29265 196088 Appunti Esame Sociologia Prof Barrucci Universita Degli Studi Di Firenze

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SOCIOLOGIA carpo espiatorio: sposta l'attenzione del popolo su un oggetto particolare. nemico esterno: serve per compattare la nazione contro un nemico diverso dagli altri individui che fanno parte degli individui della nazione. 1 lezione à 23.03.2011 Problema dell' oggettività scientifica: è frequente che una interpretazione risulti dominare e prevalere. Ciò che non si deve fare è ingannarsi credendo sia dominare per un intimo consenso che c'è tra le persone che aderiscono a quella tesi. Molte volte si aderisce ad una tesi per paura oppure per manipolazione da parte di terzi. Una convinzione può risultare prevalente per il concetto di COERCIZIONE e per EGEMONIA (processo attraverso il quale qualcuno riesce ad ottenere la solidarietà ed il consenso altrui). Per le scienze politiche lo stato ha il monopolio dell'uso della violenza: possiamo capire che storicamente ci sono state situazioni politiche basate sul puto uso della forza o della violenza. La pura forza ha sempre bisogno di utilizzare qualche accorgimento che sia esente dalla violenza. Un sovrano non può esercitare in modo giusto il proprio potere se utilizza eccessivamente la violenza. perche psicologia e sociologia sono vicine? La personalità e la psiche individuale sono il prodotto di una costruzione. La nostra psiche infatti non è innata ma è acquisita, quindi costruita. Attraverso le capacità e le risorse della nostra psiche riusciamo ad essere attori della vita sociale. Attraverso la nostra vita interiore condividiamo il mondo che ci circonda ed il mondo attorno a noi influenza la nostra vita interiore. Per questo motivo sociologia e psicologia si devono integrare l'una con l'altra (idea dell'individuo come animale sociale). Un ulteriore elemento per cui la psicologia e la sociologia si integrano l'una con l'altra è la nostra capacità di sopravvivere: ognuno di noi nella vita quotidiana sociale è, anche inconsapevolmente, un po’ sociologo ed un po’ psicologo. L'attività di interrogarsi su se stessi, sulle relazioni con gli altri e rispetto al mondo che ci circonda sono interrogativi che ci permettono di vivere. Quando vengono a mancare questi interrogativi l'individuo ha difficoltà a sopravvivere. L'attività dell'interrogarsi può essere considerata "psicologia del senso comune". Esiste anche la sociologia del senso comune dalla quale nasce la sociologia scientifica. Il centro della teoria di Weber è l'azione sociale: è importante il senso che l'attore da alla propria azione. processo di differenzazione: ciò che produce conoscenza è dunque proprio il porsi domanda. Questa forma di conoscenza è quindi legata al contesto in cui si sviluppa. I sociologi di fine '700 e inizio '800 prendono in considerazione il lavoro perché quello era il tema fondamentale del tempo. La sociologia non è una filosofia, non è un'attività specialistica astratta: ha le sue radici nella concretezza dei problemi dell'esistenza in ogni tempo. Fin dalle origini la sociologia si occupa dei problemi del suo tempo, del presente quindi. Inoltre non è neanche riducibile alla storia . Riassumendo: non è possibile dare una definizione univoca. Possiamo dire che che è la disciplina che studia le istituzioni e i fenomeni che caratterizzano la vita sociale con particolare attenzione su come queste e questi si evolvono e cambiano. Si occupa anche di come gli attori sociali individuali e collettivi influenzano e sono influenzati dalle strutture del mondo sociale. Sociologia come scienza empirica.

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2 lezione à 25.03 gli scienziati sociali del '700 si occupano del sociale pur non essendo "sociologi di professione", possono essere dunque considerati come persone che hanno dato un contributo importante allo sviluppo della sociologia. Solo più tardi,dopo la nascita della sociologia, si ha un processo di differenzazione. Tale processo ha prodotto delle nuove identità ma uguali tra di loro. Questo processo avviene nella formazione della società. (es: un villaggio che vive tra la montagna ed il mare. una parte delle persone di questo villaggio decidono di trasferirsi al mare, una parte in montagna. avviene così il processo di differenzazione ma le due nuove identità che si sono create, quelli che vivono al mare e quelli che vivono in montagna, sono identiche perché fanno parte e provengono dallo stesso villaggio) . Il processo di differenzazione sociale non implica necessariamente che ci sia anche un processo di ricerca della disuguaglianza. La differenzazione della conoscenza scientifica che ha implicato la specializzazione sociale delle conoscenze ha creato un problema ovvero a questi fenomeni si accompagna un processo di separazione. Questo porta a incomunicabilità, si ha quasi una disgregazione sociale che porta le varie parti della società a vivere una vita separate l'una dall'altra. L'affermarsi della sociologia come scienza è un processo che inizia nel diciottesimo secolo. La sociologia, come tutte le altre scienze, non è solo il frutto dello sviluppo intellettuale collettivo, si presenta piuttosto come storicamente determinata. Dunque è la tipica scienza della modernità, frutto dei processi di trasformazione che hanno portato all'epoca moderna. E' una delle discipline che cerca di esplicitare la consapevolezza che la società ha di se stessa. Per capirla approfonditamente dobbiamo ripercorrere il processo di trasformazione dalla società feudale a quella moderna. Nel periodo feudale si inizia ad affermare la figura del mercante( colui che trasporta le merci), piano nasce la figura del mercante borghese quindi comincia a farsi sempre più importante il valore del denaro. E' una trasformazione di tipo radicale dato che rivoluzione completamente lo stile di vita della gente. Il commercio diviene di tipo mondiale, il mondo si dilata. La dicotomia otium-negotium viene rovesciata, l'oziare diviene un' accezione negativa. Inizia dunque la storia che Weber chiamerà "disincanto del mondo". Successivamente si sviluppa il secolo dei lumi: la ragione viene contrapposta alla metafisica ed è proprio in questo periodo che nasce il concetto di scienza. Fino ad allora la scienza era considerata la filosofia delle essenze. In particolare modo con il positivismo, invece, la scienza è interessata a scoprire le leggi. Da qui prende il sopravvento l'esigenza scientifica dell'analisi e dell'osservazione del reale . L'approccio che viene utilizzato è quello empirico-descrittivo che implica il descrivere ciò che è reale. Al metodo deduttivo viene preferito quello induttivo-sperimentale. La scienza è sempre comunque l'elemento fondamentale per il cambiamento in positivo, per il progresso. Si comincia a sviluppare l'idea che la scienza umana possa sottomettere la natura dell'uomo ai suoi bisogni. Il rispetto delle leggi della natura non sono state rispettate . Le leggi scientifiche hanno assoggettato quelle della natura, oggi ne stiamo pagando le conseguenze. 3 lezione à 28.03 rivoluzione scientifica: gli obiettivi della conoscenza si sono focalizzati sull'individuazione delle essenze. L'obbiettivo della scienza è quello di ricercare le leggi che regolano la realtà sociale. Cosi come per quelle culturali servono: osservazione, esperimento e comparazione. Fin dall'antichità l'osservazione della realtà si basava su un metodo normativo-descrittivo. Le

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società esistenti dovevano essere modificate e migliorate a seconda degli obbiettivi da raggiungere. Successivamente l'intento della scienza è quello di valutare la realtà cosi com'è, anche questo processo porterà ad un miglioramento quindi al progresso. La questione positivista è complessa perché l'uomo pur potendo scoprire le leggi della scienza ì, può utilizzarle in modo da migliorare il mondo. interdipendenza tra gli uomini: questa comporta una diminuzione della libertà individuale e di conseguenza dei vincoli. Questa questione fa nascere una delle maggiori e più importanti dicotomie a livello sociologico ovvero quello tra individuo e società. Secondo DURKEIM: l'individuo nasce in una società costruita. La società costruisce e si costruisce sopra delle cristallizzazioni. la famiglia, la religione e il diritto sono delle cristallizzazioni. Tutte queste cristallizzazioni che Durkeim chiama istituzioni provengono dall'azione sociale. Le cristallizzazioni sono "i mattoni ed il cemento" dell'interdipendenza, dei legami sociali. La società costruita in cui l'individuo nasce condizione le sue scelte. Legame sociale-solidarietà: il significato sociologico della parola "solidarietà" è quello di legame sociale. Non si intende una società altruistica, ma una società che si "tiene insieme". Un indebolimento della solidarietà significa rottura dei legami sociali. La società affida la propria forza non solo alle associazioni di volontariato ma anche ad altre istituzioni di mediazione sociale. Queste sono scuola, servizi sociali e sono queste le istituzioni a cui affidare la nostra solidarietà. Non sempre l'azione altruistica è positiva ed ha conseguenze positive: in primo luogo l'aiuto crea dipendenza per chi viene aiutato, in secondo luogo qualsiasi forma di aiuto può creare passività da parte di colui che è stato aiutato. Nasce da qui il concetto di reprocità: è un'aspettativa che si costruisce nella relazione sociale. Se prestiamo aiuto senza sapere come funziona il meccanismo della reciprocità allora si rischia di creare realmente dipendenza. Il vero obbiettivo di un'azione di aiuto deve essere quella di aiutare, appunto, una persona a ritrovare la sua capacità di essere cittadino inserito nella società. Il dono invece crea delle aspettative in chi dona e in chi riceve il dono. Non implica l'immediatezza dello scambio , prescinde però dal valore di mercato. Inoltre il dono può essere usato come mezzo per mettere in difficoltà una persona, la persona che lo riceve, 4 lezione à 30.03 concetto di reprocità: il fatto stesso del donare si collega ad un'aspettativa. A dona a B e B donerà qualcosa ad A. Si possono fare esempi di doni che non creano aspettativa di un contro dono perché non c'è aspettativa di reciprocazione. Però molti di quei doni per cui ci si aspetta che il donare non si attenda un contro dono hanno comunque in qualche modo bisogno di una reciprocazione. La reciprocità fa riferimento ad una modalità di scambio di risorse che si differenziano da altre modalità che hanno caratteristiche diverse. Polanyi: propone una classificazione delle forme di transazione. A livello macro si classificano tre tipi: mercato, redistribuzione e reciprocità. Per quanto riguarda il mercato le caratteristiche essenziali sono la mediazione di denaro, l'istantaneità dello scambio. Tutto però è definito al momento iniziale, quindi lo scambio viene definito come scambio fra equivalenti. Per quanto riguarda la redistribuzione è quella forma di transizione che si ha quando un centro politico, in una determinata collettività, provvede a raccogliere le risorse nella collettività e poi ridistribuirle sotto altra forma all'interni della collettività stessa (stato). Gli scambi tra individui e tra gruppi non avvengono solo attraverso il mercato e la redistribuzione. Nella reciprocità è importante per il soggetto che dona che il suo dono serva per eliminare la sua disabilità. Per

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quanto riguarda la reciprocità: in questa si possono far rientrare tutti gli scambi che avvengono nella famiglia. Nella famiglia c'è un continuo scambio di doni unilaterali, ma anche bilaterali. Ci sono delle aspettative anche nel rapporto di madre-figlio ma questo non significa che i rapporti familiari possano essere ridotti a mercato. ciò che è importante è che il significato di solidarietà che prevale sia quello di legame sociale perché un gruppo sociale non può salvarsi se fa affidamento solo sulla carità del singolo e i doni del singolo. Ogni relazione d'aiuto e quindi ogni politica sociale ha come obbiettivo quello di migliorare la qualità della vita delle persone, ma ogni politica sociale è anche e sempre una politica di controllo sociale. Ogni prestazione di aiuto è sempre un mix di queste funzioni: promuovere il benessere e controllare. 5 lezione à 04.04 Il programma eugenetico si basa sulla selezione degli asociali. L'ideologia del nazismo nasce su base sociale; innanzitutto si vanno a colpire le classi più basse (quella operaia). L'eugenetica non nasce con il nazismo ma l'eugenetica come pseudoscienza nasce già alla fine dell'800. eugenetica positiva: il nazismo seleziona le donne ariane venivano fatte accoppiare con le ss e poi i figli venivano sottratti alle coppie e fatti crescere in centri appositi per lo sviluppo della razza ariana. Ogni strumento di politica sociale è anche uno strumento di divisione e controllo sociale. Positivismo sociologico: è un termine che viene dal latino. Perché possiamo dire che l'organicismo è un modello? Perché è un sistema teorico che riesce a dare una visione generale della realtà sociale del tempo. 1 organicismo significa che la società è pensata come un organismo vivente. La società è un complesso la loro funzionalità. Da qui si ha una necessità di riferimento alle leggi. Dobbiamo individuare le leggi che stanno alla base del funzionamento dell'organicismo. Altro punto centrale è il problema dell'ordine: il compito della sociologia è quello di scoprire le cause del disordine e riporre delle regole che permettano l'ordine. Comte: è il primo ad usare il termine sociologia,secondo lui è l'ultima scienza ad essersi formata ma è anche quella che può contenere tutte le altre scienze sviluppatesi prima. Comte dunque è il padre della sociologia, bisogna anche tener di conto del suo maestro: Sain Simon. Comte afferma che si deve tener conto della Famiglia come unità elementare che serve per formare la società. Sottolinea la superiorità della società rispetto all'individuo, il quale deve sottomettersi alle sue leggi. La divisione del lavoro è l'elemento fondamentale dello sviluppo sociale. Inoltre si rafforza l'idea che il progresso sociale è una progressione dal più semplice al più complesso. La legge che Comte crede di individuare come fondamentale per il funzionamento sociale è la legge dei tre stadi; questo spiega come si è evoluta la conoscenza della società. Le teorie stadiali sono una caratteristica tipica delle scienze sociali. Comte divide in tre grandi macrostadi lo sviluppo della conoscenza del mondo: 1 teologico 2 metafisico 3 positivo Ognuno di queste stadi è diviso in altri sottostadi. Egli non suddivide gli stadi con una visione meccanicistica ma dice che se oggi stiamo entrando nello stadio positivo significa che lo

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"spirito umano" deve aver attraversato anche gli altri stadi. quanti stadi si possono anche paragonare alla crescita individuale? primo stadio= le persone spiegano il mondo ricorrendo al trascendente secondo stadio= Comte dice che è uno stadio di passaggio in quanto presenta degli elementi che sono simili al modo di guardare alla realtà dello stadio precedente, allo stesso tempo ci sono elementi che anticipano quelli presenti nell'ultimo stadio. terzo stadio= si apprende che la realtà può essere appresa solo attraverso l'argomentazione empirica. E' attraverso questi strumenti della scienza positiva che si possono individuare le leggi che stanno alla base del funzionamento della società. problema principale: rapporto tra società ed individuo. Quanto l'individuo influenza la società e quanto è influenzato da essa? Comte dice che ogni teoria deve essere sottoposta al vaglio empirico, questo significa che basta guardare ai fatti per capire la realtà e le sue leggi. questo filone viene chiamato Fattualismo. Comte ha chiaro che debba esserci una mediazione tra gli occhi con cui guardiamo e gli oggetti che osserviamo. I fatti sono solo materia confusa e solo attraverso le leggi possiamo dare ordine alla realtà, come se la realtà dovesse essere guardata attraverso delle lenti, non ad occhio nudo. Gli elementi della scienza sono: osservazione, comparazione e verifica . I sistemi sociali sottostanno a delle leggi così come la natura. Se le leggi non vengono acquisite l'azione umana viene ostacolata. Per Comte l'ordine è progresso. Herbert Spencer: positivista che richiama l'attenzione dopo Comte, i due hanno molti elementi in comune e molti che si contrastano. 6 lezione à 06.04 Emile Durkheim: 1858-1917. condivide la visione organicistica in cui si sviluppa il pensiero positivista. Egli è l'autore di quello che viene chiamato: funzionalismo sociologico. Nel linguaggio e nella prospettiva di D. quelle che noi chiamiamo istituzioni vengono detti fatti sociali. D afferma che il compito della sociologia è quello di capire le cause del fenomeno sociale che vogliamo studiare. L'espressione " fenomeno sociale" è un'espressione troppo generica, perché qualsiasi comportamento che riguarda l'individuo è necessariamente un fenomeno sociale. Elemento fondamentale nelle ricerche di D e che, come nell'organismo vivente, l'organismo sociale è qualcosa che viene prima dei singoli fenomeni sociali. La società è un qualcosa che l'individuo si trova già definita alla sua nascita. Non possiamo studiare la società nel suo complesso perché non è questo il compito della sociologia. Il suo compito è quello di trovare la funzione agli organi sociali. La prima caratteristica del fatto sociale è quella di essere un fenomeno che si pone come vincolante e esteriore, l'individuo condizione fortemente l'esistenza del singolo individuo. Quali sono i fatti sociali? morale, religione, diritto, famiglia e moda e studi dell'arte. D ritiene che i fatti sociali non possano essere spiegati attraverso il comportamento dei singoli individui, ma attraverso altri fatti sociali. Egli è consapevole che i fatti sociali sono costituiti dall'azione umana. D vuole intendere che rispetto al singolo individuo che viene al mondo questi fatti sociali si presentano come elementi esteriori. Ci sono fatti sociali come la lingua che si impongono alla persona pur non essendo parte di una legge sanzionabile. Una norma per

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essere vigente deve essere considerata valida in maniera condivisa. Ogni norma ha bisogno di un potere sociale che la sostenga. Il fatto di avere una costituzione scritta ci permette di verificare se le azioni sono coerenti con ciò che è scritto sulla carta. Rapporto tra norma ed organizzazione: nell'organizzazione ci sono delle regole che stabiliscono come il funzionamento dell'organizzazione deve essere. Grazie alla sociologia e alla psicologia si è scoperto, a partire dagli anni della grande crisi economica, che per il non funzionamento di un' organizzazione non ci dobbiamo rifare (criticare) alla qualità delle norme. D ritiene che la disobbedienza può essere una risorsa in quanto utile per un' innovazione. E' fortemente antindividualista. E' convinto che nessuna società possa nascere e svilupparsi sull'individualismo. 7 lezione à 08.04 I fatti sociali devono essere considerati come cose: nell'analisi dei fatti sociali dobbiamo liberarci di qualsiasi pregiudizio che possa ostacolare il sapere scientifico. La sociologia deve basarsi sulla capacità di distinguere tra il normale e il patologico. Il patologico è ciò che si discosta dalla media e quindi può essere misurato statisticamente. In generale ciò che si disco sta dalla media è particolarmente patologico. Normale o patologico dipende da chi ha il potere di definire ciò che è normale e ciò che è patologico. Per un sociologo ed uno psicologo questa discussione è delicata in quanto si riferisce al potere di definire o l'una o l'altra condizione. La distinzione non sta solo nel normale/patologico ma anche nel come si tratta chi è normale e chi è patologico: tra utente e psicologo si ha una relazione asimmetrica. Si posso così stabilire due tipi di legami: uno basato sul potere dello psicologo sull'utente ed uno invece basato sull'aiuto e il sostegno dell'utente pur essendo consapevoli dell'asimmetria. Durkheim dice che se si vuole dare una spiegazione dei fatti sociali dobbiamo cercare le cause e capire le funzioni che assolvono. Ad ogni funzione sociale corrisponde sempre un medesimo organo (per D). Altro elemento sono i giudizi di fatto e i giudizi di valore. Secondo Durkheim si tratta di giudizi non chiaramente distinguibili e separabili proprio perché egli è consapevole che quando noi studiamo un fatto sociale studiamo qualcosa di cui noi stessi siamo e facciamo parte. La sociologia deve essere assolutamente avalutativa: non deve quindi presupporre giudizi di valore. Nella società si cristallizzano dei modi di agire e di pensare che sono le istituzioni e come tali richiedono obbedienza e giudizio morale e politico. Che spazio ha l'azione individuale? La sociologia deve saper offrire informazioni finalizzate al miglioramento dell'evoluzione sociale nella società. Anomia: mancanza di norme. Le norme non si impongono all'individuo, ci sono ma non esercitano potere sull'individuo. L'anomia non è altro che una manifestazione della crisi della società, una manifestazione dell'incrinamento del legame sociale. Come stanno insieme per Durkheim la preoccupazione dell'anomia e il fatto che secondo lui la società si fonda sulla formazione di solidi legami sociali. Inizialmente c'è un ottimismo di Durkheim: crede che la situazione d'anomia svanirà grazie al raggiungimento di una situazione di equilibrio dopo un processo di trasformazione sociale. Poi la preoccupazione cresce in quanto vede che l'anomia si manifesta anche nel settore industriale e successivamente anche in molti altri ambiti. La questione del suicidio: anche il suicidio è un fatto sociale e come tale va studiato. E' un modo di pensare collettivo che è capace di imporsi su di esso. La religione è per D una forza morale, essenziale per la nozione sociale, per la coesione tra gli individui e la società. La religione ha un ruolo fondamentale nella visione del suicidio introdotta da D. Esistono tre tipi di

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suicidio: - suicidio egoistico - suicidio altruistico - suicidio anomico Il suicidio egoistico prevale nella società dove la coscienza collettiva non riesce ad imporsi sull'individuo. Sono le società dette individualiste. Il suicidio altruistico prevale nelle società in cui la coscienza collettiva si impone non lasciando spazio all'individualità, società meccanica. Il suicidio anomico va letto in relazione ai momenti di radicali trasformazioni economiche. La sua concezione di anomia nasce proprio sul campo dell'industria dove è nota la presenza di anomia nei luoghi di lavoro. L'individuo non riesce ad affrontare la radicale trasformazione economica. C'è una mancanza di guida che supporta l'individuo in questo forte cambiamento. Il suicidio per anomia si ha anche fasi di repentino arricchimento perché l'individuo perde il riferimento degli obblighi morale nei confronti della società. Anche la disgregazione familiare può produrre suicidio per anomia. L'individuo perde il riferimento al legame morale che deve tenere unite le persone. D è sociologo del suo tempo perché pone in analisi i fenomeni più critici e problematici della società del suo tempo. D e Comte vengono considerati più filosofi che sociologi. Un sociologo deve studiare gli specifici fatti di specifiche società. Non devono trovare assunti validi per tutte le società. D è preoccupato per l'ideologia dell'economia borghese in quanto è preoccupato della presenza dell'individualismo economico grazie al quale la società può riprodursi. Adam Smith: capacità di perseguire bene il proprio interesse è il modo migliore per inserirsi nel collettivo. Secondo D la società per essere tenuta insieme ha bisogno di legami sociali e solidarietà. Nella riflessione sulla solidarietà egli individua due modi prevalenti: 1. solidarietà meccanica: è tipica , prevale nelle società più semplici, meno differenziate dove le funzioni di ciascun individuo sono uguali alle funzioni degli altri individui. La coscienza collettiva è un fatto sociale . Dove la solidarietà funziona; la solidarietà collettiva si ripercuote su i singoli. Gli interessi del gruppo si impongono nell'individuo annullandone l'individualità. Questa è la solidarietà meccanica. E' una società fondata sulla somiglianza; gli individui fanno le stesse cose, c'è una scarsa differenzazione. Tendenzialmente ogni gruppo tende a crescere, all'interno di ogni attività aumenta la densità morale. 2. solidarietà organica: nella società organica cambia il tipo di coscienza collettiva. l'individuo diventa consapevole di essere parte di un tutto con la sua specificità. L'individuo diventa consapevole dell'interdipendenza del suio essere con gli altri elementi della società. Interdipendenza significa che ciascuno ha bisogno degli altri, questa è la nuova coscienza che si impone agli individui. Nelle società pi anche complesse l'individuo non è più in grado di soddisfare i propri bisogni direttamente con la propria attività lavorativa. C'è quindi bisogno di altri che producono ciò che noi non produciamo. Questo avviene in maniera progressiva all'interno della società; avviene attraverso stadi. L'importanza delle caratteristiche ascrittive del lavoro non svaniscono mai completamente anche se prevalgono quelle acquisite. conclusione: l'individuo non può vivere nell'individualismo, perché questo si basa sulla prevalenza dell'uno sull'altro. 8 lezione à 11.04 Il lavoro è visto come una specializzazione, ogni individuo ha bisogno delle specializzazioni per

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soddisfare i propri bisogni. Questo processo di divisione del lavoro si accompagna all'emancipazione: ciascun individuo per soddisfare i propri bisogni ha bisogno del mercato. Con l'avvento della rivoluzione industriale quindi del capitalismo, si ha un'altra trasformazione radicale: se del medioevo possiamo dire che prevale il lavoro individuale, con lo sviluppo del capitalismo si afferma quello che si può chiamare "lavoro sovraindividuale" o come lo definisce Marx "lavoro combinato". Per lavoro individuale si intende quel lavoro attraverso cui l'individuo produce una merce, ciò che produce il soggetto è interamente frutto del suo lavoro. Per lavoro combinato: tanti individui vengono messi in cooperazione tra di loro per produrre una merce. Accanto alla divisione sociale del lavoro il capitalismo diffonde come sua caratteristica peculiare e necessaria un'altra forma di divisione del lavoro quella che si crea all'interno del luogo di lavoro; Mentre la divisione sociale del lavoro dipende da variabili, come la vocazione di ciascuno, nella divisione all'interno del processo lavorativo è qualcun'altro che decide per il singolo individuo che tipo di lavoro dovrà fare. Questa divisione si chiama: Divisione Autoritaria. Durkeim invece la chiama Divisione Coercitiva del lavoro, è in questo contesto che l'autore parla di anomia, che non significa assenza di leggi, ma è la mancanza di leggi per il soggetto--->disgregazione sociale. Egli ritiene che questo sia il prodotto di una asincronia e che quindi potrà essere risolto, l'asincronia è data dallo sviluppo repentino dell'industrializzazione, deve essere stabilito il lavoro sociale affinché non ci sia anomia. Herbert Spencer: è un individualista, la società si basa su una legge che riguarda sia il vivente che il non vivente: organico, inorganico, superorganico, sono caratterizzati dalla legge dell'evoluzione. Spencer vede una differenza tra organismo biologico e quello sociale, il primo è un insieme concreto, mentre gli organi della società sono distanti tra loro, la cooperazione è meno immediata ma mediata. Per Spencer l'evoluzione avviene attraverso un aggiustamento continuo, ma non prevede una meta finale, la società si evolve attraverso Adattamenti. Spencer è un apologeta del capitalismo, in quanto ritiene che il capitalismo sia il modo migliore per far affermare gli individui più adatti. E' portavoce dell'ideologia della società borghese del suo tempo. La società come la vede Spencer è una società guerriera per la conquista della libertà. Pareto: è convinto osservatore del libero mercato, fautore della razionalità dell' homus economicus . Il paradigma dell'homus economicus è quello su cui si basa tutta l'economia odierna (fondata da Adam Smith)---> l'individuo è portatore di bisogni e quindi spinto a soddisfarli, per fare ciò l'individuo non ha bisogno di conoscere e sviluppare relazioni sociale, sono sufficienti alcuni fattore: 1. l'homo economicus deve essere perfettamente razionale , e essere in grado di riconoscere tutte le alternative possibili per soddisfare i propri bisogni 2.deve essere in grado di selezionare tra tutte le alternative quelle che ottimizzano le sue utilità. Ogni individuo deve saper soddisfare al meglio i proprio bisogni attraverso quel "meccanismo di regolazione" che è il mercato. Pareto in seguito si accorge che la maggior parte delle azioni umane non sono razionali, propone di dividere le azioni umane in tre categorie: 1.AZIONI ILLOGICHE: non fanno parte dell'interesse della sociologia 2.AZIONI NON LOGICHE: tutte quelle azioni che non corrispondono ai criteri necessari per definire un'azione come logica 3.AZIONI LOGICHE: le azioni razionali in senso proprio, è l'azione che mette insieme i mezzi e i

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fini secondo una razionalità verificabile con gli strumenti della logica sperimentale. 9 lezione à 13.04 Pareto: Questi comportamenti alla base dell'azione non logica, si chiamano residui. L'individuo comunque è portato a produrre spiegazioni e giustificazioni pseudologiche del proprio operato che Pareto chiama derivazioni. Pareto distingue sei classi di residui: 1. istinti delle combinazioni = indica quell'inclinazione più o meno presente in ogni individuo a collegare tra loro idee, fatti in modo semplice. 2. persistenza degli aggregati = gli individui tendono ad aggregarsi e istituzionalizzarsi, si formano delle cristallizzazioni che sono in grado di porre resistenza ai cambiamenti. 3. bisogno di manifestare i proprio sentimenti con atti visivi = comunicare i propri stati d'animo. 4. residuo in relazione alla socialità 5. integrità dell'individuo e delle sue dipendenze = le dipendenze sono gli interessi dell'individuo, ciò che possiede, la sua integrità e quella del benessere fisico. 6. residuo sessuale = condiziona il modo di vivere sociale. I residui sono ciò che spingono l'uomo ad una determinata azione. Le derivazioni sono gli elementi variabili, un individuo può produrre derivazioni anche a seconda dell'agire altrui. Le prime due classi di residui sono importanti perché sono alla base della spiegazione che Pareto offre della società, sono alla base della teoria della circolazione dell'elité. Pareto è convinto che qualsiasi società si può suddividere in due raggruppamenti: i non eletti (molti) e gli eletti (pochi). All'interno degli eletti deve essere fatta un'altra distinzione: ci sono eletti che non governano in un dato momento storico, questi però sono costantemente in conflitto con quelli che governano. Una società può dirsi in equilibrio se al suo interno opera una giusta proporzione innanzitutto delle due classi di residui (equilibrio dinamico).La società per Pareto può essere solo il prodotto di un cambiamento tra i residui che si manifestano: l'azione individuale è irrilevante, ma è importante la combinazione dei residui che di volta in volta prevalgono all'interno della società; l'azione individuale è importante solo nel campo in cui si manifestano le derivazioni. La sua visione è dogmatica---> ritiene che l'unico modo di fare scienza sia quello da egli stesso esposto; ritiene che la disuguaglianza sociale sia giusta. 10 lezione à 15/04 Weber: è considerato il maggiore esponente della teoria economica. In coerenza con l’assunto delle scienze sociali del suo tempo, Weber ritiene che la sociologia debba avere come obbiettivo quello di conoscere il . Conoscere le caratteristiche peculiari del fenomeno sociale che si è scelto di studiare. Viene chiamato approccio atomistico. Questo obbiettivo segnala una massima distanza dalla sociologia positiva, in questo senso Weber stava dalla parte degli stoicisti( quella corrente di pensiero che si opponeva al positivismo).

Concetto dell’agire sociale: dobbiamo comprendere che in realtà Weber trovò tre possibilità: parla dell’ agire sociale di senso, un agire sociale che sta ai limiti del senso, modi di agire dotati di senso che non sono sociali.

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1)è quell’agire riferito all’atteggiamento di altri attori(altre persone) e questo modo di agire è condizionato dal suo riferimento dotato di senso. L’attore che agisce attribuisce un senso, un’intenzione, ma, in quanto agire sociale, questo senso è condizionato dalla consapevolezza dell’esistenza degli atteggiamenti di altri attori.

Ci sono comportamenti che si possono definire dell’agire sociale. In molti casi il comportamento imitativo è sociale ma spesso non è individuabile il senso del suo agire. L’ agire sociale in quanto tale si sviluppa all’interno delle aggregazioni sociali e una delle funzioni che da sono le possibilità che si agisca socialmente in un modo dotato di senso nella base delle possibilità à significa che l’agire sociale è un agire con gli altri di cui tiene conto. Ogni agire sociale si sviluppa dentro una relazione sociale. Il dibattito esistente ai tempi di Weber era quello tra stoicisti e positivisti. Si distingueranno le scienze della natura dalle scienze della cultura. Positivisti: dal punto di vista delle conoscenze non ci sono differenze tra le due scienze, hanno in comune il sapere ( studiano la società come un organismo basato su leggi). Stoicisti: le scienze della natura non possono avere come obbiettivo la ricerca delle leggi perché è una conoscenza non possibile, l’unica conoscenza possibile è quella del caso particolare, dello specifico aspetto che abbiamo deciso di studiare( sapere ideografico). La scienza quindi non deve generalizzare. Weber: offre un nuovo approccio ovvero à le scienze storico sociali devono essere interessate allo specifico fenomeno. Non si può pretendere di conoscere la società, ma si può pretendere di comprendere e spiegare porzioni di società degne di essere conosciute (vicino agli stoicisti). Dobbiamo però comunque per comprendere un fenomeno passare attraverso la generalizzazione. Il fare generalizzazioni non è l’obbiettivo del conoscere, è un passaggio, uno strumento metodologico per capire il fenomeno che si è scelto di studiare.

“spiegazione comprendente” à capire e comprendere non sono sinonimi anche se sono due azioni che vanno sempre di pari passo. “Comprendere” significa riuscire a capire il senso, “capire” significa andare a ricercare le cause, qualsiasi siano i fattori e le cause, quelle caratteristiche e morfologia. Secondo W dobbiamo capire le cause che hanno portato a un determinato esito. Individuando le cause possiamo capire se l’esito sarebbe potuto cambiare o meno: capiamo il fenomeno “causa effetto”.

In che modo ogni ricercatore ritaglia l’infinità dell’azione conoscitiva , come avviene la scelta dell’oggetto di studio?secondo Weber avviene in relazione ai valori o “idee di valori” (attribuiamo significati in base ai nostra valori). Noi abbiamo dei valori che fanno parte di una costellazione nella società in cui viviamo. Sono dei valori individuali perché l’individuo si riconosce ma sono anche valori sociali perché presenti nella società. Ogni ricercatore quindi sceglie cosa è gratificante studiare. al contrario la radice è soggettiva dello studioso. La sua soggettività conta per definire l’oggetto di studio. Sottolinea che la sociologia è avalutativa quindi i principi, i punti di vista ecc possono influenzare lo studioso solo inizialmente. Il sociologo non deve e non può indicare cosa sia meglio fare, il giusto e l’errato, quale scelta

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politica seguire perché non è compito della sociologia ma della politica. La relazione di valore è importante perché è un modo per capire come fare scienza. Può mettere a disposizione un quadro di conoscenze per poter le scelte più efficaci e coerenti, inoltre può mostrare se un determinato obbiettivo può essere raggiunto

La teoria della relazione pone un problema che tratta del rapporto osservatore-oggetto. Positivismo: chimico studia formula come sociologo la società. Stoicismo: non è possibile perché l’osservatore non può distaccarsi dall’osservato.(weber concorda)

Com’è possibile avere oggettività? L’autore riconosce che i fatti da soli non parlano (comte). Il positivismo offre una soluzione all’oggettività della scienza. Weber sostiene che la scienza della cultura non possono dividere l’oggetto dal soggetto, ma in realtà questo avvenimento non è impossibile. L’oggettività per Weber ha un significato diverso ce può essere raggiunto grazie al metodo. Non tutti gli studiosi di W condividono questo modo di presentare l’oggettività. La possibilità di una conoscenza oggettiva risiede nella metodologia. Uno stesso fenomeno non viene visto nello stesso modo da più osservatori, l’astrazione (ciò che li rende ideali) è soggettiva, però se si condivide il metodo e i due studiosi si incontrano, alla fine i loro risultati saranno gli stessi, arriveranno, alla fine, alla condivisione.

12 lezione à 04.05 Weber: l’imperativo dell’astrattezza della norma, che è fondamentale nella burocrazia deve garantire un uguale trattamento verso tutti.-àspersonalizzazione della burocrazia. Nell’operare il funzionamento dovrebbe agire senza discrezionalità ( = senza distinzioni); questo implica che “la macchina burocratica” deve funzionare in base alla rigorosa attivazione delle regole, delle norme, dei principi. Weber intravede tutta una serie di problematiche sulle quali si interessa la sociologia, la psicologia. Sia in una società in generale, si all’interno delle organizzazioni, si sottolinea il primato della norma: i sistemi raggiungono il miglior funzionamento se si attengono alle norme, alle funzioni formali. È proprio grazie alla psicologia e alla sociologia che quest’ultima osservazione è stata messa in discussione, hanno messo in rilievo il fatto che le cose non sono così semplici, non è scontato che un’organizzazione sia garantita nel suo funzionamento se si rispettano le regole. I ricercatori si trovarono di fronte a fenomeni e comportamenti inaspettati à serendipity, scoprirono che accanto a comportamenti dei dipendenti che erano disfunzionali, ostacolavano il raggiungimento dell’obiettivo, ve ne erano altri che inaspettatamente erano funzionali al raggiungimento del’obiettivo. Dai comportamenti informali che si allontanavano dalle norme, ci si aspettava di trovare comportamenti disfunzionali, invece si ebbero comportamenti finalizzati a fornire una migliore performance, comportamenti che si dimostrarono più efficienti. (Es. sciopero bianco). Qual è la funzione fondamentale della regola? Non c’è una precisa risposta, ci sono diversi contributi soprattutto sociologici. Qualsiasi comportamento di resistenza ed inosservanza, secondo il taylorismo è irrazionale e disfunzionale. Buona parte delle organizzazioni in molti

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casi non hanno obiettivi chiari e definiti. Questo non permette di misurare le performance organizzative, non ci sono quindi procedure rigorose di misurazione dei risultati. Il tentativo di ridurre il funzionamento di questi contesti è ostacolato da elementi di resistenza al cambiamento, sono comportamenti fatti per la salvaguardia di interessi personali; i tentativi di cambiamento vengono visti da queste persone come elementi che controllerebbero in maniera più ferrea coloro che lavorano all’interno di queste organizzazioni. Dibattito sulla coscrizione partecipata: tutti i membri dell’ organizzazione costruiscono insieme uno strumento di valutazione della performance. In questo caso sorge il problema della standardizzazione: se ogni organizzazione si crea i propri strumenti i risultati non sono confrontabili. Marx: opere: “il manifesto” “il capitale”. “Il capitale” è l’opera della maturità che Marx lascerà incompiuta. la teoria di Marx è più corretta chiamarla: materialismo storico si propone come visione complessiva del mondo sociale, alternativa alla scienza borghese sono le condizioni materiali d’esistenza che determinano le idee dominanti. Marx è un apologeta della borghesia: prima classe sociale che è riuscita a rivoluzionare le basi economiche , anche la borghesia però ha i suoi limiti e il dominio borghese sarà sottratto dal dominio del proletariato. 13 lezione à 09.05 Marx: sottolinea l'importanza del rapporto fra uomo e natura, l'uomo, unico animale che per soddisfare i proprio bisogni ricorre ad un'attività specifica: il lavoro---> attività di trasformazione di ciò che l'uomo trova nell'ambiente, e produce nuovo valore. Materialismo storico: Materialismo= dobbiamo ricercare il significato del modo di essere della società a partire dalle condizioni materiali d'esistenza dell'uomo, si contrappone all'idealismo di Hegel. Secondo il materialismo storico la struttura della società, ovvero la base economica, determina la sovrastruttura (idee, coscienza che la società ha di sé); questo rapporto non va però inteso in modo meccanicistico e deterministico,l'espressione Marxiana indica un rapporto di ocndizionamento, anche la così detta sovrastruttura è a sua volta in grado di condizionare la base economica, o struttura. Storico= perchè va al di là di alcune affermazioni di carattere universale e astratto, la conoscenza è sempre determinata, non esistono verità che possono prescindere dalla storia. Centralità del lavoro--> divisione del lavoro: Marx parte dalla differenziazione sociale: l'essere umano è portato a pensare ad una divisione del lavoro--->condizione materiale d'esistenza. Art. 41: " l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali ". La carta costituzionale riconosce la libertà di mercato, tre importanti culture: comunismo (socialismo), cattolici, azionista hanno l'intento di condividere una prospettiva comune a partire però da differenti prospettive. Art. 3: " tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della repubblica rimuovere gli ostacolo di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l' eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,

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economica e sociale del Paese. " La repubblica ha il compito di intervenire per eliminare i meccanismi che impediscono ad ogni individuo l'effettiva partecipazione, si guarda alla libertà sostanziale non solo quella formale. Per Marx il primo elemento in senso logico e storico che struttura il mondo del lavoro è la proprietà delle istituzioni, che divide i capitalisti dai proletari. Per la prima volta però questo conflitto diventa antagonistico, e che, dice Marx, non potrà che finire con l'annientamento di una delle due classi, infatti Marx è convinto che il capitalismo lascerà il posto al proletariato, e quindi alla collaborazione fra tutte le classi. Lavoro salariato: il proletario è libero di vendere la sua forza lavoro come merce al capitalista, ma il proletario è obbligato a perdere la sua forza lavoro, cosa che il capitalista non è costretto a fare; l'unica variabile che crea valore è il lavoro---> il capitalista può scegliere può andare alla ricerca della merce che costa meno. Il lavoro necessario è quel salario necessario alla forza lavoro, è il lavoro che il capitalista paga al proletario. il plus lavoro è la parte che il capitalista si appropria, che non è ancora profitto perché questo si realizza nella sfera della circolazione, il MERCATO. Nelle società precedenti il denaro e il mercato avevano una determinata funzione e un preciso meccanismo: M-D-M. Con il capitalismo succede qualcosa di nuovo: D-M-D' ----> valore di scambio: si investe del denaro (capitale) che si valorizza attraverso il lavoro, quindi il capitalista deve investire il denaro in una merce particolare: la forza lavoro, dopo di che abbiamo l'investimento e infine il capitalista avrà un nuovo capitale D' che dovrà essere maggiore di D. 14 lezione à 11.05 Una delle leggi che Marx evidenzia è "la caduta tendenziale del saggio di profitto" Sp=Pv / (c + V) Aumento di c, (rimandendo costanti Pv e V) ---> il capitalista dove può tende a sostituire le macchine nei processi di produzione---> il denominatore aumenta ---> Sp diminuisce : caduta tendenziale del saggio di profitto. Uno dei modi per rallentare la caduta tendenziale del saggio di profitto è diminuire c attraverso la distribuzione di capitale. Lavoro = tutta quella attività che produce utile per sé e per gli altri; la divisione del lavoro si manifesta sottoforma di divisione del lavoro nella società. I fase storica: lavoro individuale. II fase storica: lavoro sovraordinato---> collaborano fra loro più persone per produrre un'unica merce. (si ha con il capitalismo). la divisione del lavoro si manifesta sottoforma di divisione del lavoro nella società (DSDL). Con il capitalismo si generalizza una nuova forma di lavoro che è fondamentale perché ci sia il modo capitalistico ed è la divisione del lavoro all'interno del processo lavorativo ( DDL PL)----> ciascun lavoratore coopera con altri e producono una merce. Nel processo di lavoro capitalistico la funzione di direzione corrisponde alla necessità di combinare i lavori parziali per ottenere il risultato che si vuole. La DDL PL si fonda sul dispotismo. 15 lezione à 13.05 Parlare di DDL PL implica che abbiamo a che fare con un'organizzazione -->forma di

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cooperazione regolata (si fonda su delle regole, cooperazione significa che oggettivamente delle persone si ritrovano in un processo lavorativo, organizzato in qualche modo e questo modo implica la cooperazione di tutti coloro che ne sono coinvolti). dove c'è cooperazione, dove c'è DDL PL, siamo in presenza del "lavoro combinato " o "lavoro sopraindividuale" = più lavoratori concorrano alla produzione di uno stesso bene o servizio, che poi diventa merce, o prestazione pubblica. Se ci occupiamo delle organizzazioni formali, il lavoro combinato implica che vi sia un' autorità che definisce le regole della cooperazione, che definisce le procedure, i modi con cui i singoli lavori parziali vengono combinati per produrre il prodotto finale. L'autorità vuol dire che ci deve essere qualcuno che deve prendere le decisioni in ordine a come e cosa produrre. Se guardiamo la DSDL vediamo un insieme di mestieri e professioni, che stanno in rapporto tra loro attraverso lo scambio di merci ; invece quando guardiamo al lavoro come DDL PL gli attori non sono in una relazione mediatica delle merci, perché la merce è il prodotto finale del loro cooperare, sono lavoratori parziali combinati tra loro x produrre qualcosa. Come è possibile che queste due manifestazioni della divisione del lavoro si condizionano a vicenda? ...... Marx: afferma che la DSDL è nel suo fondamento caratterizzata dai rapporti sociali e giuridici che regolano nella società la proprietà dei mezzi di produzione, quindi ogni formazione sociale, ogni modo di produzione fin dall'antichità e fino al capitalismo, si organizza intorno a determinate forme proprietarie. Il capitalismo si organizza intorno alla sua organizzazione dei rapporti di proprietà che per Marx è la proprietà privata dei mezzi di produzione, l'autorità non può che essere nelle mani del capitalista, il suo principale compito è fare profitti ---> D-M-D' . La divisione del lavoro del processo lavorativo nell'impresa capitalistica per Marx si può definire DISPOTICA = c'è un'autorità ma questa deve imporre il suo volere in ogni modo perché altrimenti l'impresa cessa di essere capitalista. CONTRIBUTI SCIENTIFICI DELLE SCIENZE SOCIALI (prima di Marx) il lavoro combinato diretto da un'autorità si generalizza e si diffonde come forma dominante, tra le varie manifestazioni dell'attività lavorativa, si diffonde quel tipo di rapporto di lavoro che chiamiamo Lavoro salariato = combinazione di lavori parziali-->prodotto finale---> vi sono persone che sono portate a vendere la loro forza lavoro ai proprietari che possono acquistarla; si sviluppa l'impresa capitalista (lavoro combinato = lavoro salariato ---> merci). Fercuso (maestro di Adam Smith) riteneva la divisione del lavoro nel processo lavorativo, intravedeva che le parziali manzioni che venivano attribuite a ciascun singolo lavoratore rischiavano di portare ad un impoverimento della persona del lavoratore, al punto che l'operario della manifattura reso sempre più ignorante dal tipo di lavoro, assomiglia sempre di più ad un ingranaggio di una macchina "l'ignoranza è la madre dell'industria come la superstizione". paragona l'operario manifatturiero allo schiavo, ma è fortemente convinto che questo sia un prezzo che la società deve pagare per il progresso, del benessere sociale. Adam Smith nell'opera "la ricchezza delle mansioni" inizia con il chiedersi da dove nasce lo scambio delle merci? nasce da una vocazione naturale dell'uomo a scambiarsi utilità, qui secondo Smith sta la genesi della divisione sociale del lavoro. Da cosa dipende il benessere la ricchezza di una Nazione? non dipende dall'inclinazione delle persone alla generosità reciproca, bensì dipende dal loro egoismo, dove per egoismo Smith intende la capacità che ciascun individuo ha di perseguire razionalmente i proprio interessi. Come il suo maestro si rende

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conto che la divisione di un lavoro in tante piccole mansioni porta l'individuo a impoverirsi, ma è proprio questo che porta un aumento della produttività. Andrew Hure: Hure è difensore del capitalista, Marx è difensore dell'emancipazione del proletariato. Hure è convinto che siamo in presenza di un nuovo sistema di fabbrica: "effectory sistem" dove il ruolo principale è svolto dalla macchina questa nuova centralità permette di imporre la "disciplina di fabbrica" ----> la vecchia divisione del lavoro descritta da Smith scompare, perché al lavoratore è richiesta la funzione di sorveglianza, vede una produzione organizzata intorno a sistemi di macchina, dove il compito dei lavoratori in carne ed è ossa è quello di sorvegliare il buon funzionamento delle macchine. Questo è il modo con cui il capitalista può imporre il proprio comando, facendo a meno dei lavoratori, perché la macchina esegue sempre gli ordini, mentre i lavoratori sono secondo Hure un fenomeno che viene messo a bada dall'effectory sistem. Questo nuovo sistema permette di abbassare i costi della produzione, ma implica anche un sostanziale miglioramento della condizione dei lavoratori, perchè a questi non sarà più chiesto lo sforzo fisico, saranno solo sorveglianti. Se il capitalista fa fare al lavoratore posizioni di sorveglianza in posizioni diverse il lavoratore potrà rendersi conto di tutto il lavoro che c'è dietro. questo nuovo sistema permetterebbe un superamento di quell'alienazione di cui ci parla Marx. Hure:"quando il capitale arruola al suo servizio la scienza,la mano dell'industria (lavoratori) viene repressa" . 16 lezione à 16/05 Marx distingue due fasi: -manifattura: i lavoratori hanno ancora un parziale controllo sul loro lavoro. È con il passaggio all'industria che questo controllo viene eliminato. Il lavoratore diventa un ingranaggio del sistema di macchine. C'è una netta separazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, il lavoratore non deve più utilizzare niente del suo intelletto, la scienza è incorporata nel sistema di macchine. La scienza viene utilizzata per ottenere sempre il massimo della produttività. Le macchine sono viste come crescita della qualità di conoscenze, Marx ha sempre chiaro che oltre alle macchine ci sono i tecnici che devono organizzare il lavoro intorno alle macchine. Siamo entrati nella fase della totale subordinazione del lavoro al lavoro delle macchine. Possiamo dire che Marx è un critico dell'economia politica non perchè ritiene il capitali inefficiente ma per le conseguenze che secondo lui lo sviluppo del capitalismo ha sulle persone e sulla società nel complesso. La natura umana è fondata sul lavoro dell'uomo-->un modo di produzione che riduce i rapporti tra le persone a merce, estranea l'uomo da se stesso. L'uomo non deve usare nulla del suo cervello, lo usa come forma di sorveglianza. Ford: la prima casa automobilistica che riesce a trasformare l'automobile in bene di consumo di massa invece che di lusso. Non possiamo capire il fordismo se non abbiamo capito che cos'è il taylorismo → taylor: ingegnere che diviene famoso per aver rivoluzionato il modo di produzione nell'industria. La tesi di taylor è che nell'industria nel suo tempo( decenni successivi alla fase del capitale) la produzione è ancora governata da metodi empirici, arbitrari ed è governata di fatto da i “caporeparto” (figura gerarchica intermedia) oppure dai contrattisti (non è una figura gerarchica, mentre il caporeparto è un dipendente dell'azienda, il contrattista aveva solo un contratto con l'azienda dove si impegnava per un determinato tempo un certo livello produttivo in cambio di un pagamento. Il contrattista poteva scegliere i lavoratori anche all'esterno dell'azienda e gestiva il lavoro per produrre quanto dovuto). Taylor quando

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denuncia uso di metodi non scientifici si riferisce anche a come vengono scelti i lavoratori. Quindi lui propone un nuovo modello che autodefinisce scientifico ( definire il proprio metodo scientifico è un modo per autoleggittimare la propria proposta innovativa) con cui vuole rivoluzionare l'intera organizzazione della fabbrica. Alla base di tutto il modella tayloristico troviamo la netta separazione tra ideazione ed esecuzione. Ideazione: tutto quel lavoro intellettuale, di progettazione con cui si definisce le procedure con cui si deve lavorare. Esecuzione: la richiesta di eseguire il lavoro affidato (rivolta all'operaio). Già marx aveva scritto della divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. Questa coppia oppositiva non coincide con la coppia oppositiva ideazione-esecuzione. Ovviamente per Taylor indicava che gli operai dovessero limitarsi ad eseguire e tutto il resto che riguardava le decisioni, come e quanto produrre. Ogni qualvolta l'operaio integra con il suo lavoro le sue conoscenze fa qualcosa di “ dannoso” per la produzione, si deve limitare ad eseguire il lavoro dato. Le due coppie concettuali non si sovrappongono perfettamente. La caratteristica del taylorismo è quella di voler portare a livello profondo questa divisione ideazione-esecuzione. Quand'è che questa divisione diviene importante ? Il lavoro ideativo va sempre più nelle mani della direzione e quindi si allontana sempre più dai lavoratori. Questo processo comincia con lo sviluppo dell'industria. L'industria si sviluppa in dei capannoni in cui la direzione d'impresa cerca sempre più di aumentare il proprio controllo sulla produzione e quindi sulla forza lavoro. Taylor denuncia il fatto che questa divisione non è ancora attuata nelle fabbriche del suo tempo. Scrive che al suo tempo il modo in cui si lavora per quanto riguarda la direzione d'impresa corrisponde ad una black box: a questa interessa solo vedere se si è raggiunti i lavori produttivi, non è aperto verso nuovi metodi per verificare se la produzione può aumentare. Cosa succede al lavoratore? Il suo lavoro è ulteriormente scomposto in azioni più semplici, il controllo sul suo lavoro è totale, gli è chiesto di non usare la testa se non per applicare il lavoro che gli è stato affidato. Sistema di produzione dove viene premiato l'operaio che si attiene a queste regole prodotte dalla direzione d'impresa (regole razionali), chi non obbedisce è irrazionale. Tutto questo comporta enormi conflitti. Dal punto di vista del lavoratore l'applicazione del processo di lavoro terroristico provoca un impoverimento ulteriore delle qualità del lavoro, un aumento dello sforzo, della fatica fisica e l'idea che sia un ingranaggio da far funzionare perfettamente insieme agli altri ingranaggi. Confronto tra Taylor e Marx: taylor prende spunto da manifatture dove l'organizzazione del lavoro è più centrale rispetto al lavoro uomo-macchina. Marx pare più lungimirante rispetto a Taylor. L'attenzione di T è rivolta a controllare la forza lavoro per ricavarne al massimo la produttività. Il taylorismo vuole rivoluzionare il modo di lavorare nel capitalismo. Il lavoro viene parcellizzato. Lo sviluppo del terrorismo prepara il terreno allo sviluppo del fordismo. Il taylorismo è necessario e quindi antecedente al fordismo. Ford → È colui che generalizza nella su fabbrica questo nuovo strumento: la catena di montaggio su una base che deve essere tayloristica. C'è un nastro in cui ogni lavoratore è posizionato i un punto e lì svolge il suo lavoro. Il lavoratore è fisso, non si muove, al massimo “rincorre il pezzo”= non ce la fa a svolgere il lavoro in tempo. Significa anche solitudine, non c'è rapporto tra i lavoratori. Questo è solo davanti al pezzo. Inoltre oggettivizza e quindi nasconde in quanto tempo devi fare la tua operazione. Il tempo è

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dato dal nastro (dalla direzione d'impresa). Il comando diventa impersonale, è il nastro che comando a secondo della velocità con cui va. La grande innovazione è l'applicazione della catena di montaggio per la produzione di un bene di lusso che a causa dell'abbattimento dei costi di produzione diventa un bene di produzione. Si dice che Ford sviluppa questo suo nuovo modo di produrre nel periodo un cui i mercati erano illimitati → un bene trovava un grande mercato d'acquisto. L'abbattimento dei costi di produzione permette di trasformare l'automobile a bene di consumo di massa. Nelle fabbriche Ford coloro che si “meritavano” i cinque dollari al giorno → veniva controllata anche la moralità fuori dalla fabbrica. Aveva un dipartimento di sociologia all'interno della fabbrica. C'erano una sorta di controllori che osservavano il comportamento del lavoratore all'interno della fabbrica ma anche fuori. Aumentava lo stipendio per il fenomeno del turn over: tutti i lavoratori se trovavano un altro qualsiasi lavoro scappavano dalla fabbrica della Ford (per il meccanismo della catena di montaggio). Nelle scienze sociali per fordismo: non si intende solo come modo di produrre ma anche per indicare in modo un po' vago una fase dello sviluppo delle società occidentali dove il modo di produrre in fabbrica, le relazioni industriali che si sviluppano sono coerenti con una serie di altri processi intorno ai quali si sviluppa la società. Si parla addirittura di fase fordista: alcuni ci fanno rientrare anche le teorie sociali di Weber. Quindi anche fase di sviluppo sociale del capitalismo. A suo parere modo molto confuso di utilizzare il termine Fordismo. Divisione internazionale del lavoro: come il lavoro (la produzione) viene divisa tra i diversi stati. Capire il modo e il perchè la produzione di articola a livello planetario. L'espressione divisione internazionale del lavoro è stata considerata non più adeguata perchè la differenza della divisione del lavoro non coincide con la divisione geografica dello stato. Si inizia a parlare di aree geoeconomiche, economiche. Si parla dunque di divisione del lavoro su scala globale: per globale si intende la parte del mondo dove esiste il capitalismo. Anche oggi il capitalismo non ha diffuso i suoi rapporti sociali ovunque. Marx diceva: il capitalismo è per sua natura globale, è comunque un sistema che tende ad ampliarsi ed a articolarsi in tutto il pianeta. Oggi ci sono ancora aree del pianeta dove non prevalgono forme di capitalismo → ad esempio alcune comunità africane. Questo rimanda al termine globalizzazione: divenuta tema centrale della sociologia. Come per tutti i temi che diventano di “ moda” si svuotano di contenuto scientifico. È arrivata ad indicare il cambiamento, in realtà ha molteplici aspetti. Non c'è stato un controllo scientifico sul tema della globalizzazione. Si usa dire che tutto si è “globalizzato”, in realtà non è vero. Certamente ci sono fattori che ci fanno parlare di una maggiore globalizzazione oggi rispetto a qualche anno fa, un esempio la telematica che hanno permesso anche nell'economia processi che prima non erano possibili o pensabili. Termine globalizzazione: inflazionato. Ha molti aspetti dunque la globalizzazione ma ciò che ha trainato e quindi promosso i principali mutamenti che possiamo analizzare a livello globale è la globalizzazione dell'economia. La globalizzazione dell'economia inizialmente si può manifestare come un infittirsi degli scambi di merci. Cominciamo dunque a nascere nel capitalismo delle grandi imprese che si fanno sempre più globali.--> spinta enorme con lo sviluppo del capitalismo e con questo emergono imprese sempre più capaci di muoversi su scala globale. Il grande salto è quello dell 'imprendimento: imprese decidono anche di utilizzare la tecnica dell' IDE → invece di scambiare merci con quella zona decidono di portare la produzione in quella zona. Le merci non vengono più

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prodotte e poi importate in una determinata zona ma il sistema di produzione viene “ portato” in quella zona. Ci sono allora degli investimento all'estero di questo tipo. Es: fiat e chrysler → esempio tipico di fusione integrazione in cui due imprese si fondono. L'acquisizione invece è quando un'impresa maggiore si “ mangia” quella più piccola. Queste grandi imprese prima commerciali poi di investimento produttivo finanziario iniziano a intervenire in altre nazioni. Questi processi ormai attraversano i confini delle nazioni. L'analisi di divisione del lavoro su scala globale ci fa capire che non è accettabile distinguere una sfera economica da una politica come se fossero indipendenti. Il pianeta è governato dalle scelte politiche. Es: banca mondiale, fondo monetario internazionale → non sono organizzazioni solo economiche ma anche politiche. Paesi più ricchi sempre più ricchi, quelli più poveri sono sempre più poveri. Il meccanismo va al contrario di come potremmo pensare --> I paesi più ricchi non sostengono economicamente quelli più poveri: è il contrario. Tutta questa situazione implica una trasformazione nei modi con cui si produce in una diversa area dei paesi. Dobbiamo risalire all'analisi della filiera nei vari paesi. 17 lezione à 18.05 paradosso del debito: l'articolato sistema della cooperazione allo sviluppo, che prevede anche la forma del prestito unitario ai paesi sottosviluppati, consiste nel fatto che i debiti che i paesi in via di sviluppo hanno accumulato nel tempo sono in realtà crediti inesigibili = i paesi indebitati non sarebbero in grado di saldare. (sono i paesi poveri che finanziano lo sviluppo dei paesi ricchi). (SAP : piani di aggiustamento strutturale). la questione della cooperazione al terzo mondo non chiama in causa solo il rapporto tra paesi poveri e paesi ricchi, ma chiama in causa anche i legami sociali che si sviluppano all'interno dei paesi, i SAP intervengono a modificare la stratificazione sociale. in riferimento a come si modificano i rapporti sociali entro i paesi si può vedere che tutti quei paesi che hanno accettato di attuare i piani di aggiustamento internazionale hanno visto aumentare il GAP (la parte + povera è divenuta sempre più povera, la parte più ricca sempre più ricca). Fine anni 80 inizio anni 90 si è introdotto il tema della Globalizzazione: della cultura, dell'economia, della conoscenza. All'espressione globalizzazione dell'economia, si sostituisce l'espressione: "analisi della situazione attuale del capitalismo su scala globale" si sviluppa una mitologia di base, secondo la quale la globalizzazione è quel fenomeno che ha reso l'economia un processo sempre più globalizzato, per altri aspetti, invece si può dire che il mondo negli ultimi anni è diventato più globale, che l'economia del mondo si è fatta più globale, sono cresciuti i legami, le interdipendenze: si può registrare che il rapporto sociale tipico dell'economia capitalista, il rapporto di lavoro salariato, è altamente cresciuto su scala globale, i salariati sono molto di più oggi che un tempo. Un altro aspetto che si presenta come più globalizzato è la finanza. L'attore principale dell'economia capitalista è l'impresa capitalista, in quest'ultimo trentennio, sono cresciute in quantità e dimensione quelle che sono state chiamate imprese nazionali e che oggi sono chiamate imprese transnazionali, x queste imprese x molti autori non è essenziale in quale luogo risieda il loro centro strategico, si parla dell'impresa apolide, non ha più un suo centro. si sviluppano anche nuove contraddizioni x es. il conflitto tra gli interessi economici nazionali e gli interessi economici transnazionali. le strategie di localizzazione (dove l'impresa nazionale decide di investire) sono rilevanti per analizzare la divisione del lavoro su scala

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globale, xkè le strategie delle imprese transnazionali, che modificano la localizzazione, modificano anche la divisione del lavoro diviso su scala globale. Si possono considerare varie strategie: - strategie di localizzazione a lungo periodo: una transazionale investe capitali in un luogo del pianeta, con il progetto di rimanere a lungo, e legarsi all'economia locale esistente. - strategie runaway: strategia mordi e fuggi l'economia capitalista ha bisogno di espandersi su scala monetaria, xkè ha bisogno di trovare nuove risorse, naturali e umane, un capitalismo che si espande alla ricerca di nuovi investimenti, nuovi mercati, il capitalismo ha trovato un modo per produrre commerci a basso costo attraverso le localizzazioni. Divisione del lavoro e immigrazione: Le immigrazioni sono un fattore che modificano la divisione del lavoro su scala globale, o la divisione del lavoro su scala globale condiziona i flussi dell'immigrazione sociale; da una parte la disponibilità di forza lavoro attira investimenti, dall'altra luoghi di produzione di lavoro attirano persone. la disponibilità di forza lavoro a buon mercato è una variabile importantissima nell'ambito della divisione del lavoro su scala globale. Stati politici deboli e stati politici forti, si polarizza tra aree economiche deboli e aree economiche forti, in questa economia globale assume un ruolo importante la presenza dell'imprese transnazionali come forze economiche globali, ma questo non significa che allora il potere politico non vuol dire più nulla di fronte alla forza dell'economia globale. uno strumento che condiziona molto la divisione del lavoro su scala globale, ma anche i fenomeni immigratori è la guerra che è quel fenomeno che molti di noi riteniamo completamente scomparso solo xkè non coinvolgeva + l'Europa, ma ha continuato ad essere uno strumento utilizzato, dalle diverse potenze per proteggere i propri interessi. la causa principale di tutti i conflitti bellici è l'interesse economico, nonostante poi vengono presentati in un altro modo. 18 Lezione: --> 20.05 Le caratteristiche della divisione del lavoro, sono determinate da due categorie principali: le transnazionali e gli stati potenti, che hanno il potere di definire gli assetti geopolitici, e quindi quelli che possono utilizzare lo strumento della guerra per portare avanti gli interessi economici su scala globale. All'interno di questo quadro una variabile fondamentale è quella dei flussi migratori : il sistema capitalistico è un sistema nel quale gli attori econmici (l'impresa capitalistica) ha assoluta necessità di risparmiare sui costi e il costo su cui l'impresa capitalista cerca di diminuire p il costo del lavoro. Per Marx il valore si crea solo quando si utilizza la forza lavoro, questo significa che quei capitali che non trovano investimenti considerati non profittevoli rimangono non investiti quindi non creano nuovo valore (avviene nella finanza). Il capitalismo finanziaro è sempre connesso al capitalismo produttivo (industriale). L'impresa capitalistica in generale, e in particolare quella trasnazionale per abbattere il costo del lavoro ha diverse strade: -ridurre il numero dei lavoratori impiegati (licenziare) -abbassare il livello dei salari (pagare meno i lavoratori) -può andare a cercare lavoratori che costano meno (delocalizzare le proprie attività verso zone dove il lavoro costa meno). é certo vero che i forti attori economici sono in grado di condizionare le decisioni economiche dei paesi deboli. -utilizzare in loco una forza lavoro che di per sè costi meno del resto della forza lavoro, questa forza lavoro è la forza lavoro degli immigrati, specialmente se questi si torvano in una

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condizione giuridica di clandestinità, perchè l'immigrato clandestino è più debole più costantemente ricattabile, e questo permette di pagarlo molto molto meno anche rispetto ad un immigrato regolarizzato. La prospettiva è quella di comprendere come l'immigrato nel momento in cui arriva nei paesi centrali, è rilevante prima di tutto come forza lavoro che può essere utilizzata in modo più conveniente della forza lavoro autoctona, solo se utilizziamo questa chiave interpretativa possiamo spiegare degli apparenti paradossi che resterebbero inspiegabili, l'immigrato interessa solo come forza lavoro a basso costo. La parola che più spesso sentiamo nei masmedia è : non possiamo prenderli tutti quindi l'Europa si deve chiudere, si deve proteggere e deve sviluppare con decisione e rigore politiche di intolleranza zero, di immigrazione zero, nella crisi non c'è posto per l'immigrato; questo è il modo con cui i poteri forti ci presenta il fenomeno dell'immigrazione. C'è però qualcosa che non torna, cioè il fatto che costantemente dimostrano che in realtà l'economia europea ha bisogno degli immigrati, il capitalismo europeo ha bisogno degli immigrati, e comunque continuano a entrare immigrati nonostante la retorica su immigranti zero, intollerenza zero. (entrano circa 2 milioni di immigrati l'anno)----> servono, ce n'è bisogno.l'unica spiegazione adeguata a questo paradosso la troviamo se utiliziamo la prospettiva proposta: proprio perchè l'economia capitalista sta affrontando un particolare periodo di crisi, ha bisogno della forza lavoro immigrata, a condizione che questa forza lavoro immigrate costi molto meno della forza lavoro autoctona, a condizione che sia inferiorizzata, a condizione che gli immigrati siano deumanizzati, che la loro forza lavoro sia iperprecaria, a condizione che siano disponibili a svolgere qualsiasi lavoro in qualsiasi condizione; vengono occupati anche in lavoro simili a quelli che fanno i lavoratori autoctoni, solo che il clandestino viene pagato molto meno, perchè l'operaio autoctono che ha un contratto ha più modo di difendersi del suo collega assunto a nero, quindi trattamenti diseuguali all'interno della stessa azienda. Come fanno i poteri forti dell'economia dei paesi centrali a far si che gli immigrati che arrivano siano disponibili la forza lavoro a condizioni molto più bassi degli autoctoni? si fa rendendo la loro condizione nei paesi ospitanti pessime prima di tutto dal punto di vista giuridico, la via maestra per fare ciò è impedire all'immigrato di entrare in modo regolare nel paese di accoglienza, e per fare questo si fa una legge come ha fatto l'Italia e la Francia che sono all'avanguardia. L'Italia il principale strumento che ha messo appunto è la legge Bossi-Fini , legge 189 del 2002 . c'è anche un'altra conseguenza per il potere capitalistico quando riesce a svalorizzare la forza lavoro immigrata: questa fa concorrenza ai lavoratori autoctoni e quindi si crea conflitto tra i lavoratori, si abbassa le condizioni di lavoro e i salaria di tutta la forza lavoro all'interno della fabbrica, perfino degli autoctoni. Il primo strumento di svalorizzazione è quello di usare il metodo giuridico, di usare le norme, --->razzismo istituzionale (razismo prodotto dalle istituzioni) svalorizzano i valori dell'immigrato come forza lavoro; il razzismo istituzionale serve anche ai poteri forti per stimolare il razzismo popolare, anche tra i lavoratori, il razzismo popolare quindi offre consenso e legittimazione al razzismo istituzionale che quindi si rafforza. Questo è il meccanismo che i poteri forti tentano di innescare. (Si può dire che il razzismo accompagna da sempre la storia dell'azione umane, e le cause che innescano i fenomeni di razzismo sono le più varie, gli studi dimostrano però che la motivazione economica è molto spesso alla base dei fenomeni del razzismo, per l'accaparramento di risorse. Il razzismo non si presenta mai esplicitamente come strumento per estorcere risorse ad un altro gruppo, si presenta sotto altre facce, e spesso si collega ad altre fonti del razzismo, ad altre variabili che

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innescano teorie, comportamenti razzisti, per Es: il razzismo che accompagna il genocidio del terzo reich è un naziosmo che non nasce nella garmania nazista ha origini lontane, le teorie su cui si sviluppa la scienza razzista in germania sono prese dalle teorie inglese e americane sulla superiorità della razza, erano considerate scienza!, il nazismo non ha avuto come suo primo obiettivo il popolo ebraico, la teoria e le pratiche del genocidio il nazismo ha cominciato a praticarle con tutti coloro che erano considerati un peso per la società, una società tedesca uscita distrutta dalla crisi del '29 vede lo sviluppo del moviemnto nazional-socialista voluto dal popolo, perchè ha trovato consenso soprattutto perchè individua quei fattori che rappresentavano un peso per tutto il popolo: i disabili, i malati di mente ecc.. tutti quelli improduttivi e poi a poco a poco tutti quelli che non avevano tratti ariani. si comincia a fare sperimenti sui disabili, i malati psichici). Al razzismo istituzionale basta che noi diventiamo razzisti passivi, basta che diamo il consenso e ligittimazione alle politiche discriminatorie che vengono messe in atto. Il razzismo istituzionale non usa solo la LEGGE per regolare la condizione dell'immigrato nei paesi di accoglienza, usa anche altri strumenti pseudo normativi che non hanno valore di legge, non sono fonti del diritto e già questo è assolutamente incostituzionale: tutte quelle norme che passano attraverso regolamenti, circolari ministeriali, patti territoriali per la sicurezza, tutte queste forme di regolazione, che regolarizzano la condizione dell'immigrato sono in Italia anticostituzionali, perchè l'articolo 10 della nostra costituzione recita così: "l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici." : solo lo strumento giuridico legge può regolare la condizione dell'immigrato. Il razzismo istituzionale ha due grandi obiettivi: 1.di tipo economico: svalorizzare la forza lavoro immigrata, e quindi svalorizzare tutta la forza lavoro anche quella autoctona 2. idnividuare un colpevole: un capro espiatorio, qualcuno su cui addossare tutte le responsabilità delle cose che non vanno bene; il razzismo istituzionale di volta in volta individua qual'è il nemico, e si rivoelge innanzitutto agli autoctoni che stanno peggio per diffondere il virus del razzismo, indicando il nemico interno, ed è quello che ha fatto il nazzismo con il popolo ebraico. Legge Bossi-Fini ( Legge 189 del 2002): Fino all'86 l'Itlaia non ha avuto nessuna legge che si occuppassse della questione immigratoria, anche perchè era l'Itlaia stessa un paese di emigranti!. questa legge è stata presentata al popolo italiano: come bisogno di fare una legge più dura che non tolleri più la clandestinità, una legge che ha come obiettivo manifesto impedire l'entrata degli immigrati clandestini, lo strumento principale che si adotta è una serie di norme seocndo le quali l'immigrato può venire in Italia solo se prima di arrivare ha già un contatto di lavoro con un imprenditore italiano, che gli ha già trovato una casa e che si è impegnato a pagare il viaggio per arrivare in italia; se ci fermiamo a questo livello è una legge sbagliata, se invece usiamo la prospettiva adottata fin'ora è invece una legge del tutto razionale però dal punto di vista del razzismo istituzionale, perchè è una legge che FAVORISCE la clandestinità, ma non è un paradosso xkè abbiamo vista che favorisce la clandestinazione

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della forza immigrata. Il datore di lavoro ha un controllo totale sull'immigrato perchè se perde il lavoro, perde anche la possibilità di stare nel nostro paese, ha tempo sei mesi per torvarne un altro, se non lo trova diventa clandestino, e quindi se viene trovato viene espulso. " i loro sudici piedi sulla nostra sacra terra! " . L'esistenza quotidiana del'imigrato non è definita dalla legge, ma da tutte quelle norme che non hanno valore di legge, che per la nostra costituzione non posso assolutamente articolare la vita dello straniero, questo no formalmente ma sostanzialmente è così, perchè tutti gli operatori della pubblica amministrazione che hanno a che fare con gli immigrati sono assolutamente impossibilitati nei fatti a gestire il rapporto delle richieste dell'immigrato in base alla legge, e ancor prima in base alla costituzione, xkè la iperproduzione porta l'operatore a dare delle risposte all'immigrato utilizzando quella circolare che appare più autorevole rispetto alle altre, andando anche contro la costituzione, e sono quelle circolari prodotte dal ministero dell'interno, perchè sempre di più diventa egemonica l'idea che la questione di immigrazione è una questione di ordine pubblico. è una questione di sicurezza, per cui tanto vale chiedere in questura come ci si deve comprotare di fornte le richieste del clandestino 19 lezione -->23.05 L'esistenza degli immigrati nel nostro paese, è condizionata da una serie di discriminazioni, che prima ancora che l'immigrato entri nel nostro territorio vanno a definire il quadro della loro esistenza. La centralità del riferimento al lavoro, per definire la situazione dell'immigrato, ha questo interesse perchè durante la crisi permette di pagare ancora meno la forza lavoro, e nella crisi succede che gli immigrati che sono riusciti a entrare e lavorare, i primi a pagare sono proprio loro perchè nella piccola impresa, l'unico che non fa parte dei legami sociali, se non parzialmente, è chi è venuto da un altro paese, e quindi è più facile licenziare lui. Ma questo avviene anche nelle aziende più grandi perchè nel momento in cui è entrato nelle nostre teste il virus razzista tornano a galla altre idee come il colore della pelle. così si struttura una divisione del lavoro su base etnica, non è infrequente che il razzismo passi anche nei comporti degli immigrati stessi che per qualche ragione si sentono più sicuri degli immigrati che arrivano oggi. Succede che in certe lavorazioni si fa in modo che la popolazione di immigrati utilizzate fino a quel momento vengono sostituite. La prima inchiesta scientifica sulla legge Bossi-Fini a portato i seguenti risultati sono entrati com regolari il 2% degli immigrati (un flop rispetto all'obiettivo proposto dalla legge). Di volta in volta sono stati presi come target specifici popoli: i primi ad essere stati presi come oggetto sono stati i marocchini, (marocchino è diventato sinonimo di persona sporca, disonesta ecc..) poi contro gli islamici....... con maggior forza altri strumenti normativi oltre le leggi, che sono le circolari e i provvedimenti ministeriali, definiscono la posizione dell'immigrato. in questo scenario gli immigrati stanno riuscendo ad organizzarsi, con la solidarietà di tanti autoctoni che individualmente organizzati decidono di spendere una parte della propria esistenza a favore dei diritti di queste persone. (RAZZISMO ISTITUZIONALE) DOMANDE E DUBBI: 1)la legge Bossi-Fini a chi fa riferimento? è una legge artioclata fa riferimento all'imigrato così come deve essere considerato regolare, secondo la legge, di fatto è rivolta verso gli immigrati.

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2)Marx riprende da hegel il concetto di dialettica, poi ha detto la sintesi per Marx è una specie di sussunzione...?? è un superamento che xò si porta con sè alcuni elementi dell'antitesi, 3)concetto di stoicismo ripreso da weber confronto tra positivisti-->ovbiettivo è scoprire le leggi , storicisti---> obiettivo è compredere il fenomeno da studiare 4)rapporto tra Durkeim e il disordine patologico? x Durkeim è patologico divisione e conflitto, D. si rende conto che il conflitto è presente nella società del suo tempo, ma poi l'anomia è una patologia sicuramente però è una patologia che porta disordine, conflitto, quindi ha una visione + pessimista rispetto ai positivisti, anche se anche lui auspica ad una società ordinata.