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Anno IV - Numero 122 - Domenica 24 maggio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Consulta-governo Scontro tra poteri: Mattarella frena A pag. 3 Eurocrazia Draghi ordina: cedere sovranità A pag. 2 La capitolazione Le mani dell'Isis sui tesori di Palmira A pag. 9 di Robert Vignola L’ euro? Per molti, ma non per tutti. Perché al Gre- xit (l’ipotesi di uscita della Grecia dalla moneta unica) si sovrappone il Brexit (l’ipotesi che a dire addio alla divisa continentale siano gli inglesi col referendum an- nunciato da Cameron), le gra- nitiche certezze di Francoforte cominciano a vacillare. Ieri, ad esempio, a dare il via alle danze è stata una “manina” che, dalla sede della banca centrale inglese, ha casualmente (anzi: erroneamente) inviato una email alla redazione di un noto giornale, in cui è contenuto il piano B per salvare la sterlina dall’abbraccio mortale dell’euro. Gaffe che avrebbe del clamoroso, se non fosse voluta. In qual caso, spiegherebbe molte altre cose: fatto sta che qualcuno, all’interno della Bank of England, ha man- dato per errore al Guardian un piano coi dettagli su un progetto segreto al quale stanno lavorando alcuni suoi funzionari per valutare i rischi finanziari nel caso dell’uscita della Gran Bretagna dall'Ue. È stato uno dei dirigenti all’interno della banca centrale che ha erroneamente fatto partire il messaggio, che conteneva anche disposizioni su come mantenere il progetto (denominato 'Bookend') se- greto, perfino nello stesso contesto del- l’istituto centrale. Un portavoce della Bank of England ha definito il fatto come "increscioso". Sicuramente è un errore di un tempismo sorpren- dente: “l’errore” è arrivato proprio nelle ore in cui il premier David Cameron ha iniziato i negoziati sul rim- patrio dei poteri da Bruxel- les, al quale seguirà entro la fine del 2017 un refe- rendum sulla permanenza della Gran Bretagna nel- l’Unione. Il Guardian da una parte, Bloomberg dall’altra: la nota agenzia di stampa, proprio dal vertice lettone, ha fatto balzare gli addetti ai lavori di tutta Europa sulle pro- prie scrivanie battendo la notizia che in un incontro privato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble avrebbe sug- gerito ai rappresentanti di Atene di pensare all'adozione di una moneta parallela. Dalla Germania, il ministero delle Finanze ha smentito. Dall’errore di Londra alla smentita di Berlino, se non è zuppa è pan bagnato: l’euro non sembra più così irreversibile. Qualcuno è dispiaciuto? Grexit e Brexit, tra conferme e smentite L’IRLANDA SI PIEGA Moriconi a pag. 8 NOZZE GAY, AL REFERENDUM VINCONO I SÌ SECONDO INDISCREZIONI, IN GRAN BRETAGNA SI DISCUTE DI USCIRE DALL’EURO E LA GERMANIA LO “CONSIGLIA” ALLA GRECIA di Roberto Buonasorte C ento anni, è un pe- riodo di tempo molto lungo quello che ci separa da quel 24 maggio 1915 che segnò l'ingresso dell'Italia nel Grande Con- flitto Mondiale. Ne sono cambiate di cose, in questo secolo: siamo pas- sati dal treno a vapore al freccia rossa, dal telegrafo all'IPad, da una realtà rurale all'era tecnologica. Ad un innalzamento dell'età media è corrisposto un gra- duale smarrimento di valori, sono due facce della stessa medaglia: da una parte le scoperte scientifiche, far- macologiche, cliniche, il "benessere", la qualità della vita che in termini pratici è decisamente migliorata; dal- l'altra il disgregarsi delle famiglie per l'inseguimento di modelli apparentemente "moderni" ma che spesso mascherano uno svilimento della società. L'immigrazione, ad esempio, è uno dei grandi temi con cui negli ultimi vent'anni il popolo italiano ha dovuto fare i conti in modo sempre più drammatico. Anche chi scrive è figlio di quel- l'esperienza: nato oltre i confini italiani, in Svizzera, da genitori operai emigrati oltralpe in cerca di fortuna, ne conserva un ricordo straordinario. Dopo le prime diffidenze, gli ita- liani, emigrati ad inizio secolo ver- so le Americhe, e negli anni cin- quanta e sessanta verso le miniere belghe o le fabbriche tedesche, rispettavano le regole di quei Paesi e con sacrifici enormi riuscivano a farsi rispettare, in molti casi ar- rivando anche a ricoprire ruoli prestigiosi, nella società e persino nelle istituzioni. Oggi un italiano, dopo una vita di stenti e sacrifici, riceve una pen- sione di cinquecento euro al mese, chi sbarca clandestinamente sulle nostre coste, ventiquattr'ore dopo inizia a percepirne trentacinque, di euro, al giorno: mille euro al mese, esattamente il doppio del nostro pensionato. Siamo certi che quel pensionato continuerà a considerare questa come la sua terra? Quella Patria per cui cent'anni fa suo padre com- batté e morì? Nella societá di un tempo, prima si creavano i risparmi, poi si com- prava il bene di cui si aveva biso- gno. Oggi, "grazie" alla carta di credito e alle finanziarie ci hanno abituati al "tutto e subito". Si è passati da un eccesso all'altro. Un tempo si diceva che dove si man- giava in quattro si poteva mangiare anche in otto, era il grande inse- gnamento della tradizione conta- dina, quell'Italia rurale che nell'agricoltura e nell'alle- vamento trovava il suo so- stentamento, le sue sicurez- ze, quelle basi che, seppur molto dure, non sarebbero mai crollate. Si viveva con poco. Poi arrivò la guerra, e ci si dovette abi- tuare a vivere ancora con meno. Quanti sacrifici ha fat- to quella generazione, quanti dolori ha sofferto. La Guerra dei nostri nonni, o forse bi- snonni, dovremmo ormai dire, appartiene a un secolo fa. L'Italia era una piccola realtà che aveva trovato da pochissimo tempo la sua unità, eppure andò alla guer- ra. Quei giovani soldati an- darono al fronte senza esi- tare, con un coraggio che oggi ancora ci sorprende. Giovani e meno giovani, gli uomini di inizio Novecento andarono a combattere per questo Paese che era ap- pena diventato Patria. Riteniamo incredibile la po- lemica sollevata in queste ore dal governatore dell'Alto Adige Kompatscher nel lan- ciare il provocatorio scio- pero del Tricolore. Noi oggi non "festeggiamo" l'ingresso dell'Italia in guerra, oggi "com- memoriamo" quel giorno che se- gnò l'inizio di un lungo periodo di guerra e di morte, ma anche di amor patrio e di coraggio. Vi mo- rirono un milione e duecentomila italiani, di cui la metà civili. Quel coraggio e quello spirito di sacri- ficio devono essere - essi si - an- cora oggi da esempio per tutti. Altri servizi alle pagine 4, 5 e 6 24 MAGGIO 1915, L'ITALIA ENTRA IN GUERRA. OGGI RICORDIAMO IL VALORE DI QUEGLI EROI CENTO ANNI Siamo passati dal treno a vapore al freccia rossa, dal telegrafo all’iPad, da una realtà rurale all’era tecnologica. E un graduale smarrimento di valori

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Anno IV - Numero 122 - Domenica 24 maggio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

Consulta-governoScontro tra poteri:Mattarella frenaA pag. 3

EurocraziaDraghi ordina:cedere sovranitàA pag. 2

La capitolazioneLe mani dell'Isissui tesori di PalmiraA pag. 9

di Robert Vignola

L’euro? Per molti, ma nonper tutti. Perché al Gre-xit (l’ipotesi di uscita

della Grecia dalla monetaunica) si sovrappone il Brexit(l’ipotesi che a dire addio alladivisa continentale siano gliinglesi col referendum an-nunciato da Cameron), le gra-nitiche certezze di Francofortecominciano a vacillare. Ieri, ad esempio, a dare ilvia alle danze è stata una “manina” che,dalla sede della banca centrale inglese,ha casualmente (anzi: erroneamente) inviatouna email alla redazione di un noto giornale,in cui è contenuto il piano B per salvare lasterlina dall’abbraccio mortale dell’euro.Gaffe che avrebbe del clamoroso, se nonfosse voluta. In qual caso, spiegherebbemolte altre cose: fatto sta che qualcuno,all’interno della Bank of England, ha man-dato per errore al Guardian un piano coidettagli su un progetto segreto al quale

stanno lavorando alcuni suoi funzionariper valutare i rischi finanziari nel casodell’uscita della Gran Bretagna dall'Ue.È stato uno dei dirigenti all’interno dellabanca centrale che ha erroneamentefatto partire il messaggio, che contenevaanche disposizioni su come mantenereil progetto (denominato 'Bookend') se-greto, perfino nello stesso contesto del-l’istituto centrale. Un portavoce dellaBank of England ha definito il fatto come"increscioso". Sicuramente è un errore

di un tempismo sorpren-dente: “l’errore” è arrivatoproprio nelle ore in cui ilpremier David Cameron hainiziato i negoziati sul rim-patrio dei poteri da Bruxel-les, al quale seguirà entrola fine del 2017 un refe-rendum sulla permanenzadella Gran Bretagna nel-l’Unione.Il Guardian da una parte,Bloomberg dall’altra: la notaagenzia di stampa, proprio

dal vertice lettone, ha fatto balzare gliaddetti ai lavori di tutta Europa sulle pro-prie scrivanie battendo la notizia che inun incontro privato il ministro delle Finanzetedesco Wolfgang Schäuble avrebbe sug-gerito ai rappresentanti di Atene di pensareall'adozione di una moneta parallela.Dalla Germania, il ministero delle Finanzeha smentito. Dall’errore di Londra allasmentita di Berlino, se non è zuppa èpan bagnato: l’euro non sembra più cosìirreversibile. Qualcuno è dispiaciuto?

Grexit e Brexit, tra conferme e smentite

L’IRLANDA SI PIEGAMoriconi a pag. 8

NOZZE GAY, AL REFERENDUM VINCONO I SÌ SECONDO INDISCREZIONI, IN GRAN BRETAGNA SI DISCUTE DI USCIRE DALL’EUROE LA GERMANIA LO “CONSIGLIA” ALLA GRECIA

di Roberto Buonasorte

Cento anni, è un pe-riodo di tempomolto lungo quelloche ci separa daquel 24 maggio

1915 che segnò l'ingressodell'Italia nel Grande Con-flitto Mondiale.Ne sono cambiate di cose,in questo secolo: siamo pas-sati dal treno a vapore alfreccia rossa, dal telegrafoall'IPad, da una realtà ruraleall'era tecnologica.Ad un innalzamento dell'etàmedia è corrisposto un gra-duale smarrimento di valori,sono due facce della stessamedaglia: da una parte lescoperte scientifiche, far-macologiche, cliniche, il"benessere", la qualità dellavita che in termini pratici èdecisamente migliorata; dal-l'altra il disgregarsi dellefamiglie per l'inseguimentodi modelli apparentemente"moderni" ma che spessomascherano uno svilimentodella società.L'immigrazione, ad esempio,è uno dei grandi temi concui negli ultimi vent'anni ilpopolo italiano ha dovutofare i conti in modo sempre piùdrammatico.Anche chi scrive è figlio di quel-l'esperienza: nato oltre i confiniitaliani, in Svizzera, da genitorioperai emigrati oltralpe in cercadi fortuna, ne conserva un ricordostraordinario.Dopo le prime diffidenze, gli ita-liani, emigrati ad inizio secolo ver-so le Americhe, e negli anni cin-

quanta e sessanta verso le minierebelghe o le fabbriche tedesche,rispettavano le regole di quei Paesie con sacrifici enormi riuscivanoa farsi rispettare, in molti casi ar-rivando anche a ricoprire ruoliprestigiosi, nella società e persinonelle istituzioni.Oggi un italiano, dopo una vita distenti e sacrifici, riceve una pen-sione di cinquecento euro al mese,

chi sbarca clandestinamente sullenostre coste, ventiquattr'ore dopoinizia a percepirne trentacinque,di euro, al giorno: mille euro almese, esattamente il doppio delnostro pensionato.Siamo certi che quel pensionatocontinuerà a considerare questacome la sua terra? Quella Patriaper cui cent'anni fa suo padre com-batté e morì?

Nella societá di un tempo, primasi creavano i risparmi, poi si com-prava il bene di cui si aveva biso-gno. Oggi, "grazie" alla carta dicredito e alle finanziarie ci hannoabituati al "tutto e subito". Si èpassati da un eccesso all'altro. Untempo si diceva che dove si man-giava in quattro si poteva mangiareanche in otto, era il grande inse-gnamento della tradizione conta-

dina, quell'Italia rurale chenell'agricoltura e nell'alle-vamento trovava il suo so-stentamento, le sue sicurez-ze, quelle basi che, seppurmolto dure, non sarebberomai crollate.Si viveva con poco. Poi arrivòla guerra, e ci si dovette abi-tuare a vivere ancora conmeno. Quanti sacrifici ha fat-to quella generazione, quantidolori ha sofferto. La Guerradei nostri nonni, o forse bi-snonni, dovremmo ormaidire, appartiene a un secolofa. L'Italia era una piccolarealtà che aveva trovato dapochissimo tempo la suaunità, eppure andò alla guer-ra. Quei giovani soldati an-darono al fronte senza esi-tare, con un coraggio cheoggi ancora ci sorprende.Giovani e meno giovani, gliuomini di inizio Novecentoandarono a combattere perquesto Paese che era ap-pena diventato Patria.Riteniamo incredibile la po-lemica sollevata in questeore dal governatore dell'AltoAdige Kompatscher nel lan-ciare il provocatorio scio-pero del Tricolore. Noi ogginon "festeggiamo" l'ingresso

dell'Italia in guerra, oggi "com-memoriamo" quel giorno che se-gnò l'inizio di un lungo periodo diguerra e di morte, ma anche diamor patrio e di coraggio. Vi mo-rirono un milione e duecentomilaitaliani, di cui la metà civili. Quelcoraggio e quello spirito di sacri-ficio devono essere - essi si - an-cora oggi da esempio per tutti.

Altri servizi alle pagine 4, 5 e 6

24 MAGGIO 1915, L ' ITALIA ENTRA IN GUERRA. OGGI RICORDIAMO IL VALORE DI QUEGLI EROI

CENTO ANNISiamo passati dal treno a vapore al freccia rossa, dal telegrafo all’iPad,

da una realtà rurale all’era tecnologica. E un graduale smarrimento di valori

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Domenica 24 maggio 2015 ATTUALITA’2

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n° 286 del 19-10-2012

Centrodestra unito? Con le regionali nei qualisi è andati ad assetto variabile, per non direin ordine sparso, sarà assai difficile vedere

un tale obiettivo raggiunto a breve termine, eforse neanche a medio. Ieri Berlusconi è tornatoa dire qualcosa al riguardo. "Non penso a un partito unico dei moderati mapenso a un rassemblement con poche linee epunti nel programma da condividere. Potrannoentrare in questa area dei moderati partiti, club,associazioni e privati. E per arrivare a trovare uncoordinatore, un leader di questo rassemblement,bisognerà ricorrere a un sistema democratico,

non manipolabile, ad esempio attraverso consigli,assemblee, votazioni. Abbiamo due anni, dueanni e mezzo di tempo, e poi si tornerà a votare". Una manovra di aggiramento di primarie cheevidentemente non gli vanno tuttora a genio.Come a Salvini, e si è capito, non va a genio ilprogetto di “partito repubblicano” del quale sivaneggia da un paio di settimane. Col consuetolinguaggio diretto e vagamente provocatorio illeader della Lega ha mandato a dire al suo “po-tenziale” alleato: "Basta dinastie, non sei ReginaElisabetta, scelgano i cittadini". Mentre invecel’ostracismo verso Salvini, e verso la destra

italiana, è gelosamente coltivato dal Nuovo CentroDestra, che sembra quasi alzare discriminanti disessantottina memoria.Ma tant’è: gli osservatori già guardano con moltaattenzione agli scenari che potrebbero aprirsi al-l’indomani delle regionali. Da un lato, quello go-vernativo, Renzi vuole spostare a sinistra l’assedel governo e al centro l’asse del partito. Come?Fondamentalmente assorbendo nel Pd le altreforze di maggioranza, che probabilmente uscirannocon le ossa triturate dalla competizione elettorale. I dolori di Forza Italia a questo punto raddoppie-rebbero, non essendo più al centro dello schiera-

mento di centro-destra. Forse anche per questo ilCav sta lavorando a fari spenti (ma neanchetroppo) al potenziamento della leadership territorialedel partito azzurro. "Dividerò il partito in tre grandiaree, Nord, Centro e Sud – ha non a caso annun-ciato da Napoli l'ex premier - ognuno con un suocoordinatore, io sovrintenderò il tutto". E l’edizione di ieri de la Repubblica si è spintaanche più in là, indicando in Giovanni Toti e LaraComi la prima fila della pole position per il nord,in Maria Rosaria Rossi e Antonio Tajani quellaper il centro mentre al sud avrebbe già discoverde Mara Carfagna. R.V.

IL PRESIDENTE DELLA BCE LANCIA MESSAGGI

Assalto finale alla sovranitàMario Draghi: “è un ostacolo alla crescita e alla tenuta dell’euro”

Berlusconi studia le alternative alle primarie

V ai a Saronno a sostenere la lista di Fratellid'Italia alle comunali a sostegno del can-didato sindaco Alessandro Fagioli in coa-

lizione con la Lega.Passeggi per il centro della città e ti imbattiguardandolo negli occhi con il pericoloso, pre-sunto aggressore di Silvio Berlusconi di pochigiorni orsono.È capitato ieri a Francesco Storace che hachiesto al dirigente locale del partito dellaMeloni, Gianangelo Tosi: "Ma come, è già li-bero?".Massimiliano Passiu - questo il nome dell'uomo- e Storace si scrutano, proprio davanti algazebo del Pd in piazza della Libertà, sotto lebandiere di Fdi e Lega. Non è il Far West,Storace chiama Passiu e gli dice: "Vie' qua, fa-mose 'n selfie". È in bianco e nero, ovviamente,si trasforma in Neroselfie di quelli che impaz-zano sulla rete.Non è cattivo, Passiu, basta saperlo prendereper il verso giusto, Cavaliere...

NEL TOUR ELETTORALE IN LOMBARDIA STORACE INCAPPA NELL’AGGRESSORE DEL CAV

A Saronno un neroselfie molto particolare

IL CAV ALLE STRETTE CON ELEZIONI REGIONALI CHE RISCHIANO DI SPINGERE DENTRO AL PD LE ALTRE FORZE DI GOVERNO

di Robert Vignola

Imessaggi di MarioDraghi attraversanol’Europa. E dai suoiconfini, torna l’ecoconfusa: tagliare il

debito pubblico con mi-sure favorevoli alla crescita,è lo slogan del numerouno della Bce. Quello sullabotte piena e la moglieubriaca ce lo risparmia,ma comunque i giornalonigli assegnano titoli a tuttapagina e commenti sullamagnanimità dell’uomo colbazooka del quantitativeeasing ancora in mano.Peccato che l’artiglieria re-sti puntata anche e soprat-tutto sui residui di quel-l’oscurantista retaggio delpassato chiamato sovranitàdei popoli. La radice ditutti i mali, secondo il ban-chiere centrale dell’Unione. Il quale infatti, nel suo interventoad un convegno a Sintra, in Porto-gallo, ha lanciato un monito: le di-vergenze strutturali tra i paesi del-l'Eurozona possono diventare esplo-sive e mettere a rischio persino ilfuturo dell’euro come moneta unica.

“In una unione monetaria non ci sipuò permettere di avere profondee crescenti divergenze strutturalitra paesi, perché queste tendono adiventare esplosive”, ha detto Draghia una platea di accademici e ban-chieri centrali. “Possono arrivare aminacciare l'esistenza dell'unione

l'unione monetaria stessa”. Le parole che ne sono seguite, dalPortogallo, sembrano pure voler man-tenere il capo della Bce ostinatamentefedele al suo ruolo squisitamentetecnico. Perché i tecnocrati dell’Eu-rotower, dice Draghi, “non voglionoessere invadenti e non vogliono dire

ai governi cosa devonofare”. Anche se il sug-gerimento alla fine ar-riva lo stesso, puntuale.E figurarsi se non eraquello di sempre: le “ri-forme strutturali”. Ma evidentemente Dra-ghi, che è poliglotta,ha una lingua per ogniStato. Al suo messaggioinviato al convegno del-la Luiss di Roma (poli-glotta sì, ubiquo quasi)ha infatti tracciato le li-nee guida da seguire:rafforzare la condivi-sione dei rischi, con-solidare la governancecomune delle riforme,politiche di bilanciopro-crescita. Il tuttocondito dall’invito a“non abbassare laguardia: Ue potrà fun-zionare veramente sol-

tanto se sapremo ovviare alla lacuneistituzionali e regolamentari ancorapresenti”, perché “ogni ritardo puòessere pericoloso”. E quali sono le“lacune” che impediscono di rag-giungere la triplice direttiva di Fran-coforte? “Questi tre obiettivi impli-cheranno prima o poi un'ulteriore

condivisione di sovranità da partedei Paesi dell'area. Quella che po-trebbe apparire una minaccia è inrealtà un'opportunità”. In primo luo-go, spiega il numero uno della Bce,“è necessario rafforzare la condi-visione dei rischi privati nell'areadell'euro. L'integrazione finanziariadeve progredire qualitativamenterispetto al periodo pre-crisi per fa-vorire l'accesso delle imprese (gran-di e piccole) al credito e potenziareal tempo stesso la capacità di ag-giustamento delle nostre economietramite una maggiore diversifica-zione. L'unione bancaria ha costituitoun passo importante verso questiobiettivi, ma va portata a compi-mento. Deve ora rapidamente se-guire un'unione completa dei mer-cati dei capitali”.Di qui il suo auspicio per “l'avviodi una riflessione approfondita sucome procedere verso una più stret-ta unione di bilancio, sia con riferi-mento ai processi decisionali comuniriguardanti le politiche fiscali na-zionali, sia in relazione alla prospet-tiva di un bilancio europeo e al raf-forzamento dei doveri di respon-sabilità degli Stati membri”. Insom-ma, ci vuole ancora più Europa. Emeno popolo: ma questo non lodice…

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Domenica 24 maggio 2015 ATTUALITA’3

TUTTI CONTRO LA VOLONTÀ DEL PREMIER DI ARRIVARE AD UNA SOLA SIGLA

Il premier Matteo Renzi,intervistato durante lapuntata di "Bersaglio

Mobile" su La7, rivela chegli “piacerebbe arrivare ungiorno al sindacato unico”,senza più “sigle su sigle”? Ei sindacati gli danno ragione:parlando tutti con una voceunica (ed è davvero cosarara) per criticare duramentela sua esternazione. Il segre-

tario generale della Cgil,Su-sanna Camusso, rivendicaun’errata concezione seman-tica del ‘sindacato unico’:"Penso che il tema del sin-dacato sia quello del sinda-cato unitario. Il sindacato uni-co è invece una concezioneche esiste solo nei regimitotalitari". Bocciatura perl'idea del premier anche dalsegretario generale Uil Car-

melo Barbagallo: "Nel mondodove ci sono sindacati unicici sono governi autoritari ocomunque i lavoratori nonstanno bene", ha detto al GrRai, aggiungendo che Renzi"continua a rappresentareun Paese con un uomo soloal comando".Per Annamaria Furlan (Cisl),"L'Italia non ha bisogno diun sindacato unico ma di

sindacati responsabili e ri-formatori, capaci, come hafatto sempre la Cisl nella suastoria, di guidare le trasfor-mazioni del paese con unalinea partecipativa e non an-tagonistica, assumendosi leresponsabilità con la politicadi concertazione e con ac-cordi sindacali innovativi alivello nazionale, territorialee aziendale”. Per Francesco

Paolo Capone,segretarioUgl, "seguendo il ragiona-mento del premier, che evi-dentemente sogna un Paesea sua immagine e somiglian-za, si potrebbe arrivare per-sino a un partito unico, adun telegiornale unico, adun'agenzia di stampa unicae ad un quotidiano unico".Persino il presidente dellaCommissione Lavoro del Se-

nato Maurizio Sacconi so-stiene che "Anche la solasperanza di un sindacato uni-co è incompatibile non solocon la storia plurale dellanazione ma anche con l'ideadi una società libera in cui ilavoratori, come gli impren-ditori, si associano in formevarie che tra loro si relazio-nano liberamente". L'ex mi-nistro del Lavoro aggiunge:"Le leggi hanno il compitodi incoraggiare e non irre-gimentare questa libertà plu-rale”. R. V.

Renzi i sindacati li ha uniti davvero

SI ALZA LA TENSIONE TRA LA CONSULTA E IL GOVERNO, INTERVIENE IL CAPO DELLO STATO

di Robert Vignola

Lo sfondo è quello dellastrage di Capaci, ricordataieri con una lunga seriedi iniziative in tutta Italia,partendo dalla sede del-

l’Expo per arrivare in Sicilia. Il nodoè quello di uno scontro tra poteri la-tente, sul quale il Presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella ha sen-tito il dovere di gettare acqua fresca.Dicendo, davanti ai giornalisti chehanno colto l’occasione di Palermoper chiedergli conto delle scoriepost sentenza sul blocco pensioni,poche ma fiduciose parole. "Nonvedo né scontro né tensioni tra ilgoverno e la Corte costituzionale. Ècomunque naturalmente buona re-gola mantenere tra gli organi costi-tuzionali relazioni vicendevolmenterispettose, affinché ciascuno di essipossa svolgere serenamente la pro-pria preziosa funzione". Ma proprio nelle ore precedenti ilpresidente della Consulta Alessan-dro Criscuolo aveva mandato se-gnali chiari all’indirizzo di PalazzoChigi. "Eravamo e siamo sereni. LaCorte Costituzionale, come sempre,ha giudicato secondo coscienza esecondo le regole. Non ho nessuna

ragione di coltivare una polemicacon il ministro Padoan. Ma dare perscontato che la Corte dovesse ac-quisire i dati prima di decideresulle pensioni mi sembra che non

risponda all'attuale disciplina cheregola il funzionamento della Con-sulta". "D'altra parte - prosegue -, acquisirequesti dati a cosa doveva condurre?

Forse all'accertamento del numerodelle pensioni coinvolte? O sareb-bero dovuti servire per formare ilnostro convincimento? Ma tutto que-sto non corrisponde alla natura

della Corte costituzionale, che operacome un giudice, e quindi non hala possibilità di aspettare dati che,a tuttora, mi sembrano incerti, per-ché non si sa qualche sia l'entitàdel cosiddetto buco determinatodalla sentenza". Dichiarazioni le sue, rese a Repub-blica in risposta ad un’intervistadel ministro dell’Economia Pier Car-lo Padoan, che al di là della dichia-razione d’intenti sulla volontà di evi-tare la polemica, finiscono inevita-bilmente per avere un tono noncerto conciliante. "Se il ministerodell'Economia aveva a cuore i datisulle pensioni - aggiunge Criscuolo- poteva trasmetterli alla Corte. Ilprincipio della sentenza dovrebbevalere per tutte le pensioni, maspecialmente per quelle più basse".E ancora: "Mi è sembrato che cifosse una violazione degli articoli36 e 38 della Costituzione, nei qualisi garantisce al lavoratore, fra l'altro,il diritto a una retribuzione propor-zionata alla quantità e qualità delsuo lavoro". Un avvertimento al governo in vistadella sentenza, attesa tra un mese,sul ricorso in merito al blocco deicontratti del pubblico impiego? Apensare male si fa peccato…

Scontro tra poteri, Mattarella fa il pompiere Da Palermo avverte: vi sia rispetto tra i diversi organi costituzionali

IL MONITO DEL PONTEFICE

di Emma Moriconi

“Inedite sono l'ampiezza e la velo-cità di riproduzione delle disu-guaglianze, non possiamo per-

mettercelo. Dobbiamo proporre alter-native eque e solidali che siano real-mente praticabili". Sono parole di PapaFrancesco, pronunciate ieri in Vaticanoparlando alle Associazioni cristianelavoratori italiani durante l'udienza peril 70° anniversario dell'associazione."Il lavoro - ha detto il Santo Padre -quando manca toglie dignità, impediscela pienezza della vita umana e reclamauna risposta sollecita e vigorosa controquesto sistema economico e mondialedove al centro non è l'uomo e ladonna ma un dio, il dio denaro". L'at-tacco del Pontefice contro il denaro èpesante: "distrugge e provoca quellacultura dello scarto" ha detto "per cuii bambini non si fanno, si sfruttano o

si uccidono prima di nascere, glianziani non hanno cure dignitose, nonhanno medicine, vivono con pensionimiserabili". Il Santo Padre ha poi par-lato di "lavoro libero, creativo, parte-cipativo e solidale" affinché "l'essereumano esprima e accresca la dignitàdella propria vita". Ha poi fatto un ap-pello: "Dobbiamo far si - ha racco-mandato - che il lavoro non sia stru-mento di alienazione ma di speranzae di vita nuova" auspicando che siaper l'uomo l'occasione "di esprimerein libertà e creatività alcune forme diimpresa, di lavoro collaborativo svoltoin comunità che consentano a lui ead altre persone un pieno sviluppoeconomico e sociale". Un pensiero poiper i giovani: "Non possiamo tarparele ali a quanti, in particolare giovani,hanno tanto da dare con la loro intel-ligenza e capacità". Il Papa si è cosìposto senza mezzi termini contro la

"visione economicista" del lavoro, per-ché in questa "il lavoro perde il suosenso primario di continuazione del-l'opera di Dio". Ha poi parlato di "lavorosolidale" e ha richiamato le Acli al-l'impegno di "essere luoghi di acco-glienza e di incontro. Ma poi bisognaanche dare strumenti e opportunitàadeguate" ha ammonito. Quindi ha au-spicato l'impegno verso "nuovi percorsidi professionalità [...] a servizio diuna vita più dignitosa per tutti". Si èpoi espresso sul welfare ammonendoche esso sia "una infrastruttura dellosviluppo e non un costo" richiamandoal concetto che si tratta di "una im-portante battaglia culturale". Infine haparlato di una "proposta di un sostegnonon solo economico alle persone aldi sotto della soglia di povertà assoluta,che anche in Italia sono aumentatenegli ultimi anni", sostegno che "puòportare benefici a tutta la società".

Papa Francesco: “Il lavoro non sia strumento di alienazione”“Il Welfare va visto come una infrastruttura dello sviluppo e non un costo”

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Domenica 24 maggio 2015 ATTUALITA’4

OGGI NEL TREVIGIANO, SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA, LA GIORNATA ORGANIZZATA DALLA FONDAZIONE AN

Una domenica con il “Giuramento sul Piave”

LA DESTRA VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Da Nord a Sud Storace a fianco di Fratelli d’Italia

VENETO

Oggi

18,00 - Rovigo, presso il caffè “Borsa”aperitivo e incontro pubblico a sostegnodel candidato sindaco Andrea Bimbatie della candidata di Fratelli d’Italia alleRegionali Valeria Mantovan.

21,00 - Villorba (Tv), hotel Holiday Inn,via Roma 104, cena conviviale con i can-didati alla Regione della provincia di Tre-viso di FdI Cristian Bortolotto e TittiMonteleone.

TOSCANA

Domani

12,00 - Firenze, manifestazione con Gio-vanni Donzelli.

15,30 - Prato, incontro a sostegno deicandidati Alice Gigliotti e Gianni Cennipresso la sede del comitato elettorale sitoin via dei Sei, 4. Organizza SebastianoCampo.

17.30 - Massa, incontro con gli industrialidel marmo, organizza Gianni Musetti.

21,00 - Marina di Pisa, incontro convivialein sostegno della candidata Sonia Avolioal ristorante Barbarossa, via Litoranea 7.Nel tour toscano Francesco Storace saràaccompagnato da Gianni Musetti e dalsegretario regionale de La Destra DanieleRivieri.

MARCHE

Giovedì 28

15,00 - Ancona, conferenza stampa aper-ta a iscritti e simpatizzanti presso ComitatoElettorale di Giovanni Zinni, PiazzaRoma, 6 Ancona con lo stesso e il candi-dato presidente Francesco Acquaroli.

17,30 - manifestazione a Moie di MaiolatiSpontini (An), piazza Kennedy, con Giovanni

Zinni. Introduce Cristiano Delpriori

18,45 - manifestazione a Sassoferrato(An), piazza Bartolo, con Giovanni Zinni.Introduce Manuel Mulas.

20,15 - incontro conviviale con i candidatiGiovanni Zinni, Carlo Ciccioli, OriettaFerretti (candidata locale) all’Enoteca delmercato coperto, piazza Garibaldi, Fa-briano (An).Nel tour marchigiano Storace sarà ac-

compagnato da Roberto Buonasorte.

CAMPANIA

Venerdì 29

19,00 - accompagnato da Roberto Buo-nasorte, Storace terrà il comizio di chiu-sura a Pianura (Na) a sostegno dellacandidatura al Consiglio regionale diMarco Nonno.

CALENDARIO ELETTORALE STORACE, FINO AL 29 MAGGIO

L a Fondazione Alleanza Nazionalee il Comitato 24 maggio hannoorganizzato per domani la ma-

nifestazione ‘Giuramento sul Piave’.Il primo appuntamento è per le 10.30a Fagare della Battaglia, in Comunedi San Biagio di Callalta, in provinciadi Treviso, con la deposizione di unacorona ai Caduti del Piave. A pocadistanza da questo luogo dall’altissimovalore simbolico, sono sepolti i restidi 5191 soldati identificati, 5350 soldatiignoti, di un austroungarico e di unamericano, tutti caduti nelle due bat-taglie del Piave. Sulla facciata è scol-pita una frase della celebre canzone:"Il Piave mormorò non passa lo stra-niero".Alle ore 11 ci si sposterà a Saletto diBreda di Piave: dopo i saluti del sindacoe delle autorità provinciali e regionaliinvitate, un ‘benvenuto’ da parte delComitato 24 Maggio e visita guidataai luoghi della Battaglia del Piave acura dell’Associazione Argine Maestroche si è impegnata nel restauro di al-cune trincee ed in iniziative rievocative.I ragazzi della associazione accompa-gneranno i visitatori al "Molino della

Sega”: proprio qui (correva l’anno1917…) i ragazzi del ’99, a cui è dedi-cato il monumento, combatterono con-tro le truppe austroungariche impe-dendone l’avanzata sul Piave.Alle 11.30 la lettura delle lettere dalfronte dei Soldati sul Piave a cura diGino Bazzan, (editrice il Torchio). Alle12 il dibattito sul tema “Il Piave mor-mora ancora…”, con interventi di Igna-zio La Russa, già ministro della Difesa,del direttore del Giornale d’Italia Fran-cesco Storace, degli scrittori StefanoZecchi e Marco Valle, di Fabio Andriola,direttore “Storia in Rete”, di Enzo Van-zan, padre medaglia d’oro, di Gian Mi-calessin, del Sen. Alfredo Mantica, delgiornalista Marco Zacchera.Alle ore 13, un concerto di inni e mu-siche della Patria. Alle 15, il giuramentosul Piave, con interventi conclusivi diFranco Mugnai, Presidente FondazioneAn, del presidente di Fratelli d’Italia,Giorgia Meloni, e del giornalista escrittore Marcello Veneziani

Info e adesioni:tel. 3462607767 oppure 3421593369 mail: [email protected]

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Domenica 24 maggio 2015 STORIA5

Vediamo come la notizia dell'entrata in guerradell'Italia viene trattata dai maggiori quotidianinazionali. Il Corriere della Sera titola "L'Italia

dichiara guerra all'Austria-Ungheria", nel sommarioscrive: "Una nota italiana alle Potenze - Lo StatoMaggiore parte per il campo". Segue un'ampia pre-messa al pezzo di apertura, di questo tenore: "Roma,23 maggio, sera - La guerra all'Austria è ufficialmentedichiarata. Sin da ieri l'on. Sonnino aveva telegrafatoal nostro ambasciatore a Vienna incaricandolo dipresentare al Governo austro-ungarico il testo delladichiarazione di guerra. Essendo interrotte le lineetelegrafiche fra l'Italia e l'Austria, in mancanza dicomunicazioni da Vienna, l'on. Sonnino ha fattopresentare oggi all'ambasciatore d'Austria-Ungheriala dichiarazione di guerra insieme coi passaporti.Lo stato di guerra s'inizia domani 24 maggio.

Domani sera partirà il barone Macchio e probabil-mente anche il principe Bulow. È imminente la par-tenza da Vienna del duce d'Avarna. L'on. Sonninoha diramato alle Potenze un'ampia circolare cheannunzia e motiva il passo compiuto". Il pezzo chesegue titola "Guerra!" e comincia: "La parola formi-dabile tuona da un capo all'altro dell'Italia e siavventa alla frontiera orientale, dove i cannoni la ri-peteranno agli echi delle terre che aspettano la li-berazione: guerra!". Quindi il quotidiano mira drittoalla ragione primaria che ha indotto l'Italia a scenderein campo: "È l'ultima guerra d'indipendenza. Avevamofinito col credere che il libro del Risorgimentofosse ormai pieno e chiuso e consegnato al passato.Ed ecco che si riapre sotto questo cielo di primaverafatidica ed ecco che il generoso sangue non maivano di Palestro e di Novara, di San Martino e di

Custoza, si prepara a tracciarvi in linee indelebili ilcompimento del nostro destino". Il giornale definiscequesto evento come "l'ultimo capitolo del Risorgi-mento" e continua su toni patriottici e di speranzadi vittoria: "E la compiuta Italia sarà - scrive - Lo af-ferma, come un presagio, il segno stesso dellanostra lingua dai confini di domani". La prima pagina del Corriere è poi dedicata agli svi-luppi della notte tra il 23 e il 24 maggio e riferisceche "alle 21 col treno di Firenze è partito pel Quartiergenerale il capo di Stato Maggiore generale Cadorna[...] Fra indicibile commozione si sono levate gridadi 'Viva l'Italia! Viva Cadorna! Viva l'esercito! EViva Salandra!'". Nella notte - riferisce ancora il quotidiano - partonogli ambasciatori e di spalla viene riportata la Notadell'Italia alle Potenze.Il Messaggero apre con "Il testo della dichiarazionedi guerra dell'Italia all'Austria" e riferisce dellapartenza di Cadorna e Porro, parla delle primenotizie sulle ostilità e dei Savoia al campo. Il primoarticolo titola "La guerra è" e comincia: "Da oggi laguerra, la nostra guerra, è. Non più virtualmente,ma in atto. In atto, con tutte le strategie vigili e tesedei nostri fratelli soldati in terra o in mare; in attocon tutta la possanza dei formidabili congegnimilitari pronti al supremo cimento". Interessanteun pezzo, sempre in prima, che riferisce "L'odissea

degl'Irredenti": "Patti formali a tutela della nostralingua, della tradizione e della civiltà italiana nelleregioni abitate dai nostri connazionali sudditi dellamonarchia non esistevano nel Trattato. [...] lacostante politica del governo austro-ungarico miròper lunghi anni alla distruzione della nazionalità edella civiltà italiana lungo le coste dell'Adriatico.Basterà qualche sommaria citazione di fatti e ditendenze ad ognuno già troppo noti: sostituzioneprogressiva dei funzionari di razza italiana con fun-zionari di altra nazionalità; immigrazione artificiosadi centinaia di famiglie di nazionalità diversa; as-sunzione, a Trieste, di cooperative di bracciantiestranei; decreti Hohenlohe diretti ad escludere dalComune di Trieste e dalle industrie del Comune gliimpiegati regnicoli; snazionalizzazione dei principaliservizi del Comune di Trieste e diminuzione delleattribuzioni municipali; ostacoli di ogni sorta allaistituzione di nuove scuole nazionali; regolamentoelettorale con tendenza anti-italiana; snazionalizzazionedell'amministrazione giudiziaria; la questione dellaUniversità che formò pure oggetto di trattative di-plomatiche; snazionalizzazione delle compagnie dinavigazione; azione di polizia e processi politicitendenti a favorire le altre nazionalità a danno diquella italiana; espulsioni metodiche, ingiustificatee sempre più numerose di regnicoli".

[email protected]

Il dado è trattoDal Corriere della Sera al Messaggero, la stampa italiana racconta le ore che precedettero la Dichiarazione

GRANDE GUERRA /44 - IL POPOLO D'ITALIA DEL 24 MAGGIO 1915 COSÌ TITOLAVA IL PEZZO DI APERTURA DEDICATO ALLA STORICA DECISIONE

di Emma Moriconi

L’Italia va alla guerra,è il 24 maggio 1915.Soltanto fino a pochigiorni prima si èviaggiato sul filo del

rasoio. In piazza neutralisti ed in-terventisti si sono sfidati a colpidi comizio e non solo, gli equilibrisi stavano facendo sempre piùdelicati e instabili. La decisioneora è presa, per dirlo con le paroledi Mussolini "il prologo del grandedramma è finito". Il direttore del Popolo d'Italia scattauna fotografia realistica del climadi quei giorni: "L'Austria e la suaalleata Germania non hanno maicreduto seriamente all'ipotesi dellaguerra. Le nostre due ex-alleate,ci hanno sempre consideratocome una quantità trascurabile. Illinguaggio dei giornali tedeschiè la rivelazione di questo statod'animo. Gli stranieri ci vedonoancora attraverso le oleografiedei suonatori ambulanti, dei ven-ditori di statuette, dei banditi ca-labresi. Essi ignorano - o fingonod'ignorare - la nuova, grande Italia.Questa si rivelerà, nella guerrache inizia oggi. Guerra di libertà.Gli italiani d'oltre confine devonoessere, saranno liberati. Il loromartirio dura da cinquant'anni. Ètempo che cessi. È tempo chequesti figli lontani e fedeli, torninoalla madre-patria... Senza la guer-ra, gli italiani delle terre irredente,sarebbero condannati a morire,senza conforto, sotto l'artiglio del-

l'aquila austriaca". Le terre irredente aspettano datempo, da circa mezzo secoloper essere esatti. Il momento ègiunto, l'unità nazionale non è piùun miraggio. La Grande Guerraper l'Italia comincia oggi, e saràanche la Quarta Guerra d'Indi-pendenza. Francesco Giuseppe la prendemale e invia un manifesto al suopopolo: "Il Re d'Italia mi ha di-chiarato guerra. Un tradimento dicui la storia non conosce l'esempiofu consumato dal Regno d'Italiacontro i due alleati, dopo un'alle-anza di più di trent'anni, durantela quale l'Italia poté aumentare isuoi possessi territoriali e svilup-parsi ad impensata floridezza". Dimentica di precisare, FrancescoGiuseppe, che dichiarando guerraalla Serbia dopo l'attentato di Sa-rajevo senza consultare l'Italia, haviolato il Trattato della Triplice Al-leanza.Da questa parte della barricataVittorio Emanuele III incita le mas-se: "Soldati di terra e di mare,l'ora solenne delle rivendicazioninazionali è sonata. Seguendol'esempio del mio Grande Avoassumo oggi il comando supremodelle forze di terra e di mare consicura fede nella vittoria che ilvostro valore, la vostra abnega-zione, la vostra disciplina saprannoconseguire [...] Soldati! A voi lagloria di piantare il tricolore d'Italiasui termini sacri che la naturapose ai confini della Patria nostra". "Guerra di giustizia - scrive ancora

Mussolini - Gli Imperi Centralihanno violato ogni legge, calpe-stato ogni senso di civiltà. La vio-lazione della neutralità belga èun marchio d'infamia per la Ger-mania. La condotta barbarica dellaguerra è una sentenza di con-danna per il popolo tedesco. Dalladistruzione di Lovanio al silura-mento del Lusitania, i tedeschi sisono posti, sistematicamente, albando del consorzio delle genticivili". E ancora: "Quanto tempo èpassato dal giorno in cui il Met-terich definiva l'Italia una 'sempliceespressione geografica'? La fraseinsolente è capovolta. Quanto tem-po è passato dal giorno in cui La-martine ci chiamava 'la terra deimorti'? non lo ricordiamo. Maecco che da questa vecchia terraescono a migliaia, a milioni, i vivi,armati e decisi al cimento [...]questa Italia è tutta alle frontiere.Vi è colla sua giovinezza gagliar-da, v'è col suo cuore di madretrepidante e fiduciosa. [...] Noivogliamo vincere. A qualunquecosto. Resisteremo duramente etenacemente come hanno fatto ifrancesi. Anche per noi, è que-stione di vita o di morte. E noi, omadre Italia, ti offriamo - senzapaura e senza rimpianto - la nostravita e la nostra morte". Non sono solo parole. Benito alfronte ci andrà davvero: giungeràal suo Reggimento bersaglieril'11 agosto 1915 e nel febbraiodel 1917 sarà molto vicino a do-nare davvero la sua vita per laPatria.

... e guerra sia!“E noi, o madre Italia, ti offriamo - senza paura e senza rimpianto - la nostra vita e la nostra morte”

ECCO COME I MAGGIORI QUOTIDIANI DELL’EPOCA TRATTARONO LA NOTIZIA DELL’INGRESSO DEL BEL PAESE NEL CONFLITTO

La Domenica del Corriere del maggio 1915

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Domenica 24 maggio 2015 STORIA6

24 MAGGIO SUI MONTI

Gli Alpini rappresentano dasempre uno dei grandiesempi di patriottismo che

l’Italia ha saputo regalare al mon-do. E quando si tratta di farememoria e tramandare pagine,anche drammatiche, come quellevissute da tutto il Paese a partiredal 24 maggio 1915, anche lorofanno ovviamente e con passionela loro parte.Tra gli appuntamenti delle nostrePenne nere per questo fine set-timana, c’è quello della sezioneValsesiana, che a Roccapietra diVarallo Sesia (Vercelli) inaugureràla nuova sede con una manife-

stazione organizzata in collabo-razione con il Comitato tricoloredi coordinamento tra le Asso-ciazioni d’arma.“Nel giardino antistante la strut-tura – dice al Giornale d’Italial’alpino Ferdinando Bardone –abbiamo installato una stele conuna targa in memoria dei cadutidella Grande Guerra, che verràinaugurata e benedetta nel corsodi una cerimonia militare a cuiseguiranno gli interventi delleautorità presenti e una SantaMessa in suffragio. Tra loro, par-lerà l’avv. Enzo Barbano, che èanche uno storico grande cono-

scitore degli avvenimenti accadutiin Valsesia. Nella nostra sede,inoltre, abbiamo allestito una mo-stra sulla Grande guerra: il nostrogruppo infatti, che conta circaduemila iscritti, tra le numeroseattività promosse dedica notevolespazio a quella di approfondi-mento. Abbiamo una squadra disportivi, una compagnia teatrale,un coro, una fanfara alpina –che parteciperà alla cerimonia –ed anche un gruppo che si occupadi cultura e che ha recentementecurato un volume con i diari diguerra dei nostri alpini”.Da citare è poi anche l’apertura

della mostra organizzata dagli al-pini della sezione Ana di Bergamointitolata “Cent’anni fa… la GrandeGuerra”. Allestita presso la SalaSimoncini di Palazzo Frizzoni,l’esposizione (che sarà visitabileda lunedì 25 a sabato 30 maggio),come spiega il presidente del Mu-seo alpino Antonio Arnoldi, ha loscopo di “ricordare ed onorare lamemoria di quanti fecero il proprio

dovere”. L’esposizione si inseriscein un progetto (ideato e realizzatodall’associazione ‘Cime e trincee’con la collaborazione di vari gruppialpini) che prevede una mostradedicata a ogni anno di guerra.“Del 1915, il nostro primo annodi guerra – spiega Mauro Marchidi ‘Cime e trincee’ – abbiamo rap-presentato in particolare i frontidi alta quota. Il nostro obiettivo è

quello di incuriosire il visitatore:per questo abbiamo pensato aduna ventina di pannelli con grandiimmagini accompagnate da untesto”. Alla mostra, per raccontarela vita di chi ha vissuto la guerra,saranno esposti anche divise ecimeli: “ci interessa – dice ancoraMarchi – non il reperto materialein sé, ma la storia delle personeche lo hanno posseduto”. CdG

di Cristina Di Giorgi

Il 24 maggio è una data che segna, peril nostro Paese, l’inizio di un’avventuratragica e insieme molto importante.L’entrata ufficiale nel Primo conflittomondiale ha portato infatti all’Italia non

solo – inevitabilmente – lo spargimento ditanto sangue, ma anche il rafforzamento e ilconsolidamento dell’unità e del senso di Patriache, ancora oggi, devono renderci consapevolied orgogliosi della nostra storia.Per commemorare il centenario del nostrodivenire Stato belligerante, sono state orga-nizzate una serie di interessanti iniziative, dellequali vi proponiamo una carrellata non esaustivama indicativa della multiforme varietà degliaspetti di un periodo come il quadriennio1915 – 1918.Alla giornata di mobilitazione nazionale pro-mossa dalla Fondazione Alleanza Nazionalee dal ‘Comitato 24 maggio – giuramento sul Piave’ per celebrareil ricordo degli italiani che combatterono per difendere laNazione durante la Grande Guerra, di cui ieri abbiamo pubblicatoil programma integrale, parteciperanno tra gli altri anche iragazzi dell’associazione Prima l’Italia. “La giornata è stata or-ganizzata per riaffermare i valori di unità, identità e libertà dellanostra Patria, ricordando quei soldati che con il loro sacrificiosegnarono il compimento del percorso di definitiva affermazionedel sentimento nazionale. Abbiamo bisogno di queste radici –ha dichiarato Isabella Rauti - per difendere la nostra sovranitànazionale in Europa e nel mondo e per uscire dalla crisi

economica e dal declino della nostra Patria".Dal 24 maggio al 2 giugno il Palazzo della Marina a Roma saràeccezionalmente aperto al pubblico ed ospiterà una mostra fo-tografica dedicata alla “Grande Guerra sul mare” (ingressogratuito). Sullo stesso argomento, sempre a Roma, un’esposizioneanch’essa ad entrata libera allestita presso la galleria Artemare(via dell’Acqua Traversa 247, zona Cassia antica), che aprirà ibattenti mercoledì 27 maggio e proporrà ai visitatori le copertinedella Domenica del Corriere realizzate da Achille Beltrame(celebre giornalista e pittore) raffiguranti gli eventi bellici navaliavvenuti nei quattro anni della partecipazione italiana al conflitto.

Si tratta di una “mostra documentale di grandevalore culturale, che consente di rivivere leemozioni degli storici avvenimenti sul mareattraverso il racconto per illustrazioni”. L’espo-sizione, a corredo della quale sono in mostraquadri, stampe, oggetti e libri a tema, saràaperta fino a sabato 13 giugno.La Capitale ha poi ospitato, sabato 23 maggio,un evento organizzato dal Foro 753 presso lasede di via Beverino e dedicato alla “GrandeGuerra degli Italiani”. Nel ricco programmadella serata, una conferenza a cura del centrostudi Gymnasium dal titolo “Patria e popolo: ilcentenario degli italiani” (in cui sono intervenutiil prof. Roberto Mancini, Emanuele Mastrangeloe Marco Veloccia) e lo spettacolo teatrale “Daipoeti armati alla Grande Guerra”, di e conEmanuele Merlino.Al centenario e al ricordo dei caduti italiani èpoi dedicato anche l’appuntamento di giovedì28 maggio a Turbigo (Novara) presso la sala

comunale di via Roma 39. Durante l’incontro, organizzato dall’As-sociazione Memento e dal Centro studi Ezio Maria Gray, verràpresentata la biografia del patriota novarese, eroe pluridecoratodella Grande Guerra. A discuterne, interverranno l’autore ValerioZinetti, il presidente di Memento Gianfranco Tesauro e il professorGiuseppe Parlato, docente di storia contemporanea e presidentedella Fondazione Ugo Spirito. “La difesa del valore della GrandeGuerra e della Vittoria italiana – si legge nella nota di presentazionedella serata – costituiscono una costante di tutta l’azione politicaculturale di Gray, autore di numerose pubblicazioni commemorativedei Caduti del 1915 – 1918”.

MOSTRE ED EVENTI PER RICORDARE

Cent’anni di memoria bellica Molte iniziative, lungo tutto lo Stivale, per celebrare l’importante ricorrenza

di Emma Moriconi

Sarà inaugurato il prossimo 27 giugno il Museo piùalto d'Europa: a quota 3000 metri, nella stazionedi Serauta, a pochi passi dal ghiacciaio della Mar-

molada, la sede espositiva proporrà "La Grande Guerravista dalla Parte del Soldati". A lavorare al progetto l'architetto Claudine Holsteindi G22 Project Srl con i grafici della Gruppe GUT.Il Museo si chiamerà "Marmolada Grande Guerra"e sarà un'esperienza interattiva e dinamica graziealla quale si potranno comprendere le principali

tematiche della guerra in alta montagna dal direttopunto di vista delle persone che furono coinvoltenel conflitto grazie ad un'area espositiva di circa300 metri quadrati divisi in dodici ambienti. Un'esperienza certamente particolare, che trascineràin visitatore nelle vicende belliche vissute tra lerocce e i ghiacci: saranno esposti stralci di diario,fotografie e contenuti multimediali dedicati allavita in trincea dei soldati e alle loro emozioni esensazioni vissute nel corso del conflitto, in unambiente meraviglioso ma ostile come l'alta mon-tagna. Dagli ampi finestroni del Museo si potranno

ammirare le postazioni di guerra italiane e austro-ungariche rese agibili di recente e i camminamentiche le collegano. A completare il quadro, losplendido panorama delle Dolomiti. Ancora più inalto, alla Stazione di Punta Rocca, a 3265 metri dialtitudine, si potrà poi visitare la terrazza panoramicae la grotta-cappella con la statua della Madonnaconsacrata da Papa Giovanni Paolo II, raggiungibilecon la funivia da Malga Ciapéla idonea anche perle persone diversamente abili. Un modo sicuramenteinteressante ed insolito di approfondire le tematicheconnesse al conflitto, un punto di vista particolareed affascinante per vivere le suggestioni di un'epocalontana che, cento anni dopo, tutto il mondo com-memora in omaggio al sacrificio dei tanti giovaniche persero la vita in un conflitto immane, indos-sando ciascuno la propria divisa e portandociascuno la propria bandiera, ma che quandodiventa Storia appartiene a tutti.

Alpini e trinceeAppuntamenti delle Penne nere in ricordo della partecipazione italiana al conflitto

Marmolada, il Museo a quota 3000 metriÈ il più alto d’Europa, a pochi passi dal ghiacciaio: sarà inaugurato il 27 giugno

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Domenica 24 maggio 2015 ECONOMIA7

Agenzia Regionale per lo Sviluppoe l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio

di Robert Vignola

Scuola e pensionisono gli attuali tal-loni d’Achille delrenzianesimo im-perante. E il Centro

Studi della Cgia, la confe-derazione degli artigianicon sede a Mestre, si è “di-vertita” a metterli a con-fronto nel peso che hannosullo stato. Risultato: secon-do l’elaborazione, l’Italia hala spesa pensionistica piùelevata d''Europa (il 16,8per cento del Pil, pari apoco meno di 270 miliardidi euro all’anno), mentre èal penultimo posto negli in-vestimenti per l’istruzione(il 4,1 per cento del Pil, cheequivale a 65,5 miliardi di euro al-l’anno). In questo settore solo laSpagna presenta uno score peg-giore del nostro (4 per cento delPil). In ogni caso, la nostra spesapensionistica è 4 volte superiore aquella scolastica. Nessun altro Paesedell’area dell’euro presenta uno"squilibrio" così evidente. Non che l’Europa debba esseresempre l’esempio da seguire, so-prattutto quando ci dà gli ordini: e

una porzione sempre maggiore diitaliani lo ha imparato. Nell’Unione,però, le pensioni costano media-mente 2,6 volte l’istruzione: ad esem-pio, in Francia 2,7 volte, mentre inGermania 2,5. Uno spunto di rifles-sione. “I dati riferiti all’Italia - com-menta il segretario della Cgia Giu-seppe Bortolussi - sono in partecondizionati dal trend demografico.Tuttavia, non possiamo disconoscereche le politiche di spesa realizzate

negli ultimi quarant’anni abbianoprivilegiato, in termini macroeco-nomici, il passato, ovverosia gli an-ziani, anziché il futuro, cioè i giovani.Purtroppo, ancora adesso scontiamogli effetti di un sistema pensionisticoche fino agli inizi degli anni '90 èstato molto generoso, soprattutto neiconfronti dei lavoratori del pubblicoimpiego e delle aziende di Stato. Èaltresì corretto segnalare che nellaspesa pensionistica le statistiche in-

ternazionali riferite al nostroPaese includono anche l’as-sistenza: tuttavia, anche de-purando l’importo comples-sivo da quest’ultima com-ponente, la spesa totale siridurrebbe di circa 2 punti,rimanendo comunque neiprimissimi posti della gra-duatoria europea per i costisostenuti in materia previ-denziale”.In Italia tra il 2003 e il 2013la spesa pensionistica sulPil è aumentata di 2,6 puntipercentuali, attestandosi aquota 16,8 per cento: è ilrecord europeo, con oltre4 punti percentuali in piùdella media registrata nel-l’area dell’euro. In terminiassoluti il costo per le no-

stre casse pubbliche nel 2013 èstato di 269,89 miliardi di euro. Ep-pure in Italia ci sono circa 16 milionie mezzo di pensionati, contro i 18,4milioni presenti in Francia e i 23,5residenti in Germania. Tuttavia, serapportiamo il numero di pensionatial numero di occupati, il nostroPaese presenta l’incidenza più ele-vata di tutta l’Europa: 74,3 per cento.A fronte di una media continentaledel 63,8 per cento, in Francia il dato

si attesta al 72,4 per cento e in Ger-mania al 61,6 per cento. Per quantoriguarda invece l’istruzione, sempretra il 2003 e il 2013, la spesa per lascuola è scesa dello 0,5 per cento.Solo l’Estonia ha "tagliato" più dinoi (0,6 per cento del Pil). In valoreassoluto investiamo 65,5 miliardi dieuro all’anno che corrispondono al4,1 per cento del Pil, mentre la me-dia dell’Eurozona si attesta al 4,8per cento. Il Paese che spende dipiù è il Portogallo (6,8 per centodel Pil), mentre la Francia investe il5,5 per cento e la Germania il 4,3per cento del Pil.Al di là dei numeri, qual è l’impres-sione? La Cgia ovviamente non sispinge tanto in là, ma la sensazioneè una: che il Pil italiano “dimagrisca”a causa della recessione, mentre ilnumero dei pensionati aumenta (piùa causa di poche “pensioni d’oro”che per la quota di assistenza, so-prattutto minima) e quello di chinon versa contributi (perché disoc-cupato) si alza anch’esso. E che icontinui e selvaggi tagli alla scuolae la sua stessa incapacità di formareragazzi pronti ad essere occupatinon aiutino a creare quella ripresadel lavoro che può essere l’unicasoluzione al terribile rebus in cuil’Italia si è cacciata.

I CONTI NON TORNANO: L’ANALISI DEL CENTRO STUDI DELLA CGIA DI MESTRE

Tra scuola e pensioni ci rimette il lavoroL’Italia prima per peso dell’assistenza sul Pil e anche per tagli all’istruzioneSolo con una seria ripresa dell’occupazione (e dei contributi) potrà riequilibrarsi

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Domenica 24 maggio 2015 ESTERI8

di Emma Moriconi

In Irlanda vince il "Si", così hadeciso la maggioranza deivotanti sul quesito relativoalle nozze gay. Il premier ir-landese Enda Kenny ha detto:

"Con questo referendum il popoloirlandese sta mandando un mes-saggio pionieristico". Alta l'affluenzaalle urne, per questo referendumche passerà alla storia segnandoun cambio di rotta per la cattolicaIrlanda, che diventa così il primoPaese a modificare la Costituzionecon una consultazione popolare.Gli altri ventuno Paesi che nel mon-do hanno aperto ai matrimoni omo-sessuali, infatti, non lo hanno fattopassando per un referendum. Ildato è rilevante, basti pensare chefino a vent'anni fa l'omosessualitàera un reato penale. Gli irlandesihanno avuto così l'opportunità diconfrontarsi con il quesito: "Voleteche sia emendato l'articolo 41 dellaCostituzione del 1937 con l'inseri-mento della clausola: Il matrimoniopuò essere contratto per legge tradue persone senza distinzione disesso?". A favore del Si avevanopreso posizione personaggi comePaul David Hewson, "Bono" degliU2, e tutti i partiti politici si eranoschierati a favore del cambio dirotta, fatta eccezione per i conser-vatori esponenti del Fianna Fail edel Fine Gael che non si sono espo-sti. Lo spoglio, iniziato alle 9 oralocale di ieri, già dopo pochissimotempo aveva dato un netto segnaledi vittoria del "Si" e, a quanto riferi-scono i media locali, molti irlandesisarebbero tornati in Patria dall'Este-

ro per votare. A pesare sul risultatoanche i 66mila giovani che hannoavuto in mano una scheda per laprima volta: secondo John Lions,parlamentare dichiaratamente gay,"se il si ha vinto è dovuto in largaparte alla mobilitazione dei giovanielettori. Il che dimostra come unapiccola isola ai confini dell'Europae sulla rotta per l'America può es-sere un faro di luce nel mondo".Sulla stessa linea anche il ministrodella Salute Leo Varadkar, che hadetto: "Saremo il primo Paese nelmondo a garantire l'uguaglianzanel matrimonio nella nostra Cartae a farlo con un mandato popolare". Contrari al cambiamento si eranoschierati soltanto la Chiesa e nu-

merose associazioni di cristianievangelici e pentacostali, ma anchetra i cattolici c'era stato chi avevapreso posizione a favore del "Si". Ilfatto è anche che i cattolici nonsono stati uniti nella loro "crociata"per il "No", lo steso premier EndaKenny, cattolico, si è schierato peril "Si" e settori conservatori del cat-tolicesimo irlandese hanno attaccatosenza troppi timori i vertici eccle-siastici secondo loro non sufficien-temente impegnati nella battagliaper il "No". Dai comitati "Si alla fa-miglia" sono giunti nella giornatadi ieri messaggi di "rispetto pergli elettori" ma anche di "tristezza"per l'esito del voto e secondo ilsociologo cattolico Massimo Intro-

vigne, presidente nazionale di "Sialla famiglia", sulla scelta del popoloirlandese ha pesato molto la vi-cenda dei preti pedofili, che "hatolto autorevolezza alla chiesa ir-landese". E ha aggiunto: "BenedettoXVI aveva indicato la strada: no alnegazionismo di fronte a fatti chedefiniva vergognosi e per cui chie-deva scusa, ma no anche a un'in-terpretazione subalterna ai modellidominanti. È mancata - ha dettoancora - la capacità di evitare ilnegazionismo e ammettere le colpe,nello stesso tempo elaborandoun’interpretazione della tragediadei preti pedofili che mostrasse lesue radici in un clima morale e inuna teologia relativiste e permissi-

ve". Un aspetto inoltre viene messoin evidenza dai comitati "Si alla fa-miglia": "Nel 2010 in Irlanda - dicono- furono inaugurate unioni civili intutto uguali al matrimonio, tranneche per le adozioni, tempestiva-mente introdotte prima del refe-rendum. Il referendum ha solo cam-biato il nome, da unione civile amatrimonio, a qualcosa che c’eragià, adozioni comprese. L’insegna-mento è chiaro: se non si voglionoi matrimoni e le adozioni bisognafermare le unioni civili. Dopo ètroppo tardi. In Italia il disegno dilegge Cirinnà sulle unioni civili vafermato ora. Per questo combattonoi movimenti pro family, e per questovegliano le Sentinelle in Piedi".

LA MOBILITAZIONE DI TUTTI I PARTITI E I NUOVI ELETTORI TRA LE RAGIONI DETERMINANTI L'ESITO DEL VOTO

Irlanda: matrimoni gay, è “Sì”Enda Kenny: “Messaggio pionieristico” - Introvigne: “Sul risultato ha pesato molto la vicenda dei preti pedofili”

di Cristina Di Giorgi

I l presidente della Commissione eu-ropea, noto alle agenzie di tutto ilmondo per alcune gaffes in occasioni

formali, ne ha fatta un’altra delle sue.Jean Paul Juncker, accogliendo il premierungherese Viktor Orban al vertice in-ternazionale tenutosi a Riga nei giorniscorsi sul tema del partenariato orientale,lo ha salutato dicendogli “Ciao dittatore!”. I giornalisti e i fotografi presenti, chehanno assistito alla scena immortalandolanei loro scatti, non sono però riusciti acogliere la risposta di Orban, leadernon molto amato a Bruxelles a causadelle sue posizioni rigide, dirette e nonsempre in linea con i dettami europei.Sembra però che abbia incassato conun sorriso questa uscita che, secondoalcuni, sconfina con l’irriverenza e lamancanza di rispetto. La battuta decisa-mente fuori protocollo di Juncker e lasua franchezza di toni “non dovrebberodispiacere a Orban. Lui stesso – scriveSergio Rame su Il Giornale - duranteuna visita al Parlamento europeo di Stra-

sburgo lunedì aveva rivendicato la schiet-tezza del suo popolo”. Ma la battuta al premier conservatoreungherese è stato solo l'inizio delloscoppiettante siparietto di Juncker. Vi-sibilmente di ottimo umore – riferisconole agenzie - il presidente della Com-missione europea ha riservato un gesto

'speciale' a tutti gli ospiti. Il primo mi-nistro belga Charles Michel ha avutopersino diritto a un bacio sulla fronte.Sorrisoni e pacche sulle spalle affettuoseanche con David Cameron. Mentre alpremier greco Alexis Tsipras, al solitosenza cravatta, Juncker ha proposto dicedergli la sua.

Il saluto al premier ungherese:“Ciao dittatore!”

Viktor Orban incassa la battuta di Jean Paul Juncker e sorride

BERLINORIGA: SIPARIETTO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Un vero record quello rag-giunto dalla berlinese An-negret Raunigk, che ave-

va già tredici figli quando hamesso al mondo martedì scorsoquattro gemelli, tre maschi euna femmina, giungendo cosìa quota 17 all'età di 65 anni. Ipiccoli sono nati prematuri a26 settimane con parto cesareoe hanno buone probabilità disopravvivere. Si tratta del casodella donna più anziana al mon-do per parto quadri-gemellare.Quattro piccoli: Dries pesa 960grammi ed è lungo 35 centi-metri; Bence pesa 680 grammied è lungo 32 cm, Fjonn pesa745 grammi ed è lungo 32,5centimetri e la femminuccia,che è stata la prima a nascere,Neeta, pesa 655 grammi ed èlunga solo 30 centimetri. Erastata la figlia più piccola di An-negret, di soli nove anni, a chie-dere alla madre di avere un

fratellino o una sorellina: loaveva riferito lo scorso aprilel'emittente tv Rtl, per la qualela donna ha firmato un contrattoin esclusiva, e lei aveva accon-sentito ad esaudire il desideriodella piccola. Così si era fattaimpiantare quattro ovuli in unaclinica in Ucraina ed erano statitutti fecondati. La donna, che èun'insegnante di inglese e rus-so, aveva detto prima del partoche non aveva paura e che sisentiva in buona salute e informa. I piccoli al momentosono sotto osservazione nel-l'incubatrice neonatale, la madresta bene. Molte le polemichesulla scelta della donna, che èstata accusata di egoismo e ir-responsabilità vista la sua età.Anche i medici si sono pro-nunciati in maniera critica vistii rischi che la gravidanza pre-sentava sia per i piccoli cheper la madre. E.M.

Mamma di quattro gemelli, a 65 anniTre maschietti e una femminuccia: in tutto ora la donna ha 17 figli

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di Emma Moriconi

Palmira è nelle mani dell'Isis, i mili-ziani - a quanto dichiarato dal di-rettore del dipartimento dei museie delle antichità di Damasco -hanno preso il museo della città

nel pomeriggio del 22 maggio, si sono chiusidentro ma pare non abbiano al momentodanneggiato i reperti archeologici. Le im-magini delle rovine della città girano per ilweb e in un messaggio di propaganda l'Isis,pubblicandole vicine ad immagini di bambinisiriani annegati in un lago di sangue, ha ac-cusato l'Occidente di preoccuparsi più "dellepietre" che dei bambini massacrati. Secondole informazioni che giungono dai luoghi inte-ressati dalle vicende belliche, i miliziani avreb-bero scatenato una vera e propria caccia al-l'uomo e 280 militari sarebbero stati uccisi.Nella giornata di ieri il governo di Baghdadha annunciato di aver inviato rinforzi militari,composti di militari governativi, miliziani sunnitie reparti speciali della polizia, a Ramadi perorganizzare una controffensiva e riprenderela città. Intanto quarantamila persone tentanola fuga da Ramadi, ostacolate dal governoche ha bloccato l'accesso al ponte di Bzebizper timore che tra i fuggiaschi possano infiltrarsimiliziani dell'Isis. Nella giornata di ieri la coa-lizione internazionale anti-Isis in 24 ore halanciato 18 raid sulla Siria e l'Iraq, senzarisultati. E da più parti arrivano forti critichealla gestione Usa della vicenda, in particolarenon ci si spiega come sia possibile che forze

militari organizzate e dotate dei più modernisistemi di combattimento possano lasciarsisurclassare in questo modo da forze milizianeche non posseggono mezzi aerei e che dicerto non hanno gli stessi strumenti delleforze internazionali che dovrebbero tentaredi contrastarle. Obama, dal canto suo, mini-mizza, dichiarando che l'Isis non sta vincendo.Fatto sta che Palmira è in mano ai milizianidell'Isis e che in termini simbolici - oltre chepratici e strategici - il colpo sia bello forte pertutta la civiltà mondiale. L'ultima archeologa italiana ad aver lavoratoa Palmira, Maria Teresa Grassi, è stata rag-giunta al telefono dall'Ansa, ha parlato deirilievi funerari presenti nella storica città,"quelli che chiudevano i singoli loculi nellegrandi tombe collettive di Palmira", degli"strepitosi stucchi, il grande mosaico con ilmito di Cassiopea che la missione archeolo-gica francese aveva recuperato all'inizio del

Novecento da una abitazione, l'eccezionalestatua in marmo di Atena Allath ritrovata dallamissione polacca, una bella collezione divetri, senza contare sarcofagi all'esterno, i tanticippi conservati nel giardino, il grande leoneche azzanna la gazzella...". La Grassi fino al2010 guidava la missione dell'Università diMilano: "La notizia che l'Isis è da ieri [l'altroieri Ndr] all'interno del museo è terribile - hadetto l'archeologa all'agenzia di stampa - sonopreoccupatissima, anche per la sorte del per-sonale che fino a qualche giorno fa presidiavaquotidianamente il grande sito archeologicoe il museo". A quanto ha riferito, l'ultimo contattosarebbe un whats app di qualche giorno fa,nel quale aveva chiesto informazioni, preoc-cupata per le cattive notizie che arrivavanodai media. "La risposta mi ha gelata - ha detto- il messaggio diceva solo 'molto cattive'". Hariferito dunque dell'angoscia di queste ore,sia per le persone che per le cose. E anchese alcuni oggetti sembra siano stati portati inun luogo sicuro, la studiosa si è chiesta seesiste ancora un luogo sicuro in Siria. A quantoha riferito il direttore del dipartimento antichitàdi Damasco Mamoun Abdulkarim, i milizianiavrebbero distrutto alcune statue moderne digesso ma non vi sarebbero ancora informazionisu possibili danni alle opere antiche. "Non c'èquasi nulla nel museo - ha detto ancora -siamo riusciti a trasferire progressivamente leantichità a Damasco. Tuttavia ci sono ancorasarcofagi il cui peso di tre o quattro tonnellatenon ci ha permesso di spostarli e questo mipreoccupa".

L'ARCHEOLOGA MARIA TERESA GRASSI, RAGGIUNTA AL TELEFONO DALL'ANSA, SI DICE FORTEMENTE PREOCCUPATA

Isis, l’avanzata che fa pauraSi teme per il sito di Palmira e per le persone dopo i rastrellamenti del 22 maggio - Massicce critiche alla gestione Usa della coalizione

Il Museo di Palmira fu inaugurato nel 1961.L'archeologa Maria Teresa Grassi ne parlacome di "un piccolo gioiello". "Una costruzione

in cemento - dice all'Ansa - a forma di cubo,forse di 30 metri per 15, allestito vicino allemura" e parla di molti reperti che erano statiraccolti nel grande sito archeologico a cieloaperto, "che occupa - riferisce ancora l'Ansa -un'area vastissima e non recintata in quella cheera un tempo la confluenza delle grandi carovane".La studiosa descrive all'agenzia di stampa illuogo che oggi figura su tutte le prime paginedei giornali di tutto il mondo: "I rilievi funerari, inparticolare, erano moltissimi - ha detto ancora -alcuni addirittura murati nel museo, e quindi èdifficile che possano essere stati messi in salvo.Bellissimi erano poi gli stucchi decorati a rilievo,recuperati vicino alla fonte Esqa e che sono statiesposti in tante mostre in giro per il mondo". Maanche la statua in marmo di Atena, una granderarità perché a Palmira le statue sono tutte inpietra calcarea. Poi c'è la ricca collezione divetri. E i grandi reperti appoggiati all'esterno delfabbricato, in particolare sarcofagi. Ho paurache tanto verrà distrutto e tanto saccheggiato emesso sul mercato per autofinanziare l'Isis", hadetto ancora la Grassi, che ha specificato comeil grande sito era in tempi migliori "molto bencustodito" ma comunque non recintato "perchédi fatto è impossibile". Ha poi concluso: "Hopaura, perché Palmira fa notizia, oggi era sulleprime pagine di tutti i giornali, da quello dellaparrocchia al New York Times ... spero di sba-gliarmi, ma temo tanto che altre cattive notiziearrivino ancora". E.M.

“Il Museo, un piccolo gioiello”

Domenica 24 maggio 2015 ESTERI9

DOPO LE ESERCITAZIONI DI CINA E RUSSIA NEL MARE NOSTRUM, VENTI DI GUERRA ANCHE IN FINLANDIA?

di Tatiana Ovidi

L’Europa sta diventando unapolveriera. La questioneucraina ha scatenato un

nuovo scontro tra Russia ed Oc-cidente, con Mosca che è di-ventata faro per i popoli che vo-gliono ribellarsi al nuovo ordinemondiale. Ieri si sono conclusele esercitazioni militari congiuntedi Cina e Russia nel mar Medi-terraneo. Ed è la prima voltache i due paesi svolgono dei

test militari congiunti in questeacque. Le ragioni che stannodietro queste manovre militari,chiamate “Joint Sea 2015”, po-trebbero essere diverse.Ricordiamo che Russia e Cinasvolgono già esercitazioni militaricongiunte nel Pacifico dal 2012.Quelle nel Mediterraneo sonostate organizzate dopo che gliStati Uniti hanno rafforzato laloro collaborazione con gli alleatiasiatici, in risposta alle rivendi-cazioni territoriali cinesi nelle ac-

que del Pacifico.Da quando gli atlantici hannosanzionato Mosca in seguito allacrisi ucraina, il Cremlino ha raf-forzato le sue relazioni diploma-tiche con l'Asia, l'Africa e l'Ame-rica Latina. Inoltre queste ope-razioni militari nel Mediterraneoservono alle due potenze permigliorare l'efficienza delle flottee rafforzare la loro immagine diforze navali. Un'altra spiegazioneè il crescente interesse della Cinaverso l'Africa e il Medio Oriente:

il Mare Nostrum è diventatol'estremità occidentale della nuo-va Via della seta, il progetto ci-nese per collegare Pechino coni mercati di tutta l'Asia centrale,l'Europa e il Medio Oriente. Quindi queste esercitazioni po-trebbero non essere le ultime.Inoltre ci sono aperte ancora lequestioni legate all'Isis ed allaSiria. Soprattutto Mosca sta gio-cando un ruolo decisivo nelladifesa di Assad e nella lottacontro la jihad.

Poi sono altri i fronti aperti: c'èla questione energetica ed il nuo-vo gasdotto russo, che sta spin-gendo Ungheria, Grecia e Ma-cedonia in conflitto con Nato eTroika. E non solo. Ora anche laFinlandia teme il "pericolo russo".E se è vero che la terra dei fiorditeme l'Orso bianco dal XIX se-colo, finora non era mai giuntaa tanto: il governo di Helsinki hainviato una lettera ad oltre900.000 riservisti, inclusi i fin-landesi residenti all'estero, perricordare loro i compiti cui sonotenuti "nel caso di un conflitto".Ufficialmente la missiva non cita

esplicitamente la Russia ma è ilpotente vicino l'unico Stato concui sono possibili tensioni. Ri-cordiamo che la Finlandia, chenon è membro della Nato, con-divide con la Russia oltre 1.300km di confini. Negli ultimi mesigli aerei da guerra russi hannotestato più volte le difese aereefinlandesi e ad aprile un sotto-marino, che si sospetta fosserusso, venne scoperto nella radadi Helnsinki. Insomma la micciasembra essere accesa. E l'Europasembra essere tornata ad essereterra di scontro. Ringraziamo lo Zio Sam.

Baltico e Mediterraneo: l’onda lunga della tensione

DESTRE EUROPEE: IL BELGIO

di Claudio Pasquini Peruzzi

Una nazione con tre lingue ufficiali(francese, olandese e tedesco),una monarchia parlamentare fe-

derale, una popolazione di poco più di10 milioni di abitanti, divisa in tre regioni(le Fiandre, la Vallonia e la regione Bru-xelles-Capitale) e con un sistema parti-tocratico frammentato. Si tratta delBelgio ed anche qui non poteva non es-serci un partito di destra. Una destraindipendentista, populista, identitaria etradizionalista. Il predecessore del partito Vlaams Belang(Interesse Fiammingo) è il Vlaams Blok,formato dai dissidenti della destra na-zionalista dell’Unione Popolare scioltasinegli anni 70. L’evento che portò allacreazione del Vlaams Blok fu la posizione,ritenuta eccessivamente moderata, as-

sunta dalla maggioranza dell’Unione Po-polare a riguardo dell’autonomia fiam-minga, l’immigrazione, la sicurezza e ladifesa dei valori tradizionali. Gli altripartiti fiamminghi crearono negli anni90 un “cordone sanitario” il cui obiettivoera il rifiuto di alleanze o patti politicicon il Vlaams Blok. In quegli anni, fuconsiderato il partito fiammingo più po-polare sostenuto da ¼ dell’elettoratofiammingo e uno dei partiti di destra dimaggior successo in Europa. Nel 1991e nel 1995 ottenne rispettivamente il6,6% e il 7,8%, mentre nel 1999 rag-giunse quasi il 10%. Le posizioni delVlaams Blok sul tema dell’immigrazionesuscitarono polemiche e il partito fucostretto a essere sciolto nel 2004 aseguito di un processo politico nel qualela corte di appello di Gand decretò l’in-compatibilità tra la legge belga del 1981

sul razzismo e la xenofobia, e l’ideologiapolitica del partito. Sanzionato con unamulta e obbligato a eliminare gli elementidi razzismo all’interno del programmapolitico, il partito decise di procederecon l’autoscioglimento. Di conseguenza,nel 2004, fu fondato un nuovo partitoche prese il nome di Vlaams Belang.Esso assunse posizioni più moderaterispetto al suo predecessore modificandoalcuni elementi del programma politico. Frank Vanhecke rimase leader, fino al2008, del nuovo partito il quale continuòa subire gli effetti della strategia delcordone sanitario adottata dagli altripartiti. La linea politica del Vlaams Belang siconcentra principalmente sull’indipen-denza fiamminga, la difesa dell’identitàculturale e il rifiuto del multi-culturalismo. In materia di nazionalismo identitario,

il partito chiede l’indipendenza territorialedelle Fiandre dal Belgio e la creazionedi una Repubblica Fiamminga autonomae di conseguenza libera dalle politicheeconomiche e sociali del governo na-zionale. Il partito sostiene che l’unitàdel Belgio sia un’utopia, viste le diver-genze politiche e culturali tra le Fiandre(di lingua Olandese) e la Vallonia (zonafrancofona). Il Vlaams Belang ritieneanche ingiustificabile la ridistribuzionefiscale dalle Fiandre a Bruxelles e allaVallonia. Per quanto riguarda l’immigrazione, ilpartito è categorico e inamovibile. Glistranieri che rinnegano, rifiutano o com-battono la cultura fiamminga e i valorioccidentali tradizionali devono essererimpatriati. Nel campo economico, il Vlaams Belangsi distingue dal Vlaams Blok poiché èfavorevole ad un modello economiconeoliberale e non ad un’economia mista. Legge e ordine pubblico. Il partito porta

avanti una politica basata sul concettodella tolleranza zero, il quale prevedel’adozione intransigente delle norme edell’ordinamento giuridico del paese. Ilpartito si oppone alla liberalizzazionedelle droghe ed è favorevole alla depor-tazione degli stranieri criminali e illegali,cosi com’è intenzionato a lottare controla minaccia Islamica. Ad oggi, il Vlaams Belang vanta 3 seggisu 150 alla Camera, 4 su 71 al Senato e1 su 22 al Parlamento Europeo dove, aseguito delle elezioni Europee del 2014,non si è riuscito a formare un gruppo.Un mancato accordo tra l’Olandese GeertWilders del PVV e il partito Polacco didestra (KNP) di Mikke non ha consentitoagli altri partiti euroscettici, tra cui ilVlaams Belang, di formare un gruppoparlamentare. Di conseguenza, il partitorisulta far parte dei non-iscritti pur man-tenendo relazioni e contatti con la LegaNord, il Partito Popolare Danese ed ilFront National.

La lunga storia dell’Interesse fiammingo

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Domenica 24 maggio 2015 DA ROMA E DAL LAZIO10

Quattro grandi tri-colori, con suscritto “Viva l’Ita-

lia”, esposti su altret-tanti importanti pontinel cuore della Capitale(Ponte Mazzini, PonteGaribaldi, Ponte S. An-gelo e Ponte VittorioEmanuele II). Questal’iniziativa, che i ragazzidel Centro Studi Gym-nasium hanno portato atermine ieri mattina perlanciare “un messaggiochiaro ed inequivocabi-le, per molti obsoletoma ribadito con forza,alla vigilia del centesi-mo anniversario dell’in-gresso italiano nella Grande Guerra”.Un messaggio che, unito agli incontriche nei mesi scorsi il Centro studi haorganizzato, intende celebrare la sen-sazionale mobilitazione del popoloitaliano per l’intervento in guerra delmaggio 1915.“Abbiamo ripercorso la genesi del-l'Unità d'Italia e le idee motrici chehanno lanciato la sfida ai vecchiimperi per formare da un popolo di-viso, ma dal grande passato ricco distoria e cultura, una Nazione in grado

di affermarsi e prosperare. L'incon-tenibile passione di Mazzini – spie-gano i ragazzi di Gymnasium - il co-raggio ardente di patrioti come Pisa-cane e Mameli, poeti e combattenti,che dalla Repubblica Romana in poi,diedero la loro vita per realizzare illoro sogno Rivoluzionario, hannoriempito le nostre giornate dedicateai padri della Patria. La Grande Guerra– proseguono - è la tappa finale delprocesso dell'Unità d'Italia, perchéin essa si realizza il destino geografico

della Nazione e si for-ma lo Spirito di Patria.Nella trincea, sullemontagne, tra il fangoarrossato dal sangue,nel corpo a corpo allabaionetta, nella fab-briche in cui le donnesostenevano la deboleeconomia nazionale,nasceva finalmentel'Italia, intesa comeuna Nazione in sensospirituale, forgiata dal-l'acciaio e unita dalnemico che premevada Nord”. Il sacrificio compiutodai soldati e dalle fa-miglie dei caduti, che

hanno sopportato innumerevoli lutti,“ci hanno spinto a ribadire con forzail nostro credo nell'idea di Nazione,forte, libera ed indipendente comenel 1918, quando la vittoria, dopotre anni di combattimenti, arrise al-l'Italia e i tricolori, come quelli calatistamane dai maggiori ponti romani,garrivano fieri ed orgogliosi al vento.Nel ricordo e nella celebrazione dellanostra storia e degli eroi, il seme disperanza e di riscatto”.

Cristina Di Giorgi

SUI PONTI DEL TEVERE

“viva l’Italia”: quattro tricolori per ricordare il 24 maggio 1915L’iniziativa è stata realizzata dal Centro Studi Gymnasium

in occasione del Centenario della Grande guerra

Bus dirottato da turistiRoma, Via Newton, è quasi la mezza-notte del 22 maggio scorso quandodue turisti serbi, 33 anni lui, 28 lei, fi-danzati, dirottano il bis dell'Atac dellalinea 31. I due si sono rivolti all'autistaaccusandolo di non averli lasciati allafermata precedente, il giovane ha tiratofuori un coltello e ha minacciato l'uomoordinandogli di tornare indietro perportarli dove sarebbero dovuti scendere.Il conducente, allarmato e probabil-mente anche per non far degenerarela cosa, ha obbedito. I due hanno cosìdirottato il mezzo pubblico e sequestratodi fatto i suoi occupanti. Uno dei quali,però, ha pensato bene di allertare i ca-rabinieri fornendo ai militari una ac-curata descrizione dei due fidanzatinidirottatori. Una volta scesi dal mezzo,i carabinieri li hanno intercettati e idue sono stati denunciati per violenzaprivata, interruzione di pubblico servizioe porto abusivo di armi.

Finti clienti rapinavano escortPrendevano appuntamento e si pre-sentavano dalle escort armati per ra-pinarle. Si tratta di due italiani, di cuiuno in stato di semi libertà per unacondanna a 15 anni per rapina a manoarmata, che sono stati arrestati dallapolizia. La vicenda è cominciata da al-cune indagini avviate per fare luce surapine effettuate ai danni di alcuneprostitute, quando gli investigatori han-no avuto notizia di una rapina perpetrataai danni di una escort spagnola risalenteal 13 maggio scorso e avvenuta all'in-terno del suo appartamento. Le indaginisono così proseguite seguendo il mo-dus operandi ed è stato individuatoun caso simile: una escort ha riferitoalla polizia di aver avuto un contattotelefonico per un appuntamento che

si sarebbe tenuto quello stesso po-meriggio: il numero di telefono usatodall'uomo misterioso corrispondeva aquello usato per mettere a segno ilcolpo ai danni della donna spagnola.Così ad attendere gli "ospiti", in casadella escort, invece della donna i ladrisi sono ritrovati davanti gli agenti chenel frattempo si erano appostati inattesa del loro arrivo. I poliziotti sonointervenuti non appena i due uominihanno tirato fuori le pistole per rapinarla.Sono stati così disarmati e arrestati.

Gra assassino, un morto e due feritiIncidente mortale nella notte tra il 22e il 23 maggio tra Salaria e BufalottaUn morto e due feriti: è il tragicobilancio della notte tra il 22 e il 23maggio, quando due veicoli, intornoalle 3,30, sono rimasti coinvolti in unincidente sul Grande Raccordo Anulare.Il conducente di uno dei due mezzi,una donna di 62 anni residente nellaprovincia di Frosinone, è morta e ilGra è stato chiuso al traffico in car-reggiata interna al km 48, svincolo Ar-deatina. La donna è deceduta all'albadel 23 dopo una inutile corsa in ospe-dale. Sul posto per i rilievi del caso èintervenuta la polstrada che ha fattouna prima ricostruzione secondo laquale i veicoli coinvolti nello scontrosarebbero tre. La donna sarebbe statasbalzata fuori dall'abitacolo della suaautovettura a causa del forte impatto.Sul luogo dell'incidente sono interve-nute anche le squadre dell'Anas, deivigili del fuoco e della polizia stradaleper la gestione della viabilità e per ef-fettuare i rilievi, oltre che per rimuoverei veicoli incidentati e ripristinare la via-bilità. La carreggiata è stata riaperta altraffico alle 7.05 di ieri mattina.

BREVI DALLA CAPITALE

OGGI L’ATTESA MANIFESTAZIONE A PONTE DI NONA

In marcia contro i campi del degradoComitati, associazioni, semplici cittadini e anche duecento cani sfileranno contro un sistema che ha fallito

Èil giorno della manifestazionecontro i campi nomadi a Pontedi Nona, dove si sono dati ap-puntamento settantuno tra co-

mitati di cittadini e associazioni. Ma nonmancherà la gente comune, insieme a200 cani avvolti nel tricolore "a testimo-niare solidarietà ai loro 'colleghi' mal-trattati negli insediamenti". La manifestazione è stata organizzatadal Caop (Coordinamento azioni ope-rative di Ponte di Nona), un centro "ope-rativo", spiega il presidente Franco Pirina,che "combatte tutte le forme di illegalitàpresenti sul territorio"."Noi facciamo prevenzione e diamo lamassima collaborazione alle forze del-l'ordine, appena vediamo qualcosa chenon quadra allertiamo subito loro e vo-

gliamo diffondere questa cultura di col-laborazione - sottolinea Pirina - Moltevolte c'è l'omertà dinanzi a fatti delin-quenziali, ci si gira dall'altra parte, maquesto è un grave errore, non aiuta leforze dell'ordine".Il raduno per il corteo autorizzato, chesfilerà per le vie di Ponte di Nona, èprevisto per le 10 a piazza Attilio Muggia.I cittadini percorreranno via FrancescoCaltagirone, via Giorgio Grappelli, lavia principale che porta a Roma est,via Capetti, via Raul Chiodelli, viale Cal-tagirone per poi tornare a piazza AttilioMuggia per le conclusioni finali.Con la manifestazione di domenica, ag-giunge, vogliamo chiedere la "chiusuradi tutti i campi Rom di Roma, la città hagià dato in sicurezza, in salute e in

soldi". "La soluzione che proponiamo?Saremo i primi ad aiutare tutti quelliche veramente vogliono integrarsi, cheabbiano un lavoro onesto, rispettosodelle leggi, e che paghino le loro utenzecome fanno le famiglie italiane - spiegaPirina - Invece tutti quelli che continuanoa delinquere e hanno fascicoli su fascicolie non hanno interesse a integrarsi devonoessere espulsi come stanno facendotutti i paesi europei"."Inoltre con noi cittadini sfileranno anche200 amici a quattro zampe avvolti con iltricolore, che manifestano contro i mal-trattamenti dei loro simili che avvengononei campi nomadi - conclude - Inoltreci saranno i cani salvati dai campi nomadiche possono essere adottati dai cittadini".

Robert Vignola

U n derby da alta quota,anche se ancora unavolta al calcio romano

è sfuggito il trofeo annuale.Ma soprattutto una partita,quella di domani, che minac-cia di diventare un’occasionedi disordini. Così ieri pome-riggio si è tenuto un tavolotecnico in Questura, nel corsodel quale sono stati illustrati

tutti i dispositivi relativi allasicurezza in vista del derbyLazio-Roma, valevole per lapenultima giornata del cam-pionato di serie A 2014-2015. Innanzitutto, non ci sarà il pie-none. All’incontro, che si di-sputerà alle 18, è prevista lapresenza di circa 48.000 spet-tatori. Secondo quanto comu-nica la polizia, l’apertura dei

cancelli dell’Olimpico è pre-vista alle 15. Le forze dell’or-dine hanno anche diramatouna nota in cui rendono notele misure previste per la si-curezza. “Particolare attenzio-ne è stata riservata ai servizinecessari per far sì che leopposte tifoserie non venganoin contatto tra loro; nelle adia-cenze dello stadio verranno

infatti effettuati specifici serviziper facilitare l’afflusso e l’in-dirizzamento dei tifosi versoi propri settori: Ponte Milvioper i laziali, Ponte Duca D’Ao-sta e Ponte della Musica per itifosi romanisti. Dalle 15 sonopreviste delle chiusure al traf-fico che interesseranno Lun-gotevere Cadorna, PonteDuca d’Aosta e Lungotevere

Diaz nel tratto compreso trapiazzale De Bosis e viale An-tonino da San Giuliano. Qua-lora si rendessero necessarie,sono state previste anche del-le chiusure ''a vista'' al trafficoveicolare sul lungotevere Diaznel tratto compreso tra vialeAntonino da San Giuliano ePonte Milvio, viale della Mac-chia della Farnesina, via deiRobilant e viale Antonino daSan Giuliano”. Infine, “per quanto riguardai servizi specifici effettuati

nelle adiacenze ed all’inter-no dell’impianto sportivo, sa-ranno ulteriormente poten-ziate le operazioni di filtrag-gio e prefiltraggio, per im-pedire che malintenzionatipossano portare all’internomateriale pericoloso per l’in-columità degli spettatori. Leoperazioni di prefiltraggioavverranno per i tifosi lazialida piazza Dodi mentre per itifosi romanisti, da largo DeBosis, Franchetti, Gladiatorie Olimpiadi”. R.V.

Derby: ecco le misure di sicurezzaDOMANI LAZIO-ROMA, PREFILTRAGGI E LIMITAZIONI AL TRAFFICO PER EVITARE DISAGI E INCIDENTI

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Domenica 24 maggio 2015 DALL’ITALIA11

“Scusi, un’informazione”. In realtàil suo intento era un altro. Scenedi ordinaria follia venerdì mat-

tina in pieno centro a Scicli (Ragusa),dove Gianluca Agolino, 39 anni, conprecedenti penali, ha fermato l’autodei carabinieri per poi cospargerladi benzina e darle fuoco con un ac-cendino.Immediatamente il veicolo ha presofuoco: i militari (un maresciallo allaguida e un altro sul sedile lato pas-seggero) sono prontamente uscitidall’abitacolo e, dopo un breve in-seguimento a piedi, hanno arrestatoil malvivente con l’aiuto di altri duecolleghi, lì presenti liberi dal servizio,che avevano assistito alla scena. Dopo averlo bloccato, i carabinierihanno provveduto con un estintorein dotazione a gestire le fiamme delmezzo militare fino all’intervento deivigili del fuoco di Modica che hannopoi spento l’incendio. L'auto ha subitonotevoli danni.L’uomo nel frattempo, come spiegala nota dei carabinieri, è stato iden-tificato ed è stato condotto in caser-ma, dove come disposto dal sostitutoprocuratore di turno, Francesco Puleioè stato dichiarato in stato di arrestoper i reati di tentato omicidio, dan-neggiamento aggravato, interruzionedi servizio di pubblica necessità eporto di armi atte ad offendere. Ago-lino nullafacente residente a Sam-pieri, già noto per varie intemperanze

essendo non del tutto a posto con latesta, si trova nel carcere di Ragusa.Nel corso della perquisizione per-sonale, l'uomo è stato trovato in pos-sesso di un coltello di circa 15 cm,un passamontagna e dell’accendinoutilizzato per appiccare il fuoco. Intanato proseguiranno le indaginiper capire le motivazioni del gesto.Come riporta inoltre il sito locale‘Corriere di Ragusa’, accertamentisono in corso anche per capire se

sia sempre il 39enne l’autore deiprecedenti due incendi di qualchegiorno fa ai danni del postamat del-l’ufficio postale e del bancomat della“Banca San Paolo”. Agolino non èinfatti nuovo a questo genere di reati,dal momento che qualche tempo faaveva dato fuoco all’abitazione dialcuni parenti a Sampieri. La commissione prefettizia che at-tualmente regge il Comune ha intantoespresso solidarietà all’Arma. B.F.

RAGUSA – IL FOLLE GESTO DI UN PREGIUDICATO

“Scusi, un’informazione” e dà fuoco alla Gazzella

Torino, traffico di drogain manette otto africaniTraffico internazionale di stupe-facenti. È con questa accusa chesono state arrestate dalla poliziadi Torino otto persone di origineafricana. L’indagine, avviata dopola denuncia della madre di untossicodipendente, ha portatoalla scoperta di un grosso trafficodi droga tra i paesi produttoricentroamericani e l’Italia, attra-verso l’Africa subsahariana. Nelcorso degli accertamenti, pro-trattasi per più di due anni, eranogià stati arrestati in flagranazadi reato, ben 25 persone coinvoltenel traffico di sostanza stupefa-cente ed erano stati sequestrati56 chilogrammi di cocaina e 6chilogrammi di eroina. Gli agentihanno sequestrato carichi di dro-ga confezionati in ovuli, inghiottitie trasportati dai corrieri, altri na-scosti in auto provenienti dallaFrancia e altri ancora al seguitodi marinai sbarcati da navi arrivatea Gioia Tauro da Panama. Spessevolte viaggiavano contempora-neamente, sullo stesso aereo,più corrieri allo scopo di abbatterei rischi di impresa, qualora qual-cuno fosse stato individuato earrestato. L'operazione - deno-minata ‘San Rocco’ - si è chiusaieri con l'esecuzione a Torino,Roma, Brescia, Firenze e Modenadell'ordinanza di custodia cau-telare in carcere emessa dal gipdi Torino nei confronti degli ottocittadini africani. L’ordinanza dicarcerazione ha interessato inoltrealtre otto persone che ora si tro-vano in Africa. Per loro sono già

state avviate le relazioni interna-zionali per l’esecuzione dei prov-vedimenti.

Caso Tommy, Alessi presto fuori dal carcereNessuno le ridarà mai il suo piccoloTommy, ma lei, per lo meno, pre-tende giustizia. Nove anni dopo ilrapimento e l'omicidio di TommasoOnofri, ucciso nel 2006 in seguitoad un sequestro finito male, laferita nel cuore della madre, PaolaPellinghelli, continua a sanguinare.La possibilità che presto MarioAlessi, il muratore accusato condue complici di aver ammazzato ilbimbo di appena di 18 mesi, possaaccedere al lavoro esterno al carcere,dove sta scontando l'ergastolo,acuisce il suo dolore, ma trova laforza di sfogarsi ai microfoni dellatrasmissione Tv “Quarto Grado”.Cominciano, infatti, ad avvicinarsiper Alessi i termini per accedereal lavoro esterno; gli avvocati delcondannato presenteranno la do-manda e la loro richiesta per i per-messi potrebbe essere accolta nel2016. “Questo è inaccettabile - af-ferma la mamma di Tommy - perchél’egastolo al quale è stato condan-nato lui, lo sconterò io”. Era il 2Marzo 2006 quando due sconosciutifanno irruzione nella casa della fa-miglia Onofri, nella campagna Par-mense ed immobilizzati con delnastro adesivo i genitori e il fratellinoSebastiano di otto anni, TommasoOnofri, di soli 18 mesi, viene strap-pato dal seggiolone mentre con-sumava la cena e viene rapito. Leindagini incastrano Alessi che, il 2aprile, confessa.

GENOVA - SENEGALESE ESCE DAL CARCERE IN MENO DI VENTIQUATTRO ORE

Carabiniere ferito, aggressore ai domiciliariAveva assalito un militare nel corso di un controllo. Inevitabile la polemica sulla sicurezza mentre il Governo minimizza

Èuscito dal carcere in menodi ventiquattro ore il sene-galese accusato di aver col-pito venerdì mattina un ca-

rabiniere durante un controllo a Ge-nova. Su decisione del tribunale delcapoluogo ligure nel corso del pro-cesso per direttissima, ieri mattina,lo straniero è finito ai domiciliari. Le accuse nei suoi confronti restano,ma l’udienza è stata aggiornata alprossimo 17 luglio dopo che i legalidell'uomo, gli avvocati Rodolfo Senese Giulia Polese, hanno chiesto i ter-mini per la difesa. L’aggressore,Ibrahim Sall, 31enne che lavoracome operaio edile in una ditta delcentro storico cittadino, è accusatodi resistenza a pubblico ufficiale elesioni aggravate.Durante l’udienza l’imputato ha spie-gato di aver aggredito il carabiniereperché lo credeva un malviventeche voleva rapinarlo. L’aggressorein particolare ha detto di avere avutopaura quando è stato fermato perchéi due militari erano in borghese enon aveva capito che lo stavanocontrollando.La versione dei fatti dei militari edel senegalese, però, non coinci-dono. I primi sostengono di averesibito i documenti identificativi di-chiarando ad alta voce le propriecredenziali prima di chiedere lacarta d’identità all’immigrato, nelpieno rispetto della legge. Se cosìfosse, impossibile che lo straniero

non avesse capito chi aveva di fronte. Secondo quanto ricostruito, i duecarabinieri aggrediti avevano avvi-cinato una coppia di senegalesi chesi trovava vicino ad un furgone aMura degli zingari, una strada isolatache corre parallela al porto del ca-poluogo ligure (Foto Fornetti – IlSecolo XIX Carabinieri sulla zonadell’aggressione). Sospettando untentativo di furto le forze dell’ordinehanno voluto vederci chiaro.Uno dei fermati però aveva estrattoun cacciavite ferendo un maresciallodei carabinieri con cinque fendentiche lo hanno colpito alle braccia,allo sterno, al volto e alle spalle. Tra-sportato all'ospedale Galliera di Ge-nova, è stato poi dimesso con unaprognosi di 22 giorni, mentre il col-lega, che ha riportando solo alcunecontusioni, è stato medicato e di-messo con sette giorni di prognosi.Il sostituto procuratore di turno Sa-brina Monteverde venerdì avevadeciso di procedere con l’arrestosolo del senegalese che ha mate-rialmente colpito il militare. L'amico,un connazionale di 49 anni, era statodi fatto scagionato dall’arrestato se-condo il quale il secondo senegalese“è arrivato in un secondo momento”e “non è stato coinvolto nella col-luttazione”.Intanto il caso di cronaca continuaad essere oggetto di battaglia poli-tica. Dopo Giovanni Toti che venerdìsi era subito lanciato sul caso chie-

dendo zero tolleranza, ieri a parlareè stato il leader leghista Matteo Sal-vini. “Quando torneremo al governo,e ci torneremo ve lo assicuro, por-teremo un clima di maggiore rispettoper chi indossa la divisa – ha dettoSalvini parlando con Radio Padania– non è possibile che accada quelche è accaduto a Genova”. Sellastessa linea d’onda la reazione diFratelli d’Italia. “Mi auguro che ilministro dell'Interno Alfano non per-da tempo e firmi il decreto di espul-sione dell'immigrato senegalese –ha detto Giorgia Meloni – Basta tol-leranza nei confronti di chi vienenella nostra Nazione e pretende di

fare quello che vuole. Solidarietà evicinanza ai due militari e a tutte leForze dell'Ordine che ogni giornorischiano la vita per garantire la no-stra sicurezza”.Non la pensa così il Governo. Il mi-nistro della Difesa, la genovese Ro-berta Pinotti, che ha espresso “mas-sima solidarietà alle forze dell’or-dine”, ha parlato di “polemica senzalogica, perché a essere ferito è statoproprio un carabiniere, nell’esple-tamento del suo lavoro: dire chenon c’è sicurezza è incomprensibile,in politica ci sta tutto, ma non bisognadire le bugie”.Insomma il governo oltre che cieco

continua ad essere anche sordo. Ilcaso di Genova non è di certo iso-lato. Mercoledì sera a Torino eranostati i rom di un campo nomadi adattaccare e distruggere un canile(più volte sotto attacco negli ultimimesi) perché volevano imposses-sarsi della zona. Sempre nel capo-luogo piemontese pochi giorni daera stato l’Ugl Polizia a mettere unataglia su un rapinatore seriale. Sonosolo gli ultimi episodi di cronaca,segno evidente di una falla nel si-stema sicurezza. Ma evidentemente non si lo vuoleammettere.

Barbara Fruch

IN BREVE

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Domenica 24 maggio 2015 DALL’ITALIA12

N ell’aprile del 2013avrebbero organizzatoil prelevamento di una

bambina dalla casa dellamadre affidataria a Cuiabà,in Brasile, assoldando duemalavitosi locali. I carabi-nieri di Vicenza hanno ar-restato, su mandato di cat-tura internazionale emessodalle autorità sudamericane,l'imprenditore vicentino45enne Paolo Ceccato e lasua compagna dominicanaElida Felis, 38 anni, per ilrapimento della figlia di lei,che era stata data in affi-damento. L'accusa è di sot-trazione di minore, rapi-mento e sequestro di per-sona. I due erano già finitinell'occhio del ciclone a

gennaio, quando per la pri-ma volta era emersa la vi-cenda, che ancora oggi nonè chiara. Come riporta il Giornale diVicenza, infatti, secondo leautorità brasiliane la piccolaera stata abbandonata al-l'età di tre mesi nel MatoGrosso dai genitori naturali,che avevano dovuto fuggiredal Paese per una non me-glio precisate ragioni (mac'è anche chi parla di unarresto per droga con suc-cessiva detenzione in car-cere). Otto anni dopo, però,i due si sarebbero rifattivivi rapendo la piccola acasa di una famiglia del po-sto, che nel frattempo avevaadottato la bambina.

VICENZA

Si sarebbe buttato dal quin-to piano, mentre era incorso un controllo della

Polizia nel suo appartamento.Hocine Achenouche, un algerinodi 47 anni, secondo gli agentiche stavano svolgendo un'in-dagine per reati connessi altraffico di droga, si sarebbesuicidato gettandosi nel vuoto.L'indagine era partita da un ac-certamento su una ragazza conprecedenti che aveva indicatoin una persona che vive nel-l'appartamento di via Casoni(dove l’algerino si è suicidato)chi le aveva fornito cocaina. Levolanti sono quindi andate peruna perquisizione. Il 47enne,anche lui conosciuto dalle forzedell'ordine, avrebbe aperto laporta sentendo suonare, poi

quando ha visto che era la Po-lizia avrebbe cercato invano dirichiuderla. I due poliziotti rimasti all’esternohanno trovato nel cortile 45 in-volucri di cocaina, presumibil-mente lanciati dall'interno del-l'appartamento, dalla finestradella camera dell'uomo. Lo straniero è stato invitato daipoliziotti a seguirlo in questura.Improvvisamente però si sarebbegettato dalla finestra aperta giàin precedenza, davanti ai duepoliziotti, che hanno subito al-lertato i colleghi all'esterno. L'uo-mo è finito su una macchina,danneggiandola ed è morto.Oltre all'algerino, in un'altrastanza, c'erano altri due uomini,che attualmente la squadra mo-bile sta interrogando.

BOLOGNA

Perquisizione in casa,algerino si getta dal balcone

Rapirono un bambina,arrestata una coppia

H a evaso il fisco per 41centesimi e, per que-sto, è stata costretta a

chiudere per tre giorni il suochiosco sulla spiaggia, oltreche al pagamento di una mul-ta di 500 euro. È successo aJesolo (Venezia). A denun-ciare il tutto al giornale locale‘Nuova di Venezia’ è propriola protagonista della vicenda,Laura Pavan. “Non ho emes-so 4 scontrini in cinque anni- racconta amareggiata - perquesto ho ricevuto dei verbalidalla Finanza. In tutto circa4 euro di incassi ed evasionedell’Iva per 41 centesimi. Laquarta volta non avevo in-cassato invece nulla. Era unabottiglietta d’acqua, l’annoscorso, che ho regalato a un

operaio che stava lavorandoin una draga. La Finanza èarrivata e mi sono presa l’ul-timo verbale, il quarto cheha fatto scattare la chiusura.In più ho dovuto pagare lasanzione, senza contare lespese per il commercialista”.A far innervosire la signorasarebbe stato anche il fattoche sia stata lei stessa adover far tutto, anche orga-nizzare la chiusura del suochiosco. “Nessuno mi ha det-to nulla, dopo la notifica al-l'Agenzia delle Entrate - spie-ga - allora mi sono arrangiatada sola con la posta certificatache vale come una racco-mandata”. In poche parole,conclude, “mi sono auto chiu-sa l'esercizio”.

JESOLO

Evade 41 centesimi,tre giorni di chiusura

SETTIMO MILANESE – IL SECONDO EPISODIO IN UNA SETTIMANA

Insulti e percosse sui piccolidi un asilo nido. Tre maestredella struttura comunale “Papà

Cervi” di Settimo Torinese sonostate denunciate dai carabinieriper maltrattamenti nei confrontidi alcuni bambini dell'istituto.A dare il via agli accertamentisono state le segnalazioni deigenitori di alcuni bambini, 25 inclasse, che hanno un’età com-presa tra i due e tre anni, inso-spettiti dal fatto che i loro figlinon volessero più recarsi a scuo-la. Non solo: i piccoli avrebberoanche mutato il loto comporta-mento; quando mamme e papàsi avvicinavano questi si pro-teggevano il volto, oppure cer-

cavano di scansarsi. Le indagini, coordinate dal so-stituto procuratore Chiara Moli-nari, del pool fasce deboli dellaprocura di Ivrea, sono duratesei mesi e hanno fatto emergerediversi episodi.Per venti giorni i carabinieri hannofilmato quello che avveniva inclasse accertando così non solorimproveri verbali ma anche vio-lenze fisiche delle docenti verso ipiccoli ospiti del nido (foto Ansa).Secondo gli investigatori, le inse-gnanti avrebbero creato, nella lorosezione, un clima di paura e stresscausato da rimproveri, strattona-menti e, in alcuni casi, anche dapercosse. Sarebbero dieci, in par-

ticolare, i bimbi vittime.Le tre maestre sono state denun-ciate e allontanate dall'asilo nidoe non avranno più contatti con ibambini finché non sarà fatta lucesulla loro posizione. Al momento,la direzione dell'istituto, nell'attesadel verdetto del Tribunale, ha cam-biato mansioni alle tre. “Non ab-biamo ancora ricevuto comuni-cazioni ufficiali da parte del Tri-bunale – spiega il direttore generaleStefano Maggio - Sulla vicendaabbiamo avuto solo informazioniufficiose, per questo non possiamoprendere provvedimenti di so-spensione. Assieme al sindaco ealla giunta abbiamo deciso, per ilmomento, di cambiare mansioni

alle tre maestre coinvolte. A partireda lunedì avranno mansioni d’uf-ficio. Tutto questo nell’attesa diricevere dal Tribunale comunica-zioni formali che ci consentirannodi adottare i provvedimenti previstidal contratto”.“Una brutta notizia che mi lasciasenza parole – ha commentatoil sindaco di Settimo Torinese,Fabrizio Puppo - L’asilo in cuisarebbero avvenuti i fatti conte-stati, attivo del 1973, è un’ec-cellenza della nostra comunità.Come amministrazione restiamonaturalmente a disposizione diProcura e carabinieri, e speriamovenga fatta al più presto luce suquesta brutta vicenda”.

È il secondo caso in pochi giorni.La scorsa settimana una maestra60enne della scuola materna diBuccinasco (Milano) era stataarrestata dagli agenti. Indagataanche una collega di circa 50anni perché, pur sapendo delle

violenze, non aveva mai riferitonulla alle forze dell'ordine. Ladenuncia, anche in questo caso,era partita dai genitori preoccupatiper lo strano cambio di compor-tamento dei proprio bambini.

B.F.

Abdel Majid Touil è colpe-vole, non c’è stato nessunoscambio di persona. Dopogiorni di indagini, inquirentie investigatori di Milano,

grazie anche a ulteriori scambi diinformazioni con Tunisi, sono certiche il marocchino arrestato martedìscorso per la strage al museo delBardo, è la persona indicata nel man-dato di cattura trasmesso dalle autoritàtunisine.Il dubbio era nato dalla difformità diuna foto del ricercato con il volto del22enne arrestato. Ma a provare che non si è verificatoalcuno scambio di persona ci sareb-bero anche alcuni documenti tra-smessi da Tunisi a inquirenti e inve-stigatori. Tra questi anche il numerodel passaporto che Touil avrebbeusato per arrivare dal Marocco inTunisia in aereo, prima di varcare ilconfine con la Libia e imbarcarsi allavolta della Sicilia per raggiungere isuoi familiari a Gaggiano, alle portedi Milano.Non solo: anche il portavoce del mi-

nistero dell’Interno di Tunisia, Moha-med Ali Aroui assicura di essere as-solutamente certo della colpevolezzadi Touil il quale avrebbe dato un sup-porto logistico all’attentato del 18marzo scorso dove sono morte 24

persone tra cui 4 turisti italiani . “Sonostati gli altri arrestati a parlare di lui -ha spiegato il portavoce - e dell'altromarocchino. I marocchini erano indue, uno è lui e l'abbiamo arrestato,l'altro è ricercato”.

Intanto le indagini milanesi prose-guono, anche in collaborazione conla Procura di Roma dove è aperto unfascicolo per la morte dei 4 italiani,con l'analisi delle 2 pen drive, delcellulare e delle schede sim seque-

strate nell'abitazione dei familiari diTuoil il giorno successivo al suo arresto. L’obiettivo è anche quello di arrivarea ricostruire la rete di rapporti delmarocchino in Italia e nei paesi delNord Africa ed eventuali contatti conesponenti dell'integralismo jihadisti. Decisivo, per il futuro dell’inchiesta,si prospetta lo scambio di informa-zioni, non solo tra la Procura di Milanoe quella di Roma, ma soprattuttolungo l’asse Italia-Tunisia. Intanto Touil, rinchiuso nella cella dialta sicurezza all'interno del carceredi Opera, continua a dichiararsi in-nocente. “Sono innocente, non c'entronulla, non mi spiego come questoerrore sia potuto accadere” avrebbedetto davanti al giudice della quintaCorte d'Appello di Milano Pietro Cac-cialanza, dopo la convalida dell'arrestoavvenuta nei giorni scorsi, spiegandodi non essersi mai mosso dall’Italia.“Da febbraio, quando sono arrivato,sono sempre rimasto in Italia” avrebbedetto al giudice, opponendosi, co-m’era prevedibile, all'estradizione.

Barbara Fruch

MILANO – SECONDO LA PROCURA IL GIOVANE MAROCCHINO È EFFETTIVAMENTE L'UOMO RICERCATO DAL GOVERNO TUNISINO

Bardo, nessuno scambio di personaOra si cercano i contatti con esponenti dell’integralismo jihadista. Intanto lo straniero si dichiara innocente e si oppone all’estradizione

Maltrattamenti e percosse: denunciate maestreLe educatrici sono state riprese dalle telecamere. A sollevare il caso sono stati i genitori