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5/2017ART&LAW

Banksy, Spy Booth (La cabina spia), 2014, Cheltenham (GB) Il murales è stato distrutto per errore durante i lavori di ristrutturazione della casa privata

su cui era stato dipinto; valeva oltre un milione di euro

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a cura di Gianfranco e Annapaola Negri-Clementi

ART&LAW

STREET ART #1Résumé"Some people become cops because they want to make the world a better place. Some people become vandals because they want to make the world a better looking place".Alcune persone diventano poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere. (Banksy)

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ECONOMIA DELL’ARTEStoria dell'Arte Street Art: breve storia di un movimento rivoluzionario 9 di Ludovica Vigevano

Keith Haring: Tuttomondo 17 di Ilaria Conte

Mercato dell’Arte Il mercato dell'Arte e la street art 23 di Giovanni Ceccherini

Collezionismo Corporate Il caso NYX Milan Hotel 31 di Giorgia Ligasacchi

Interviste La parola agli artisti 39 a cura della Redazione

DIRITTO DELL’ARTELegislazione Circolazione Internazionale dei beni culturali. Ecco le novità della riforma 73 di Annapaola Negri-Clementi e Filippo Federici

OSSERVATORIO Premessa all'osservatorio 77 di Filippo Federici

Giurisprudenza di legittimità 79 a cura di Filippo Federici

APPUNTAMENTI Agenda 85

CHI SIAMO Negri-Clementi Studio Legale Associato 90

N-C Art Advisory 91

SOMMARIO

Rivista bimestrale di diritto, giurisprudenza ed economia dell'arte

EditoreN-C Art Advisory Srl Via Bigli 2, 20121 MilanoT +39 02 303049 F +39 02 76281352E [email protected]

Direttore Responsabile Gianfranco Negri-Clementi

RedazioneAnnapaola Negri-Clementi, Filippo Federici, Giorgia Ligasacchi

Progetto grafico e impaginazione N-C Art Advisory Srl, Laura De Carli

StampaGECA Srl Via Monferrato 54, 20098 San Giuliano Milanese (MI)

Ufficio marketing e comunicazione Giorgia Ligasacchi

Indirizzo internet n-cartadvisory.comnegri-clementi.it

Hanno collaborato a questa rivista Giovanni Ceccherini, Ilaria Conte, Greta Meregalli e Ludovica Vigevano

I contributi pubblicati in questa rivista potranno essere riportati dall’Editore su altre proprie pubblicazioni, in qualunque forma.L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze.

Registrato presso il Tribunale di Milano al n. 211 del 10 luglio 2017

Finito di stampare nel mese di novembre 2017

In copertina Millo, Heart Slingshot Milano, Italia. Credits Carlo Giardina

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CENNI STORICI

La street art come la intendiamo oggi può essere considerata una conseguenza del muralismo internazionale emerso nel primo dopoguerra, in Francia, ma soprattutto nel Messico postrivoluzionario degli anni Dieci e Venti e nell’Italia fascista degli anni Trenta.Pur nella lontananza culturale e geografica di questi paesi, la pittura murale si per-meava di un significato comune: quello di essere portavoce di un valore collettivo e sociale, un patrimonio che trasmettesse finalità educative e di propaganda, una chiave di lettura dell’attualità.

Negli anni della Controcultura (1967-1977) la pittura parietale si collegava quasi sempre a un significato politico legato alla contestazione. Rispetto al passato, in questi anni comparivano sulle opere scritte e slogan, il cui uso poetico-creativo avrebbe caratte-rizzato in seguito il lavoro di alcuni artisti dell’Arte di Strada di oggi.

Fu in questo stesso periodo che nelle periferie di alcune città americane nacque un fenomeno giovanile considerato illegale, il Writing, successivamente denominato Graffiti Art, precedente diretto dell’odierna Street Art. Sui muri cittadini, nelle stazioni metropolitane, sui treni, spuntavano firme arabescate, le cosiddette tag, impresse sulle superfici utilizzando bombolette spray. Il fine del writer degli esordi era quello di diffondere la propria firma il più capillarmente possibile: la tag esprimeva il credo estetico del singolo e aveva una connotazione marcatamente politica: era una prote-sta pacifica contro il potere. Con gli anni il graffitismo diventò un fenomeno sempre più evidente e i galleristi newyor-kesi iniziarono a guardare a questa corrente con interesse. La consapevolezza di fare

STREET ART: BREVE STORIA DI UN MOVIMENTO RIVOLUZIONARIOdi Ludovica Vigevano

ECONOMIA DELL’ ARTE | Storia dell'Arte

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parte ora di un movimento artistico ufficiale e riconosciuto fece sì che molti graffitisti aspirarono ad un pubblico riconoscimento. Spesso questo si tradusse in uno stravol-gimento: i graffiti erano trasferiti su supporti più facilmente commerciabili, come le tele.

Gli artisti che sopravvissero furono quelli con le basi artistiche più solide, tra cui Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, che frequentarono la Factory di Andy Warhol, da sempre interessato al fenomeno.Haring, nato da una famiglia della piccola borghesia, dopo una tradizionale formazione artistica iniziò molto presto a disegnare nei muri delle stazioni metropolitane lasciati liberi dai manifesti pubblicitari: fu più volte multato e arrestato. La sua arte denotava un approccio diretto e immediato, con un linguaggio semplice e sintetico. Le sue figure, inizialmente isolate, iniziarono a moltiplicarsi, formando dei segni che si avvicendavano rapidi, rendendo la sua arte viva e pulsante: dipingeva in effetti, al ritmo della musica rap. Fu capace di collegare il mondo dell’Arte colta a quello dei bassifondi, passando dalle metropolitane alle gallerie di tendenza e rendendo accessibile a tutti la propria arte vendendo direttamente nel proprio negozio gadget d’artista. Risultato positivo all’HIV, il suo linguaggio si fece più tragico, con toni moralistici e di impatto sociale.

Anche Basquiat, come Haring, ebbe una vita breve (morì di overdose a soli 27 anni, nel 1988), ma intensa dal punto di vista artistico. Di origini ispano-tahitiane, Basquiat si affermò rapidamente, grazie al boom artistico degli anni Ottanta e ad Andy Warhol che lo accolse nel suo Studio.

Verso la fine degli anni Settanta fu accanto ai writers con una particolare forma di po-esia urbana e la sua inconfondibile tag SAMO (“SAMe Old shit”). Le sue opere univano graffitismo, Art Brut e arte primitiva e il suo linguaggio, rivelava una sorta di cacofonia di forme e colori: immagini primitive, segni codificati e ripetuti, liste, frasi scritte a mano, formule scientifiche, figure disegnate approssimativamente; tutto ciò era messo alla rinfusa su sfondi multicolori.

L’eco della Graffiti Art in Italia arrivò solamente agli inizi degli anni Ottanta, grazie ai re-portage sulla rivista Flash Art. Bisognerà però attendere gli anni Novanta per assistere alla diffusione, in Italia, del writing metropolitano. Ma nel frattempo la situazione artisti-ca aveva subito dei mutamenti: nacque un movimento in parte connesso al graffitismo americano, ma per altri versi profondamente differente, quello della Street Art.

LE CARATTERISTICHE DELLA STREET ART

Nuovi erano i riferimenti culturali, tra cui alcune culture marginali come skaters, il mondo dei tatuaggi e dei relativi segni, i centri sociali occupati, il cyberpunk, i rave, la cultura hip-hop e i fumetti underground, per citarne alcuni.Cambiarono le tecniche, che includevano le bombolette spray, gli sticker, gli stencil, i dipinti murali, i poster e le installazioni. La street art inoltre denotava commistioni con Keith Haring and Jean-Michel Basquiat, 1984, foto di Andy Warhol

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la musica, la fotografia, i video e alternava illegalità a incarichi pubblici, anche museali.Blek le Rat, artista francese, contribuì a trasformare la street art in un fenomeno globale. Egli si avvalse dello stencil, con cui inizialmente raffigurava topi (da qui il suo sopran-nome) che diffondeva per tutta Parigi, e in seguito figure umane a grandezza naturale. Dopo un arresto, modificò la tecnica servendosi di stencil su carta che poi applicava su muro, un escamotage che rendeva l’opera più ecologica e meno invasiva.

STENCIL

Lo stencil è oggi una delle tecniche più praticate dagli street artists, poiché oltre alla velocità di esecuzione, ha la possibilità di riprodurre la stessa immagine potenzial-mente all’infinito. A questa tecnica è legato anche Banksy, lo street artist più conosciuto e apprezzato del mondo. Nato a Bristol, dagli anni Novanta l’artista compone attraverso la tecnica dello stencil opere con significato politico-sociale, contro il capitalismo e le autorità. Ha effettuato anche alcune spettacolari installazioni e incursioni in musei famosi (ad

esempio il Louvre o il Metropolitan), in cui riuscì ad appendere indisturbato alcune sue opere accompagnate addirittura da didascalie.

POSTER

Protagonista indiscusso dell’utilizzo dei poster è invece Shepard Fairey, noto anche con il nome di Obey. Con uno stile che si richiama al costruttivismo russo e alla Pop Art, divenne un fenomeno mediatico internazionale nel 2008, grazie alla creazione dei poster dedicati a Barack Obama, con cui tappezzò le città.Esemplare l’utilizzo di questa tecnica nel lavoro del francese JR, uno degli street artists più noti al mondo, che con i poster fotografici ricopriva, ad esempio, interi palazzi, monumenti pubblici, vagoni ferroviari, baracche. Partito dall’illegalità, JR lavora ora quasi unicamente per commissioni pubbliche, ad esempio al Panthéon di Parigi nel 2014, dove creò un’installazione che coinvolse sia l’interno che l’esterno dell’edificio. JR ritrae tramite le sue macrofotografie gli abitanti del posto in cui opera, elevando la povera gente ad un riconoscimento pubblico.

JR, Inside Out - Au Panthéon!, installazione, 2014, Parigi (interno)

JR, Inside Out - Au Panthéon!, installazione, 2014, Parigi (esterno)

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STICKER

Due coppie italiane di street artists conosciute a livello internazionale sono invece Microbo e Bo 130, e Cuoghi-Corsello. Entrambi utilizzano lo sticker, che per molti rap-presenta un semplice e personale logo da diffondere per farsi riconoscere, per altri artisti invece un mezzo come altri per sviluppare la propria ricerca artistica. Cuoghi-Corsello furono attivi sin dagli anni Novanta a Bologna con la famosa ochetta Pea Brain.

MURALES

Permane nella street art, infine, l’opera su muro per antonomasia, il murales, tra cui è da citare il lavoro di Blu. Da un inizio, negli anni Novanta, con graffiti a bomboletta spray popolati da personaggi raffigurati durante attività sempre stravaganti arriva poi ad utilizzare il pennello, ingrandendo gli spazi e dando un peso alla critica sociale an-timilitarista e anticapitalista.

Il collettivo francese Space Invaders fa parte invece degli urban artists, ovvero quegli artisti che utilizzano tecniche che non siano tra quelle citate. Dalla fine degli anni No-vanta essi realizzano a mosaico i famosi mostri spaziali della Taito “Space Invaders”, da cui il nome.

La street art è il movimento artistico oggi più diffuso al mondo e ormai anche la perce-zione del pubblico davanti a queste manifestazioni estetiche sta lentamente mutando in favore della loro riconoscibilità artistica.

Cuoghi-Corsello, Pea Brain, 1990, Stazione di Bologna. © Cuoghi-Corsello

Space Invaders, Hong Kong, 2014

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L’opera di Keith Haring si inscrive nel movimento artistico della Street Art, un fenome-no pittorico nato a New York tra la fine degli anni '70 e l’inizio del decennio successivo. La critica inizialmente inquadrava il movimento nell’ambito del graffitismo, solo negli Anni Ottanta e Novanta, apprezzandone più a fondo i valori e i concetti, l’ha definita street art. Sebbene i due movimenti condividano lo stesso spazio d’espressione, le due manifestazioni vanno considerate come due categorie a sé o come due derivazioni di una stessa poetica.L’arte urbana, nell’accezione contemporanea, intende trasferire uno spaccato d’arte all’aperto, dove ciò che sfuggirebbe agli sguardi per la banalità del suo essere si riap-propri di una connotazione estetica e artistica. Da queste premesse, spicca l’arte intramontabile di Keith Haring, espressione della cultura che animò e pervase gli anni Ottanta: la sua arte, dallo stile unico e inconfon-dibile, è impegnata in una narrazione e un dialogo con i temi del suo tempo, tra cui il razzismo, la droga, la minaccia nucleare e l’attualità politica, che tuttora rimbalzano nella nostra disillusa contemporaneità.Nell’immensa dimensione newyorkese, tra i nuovissimi grattacieli in vetro-cemento, le periferie, la pubblicità e il consumismo incalzante, Haring reinventa i non-luoghi, intesi nei termini antropologici di Marc Augé, come riappropriazione della creatività e della libera fruizione estetica.L’immaginario di Haring, simboleggiato dalle figure-icone apparentemente semplici, scaturito dall’incontro e dalla sintesi di influenze diverse, dall’arte tribale ed etnografica alle sperimentazioni dell’Action Painting, dall’Art Brut all’astrazione segnica di Klee, si appresta a scardinare i margini della cultura elitaria e selettiva per giungere ad un pubblico più vasto. La popolarità e il riconoscimento internazionale, raggiunti grazie al suo talento grafico,

ECONOMIA DELL’ ARTE | Storia dell'Arte

KEITH HARING: TUTTOMONDOdi Ilaria Conte

“L’arte vive grazie alla fantasia delle persone che la osservano. Senza questo contatto, non esiste arte. Mi sono modellato il ruolo di creatore di immagini del XX secolo, e giorno dopo giorno cerco di comprendere la responsabilità e l’esatto significato di questo ruolo. Mi accorgo sempre più chiaramente che l’arte non è affatto un’attività elitaria per pochi eletti, bensì si rivolge a tutti, e questo è l’obiettivo al quale contribuirò a tendere”Keith Haring, 1984

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sotto l’opera che simboleggiava la Vita. Pensare quella serata è come immaginare un quadro nel quadro, istantanea di un mo-mento di crescita culturale e di apertura artistica. La meraviglia che provò la folla nac-que probabilmente dalla grandezza dell’opera incarnata nel suo ideale e dalla sua ec-cezionalità: il murale raffigura un concatenarsi di stravaganti personaggi nati dal (Tutto)mondo creativo di Haring.

Figure dallo stile inconfondibile e dalla semplicità armonica che nella molteplicità delle loro azioni sottendono tutte al fil rouge dell’opera: la felicità, la pace e la vita. I sim-boli emblematici della creazione sono rappresentati dalla donna che culla un bambino, dall’uomo che con il suo corpo concatenato delinea il simbolo dell’infinito, dall’uomo che sorregge il delfino, proposto in termini simbolici come visione per il futuro dell’u-manità e dalla “croce pisana” composta da quattro figure unite.

Il ritmo che si percepisce osservando l’opera è scaturito dalle linee vibranti e dai mo-vimenti delle figure che ballano a suon di musica mentre i colori chiari e le tonalità del giallo ocra e dell’azzurro sono chiaramente ripresi dalle tinte degli edifici dei lungarni pisani. Tuttomondo si pone quasi al termine del percorso artistico di Haring: il murale pisano, infatti, è stato realizzato solo un anno prima che Keith morisse, nel 1990, a soli 31 anni; nonostante la malattia, Haring ha sfidato il destino regalando al suo pubblico un’opera che è un inno alla gioia di vivere.

rappresentarono per Haring la possibilità di viaggiare, invitato dagli artisti più celebri o dai galleristi più rinomati, tra cui Leo Castelli e Lucio Amelio, e di conoscere, nelle frenetiche notti vissute nella Grande Mela, le icone pop Madonna e Andy Warhol.

Tra i suoi viaggi, ricordiamo il breve soggiorno pisano nel 1989, che ci ha lasciato in dote il bellissimo murale intitolato Tuttomondo. Il lavoro di Pisa nacque per caso: lo stesso Keith ha raccontato della sera in cui, passeggiando tra le strade newyorkesi, incontrò due italiani, grandi ammiratori della sua arte, e del loro invito a soggiornare nel Belpaese. Per la grande opera fu scelto un posto insolito, la parete esterna della chiesa di Sant’Antonio, situata nel cuore del centro storico della città toscana.

Tuttomondo, strepitìo di energia e intensità, è testimone silenzioso del periodo in cui nacque: Haring disegnava e dipingeva mentre una folla di gente, giorno dopo gior-no, si innamorava dell’opera. Ogni sera che l’artista dedicava alla sua creazione era un’occasione di festa e, per l’inaugurazione, il comune organizzò un enorme evento mediatico, con mastodontici riflettori, ballerini, e migliaia di persone che ballavano

Andy Warhol e Keith Haring

“Il tempo era bellissimo e il cibo ancora meglio. Ho impiegato quattro giorni per dipingere. Sto in un albergo direttamente di fronte al muro, così lo vedo prima di addormentarmi e quando mi sveglio. C’è sempre qualcuno che lo guarda (l’altra notte anche alle 4 del mattino). È davvero interessante vedere le reazioni della gente”Tratto dal diario di Keith Haring, 19 giugno 1989

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Keith Haring, Tuttomondo, 1989

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Il marchese Emilio Visconti Venosta è stato un diplomatico e politico italiano, ben otto volte ministro degli Esteri e Senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura. Una, se non la sua più celebre frase, è proprio “indipendenti sempre, isolati mai” ed è questo il tipo di rapporto che lega l’arte di strada al Mercato dell’arte.

La street art nasce infatti indipendente dalle logiche di mercato, essendo una libera espressione di artisti che fin dagli anni 70 iniziano ad utilizzare i muri come tele su cui raccontare la loro arte e le loro idee. Tuttavia, graffiti e stencils, sono rimasti per poco tempo isolati dal mercato trovando ben presto la loro strada in gallerie, sale d'asta e collezioni. Oggi l'arte di strada è un fenomeno di massa, molto alla moda, con mostre ed esposizioni in prestigiose istituzioni come la Tate Modern di Londra o il Grand Palais di Parigi.

Il più importante artista figlio dei graffiti, Jean-Michel Basquiat, è stato il primo pittore statunitense a superare quota “cento” per una tela1, è successo lo scorso maggio a New York da Sotheby's, dove l’opera Untitled è stata battuta per ben 110 milioni di dollari, rispetto agli appena 19.000 dollari con i quali l’aveva acquistata il precedente proprietario nel 1984.La storia del così detto “Picasso Nero” inizia a partire dal 1975 quando, non ancora quindicenne, scappa di casa e va a dormire su una panchina pubblica. Arrestato per vagabondaggio, l'anno seguente inizia a frequentare la City-as-School a Manhattan, ed è lì che nel 1977 stringe amicizia con Al Diaz, un giovane graffitista che operava sui

ECONOMIA DELL’ ARTE | Mercato dell'Arte

IL MERCATO DELL'ARTE E LA STREET ARTdi Giovanni Ceccherini

“Indipendenti sempre, isolati mai”Emilio Visconti Venosta

1 La cerchia ristretta degli artisti che hanno superato con le proprie opere quota 100 milioni di dollari in asta comprende attualmente: Picasso, Modigliani, Bacon, Giacometti, Munch, Warhol e Basquiat, unico artista contemporaneo della lista.

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muri della Jacob Riis, e firmandosi come SAMO, acronimo di "SAMe Old shit", pro-pagandando con la bomboletta spray idee ermetiche e rivoluzionarie, inizia a produrre graffiti per le strade di New York. Quei graffiti sono già intrisi delle linee inconfondibili di quelle future composizioni che, dopo l’incontro nel 1983 con Andy Warhol, lo rende-ranno l’artista dei record.

IL BARICENTRO DELLA URBAN ART SI SPOSTA VERSO IL VECCHIO CONTINENTE

Dagli anni 2000, il centro di gravità dell'arte di strada si sposta sempre più da New York a Londra, attirato dalla misteriosa identità del writer più famoso al mondo, Banksy. I suoi lavori appaiono per la prima volta a Londra nel 2001. Da allora, è diventato una stella anonima dell’arte di strada che continua a dipingere i suoi stencils in luoghi pub-blici di tutto il mondo (Londra, Barcellona, Napoli, Parigi, New York, Palestina, ecc.). Nel novembre 2003, una delle creazioni di Banksy, Keep it real è apparsa per la prima volta in un'asta pubblica, da Bonhams, ed è stata aggiudicata per circa 800 sterline.

Successivamente nel 2005, un messaggio sul suo sito web annunciava una sua rea-lizzazione sopra una roccia preistorica esposta presso il British Museum, lanciando una vera e propria caccia al tesoro tra i media entusiasti di scovare l’incisione. Stel-le del cinema come Angelina Jolie hanno iniziato a collezionare le sue opere fino ad una storica acquisizione da un milione di sterline effettuata dalla star di Hollywood nel 2007. Banksy improvvisamente diventa il “must have” dello star system occidentale e nel 2008 da Sotheby’s a New York una sua opera Keep it spotless è stata venduta per $ 1.870.000, un'aggiudicazione record per l’artista. A partire dal 2009 però il numero delle opere offerte in asta è drasticamente sceso rispetto al picco massimo del 2008 e negli anni successivi fino ad oggi c’è stata una stabilizzazione sia dei lotti offerti che del fatturato legato alle sue opere, fatto salvo per il 2014 anno in cui si contano ben 3 aggiudicazioni sopra ai 500.000 dollari.

L’ARTE DI STRADA DIVENTA UN FENOMENO DI MERCATO

Il successo di Banksy ha incoraggiato un'intera generazione di giovani artisti che da Londra a Parigi e a Berlino hanno ricevuto notevole supporto e spinta dalle case d’asta che hanno iniziato a credere fortemente in questa nuova forma d’arte. Le prime sono state le inglesi Bonhams e Dreweatts & Bloomsbury Auctions, che hanno dedica-to, nel 2008 unicamente alla “urban art” due vendite, consacrando così l’arte di strada come vera e propria nicchia nel mercato dell’arte contemporanea. Oggi a Banksy, si affiancano altri nomi della street art che vengono venduti in asta con risultati importanti, come Space Invaders, Shepard Fairey, KAWS e Speedy Graphi-to.

Banksy, Keep it real, 2003

Banksy, Keep it spotless, 2008

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venduta in Francia da Artcurial, sempre nel 2014, per 33.700 dollari.

CONCLUSIONI

In termini di mercato la street art resta una nicchia dell’arte contemporanea ed uno dei segmenti più interessanti dal punto di vista stilistico. Le recenti evoluzioni del setto-re, in particolare dal lato dell’Asia, lasciano intravedere un potenziale di sviluppo inte-ressante. Inoltre è un indispensabile canale per intercettare sia le nuove tendenze che le direzioni future della libera espressione dell’uomo nel suo sentire. Fondamentalmen-te il writer oggi ci ricorda da vicino i graffitari preistorici che raccontavano, dipingendo sui muri delle caverne, gli accadimenti del tempo. Così come allora infatti la street art ci racconta il libero sentire di questi artisti che creano al di là delle logiche o delle mode impostate dai grandi mercanti d’arte nei loro salotti.

Il collettivo degli Space Invaders, ha visto decuplicare il fatturato delle proprie opere tra il 2015 e il 2016 rispetto al quinquennio 2009-2014 e ha registrato aggiudicazioni di grande rilievo come l’opera ALIAS HK-59, venduta nel marzo 2015 da Christie’s Hong Kong per oltre 283.000 dollari e la più recente ALIAS PA-1030 aggiudicata, nell’ottobre 2016, da Artcurial in Francia per 217.000 dollari.

Shepard Fairey, in arte Obey, celebre per il poster di Obama con la scritta Hope, è letteralmente esploso nelle aste a partire dal 2013 diventando il writer con il maggior numero di opere di street art in asta. Si registrano circa 270 lotti venduti nel 2016 e oggi, a 2017 ancora in corso, siamo già oltre i 300 lotti. La sua aggiudicazione top è War is Over battuta per circa 71.000 dollari da Digard Auction ad ottobre 2013. La seconda è Guns and Roses venduta a 66.000 dollari da Artcurial sempre nel 2013. Oggi oltre alle opere in asta, Obey è diventato un marchio tra i più ricercati e apprez-zati nell’apparel.

Brian Donnelly, professionalmente conosciuto come KAWS, è un artista pop e designer con uno stile cartoon molto definito e riconoscibile. Nell’arco di due anni il suo fatturato è praticamente raddoppiato, registrando un nuovo record da Phillips Hong Kong, dove ha ottenuto il 28 maggio scorso 410.000 dollari per Seated Companion. Grazie ai prezzi molto variegati (piccole statuette accessibili a meno di 200 dollari e grandi scul-ture vendute regolarmente a più di 400.000 dollari) l’artista riesce a soddisfare qualsiasi tipologia di pubblico.

Infine Olivier Rizzo, in arte Speedy Graphito è uno dei più interessanti artisti, pioniere del panorama della street art in Francia. Le sue opere sono tra le prime ad apparire sul mercato, le aggiudicazioni risalgono già agli anni ‘90, ma è dal 2010 che l’artista si è consacrato come uno dei maggiori esponenti del mercato della street art. Le aggiudica-zioni più importanti sono state l’opera Loading, dalle dimensioni monumentali di ben 200,5 x 299,7 cm, aggiudicata a Miami a febbraio 2014 per 38.000 dollari e Prime time

Space Invaders, ALIAS HK-59, 2015 Space Invaders, ALIAS PA-1030, 2016

Speedy Graphito, Prime Time, 2010

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KAWS, Seated Companion, 2017 Obey, Guns and Roses, 2013

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ECONOMIA DELL’ ARTE | Collezionismo Corporate

IL CASO NYX MILAN HOTEL di Giorgia Ligasacchi

Storicamente il fenomeno Corporate Art Collection ha interessato principalmente il settore bancario e assicurativo; oggi invece investe le più varie realtà aziendali che, per ragioni diverse, decidono di utilizzare le proprie risorse per acquistare opere d’arte. In questo numero di ART&LAW faremo riferimento al settore del turismo e in particolare dei servizi alberghieri che si stima rappresenti circa il 3% dei casi nazionali (Indagine Università Cattolica, AXA ART e Banca Intesa Sanpaolo, 2016).

GLI ART GALLERY HOTEL

Un fenomeno sempre più diffuso in Italia e all’estero è quello degli Art Hotel, alber-ghi di lusso caratterizzati da complementi di arredo ispirati da artisti o da loro vere e proprie creazioni. Nati inizialmente per coccolare l’ospite stimolandone la creatività e la sensibilità artistica, oggi sono definiti Art Gallery Hotel, vere e proprie gallerie d’arte fruibili da turisti amanti dell’arte moderna e contemporanea.La collezione d’arte di un Art Gallery Hotel è da considerarsi come una collezione per-manente di un qualsiasi museo. Curatori esperti e art advisors vengono chiamati ad allestire hall, ristoranti e camere. In questi spazi vengono organizzate anche mostre ed esposizioni di artisti affermati e di giovani emergenti le cui opere sono, in alcuni casi, acquistabili dai visitatori.

GLI ART GALLERY HOTEL IN ITALIA

In ambito nazionale gli hotel ‘collezionisti’ sono disseminati per tutta la penisola. Esempi eccellenti di connubio vincente tra mondo dell’arte e mondo alberghiero sono

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l’Atelier sul Mare a Castel di Tusa, l’Alexander Museum Palace a Pesaro, il Byblos Art Hotel Villa Amistà di Verona, l’Hotel Victoria a Roma, il Gallery Art Hotel di Firenze. A Milano si trova l’Art Hotel Navigli, il Park Hyatt Milano che vanta opere di Anish Ka-poor e Lucio Fontana, il Boscolo Milano e, di più recente nascita, il NYX Milan Hotel.

IL NYX MILAN HOTEL

Il NYX Milan Hotel è il primo albergo in Italia dedicato interamente alla street art. Ospita opere di artisti che hanno fatto la storia del writing nazionale e internazionale e ogni piano è dedicato a una differente tecnica di postgraffitismo. Si spazia dall’illustra-zione (Andrea Casciu e Seacreative), al 3D (Peeta, Yama11 e Etnik), dai 45 gradi (Joys e Orion), al figurativo (Skan e Jair Martinez), dal graffuturism (Corn79 e Moneyless), al fotorealismo (Neve), fino ad arrivare alle sculture di matrice underground degli Urban-solid, collettivo molto noto nella città di Milano per le molteplici installazioni urbane.

Il NYX Milan Hotel, fondato due anni fa dal Gruppo israeliano Fattal Hotels (120 strut-ture ricettive in 50 paesi all’attivo in tutto in mondo), si trova in Piazza IV Novembre, a pochi passi dalla Stazione Centrale, all’interno dell’ex Palazzo Philips, storico edificio milanese di architettura razionalista.

L’elemento distintivo dei Leonardo Hotels, divisione europea del Gruppo israeliano, sono le strutture accomunate da una connotazione fortemente urban artsy. Dopo Mi-lano, Fattal Group progetta di arrivare a quota dieci alberghi in Italia con nuove aperture nelle principali città della penisola (Roma, Firenze, Venezia e Napoli).

L’HOTEL DELLA STREET ART

Quindicimila i metri quadri occupati, trecento le stanze disponibili, dodici i piani affrescati, tredici gli artisti coinvolti, sette gli stili adoperati: queste le caratteristiche distintive del NYX Milan Hotel.

La maggior parte delle opere che si ritrovano all’interno dell’albergo milanese sono realizzate dalla EAD Crew, un gruppo nato nei primi anni Novanta che comprende artisti di strada originari di Padova (Peeta, Yama11 e Etnik). Lo stile dei loro graffiti va ben oltre la semplice pittura murale e rappresenta una fusione tra il lettering tradizionale e il 3D-style di grande impatto e originalità, capace di creare un ritmo visivo dallo stile inconfondibile. Nel NYX Milan Hotel la street art urbana locale si fonde perfettamente con la struttura alberghiera, creando un continuum tra l’hotel, la vita urbana e le strade cittadine circostanti. I curatori-artistici che hanno collaborato alla realizzazione del NYX Hotel insieme a Iris Barak1 sono i professionisti di Question Mark, una giovane galleria d’arte milanese fon-data da Daniele Decia e Stefania Sarri. Question Mark si propone come ‘luogo’ di rifles-sione e di dialogo sull’arte, con particolare attenzione allo sviluppo delle nuove ricerche e dei nuovi percorsi che si sviluppano in ambito artistico all’interno di contesti urbani.

L’impronta artistica di NYX Hotel in tutto il mondo si compone di due elementi chiave. Il primo è l’interpretazione delle due sedie poste all’ingresso degli alberghi riviste in chiave artistica secondo il punto di vista di un artista locale. Per NYX Milano, il duo artistico degli Urbansolid ha realizzato due sedute scultoree dalle linee provocatorie, marchio distintivo del loro stile. Il secondo elemento distintivo è l’Israeli ArtWall, nato dal desiderio della catena alberghiera di esportare nel mondo il gusto e la naturale inclinazione per l’arte contemporanea di Israele. L’Israeli ArtWall di NYX Milan mette in esposizione due opere dell’artista Ella Barak, provenienti dalla Graduate Exhibition del 2014 della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme.

Urbansolid, Adamo ed Eva, Alzaia Naviglio, Milano

EAD Crew e Urbansolid, patio NYX Milan Hotel

1 Con base a Tel Aviv, Iris Barak è una figura ben nota nel panorama artistico israeliano. L’artista è anche curatrice della “Dubi Shiff Art Collection” di Tel Aviv e Miami, una tra le più grandi e rinnovate collezioni d'arte di Israele, con un focus specifico sul realismo e le arti figurative.

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DODICI PIANI D’ARTE

L’hotel di Piazza IV Novembre a Milano accoglie gli ospiti con un grande lavoro di Joys che incornicia l’ingresso e guida in spazi dal design urbano e contemporaneo su cui campeggiano le installazioni degli artisti coinvolti. Il grande patio outdoor, su cui si affacciano un murales di 28 metri di Vesod, le colonne decorate con i classici 45 gradi di Joys e una parete “affrescata” da Peeta e Yama11, fa da epicentro alla vita dell’ho-tel ed è stato scelto nei primissimi mesi di apertura dagli ospiti come luogo di lavoro, incontro e relax.

Joys e Peeta, Entrata e ingresso ascensori NYX Milan Hotel

1° Piano - Andrea Casciu

4° Piano - Seacreative

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ALTRI PROGETTI

L’unicità del NYX Milan Hotel sta anche nei servizi ‘non convenzionali’ che offre ai propri ospiti: organizza tour guidati alla scoperta della urban art di una Milano meno nota, fornisce tatuatori on demand e servizi di trucco e parrucco in camera e infine pianifica un fitto calendario di esposizioni ed eventi guidati dal fil rouge della contem-poraneità e del legame con la città e le sue manifestazioni d’arte più innovative.

A questo proposito, al fine di dare voce anche agli artisti della scena emergente, l’artsy Hotel sta pensando ad una possibile collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. L’hotel potrebbe ospitare mostre temporanee, diventando uno spazio espositivo alternativo e una vetrina per i giovani artisti che amano sperimentare nuove forme artistiche.

Il caso NYX Milan Hotel testimonia quanto oggi l’arte di strada non sia più percepita come atto di vandalismo e di danneggiamento ma, al contrario, come vera e propria forma d’Arte degna di qualsiasi museo.

7° Piano - Joys

12° Piano (Terrazza) - Neve

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ECONOMIA DELL’ ARTE | Interviste

LA PAROLA AGLI ARTISTI a cura della Redazione

Qual è il confine tra vandalismo e arte? Chi definisce cosa è arte e cosa invece non lo è? Esiste un correlazione tra arte di strada e aumento del valore immobiliare?

Questi e molti altri, i temi affrontati insieme ad alcuni tra i più famosi e interessanti street artist del panorama nazionale e internazionale.

Lasciare la “Parola agli artisti” significa ascoltare il loro punto di vista, capire meglio chi sono questi artisti (spesso dal nome incisivo ed enigmatico) che hanno scelto la strada come luogo per esprimere la propria creatività e i muri come supporto della propria arte e infine mostrare i volti protagonisti di un movimento artistico oggi diffuso e apprezzato in tutto il mondo ma giovane e, in quanto tale, ancora da comprendere a pieno.

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Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?Ho sempre disegnato sin da quando ho memoria, a testimoniarlo oggi c’è ancora qual-che piccola parete nascosta a casa dei nonni. Con il passare degli anni ho deciso di iniziare a dedicare più spazio e tempo a questa passione e ormai da più di una decade è diventata il mio lavoro a tempo pieno.

Vanti una laurea in architettura, pensi che i tuoi studi abbiano in qualche modo influenzato la tua arte? Sicuramente i miei studi mi hanno aiutato con il concetto di proporzione, ma credo mi siano serviti ad accrescere il mio interesse sulla visione delle nostre città, le quali sono una parte fondamentale delle mie opere.

Da dove nasce il tuo stile? Ho scelto il nero perché nella sua semplicità sono riuscito a veicolare i miei messaggi più complessi e ultimamente mi sono di aiuto alcuni colori, per sottolineare meglio quello che vorrei esprimere.

Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue opere? Non c’è un messaggio unitario nelle mie opere, i miei personaggi fuori scala e un po’ goffi sono sempre intenti a fare qualcosa in quello che può essere considerato il nostro comune habitat urbano, per me loro rappresentano la parte più pura di ognuno di noi, quello che probabilmente abbiamo dimenticato di essere nella nostra quotidianità e di volta in volta tramite loro affronto un tema diverso.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre street artist più interessanti del panorama italiano, chi sceglieresti? Sicuramente Borondo che anche se non è italiano ha deciso di trascorrere nella nostra patria il suo tempo, Pixel Pancho e 2501.

L’arte urbana è spesso al centro di campagne di riqualificazione di quartieri delle città, basti pensare ai tuoi murales protagonisti del Giardino delle Culture a Milano, pensi che possa aumentare anche il valore dei suoi immobili? Riqualificare un’intera area è progetto ben più ampio del solo dipingere alcune facciate, quindi nel caso in cui la riqualificazione sia stata davvero tale, potrebbe accadere ma al momento non ho alcun riscontro a tal proposito.

Abbiamo citato le opere milanesi di Via Morosini, quanto tempo hai impie-gato a realizzarle? Qual è il loro significato? Quali sono state le reazioni della gente del quartiere?Ho impiegato all’incirca due settimane, una settimana per ogni facciata. Il loro significato è dato anche dal titolo “lost and found” e volevo soffermarmi sull’i-dea dell’amore.Le persone hanno reagito meravigliosamente a questa operazione e tutt’oggi il giar-

MILLONOME FRANCESCO CAMILLOCOGNOME GIORGINONOME D’ARTE MILLOANNO DI NASCITA1979

Tecnica preferita: pittura

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dino è vissuto moltissimo, è diventato un punto di riferimento cittadino per eventi e manifestazioni!

Qual è, secondo te, il confine tra vandalismo e Arte? Chi definisce cosa è le-gale e cosa non lo è? In passato sei mai stato multato?È un confine labile e personale, non reputo vandalismo o arte tutto quello che vedo. In generale se potessimo attenerci al concetto standard del non deturpare ciò che ab-biamo, ma soprattutto ciò che è storico e irripetibile, sarebbe abbastanza. Credo che la definizione di legale o illegale sia fortemente connessa a quella di proprietà privata. No, non sono particolarmente attivo illegalmente.

Ha senso per te staccare un’opera di street art da un muro per esporla in una galleria? Qual è il tuo rapporto con le gallerie? Ho ricevuto diverse interviste con questa domanda, e logicamente essendo uno street artist mi piacerebbe che le mie opere restassero sempre dove le ho eseguite, quindi la risposta è negativa.Ho collaborato con alcune gallerie in passato e sono ancora in fase di collaborazione con delle nuove. Ho sempre avuto un buon rapporto con le gallerie, ma avendo pochis-simo tempo da dedicare ai lavori in studio per me è davvero complicato produrre delle opere su supporti differenti da facciate di palazzi!

Hai dipinto muri in tutto il mondo – in Russia, Cina, Olanda, Inghilterra, Porto-gallo, Spagna, USA, Marocco, Thailandia, Cile e naturalmente in Italia – Quali sono le principali differenze che hai riscontrato tra l’Italia e l’estero? A che punto siamo? Purtroppo in Italia la burocrazia rallenta moltissime iniziative e credo sia l’unico aspetto che ci impedisca di velocizzarci rispetto al resto del mondo, ma nonostante tutto negli ultimi anni ho piacevolmente assistito ad una crescita di interesse nei confronti della street art da parte di tutta la penisola e, ad ogni modo, vantiamo alcuni festival di gran-de importanza famosi in tutto il mondo.Direi che siamo da un pezzo sulla buona strada.

Progetti per il futuro? Parteciperò ad un festival dedicato alla street art a Cipro e poi volerò in Cina per alcuni lavori!

Millo, Love Seeker, via Morosini, Milano (dettaglio)

Millo, Protection, Suzhou, China

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Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?Disegno per passione personale dai tempi del liceo, in cui realizzavo fumetti; ai lavori in strada mi sono approcciato solo più tardi, quando avevo 22 anni.

Facevi parte della Compagnia di Franca Rame e Dario Fo, pensi che questa esperienza abbia lasciato un segno sul tuo essere artista? Ho lavorato presso la loro compagnia prima come archivista, poi come fonico e tecni-co di palcoscenico; è stata una lunga esperienza estremamente formativa, la migliore scuola che potessi trovare. Franca e Dario erano due artisti eccezionali, capaci anche di insegnare a chi aveva la fortuna di stare loro vicino, con loro ho imparato l’importan-za del lavoro e dell’umiltà, ma anche l’importanza nel credere alle proprie idee.

Cosa ti ha spinto, all’inizio, a dipingere in strada e non in studio? Cambia il tuo approccio quando fai arte effimera e quando vendi arte permanente? Dipingere in strada significa interagire con la realtà che ci circonda, geografica e socia-le. Le motivazioni che mi hanno spinto a iniziare erano legate alla volontà di migliorare l’ambiente in cui mi trovavo, riportando l’attenzione su uno spazio pubblico di cui si stava perdendo completamente il controllo. L’aspetto artistico era solo una conse-guenza dell’azione. Solo dopo mi sono approcciato all’arte in studio, in effetti con mo-tivazioni differenti, considero i due ambiti complementari ma molto differenti. L’arte in strada interagisce con l’ambito pubblico, mentre l’arte in studio affronta tematiche più introspettive e permette maggiore approfondimento.

Con Paopao Studio e l’ausilio della designer Laura Pasquazzo, ti sei mosso su diversi campi di ricerca creativa, dall’allestimento d’interni alle campagne deco-rative, dal merchandising alla produzione e promozione di oggetti, dalla grafica al design. Non hai paura di snaturare in qualche modo la tua arte? È una domanda che ciclicamente ci riproponiamo anche noi. Essendo io un curioso, mi piace continuare a sperimentare, affrontare nuovi ambiti mi ha sempre dato la pos-sibilità di imparare cose nuove, anche se al costo di essere un po’ dispersivo. Penso all’arte come un bene collettivo e non elitario. Come scriveva Bruno Munari, grande artista e designer, al giorno d’oggi l’arte non può più essere un prodotto esclusivo per una presunta élite intellettuale ed economica, l’artista deve scendere dal suo piedistallo e sporcarsi le mani, dipingendo anche l’insegna del macellaio (se la sa fare).

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Da dove nasce il tuo stile? Mi nutro di underground, street art, fumetti, videogame, arte pop, pixel art, arte giap-ponese, subvertising, Ron English, Keith Haring, Magritte, Murakami, Low Brow, Pop surrealism, Op art, Dottor Bad Trip, M.C. Escher, condito con H. Hesse, Miyazaki ed una spruzzata di Baumann.

Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue opere? È impossibile sintetizzare in un unico messaggio l’intera produzione, che varia e affronta

PAONOME PAOLOCOGNOME BORDINONOME D’ARTE PAOANNO DI NASCITA1977

Tecnica preferita: vernici spray e acrilici

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tematiche diverse. Detto questo, il mio principale intento è mostrare che si può rendere questo mondo un posto migliore, far vedere quanto bene potrebbero andare le cose.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre artisti di strada più interessanti del panora-ma italiano, chi sceglieresti? Blu rimane l’artista che ha dato di più alla scena italiana e rimane un punto di riferimen-to. Mi piace molto il lavoro di Fra Biancoshock, che si discosta dal muralismo monu-mentale ora in voga per concentrarsi su interventi effimeri e quasi situazionisti. Infine, Peeta, che proviene dal writing e ha portato la tecnica 3d a livelli incredibili, i suoi nuovi lavori anamorfici sono spettacolari.

La street art è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie e dei quartieri delle città, pensi che possa aumentare anche il valore degli immobili? È un dato di fatto che molti quartieri con street art di qualità subiscano processi di gentrificazione. È successo in città come Miami, Londra, Berlino, o in quartieri come l’Isola a Milano e il Pigneto a Roma. Il fenomeno è complesso e ovviamente semplifi-carlo ad un processo di causa effetto sarebbe sbagliato, ma se anche solo 10 anni fa i graffiti erano considerati un malus, adesso la presenza di un’opera murale può essere un punto a favore.

Qual è il confine tra vandalismo e Arte? Chi definisce cosa è legale e cosa non lo è? Sei mai stato multato? Il confine è labile e mutevole e forse la dicotomia non è corretta, dato che può esiste-re un’arte illegale, così come dell’imbrattamento visivo completamente legale, basti pensare a certe pubblicità che vediamo affisse sui cartelloni. Uno dei compiti dell’arte è proprio quello di mettere in discussione i confini ed i limiti. È interessante notare la sproporzione che esiste tra reato (l’imbrattamento di proprietà altrui) e la pena (in Italia, reclusione fino due anni) così come il primato della proprietà privata sul diritto di libertà di espressione. Anni fa, quando ancora il reato non era penale, ma rientrava solo in un ambito ammi-nistrativo ho ricevuto alcune multe per imbrattamento che ho prontamente contestato, sostenendo che quello che facevo non poteva considerarsi imbrattamento. Ricevetti anche una risposta dall’allora vice sindaco De Corato, le multe finirono nell’ufficio con-testazioni e nel tempo sono cadute in prescrizione.

Cos’ha significato per te entrare in un museo come il PAC di Milano? Credi che questa esperienza abbia contribuito al tuo riconoscimento artistico? Che ef-fetti ha avuto sulla tua arte?La mostra Street Art Sweet Art al PAC di Milano rappresentò un momento cruciale per la street art in italia, si trattava della prima mostra istituzionale sul fenomeno e per molti ha rappresentato un punto di arrivo mentre per qualcuno una tappa in un cammino più lungo. Sicuramente ha contribuito al riconoscimento artistico, ma ha drasticamente mutato le dinamiche precedenti, ponendo fine alla prima fase pionieristica del feno-

meno e aprendo le porte a figure fino a quel momento estranee come curatori, critici, collezionisti, galleristi, pubblicitari, markettari, e l’intero circo dell’arte contemporanea. Da quel momento ho iniziato a dipingere effettivamente anche su tela e non solo in strada, ponendo le basi della seguente attività artistica.

Vanti diverse collaborazioni con aziende come Perfetti Van Melle, Campari, Ikea, Chicco, Ceres, Motta, Harley Davidson, Gatorade etc., per le quali hai realiz-zato importanti lavori. Come sono andate queste esperienze? Quale ti è rimasta maggiormente impressa? Le esperienze con i grandi marchi quando si sono realizzate vuol dire che sono andate bene, dato che significa che si sono trovati punti di contatto e di collaborazione che han-no portato ad un risultato che soddisfa tutti. Per me, quando lavoro con una azienda è importante che ci sia comunanza di intenti ed il giusto riconoscimento, la collaborazione con un artista non può piegarsi unicamente alle esigenze del marketing, ma è l’azienda che diventa una sorta di mecenate contemporaneo e si fa promotore del bello. Ad esempio Ikea ha fatto realizzare undici interventi pittorici di artisti in undici città, ma le opere non hanno alcun riferimento all’azienda, che ha sfruttato il progetto in termini di comunicazione ma non ha minimamente interferito sui processi artistici ed ha lasciato così un intervento concreto ed un regalo alla collettività.

Progetti per il futuro? Sto dipingendo moltissimo, ho in ballo una collaborazione molto interessante per il mese prossimo e ho appena programmato alcune fiere ed una mostra personale a Milano per l’anno nuovo.

PAO, progetto 70 anni Perfetti Van Melle, 2016

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Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?I miei primi disegni coscienti risalgono a quando avevo 3 anni; di recente mia madre ne ha tirato fuori qualcuno da chissà quale scaffale.Alle medie ho litigato con la mia professoressa di arte la quale dubitava che i compiti di pittura li realizzassi io. Dopo un acceso confronto, si è dovuta convincere del contrario. Ho pensato che era un risultato.

Cosa ti ha spinto, all’inizio, a dipingere un muro e non una tela? Cambia il tuo approccio quando fai arte effimera in strada e quando vendi arte permanente? Ho sempre dipinto su carta o tavola, poi nel 1995 ho conosciuto Mauro Once che face-va parte della DMC, una crew molto attiva a Milano in quel periodo. Per curiosità l’anno dopo ho provato insieme ad un amico a fare un graffito: non è venuto granché bene e ho deciso di ritentarci altre volte. Sono 20 anni che dipingo sul muro forse perché ancora non mi vengono come vorrei. Quando realizzo un intervento all’esterno uso metodi e materiali differenti rispetto a quando realizzo un quadro o un’installazione, ma sostanzialmente l’attitudine con cui lavoro rimane legata a un’idea che ha origine in me e si sviluppa in relazione con l’Altro in senso ampio. Il lavoro è composto da numerose stratificazioni che non possono essere semplificate rispetto le diverse destinazioni di fruizione.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Da dove nasce il tuo stile? Penso che parlare di stile sia riduttivo, anzi credo sostanzialmente che la sfera di per-sone che sono legate alla definizione di stile siano ancora in una fase di scoperta del proprio lavoro. In quel momento dove ti guardi intorno e osservi modi di lavorare che vorresti far tuoi, scopiazzandoli un po’. Quando eravamo piccoli e volevamo fare i graf-fiti, guardavamo quelli dei maestri americani e prendevamo spunto dalle loro lettere e dalle loro forme, cercando di far nostro il loro modo di dipingere. Un giorno ho capito che questo non mi soddisfaceva, ed ho intrapreso il percorso di un linguaggio mio. I miei riferimenti artistici legati al mondo dei graffiti sono Rammellzee e Barry McGee, i quali hanno portato all’interno del sistema dell’arte lo stesso atteggiamento di quando facevano i graffiti in strada. Questo tipo di lavoro è unico e ben lontano dai compro-messi di Haring e Basquiat, artisti ben più conosciuti, ma che si sono limitati a trasferire soltanto l’estetica di quella cultura.

Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue opere? Non lavoro per lanciare messaggi; con il mio lavoro vorrei dialogare riguardo questio-ni universali.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre street artist più interessanti del panorama italiano, chi indicheresti? Non credo che si possa parlare ancora di street art, perché è un’attività che si può circoscrivere in un preciso momento storico-politico, ovvero dalla metà degli anni 90

BROSNOME DANIELE FILADELFIOCOGNOME NICOLOSINOME D’ARTE BROSANNO DI NASCITA1981MAIL [email protected]

Tecnica preferita: pittura

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o ai primi del 2000.Ciononostante Cristian Sonda da anni utilizza l’esperienza dei graffiti mediata dal coin-volgimento attivo del pubblico, riuscendo a concludere progetti significativi che sono radicati e hanno un’importanza reale sul territorio.Per quanto riguarda Blu è un artista che riporta l’attenzione sul mestiere del muralista messicano come Orozco e Rivera, rivedendolo soprattutto nel concetto di commit-tenza. Con il suo lavoro riporta le storie delle stesse comunità che lo scritturano nei loro territori. Interessante il cambio di rotta rispetto al jet-set dell’arte contemporanea che inizialmente lo aveva inglobato (si veda esperienze museali come quella della Tate Modern); questo tipo di direzione va di pari passo rispetto alle scelte estetiche dei suoi nuovi lavori che prima descrivevo.Infine, mi sono soffermato su alcuni progetti del collettivo Orticanoodles che, con la loro attività di grafici, portano nelle città un’elaborazione del concetto di pubblicità. Se devo considerare il miglior lavoro di arte urbana presente oggi in Italia la mia scelta ricade su William Kentridge sul Tevere a Roma.

La street art è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie e dei quartieri delle città, pensi che possa aumentare anche il valore degli immobili?Tutto quello che viene proposto come riqualificazione urbana è lontano dal concetto di arte di strada. Nessuno dovrebbe operare sotto questo tipo di classificazione o do-vrebbe acconsentire che il proprio lavoro venga speso dalle amministrazioni in questo modo. Questo tipo di definizioni sono comode e spendibili per legittimare operazioni di questo tipo. Nel 2007 venne alle cronache che un immobile su cui era dipinto un graffito di Banksy era in vendita a una cifra molto superiore rispetto al suo valore di mercato. Non fu mai accertato che questa fosse un’operazione artistica dello stesso Banksy, ma sono certo che sia così; in questo modo si era già dimostrato che la street art aveva già preso piena coscienza di questa problematica. Successivamente Blu fece cancellare un famoso murales realizzato in un quartiere pe-riferico di Berlino proprio per non far sfruttare il suo operato dalla amministrazione comunale impegnata nella riqualificazione della zona.I comuni certamente coinvolgono organizzazioni di artisti che decorano i quartieri per aumentare la qualità della vita dei cittadini e, anche se non sono un agente immobiliare, è chiaro che così facendo aumenti anche il valore economico delle case.

Qualche anno fa sei finito in Tribunale con l’accusa di aver imbrattato alcuni edifici milanesi. Fortunatamente sei stato prosciolto ma “per mancanza di prove” e non perché quello che fai è Arte. A distanza di tempo da quell’episodio, pensi che la giustizia italiana abbia fatto dei passi avanti? La street art è maggiormente riconosciuta e accettata dalle persone? Dagli esiti di quel processo si è evinto che era tutta una campagna di propaganda architet-tata dall’amministrazione Moratti a discapito dei cittadini.Fortunatamente ho deciso di sospendere il silenzio stampa ed ho iniziato a rispondere alle

interviste di numerosi media nazionali e internazionali, fornendo così all’opinione pubblica un altro punto di vista utile alle persone per formarsi una propria idea sul tema. Ancora oggi c’è un problema a recepire il carattere trasgressivo dei graffiti come forma artistica a tutti gli effetti. Ma sicuramente è anche questo aspetto di rottura delle regole che ha fatto dell’arte di strada una corrente degna di nota nel panorama artistico e sociale.

Una volta hai detto: “Ho realizzato ironicamente 80 lapidi su cui c’era scritto: 'VIA BROS artista contemporaneo data di nascita e punto interrogativo per quella di morte'. Una di quelle lapidi è stata venduta all’asta a € 1.600. Incredibi-le!”. Ci spieghi il perché di questa affermazione? Che rapporto hai con il mercato dell’arte e le case d’asta?Il compenso dell’artista è l’opera che realizza. La vendita è un valore aggiunto che deve essere considerato marginalmente; se così non fosse si rischierebbe di condizionare l’esecuzione del lavoro in relazione alle esigenze di mercato.Sono molto favorevole a finanziamenti di ogni sorta per gli artisti, così da creare conti-nuità nel loro lavoro di ricerca. In alcuni stati dove l’arte contemporanea è considerata una risorsa, lo stato finanzia gli artisti attraverso commissioni e stipendi.Il mio operato rientra marginalmente nel mercato dell’arte.

Sei stato chiamato più volte dai Comuni o dai privati cittadini a realizzare ope-re su commissione. Ci racconteresti l’esperienza che ti è rimasta più impressa? Com’è andata?Ho sempre considerato il lavoro svolto una chiamata alle armi, una specie di richiesta non esplicitata ma necessaria che si è compiuta e si continua a compiere. A volte que-sta richiesta si concretizza esplicitamente da parte di enti pubblici o privati che in modo lungimirante accolgono il mio lavoro senza compromessi, al di là di quello economico.È stato stimolante lavorare per Expo 2015 alla realizzazione del Centro Conferenze e dell’Auditorium, nell’area dove si svolgeva la manifestazione. Nelle varie fasi del mio progetto sono stato affiancato da molte professionalità differenti; inoltre credo che sia stato importante che ad un artista visivo sia stato commissionato un progetto che so-litamente sarebbe stato affidato ad architetti o ingegneri.

Ci hai confidato che da qualche mese stai cercando di “ripulire” il web da qual-siasi traccia fotografica dei tuoi lavori. Ci spiegheresti il perché di questa scelta? Sì, è da anni che ragiono sul concetto di Realtà nel mio lavoro. Non ho mai divulgato il mio lavoro attraverso i social-network perché lontani dal rapporto che vorrei con il pubblico, come sopra spiegavo. Ho smantellato il mio sito internet perché credo sia inutile una foto-documentazione rispetto le mie opere, la trovo una forma docile e fuorviante. Una fotografia non può tenere conto del contesto e dei molteplici punti di vista del mio operato. Rischia di rendere più piatta la mia azione.Quello che faccio non è produrre figurine da appiccicare qua e là: è il frutto di ragionamenti che si materializzano e che sperano di avere un rapporto reale con quello che li circonda.

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Quindi ho intenzione di appellarmi al diritto all’oblio rispetto al web, mondo dove il mio lavoro non può vivere. Sarà dura ma farò rimuovere tutte le foto dove vengono immor-talate le mie opere!

Progetti per il futuro? Condividere la mia ricerca con altri artisti e un pubblico sempre più sensibile, creando un dialogo continuo che possa essere utile a tutti in un senso molto alto di utilità. Inizio ad essere stanco per lavorare da solo e in modo totalmente autoprodotto, sarebbe ora di trovare una galleria che possa sviluppare con me pensieri e progetti.

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Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?Più che la passione per l'arte si trattò di un’esigenza, sia collettiva che personale, che voleva (e ancor oggi vuole) la poesia pubblica e centrale per i discorsi culturali italiani e contemporanei... da poeti, santi e navigatori, in pochi anni siamo passati a pizza, mafia e mandolino e la distanza semantica delle parole racconta la distanza in cui il panorama socio-culturale italiano è sprofondato... è stato "pubblicare" nell'accezione di rendersi pubblici che ha mosso i miei primi interventi di Poesia di Strada e Assalto Poetico... erano anni in cui, per la contingenza con i movimenti antiglobalizzazione, le questioni critiche ed etiche della società permeavano anche diversi movimenti artistici, lasciando un’impronta determinante per il mio cammino futuro (ormai passato). Il mio primo in-tervento fu nell'inverno del 2002 con alcuni fogli A4 dove scrissi alcune delle "scaglie" (frasi e brevi componimenti poetici n.d.r.) che incollai sui muri della città. Quando capii che avevano raccolto un'attenzione diffusa, seppur ancora oggi molti miei interventi non siano a me riferiti, compresi che "il poeta è molto più chi legge" che chi scrive e che avrei potuto avere un'efficacia con le mie pratiche di assalto poetico.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Da dove nasce il tuo stile?In poesia apprezzo Prevert per la sua romantica lucidità, la beat generation per la sua innovazione tematica e lirica (e la spregiudicatezza nel "viver sbagliato"), leggo l'Inferno di Dante nei teatri e nei Licei italiani. Devo molto ai cantautori italiani degli anni '70 e '80, al trash metal americano, al muralismo oltreoceano degli anni '80 e a quello ita-liano e messicano dei '60, al mio quartiere, al Milan, e alla ormai compianta Fossa dei Leoni, agli spazi sociali milanesi, alle esperienze dei Social Forum dei primi duemila, ai movimenti noglobal, ad alcune pratiche futuriste che, similmente, ho poi confrontato nel mio lavoro. Altrettanto Jenny Holzer, a chiunque abbia mai scritto in una strada, a Emilio Isgrò, Balestrini e Ugo La Pietra con cui spero di continuare un primo cammino fatto insieme qualche tempo fa. Leggo poi Malatesta, saggi sulla rivoluzione francese, sulla storia del Novecento e dei movimenti di ribellione del secolo appena passato. Il mio stile nasce dall'urgenza delle mie pratiche, credo che l'arte e la poesia abbiano valore solo se condivise, solidali e critiche.

Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue opere?Il messaggio trasmesso, come in un movimento di sintesi Hegeliana, dipende per un terzo da me, per un terzo da chi lo legge e lo fa suo, per un terzo dall'incontro e dalla dialettica dei primi due momenti. Ho dovuto molto spesso comprendere come il pub-blico non sia una ribalta passiva o coordinata circa il senso da me espresso nelle mie produzioni, è anzi una moltitudine di singoli che ha piena titolarità di interpretazione e spesso ti porta dove non credevi di arrivare o neanche immaginare di andare. Non ho tematiche predilette, la mia poesia racconta delle comunità che incontro e con cui ho la fortuna di lavorare, della quotidianità comune, di un mondo "migliore e possibile", dei muri fisici e di quelli culturali, del mare, dei mercati, della Palestina, di Haiti, della Romania o del Chiapas, un lavoro che mi aiutò molto furono gli anni alla trasmissione di Radio Popolare "Jalla Jalla", dove tutti i venerdì per quattro anni, commentavo in

ivanNOME IVANCOGNOME TRESOLDINOME D’ARTE ivanANNO DI NASCITA1981

Tecnica preferita: assalto sul muro

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poesia un fatto o un avvenimento della settimana appena passata.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre artisti pubblici più interessanti del panorama italiano, chi sceglieresti?Tre autori che ancora non conosciamo, della prossima generazione.

L’arte pubblica è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie e dei quartieri delle città, pensi che possa aumentare anche il valore degli immobili?Non è una possibilità ma già una realtà che in tempi passati era pratica consolidata.Qui in Artkademy (e per il valore certificato degli artisti del nostro management e gal-leria) stiamo lavorando in sinergia con alcuni dipartimenti universitari e Open Care, per quotare e cespitare a capitale sociale (o dell'immobile) diversi interventi di Poesia di Strada che ho realizzato negli anni, soprattutto in Italia. Dal 2013 ad oggi abbiamo una media di incremento di valore netto sull'immobile di circa il 3% triennale. È un tema fondamentale lavorare sulla complessità e sulla professionalizzazione del no-stro lavoro, certamente la vostra domanda rappresenta un nodo fondamentale per gli anni a venire.

Qual è il confine tra vandalismo e Arte? Chi definisce cosa è legale e cosa non lo è?Il sistema di potere vigente. Io e numerosi autori che si sono riuniti accanto alla con-testazione nata al PAC nel 2017 (Wiola) preferiamo parlare di "commissionato" o "non commissionato". Io ho sempre scritto col mio nome e a volto scoperto, molto spesso illegalmente (soprattutto per i primi sei-sette anni), trovando spesso concessioni diffu-se grazie agli abitanti più che al vigente regolamento di polizia urbana (o penale). Più che di regola parlo di conflitto, più che di Stato discuto di comunità locali legittime. Il va-lore sta nel superamento e nell'affermazione del proprio paradigma: venerdì scorso ho consegnato una scultura alla città di Genova con Renzo Piano e lo Studio Obr, una città che è ancora piena di miei interventi illegali che, paradossalmente, hanno dato senso pure alla dimensione legale espressa settimana scorsa con la consegna dell'opera per la paesaggistica del fronte porto della città.

Sei mai stato multato?Sì, nel 2005 dall'azienda dei trasporti milanesi e la pagai immediatamente. Il tema della responsabilità diretta, almeno per me, resta fondante, inoltre, ho un processo con 77 fatti ascritti presso il Tribunale di Milano in discussione a novembre 2017. Ho scelto di non patteggiare (differentemente dall'iter che rispetto a me hanno seguito alcuni amici e colleghi), tanto quanto di ammettere ogni colpevolezza. Abbiamo sempre tutti saputo che dipingere le strade era "illegale" e per questo "interessante e stimolante" per noi e degno di attenzione per i media. Chiedere oggi di essere assolti per lo status quo gua-dagnato negli anni mi pare un poco referenziale ed ipocrita onestamente.

Nel 2013 sei stato ospite da Fazio a Che tempo che fa, nel 2014 hai partecipato al video di Luca Carboni e Tiziano Ferro, Persone silenziose, senza dimenticare

che sei apparso su numerose riviste e quotidiani. Quanto queste esperienze han-no contribuito ad aumentare il tuo successo artistico?Forse più che un aumentato successo, credo più in occasioni che mi hanno dato la possibilità di intercettare nuovi pubblici grazie a rinnovati punti di partenza. La propa-ganda è certamente importante, anche se altrettanto rischiosa nella misura in cui ac-cresce la tua esposizione. Soprattutto i media istituzionali tendono a una dimensione di semplificazione dei contenuti più che a un discorso di approfondimento e complessità.Io lavoro con le parole, è tanti anni che investo energie importanti per spiegar ciò che non sono e ciò che non voglio (per esempio non sono un writer e non ho inventato la poesia in strada), spesso basta appunto una parola mal posta per inficiare percorsi di senso e pratiche di anni. Diciamo poi che sono più legato ad alcune altre esperienze, gli otto anni sull'agenda Smemoranda tra tutti per esempio.

Ha senso per te staccare un’opera di street art da un muro per esporla in una galleria? Qual è il tuo rapporto con le gallerie? Quanto valgono le tue opere?Circa il tema dello "strappo" c'è molto da discutere e non vorrei riassumere il tutto in poche parole, con cui proporrei un discorso, innanzitutto per me, ancora non definito (non ho studiato abbastanza). Per esser espliciti, l'operazione del 2016 a Bologna non incontra il mio favore né di artista né di produttore; sono stato invitato a parlare presso quella mostra, ho declinato gentilmente l'invito. Al PAC, nel 2017, siamo andati (con alcuni autori, diversi spazi sociali di Milano, alcuni operatori del settore) ad esprimere il nostro forte dissenso circa alcune direzioni commerciali, tematiche e di commercializ-zazione / storicizzazione di alcuni autori di arte urbana italiana. Qui in Artkademy siamo onestamente molto occupati nel nostro per esprimere giudizi nel merito del lavoro di altri, su cui mai mi sbilancio a meno di aver ampia conoscenza dei fatti. Credo che lo scopo di questi anni sia di dipingere più luoghi (non spazi) possibili più che iniziare ad istituzionalizzare il movimento, spesso, senza l'accordo degli stessi autori che quel movimento lo animano. Circa il rapporto con Fondazioni, Musei, Gallerie, grossi Mar-chi Internazionali abituati al collezionismo, è un altro tema molto vasto e difficilmente affrontabile in poche righe. Ho diverse collezioni pubbliche e private tra Italia, Francia e Stati Uniti, ho avuto qualche rapporto di esclusiva con Gallerie più o meno note tra Francia e Italia negli anni passati, oggi abbiamo deciso di proporre un management per gli artisti e la commercializzazione delle opere d'arte "dalla comunità, per la comu-nità", di questo dovrebbe parlarti più approfonditamente Giulia di Artkademy Gallery che spinge questa direzione e la gestione della stessa (oggi lavora con oltre 20 autori, molti delusi dal mondo istituzione dell'arte). Le gallerie oggi, onestamente, mi paiono più tunnel senza uscita per dirla metaforicamente e provocatoriamente, oggi espongo soprattutto in Musei e Fondazioni, la mostra evento in Galleria non fa più parte del mio percorso. Circa il valore delle opere, il mio coefficiente è certificato da Open Care, da alcune aste passate e recenti delle due più grandi istituzioni nel campo, da un colle-zionismo sempre abbastanza vivo: di 360 opere circa a catalogo ufficiale, 330 sono collezionate... siamo tra 1 e 1.7 per tele e simili anche se poi la produzione di opere formali, per me, non è il solo ambito di ribalta commerciale che ho (musica, composi-

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zioni letterarie, testi critici, introduzioni, testi per cantautori italiani, copertine etc. etc.)...

Vanti diverse collaborazioni con aziende, fondazioni e istituzioni. Tra le tante ricordo: Energy Box, il progetto promosso da A2A e Fondazione AEM; le opere re-alizzate per il Byblos Art Hotel; il murales per la Fondazione Gaetano Pini e quello per la Campari a Sesto San Giovanni. Come sono andate queste esperienze? Quale tra queste ti è rimasta più impressa?Il lavoro per Energy Box lo devo ad Atomo per amicizia, come moltissimi autori che sono stati coinvolti, e in quella dimensione lo ricordo. Del lavoro presso l'Archivio Dio-cesano di Milano ho un ricordo splendido ed è un intervento di cui vado ancora fiero (grazie alle moltissime persone che si son spese attorno a quel progetto e al fatto che è stata la prima volta che ci siamo affacciati su un muro del '300, in pieno centro di Milano). Il rapporto con Byblos e gli artisti da loro collezionati mi ha permesso di rela-zionarmi ad un mondo dell'arte "alto" in cui alla street art non è stato permesso entrare e che, molto spesso, si chiude in sé tra “fantamiliardi” e direzioni di senso solamente autoreferenziali. Campari, come Rinascente, Google, Memphis o il Corriere della Sera sono marchi fondamentali per l'ossatura culturale di questi nostri tempi e, seppure si-ano molto spesso in antitesi con il sistema di capitale, vado fiero di esser tra gli storici artisti di queste istituzioni commerciali; ogni piccola o grossa esperienza che sia, ha lasciato un sassolino dentro di me che, tutti sommati, fanno il peso della mia "cifra" stilistica (o meno).

Ci spieghi un po’ che cos’è Artkademy? Da chi è stata fondata, chi ne fa parte e quali sono gli obiettivi alla base del progetto?Artkademy è la sintesi delle esperienze positive, degli errori, dei passi avanti come falsi, che in questi anni hanno accompagnato il mio lavoro. Nella nostra presentazione istitu-zionale si legge che "Artkademy è un’organizzazione creativa e solidale, volta a creare valore economico ed impatto sociale che propone, da diversi anni nel panorama ita-liano ed internazionale, la propria spinta propulsiva nel mondo dell’arte e della cultura. Raccoglie e rende sinergiche esperienze d’eccellenza nel campo dell’arte, della poesia, della comunicazione d’impresa, della socio-didattica e del sostegno all’imprenditoria giovane. Artkademy affonda la propria esperienza nei mondi dell’underground culturale europeo, a cavallo tra 'arte pubblica' e 'fare sociale', verso processi d’innovazione e recupero di una tradizione comune nel campo della cultura, che possa costruire, insie-me, un 'futuro semplice di questo presente imperfetto'. Artkademy è un’esperienza diffusa di produzione che sa manifestarsi sul piano artistico e culturale, nel campo della co-municazione d’impresa e del marketing digitale, virale, btl, in contesti sociali e solidali supportati da messaggi critici e solidali. È la storia e le competenze dei suoi singoli, intesi come parte di un tutto che fa della qualità, dell’attenzione al particolare, della ri-cerca e dello sviluppo, il suo respiro e il suo passo. Artkademy è la sua officina creativa e la 'grande famiglia' che la anima, un luogo fisico, culturale fatto di laboratori artistici, spazi di produzione creativa, un grande salone per eventi e produzioni polivalenti ne fanno una destinazione che è riferimento e protagonista di movimenti giovanili, culture

alternative, espressioni vive di socialità e solidarietà. Artkademy attiva le proprie risorse e la propria specificità in diversi contesti del mondo del lavoro, alternando innovazioni e nuovi contenuti nei processi di comunicazione, sperimentando e rinnovando i canoni classici delle campagne marketing, proponendo le proprie produzioni con l’entusiasmo e dinamicità tipica italiana, fino a strutturare interventi educativi".

Progetti per il futuro?Il futuro stesso...

Credits Artkademy e Giovanni Gianfranco Candidaivan, Archivio Storico Diocesano, Via San Calimero, 13, Milano

ART&LAW Legal journal on art60 61ART&LAW 5/2017

Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?In chiesa. Realizzato a 9 anni, ho fatto una linea per tutti i muri di casa, alta come me, orizzontale.

Cosa ti ha spinto, all’inizio, a dipingere un muro e non una tela? Cambia il tuo approccio quando fai arte effimera o arte permanente? Sono site specific, in entrambi i contesti. Relazionandomi con i muri mi relaziono con il luogo o i suoi spettatori; dipingendo una tela, mi relaziono con la storia dell’arte della pittura.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Da dove nasce il tuo stile? Leonardo da Vinci, situazionismo.

Quale messaggio vuoi trasmettere con le tue opere? Cerco di fare arte contemporanea, come tale il messaggio è una riflessione interna al processo artistico, in secondo luogo cerco di realizzare opere che funzionano come specchi, riflettendo l’osservatore.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre street artist più interessanti del panorama italiano, chi sceglieresti? La street art mi interessa poco negli ultimi anni. Dopo 16 anni che l’ho fatta nascere con una manciata di compagni artisti credo si sia visto di tutto, so che dovrei manife-stare entusiasmo, ma spero apprezziate l’onestà.

La street art è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie delle città, pensi che possa aumentare anche il valore dei suoi immobili? Penso che l’arte abbia altri scopi, molto più sublimi. E che molti assessori e sindaci dovrebbero smetterla di strumentalizzarla in questo modo quasi sempre sotto elezioni.Anche gli artisti dovrebbero ribellarsi a questa strumentalizzazione.

Qual è il confine tra vandalismo e arte? Chi definisce cosa è legale e cosa non lo è? Sei mai stato multato? Quando qualcosa è illegale è street art, sennò chiamiamola in modo diverso.Lo definisce il codice penale. Sono stato in prigione a Berlino.

Hai collaborato con gallerie, musei, case d’asta entrando a far parte di un contesto istituzionale. Ci racconteresti quanto valgono le tue opere sul mercato? Valgono quanto qualcuno è disposto a pagarle.Così purtroppo funziona il mercato: il valore di un artista si limita al valore economico.

Vanti diverse collaborazioni con aziende, ci racconteresti l’esperienza che ti è rimasta più a cuore? Com’è andata? L’ultima, con Nippon Paint in Cina. Non hanno chiesto nessun tipo di brand placement, nessun link per i post, niente di niente. Più che una collaborazione con un’azienda,

OZMONOME GIONATACOGNOME GESINOME D’ARTE OZMOANNO DI NASCITA1975

Tecnica preferita: olio, acrilico, pittura muraria, pennarelli, inchiostro, bombolette spray, ultimamente visto che avevo esaurito le tecniche pittoriche ho iniziato a tatuare

ART&LAW Legal journal on art62 63ART&LAW 5/2017

mecenatismo. In effetti era un progetto di beneficenza.

Progetti per il futuro? Evolvere me stesso e il mondo.

Ozmo, Voi valete più di molti passeri, 2012, MACRO, Roma

ART&LAW Legal journal on art64 65ART&LAW 5/2017

Qual è il significato dei “doodles” (scarabocchi)? Da dove nasce l’idea?Per me “doodling” significa creare arte che sia divertente e priva di regole. Vuol dire dar vita a personaggi buffi in mondi fantastici che non esistono nella realtà. Alla fine ho riscontrato che i “doodles” portano gioia alle persone perché la mia allegria viene sparsa sulla superficie sotto forma di disegni. Non è qualcosa che ho programmato di fare specificamente dal primo giorno, ho semplicemente pensato che fosse la via più semplice e più veloce per creare arte ed esprimere me stesso, quindi sono stato semplicemente condotto a questa forma d’arte grazie alla sua accessibilità.

Ripeti spesso gli stessi soggetti o preferisci improvvisare?Preferisco improvvisare e cambiare me stesso. Provo sempre a pensare a personag-gi e a temi il più divertente possibile. Disegnare quello a cui sto pensando rende le persone felici.

Dove e quando hai iniziato a fare arte?A casa con piccoli album da disegno e pastelli. Disegnavo i personaggi dei cartoni animati e di alcuni fumetti come “The Dandy”.

Hai mai avuto problemi con la legge?No. Solo con la “squadra anti-doodle” che spera di liberare il mondo dai miei “doodles”!

Quale rapporto c’è tra arte e tecnologia? E tra arte e social networks?Credo che la tecnologia moderna come i cellulari, i computer, i tablet etc. possa avere un bellissimo rapporto con l’arte e che i social networks siano un ottimo mezzo per gli artisti. Il modo migliore di sfruttare questa relazione è quando il tocco umano è parte del processo e la tecnologia è usata per amplificare l’arte.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici?Matt Groening, Bob Ross, Martin Handford, Banksy e molti altri.

Lavori spesso su commissione? Quali sono le tue esperienze?Sì ed è sempre fantastico. Amo fare lavori che le persone possano avere nelle proprie case. Mi piace l’idea di disegnare un’enorme quantità di contenuti in modo tale che trovino qualcosa di nuovo ogni volta che guardano il lavoro che ho fatto.

A cosa si ispirano i tuoi personaggi?I video games, vecchi cartoni animati, gli alieni, il cosmo, i robots, il cibo spazzatura, la cultura pop, l’hip hop, le città affollate, gli animali, la caffeina.

Si può dire che lo “spazio” sia il tuo foglio da disegno?Il mondo è una tela.

MR DOODLENOME SAMCOGNOME COXNOME D’ARTE MR DOODLEANNO DI NASCITA HALF PAST DOODLE

Tecnica preferita: grossi pennarelli

ART&LAW Legal journal on art66 67ART&LAW 5/2017

Qual è il confine tra vandalismo e arte?L’arte talvolta può essere vandalismo. Non credo che una cosa debba per forza esclu-dere l’altra.

Recentemente hai fatto una maratona di disegno di 50 ore a Londra. Quanto è importante la fantasia in questo tipo di opere?La cosa più importante durante una maratona di doodling di 50 ore è la resistenza. Io amo veramente disegnare quindi questa è stata una delle esperienze più incredibili che abbia mai avuto. L’immaginazione è importante, anche se la usi esclusivamente per restare sveglio e impegnato. I miei “doodles” hanno fatto ridere anche me, ho disegnato una pecora che correva all’indietro su un tapis roulant mentre veniva inseguita da co-sce di pollo. Mi sono accorto che più ero stanco, più i miei disegni diventavano strani e sinistri. Ho iniziato a trasformarmi da Mr Doodle a Dr Scribble!

La street art è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie e dei quartieri delle città, pensi che possa aumentare anche il valore degli immobili?Sì, credo che possa incrementare il valore. Dipende da chi dipinge sull’immobile. Se è Banksy a farlo allora il valore crescerà, se fosse una giraffa bendata con una bombolet-ta spray allora forse il valore scenderebbe. FORSE.

@mrdoodle

@mrdoodle

ART&LAW Legal journal on art68 69ART&LAW 5/2017

Come nasce la tua passione per l’arte? Quando hai realizzato il tuo primo lavoro?La mia Passione per l’arte nasce dalla mia famiglia che mi ha fatto crescere nella cre-atività, l’ho messa seriamente al primo posto nella mia vita nel 2010 quando capii che riuscivo a sfogarmi ed esprimermi tramite la pittura. Ho sempre disegnato e dipinto ma se devo dare un inizio maturo direi nel 2010 con l’opera Mr. P.

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? Da dove nasce il tuo stile? I miei riferimenti sono i grandi artisti come Picasso, Klimt, Caravaggio, Leonardo, Dalí. Mi identifico nella popart semplice e lineare. Il mio stile e l’ominorosa nascono da un periodo molto brutto della mia vita. Probabilmente ho creato inconsciamente questo personaggio proprio per la ricerca della felicità, della pace, del bello e del semplice.

I tuoi, ormai famosi, omini rosa non hanno un volto e sono volutamente privati di una identità di genere. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere? Sì, i miei omini nascono da una ricerca del semplice, non amo fare ritratti e dare iden-tità al personaggio proprio per far identificare ognuno di noi nei gesti, nella situazione e nell’emotività che esprime l’ominorosa, la mia scelta è stata di non dare un viso, una sessualità o un colore di pelle reale perché il mio messaggio è di uguaglianza, rispetto e amore, cosa che ai tempi d’oggi manca sempre di più.

La tua attività e ricerca artistica si muove su diversi campi, dall’arte effimera in strada all’arte permanente in galleria fino ad arrivare al merchandising. Cam-bia il tuo approccio quando lavori su un muro, dipingi una tela o quando realizzi una stampa su una maglietta? Se sì, come? Come la pittura, amo anche la materia e la ricerca, sperimento tutto quello che è possi-bile sperimentare, con vari materiali e varie tecniche, l’ominorosa è nato anche perché cercavo un personaggio versatile e adattabile agli oggetti come l’abbigliamento anche se al momento preferisco che le mie proposte siano d’autore e limitate.

Qualcuno ti ha definito il Keith Haring italiano, come commenti questa af-fermazione? Bè è un onore essere paragonato a Keith Haring anche se non mi sento alla sua altez-za, ovviamente la forma di ominide e il colore pop lo ricorda e sicuramente sarò stato influenzato da lui come da Osvaldo Cavandoli e tanti altri, ma la mia ricerca è partita dalla preistoria e dall’essenziale per potermi esprimere.

Se ti chiedessi chi sono oggi i tre artisti di strada più interessanti del panora-ma italiano, chi sceglieresti? Mi baso su i miei gusti e sull’originalità: credo che Urbansolid, Blu e Clet si facciano notare.

La street art è spesso al centro di campagne di riqualificazione delle periferie e dei quartieri delle città, pensi che possa aumentare anche il valore degli immobili?

ALUA'

NOME CHRISTIANCOGNOME ALOINOME D’ARTE ALUÀANNO DI NASCITA1987

Tecnica preferita: acrilico su vari supporti

ART&LAW Legal journal on art70 71ART&LAW 5/2017

Dipende con quali occhi si guarda, se una persona dà valore alla street art e la rico-nosce come opera d’arte, l’immobile acquista valore. Dipende anche da chi realizza l’opera e da che nome ha, ormai le persone danno più valore al nome che all’opera.

Qual è il confine tra vandalismo e Arte? Chi definisce cosa è legale e cosa non lo è? Sei mai stato multato?Credo che le leggi definiscano tutto ciò; chi non le "rispetta", anche se con buon inten-to, e per dare bellezza a strade grigie e degradate, è comunque un vandalo agli occhi della legge. Al momento non sono stato multato e spero di non esserlo visto che la mia tecnica è fatta apposta per non rovinare e per essere "rimosso" semplicemente, ma posso aspettarmelo.

Il 27 settembre hai inaugurato la tua mostra personale presso il locale NoLoSo, nella zona NOrd di LOreto, e durerà fino a fine ottobre. Come è nata questa colla-borazione? Come sta andando? Sì esatto, la collaborazione è nata perché conosco il proprietario dalla mia precedente mostra al Lecco Milano di cui lui era socio e per il motivo che i miei ominirosa invadono soprattutto la zona Nolo e sono un “Simbolo” del quartiere. Il Vernissage è andato più che bene e le opere sono state molto apprezzate.

Ti è mai capitato di essere chiamato da aziende e/o da privati cittadini a re-alizzare un’opera su commissione? Se sì, ci racconteresti l’esperienza che ti è rimasta più impressa? Sì ho lavorato su commissione ed è sempre un piacere farlo poiché mi dà autostima il fatto che qualcuno apprezzi i miei lavori e li voglia a casa propria. Le esperienze che mi hanno lasciato un ricordo più forte sono un dipinto sul muro della biblioteca della scuola Tommaso Ciresola e un intervento di street art nel cortile dell’oratorio Beltrade.

Progetti per il futuro? Il mio più grande progetto al momento è aprire uno studio laboratorio e show room dove poter lavorare e presentare le mie opere e magari anche condividere idee e realizzare progetti con altri street artist e artisti di vario genere.

Aluà, La creazione di Adamo, 2017, Milano

Aluà, Gli animali non possono entrare, 2017, Milano

ART&LAW Legal journal on art 73

DIRITTO DELL’ ARTE | Legislazione

CIRCOLAZIONE INTERNAZIONALE DEI BENI CULTURALI. ECCO LE NOVITÀ DELLA RIFORMAdi Annapaola Negri-Clementi e Filippo Federici

A seguito di un percorso legislativo lungo e travagliato caratterizzato da tensioni e tanti emendamenti, in data 14 agosto 2017, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la L. n. 124/2017 più nota e chiacchierata, nella sua fase gestazionale, come “DDL Concorrenza”.

Con riferimento alla circolazione dei beni culturali e in generale delle opere d’arte, senza ambizioni di esaustività, può dirsi che le principali novità della novella legi-slativa sono (1) le nuove soglie di valore e di tempo (dalla realizzazione dell’opera) al di sotto delle quali un’opera d’arte può essere esportata in forza di una semplice autocertificazione da parte della proprietà, (2) l’istituzione di un “passaporto” per le opere d’arte e (3) una nuova disciplina per la circolazione dei beni culturali al di fuori dell’Unione Europea.

1) La riforma introduce, seguendo l’insegnamento di altre esperienze europee, una soglia di valore economico dell’opera. A differenza di come avviene nelle esperienze che l'hanno ispirata che prevedono soglie diverse a seconda della tipologia di opere1, la soglia di valore introdotta nel nostro ordinamento è unica ed è pari a Euro 13.500. La soglia temporale invece era già prevista ma con la riforma passa da 50 anni a 70 anni dall’anno di esecuzione dell’opera da parte dell’autore defunto2.

1 La soglia prevista per i dipinti in Francia è pari ad Euro 150.000,00, in Germania a Euro 300.000,00 e in Gran Bretagna a 100.000,00 Sterline.² È fatta salva – nel caso le opere e gli oggetti d’arte abbiano più di 50 ma non superino i 70 – la possibilità che i funzionari del competente ufficio esportazione, quando ritengo che le stesse hanno un «interesse artistico, storico, archeologico o Etnoantropologico eccezionale per l’integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione», possano essere oggetto di procedimento di dichiarazione di interesse culturale.

ART&LAW Legal journal on art74 75ART&LAW 5/2017

La modifica dell’art. 68 del Codice eleva da 50 a 70 anni l’età dell’opera oltre la quale, se l’artista è scomparso, diviene passibile di provvedimenti di tutela secondo il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. n. 42/2004).Sino a ieri il privato che voleva far uscire dall’Italia in via definitiva opere d’arte la cui creazione risalisse a più di 50 anni, doveva chiedere l’autorizzazione all’ufficio esportazione della Soprintendenza.In sostanza, per quanto possa sembrare lieve, riducendo di vent'anni il potere dello Stato di notificare le opere d'arte create sino al 1947 da un autore non più vivente, si facilitano gli scambi in un segmento, quello dell’arte moderna e contemporanea, che da anni è il settore trainante a livello globale del mercato dell’arte e che coinvolge i grandi maestri premiati in termini di risultati di vendita come Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Alighiero Boetti, Pistoletto, per citarne solo alcuni.

Fatta eccezione per i beni archeologici, gli incunaboli e i manoscritti, le opere di autori non più viventi e la cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni se di valore inferiore a Euro 13.5003 possono fuoriuscire dal nostro paese senza necessità di una apposita licenza ma con una autocertificazione del proprietario.

2) Sulla scorta del modello francese la riforma ha confermato l’istituto dell’attestato di libera circolazione delle opere d’arte allungandone però la durata da 3 anni a 5 anni.

3) Per quanto concerne la circolazione extra europea dei beni culturali, la riforma ha esteso da 6 mesi a un anno la validità della licenza di esportazione dei beni culturali e da 30 a 48 mesi il termine che può intercorrere dal rilascio dell’attestazione di libera circolazione e il rilascio della licenza. L'archivio dove mercanti e antiquari registrano le opere vendute è stato trasformato in base ad una disposizione - l’art. 63, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio - in un registro elettronico, che consente alle Soprintendenze la consultazione in tempo reale. Ci saranno due distinti elenchi: uno per le opere che necessitano di presentazione all’ufficio esportazione; e uno per quelle che non necessitano di tale presentazione per il rilascio dell’attestato di libera circolazione.

Se questa riforma si rivelerà benefica4 nel rilancio degli investimenti in arte grazie ad

3 La soglia non è in linea con l'Europa; ad esempio in Francia prevista la possibilità di circolare in Europa dietro rilascio di un’apposita licenza sotto soglie di 150.000 per i dipinti, sotto i 50.000 euro statue, libri e collezioni sotto i 30.000 per acquerelli, guazzi e pastelli, sotto i 15.000 per i mosaici, disegni, mappe foto e stampe. In Germania la legge sull'esportazione nella Ue, in vigore dal luglio 2016, pone vincoli alle opere con più di 70 anni e prevede la soglia di valore di 300.000 euro per i dipinti. In UK sotto 65.000 £ per qualsiasi bene culturale e, sotto 180.000 £ per i dipinti si esporta il bene con una licenza aperta (una sorta di autocertificazione, c.d. “OGEL”). Lo Stato in caso di riconosciuto “tesoro nazionale” della Commissione RCEWA ne propone l'acquisto, entro 6 mesi.4 Come ritiene uno dei promotori della riforma Giuseppe Calabi – cfr. l’intervista di Nicola Maggi, Esportazioni arte: approvata la riforma. Ecco cosa cambia, in Collezione da Tiffany, 16 maggio 2017.

una circolazione semplificata delle opere presenti sul territorio italiano nel resto del mondo non possiamo fare altro che stare ad assistere la risposta degli operatori di settore nei prossimi mesi e anni.Sebbene con l’autocertificazione si responsabilizzi penalmente la proprietà esportatri-ce, rimangono infatti non poche perplessità sulla indifferenziata soglia di euro 13.500 (forse troppo bassa) e in generale sul nuovo equilibrio “tra esigenza di tutela del patri-monio nazionale e ossigenazione del mercato nell’ottica di una vigile ma non impossibile circolazione”5.Chissà, forse sarebbe stato meglio innalzare solo la soglia temporale (da 50 a 70 anni) senza introdurre quella di valore così risibile, non in linea con l’Europa, che potreb-be avere l’effetto boomerang di favorire varie dichiarazioni di comodo sempre sotto i 13.500 euro6.

5 Cfr. Gianfranco Negri-Clementi, La riforma della circolazione internazionale dei beni culturali. Ma è veramente la riforma che ci voleva?, in Art&Law n.3/2017, p. 44.6 In questi medesimi termini si è espressa recentemente Marina Pirrelli in un convegno su "Arte e Mercato" tenutosi lo scorso ottobre.

ART&LAW Legal journal on art 77

OSSERVATORIO

PREMESSA ALL'OSSERVATORIOdi Filippo Federici

Prima di entrare nel vivo nella raccolta di massime si ritiene opportuno inquadrare brevemente la fattispecie di reato che è stata largamente interessata dall’arte di strada: l’imbrattamento di cui all’art. 639 c.p.L’art. 639 c.p. punisce chiunque, fuori dei casi previsti dall’art. 635 c.p. (i.e. il delitto di danneggiamento), deturpa o imbratta cose altrui.L’art. 639 c.p. contiene una clausola di riserva che esclude l’applicabilità della norma a quei fatti che integrano un delitto di danneggiamento ai sensi dell’art. 635 c.p. La distinzione fra le due fattispecie si fonda sulla tipologia di conseguenze che interessa il bene aggredito: se il fatto ne intacca la natura o la funzionalità dovrà essere inqua-drato nel danneggiamento; se il fatto provoca una mera alterazione estetica e/o della nettezza del bene, esso sarà riconducibile all’ipotesi criminosa di cui all’art. 639 c.p.1

Lo scopo dichiarato dell'art. 639 c.p., come modificato e integrato nel corso degli anni2, è quello di tutelare l’interesse pubblico al cd. “decoro urbano”, contrastando il fenome-no metropolitano del vandalisimo e il degrado ad esso connesso.

Articolo n. 639 c.p. - “Deturpamento e imbrattamento di cose altrui.”

“[I]. Chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili altrui [624 2; 812, 814 c.c.] è punito, a querela della persona offesa [120], con la multa fino a 103 euro [649, 664].[II]. Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si

1 In questi termini si rinvia a A. Cadoppi, S. Canestrani, A. Manna e M. Papa, in Trattato di diritto penale, parte speciale – X, I Delitti contro il patrimonio, Utet, 2011, p. 499.² Con l’aggiunta del comma V avvenuta nel febbraio 2017 con l’art. 16 d.l. n. 20/2017, n. 14 - convertito, con modificazioni, in L. n. 48/2017.

ART&LAW Legal journal on art78 79ART&LAW 5/2017

applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro.[III]. Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro.[IV]. Nei casi previsti dal secondo comma si procede d'ufficio.[V]. Con la sentenza di condanna per i reati di cui al secondo e terzo comma il giudice, ai fini di cui all’articolo 165, primo comma, può disporre l’obbligo di ripristino e di ri-pulitura dei luoghi ovvero, qualora ciò non sia possibile, l’obbligo di sostenerne le spese o di rimborsare quelle a tal fine sostenute, ovvero, se il condannato non si oppone, la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate nella sentenza di condanna.”

Competenza: Giudice di pace (primo comma) (aggravanti ex art. 4/3 d.lg. n. 274 del 2000); Trib. monocratico (secondo e terzo comma)

Arresto: non consentito

Fermo: non consentito

Custodia cautelare in carcere: non consentita

Altre misure cautelari personali: non consentite

Procedibilità: a querela di parte (primo comma); d'ufficio (secondo comma)

Nelle massime che seguono i giudici offrono alcuni elementi per distinguere le figure di cui agli artt. 635 e 639 c.p. Purtuttavia il vero tema dovrebbe essere quello relativo a cosa è lecito e cosa non lo è. In questa prospettiva si ritiene imprescindibile un ri-pensamento anche della normativa che oggi non tiene in alcun conto il valore artistico (o meno) dell’”imbrattamento”. A parere di chi scrive, si dovrebbe infatti tendere ad un equilibrio tra le varie libertà costituzionali e ci si riferisce in particolare alla difesa della proprietà pubblica e privata e alla libertà di espressione. Solo a quel punto, fatta la doverosa distinzione fra opere di street art e "interventi" privi di qualsivoglia valore arti-stico, avrà senso parlare - con riferimento esclusivo a questi ultimi - di imbrattamento o danneggiamento.

OSSERVATORIO

GIURISPRUDENZA DI LEGITTIMITÀa cura di Filippo Federici

Cass. pen. sez. II, 20 aprile 2016, n. 16371 in PlurisCon questa sentenza, la Suprema Corte ha confermato l’assoluzione di un giovane street artist in relazione a un graffito realizzato “con diverse bombolette di colore spray” nel 2011 su un muro “posto sulla pubblica via" della periferia milanese.

L’artista era già stato assolto dal Tribunale di Milano che aveva ben evidenziato "la circostanza che la parete in questione era già stata completamente imbrattata e deturpata da ignoti; che l'imputato aveva agito con l'intento di abbellire la facciata e di effettuare un intervento riparatore, realizzando un'opera di oggettivo valore artistico; che le doti artistiche del M. erano state pubblicamente riconosciute dallo stesso Comune di Milano, giacché l'imputato era risultato vincitore di un bando inteso rivalutare piazza (OMISSIS) mediante l'intervento di uno 'street artist'.” oltre che dalla Corte d’Appello di Milano. Quest’ultima, pur "valorizzando gli stessi elementi già messi in evidenza dalla sentenza di primo grado, ha concluso nel senso che il fatto, ancorché astrattamente configurabile come reato, non è punibile per la sua particolare tenuità, derivante dalla circostanza che il muro in questione era già stato deturpato da ignoti e quindi l'intervento del M. non determinava, a ben vedere, alcun danno.”

Cass. pen. sez. V, 21 maggio 2014, n. 38574 in Pluris, in CED Cassazione 2014 e in DeJure"Il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 cod. pen. si distingue da quello di detur-pamento o imbrattamento previsto dall’art. 639 cod. pen., in quanto il primo produce una modificazione della cosa altrui che ne diminuisce in modo apprezzabile il valore o ne impedisce anche parzialmente l'uso, dando così luogo alla necessità di un intervento ripristinatorio dell'essenza e della funzionalità della cosa stessa mentre il secondo produce

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solo un'alterazione temporanea e superficiale della "res aliena", il cui aspetto originario, quale che sia la spesa da affrontare, è comunque facilmente reintegrabile.”

Fattispecie di alterazione dello stato dei luoghi in cui la Suprema Corte ha ritenuto immune da censure la decisione del giudice di merito che aveva affermato la respon-sabilità dell'imputato per il reato di danneggiamento.

Cass. pen., sez. II, 9 aprile 2013, n. 29114 in DeJure e in Diritto e Giustizia online“Il delitto di danneggiamento si differenzia da quello di deturpamento e imbrattamento di cose altrui non già in ragione del carattere irreversibile dagli effetti dell'azione dan-nosa, ma per la diversa tipologia dell'alterazione, che, ove impedisca anche parzialmente l'uso delle cose, rendendo necessario un intervento ripristinatorio, connota il delitto di danneggiamento.”

Nella specie, la Corte ha ritenuto integrata l'ipotesi di danneggiamento in capo all'im-putato che aveva deteriorato e reso inservibile, mediante imbrattamento con vernice spray, una targa marmorea toponomastica di proprietà del Comune.

Cass. pen., sez. II, 26 marzo 2010, n. 24739 in DeJure e in CED Cassazione penale 2010“Il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui è sussidiario rispetto a quello di danneggiamento, sicché è configurabile ove il bene, deturpato o imbrattato, non sia stato distrutto, disperso, deteriorato o reso in tutto o in parte inservibile.”

Cass. pen., sez. II, 2 dicembre 2008, n. 2768 in DeJure e in CED Cassazione penale 2009“Il delitto di danneggiamento si differenzia da quello di deturpamento e imbrattamento di cose altrui non già in ragione del carattere irreversibile dagli effetti dell'azione dan-nosa ma per la diversa tipologia dell'alterazione, che, ove impedisca anche parzialmente l'uso delle cose, rendendo necessario un intervento ripristinatorio, connota il delitto di danneggiamento.”

La sentenza basa l’individuazione del confine applicativo tra danneggiamento e art. 639 c.p. sul criterio della verificazione o meno di un’alterazione funzionale o stru-mentale della cosa oggetto di aggressione, configurando nel primo caso il reato di danneggiamento, nel secondo il delitto previsto di imbrattamento e deterioramento di cose altrui.

Cass. pen., sez. II, 11 dicembre 2002, n. 12973 in DeJure e in Studium Juris 2003, 1117“Qualora si disegni con bombolette spray su vetrate o muri senza permesso è configura-bile il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (art. 639 c.p.). Tale condot-ta, infatti, comportando effetti dannosi non permanenti con possibilità di ripristinare senza particolare difficoltà la cosa nel suo aspetto e valore originari, non può inqua-drarsi in alcuna delle ipotesi di danneggiamento previste dall'art. 635 c.p.”

Cass. pen., sez. II, 7 giugno 2002, n. 22370 in Pluris“[…] deve ritenersi integrato il delitto di danneggiamento tutte le volte in cui […] la condotta criminosa apporti alla cosa una modificazione che, diminuendone in modo apprezzabile il valore o impedendone anche parzialmente l'uso, richieda un intervento ripristinatorio dell'essenza e della funzionalità della cosa stessa; sussiste viceversa il 'deturpamento' o l''imbrattamento' quando l'alterazione apportata sia temporanea e su-perficiale, sicché, per quanto costoso possa essere il restauro, l'aspetto originario del bene è facilmente reintegrabile.” “Il discrimine tra i reati in esame, dunque […], è dato dal tipo di danno e di intervento ripristinatorio che esso richiede, dovendosi considerare solo 'deturpato' o 'imbrattato' ciò che, pur con spesa ingente, può lavarsi e ripulirsi, mentre è 'deteriorato' tutto ciò che su-bisce lesione, più o meno grave, in corpore vili e necessita di totale o parziale rimessione in pristino.”

Cass. pen., 3 novembre 2000, n. 11756 in Cass. pen., 2001, p. 2359La condotta consistente nell’imbrattare o deturpare i muri di un’abitazione con scritte a vernice è inquadrabile nella fattispecie criminosa prevista dall’art. 639 c.p. e non in quel-la di cui all’art. 635 c.p. (danneggiamento), mancando un’immanenza, almeno relativa, degli effetti dannosi sul bene deteriorato, sempre che possa comunque ripristinarsi, senza particolari difficoltà, l’aspetto e il valore originario del bene medesimo […]”Nella fattispecie la Corte, pur riconoscendo che la ripulitura dei muri dalle scritte aveva richiesto una ritinteggiatura completa, ha ritenuto tuttavia l'alterazione del bene solo temporanea e superficiale, per quanto costoso sia risultato l'intervento di restauro.

Cass. pen., 14 gennaio 1972, n. 20 in Cass. pen., 1974, p. 482“L'ipotesi criminosa prevista dall'art. 639 codice penale, che costituisce una forma lievissima di quella prevista dall'art. 635 stesso codice, tende alla tutela della proprietà e più precisamente ad evitare una menomazione della situazione patrimoniale del soggetto passivo attraverso il deturpamento o l'imbrattamento di una cosa che gli appartiene; invece col disposto dell'art. 663 c.p. [in materia di affissioni abusive ndr] si è inteso punire la violazione di una specifica limitazione che il legislatore ha posto all'attività privata a tutela dell'attività di polizia della pubblica autorità. Pertanto, nel caso che sui muri esterni di un edificio siano vergate delle scritte con vernice, sussiste concorso formale dei due predetti reati.”

APPUNTAMENTI

ART&LAW Legal journal on art 85

SEZIONE COSA VEDERE DOVE QUANDO

Art Exhibition Duchamp, Magritte, Dalí. I rivoluzionari del Novecento

Palazzo AlbergatiBologna

dal 16/10 2017 al 11/2 2018

Art Gallery Antonio Marras Galleria Massimo MininiBrescia

dal 25/11 2017al 21/1 2018

Art Exhibition Lucio Fontana e l’annullamento della pittura. Dal Gruppo Zeroall'Arte Analitica

Palazzo Salmatoris Cherasco

dal 14/10 2017 al 14/1 2018

Art Exhibition Javier Marín. Daidalos Labirinto della Masone Fontanellato

dal 1/10 2017 al 14/1 2018

Art Exhibition Picasso. Capolavori del Museo Picasso

Palazzo DucaleGenova

dal 10/11 2017 al 6/5 2018

Art Exhibition Mario Nigro. Gli spazi del colore Fondazione Ragghianti Lucca

dal 29/9 2017 al 7/1 2018

Art Gallery Ai Weiwei Galleria Massimo De Car3oMilano

dal 11/9 al 18/11 2017

Art Gallery Chantal Joffe Galleria Monica De CardenasMilano

dal 28/9al 25/11 2017

Art Exhibition Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II

MUDEC - Museo delle CultureMilano

dal 13/9 2017 al 7/1 2018

Art Gallery Osvaldo Licini. I segni dell’angelo Galleria TegaMilano

dal 25/9al 30/11 2017

Art Exhibition KLIMT Experience MUDEC - Museo delle CultureMilano

dal 26/9 2017 al 7/1 2018

Art Exhibition Dentro Caravaggio Palazzo Reale Milano

dal 29/9 2017 al 28/1 2018

Art Exhibition Io, Luca Vitone PACMilano

dal 13/10 al 3/12 2017

Art Exhibition Kuniyoshi.Il visionario del mondo fluttuante

Museo della PermanenteMilano

dal 4/10 2017 al 28/1 2018

Art Gallery La raccolta Ingegnoli. Storia di una passione d’arte a Milano

Galleria BotteganticaMilano

dal 13/10 al 3/12 2017

Art Exhibition Chagall. Sogno di una notte d’estate

Museo della PermanenteMilano

dal 13/10 2017 al 28/1 2018

AGENDAAPPUNTAMENTI

ART&LAW Legal journal on art86 87ART&LAW 5/2017

SEZIONE COSA VEDERE DOVE QUANDO

Art Exhibition Toulouse-Lautrec.Il mondo fuggevole

Palazzo Reale Milano

dal 17/10 2017 al 18/2 2018

Art Exhibition Famous artists from Chicago. 1965-1975

Fondazione PradaMilano

dal 20/10 2017 al 15/1 2018

Art Gallery Artur Lescher. Objectos informados

Progettoarte Elm GalleryMilano

dal 26/10 al 8/12 2017

Art Fair GRAND ART Modern & Contemporary Fine Art Fair

The Mall Milano

dal 10/11 al 12/11 2017

Art Gallery Bruno Munari. The game is on MAAB GalleryMilano

dal 13/11al 21/12 2017

Art Exhibition INSIDE OUT. Ritratti in cantiere BASEMilano

dal 14/11 al 19/11 2017

Art Gallery La Luce Prima Primo Marella Gallery Milano

dal 16/11 2017al 26/1 2018

Art Exhibition Sol LeWitt. Between the lines Fondazione CarrieroMilano

dal 16/11 2017 al 23/6 2018

Art Gallery Bruno Querci. Energicoforma A Arte InvernizziMilano

dal 21/11 2017 al 31/1 2018

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

WannenesMilano

il 23/11 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

FinarteMilano

il 27/11 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

CambiMilano

il 28/11 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Sotheby's Milano

dal 29/11 al 30/11 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

PandolfiniMilano

il 4/12 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Il PonteMilano

il 5/12 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Porro & Co.Milano

il 6/12 2017

Art Exhibition Gregotti Associati. Un progetto integrale (1953-2017)

PACMilano

dal 19/12 2017al 11/2 2018

Art Exhibition Genesi. Sebastião Salgado PANNapoli

dal 17/10 2017al 28/1 2018

Art Gallery Dario Brevi. Tra le righe delle foglie sono scritte le storie

Galleria Centro SteccataParma

dal 11/11 2017al 27/1 2018

Art Gallery Bethan Huws Galleria VistamarePescara

dal 30/9 al 17/11 2017

SEZIONE COSA VEDERE DOVE QUANDO

Art Exhibition Emma Hart. Mamma Mia!Luisa Rabbia. Love

Collezione Maramotti Reggio Emilia

dal 15/10 2017al 28/2 2018

Art Exhibition L’Italia di Zaha Hadid MAXXIRoma

dal 23/6 2017al 14/1 2018

Art Gallery Beatrice Scaccia. Sta in cielo e in fondo al pozzo

Emmeotto Arte GalleryRoma

dal 12/10 al 1/12 2017

Art Exhibition Monet. Capolavori dal Musée Marmottan

Complesso del VittorianoRoma

dal 19/10 2017al 11/2 2018

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Minerva AuctionRoma

il 16/11 2017

Art Fair RoMart 2017. Biennale Internazionale di Arte e Cultura

Stadio di DomizianoRoma

dal 24/11 2017al 10/1 2018

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Bertolami Fine ArtsRoma

il 22/11 2017

Art Exhibition Le secessioni europee. Monaco, Vienna, Praga, Roma

Palazzo Roverella Rovigo

dal 23/9 2017al 21/1 2018

Art Exhibition MIRO'! Sogno e colore Palazzo Chiablese Torino

dal 4/10 2017al 14/1 2018

Auction Asta di monete, banconote e medaglie

Bolaffi Torino

dal 29/11 al 30/11 2017

Art Exhibition Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia

Galleria dell’Accademia Venezia

dal 29/9 2017 al 2/4 2018

Art Exhibition Botero AMO Palazzo FortiVerona

dal 21/10 2017al 25/2 2018

Art Exhibition Van Gogh. Tra il grano e il cielo

Basilica PalladianaVicenza

dal 7/10 2017al 8/4 2018

Art Gallery Coriandoli. Tano Festa M&L Fine Art Londra

dal 2/10 al 24/11 2017

Art Gallery Giorgio De Chirico Tornabuoni Art Londra

dal 4/10 2017 al 12/1 2018

Art Exhibition Modigliani Tate ModernLondra

dal 23/11 2017al 2/4 2018

Auction Post-War & Contemporary Art Christie’sNew York

dal 15/11al 16/11 2017

Auction 20th Century & Contemporary Art PhillipsNew York

dal 15/11 al 16/11 2017

Auction Asta di arte moderna e contemporanea

Dorotheum Vienna

dal 21/11 al 23/11 2017

CHI SIAMO

ART&LAW Legal journal on art90 91ART&LAW 5/2017

Negri-Clementi Studio Legale Associato è uno “studio-boutique” con sedi a Mi-lano, Verona e Vicenza. Lo Studio nasce all’inizio del 2011 per impulso dell’Avvocato Gianfranco Negri-Clementi, consulente e legale di fiducia di importanti gruppi bancari, assicurativi e industriali italiani e multinazionali, il quale, dopo aver creato nel corso di cinque decenni altre realtà di primo piano nel panorama non solo italiano degli studi professionali, ha deciso di intraprendere una nuova sfida per fondare una boutique di consulenza legale. Ha scelto di aderire a questa sfida la figlia Annapaola Negri-Cle-menti, oltre ad altri professionisti provenienti da alcuni dei più importanti studi legali nazionali e internazionali e con consolidate esperienze nel settore del diritto civile e commerciale, sia nell’attività difensiva giudiziale sia nella consulenza stragiudiziale, con particolare riferimento alle operazioni straordinarie e alle ristrutturazioni aziendali. Lo Studio offre un servizio integrato di assistenza e consulenza nell’ambito del diritto d’impresa: contenzioso e arbitrati; corporate governance; diritto amministrativo; diritto bancario, assicurativo e finanziario; diritto commerciale e societario; diritto immobiliare; diritto del lavoro; diritto dei mercati finanziari; diritto del mercato elettrico; diritto penale d’impresa; M&A e private equity; passaggi generazionali; PMI; proprietà intellettuale; di-ritto dell'arte; ristrutturazioni e procedure concorsuali; sicurezza e ambiente. Nelle altre aree di attività e all’estero, lo Studio si avvale – secondo formule di collaborazione che garantiscono la massima qualità, tempestività e flessibilità di intervento – del contributo di professionisti e strutture terze che condividono valori e approccio al lavoro.

N-C Art Advisory fornisce servizi di consulenza e di assistenza specialistica nel settore dell’arte orientando la propria clientela (banche, assicurazioni, società, associa-zioni, fondazioni, enti culturali e privati cittadini) nei mercati dell’arte antica, moderna e contemporanea, offrendo soluzioni indipendenti, riservate e mirate per la creazione, la gestione, la valorizzazione, la protezione e il mantenimento del patrimonio artistico. Collabora con un network di partner che si distinguono per talento ed esperienza nel campo dell’arte e che assicurano un servizio altamente qualificato. N-C Art Advisory presta inoltre consulenza nella fase di creazione di una collezione d’arte, nella determi-nazione delle strategie di gestione e di valorizzazione personalizzate, nella protezione dei patrimoni artistici, oltre che nella consulenza tecnico-logistica e assicurativa (come trasporto, custodia e restauro), con riguardo a singole opere d’arte o a intere collezio-ni. N-C Art Advisory fornisce inoltre servizi di creazione, gestione e valorizzazione di collezioni corporate di opere d’arte, oltre che servizi di consulenza legati a piani di risa-namento aziendale e ristrutturazione del debito tramite patrimoni artistici corporate ed è in grado di fornire soluzioni ad hoc nell’ambito dei servizi di noleggio di opere d’arte. N-C Art Advisory è attiva nel percorso di educazione all’arte attraverso la creazione e la realizzazione di format di eventi e programmi di formazione in campo artistico e culturale, organizza visite guidate a mostre e fiere internazionali di settore, nonché eventi esclusivi quali vernissage presso gallerie e studi d’artista, programmazione di corsi di formazione, giornate di studio, incontri e seminari nelle discipline artistiche, economiche e giuridiche in collaborazione con primarie università, case d’asta, riviste di settore e fondazioni culturali. In collaborazione con Negri-Clementi Studio Legale Associato, N-C Art Advisory garantisce alla propria clientela servizi di assistenza e di consulenza legale nell’acquisto o nella vendita di opere d’arte, in materia di successio-ni e donazioni, di sponsorizzazioni culturali e art bonus, di contratti di assicurazione, di deposito, di prestito, di noleggio, di costituzione di fondazioni, di trust e di fondi di opere d’arte, di dichiarazioni di interesse culturale delle opere d’arte e nelle pratiche per l’uscita definitiva di beni culturali o delle opere d’arte contemporanea dall’Italia verso altri paesi europei o extra-europei, fornendo la relativa assistenza nell’iter procedurale davanti alle competenti Soprintendenze e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

ART&LAW Legal journal on art 93

La presente pubblicazione è distribuita e curata da N-C Art Advisory in collabora-zione con Negri-Clementi Studio Legale Associato. Pur ponendo la massima cura nella predisposizione della presente pubblicazione e considerando affidabili i suoi contenuti, N-C Art Advisory non si assume alcuna responsabilità in merito all’esattezza, com-pletezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza N-C Art Advisory declina ogni responsabilità per errori od omissioni. La presente pubblicazione è fornita per meri fini di informazione e illustrazione. N-C Art Advisory non potrà essere ritenuta responsabile, in tutto o in parte, per i danni derivanti dall’uso, in qualsiasi for-ma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni contenute nella presente pub-blicazione. La presente pubblicazione, previa comunicazione, potrà essere riprodotta unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di N-C Art Advisory, restandone in ogni caso vietato ogni utilizzo commerciale. La presente pubblicazione è destinata alla consultazione da parte della clientela di N-C Art Advisory cui viene indirizzata e in ogni caso non si propone di sostituire il giudizio personale dei soggetti a cui si rivolge.

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