37 FARO - I Protagonisti

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i protagonisti 37°FARO 23 / 24 ottobre 2013 Bergamo IT where? when? The International Commodities Club Location Partner

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La monografia della due giorni del Commodity Club, che per il 37esimo appuntamento ha fatto tappa al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo, con l'intento di colloquiare di economia e materie prime, fare matching e sviluppare relazioni.

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03 / 04 aprile 2014

38° FARO23 / 24 ottobre 2013

Bergamo IT

where?

when?

Arrivederci al

Maranello (Italy)

The International Commodities Club

Location Partner

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37° FARO i protagonisti

Credits

Graphic design /

Photography / © Alessandra Dosselli Photo

Printed on / Fedrigoni Freelife Satin (cover 250gr. / inside 130gr.)

Redazione articoli / Roberto Carminati

FARO è un'iniziativa Kauffmann&Sons

Marketing e Relazioni ClientiCorso Martiri della Libertà, 4825122 BresciaT. +39 030 3757611F. +39 030 6591886

Write us / Stay [email protected]/company/kauffmann&sons

FARO is an exclusive project by Kauffmann&Sons • Call / Write us / Stay connected • P. +39 030 3757611 • [email protected] / www.faroclub.com

© M

use

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ello

03 / 04 April 2014

38th FAROwhere? Location Partner

Museo Ferrari Maranello (Italy)

Drive the excellence

Where Manufacturing excellence meets the dream

The International Commodities Club

Reasons To aTTenD+ MaCRo-eConoMIC vIeW anD InTeRnaTIonal MaRkeT envIRonMenT: new perspectives, industry insights and market trends illustrated by top class econ-omists

+ InTeRMaRkeT analysIs: explore trends in energy, food and metal commodities with the most distinguished international analysts

+ RIng TIMe: exclusive team work debates on industrial issues, enhancement and development of solutions, as well as tools for risk management.

Who Is aTTenDIng Top class speakers, successful entrepreneurs and market experts will meet directors, supply chain and procurement managers, processors, traders and end-users of non-ferrous metals and steel as well as actors in the energy, food and green-economy industries.

WhaT abouT you?

37° FARO i protagonisti

Credits

Graphic design /

Photography / © Alessandra Dosselli Photo

Printed on / Fedrigoni Freelife Satin (cover 250gr. / inside 130gr.)

Redazione articoli / Roberto Carminati

FARO è un'iniziativa Kauffmann&Sons

Marketing e Relazioni ClientiCorso Martiri della Libertà, 4825122 BresciaT. +39 030 3757611F. +39 030 6591886

Write us / Stay [email protected]/company/kauffmann&sons

FARO is an exclusive project by Kauffmann&Sons • Call / Write us / Stay connected • P. +39 030 3757611 • [email protected] / www.faroclub.com

© M

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o F

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ello

03 / 04 April 2014

38th FAROwhere? Location Partner

Museo Ferrari Maranello (Italy)

Drive the excellence

Where Manufacturing excellence meets the dream

The International Commodities Club

Reasons To aTTenD+ MaCRo-eConoMIC vIeW anD InTeRnaTIonal MaRkeT envIRonMenT: new perspectives, industry insights and market trends illustrated by top class econ-omists

+ InTeRMaRkeT analysIs: explore trends in energy, food and metal commodities with the most distinguished international analysts

+ RIng TIMe: exclusive team work debates on industrial issues, enhancement and development of solutions, as well as tools for risk management.

Who Is aTTenDIng Top class speakers, successful entrepreneurs and market experts will meet directors, supply chain and procurement managers, processors, traders and end-users of non-ferrous metals and steel as well as actors in the energy, food and green-economy industries.

WhaT abouT you?

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Non tutte le passioni hanno dentro qualcosa di grande, ma tutte le grandi cose richiedono passione.

Don VittorioSan Giuseppe della Pace, Milano

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i protagonisti

FAROTALKS

TO YOU

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1 • Intro Kilometro Rosso

Cari Faristi, Cari Relatori, Cari Incoming Members

37° FaRo la prima giornata, colloquiando con Gianfranco Fabi

37° FaRo la seconda giornata, colloquiando con Fabio Tamburini

Cielo di piombo, Dottor Kauffmann

2 • Networking / One to One Meeting

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14-23

Stormy weather

on the wheels of a dream

an homage to Magna Graecia

apocalypse tomorrow

When in China, do as the Chinese do

The times they are-a-changing

Doctor copper’s substitutes

Struggling with the crisis

Turning to gold

3 • FARO talks to you

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4 • Focus on / Lezione di eccellenza

Giancarlo Dallera

Grandi visionari crescono. ancora

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LEZIONE DIECCELLENZA

FOCUS ON

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4 • Focus on / Economic briefing

Arrigo Sadun

Cronache dalla Magna Grecia

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i protagonisti

ECONOMIC BRIEFING Scenario internazionale e view sull’economia italiana

FOCUS ON

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i protagonisti

FOCUS ON

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PANEL DI DISCUSSIONECiclo economico e finanziario: quale impatto sulle commodity nei prossimi anni?

4 • Focus on / Panel di discussione

48Simon Hunt / Giuliano Noci / Arrigo SadunCiclo economico e finanziario: quale impatto sulle commodity nei prossimi anni?

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i protagonisti

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i protagonisti

ANALISIINTER-MARKET

FOCUS ON

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i protagonisti

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FARO

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4 • Focus on / Analisi Intermarket

Paolo KauffmannIl mercato delle materie prime, le valute e le borse. analisi tecnica e correlazioni.

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4 • Focus on / Outlook materie prime

Simon HuntDottor Copper e i suoi fratelli

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Kauffmann&Sons

FaRo

FaRo UP

Fabbrica d'armi Pietro Beretta

Siemens PLM Software

Safigest Sa, la Svizzera per sviluppare le proprie attività

FaRo Club / Partner

FaRo Club / Member

Sponsor

5 • Welcome to FARO

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i protagonisti

O U T-LOOK MATERIE PRIME

FOCUS ON

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Emanuele NorsaLe difficoltà del numero due mondiale

Fabrizio FerriniL'oro è quel che luccica

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Andrea GuarneriL'uomo è ciò che mangia

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i protagonisti

RINGTIME EMATCHING

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FOCUS ON73 / 112

Ring time / Rame e leghe, piombo e zinco

Per i climi futuri è consigliabile coprirsi

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Ring time / Alluminio primario e secondario

Divisi ma sempre uniti

Ring time / Acciaio e rottami

alle prese con la carenza di scrap

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Ring time / Energy

L'energia è questione di momenti

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Enrico PagliaVento in poppa sino al 2016

Riccardo TomasoniDiamo una scossa al mercato

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Giovanni Grillo / Fabio MeyerGestione del rischio energetico supportata Dal modello Mak. Il caso di successo di Siram Spa

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Kilometrorosso

Kilometro rosso è un Parco scientifico tecnologico nato nel 2003 che sorge lungo l’autostrada A4 alle porte di Bergamo:

un luogo che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori, attività di produzione high-tech e servizi all’innovazione. Oggi può con-tare sulla presenza di circa 1.300 addetti alla ricerca&sviluppo e di 40 realtà insediate al suo interno.

La sua mission è incentivare la crescita di un distretto della co-noscenza, dell’innovazione e delle alte tecnologie, creando un

punto di aggregazione di imprese dalla forte propensione innova-tiva e di istituzioni scientifiche.

Kilometro Rosso si contraddistingue quale “nodo di una rete di relazioni” che favorisce lo scambio di competenze, cono-

scenze, informazioni, know-how non solo tra i Partner insediati al proprio interno, ma tra questi ed il mondo esterno, a livello loca-le, nazionale ed internazionale. Queste relazioni si sviluppano sul fronte tecnologico, scientifico, industriale, accademico, istituzio-nale e mediatico.

Il Parco offre una vasta gamma di servizi ad alto valore aggiunto, e per favorire la cross-fertilization, ovvero la contaminazione tra

pensieri ed esperienze di gruppi diversi, attrae iniziative in settori tra i più svariati: dall’automotive al biomedicale, dalla meccatroni-ca al design, dall’alta formazione ai materiali avanzati, dalla proto-tipazione all’ICT, ed altri ancora.

Kilometro Rosso, infine, è stato accreditato dal CeNsis (rappor-to ufficiale – marzo 2009) come una delle prime 10 iniziative

d’eccellenza per l’innovazione in italia.

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Location Partner

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Cari Faristi, Cari relatori, Cari iNComiNg members

Voglio ringraziarVi per la vostra presenza al 37esimo FARO tenutosi al Kilometro

Rosso. Abbiamo assistito ad interessanti sti-molazioni e riflessioni utili per il futuro. Non facciamoci scoraggiare però dal pessimismo e dall'idea che siamo arrivati al capolinea. Noi siamo quelli che hanno vissuto il crollo delle due torri e il dramma economico conseguen-te, la crisi Lehman del 2008 e l’Europa sull'orlo del baratro del 2012. Molti di voi hanno vissu-to la crisi degli anni 70, se non la guerra, il ter-rorismo, l'epoca dell'inflazione galoppante. Mi ribello al pensiero che tutto sia finito!!! Stiamo vivendo un forte aggiustamento dell'economia industriale, più forte del do-vuto, grazie alle dissennate politiche italia-ne. Ma non nascondiamoci dietro un dito: l'indiscriminato aumento delle capacità produttive, la poca avvedutezza negli inve-stimenti produttivi fatti da alcuni impren-ditori, l’incapacità gestionale e finanziaria hanno reso in alcuni casi più debole la no-stra industria a prescindere da chi ci governa. 

Basta delegare, basta incolpare qualcu-no... oggi abbiamo un mondo grande, più

grande e connesso di prima in cui vendere i nostri prodotti e servizi. E poi non vi dimen-ticate che non siete dei partecipanti a FARO ma siete soprattutto i miei FARISTI e come tali avete la responsabilità di essere guida ed esempio verso gli altri, siete memoria di va-lori positivi e portatori della capacità italiana di imprendere e di manufacere nel mondo.

Con sincera stima e immutato affetto,

Paolo Kauffmann, CEO Kauffmann&Sons

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37° FARO

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37° Farola Prima giorNata

I rischi per l’economia mondiale si vedono molto bene, le opportunità restano nasco-

ste, ma si possono scoprire con creatività e tenacia. Questo il messaggio che è emer-so nell’intensa giornata iniziale del 37esimo FARO, nella cornice del Kilometro Rosso, uno dei centri di eccellenza per la ricerca e l’innovazione in Italia.

Proprio la contrapposizione tra rischi e opportunità ha costituito il doppio bina-

rio su cui si sono incanalate le relazioni e le discussioni.

E così Giancarlo Dallera, presidente di Cro-modora Wheels Spa, azienda leader nel

settore dei cerchi in lega, ha sottolineato le potenzialità dell’industria italiana, pur stretta in vincoli e oneri burocratico/fiscali, poten-zialità che si possono esprimere appieno se si riesce ad imboccare, con realistico corag-gio, la strada dell’internazionalizzazione.

Ma a fare da contrappunto ci ha pensato Arrigo Sadun, per molti anni rappresen-

tante italiano al Fondo Monetario Internazio-nale, che ha messo in luce il fatto che per l’Italia più che di crisi economica bisogna parlare di crisi istituzionale, con una classe dirigente, non solo politica, che non è all’al-tezza e che non appare in grado di affrontare i nodi di fondo di un paese che ha perso il treno della modernità.

Non mancano tuttavia gli elementi su cui si possono innestare positive possibilità

di consolidamento e di crescita produttiva.

Pur in uno scenario profondamente cambia-to rispetto ai decenni passati restano “relati-vamente” positive le prospettive di sviluppo dei paesi emergenti, non solo i classici Brics, ma anche realtà come la Turchia, il Cile, il Messico, le Filippine che possono costituire nuovi sbocchi e nuove potenzialità.

Ma anche i tradizionali Brics, e in partico-lare la Cina, restano particolarmente in-

teressanti. Come ha spiegato Giuliano Noci, prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano: “parliamo della Cina, ma dovremmo parlare delle Cine; pensiamo solo alla costa orientale, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono 265 città cinesi con più di un milione di abitanti. La Cina resta una realtà complessa, bisogna avvicinarsi con grande umiltà e volontà di conoscenza, ma possiamo contare anche su di un pregiudizio favorevole verso l’Italia”.

Restano sullo sfondo, ma estremamente importanti, i grandi cambiamenti che l’e-

voluzione economica e politica sta compor-tando. “Entro il 2020 – ha sottolineato Simon Hunt, tra i maggiori esperti del commercio mondiale – la Cina rappresenterà più di un quarto del Pil mondiale e gli attuali dirigenti cinesi sembrano voler essere più aggressivi rispetto ai loro predecessori”.

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Colloquiando con gianfranco Fabi, Giornalista Radio 24 – Il Sole 24 Ore

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37° FARO

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37° Farola seCoNDa giorNata

Correva l'anno 2008 e il mito della finanza straripava sui mercati come nella società,

spingendo sul viale del tramonto l'industria manifatturiera. Da allora, in tempi rapidi, il ca-povolgimento di fronte è stato repentino. E, a causa della grande crisi, le parti si sono inver-tite. Tanto che oggi, nel vecchio continente, l'indicazione dell'Unione europea è di forzare i tempi di rinascita delle vecchie, nuove fab-briche. Alcuni Paesi, che avevano scommesso tutto sulla finanza, si trovano in difficoltà. Altri, tra cui fortunatamente l'Italia, avevano man-tenuto, più per inerzia che per virtù, una pre-senza industriale importante. Così il rilancio si presenta meno difficile, anche se non man-cano altri, importanti ostacoli da superare. Una ripresa, quella dell'industria manifatturie-ra, che significa anche rinnovata attenzione alle materie prime e al loro andamento.

Di qui l'interesse con cui è stato seguita la quarta sessione del convegno, intitolata

"Commodity outlook". I lavori si sono svolti giovedì 24 ottobre, nel pomeriggio, divisi in due parti. La prima ha ospitato focus di ap-profondimento su acciaio e metalli ferrosi, metalli preziosi, materie prime alimenta-ri, shipping. Nella seconda è stato trattato il tema dell'energia e, in conclusione, la possi-bilità di cautelarsi dal rischio delle oscillazioni dei prezzi utilizzando un metodo di risk ma-nagement (il Mak model, spiegato da Giovan-ni Grillo, Lowendalmasaï Southern Europe), con tanto di riferimenti pratici al case history di un'azienda, la Siram spa, che tale modello

ha applicato con risultati eccellenti (come ha sottolineato Fabio Meyer, purchasing director della stessa società).

Emanuele Norsa, team leader della Platts Sbb, ha esaminato il mercato dell'acciaio e

dei metalli ferrosi dando conto sia del succes-so dei produttori europei («Nell'ultimo anno l'Europa si è trovata ad essere esportatrice di acciaio», ha detto, «ma se l'euro rimarrà su valori così elevati continueranno ad essere fortemente penalizzati»), sia del nuovo boom della produzione cinese («Anche se il punto massimo della loro produzione verrà rag-giunto solo nel 2015-2020»).

Andamento opposto per l'oro, come ha do-cumentato Fabrizio Ferrini, di Bloomberg.

«Ma scenderà ancora», ha previsto, «anche se non molto perché è vicino al valore dei costi di estrazione». Variegato l'andamento delle materie prime alimentari (Andrea Guar-neri, di Kommodities Partners Sa), sempre in ribasso i prezzi dello shipping (Enrico Paglia, di banchero costa group), stabile il prezzo del petrolio (Riccardo Tomasoni, direttore di Edlo Energy Srl).

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Colloquiando con Fabio tamburini, Giornalista Economico, Ansa - Corriere della Sera / Moderatore della sessione outlook

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Cielo Di Piombo, Dottor KaUFFmaNN

Dopo le vacanze romane di marzo e l’uscita estiva in Ticino il Club FARO è tornato per

il 37esimo appuntamento dove ha celebrato più volte i suoi fasti. La kermesse del 23-24 ottobre ha avuto luogo al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso che a Bergamo si affaccia su quella autostrada A4 che è arteria privilegiata del business tricolore. Traversa tutto il Settentrione produttivo e il giorno dell’evento è battuta da una pioggia sferzante che fa tendere al peggio an-che il barometro dell’umore di Paolo Kauffmann. Presentato come «regista» del periodico appun-tamento dal moderatore Gianfranco Fabi (Il Sole 24 Ore e Radio 24) per il discorso di apertura ha girato però un cortometraggio. Dai toni amari e sarcastici, visto che senza trascurare le analo-gie fra l’ottica trasversale intermarket di FARO e l’approccio plurale all’innovazione del Kilometro Rosso, il Ceo di Kauffmann&Sons si è lasciato scappare: «Nel 2014 cercheremo nuovi spunti e strade verso l’estero e l’internazionalizzazione. Perché ci è già noto che in Italia tutto va sempre magnificamente».

Mentre scrosci temporaleschi complicavano il transito dei 270 mila veicoli in media lan-

ciati sull’A4 per ascoltare note di reale positività, scevre dall’ironia, la parola è passata a Leonardo Marabini. In seno alla maxistruttura ispirata dal presidente di Brembo Alberto Bombassei opera come direttore del marketing e delle vendite. E con giustificato orgoglio ha squadernato dinan-zi all’auditorio dei faristi i numeri che fanno del centro un caso di successo e un esempio nel mondo. Certificato dal Censis come uno dei 10 luoghi di eccellenza per l’innovazione nel Paese,

ospita congressi e incontri ma soprattutto di-partimenti universitari, laboratori di ricerca e poli di sviluppo, per 3.000 professionisti dei quali si pronostica il raddoppio. Punta ad accogliere non ospiti bensì partner autentici cui offrire servizi che superano la messa a disposizione di spazi attrezzati, in nome della consulenza a 360°. Di proprietà al 100% privata però «aperto alla col-laborazione col pubblico», come Marabini ha ricordato, è guidato da una precisa filosofia. «La parola chiave è coopetition», ha detto Marabini «e indica la possibilità di dialogo virtuoso tra re-altà concorrenti sui mercati globali».

La coopetizione fa qui rima col concetto del-la fertilizzazione incrociata, facilitata dalla

compresenza su una medesima area di imprese consolidate o start up impegnate in segmenti che vanno dalla ricerca medica e biomedicale (l’istituto Mario Negri) sino alla meccanica e alla meccatronica come la padrona di casa Brembo; o dell’Ict per l’industria quali EnginSoft. Con sei edifici architettati dai nomi di maggiore spicco del panorama internazionale del design il Ki-lometro Rosso è l’unico parco scientifico nel mondo accreditato dal Massachusetts Institute of Technology di Boston (Mit) e si pone obiettivi non meno ambiziosi: «Essere», ha detto Marabi-ni, «ciò che la bottega del Verrocchio fu per Leo-nardo Da Vinci, un luogo di incontro e confronto fra competenze di tipo molto distante».

Bersaglio già colto, visto che alcuni studi e applicazioni di Mario Negri sono poi passati

a Brembo; e che il carbonio dall’automotive si è mosso verso il medicale. Tu chiamalo, se vuoi, networking.

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Colloquiando con Paolo Kauffmann, CEO Kauffmann&Sonsleonardo marabini, Direttore Commerciale e Marketing di Kilometro Rosso

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stormy WeatHeroPeNiNg

Paolo Kauffmann, CEO of Kauffmann&Sons

Leonardo Marabini,Sales & Marketing Director of Kilometro Rosso Science and Technology Park

Back from the Roman Holiday taken in March, and after crossing the Swiss border in June,

when its 36th meeting was held in the Canton Ticino, in October the FARO Club was once again back on the A4 motorway. This time it was staged at the Kilometro Rosso multi-disciplinary Science and Technology Park, just outside Bergamo, battered last October 23rd by heavy rains that may well have had some influence on the mood of Paolo Kauffmann, CEO of Kauffmann&Sons. Indeed, he rather surprisingly concluded his unexpectedly brief opening speech with bitter sarcasm: «We are about to enlarge our International perspective more and more as time goes by», Kauffmann stated, «on one hand, to help you embrace a global view of what’s going on in the worldwide business arena; and on the other hand, because we all know that everything in Italy is working perfectly nowadays». Indeed, the

Italian patient’s health would be safer and better if both institutions and entrepreneurs considered the Kilometro Rosso as an example and model of efficiency and visionary strategies. Inspired by the Chairman of Brembo, Alberto Bombassei, the Centre hosts a variety of companies and university departments operating in a multitude of different segments including the automotive and software businesses; and focusing on innovative research and development projects. «The keyword for our overall activities is the concept of coopetition», said the Kilometro Rosso Sales and Marketing Director, Leonardo Marabini, «which means that even those firms which are usually competitors in global markets can collaborate on specific projects, generating new ideas». That is not all: Marabini considers the structure as the ideal heir of the Verrocchio studio where the young Leonardo Da Vinci was employed as an apprentice, since one of its goals is also to achieve cross fertilization between different cultures and specialisations. Not just a dream, this is everyday reality at the Science and Technology Park, where applications and experiments in the biotech field originally carried out by the Mario Negri Institute were later passed on to Brembo’s braking systems industry; and Brembo itself lent the biotechnological research a few of its carbon-based projects. It is not merely a coincidence, then, that the Kilometro Rosso was the only Italian research center to receive a complete accreditation from the Massachusetts Institute of Technology or MIT; and the number of its employees is set to grow steadily from the current 3,000 specialised professionals.

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i protagonisti

oN tHe WHeels oF a Dreama lessoN oF exCelleNCe WitH tHe eNtrePreNeUr

Giancarlo Dallera,President of Cromodora Wheels Spa

Despite Paolo Kauffmann’s recent pessimism about the Italian scenario, the President of

Cromodora Wheels Spa, Giancarlo Dallera, believes that companies representing the tricolour flag can still succeed on the global markets. But in order to do so, it is mandatory to step away from their parochial views and fearlessly open up to broader competition. Because although sectors such as the automotive, where Dallera and Cromodora built their expertise, fame and success, are currently shrinking rapidly in the Italian Peninsula, on the contrary, they are expanding at an astonishing pace somewhere else. The Brescia-bred entrepreneur noted how, outside Europe, a whole world of opportunities is growing by four or six percentage points; but he made it clear that it will take courage and intuition to compete at the highest and most challenging levels. Intuition and courage are the very pillars of Giancarlo Dallera’s entrepreneurial career,

which began with the acquisition of Cromodora from the Fiat Group back in the late eighties and the subsequent closing of a plant in Piedmont followed by the opening of a new one in the Brescia area: «In those days a large part of the industry wanted to move to the after-market segment», Dallera recalled, «but my opinion was that the after-market was about to fail and thus I decided my firm would play in the first-tier OEM supply chain. Indeed, the after-market services plummeted soon afterwards, whilst the company I am running is still a first-rank brand on the international Original Equipment Manufacturing scene».

Further, Dallera was one of the first Italian manufacturers to foresee the opportunities of

magnesium in the automotive industry, together with such brands as Campagnolo, later doomed to quit the competition; and Parilla. Although a global approach to business is well rooted in Dallera and Cromodora’s identity and DNA, their connections with the Italian homeland are still very strong: «The internationalization of my business», Dallera said, «has nothing to do with such strategies as off-shoring or delocalization. The very brains and heart of my company will always remain in Italy, despite the fact I am chasing opportunities all over the world. We have facilities in the Czech Republic, for instance, and they are doing really well, with an expanding production capacity that will allow them to produce two million wheels a year in the near future. But, in my opinion, these are the kind of opportunities an Italian tycoon should grab and exploit, », Dallera concluded, «because of the region’s lower energy tariffs, its strategic position and its competitive skills».

3 • FARO talks to you

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aN Homage to magNa graeCiatHe iNterNatioNal eCoNomiC sCeNe aND a VieW oN tHe italiaN eCoNomy

Arrigo Sadun,President of TLSG International Advisors

The image of Europe that Arrigo Sadun, President of TLSG International Advisors and former Execu-

tive Director for Italy of the International monetary fund (IMF), has in mind is that of a macro-region split into three separate areas of interest. One is an Anglo-Sax-on Northern zone including the more advanced and, economically-speaking, stronger nations of Germany, Scandinavia and the United Kingdom. And then there’s what Sadun calls the Magna Gallia, which bundles France with Spain and Portugal: all of them have been taking efficient measures to tackle the crisis and, thanks to sweeping reforms, have seen their nations’ balance sheets improve. Then comes Italy, hand in hand with Greece, to team up in the reborn Magna Graecia coun-try, incapable of reforms and refractory to change. Italy seems doomed to follow in the footsteps of Argentina,

due to the lack of quality its institutions display and de-spite its industrial excellence in many areas. «The Pen-insula still has a few good cards left to play in the global competition», Sadun considered, «especially if it turns to deal with the so-called second-tier emerging coun-tries such as Colombia or Mexico, or Indonesia, Thai-land and the Philippines in the Pacific macro-region; or again Mozambique and Angola in Africa, although in this case Italy would do well to partner up with players from Portugal or Spain already operating in the region».

The three different groups within the European Union are just a starter for Arrigo Sadun’s presenta-

tion, which soon focused on the situation in the United States. He shows himself sceptical that the Grand Ole Party and the Democrats will ever clash on such issues as the fiscal cliff or the shadow of default; but the ef-fects of the debate about Obama-care reform are still rather difficult to predict. More important to note is the fact that the US are struggling with a growing unem-ployment rate, meaning that despite their economy growing (at a lower than expected +2,5% pace) a large part of the population is giving up on job-hunting and about to be cut off forever from the labour market. Sadun sees this as just an advance view of what the post-recession world is going to look like, not to men-tion the problems the White House has to face with illegal immigration and a fiscal system Sadun defines as «hostile to businesses». There’s no good news on the BRICS front either - «their super-cycle is over», Sa-dun stated - where China is slowing down and can no longer count on the competitiveness of its workforce; whilst India is hampered by its own excessive and sti-fling bureaucracy and Russia «is somehow turning into a petrol-based State that will manage to survive for so long as the Western demand for fuel continues».

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i protagonisti

aPoCalyPse tomorroWPaNel DisCUssioNtHe Next global CreDit CyCle: HoW it Will imPaCt CommoDity marKets

Simon Hunt,Copper & economic advisor, Simon Hunt Strategic Services Ltd.

«Get prepared for the unexpected» is the mantra with which Britain-based analyst

Simon Hunt opens up his speech at the 37th meeting of the FARO Club in Bergamo, stating that the «unexpected is about to come true in two years’ time» while global institutions in general and central banks in particular are still wasting their time with the idea of an imminent economic re-launch worldwide. That is not going to happen and one has to take into account, as Hunt showed in a series of slides, «that moments of recession have always represented the prelude to catastrophic pan-European conflicts or World Wars». One more thing that Simon Hunt’s presentation made the audience aware of is that if we look at history, the dominant role of China is not new at all. «Back in the 13th Century, it used to control some 80% of the whole global gross product», Hunt pointed out, «and it is not surprising it is going to re-gain a 25% share of

world GDP by 2020; and reach 50% of it over the next 17 years». To reach this target, the Dragon will have to develop, or is already developing, a complex and complete strategy based on military and naval forces testing their power in a series of missions in the Southern seas, on the one hand; and on the other, on an economic alliance with the other members of the BRICS club. The latter leverages on new infrastructures built to create an alternative to the US-centred Internet network; and on the idea of an alternative currency to manage those international trade and commodity transactions that are presently based on US dollars. «Besides that», Hunt continued, «there is evidence of talks between China and the Gulf countries, disappointed with the way the White House handled the recent Syrian and Egyptian turbulences». Other incognita come from the rising North American debt, which has been re-negotiated at least 13 times recently and of which an 11% share is held by China, with a further 49% in the hands of various foreign investors. On the road ahead Hunt foresees «an inflation wave hitting the global markets in the next nine months, rapidly followed by a time of deflation both on the asset and stock market side, and on the raw materials scenario. The US dollar could soon be on the rise, but its performance is going to weaken in the long term and something similar is going to happen on the CRB index», Hunt concluded, leaving the audience puzzled and expecting the worst to come.

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WHeN iN CHiNa, Do as tHe CHiNese DoPaNel DisCUssioNtHe Next global CreDit CyCle: HoW it Will imPaCt CommoDity marKets

Giuliano Noci,Deputy Rector for China, Politecnico di Milano

Much more positive and encouraging was the speech by Giuliano Noci, Deputy Rector for

China at the Politecnico di Milano, which focused on the opportunities the Chinese market can still offer foreign companies looking for new directions and new regions to expand into. «First of all», Noci stat-ed, «businesses should always think about what kind of China they want to approach, the nation being a whole puzzle of different rules, habits, traditions and specializations. Then, especially if it is Italian firms we are talking to, maybe they should step back from the idea of establishing facilities or trade offices on the busy Eastern coast and turn to the Central area».

So the Milanese Deputy Rector was talking about an immense land area characterised by the presence

of 265 cities with over one million inhabitants and a number of megalopolises passing the 25-30 million mark: they are still growing; and still in great need of infrastructures, skills and technologies; in one word: in-vestors. «The example is Xi’an, famous worldwide for its Terracotta Warriors and Horses», Noci continued, «and now ready for a 100 billion dollars ten-year investment plan. Italian managers should think about it and act be-fore their rivals get there first». Given that, it does not seem to be the right job for the typical small or medium sized Italian companies: but they could nonetheless grab the opportunity by creating models of entrepre-neurial networks. «The issue of aggregation is nowa-days widely and frequently debated», Noci reminded the audience, «but to create a network of companies is no mean task. In fact, goals and hierarchies within the team must be specified once and for all at the outset. The keywords here are the sharing of ideas and strat-egies, rather than budgets and employees. The ability to share resources is crucial to success, starting with the identification of a capable partner in the country, or a reliable intermediary, a time and cost-consuming search when it comes to China. And then again, an aspect Italians could exploit is the positive bias, which translates into a profound respect that the Chinese have towards Italians in general. But be careful. Be-cause the local customs differ radically from ours, and the Chinese are used to working hard without worry-ing about dress codes, they may look slightly naïve in their t-shirts, sneakers and short socks. But choosing a top-class suit with designer shoes and tie to attend a meeting there could be read as a sign of arrogance, for which managers would eventually pay the price».

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i protagonisti

tHe times tHey are-a-CHaNgiNgliVe iNtermarKet aNalysisCommoDities marKets, CUrreNCies aND stoCK exCHaNges: teCHNiCal aNalysis aND CorrelatioNs

Paolo Kauffmann,CEO of Kauffmann&Sons

«We saw how the quantitative easing policies were soon followed by a tapering strategy

and we are now waiting for the markets to react, one way or another, especially in the United States. Europe is now showing signs of an economic recovery but most significant will be the rules that the new Chinese board of the London Metal Exchange sets to redefine the LME overall structure, knowing that those new rules will also impact on the raw materials market and on our businesses». Kauffmann&Sons’ CEO Paolo Kauffmann is hoping for a radical change in the way LME commodity stocks are managed, which will make it easier for players and operators to

access the stocks themselves, avoiding the queues they have unfortunately become accustomed to. The Chinese management has already nominated an inquiry commission and its sudden effect was a decrease in premiums weighing on the raw material trades. Only time will tell whether or not this strategy can be successful. One of Kauffmann’s strongest beliefs, the de-correlation of the CRB and S&P indexes has proven true and this trend is going to continue, with the stock markets rising and commodities falling and still searching for a solid and relevant price-base. «In the month of June», Kauffmann recalled, «the energy sector was the only commodity to keep its early 2013 values; while precious metals were plunging by 25 percent and other industrial raw materials were 10 points down. Nonetheless, crude oil values were then on the rise and have been growing until October too».

Despite the momentum it gained, the dollar dynamic is expected to weaken although

its weakness is not going to last too long. On the other hand, copper has experienced lower volatility, which could however increase once again, stimulated by a possible speculative wave. Zinc too has gone through a period of rebounds and volatility that paves the way for a re-launch towards a price of $2,050; aluminium on the other hand reached its $2,200 peak during the summer. Lead has seen prices rise to $2,000 and after a temporary slowdown, its value is once again on the rise. An attractive situation for European consumers, who can take advantage of the weakness of the dollar.

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DoCtor CoPPer’s sUbstitUtestalKiNg WitH tHe aNalyst: aNalysis moDel aND 2014 ForeCasts. FoCUs oN CoPPer aND otHer NoN-FerroUs metals

Simon Hunt,Economic & copper advisor, Simon Hunt Strategic Services Ltd.

Research and development activities worldwide have been paving the way for the replacement

of copper in a number of industrial manufacturing processes, according to analyst Simon Hunt, who identified its most interesting potential substitutes in High-temperature Superconductors or HTS; nanotechnologies and carbon nanotubes. «4 million tons of copper worldwide», Simon Hunt calculated, «have been replaced by the industry in the last decade and the percentage of copper usage in the manufacturing processes has only grown by a 1.6% rate since 2006. New technologies can compete with copper, and outpace it, both on a technical and economical basis. And that could negatively impact on the producers’ business, given that by 2020 the HTS prices are about to plunge and by 2030 one million

tons of High temperature super conductors will be on the market». Nanotechnologies are set to drive the automotive and household appliances sectors while, thanks to their conductive capacity, carbon nanotubes are expected to reach the market in 7 years’ time. Technology and innovation are not the only existing threats for copper. Its prices have been plunging since 2008 and reached their record low in early 2009, when the Central banks decided to inject the commodity system with cash, thus covering 80% of the spot prices while the commodity had fallen to a $6,000 low. Simon Hunt’s opinion is that demand for raw materials is only partially formed by real consumption and the remainder is driven by finance and speculation, which together with the banking system have been accumulating a 6.5 million tons unofficial stock: «That means», Hunt stated, «35% of global consumption. That’s nothing new because operators experienced a similar scenario in 1976-1977 and then in 1980, when undercover stocks reached one million tons worldwide, 20% of the estimated global consumption». China is the world’s largest copper consumer nowadays but, as other panelists at the FARO Club noted, its economy is slowing down and could expand at a mere 4% annual rate by 2020. Thus, copper consumption in the country will weaken as well, marching at 2.2% over the next 7 years. A dynamic of inflation could take the assets market by storm in the short term and if the stock markets are quite likely to lose some 8-12 percentage points in value, copper itself could fall to a $6,000 low and then dramatically return to its value of the distant past, at $ 2,000.

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riNg time, DisCUssioN groUPs aND matCHiNg

During the ring time open discussions and debates, managers and operators in the commodities

arena shared their visions on the global raw materials market, trying to find a way out of the crisis which is hitting Italian industry hard. Copper, zinc and lead were the subjects of the ring time coordinated by KME Italy’s Laura Montelatici and Piero Lagattolla of Lagattolla Trading Sas, where players pointed out how challenging it is to define long-term plans and strategies, also considering the recent price rises for copper, possibly driven by the rush towards spot-contracts and purchases. Participants are waiting for the new LME board to redefine the stocks management policy and generally believe the decrease in aluminium prices could actually precede that of copper. Looking at lead, the market seems to be influenced by a variety of factors, including both the growing prices of exhausted car batteries and the problem of customs duties on imports. An agreement is under way between the European community and Ukraine, to allow the latter to supply lead to EU transformers, benefiting from a special customs duty exemption. The market premium for zinc was $170 last January; during the year it has been rising and has recently reached a peak of $250 for spot purchasing. In a ring time debate moderated by Paolo Menossi from Global Consulting Team, end users in the aluminium arena showed that their industry is literally split in two. Exporters are still doing fairly well if not growing; while those who mainly deal and trade with Italian customers are struggling because their market is shrinking dramatically. Primary billets have to be imported from abroad because traditional local re-

smelting sources have reduced and operators wish customs duty to be applied to contrast the export of scrap to Chinese and Asian industries. Smaller companies in the extrusion sector are suffering less, given their ability to react more quickly to global markets’ requests, thanks to their smaller size. But as some managers pointed out, the key to success is a cocktail of innovation, investments, technology and skills. Steel and scrap have had a positive third quarter after suffering in the first six months of 2013 and forecasts now suggest the industry could see a 10% loss on a yearly basis by the end of December. Assofermet’s President Romano Pezzotti strongly underlined the shortage of scrap, with more than 2 million tons missing from the Italian market, turning Italy into a net importer of steel since its production could only meet 70% of local demand. Exporters are now looking for new business opportunities, especially in Northern Africa, but their margins will in any case remain rather low. A number of firms is then turning to the special stainless steel market, which looks more profitable; but the new trend could end up causing a problem of overcapacity and oversupply. For the first time in its history, the 37th FARO Club event also hosted a ring time dedicated to the energy market, thanks to Riccardo Tomasoni, Director of Edlo Energy Srl. Tomasoni also has experience in the renewable resources industry, and is indeed a broker, purchasing gas and electricity from countries such as Switzerland and France to bring them to Italian customers at competitive rates. As Italian energy prices are some 30-50% higher than they are in most European nations, the issue was obviously highly appreciated by the FARO audience, looking for new ways to save money and compete.

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strUggliNg WitH tHe Crisis

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CommoDities oUtlooK

The last of the 37th FARO Club sessions was dedicated to the traditional outlooks on the

commodity market followed by a view on the Italian energy scenario and by an overview of the MAK model for the energy risk management activities. Talking about steel and ferrous metals, Emanuele Norsa, Platts SBB team leader for European Union markets, started by pointing out that despite the -4% in terms of production that Europe has shown in 2013, it still remains the world’s second largest steel producer behind the People’s Republic of China, and Turkey is acquiring a leading position in scrap. It is true that the number of facilities and plants closing is growing by the day, but robust business opportunities are still at hand for niche productions and exporters. Long products have found a new Eldorado on the Mediterranean shores of Africa but that is not expected to last too long, since booming countries like Morocco are already changing their import policies and trading with them will be no easy deal in the near future. Germany, France and Belgium are the leading nations in the European landscape while, as Norsa stated, China is still far from its presumed production peak, which Chinese sources estimate will be reached between 2015 and 2020. In a world of recession and uncertainty, consumers are turning to gold as a safe haven from whence to wait for the economic storms to blow over. That is what Bloomberg’s Fabrizio Ferrini stated, presenting his purely personal views, in his precious metals outlook, pointing out that gold represents a wise form of protection against inflation, market turbulences, speculation and even the possible bursting of a Chinese bubble. That is why Central banks everywhere, including Beijing, are also purchasing gold; and also why analysts suggest a long-term covering strategy although the material seems bearish. One must consider that Central banks all over the world are printing money that will quite likely see its value decrease in the long-medium term: a fall that gold is not likely to experience. Banchero costa group Research Manager Enrico Paglia focused his outlook on the shipping segment, as his brokering company specializes in dry-bulk

and container cargoes. Paglia showed that the shipping arena is currently dominated by three global holdings which control 80% of the global fleet and can leverage on average 10-12,000 TEU capacity. The brokering and shipping scenario is now recovering, in Paglia’s opinion, and still poised to grow between 2014 and 2016. The industry is offering new fuel-saving eco ships in order to reduce the 30 tons per day average fuel consumption for Panamax models. Besides, iron ore and coking coal, cargoes are frequently carrying meat on the Australian-Chinese route and this is also a sign of change, as Kommodities Partners analyst and trader Andrea Guarneri observed in his outlook on food. Indeed, for the first time ever, meat consumption has fallen in the US but is on the rise in the shadow of the Great Wall, proof that worldwide wealth is also moving from the Western to the Eastern hemisphere. Outlooks on energy and the MAK model pulled the curtain down on Club FARO’s 37th meeting. Riccardo Tomasoni director of Edlo Energy, Giovanni Grillo, managing director of Lowendalmasaï Southern Europe and Fabio Meyer, purchasing director at Siram Spa waved the audience goodbye by giving them a few hints on how and when to buy electricity and gas; and how to leverage on information technology to protect a company’s balance sheet by precisely calculating it Value at risk or VAR.

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lezioNe DieCCelleNza

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graNDi VisioNari CresCoNo. aNCora

lighting up

talking with

Giancarlo Dallera, Presidente Cromodora Wheels Spa

giancarlo Dallera è Presidente della Cro-

modora Wheels Spa dal 2003, azienda leader che produce ruote in lega leg-gera per primo equipag-giamento e che fornisce i più noti costruttori euro-pei quali il Gruppo FIAT, BMW, Mercedes-AMG, Land Rover Jaguar, Audi, Porsche e Volkswagen. Nello stesso anno entra nel Consiglio di Ammini-strazione di Brembo Spa. Ricopre la carica di Pre-sidente di gruppo della multinazionale dell’auto-

motive Hayes Lemmerz International Inc., con stabilimenti in Europa, Sud America, Sud Africa e Sud-est Asiatico dal 1991 al 2003. Attivo su diversi fronti, dal 2008 al 2011 ricopre la carica di Vice Presidente di Federmec-canica. Presidente dell’As-sociazione Industriali di Brescia dal 2009 al 2013, entra a far parte del Consi-glio di Amministrazione di CRE-LO.VE. Spa dal 2010. Giancarlo Dallera nasce a Concesio (BS) nel 1946, sposato con due figli.

who is who

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4 • Focus on / Lezione di eccellenza

39 / 112«In Italia siamo chiamati a essere visionari. Ma anche a far valere le nostre capacità nel mondo.

E in questo senso vorrei rivolgermi oggi a chi crede che ancora si possa fare impresa in Italia nonostante tutto. E che tuttavia è convinto della necessità di internazionalizzare il business. Perché da un punto di vista commerciale ed economico fuori dalla Penisola c’è un mondo che cresce a tassi del 4-6%». È questo il primo insegnamento tratto dalla Lezione di eccellenza impartita alla platea di FARO da Giancarlo Dallera, bresciano della classe di ferro 1946 che oltre ad aver rivestito la carica di vicepresidente di Federmeccanica e a sedere nel Consiglio di amministrazione di Brembo è dal 2003 ai vertici del produttore Oem di ruote in lega leggera Cromodora Wheels Spa. Al di là dei ruoli e delle onorificenze Dallera porta con sé soprattutto una fetta importante di storia dell’industria italiana e ha iscritte nel codice genetico le ragioni che hanno condotto il made in Italy ad assumere a lungo una posizione di leadership globale. «Come molti altri», ha ricordato Dallera, «sono partito dalla gavetta, iniziando un percorso che mi ha condotto alla guida di una multinazionale statunitense della componentistica che è ora mia concorrente e che però negli anni ho aiutato a conquistare una posizione dominante. E ho amministrato stabilimenti importanti in tutto il globo, dall’Asia al Sudafrica sino al continente americano sperimentando strategie differenti. Da quella della crescita per linee esterne con acquisizioni e fusioni, sino agli investimenti greenfield». Quella di Dallera, così come è nelle tradizioni del Club FARO, è però innanzitutto una vicenda di intuito e di coraggio, necessario per battere con successo sentieri in precedenza rimasti inesplorati.

«Ho acquisito Cromodora dal gruppo Fiat già nel 1987», ha ricordato Dallera, «e decisi allora di

chiudere una fabbrica in Piemonte per aprire invece nel bresciano. Insieme con Campagnolo siamo stati fra i primi a utilizzare il magnesio, uno sviluppo dal quale Campagnolo si è poi ritirata ma che si è rivelato nel corso del tempo un’innovazione fondamentale e decisiva per il comparto dell’auto».

Il fiuto per comprendere le concrete potenzialità di quel che al tempo era un materiale rivoluzionario

o quasi è lo stesso che è servito a Giancarlo Dallera per rendersi conto della direzione che l’industria e il mercato stavano prendendo. «Quello che la nostra azienda ha compiuto è stato un enorme sforzo di carattere tecnologico, organizzativo e naturalmente di gestione delle risorse umane», ha nuovamente argomentato il presidente di Cromodora Wheels, «in vista di obiettivi e strategie ben delineati. Infatti un buon numero di player del panorama avevano deciso di puntare sulle forniture aftermarket, un filone che è poi andato esaurendosi. Al contrario, abbiamo optato per il primo equipaggiamento, che ci ha permesso di posizionarci fra le aziende trainanti globalmente». Nel frattempo nonostante le crisi patite in particolare dall’Europa il mercato dell’auto si espande grazie soprattutto ai Paesi emergenti. Si pensi solo alla Tailandia coi suoi 2,5 milioni di veicoli e sede della prima joint venture internazionale siglata da Dallera; oppure a Indonesia, Malesia, Corea del Sud e Brasile. Le chiavi per agganciarli sono ancora una volta il coraggio e il talento visionario: «Abbiamo investito in Repubblica Ceca», ha detto Dallera, «scommettendo sulla qualità del lavoro e non solo sui costi, anche se le tariffe energetiche al 50%

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40 / 112 rispetto all’Italia, e il fisco sono fattori agevolanti. Vi produrremo 2 milioni di ruote l’anno per guardare ai mercati dell’Oriente europeo». Espansioni sono previste anche in Brasile e negli Stati Uniti, ma cuore e cervello restano tricolori. «La nostra», ha detto Dallera, «è una nazione in parte ostile all’impresa. Ma non dimentichiamo che lo stesso refrain lo si ascoltava anche negli anni dei grandi scioperi e del terrorismo. La mia opinione è che se ancora il made in Italy riesce a eccellere nonostante i gravami che è costretto a portarsi sulle spalle, allora gli imprenditori della Penisola devono essere degli autentici campioni». Bisognerebbe allora che il proverbiale sistema Paese desse loro una mano come è accaduto altrove. «All’inizio della crisi», ha affermato Dallera, «il mondo auto ha patito brutalmente. Il Giappone ha però deciso di potenziare e finanziare la componentistica automobilistica agevolando le aziende dotate di business plan tali da farle tornare in positivo entro il triennio. Significa che le istituzioni nipponiche hanno saputo identificare le priorità del Paese. L’Italia non ne è stata

in grado, contrariamente, in relazione all’industria motoristica, a Stati quali gli Usa oppure la stessa Francia».

Altro obiettivo strategico per la Penisola è o dovrebbe essere

quello della formazione di nuove leve per la manifattura. Un ambito nel quale Dallera ha infine deciso di procedere da sé e con sue risorse. «Ho sempre creduto moltissimo nella formazione», ha detto il presidente di Cromodora, «dando il mio contributo alla creazione del liceo internazionale Guido Carli, con diploma quadriennale per facilitare e per velocizzare l’inserimento dei giovani nel mondo delle professioni nel quale la manifattura, specialmente se fortemente orientata all’export, è la chiave per accedere alla ripresa. Perché l’uscita dalla crisi è all’orizzonte anche se ci aprirà davanti un mondo diverso dall’attuale». In tema di recessione, rispetto a quanti puntano l’indice sulle strette del credito, Giancarlo Dallera si mantiene su una posizione più laica ed equidistante che gli deriva dall’esperienza maturata nel settore bancario e nel board di grandi istituti: «Essere finanziati in

Italia è sempre stato complicato», ha detto, «e nonostante oggi le criticità siano forse aumentate credo che i buoni progetti di respiro internazionale possano sempre ricevere dei finanziamenti. Ma riconosco che in più di una occasione sia la mentalità sia il modus operandi di banche e aziende possano collidere». Non è solo questa, né lo è la sola politica, la zavorra che grava sul Paese, alle prese anche con le debolezze di un’Unione europea le cui azioni economiche paiono talora pressoché incomprensibili. «Mi chiedo le ragioni dei dazi sino al 6% sulle materie prime importate all’interno dell’Ue», si è interrogato Dallera, «quando appena al di fuori dai confini una nazione come la Turchia può acquistare senza dazi. Per aziende quali la nostra le commodity pesano anche per il 60% sui bilanci». Così è dei punti di riferimento stabili che si sente profondamente la mancanza; a livello continentale come naturalmente sul piano nazionale: «E anche in questo senso», ha concluso Dallera, «le diversità rispetto a nostri vicini di casa come la Germania, nei componenti auto si fanno sentire».

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eCoNomiC brieFiNg scenario internazionale e view sull’economia italiana

FOcus ON

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CroNaCHe Dalla magNa greCia

lighting up

talking with

Arrigo Sadun, Presidente di Tlsg, International Advisors

arrigo sadun, dal 2005 al 2012 ha ricoperto la

carica di Direttore Esecu-tivo al Fondo Monetario Internazionale per l’Italia, Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino e Timor-Leste. In prece-denza ha ricoperto i se-guenti incarichi: Direttore per l’analisi economico-finanziaria al Ministero del Tesoro, Roma; Presidente e fondatore della Business Information Group - BIG (società di consulenza macroeconomica), Mila-no; Presidente del gruppo

WEFA, Philadelphia USA (società di consulenza economica); Presidente Chase Econometrics Phi-ladelphia USA e dal 1977 al 1985 Vice Presidente di Chase Econometrics-Europe, Brussels, Belgio. PhD in Economia Inter-nazionale presso la The Johns Hopkins University, Washington D.C.; M.A. in International Relations, The Johns Hopkins Uni-versity, Washington D.C. e la laurea in Scienze Politi-che, Università La Sapien-za, Roma.

who is who

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4 • Focus on / View on Global Economy

43 / 112«All’Europa, divisa da Nord a Sud in tre ideali fasce a seconda della salute economica dei vari Stati, servono buone politiche.

E in questo senso i commenti sull’Italia sono superflui. Ma l’eco-nomia è l’ultimo dei problemi di una Penisola in cui le istituzioni presentano eccellenze veramente rare e inficiano, più che valo-rizzarle, le capacità dei singoli individui e aziende. È il Paese nel suo insieme a non funzionare, guidato dalla fallimentare azione di una classe dirigente della quale i politici rappresentano solo una parte, rivelatasi fallimentare, per almeno due o tre generazioni consecutive». Il presidente di Tlsg International Advisors Arrigo Sadun pare aver ripreso il suo piglio pessimista e non rinuncia neppure a ipotizzare che alla nostra nazione servirebbe quel che per un soffio fu evitato dopo il G20 del 2011 di Cannes, cioè una messa sotto programma da parte di Bce e Fmi. Con la complica-zione che, mentre lo Stivale restava fermo o retrocedeva, i con-correnti globali si sono rafforzati; e le risorse monetarie a dispo-sizione per il commissariamento sono terminate. «Scivoliamo», ha concluso Sadun, «verso uno status da Magna Grecia o peggio ancora tipico di quell’Argentina che soltanto mezzo secolo fa era la quinta potenza economica a livello mondiale».

Di quel resto del mondo che continua ad agire e crescere di nuovo fanno certamente parte secondo Sadun gli Stati Uniti,

nonostante che «fra fiscal cliff e rischi di default cerchino conti-nuamente di farsi del male da sé» e che dovranno accontentarsi di tassi di sviluppo inferiori al passato, al 2,5%. Cambia negli States il mercato del lavoro, sempre più crudele nel dimostrare con lo scarso aumento dell’occupazione e l’incremento dei disoccupati che il mondo è cambiato e intere fasce di lavoratori si ritrovano ormai inadatti al nuovo scenario post-crisi. «Negli Usa», ha detto Sadun, «il dibattito è molto centrato sul fisco e sul sistema sanita-rio con 50 milioni in più di cittadini in grado di accedere alle cure primarie garantite. È il modello della cosiddetta Obama-care per un settore sanitario che pesa sul Pil federale per il 18%: è un pro-blema dagli aspetti simili a quello delle pensioni in Italia».

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44 / 112 Importante è sottolineare che il sistema della sanità a stelle

e strisce è per molti versi lar-gamente carente con presta-zioni che talora costano tre o quattro volte più della media europea a parità di trattamento e qualità. È quindi insostenibi-le ma anche attualmente «al centro di un dibattito condot-to da una parte e dall’altra alla luce di motivazioni fortemente ideologiche», ha detto Sadun. Dinamiche fiscali e politica economica determineranno il futuro degli Stati Uniti e qua-lora finissero fuori bersaglio le conseguenze dell’errore sarebbero drammatiche. «E la questione della tassazione sulle imprese», ha detto Sadun, «è cruciale anche in Ameri-ca, dove l’imponibile è al 35% contro il 12% di Paesi come l’Irlanda. Non a caso centinaia di miliardi di dollari si trovano oggi all’estero».

Sadun sembra tuttavia au-scultare negli Usa un polso

migliore di quello battente nei cosiddetti Bric: «Il loro su-per ciclo fortemente basato sull’export», ha detto, «è finito sia a causa dell’affievolirsi della

domanda da parte dell’Occi-dente e sia per l’incapacità che essi hanno mostrato nel con-durre vaste riforme strutturali e infrastrutturali. Certo cresce-ranno ancora ma le incognite sul loro futuro sono troppe. La Cina non può più contare sull’assoluta competitività del suo mercato del lavoro e l’India è alle prese con un’asfissiante burocrazia che ne ha tarpate le ali. Quanto alla Russia, la vedo trasformarsi in un petrol-Stato che reggerà sino a quando ter-rà la domanda estera di ener-gia, ma si è anche svelata in-capace di reinvestire i proventi del business energetico in pro-getti d’ampio respiro».

Altri emergenti, infine, quel-li di cosiddetta seconda

fascia, potrebbero garantire buone opportunità di business all’Italia. Sadun pensa a Thai-landia, Indonesia e Filippine; all’America Latina con nazio-ni quali Colombia e Messico; all’Africa sub sahariana, dove sarebbe però conveniente en-trare per via indiretta trattando preliminarmente con loro tra-dizionali partner come Spagna e Portogallo.

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45 /

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l

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PaNel Di DisCUssioNeCiclo economico e finanziario: quale impatto sulle commodity nei prossimi anni?

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Simon Hunt, Economic & copper advisor, Simon Hunt Strategic Services Ltd.

Giuliano Noci,Prorettore per la Cina del Politecnico di Milano

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i Fattori CrUCiali: l’eCoNomia CiNese e le PolitiCHe Di qUaNtitatiVe easiNg

lighting up

talking with

simon Hunt riceve la sua formazione

al Lancing College in Sussex e presso l’U-niversite Catholique du Louvain, in Belgio. Conta più di 50 anni di esperienza nel settore del rame.

Ha iniziato la sua car-riera come assisten-

te personale per il pre-sidente del Rhodesian Selection Trust (RST), uno dei cinque princi-pali produttori di rame nelle miniere operative dell’epoca, in quello

che era allora Salisbury S. Rhodesia.

Nel 1975 ha fondato la Brook Hunt, società

di consulenza nel campo dei metalli, che negli anni è diventata leader nel set-tore. Nel gennaio 1996 fonda la Simon Hunt Strategic Services, con-centrandosi sulle dina-miche del settore rame, in particolare per quanto riguarda l’Asia, inclusa la Cina, dove trascorre circa 5 mesi all’anno.

who is who

giuliano Noci è pro-fessore Ordinario di

Marketing al Politecnico di Milano. Prorettore del Polo territoriale cinese, delegato del Rettore per la Federazione Russa e Amministratore Delegato di Polimilano Educational Consulting Ltd.

È Research Fellow alla Jiao Tong University,

a Shanghai e membro del Comitato Scientifico di Fondazione Altagam-ma e dell’ Osservatorio Asia. Esperto di strategia d’impresa e marketing,

all’inizio della sua carriera si è focalizzato sull’analisi delle implicazioni compe-titive e gestionali conse-guenti all’adozione di stra-tegie di business orientata all’eco-compatibilità.

Nel 2009 e nel 2010, è stato lo speaker italia-

no alla conferenza dell’As-sociazione Tessile Mon-diale. Autore di numerosi libri e articoli, pubblicati su riviste scientifiche inter-nazionali, alcuni dei quali premiati come migliori saggi dell’anno a livello in-ternazionale.

who is who

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4 • Focus on / Panel di discussione

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AsPEttAtEvI L’INAsPEttAtO

«Quel che accadrà nei prossi-mi due anni coglierà di sor-

presa investitori, banche centrali e industrie legate alle materie prime: aspettatevi l’inaspettato. Per ora le istituzioni sembrano credere alla fine della reces-sione, ma è wishful thinking. Le strutture economiche sono fragili e tenute in vita a suon di steroidi economici dalle ban-che centrali. Le zolle tettoniche stanno convergendo per creare scenari inediti e lo mostra il pic-co storico che stiamo vivendo». Si è aperto così all’appuntamen-to FARO il primo degli interventi in programma da parte di Simon Hunt, advisor dell’omonima so-cietà inglese che ha proseguito con un excursus sui rapporti fra grandi eventi bellici e crisi eco-nomiche: «Analoghe ciclicità», ha detto Hunt, «ci attendono per il 21esimo secolo dopo che i fondamentali del mercato sono stati sostituiti dal casinò di una finanza dalle regole astruse. Ma il vero sisma sono le dinami-che demografiche e un debi-to globale che è ormai per tre volte superiore al Pil generato». Sullo sfondo, ecco i Bric, gli ex emergenti e sempre più agguer-riti Brasile, Russia, India, Cina: «Tanto l’idea di una loro Banca per lo sviluppo che presta in va-lute locali slegate dal dollaro», ha detto Hunt, «quanto alcuni progetti infrastrutturali indicano un desiderio di affrancarsi da Washington e dalle sue politiche monetarie in nome di un piane-ta multipolare. Semplificando, e come alcuni hanno affermato, si tratta di un conflitto in corso già adesso fra i G4 e i vecchi G20». Mentre gli Stati Uniti lottano per non abdicare il mondo pare ac-corgersi solamente adesso del peso che Pechino ha sempre esercitato sui mercati e le poli-tiche globali, avendo già posse-duto l’80% del Prodotto interno lordo globale alla fine del 1200 e preparandosi a controllar-

ne il 25% entro il 2020 e il 50% dieci anni più tardi. Opinione di Hunt è che gli scontri finanziari non tardino mai a tramutarsi in autentiche guerre e che attual-mente il Dragone si senta in-gabbiato da una grande mura-glia tracciata dagli Stati Uniti al Giappone sino all’Afghanistan. E che vi reagisca con test navali e militari nell’intenzione di con-solidare i suoi asset internazio-nali. Il suo comportamento può certamente impattare sull’anda-mento delle materie prime, con-siderate le scorte che la Repub-blica conserva e la voracità dei suoi consumi. Ancor più preoc-cupante è però il fatto che essa stia mettendo in discussione il primato del dollaro come valu-ta di riferimento per l’economia globale e le commodity: «E allo stesso tempo», ha detto Hunt, «teme le manovre finanziarie statunitensi e le possibili riper-cussioni della riforma sanitaria di Obama, perché detiene al-meno l’11% dei buoni americani del tesoro ed è preoccupata dal continuo innalzarsi del tetto del debito Usa, la cui asticella è stata spostata sempre più in alto sino a 16,7 trilioni di dollari, una vol-ta ogni 13 mesi». Tornando allo

spettro dei wargame Pechino sta avviando negoziati coi Paesi del Golfo delusi dalle oscillazio-ni della Casa Bianca su Egitto e Siria con il plausibile risultato della fine dell’egemonia del bi-glietto verde come pietra miliare per il mercato del petrolio. Sullo sfondo di un tetro scenario c’è la concreta ipotesi della creazione o dell’ufficializzazione di una o più nuove valute di riserva in luogo del dollaro o al suo fian-co, ventilata fra l’altro da agenzie di stampa cinesi. «Per i mercati prevedo il verificarsi di una bom-ba inflattiva lunga circa nove mesi», ha detto Hunt, «cui farà seguito una deflazione dei prez-zi degli asset e una successiva fase di stabilità. Lo stesso dollaro potrebbe essere sul breve prota-gonista di un rimbalzo. Sul lungo periodo, tuttavia, si indebolirà e una performance analoga po-trebbe caratterizzare le materie prime. Credo si stiano creando i presupposti per la diffusione di una serie di enormi bolle, pronte a esplodere per la fine del 2014».

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50 / 112 CINA, sE LA CONOsCI tI AGGREGHI

Pur se in rallentamento e con tutte le difficol-tà del caso per l’impresa italiana la Cina può

tuttora rappresentare una grande opportunità. Il problema e gli interrogativi riguardano piuttosto quali regioni del Paese si intendano approcciare e quali siano gli strumenti e le strategie scelti per farlo: «Gli investimenti necessari sono certamen-te ingenti», ha detto il pro-rettore del Politecni-co di Milano per la Repubblica Popolare Giulia-no Noci, «ma le possibilità di fare business sono ampie soprattutto nelle regioni centrali del Paese caratterizzate da 265 città con oltre un milione di abitanti e da megalopoli con circa 30 milioni di residenti, con un Pil in crescita mensile superio-re al 15%». Tuttora i cinesi hanno un pregiudizio positivo nei confronti dell’Italia che le nostre im-prese potrebbero sfruttare a loro vantaggio an-che in assenza di un sistema Paese forte o scaltro abbastanza da sostenerle. Per esempio a Xi’an, patria del celebre Esercito di terracotta dove le istituzioni hanno messo a punto un piano di in-vestimenti da 100 miliardi in dieci anni destinati all’urbanizzazione e all’industrializzazione. Prima che i tradizionali rivali europei colgano il treno dell’espansione in anticipo rispetto a noi è allora bene studiare con cura le mosse con cui perse-guire il successo.

L’aggregazione fra imprese è allora considerata da Noci un elemento favorevole. «Potenzial-

mente si tratta di un’arma vincente», ha detto, «anche in vista della condivisione di tempi e ri-sorse con cui andare in cerca di partner e inter-locutori commerciali o istituzionali credibili nella

Repubblica». Attenzione, però: «Quello delle reti è un tema tanto di moda», ha avvertito Noci, «che rischia di essere svilito dal clamore che vi si è creato attorno oppure dal moltiplicarsi dei ban-di dedicati a questa forma di cooperazione fra aziende. È appunto sulla citata condivisione che è necessario porre l’accento.

E oltre ai budget e al capitale umano vanno messe a fattor comune le conoscenze e, so-

prattutto, i progetti. I quali eventualmente posso-no essere anche progetti di acquisto, di successo se condotti in maniera armonica e razionale e alla luce di una profonda conoscenza del territorio». L’imprenditore cinese ci tratta da pari perché ri-trova in noi l’eredità di una tradizione millenaria simile a quella che lo ha generato. Ed è allora ne-cessario rispettare il sistema valoriale della Cina cominciando a ripensare persino il nostro abbi-gliamento. Un dettaglio all’apparenza banale che tuttavia sul piatto di una trattativa commerciale pesa enormemente. E Pechino val bene una cra-vatta.

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aNalisiiNter-marKet

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il merCato Delle materie Prime, le ValUte e le borse. aNalisi teCNiCa e CorrelazioNi.

lighting up

talking with

Paolo Kauffmann è laureato in Economia e Commer-

cio e ha conseguito un Ma-ster in Analisi Tecnica. Inizia la propria carriera professionale occupandosi di analisi tecnica e intermarket. Negli anni suc-cessivi, lo studio dell’impatto emozionale sulle decisioni di acquisto e trading sulle materie prime, lo porta a diventare co-ach per numerose realtà indu-striali, supportandole nella de-finizione di adeguate politiche di risk management. Nel 1989, insieme al padre Giovanni è co-

fondatore di Kauffmann&Sons, nel 2003 crea FARO e nel 2005 Kommodities Partners Sa, con sede a Mendrisio (CH). Grazie alla passione per la propria area di attività e la notevole espe-rienza accumulata, è docente in attività formative su borse merci, strumenti di copertura e tecniche di trading. E’ autore di numerosi articoli di analisi dei mercati per diverse riviste economiche e tecniche; inter-viene regolarmente a convegni e dibattiti in qualità di analista esperto di Commodity.

who is who

Paolo Kauffmann, Ceo di Kauffmann&Sons

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4 • Focus on / Analisi Intermarket

53 / 112I tEMPI stANNO CAMBIANDO

«Alle operazioni di quantitative easing hanno fatto seguito quelle di tape-

ring e ora si è in fase di attesa dopo le grandi iniezioni di liquidità del recente passato, specie negli Stati Uniti. Atten-diamo la ripresa, soprattutto in Europa, e i nuovi regolamenti del LME passato in mani cinesi. Crediamo che l’LME cam-bierà a breve la sua struttura influen-zando il modo di lavorare del nostro mercato». Cambiamento è dunque la keyword dell’osservazione intermarket condotta come di consueto dal Ceo di Kauffmann&Sons Paolo Kauffmann, che oltre a ricordare le prerogative analitiche e non predittive delle sue indagini ha posto l’accento sulla necessità da parte degli operatori di restare costantemen-te informati e aggiornati. Anche grazie agli appuntamenti settimanali con il Li.Me e con FARO. «Negli ultimi anni», ha puntualizzato Paolo Kauffmann, «gli operatori si sono trovati sovente in coda ad attendere i materiali di cui avevano bisogno e per questo l’LME ha istituito una commissione per venire a capo del problema. La conseguenza è stata la di-scesa dei premi e il ritorno del mercato a dimensioni più industriali. Un muta-mento positivo poiché il meccanismo degli stock dell’LME è utile ai consu-matori e interessante, ma l’accesso alle commodity va agevolato».

Quanto ai panorami finanzia-ri e delle commodity il Ceo di

Kauffmann&Sons ha notato che il valore dei bond americani si sta ab-bassando e un aumento dei tassi di interesse è in vista nei prossimi sei o nove mesi. La de-correlazione fra Crb e Sp500 che aveva incarnato un’inver-sione di tendenza rispetto al decennio scorso si è corroborata: verso l’alto ha viaggiato la Borsa, le materie prime sono invece scese per mantenersi in seguito stabili. E il trend è finora inin-terrotto: «Crediamo in un mercato delle commodity giunto a soglie di prezzo importanti. In giugno», ha ri-cordato Kauffmann, «solo l’energeti-co pareggiava i valori di inizio anno e oggi continua a essere performante. Si sono riprese le carni; laddove i preziosi sono calati da inizio anno del 25% e le altre materie prime industriali hanno subito un decremento pari al 10%. È il frutto della ricerca di una base stabi-le da parte delle commodity e, d’altra parte, dei fondi di investimento che esse vanno tradizionalmente a com-porre».

Durante il 36esimo FARO di Mendri-sio dello scorso giugno si notò da

parte dell’oro un rialzo ritenuto tutta-via modesto in relazione alle debacle che il prezioso aveva in precedenza patito. I suoi fronti di riferimento si

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sono ulteriormente indeboliti: segno fra gli altri che il metallo giallo è visto dagli esperti come una rendita di posizione impor-tante su un piano storico ma anche che le sue caratteristi-che classiche sono cambiate: «I suoi tratti di volatilità», ha detto il Ceo, «ne fanno ora un investi-mento al pari di altri privandolo di quella peculiarità da bene ri-fugio che gli si assegnava».

Unico in rottura rialzista a giugno, confermata a otto-

bre con livelli da 115 punti simili a quelli del 2011, era il petrolio, il solo comparto a mostrare re-attività e minimi in risalita nel 2013.

IL COLORE DEL DOLLARO

«Il dollaro era a giugno in fase di test ed è stato protagoni-

sta poi di una rottura», ha detto Kauffmann, «e mentre parliamo possiamo dire di aver svoltato a seguito di un trend di lungo pe-riodo. Il dollar index è sempre sopra quota 79 ma stiamo per entrare in una fase nuova. Ci sono stati e ci saranno degli ec-cessi nel confronto sull’euro ma la fase di rafforzamento vissuta nel recente passato può dirsi terminata e si può supporre una rottura della tendenza rialzista influenzata dal rilancio dei tassi di interesse. Rispetto al passato si deve tenere un atteggiamen-to differente; e ben più cauto».

Il rame aveva mostrato fra mar-zo e giugno una dinamica di

rimbalzo e discesa: la volatilità è andata riducendosi ma il mer-cato resta rischioso anche per-ché la stessa volatilità potrebbe riaffacciarsi in virtù dell’azione di operatori che sulla volatilità scommettono vendendo op-zioni in un’ottica speculativa. Plausibili dei momenti di coper-tura e delta-hedging i cui effetti sono ardui da prevedere. Piccoli

movimenti sui mercati possono generare vere e proprie valan-ghe e il momento appare pro-pizio alle coperture finalizzate alla tutela contro le oscillazioni. Le opzioni hanno costi limitati e per i consumatori, dati i prezzi bassi se tradotti in euro, coprirsi può essere conveniente.

«Per quel che concerne lo zinco», ha proseguito il Ceo,

«esso ha avuto un rimbalzo a novembre e una volatilità forte a marzo; a giugno giunse a un supporto importante e succes-sivamente ha spezzato que-sto stesso supporto cosicché dall’estate si assiste a dei minimi crescenti. È la fase, importante, dell’arrotondamento dei mini-mi. E non manca di offrire degli aspetti positivi perché sembra preludere a un rilancio nella di-rezione dei 2.050 dollari, alme-no dal punto di vista tecnico».

Una ripartenza sul rame può innescare anche vivacità

sullo zinco, come è succes-so in passato, laddove l’allu-minio è rimasto in attesa di rimbalzo dopo avere testato dei minimi esigui; ha rotto il supporto di quota 1.850 e ora i prezzi si stanno riducendo. Il mercato può uscire da questa fase, in positivo o in negativo, più volatile e orientato verso i 2.100 dollari, quota tutt’altro che inaccessibile. «Nel corso del 2013», ha ricordato Paolo Kauffmann, «l’alluminio ha già toccato i 2.200 dollari e questo, con il contango a termine, apri-va la strada a coperture nell’or-dine dei 2.250 o 2.300 dollari. È vicino a un costo marginale; ma sono convinto che i produtto-ri si siano protetti per tempo e che anche nel caso di ulteriori rialzi le vendite a termine pos-sano presto o tardi rientrare». Sul rame la componente delle vendite a termine dei produttori si è rarefatta; non sull’alluminio.

Sono i consumatori a beneficia-re dei bassi prezzi e ottobre è un buon momento per cogliere le opportunità. Per Kauffmann la fine del mondo non è affat-to vicina, ma bisogna tenere gli occhi aperti, soprattutto sull’alluminio per il quale dimi-nuiranno le code in un mercato dalle peculiarità molto diverse. Il nichel è stato invece estre-mamente volatile negli ultimi anni e ha sempre anticipato il mercato. Così ha fatto a giugno rompendo un livello di sup-porto importante e scenden-do sotto quota 14 mila. «Ora il supporto si sta ricostruendo», ha detto Paolo Kauffmann, «e per chi acquista in euro l’op-portunità è di grande interesse. L’obiettivo deve essere però an-che quello di cautelarsi contro future e probabili volatilità: sap-piamo che la fase di debolezza del dollaro non durerà a lungo ancora ed è inutile restare alla finestra ad aspettare ulteriori ri-bassi. L’eccessivo attendismo è fonte di guai e perdite notevoli, per chi anziché da industriale si comporta come un puro spe-culatore».

Il piombo ha vissuto un rialzo verso i 2.000 dollari e dopo

un ribasso sta tornando a quo-te importanti virando attorno a minimi arrotondati. Per i consu-matori il dato è importante, dati i livelli attraenti evidenti soprat-tutto quando dal dollaro i prezzi si traducono in valuta europea.

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o U t-looK materie PRIME

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Dottor CoPPer e i sUoi Fratelli

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Simon Hunt, Economic & copper advisor, Simon Hunt Strategic Services Ltd.

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4 • Focus on / Outlook materie prime

57 / 112Nel presentare le sue osservazioni ta-lora scomode e in contrasto con la

dominante vulgata l’analista britannico Si-mon Hunt ha messo le mani avanti affer-mando a chiare lettere di trovarsi sovente in contrasto con il pensiero mainstream. Lo si era visto nella giornata d’esordio del 37esimo FARO il 23 ottobre; forse a mag-gior ragione lo si è visto giovedì 24. «Da ora sino a metà gennaio il dollar index potrebbe impennarsi», ha esordito Hunt, «ripercuotendosi così sui metalli di base. E a ciò potrebbero seguire ulteriori au-menti incrementali. I prezzi dell’alluminio, del rame e dei metalli di base non sono altro che riflessi del gioco degli operato-ri monetari e l’oro rosso è in decrescita dal 2008 con minimi toccati all’inizio del 2009 quando trader e operatori rischiaro-no fallimenti di massa, evitati con iniezioni di liquidità nel sistema delle commodi-ty compiuti dalle banche fissando strike price, payback e comprendo l’80% degli spot price per un rame giunto a quota 6.000 dollari». La domanda delle mate-rie prime è fatta da un lato dal consumo reale e dall’altro da ciò che è acquistato da banche, organizzazioni, non da ulti-mo da speculatori che all’esplosione della crisi acquisirono surplus creando scorte, esterne al sistema ufficiale, che hanno toccato con 6,5 milioni di tonnellate il 35% del consumo totale. «Ma non di-mentichiamo», ha detto Hunt, «che ana-logo era lo scenario del 1976-1977 e poi

del 1980 quando lo stock non-ufficiale era stimato, prudentemente, a un milione di tonnellate, e in realtà equivaleva però a oltre il 20% del consumo mondiale stima-to». È lo stesso costo del danaro a spinge-re verso la generazione di queste scorte e di azioni speculative. Il consumo reale di rame è in crescita del 2,3% «e questo è qualcosa su cui riflettere in un momen-to di crisi industriale e sostituzione delle materie prime», secondo Simon Hunt. «Nel maggio del 2008, è la sua testimo-nianza, un importante produttore stimò sino al 2025 per il rame aumenti oltre il 4%; e che le economie», ha ricordato l’os-servatore inglese, «sarebbero cresciute a tassi superiori a quelli di allora. In questo modo però i produttori di rame avrebbero faticato a sostenere la domanda». Le mi-nacce sono però, se non principalmente, altre. Grazie alla ricerca il rame è stato in parte escluso dai processi produttivi o quanto meno sono in corso vari tentativi in tal senso, visto che il dottor Copper è stato considerato un ingranaggio del gio-co monetario della speculazione. Quattro milioni di tonnellate di rame sono state rimpiazzate dal 2003 e la percentuale del consumo è stata dal 2006 a oggi in crescita attorno all’1,6% al massimo. La ragione? «Le nuove tecnologie si batto-no con il rame», ha spiegato Simon Hunt, «sia dal punto di vista del prezzo sia da quello delle caratteristiche tecniche. Na-notecnologie, nano-tubi in carbonio, Hts

OUTLOOK RAME E ALTRI

METALLI NON

FERROSI

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58 / 112 sono tutti indipendenti dal rame e possono infliggere gravi perdite ai produttori. Per il 2020 i costi dell’Hts scenderanno e nel 2030 i super conduttori ad alta tem-peratura supereranno il milione di tonnellate. Dal canto loro», ha proseguito l’analista, «i nano tubi in carbonio, con capacità con-duttive, godranno di sfruttamenti commerciali dal 2020; mentre le nanotecnologie incideranno su mercati di massa come elettro-domestici e auto».

sE PECHINO PIANGE, WAsHINGtON NON RIDE

Come da premesse e da pro-messe l’occhio di Simon

Hunt si è quindi rivolto a Pechi-no per comprenderne e svisce-rarne in profondità quelle dina-miche economiche che tanto peso hanno, inevitabilmente, sui panorami globali. «In Cina», ha rilevato il ricercatore, «il settore delle commodity ha un volto del tutto diverso da quello che aveva solo all’inizio degli anni Novanta. L’inflazione reale cinese è più alta, mentre la crescita è più bassa, di quel che mostrano i dati nomi-nali; e allo stesso tempo la forza lavoro del Paese si sta riducendo

con ritmi preoccupanti». Molto difficile è considerato un ritorno ai tassi di crescita sperimentati nel passato più o meno recente ed è anzi opinione di Hunt che nel 2020 il tasso di crescita comples-sivo del Dragone possa scendere sotto la soglia del 4%. In Cina si di-batte sulla crescita attuale; e pure su quella imminente. «Una mino-ranza di economisti», ha spiegato Hunt, «ritiene che la Cina si stia preparando a una crisi che prelu-de alle grandi riforme e che una tale rottura potrebbe verificarsi già alla metà del 2014». Nell’am-bito delle commodity il consumo del rame può crescere del 2,2% annuo sino al 2020 bilanciando le logiche in atto in Occidente e anzi sfruttandone la scia, mentre negli Usa si restringono tanto la proprietà di case, ridottasi ai li-velli di quasi un ventennio fa; e sia l’accesso al mondo del lavo-ro, con 48 milioni di persone che accedono abitualmente ai sussidi di disoccupazione. «Ovunque però la crescita rallenterà e anche l’attuale andamento di petrolio e raffinerie pare testimoniarlo. La Fed», ha detto Hunt, «pomperà danaro mentre il Medio Oriente si troverà difficoltà con i costi del petrolio in aumento e il dollaro in

discesa, col risultato che per gli investitori la decisione di rivolger-si alle commodity rappresenterà quasi un percorso obbligato». Sugli asset Hunt prevede un ven-to inflattivo tale da stimolare una reazione da parte dei mercati e delle banche, in un turbinio di prezzi in rialzo stimolato anche dalla preventivata o ipotetica fuga dei Bric dalla dominazione del dollaro; sino al prossimo ottobre. I mercati azionari sono secon-do Hunt suscettibili di crolli sino all’8-12% e il rame di una disce-sa a valori da circa 6.000 dollari che anticiperebbero il possibile ritorno a valori del passato: 2.000 dollari, forse addirittura meno. Un andamento analogo riguarde-rà piombo, zinco, alluminio, ma «l’esplosione dei prezzi del rame è anche dovuta alle posizioni lun-ghe degli smelter sulla piazza di Shanghai alla fine del 2012. In vi-sta», secondo Simon Hunt, «c’è a mio avviso una stretta sui mercati tale che i prezzi dovranno restare elevati per garantire la buona sa-lute degli smelter stessi. Le buone qualità, i buoni marchi, sovente non sono tuttavia sul mercato perché detenuti dalle Banche op-pure dalla speculazione».

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le DiFFiColtÀ Del NUmero DUe moNDiale

lighting up

talking with

Emanuele Norsa, Team Leader, Platts SBB

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emanuele Norsa ha iniziato la sua car-

riera presso la pubbli-cazione specializzata sul settore dell’acciaio di Platts nel 2010, dopo essersi occupato come giornalista di vari settori incluso il mercato delle costruzioni in Italia.

Attualmente ricopre il ruolo di Team

Leader Steel Market nell’ufficio londinese della compagnia co-ordinando il lavoro di

oltre 10 reporter spe-cializzati sui mercati e i prezzi dell’acciaio.

In qualità di analista, Emanuele partecipa

spesso come relatore a conferenze inter-nazionali di settore e come commentatore per programmi radio e TV della BBC e altri net-work nel Regno Unito.

who is who

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i protagonisti

4 • Focus on / Outlook materie prime

61 / 112«La World Steel Association ha no-tato che nel 2013 l’Unione europea

ha avuto nel comparto degli acciai una produzione negativa del 4%, contro il -10% del 2012. E il dato vede l’Italia al cuore della decrescita. A oggi però si pronostica un -2% per il 2014, che manterrebbe l’Unione lontana dal pa-reggio rispetto al tracollo del 2012». Così ha iniziato a tracciare il suo qua-dro in nero il team leader per i mercati europei di Platts Sbb Emanuele Norsa, che ha evidenziato come la chiusu-ra di fabbriche, altiforni e impianti sia nel vecchio continente all’ordine del giorno. E ciononostante proprio l’Ue resta il secondo maggior produttore al mondo, pur se la maggior parte del-la materia è usata e controllata dalla Cina, con la Turchia a dettar legge in-vece sul rottame. L’Europa sta affinan-do la sua specializzazione sui prodotti di nicchia e il focus sulle esportazio-ni cresciute nei primi quattro mesi di quest’anno e pronte a continuare a farlo anche nel 2014, unica chance di sopravvivenza per i player bloccati dallo stop edilizio che risparmia solo il Regno Unito. Nord Africa e Alge-ria sono destinazioni privilegiate per i lunghi ma le condizioni di ingresso stanno già cambiando anche in Pae-si molto appetibili come il Marocco. «Lunghi e piani», ha notato Norsa, «hanno andamenti indubbiamente

diversi influenzati anche dal ciclo del rottame; ma certamente ad accomu-narli è una tendenza al ribasso, con un mercato in flessione su tutti i prodotti finiti».

Il rialzo che solitamente accompa-gna la fine dell’anno è iniziato forse

troppo presto e l’ultimo trimestre che in genere traina la crescita, con la pre-parazione dei magazzini, è partito già in estate. Germania, Francia, Belgio, sono tuttora buoni produttori; mentre in Italia la visibilità è scarsa. Il cambio euro-dollaro favorisce, con l’1,38 del momento in cui andiamo in stampa, gli importatori. Le materie prime, cioè l’indicatore definitivo per hedging e swap, mostrano un trend ribassista che riguarda soprattutto il coking coal. La volatilità, accompagnata da una re-lativa stabilità nei prezzi a favore de-gli end user, offre scarse possibilità a trader e intermediari di prendere posi-zione sul mercato. «Lo spread fra iron ore e coking coal», ha detto Norsa, «si è ridotto nell’ultimo biennio facendo dell’iron ore un valore di riferimento, mentre si sono ristretti i margini del-le acciaierie». L’occhio è sempre sulla Cina la cui produzione potrebbe toc-care il picco massimo solo fra il 2015 e 2020 e al 24 ottobre quando si è riu-nito più di recente il Club FARO ne era ancora molto lontana.

OUTLOOK ACCIAI E

MATERIE PRIME

FERROSE

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È l’oro, qUel CHe lUCCiCa

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talking with

Fabrizio Ferrini, Application Specialist, Bloomberg

Fabrizio Ferrini è at-tualmente Application

Specialist presso Bloom-berg, dove è coinvolto nella strutturazione e nel pricing di derivati su fx e commodity sia sul lato della domanda che sull’offerta. Da strumenti come i vanilla a soluzioni complesse fino agli eso-tici. Prima, Fabrizio ha lo-vorato presso Commerz-bank AG London nella vendita di metalli pre-ziosi in borse straniere.

Ha inoltre lavorato per Dresdner Bank London occupandosi del marke-ting per Borse straniere di derivati.Tra il 2001 e il 2005 ha lavorato pres-so Unicredit come sales specialist della struttu-razione e pricing di FX e IRS in relazione agli asset managers e grandi aziende.

who is who

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4 • Focus on / Outlook materie prime

63 / 112Impegnato presso il provider di informazioni finanziarie Bloomberg

l’Application specialist Fabrizio Ferrini ha sottolineato la natura indipendente del suo intervento al FARO e il fatto che le opinioni espresse siano state di carattere esclusivamente personale. E personali e originali di volta in realtà paiono essere le strategie adottate dagli operatori nei confronti dell’oro; e tali per cui anche nella previsione di un ribasso l’acquisto di metallo giallo sia ritenuto sempre una buona mossa: «Tutto ruota attorno al calcolo delle probabilità», ha detto Ferrini, «e al fatto che in generale vi siano sì chance modeste di una sua vertiginosa impennata; ma nella peggiore delle ipotesi una sua probabile discesa avrebbe dimensioni comunque contenute. Il gold è un’assicurazione ad ampio spettro sulla quale restare lunghi è sempre un atteggiamento vincente. È un ombrello anti-crisi e contro la speculazione; protegge dall’inflazione e contro l’eventualità che esploda la bolla cinese». Disceso di 25 punti percentuali proprio a ridosso dell’appuntamento autunnale di FARO ha suscitato interrogativi sulle sue prospettive per l’immediato ma l’aspettativa è per una sua tenuta o un suo rialzo se non sul breve, almeno su un medio o lungo periodo. E la ragione sta nel moltiplicarsi delle immissioni

di carta moneta che le Banche centrali stimolano in chiave anti-recessiva e che sono portatrici (sane ma non troppo) di derive inflattive. Allo stesso tempo l’oro è sinonimo di diversificazione in un’ottica difensiva anche per istituti centrali le cui casse sono colme di dollari statunitensi esposti alla svalutazione - è il caso di quello di Pechino - o per emergenti come Brasile e Kazakistan. L’attrattiva del prezioso diminuisce là dove, l’esempio è l’Italia, per il momento l’inflazione resta contenuta, ma guardando a orizzonti temporali più vasti un suo apprezzamento è qualcosa sui cui scommettere con rischi di fallimento ridotti al minimo. Sempre a titolo puramente personale l’esponente di Bloomberg ha espresso il parere che difficilmente l’oro potrà scendere sotto valori nominali tali da rendere poco vantaggiosa la sua estrazione, onerosa, per le compagnie minerarie. Proprio in virtù del fatto che non solo i risparmiatori ma anche le Banche nazionali ne hanno bisogno per bilanciare la fragilità della carta moneta; e per conseguenza ne fanno incetta.

OUTLOOK ORO E

PREZIOSI

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l’Uomo È CiÒ CHe maNgia

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talking with

Andrea Guarneri, Analista e trader, Kommodities Partners Sa

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andrea guarneri assu-me nel marzo del 1995

la direzione dell’azienda agricola di famiglia (170 ettari di terreno) e paralle-lamente sviluppa l’attività di copertura finanziaria sui mercati dei cereali USA. Si allarga poi al trading su tutte le commodity e sui principali indici azionari. A partire dal settembre 2006 ha svolto il ruolo di analista tecnico e trader sui metalli non ferrosi trat-tati al LME ed il Forex.

E’ docente in corsi di formazione di analisi

tecnica e di strumenti fi-nanziari quali futures ed opzioni. Ha tenuto lezioni sui mercati finanziari pres-so l'Università Bocconi di Milano, viene intervistato con cadenza settimana-le dal canale finanziario Class CNBC. Attualmente svolge l’attività di analista tecnico, trader sulle com-modity, forex ed indici azionari presso Kommo-dities Partners Sa.

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4 • Focus on / Outlook materie prime

65 / 112Uno fra i concetti chiave della filo-sofia del Club FARO è l’approccio

intermarket ai temi delle materie pri-me e a tutto quanto fa loro da corredo e tale visione onnicomprensiva si è ve-nuta col tempo potenziando, abbrac-ciando dal 2012 con i ring e con gli outlook le commodity alimentari. Pro-babilmente, anzi, queste ultime più di ogni altra danno l’idea non solamente della citata metodologia trasversale e inclusiva bensì, su una scala più am-pia, delle direzioni che l’economia globale sta prendendo. A descrivere le rotte del potere e i flussi del capitale che conta la soia è più utile di qua-lunque trattato economico e il motivo di questo ruolo centrale attribuibile al germoglio è stato spiegato nel corso dell’outlook dedicato a food e dintorni del quale è stato protagonista l’anali-sta e trader dell’elvetica Kommodities Partners Sa Andrea Guarneri. «La sua corsa al rialzo», ha detto, «dovrebbe farsi più marcata entro la fine dell’an-no; ma la commodity è già stata al centro di salite importanti verso nuovi massimi di valore rispetto al 2012, at-tesi a verificarsi nuovamente fra il no-vembre e il dicembre di quest’anno. I fondi restano in genere lunghi e la backwardation è forte». L’attenzione a soia e farina di soia è dovuta in misura particolare al fatto che essa è utiliz-zata in larga parte per l’alimentazione

dei bovini dei quali è considerata un nutrimento essenziale. Alla luce di ciò si vede come mentre negli Stati Uniti il consumo di carne bovina, per tradi-zione più costosa rispetto a quella di pollo o di maiale, sia in tempi recen-tissimi calato. Al contrario esso è salito nella Repubblica popolare cinese, per la prima volta in sorpasso su Washing-ton proprio sulla corsia meat. L’incre-mentato benessere della classe media cinese si svela anche in questo modo, oltre che considerando per esempio parametri quali l’intensificarsi delle vendite di carni dall’Australia in dire-zione di Pechino. Mentre per avere un ulteriore spunto intermarket un buon esempio è dato dal mais il cui mercato è influenzato non già soltanto da co-muni dinamiche di consumo nutrizio-nale; bensì pure dal suo sfruttamento come base del carburante alternativo noto come biodiesel.

OUTLOOK MATERIE

PRIME ALIMENTARI

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VeNto iN PoPPa siNo al 2016

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talking with

Enrico Paglia, Research Manager, banchero costa group

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enrico Paglia, laureato in Economia Marit-

tima presso l'Università di Genova, ha iniziato il percorso professionale a Perth, Western Australia, ottenendo una fruttuosa esperienza nei settori ma-rittimo e petrolifero lavo-rando ad un progetto per l'estrazione di petrolio of-fshore presso la Four Van-guard Serviços e Nave-gação Lda. Nel 2005 inizia a lavorare per banchero costa a Genova, prima come broker di compra-vendita navale e succes-

sivamente come analista marittimo al reparto ri-cerche e studi. Nel 2011 ha lavorato per il gruppo banchero costa a Londra come responsabile del reparto studi e ricerche in Europa. Da Agosto 2012 è tornato alla sede di Geno-va, dove continua con la sua attività occupandosi prevalentemente dei set-tori Rinfuse Secche, Ci-sterne e Contenitori. Par-tecipa regolarmente alle più importanti conferenze del settore shipping in Eu-ropa e Medio Oriente.

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i protagonisti

4 • Focus on / Outlook materie prime

67 / 112Inquadrato nella prospettiva di un grande broker delle navi da trasporto

per container o rinfusa secca (dry bulk) come la genovese banchero costa nei circa quattro mesi che hanno separato il 36esimo dal 37esimo FARO il merca-to non è cambiato granché ma nell’o-pinione del responsabile per la ricerca Enrico Paglia si appresta a vedere un rialzo delle consegne. «È preventiva-to per il biennio compreso fra il 2014 e il 2016», ha detto Paglia, «sebbene quest’ultimo potrebbe presentare un trend calante rispetto al 2015. Il nolo è rimasto nel periodo 2012-2013 an-cora piuttosto basso; mentre i cantieri hanno corso il rischio di restare senza navi da costruire e hanno conquistato ordini con prezzi e politiche di vendita agevolanti, puntando sulle navi eco, cioè con tecnologie motoristiche che permettono risparmi a due cifre su carburanti da circa 620 dollari per ton-nellata». Il tema del risparmio ener-getico prende perciò anche la via del mare, avendo Paglia chiarito che im-barcazioni come le Panamax possono divorare sino a 30 tonnellate al giorno di fuel specifico. Sono stati segnalati in flessione i tassi di espansione delle flotte, a ottobre attestatisi attorno a un +7% con avvisaglie di superamento delle istanze legate alla sovra-capacità di stiva. Per quanto riguarda ancora in noleggi le tariffe hanno virato ver-

so l’alto sfondando a fine settembre il tetto dei 40 mila dollari. Un bilan-ciamento del mercato è stato stimo-lato anche dai transiti di grandi scafi Capesize cariche di minerale di ferro e di carbone verso la Cina e l’India in particolare. «Nell’ambito della cantie-ristica», ha però ricordato Paglia, «la domanda è tornata a impennarsi a rit-mi più alti di quelli dell’offerta rifletten-dosi sui prezzi delle nuove costruzioni che ancora nel caso delle Capesize sono arrivati sino alla quota di 50 mi-lioni di dollari, di pari passo coi rialzi del nolo». In linea generale la capacità disponibile resta eccessiva ma gli ar-matori non possono permettersi di rinunciare agli ordini pena il rischio di uscire dal mercato. Un mercato molto particolare dominato da tre principali gruppi multinazionali che ne gestisco-no quasi l’80% orientandone le dina-miche. La nota alleanza P3 è nel det-taglio quella in possesso dei vettori di più grandi dimensioni, con stazze sino a 14 mila Teu: un elemento, quest’ulti-mo, che consente al raggruppamento di accedere a tariffe di trasporto e a li-stini del bunker ribassati, naturalmente a scapito della concorrenza.

OUTLOOK SHIPPING

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Diamo UNa sCossa al merCato

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talking with

Riccardo Tomasoni, Direttore Edlo Energy Srl

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riccardo tomasoni conse-gue la Laurea in Ingegneria

Elettronica presso il Politecni-co di Milano, e matura un’e-sperienza come Project Ma-nager in Itema Group, azienda meccanotessile del gruppo Radici, arrivando a ricoprire il ruolo di responsabile dell’e-lettronica e dell’automazione. Nel 2002 lascia Itema Group iniziando la sua collabora-zione con Energetic Source, operatore con base a Brescia tra i più importanti nell’attività di vendita e trading di ener-gia elettrica e gas naturale in Italia, diventando poi coordi-

natore delle attività relative al gas naturale. Lasciata Ener-getic Source, da fine 2009 al 2012 ha lavorato a Milano in Emmecidue, società operan-te nel campo delle rinnovabili coordinando le attività com-merciali di compravendita di energia. A fine 2012 decide di mettere a frutto l’esperienza maturata nel settore energeti-co gestendo lo start up di una nuova società, Edlo Energy, che si occupa del trading e del presidio logistico, per le società del gruppo di appar-tenenza, di quanto legato ai vettori energetici.

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4 • Focus on / Outlook materie prime

69 / 112Con il direttore di Edlo Energy Srl, bresciana nata come nuova ini-

ziativa imprenditoriale di un gruppo di manager già attivi nel comparto energetico tradizionale e in quello delle rinnovabili, gli outlook del Club FARO hanno toccato un punto molto caldo per i bilanci dell’industria na-zionale. Parliamo naturalmente del conto dell’elettricità e del gas sempre più spesso sotto i riflettori per via della scarsa competitività del Paese in que-sto campo rispetto ai principali rivali continentali e non. «Il nostro sguardo è chiaramente puntato sull’andamen-to dei prezzi», ha detto Tomasoni, «con l’obiettivo finale di una favorevo-le gestione del portafoglio dei clienti e attraverso una strategia che prevede la contrattazione e l’acquisto anche presso società straniere, specie elveti-che o francesi». Nel’ottica di garantire alla clientela tariffe razionali e favore-voli Edlo Energy prende in considera-zione tipicamente una varietà di para-metri a cominciare da quelli del brent e del petrolio, il primo dei quali ha vis-suto in tempi recenti un andamento al ribasso. Il suo valore ha subito un calo da 10 dollari fra settembre e ottobre finendo, mentre andava in scena il 37esimo FARO a quota 105. Probabil-mente anche a causa della perdurante situazione di crisi industriale sull’elet-tricità l’Italia si trova da tempo in una

situazione di over-capacity pur re-stando i costi all’utenza finale sostan-zialmente stabili. Allo stesso tempo si è ridimensionata anche la domanda di gas con una flessione che ha interes-sato anche il segmento residenziale ed è stata in questo caso trainata ver-so il basso dalle più miti temperature dell’inverno anche a Settentrione. Sul bilancio energetico del Paese e sui prezzi di approvvigionamento è tut-tavia da notare, come già accaduto in altri appuntamenti FARO a opera di altri esponenti dell’industria, il peso della politica istituzionale in materia di rinnovabili e, soprattutto, sul foto-voltaico. Per assicurare alle imprese una buona strategia di gestione delle risorse e la minimizzazione dei rischi Edlo Energy propone forme contrat-tuali basate in alternativa su tariffazioni annue fisse oppure rinegoziabili a ca-denze, per esempio, mensili, indiciz-zando i prezzi sulla scorta delle fine-stre temporali più propizie nell’ottica della copertura.

OUTLOOK ENERGy

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gestioNe Del risCHio eNergetiCo sUPPortata Dal moDello maK. il Caso Di sUCCesso Di siram sPa

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talking with

Giovanni Grillo, Managing director di Lowendalmasaï Southern Europe

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giovanni grillo ha ini-ziato la sua carriera

nel campo dell’ingegne-ria nel settore Packaging per poi orientarsi verso il campo della consulenza in Corporate Value Asso-ciates (CVA) a Parigi (1997-1999), Londra e Boston (1999-2001). Nel 2002 è stato co-fondatore di Ma-saï Italia a Milano. In se-guito alla fusione con Lo-wendal ha assunto il ruolo di Direttore Sud Europa della Business Line “Pur-chasing and Cost Perfor-mance” per le sedi di Ma-

drid, Barcellona e Milano. Dal 2010 è Managing Di-rector di Lowendalmasaï Italia e da gennaio 2013 anche delle filiali in Spa-gna e Portogallo. Laurea in Ingegneria Industriale presso l’École Centrale di Parigi e in Economical Engineering al Politecnico di Milano, ha inoltre com-pletato l’Executive PDG Program presso IESE nel 2007, dove è stato part-time professor in “Corpo-rate Strategy”.

who is who

Fabio Meyer, Direttore acquisti di Siram Spa

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4 • Focus on / Outlook materie prime

71 / 112Per gli habitué del club FARO quello del managing director di Lowen-

dalmasaï Southern Europe Giovanni Grillo è un volto ben noto. A Grillo e alla sua società si deve infatti in col-laborazione con Kauffmann&Sons l’elaborazione del modello software-based Mak, la Metodologia di acqui-sto delle Kommodity che è diffusa nel segmento delle materie prime come strumento di copertura dai rischi e dalle perdite. In questa particolare situazione Siram Spa, azienda attiva nella compravendita di energia per la messa a disposizione di metrature cu-biche di spazi riscaldati tramite sistemi di cogenerazione, vi ha fatto ricorso per ottenere una indicizzazione fine e, di fatto, ottimizzata, del suo bilan-cio energetico. «L’obiettivo», ha detto il responsabile degli acquisti di Siram Spa Fabio Meyer dinanzi alla platea dei faristi, «era quello di comprendere che cosa esattamente succedesse ai nostri contratti di vendita e acquisto con il variare dei prezzo delle materie pri-me. Si trattava quindi di capire in quali direzioni si muovesse il portafoglio e proprio per questo abbiamo coope-rato per la costruzione di una pun-tuale analisi di portafoglio mettendo in relazione le tariffe di acquisizione riguardanti la più gran parte dell’attivi-tà di Siram, che è fondata sul gas. Tali tariffe erano in precedenza indicizza-

te sull’andamento di petrolio e brent. Il modello Mak ci ha mostrato che i nostri indici non erano ben correlati. Potevamo certo guadagnare molto in alcuni periodi; ma anche perdere tan-tissimo in altri». Mak fa leva sul con-cetto di valore di rischio o Var, cioè Value at risk con calcoli parametrici che quantificano statisticamente le potenziali perdite o i possibili guada-gni suggerendo o meno la necessità di adeguate coperture oppure di un po-sizionamento, a seconda dei casi, lun-go o corto nell’approvvigionamento. Fra le ipotesi prese in considerazione per l’elaborazione dei dati, anche gli opposti estremi degli scenari più posi-tivi e di quelli in assoluto peggiori, per dar vita a una forma «di hedging non speculativo», ha detto Giovanni Gril-lo, «ma conservativo e utile cioè per lavorare sui margini, tenendo conto del fatto che quel che era quotato a un determinato valore possa poi per-dere o guadagnare. In questo modo Mak riesce a stabilizzare i pericoli e dopo averli valutati può conseguire il suo traguardo principale che è quello della protezione della marginalità dei clienti».

GESTIONERISCHIO ENERGy

Fabio Meyer, Direttore acquisti di Siram Spa

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riNgtime EmatCHiNg

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Premi e coperture sono sta-ti fra i principali temi di di-

battito del ring time dedicato a rame, leghe, piombo e zinco, alla luce tuttavia del fatto che prevedere azioni di medio o lungo periodo è arduo e che allora contenere le strategie al breve termine è ancor più saggio che non necessario. «La discesa dei prezzi di com-modity come l’alluminio», si è potuto ascoltare in sede di di-scussione, «pare anticipare le imminenti decisioni dell’LME ma non coincide per adesso con l’andamento del rame, i cui premi sono saliti anche a cau-sa della corsa spesso forzata a contrattazioni e acquisti spot». Fra gli operatori alcuni hanno evidenziato il ricorso a politi-che di copertura che riescono ad arrivare al 30 o al 40% del fabbisogno per l’intero 2014 e il momento attuale pare favo-revole alle coperture. Sempre dalle parti del dottor Copper si è visto come le aziende tenda-no a utilizzare il metal account di scrap come cassetto di rifor-nimento, ma anche questa for-mula è risultata indebolita dal-

le dinamiche del mercato. In attesa che il fronte tariffario si stabilizzi oppure dopo un rialzo repentino subisca gli scivoloni paventati fra l’altro da Simon Hunt, è stata di interesse la di-scussione sul piombo. In vista c’è un accordo fra Comunità europea e Ucraina perché le forniture di quest’ultima giun-gano nell’Unione senza dazi e a costi più competitivi. L’atte-sa è per le previsioni sui premi saliti lo scorso anno anche a causa degli elevati prezzi delle batterie esauste. Le oscillazioni sui premi sono fortemente av-vertite dagli stessi produttori di batterie, dettisi però persuasi in questa sede di poter formare i clienti ed educare i consuma-tori alle fluttuazioni dell’LME provvedendo nel frattempo a forme di hedging. Altalenante è anche il percorso dello zinco che dopo essere partito a ini-zio 2013 con premi a quota 170 dollari ha vissuto un’impennata che li ha condotti di fatto a 250 dollari per le consegne spot. Così, come per altri comparti e per il rottame e gli acciai in primis l’auspicio è una forma

di calmiere che stabilisca una media fra i prezzi ufficiali della commodity, i premi e non da ultimo le tariffe-spot. Sotto i riflettori anche il nuovo rego-lamento dell’LME che impegna gli stock a consegnare su basi proporzionali rispetto alle gia-cenze.

riNg time / rame e legHe, Piombo e ziNCo

Per i Climi FUtUri È CoNsigliabile CoPrirsi

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Coordinatore / Laura MontelaticiResponsabile Metal position e hedging di Kme Italy Spa

Coordinatore / Piero LagattollaTitolare di Lagattolla Trading Sas

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riNg time / allUmiNio Primario e seCoNDario

DiVisi ma semPre UNitiCoordinatore / Paolo MenossiPresidente Global Consulting Team

4 • Focus on / Ring time e matching

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Come ormai da tradizione il fronte dell’alluminio si pre-

senta anche all’appuntamen-to di ottobre con il Club FARO evidenziando differenze di opi-nione e polso del mercato a se-conda degli operatori. Chi lavo-ra con forte visibilità sull’export, specie fra gli utilizzatori finali, si mantiene in salute. Diverso il caso del manifatturiero più legato al panorama nazionale che sconta la debolezza del-la domanda interna. Con altre commodity in esame l’alluminio condivide il problema dei dazi che si fa con il tempo più sen-tito a causa della concorrenza turca. Il mercato sembra mobile e volubile tanto dal punto di vi-sta dei pani quanto per quel che riguarda le billette che in Italia giungono, per lo più primarie e dall’estero, essendo largamente diminuite le fonti di re-melting interno. Fonti Assomet han-no comunicato che a partire dal gennaio 2014 il dazio sulle billette in lega dovrebbe ridur-si dal 6 al 4%. Si auspica inve-ce un’introduzione di dazi per fermare l’emorragia di rottame a favore della Cina. Dal settore

della motoristica è arrivata l’e-sperienza dell’hedging a favore della clientela ma anche quella di «una escursione peak to peak dei prezzi nel 2012 per valori da 100 dollari circa, con immagi-nabili impatti sui bilanci». Sem-pre dal comparto automotive è stata riportato il caso di un 2013 difficile, per le continue discese del metallo, al punto da impedire l’accumulo di «un tesoretto derivante solitamen-te da oculate politiche di ac-quisto», con rarefatte speranze che il quadro possa cambiare significativamente il prossimo anno. La materia prima non presenta problemi di reperibili-tà al livello dei pani per chi può contare su una supply chain storica consolidatasi nel corso degli anni. I laminati patiscono la sovra-capacità installata in Europa che tempo fa era pro-blematica tipica degli estrusi e lima verso il basso marginalità e valore aggiunto. L’adagio «pic-colo e bello» sembra tuttora valido per gli estrusori operanti su disegno del cliente e non su gamme standard, che si trova-no in una situazione di vantag-

gio rispetto a player più grandi in virtù della maggiore reattività e agilità con cui si dispongono a eventuali mutamenti di stra-tegia. Ma identificano le ragioni del successo con la capacità di innovare con coraggio aumen-tando la loro professionalità e investendo in tecnologia.

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riNg time / aCCiaio e rottami

alle Prese CoN la CareNza Di sCraPCoordinatore / Romano PezzottiPresidente di Assofermet Rottami

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«Dopo un primo semestre negativo il terzo trimestre

della siderurgia italiana ha dato segnali positivi con produzio-ni più regolari e senza impor-tanti rallentamenti fatto salvo un calo ormai fisiologico delle produzioni. Il dato di fine anno potrebbe attestarsi al -10% sul 2012 causa appunto le zavor-re della prima parte dell’anno». Così il presidente di Assofermet Rottami Romano Pezzotti ha aperto il ring time dedicato ad acciaio e scrap che è prosegui-to poi con la descrizione di un mercato in parziale ripresa ma gravato da incertezze ormai ra-dicate. I costi delle materie pri-me sono rimasti accessibili, ma una forte carenza inizia a pesa-re in particolare sul rottame. A dicembre la previsione di due milioni di tonnellate in meno di scrap disponibile ogni anno, emersa da una ricerca fatta da Assofermet, potrebbe dover es-sere ritoccata verso l’alto per il 25%. Il mercato nazionale del rottame si sta confermando in tendenza rialzista in contrasto con quello internazionale e tut-tavia gli aumenti non portano

un maggiore afflusso di mate-riale, incidendo anzi negativa-mente sui costi di produzione. Strategie di magazzino e fisca-lità potrebbero inoltre ridurre la disponibilità di scrap entro l’inizio del 2014. Molto rottame in arrivo dall’estero penetra nei canali italiani tramite operato-ri nazionali e l’importazione è anche influenzata dall’anda-mento del dollaro oggi a 1,37. Lo stesso problema pesa an-che sull’export di acciaio verso il Nord Africa. «Pur di spalmare i costi fissi su volumi di pro-duzione importanti, i player adottano strategie di vendita all’estero a margini molto risi-cati che consentano almeno gli ammortamenti», ha considera-to Pezzotti. È poi povero di do-manda il mercato del tondo da cemento armato, mentre cre-sce quello più profittevole degli acciai speciali, che potrebbero svelare addirittura un aumento della domanda con prezzi na-turalmente pronti a impennarsi. Quanto all’affaire-Riva va sotto-lineato che il gruppo è rimasto in ottimo attivo per gran parte dell’anno, essendo poi stato

frenato dagli eventi giudiziari che al momento risultano risol-ti; mentre più in generale per il comparto siderurgico, rimane il grande problema della scarsa visibilità futura e la breve pro-grammazione delle produzioni. La disponibilità di rottame sul mercato italiano è molto scar-sa e per i produttori di acciaio si impone la scelta obbliga-ta dell’import di scrap poiché il gettito del mercato interno soddisfa solo il 70% del fabbi-sogno. Si prevedono per l’ini-zio del 2014 forti tensioni sulle materie prime per soddisfare le produzioni di acciaio che da giugno sono costanti su buoni volumi. L’auspicio è un calmie-re sui costi del rottame, in un segmento in cui le vendite da player emergenti molto aggres-sivi, stanno di fatto invadendo il fronte dell’Unione europea senza difficoltà.

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i protagonisti

riNg time / eNergy

l’eNergia È qUestioNe Di momeNtiCoordinatore / Riccardo TomasoniDirettore di Edlo Energy Srl

4 • Focus on / Ring time e matching

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Riprendendo una direttrice avviata già lo scorso anno

quando a fare il punto sul mer-cato energetico al FARO provvi-dero i responsabili di una multi-nazionale del settore di origine tedesca; gas ed elettricità sono tornati a far parte della proposta del 37esimo appuntamento con il Club a Bergamo. L’organizza-zione ha mostrato così di voler indirizzare uno fra i più sentiti bisogni del business nazionale, alle prese con un costo energe-tico decisamente, anche se per percentuali variabili, più onero-so rispetto a quello sostenuto dai principali concorrenti eu-ropei. Non a caso il ring time di settore ha vista la partecipazio-ne di aziende in prevalenza di media dimensione per le quali il contenimento dei budget per l’alimentazione degli impianti è un fattore competitivo cruciale. Gestirlo in modo oculato è si-curamente possibile anche per il tramite di società come quella del coordinatore del dibatti-to stesso Riccardo Tomasoni, forte di una esperienza a tutto tondo maturata sia presso so-cietà dell’energy tradizionale sia

nel segmento delle rinnovabili. In seno a Edlo Energy Srl si oc-cupa ora di consulenza sul por-tafoglio energetico dei clienti e dell’intermediazione fra pro-duttori e consumatori con uno sguardo costantemente rivolto ai panorami esteri e in partico-lare a quelli elvetico e francese. In occasione del ring time la discussione si è focalizzata sul contenimento registrato dai costi energetici, in particolare in ambito wholesale, nel corso del 2013, nell’aspettativa concreta che il riposizionamento possa continuare anche nell’imme-diato futuro, visto pure che i partecipanti hanno alluso allo scorso anno come a «un mo-mento di svolta importante» per l’energia. Sulla tempestività pare in effetti fondarsi la com-ponente più strategica delle politiche di acquisto di energia, solitamente dominate secondo quanto ascoltato al ring time da contratti a prezzo fisso. «L’at-teggiamento verso il mercato liberalizzato», si è detto, «deve essere propositivo e reattivo e la scelta della finestra tempo-rale più propizia alle contrat-

tualizzazione si è rivelata ele-mento decisivo». Parametri di riferimento essenziali, come mostrano in queste stesse pa-gine anche le argomentazioni dell’outlook, sono per il fronte energetico il brent e il petrolio. La loro lettura è inevitabile e ha un peso importante. Da sola e senza tempismo e strategie strutturate potrebbe tuttavia non bastare.

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KaUFFmaNN&soNs

Primi per chi acquista Materie Prime

missioN

Trasmettere ai clienti le logiche di acquisto degli strumenti finanziari, per gestire il rischio in maniera metodologicamente corretta.

Diffondere la cultura del Commodity Club, come risorsa preferenziale per lo sviluppo economico e la crescita professionale.

Facilitare il cambiamento attraverso un coaching costante e la realizza-zione di una rete di professionisti consapevoli ed innovativi, stimolando e indirizzando le energie, aiutando a prendere consapevolezza delle pro-prie potenzialità.

oPeratiVitÀ CoNCreta

K&S segue le aziende industriali nel loro viaggio, grazie a una consulenza completa sull'andamento dei mercati valutari e delle materie prime, ed a un sostegno stabile dato dagli appuntamenti FARO e FARO Up.

E' un supporto costante nella comprensione e valutazione dei meccani-smi di mercato, nell'elaborazione di strategie d'acquisto e nel processo decisionale in generale.

L'elaborazione dei dati si avvale delle più moderne tecniche di analisi valutaria e finanziaria, permettendo la gestione del rischio di cambio e di oscillazione delle materie prime.

ComPeteNza, eqUilibrio, sPeCializzazioNe: da questi 3 fattori fon-damentali nasce il valore delle nostre analisi, punto di riferimento quoti-diano per numerose grandi aziende industriali che le usano per guidare le loro scelte e strategie d'acquisto.

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KaUFFmaNN&soNs ForNisCe serVizi iNtegrati e sPeCializzati alle azieNDe iNDUstriali Per aiUtare e ottimizzare le attiVitÀ Di aCqUisto Delle materie Prime e Dei metalli NoN Ferrosi.

Organizzatore da oltre dieci anni di FARO, il Club delle materie prime unico nel suo genere, ha raccolto più di 1.500 presenze di imprenditori, amministratori, direttori supply chain e buyer di aziende operanti a stretto con-tatto con le Commodity.

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FARO è il Commodity Club internazionale.Gli incontri FARO si svolgono periodicamente in location dell’eccellenza industriale, e comprendono tavole rotonde e conferenze con economisti di reputazione indiscussa ed esperti del mercato finanziario e di approvvi-gionamento. Un vero consulto fra esperti mondiali del settore, per definire il quadro del mercato e individuare le scelte più vantaggiose.

Imprenditori, manager della supply chain e buyer che vogliono condivide-re una serie preziosa di opportunità di sapere e di business.

Perché è l’unico Club delle materie prime e dei metalli che unisce un co-mitato scientifico composto da produttori e trasformatori di metalli indu-striali, analisti, a incontri OneToOne e tavoli di discussione e matching, nei quali gli operatori dello stesso mercato possono confrontarsi sulle proble-matiche contingenti, le soluzioni adottate e gli strumenti utilizzati.L’Obiettivo: avere una visione chiara del mercato, individuando le strategie di acquisto più efficaci e competitive.

Appuntamenti Main distribuiti su due giornate, ospitati da location partner industriali che rappresentano l'eccellenza a livello internazionale.

La prossima tappa sarà 03/04 aprile al Museo Ferrari, Maranello.

ma NoN solo.grazie a Faro UP, ogNi terzo merColeDì Del mese qUalCosa si mUoVe… stay CoNNeCteD!

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CHi si oCCUPa Dell’aCqUisto Di materie Prime e metalli iNDUstriali Ha UNa risorsa iNDisPeNsabile: Faro, l’UNiCo ClUb iNterNazioNale Del settore.

Networking, scambio, conoscen-za e cross-fertilization sono le pa-role chiave del Club.

Progresso personale e professio-nale in termini di contenuti, cresci-ta continua e senso di scoperta.

Entra a far parte del network FARO, che in dieci anni di attività ha rac-colto oltre 1.500 presenze di im-prenditori, amministratori, direttori supply chain e buyer di aziende operanti nell’ambito della produ-zione, trasformazione, commercio e utilizzatori di metalli non ferrosi e acciaio, nonché dei comparti gre-en, energy e food.

Sii parte attiva del progresso e dello scambio: 150 partecipanti ad ogni appuntamento, lieti di ap-profondire la conoscenza di realtà industriali italiane che si distinguo-no per il prestigio, l’innovazione, la ricerca, la qualità, con l’ulteriore opportunità di confrontarsi, con-dividere esperienze, scambiare informazioni, sviluppare relazioni di business.

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84 / 112 Avere grandi obiettivi è bello, raggiungerli è meglio. Per questo c’è la for-mazione continua di FARO Up: FARO come una visione più ampia, Up come upgrade di competenze.Giornate di aggiornamento e corsi ad alta specializzazione che coinvolgo-no le attività aziendali legate all’acquisto delle materie prime.Un decisivo fattore di crescita personale, professionale e aziendale.

E' il programma di formazione che si realizza attraverso giornate a te-matica verticale, corsi, webinar, seminari e workshop interaziendali, in house o personalizzati.I corsi sono specifici e specializzati su diversi ambiti di competenze: dal risk management alla lean production, dal monitoraggio del budget ai temi fiscali, dalle tecniche di trading nelle borse merci alla gestione dell’emotività e dello stress.

Per l’intero management, per chi vuole migliorare continuamente, espandere e affinare la propria competitività personale e aziendale ac-quisendo competenze mirate.

FARO Up si basa sull’esperienza ventennale di Kauffmann&Sons nel settore dell’analisi dei mercati delle materie prime.I docenti e relatori sono analisti, trader, broker, economisti, psicologi ricchi di curriculum e di capacità di trasferire le proprie competenze, facendole diventare parte integrante del patrimonio professionale dei partecipanti.

Ogni terzo mercoledì del mese qualcosa si muove...

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Faro UPla formazione che aggiunge valore

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Faro UP / sPeCiale WebiNar18 settembre - 30 settembre 2013

FARO UP è ANCHE WEBINARFar

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Con l'intento di seguire e ac-compagnare al 37° evento

del Commodity Club tutte le aziende del comparto, ai mi-crofoni, il 18 e il 30 settembre, si sono alternati due esperti inter-nazionali: Edward Meir di INTL FCStone e Simon Hunt di Si-mon Hunt Strategic Services Ltd. Edward Meir, timoniere del pri-mo appuntamento web, ha con-dotto i partecipanti nella rasse-gna di tutte le previsioni sul 2014, portando la sua sempre accurata e premiata view sui non ferrosi, e segnalando un ampliamento dei range di tutte le materie prime di riferimento. In ultima battuta, un confortante “the recession in Eu-rope seems to be finished”.

La settimana successiva è il re-latore del tanto atteso Panel di

discussione su Congiuntura Ci-nese e Manovre di Quantitative Easing, Simon Hunt, a dibattere sul modello di sviluppo cinese, sulla Shanghai Free Trade Zone e sull’andamento dei metalli. Molti gli interrogativi che l’esperto di Rame e mercato cinese ha sa-puto sciogliere. Tra le previsioni fatte, quella di una fine 2013 e un inizio 2014 molto rialzista. Il motivo? La zona franca di Shanghai attirerà importazioni di materie prime e l'apertura di nuove aziende anche di origine straniera.

stay Connected!

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FabbriCa D'armiPietro beretta

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Member

qUali soNo attUalmeNte i PaNorami moNDiali Di maggiore iNteresse Per beretta?

Siamo un’azienda dal respiro globale presente in oltre cento Paesi. Fra questi gli Stati Uniti offrono gli sbocchi più importanti, seguiti da Europa e Asia. Lavoriamo sia in ambito civile sia in ambito difesa e ordine pubblico in un mercato, quello delle armi, talora difficile da interpretare e nel quale una sola grande commessa è sufficiente per cambiare segno ai bilanci. La caccia e il tiro sono in crescita ovunque, a eccezione dell’area Mediterranea; per i pro-dotti militari le relazioni migliori sono con Paesi estranei alla Nato e in forte sviluppo: India, Brasile, Sudafrica, le tigri d’Asia. Esclusa la Cina.

Come giUDiCa il merCato Delle materie Prime Delle qUali beretta Fa Più sPesso Uso?

Acquistiamo soprattutto acciai, polimeri, leghe leggere e acciai speciali cui è estraneo l’andamento altalenante di tante commodity. I nostri fornitori sono per lo più europei e italiani, statunitensi in minima parte. Data la nostra focalizza-zione radicata anche la supply chain dev’essere specializzata e legata a noi da relazioni solide e durature. Ma su alcune tecnologie Paesi come l’India sono in netto progresso.

CHe PreVisioNi si seNte Di esPrimere sUl CiClo eCoNomiCo globale a breVe-meDio termiNe?

Sono moderatamente ottimista. Mi sembra di percepire una certa aria di ripresa e molta voglia di fare. Anzi, sento diffondersi un autentico bisogno di fare. Credo che ancorandoci a esso e tornando alla concretezza e alla proposizione di vero valore attraverso i prodotti si possano ottenere buoni risultati. Può vincere chi innova ma l’innovazione deve toccare l’intera filiera con la ricerca di soluzioni a favore dei clienti e novità di processo e approccio al mercato. Tralasciare aspetti come l’e-commerce o il design è oggi impensabile. Le rivoluzioni non sono ne-cessarie: a volte basta importare una buona idea da mercati e industrie diverse e nei quali funzionano. Una crescita è a mio avviso alle porte ma il mercato è forse cambiato per sempre e va interpretato. Vale per l’Italia e a maggior ragione per la Lombardia e il territorio bresciano o bergamasco che pure nell’ambito della trasformazione dei metalli può guardare a settori in ascesa come il biomedicale.

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Colloquiando con Carlo Ferlito, Direttore Generale della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Spa

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Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Spa, è un’azienda italiana nata dal sogno e dalle capacità di un artigiano rina-

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scimentale che, grazie al coraggio, alla visione ed alla tenacia della sua discendenza (giunta alla quindicesima generazione), è divenuta un nome riconosciuto a livello internazionale per contenuti tecnologici e di performance e per l’Italian style che caratterizza i suoi prodotti.

Dalla più antica “fattura di vendita'' datata 3 ot-tobre 1526, oggi conservata nell'archivio dell'ar-senale di Venezia, quasi cinquecento anni di provata attività lavorativa hanno consentito a Beretta di sviluppare un know how unico.

In costante equilibrio fra tradizione e inno-vazione, Beretta coniuga l'avanguardia della meccanica, dei moderni centri di lavoro a con-trollo numerico, assistiti da robot, con l'eccel-lenza artigianale delle lavorazioni manuali.

Una divisione produttiva è interamente dedi-cata alla realizzazione di fucili del segmento premium, prodotti su misura sulle specifiche del cliente, curati da esperti armaioli in ogni dettaglio estetico e funzionale e impreziositi da raffinate incisioni, realizzate a mano dai più qualificati ed abili maestri incisori.

A Melbourne, nel 1956, Beretta vince la sua prima medaglia d'oro olimpica nel tiro al piattello. Da allora le vittorie Beretta, nelle maggiori competizioni, si sono succedute con frequenza.

Ai Giochi della XXX Olimpiade di londra (2012), Beretta riconferma la propria vocazione sporti-va vincendo un oro, un argento e un bronzo.

i protagonisti

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more oN / beretta.com in short

Dipendenti nel mondo

Fatturato nel 2012566mln

2.625€ 500anni di

attività

impresa famigliare alla

15magenerazione

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Siemens PLM Software è leader nella fornitura di software per la gestione del ciclo di vita dei prodotti (PLM). Aiuta migliaia di aziende a realizzare prodotti eccellenti ottimizzando i loro processi di ciclo di vita, dalla pianificazione allo sviluppo, dalla produzione all’assistenza.

Offre soluzioni aperte per dare la libertà di utilizzare e combinare tutti gli strumenti i dati necessari e complete che aggiungono valore lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.

Realizzare prodotti eccellenti non è mai stato così difficile come oggi. I prodotti diventano sempre più complessi, così come i processi per fabbricarli. Siemens PLM Software è impegnata attivamente per affrontare queste sfide. Per questo ha creato una nuova visione chiamata “High-Definition PLM”.

L’obiettivo della strategia HD-PLM è di fornire a tutti coloro che sono coinvolti nella realizzazione di un prodotto le informazioni di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno, per prendere le decisioni più efficaci. Non devono essere co-stretti a cercare le informazioni: sono le informazioni a trovare loro. E non devono interpretare le informazioni che ricevono, perché arrivano in un modo immedia-tamente comprensibile, in una forma adeguata al loro ruolo.

La visione HD-PLM si basa su tre concetti chiave:

•integrare le informazioni in maniera intelligente per estrarre valore da grandi volumi di dati molto variegati, offrendo agli utenti un supporto utile alle loro decisioni

•preparare la nostra architettura Plm per il futuro per tutelare i vostri investimen-ti nelle nostre soluzioni, ridurre al minimo i costi di gestione e aiutarvi a trarre vantaggio dal cambiamento

•offrire all’utente un’esperienza “ad alta definizione” in modo che tutti coloro che sono coinvolti nella realizzazione dei prodotti ottengano le informazioni ne-cessarie in una forma idonea alle loro mansioni, nel modo più semplice e rapido possibile.

Fornendo informazioni integrate in maniera intelligente esattamente al momento giusto, nel contesto corretto e con l’esatto livello di dettaglio richiesto da ogni persona coinvolta nel processo del ciclo di vita del prodotto, l’HD-PLM può aiuta-re l’azienda a raggiungere nuovi livelli di produttività, a prendere decisioni efficaci e tempestive, e a realizzare grandi prodotti. Questa è la visione dell’HD-PLM... e questo è l’obiettivo di Siemens PLM Software.

siemeNs Plm soFtWare

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siemens Plm software, una busi-ness unit della Divisione Industry Automation di Siemens, con 7 mil-ioni di licenze e oltre 71,000 clienti, è leader mondiale nella fornitura di software e servizi per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM). Con sede centrale a Plano, in Texas, Siemens PLM Software col-labora con le aziende per fornire soluzioni aperte consentendo loro di prendere decisioni più efficaci e, quindi, realizzare prodotti migliori. Per maggiori informazioni sui prodotti e i servizi di siemens Plm software, visitare il sito www.siemens.it/plm

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La Svizzera, e in particolare il Canton Ticino, è indubbiamente una localizzazione ideale per domiciliare affari, sviluppare business e contatti, e creare una posizio-ne strategica al centro dell’Europa.

La piazza finanziaria elvetica è garanzia di riservatezza, sicurezza, flessibilità e stabilità. Ecco perché la Svizzera è tra le mete più ambite di imprenditori, indu-striali e professionisti di tutto il mondo. Il sistema bancario è forte, l’imposizione fiscale moderata, sia a livello societario che per gli individui.

Il quadro economico è reso ancor più favorevole dalla burocrazia estremamente snella e dalla certezza del diritto.

Inoltre numerosi trattati bilaterali facilitano scambi di merci e servizi con l’estero. Possiamo sintetizzare il tutto menzionando il primo posto occupato dalla Sviz-zera secondo il World Economic Forum.

Dal punto di vista fiscale, una società nel Cantone Ticino soggiace ad una tassa-zione media sull’utile pari al 20% circa. L’imposizione da distribuzione di dividen-di è fortemente mitigata dai trattati contro la doppia imposizione.

Altri vantaggi offerti dalla Svizzera consentono alle società di ottenere agevola-zioni in caso di apporto di tecnologie innovative. E altro ancora…

Con l’arrivo di Gruppi stranieri si sono sviluppate anche le Family Office, con scopo di gestire i grandi patrimoni.

Oltre a questi servizi, accompagniamo società, dirigenti e famiglie che desidera-no trasferirsi nel nostro Paese.

www.safigest.ch

Servizi fiduciari Servizi fiscaliInternazionalizzazione Consulenza aziendale

Safigest Sa la sVizzera Per sVilUPParele ProPrie attiVitÀ

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www.safigest.ch

Servizi fiduciari Servizi fiscaliInternazionalizzazione Consulenza aziendale

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saFigest saCorso Elvezia, 256900 Lugano CH t. / 0041 91 911 68 30 e. / [email protected]. / www.safigest.ch

i protagonisti

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Per info e prenotazioni:Agenzia viaggi Bontravel - (0039) 0365 503387 - [email protected]

www.aquariuswatamu.com

KENYA

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i protagonisti

Partner

VaNtaggi Per i PartNer Del ClUb:

• partecipare alle sessioni a porte chiuse e agli appuntamenti FARO Up con la possibilità di invi-tare collaboratori, clienti e fornitori;

• far crescere le competenze e le conoscenze della rete di business (dipendenti, clienti, forni-tori);

• promuovere il marchio e l'attività nella filiera delle materie prime attraverso il pacchetto com-pleto di visibilità (tutti gli strumenti/canali di co-municazione utilizzati per FARO);

• creare contatti con i decisori aziendali del setto-re (imprenditori, manager della supply chain e de-gli acquisti), coloro che partecipano agli appunta-menti e gli oltre 3.500 operatori professionali che ricevono regolarmente le informazioni di FARO.

imPreNDitori, maNager Della sUPPly CHaiN e bUyer CHe CoNDiViDoNo UNa serie Preziosa Di oPPortUNitÀ Di saPere e Di bUsiNess.

5 • Welcome to FARO / Partner

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Per info e prenotazioni:Agenzia viaggi Bontravel - (0039) 0365 503387 - [email protected]

www.aquariuswatamu.com

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BREMBO sPA

Brembo è azienda leader nella produzione di sistemi frenanti ad alte prestazioni per auto, moto e veicoli commerciali, nonché di frizioni, sedili, cinture di sicurezza e altri componenti per il settore racing. L’azienda opera in 16 Paesi di 3 continenti, con 22 stabilimenti e siti com-merciali.

C. stEINWEG - GMt sRL

Membro del gruppo Steinweg, leader mondiale nel settore logistico delle materie prime, opera da oltre 60 anni in Italia fornendo movimentazione, stoccaggio e trasporto di metalli non ferrosi, ferro leghe, acciaio, legname e merci varie.

5 • Welcome to FARO / Partner

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s.A. EREDI GNUttI MEtALLI sPA

Il Gruppo Eredi Gnutti Metalli è leader in Italia e in Europa nella produzione di barre di ottone e di nastri di rame e sue leghe, dall'ottone al bronzo. Qualità, servizio, innovazione e svilup-po sostenibile: metallurgia dal 1860.

HyDRO ALUMINIUM

Fornitore di allumino a livello mondiale con at-tività che coprono l’intero processo produttivo, dall’estrazione della bauxite alla produzione di alluminio estruso, di laminati e di sistemi per l’edilizia. Con sede in Norvegia l’azienda impie-ga 23000 persone in più di 40 paesi.

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KOFLER sPA

Società che si occupa della lavorazione e della com-mercializzazione dei metalli non ferrosi. Specializzata nella produzione di zinco termico in pani, polveri di zinco e derivati, esegue il ciclo completo di raffina-zione partendo dai sottoprodotti della zincatura a caldo e da rottami.

LIGURE MEtALLI sRL

Ligure Metalli Srl è costituita da un team di esperti presenti da oltre 30 anni sul mercato dei rottami metallici non ferrosi (zinco, alluminio, rame, piombo, ottone, bronzo, acciaio INOX) e dei pani di piombo, e   da alcuni anni anche del settore dei grezzi e dei semi-lavorati quali pani di zinco, stagno e sfere di zinco.

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LOWENDALMAsAï

Società di consulenza di direzione specializzata in Enterprise Cost Management, aiuta le azien-de a migliorare le proprie performance preser-vando al contempo il capitale umano.

MEtEF 11-13 GIUGNO 2014, vERONAFIERE

Expo of customized technology for the alu-minium and innovative metals industry.Un unico evento con quattro saloni specializzati:Metef / Foundeq / Metalriciclo / Alumotive

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sAPA PROFILI sRL

Leader mondiale nell’estrusione di alluminio: vicini al cliente, abbiamo sempre il profilo giusto per la migliore soluzione! Così puoi dedicarti al tuo lavoro, all’alluminio ci pensia-mo noi!

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kes.it

In diretta sullo schermo del tuo computer

tutti i lunedì alle 11:45

In diretta dalla City al tuo computer

Dedicato a buyer e responsabili budget che vogliono avere ogni settimana il polso del mercato.

Dati live delle Borse Merci e Azionarie, Valute, Indice di riferimento delle commodity CRB, focus dettagliati su commodity industriali e agroalimentari.

A tutto vantaggio del budget.

iProtagonisti_33.indd 48 20/7/12 1:20 PM

L’appuntamento fisso e imperdibile con l’analisi intermarket.

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i protagonisti

Member

VaNtaggi Per i member Del ClUb:

• partecipare alle sessioni a porte chiuse e agli appuntamenti FARO Up;

• far crescere le competenze e le conoscenze della rete di business (dipendenti, clienti, forni-tori);

•promuovere il marchio e l'attività nella filiera delle materie prime attraverso il pacchetto base di visibilità (strumenti/canali di comunicazione utilizzati per FARO);

• creare contatti con i decisori aziendali del set-tore (imprenditori, manager della supply chain e degli acquisti), coloro che partecipano agli ap-puntamenti e gli oltre 3.500 operatori professio-nali che ricevono regolarmente le informazioni di FARO.

imPreNDitori, maNager Della sUPPly CHaiN e bUyer CHe CoNDiViDoNo UNa serie Preziosa Di oPPortUNitÀ Di saPere e Di bUsiNess.

5 • Welcome to FARO / Member

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kes.it

In diretta sullo schermo del tuo computer

tutti i lunedì alle 11:45

In diretta dalla City al tuo computer

Dedicato a buyer e responsabili budget che vogliono avere ogni settimana il polso del mercato.

Dati live delle Borse Merci e Azionarie, Valute, Indice di riferimento delle commodity CRB, focus dettagliati su commodity industriali e agroalimentari.

A tutto vantaggio del budget.

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ALLUMINIO sAMMARINEsE sPA Specializzata nella produzione di profili a disegno per l’industria in genere e in partico-lare per i settori auto-motive, elettronica e arredamento. Effettua anche lavorazioni meccaniche e finiture superficiali. Tutto il ciclo produttivo è eseguito all’interno dell’azienda, in modo da assicurare la qua-lità dei prodotti e il migliore servizio.

ARIstON tHERMO GROUP Fondata nel 1930, Ari-ston Thermo Group è tra i leader mondiali nel settore del riscal-damento dell’acqua e degli ambienti. Nel 2012 il Gruppo ha raggiunto un fatturato di € 1,32 miliardi e ha venduto 6,9 milioni di prodotti in oltre 150 Paesi; conta 6.700 dipendenti, 42 società e 6 uffici di rappre-sentanza in 29 paesi. Il Gruppo offre una gamma completa di prodotti, sistemi e servizi principalmente con i marchi Ariston, Elco, Chaffoteaux e Racold.

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ARO tUBI tRAFILERIE sPA Da oltre 65 anni Aro Tubi è produttore di tubi di alluminio e componenti destinati all’industria Automo-tive, Refrigerazione, HVAC&R e Caldo con sedi in Europa e Sud America.

CALEFFI sPA Da 50 anni, Caleffi è leader nella produ-zione Made in Italy di componenti per im-pianti di riscaldamen-to, condizionamento e idrosanitari con alimentazione tradi-zionale e da fonti ad energie rinnovabili.

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CAMAR sPAProduce da 50 anni articoli tecnici inno-vativi che risolvono le più svariate esigenze di livellazione di ogni genere di mobile (cucine, mobili da sa-lotto, camere da letto, bagni).

CANEstRINI BROs sRLSin dal 1970 Canestri-ni Bros Srl è interme-diario ben noto in tut-to il mondo di rottami ferrosi e metallurgici, prodotti di consumo correlati, impiantistica ed attrezzature per fonderie ed acciaierie.

CROMODORA WHEELs sPADal 1962 è una delle prime aziende produttrici di ruote forgiate e fuse in lega di magnesio per uso competitivo nonché leader nell’innovazione tecnologica del processo di fusione della lega d’alluminio in bassa pressione con trattamento termico. Negli ultimi anni ha introdotto la tecnologia Flowforming che rende i cerchi in alluminio ancora più leggeri. E’ fornitore ufficiale delle case automobilistiche più prestigiose: BMW, Jaguar-Land Rover, Daimler, Porsche, AUDI, FIAT, VW, Skoda.

DUCAtI MOtOR HOLDING sPADucati costruisce emozioni dal 1926. Le moto più affascinanti del mondo sono il frutto dell’impegno nelle competizioni e sono l’espressione di tecnica raffinata, de-sign inconfondibile e passione pura.

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ECO-BAt sPAEco-Bat, appartenen-te al gruppo EcoBat Technologies, è le-ader nel settore del riciclo del piombo. La competenza tecni-ca, acquisita in oltre cinquant’anni di espe-rienza, e i moderni impianti sono una solida garanzia per il rispetto dell’ambiente.

EDLO sPAEdlo Energy è leader nella compravendita di elettricità e gas naturale. Sviluppo, centralità del cliente, efficienza operativa e organizzativa sono i valori portanti dell'a-gire quotidiano dell'A-zienda.

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ELICA sPAIl marchio Elica nasce nel 1970 con una grande aspirazione: portare il benessere dell’aria in tutte le cu-cine del mondo. Elica propone un modo nuovo di pensare la cappa, che diventa un oggetto in grado di dare carattere e distinzione a ogni cucina.

EstRAL sPANata nel 1974, Estral Spa è da anni leader nel mercato dei profi-lati estrusi in lega d’al-luminio. Da 40 anni studiamo, sviluppiamo e produciamo profi-lati estrusi a disegno in lega di alluminio. Le nostre capacità imprenditoriali, le conoscenze tecnico- produttive e la pro-fessionalità dei nostri collaboratori sono al servizio dei clienti per progettare e realizzare i loro prodotti con la massima qualità. Pro-duciamo oltre 55.000 tons/anno di profilati di alta qualità con 6 linee d’estrusione.

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FABBRICA D’ARMI PIEtRO BEREttA sPANata nel 1526, è oggi conosciuta a livello mondiale per tecno-logia, performance e per l’italian style che caratterizza i suoi prodotti, tra i quali i fucili realizzati su misura per i sin-goli clienti. Coniuga l'avanguardia dei moderni centri di lavoro a controllo numerico con l'eccel-lenza artigianale delle lavorazioni manuali nell’assemblaggio e finitura.

FONDERIE PANDOLFO sRLBillette high-tech: billette di alluminio di alta qualità, otte-nute con macchinari tecnologicamente avanzati e processi di produzione ecocom-patibili sono il fiore all’occhiello delle Fonderie Pandolfo di Maniago.

GERLI MEtALLI sPAOpera da oltre un secolo nel trading e nella distribuzione di metalli non ferrosi, ferroleghe e ghise, offrendo una gamma completa di servizi commerciali, finan-ziari e logistici.

GEWIss sPALeader mondiale nella produzione di solu-zioni integrate per le installazioni elettriche di bassa tensione: oltre 20.000 prodotti in grado di soddisfare le esigenze in ambito residenziale, indu-striale e terziario.

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GIOttA sRLLa Giotta Srl, con ma-gazzino in provincia di Sondrio, in un’area di 25.000 mq, dagli anni 70 si occupa di: commercio, prepara-zione per acciaierie e fonderie di metalli fer-rosi e non, leghe inox, trasporto stoccaggio e recupero di rifiuti, demolizioni strutture industriali.

GUALA CLOsUREs GROUPProduce oltre 10 miliardi di chiusure all’anno per bevande alcoliche, analcoliche, vino, olio, settore far-maceutico e bottiglie in PET, con 26 sta-bilimenti in 4 diversi continenti.

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INDEsIt COMPANy sPATra i leader in Europa nel mercato dei gran-di elettrodomestici; leader assoluto in Italia, UK e Russia. Con 14 stabilimenti produttivi in Italia, Polonia, UK, Russia e Turchia, occupa 16.000 persone. Indesit, Hotpoint e Scholtès i principali marchi.

ItALIAN CABLE COMPANy sPALeader nel settore dei cavi per l’industria e il trasporto di energia, il gruppo oltre all’ unità produttiva di Berga-mo conta due joint-venture, Electroplast in Romania e Tecno-indusil in Argentina.

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KME ItALy sPACon 14 siti produttivi ed una rete di società commerciali, KME è il maggior produttore al mondo di semilavorati in rame e sue leghe (fili esclusi), servendo settori industriali di primaria importanza.

LAGAttOLLA tRADING sAsAgente di vendita in Italia a nome e per conto di produttori e trader esteri di metalli non ferrosi, con par-ticolare riferimento a piombo, zinco e ver-gella di rame.

MAZZONEttO sPAPrima società in Eu-ropa a produrre il plu-viale CONID, il tubo elettrosaldato. Suc-cessivamente ha svi-luppato altri accessori legati al mondo della lattoneria (gomiti e spostamenti). Oggi opera nel settore del-le coperture in metal-lo attraverso metalli di elevato livello qualita-tivo e innovativo.

MEtRA sPADal 1962 produce profilati in alluminio che poi vengono trasformati in diversi sistemi per l’industria e l’edilizia: dai grandi profilati strutturali per il settore dei trasporti alle facciate conti-nue, finestre, porte e persiane di qualsiasi forma, colore e di-mensione.

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MONtENEGRO sRLÈ il 1885, nasce uno dei più famosi simboli della tradizione liquo-ristica italiana, l'Amaro Montenegro. L'atten-zione per la qualità e il rispetto della tradi-zione hanno sempre contraddistinto il processo produttivo. Il Gruppo Montene-gro ha costantemente investito sui propri marchi e oggi ha importanti obiettivi di crescita sui mercati esteri.

MP FILtRI sPADa oltre quarant’anni MP Filtri Spa è leader nella filtrazione per l’oleodinamica. MP Filtri Spa produce in Italia e vende in tutto il mondo, filtri, com-ponenti strutturali ed accessori per sistemi oleoidraulici indu-striali e per le appli-cazioni su macchine mobili.

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NICOtRA GEBHARDt sPA Il Gruppo Nicotra Gebhardt rappresenta uno dei più importanti gruppi nel settore della ventilazione, offrendo diverse so-luzioni di ventilatori centrifughi, elicoidali, estrattori da tetto e ventilatori per fluidi di processo.

PFA sRL UNIPERsONALEL’azienda è specializ-zata nell’estrusione e nella trafilatura dell’al-luminio e di una vasta scelta di leghe legge-re per illuminotecnica, arredamento, ferro-viario, navale, fotovol-taico. È stata la prima in Europa ad ottenere certificazione Iso-TS per l’automotive.

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PROFILAtI sPAOpera nella pro-duzione di profili estrusi in alluminio, nella progettazione e realizzazione di si-stemi in alluminio per serramenti e nella la-vorazione meccanica e finitura dei profili a disegno.

RIELLO GROUPPresente in Italia dagli anni ‘20, Riello Group è leader mondiale nella produzione di bruciatori e prota-gonista europeo nel mercato dei prodotti e dei servizi per il riscaldamento e la climatizzazione.

sCHIAvEttI LAMIERE FORAtE sRLFondata nel 1861. Ora produce lamiere Forate standard o su richieste specifiche del cliente e dal 2008 profilati metallici. Certificata UNI EN ISO 9001, SA8000 e CSTB. Esporta oltre il 50% della produzione.

sIDER ROttAMI ADRIAtICA sPASi occupa di recupe-rare metalli dai rifiuti, con i due siti in Pesaro e Jesi (AN), lavora e immette nel mercato circa 200.000 tons di rottame. Distribuisce 30.000 tons di allumi-nio secondario con la struttura commerciale a Mosca.

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sILCA sPAAll’interno del Gruppo Kaba Silca rappresen-ta un marchio di riferi-mento per il business della duplicazione chiavi. È un’azienda di eccellenza per la progettazione e pro-duzione di chiavi, di macchine duplicatrici professionali e indu-striali e di accessori dedicati alla produ-zione e lavorazione chiavi grezze.

sIt LA PRECIsA sPASede a Padova; pre-senze industriali e commerciali dirette in 25 Paesi di Eu-ropa, America, Asia e Australia (1.700 addetti), stabilimenti produttivi in Italia, Olanda, Romania, Messico e Cina. È tra i leader mondiali nello sviluppo e pro-duzione di sistemi di controllo combustio-ne per apparecchi a gas di riscaldamento domestico, cottura industriale e grandi elettrodomestici.

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stEMIN sPA Azienda tra i leader europei nel campo del recupero e riciclo di materiali ferrosi e non, che si avvale di processi industriali tecnologici ad emis-sioni zero. L’industria che rispetta l’am-biente.

tE-sA sRLTE-SA termosanitaria è un’azienda produt-trice di componenti per idrotermosani-tari, integrati per le istallazioni a basso consumo e rispetto ambientale. In grado di soddisfare tutte le esigenze in ambito residenziale ed indu-striale.

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tvs sPANasce ad Urbino nel 1968 e produce pen-tole antiaderenti in alluminio. Con oltre 40 anni di esperienza è tra i principali player italiani e del mer-cato internazionale per qualità totale e l’ampiezza della sua offerta.

vALMEX sPALa missione azien-dale è offrire ai produttori di sistemi di riscaldamento, raffreddamento e condizionamento le soluzioni migliori per le loro applicazioni, sviluppando anche nuovi scambiatori custom/ specifici per ogni cliente.

ZANARDI FONDERIE sPAFonderia dal 1931, è leader nella produ-zione e sviluppo di getti in ghisa sferoi-dale austemperata e nell’austempering di parti in acciaio. Tutti i processi produttivi (fonderia, trattamenti termici, lavorazioni meccaniche) sono integrati nello stesso stabilimento.

ZOFFOLI MEtALLI sRLAzienda leader da 4 generazioni nel setto-re dei rottami ferrosi e metallici (alluminio, rame, ottone piombo, zinco, acciaio). La ricetta ? Innovazione, attenzione all’Am-biente, Investimenti, Export . Forniamo trafilerie, fonderie e acciaierie sul mercato nazionale ed estero secondo le varie nor-mative locali.

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FARO oneTooneLa novità offerta a tutti i partecipanti al 37° FARO.

Per potenziare il business networking e lo scambio di informazioni.

Appuntamenti fissati in anticipo con i singoli partecipanti e aree dedica-te per colloqui individuali e meeting riservati.

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sponsor

VaNtaggi Per gli sPoNsor:

• aumentare la visibilità del proprio brand en-trando in contatto diretto con un target di im-prenditori e manager del Club FARO presenti agli appuntamenti;

• usufruire di tutti i canali di comunicazione e promozione utilizzati per FARO;

• promuovere la propria immagine sponsoriz-zando eventi esclusivi in location prestigiose con relatori autorevoli.

DiVeNtare attori Di UNo Degli eVeNti Più attesi Del moNDo Delle materie Prime e aVere l'oPPortUNitÀ Di seDersi a UN taVolo Di laVoro PriVilegiato.

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AMEtEK sRLSpectro Analitycal Instruments, società del gruppo Ametek, è leader nel settore della strumentazione per l’analisi chimica industriale di cam-pioni solidi, compatti, in polvere, liquidi, or-ganici o inorganici.

MIGLIOLI sRLAttiva dalla seconda metà del ‘900 nella lavorazione e nel recupero dei metalli ferrosi e non ferrosi. Si occupa inoltre della gestione di ri-fiuti speciali di varie tipologie in un’area di circa 15.000 mq situata in prossimità dell’uscita di Cremo-na dell’autostrada A21.

stAIN sRLDa oltre 20 anni sul mercato, è leader nelle soluzioni sof-tware MES di pro-duzione, logistica, qualità e manuten-zione con importanti clienti che hanno ridotto i costi occulti e migliorato la pro-duttività.

sIEMENs INDUstRy sOFtWARE sRLSiemens PLM Software, una business unit della Divisione Industry Automation di Siemens, con 7 milioni di licenze e oltre 71.000 clienti, è leader mondiale nella fornitura di software e servizi per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM).

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ANtALIs PACKAGING ItALIA sRLAntalis è la più grande società europea spe-cializzata nel packa-ging anticorrosivo VCI, nella prevenzione dei danni da movi-mentazione, trasporto e umidità e nell'imbal-laggio riutilizzabile.

GIOIELLERIA CORNALIDal 1956 la Gioelleria Cornali di Dalmine è sinonimo di serietà, qualità e assortimen-to. Nel 2007 l’apertura del punto vendita di Porto Cervo ha dato uno slancio all’imma-gine della gioielleria sulla ribalta interna-zionale. Tra i marchi più rinomati dei propri prodotti: Parmigiani Fleurier.

KOMMODItIEs PARtNERs sAKommodities Part-ners è una società specializzata nella gestione del rischio di oscillazione dei prezzi delle Materie Prime e delle Valute. Il desk operativo è composto da un team di traders ed analisti che vantano una lunga esperienza nel mercato delle Materie Prime quota-te a Londra (London Metal Exchange) e a New york (NyMEX).

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Graphic design /

Photography / © Alessandra Dosselli Photo

Printed on / Fedrigoni Freelife Satin (cover 250gr. / inside 130gr.)

Redazione articoli / Roberto Carminati

FARO è un'iniziativa Kauffmann&Sons

Marketing e Relazioni ClientiCorso Martiri della Libertà, 4825122 BresciaT. +39 030 3757611F. +39 030 6591886

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Museo Ferrari Maranello (Italy)

Drive the excellence

Where Manufacturing excellence meets the dream

The International Commodities Club

Reasons To aTTenD+ MaCRo-eConoMIC vIeW anD InTeRnaTIonal MaRkeT envIRonMenT: new perspectives, industry insights and market trends illustrated by top class econ-omists

+ InTeRMaRkeT analysIs: explore trends in energy, food and metal commodities with the most distinguished international analysts

+ RIng TIMe: exclusive team work debates on industrial issues, enhancement and development of solutions, as well as tools for risk management.

Who Is aTTenDIng Top class speakers, successful entrepreneurs and market experts will meet directors, supply chain and procurement managers, processors, traders and end-users of non-ferrous metals and steel as well as actors in the energy, food and green-economy industries.

WhaT abouT you?

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