3 sardegna romana
description
Transcript of 3 sardegna romana
1
UNIVERSITUNIVERSITÀÀ DEGLI STUDI DI SASSARIDEGLI STUDI DI SASSARI
ArcheologiaArcheologia della Sardegna Romanadella Sardegna Romana
LL’’architettura della Sardegna romanaarchitettura della Sardegna romana
di Nadia Canu
2
Manuali di riferimento per le lezioni sull’architettura:
Sulle tecniche costruttive:
ADAM 1996 = J. P. ADAM, L’arte di costruire presso i romani, Milano, trad. it. 1996
C. F. GIULIANI, L’edilizia nell’antichità, 1990, Roma
Sull’architettura romana:
GROS 2001 = P. GROS, L’architettura romana: dagli inizi del III secolo a.C.
alla fine dell’alto impero: i monumenti pubblici, Milano, trad.it, 2001
Sull’architettura romana in Sardegna:
GHIOTTO 2004 = A.R. GHIOTTO, L’architettura romana nelle città di
Sardegna, Roma, 2004
3
GHIOTTO 2004 = A.R. GHIOTTO, L’architettura romana nelle città di
Sardegna, Roma, 2004
1. Le tecniche edilizie
2. Le opere difensive
3. Gli edifici sacri
4. I fori e le piazze
5. Gli edifici per spettacoli
6. I Macella e gli Horrea
7. Gli impianti termali
8. Le fontane
9. Gli acquedotti
10.Le abitazioni
11.Lo sviluppo monumentale delle città sarde
12.Aspetti della cultura architettonica sarda
4
GHIOTTO 2004 = A.R. GHIOTTO, L’architettura romana nelle città di
Sardegna, Roma, 2004
1. Le tecniche edilizie
2. Le opere difensive
3. Gli edifici sacri
4. I fori e le piazze
5. Gli edifici per spettacoli
6. I Macella e gli Horrea
7. Gli impianti termali
8. Le fontane
9. Gli acquedotti
10.Le abitazioni
11.Lo sviluppo monumentale delle città sarde
12.Aspetti della cultura architettonica sarda
9 marzo
11 marzo
16 marzo
5
LE TECNICHE EDILIZIE
I materiali
Materiali edilizi di origine minerale
Argilla
Argilla cruda
6Da ADAM 1996
Messa in opera
ARGILLA
Avveniva tramite cassaforme lignee, isolando la parte in argilla dal terreno tramite uno zoccolo in pietra; dentro queste intelaiature, per tratti di 2-3 m, si gettava il materiale, che veniva battuto e pestato con il mazzapicchio, per eliminare parte dell’umidità
7
Messa in opera
Avveniva tramite la preparazione di parallelepipedi di argilla sgrassata, ricavati con stampi lignei; questi venivano lasciati seccare al sole, ed erano messi in opera usando come legante argilla umida
Da ADAM 1996
ARGILLA
8
LE TECNICHE EDILIZIE
I materiali
Materiali edilizi di origine minerale
Argilla
Argilla cotta: uso attestato a partire dall’età imperiale
Argilla cruda
9
ARGILLA
A. Focolare o camera di riscaldamento
B. Porta per l’introduzione del combustibile
C. Suola perforata per il passaggio del calore
D. “Laboratorio” contenente i mattoni da cuocere impilati nel forno
E. Ingresso per l’introduzione dei mattoni (murato durante la cottura)
F. Riserva di combustibile
G. Mucchi laterali di mattoni, pietre e argilla con funzione isotermica
Cottura in forno
Da ADAM 1996
10
ARGILLA
Il tempo necessario alla cottura dipende dalle dimensioni del forno, dal combustibile utilizzato e dalle condizioni atmosferiche
La temperatura sviluppata nel laboratorio è di circa 800° presso la suola, di circa 450° presso l’apertura superiore
Cottura in forno
11
ARGILLA
Argilla cotta
I mattoni crudi vengono impilati e alla base vengono allestite camere di riscaldamento, dove si installa direttamente il focolare
Ha il vantaggio di cuocere insieme grandi quantità
Cottura in mucchio
Ha lo svantaggio che bisogna eliminare molti mattoni dello strato periferico, che risultano poco cotti
12
ARGILLA
Olbia: Bolli di tegole dall’officina di Atte
Da MASTINO-RUGGERI in Latomus LIV,1995
13
LE TECNICHE EDILIZIE
I materiali
Materiali edilizi di origine minerale
Argilla
Calce e malta
14
CALCE E MALTE
L’invenzione di un legante derivato dalla cottura di una pietra è di origine orientale
I greci la introducono in età ellenistica, ma la utilizzano soprattutto per stucchi, intonaci dipinti e i rivestimenti per le cisterne
I romani utilizzano la calce a partire dalla fine del III secolo a.C., per la preparazione di malte leganti per le murature in pietra, sostituendo l’argilla e ottenendo un materiale che permette l’uso del calcestruzzo
15
CALCE E MALTE
La CALCE si ottiene per CALCINAZIONE di una pietra calcarea a 1000°, nel corso della quale la pietra perde l’anidride carbonica e si trasforma in ossido di calcio
L’ossido di calcio è chiamato CALCE VIVA e si presenta sotto forma di pietre polverulente; per ottenere il legante la calce viva deve essere idratata (spenta), immergendola nell’acqua, ottenendo l’idrossido di calcio, una pasta chiamata CALCE SPENTA
Preparazione
CO3Ca (carbonato di calcio) � calcinazione � CO2 (anidride carbonica)+ CaCO (ossido di calcio)
CaCO (ossido di calcio)+ H2O (acqua) � Ca(OH) 2 (idrossido di calcio)
16
CALCE E MALTE
La CALCE SPENTA, mischiata con gli aggreganti o inerti, da origine alla MALTA
Preparazione
17
CALCE E MALTE
Cottura al forno con focolare alla base
Calcinazione
Cottura al forno per impilamento (alternando strati di calcare a strati di combustibile)
Cottura in un’area scoperta (strato di pietre coperto da uno strato di combustibile)
Da ADAM 1996
18
CALCE E MALTE
In base alla percentuale di argilla si distinguono
CALCI AEREE, nelle quali la calcinazione avviene in presenza di aria, caratterizzate da presa lenta
CALCE GRASSA, risultante dalla calcinazione e dallo spegnimento di calcare puro o con minime quantità di argilla (0,1-1%)
Calcinazione
CALCI IDRAULICHE, nelle quali la presa avviene anche in presenza di un liquido, contenenti tra l’8 e il 20 % di argilla
CALCE MAGRA, risultante dalla calcinazione e dallo spegnimento di calcare contenente dal 2 all’8% di argilla
19
CALCE E MALTE
Utilizzi
Grassello di calce, puro, diluito con il 70-80%= LATTE DI CALCE, vernice bianca
Calce più aggregati con funzione sgrassante = MALTA
Malte
SABBIA, la migliore era quella di cava, mentre a quella di fiume o di mare Vitruvio raccomanda di aggiungere cocci di tegole pestati per migliorarne la qualità
POZZOLANA, sabbia vulcanica che, aggiunta alle malte aeree le trasforma artificialmente in malte idrauliche
20
CALCE E MALTE
Utilizzi
La percentuale di acqua variava in base a clima e dell’utilizzo, tenendo conto del tasso di evaporazione:
Per le fondazioni e i riempimenti era meno bagnata
Malte
Per i rivestimenti e le giunzioni era più bagnata
La percentuale di sabbia e la sua granulosità variava in base all’utilizzo
Per pavimentazioni o connessioni era mischiata a grosse schegge
Per i rivestimenti era utilizzata sabbia finissima
21
CALCE E MALTE
Preparazione
La malta veniva preparata presso il cantiere di costruzione, e in alcuni casi èpossibile riconoscerne le tracce
MalteDa ADAM 1996
22
CALCE E MALTE
La malta veniva preparata presso il cantiere di costruzione, impastando con la marra fino a ottenere un impasto omogeneo
Malte
Preparazione
Da ADAM 1996
23
CALCE E MALTE
Utilizzi
La malta impastata veniva usata per:
Malte
Essere mescolata ad elementi lapidei per formare il nucleo di riempimento dell’opus caementicium
Essere usata come legante per i giunti di pietra o di mattoni
Essere usata per il rivestimento
24
LE TECNICHE EDILIZIE
I materiali
Materiali edilizi di origine minerale
Argilla
Calce e malta
Materiale lapideo
25
PIETRA
Roccia locale: generalmente usata dagli architetti romani per la quasi totalitàdegli edifici
Pietre d’importazione: destinati alle parti nobili e decorate o ai paramenti
Marmi e altre pietre d’importazione sono attestate in Sardegna a partire dalla prima età imperiale; la presenza è scarsa e limitata soprattutto alla realizzazione di elementi di decorazione architettonica.
26
PIETRA
estrazione
Da ADAM 1996
27
PIETRA
Estrazione di blocchi
Fossoria Dolabra
Malleus
Cunei (in ferro o legno)
Da ADAM 1996
28
PIETRA
Estrazione di blocchi
Da ADAM 1996
29
PIETRA
Estrazione di colonne
Fusti di colonna (Ostia, Chemtou, Cusa presso Selinunte)
Da ADAM 1996
30
Cave di granito Santa Teresa di Gallura
31
Immagini da http://www.reitia.it/colonne_di_capo_testa.htmlImmagini da http://www.reitia.it/colonne_di_capo_testa.html
32
Immagini da http://www.reitia.it/colonne_di_capo_testa.htmlImmagini da http://www.reitia.it/colonne_di_capo_testa.html
33
PIETRA
taglio
La pietra, una volta tagliata, veniva rifinita con diversi attrezzi
Attrezzi a percussione diretta composti da un elemento metallico e da un manico; usati da soli, sono meno precisi e servono per squadrare i blocchi e sbozzare i paramenti
Attrezzi a percussione indiretta: usati in coppia, sono più precisi
1. Ascia-martello
2. Piccone
3. Ascia martello a tagli ortogonali
4. Mazzetta
5. Punteruolo
6. Scalpello dritto
7. Gradina
8. Sgorbia
9. squadra
34
PIETRA
taglio
Blocco usato per esercitazioni
Paramento
picchiettato e
lavorato con solchi a
raggiera
Esercitazioni con la
gradina, al centro
levigata
Superficie levigata
Da ADAM 1996
35
LE TECNICHE EDILIZIE
I materiali
Materiali edilizi di origine minerale
Argilla
Calce e malta
Materiale lapideo
Materiali edilizi di origine naturale
Il legno: sicuramente usato ma poco documentato (US negative, fori, tracce sui rivestimenti)
36
LE TECNICHE EDILIZIE
OPERE MURARIE
Opera a orditura di ritti (età fenicia-età bizantina)
conoscenza tecnico-edilizia affermatasi in età fenicio-punica
Impiego in genere limitato allo zoccolo
Utilizzata nell’edilizia privata
37
LE TECNICHE EDILIZIE
OPERE MURARIE
Opera a orditura di ritti (età fenicia-età bizantina)
Opera quadrata
Tra la fine dell’età Repubblicana e la prima età imperiale caratterizza l’edilizia pubblica (inizia con l’architettura sacra e difensiva per estendersi alle altre classi architettoniche pubbliche)
38
LE TECNICHE EDILIZIE
OPERE MURARIE
Opera a orditura di ritti (età fenicia-età bizantina)
Opera quadrata
Opera cementizia
Introdotta alla fine del I secolo a.C. (acquedotto di Turris Libisonis)
L’acquedotto di Turris Libisonis presenta paramento in opera reticolata, attestata molto raramente in Sardegna
39
Acquedotto di Turris Libisonis, Ottava, Sassari
SATTA 2000 : M.C. SATTA, L’Acquedotto Romano di Turris Libisonis, Piedimonte Matese (CE), 2000
40
LE TECNICHE EDILIZIE
OPERE MURARIE
Opera a orditura di ritti (età fenicia-età bizantina)
Opera quadrata
Opera cementizia
Introdotta alla fine del I secolo a.C. (acquedotto di Turris Libisonis)
L’acquedotto di Turris Libisonis presenta paramento in opera reticolata, attestata molto raramente in Sardegna
A partire dal II secolo d.C., con la diffusione di cisterne, acquedotti, impianti termali, si assiste ad una diffusione capillare delle strutture in opera cementizia
Le cortine murarie più diffuse sono in opera testacea e soprattutto mista a fasce
41
L’opus mixtum indica un paramento in cui vengono impiegate insieme pietre e mattoni
L’opus testaceum è il paramento realizzato in mattoni cotti
42Opera mista a fasce (Fordongianus, da ANGIOLILLO 1987)
43
Opera testacea, da ANGIOLILLO 1987
44opus testaceum
Ostia, muratura con paramento in mattoni triangolari da ADAM 1996
45
LE TECNICHE EDILIZIE
OPERE MURARIE
Opera a orditura di ritti (età fenicia-età bizantina)
Opera quadrata
Opera cementizia
Introdotta alla fine del I secolo a.C. (acquedotto di Turris Libisonis)
L’acquedotto di Turris Libisonis presenta paramento in opera reticolata, attestata molto raramente in Sardegna
A partire dal II secolo d.C., con la diffusione di cisterne, acquedotti, impianti termali, si assiste ad una diffusione capillare delle strutture in opera cementizia
Le cortine murarie più diffuse sono in opera mista a fasce
Usata sistematicamente per le fondazioni
46
Le fondazioni
fondazioni in opus caementicium
Da ADAM 1996
47
LE TECNICHE EDILIZIE
CONCLUSIONI
Conservatorismo nella scelta dei materiali e delle tecniche costruttive
Da GHIOTTO 2004
L’opera a orditura di ritti usata quasi esclusivamente nell’edilizia privata
L’opera quadrata passa dalle opere difensive e templari anche alle altre categorie monumentali
L’opera cementizia viene introdotta con un relativo ritardo, ma si diffonde capillarmente con acquedotti e terme
Diffusione di paramenti in opera testacea ma soprattutto opera mista a fasce
48
Valore religioso e giuridico di mura e porte (res sanctae)
La disposizione di mura e porte era dettata dalla poliorcetica
Arcus: monumento votato all’esaltazione di un imperatore
OPERE DIFENSIVE
49
Studi poco sviluppati, addirittura quasi assenti per le aree interne dell’isola
PORTE URBICHE
Nessuna attestazione archeologica
OPERE DIFENSIVE
50
OPERE DIFENSIVE
OPERE DIFENSIVE TARDOREPUBBLICANE
Mantenimento strutture precedenti (es. Neapolis, Olbia)
Tharros, Su Muru Mannu modificato nella prima metà del II secolo a.C. (ristrutturazione della cortina e scavo del fossato)
Fortino, Sant’Antioco: limitate porzioni a partire dal secondo quarto del I secolo a.C. in un’area precedentemente fortificata (riferimento lotta Cesare-Pompeo?)
Altura del Coltellazzo, Nora: torre a pianta quadrata segnalata da Patroni
51
OPERE DIFENSIVE
OPERE DIFENSIVE IMPERIALI
Tharros, fine III secolo d.C.: la città si dota di nuove opere di fortificazione
52
OPERE DIFENSIVE
Tharros, torrione absidato alle pendici settentrionali del colle di San Giovanni
Da Acquaro-Finzi, Tharros, Sardegna Archeologica, 2004
53
OPERE DIFENSIVE
OPERE DIFENSIVE IMPERIALI
Tharros, fine III secolo d.C.: la città si dota di nuove opere di fortificazione
Porto Torres: tratto di mura indagati presso il ponte romano, datazione dopo la metà del III secolo, mentre quello della BNL è riferito ad età bizantina (vedi Mastino-Vismara 1994)
54
CONCLUSIONI
Attestazioni molto sporadiche
Da GHIOTTO 2004
OPERE DIFENSIVE
Tharros è il caso più rappresentativo
Concentrazione tra la seconda metà del III e il IV secolo d.C.
Pressanti necessità difensive prevalenti su elementi simbolici (vedi assenza di porte urbiche)
55
I FORI E LE PIAZZE
Arearum electio (Vitruvio): scelta dell’area del foro all’interno del tessuto viario, generalmente all’incrocio degli assi principali, in prossimità del porto, se esistente
Piazza rettangolare bordata da portici con tempio su uno dei lati corti e basilica su un lato lungo; intorno curia, tribunal, tabularium, aerarium, carcer
Il rapporto tra lunghezza e larghezza è indicato in 3:2 (Vitr.)
Riunisce i più importanti organi della vita civica e religiosa nel punto in cui converge la popolazione urbana
56
I FORI E LE PIAZZE
In Sardegna conoscenza lacunosa, con assenza di dati planimetrici e architettonici e incertezza sulla stessa collocazione
Nora: il meglio conosciuto nell’assetto monumentale
S. Antioco (Cronicario)
Cagliari, identificato con Piazza del Carmine
Olbia, identificato nell’area dell’ex edificio scolastico di Corso Umberto I; area SW di villa Tamponi (Panedda); prospiciente il porto (Pietra)
Turris Libisonis, nell’area della piazza del Municipio; peristilio Pallottino(Azzena)
Proposte di identificazione in aree lastricate: Tharros, Fordongianus, Cornus, Neapolis
57
58
I FORI E LE PIAZZE
Foro di Nora da GHIOTTO 2004
59
I FORI E LE PIAZZE
FORO DI NORA
Scavato negli anni ’50 da Pesce
Parte meridionale della piazza asportata dall’erosione marina
Misure: lato breve circa 35 m; lato lungo stimato circa 52 m (area superstite 1360 m)
Pavimentato con lastre di andesite
Tempio del Foro sul lato settentrionale, raccordato ai portici laterali da due porte monumentali
Nella zona centrale una piattaforma in blocchi (base di statua, mis. 3 x 2,3)
60
I FORI E LE PIAZZE
FORO DI NORA
Recenti indagini stratigrafiche sotto il livello di calpestio
Settore orientale: viene spianata un’emergenza rocciosa
Settore centrale e occidentale: viene demolito un quartiere di fondazione fenicia ancora in uso
In base ai materiali il pavimento e il tempio del Foro intorno alla metà del I secolo a.C., forse in età cesariana e in concomitanza con la promozione municipale
61
I FORI E LE PIAZZE
FORO DI SANT’ANTIOCO
Individuato nel settore nord-orientale della città antica (area del Cronicario)
Anche in questo caso sorge su un’area interessata da edifici di fondazione fenicia, ma non in uso al momento della realizzazione della piazza
La piazza, scavata solo in parte, è pavimentata con lastre di trachite e si estende su un terrazzamento intermedio
Vi erano collocate basi per statue di grandi dimensioni
La piazza è interpretata come Foro (Tronchetti), datato stratigraficamente alla metà del I d.C., in concomitanza con la promozione municipale
62
63
I FORI E LE PIAZZE
FORO DI CAGLIARI
Al centro della città antica, presso Piazza del Carmine (Mongiu: contermine, ma non coincidente)
Presenza della ecclesia Sancti Nicolai de Capusolio (documento del 1275)
Nella Passio sancti Saturnini si cita il Capitolium i prossimità del porto
Muro di terrazzamento in corrispondenza del Palazzo delle Poste, sul lato nord della piazza (scavi Vivanet e Taramelli)
Teatro-tempio di via Malta
La datazione dell’impianto è ipotizzata coeva all’impianto urbanistico (II a.C.), o in alternativa al periodo Cesariano in concomitanza con la promozione municipale (Ghiotto)
64
I FORI E LE PIAZZE
da ACQUARO FINZI 2004
FORO DI THARROS
Area lastricata tra le Terme di Convento Vecchio e il Tempio tetrastilo (Zucca)
Per la planimetria irregolare Angiolillo preferisce mantenere la definizione di piazza principale
65
66
I FORI E LE PIAZZE
Fordongianus, da R. ZUCCA, Fordongianus, Sardegna Archeologica,1986
67
I FORI E LE PIAZZE
Fordongianus, da R. ZUCCA, Fordongianus, Sardegna Archeologica,1986
68
I FORI E LE PIAZZE
Fordongianus, da ANGIOLILLO 1987
69
I FORI E LE PIAZZE
FORO DI FORDONGIANUS
Area a monte del complesso termale (Zucca)
Pavimentazione in lastre trachitiche
Scalinate di raccordo, a valle con il complesso termale (4 gradini) e a monte scalinata monumentale, che conduceva forse a un edificio sacro (raffronto con Djebel Oust)
Le strutture sul lato est sono state interpretate come macellum; quelle sul lato sud come hospitium o botteghe. La tecnica edilizia è in opera mista a fasce
L’impianto potrebbe risalire ad età traianea
70
Nelle città marittime il foro è localizzato presso la costa, preferibilmente presso il porto
Da GHIOTTO 2004
I FORI E LE PIAZZE
CONCLUSIONI
L’impianto coincide con un’intensa fase di pianificazione urbanistica, in alcuni casi con la promozione municipale (Bonello Lai e Bonetto)
Presenza di basiliche accertata solo da iscrizioni, per Nora e Turris Libisonis
Presenza di numerose basi di statue
Carenza di dati e infimo stato di conservazione
71
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Teatro: 1 sola attestazione a NORA (escludendo il teatro tempio di via Malta)
Anfiteatri: 5 attestazioni
CAGLIARI
Nora
Sant’Antioco
Tharros
Fordongianus
Non verificati: Porto Torres, versante nord colle Faro; Olbia, loc. ContrasPaizzone (Tamponi, mis. 39 x 26)
72
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
TEATRO
Con la diffusione anche nelle province occidentali, è il monumento che definisce l’urbanitas
Differisce da quello greco in quanto è sostruito e la cavea e l’orchestra sono semicircolari
73
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
TEATRO
Da GROS 2001
74
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
TEATRO
Da GROS 2001
75
76
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Da C. TRONCHETTI, Nora, Sardegna Archeologica, 1986
77
Planimetria di La Marmora
Da A. AMUCANO, in Rivista di topografia antica, IV, 1994
78Da G. PESCE, Nora, guida agli scavi, 1972
79Da G. PESCE, Nora, guida agli scavi, 1972
80
81
82
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Da C. TRONCHETTI, Nora, Sardegna Archeologica, 1986
83
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
TEATRO DI NORA
Scavato da Pesce nel 1952 e poi pesantemente restaurato
Situato nelle vicinanze del Foro, su un quartiere precedentemente occupato da abitazioni
Capacità: 1.100-1.200 spettatori
Le fondazioni in parte raggiungono la roccia, in parte hanno comportato la demolizione di edifici precedenti
Nell’ima cavea i blocchi sono in dacite, inizialmente sulla roccia, poi su un terrapieno artificiale
Sul teatro di Nora G. BEJOR, L’area del teatro, in Ricerche su Nora I, 2000
84
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
TEATRO DI NORA
Da BEJOR 2000
Individuate 3 fasi edilizie
1) Impianto del teatro, prima età imperiale: prospetto esterno con 8 nicchioni; interno con 3 scalaria e una praecinctio che crea 2 maeniana (solo il primo conservato); iposcenio con pilastrini fittili che reggeva il palco in legno.
2) Abbassamento del piano dell’iposcenio, nuovo murus pulpiti più avanzato
3) Riduzione iposcenio e palcoscenico
85
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRI
Classificati da Golvin
A struttura piena, i più diffusi fino al 60 d.C., di più facile realizzazione ma limitati nelle dimensioni
Realizzati sfruttando la morfologia o su terrapieni compartimentati da muri o cassoni
A struttura cava o canonici, con muri radiali che si appoggiano alla struttura esterna
Il posizionamento è in ambito periurbano
86
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI CAGLIARI
Si distingue tra gli anfiteatri sardi per monumentalità
Tipologia mista, in parte scavato nella roccia, in parte costruito
Recuperato negli anni ’30 (Levi)
Restauro (anni ’80) e adeguamento funzionale (2000)
La parte costruita è stata quasi interamente asportata per il riutilizzo del materiale
Sull’anfiteatro di Cagliari vedi P. PALA, L’anfiteatro romano di Cagliari, 2002
M. DADEA,L’anfiteatro romano di Cagliari, Sardegna Archeologica, 2006
87
88
89
Da J.C. GOLVIN,L’amphitéatre romain…,1988
90
91
92Da DADEA 2006
93
94
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI CAGLIARI
Misure complessive circa 93 x 72 m, con arena di 46 x 31 m
Numero degli spettatori compreso tra 10.500 (Bonello) e 12.300 (Golvin)
Ingresso principale all’estremità SW
Muro del podio 2,8 m di altezza
La cavea è suddivisa in 3 maeniana
La datazione è al II secolo d.C., anche se i più recenti studi tendono ad anticiparla alla tarda età Flavia
95
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI NORA
Scarsi resti portati alla luce da Patroni nel 1901, sull’istmo che collega il promontorio con la città, in un’area precedentemente occupata da necropoli
Misure 34,5 x 28,5
È stato proposto di riconoscervi le sostruzioni di una struttura in legno
Datazione orientativa: età claudia (analogie Sant’Antioco e Tharros)
96
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI NORA
Da PATRONI 1904
97
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI SANT’ANTIOCO
Individuato in nell’area al limite orientale dell’abitato, ai piedi del Fortino
Analisi di Tronchetti: sorto sulla roccia, con podio in grossi blocchi dipinti e cavea non conservata, forse in legno
Misure dell’arena 30 x 20 circa
Datazione su base stratigrafica: non precedente il II d.C.
98
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Sant’Antioco, strutture lungo le pendici dell’acropoli, da P. BERNARDINI,I leoni di Sulci, 1988
99
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI FORDONGIANUS
Individuato in località Apprezzau, a SW dell’abitato, lungo la via per Cagliari
Misure indicative 35-40 x 25-30 m
Da R. ZUCCA, Fordongianus, Sardegna Archeologica, 1986
100
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
ANFITEATRO DI THARROS
Individuato sul colle di Su Muru Mannu, all’interno della cinta tardorepubblicana
Inizialmente si pensava a una porta a tenaglia, fino alla rilettura di Zucca
È quasi completamente rasato
Le misure dell’arena: 32 x 30 m
I blocchi del podio, in arenaria, presentano tracce di intonaco rosso
Datazione ipotetica al II secolo d.C.
101
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Tharros, Colle di Su Muru Mannu, da ACQUARO-FINZI 1986
102
103
Teatro di Nora, unico esempio in Sardegna
Da GHIOTTO 2004
CONCLUSIONI
GLI EDIFICI PER SPETTACOLI
Impostato solo in parte sul pendio roccioso e in parte sul terrapieno (tiplogiamista)
Anfiteatro di Cagliari, si distingue per grandezza e soluzioni tecniche (tipologia mista)
Anfiteatri di Nora e Sant’Antioco: dimensioni modeste, paragonabili a quello di Fordongianus, forse parzialmente in legno
Anfiteatro di Tharros: planimetria sub-circolare
In Sardegna gli anfiteatri prevalgono sui teatri, in genere gli edifici per spettacoli maggiormente rappresentati nel mondo romano