3 1 9-10-11 PONTI STRADALI 334-343 · 2020. 5. 6. · 333388 DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN...

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DETTAGLI COSTRUTTIVI DI STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO 334 3.1.9 TRAVERSI Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi Sono elementi monolitici in c.a. impegnati principalmente a flessione e taglio. Da un punto di vista esecutivo possono essere sia realizzati in opera sia prefabbricati. Nel caso di esecuzione in opera i traversi presentano armatura lenta composta da barre filanti e staffe necessarie ad assorbire le sollecitazioni flettenti e taglianti a cui è chiamato a resistere; tali barre attraversano le anime della trave prefabbricate in opportune tasche di attesa. Per aumentare la resistenza e l’azione di solidarizzazione viene, talvolta, assegnata al traverso una precompressione di seconda fase realizzata per mezzo di cavi o barre di acciaio ad alta resistenza. Nella figura 3.1.23 è riportata la carpenteria e l’armatura di un traverso di testata gettato in opera e post-teso. In particolare la post tensione viene eseguita con barre filettate ad alta resistenza inserite all’interno di una guaina e successivamente sigillate con malta iniettata antiritiro. Si noti che per effetto della giacitura variabile dell’estradosso dell’impalcato, il traverso presenta una inclinazione variabile rispetto all’orizzontale, mentre le barre sono disposte su un unico piano. Pertanto l’effetto della precompressione in termini sollecitativi varierà sezione per sezione del traverso. Da un punto di vista esecutivo, la precompressione dei traversi avverrà prima della realizzazione della soletta.

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    3.1.9 TRAVERSI

    Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

    Sono elementi monolitici in c.a. impegnati principalmente a flessione e taglio.

    Da un punto di vista esecutivo possono essere sia realizzati in opera sia

    prefabbricati.

    Nel caso di esecuzione in opera i traversi presentano armatura lenta composta

    da barre filanti e staffe necessarie ad assorbire le sollecitazioni flettenti e

    taglianti a cui è chiamato a resistere; tali barre attraversano le anime della

    trave prefabbricate in opportune tasche di attesa.

    Per aumentare la resistenza e l’azione di solidarizzazione viene, talvolta,

    assegnata al traverso una precompressione di seconda fase realizzata per

    mezzo di cavi o barre di acciaio ad alta resistenza.

    Nella figura 3.1.23 è riportata la carpenteria e l’armatura di un traverso di

    testata gettato in opera e post-teso.

    In particolare la post tensione viene eseguita con barre filettate ad alta

    resistenza inserite all’interno di una guaina e successivamente sigillate con

    malta iniettata antiritiro.

    Si noti che per effetto della giacitura variabile dell’estradosso dell’impalcato, il

    traverso presenta una inclinazione variabile rispetto all’orizzontale, mentre le

    barre sono disposte su un unico piano.

    Pertanto l’effetto della precompressione in termini sollecitativi varierà sezione

    per sezione del traverso.

    Da un punto di vista esecutivo, la precompressione dei traversi avverrà prima

    della realizzazione della soletta.

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    In figura 3.1.24 è riportata la carpenteria e l’armatura lenta e di

    precompressione di un traverso prefabbricato.

    I traversi prefabbricati vengo realizzati congiuntamente alle travi in campo di

    prefabbricazione; il loro collegamento avviene mediante sigillatura con getti di

    malta antiritiro ad alta resistenza e la loro solidarizzazione avviene per mezzo

    di precompressione esterna supplementare.

    La loro larghezza non supera generalmente 2.50 m per permettere la

    trasportabilità del manufatto.

    Laddove l’interasse delle travi fosse superiore a tale lunghezza è necessario

    prevedere in corrispondenza delle tasche dei getti integrativi armati.

    Le tasche potranno presentare, in tal caso, opportune chiavi di taglio.

    Figura 3.1.23 – Particolare della sigillatura del traverso

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    Figura 3.1.24 - Armatura del traverso gettato in opera

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    Figura 3.1.25 - Nodo armatura traverso prefabbricato ���� 3.1

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    NTC 08 § 11.9

    3.1.10 SISTEMI DI PROTEZIONE SISMICA

    Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

    La struttura del ponte deve essere concepita e dimensionata in modo tale che,

    qualora soggetta ad un’azione sismica allo SLV, sia in grado di resistere in

    campo elastico (Strutture a Bassa Duttilità) ovvero di formare un meccanismo

    dissipativo stabile.

    Il meccanismo dissipativo si può realizzare mediante la formazione alla base

    delle pile di cerniere plastiche a comportamento duttile (Strutture ad Alta

    Duttilità), ovvero inserendo opportuni sistemi di dissipazione isteretica o

    viscosa che disaccoppino il moto dell’impalcato da quello delle sottostrutture.

    Tutte le altre parti della struttura non interessate dai meccanismi dissipativi o di

    isolamento devono rimanere in campo elastico.

    Le tipologie di dispositivi antisismici e le loro caratteristiche prestazionali sono

    indicate nel DM 2008 al § 11.9.

    Da un punto di vista costruttivo è possibile equipaggiare i tradizionali

    apparecchi di appoggio con sistemi dissipativi, isteretici o viscosi posti in

    parallelo (sistemi a Reazione Tagliante), ovvero suddividere le funzioni,

    distinguendo il compito di sostenere le azioni verticali da quello di assorbire le

    azioni orizzontali (sistemi a Reazione Assiale).

    La risposta sismica delle strutture può essere altresì modificata prevedendo

    l’inserimento di opportuni sistemi di isolamento i quali, pur rimanendo in campo

    elastico, permettono di spostare il periodo di risposta della sovrastruttura verso

    frequenze non sensibili alla sollecitazione sismica.

    A fronte della formazione di meccanismi dissipativi o della adozione di sistemi

    di isolamento si devono prevedere in estremità delle opere d’arte opportuni

    varchi in grado di evitare fenomeni di martellamento fra le strutture adiacenti;

    tali varchi vengono coperti da apparecchi di giunto progettati in maniera tale da

    permettere spostamenti coerenti al sistema di vincolo e dissipazione adottato.

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    3.1.10.1 Sistemi di protezione sismica a reazione assiale

    Si tratta di sistemi di vincolo il cui compito è quello di assorbire l’energia

    sismica mediante dissipazione, isteretica o viscosa, ovvero di modificare la

    risposta dinamica della sovrastruttura mediante deformazioni elastiche del

    dispositivo, qualora soggetti ad azioni sismiche assiali. dell’impalcato.

    Essi vengono disposti, normalmente, a contrasto fra il paraghiaia della spalla e

    il traverso.

    Il collegamento con le strutture dell’impalcato avviene mediante inghisaggio di

    piastre in acciaio di attesa, dotate di opportune cieche per il successivo

    fissaggio dei perni, nei rispettivi getti.

    Tali piastre vengono poste a distanza fissa fra le due facce, pari alla

    dimensione del dispositivo più la tolleranza, mediante dime provvisorie in

    acciaio che vengono successivamente rimosse all’atto del montaggio del

    dispositivo.

    Per permettere l’alloggiamento di tali dispositivi viene modificata a carpenteria

    delle spalle realizzando dei varchi di importanti dimensioni fra il paraghiaia e

    l’impalcato, necessari anche per le successive manutenzioni (Figura 3.1.26).

    3.1.10.2 Sistemi di protezione sismica a reazione tagliante

    Si tratta di sistemi di vincolo disposti in corrispondenza degli appoggi

    dell’impalcato il cui compito è quello di assorbire l’energia sismica mediante

    dissipazione, isteretica o viscosa, ovvero di modificare la risposta dinamica

    della sovrastruttura mediante deformazioni elastiche del dispositivo, qualora

    soggetti ad azioni sismiche taglianti.

    Tali dispositivi vengono disposti in parallelo con gli apparecchi di appoggio e

    possono essere integrati con essi.

    Nella figura 3.1.27 vengono riportati schematicamente due esempi di sistemi a

    reazione tagliante, uno a comportamento elastico (ISOLATORE) ed il secondo

    a comportamento viscoso (DISSIPATORE OLEODINAMICO) integrato con

    l’apparecchio di appoggio.

    Nella stessa figura vengono, inoltre, riportate delle dimensioni indicative degli

    ingombri degli apparecchi e dei relativi baggioli.

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    Figura 3.1.26 - Sistemi di isolamento

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    �Figura 3.1.27 - Sistemi di protezione sismica 3

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    NTC 08 § 7.9.6.2

    EC8-2

    NTC 08

    3.1.11 PILE AD ALTA DUTTILITA’

    Luca Brancaccio – Chiara Luchino – Achille Devitofranceschi

    Nella figura 3.1.28 è riportata l’armatura di una pila ad alta duttilità (CD “A”)

    secondo quanto previsto dal DM 2008.

    La zona di cerniera plastica si localizza alla base per una altezza critica pari

    alla maggiore fra la profondità della sezione in direzione ortogonale all’asse di

    rotazione della cerniera ovvero alla distanza della sezione di momento

    massimo e la sezione in cui il momento si riduce del 20%; in tale tratto la

    disposizione delle staffe è tale da assicurare la verifica della resistenza al

    taglio secondo il criterio della Gerarchia delle Resistenze (GR) e al contempo

    garantire il confinamento delle armature longitudinali secondo quanto previsto

    al § 7.9.6.2 del DM 2008

    Secondo il DM 2008 e l’EC8, in tale tratto il passo dei bracci delle staffe o dei

    tiranti in direzione trasversale alla pila non deve essere superiore a 1/3 della

    dimensione del nucleo confinato ovvero di 350 mm né inferiore a 200 mm,

    mentre il passo dei bracci delle staffe in direzione longitudinale non deve

    essere superiore a 6 volte il diametro delle barre longitudinali né a 1/5 del

    diametro del nucleo della sezione.

    L’area complessiva dei bracci delle staffe e dei tiranti deve essere non inferiore

    alla percentuale meccanica minima di armatura di confinamento data nel DM

    2008 dalle formule (7.9.15) per le sezioni rettangolari e (7.9.16) per quelle

    circolari.

    Nelle altre zone della pila il numero e il passo delle staffe viene

    progressivamente ridotto garantendo il soddisfacimento della verifica al taglio

    secondo il criterio delle GR.

    Inoltre le riprese di getto dovranno avvenire al di fuori di tale altezza critica,

    come riportato nella figura 3.1.28.

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    Figura 3.1.28 – Armatura della pila 3.1

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    EC 8-2

    3.1.11.1 Armatura della pila nella zona di cerniera plastica

    Mario Paolo Petrangeli – Andrea Polastri

    Nelle zone di potenziale cerniera plastica è necessario predisporre armature

    trasversali di legatura che esercitino al tempo stesso:

    − una azione di confinamento trasversale del calcestruzzo volta ad

    incrementare la duttilità di sezione;

    − un contenimento delle barre longitudinali di armatura tale da

    consentirne lo snervamento ciclico in trazione e compressione senza

    che si abbiano in stabilizzazioni verso l’esterno delle stesse.

    A tal fine, nel caso di pareti sottili come ad esempio nelle pile a sezione

    scatolare, si potranno adottare ferri sagomati ad “U”, singole spille di legatura o

    staffe chiuse che comprendano due o tre armature.

    In ogni caso tali legature andranno opportunamente sfalsate tra loro in maniera

    che non si abbiano mai ferri completamente privi di contenimento.

    Nel caso si adottino spille, è ammissibile che queste ultime abbiano uno dei

    due ganci risvoltato a 90° anziché a 135°; tale sem plificazione costruttiva non è

    però ammissibile in condizioni di forte compressione, in cui cioè lo sforzo di

    compressione normalizzato ηk = Ned/(Ac*fck) è superiore al valore 0.3.

    In ogni caso le spille con ganci a 90° andranno tra loro alternate.

    Nella figura 3.1.29, le legature sono state realizzate ad esempio mediante

    staffe sagomate ad “U” (Pos. 6 e 7) con ganci risvoltati a 135°.

    In questo caso, ciascuna staffa comprende due armature verticali.

  • VVIIAADDOOTTTTII EE PPOONNTTII SSTTRRAADDAALLII 334455

    Figura 3.1.29 – Schema disposizione armature di confinamento per sezioni con pareti sottili secondo EC8-2

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    Figura 3.1.30 – Armatura tipo di una pila scatolare in zona di cerniera plastica

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    Figura 3.1.31 – Dettaglio delle staffe di confinamento

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    3.1.11.2 Gabbia prefabbricata di armatura delle pile

    Nel caso di pile di notevole altezza, in cui sia per ragioni economiche che di

    sicurezza del personale, si tende a limitare al massimo le lavorazioni in quota,

    si ricorre molto spesso alla prefabbricazione dell’intera gabbia di armatura.

    In tali circostanze, la gabbia di armatura dovrà essere irrigidita da apposite

    staffe che ne garantiscano la stabilità trasversale durante le operazioni di

    sollevamento e posa in opera (Pos. 5-6-7-8 e 9 della figura 3.1.32 e 33).

    Per ragioni di ordine costruttivo è consigliabile mantenere la lunghezza

    massima delle barre longitudinali a valori compresi tra 6 e 7.5 m.

    Nell’esempio riportato sono state adottate barre da 7.5 m; tenuto conto dello

    sfalsamento longitudinale delle sovrapposizioni, in questo caso realizzato su

    due ordini con sovrapposizione di 1.5 m, si ha una altezza della gabbia

    fuoritutto di 9 m ed una altezza netta di avanzamento pari a 6 m.

    Figura 3.1.32 – Particolare delle staffe di irrigidimento

  • VVIIAADDOOTTTTII EE PPOONNTTII SSTTRRAADDAALLII 334499

    Figura 3.1.33 – Esempio di gabbia prefabbricata per l’armatura di pile scatolari

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