4 A PPLICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO QUAL2E
Transcript of 4 A PPLICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO QUAL2E
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 60
4 APPLICAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO QUAL2E
4.1 Il modello QUAL2E
QUAL2E (Enhanced Stream Water Quality Model) è un modello informatico per la
simulazione della qualità delle acque in reti fluviali. Esso è distribuito dall’US-EPA
(United States Enviromental Protection Agency) e rappresenta una estensione del
precedente QUAL-II che a sua volta si basava sul QUAL-I (1970). L’attuale versione risale
al 1990 e gli elementi di novità sono rappresentati dall’accoppiamento di pre e post
processori che ne facilitano l’utilizzo da parte dell’operatore e dall’opzione grafica per la
rappresentazione dei risultati direttamente in fase di elaborazione. Si tratta di un modello
complesso, completo, e ampiamente diffuso ed utilizzato soprattutto negli Stati Uniti.
Il modello è in grado di simulare l’andamento spazio-temporale di 15 componenti,
combinati a discrezione dell’utente, lungo un sistema fluviale anche ramificato: essi sono
l’ossigeno disciolto, il BOD, la temperatura, la clorofilla-a, l’azoto organico, l’ammoniaca,
i nitriti, i nitrati, il fosforo organico, quello disciolto, i coliformi, un componente non
conservativo (a scelta) e tre componenti conservativi (a scelta).
Le principali opzioni consentite dal modello verranno descritte nelle parti seguenti di
questa sezione.
4.1.1 Rappresentazione concettuale
Il modello è costituito da un insieme di equazioni che descrivono lo sviluppo dei
processi chimici, fisici e biologici. In quanto tale, il modello approssima il sistema reale
con uno schema più semplice: per quel che concerne il bacino idrografico e il suo bilancio
idrico, questi vengono rappresentati mediante una rete idraulica monodimensionale. Il
sistema fluviale o parte di esso viene, infatti, concettualizzato mediante una
semplificazione grafica, come si vede in Figura 4.1.
Il sistema fluviale viene quindi suddiviso in porzioni più piccole detti tratti i quali, a
loro volta, vengono suddivisi in elementi discreti tutti della medesima lunghezza (che
viene stabilita in base agli obiettivi della simulazione) che vengono chiamati elementi
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 61
computazionali. Ciascuno di questi elementi è considerato come un reattore chimico con
uniformi caratteristiche idrauliche, geometriche (forma e dimensione della sezione,
pendenza dell’alveo, rugosità) e biochimiche.
Figura 4.1 Rappresentazione concettuale semplificata del sistema fluviale.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 62
Gli elementi computazionali possono essere di sette tipi diversi:
# Sorgente (è sempre il primo elemento dell’asta fluviale principale e di ogni affluente)
# Elemento standard
# Elemento immediatamente a monte di una confluenza
# Elemento di giunzione (in cui entra un affluente)
# Elemento finale (l’ultimo elemento del sistema fluviale)
# Immissioni (scarichi concentrati e tributari non simulati)
# Prelievi (pozzi e captazioni localizzati)
Il programma prevede che il fiume possa essere suddiviso al massimo in 25 tratti e
ciascun tratto può essere suddiviso al massimo in 20 elementi computazionali; il numero
massimo delle sorgenti è di 7 e quello di immissioni o prelievi è di 25.
4.1.2 Rappresentazione funzionale
Per ogni elemento computazionale è necessario stabilire un bilancio idrologico in
termini di portata, un bilancio di massa in termini di concentrazione ed un bilancio termico
in termini di temperatura. La rappresentazione funzionale comporta la formulazione delle
caratteristiche fisiche, dei processi, e delle condizioni stazionarie sotto forma di equazioni
algebriche. Questo richiede una precisa definizione di ogni variabile e delle sue interazioni
con tutti gli altri parametri che caratterizzano il modello.
Bilancio idrologico
Questo programma si limita a simulare i costituenti di qualità per periodi in cui le
portate della sorgente, dei tributari e delle immissioni e dei prelievi siano costanti nel
tempo. Si assume quindi che il regime idraulico sia stazionario: dQ/dt = 0.
Per cui il bilancio idrologico di ogni elemento fluviale può essere così descritto:
( )ixQxQ =
∂∂
(5.1)
dove con (Qx)i si intende la somma di tutte le immissioni e/o prelievi nell’elemento i-
esimo considerato.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 63
Figura 4.2 Suddivisione discreta di un tratto: bilancio idrologico e di massa.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 64
Risolta l’equazione (5.1) gli altri parametri idraulici possono essere determinati, per
ogni segmento, dalle seguenti equazioni:
bQau ⋅= (5.2)
uQAx = (5.3)
βαQd = (5.4)
Dove a, b, α e β sono costanti empiriche fornite dall’utente che sono determinabili da
curve sperimentali: in tal modo verranno ricavate la profondità dell’alveo d (m), la velocità
media u (m/s) e l’area della sezione trasversale Ax (m²).
Dispersione longitudinale
Di particolare importanza risulta anche la determinazione della dispersione
longitudinale che si basa principalmente su un meccanismo di trasporto convettivo. La
dispersione è associata alla variazione spaziale della velocità media, al contrario della
diffusione che ne rappresenta invece la variazione temporale. Elder (1959) affermò che in
un sistema fluviale è importante solo il gradiente della velocità verticale e propose la
seguente equazione:
*93.5 duDL = (5.5)
Dove nel caso di uno stato stazionario
eSRCu ⋅=* (5.6)
con R raggio idraulico (m), Se pendenza del pelo libero (m/m) e C coefficiente di
Chezy che è proporzionale a R1/6 e inversamente proporzionale alla rugosità n di Manning
(ricavabile da tabelle apposite).
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 65
2
32
61
486.1
⋅
⋅=
=
R
nuS
nRC
e
(5.7)
Si ottiene quindi l’equazione utilizzata dal QUAL2E:
65
82.3 duKDL ⋅⋅⋅= (5.8)
Con K costante di dispersione, n rugosità di Manning, u velocità media e d profondità
media.
Incremento del flusso
Ipotizzare un aumento di portata del sistema fluviale è utile nel caso in cui si vogliano
valutare gli effetti di tale variazione sulla concentrazione dell’ossigeno disciolto.
L’equazione utilizzata è la seguente:
+=
2
15.0T
R
T
RCR DO
DODODOQQ (5.9)
Con,
QR = incremento di portata richiesto (m3/s);
QC = la portata corrispondente al punto di minimo della curva dell’ossigeno (m3/s);
DOR = concentrazione di ossigeno richiesta per raggiungere il valore richiesto (mg/l);
DOT = valore richiesto di concentrazione di ossigeno disciolto (mg/l).
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 66
Bilancio di massa
Il bilancio di massa consente di determinare, per ogni elemento, la concentrazione dei
costituenti conservativi, dei batteri coliformi e degli elementi non conservativi.
Poiché M = VC, si può scrivere:
( )tVC
tCV
tCV
tM
∂∂⋅+
∂∂⋅=
∂⋅∂=
∂∂
(5.10)
Ma poiché si assume un regime idraulico stazionario, il secondo termine dell’equazione
(5.10) è nullo. Considerando la seguente relazione che esprime il volume incrementale:
dxAV x= (5.11)
si può scrivere l’equazione di continuità che per ogni costituente ha la seguente forma:
( )vs
dtdC
xCuA
AxxCDA
AtC x
x
Lx
x
++∂
⋅⋅∂⋅−∂
∂∂⋅⋅∂
⋅=∂∂ 11
(5.12)
dove i quattro termini dalla parte destra dell’equazione rappresentano rispettivamente
la dispersione, l’avvezione, le trasformazioni dei costituenti e le diluizioni e le
sorgenti/prelievi esterni. In particolar modo dC/dt si riferisce unicamente ai cambiamenti
dei costituenti in termini di crescita o diminuzione, e non va confuso con ∂C/∂t che
rappresenta il gradiente di concentrazione istantaneo che in uno stato stazionario è uguale a
zero.
0=∂∂
tC
(5.13)
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 67
4.1.3 Reazioni ed interazioni tra i costituenti
I principali parametri presi in considerazione dal QUAL2E sono: la respirazione di
animali e piante, la fotosintesi, la riareazione atmosferica, la domanda biochimica di
ossigeno, la domanda bentica di ossigeno, la nitrificazione, la temperatura, la salinità e la
pressione.
Biomassa fitoplanctonica
La Clorofilla a è direttamente proporzionale alla concentrazione di biomassa algale
fitoplanctonica. La variazione di biomassa nel tempo dipende dal tasso di crescita algale µ,
dal tasso di respirazione ρ (che dipende dalla temperatura), dalla deposizione algale σ1 e
dalla profondità d:
Ad
AAdtdA 1σρµ −−= (5.14)
Il tasso di respirazione ρ (d-1) tiene conto di tre processi: la respirazione endogena delle
alghe e la conversione del fosforo e dell’azoto algale in fosforo e azoto organico. Il tasso di
crescita µ (d-1) dipende dalla disponibilità dei nutrienti (azoto e fosforo) e dalla luce. Per il
tasso di crescita è possibile selezionare tre opzioni. L’opzione 1 è basata sull’effetto
moltiplicativo dei processi enzimatici che si svolgono nella fotosintesi clorofilliana.
L’opzione 2 prevede che la crescita sia limitata dalla luce e da uno dei due nutrienti, dal
fosforo o dall’azoto, ma non da entrambi. L’opzione 3 prevede una crescita limitata da
entrambi i nutrienti. Anche per quel che concerne la relazione tra intensità luminosa e
attività fotosintetica è possibile scegliere fra tre opzioni. Nelle tre opzioni vengono
impostate delle equazioni che determinano il fattore di attenuazione della crescita algale in
funzione della luminosità.
L’opzione 1 è costituita da una equazione di primo grado, mentre l’opzione 2 gli effetti
dell’intensità luminosa sono elevati al quadrato. L’opzione 3 è costituita da una equazione
esponenziale che prevede anche la fotoinibizione per valori di intensità superiori al livello
di optimum. Il programma nel calcolo della attività fotosintetica tiene ovviamente conto
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 68
anche del fatto che l’intensità luminosa varia con la profondità in accordo con la legge di
Beer. Inoltre le tre equazioni sono regolate anche dal coefficiente di estinzione della luce
dovuto alla densità delle alghe.
Ciclo dell’azoto
Il ciclo dell’azoto viene rappresentato in QUAL2E mediante quattro variabili: azoto
organico (N4), ammoniacale (N1), nitroso (N2), nitrico (N3). Le equazioni differenziali che
governano le trasformazioni da una forma all’altra sono le seguenti:
per l’azoto organico 444314 NNA
dtdN
σβρα −−= (5.15)
per l’ammoniaca AFd
NNdt
dN µασββ 113
11431 −+−= (5.16)
per i nitriti 22112 NN
dtdN ββ −= (5.17)
per i nitrati ( ) AFNdt
dN µαβ 11223 1−−= (5.18)
con:
α1 = frazione di biomassa algale che è azoto (mg-N/mg-A);
σ3 = frazione di rilascio bentico di ammoniaca (mg-N/m²d);
σ4 = tasso di sedimentazione di azoto organico (d-1);
A = concentrazione di biomassa algale (mg-A/l);
ρ = tasso di respirazione algale (d-1);
d = profondità media della corrente (m);
β1 = tasso costante per l’ossidazione biologica dell’ammoniaca (d-1);
β2 = tasso costante per l’ossidazione dei nitriti (d-1);
β3 = tasso costante per l’idrolisi di azoto organico in ammoniaca (d-1);
µ = tasso di crescita locale algale (d-1);
F1 = frazione di azoto algale richiesta dal gruppo ammoniacale definito come:
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 69
( ) 31
11 1 NPNP
NPFNN
N
−+= (5.19)
con PN fattore di preferenza per l’azoto ammoniacale.
Il modello riesce anche a simulare il ritardo o l’inibizione della nitrificazione a causa di
un basso tenore di ossigeno disciolto.
Ciclo del fosforo
Le due equazioni che descrivono le variazioni di fosforo organico (P1) e disciolto (P2)
sono le seguenti:
per il fosforo organico 151421 PPA
dtdP σβρα −−= (5.20)
per il fosforo disciolto Ad
Pdt
dP µασβ 22
142 −+= (5.21)
i cui parametri nuovi rispetto al ciclo dell’azoto sono:
β4 = tasso di decadimento del fosforo organico, legato alla temperatura (d-1);
α2 = contenuto di fosforo delle alghe (mg-P/mg-A);
σ5 = tasso di sedimentazione del fosforo organico, legato alla temperatura (d-1);
σ2 = tasso di formazione di fosforo disciolto di provenienza bentica, legato alla
temperatura (mg-P/m²d).
BOD
Il modello QUAL2E simula l’andamento del BOD secondo la seguente equazione:
BODkBODkdt
dBOD31 −−= (5.22)
con:
k1 = tasso di deossigenazione, legato alla temperatura (d-1);
k3 = tasso di perdita del BOD per la sedimentazione (d-1).
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 70
Nel caso in cui si voglia utilizzare il BOD5 sia in input che come output del modello,
quest’ultimo effettua automaticamente la conversione secondo la relazione:
( )[ ]BODKBODBOD ⋅−⋅= 5exp0.15 (5.23)
con KBOD specificato dall’utente.
Ossigeno disciolto (DO)
Il principale indicatore di qualità fluviale è il tenore di ossigeno disciolto, il quale è
legato a tutta una serie di processi e fattori che interagiscono tra loro.
Il modello QUAL2E tiene conto della ossigenazione dovuta alla riareazione
atmosferica e alla fotosintesi, e della deossigenazione dovuta alla respirazione, alla
ossidazione biochimica delle materie organiche carboniose ed azotate ed alla domanda
bentica di ossigeno.
( ) ( ) 226154
142 * NNd
KBODKADODOK
dtdDO βαβαραµα −−−−−+−= (5.24)
i cui parametri non ancora specificati sono:
DO e DO* che sono rispettivamente la concentrazione di DO e quella alla saturazione
(mg/l);
α3 = tasso di produzione di ossigeno per unità di fotosintesi algale (mg-O/mg-A);
α4 = domanda di ossigeno per unità algale (mg-O/mg-A);
α5 = domanda di ossigeno per l’ossidazione dell’ammoniaca (mg-O/mg-A);
α6 = domanda di ossigeno per l’ossidazione dei nitriti (mg-O/mg-A);
K2 = tasso di riareazione, legato alla temperatura (d-1);
K4 = domanda di ossigeno bentico, legata alla temperatura (g m-2 d-1).
La solubilità in acqua del DO diminuisce con l’aumentare della temperatura e della
concentrazione dei solidi disciolti e con il diminuire della pressione atmosferica. La
concentrazione a saturazione dell’ossigeno è valutata tramite una equazione logaritmica.
Per quel che concerne la costante di riareazione K2, il programma mette a disposizione
otto diverse opzioni di calcolo per tale coefficiente che qui non vengono riportate.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 71
Effetti degli sbarramenti sulla riareazione
Il modello QUAL2E ha la possibilità di stimare l’ammontare di ossigeno dovuto a una
riareazione forzata su dighe (lungo sbarramenti/briglie).
In tal caso l’utente deve inserire i seguenti dati:
# l’altezza della cascata d’acqua;
# il fattore empirico di qualità fluviale (1.8 per le acque pulite; 1.6 per acque
debolmente inquinate; 1 per acque moderatamente inquinate; 0.65 per acque
fortemente inquinate);
# il coefficiente empirico di aerazione per la diga (0.7-0.9 per largo stramazzo piano;
1.05 per stramazzo acuto con superficie verticale; 0.05 per paratie con scarico di
fondo).
Interazioni fra i parametri principali e l’ossigeno disciolto
Nello schema seguente vengono evidenziati i meccanismi di riossigenazione e di
consumo dell’ossigeno disciolto nel corpo idrico. Quasi tutti i processi sono regolati dalla
temperatura e dal pH, che risultano essere, perciò, parametri fondamentali per la
regolazione degli equilibri. In particolar modo:
L’azoto organico dipende da:o Concentrazione di biomassa algaleo Tasso di ammonificazioneo Tasso di sedimentazione dell’azoto organico
L’ammoniaca dipende da:o Tasso di ammonificazioneo Tasso di nitrificazioneo Rilascio bentico di ammoniacao Richiesta di azoto per la crescita algale
I nitriti dipendono da:o Tasso di nitrificazioneo Tasso di nitratazione
I nitrati dipendono da:o Tasso nitratazioneo Richiesta di azoto per la crescita algale
Il fosforo organico dipende da:o Concentrazione della biomassa algaleo Tasso di decadimento, legato alla temperaturao Tasso di sedimentazione, legato alla temperatura
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 72
Il fosforo disciolto dipende da:o Tasso di decadimento, legato alla temperaturao Tasso di formazione del fosforo disciolto di provenienza bentica, legato alla
temperaturao Tasso di crescita algale
Il BOD dipende da:o Tasso di ossidazione, legato alla temperaturao Tasso di perdita del BOD per sedimentazione
Figura 4.3 Schema riassuntivo dei meccanismi di regolazione dell’ossigeno disciolto.
assimilazioneassimilazione
ammonificazione
nitrificazione
nitrosazione
decomposizione
RiareazioneAtmosferica
OSSIGENO
DISCIOLTO
N organico
N – NH3
N – NO3
N – NO2
BOD
P organico
P disciolto
Biomassaalgale
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 73
Coliformi
La relazione di primo ordine utilizzata dal programma per la determinazione della
concentrazione dei coliformi è la seguente:
EkdtdE
5−= (5.25)
con:
E = concentrazione di coliformi (numero di colonie/100ml);
k5 = tasso di mortalità dei coliformi, legato alla temperatura.
L’equazione quindi è molto semplice e prende in considerazione solamente la morte
dei coliformi.
Costituenti conservativi e non conservativi
La formula generale utilizzata in questo caso è la seguente:
0766 =+−−=
dRRk
dtdR σσ (5.26)
con:
R = concentrazione del costituente;
k6 = tasso di decadimento, legato alla temperatura;
σ6 = tasso di sedimentazione, legato alla temperatura;
σ7 = tasso di rigenerazione bentica, legato alla temperatura;
Nell’applicazione di questo modello al T. Crostolo verrà analizzato l’andamento del
COD come componente conservativo.
4.1.4 Rappresentazione funzionale della temperatura
Il modello QUAL2E simula la temperatura facendo un bilancio termico per ogni
elemento del sistema, considerando gli scambi termici tra atmosfera e superficie
dell’acqua. Vengono considerate la radiazione solare ad onda corta e quella ad onda lunga,
i flussi legati alla convezione ed all’evaporazione:
ecbansnn HHHHHH −−−+= (5.27)
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 74
dove il flusso netto di calore è dato dalla radiazione netta ad onda corta (ossia tolto
l’assorbimento, la diffusione e la riflessione) più quella ad onda lunga, e sottratte le onde
lunghe di ritorno, il flusso convettivo di calore e il calore perso con l’evaporazione.
Figura 4.4 Scambi termici tra l’atmosfera e la superficie liquida.
Nello specifico la radiazione diretta ad onda corta Hsn dipende dall’altezza del sole
(variabile giornalmente e stagionalmente), dalla dispersione e dall’assorbimento in
atmosfera, dovuto alla copertura nuvolosa, nonché dalla riflessione dello specchio liquido,
albedo. La radiazione ad onda lunga Han dipende inoltre anche dalla temperatura dell’aria
sopra lo specchio d’acqua.
Il calore ceduto Hb dalla corrente liquida dipende unicamente dalla temperatura
dell’acqua secondo la legge di Boltzman. Il calore ceduto per evaporazione He, più
complesso da calcolare, dipende dal calore latente di evaporazione moltiplicato per il tasso
di evaporazione. Infine per quel che concerne il calore Hc ceduto dalla superficie liquida
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 75
per convezione, esso è funzione unicamente della temperatura dell’acqua e dell’aria
sovrastante.
L’utente dovrà inserire dati come la longitudine e la latitudine, il giorno dell’anno, il
coefficiente di evaporazione e il coefficiente di attenuazione dovuto alle polveri. Dovranno
poi essere inseriti dati climatologici come la temperatura a bulbo asciutto e di bulbo
bagnato, la pressione atmosferica, la copertura nuvolosa e la velocità del vento.
È necessario valutare il collegamento tra la temperatura e gli altri processi simulati dal
programma: le costanti cinetiche relative ai processi chimico-fisico-biologici considerati
dal modello sono dipendenti dalla temperatura. Per simulare la temperatura lungo il corso
fluviale, vale ancora l’equazione di continuità precedentemente considerata (5.12), in cui C
è però la concentrazione di calore, legata alla temperatura dalla:
( )0TTcC −= ρ (5.28)
Dove ρ è la densità, c il calore specifico e T la temperatura dell’acqua, mentre T0 è una
temperatura arbitraria di riferimento.
Differenziando la (5.28) rispetto al tempo, considerando nulla la variazione interna di
calore interno nel tempo e sostituendola nella (5.12) si ottiene:
( )Vs
cxTuA
AxxTDA
AtT x
Lx
ρ111 +
∂⋅⋅∂−
∂
∂∂⋅∂
=∂∂
(5.29)
con:
u = velocità media della corrente;
Ax = area della sezione trasversale (m²);
DL = coefficiente di diffusione (m²/s);
T = temperatura (°C).
Si ottiene in questo modo la simulazione della temperatura lungo il corso del fiume che
viene poi utilizzata in tutte le altre equazioni del modello che necessitano di questo valore
per determinare l’entità dei processi biochimici considerati (Brown et al., 1990).
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 76
4.2 Appicazione del modello QUAL2E al Torrente Crostolo
4.2.1 Caratterizzazione dei tratti fluviali
Il modello di qualità QUAL2E non è stato applicato all’intero corso d’acqua, bensì su
un segmento più breve e semplificato dello stesso. Tale segmento ha inizio nel comune di
Vezzano sul Crostolo a valle della confluenza del T. Campola e termina con la confluenza
nel fiume Po in località Baccanello.
Di conseguenza viene escluso dalla modellizzazione il tratto iniziale del Torrente. Tale
scelta è stata fatta per vari motivi: innanzitutto il tratto sottende una superficie di bacino
molto limitata rispetto all’intero bacino, la quale, tra l’altro, non presenta particolari
problemi dal punto di vista qualitativo. Inoltre tale tratto è caratterizzato da un regime
torrentizio e da portate molto scarse che comporterebbero difficoltà nella simulazione
idraulica. Il segmento preso in esame, al contrario, è sottoposto ad un notevole apporto di
carichi inquinanti di origine civile e agrozootecnica.
Il segmento oggetto di simulazione, della lunghezza di 41 km, è stato suddiviso in 7
tratti il più possibile omogenei dal punto di vista idraulico e morfologico. Inoltre sono stati
utilizzati altri 3 tratti per descrivere il T. Modolena (simulato con un tratto) e il C. Tassone
(simulato con due tratti) in quanto rappresentano i principali immissari del T. Crostolo,
nonché i corpi idrici recettori degli scarichi dei due più grandi depuratori presenti nella
provincia di Reggio Emilia.
È da precisare che la simulazione prevede che sia il T. Modolena ad essere tributario
del S. Silvestro, il quale a sua volta si immetterà in Crostolo, anche se in realtà avviene il
contrario. Tale scelta è stata compiuta al fine di poter valutare meglio gli effetti sulla
qualità delle acque del depuratore di Roncocesi (il quale scarica nel S. Silvestro) e del
Modolena sul corpo idrico. In questo modo il modello potrà stimare il livello di
autodepurazione che si verifica nei chilometri a valle degli scarichi dei depuratori, cosa che
non sarebbe possibile se tali immissioni fossero simulate come “point source” e non come
tratti veri e propri. Altri due immissari, il C. Cava e il C. Guazzatore, sono stati invece
considerati nel modello sotto forma di “point source”, per maggiore praticità.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 77
Ogni tratto è suddiviso poi in elementi di calcolo: per motivi di calcolo richiesti dal
modello, ogni tratto non può contenere più di 20 elementi. Si è scelto di impostare la
lunghezza dell’elemento computazionale pari a 0,5 km: di conseguenza la lunghezza
massima di ogni tratto potrà essere di 10 km. Per ognuno di questi elementi si dovrà
stabilire a quale delle 7 categorie esso appartiene: sorgente, elemento standard,
immissione, prelievo, elemento immediatamente a monte di una confluenza, elemento di
giunzione, elemento finale.
Schematizzando il modello prevede:
3 Headwater (sorgenti)
# S1: situata a valle della confluenza del T. Campola nel T. Crostolo e che
rappresenta la sorgente vera e propria del Torrente Crostolo.
# S2: situata sul canale S. Silvestro a monte della via Emilia (nonché a monte dello
scarico del depuratore di Roncocesi), nel comune di Cavriago, e che rappresenta la
sorgente del sistema Modolena-S. Silvestro.
# S3: situata sul C. Tassone, a monte dello scarico del depuratore di Mancatale, nel
comune di Reggio Emilia e che rappresenta la sorgente del sistema Rodano-
Tassone.
9 Point Source (immissioni)
# P1: scarico del depuratore “Le Forche” (situato nel tratto 2)
# P2: scarico del depuratore “Bosco” (situato nel tratto 3)
# P3: Cavo Guazzatore (situato nel tratto 4)
# P4: scarico del depuratore “Roncocesi” (situato nel tratto 5)
# P5: immissione del Modolena nel S. Silvestro (situato nel tratto 5)
# P6: Cavo Cava (situato nel tratto 7)
# P7: scarico del depuratore di “Mancasale” (situato nel tratto 8)
# P8: scarico del depuratore “Meletole” (situato nel tratto 10)
# P9: scarico del depuratore “Boretto” (situato nel tratto 10)
2 Withdrawal (prelievi)
# W1: canalina irrigua in comune di Vezzano (situata nel tratto 1)
# W2: perdite di subalveo (situate nel tratto 3)
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 78
Tabella 4.1 Suddivisione in tratti effettuata sul t. Crostolo.
n° Denominazione tratto
Km inizio
Km fine
lunghezza Km Località di inizio tratto Località di fine tratto
1 VEZZANO 41 37 4 valle Campola monte dep. Forche2 RIVALTA 37 35 2 monte dep. Forche Rivalta3 REGGIO EMILIA 35 27 8 Rivalta valle Reggio Emilia4 ZONA ANNONARIA 27 22 5 valle Reggio Emilia monte Modolena5 SAN SILVESTRO 8 0 8 monte dep. Roncocesi valle S. Silvestro6 RONCOCESI 22 18 4 monte Modolena monte C. Cava7 BEGAROLA 18 9 9 monte C. Cava monte Tassone8 TASSONE 13 3 10 Mancasale Ponte della Forca9 TASSONE CONFL. 3 0 3 Ponte della Forca S. Vittoria
10 SANTA VITTORIA 9 0 9 monte Tassone valle Baccanello
S1 Campolacanalina 1 Vezzano
2 Le ForcheP
3 Rivalta
S3 P Reggio E.8 W
4 AnnonariaP
ModolenaP C. Guazzatore
Roncocesi 6J Silvestro P P 5 S2
Begarola 7
P Cavo Cava
10 S. Vittoria9 J
PP
FIUME PO
Stazione di chiusura Baccanello
Figura 4.5 Rappresentazione schematica del t. Crostolo suddiviso in tratti.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 79
4.2.2 Individuazione delle stazioni di monitoraggio
Il modello prevede che vengano forniti valori di portata e di qualità delle acque per
ogni tratto in cui è stato suddiviso il Torrente. Tali valori andranno inseriti nella scheda
relativa alle condizioni iniziali dei tratti. A tal fine occorre che per ognuno dei 10 tratti vi
sia una stazione di monitoraggio, posta all’inizio di esso.
Tabella 4.2 Stazioni di campionamento utilizzate per la calibrazione del modello.
N° Nome della stazione Corpo idrico indagato
Localizzazione definisce valori per
1 Campola* Crostolo Vezzano, a valle immissione Campola sorgente S1 tratto 1
2 canalina canalina Vezzano, a valle immissione Campola W13 Le Forche Crostolo Le Forche tratto 24 Rivalta Crostolo ponte stradale tratto 35 Annonaria Crostolo annonaria a valle di Reggio E. tratto 46 Cavo Guazzatore Cavo
Guazzatoreimmissione in Crostolo immissione P3
7 S. Silvestro S. Silvestro Cavriago sorgente S2 tratto 5
8 Modolena Modolena confluenza S. Silvestro-Modolena immissione P59 Roncocesi* Crostolo Roncocesi tratto 6
10 Begarola* Crostolo Begarola tratto 711 C. Cava Bastiglia* Cavo Cava immissione in Crostolo immissione P612 Mancasale Tassone monte dep Mancasale sorgente S3
tratto 813 Tassone S. Vittoria* Tassone S. Vittoria tratto 914 Crostolo S. Vittoria Crostolo S. Vittoria tratto 1015 Baccanello* Crostolo Baccanello Chiusura di
bacino* Stazioni ARPA
In secondo luogo occorre che ogni “Headwater”, “point source” e “withdrawal” sia
definito da valori di portata e di qualità dell’acqua. Per quel che concerne gli input
provenienti dai depuratori si utilizzeranno i valori medi annuali ricavati dai rapporti sugli
impianti di depurazione redatti da AGAC.
Inoltre sono stati utilizzati i dati di qualità e di portata relativi ad alcune stazioni di
monitoraggio, previste dall’ARPA, che erano già disponibili. Considerando che non a tutti
i tratti da simulare corrisponde una sezione di monitoraggio ARPA, si sono dovute
effettuare ulteriori misure di qualità e di portata nei punti ove tali dati non erano
disponibili.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 80
4.2.3 Stima qualitativa e quantitativa dei carichi inquinanti
Stima dei carichi di origine puntiforme
La valutazione del carico puntiforme è effettuata a partire dagli abitanti equivalenti
gravanti sul bacino, che recapitano negli impianti di depurazione (somma dei civili ed
industriali).
Tabella 4.3 Dati tecnici degli impianti analizzati.
2 Le Forche II 9505 2686 0.0313 Bosco II 9525 1528 0.0185 Roncocesi II 191743 27459 0.3185 S. Rigo II 38 21 0.0008 Mancasale II 125919 46556 0.53910 Boretto II 2575 1121 0.01310 Meletole II 4246 5630 0.065
TOTALE 343551 85001 0.984
Portata m3/sA.E. trattati nel 1999
Tratto QUAL2E Impianto Livello di
depurazione Portata m3/d
Tabella 4.4 Coefficienti utilizzati per il calcolo del carico generato da un AbitanteEquivalente.
Parametro Sigla Valore Unità di misura
Apporto di BOD5 BOD5 60.00 [g/(ab*d)]
Apporto di azoto totale Nt 12.33 [g/(ab*d)]
Apporto di fosforo totale Pt 1.84 [g/(ab*d)]
Analizzando le schede tecniche di ogni impianto è possibile ottenere i valori medi
giornalieri per il 1999 dei carichi inquinanti in entrata e in uscita. In questo modo è
possibile calcolare l’efficienza depurativa, espressa come percentuale di abbattimento, con
la massima precisione e in modo differenziato per ogni impianto. I suddetti calcoli sono
stati eseguiti soltanto per gli impianti sversanti nel tratto considerato dalla modellizzazione.
Infatti i valori così ottenuti sono riportati nelle seguenti tabelle.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 81
Tabella 4.5 Valori medi relativi al 1999 per BOD5, COD, N, P.I valori in entrata e in uscita sono espressi in mg/l.I valori di abbattimento sono espressi in %.
Entrata Uscita % abb. Entrata Uscita % abb.
2 Le Forche 193.46 5.21 97.3 427.75 45.11 89.453 Bosco 408.73 14.33 96.49 819.6 57.33 935 Roncocesi 294.22 7.29 97.52 875.09 121.2 86.155 S. Rigo 124.33 14.62 88.24 278.33 68.08 75.548 Mancasale 158.61 20.63 87.00 322.76 81.47 74.7610 Boretto 112.92 6.5 94.24 271.17 46.85 82.7210 Meletole 36.58 7.77 78.76 89 41.15 53.76
TOTALE 1328.85 76.35 94.25 3083.7 461.19 85.04
Entrata Uscita % abb. Entrata Uscita % abb.
2 Le Forche 49.09 10.66 78.27 5.92 2.19 633 Bosco 38.63 16.52 57.23 6.12 1.53 755 Roncocesi 55.54 8.27 85.11 12.88 3.23 74.935 S. Rigo 42.25 25.36 39.99 4.85 3.73 22.958 Mancasale 26.72 22.21 16.89 4.21 1.69 59.9410 Boretto 28.75 18.03 37.28 4.38 2.05 53.2410 Meletole 15.92 12.47 21.65 2.34 2.22 5.22
TOTALE 256.9 113.52 55.81 40.7 16.64 59.12
BOD5 CODTratto Impianto
Nt PtTratto Impianto
Questi dati saranno inseriti nel modello Qual2E sotto la voce “Points Loads”.
Stima delle concentrazioni del carico diffuso
Per carichi diffusi si intendono quelli provenienti dal settore agricolo e da quello
zootecnico, nonché dal generalizzato apporto da parte dei suoli, anche se non coltivati.
Il bacino del Crostolo riceve una elevata quantità di scarichi provenienti dai depuratori
(che costituisce il 94% dei carichi totali), mentre solo una piccola parte proviene dal
dilavamento dei suoli. È inoltre da precisare che il Crostolo e i suoi principali affluenti
scorrono, a valle della Via Emilia, pensili, non permettendo nessun apporto in termini di
carico diffuso.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 82
Il calcolo del carico diffuso potrebbe quindi essere effettuato unicamente per il tratto
modellizzato compreso tra Vezzano e Reggio Emilia (reach 1, 2 e parzialmente reach 3, 5).
Per la valutazione del carico diffuso si è utilizzata la metodologia a coefficienti
proposta dall’IRSA (Barbiero et al., 1991). Tale forma di inquinamento è molto difficile da
quantificare, essendo fortemente dipendente dai fattori meteorologici, dal trasporto solido
dai suoli verso le acque correnti, dall’uso del suolo e dai sistemi di concimazione e/o
fertililizzazione.
Attraverso tale metodica si è potuto stabilire che il carico diffuso corrisponde circa al
6% rispetto al totale. Tenendo conto anche della particolare situazione idrologia del t.
Crostolo si è deciso di non considerare i carichi diffusi nell’applicazione del modello
QUAL2E, in quanto la qualità delle acque fluviali sia governata in prevalenza
dall’andamento qualitativo degli scarichi puntiformi.
4.2.4 Calibrazione del modello
Per la calibrazione del modello si sono utilizzati i dati ottenuti dalle analisi chimico-
microbilogiche effettuate sui campioni raccolti nelle due giornate di campionamento. Si è
scelto di effettuare un campionamento durante la stagione di morbida e uno in quella di
magra. Attraverso i dati raccolti si è proceduto alla determinazione dei vari parametri che
regolano le equazioni del modello. La calibrazione del modello viene realizzata in due fasi:
la calibrazione idraulica e la calibrazione dei parametri chimico fisici.
Il regime idraulico è stato ritenuto di tipo stazionario: velocità di deflusso, area della
sezione trasversale e profondità costanti nel tempo. Nel modello sono stati inseriti, per ogni
tratto, i dati morfologici e idraulici richiesti. Infine è stato impostato il coefficiente di
Manning (posto uguale a 0.033) e il coefficiente di dispersione longitudinale K (posto
uguale a 100). Tutti i valori di input inseriti sono riportati in allegato III.
In secondo luogo sono stati calibrati i coefficienti e le costanti che regolano i vari
parametri chimici. Di particolare importanza è la scelta dei coefficienti di riareazione, di
quelli di abbattimento della sostanza organica e di ossidazione. Anche questi valori sono
riportati in allegato III.
Infine devono essere inseriti i valori climatologici e geografici relativi all’area di studio
e al periodo dell’anno su cui si vuole effettuare la simulazione (US-EPA,1995).
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 83
In questo modo è stato possibile ottenere una calibrazione del modello che ha fornito
una buona corrispondenza tra i valori teorici e quelli reali.
Poiché i valori ottenuti in un campionamento non sono rappresentativi di una
situazione generale, ma solamente di un valore istantaneo, si è scelto di inserire nel
modello i valori medi relativi agli ultimi 4 anni. Così facendo si è ottenuto l’andamento
spaziale lungo l’asta fluviale, dei vari parametri chimici, relativo alla situazione di
maggiore criticità (mese di agosto) e ad una situazione di morbida (mese di dicembre).
4.2.5 Risultati conseguiti
Per ogni parametro è rappresentato l’andamento simulato dal Qual2E, confrontato con i
valori medi ottenuti dalle campagne di analisi effettuate nello stesso periodo. Per maggiore
praticità verranno riportatati unicamente i grafici della calibrazione riguardante il periodo
di magra.
Andamento della portata
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
1.6
1.8
2
2.2
2.4
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[m3 /s
]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.6 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: portata.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 84
Andamento della Temperatura
14
16
18
20
22
24
26
28
30
32
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[°C
]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.7 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: temperatura.
Andamento dell'OD
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.8 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: ossigeno disciolto.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 85
Andamento del BOD5
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
5.5
6
6.5
7
7.5
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.9 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: BOD5.
Andamento del COD
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
60
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.10 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: COD.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 86
Andamento dell'azoto ammoniacale
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
024681012141618202224262830323436384042[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.11 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: azoto ammoniacale.
Andamento dell'azoto nitroso
0
0.05
0.1
0.15
0.2
0.25
0.3
0.35
0.4
0.45
0.5
0.55
0.6
0.65
0.7
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.12 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: azoto nitroso.
AAPPPPLLIICCAAZZIIOONNEE EE IIMMPPLLEEMMEENNTTAAZZIIOONNEE DDEELL MMOODDEELLLLOO QQUUAALL22EE 87
Andamento dell'azoto nitrico
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
3.5
4
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.13 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: azoto nitrico.
Andamento del fosforo totale
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
1.6
1.8
2
024681012141618202224262830323436384042
[Km]
[mg/
l]
Reggio Emilia Modolena Tassone
Figura 4.14 Calibrazione del Qual2E con i valori medi di agosto: fosforo totale.