20141012 CIT ALL · 2016. 12. 1. · orapronobis. EMadreCabrini,raffiguratanella...

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FONDATO NEL 1890 il Cittadino QUOTIDIANO DEL LODIGIANO E DEL SUDMILANO UN RITO INTRISO DI FEDE E SPIRITUALITÀ In un gesto tutto il cammino della nostra Chiesa di Ferruccio Pallavera n La fascia del sole di Roma ha trapassato il finestrone della ba- silica di San Pietro, incendiando d’oro le moltitudini degli angeli che fanno da corona alla vetrata dello Spirito Santo che s’innalza sopra l’altare della confessione. Nell’abside, ai piedi del monu- mento barocco del Bernini, tra nubi e raggi di luce, ieri pomerig- gio si sono assiepati in sessanta tra cardinali, patriarchi, vescovi e arcivescovi delle Chiese d’Oriente e Occidente, per l’ordi- nazione del nuovo vescovo di Lo- di, Maurizio Malvestiti. Una ceri- monia traboccante di gestualità soffusa e maestosa, di significati intrisi di fede e spiritualità, di po- tenza e santificazione, scandite dalle litanie dei santi... sanctae Michael, ora pro nobis, sancti Angeli Dei, orate pro nobis, sancte Ioseph, ora pro nobis... La voce di monsignor Giuseppe Merisi è risuonata nella basilica forte e chiara: «Reverendissimo Padre, la santa Chiesa di Lodi chiede che sia ordinato vescovo il presbitero Maurizio Malvestiti». «Avete il mandato del Papa?», ha chiesto il cardinale Leonardo Sandri, che ha presieduto una ce- rimonia antichissima, all’interno di un edificio che è l’emblema della cristianità. «Sì, lo abbiamo», ha aggiunto il vescovo Merisi. La risposta: «Se ne dia lettura». Quest’ultima richiesta è stata esaudita da un altro lodigiano, Iginio Passerini. sancte Petre, ora pro nobis, sancte Paule, ora pro nobis, sancte Andrea, ora pro nobis... Sessanta cardinali, patriarchi e vescovi. Duecento sacerdoti. Al- trettanti giovani monaci orientali. Cinquecento fedeli. L’ordinazio- ne di monsignor Malvestiti ha as- sunto una rilevanza tutta partico- lare. Per duecento anni, dalla Controriforma in poi, i vescovi di Lodi sono stati ordinati in celebri basiliche di Roma, talvolta dal Papa in persona, spesso in Vati- cano. Mai era accaduto che qual- cuno venisse consacrato da una tale moltitudine di vescovi e pa- triarchi. E che tra le volte di San Pietro fosse invocato il nome di San Bassiano... sancte Bassiane, ora pro nobis. sancte Carole Borromeae, ora pro nobis. sancte Ioannes Vicesime Tertie, ora pro nobis... Monsignor Merisi ha imposto le mani sul capo del suo successore. E in quel gesto c’è tutto il cammi- no di una Chiesa partita da lonta- no, da Bassiano, in vicende che hanno trapassato i secoli, da Laus Pompeia a Lodi nuova, attraverso re e pontefici, antipapi e impera- tori. Da ieri Lodi ha il suo nuovo vescovo, successore degli apo- stoli, immagine viva del Buon Pastore. Nelle imposizioni di quelle mani sono passati sedici secoli di storia. Nei quali i vescovi di Lodi non so- no stati solo diffusori della fede, padri e pastori, ma difesa dei po- veri e baluardo di un territorio, fi- no a far coincidere i confini della diocesi con la sua identità, la sua cultura e la sua storia. ...sancta Francisca Cabrini, ora pro nobis. E Madre Cabrini, raffigurata nella maestosa statua di marmo di Car- rara, affacciata sull’altare della confessione, pareva sorridere. Protegga lei la Chiesa di Lodi. Protegga i fratelli della Chiesa d’Oriente. Protegga il nuovo ve- scovo Malvestiti. Protegga gli uo- mini e le donne della diocesi di San Bassiano. E così sia. ORDINAZIONE EPISCOPALE n IERI LA SOLENNE CELEBRAZIONE NELLA BASILICA ROMANA Festa grande in San Pietro per il vescovo Malvestiti Armando e Maria Rosa Composizioni floreali per ogni occasione LODI, via Fanfulla 35 0371 423828 339 4964208 www.armandoemariarosa.it Domenica 12 Ottobre 2014 Supplemento al numero odierno COPIA OMAGGIO www.ilcittadino.it

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    il CittadinoQ U O T I D I A N O D E L L O D I G I A N O E D E L S U D M I L A N O

    UN RITO INTRISO DI FEDE E SPIRITUALITÀ

    In un gesto tutto il cammino della nostra Chiesadi Ferruccio Pallavera

    n La fascia del sole di Roma hatrapassato il finestrone della ba-silica di San Pietro, incendiandod’oro le moltitudini degli angeliche fanno da corona alla vetratadello Spirito Santo che s’innalzasopra l’altare della confessione.Nell’abside, ai piedi del monu-mento barocco del Bernini, tranubi e raggi di luce, ieri pomerig-gio si sono assiepati in sessantatra cardinali, patriarchi, vescovie arcivescovi delle Chiesed’Oriente e Occidente, per l’ordi-nazione del nuovo vescovo di Lo-di, Maurizio Malvestiti. Una ceri-monia traboccante di gestualitàsoffusa e maestosa, di significati

    intrisi di fede e spiritualità, di po-tenza e santificazione, scanditedalle litanie dei santi...sanctae Michael, ora pro nobis,sancti Angeli Dei, orate pro nobis,sancte Ioseph, ora pro nobis...La voce di monsignor GiuseppeMerisi è risuonata nella basilicaforte e chiara: «ReverendissimoPadre, la santa Chiesa di Lodichiede che sia ordinato vescovo ilpresbitero Maurizio Malvestiti».«Avete il mandato del Papa?», hachiesto il cardinale LeonardoSandri, che ha presieduto una ce-rimonia antichissima, all’internodi un edificio che è l’emblemadella cristianità.

    «Sì, lo abbiamo», ha aggiunto ilvescovo Merisi.La risposta: «Se ne dia lettura».Quest’ultima richiesta è stataesaudita da un altro lodigiano,Iginio Passerini.sancte Petre, ora pro nobis,sancte Paule, ora pro nobis,sancte Andrea, ora pro nobis...Sessanta cardinali, patriarchi evescovi. Duecento sacerdoti. Al-trettanti giovani monaci orientali.Cinquecento fedeli. L’ordinazio-ne di monsignor Malvestiti ha as-sunto una rilevanza tutta partico-lare. Per duecento anni, dallaControriforma in poi, i vescovi diLodi sono stati ordinati in celebri

    basiliche di Roma, talvolta dalPapa in persona, spesso in Vati-cano. Mai era accaduto che qual-cuno venisse consacrato da unatale moltitudine di vescovi e pa-triarchi. E che tra le volte di SanPietro fosse invocato il nome diSan Bassiano...sancte Bassiane, ora pro nobis.sancte Carole Borromeae,ora pro nobis.sancte Ioannes Vicesime Tertie,ora pro nobis...Monsignor Merisi ha imposto lemani sul capo del suo successore.E in quel gesto c’è tutto il cammi-no di una Chiesa partita da lonta-no, da Bassiano, in vicende che

    hanno trapassato i secoli, da LausPompeia a Lodi nuova, attraversore e pontefici, antipapi e impera-tori. Da ieri Lodi ha il suo nuovovescovo, successore degli apo-stoli, immagine viva del BuonPastore.Nelle imposizioni di quelle manisono passati sedici secoli di storia.Nei quali i vescovi di Lodi non so-no stati solo diffusori della fede,padri e pastori, ma difesa dei po-veri e baluardo di un territorio, fi-no a far coincidere i confini delladiocesi con la sua identità, la suacultura e la sua storia....sancta Francisca Cabrini,ora pro nobis.E Madre Cabrini, raffigurata nellamaestosa statua di marmo di Car-rara, affacciata sull’altare dellaconfessione, pareva sorridere.Protegga lei la Chiesa di Lodi.Protegga i fratelli della Chiesad’Oriente. Protegga il nuovo ve-scovo Malvestiti. Protegga gli uo-mini e le donne della diocesi diSan Bassiano. E così sia.

    ORDINAZIONE EPISCOPALE n IERI LA SOLENNECELEBRAZIONE NELLA BASILICA ROMANA

    Festa grandein San Pietroper il vescovoMalvestiti

    Armando e Maria RosaComposizioni florealiper ogni occasione

    LODI, via Fanfulla 350371 423828 339 4964208www.armandoemariarosa.it

    Domenica 12 Ottobre 2014Supplemento al numero odierno

    COPIA OMAGGIOwww.ilcittadino.it

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 3

    IL NUOVO VESCOVO

    LA CELEBRAZIONESan Pietro risplende,monsignor Malvestitiè vescovo nel giornodi San Giovanni XXIIILa solenne cerimonia dell’ordinazione episcopale officiata ieri nella basilica romanadal cardinale Leonardo Sandri alla presenza di oltre sessanta tra cardinali,patriarchi, vescovi e arcivescovi a rappresentare le Chiese d’Oriente e Occidente

    L’OMELIA IN SAN PIETRO n LE PAROLE DEL CARDINAL LEONARDO SANDRI

    «La chiesa di Lodi gioisceper il suo nuovo pastore»«Siamo vicini ai nostrifratelli della Siria,dell’Iraq e del Mediooriente che vivonola persecuzione»

    n Caro don Maurizio, “Gaudetmater ecclesia” - comincia cosìl’omelia del cardinale LeonardoSandri, Prefetto della Congrega-zione delle Chiese orientali, conuna citazione dell’apertura delConcilio Vaticano II.«Cinquantadue anni fa, l’11 otto-bre 1962, queste parole sono ri-suonate tra le volte della Basilicavaticana, pronunciate da quel pa-store buono che fu San GiovanniXXIII del quale celebriamo oggi lamemoria liturgica, per la primavolta dopo la canonizzazione».Sandri, rivolgendosi a monsignorMalvestiti afferma anche: «Gioi-sce la Chiesa di Lodi che nella tuapersona accoglie il dono del suonuovo vescovo, insieme a quelladi Bergamo che ti ha generato allafede e al tuo ministero sacerdotale;Chiese qui rappresentate da mon-signor Merisi e monsignor Beschiche con me ti imporranno le mani.A loro si uniranno cardinali, arci-vescovi e vescovi insieme agli ar-civescovi maggiori e ai patriarchidelle Chiese orientali».A questo proposito il Cardinale haprecisato: «Vediamo la Cattedradel Principe degli Apostoli soste-nuta dai Padri di Oriente e Occi-dente, Attanasio, Giovanni Criso-stomo, Ambrogio e Agostino». Eancora: «La mirabile comunionetra le Chiese non solo non nuoceall’unità, ma la manifesta. Tu per20 anni l’hai sempre amata e ser-vita: ora questa Cattedra è la cor-nice ecclesiale entro la quale di-venti vescovo».L’immagine dell’ordinazione epi-scopale e della nomina di Malve-stiti a guida della diocesi di Lodi èstata accostata alle parole dellaprima lettura di Ezechiele dove silegge che il Signore si prende curadel suo gregge: «Questo è quantoè chiamata a percepire la Chiesa diDio che è in Lodi - ha spiegatoSandri -; il Signore si prende curadi voi. Come nel 2005 vi è statodonato dalla Chiesa di Sant’Am-brogio e Carlo il vescovo Giusep-pe, così oggi giunge a voi dallaChiesa di Sant’Alessandro il ve-scovo Maurizio».

    “In silentio et spe” è il motto cheMalvestiti ha scelto fin dagli annidella sua formazione seminaristi-ca e con questa regola guiderà lasua diocesi e affronterà il nuovoministero su cui il celebrante l’harassicurato: «Non ti appaia troppoarduo il compito e non contare so-lo sulle tue forze. Colui che ti hachiamato sicuramente continueràa prendersi cura di te. Ricevendola pienezza del sacramento del-l’ordine entrerai nel fuoco del ro-veto ardente, come Mosè». Dinuovo, sull’immagine proposta daEzechiele ha detto: «Sei chiamatoad essere immagine viva del BuonPastore. “Pasci le mie pecore”, maquesto sarà possibile se ogni gior-no risponderai alla domanda delSignore: “Mi vuoi bene tu?”».Riguardo agli studi e alla forma-zione del presbitero ha poi ag-giunto: «Come Angelo GiuseppeRoncalli dal 1911, appartieni aipreti del Sacro Cuore della comu-nità di Bergamo: quale migliorescuola del cuore stesso di Cristoper vivere un servizio episcopalein Cristo? Ogni giorno ricorderai diriportare al Sacro Cuore di Gesù,

    gioie e incontri che sacerdoti, fe-deli e uomini di buona volontà tiaffideranno. Tutti inviterai a leva-re lo sguardo verso il Signore».E ancora, sul suo impegno di sot-tosegretario delle Chiese orientali:«I tratti del Buon Pastore si espli-citano con ancora più marcato re-alismo dopo che hai passato ven-t’anni al servizio delle Chieseorientali qui rappresentate dagliarcivescovi maggiori e dai patriar-chi di cui sei stato valido interlo-cutore, persona di ascolto e frater-na comunione. Siamo certi che ladiocesi di Lodi beneficerà di que-sto tuo stile e della tua dedizione».Poi un ultimo riferimento ecume-nico: «Come Giovanni XXIII nelConcilio aveva in mente quelleChiese dove c’erano vescovi in-carcerati, così noi oggi celebriamola tua ordinazione episcopale esiamo vicini col cuore e nella pre-ghiera ai nostri fratelli della Siria,dell’Iraq e del Medio oriente chevivono in questo momento laguerra, la persecuzione e l’esilio, egiungono persino al dono della vi-ta pur di non rinnegare la propriafede».

    n Il cardinale Leonardo Sandri,prefetto della Congregazione per leChiese orientali, si è rivolto amonsignor Maurizio Malvestiti:«Vuoi, fratello carissimo, adem-piere fino alla morte il ministero anoi affidato dagli Apostoli, che noiora trasmettiamo a te mediantel’imposizione delle mani con lagrazia dello Spirito Santo?».«Sì, lo voglio», ha risposto il ve-scovo di Lodi.L’antichissima tradizione dellaChiesa richiede che l’ordinandovescovo sia interrogato alla pre-senza del popolo sul proposito dicustodire la fede e di esercitare ilproprio ministero.«Vuoi predicare, con fedeltà eperseveranza, il Vangelo di Cri-sto?». «Sì, lo voglio». «Vuoi cu-stodire puro ed integro il depositodella fede, secondo la tradizioneconservata sempre e dovunquenella Chiesa fin dai tempi degliApostoli?».«Sì, lo voglio...».Questo è avvenuto nel tardo po-meriggio di ieri, nella basilica diSan Pietro, a Roma.L’11 ottobre era, per monsignorMaurizio Malvestiti e per tutti ibergamaschi giunti in città per lacerimonia dell’ordinazione, unadata tutta particolare. Si trattavadella memoria di San GiovanniXXIII, il Papa Buono, che tantissi-mi lodigiani portano nel cuore eche ancora oggi ricordano nei pel-legrinaggi a Sotto il Monte.Una data particolare e quasi ca-suale. Proprio ieri a Roma si è con-cluso il sinodo delle Chiese orien-tali e la presenza di un altissimonumero di patriarchi, vescovi earcivescovi della Chiesa latina hafatto propendere per la scelta delluogo dell’ordinazione. Roma, ap-punto, e non Bergamo o Lodi comesi pensava all’inizio. Roma è stataun po’ difficoltosa da raggiungereper i tanti lodigiani e bergamaschiche avrebbero voluto intervenirealla cerimonia. Ma ha effettiva-mente favorito la partecipazionedi un altissimo numero di prelati.Ben settanta tra cardinali, vescovie patriarchi. Raramente è accadu-to che in simile numero interven-gano per un’ordinazione episco-pale. E tutti costoro - tra lo stuporedei lodigiani e dei bergamaschipresenti - hanno dimostrato unagrande famigliarità con monsignorMalvestiti, che li ha ricevuti uno aduno, strappando strette di mano,abbracci e sorrisi, e testimoniandocosì di quale portata sia stato il suolungo impegno trascorso qualesottosegretario nella Congregazio-ne per le Chiese orientali.

    DUECENTO SOTTO L’OBELISCODon Franco Badaracco parrocodella Cattedrale, che con EnricoNegri della Laus aveva gestito neiminimi particolari la trasferta a

    Roma, aveva dato a tutti l’appun-tamento per le ore 16, al centrodella piazza San Pietro, sottol’obelisco. Lì sono arrivati in due-cento, trentatrè dei quali sacerdoticelebranti. Il gruppone lodigiano siè poi trasferito in piazza di San-t’Uffizio, per entrare da qui in ba-silica attraverso un ingresso parti-colare. Mentre i lodigiani erano inattesa ha fatto l’ingresso nei can-celli del Vaticano monsignor Mal-vestiti. Il quale ha fatto fermare lavettura che lo trasportava, e ne èdisceso per stringere la mano aciascuno e per scambiare qualchesorridente battuta con coloro cheaveva conosciuto nelle sue due fu-gaci presenze a Lodi.In basilica tutto l’ampio spaziocompreso tra l’altare papale sor-montato dal baldacchino del Ber-nini e l’altare della Confessione èstato riservato alla celebrazione. Ituristi non potevano accedervi.Qualcuno di questi, che aveva in-trapreso la salita alla cupola di SanPietro, affacciatosi sul ballatoioche permette di guardare dall’altol’interno della basilica, si è soffer-mato a lungo per osservare, sep-

    pure a distanza, la cerimonia del-l’ordinazione.

    LA DISPOSIZIONE IN BASILICACelebrazione solenne e molto cu-rata sia dal punto di vista liturgicoche logistico. Dietro l’altare dellaConfessione, sul presbiterio, pri-ma dell’inizio della messa, si sonoposizionati i sacerdoti di Lodi, in-sieme agli altri concelebranti.Guardando l’altare i fedeli lodigia-ni hanno preso posto sulla destra,mentre quelli bergamaschi sullasinistra. Insieme ai pellegrinigiunti dalla nostra diocesi c’eranoanche i cittadini di Bassiano di La-tina legati alla nostra diocesi dalcomune patrono. Sempre sulla si-nistra il coro e sulla destra unospazio riservato ai sacerdoti delleChiese orientali concelebranti, coni Cavalieri dell’Ordine di Malta.Nelle prime file alcuni cardinali, lafamiglia di Malvestiti, e i sindaciarrivati dal Lodigiano, con la fasciatricolore, e tra loro Simonetta Poz-zoli, vicesindaco di Lodi, mentrein fondo all’assemblea i seminari-sti provenienti dagli istituti orien-tali di Roma.

    Più distanti, oltre l’altare papale,i turisti che da lontano cercavanodi fotografare la celebrazione.Anche, non conoscendone il mo-tivo, non era difficile compren-derne l’eccezionalità, visto lapartecipazione numerosa e la va-rietà dei paramenti sacri dei sa-cerdoti appartenenti alle diverseChiese.

    LA LUNGA PROCESSIONEQuando gli oltre duecento sacer-doti hanno preso posto in basilicanel seggio che era stato per essipredisposto e tutti i fedeli si sonoseduti sulle poltroncine - e su cia-scuna di queste era stato posato unsussidio completo - con tutti i pas-saggi che hanno scandito l’ordina-zione del nuovo vescovo, hannofatto l’ingresso i celebranti.Una lunghissima processione divescovi e patriarchi ha attraversa-to la basilica, saettata da una tem-pesta di flash delle migliaia di turi-sti e pellegrini che gremivano labasilica, meravigliatissimi di assi-stere a una cerimonia che vedevapresente un così alto numero au-torità ecclesiastiche. Cinquanta tra

    cardinali, vescovi e patriarchi.Talmente numerosi da far circola-re tra la folla la voce che alla fine diessi ci sarebbe stato il Papa in per-sona.Tra i celebranti sono transitati illodigiano monsignor Rino Fisi-chella responsabile del dicasterovaticano per l’evangelizzazionedei popoli e monsignor Paolo Ma-gnani vescovo emerito di Trevisoma anche vescovo di Lodi dal 1977al 1989. In fondo, prima del cardi-nale Leonardo Sandri che ha con-ferito l’ordinazione episcopale, idue consacranti: monsignor Fran-cesco Beschi, vescovo di Bergamo,e monsignor Giuseppe Merisi, ve-scovo di Lodi.

    I LODIGIANI “ATTIVI”La grande processione che ha con-dotto monsignor Malvestiti all’al-tare è stata aperta dai seminaristilodigiani che poi hanno svolto il-servizio liturgico durante la messasolenne. Tra loro anche don Stefa-no Cantoni e don Manuel Forchet-to, diaconi ordinati sabato scorsoda monsignor Giuseppe Merisi,amministratore apostolico della

    nostra diocesi, e don Manuele Ve-ronesi, altro diacono lodigiano cheha letto il Vangelo. Al fianco diMalvestiti, don Bassiano Uggè,sottosegretario Cei.Se la cerimonia è stata presiedutadal cardinale Leonardo Sandri, co-consancranti sono stati il vescovodi Bergamo, monsignor FrancescoBeschi e monsignor Merisi.Proprio Merisi ha presentato l’or-dinando al celebrante e, subito do-po, monsignor Iginio Passerini,delegato generale della diocesi, hadato lettura del mandato del SantoPadre.

    LA CONSEGNA DEL PASTORALECome per l’ordinazione presbite-rale, anche per quella episcopale ilcandidato si sdraia a terra, ma inprecedenza viene presentato alcelebrante e deve esprimere gliimpegni che intende assumere co-me Vescovo.È a questo punto che l’eletto siprostra e tutti cantano le litanie deiSanti. Segue l’imposizione dellemani, ed è quanto accaduto ieri:prima da parte di Sandri, poi di Be-schi e Merisi, quindi degli altri ve-

    scovi presenti. Dopo la preghieradi ordinazione, Sandri ha unto conil sacro crisma il capo del Vescovoordinato e gli ha consegnato il librodei Vangeli, l’anello, la mitra e ilpastorale, segni episcopali.Infine Malvestiti è stato invitato aprendere posto sul seggio a lui ri-servato e ha ricevuto l’abbracciodal celebrante e dagli altri vescovi.Tenerissimo l’abbraccio di Merisi,come a trasmettere forza e affettoal suo successore.

    GLI ORIENTALICopricapi colorati, parimenti di-versi, lingue dai paesi più lontani:i sacerdoti arrivati per la consa-crazione di monsignor Malvestitiappartenevano a numerose Chieseorientali, cattolici di rito latino ebizantino, ma anche rappresen-tanti ortodossi.A caratterizzare una celebrazione,specchio dell’impegno ecumenicodi Malvestiti, anche i seminaristidegli istituti orientali di Roma, co-me il gruppo dei giovani ucrainiche ha eseguito un canto. Un altrobellissimo momento quello offertodalle voci dei sacerdoti irachenidella Chiesa Caldea.La lunga cerimonia, durata un paiod’ore, dalle 16 alle 18, è stata carat-terizzata anche da canti antichis-simi, in latino. Non solo preghiereche ancora oggi è facile recitarenelle nostre chiese - il Santus o ilPater Noster - ma anche canti chehanno scandito la liturgia dellastoria della Chiesa: il Veni Creator, ilTe Deum, la Salve Regina, il IubilateDeo.Al termine, alcuni dei lodigianipresenti hanno ripreso veloce-mente la strada del ritorno, chi intreno, chi in aereo. Qualcuno an-che in automobile. L’indomani -ossia oggi - è giorno festivo. E mol-ti dei sacerdoti che ieri hanno con-celebrato nella basilica di San Pie-tro si trovano già nelle loro parroc-chie, impegnati nelle Messedomenicali.

    RAFFAELLA BIANCHI

    ANGELIKA RATZINGER

    LA CERIMONIA I momenti piùsignificativi del rito di ordinazioneepiscopale in San Pietro

    IL GESTO Il cardinal Sandri mentre impone le mani a monsignor Malvestiti

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 5

    IL NUOVO VESCOVO

    il CittadinoQUOTIDIANO DI ISPIRAZIONE CATTOLICASupplemento al numero odiernoDirettore responsabile Ferruccio PallaveraVicedirettore Aldo PapagniSocietà editrice Editoriale Laudense SrlVia Paolo Gorini, 34 - 26900 LodiTel. 0371.544200 Fax 0371.544246e-mail: [email protected] Paolo Gorini, 34 - 26900 LodiTel. 0371.544200 Fax 0371.544201e-mail: [email protected] internet www.ilcittadino.itRegistrazione Tribunale di Lodi 4-7-1948 n.2Registro Stampa - Iscrizione al RegistroNazionale della Stampa n. 704 del 5-2-1983Concessionaria esclusiva pubblicitàPubblimedia srl - via Paolo Gorini, 34- 26900 LodiTel.: 0371.544300 Fax: 0371.544301www.pubblimediasrl.ite-mail: [email protected] grafico Alberto Valeri SrlStampa C.S.Q. SpaVia dell'Industria, 52 - Erbusco (BS)Quota abbonamentoQuotidiano 250 €. Un giorno a scelta 57 €.Due giorni a scelta 108 €.C/C int. a: Editoriale Laudense srl n. 17338203Via Paolo Gorini 34 - LodiCopie arretrate Il doppio del prezzo di copertinaLa testata fruisce dei contributi statali diretti dicui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

    Dai seminaristi lodigianiun contributo alla liturgian Gli allievi del Seminario di Lo-di non potevano mancare all’ordi-nazione episcopale del nuovo pa-store della diocesi. Con loro haviaggiato in pullman il direttoredell’Ufficio diocesano pellegri-naggi don Peppino Codecasa, arri-vato a Roma nel pomeriggio di ve-nerdì, accompagnato anche daisacerdoti superiori del seminario,il rettore monsignor Franco Anelli,il vicerettore don Carlo Groppi e ildirettore spirituale don Elia Croce.«Il viaggio è andato molto bene -ci racconta -. Venerdì abbiamotrascorso il pomeriggio con mon-signor Rino Fisichella (Presidentedel Pontificio Consiglio per la pro-mozione della nuova evangelizza-zione, ndr) che ci ha accompagna-ti insieme al suo segretario donMarco Sozzi che è originario di Lo-di Vecchio, all’interno dei giardinivaticani. Siamo arrivati fino al-

    l’abitazione di Benedetto XVI chein quel momento stava uscendo inmacchina, anche se noi non lo ab-biamo visto. Poi siamo tornati alnostro alloggio, al Bonus Pastor, eabbiamo celebrato messa».La sera, tutti insieme, i pellegrinihanno partecipato al concerto deitre sacerdoti originari della diocesidi Down and Connor, “The Priest”,in Santa Maria Sopra Minerva: «Èstato incantevole. Anche il vesco-vo Merisi ci ha raggiunti», dicedon Codecasa, spiegando poi ilprogramma della giornata di saba-to: «Siamo stati alla catacombe diSan Callisto e prima alle Fosse Ar-deatine. I seminaristi mi sono par-si interessati, se non addiritturacommossi».In tarda mattinata hanno raggiun-to piazza San Pietro dove don Co-decasa ha fatto nuovamente daguida alla comitiva: «Ho dato

    qualche spiegazione storico arti-stica sulla Piazza e sulla Basilica,poi i seminaristi si sono avviati periniziare in chiesa, dietro l’altaredella Confessione, le prove della

    cerimonia di ordinazione dovehanno provveduto al servizio li-turgico». Un modo per essere an-cora più vicini a monsignor Mal-vestiti.

    IN VATICANO I seminaristi e i lorosuperiori nei giardini vaticanicon monsignor Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglioper la nuova evangelizzazione

    IL DISCORSO n «VOGLIO FARMI VICINO NELLA VOSTRA VITA PERINFONDERVI IL CARISMA DELL’ABBANDONO ALLA DIVINA VOLONTÀ»

    Ecco le sue prime parole:«Vengo in mezzo a voicome padre e pastore»Monsignor Malvestiti cita la preghiera di PapaGiovanni XXIII quando, poco prima di essere elettoal soglio pontificio, visitò Lodi il 27 settembre 1958

    FRANCESCA CERRI

    n Nella parte conclusiva della so-lenne celebrazione, mentre laschola cantorum intonava il TeDeum, l’inno di ringraziamento alSignore, monsignor Malvestiti hapercorso la navata della basilicabenedicendo i presenti, per poiesprimere la sua obbedienza al Pa-pa con il bacio al piede di Pietro.Prima della benedizione finale edell’antifona mariana che ha chiu-so la celebrazione nell’affidamentoalla Madre di Cristo, ha pronunciatole sue prime parole da vescovo.«Mi sono trattenuto - ha dettomonsignor Malvestiti - fino all’ini-zio del sacro rito di ordinazione in-sieme a voi perchè volevo carpire lavostra bontà e la vostra preghieraed essere così presentato per laconsacrazione. Ora vi chiedo diunirvi a me nel rendimento di gra-zie, perchè è incontenibile. Vi chie-do di unirvi a me nella riconoscen-za che provo, che è la riconoscenzadi una vita intera e nella quale con-fluisce la forza dello Spirito Santoche scende a dissipare ogni debo-lezza».E ancora. «Desidero confermare lerisposte alle domande che mi sonostate fatte durante il rito di ordina-zione. Ma niente ci è possibile senzal’abbraccio della Chiesa madre esanta della quale anche noi perGrazia siamo chiamati a fare parte:chiedo che la Chiesa continui a so-stenermi. A Papa Francesco, che miha scelto come vescovo di Lodi, vail mio grato e filiale ringraziamentoin spirito di filiale obbedienza. Quinella sua basilica, qui sulla suatomba, voglio aderire alla profes-sione di fede di Pietro: “Tu e solo tusei il mio Signore” per sentire la ri-sposta: “Tu sei la mia pietra e suquesta pietra edificherò la miaChiesa”.È una parola che rende sicuri i no-stri passi perchè ci tiene uniti nellafedeltà».Presente nelle parole di monsignorMalvestiti anche un riferimento alsinodo della famiglia. «Un pensieroe un’intenzione speciale sono per ilsinodo della famiglia che si tiene inquesti giorni. Ringrazio il cardinaleSandri per gli anni di collaborazio-ne e gli faccio gli auguri per l’anni-versariio di ordinazione episcopaleche lui ha ricevuto nello stesso luo-go e giorno. Ringrazio tutti i confra-telli presenti, i cardinali, i mieicompagni di ordinazione. Ringraziogli ambasciatori, le autorità e anchequanti sono spiritualmente uniti anoi, in particolare il cardinaleAchille Silvestrini. Ringrazio i pa-triarchi e gli arcivescovi maggioridelle Chiese orientali che hanno re-so questo rito un’autentica kiroto-nia, ma sui loro volti vedo i segni didolore peri figli e le figlie d’Orienteche son perseguitati e per i qualipreghiamo senza stancarci perchèil sangue dei martiri sia fecondo se-me di fede. Siamo al loro fianco “insilentio et spe”. Ringrazio e saluto leComunità formative orientali chesono tutte presenti e che sono laprimavere della chiesa orientale.nel ricordo che che la voce delleChiese latine ha bisogno della voce

    delle Chiese orientali per dire ilVangelo di Cristo. Ringrazio mon-signor Beschi, tutti i bergamaschipresenti, la comunità di Marne e lamunicipalità di Filago, in modo af-fettuoso i miei familiari. Per ciascu-no prego nel ricordo di quanti cihanno lasciato, in particolare i mieigenitori e i pastori che hanno gui-dato il mio cammino qui a Roma. Isacerdoti che ho conosciuto, donPietro della diocesi di Lodi che ètornato al Padre poco dopo lamianomina.E infine mi rivolgo a cloro che oggisono i primi nel mio servizio epi-scopale: i lodigiani. Ringrazio mon-

    signor Merisi per la sua accoglienzapaterna, ringrazio i vescovi e i sa-cerdoti lodigiani che mi hanno datola gioia di condividere questo mo-mento di Grazia. Ringrazio e salutole parrocchie della Diocesi di Lodi ela comunità amica di Bassano diLatina».«Chiedo incessantemente a Dio divenire tra voi con affetto di padre epastore che rende fecondo l’opera-to nello Spirito Santo - ha detto an-cora monsignor Malvestiti -. Viesorto, fatemi spazio nei vostricuori. Voglio farmi vicino nella vo-stra vita per infondervi il carismadell’abbandono confidente alla di-vina volontà. Siano i primi annun-ciatori di questo carisma i nostrigiovani, qui rappresentati dai nostriseminaristi: affidino la loro vita aDio senza riserve, come lui stessoama senza riserve. Se ci affidiamo alui, lui decuplicherà per noi la gio-ia».Monsignor Malvestiti ha concluso ilsuo discorso facendo sua la pre-ghiera di Giovanni XXIII quando,poco prima di essere eletto al sogliopontificio, visitò Lodi il 27 settem-bre 1958. Come il Santo Papa di cuiieri ricorreva la prima memoria li-turgica, anche il nuovo vescovo diLodi ha voluto collocarsi «umile traquesti santi protettori Bassiano eAlberto» per rivolgersi a Dio e chie-dere che la Chiesa di Lodi «continuisempre a prosperare a misura cheTu continuerai ad essere la sua luce,la sua Grazia e la sua gloria».

    IL FUORI PROGRAMMA

    L’INCONTRO A SORPRESA CON I LODIGIANI:L’ABBRACCIO CON I FEDELI E LE AUTORITÀn Nessuno, almeno tra i lodigiani, si aspettava di vedere monsignor Mauri-zio Malvestiti prima dell’inizio dell’intensa celebrazione. Invece il nuovo ve-scovo di Lodi ha stupito tutti raggiungendo il gruppo dei pellegrini mentreancora facevano la fila sotto il sole romano in attesa di entrare in San Pietro,suscitando un sentito applauso.Monsignor Malvestiti ha stretto mani, abbracciato i sacerdoti, si è anche sot-toposto con disponibilità e pazienza alle foto di gruppo. All’interno della basi-lica,poi, nell’area dietro l’altare della Confessione dove si è tenuta l’ordinazio-ne episcopale, è rimasto a lungo nella navata centrale ad accogliere quantientravano, a conoscere le autorità presenti, accompagnare con lo stesso sor-riso e la stessa cordialità i seminaristi lodigiani e i vescovi delle Chiese orien-tali. Insomma, un inizio di cerimonia che ha lasciato il segno tra i lodigianipresenti a Roma.

    L’INCONTRO n AL TERMINE DELLA CERIMONIA UN MOMENTO DI FRATERNITÀ IN AULA NERVI

    Un crogiuolo di lingue e coloriin un clima di Chiesa universaleIl canto dei seminaristi orientali haaccolto monsignor Malvestiti nella salasolitamente adibita alle udienze papali

    n L’idea era di salutare il nuovovescovo, mainsalaNervi i lodigianisi sono anche trovati immersi in unclima di Chiesa universale: il mo-mento di fraternità organizzato su-bito dopo l’ordinazione episcopalenell’aula nota per ospitare le udien-ze papali, si è trasformata in un cro-giolo di lingue, colori, abiti diversi.Un regalo del tutto particolare chemonsignor Malvestiti ha fatto dasubito al suo nuovo gregge e che ilodigiani hanno saputo apprezzaree cogliere nonostante la stanchezzadella levataccia che molti avevanofatto per partecipare al momento.Il canto dei seminaristi orientali haaccolto monsignor Malvestiti al-l’ingresso della sala, mentre all’in-terno gli abiti chiari delle suore di

    Maria Bambina si avvicinavano aiveli scuri delle religiose di origineorientale e una bambina dalla ca-denza bergamasca e dai capellibiondi rispondeva al sorriso chedietro una lunga barba bianca le ri-volgeva un prete dall’alto coprica-po nero.I lodigiani ieri hanno ricevuto undono davvero grande: una perce-zione di Chiesa che forse è difficilematurare nelle strade di Lodi e dellasua provincia. E se la celebrazionein San Pietro ha dato il senso dellaChiesa cattolica e di un vescovo“partorito” nel cuore della cristia-nità, il saluto in sala Nervi ha rega-latoilsensodellaChiesauniversale,del popolo di Dio che è sparso intutte le nazioni, ma che vive nel-l’unità. E le lingue che si mischia-vano, come d’altra parte accadespesso anche nelle strade del Lodi-giano, per una volta non davanol’impressione di una confusa Babe-le, ma di una goiosa Pentecoste.

    ATMOSFERA SOLENNEMonsignor Malvestitidurante il rito di ordinazione:qui a fianco con la mitrae il pastorale subito dopol’ordinazione con il cardinaleSandri, il vescovo di BergamoBeschi e il suo predecessoremonsignor Giuseppe Merisi;in basso mentre saluta i fedeli

    LA DIOCESI DI LODI

    ECCO I “NUMERI”DI UNA TERRARICCA DI FEDEn La diocesi di Lodi siestende in Lombardia, nellabassa pianura Padana. È si-tuata tra il territorio a sud diMilano e il fiume Po. Ha unasuperficie di 894 chilometriquadrati e una popolazioneche è passata dai 240milaabitanti del 1998 ai 280miladel 2013, di cui 270mila catto-lici.Il territorio, a ridosso dellagrande metropoli di Milano,pur rimanendo a vocazioneagroalimentare, ha una carat-terizzazione socio-economicadeterminata dal pendolari-smo, dall’artigianato e dallapiccola e media impresa.Forte è l’impiego nel settoredell’industria e soprattutto inquello dei servizi. Dei 72 co-muni della diocesi, 61 sonocompresi nei confini dellaProvincia di Lodi, altri 7 sitrovano invece in Provincia diMilano (Cerro al Lambro, Col-turano, Dresano, Paullo, SanColombano al Lambro, SanZenone al Lambro e Tribiano),tre ancora in Provincia di Cre-mona (Dovera, Spino d’Adda ele frazioni Gradella e Nosadel-lo di Pandino) e uno nel Pave-se (Miradolo Terme).Accanto a Lodi, città capoluo-go, che conta circa 45.000abitanti, esistono due città(Codogno e Casalpusterlengo)attorno alle quali fervono leattività e gli interessi del Bas-so Lodigiano affacciato sulPo; ci sono poi le città di San-t’Angelo Lodigiano (tra il Lam-bro e la provincia di Pavia) edi Paullo (centro nevralgicodell’alto Lodigiano a una deci-na di chilometri da Milano),l’antica cittadina di Laus Pom-peia (odierna Lodi Vecchio) ela borgata collinare di San Co-lombano al Lambro. Versotutte queste differenti realtàgravitano le popolazioni deiterritori circostanti.I sacerdoti sono duecento, leparrocchie 123, delle quali un-dici nella città episcopale. Lechiese sono circa duecento. Indiocesi nel 2011 c’erano 206religiose. Di queste, il 50 percento circa in età avanzata ealcune degenti in case di ripo-so; le rimanenti operano nellapastorale parrocchiale, nellascuola, nell’assistenza e in al-tre differenti situazioni dellavita lodigiana.

    LE PAROLE Al termine dell’ordinazione monsignorMalvestiti ha preso la parola ricordando la preghierache Papa Giovanni XXIII pronunciò nel 1958, quandoancora patriarca di Venezia, visitò la città di Lodi

    RACCOLTOA destrail nuovovescovodi Lodiduranteun momentodi preghiera;la cerimoniain San Pietroha avutotoni solennie di elevatasuggestione

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 7

    IL NUOVO VESCOVO

    I PELLEGRINIDa Lodi a San Pietro,per offrire al vescovouna “prova” di affettoErano circa duecento i lodigiani che in treno, buso automobile hanno raggiunto Roma per assistereall’ordinazione episcopale di monsignor Malvestiti

    n Chi in autobus, che in treno o inauto, alcuni in gruppo, altri da soli:neigiorniscorsisonostatiquasi200i lodigiani che si sono messi in viag-gio verso Roma per partecipare al-l’ordinazione episcopale del nuovovescovo di Lodi. «Siamo stati benlieti - commenta monsignor IginioPasserini, delegato generale delladiocesi di Lodi - di partecipare aquestomomentotantosignificativoper la nostra Chiesa laudense. Que-sta presenza dei sacerdoti e fedelilodigiani all’ordinazione di monsi-gnor Malvestiti rappresenta un se-gno di chiara adesione e accoglien-za nei confronti del nostro nuovovescovo».Monsignor Passerini ha viaggiatoinsieme al gruppo di pellegrini cheè partito sabato all’alba da Lodi eche comprendeva anche don An-gelo Dragoni, don Mario Ferrari,don Pieralberto Vailati e alcuni fe-deli, prevalentemente delle par-rocchie cittadine. Alla guida delgruppo monsignor Franco Bada-racco,presidentedell’agenziaLaus,che racconta: «C’era grande attesa, grande contentezza, voglia di arri-vare per esserci. Si è subito perce-pita nei pellegrini la gioia di parte-cipare a un momento tanto forte esignificativo. Ma ci sono altri aspettiche sono emersi fra i discorsi deipellegrini - continua il sacerdote -:ad esempio è molto sentito il fattoche la celebrazione sia stata nelgiorno della memoria di San Gio-vanni XXIII e a una settimana dallabeatificazione di Paolo VI. È ancheun richiamo molto forte al ConcilioVaticano II e al suo messaggio».

    IL CANCELLIERE «La consacrazioneepiscopale per l’eletto è un quasil’inizio di una nuova vita. Assumeuna responsabilità nuova davantinei confronti del Signore, dellaChiesa cui è mandato, ma anchedella Chiesa universale, poichéviene inserito nel collegio dei Ve-scovi». È il pensiero del cancellierevescovile monsignor Gabriele Ber-nardelli, anch’egli presente in SanPietro. «Per il nuovo Vescovo è co-me un nuovo inizio, una responsa-

    bilità nuova».

    L’AZIONE CATTOLICA TraipellegrinipartitisabatomattinainpullmandaLodi con monsignor Franco Bada-racco c’era anche Giuseppe Veluti,presidente dell’Azione cattolica. «Èla prima volta che partecipo all’or-dinazione di un vescovo – ci con-fessa – Penso sia significativo cheanche un’associazione come Ac siarappresentatanelladelegazionedeilodigiani».Oltreadessereun’occa-sione per incontrare il nuovo ve-scovo Malvestiti in un momentocosì rilevante per il suo ministero,secondo Veluti quello dell’ordina-zione è stato anche «un momentoimportante per tutta la Chiesa», vi-sta la grande partecipazione di sa-cerdotievescovichehannoaccom-pagnato il nuovo pastore della dio-cesi nella celebrazione. «Anche pernoipellegrini–prosegue–ritrovar-ci insieme oggi credo sia stato nonsolo un segno di disponibilità e ac-coglienza, ma anche il riconosci-mentocheilSignorehamesso“unatenda” in mezzo a noi, attraverso ilsuovicario».Eriguardoallaforma-zione di Malvestiti e al suo incaricodi sottosegretario delle Chieseorientali,aggiunge:«Oltreadessereun richiamo forte all’unità tra cri-stiani di confessioni diverse, la suaesperienza può offrire la possibilitàconcreta di creare un ponte con lenostre Chiese sorelle».

    IL VICESINDACO Anche SimonettaPozzoli,vicesindacodiLodi,harag-giunto Roma per assistere alla ceri-moniadiordinazioneinrappresen-tanzadelleautoritàcittadine.Parti-taintrenonellamattinadisabato,siè unita agli altri pellegrini lodigianiche si sono ritrovati in Piazza SanPietro sotto l’obelisco verso le 14.«Sono contenta di rappresentarel’amministrazione comunale e diaccogliere in anteprima il nuovoVescovo – dichiara - Auguro a luiun ministero ricco di gioia e chepossa entrare nell’anima della no-stracittàedelterritorioconlacolla-borazioneditutti,perchéilVescovoè guida e riferimento prezioso pertutta la comunità civile e sostegnonella difficoltà che essa attraversa.Siamo grati per il dono della suapresenzaeperlaricchezzadellasuaesperienzamaturatacomesottose-gretario delle Chiese orientali».

    PELLEGRINIDall’altomonsignorIginioPasserini,monsignorFrancoBadaracco,monsignorGabrieleBernardellie GiuseppeVeluti

    DA CASALE A ROMA

    L’AUGURIO DI ABDOULAYE,AVVOCATO MUSULMANO:«UNA PRESENZA LIBERA»

    n «Buon giorno a tutti. Sono Abdou e sono musulma-no». Abdoulaye Mbodj, 29 anni, di Casalpusterlengo,avvocato del Foro di Milano, ha partecipato alla cele-brazione di ordinazione episcopale di monsignor Mau-rizio Malvestiti insieme al gruppo proveniente dallaBassa con una trentina di persone insieme a molti sin-daci. «Sono amico di don Edmondo, parroco di CaselleLandi, siamo di fedi molto diverse, lui è prete cattolicoe io sono musulmano praticante – dice Abdou -. Se siè convinti delle proprie origini non si pone il rischio diconvertirsi ma sono le due religioni che si incontrano.Il dialogo non è più una possibilità, è una necessità. L’hadetto Papa Francesco il 23 marzo 2013 nel discorso alCorpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede,prima ancora degli ultimi avvenimenti che conosciamoin tutto il mondo. Islam e cristianesimo, l’ha detto il Pa-pa in questo discorso che consiglio a tutti, cristiani,musulmani, ebrei, non credenti, perché è un capolavorodel dialogo interreligioso – specifica Abdou – devonocercare la pace insieme, analizzare profondamente ecapire cosa sta succedendo». E dunque, a proposito del nuovo Vescovo di Lodi, ag-giunge il giovane: «Apprezzo molto il fatto che abbialavorato per le Chiese orientali e la sua esperienza concopti, greci e altri – afferma -. Siamo fortunati a Lodiperché certamente porta una visione allargata e la suapresenza molto libera, oltre che di alto profilo. Insiemealle parole ci vogliono gesti concreti e anche questostiamo vivendo, insieme agli amici lodigiani in viaggioin questi giorni, sono contento». Per l’avvocato musulmano non è la prima volta che ve-de San Pietro. «Ci sono stato nel 2003, e poi adesso.Domani mattina (domenica, ndr) parteciperò con gli al-tri alla prima Messa da Vescovo di monsignor Malve-stiti, e poi all’Angelus con Papa Francesco. Chi non co-nosce chi è, ha paura. Il dialogo è una necessità».

    LA DELEGAZIONE

    I SINDACI A ROMAPER STARE ACCANTOAL LORO VESCOVOn Anche le istituzioni dellaprovincia di Lodi hanno volutofar sentire la loro vicinanza amonsignor Maurizio Malvestitiin occasione dell’ordinazioneepiscopale. Della delegazionefacevano parte i sindaci Giu-seppe Maggi (Maleo), Pasqua-le Mazzocchi (San Rocco alPorto), Massimiliano Lodigiani(Santo Stefano Lodigiano),Pietro Bernocchi (Corno Giovi-ne), Giuseppe Bragalini (Cor-novecchio), Piero Luigi Bian-chi (Caselle Landi), VincenzoCeretti (Codogno), Mario Ghi-delli (San Fiorano), e Simonet-ta Pozzoli (vicesindaco di Lo-di). Due gli incontri tra il ve-s c o v o d i L o d i e g l iamministratori locali. «Ci sia-mo incontrati la mattina inSan Pietro per caso mentreerano in corso le prove dellacerimonia del pomeriggio -racconta il sindaco di SanRocco Mazzocchi -; poi in SalaNervi, dopo l’ordinazione, haposato con noi per la foto dirito e si è intrattenuto a par-lare». Un incontro emozionan-te, nel corso del quale il nuo-vo pastore della Diocesi di Lo-di ha dimostrato tutta la suagratitudine ai politici per laloro presenza a Roma. «Ci hadonato l’immagine dell’ordina-zione e con questo semplicegesto ha voluto dimostrarciquanto sia già vicino al Lodi-giano e alla sua gente» ag-giunge Mazzocchi. Una vici-nanza che emergerà sicura-mente anche durante la suamissione al servizio della Dio-cesi di Lodi.

    L’INGRESSO n MONSIGNOR MALVESTITI SI INSEDIERÀUFFICIALMENTE A LODI DOMENICA 26 OTTOBRE

    La diocesi si preparaper accogliereil suo nuovo pastoreIl programma prevede nel pomeriggiola visita al Carmelo, quindi il corteoda piazza San Lorenzo per l’Incoronata,il Broletto e infine la Messa in duomo

    n Passati quindici giorni dall'or-dinazione a Vescovo, monsignorMaurizio Malvestiti farà il suo in-gresso solenne nella diocesi di Lo-di. Sua Eccellenza arriverà nel pri-mo pomeriggio di domenica 26 ot-tobre per fare visita, alle 14.30, alCarmelo San Giuseppe in viale Mi-lano. Subito dopo, si trasferirà inpiazza San Lorenzo (ore 15.10) do-ve ad accoglierlo ci saranno i ra-gazzi della parrocchia omonimache pregheranno con lui. Si for-merà quindi il corteo che, parten-do dalla piazza, attraverserà viaGaribaldi e via Marsala, giungendoinfine in piazza della Vittoria.

    Monsignor Malvestiti renderà pri-ma omaggio alla Vergine nel tem-pio dell'Incornata (ore 15.30) e poiincontrerà le autorità cittadine inpiazza Broletto (ore 16). Alle 16.30avrà inizio in Cattedrale la solenneconcelebrazione eucaristica con isacerdoti della diocesi per l'iniziodel nuovo ministero pastorale.Parteciperanno i seminaristi, imembri della cappella musicaleguidata da don Piero Panzetti, eancora le autorità civili, militari etutti i rappresentanti delle asso-ciazioni. Le telecamere di Telepa-ce e i microfoni di Radio Lodi sioccuperanno della diretta.In attesa del 26 ottobre continuanoi preparativi e la preghiera per ac-compagnare l'arrivo del nuovoVescovo e per la cerimonia di rin-graziamento a monsignor Giusep-pe Merisi che, dopo 9 anni, salute-rà la diocesi sabato, 18 ottobre,durante la messa solenne delle 21in Cattedrale. Il coordinamento ditutti gli aspetti operativi connessiall'ingresso di del vescovo Malve-stiti compete alla commissioneorganizzativa, presieduta damonsignor Iginio Passerini, dele-gato generale dell'Amministratoreapostolico. Proprio la commissio-ne raccomanda ai sacerdoti di in-vitare i laici (giovani e adulti) arendersi disponibili come volon-tari per domenica 26, dalle 13 alle20, e informa inoltre che sabato 18,alle 10.30, si terrà un incontro perla presentazione dettagliata delprogramma e la suddivisione degliincarichi. L'appuntamento èall'oratorio Piergiorgio Frassati divia Callisto Piazza 10 a Lodi. Chifosse interessato potrà comunica-re la propria disponibilità entro il18 ottobre all'Opera diocesanaSant'Alberto ai seguenti recapiti:telefono 0371.544680 (tutti i giornidalle 9 alle 12), indirizzo email:[email protected]. Nel frattempotutta la Chiesa di Lodi è chiamataa sostenere spiritualmente il nuo-vo Vescovo, ricordandolo nellePreghiere dei fedeli e riservandoanche un momento di preghieraprolungato, richiesto in modoparticolare dal vescovo Merisi.

    ANGELIKA RATZINGER

    MESSA

    IL RINGRAZIAMENTO A MONSIGNOR MERISISABATO 18 OTTOBRE IN CATTEDRALE A LODIn Monsignor Giuseppe Merisi saluta la diocesi di Lodi, e la diocesi abbrac-cia il pastore che l'ha guidata per nove anni, sabato 18 ottobre alle 21 nellaCattedrale di Lodi. La celebrazione sarà una Messa di ringraziamento perquesto tempo donato, per le persone incontrate, per il cammino compiutodal Vescovo insieme alla porzione di Chiesa che gli è stata affidata. La Messadi ringraziamento sarà accompagnata dalla Cappella Musicale e da altre cora-li della diocesi. Tutti i sacerdoti sono invitati a concelebrare. Ma l'invito èper tutti: laici, consacrati, Consulta delle Aggregazioni laicali, organismi dio-cesani, e quanti vorranno stringersi a monsignor Giuseppe Merisi. Le sorelledel Carmelo hanno composto le preghiere dei fedeli; gli alunni del Seminariofaranno servizio liturgico; all'inizio della celebrazione un saluto sarà pronun-ciato dal vicario generale della diocesi, monsignor Iginio Passerini. Tra i fede-li non mancheranno i rappresentanti di Caritas Italiana, della comunità di Tre-viglio, della diocesi di Milano, i familiari di monsignor Merisi. E dalla segrete-ria vescovile il segretario don Roberto Arcari annuncia per quella sera "unasorpresa". Dall'elezione di monsignor Maurizio Malvestiti, monsignor Merisi,nominato vescovo di Lodi il 14 novembre 2005, è al momento è Amministra-tore apostolico della diocesi. Continua il suo impegno di presidente di CaritasItaliana. Significativo il motto che monsignor Merisi ha scelto per il suo epi-scopato a Lodi: "Vi ho chiamati amici".

    INSIEME Abdoulaye con i pellegrini della Bassa

    TRA LA GENTE Prima della cerimonia il nuovo vescovosi è intrattenuto in piazza San Pietro con i lodigianiaccorsi a Roma; qui sopra con il gruppo dei sacerdoti

    I SINDACI IN FASCIA TRICOLOREMonsignorMalvestitial terminedellacerimoniasi intrattienecon alcuniprimi cittadinidel Lodigianoche hannovoluto esserepresentiall’ordinazione

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 9

    IL NUOVO VESCOVOLO STEMMA n ANCHE LE ACQUE DI TEVERE E ADDANELL’IMMAGINE CHE NE ACCOMPAGNERÀ IL MINISTERO

    Dal motto di Isaiascaturisconoforza e speranzan Lo stemma episcopale di mon-signor Maurizio Malvestiti è statorealizzato dal cardinale AndreaCordero Lanza di Montezemolo,Arciprete emerito della Basilica diSan Paolo fuori le mura in Roma

    DESCRIZIONE Lo scudo è accollatoad una croce astile di grado vesco-vile (con un solo traverso), sor-montatadauncappello(galero)consei fiocchi pendenti in ciascun lato,di grado vescovile; il tutto di coloreverde. Lo scudo è a forma di testa dicavallo. In basso un cartiglio di orocon il motto: «In silenzio et spe».La blasonatura dello scudo è di ros-so e di azzurro, troncati da una fa-scia diminuita di oro. Nel primo unsole di oro fiammeggiante in mae-stà; nel secondo una stella, con in

    punta tre fasce ondeggianti e dimi-nuite, il tutto di argento.

    LETTURA DEI SIMBOLI Il sole è Cri-sto, «oriens ex alto» (Lc 1,78) e «lu-men gentium» secondo il ConcilioEcumenico Vaticano II (cfr. Costitu-zione dogmatica sulla Chiesa 1,1). SanGiovanni Paolo II lo presenta comeorientale lumen (cfr. Lettera aposto-lica del 2 maggio 1995). Si evoca cosìil legame con l’Oriente cristianomaturato nel ventennale servizionella Curia Romana, richiamandoal contempo la comunione con Pa-pa Francesco, che annovera talesimbolo nel suo stemma. Dal soletrae luce la stella (ad otto punte):Maria, madre di Dio e della Chiesaè illuminata dal suo Signore. Cristocon Maria e la Chiesa vegliano findalleoriginisulcamminodelnuovovescovo. Alle origini e al successivoitinerario alludono le fasce ondeg-gianti: il paese d’origine è sulla rivadel Brembo e con l’Adda formal’Isola bergamasca, che diede i na-tali a San Giovanni XXIII. L’Addagiunge a Lodi: col Po forma un’altraisola, che accoglie buona parte delterritorio diocesano. L’onda del Te-vere ha accompagnato, del resto, iventi anni romani. Ma in realtà èl’unda baptismi, significata dall’ar-gento,asegnareconlagraziadivinal’intera esistenza e a mantenerlanell’azzurro della sua provvida cu-ra. Il rosso e il giallo sono i colori diLodi e di Bergamo.Il motto«In silentio et spe»: è un ri-ferimento ad Isaia 30,15. Il vetus Te-stamentum della Nova vulgata riportail versetto come segue: «In silentioet in spe erit fortitudo vestra». Sullaparete di una sala del Palazzo Apo-stolico è riportato, invece, omet-tendo “in” davanti a “spe”. Ed èproprio in questa forma che esso èben noto al nuovo vescovo fin dalseminario.Il binomio «in silentio et spe» puòessere reso con «nel silenzio e permezzo della fiducia». La Bibbia diGerusalemme lo traduce, però, conl’espressione seguente: «Nell’ab-bandono confidente». È questol’invito che il motto episcopale vor-rebbe proporre a tutti.

    CHI É IL NUOVO VESCOVOUomo del dialogo ecumenicocon le Chiese sorelle d’orienteNato a Marne. frazione di Filago, in provincia e diocesidi Bergamo, monsignor Malvestiti da vent’anni èimpegnato nel confronto con i fedeli dell’Est cristiano

    RAFFAELLA BIANCHI

    n Monsignor Maurizio Malvestitiè nato a Marne, frazione di Filago,provincia e diocesi di Bergamo, il 25agosto 1953. La sua è una grande fa-miglia, con otto figli. Dopo gli studinel Seminario di Bergamo, è statoordinato sacerdote l’11 giugno 1977.Ha frequentato corsi di Lingua eLetteratura Straniera all’universitàdi Bergamo, dove proprio questafacoltà è tra le più rinomate. Haconseguito la Licenza in Sacra Teo-logia a Roma. È stato vicario par-rocchiale a Pedrengo; dal 1977 al1994 educatore, insegnante, vice-rettore delle Medie del Seminario diBergamo, coadiutore festivo a Sui-sio, vicerettore della Comunità delLiceo del Seminario, studente a Ro-ma. Dal 1994 al 2009 officiale e poicapo - ufficio nella Congregazioneper le Chiese Orientali col compitodi segretario particolare dei tre Car-dinali Prefetti che hanno guidato laCongregazione in quegli anni e cioèAchille Silvestrini, Ignace Moussa IDaoud, e Leonardo Sandri, tuttorain carica.La Congregazione delle ChieseOrientali cura i rapporti del Vatica-no con queste Chiese, perché sia fa-vorita la loro crescita, siano tutelatii loro diritti, sia per quanto riguardala Chiesa latina che le varie tradi-zioni cristiane orientali. Nel giugno2009 Papa Benedetto XVI ha nomi-natomonsignorMaurizioMalvestitisottosegretario della Congregazio-ne delle Chiese Orientali, responsa-bile dell’Ufficio Studi e Formazione.Sempre dal 2009 monsignor Mal-vestiti ha prestato il suo impegno

    nelle Commissioni bilaterali traSanta Sede e gli Stati di Israele e Pa-lestina, è docente nel PontificioIstituto Orientale e Rettore dellachiesa di San Biagio a Roma, oltreche Cappellano Conventuale del-l’Ordine di Malta. Conosce l’inglesee il francese. Nel 1996 è stato nomi-nato Cappellano di Sua Santità e nel2006 Prelato.La nomina di monsignor MaurizioMalvestiti (eletto da Papa France-sco) alla guida della diocesi di Lodiè stata annunciata martedì 26 ago-sto, solennità di Sant’Alessandropatrono di Bergamo: nella Catte-drale di Bergamo al termine dellacelebrazione presieduta dal Ve-scovo monsignor Francesco Be-schi; a Roma nella sede della Con-gregazione per le Chiese Orientali,in via della Conciliazione, dal Pre-fetto, il cardinale Leonardo Sandri;e a Lodi nella Sala Gialla del Palaz-zo episcopale, da monsignor Giu-seppe Merisi, che da quel momentoha ricoperto la carica di Ammini-stratore apostolico della diocesi diLodi.Intanto a Roma, dove monsignorMalvestiti ha vissuto negli ultimi-vent’anni, in questi giorni si stasvolgendo l’Assemblea straordina-ria del Sinodo dei Vescovi sulla fa-miglia. Tra i Padri Sinodali ci sonoanche i Capi dei 13 Sinodi delleChiese Orientali cattoliche sui iuris,che il nuovo Vescovo di Lodi benconosce, cioè la Chiesa copta catto-lica, greco - melkita cattolica, siracattolica, maronita, caldea, armenacattolica, greco- cattolica ucraina,siro - malabarese, siro - malanka-rese, romena, ancora la Chiesa diEtiopia ed Eritrea, rutena e slovac-

    ca; e poi i “delegati fraterni” tra cuiil metropolita Hilarion, presidentedel dipartimento delle relazioniesterne di Mosca.È significativo che proprio nei gior-ni del Sinodo, monsignor Malvestiti

    abbia ricevuto l’ordinazione epi-scopale in San Pietro.Il nuovo Vescovo di Lodi farà il suoingresso in diocesi domenica 26. Ilsuo motto episcopale sarà In silentioet spe: nell’abbandono confidente.

    n Una icona bulgara raffigurantel’Ultima Cena è stata scelta qualericordo della Ordinazione Episco-pale del Vescovo di Lodi. È ripro-dotta sul biglietto di invito, sullapiccola immagine che lo accompa-gna e sul libretto per la liturgia delSacro Rito distribuito nella BasilicaVaticana.Dal 26 agosto, con l’annuncio dellanomina episcopale, fino all’11 otto-bre, data della ordinazione, è stataancora di più la memoria di quella“Cena santa e mistica” a guidare lapreparazione di monsignor Malve-stiti e rimarrà evidentemente il ri-ferimento ispiratore principale delsuo servizio episcopale nel segno diquell’amore “fino alla fine” che ilCenacolo ripropone fortemente adogni pastore della Chiesa. Di seguitotroviamo una felice guida alla let-tura dell’icona elaborata da monsi-gnor Michel Berger, collaboratore

    per lunghi anni alla Congregazioneper le Chiese Orientali, già sottose-gretario della Pontificia Commis-sione per i Beni Culturali dellaChiesa e docente di Arte Bizantinaal Pontificio Istituto Orientale.L’originale dell’icona è esposto inun museo della Capitale bulgara. Ilnuovo Vescovo di Lodi ne custodi-sce una copia, di gradevole ispira-zione devota, che ha recato con séda Sofia in una delle visite compiutealla Comunità Cattolica in quellaNazione. La Bulgaria evoca sempreil passaggio del RappresentantePontificio, Arcivescovo AngeloGiuseppe Roncalli, il futuro Gio-vanni XXIII. La piccola e umileopera d’arte bizantina è perciò an-ch’essa un omaggio al Papa santo ebuono, nella cui prima festa liturgi-ca dopo la canonizzazione, avvienel’Ordinazione Episcopale di mgrMalvestiti.

    IN DIOCESI

    DAL BERGAMASCOQUATTRO ILLUSTRIPREDECESSORI

    n Sono quattro i vescovi berga-maschi che hanno guidato la dio-cesi di Lodi nella storia, segno diun legame forte tra due terre vici-ne, feconde di insigni vocazioni.

    GEROLAMO FEDERICIMonsignor Gerolamo Federici,nacque a Treviglio nel 1516 . Lau-reato in diritto, esercitò l’avvoca-tura a Roma. Nominato vescovo,divenne prima assessore dellaCongregazione del Sant’Uffizio,quindi governatore di Roma e poidelle Romagne. Divenne poi nun-zio papale presso casa Savoia.Nel 1576 fu nominato vescovo diLodi, dove riuscì però a fare il suoingresso l’anno successivo: guidòla diocesi per soli tre anni.

    GAETANO BENAGLIOMonsignor Gaetano Benaglio nac-que a Bergamo nel 1768, da fami-glia nobile. Fu canonico della cat-tedrale, gestore del seminario edesaminatore dei parroci; la sua at-tività si esaurì quasi tutta inun’oscura opera di predicazionepopolare, che lo spinse fin nellaValtellina e nelle valli svizzere. Al-la soglia del settantesimo anno, il20 luglio 1837 l’imperatore Ferdi-nando I lo nominò vescovo di Lo-di, diocesi che avrebbe guidatoper trent’anni. La grande mode-stia e austerità di vita, insieme al-la grande generosità verso i pove-ri, gli valsero l’appellativo di «uo-mo evangelico». Trasformò ilseminario, favorì gli esercizi spiri-tuali del clero e del popolo, aprìuna scuola serale per i lavoratori.Visse i drammatici problemi delRisorgimento che affrontò con laforte tempra che lo condusse allasoglia dei cent’anni. Spirò infattiil 13 giugno 1868.

    TARCISIOVINCENZOBENEDETTITarcisio Vincenzo Benedetti nac-que a Treviolo, in terra bergama-sca, il 28 ottobre 1899. Nel 1912entrò nel Collegio dei Carmelita-ni scalzi a Adro (Brescia). Chia-mato alle armi nel 1917, mentreinfuriava la prima guerra mon-diale, prestò il servizio militareper tre anni. Ordinato prete il 17luglio 1927 a Venezia, ebbe il suoprimo incarico di parroco nel1937 a Santa Teresa a Roma; nel1945 fu nominato padre provin-ciale dei Carmelitani scalzi per laProvincia Triveneta. Fu elettovescovo di Sabina e Poggio Mir-teto l’11 giugno 1949. Il 21 novem-bre 1952 fu annunciato il suo tra-sferimento alla diocesi di Lodi,dove fece l’ingresso il 18 gennaio1953. Di temperamento indomi-to, fu un grande costruttore. Trale sue numerosissime opere si ri-cordano la Casa della gioventù,l’edificazione del carmelo SanGiuseppe e soprattutto il gran-dioso restauro del duomo, tra-sformato da barocco a romanico.Morì a Lodi il 24 maggio 1972.

    GIUSEPPE MERISIMonsignor Giuseppe Merisi è na-to il 25 settembre 1938 a Trevi-glio, provincia di Bergamo pur sein diocesi di Milano, primo di novefratelli. Forgiato alla scuola didon Bosco e laureato in Giuri-sprudenza, è stato ordinato sa-cerdote nel 1971. Ordinato vesco-vo nel 1995 ausiliare a Milano, haassunto la guida della diocesi diLodi nel 2005. È presidente dellaCommissione episcopale per ilServizio della carità e della salutee presidente di Caritas Italiana ecomponente del Consiglio perma-nente della Cei. La diocesi salute-rà monsignor Merisi sabato sera18 ottobre in cattedrale. Quelgiorno «Il Cittadino» ospiteràuna serie di contributi svariati de-dicati al vescovo.

    SIMBOLI Qui sopra lo stemma che rappresenta il senso del ministeroepiscopale di monsignor Malvestiti; sotto l’icona bulgara, tempera e oroin foglio su tavola del XIX secolo, conservata nella Galleria nazionale di Sofia

    LA DESCRIZIONENel soggetto dell’Ultima Cena o megliodella Cena Mistica (Tajnaja Vecerja) –come viene specificato in lingua slavaecclesiastica – si intrecciano i temi tra-dizionali dell’istituzione dell’Eucarestiae del preannunciato tradimento di Giuda(cf. Mt 26, 20 sgg), secondo una tipolo-gia simmetrica, diffusa nell’arte bizan-tina e slava meridionale e ampiamentedocumentata negli affreschi medievalidi Bulgaria, Serbia e Macedonia. Si pre-senta in alto Cristo, al centro della com-posizione, che pronuncia le parole del-l’Eucarestia e annuncia il tradimento diGiuda.Raffigurato in posizione frontale, Gesùalza il calice con la mano sinistra e be-nedice con la destra, mentre il suo capo,con la solita aureola crocifera più gran-de delle altre, sovrasta leggermente gliastanti. Tra i discepoli, seduti intorno altavolo semicircolare e sconvolti dalleparole di Gesù, ravvisiamo Giuda, il ter-

    Un’icona bulgara raffigurante l’Ultima Cenascelta a ricordo dell’ordinazione episcopale

    zo a destra, che a differenza degli altrinon ha l’aureola e tende la mano sul ta-volo (Lc 22,31) mentre Giovanni, il di-scepolo prediletto, appoggia il capo re-clinato sul petto del Signore.L’intera scena si svolge sullo sfondo diuno stilizzato decoro architettonico, inuno spazio notturno alquanto fantasti-co. A dire il vero, il succedersi delle bian-che colonne con arcate e dalle qualipendono scarlatti tendaggi, l’oro dei ve-stiti e delle aureole nonché il preziosoantependium della sacra mensa, inseri-ta a sua volta in un recinto aureo checirconda i personaggi seduti intorno eraccoglie l’intera composizione, ricor-dano senz’altro, l’ambientazione ritualetradizionale in cui veniva raffigurata l‘Ultima Cena nelle chiese bizantine me-dievali quale memoria storica e liturgicadell’Istituzione eucaristica. D’altro can-to, lo stesso sfondo scuro dell’immaginerispecchia in quale modo l’abituale in-daco delle pareti ivi affrescate, alloracontemplate dal maestro iconografico.La pregiata e piacevole tavoletta quiesaminata è un esempio assai significa-tivo della produzione iconografica delcosiddetto “rinascimento” nazionalefiorito nell‘800. Esso aveva trasformatoprofondamente la vita istituzionale e

    spirituale della società bulgara, riflet-tendosi anche nell’arte sacra tradizio-nale. In quel periodo si formarono e siconsolidarono tre importanti scuole pit-toriche – Triavna, Samokov, Bransko –le cui opere fecero allora il giro di tuttala penisola balcanica.Accanto ai numerosi maestri, esperti econsumati nella pratica della millenariaarte sacra della nazione slavo-bulgaradi antica cristianizzazione, ma pur sen-sibili agli influssi occidentali contempo-ranei, sorsero i cosiddetti “primitivi” checi incantano tuttora con la loro sponta-neità e immediatezza figurativa.Tali maestri iconografi eccellono nelmodo specifico di trattare i personagginonché i soggetti tradizionali. Non a ca-so, i pittori ci offrono una loro visionedella realtà, ispirata non tanto da unaoggettività formale quanto da una suaapparente distorsione, resa per mezzo diun colorito intenso insieme ad un con-torno assai incisivo. Tale espressività ri-vela tuttavia una profonda vitalità in-sieme ad un‘intensa spiritualità, ambe-due decisamente radicate nellatradizione liturgica e iconografica bi-zantina nonché nel genio artistico, spe-cifico del popolo bulgaro.

    Michel Berger

    IL CONTATTO CON LA CITTÀ

    PER LA PRIMA VOLTA A LODI IN SETTEMBREIN VISITA ALLA PIAZZA E ALLA CATTEDRALEn Era il primo settembre scorso quando monsignor Maurizio Malvestitimetteva piede per la prima volta in quella che presto guiderà come sua dio-cesi. In Duomo a Lodi non era mai stato, nonostante avesse già avuto mododi visitare tutte le altre Cattedrali lombarde: la magnificenza dell'edificio,così come l'apertura di piazza Vittoria lo avevano lasciato a bocca aperta.Il "tour" del nuovo Vescovo era iniziato però dalle sale del Palazzo vescoviledove l'amministratore apostolico, monsignor Giuseppe Merisi, e il vicariogenerale, monsignor Iginio Passerini, lo avevano accolto per condividere ilpranzo. Subito dopo, monsignor Malvestiti aveva incontrato alcuni esponentidegli uffici di curia, a partire dal cancelliere vescovile monsignor GabrieleBernardelli, e alcuni insegnanti del seminario. Poi l'ingresso in Cattedrale,accompagnato dal parroco don Franco Badaracco. Non erano mancati i mo-menti di preghiera in cripta, davanti agli altari dei patroni San Bassiano eSant'Alberto Quadrelli, e al sepolcreto dei vescovi di Lodi. Merisi, Passerinie monsignor Piero Bernazzani, presidente del Capitolo, lo avevano seguitonel percorso, fino all'uscita in piazza della Vittoria per la foto di rito. La visitaera poi ripresa dal tempio dell'Incoronata, con il rettore don Pino Cipelli afare da guida. Dopo una breve sosta per le interviste a Telepace, Radio Lodie “il Cittadino”, ultima tappa in Seminario, riservata all'incontro con monsi-gnor Giacomo Savarè che con i suoi numerosi incarichi ha segnato gli ultimidecenni di storia della diocesi di Lodi. Infine, intorno alle 16.30, aveva rag-giunto la stazione per ripartire alla volta di Roma. Sua Eccellenza è tornato in città non molti giorni dopo la sua prima visita,il 27 settembre, in questo caso però solo per un'udienza privata in Curia, vol-ta a definire alcuni aspetti organizzativi dell'ingresso solenne in diocesi (do-menica 26 ottobre) e dei giorni successivi.

    L’AUGURIO DI MONSIGNOR MERISI

    CON IL VESCOVO MAURIZIO CONTINUEREMOGIOIOSAMENTE IL NOSTRO CAMMINO DI FEDE

    n Abbiamo tutti negli occhi e nel cuore le immagini del-la celebrazione di ieri sera in San Pietro a Roma con la or-dinazione episcopale di monsignor Maurizio Malvestiti,nuovo vescovo di Lodi.Le parole e i gesti della sacra ordinazione, le letture bibli-che proclamate, i canti, e non da ultimo ovviamente le pa-role del cardinale che ha presieduto la celebrazione equelle stesse del vescovo eletto, segneranno nel ricordoe nell’impegno tutta la nostra vita.E la gratitudine nei confronti di Papa Francesco confer-merà il nostro impegno di fedeli lodigiani (vescovi, preti,religiosi, laici) che vogliono continuare l’itinerario di fedee di carità che da San Bassiano ad oggi ha qualificato po-sitivamente la vita e il cammino di questa nostra terra be-nedetta.Ringraziamo e ringrazieremo dunque il Signore, preghia-mo e pregheremo per il nuovo vescovo, lo accoglieremocon fede e con amicizia a partire dal 26 ottobre, ci ricorde-remo dei vescovi emeriti e di tutta la nostra Chiesa, e con-tinueremo con gioia il nostro cammino di fede con il ve-scovo Maurizio. Ci attendono in quest’anno pastorale giàiniziato importanti appuntamenti, dopo il mandato ai ca-techisti e l’ordinazione diaconale di sabato 4 ottobre. Ci vedremo questa sera stessa, con chi può, a Codognoper la festa dei 14enni e ci prepareremo bene per la Vegliamissionaria del 15 novembre che sarà presieduta dal nuo-vo vescovo.E da subito oltre a quella della Beata Vergine del Rosarioe dei nostri santi, chiederemo l’intercessione del beatoPapa Paolo VI, in particolare per le nuove generazioni dicui il cardinale Montini ebbe a parlare a Lodi nel 1958 inau-gurando la “Casa della Gioventù” nei suoi anni milanesi.

    + Giuseppe MerisiAmministratore apostolico della diocesi di Lodi

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 11

    IL NUOVO VESCOVO

    LA PAROLA«Chiedo una preghieraaffinchè il Vangelocresca in mezzo a noi»n «Chiedo la preghiera comuneper il nuovo vescovo. È l’ultimoarrivato ed assume per volontà diDio la prima responsabilità, quelladei successori degli apostoli diCristo, affinché il vangelo crescain mezzo a noi e si consolidi sem-pre di più la Chiesa, quale famigliauniversale dei figli di Dio. Se laChiesa prega, il Padre è sollecitonel donare in abbondanza lo Spiri-to del suo Figlio Gesù e il vescovopotrà essere dedito alla missione epienamente solidale con tutte lesofferenze, confermando ovun-que la speranza».Sono state le prime parole chemonsignor Malvestiti, quale nuo-vo vescovo di Lodi, ha indirizzatoalla diocesi, dalle pagine del “Cit-tadino”. «Estendo il mio saluto –scrisse in quel frangente - alla co-munità civile e a tutti assicuro ildesiderio di incontrarvi per cono-scervi e rendervi partecipi dei do-ni ricevuti dal Signore, in partico-lare nel servizio alle amate e tantoprovate Chiese Orientali. Tuttiringrazio fin da ora per la bontà ela pazienza che vorrete riservar-mi. Il Papa mi ha incoraggiato inmodo tanto paterno, consegnan-domi la Benedizione Apostolicaper la Chiesa di Lodi. Siamo, per-ciò, in buona compagnia!».«Vengo a Lodi – ha risposto a ungiornalista che lo intervistava -disponibile a conoscere e adascoltare, soprattutto con spiritodi fede. Sarà mia premura leggerela realtà insieme ai sacerdoti e atutti gli uomini e le donne di buo-na volontà perché l’annuncio delVangelo e la vita ecclesiale offranoun valido contributo all’edifica-zione della società lodigiana, tuttipreoccupati del bene comune».

    UN VESCOVO BERGAMASCOObbedienza e pace sono state ledue parole che monsignor Mauri-zio Malvestiti ha pronunciato inSan Pietro non appena ha saputodal Papa della sua nomina a ve-scovo di Lodi. Due parole che haimpresse nel cuore dal ricordo diSan Giovanni XXIII, il ponteficeche ha segnato la sua giovinezza ela sua crescita fino a seguirne leorme lungo il percorso delle Chie-se orientali. Ora torna in Lombar-dia. «Bergamo - ha detto all’indo-mani della sua nomina- è semprestata la mia Chiesa. Ho trascorsoquindici anni nel Seminario diBergamo, quale educatore, in cittàalta, a pochi passi dalla cattedrale.Durante i vent’anni trascorsi aRoma non ho mai dimenticato lamia terra d’origine».Al giornalista dell’Eco di Bergamoche gli chiedeva se ci fosse una fi-gura alla quale legava la sua vitapastorale, monsignor Malvestitirispondeva: «Non dimentico maila fede di mia mamma, la sua de-dizione alla famiglia di ben otto fi-gli, l’assoluta fedeltà alla Messaquotidiana e a una visione di ognivicenda triste o lieta ricondottaalla parola della fede e all’abban-dono sicuro nelle mani provvi-denti di Dio. Lungo il mio cammi-no di adolescente e poi in semina-rio diverse figure di sacerdoti e divescovi hanno inspirato la miadedizione al sacerdozio per il benedella gente».Nel passato del futuro vescovo èrimasta, marcatissima, l’espe-

    rienza di educatore nel seminariodi Bergamo: «Il compito educati-vo svolto a favore dei candidati alsacerdozio – ricorda monsignorMalvestiti - costituisce uno dei ri-cordi più cari. Mi hanno chiestoimpegno ma ho ricevuto uno stra-ordinario sostegno spirituale. Miriferisco in particolare alla comu-nità dei sacerdoti con i quali hopotuto maturare sia come personasia come ministro del Signore, eanche alle famiglie dei seminaristile quali hanno condiviso in ma-niera ammirevole gli intenti edu-cativi rinnovando in modo signi-ficativo la propria vita cristiana».Al giornalista che domandava amonsignor Malvestiti quale figuradi Bergamo poeterà nel cuore nelsuo nuovo incarico pastorale aLodi, rispondeva: «Il riferimentospirituale a Papa Giovanni è sem-pre stato motivo di particolareconsolazione. Amico sincero del-l’Oriente, ho potuto ripercorrerele sue orme in Bulgaria, in Tur-chia, a Parigi e a Venezia. A Lodicercherò di portarequanto ho appresodal suo cuore dipadre e pastore,che traboccavadella miseri-cordia di Cri-sto. Ricorderòai lodigianiche nell’atto diporre la miaaccettazionenelle mani diPapa France-sco, mi sonorecatoin SanPietroper professa-re la fededegli apostolie per ripeterele parole diSan GiovanniXXIII: obbe-dienza e pa-ce».

    MAI A LODIPrima della no-mina monsignorMalvestiti non eramai stato a Lodi. «Èl’unica cattedrale diLombardia che non homai visitato» confessò.«Mi sono semprerammaricatodi non es-sere

    mai stato a Lodi, in un’antica cat-tedrale trasformata da monsignorBenedetti, un vescovo bergama-sco, che l’ha riportata alle originiromaniche. Non avrei mai imma-ginato che sarei giunto a Lodi co-me vescovo. Sono stato consacra-to sacerdote proprio nell’anno incui il vescovo monsignor GiulioOggioni veniva trasferito da Lodia Bergamo. Sono diventato pretel’11 giugno 1977, a consacrarmi fuperò il vescovo uscente, monsi-gnor Clemente Gaddi. MonsignorOggioni era stato appena nomina-to quale nuovo vescovo di Berga-mo però non aveva ancora presopossesso della diocesi».Come è noto, lunedì 1 settembremonsignor Malvestiti è giunto aLodi in visita privata, per restitui-re la visita di cortesia ricevutaqualche giorno addietro a Roma,da parte di monsignor Merisi. E inquel frangente commentava:«Tutto quello che avevo visto fi-nora di Lodi l’avevo visto su Tele-

    pace. Non eromai stato

    in que-sta

    cattedrale che è diventata la mia ein questo ho sentito un segno. Maanche se sono qui con voi per laprima volta fisicamente, sono giàqui con il cuore. Mi presentai a voinella debolezza e con molto timore etrepidazione dice San Paolo e lostesso dico io a voi, ma mi confor-ta la vostra accoglienza orante e lapace che viene dall’obbedienza».

    L’ESPERIENZA A ROMAI giornalisti gli hanno chiesto neigiorni scorsi come viva il cambia-mento, dopo la preziosa esperien-za alla Congregazione per le Chie-se orientali. «Il rendimento digrazie a Dio e a Papa Francesco –ha risposto monsignor Malvestiti- sono dominanti nel mio animoda quando mi è stata comunicatala nomina a vescovo della belladiocesi di Lodi. Ma la mia gratitu-dine per la Chiesa di Bergamo èpure grande: mi ha, infatti, gene-rato alla fede cristiana e cresciutonella vocazione al sacerdozio, emi ha formato alla maturità comepresbitero. E le Chiese orientalicattoliche che ho avvicinato inmodo tanto approfondito in questiventi anni hanno allargato il miocuore grazie alla ricchezza delleloro tradizioni spirituali, liturgi-che e disciplinari. L’orizzonte delmio servizio si è fatto a tutti gli ef-fetti “cattolico” ossia universale.

    Ho esperimentato tutta la ve-rità della parola del

    Concilio ecume-nico Vati-

    cano II, quando nel decreto dedi-cato alle Chiese orientali affermache la varietà non nuoce, anziesalta l’unità».Aggiungeva in un’intervista rila-sciata a Lodi lo scorso primo set-tembre: «Sul tema delle ChieseOrientali dovrete essere moltopazienti con me in futuro, perchéne parlerò ancora. Le Chieseorientali cattoliche sono quantorimane delle antiche Chiese chehanno preceduto la Chiesa latina.Papa Benedetto, quando ha visi-tato la Congregazione le ha defini-te “testimoni viventi delle originicristiane” e ha sottolineato comesiano loro in particolare a “custo-dire l’eco del primo annuncioevangelico” e come nelle loro li-turgie si conservino “i primi ri-flessi della luce pasquale e il ri-verbero del fuoco mai spento dellaPentecoste”. Sono le Chiese piùvicine all’insegnamento degliapostoli, in alcune si parla ancorala lingua di Gesù: non sono deimusei a dirci chi siamo, ma delleChiese vive. Noi abbiamo bisognodi queste Chiese, come ha scritto

    Papa Giovanni Paolo II nella Let-tera apostolica Orientale Lumen:Le parole dell’Occidente hanno biso-gno delle parole dell’Oriente perché laParola di Dio manifesti sempre megliole sue insondabili ricchezze».

    IL MOTTO E LO STEMMACommentando il motto scelto peril nuovo compito episcopale, di-ceva che «fin dal seminario miaveva colpito una frase del profetaIsaia citata da Santa Teresa d’Avi-la in modo ricorrente e appassio-nato. In latino suona “In silentio etspe” e la traduzione della Confe-renza episcopale italiana è: “Nel-l’abbandono confidente”. È pro-prio l’abbandono confidente allavolontà divina che mi ha guidatonel mio sacerdozio e desidero cheil Signore confermi la sua benedi-zione sul nuovo ministero conce-dendomi in abbondanza questodono. Avvicinandomi al ministe-ro episcopale nella Chiesa di Lodisento la grande responsabilità chemi è affidata, ma so che solo se-guendo la volontà di Dio, e anchegrazie alla vostra preghiera, po-

    tremo camminare con sicurezza econ gioia interiore».

    ACCANTO A TRE PAPIQuanto alle “segrete stanze vati-cane, che ha frequentato per ven-t’anni, monsignor Malvestiti cosìdichiarava al giornalista dell’Eco diBergamo: «Le segrete stanze sonoormai completamente spalancate.Papa Francesco ha dato a tutti(Curia romana compresa) unorientamento di apertura e disemplicità che fanno sentire laChiesa intera tanto vicina allagente in piena trasparenza in ognicampo. Come collaboratore e poicapo ufficio e infine sottosegreta-rio della Congregazione per leChiese orientali, ho comunquesempre respirato il desiderio diquesta trasparenza e di questa vi-cinanza. Senza di esse l’attenzioneai cristiani d’oriente avrebbe in-contrato forti ostacoli».In questo contesto il nuovo vesco-vo di Lodi ha avuto il privilegio dilavorare a stretto contatto con trePapi. «È stato veramente un donodi Dio l’aver conosciuto tre Papi –sottolinea il vescovo - di cui nonsarò mai grato a sufficienza poteravvicinare tre figure di pastori co-me gli ultimi Papi. Durante il mioservizio alla Congregazione orien-tale con Giovanni Paolo II, ricordoPapa Wojtyla nel vigore di quelleforze che inesorabilmente sareb-bero venute meno. Mi ha semprecolpito la straordinaria ansia mis-sionaria, e la sua singolare capaci-tà di parlare ai giovani ma ancorpiù, dal mio punto di vista, il suosentirsi “il primo Papa slavo dellastoria”. Era conscio della missioneche la Provvidenza gli aveva affi-dato: riportare l’Oriente nel cuoredella Chiesa universale. Indimen-ticabile questa sua convinzione: leparole dell’Occidente hanno biso-gno di quelle dell’Oriente per par-lare di Cristo in modo convincenteall’uomo di oggi. Non dimenticol’alone mistico che accompagnaval’Eucarestia da lui celebrata».«Benedetto XVI – aggiungeva -l’ho conosciuto già cardinale co-me membro della Congregazioneper le Chiese orientali. In taluniincontri la percezione delle pro-blematiche veniva espressa inmodo tanto limpido e profondo dalasciare intimamente impressio-nato lo spirito. Da Papa, ha amatoin modo singolare l’Oriente cri-stiano: porto nel cuore l’indelebi-le memoria della sua visita allacongregazione quando seppe tes-sere l’elogio dei cristiani d’Orien-te quali “custodi viventi” degliinizi dell’esperienza cristiana.Affermò che senza la perennità diquella esperienza originaria nonc’è futuro per il servizio dellaChiesa».Infine, parlando di Papa France-sco, dichiarava: «Ho ricordi moltotoccanti per alcuni incontri perso-nali. Mi limito a confermare l’in-

    “Vengoa Lodidisponibilea conosceree ascoltare,soprattuttocon spiritodi fede.Sarà miapremuraleggerela realtàinsiemeai sacerdotie a tuttigli uominie le donnedi buonavolontà

    descrivibile gioia dei nostri giova-ni quando in piazza San Pietro do-menica 24 agosto hanno sentito lesue parole ormai diventate famo-se: “Siete bravi voi bergamaschi”.Nella Messa pomeridiana, nell’in-sperato incontro di cui ci ha fattodono, addirittura ha evocato glialpini per invitare “a salire sem-pre riprendendosi da ogni caduta”perché la vita è un cammino esal-tante solo se sarà stato anche per-severante».

    L’ORIENTE E IL LODIGIANO«In questi vent’anni trascorsi aRoma, a contatto con le ChieseOrientali, ho avuto modo di com-piere un tuffo nelle origini del cri-stianesimo. Sono sicuro che la miatestimonianza servirà anche alladiocesi di Lodi, contribuirà a nu-trire la nostra fede». Parola dimonsignor Malvestiti, che nell’in-tervista rilasciata al “Cittadino”ricordava due argomenti di scot-tante attualità, che aveva avutomodo di approfondire più volte: lapace e l’immigrazione.«La pace – sottolineava il nuovovescovo – era allora sempre fragi-le e oggi è purtroppo del tutto as-sente. Ad essa è legato il problemadell’inarrestabile fenomeno mi-gratorio, il quale richiede unosforzo intelligente e deciso a livellinon solo locali: comunità spessomodeste per numero e per mezzisono private delle migliori risorse.L’Oriente senza cristiani non saràpiù se stesso. A quanti poi l’hannolasciato va garantita un’adeguatacura pastorale perché rimangonospiritualmente orientali».«L’oriente – raccontava monsi-gnor Malvestiti rivolgendosi ailodigiani - è sempre più tra noiattraverso tanti suoi rappresen-tanti alla ricerca di migliori con-dizioni di vita. Si impone una co-noscenza più approfondita, e lapossibile accoglienza, improntataevidentemente a prudenza, maanche a fiducia, nonostante la pe-sante congiuntura economica esociale che stiamo attraversando.Anche in diocesi di Lodi mi dico-no che stanno crescendo i gruppidi cristiani orientali. Questi ulti-mi, insieme a quanti professanoaltre religioni, ci offrono non ra-ramente il benefico entusiasmospirituale di cui abbondano edesempi di rettitudine e generosi-tà. Così interpellano quanti tranoi sono religiosamente demoti-vati o indifferenti. La comunitàecclesiale, dal canto suo, devecontinuare ad offrire a tutti indi-stintamente la testimonianzaevangelica. Questo interscambiocoltiverà un’autentica libertà re-ligiosa e darà vigore alla sensibi-lità umana e allo spirito di solida-rietà che distinguono la terra diBergamo, come quella del Lodi-giano. E attestano l’impronta del-la carità cristiana nel nostro tes-suto culturale e sociale».

    “Le Chieseorientalicattolichehannoallargatoil mio cuoregrazie allaricchezzadelle lorotradizionispirituali,liturgiche edisciplinari.Sonole Chiesepiù vicinealla paroladegliapostoli

    “Quelladi Lodiera l’unicacattedralelombardache nonavevo maivisitato:non avreimaiimmaginatoche sareigiuntoa Lodi comevescovoe in questacircostanzaho sentitoun segno

    “È statoun donodi Dio averconosciutotre papi.Di GiovanniPaolo IIricordol’ansiamissionaria,BenedettoXVI haamatol’Orientecristiano,di Francescoho toccantiricordipersonali

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    il CittadinoDOMENICA 12 OTTOBRE 2014 13

    IL NUOVO VESCOVO

    IL PARROCO

    «ENTRA SUBITOIN COMUNIONECON LE PERSONE»n «L’ho conosciuto in semi-nario, ma soprattutto in que-sti due anni, negli incontri diPasqua e Natale. Tra noi c’èun rapporto fraterno di reci-proca stima e collaborazione».Don Adriano Bravi è da dueanni il parroco di Marne. Ènella chiesa di San Bartolo-meo che parla di monsignorMaurizio Malvestiti. È qui cheil nuovo vescovo di Lodi èstato battezzato, è qui che l’11giugno del 1977 è stato ordi-nato sacerdote, è qui che hacelebrato la sua prima messa.È qui che è racchiusa partedella vita.Don Adriano mostra le due re-liquie - una di San GiovanniXXIII, l’altra di San GiovanniPaolo II - che monsignore hadonato alla comunità di Marnedurante l’ultima visita in paese,lo scorso 28 settembre, festi-vità della Beata Vergine dellaMercede. «A questa ricorrenza- dice - non ha mai voluto man-care». E ripete quello che tuttiin paese dicono: «È molto affe-zionato alla sua terra, alla suagente». Poi aggiunge: «Quelloche colpisce in lui è la capacitàdi entrare subito in comunionecon le persone. Sa relazionarsicon tutti. E devo dire che nonsono stato sorpreso dal fattoche sia stato nominato vesco-vo, anzi. Io glielo dicevo chesarebbe andata così, ma luischerzando rispondeva che almassimo sarebbe andato a fa-re il cappellano alla Madonnadella Gamba. E Invece avevoragione io».Anche don Adriano, come tut-ti gli abitanti di Marne, speradi poterlo rivedere spesso infuturo, anche dopo la festa inun suo onore in programmatra il pomeriggio del 25 e lamattina del 26 ottobre. «Pri-ma che diventasse vescovoavevamo programmato di ce-lebrare le cresime nel 2015. Disicuro, almeno in quell’occa-sione, sarà tra noi».

    IL SINDACO

    «NON HA MAIDIMENTICATOLE SUE ORIGINI»

    n Il suo primo pensiero vaal giorno, lo scorso 26 agosto,in cui il vescovo di Bergamoha dato l’annuncio. «Abbiamoprovato una grande gioia, per-ché monsignor Maurizio Mal-vestiti è parte importante diquesta comunità, e la sua sen-sibilità è sempre stata qualco-sa di particolare». MassimoZonca, 50 anni, è sindaco diFilago dal 2005. È a nome an-che di tutti i suoi concittadiniche esprime la gioia per labella notizia. «Monsignor Mal-vestiti- dice - è una personamolto concreta che ha spesomolto tempo nella Chiesa, inun ruolo che gli ha fornito unpunto di osservazione privile-giato rispetto al mondo e cheha saputo valorizzare la suacapacità di interagire con ilprossimo. La sua operositànella Congregazione delleChiese Orientali gli è valsa laconoscenza fra il delicato rap-porto fra la chiesa cattolica ele altre professioni cristianeorientali. E sono sicuro che ilsuo impegno ha contribuito amigliorare questo rapporto».Anche il sindaco ferma l’at-tenzione sul legame di monsi-gnor Malvestiti con i luoghi incui è cresciuto. «Ha sempreavuto molta attenzione versola sua gente e la sua terra.Nonostante gli incarichi e i re-lativi impegni, non ha mai di-menticato la sua parrocchia ela sua comunità d’origine. E diquesto gli siamo molto ricono-scenti. Forse non avremo piùla possibilità di averlo spessotra noi, ma ci rimane la felici-tà per questa bella notizia».

    I FESTEGGIAMENTI NELLA BERGAMASCA

    n L’arrivo è previsto per sabato 25ottobre verso le ore 17. E da quel mo-mento Marne e Filago vivranno unpomeriggio e una sera che resteran-no nella memoria - cartacea o digita-le, chissà - del paese. Abbraccerannoil loro Maurizio, il “loro” vescovo, allavigilia dell’ingresso nella Diocesi diLodi. I preparativi sono già iniziati.Se ne stanno occupando tutti: il sin-daco, il parroco, le volontarie dellaparrocchia. Queste ultime prometto-no una sorpresa. E siccome è una sor-presa, di più non dicono. Monsignor Maurizio Malvestiti saràaccolto in piazza Papa Giovanni XXI-II. Da lì si formerà un corteo che simuoverà in direzione del cimitero del

    paese, dove sono sepolti i genitori dimonsignor Maurizio Malvestiti, poiverso la chiesetta di Fatima, dove cisarà un momento di preghiera. Alle18 sarà celebrata la Santa Messapontificale nella chiesa di San Barto-lomeo. Poi, in serata, una cena convi-viale al castello di Marne.La mattina successiva, al terminedella messa che sarà celebrata alle10.30, monsignor Maurizio Malvesti-ti lascerà Marne per recarsi a Lodi,per il solenne ingresso nella diocesidella città. Non saranno pochi i suoiconcittadini ad accompagnarlo nelbreve viaggio. Di certo da quel mo-mento Lodi, Filago e Marne arricchi-ranno di nuove pagine la loro storia.

    SABATO 25 OTTOBREL’ABBRACCIODI MARNE E FILAGOAL LORO “FIGLIO”

    LA GENTE n PARLANO I CONCITTADINI DEL NUOVO VESCOVO DI LODI

    Marne si veste a festa:«Maurizio è uno di noi»L’infanzia e gli anni della formazione di monsignorMalvestiti: «Era un bambino molto educato, e poi dagrande sempre cordiale, socievole e aperto al dialogo»

    ENTUSIASTI Marne ha accolto con gioia la notizia della nomina vescoviledi monsignor Malvestiti: nelle foto piccole dall’alto in senso orario TarcisioGhezzi, il vice sindaco Pierangelo Pasquini, Antonio Ghezzi, Carola e RosannaTeli, Juri Merati; più in grande lo storico sacrestano Tiziano Donadoni;qui sotto alcune signore impegnate nei preparativi dei festeggiamenti

    LE ORIGINIUn giorno a Marne,in viaggio alle radicidi una vocazioneLa frazione di Filago, dove monsignor Malvestiti ènato, conserva numerosi ricordi della sua giovinezza:luoghi e persone che al vescovo sono molto legati

    n In piazza Papa GiovanniXXIII c’è uno striscione che ab-braccia la parete della fattoriaColleoni: Marne festeggia il concit-tadino Mons. Maurizio Malvestiti Ve-scovo. È lì dal 26 agosto, il giornodella bella notizia arrivata daRoma. Resterà lì per chissàquanto tempo ancora, di sicuroalmeno fino al 26 ottobre, giornoin cui la frazione di Marne e l’in-tero comune di Filago accompa-gneranno il “loro” vescovo versol’ingresso nella diocesi di Lodi.Monsignor Maurizio Malvestitiarriverà a Marne il pomeriggiodel giorno prima. E in paese nonvedono l’ora di riabbracciarlo.L’affetto è grande, spesso saldatodalle parentele. Tarcisio Ghezzi,85 anni, dice di averlo visto na-scere. «Io sono cugino dellamamma di don Maurizio, e luime lo ricordo bene quand’erapiccolino. È stato anche qualchesettimana nella casa di miamamma. Era un bambino moltoeducato. E quando è diventatogrande ha sempre avuto un belcomportamento: sempre cordia-le, socievole, aperto al dialogo.Era davvero facile parlare conlui, farsi ascoltare. Anche quan-do è andato a Roma non si è maidimenticato di noi».Saper ascoltare. Quanti oggi nesono capaci? «Eppure lui è così,è sempre stato così - dice CarolaTeli, 86 anni -. Quando ci incon-trava per strada ci salutava sem-pre, aveva sempre belle parole esapeva anche ascoltarci. Per meè come un figlio, forse perché hala stessa età di mio figlio. Suanonna abitava nel mio cortile, elui era sempre lì, eravamo allafine degli anni ’50, me lo ricordobene. E la cosa bella è che non èmai cambiato, non si è mai di-menticato di noi. Per Marne hafatto davvero tanto, speriamo dicontinuare a vederlo spesso an-che adesso che è diventato ve-scovo».C’è anche chi lo ricorda quandoda ragazzo tornava in biciclettadalla scuola, con altri compagni,e da alcune esperienze di lavoroimpiegatizio. Ad esempio, Ro-sanna Teli, 78 anni, sorella di Ca-rola. «Ho sempre provato moltoaffetto per lui. Per tutti noi è co-me un figlio».I più giovani lo conoscono poco.Abbastanza, però, per potercondividere le parole dei più an-ziani. «Lo scorso anno ci ha gui-dati durante una gita a Roma -

    dice Juri Merati, 31 anni, inse-gnante d’arte alla materna -, hoavuto modo di conoscerlo e sonorimasto colpito dalla sua intelli-genza. È una persona colta esemplice al tempo stesso».Qualcuno lo ha conosciuto nelmomento del dolore. Ad esem-pio Antonio Ghezzi, 43 anni.«Quando è morta mia mamma -dice - ci è stato molto vicino, ciha aiutato tanto. È davvero unapersona molto attaccata alla suagente».C’è un’altra cosa su cui tutti, inpaese, sono d’accordo. Una per-sona come lui, così speciale, nonpotrà che farsi volere bene anchedai lodigiani. «Vedrete che sapràfarsi amare anche da voi - diceuna donna -. Vogliategli tantobene anche voi, se lo merita».

    ANDREA SOFFIANTINI

    n «Ecco, quella è la casa natale diMaurizio. È proprio davanti allachiesa, dove un giorno sarebbestato consacrato sacerdote e doveavrebbe celebrato la sua primamessa. Quando si dice il desti-no…».Marne, mercoledì 8 ottobre, ore10.30. Siamo in territorio del co-mune di Filago, in provincia diBergamo, lungo l’argine delBrembo, in un borgo abitato da 571persone, un quarto della popola-zione del territorio comunale. Aquest’ora le strade sono silenziosee quasi deserte, attraversate soloda poche persone anziane e dagliodori del pranzo che in qualchecucina già fuma nelle pentole. An-che via Colleoni è silenziosa, quasideserta. Tiziano Donadoni, 58 an-ni, sagrestano della parrocchia diSan Bartolomeo Apostolo, guardale finestre del numero civico 8 eripete: «È nato qui, in questa ca-sa». Poi aggiunge: «Per noi è unmotivo di orgoglio il fatto che saràvescovo, qui siamo tutti molto fe-lici». Non c’è da dubitarne, le po-che donne e i pochi uomini ches’incontrano per strada parlanocon orgoglio del “loro” vescovo, diMaurizio. Qui tutti lo chiamanoper nome, monsignor MaurizioMalvestiti. Forse perché, come di-ce don Adriano Bravi, parroco dadue anni a Marne, «lui a questagente e a questi luoghi è legatomani e piedi».I luoghi, sì. La casa natale, la chie-sa di San Bartolomeo, le vecchiascuola elementare, ora trasforma-ta in un edificio residenziale,l’oratorio, il castello. Tutto in unpiccolo perimetro, come nei dise-gni dei bambini. La casa di frontealla chiesa, la chiesa accanto allascuola, la scuola accanto all’ora-torio. La casa, la chiesa, la scuolae l’oratorio ad un passo dal castel-lo. Un microcosmo di cose e per-sone, nella rassicurante consue-tudine del quale è stato possibilecementare i rapporti umani, maanche, per il giovane Maurizio, ol-trepassare col pensiero i confinitracciati dal fiume e dai campi,non per il desiderio di lasciarsi allespalle cose e persone, ma per se-guire quella parte di lui, forse dellasua anima, che era già in viaggio,lo precedeva, gli chiedeva di se-guirlo, di guardare il mondo oltrequei confini. E lo richiamava a fu-ture responsabilità.«Si capiva che era un ragazzo unpo’ particolare - ricorda Tiziano -.Mentre noi giocavamo in riva alfiume, lui era in chiesa, oppureimpegnato ad aiutare chi avevabisogno. Aveva sempre il deside-rio di fare cose utili, di impegnarsiper la sua comunità. È merito suose la chiesa di San Fermo è statariaperta alle funzioni pubbliche».Quella chiesa, dice il sagrestano,era la preferita di Maurizio. È partedella parrocchia di Marne, si trovaa cinque minuti di auto, in localitàGrignano, in territorio di Bremba-te Sotto. Nei disegni dei bambini

    sarebbe stata esterna al piccoloperimetro in cui era racchiuso illoro mondo, stagliata su uno sfon-do indefinito, sulla cima di unacollina lontana. Forse, per il gio-vane Maurizio, era già il naturaleviatico ad un lungo percorso.«Era abbandonata - ricorda anco-ra