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Giovanni Bianco

Costituzione e potere politicoPercorsi teorici

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I edizione 2012

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omnia mutantur nihi l int erest

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INDICE

1 . Il potere t ra “ fat to” e “di ri t to” . Pote re e “tempo s torico”

nel l ’evo del l ’a ffermazione del lo St ato moderno e di

superamento del paradigma pol i t ico-giu ridico medievale .

Esame di alcune fondamental i dot t rine , con part i cola re

at tenzione a Spinoza, Locke, Hobbes, Machiavel l i ,

Rousseau , Kant e Costant . Ri ferimenti al concet to di “ res

publ ica”.

2 . Un tent at ivo di inquadramento teo rico del potere

pol i t ico al l a luce del l ’af fe rmazione s torica del lo Stato di

diri t to e del la fi loso fia hegel iana del lo Stato . Le fasi del

pensiero hegel iano sul concet to di Cost i t uzione: dal la

“Cost i tuzione garanzia” al l a Cost i tuz ione come

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“organizzazione del tut to”. Le c ri t iche del Bobbio a Carl

Schmit t sul tema.

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3. Perco rsi teorici t ra ot to e novecento . Ancora sul le

diverse definizioni di “potere” e di “potere pol i t ico”, sul

concet to di “autori tà” e sul l a dis t inzione t ra “potent ia” e

“potestas” . Richiami a di fferent i con figuraz ioni teoriche

sui concet t i d i societ à civi le” , “pol i t i ca”, “Stato” .

3 .1 .Max Weber. La classi fi cazione dei t re “t i pi di potere”

ed i l potere come “in fluenza”. La “st rut tura del potere” ,

“i l potere legale” e l ’ “apparato amminis t rat ivo

burocrat ico” . Sul concet to di “rapporto di pot ere” .

3 .2 . La scuola el i t is t ica i tal iana. Gaet ano Mosca , Vilfredo

Pareto e Roberto Michels . “Formula pol i t ica” , “classe

pol i t ica” e “cl asse di rigent e” in Mosca. Il metodo

ricostrut t ivo del Mosca .

L’ “equi l ibrio soci ale” e la “circolazione de l le él i tes” in

Pareto . La “classe governante” ed i l“pot ere di governo” .

Lo s tudio dei part i t i pol i t i ci in Michel s . La t eori a

michels iana del l a“legge fer rea del l e tendenze

ol igarchi che” .

3 .3 . La dis t inzione t ra “cl asse pol i t ica” e “classe

dirigente” in Guido Dorso . La “cl asse diri gente” come

st rut tura di direzione del la societ à. I l “processo pol i t ico”

nel l ’anal is i do rsiana del la s tori a i t al iana.

3 .4 .La c ri t ica del lo St ato di diri t to l iberal e in Antonio

Gramsci . L’inst abi l i tà del l ’equi l ibrio t ra s is tema

parlamentare e regime burocrat ico . I l concet to di Stato in

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Gramsci , l ’ “uni tà del lo St ato” , l a dis t inzione t ra “Stato-

classe” e “societ à regolat a” . Rife riment i al l a dis t inzione

t ra “egemonia” e “dominio”.

4 . Potere pol i t ico e s is tema pol i t ico. Su alcune

acquis izioni teori che del la cul tura anglosassone , in

part icol are americana . Il pensie ro del l ’Easton, del

Laswell e del Wright Mil ls .

I l “s is tema pol i t ico” ed i “detentori del pot ere pol i t ico”

in Easton . La definizione del “pote re po l i t ico” e la

“rel azione di pote re” in Laswell . Svi luppo del “pote re

pol i t ico” e s t rut tura del la societ à moderna in Wright

Mil ls , anche con part icola re at t enzione al concet to di

“pote re economico”.

5 . Potere pol i t ico , confl i t to di classe e societ à t ecnologica .

“Classi e con fl i t to di classe nel l a societ à industrial nel

Darendhorf . La cri t i ca del l ’Habermas del la società

tecnologica in “Teoria e p rassi nel la soci età tecnologica”.

Le tes i del Poulant zas su “potere pol i t i co e class i

social i” .

6 . Potere pol i t ico e Cost i tuzione in alcune anal is i teori che

di cost i tuzional is t i e s tori ci del cost i t uzional ismo. In

part icol are: r i fe riment i al pensie ro del Maranini , del Grasso

e del McIlwain.

6 .1 . ”Dominio di cl asse” ed “o rganizzazione pol i t ica del

governo rivoluzionario” in Giuseppe Maranini .

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e”

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6.2. Stato di diri t to moderno , pote re pol i t ico ,

Cost i tuzione e concet to di diri t to cost i tuzionale in Pietro

Giuseppe Grasso .

6 .3 .Charl es Howard McIlwain ed i l “Cost i tuzional ismo

ant ico e moderno” . La dot t rina del la l imitazione dei

“supremi pot eri s t atal i ” e del l ’ “equi l ibrio po l i t ico”.

7 . Cost i tuzione e pot ere pol i t ico come “fat to s to rico”.

L’anal is i di Carl Schmit t e Costant ino Mort a t i . L’importanza

del la “dimensione pol i t ica” e degl i “int eressi social i”nel la

costruzione dei concet t i sci ent i fici di Stato e di

Cost i tuzione.

7 .1 . Lo s tudio s torico dei “s is temi giurid ici” in Carl

Schmit t . Stato , Cost i tuzione e sov rani tà nel la c ri t ica

schmit t iana al metodo formalis ta kelseniano . Lo

“svi luppo s to rico” dei “concet t i p iù pregnant i del la

moderna dot t rina del lo St ato” nel l a “Teologia pol i t ica” .

Sul la “fo rza no rmativa del fat tuale” e sul l a dis t inzione

t ra “l egal i tà” e “legi t t imità” entro l ’ “uni t à pol i t ica” di

un popolo .

7 .2 . I l “problema di legi t t imazione” del la “s t rut tura

autori ta ria del lo Stato” in Costant ino Mort a t i . La cri t i ca

al la “dot t rina pura” del lo St ato e del diri t t o del Kelsen .

La “giuridi ci tà” del l a Cost i tuzione entro i l b inomio

“Cost i tuzione fo rmale”- “Cost i tuzione materi ale” .

8 . Dal “pote re” al “potere pol i t ico”. La Cos t i tuzione come

vincolo del pote re . Richi ami cri t ici al la “Teoria general e

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del diri t to e del lo Stato” di Hans Kelsen ed al la “Dott rina

del lo Stato” di Hermann Hel le r.

8 .1 . Lo Stato come società “pol i t i camente” o rganizzata ,

come “potere”, in Kelsen. La concezione normativis t ica

del lo “Stato giu ridico”.

8 .2 . La “Staats leh re” di Hel le r.

9 . “Conclusioni provvisori e” . Cris i o disso luzione del

potere pol i t i co? “Fine del la pol i t ica” e Cost i tuzione .

Può l a Cost i tuzione po rsi anco ra come “tavo la di valori

condivis i”?

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1. Il potere tra “fatto” e “diritto”. Potere e “tempo storico” nell’evo di affermazione dello Sta-to moderno e di superamento del paradigma politi-co-giuridico medievale. Esame di alcune fonda-mentali dottrine, con particolare attenzione a Spi-noza, Locke, Hobbes, Machiavelli, Rousseau, Kant e Costant. Riferimenti al concetto di “res publica”.

Un discorso teorico sul concetto di potere connes-

so a quello di politica non può essere risolto nel solo prisma della giuridicità1. Esso esprime, infatti, un

1 Con riferimento al concetto di potere polit ico la let-

teratura è ovviamente sterminata. Si segnalano alcuni te-sti r i tenuti di particolare ri levanza. Cfr. N. BOBBIO, Teo-ria generale della pol it ica , a cura di M. BOVERO, Einau-di, Torino, 1999; O. BRUNNER, Per una nuova storia co-sti tuzionale e sociale , tr . i t . , a cura di P. Schiera, Vita e Pensiero, Milano, 2000; A. CATANIA, Lo Stato moderno. Sovranità e giuridicità , Giappichelli , Torino, 1996; R.

DAHL, The concept of power , in Behavorial Science , 1957, n. 2; B. DE JOUV ENEL, La sovranità , tr . i t . a cura di E. SCIACCA, Giuffrè, Milano,1971; G. FERRERO, Potere , Milano, 1981; Lo Stato moderno in Europa. Isti tuzioni e diri t to , a cura di M. FIORAV ANTI, Laterza, Bari -Roma,2003; A. GRAMSCI, Elementi di poli t ica , Editori Riuniti , Roma,1969; N. MATTEUCCI, Lo Stato moderno , Il Mulino, Bologna, 1997; Potere , a cura di G. PRETEROSSI, Laterza, Bari -Roma, 2007; P. PORTINARO, Il labirinto delle ist i tuzioni nella storia europea , Il Mul ino, Bologna, 2007; H. POPITZ, Fenomelogia del potere , ed. i t . , a cura di S. CREMASCHI, Il Mulino, Bologna, 2001, seconda ed.; W. REINHARD, Storia del potere polit ico in Europa , ed . i t . , a cura di E. Tortarolo, tr . i t , a cura di C. CAIANI, Il Mulino, Bologna, 2001; M. STOPPINO, Potere e teoria po-li t ica , Ecig, Genova, 2006 (8a rist . dell’edizione del 1982). v. inoltre L. LANZACALACO, Isti tuzioni, organiz-zazioni, potere , Roma, 1995; A. COSTABILE, Il potere po-li t ico , Carocci, Roma, 2002. v. inoltre con riguardo allo

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“quid facti” concreto ed immediato da cui deriva il diritto e che può essere, eventualmente, delimitato dal diri tto, a seconda del tipo di ordinamento cui si fa riferimento.

Ad esempio, questo si coglie in tutta la sua pienez-za negli ordinamenti statali anteriori al la Rivoluzione francese, in cui la nozione di potere è equivalente a quella di sovranità, essendo inteso come la manife-stazione concreta ed esteriore della sovranità2.

Il che coincide pure con la concezione tradizionale della politica, intesa come attività di un potere per scopi di potere, che venne meno per fasi storiche, specie tra il seicento ed il settecento, sotto la spinta della società mercantile inglese e francese, allor-quando il concetto di sovranità subì un’evoluzione, nel senso di rendere partecipi di essa le classi sociali

studio “giuridico-cost i tuzionale” del potere polit ico, G.

BIANCO, Metodo ed analisi nello studio giuridico-costi tuzionale del potere polit ico, in Studi parlamentari e di poli t ica costi tuzionale , 2003, n. 139, p. 29 sgg. v. pure G. U. RESCIGNO, Corso di dirit to pubblico , Zanichell i , Bologna, 2012, ult . ed., p.14 sgg.; P. RIDOLA, Profilo storico del costi tuzionalismo moderno , in ID., Dirit to comparato e dirit to costi tuzionale europeo , Giappichell i , Torino, 2010, p. 1 sgg.; Sulla crisi del potere polit ico nell’età della globalizzazione v. C. AMIRANTE, Costi tu-zionalismo e costi tuzione nel nuovo contesto europeo , Giappichelli , Torino, 2003, p. 5 sgg.; Più in generale, sul concetto di potere in senso giuridico v. T. PERASSI, In-troduzione alle scienze giuridiche (1922) , Cedam, Pado-va, 1967, p. 51.

2 v. sul tema, tra le numerose e pregevoli r icostruzioni , W. REINHARD, Il pensiero polit ico moderno (1986) , tr . i t . , Il Mulino, Bologna, 2000, p. 123 sgg. D. RIQUET, Lo spirito delle ist i tuzioni. Esperienze costi tuzionali nella Francia moderna (1973), tr . i t . a cura di F. DI DONATO, Laterza, Bari -Roma, 2002, p. 35 sgg., 73 sgg.

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15Il potere tra “fatto” e “diritto”

che erano venute assumendo un peso sempre maggio-re nella vita del Paese3.

Per scelta ed impostazione di metodo, si porrà l’inizio della presente disamina teorica soprattutto in quest’epoca, perché si ritiene, come poi chiariremo, che in essa sorge un’autonoma, relativa e scientifi-camente dimostrata nozione di potere politico, con-nessa a quella di Costituzione e di Stato moderno 4.

Da un punto di vista teorico, nei secoli suaccenna-ti, si vennero affermando le teorie contrattualist iche e da questa trasformazione nacque la necessità di ri-partizione dei poteri dello Stato tra i sovrani ed i rappresentanti del popolo5.

Ciò, peraltro, affonda le sue radici in quelle dot-trine che nell’età dell’apogeo dell’assolutismo regio cercarono di porsi la questione dei limiti dell’azione statale entro una “concezione assoluta” dello Stato stesso.

Così le teorie spinoziane dello Stato costituiscono un punto di riferimento imprescindibile. Mentre, in-fatti , Bodin teorizzò il sovrano assoluto, che poteva al limite disinteressarsi delle credenze dei cittadini , purchè queste non creassero turbamenti di carattere

3 v. in particolare J .ELLUL, Storia delle ist i tuzioni

(1956) , III, tr . i t . , Mursia, Milano, 1976, p.45 sgg. e 71 sgg.

4 v. J . ELLUL, Storia delle ist i tuzioni , III, op.cit . , p. 1 sgg. e 45 sgg.; W. REINHARD, Il pensiero polit ico moder-no , op. cit . , 9 sgg.; Q. SKINNER, Le origini del pensiero polit ico moderno (1978) , ed. i t . a cura di M. Viroli , Il Mulino, Bologna, 1989, p. 167 sgg.; M. STOLLEIS, Stato e ragion di Stato nella prima età moderna (1990) , Il Muli -no, Bologna, 1998, p.135sgg.

5 W. REINHARD, Il pensiero polit ico moderno , op.cit . , p. 116 sgg.

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Costituzione e potere politico. Percorsi teorici

politico6 ed Hobbes sostenne l’assoluta sovranità del-lo Stato in termini rigorosi e ricorrendo allo schema contrattualistico, al “pactum subiectionis”7; Spinoza

6 v. in generale V. PIANO MORTARI, Il potere sovrano

nella dottrina giuridica del secolo XVI , Liguori, Napoli , 1973, p. 91 sgg.; G. H. SABINE, Storia delle dottrine po-li t iche , tr . i t . , Etas l ibri , Milano, 1983, p. 304 sgg. Inte-ressante è sul tema una tesi di B. KRIEGEL, che in “État de droit ou Empire?”, Paris, 2002, fa discendere lo Stato di diri t to dal Bodin e dai teorici della sovranità del suo tempo (il che non deve stupire se si considera che i l con-cetto di “Rechtsstaat” tedesco, ad esempio, s i giova della dottrina più risalente dei l imiti del potere regio, come era perfettamente chiaro ai teorici del Rechtsstaat medesimo: cfr . R. VON MOHL, Die Geschichte und Literatur der Staatswissenschaften (1855), I, Graz, 1960, p. 227 sgg. ) Ma differenti sono le classiche tesi di R. CARRÉ DE MAL-

BERG, Contribution à la Théorie générale de l’Etat , I, Paris, 1920, p. 489 (in nota) e G. BURDEAU, Traité de science polit ique , IV, Paris, 1962, p. 88, che fanno risali -re invece lo Stato di diri t to alla teoria della costi tuzione recepita dall’Assemblea costi tuente del 1789.

7 Al riguardo va notato che la teoria polit ica di Hobbes presenta non pochi punti di contatto con l’assolutismo bodiniano. L’opera di Hobbes pone l’enfasi sulla necessi-tà di un potere superiore, lo Stato, che preservi i l bene pubblico. Hobbes apprezza e condivide l’opera De Repu-blica del Bodin, ne condivide i concetti storiografici , la narrazione obiett iva ed i fatt i r igorosamente accertati , l ’ indivisibil i tà del potere sovrano e la confutazione del governo misto: «E se vi fosse uno Stato, in cui i diri t-t i di sovranità fossero divisi , noi dobbiamo ammettere con Bodin (De Repubblica, l ib. II, cap. I) , che non è giu-sto che siano chiamati Stati ma piuttosto corruzione degli Stati» (TH. HOBBES, Elementi di legge naturale e polit i-ca , a cura di A. Pacchi , La Nuova Italia, Firenze 1972, II, XXVII, 7, p. 243). In inglese «And if there were a com-monwealth, wherein the rights of sovereignty were divid-ed, we must confess with Bodin, Lib. II. chap. I. De Re-

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Il potere tra “fatto” e “diritto”

publica, that they are not r ightly to be called com- mon-wealths, but the corruption of commonwealths» (T H.

HOBBES, De Corpore Polit ico in ID., Human Nature and De Corpore Polit ico , edited by J . C. A. Gaskin, OUP, Oxford 1994, II, XXVII, 7, p. 167). Quindi la concezio-ne dello Stato non è del tutto nuova, e i l modo d’intenderlo come unico ordinamento sovrano costituisce i l nocciolo anche dell’opera di Bodin; Hobbes ne assimila i punti fondamentali per poi superarla. Nell’autore del Leviatano il pensiero assolutistico rappresenta una ridu-zione dello schema dottrinale della cultura polit ica risa-lente a Bodin, piú vol te richiamato in diversi luoghi dal f i losofo inglese, e allo scett icismo montaignano, ma il pensiero polit ico hobbesiano util izza ancora la struttura t ipica del trattato medievale, una summa concepita come discussione dialett ica delle tesi opposte cui poi viene da-ta una risposta definitoria avvalorata da diversi argomen-ti . Ciò mostra la formazione ancora scolastica del giuri -sta angevino fortemente influenzata dall’opera aristoteli-ca; a differenza di molti al tr i studiosi poli t ici , anche suc-cessivi, tra cui Hobbes, Bodin non appare mai in diretta polemica con il modello aristotelico, non lo confuta e non cerca di reinterpretarlo: l’unica cri t ica mossa ad Ari-stotele è quella di non essere riuscito a tenere fede ai principi enunciati nella Polit ica, ad esempio, nel dare le definizioni di cit tadino, di legge, di forme di governo, di non aver elaborato concetti universali malgrado le inten-zioni. Bodin, dunque, si r ifà ad Aristotele, apprende il suo metodo logico e i l r icordo della struttura della Polit i-ca è molto presente nella composizione della République. Essa, infatt i , come il primo libro della Polit ica, inizia con alcuni capitoli di carattere generale sull’economia, sul regime della famiglia, in cui Bodin rimprovera Ari -stotele di non aver saputo collegare stret tamente fami-glia e Stato in base al concetto di sovranità. La discus-sione dei diversi regimi si trova nel secondo libro, nel terzo quella sui magistrati , nel quarto quella sulle tra-sformazioni degli Stati , la loro diversa generazione e dis-soluzione, i vari mezzi per conservare lo Stato nonché

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sulla giustizia armonica come propria dell’ott imo Stato; questa struttura senza dubbio richiama i l ibri centrali del -la Polit ica, III per i regimi , IV-VI per le art icolazioni in-terne della cit tà e gli ult imi due l ibri sull’ott imo Stato (Cfr. J . BODIN , I sei l ibri dello Stato , a cura di M. Isnar-di Parente, Utet, Torino 1988, vol. I, Introduzione, pp. 26-28; ott ime sono sul punto le riflessioni contenute in D. QUAGLIONI , I l imiti della sovranità . Il pensiero di Jean Bodin nella cul tura polit ica e giuridica dell’età moderna , Cedam, 1992, p. 1 sgg. e in J . J . CHEV ALLIER, Le grandi opere del pensiero polit ico (1949), tr . i t . , Il Mulino, Bologna, 1998,p.53sgg.).N.BOBBIO, Thomas Hobbes , Einaudi, Torino, 1989, pp. 7-23, ri leva come quello bodiniano sia i l massimo esempio di durata, conti -nuità, stabil i tà e vitali tà del modello aristotelico presente nelle opere dei primi teorici della sovranità come Marsi -l io da Padova e altri . Il modello aristotelico parte da una società naturale originaria, la famiglia, che è una forma specifica, concreta, storicamente determinata, di società umana con cui lo Stato non vive un rapporto di contrap-posizione: dalla famiglia allo Stato si giunge attraverso fasi intermedie d’evoluzione, tale condizione naturale originaria essendo caratterizzata dalla presenza di gruppi organizzati , le famigl ie, che vivono in accordo tra loro, dove i rapporti fondamentali sono pertanto soprattutto gerarchici . Hobbes scardina i l modello aristotelico, tutta la sua teoria poggia sulla costruzione di un’ipotesi , quel-la dello stato di natura, che spieghi la nasci ta dello Stato come artificio: egli contrappone una concezione raziona-list ica dell’origine del lo Stato ad una storico-sociologica; contrappone uno Stato antitetico alla condizione naturale dell’uomo, egualitaria e non gerarchica; una concezione individualistica atomizzante ad una visione sociale ed organica dello Stato; oppone una teoria contrattualist ica, quindi un elemento convenzionale e artif iciale, a quella naturalist ica come fondamento del potere statale. Questa pertanto è la grande rottura rappresentata dal pensiero hobbesiano, dicotomico sia nei confronti del modello classico, sia rispetto alle opere dei primi teorici che han-

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Il potere tra “fatto” e “diritto”

no contribuito all’evoluzione del concetto di sovranità. Peraltro al riguardo, ed a conferma di quanto suscrit to, va notato come scrive i l Bobbio che è’ soprattutto Aristo-tele a considerare lo Stato come un tutto composto di parti diverse, ciascuna delle quali adempie a una funzio-ne specifica. Nella Polit ica si trova i l principio costi tuti-vo alla base di ogni concezione organica espresso con la seguente metafora: Il tutto (corporeo) precede necessa-riamente la parte perchè, tolto i l tutto, non ci può essere nè piede, nè mano ; cosicchè è evidente che la cit tà è per natura anteriore all 'individuo. v. N.BOBBIO, Legge Natu-rale e legge civile nella f i losofia polit ica di Thomas Hobbes , in “ Studi in memoria di Gioele Solari”, Torino, 1954, vol.1, cap. II. Siffatta concezione si r iverbera sul pensiero polit ico medievale. v. ad esempio GIOV ANNI DA SALISBURY che nel Policraticus (1176) per dimostrare l 'esigenza di armonia nella comunità ripropone l 'analogia tra corpo umano e corpo sociale e si profonde in una mi-nuziosa comparazione tra le parti del primo e le part i del secondo: i l re è la tes ta; i l senato: i l cuore; i giudici e i grandi funzionari: gli occhi, le orecchie, la l ingua; i mili -tari : le mani; i contadini: i piedi. Su ciò si r invia a N.

BOBBIO, op. ult . cit . , capp. I e II. Sull’argomento v. pure T. MAGRI, Saggio su Thomas Hobbes . Gli e lementi della polit ica , Il Saggiatore, Milano, 1989, p. 197 (… Anche Hobbes fa ricorso alla metafora dell’organismo polit ico, ma ne rovescia i l senso. Lo Stato come uomo artif iciale non è i l colosso con il capo nel firmamento di Ermete Trismegisto, ma un’opera dell’arte umana.Il suo corpo non conosce crescita, sviluppo, divisione e integrazione di organi , ma è composto dalle sue parti dist inte, gli in-dividui, at traverso i patt i e le convenzioni (Leviatano , 6). La concezione della società polit ica non si modella più sulla biologia, ma sull ’atomistica.La tensione tra materia e forma cede i l posto alla correttezza e alla cogenza di una procedura ist i tutiva. E corrispondentemente, i l so-vrano non è più l’attuazione della vita polit ica poten-zialmente presente nel le membra dello Stato, ma la sinte-si di tutto ciò che di pubbl ico e universale può sussistere

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in una molti tudine, i l “vincolo”, l’ “immagine”, l’ “es-senza” del popolo, distinto dalla molti tudine dei suddi-ti…Hobbes abbandona la tesi fondamentale dell’organicismo polit ico,l’idea di una connessione diret-ta dei membri dello Stato: “è vero che c’è coesione fra essi , ma dipendono soltanto dal sovrano, che è l’anima dello Stato; se esso viene a mancare,lo Stato si dissolve in una guerra civile, dato che nessun uomo è in coesione con un altro, quando manchi una comune dipendenza da un sovrano conosciuto”(Leviatano , 569-570)”. Sull’argomento occorrono ulteriori approfondimenti son riguardo alle teorie contrattualist iche, J . HAMPTON, ad esempio, in Hobbes and the social contract tradition , Cambridge University Press, Cambridge 1986, pp. 256-284, fa una distinzione tra teorie contrattualist iche dell 'a-l ienazione (“alienation social contract theory”), rappre-sentate dalla posizione hobbesiana, e teorie, rappresenta-te dalla posizione di Locke, che concepiscono il governo come una “hired agency”, che può essere assunta e l icen-ziata dal popolo (“agency social contract argument”). Al-la distinzione di J . HAMPTON, M. FORSYTH con Hobbes's contractarianism . A comparative analysis in D. Boucher and P. Kelly (eds), The social contract from Hobbes to Rawls , Routledge, London 1994, pp. 35-50, contrappone una distinzione tra teorie contrattualist iche che insistono sul problema dell 'ordine polit ico, come quella hobbesia-na, e teorie contrattualist iche che danno priorità all 'ordi -ne morale, come le teorie di Locke e Rousseau. Per una classificazione generale delle teorie contrattualiste, J . PAUL, Substantive social contracts and the legitimate ba-sis of poli t ical authority, «The Monist», 66, 1983.v.infine un recente e interessante contributo di C. GALLI, Ordine e contingenza. Linee di lettura del “Leviatano”, in ID. , Contingenza e necessità nella ragione polit ica moderna , Laterza, Roma-Bari, 2009, p. 38-71 ed alcuni preziosi spunti contenuti in S.VECA, Polit ica , in ID. , Questioni di giustizia , p. 201 sgg., 204 (ove si sostiene che i l ”Levia-tano” hobbesiano è “un arteficio”, “una macchina” che spezza “il rapporto tra natura e polit ica”).

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21Il potere tra “fatto” e “diritto”

ritenne che uno “Stato assoluto” non ha nulla al di fuori di se che possa limitarlo e che è fonte di eticità e di diritto, pur ponendosi la questione della salva-guardia della “razionalità-libertà” del suddito, postu-lato dell’integrazione dell’individuo nello Stato8. Per cui , l’essere cittadino di uno Stato non sacrifica l’individuo, poiché la razionalità dello Stato spino-ziano implica che esso si astenga dal legiferare in fat to di opinioni e in materia religiosa9.

Questa teoria è complessa, ricca di spunti che si pongono oltre l’assolutismo regio, proprio perché da un lato i l potere dello Stato resta radicato anzitutto nel “fatto” ed è “politico” in quanto “fattuale”, dall’altro essa si pone la questione della natura della legislazione statale e dei suoi limiti 10.

L’immanentismo spinoziano costituisce una asso-luta novità nella razionale e geometrica coincidenza tra “ordo rerum” ed “ordo idearum”, che applicata al-

8 v. B. SPINOZA, Trattato teologico-polit ico (1670) ,

Milano, 2010, capp. 3 e 5 (i l diri tto di sovranità, le sue prerogative e la migl ior forma di governo) . v. pure M.

CORSI, Polit ica e sagezza in Spinoza , Napoli , 1978; F.

MIGNINI , Introduzione a Spinoza , Laterza, Bari -Roma, 2002, p. 149 sgg., 153 sgg.; G. SACCARO BATTISTI, Spi-noza polit ico tra due rivoluzioni , in Archivio di f i losofia , 1978,1, p.61-95. v. alt resì , per un inquadramento genera-le della fi losofia spinoziana.le suggestive e intense pagi-ne di K. LOWITH, Spinoza. Deus sive natura (1986) , a cu-ra di O. Franceschelli , Donzelli , Roma,1999.

9 v. F. MIGNINI, Introduzione a Spinoza , op. cit . , p. 153 sgg. v. pure E. GIANCOTTI, L’Olanda di Spinoza , in Storia della f i losofia , a cura di N. Merkel, II, Editori Riuniti , Roma, 1984, p. 142 sgg., 153-156 (paragrafo su “Dottrina dello Stato e cri t ica biblica”).

10 v. F. MIGNINI, Introduzione a Spinoza , op. cit . , p . 153 sgg.; W. REINHARD, Il pensiero polit ico moderno , op. cit . , p . 111.

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la sfera polit ica significa porsi il problema del fon-damento e del raggio d’azione del potere statale e del potere politico, al di fuori sia di astrat te concezioni “sub specie aeternitatis”, sia del realismo che model-la il moderno Leviathano come “potenza assoluta”.

Lo Stato spinoziano interviene soltanto nelle azio-ni dei cittadini nel caso siano sedizione 11.

Pure i monarcomachi calvinisti ed Altusio rivendi-carono l’autonomia di sfere di liceità contro l’invadenza dello Stato e l’origine popolare del pote-re e conseguenzialmente i l diritto di resistenza se il potere politico sovrano diventa tirannico12.

11 v. F. MIGNINI, Introduzione a Spinoza , op. cit . , p .

153 sgg. Con riferimento inoltre alle dottrine spinoziane dello Stato v. pure A.NEGRI, che parla del discorso spi-noziano sulla poli t ica e lo Stato in termini di “ progetto e genealogia del collett ivo, come articolazione e costi tu-zione cosciente del complesso, della totali tà”, in ID. , Spinoza , Roma, Derive Approdi, 1998, p.48.

12 Sul diri t to di resistenza nel cinque-seicento si r invia all’ott ima ricostruzione contenuta in Q. SKINNER, Le ori-gini del pensiero polit ico moderno , II, op. ci t . , p.271 sgg. (sul “dovere di resistere”, con particolare attenzione al calvinismo ed alla teoria della rivoluzione) e p.433 sgg. (sul “diri t to di resistere). Sul pensiero di Althusius v. i l fondamentale contributo di O.VON GIERKE, Giovanni Al-thusius e lo sviluppo storico delle teorie giusnaturalisti-che , tr . i t . a cura di A. Giolit t i , Einaudi, Torino, 1974. Sul tema, con riguardo ad una definizione del diri t to di resistenza, si r iporta un passo di W. WERTENBRUCH: “La resistenza è un ist i tuto del diri t to pubblico, che, per amo-re dello Stato di diri t to, ha bisogno di una elaborazione concettuale e che trova però la sua giusta collocazione nel diri t to naturale e non si presta ad una caratterizzazio-ne propria del diri t to posit ivo”. in Per una giusti f icazio-ne della resistenza , in AA.VV., Autonomia e dirit to di re-sistenza , Milano, 1973, p. 341. In questi temini si espri -me anche A. CERRI: “Difatt i , i l concreto manifestarsi del-