle medie seguito dalpranzo della carità, cui possonopartecipare tutti, consistente in unpanino, una mela e acqua minera-le. Nel pomeriggio al Teatro Nuo-vo alle ore 15 i ragazzi farannofestosi auguri ai genitori e a tuttala comunità.

Il 24 dicembre alle 22.30, Vegliadi preghiera in preparazione allaS. Messa di Mezzanotte in cui sicelebrerà la nascita di Gesù. Ilgiorno di Natale le S Messe agliorari consueti.

L’ultimo dell’anno alle ore 18.00S. Messa di ringraziamento con ilTE DEUM. Più tardi in oratorio unVeglione aperto a tutti quelli chevogliono trascorrere in allegrial’attesa del nuovo anno ma anchededicare un po’ di tempo, pocoprima di mezzanotte, per pregareper la pace.

Capodanno: Giornata mondialeper la Pace. Durante le S. Messe,è giorno di precetto, si pregheràper la pace, non solo quella nelmondo, di cui c’è molto bisogno,ma anche perché si diventiuomini di pace nella quotidiani-

tà della vita …allora forse si potràraggiungere anche quella delmondo.

Si dice che l’Epifania tutte le festeporti via, ma non è vero perché ilmese di gennaio ci riserva dellesorprese.Dal 18 al 25 gennaio settimanadi preghiera per l’unità dei cri-stiani. Anche nella nostra parroc-chia ci saranno iniziative. Puoi se-guire sulla stampa cattolica i passiche si stanno facendo per rag-giungere l’unità tra le chiese cri-stiane e pregare perché il Signo-re conceda il dono dell’unità.

22 gennaio festa della SacraFamiglia e allora festa per tutte lefamiglie che guardano a quella diGesù come modello.Ricorderemo tutti gli sposi che inquesto anno festeggiano anni-versari importanti del loro ma-trimonio: 5-10-15-20-25-30-35-40-45-50 ... In oratorio il tradizio-nale pranzo comunitario e po-meriggio di divertimenti.

29 gennaio festa di San Gio-vanni Bosco a cui è dedicato ilnostro oratorio ... festa grande pertutti!

5 febbraio Giornata della Vita,un momento per riflettere sull’im-portanza di difendere e rispettarela vita in ogni suo momento, dalconcepimento fino al suo termine.

Vi ricordiamo che per conoscereorari e proposte nel loro dettagliovi aiuteranno il foglietto degliavvisi domenicale, i volantini e lelocandine che potrete trovarefuori dalla chiesa e in oratorio.

l’essere accettati dal bambinocome genitori e poi incominciareuna vita di famiglia insieme ... mal’amore fa superare tutte le diffi-coltà.Ancora una volta i Gruppi famigliae l’oratorio hanno offerto l’opportu-nità di conoscere e approfondiretematiche familiari ed educative digrande rilevanza.

Dal 14 al 21 novembre Festadella Rama di Pomm, con unricco programma che ha richiama-to tante persone, durante tutta lasettimana, presso la nostra Ma-donna.Le preghiere serali degli abitantidei rioni, le S.Messe solenni didomenica con il santuario gremitoper la Supplica a Maria, la consa-crazione dei piccoli e la toccantecelebrazione di suffragio dei de-funti della parrocchia lunedì 21,giorno della Festa votiva. Il tributo di affetto e devozione si èrinnovato anche quest’anno. Le gare del Palio, dopo una viva-ce tenzone, hanno visto trionfa-re i Blu, ovvero i “drizuni”.Come tradizione la “Filodramma-tica di Madonna in Campagna”ha rappresentato al Teatro Nuovouna brillante commedia che ha re-gistrato il tutto esaurito, dal titolo“Due dozzine di rose scarlatte”.

Dal 2 al 4 dicembre appuntamen-to a Tavernola per gli esercizispirituali parrocchiali, aventi pertema "I salmi, preghiera a Dio,preghiera per l'uomo", ma diquesto vI racconteremo sul pros-simo numero.

Maria

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Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco, avvolto incarta preziosamente disegnata e legato con nastridorati."Avanti", disse una voce dall'interno.Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza pie-na d'ombre e di polvere. Seduto in una poltronac'era un vecchio."Guardi che stupendo paccone di Natale!" disseallegramente il postino."Grazie. Lo metta pure per terra", disse il vecchiocon la voce più triste che mai.Il postino rimase imbambolato con il grosso paccoin mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cosebuone e quel vecchio non aveva certo l'aria dispassarsela bene. Allora, perché era così triste?"Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa aquesto magnifico regalo?"."Non posso... Non posso proprio", disse il vecchiocon le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che siera sposata nella città vicina ed era diventataricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, perNatale, con un bigliettino: "Da tua figlia Luisa emarito". Mai un augurio personale, una visita, uninvito: "Vieni a passare il Natale con noi"."Venga a vedere", aggiunse il vecchio e si alzòstancamente.Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vec-chio aprì la porta."Ma..." fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri lucci-canti."Ma non li ha neanche aperti!" esclamò il postinoallibito."No", disse mestamente il vecchio. "Non c'è amoredentro".

I REGALI NELLO SGABUZZINOI REGALI NELLO SGABUZZINOI REGALI NELLO SGABUZZINOI REGALI NELLO SGABUZZINO

La Redazione di IncontroAUGURA

ai suoi lettoriun SANTO NATALE

e liete feste di fine, inizio Anno.

UN NATALE A SUON DI MUSICAL

Dilaga la mania del musical!! Dopo i fantastici suc-cessi delle nostre compagnie, i Giovani con l'ormaistrafamoso"In maniche di camicia" e i Giovanissimicon il meritatissimo primo premio assolutoG.A.T.a.L. "Con gli occhi del cuore", in oratorio c'ègrande fermento!Si avvicina infatti la consueta, ma sempre sorpren-dente, Festa di Natale dell'oratorio, con la quale iragazzi, grandi e piccoli, augurano alla comunità unfelice Natale.Ogni anno tutti si danno un gran daffare ed il megliodi sé per far si che la festa risulti un successone. Inparticolare quest'anno siamo sicurissimi che lo sa-rà, poiché, sulle orme dei "pionieri" del teatro, ver-ranno allestite tre rappresentazioni, una dagli ado-lescenti, una da alcuni ragazzi delle medie e unadai tenerissimi delle elementari. Non anticipiamoniente, ma possiamo assicurare che sarà vera-mente tutto molto bello e significativo, perché (ve lodice una che li segue tutti i giorni) i ragazzi ci stan-no veramente mettendo l'anima, insieme a suorMirella, in un'inedita (ma non troppo) veste di regi-sta, e a Daniela, Nike e moltissime altre personeche ringraziamo anticipatamente (non scordiamo itecnici che ogni anno ci sorprendono!!).