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23 maggio 2014 22/05/14 AdnKronos Lombardia: Ao Crema aderisce a Giornata donazione organi e tessuti 22/05/14 LeccoNotizie.com Al Manzoni prelevati 166 organi in 3 anni. Il 30 incontro sulla donazione 22/05/14 Quotidiano di Sicilia Midollo osseo, necessari mille donatori effettivi per anno Margherita Montalto 22/05/14 Resegoneonline.it A Lecco 166 prelievi di organi negli ultimi tre anni 22/05/14 Repubblica.it / Torino Processo Vannoni, il pm: "Stamina, nessun valore scientifico" Sarah Martinenghi 22/05/14 Avvenire.it Metodo Stamina, inizia il processo 23/05/14 QuiBrescia.it Stamina, «La scienza non c’entra per nulla» 22/05/14 Ansa.it / Piemonte Stamina, via processo per tentata truffa 22/05/14 Corriere del Ticino Stamina: si è aperto oggi il processo 22/05/14 Corriere della Sera / Brescia Stamina, Belleri: «La situazione per il Civile si complica sempre di più»

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23 maggio 2014

22/05/14 AdnKronos

Lombardia: Ao Crema aderisce a Giornata donazione organi e tessuti

22/05/14 LeccoNotizie.com

Al Manzoni prelevati 166 organi in 3 anni. Il 30 incontro sulla donazione

22/05/14 Quotidiano di Sicilia

Midollo osseo, necessari mille donatori effettivi per anno

Margherita Montalto

22/05/14 Resegoneonline.it

A Lecco 166 prelievi di organi negli ultimi tre anni

22/05/14 Repubblica.it / Torino

Processo Vannoni, il pm: "Stamina, nessun valore scientifico"

Sarah Martinenghi

22/05/14 Avvenire.it

Metodo Stamina, inizia il processo

23/05/14 QuiBrescia.it

Stamina, «La scienza non c’entra per nulla»

22/05/14 Ansa.it / Piemonte

Stamina, via processo per tentata truffa

22/05/14 Corriere del Ticino

Stamina: si è aperto oggi il processo

22/05/14 Corriere della Sera / Brescia

Stamina, Belleri: «La situazione per il Civile si complica sempre di più»

22/05/14 Mediaset TGCOM24

Stamina, al via processo a Torino

22/05/14 Corriere della Sera / Brescia

Stamina, Mantovani: «Invierò a Napolitano una nuova richiesta di intervento»

22/05/14 TIO

Stamina, al via il processo per tentata truffa alla Regione Piemonte

Lombardia: Ao Crema aderisce a Giornata

donazione organi e tessuti

Articolo pubblicato il: 22/05/2014

Cremona, 22 mag. (Adnkronos Salute) - L'ospedale Maggiore di Crema aderisce alla

Giornata nazionale per la donazione e trapianto di organi e tessuti. 'Ospedale aperto: un

donatore moltiplica la vita' è il titolo dell'iniziativa organizzata dal Gruppo prelievo organi e

tessuti dell'Ao cremasca, insieme ad Aido e Avis, prevista per sabato 31 maggio, con

l'obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza della donazione. A partire dalle 9

fino alle 19, in piazza Duomo a Crema, saranno presenti i professionisti della

Rianimazione, della Ginecologia, dell'Oculistica, dell'Ortopedia, insieme ai volontari Aido e

Avis, per distribuire materiale informativo e rispondere ai quesiti dei cittadini.

"E' importante che tutti gli operatori sanitari favoriscano, a vari livelli, il processo di

donazione di organi e tessuti - afferma Carmine Troiano, coordinatore del Gruppo prelievo

di organi e tessuti dell'Ao di Crema - A livello nazionale l'attività di prelievo organi è

controllata dal Centro nazionale trapianti (Cnt), che fa capo al ministero della Sanità. Il

territorio nazionale è poi suddiviso in 3 aree di interesse: la Lombardia, e quindi anche la

nostra azienda, fa riferimento al Nord Italia Transplant (Nitp) con sede al Policlinico di

Milano. Il Nitp si occupa di gestire le liste di attesa, eseguire esami di secondo livello,

esami immunologici, redige protocolli operativi e svolge funzioni di controllo e sicurezza".

"Il trapianto di organi e tessuti non è esente dal rischio di causare malattie trasmissibili nel

paziente ricevente - spiega il coordinatore del Gruppo - e quindi sono previsti rigidi

protocolli operativi per evitare che ciò accada. Al Nitp fa riferimento il coordinatore

regionale per la Lombardia, un coordinatore locale negli ospedali provinciali e un

responsabile locale nei singoli ospedali dove è presente un reparto di terapia intensiva.

Insomma, una grossa macchina organizzativa di cui noi siamo un ingranaggio importante -

chiosa Traiano - un grande sforzo comune giustificato dal fatto che il trapianto di organi

può salvare la vita di pazienti affetti da gravi patologie. In molti casi, anche con il trapianto

di tessuti, riusciamo comunque a migliorare decisamente la qualità di vita di pazienti che

non hanno altre possibilità".

Al Manzoni prelevati 166 organi in 3 anni. Il 30 incontro sulla

donazione

LECCO - In occasione della Giornata Nazionale della Donatore , l’Azienda Ospedaliera della

Provincia di Lecco organizza, in collaborazione con AIDO (l’associazione dei donatori

d’organo), una manifestazione pubblica, aperta ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari

interessati. L’appuntamento è all’Ospedale Manzoni, il 30 maggio, alle 20.45, presso l’Aula

Magna.

Invitati a partecipare all’iniziativa, portando il loro contributo e raccontando la loro esperienza e il

loro vissuto, numerose persone che grazie al trapianto hanno migliorato e cambiato la loro vita.

Invitati anche i familiari di coloro che sono scomparsi e che hanno dato il loro consenso al prelievo

d’organi.

Nel corso della serata sarà proiettato il cortometraggio “Agamà” la storia di Laura Mazzeri che,

nel 2009, è rinata grazie al trapianto di fegato. Il film, firmato dal regista italo-cileno Johnny

Dell’Orto, narra, in presa diretta, i lunghi mesi dell’attesa del trapianto tra Ospedale, vita

quotidiana, speranze a paure.

L’evento del 30 maggio sarà l’occasione, inoltre, per fare il punto sull’attività di prelievo d’organi

presso le strutture sanitarie dell’Azienda Ospedaliera.

“Tracciando un primissimo quadro del 2014 – dichiara infatti Francesco Lusenti, Responsabile

della Neuro Rianimazione del Manzoni, nonché Coordinatore locale del Prelievo Organi e

Tessuti per l’area lecchese – possiamo dirci soddisfatti dei risultati acquisiti”.

“Solo da gennaio ad oggi, 10 sono stati i donatori segnalati – continua il medico – e di questi, 8 i

donatori effettivi che hanno consentito alle nostre équipes e ai team chirurgici di altri centri

ospedalieri, in questi cinque mesi, il prelievo di quasi 30 organi, in particolare di cuore, fegato,

pancreas e reni. Significativo anche il numero di cornee prelevate: 84 da gennaio a maggio di

quest’anno”.

L’appuntamento del 30 maggio sarà concluso dall’intervento musicale del gruppo Work in

Progress, la cover band guidata dal Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AO,

Giuseppe Foti.

L’attività di procurement Nel triennio 2011/2013 l’Azienda Ospedaliera ha segnalato, complessivamente, al Centro

Interregionale di Riferimento di Milano (Nord Italia Transplant program – NITp) 66 potenziali

donatori di organi (29 nel 2011, 17 nel 2012 e 20 nel 2013). Il numero di 29 donatori segnalati nel

2011 costituisce il massimo mai registrato presso l’Azienda Ospedaliera.

Dei 66 donatori segnalati, 18 non sono stati avviati al prelievo:

7 per opposizione degli aventi diritto con una percentuale di opposizioni del 10,6% (circa un terzo

della media nazionale attestata attorno al 30%) e 11 per non idoneità.

I 48 donatori effettivi hanno, complessivamente, consentito il prelievo di 166 organi così

distribuiti: 14 cuori, 43 fegati, 13 pancreas, 16 polmoni e 80 reni. La media di organi prelevati da

ogni donatore effettivo è quindi stata di 3,46 organi (2,52 da ogni donatore segnalato), in linea con i

dati nazionali.

Prelievo di tessuti Il prelievo e il successivo trapianto di tessuti ha costituito per molto tempo un campo secondario

rispetto a quello di organi. Negli ultimi anni esso ha però assunto un ruolo di tutto rilievo ed è in

continua espansione.

Si riportano di seguito i dati elaborati dal Coordinamento Locale di Lecco per i tessuti.

Cornee: su un totale di 2.512 pazienti deceduti all’interno dell’Azienda Ospedaliera nel corso del

triennio, i donatori di cornee sono tati 309 pari al 12,30% di donatori sul totale dei decessi avvenuti

negli Ospedali dell’Azienda; le cornee prelevate e depositate presso la banca degli occhi di Monza

sono state 601, in netto incremento rispetto agli anni precedenti, grazie all’adozione di un nuovo

protocollo aziendale;

Cute: 12 prelievi nel triennio; la cute costituisce un tessuto salvavita per i gravi ustionati e il suo

fabbisogno è in costante aumento;

Vasi: 14 prelievi di vasi e segmenti vascolari;

Midollo osseo, necessari mille donatori effettivi per anno di Margherita Montalto

L’Admo Sicilia ha discusso a Catania sugli obiettivi da portare a termine e sui risultati finora raggiunti. Nell’Isola

sono 12.581 gli iscritti al registro nazionale, sul totale di oltre 425.000

CATANIA - Il 20 maggio, nella sede della base aeromobili Guardia Costiera di Catania, si è svolta una

conferenza divulgativa dal titolo “Sull’onda della solidarietà”. La conferenza è stata indetta da Admo

(Associazione donatori midollo osseo) Sicilia per conto delle direzioni marittime della Sicilia orientale e

occidentale. L’ammiraglio Domenico De Michele, direttore marittimo della Sicilia orientale, ha disposto che tale

iniziativa coinvolgesse tutto il personale dei Comandi della giurisdizione. Il comandante della Base Cv (Cp) Alfio

Distefano ha colto favorevolmente l’iniziativa mettendo a disposizione la sede della base aeromobili. Hanno preso

parte alla conferenza autorità civili e militari.

Alla conferenza, moderata da Margherita Montalto, esperta in bioetica, sono intervenuti: Anna Maria Bonanno,

presidente Admo Sicilia; Gaetano La Barbera, vice presidente Admo Sicilia; Grazia Sortino, responsabile del

centro donatori di midollo osseo e laboratorio tipizzazione tissutale –Azienda ospedaliera Ferrarotto di Catania;

Santo Maccarrone, medico di riferimento del centro donatori di midollo osseo - Azienda ospedaliera Ferrarotto di

Catania; Giuseppe Milone, responsabile unità trapianti di midollo osseo – Azienda ospedaliera Ferrarotto di

Catania.

Presenti i donatori e i trapiantati che hanno rilasciato la loro testimonianza. “Solidarietà esprime lo spirito della

Guardia Costiera, salvaguardia della vita umana in mare”, così ha aperto la conferenza il Comandante della Base

Aeromobili, Cv (Cp) Alfio Distefano. “Il binomio Admo e Guardia Costiera risale a parecchi anni fa. L’iniziativa,

che sottolinea l’importanza della vita umana, è stata disposta dal Comando generale che l’ha esteso in tutta Italia”

ha detto l’ammiraglio Domenico De Michele.

L’intervento della presidente Admo Anna Maria Bonanno ha illustrato lo spirito dell’Admo. “Admo nasce per

cercare donatori e opera su tutto il territorio nazionale. è stata costituita nel 1990 per volontà di due genitori,

Renato Vigati e Mario Bella i quali, dopo la perdita dei due figli, Lorenzo e Rossano, hanno voluto dare un senso

alla loro sofferenza aiutando gli altri.

Lo scopo dell’Admo è quello di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere la leucemia e le

ematopatie attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo. Sono molte le persone che ogni anno

necessitano di un trapianto. Dunque, la speranza di trovare un midollo compatibile è delegata all’esistenza di un

maggior numero di donatori volontari tipizzati. Si valuta che in Italia siano necessari oltre 1.000 donatori effettivi

all’anno. Admo fornisce tutte le informazioni sulle possibilità della donazione e invia i potenziali donatori nei 4

centri accreditati della Sicilia: Palermo, Messina, Catania, Ragusa, o ai centri trasfusionali del servizio Ssn presso

i quali i donatori effettuano la tipizzazione tissutale. I dati vengono inoltrati al registro nazionale con un numero

progressivo per garantire la privacy. Il successo di Admo è anche dovuto all’entrata in vigore della L. 52-2001 che

riconosce il Registro italiano, prima retto dal volontariato”.

“Abbiamo sviluppato una collaborazione con l’Aeronautica militare, partecipate con il Comando Brigata Aosta,

solidale collaborazione promossa dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, sostenuta dalle

Direzioni marittime della Sicilia orientale e occidentale - ha proseguito la Bonanno. “Tutto questo ha permesso

l’iscrizione al registro nazionale di oltre 427.279 donatori al 2013 e 12.581 nel registro siciliano. Le nostre

debolezze economiche non accompagnano la forza delle nostre attività che producono tanti donatori. Admo di

fronte a queste difficoltà ha proposto dei rimedi. Il Governo ha stanziato un finanziamento di 3milioni e 700 mila

euro per le attività di tipizzazione e garantire a tutti il reclutamento e le cure. Nell’accordo Stato-Regione è stato

deliberato che saranno effettuate 17mila tipizzazioni per Admo. In attesa dell’accordo si è proposto di destinare

150 mila euro alla fondazione Admo che organizzerà con il Registro Nazionale la tipizzazione. Sono soldi donati

nell’arco del tempo da una compagnia aerea”.

In Italia un donatore ogni 150 persone, in Germania 1 ogni 20

Grazia Sortino, nella sua relazione ha spiegato come diventare donatori e come tutelare il donatore ha anche

espresso la difficoltà di reperire donatori compatibili: è di 1 a 100 mila.

In Italia, secondo i dati del 2014 sono 342mila i donatori, in Sicilia sono circa 9mila. “Valutazione dello stato di

salute” è stata presentata da Santo Maccarrone il quale ha elencato tutte le patologie che escludono dalla

donazione . Giuseppe Milone nel suo intervento su “Trapianto allogenico di Cse (Cellule staminali emopoietiche)

una speranza in più per i pazienti affetti da emopatia”, ha spiegato che sono molti i successi della scienza. “Voglio

fare riflettere su alcuni aspetti: in Germania ci sono 80 milioni di persone e 4 milioni di donatori, significa un

donatore su ogni 20 persone. Un obiettivo realizzabile anche in Italia. Cipro per esempio ha un numero enorme di

donatori in proporzione al numero di abitanti. In Italia siamo indietro: un donatore ogni 150 persone”.

Articolo pubblicato il 22 maggio 2014

SALUTE Lecco, 22 maggio 2014

A Lecco 166 prelievi di organi negli ultimi tre anni Si è trattato di: 14 cuori, 43 fegati, 13 pancreas, 16 polmoni e 80 reni. Il 30 Maggio al Manzoni una serata sul tema della donazione.

In occasione della Giornata Nazionale della Donatore, l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco organizza, in collaborazione con AIDO (l’associazione dei donatori d’organo), una manifestazione pubblica, aperta ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari interessati. L’appuntamento è all’Ospedale Manzoni, il 30 maggio, alle 20.45, presso l’Aula Magna. Invitati a partecipare all’iniziativa, portando il loro contributo e raccontando la loro esperienza e il loro vissuto, numerose persone che grazie al trapianto hanno migliorato e cambiato la loro vita. Invitati anche i familiari di coloro che sono scomparsi e che hanno dato il loro consenso al prelievo d’organi. Nel corso della serata sarà proiettato il cortometraggio “Agamà” la storia di Laura Mazzeri che, nel 2009, è rinata grazie al trapianto di fegato. Il film, firmato dal regista italo-cileno Johnny Dell’Orto, narra, in presa diretta, i lunghi mesi dell’attesa del trapianto tra Ospedale, vita quotidiana, speranze a paure. L’evento del 30 maggio sarà l’occasione, inoltre, per fare il punto sull’attività di prelievo d’organi presso le strutture sanitarie dell’Azienda Ospedaliera. “Tracciando un primissimo quadro del 2014 – dichiara infatti Francesco Lusenti, Responsabile della Neuro Rianimazione del Manzoni, nonché Coordinatore locale del Prelievo Organi e Tessuti per l’area lecchese – possiamo dirci soddisfatti dei risultati acquisiti”. “Solo da gennaio ad oggi, 10 sono stati i donatori segnalati – continua il medico – e di questi, 8 i donatori effettivi che hanno consentito alle nostre équipes e ai team chirurgici di altri centri ospedalieri, in questi cinque mesi, il prelievo di quasi 30 organi, in particolare di cuore, fegato, pancreas e reni. Significativo anche il numero di cornee prelevate: 84 da gennaio a maggio di quest’anno”. L’appuntamento del 30 maggio sarà concluso dall’intervento musicale del gruppo Work in Progress, la cover band guidata dal Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AO, Giuseppe Foti. L’attività di procurement Nel triennio 2011/2013 l’Azienda Ospedaliera ha segnalato, complessivamente, al Centro Interregionale di Riferimento di Milano (Nord Italia Transplant program - NITp) 66 potenziali donatori di organi (29 nel 2011, 17 nel 2012 e 20 nel 2013). Il numero di 29 donatori segnalati nel 2011 costituisce il massimo mai registrato presso l’Azienda Ospedaliera. Dei 66 donatori segnalati, 18 non sono stati avviati al prelievo: 7 per opposizione degli aventi diritto con una percentuale di opposizioni del 10,6% (circa

un terzo della media nazionale attestata attorno al 30%); 11 per non idoneità.

I 48 donatori effettivi hanno, complessivamente, consentito il prelievo di 166 organi così distribuiti: 14 cuori, 43 fegati, 13 pancreas, 16 polmoni e 80 reni. La media di organi prelevati da ogni donatore effettivo è quindi stata di 3,46 organi (2,52 da ogni donatore segnalato), in linea con i dati nazionali. Prelievo di tessuti Il prelievo e il successivo trapianto di tessuti ha costituito per molto tempo un campo secondario rispetto a quello di organi. Negli ultimi anni esso ha però assunto un ruolo di tutto rilievo ed è in continua espansione. Si riportano di seguito i dati elaborati dal Coordinamento Locale di Lecco per i tessuti. Cornee: su un totale di 2.512 pazienti deceduti all’interno dell’Azienda Ospedaliera nel

corso del triennio, i donatori di cornee sono tati 309 pari al 12,30% di donatori sul totale dei decessi avvenuti negli Ospedali dell’Azienda; le cornee prelevate e depositate presso la banca degli occhi di Monza sono state 601, in netto incremento rispetto agli anni precedenti, grazie all'adozione di un nuovo protocollo aziendale;

Cute: 12 prelievi nel triennio; la cute costituisce un tessuto salvavita per i gravi ustionati e il suo fabbisogno è in costante aumento;

Vasi: 14 prelievi di vasi e segmenti vascolari;

Processo Vannoni, il pm: "Stamina, nessun valore scientifico"

Al processo per truffa per la richiesta di un finanziamento di 500 mila euro alla Regione Piemonte testimonia il politico socialista che presentò la delibera: "Ma io Vannoni non l'ho mai visto". Il difensore: "Niente giornalisti, è candidato alle Europee", ma il giudice non accoglie la richiesta

di SARAH MARTINENGHI Davide Vannoni (ansa) "Voglio dimostrare che Vannoni faceva tutt'altro rispetto al campo scientifico, ma non solo: che quello che faceva ha lasciato uno strascico documentale mentre quello che si è inventato non ha lasciato assolutamente niente". L’intento del pm Giancarlo Avenati Bassi spiega chiaramente l’importanza del processo per tentata truffa ai danni della regione Piemonte anche in correlazione all’inchiesta parallela della procura di Torino che ha contestato l’assoluta infondatezza scientifica della terapia Stamina paragonandola a una colossale truffa. E oggi all’udienza contro il fondatore della discussa terapia staminale è emerso chiaro come i due procedimenti siano strettamente collegati. Leggi: "Niente giornalisti in aula, Vannoni è candidato, può essere danneggiato" Dietro alla richiesta di Vannoni di un finanziamento da 500 mila euro (prima tranche di un totale di circa tre milioni e mezzo di euro) vi era infatti la volontà di creare un laboratorio dove infondere le sue cellule staminali, ma il progetto su cui si fondava quella richiesta era, per l’accusa, basato su presupposti completamente falsi, dai casi clinici indicati alle questioni più formali, come il fatto che la società Medicina Rigenerativa non fosse in realtà una Onlus. Eppure secondo i politici che avevano presentato la richiesta di finanziamento la sua metodica "aveva funzionato nel 70 per cento di casi", in malattie considerate inguaribili, facendo guarire oltre 500 casi. Oggi il processo, a cui Vannoni non era presente perché impegnato in campagna elettorale (e che i suoi difensori hanno cercato invano di far svolgere a porte chiuse "per non turbare la par condicio"), ha preso il via con una serie di testimonianze utili a chiarire l’incipit della vicenda, in particolare il suo aspetto "politico", dato che il finanziamento disposto dalla giunta Bresso era stata a un passo dall’essere erogato. Dopo quella dell’ex capo di gabinetto Roberto Moisio, che ha semplicemente spiegato di "aver solo materialmente firmato l’accantonamento dei 500 mila euro dal bilancio che passavano dall’essere in carico all’assessorato alla sanità a quello per l’innovazione", è stata la volta dell’ex consigliere del Nuovo Psi Riccardo Nicotra, colui cioè che presentò la delibera. "Si trattava di due emendamenti al bilancio molto generici, uno da 150 mila euro e uno da 350 mila euro - ha detto in aula - che mi vennero presentati già scritti dal professor Olivieri, persona in cui riponevo grande fiducia sui temi della ricerca in quanto era stato anche assessore alla Sanità. Sapevo che dietro c’era Burzi, ma che lui non poteva fare la richiesta, in quanto ne aveva già fatte troppe. Se me l’avesse chiesto direttamente però gli avrei detto di no, in quanto non avevo nessuna fiducia politica in lui. Con mia grande sorpresa la cosa fu approvata all’unanimità o quasi. Per me era un successo politico, ero molto felice, anche se non avevo la minima idea di chi fosse Vannoni e di cosa riguardasse quello stanziamento che non indicava né società ne altro se non l’argomento della medicina rigenerativa". Ma il pm Giancarlo Avenati Bassi a quel punto ha sfoderato un comunicato stampa a sua firma di soli 5 giorni dopo in cui l’ex consigliere scriveva che con i due emendamenti approvati dal Consiglio Regionale il 12 aprile 2007, lui "proponeva di finanziare la costituzione di un centro di ricerca dal valore internazionale in Piemonte. Il centro di ricerca specializzato nel trattamento con cellule staminali adulte si avvale di ricercatori italiani e stranieri con esperienza clinica e di ricerca nella medicina rigenerativa. Il gruppo che lavorerà in Piemonte si avvale dell’esperienza di oltre 500 casi clinici trattai con il 70 per cento di casi risolti o quasi completamente risolti su sclerosi multipla, morbo di Parkinson, paraplegie e

diabete. L’associazione per la medicina rigenerativa Onlus presieduta da Davide Vannoni dell’Università di Udine sta componendo un comitato scientifico a livello internazionale composto da universitari ucraini, russi e italiani..". Eppure in aula Nicotra ha sostenuto di non ricordare di aver parlato con Vannoni, per avere queste informazioni, ma con un medico del nord est di cui non ricorda però il nome. Prima di lui hanno testimoniato anche i finanzieri e un carabiniere dei Nas, Loreto Buccola (colui che si è poi occupato di seguire l’inchiesta parallela del pm Raffaele Guariniello). E’ emerso che a capo di Vannoni e del suo socio Marcello La Rosa (socio anche di Burzi in Società Aperta) erano riconducibili ben 13 società. Ma soprattutto che durante la perquisizione effettuata nella villa in collina di Davide Vannoni era stato trovato un frigorifero con all’interno ben 103 confezioni di siero fetale bovino, e altro materiale "riconducibile alla separazione e alla coltivazione delle cellule staminali". Gli avvocati difensori Pasquale Scrivo e Liborio Cataliotti hanno cercato di adombrare la possibilità che si trattasse di "fertilizzanti", dato che la villa di Vannoni è dotato di un ampio giardino oltre che di una grande piscina. Il processo è stato aggiornato a settembre, dopo la pausa estiva.

22 maggio 2014

A Torino

Metodo Stamina, inizia il processo

Dopo mesi di indagini, polemiche, ordinanze e manifestazioni, è andato in scena al Palazzo di

Giustizia di Torino il primo atto del processo al cosiddetto “metodo Stamina”, o meglio al suo

controverso ideatore Davide Vannoni, accusato di truffa alla Regione Piemonte.

“Voglio dimostrare che Vannoni faceva tutt’altro rispetto al campo scientificio – ha detto il pm

Giancarlo Avenati Bassi -, ma non solo: che quello che faceva ha lasciato uno strascico

documentale mentre quello che si è inventato non ha lasciato assolutamente niente”. I legali di

Vannoni hanno subito chiesto il rinvio dell’udienza o il suo svolgimento a porte chiuse visto

che Vannoni è candidato alle elezioni europee (con la lista “Io cambio” che si autodefinisce

“Movimento di partecipazione popolare”).

Entrambe le richieste sono state però respinte dal giudice. Il processo in realtà non riguarda le

vicende più recenti, quelle – per intenderci – che hanno portato alla ribalta il “metodo” col

quale Stamina asserisce di poter trattare malattie sinora inguaribili (come Sla, Sma e altre

sindromi a base genetica) tramite infusione di un preparato a base di cellule staminali sul

quale tuttavia mai è stato permesso di fare vera chiarezza.

I fatti che vengono giudicati a Torino sono riferiti al 2007, quando Vannoni chiese un

finanziamento alla Regione Piemonte per una sua società (Medicina rigenerativa). L’anno

successivo la Regione deliberò di stanziare 500mila euro salvo poi cambiare idea e ritirare la

decisione prima di erogare il denaro. Secondo l’accusa, Vannoni avrebbe mentito

sull’iscrizione della sua società al registro delle onlus presentando un progetto senza solidi

contenuti scientifici e privo delle asserite garanzie da parte di scienziati di vari Paesi.

Secondo la testimonianza di un militare della Guardia di Finanza, Vannoni avrebbe

comnunque “acquisito finanziamenti per ricerche di mercato dalla Regione Piemonte per

attività turistiche”.

Stamina, «La scienza non c’entra per nulla»

Pubblicato il 23 maggio 2014

(red.) Si è aperto a Torino il processo a Davide Vannoni, accusato di tentata truffa alla Regione

Piemonte. I legali del padre del discusso metodo Stamina, le cui infusioni sono state sospese dal

Civile di Brescia, avevano chiesto il rinvio dell’udienza o, in subordine, che questa si tenesse a

porte chiuse in quanto la diffusione del processo «avrebbe leso l’immagine di Vannoni, impegnato

in campagna elettorale».

L’istanza è stata però respinta dal giudice monocratico Roberto Arata. Il processo si è aperto con

la testimonianza di un luogotenente della finanza.

Per il pm Giancarlo Avenati Bassi, nel caso Stamina «La scienza non c’entra per nulla». Il giudice

vuole «dimostrare che Vannoni faceva tutt’altro rispetto al campo scientifico, ma non solo: che

quello che faceva ha lasciato uno strascico documentalementre quello che si è inventato non ha

lasciato assolutamente niente».

Avenati Bassi, che sostiene l’accusa nel processo al padre del metodo Stamina accusato di tentata

truffa alla Regione Piemonte, ha chiesto alla corte di acquisire testimonianze e documenti su altre

attività che l’imputato aveva in corso fino al 2008, quando si sarebbe concretizzato il reato.

Dalla testimonianza di un lungotenente della guardia di finanza è emerso che Vannoni aveva

«acquisito finanziamenti per ricerche di mercato dalla Regione Piemonte per attività turistiche».

La corte ha inoltre acquisito un elenco di finanziamenti pubblici avuti da società riferibili a lui.

«Nella perquisizione – ha continuato il teste – non fu trovata documentazione contabile

dell’associazione Medicina Rigenerativa», ossia quella per cui fu chiesto il finanziamento

di 500mila euroalla Regione Piemonte.

Dietro alla richiesta di Vannoni di un finanziamento da 500 mila euro (prima tranche di un totale di

circa tre milioni e mezzo di euro) vi era infatti la volontà di creare un laboratorio dove infondere le

sue cellule staminali, ma il progetto su cui si fondava quella richiesta era, per l’accusa, basato su

presupposti completamente falsi, dai casi clinici indicati alle questioni più formali, come il fatto che

la società Medicina Rigenerativa non fosse in realtà una Onlus. Eppure secondo i politici che

avevano presentato la richiesta di finanziamento la sua metodica “aveva funzionato nel 70 per cento

di casi”, in malattie considerate inguaribili, facendo guarire oltre 500 casi.

Diverse le testimonianze raccolte in aula: dopo quella dell’ex capo di gabinetto Roberto Moisio,

che ha semplicemente spiegato di «aver solo materialmente firmato l’accantonamento dei 500 mila

euro dal bilancio che passavano dall’essere in carico all’assessorato alla sanità a quello per

l’innovazione», è stata la volta dell’ex consigliere del Nuovo Psi Riccardo Nicotra, colui cioè che

presentò la delibera. «Si trattava di due emendamenti al bilancio molto generici, uno da 150 mila

euro e uno da 350 mila euro – ha detto in aula – che mi vennero presentati già scritti dal professor

Olivieri, persona in cui riponevo grande fiducia sui temi della ricerca in quanto era stato anche

assessore alla Sanità. Sapevo che dietro c’era Burzi, ma che lui non poteva fare la richiesta, in

quanto ne aveva già fatte troppe. Se me l’avesse chiesto direttamente però gli avrei detto di no, in

quanto non avevo nessuna fiducia politica in lui. Con mia grande sorpresa la cosa fu approvata

all’unanimità o quasi. Per me era un successo politico, ero molto felice, anche se non avevo la

minima idea di chi fosse Vannoni e di cosa riguardasse quello stanziamento che non indicava né

società ne altro se non l’argomento della medicina rigenerativa».

Ma il pm Giancarlo Avenati Bassi a quel punto ha sfoderato un comunicato stampa a sua firma

di soli 5 giorni dopo in cui l’ex consigliere scriveva che con i due emendamenti approvati dal

Consiglio Regionale il 12 aprile 2007, lui «proponeva di finanziare la costituzione di un centro di

ricerca dal valore internazionale in Piemonte. Il centro di ricerca specializzato nel trattamento con

cellule staminali adulte si avvale di ricercatori italiani e stranieri con esperienza clinica e di ricerca

nella medicina rigenerativa. Il gruppo che lavorerà in Piemonte si avvale dell’esperienza di oltre

500 casi clinici trattai con il 70 per cento di casi risolti o quasi completamente risolti su sclerosi

multipla, morbo di Parkinson, paraplegie e diabete. L’associazione per la medicina rigenerativa

Onlus presieduta da Davide Vannoni dell’Università di Udine sta componendo un comitato

scientifico a livello internazionale composto da universitari ucraini, russi e italiani».

Prima di lui hanno testimoniato anche i finanzieri e un carabiniere dei Nas, Loreto Buccola (colui

che si è poi occupato di seguire l’inchiesta parallela del pm Raffaele Guariniello). E’ emerso che a

capo di Vannoni e del suo socio Marcello La Rosa (socio anche di Burzi in Società Aperta) erano

riconducibili ben 13 società. Ma soprattutto che durante la perquisizione effettuata nella villa in

collina di Davide Vannoni era stato trovato un frigorifero con all’interno ben 103 confezioni di

siero fetale bovino, e altro materiale «riconducibile alla separazione e alla coltivazione delle cellule

staminali». Gli avvocati difensori Pasquale Scrivo e Liborio Cataliotti hanno cercato di adombrare

la possibilità che si trattasse di «fertilizzanti», dato che la villa di Vannoni è dotato di un ampio

giardino oltre che di una grande piscina. Il processo è stato aggiornato a settembre.

Stamina, via processo per tentata truffa

Legali Vannoni chiedono rinvio per elezioni, istanza respinta

Redazione ANSA TORINO 22 maggio 2014

ANSA) - TORINO, 22 MAG - Si è aperto a Torino il processo a Davide Vannoni, accusato di tentata

truffa alla Regione Piemonte. I legali del padre del metodo Stamina avevano chiesto il rinvio

dell'udienza o, in subordine, che questa si tenesse a porte chiuse in quanto la diffusione del processo

"avrebbe leso l'immagine di Vannoni, impegnato in campagna elettorale".

L'istanza è stata però respinta dal giudice monocratico Roberto Arata. Il processo si è aperto con la

testimonianza di un luogotenente della finanza.

Stamina: si è aperto oggi il processo Si è aperto a Torino il procedimento nei confronti di Davide Vannoni, padre del controverso metodo

TORINO - Si è aperto a Torino il processo a Davide Vannoni, accusato di tentata truffa alla Regione

Piemonte. I legali del padre del controverso metodo Stamina per la cura delle malattie

neurodegenerative,avevano chiesto il rinvio dell'udienza o, in subordine, che questa si tenesse a porte

chiuse in quanto la diffusione del processo "avrebbe leso l'immagine di Vannoni, impegnato in

campagna elettorale". L'istanza è stata però respinta dal giudice monocratico Roberto Arata. Il

processo si è aperto con la testimonianza di un luogotenente della finanza.

22.05.2014 - nats

Stamina, Belleri: «La situazione per

il Civile si complica sempre di più»

«Io, da ex commissario a commissariato, verifiche su ultima

ordinanza»

di Redazione online

Dopo l’ultima ordinanza su Stamina emessa dal tribunale di Pesaro e notificata martedì 20 maggio

agli Spedali Civili di Brescia, «la situazione diventa sempre più difficile. Questa decisione per

l’azienda ospedaliera rappresenta un’ulteriore complicazione di un quadro di per sé complesso». Lo

spiega all’Adnkronos Salute il direttore generale dei Civili, Ezio Belleri, che diventa in qualche

modo protagonista dell’ultimo provvedimento emesso dal tribunale di Pesaro per il piccolo Federico

Mezzina, bimbo affetto dal morbo di Krappe che ha già ricevuto in passato le infusioni preparate

secondo il metodo proposto da Davide Vannoni.

Il commissariamento

L’ordinanza prevede infatti una sorta di ‘commissariamentò per il manager («ma va precisato che si

riferisce esclusivamente a un paziente», ricorda Belleri) e chiama in causa Ottavio Di Stefano,

presidente dell’Ordine dei medici di Brescia ed ex componente del comitato etico dei Civili, ai

tempi in cui venne dato il via libera al progetto Stamina nell’ospedale lombardo. «Sono stato

commissario e ora potrei essere ‘commissariatò», ironizza Belleri. La possibilità che si arrivasse a

questo punto era stata anticipata dallo stesso Vannoni dopo la manifestazione del 5 maggio a

Brescia: «Ci sono alcuni ricorsi attivi - aveva preannunciato - in cui si chiede proprio la nomina di

un commissario ad acta che sostituisca temporaneamente Belleri, e uno di questi si discuterà per

metà maggio». Puntuale l’ordinanza è arrivata, e ieri il meccanismo messo a punto dal giudice è

scattato: l’ospedale lombardo ha confermato ai legali della famiglia Mezzina «l’impossibilità per

l’azienda sia sul piano operativo che giuridico» a sottoporre il piccolo paziente al trattamento

Stamina, spiega Belleri. Quindi «adesso presumo scatterà la notifica» dell’ordinanza «a Di Stefano,

che assumerà le decisioni che ritiene di dover assumere».

Il provvedimento

Nel provvedimento di Pesaro c’è scritto infatti che «il giudice ordina e autorizza» Di Stefano, in

qualitá di «ausiliario del presidente del tribunale, ad accedere immediatamente agli Spedali Civili di

Brescia e, in sostituzione del legale rappresentante ospedaliero in caso di reiterata omissione

dell’ente medesimo, a individuare tra il personale specialistico dell’azienda i medici di specialitá

che in collaborazione con la biologa Erika Molino provvedano a eseguire le cure» di cui al

provvedimento datato 12 dicembre 2013, «secondo metodologie giá attuate in precedenza». Non

solo: il giudice ordina a Di Stefano, in mancanza della disponibilitá di medici dipendenti

dell’ospedale, di avvalersi della collaborazione di «medici esterni» alla struttura. Il 20 maggio la

notifica dell’ordinanza è stata affiancata anche da un’e-mail inviata dall’avvocato del piccolo

paziente alla posta certificata dell’ospedale, «in cui si precisava che, qualora il riscontro da parte

dell’azienda fosse stato negativo, l’avvocato avrebbe provveduto a notificare a Di Stefano

l’ordinanza». Il ‘nò dei Civili di Brescia è stato confermato ieri. Il provvedimento contiene però

anche un altro passaggio significativo: quello in cui si ordina che venga «trasmessa copia

dell’ordinanza al procuratore di Brescia, per quanto di sua competenza, e al presidente dell’Ordine

dei medici di Brescia», ancora una volta Ottavio Di Stefano (non più nella veste di ausiliario del

presidente del tribunale, ma di numero uno dell’Ordine), «per eventuali provvedimenti disciplinari».

Ai Civili, intanto, le verifiche su come muoversi rispetto all’ordinanza e sulla possibilitá o meno di

presentare appello «sono in corso. Ma è certo che dovremo decidere in fretta».

22 maggio 2014

Stamina, al via processo a Torino Vannoni è accusato di tentata truffa

Si è aperto a Torino il processo a Davide Vannoni, accusato di tentata truffa alla Regione Piemonte.

Secondo la tesi dell'accusa, il padre del metodo Stamina avrebbe tentato di ottenere 500mila euro dai

fondi regionali per una sua onlus, prima tranche di un finanziamento di due milioni, per aprire un

laboratorio senza però averne i requisiti.

LA CURA CONTESTATA

Milano, 22 maggio 2014

Stamina, Mantovani: «Invierò

a Napolitano una nuova richiesta

di intervento»

«Dal tribunale di Pesaro un’altra ordinanza, incongruenza

inaccettabile»

di Redazione online

Dalla Regione Lombardia parte un nuovo appello al presidente della Repubblica, Giorgio

Napolitano, sul caso Stamina. «Provvederò nelle prossime ore ad interpellare nuovamente il capo

dello Stato», annuncia in una nota il vice presidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani.

L’urgenza, spiega Palazzo Lombardia, deriva da un provvedimento emesso il 13 marzo scorso dal

Tribunale di Pesaro, che ha ordinato di autorizzare il presidente del Consiglio direttivo dell’Ordine

dei medici di Brescia ad accedere presso gli Spedali Civili in sostituzione del rappresentante legale

dell’ente ospedaliero, al fine di individuare, fra il personale medico specialistico dipendente

dell’azienda o avvalendosi della collaborazione di supporti esterni, medici che possano provvedere

ad eseguire le cure legate al cosiddetto trattamento Stamina. «Ho dato mandato agli Spedali Civili

di Brescia e all’Avvocatura regionale di verificare ogni possibilità al fine di contestare l’ordinanza

in tutte le sedi possibili, incluse le giurisdizioni superiori», comunica Mantovani che definisce la

nuova ordinanza «un’incongruenza inaccettabile».

L’appello

«Già nelle scorse settimane - ricorda l’assessore - avevo provveduto ad interpellare il capo dello

Stato quale presidente del Consiglio superiore della magistratura al fine di sensibilizzare le autorità

competenti sulla difficile situazione in corso, con una parte della autorità giudiziaria tesa ad

approfondire eventuali difformità rispetto alla validità scientifica del cosiddetto metodo Stamina e

al percorso che ne aveva portato l’applicazione presso gli Spedali Civici di Brescia, e con altri

tribunali impegnati invece a imporre la somministrazione di tali terapie, con specifiche ordinanze

emesse nei confronti della struttura lombarda». «Ora siamo costretti ad assistere a questa ulteriore

incongruenza - incalza Mantovani - che risulta inaccettabile e davvero poco comprensibile sia alla

luce delle scelte assunte da parte della magistratura, sia rispetto all’autonomia e alla responsabilità

delle nostre strutture lombarde e di tutti gli operatori che da sempre vi lavorano con competenza e

che noi intendiamo difendere e tutelare».

ITALIA 22/05/2014

Stamina, al via il processo per tentata truffa alla

Regione Piemonte

Il legale di Vannoni aveva chiesto il rinvio dell'udienza o le porte chiuse, per evitare il danno d'immagine al

suo assistito, in campagna elettorale

TORINO - Si è aperto a Torino il processo a Davide Vannoni, accusato di tentata truffa alla Regione

Piemonte. I legali del padre del controverso metodo Stamina per la cura delle malattie

neurodegenerative,avevano chiesto il rinvio dell'udienza o, in subordine, che questa si tenesse a porte chiuse

in quanto la diffusione del processo "avrebbe leso l'immagine di Vannoni, impegnato in campagna

elettorale".

L'istanza è stata però respinta dal giudice monocratico Roberto Arata. Il processo si è aperto con la

testimonianza di un luogotenente della finanza.

Ats Ans