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Ordine degli Architetti della Provincia di Reggio Calabria Corso base di specializzazione in prevenzione incendi ai sensi del DM 5.08.2011 A cura dell’Ing. Antonino De Benedetto Termini e Definizioni di Prevenzione Incendi

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Ordine degli Architetti

della Provincia di Reggio Calabria

Corso base di specializzazione in prevenzione incendi

ai sensi del DM 5.08.2011

A cura dell’Ing. Antonino De Benedetto

Termini e Definizioni

di Prevenzione Incendi

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TERMINI E DEFINIZIONI DI PREVENZIONE INCENDI. DM 30/11/1983.

•Non esaustivo di tutte le definizioni di PrevenzioneIncendi;

•Ogni normativa di Prevenzione Incendi, in genere,riporta nella prima parte della stessa le definizioni daprendere in considerazione per una lettura correttadella normativa tecnica;

•Tutto ciò vale anche per le norme UNI, EN etc.

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Allegato A

DEFINIZIONI GENERALI DI

PREVENZIONE INCENDI Scopo

Scopo del presente decreto è quello di dare definizionigenerali relativamente ad espressioni specifiche dellaprevenzione incendi ai fini di una uniforme applicazionedelle norme emanate ai sensi del decreto del Presidentedella Repubblica 29 luglio 1982, n. 577.

Nell'elaborazione delle singole norme di prevenzioneincendi potranno essere aggiunte altre particolaridefinizioni al fine di precisare elementi o dati specifici dellesituazioni considerate.

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Altezza ai fini antincendi degli edifici civili

Altezza massima misurata dal livello inferiore dell’apertura più altadell’ultimo piano abitabile e/o agibile, escluse quelle dei vani tecnici, allivello del piano esterno più basso.

Piano esterno più basso:

Il piano esterno accessibile ai mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Attività Alberghiere. Decreto ministeriale 9 aprile 1994. Piano di riferimento.Definizione di piani fuori terra

Piano d’uscita dell’edificioPiano di riferimento

Piano dal quale, attraverso un percorso orizzontale, sia

possibile l’evacuazione degli occupanti direttamente

all’esterno dell’edificio

Piano d’uscita

Zona interrata

Edificio a 4 piani fuori terra

Percorso ascendente per

giungere al piano d’uscita.

h

Se h < 1 mt (dislivello rispetto al

piano d’uscita). Il piano, in

relazione a quanto previsto dal DM

19/08/96 sui locali di pubblico

spettacolo, non è da considerare

interrato.

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Altezza dei piani

Altezza massima tra pavimento e intradosso del soffitto.

Altezza dei piani: è l'altezza libera interna tra pavimento e soffitto; per i

soffitti a volta l'altezza è determinata dalla media aritmetica tra l'altezza del pianod'imposta e l'altezza massima, all'intradosso della volta; per i soffitti a cassettoni ocomunque che presentano sporgenze di travi, l'altezza è la media ponderale dellevarie altezze riferite alle superfici in pianta.

AUTORIMESSE

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Comportamento al fuoco.

Insieme di trasformazioni fisiche e chimiche di unmateriale o di un elemento da costruzione sottopostoall'azione del fuoco.

Il comportamento al fuoco comprende la resistenza al fuoco dellestrutture e la reazione al fuoco dei materiali.

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Attività Alberghiere. Decreto ministeriale 9 aprile 1994.Definizione caratteristiche di resistenza al fuoco dellestrutture.

Le strutture portanti dovranno garantire resistenza al fuoco R e quelle separanti REIsecondo quanto indicato nella successiva tabella:

Altezza antincendio dell'edificio

R/REI

Fino a 24 m 60

Superiore a 24 m fino a 54 m

90

Oltre 54 m 120

esempio

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Potenziale termico della totalità dei materiali

combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i

rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei

pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso

in chilogrammi di legno equivalente (potere calorifico

inferiore 4.400 Kcal/kg).

Carico d’incendioDefinizione secondo il DM 30.11.1983

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Carico d’incendio

q carico di incendio in kg/mq legna

equivalente

gi peso del combustibile (kg)

Hi potere calorifico superiore (kcal/kg)

A superficie orizzontale del locale

considerato (mq)

4.400 potere calorifico superiore del legno

standard (kcal/kg)

q =gi Hi

S

4400 A

i

q =gi Hi

S

18,42 A

i

Hi in MJ 1 MJ = 238,85 kcal

Definizione secondo il DM 30.11.1983

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All'allegato A al decreto del Ministro dell'interno 30 novembre 1983, recante

«Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi» sono

apportate le seguenti modifiche: le definizioni di «carico di incendio»,

«compartimento antincendio» e «resistenza al fuoco», indicate

rispettivamente ai punti 1.3, 1.5 e 1.11, sono sostituite con le corrispondenti

definizioni riportate al punto 1, lettere c), g) e j) dell'allegato al presente

decreto.

Decreto Ministeriale 09/03/2007.

Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività

soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Definizioni di resistenza al fuoco introdotte dalla nuova normativa

che ha modificato quelle del DM 30.11.1983

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CARICO DI INCENDIO:

potenziale termico netto della totalità dei materiali

combustibili contenuti in uno spazio corretto in base ai

parametri indicativi della partecipazione alla combustione

dei singoli materiali. Il carico di incendio è espresso in MJ;

convenzionalmente 1 MJ è assunto pari a 0,057

chilogrammi di legna equivalente.

CARICO D’INCENDIO SPECIFICO:

carico di incendio riferito all’unità di superficie lorda.

E’ espresso in MJ/mq.

Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

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Il carico d’incendio specifico si determina pertanto con la seguente

formula:

gi massa dell’i-esimo materiale combustibile [kg]

Hi potere calorifico inferiore dell’i-esimo materiale combustibile [MJ/kg]

mi fattore di partecipazione alla combustione dell’i-esimo materiale combustibile

pari a 0,80 per il legno e altri materiali di natura cellulosica e 1,00 per tutti gli

altri materiali combustibili

ψi fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell’i-esimo

materiale combustibile pari a 0 per i materiali contenuti in contenitori

appositamente progettati per resistere al fuoco; 0,85 per i materiali contenuti in

contenitori non combustibili e non appositamente progettati per resistere al

fuoco; 1 in tutti gli altri casi

A superficie in pianta lorda del compartimento [m2]

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COMPARTIMENTO ANTINCENDIO:

parte della costruzione organizzata per rispondere alle esigenze

della sicurezza in caso di incendio e delimitata da elementi costruttivi

idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di

tempo, la capacità di compartimentazione.

CAPACITÀ DI COMPARTIMENTAZIONE IN CASO D’INCENDIO:

attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del

fuoco, oltre alla propria stabilità, un sufficiente isolamento termico

ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione,

nonché tutte le altre prestazioni se richieste.

SUPERFICIE IN PIANTA LORDA DI UN COMPARTIMENTO:

superficie in pianta compresa entro il perimetro interno delle pareti

delimitanti il compartimento

Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

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CAPACITÀ PORTANTE IN CASO DI INCENDIO:

attitudine della struttura, di una parte della struttura o di un

elemento strutturale a conservare una sufficiente resistenza

meccanica sotto l’azione del fuoco con riferimento alle altre azioni

agenti.

RESISTENZA AL FUOCO:

una delle fondamentali strategie di protezione da perseguire per

garantire un adeguato livello di sicurezza della costruzione in

condizioni di incendio. Essa riguarda la capacità portante in caso di

incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un

elemento strutturale nonché la capacità di compartimentazione

rispetto all’incendio per gli elementi di separazione sia strutturali,

come muri e solai, sia non strutturali, come porte e tramezzi.

Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

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CARICO DI INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO

Il valore del carico d’incendio specifico di progetto (qf,d) è determinato

secondo la seguente relazione:

Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

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Il DM 9.03.2007

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Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

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CLASSE DI RESISTENZA AL FUOCO:

intervallo di tempo espresso in minuti, definito in base al carico di

incendio specifico di progetto, durante il quale il compartimento

antincendio garantisce la capacità di compartimentazione.

Definizioni tratte dal DM 9.03.2007

Le classi di resistenza al fuoco sono le seguenti:

15; 20; 30; 45; 60; 90; 120; 180; 240; 360.

Esse sono di volta in volta precedute dai simboli indicanti i requisiti

che devono essere garantiti, per l’intervallo di tempo descritto, dagli

elementi costruttivi portanti e/o separanti che compongono la

costruzione

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INCENDIO CONVENZIONALE DI PROGETTO:

incendio definito attraverso una curva di incendio che rappresenta

l’andamento, in funzione del tempo, della temperatura media dei

gas di combustione nell’intorno della superficie degli elementi

costruttivi. La curva di incendio di progetto può essere:

- nominale: curva adottata per la classificazione delle costruzioni e

per le verifiche di resistenza al fuoco di tipo convenzionale;

- naturale: curva determinata in base a modelli d’incendio e a

parametri fisici che definiscono le variabili di stato all’interno del

compartimento.

INCENDIO LOCALIZZATO:

focolaio d’incendio che interessa una zona limitata del

compartimento antincendio, con sviluppo di calore concentrato in

prossimità degli elementi costruttivi posti superiormente al focolaio

o immediatamente adiacenti.

Il DM 9.03.2007

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO Richieste di prestazione (Vedi D.M.14.09.2005)

Le prestazioni da richiedere ad una costruzione, in funzione degli obiettivi di sicurezza, sono individuate nei seguenti livelli:

Livello I.

Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze

della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia trascurabile

Livello II.

Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo

sufficiente all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione

Livello III.

Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo

congruo con la gestione dell’emergenza

Livello IV.

Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine

dell’incendio, un limitato danneggiamento della costruzione

Livello V.

Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

CLASSI E SIMBOLI

Cla

sse

15

,cl

ass

e2

0,

cla

sse

30

,cl

ass

e4

5,

cla

sse

60

,cl

ass

e9

0,

cla

sse

12

0,

cla

sse

18

0,c

lass

e2

40

,cl

ass

e3

60

Funzionalità degli evacuatorinaturali di fumo e calore

BTenuta a fumo

S

Funzionalità degli evacuatorimotorizzati di fumo e calore

FDispositivo automatico di chiusura

C

Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura

DHAzione meccanicaM

Durata della stabilità a temperatura costante

DIrraggiamentoW

Capacità di protezione al fuocoKIsolamentoI

Resistenza all’incendio della fuliggine

GTenutaE

Continuità di corrente o di capacità di segnalazione

P o PHCapacità portanteR

Funzionalità degli evacuatorinaturali di fumo e calore

BTenuta a fumo

S

Funzionalità degli evacuatorimotorizzati di fumo e calore

FDispositivo automatico di chiusura

C

Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura

DHAzione meccanicaM

Durata della stabilità a temperatura costante

DIrraggiamentoW

Capacità di protezione al fuocoKIsolamentoI

Resistenza all’incendio della fuliggine

GTenutaE

Continuità di corrente o di capacità di segnalazione

P o PHCapacità portanteR

SIMBOLI

Le seguenti classificazioni sono espresse in minuti, a meno che non sia indicato altrimenti.

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

SCHEMA DI ATTIVITA’ SENZA ALCUNA COMPARTIMENTAZIONE

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SCHEMA DI ATTIVITA’CON REPARTI SEPARATI DA ELEMENTI RESISTENTI AL FUOCO

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

SCHEMA DI ATTIVITA’ CON REPARTI SEPARATI FRA LORO DA SPAZI LIBERI

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Filtro a prova di fumoVano delimitato da strutture con resistenza al fuoco REIpredeterminata (MIN 60), dotato di due o più porte munitedi congegni di autochiusura con resistenza al fuoco REIpredeterminata (MIN 60),

con camino di ventilazione di sezione adeguata ecomunque non inferiore a 0,10 mq sfociante al disopra della copertura dell’edificio,

oppurevano con le stesse caratteristiche di resistenza alfuoco e mantenuto in sovrappressione ad almeno0,3 mbar, anche in condizioni di emergenza,

oppureaerato direttamente verso l’esterno con aperture

libere di superficie non inferiore a 1 mq conesclusione di condotti.

Ritorniamo al DM 30.11.83

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Filtro a Prova di Fumo

Aerazione Permanente

Camino di aerazione

In sovrapressione >0,3 mbar

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Reazione al fuocoGrado di partecipazione di un materiale combustibile al fuocoal quale è sottoposto.

In relazione a ciò i materiali sono assegnati alle classi 0, 1, 2,3, 4, 5 con l'aumentare della loro partecipazione allacombustione; quelli di classe 0 sono non combustibili.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Classi di Reazione al fuoco secondo il Decreto 26.06.1984

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TABELLA 1

Classi di

Reazione al

fuoco

secondo il

Decreto

10.03.2005

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

INTERCAPEDINE ANTINCENDIO

Vano di distacco con funzione di aerazione e/o scarico di prodotti

della combustione di larghezza trasversale non inferiore a 0.60 m; con

funzione di passaggio di persone di larghezza trasversale non

inferiore a 0.90 m.

Longitudinalmente è delimitata dai muri perimetrali (con o senza

aperture) appartenenti al fabbricato servito e da terrapieno e/o da

muri di altro fabbricato, aventi pari resistenza al fuoco.

Ai soli scopi di aerazione e scarico dei prodotti della combustione è

inferiormente delimitata da un piano a quota non inferiore ad 1 m

dall’intradosso del solaio del locale stesso.

Per la funzione di passaggio di persone, la profondità della

intercapedine deve essere tale da assicurare il passaggio nei locali

serviti attraverso varchi aventi altezza libera di almeno 2 m.

Superiormente delimitata da "spazio scoperto".

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

INTERCAPEDINE ANTINCENDIO

CENTRALE TERMICA

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

SPAZIO SCOPERTO

Spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente, anche se delimitato su

tutti i lati, superficie minima in pianta non inferiore a quella calcolata

moltiplicando per tre l'altezza in metri della parete più bassa che lo delimita.

La distanza fra le strutture verticali che delimitano lo spazio scoperto deve

essere non inferiore a 3,50 m.

Se le pareti delimitanti lo spazio a cielo libero o grigliato hanno strutture che

aggettano o rientrano, detto spazio è considerato ”scoperto“ se sono

rispettate le condizioni del precedente comma e se il rapporto fra la

sporgenza (o rientranza) e la relativa altezza di impostazione è non superiore

ad 1/2.

La superficie minima libera deve risultare al netto delle superfici aggettanti.

La minima distanza di 3,50 m deve essere computata fra le pareti più vicine in

caso di rientranze, fra parete e limite esterno della proiezione dell'aggetto in

caso di sporgenze, fra i limiti esterni delle proiezioni di aggetti prospicienti.

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

SPAZIO SCOPERTO

S

3H1

S

3H1

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CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

SPAZIO SCOPERTO

S

3H1

S

3H1

a/b 1/2a/b < 1/2

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DISTANZE

Distanza di sicurezza esterna: valore minimo stabilito

dalla norma, delle distanze misurate tra il perimetro in piantadi ciascun elemento pericoloso di un’attività e il perimetro delpiù vicino fabbricato esterno all’attività stessa o di altre operepubbliche o private oppure rispetto ai confini di areeedificabili verso le quali tali distanze devono essere osservate.

Distanza di sicurezza interna: valore minimo, stabilito

dalla norma, tra i vari elementi pericolosi.

Distanza di protezione: valore minimo, stabilito dalla

norma, tra l’elemento pericoloso e la recinzione (oveprescritta) ovvero il confine dell’area su cui sorge l’attivitàstessa.

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DISTANZE

Distanza di sicurezza esterna

Distanza di sicurezza interna

Distanza di protezione

AREA ATTIVITA’PERICOLOSA

AREA EDIFICABILE ESTERNA

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SISTEMA DI VIE DI USCITA

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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SISTEMA DI VIE DI USCITA

“Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle

persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere

un luogo sicuro. Generalmente la lunghezza massima del

sistema di vie d’uscita e’ fissata dalle norme.”

OBIETTIVO:

Tempo d’evacuazione Tempo evacuazione ammissibile.

Elementi fondamentali della progettazione:

•Dimensionamento e geometria delle vie d’uscita;

•Sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d’uscita;

•Sistemi d’identificazione continua delle vie d’uscita

(segnaletica, illuminazione ordinaria e di sicurezza).

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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AFFOLLAMENTO ED ESODO

CAPACITÀ DI DEFLUSSO O DI SFOLLAMENTO

Numero massimo di persone che, in un sistema divie d'uscita, si assume possa defluire attraversoun’uscita di "modulo uno". Tale dato, stabilito dallanorma, tiene conto del tempo occorrente per losfollamento ordinato di un compartimento.

DENSITÀ DI AFFOLLAMENTO

Numero massimo di persone assunto per unità di superficie lorda di pavimento (persone/mq).

LARGHEZZA DELLE USCITE DI CIASCUNCOMPARTIMENTO

Numero complessivo di moduli d’uscita necessariallo sfollamento totale del compartimento.

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MASSIMO AFFOLLAMENTO IPOTIZZABILE

Numero di persone ammesso in un compartimento: È determinato dal prodotto della densità d’affollamento per la superficie lorda del pavimento.

MODULO DI USCITA

Unità di misura della larghezza delle uscite. Il "modulo uno", che si assume uguale a 0,60 m, esprime la larghezza media occupata da una persona.

USCITA

Apertura atta a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro avente altezza non inferiore a 2,00 m.

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Spazio scoperto, ovvero

compartimento antincendio,

separato da altri compartimenti

mediante spazio scoperto o filtri a

prova di fumo, aventi

caratteristiche idonee a:

Ricevere e contenere un

predeterminato numero di

persone (luogo sicuro statico),

o consentirne il movimento

ordinato (luogo sicuro dinamico).

LUOGO SICURO

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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SCALA DI SICUREZZA

ESTERNA

Scala totalmente esterna, rispetto al

fabbricato servito, munita di parapetto

regolamentare e di altre caratteristiche

stabilite dalla norma.

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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SCALE DI SICUREZZA ESTERNE :

specifiche previste dal DM 19/08/1996 “regola

tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento

e di pubblico spettacolo”

a) possono essere utilizzate in edifici aventi altezza antincendio

non superiore a 24 m;

b) devono essere realizzate con materiali di classe 0 di

reazione al fuoco;

c) la parete esterna dell'edificio su cui è collocata la scala,

compresi gli eventuali infissi, deve possedere, per una

larghezza pari alla proiezione della scala, incrementata di 2,5 m

per ogni lato, requisiti di resistenza al fuoco almeno REI 60.

In alternativa la scala esterna deve distaccarsi di 2,5 m dalle

pareti dell'edificio e collegarsi alle porte di piano tramite

passerelle protette con setti laterali, a tutta altezza, aventi

requisiti di resistenza al fuoco pari a quanto sopra indicato.

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SCALA DI

SICUREZZA

ESTERNA

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… SULLE SCALE ESTERNE DI SICUREZZA …

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Scala in vano costituente

compartimento antincendio

avente accesso diretto da

ogni piano, con porte di

resistenza al fuoco REI

predeterminata e dotate di

congegno di autochiusura.

SCALA

PROTETTA

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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AFFOLLAMENTO ED ESODO

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SCALA A PROVA DI FUMO

Scala a prova di fumo:

Scala in vano costituente

compartimento antincendio avente

accesso per ogni piano- mediante

porte di resistenza al fuoco almeno

RE predeterminata e dotate di

congegno di autochiusura, da spazio

scoperto o da disimpegno aperto per

almeno un lato su spazio scoperto

dotato di parapetto a giorno.

Scala a prova di fumo interna:

Scala in vano costituente

compartimento antincendio avente

accesso, per ogni piano, da filtro a

prova di fumo.

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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Zo

na a

ris

chio

Porte REI con Autochiusura

Camino di ventilazione. Sezione ≥ 0.10 mq

Strutture REI

SCALA A PROVA DI FUMO

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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Al fine di garantire

l’esodo delle persone

dai piani superiori o

interrati le scale devo-

no essere realizzate

con determinate carat-

teristiche

Nel caso di

scale a gior-

no la percor-

ribilità della

scala è com-

promessa sin

dai primi mo-

menti del-

l’incendio

Scala

a prova

di fumoScala

a prova

di fumo

interna

Scala

protetta

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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SPAZIO CALMO

Decreto Ministeriale 09/04/1994

Approvazione della regola tecnica

di prevenzione incendi per la

costruzione e l'esercizio delle

attività ricettive turistico-

alberghiere.

Spazio Calmo : Luogo sicuro statico

contiguo e comunicante con una

via di esodo verticale od in essa

inserito. Tale spazio non dovrà

costituire intralcio alla fruibilità

delle vie di esodo ed avere

caratteristiche tali da garantire la

permanenza di persone con ridotte

o impedite capacità motorie in

attesa dei soccorsi;

AFFOLLAMENTO ED ESODO

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corridoio cieco:

corridoio o porzione di corridoio dal quale è possibile l'esodo in un'unica

direzione. La lunghezza del corridoio cieco va calcolata dall'inizio dello stesso

fino all'incrocio con un corridoio dal quale sia possibile l'esodo in almeno due

direzioni, o fino al più prossimo luogo sicuro o via di esodo verticale.

Decreto Ministero dell'Interno 9 aprile 1994

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MEZZI ANTINCENDIO

Attacco di mandata per autopompa

Dispositivo costituito da una valvola di

intercettazione ed una di non ritorno, dotato

di uno o più attacchi unificati per tubazioni

flessibili antincendi. Serve come

alimentazione idrica sussidiaria.

Estintore portatile: max 20 Kg

Estintore carrellato:

Apparecchio contenente un agente

estinguente che può essere proiettato e

diretto su un fuoco sotto l’azione di una

pressione interna. È concepito per essere

portato e utilizzato su carrello

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Attacchi di mandata per autopompa

L'attacco di mandata per autopompa è un dispositivo, collegato alla rete di idranti, per mezzo del quale può essere immessa

acqua nella rete di idranti in condizioni di emergenza.

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MEZZI ANTINCENDIO

Idrante antincendio:

attacco unificato, dotato di valvola diintercettazione ad apertura manuale,collegato a una rete di alimentazioneidrica. (a muro, a colonna soprasuolooppure sotto suolo)

Impianto automatico di rivelazioned’incendio:

Insieme di apparecchiature destinate arivelare, localizzare e segnalareautomaticamente un principio di incendio.

Impianto di allarme:

Insieme di apparecchiature adazionamento manuale utilizzate persegnalare un principio d’incendio.

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MEZZI ANTINCENDIO

Impianto fisso di estinzione:

Insieme di sistemi di alimentazione, di valvole, di condutture e di erogatori per proiettare o scaricare un idoneo agente estinguente su una zona d’incendio. La sua attivazione può essere automatica o manuale.

Lancia erogatrice:

Dispositivo provvisto di un bocchello di sezioneopportuna e di attacco unificato. Può essere anchedotata di una valvola che permette il getto pieno, ilgetto frazionato e la chiusura.

Naspo:

Attrezzatura antincendio costituita da una bobinamobile su cui è avvolta una tubazione semirigidacollegata ad una estremità, in modo permanente, conuna rete di alimentazione idrica in pressione eterminante all’altra estremità con una lancia erogatricemunita di valvola regolatrice e di chiusura del getto

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TOLLERANZE NELLE MISURE

Misure lineari ... tolleranza

2% per misure maggiori di 2,40 m

5% per misure minori o uguali di 2,40 m

Misure di superficie

tolleranza 5%

Misure di volume

tolleranza 5%

Misure di pressione

tolleranza 1%

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SIMBOLI GRAFICI

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SIMBOLI GRAFICI

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DA NON CONFONDERE CON LA SEGNALETICA

DI SICUREZZA PREVISTA DAL D.Lgs 81/2008 CHE

VA INSTALLATA ALL’INTERNO DELLE ATTIVITA’

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Cartelli di salvataggioCaratteristiche intrinseche:- forma quadrata o rettangolare,- pittogramma bianco su fondo verde (il verde deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello).

SEGNALETICA DI SICUREZZA

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Cartelli per le attrezzature antincendioCaratteristiche intrinseche:- forma quadrata o rettangolare, - pittogramma bianco su fondo rosso (il rosso deve coprire almeno il 50% della superficie del cartello).

SEGNALETICA

DI SICUREZZA