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GLI ALTRI CONTENUTI L’algoritmo del sospetto Pag.3 - Batch-point Pag.5 Tendenze: bastano solo 4 colpi Pag.6 - Focus: Lleyton Hewitt Pag. 8 - Terza pagina: Roy Emerson Pag. 10 I numeri della settimana Pag.12- Il tennis in tv Pag. 14 La regola del gioco: cambio palle... mancato Pag.22 Anno XII - n.2 - 20 gennaio 2016 LA RIVISTA Australian Open 10 pezzi da non perdere Le storie e i personaggi più curiosi da seguire sin dal primo Grande Slam dell’anno Pag.4 Il servizio-bomba parte dal tronco Un esperto di biomeccanica spiega i segreti della battuta Pag.19 Head Prestige MP il test in anteprima La nuova versione al Graphene di un classico telaio agonistico Pag.20 FIT-Tpra: nuove regole dai 50 ai 65 anni Ammessi ai tornei anche giocatori classificati in passato più di 4.2 Pag.18 Epocale: 5 milioni a tasso zero per gli impianti La FIT lancia un Fondo Rotativo per i circoli Pag.15

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GLI ALTRI CONTENUTIL’algoritmo del sospetto Pag.3 - Batch-point Pag.5

Tendenze: bastano solo 4 colpi Pag.6 - Focus: Lleyton

Hewitt Pag. 8 - Terza pagina: Roy Emerson Pag. 10

I numeri della settimana Pag.12- Il tennis in tv Pag. 14

La regola del gioco: cambio palle... mancato Pag.22

Anno XII - n.2 - 20 gennaio 2016

LA RIVISTA

Australian Open10 pezzi da non perdere

Le storie e i personaggi più curiosi da seguire sin dal primo Grande Slam dell’anno

Pag.4

Il servizio-bombaparte dal troncoUn esperto di biomeccanicaspiega i segreti della battuta

Pag.19

Head Prestige MPil test in anteprimaLa nuova versione al Graphene di un classico telaio agonistico

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FIT-Tpra: nuove regole dai 50 ai 65 anniAmmessi ai tornei anche giocatori classificati in passato più di 4.2

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Epocale: 5 milioni a tasso zero per gli impianti

La FIT lancia un Fondo Rotativo per i circoliPag.15

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L’algoritmo del sospettodi Enzo AndErloni

BBC e BuzzFeed News hanno vinto la scommessa. L’inchie-sta preparata con oltre un anno di lavoro, confezionata

alla perfezione sul piano dell’impa-ginazione e della crossmedialità, e calendarizzata con perfetta scelta di tempo sulla giornata inaugurale del primo Grande Slam del 2016 è defla-grata su tutte le prime pagine e ho-mepage del pianeta: scandalo scom-messe nel tennis. Match sospetti anche a Wimbledon e Roland Garros. 16 giocatori tra i primi 50 del mondo coinvolti. Alcuni sarebbero in campo agli Australian Open. In Russia, Nord Italia e Sicilia i computer coinvolti nella rete di scommesse. I nomi. Nes-suno. Lo stesso John Templon, il re-porter specializzato in analisi di dati che ha firmato l’inchiesta e ha passa-to gli ultimi 15 mesi facendo anali-si fini al computer su 25.993 partite dei circuiti professionistici dal 2009 al 2015, afferma in conclusione che non si faranno nomi. Perché senza poter accedere ai tabulati telefonici dei sospetti e ai loro movimenti ban-cari non esistono indizi o prove che partite dall’esito diverso dalle attese siano in qualche modo da conside-rarsi truccate.

E quindi? Quei titoli sui quotidiani tipo “Addio alla favola dello sport pulito”, “Dal Grande Slam alla Gran-de truffa”? Sono il premio giornalisti-co allo scoppiettante scoop di BBC/BuzzFeed. Ma hanno letto bene l’in-chiesta? “The tennis racket”, questo il tito-lo impreziosito da illustrazioni di gran classe (persino da divertenti gif animate in cui John Templon, che si professa digiuno di tennis, si fa ri-prendere in maglietta, pantaloncini, racchetta in pugno, mentre in uno studio fotografico interpreta una sor-ta di sketch a tema), non fa nomi e muove una sola sostanziale accusa: chi governa il gioco (in particolare l’ATP, visto che il fenomeno al femmi-

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dell’ 8 gennaio 2004

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scommesse può significare qualcosa. Ebbene sulle 25.933 partite analizza-te questo elemento ne coinvolgeva l’11%. Che non significava che fosse-ro partite truccate ma partite che an-davano analizzate più in profondità. Facendolo, l’analista ha sviluppato un algoritmo che l’aiutava nella ricer-ca di giocatori che fossero stati coin-volti nel periodo osservato in almeno 10 partite di questo genere. In tutto 39. Restringendo la ricerca ai match tra quelli che avessero visto un di-screto movimento di scommesse e a giocatori che, indicati come perden-ti, avessero poi effettivamente perso quasi sempre (anche talvolta contro pronostico) si arrivava a 15 nomina-tivi. Ridotti a 4, se si considerassero quelli che avevano sempre perso.

Neanche questi nomi saltano fuori, sempre nella consapevolezza di BBC/BuzzFeed che senza altre prove sia impossibile certificare la frode. E ben sapendo che anche Davydenko e Vas-sallo Arguello furono assolti.Dunque grazie ai colleghi di BBC/BuzzFeed che dimostrano come sia ancora possibile a tutti i livelli fare del giornalismo investigativo, investendo su uomini e risorse e, come si diceva un tempo, consumandosi le suole an-dando a parlare con le persone coin-volte, raccogliendo elementi, scavan-do. Grazie per aver obbligato, speria-mo, tutti gli organismi internazionali di governo del tennis a tenere alta la guardia e a riconsiderare l’entità degli sforzi per combattere il fenomeno. Che poi “il fenomeno” invece di “di-struggere la favola dello sport puli-to”, ne rappresenti un aspetto dete-riore ma socialmente purtroppo fisio-logico (15 giocatori sugli oltre 1894 presenti nell’attuale ranking sono un numero che nemmeno se accertato consentirebbe generalizzazioni) è al-tra questione. Che, infine, chiunque venisse (o verrà) beccato andrebbe preso a calci nel sedere, come ha di-chiarato schiettamente il presidente della FIT, è un dato di fatto inequi-vocabile. E quantomai condivisibile.

nile praticamente non esiste) non con-trolla abbastanza. Alla luce di alcuni episodi eclatanti nelle passate stagio-ni (su tutti il classico Davydenko-Vas-sallo Arguello di Sopot 2007, che vide più di 3 milioni di sterline di puntate e obbligò Betfair, la casa di scommesse online coinvolta, ad annullare il match restituendo le puntate) secondo BBC/BuzzFeed si sarebbe dovuto fare di più. Si sarebbe dovuto fare quello che hanno fatto John Templon e Heidi Bla-ke. Raccogliere e analizzare dati e su questi indagare. L’idea davvero forte di questa vicenda è che i giornalisti si siano sostituiti agli organi di controllo. Coinvolgendo un esperto che ha raccolto dati sulle quote di quasi 26.000 partite e stu-diandoli. Stabilendo che da approfon-dire erano quelli in cui tra le probabi-lità di vittoria di un giocatore all’inizio delle puntate e quelle alla fine c’era una differenza superiore al 10%. Una variazione che secondo gli esperti di

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10 pezzi da non perdereagli Australian OpenDalla stazza di Vika Azarenka ai sorrisi di Maria Sharapova, dal rovescio delle cinesi allo psicodramma di Nadal. Fino a baby Murray e Robertina Vinci. Abbiamo scelto dieci cose (non banali) da tenere d’occhio. A Melbourne e non solo...

di PiEro VAlEsio - foto GEtty imAGEs

Come per tutti i viaggi che si rispettino anche l’Australian Open prima e la stagione poi meritano una piccola guida

per orientarsi nel gran mondo del tennis. Se gioca Federer è ovvio che andiamo tutti a vedere Federer; ma ci sono anche dettagli (più o meno det-tagli) che valgono la pena di essere tenuti sotto osservazione. Eccoli in ordine decrescente.

10 La stazza della Azaren-ka. Vika (nella foto) pare tornata quella dei bei tempi andati. Ma il suo fisico possente è in progressiva espansione. Sarà curioso osservarne le mutazioni, una settimana dopo l’altra. Sperando per lei che esploda (non in quel senso, su).

9 Lo psicodramma di Na-dal. Verdasco l’ha cacciato fuori da Melbourne, come sapete: i fantasmi dell’anno scorso ci sono ancora e for-se si sono pure ingigantiti. Da aspet-tare il momento in cui all’angolo di Rafa (nella foto), al fianco di Zio Toni e del manager Benito, si materializ-zerà il Dottor Mari di “In Treatment”. E succederà, uh se succederà.

8 Il ritorno di Tommy Haas. Che forse ci sarà, forse no. Ma che importa: il simpatico e acciaccatis-simo Tommy è la personificazione dell’eterno ritorno. Lui gioca e noi andiamo con lui oltre il limite. Bello.

7 Il gioco delle cinesi. Può essere un’ottima idea per vivere in gruppo le notti australiane ma an-che per il prosieguo della stagione. Non sarà politically correct ma di-ciamoci la verità: a parte Li Na che è in tutt’altre faccende affacendata, riconoscere le altre è un problema.

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Il gioco può strutturarsi ricalcando il vecchio format di chi la spara più grossa. Stupire l’amico dicendo: hai visto Zhang Shuai contro la Halep? Ammazza quanto è migliorata col rovescio. Ricorda Shuai Peng tre an-ni fa. E via così. Vince chi sfinisce prima gli altri. Il bonus arriva quan-do si riesce a convincere gli altri partecipanti dell’efficacia del servi-zio di una che non esiste.

6 Il derby Piatti-Ljubicic. Uno è nel box di Raonic, l’altro (pra-ticamente suo fratello) in quello di Federer. Difficile che a Ivan lo stress faccia ricrescere i capelli; ma è pos-sibile che invece la goduria per i progressi di Clark Gable Raonic doti Riccardo di una capigliatura gioio-samente fluente, tipo Sandy Marton in People From Ibiza. Situazione da monitorare.

5 L’avvento del piccolo Murray. Il primo figlio di Andy Murray dovrebbe nascere a febbraio ma potrebbe pure succedere la set-timana prossima, con l’Australian Open in corso. Scoprire quanto la paternità condizionerà la concen-trazione di Andy sarà interessante. Federer e Djokovic, diventati geni-tori, sono addirittura migliorati. Il delicato Andy seguirà la stessa via oppure darà ragione a Enzo Ferra-ri che sosteneva, come sapete, che una volta diventato padre un tenni-sta prof abbassa la percentuale del-le prime in campo? (Non era esatta-mente così ma nel nostro caso fun-ziona meglio).

4 Scoprire analogie fra An-doni Gaudì e Grigor Dimi-trov. L’architetto catalano creatore della Sagrada Familia divenne suo malgrado l’archetipo dell’incompiu-to: quanto al bulgaro, dedicherà lo Slam australiano e la sua carriera a superarlo? Cioè non già a vincere uno Slam che questo è cosa da tut-ti ma a diventare nel tennis l’equi-valente di Gaudi e trasformarsi egli medesimo nel paradigma del tennis bellissimo e incompiuto. Ce la farà?

3 Controllare lo status sen-timentale di Maria Shara-pova. Farlo prevalentemente se-conda delle condizioni del suo volto e della profondità dei suoi colpi. Nonostante tutto lei è ancora l’unica vera killer app del tennis femminile. Un suo sorriso ha un valore commer-ciale pazzesco. Una volta smesso di giocare a “riconosci la cinese” ci si può dunque dilettare nel: ha tirato questo splendido passante, con chi si sarà fidanzata?

2 Scoprire se Eugenie Bou-chard... ha re-imparato a giocare a tennis.

1 Seguire sempre e comun-que Roberta Vinci. Ma senza darlo troppo a vedere. Spe-rare nel proprio intimo che in forza della consapevolezza di sé, del suo ruolo de facto di leader azzurra e del piacere che può provare solo una del suo livello che non deve dimostrare nulla e può godere di tutto tiri fuori dal cilindro altri momenti pazzeschi come quelli di New York. Lungo tutto il 2016. Sperare senza farsi vedere però, che il miglior aiuto che possia-mo trasmetterle è quello di non farle sentire il fiato sul collo.

E se chiudessimo i siti di betting?Il vecchio Batch non vuole entrare nel merito della vicenda delle partite di tennis truccate per fare i soldi con le scommesse. È argomento troppo scivoloso, come d’altronde dimostra il limitatissimo numero di illeciti dimostrati e sanzionati. E poi, dai tempi in cui il giornale in cui Batch lavorava, “Il Messaggero”, scoperchiò per primo il verminaio delle scommesse clande-stine sul calcio italiano (1980), egli è talmente di parte che non sarebbe sereno. Pensate che da allora, guardando gli highlights della Serie A su Sky Sport 1 o su “La Domenica Sportiva”, non può fare a meno di arricciare dubbiosamente il naso per almeno tre o quattro episodi da gol alla settimana...Ciò premesso, Batch sente di poter fare lo stesso almeno una considerazione, ponendosi una domanda: chi è che denuncia gli illeciti nel tennis? E sulla base di quali elementi di giudizio? La risposta è facile: a denunciare sono le agenzie che gestiscono le scommesse quando si veri-ficano quelli che definiscono “flussi anomali”, cioè quando perdono soldi anziché guadagnarli. Come dire: finché intasco tutto regolare ma quando ci rimetto qualcuno sta barando...Ora, dice Batch, visto che le agenzie di scommesse non stanno lì per filantropia né tantomeno per salvaguardare la moralità dello sport, ma ci stanno per guadagnare soldi a spese degli scommettitori, non vi sembra che - se fosse possibile, il che non è, perché del business bene-ficiano tutti, dagli Stati che incamerano tasse sulle giocate ai media che vendono loro spazi pubblicitari - l’unico modo per tagliare veramente la testa al toro sarebbe mettere i sigilli ai siti di betting? Batch

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Bastano solo 4 colpiCi restano in mente gli scambi lunghi, spettacolari. Ma le partite si vincono sui punti brevi, perché se ne giocano di più sia a livello Atp che Wta. A dirlo è uno studio sulle statistiche dello scorso Australian Open: il 70% dei punti non supera i quattro colpi...

di AndrEA nizzEro - foto GEtty imAGEs

Siamo abituati a pensare che i tennisti in campo e i loro stili di gioco decidano il modo in cui si risolve un match. Se guardiamo

un incontro tra Nadal e Djokovic, ci sediamo sul divano aspettandoci una partita fatta di scambi estenuanti. Se prendiamo uno scontro tra Federer e Feliciano Lopez, un punto fatto da ol-tre sei colpi ci sorprende. Nello stesso modo, tendiamo a credere che i gioca-tori come Rafa e Nole facciano la loro fortuna sullo scambio lungo, e vicever-sa per Roger e Feliciano.

I numeri non mentonoLa verità è che la nostra memoria ci

inganna. E inganna anche i giocatori, non solo noi spettatori. Secondo i dati raccolti dalla IBM durante gli Austra-lian Open 2015, il 70% dei punti gio-cati nell’intero torneo maschile non ha superato i quattro colpi. Le categorie in cui l’IBM divide la lunghezza dei punti sono tre: da 0 a 4 colpi, da 5 a 9, più di 9. Quest’ultima - sempre rife-rendoci agli Aus Open 2015 - ha avuto un’incidenza del 10% tra gli uomini e dell’11% tra le donne, mentre la cate-goria intermedia raggiunge rispettiva-mente il 20% e il 23% dei punti giocati. Dominante, come anticipato, la catego-ria degli scambi brevissimi: 7 punti su dieci tra gli uomini, 66% tra le donne. Facendo la media complessiva, il ten-nis femminile è però ancora più veloce:

la lunghezza media dello scambio tra gli uomini è di 4,2 colpi (totali, quin-di circa due colpi a testa), nelle donne addirittura 3,7. A mettere insieme le statistiche, in un interessante appro-fondimento pubblicato sul sito degli Australian Open alla vigilia del tor-neo, è stato Craig O’Shannessy, coach ed esperto australiano che con il suo approccio scientifico agli schemi e ai numeri del tennis si è guadagnato una reputazione da guru. Il risultato è che tutti i giocatori, Ferrer e Simon com-presi, vincono e perdono le loro partite nei punti brevissimi. L’australiano cita a mo’ di esempio gli Australian Open 2015 di Nadal, raccontando come lo spagnolo abbia giocato il 65% del suo torneo su scambi brevissimi, gli stessi

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che poi gli sono costati l’eliminazione per mano di Tomas Berdych nei quarti di finale: il ceco ha vinto 23 punti brevi in più del suo avversario, pareggiando su quelli da 5-9 colpi.

Altro che scambi lunghiIl tennis è cambiato, il tennis è diventa-to uno sport di resistenza fisica, il ten-nis dell’era iniziata dopo Pete Sampras è fatto di intensità e scambi lunghi: sono tutte cose che più o meno tutti siamo abituati a dire e a sentire. Ma la realtà è che anche oggi il tennis è uno sport deciso dai colpi di inizio gioco. Meglio: è uno sport fatto dai colpi di inizio gioco. Gli scambi da 14 colpi ca-pitano una volta ogni 100 punti, più o meno. Eppure, in allenamento, colpi-re sette palline di fila è considerato lo standard (se non il minimo). Gli scam-bi da 30 colpi o più, agli Us Open del 2014, sono stati dieci su un totale di 45.900 punti: nel torneo maschile no-ve su 29.038, nel femminile uno (!) su 16.862. Le percentuali girano intorno allo 0,0002: sì, quelli sono tre zeri do-po la virgola.

Allenarsi sul breveÈ la memoria, dunque, a farci vedere il tennis in modo diverso da ciò che in re-altà è: uno scambio di una quindicina di colpi rimane in testa a chi lo guarda e a chi lo gioca. Di più: tendiamo ad attribuirgli un valore diverso, anche se chiaramente un quindici rimane un quindici, e a confondere una mezza dozzina di lunghi scambi nel leitmo-tiv di una partita costituita in realtà da punti brevissimi. L’ulteriore tesi di O’Shannessy, che può essere condivi-sa o meno, è che gli allenamenti e le routine di preparazione tecnica e fisi-ca dei tennisti non considerano a suf-ficienza questo dato di fatto. Durante

un palleggio in allenamento, un gioca-tore professionista cercherà di colpire la pallina almeno una dozzina di volte: significa giocare uno scambio da 25-30 colpi, significa - secondo O’Shannessy - che, per la gran parte del tempo, i

giocatori si allenano per cose che si verificano con una frequenza di molto inferiore all’uno percento.

L’essenziale è invisibileLe conclusioni che si possono trarre dai dati appena analizzati sono molte, e possono essere compatibili o meno con quella dell’australiano. Ciò che ap-pare indubbio è che le nuove tecniche di raccolta delle statistiche, ormai ca-paci di agglomerare una mole di dati e rilevazioni in precedenza impensabili, possano aprire prospettive inedite su uno sport che pensavamo di conoscere già bene. Del resto, “l’essenziale è in-visibile agli occhi”... è una verità che esisteva ben prima dell’IBM.

Il 70% del totaledegli scambi si decide su 4 colpiLunghezza scambio Uomini Donne0-4 colpi scambi corti 70% 66%5-8 colpi scambi medi 20% 23%9+ colpi scambi lunghi 10% 11%

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focus

di AlEssAndro nizEGorodcEw foto GEtty imAGEs

Il ventesimo Slam “down under” per dirsi addio. L’ultimo “C’Mon” da regalare ai suoi tifosi. Lleyton Hewitt saluta il circuito Atp agli

Australian Open 2016, nel torneo che ha amato più di ogni altro. Carismati-co, talentoso, grintoso sino all’eccesso ma profondamente sportivo, “Rusty” lascerà un enorme vuoto. Neo capita-no ‘aussie’ di Coppa Davis, Hewitt non abbandonerà il tennis nemmeno per un secondo, ma i campi di ogni torneo del mondo già lo rimpiangono. Perché Hewitt ha sempre avuto una dote stra-ordinaria: rendere ogni suo match av-vincente e mai banale.

L’Esordio - È il 1997, Hewitt è già co-nosciuto in patria per potenzialità e grinta da vendere. Un punto in clas-sifica e sedici anni ancora da compie-re, si presenta al via del suo primo Australian Open pronto a disputare le qualificazioni: tredici giochi persi

la conquista del suo primo titolo: pre-destinato. Il resto è storia. Numero 1 del mondo a fine 2001, due Slam (Us Open 2001 e Wimbledon 2002) e 30 ti-toli Atp complessivi.

Melbourne, amore e odio - Hewitt è riuscito raramente a esprimersi al me-glio sui campi degli Australian Open, dove l’emozione l’ha più volte tradi-to. Ne sono testimonianza le sconfit-te con giocatori come Alberto Martin o Juan Ignacio Chela, in annate in cui ci si attendeva molto dal campione di Adelaide. Se si esclude la finale del 2005, persa contro un irresistibile Ma-rat Safin (1-6 6-3 6-4 6-4), Hewitt non è mai riuscito ad andare oltre il 4° turno, tra amare delusioni e sconfitte cocen-ti. Ogni sua partita a Melbourne, però, è rimasta negli occhi di chi l’ha vis-suta, perché un lottatore del suo ca-libro, profondamente innamorato del tennis e del sano agonismo, riusciva a coinvolgere ogni singolo spettatore in quella che diveniva una vera e propria battaglia sportiva.

Futuro - “Non torno indietro, la de-cisione è presa”. Ha risposto così Lleyton Hewitt qualche mese fa, dopo la sconfitta in Coppa Davis contro la Gran Bretagna, quando qualche gior-nalista aveva paventato un suo possi-bile dietrofront. “Non giocherò mai più in Davis”, aveva sentenziato. Non sarà in campo, è vero, ma i suoi “C’mon” riecheggeranno dalla panchina austra-liana, che lo vedrà più coinvolto che mai. “Aver avuto il privilegio di lavo-rare con alcuni dei più grandi capita-ni della storia della Davis mi aiuterà a trasmettere la mia esperienza ai ra-gazzi”, ha chiosato Rusty. Il cui addio a Wimbledon, lo scorso anno, dopo un match maratona con Jarkko Nieminen, va inserito di diritto tra i momenti più emozionanti del 2015. Un giocatore storico, da leggenda, per gli australia-ni. Proprio come alcuni suoi match e come tutti i suoi Come on.

Numero 1 del mondo a fine 2001, due Slam e 30 titoli Atp vinti, più due Davis, Rusty compie 35 anni in febbraio. Melbourne è l’ultimo palcoscenico della sua carriera, cominciata proprio lì nel 1997

Lleyton Hewitte l’ultimo “Come On”

nell’arco del tabellone cadetto, bat-tendo Stewart, Kratochvil e Petchey. All’esordio nel main draw non sfigura affatto contro Sergi Bruguera, che si impone 6-3 6-4 6-3. Nel 1998 la sta-gione si apre con il successo all’Atp di Adelaide, dove Lleyton è nato il 24 febbraio del 1981, durante il quale su-pera Draper, Woodforde, Spadea, Stol-tenberg e un certo Andre Agassi. Una sola parola accompagna Hewitt dopo

Lleyton Hewitt si fa notare per la prima

volta agli Australian Open 1997, quando

superò - appena sedicenne - le quali-

ficazioni Slam

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Il grande Emerson, ragazzo di campagna

Davidson, e l’orgoglio per lo status di miglior dilettante degli anni Sessanta e soprattutto di miglior giocatore nella storia della Coppa Davis (21 vittorie su 23 in singolare, 13 su 15 in doppio). Nel-la manifestazione a squadre, gioca tutte le finali dal 1959 al 1967, nella nazionale più forte di tutti i tempi, battuta solo da-gli Stati Uniti, nel 1963. Come scriveva Herbert Warren Wind sul New Yorker a metà degli anni ‘60, “non posso pensa-re a nessun altro, dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi, che vorrei in squadra in un quinto, decisivo singolare in finale di Coppa Davis”.

Vincitore di 12 titoli del Grande Slam (tra cui 6 Open d’Australia) Roy è uno dei tennisti più titolati di sempre. Imparò a giocare su un campo recintato con la rete da pollaio. E al suo primo Roland Garros scambiò l’avversario in pantaloni lunghi per un giudice

di AlEssAndro mAstrolucA foto GEtty imAGEs

Ha 18 anni, Roy Emerson. È la sua prima volta al Roland Garros. È un ragazzo di campagna che ha munto centinaia di mucche e,

come il grande Rod Laver, ha imparato su un campo di campagna, a Blackbutt: l’aveva costruito livellando la terra die-tro casa, con un recinto per i pollai per delimitarlo e una corda a segnare la rete. Entra in campo e il suo sguardo si posa su un gentleman distinto che indossa ancora i “long creams”, i pantaloni lunghi

di flanella, l’abbigliamento d’ordinanza nel tennis dei gesti bianchi. Emmo anco-ra non lo riconosce, lo scambia per uno degli ufficiali del torneo, finché non gli stringe la mano: “Sono Joszef Asboth”.Prima della partita Emerson si era avvi-cinato sorridendo a Ken Rosewall, con-vinto di aver avuto in sorte un avversa-rio comodo. “Che posso aspettarmi?”, gli chiede. Muscles alza la mano con le cinque dita aperte. “Che vuoi dire?”, gli chiede, un po’ meno sicuro adesso. “So-no i game che vincerai”. Asboth, infatti,

è il primo ungherese ad aver vinto uno Slam, proprio su quegli stessi campi del Roland Garros, nel 1947. “Quella partita mi ha insegnato tutto quello che dove-vo fare per giocare bene sul rosso - dirà Emerson anni dopo -. Comunque, Mu-scles si era sbagliato. Non arrivai nem-meno a cinque game”.

Singolo e doppioIl Roland Garros però Emerson lo vincerà due volte, nel 1963 e nel 1967, l’ultimo dei suoi 12 Slam in singolare (in finale su Tony Roche), che si abbinano ai 16 in doppio, con cinque partner diversi (quattro con il mancino Neale Fraser): Roy è l’unico ad aver vinto tutti i quattro major sia in singolo sia in doppio alme-no due volte. Per il suo primo major in singolare, in Australia nel 1961, batte Rod Laver, il suo più grande rivale, che l’anno successivo, l’anno del suo primo Grande Slam, lo supera in tre finali su quattro. “E’ stato il più grande ostacolo di tutta la mia carriera - ammetterà La-ver - perché l’idea di perdere non lo sfio-rava nemmeno”. Roy Emerson vincerà altri cinque titoli, di fila, in Australia, prima su Fletcher (1963), poi due volte su Fred Stolle (1964 e 1965), un amico che lo soffriva in campo ma ne gradiva la compagnia per una birra o due dopo la partita. Gli ultimi due, in finale su Arthur Ashe. Il suo anno di grazia, comunque, rimane il 1964, quando vince 109 partite su 115 e conquista 17 tornei, compresi tre ma-jor: conquista il primo Wimbledon e gli ultimi Us Championships, ancora in fina-le su Stolle dopo il trionfo del 1961 su Laver, ma Nicola Pietrangeli, proprio al Roland Garros, spegne il suo sogno del Grande Slam.

L’uomo della DavisGli resta il rimpianto per un terzo titolo consecutivo a Wimbledon, nel 1966, per una scivolata negli ottavi contro Owen

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i numeri della settimana

Noah Rubin, il gioiellinoI primi 25 del ranking Atp

Pos. Nome (nazionalità) Punti1 Novak Djokovic (SRB) 167902 Andy Murray (GBR) 89453 Roger Federer (SUI) 81654 Stan Wawrinka (SUI) 68655 Rafael Nadal (ESP) 52306 Tomas Berdych (CZE) 45607 Kei Nishikori (JPN) 42358 David Ferrer (ESP) 41459 Richard Gasquet (FRA) 2850

10 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 272511 John Isner (USA) 249512 Kevin Anderson (RSA) 247513 Marin Cilic (CRO) 240514 Milos Raonic (CAN) 227015 Gilles Simon (FRA) 214516 David Goffin (BEL) 183517 Bernard Tomic (AUS) 172018 Benoit Paire (FRA) 170319 Feliciano Lopez (ESP) 169020 Dominic Thiem (AUT) 164521 Roberto Bautista Agut (ESP) 164022 Jack Sock (USA) 152523 Fabio Fognini (ITA) 151524 Ivo Karlovic (CRO) 148525 Gael Monfils (FRA) 1485

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 99452 Simona Halep (ROU) 59653 Garbine Muguruza (ESP) 51014 Agnieszka Radwanska (POL) 46705 Maria Sharapova (RUS) 45426 Angelique Kerber (GER) 37107 Petra Kvitova (CZE) 36428 Flavia Pennetta (ITA) 36219 Lucie Safarova (CZE) 3590

10 Venus Williams (USA) 351111 Carla Suarez Navarro (ESP) 317512 Karolina Pliskova (CZE) 309013 Belinda Bencic (SUI) 303014 Timea Bacsinszky (SUI) 295415 Roberta Vinci (ITA) 282516 Victoria Azarenka (BLR) 274517 Madison Keys (USA) 260018 Caroline Wozniacki (DEN) 257119 Sara Errani (ITA) 252520 Svetlana Kuznetsova (RUS) 247521 Elina Svitolina (UKR) 246522 Jelena Jankovic (SRB) 244523 Ana Ivanovic (SRB) 234124 Ekaterina Makarova (RUS) 230025 Andrea Petkovic (GER) 2230

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 23 Fabio Fognini 15152 29 Andreas Seppi 12703 57 Paolo Lorenzi 7954 64 Simone Bolelli 7655 92 Marco Cecchinato 6186 105 Luca Vanni 5607 145 Thomas Fabbiano 4118 160 Andrea Arnaboldi 3609 181 Matteo Donati 280

10 199 Filippo Volandri 25611 222 Gianluca Naso 23512 233 Salvatore Caruso 22813 244 Roberto Marcora 21814 253 Riccardo Bellotti 21415 254 Alessandro Giannessi 21316 257 Federico Gaio 21017 262 Lorenzo Giustino 20618 286 Matteo Viola 17619 324 Alessandro Bega 14820 325 Erik Crepaldi 14821 329 Gianluca Mager 14622 335 Flavio Cipolla 14023 338 Edoardo Eremin 13824 364 Francisco Bahamonde 12325 375 Lorenzo Sonego 119Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 8 Flavia Pennetta 36212 15 Roberta Vinci 28253 19 Sara Errani 25254 36 Camila Giorgi 13255 59 Karin Knapp 9436 115 Francesca Schiavone 5417 256 Martina Caregaro 1778 289 Giulia Gatto-Monticone 1489 311 Alberta Brianti 136

10 330 Alice Matteucci 12211 356 Cristiana Ferrando 10712 358 Gioia Barbieri 10513 366 Georgia Brescia 10114 376 Martina Trevisan 9815 377 Anastasia Grymalska 9816 390 Nastassja Burnett 9317 434 Corinna Dentoni 6918 442 Claudia Giovine 6819 463 Bianca Turati 6420 477 Jessica Pieri 6121 484 Jasmine Paolini 5922 486 Alice Balducci 5923 495 Stefania Rubini 5624 496 Anna Giulia Remondina 5625 499 Gaia Sanesi 55

di GiorGio sPAlluto - foto GEtty imAGEs

328 il ranking di Noah Rubin (nella foto qui sopra), il 19enne statunitense in grado di eliminare il numero 18 del mondo Benoit Paire. Rubin è il 2° teenager fuori dalla Top 300 a battere un Top 20 in uno Slam negli ultimi 30 anni. L’unico a riuscirci in precedenza era stato Andy Murray a Wimbledon 2005.

69 le presenze in un torneo dello Slam per Venus Williams, seconda tennista nell’Era Open in quanto ad apparizioni nei major. La “Venere Nera” è ad appena 2 presenze da Amy Frazier, primatista con 71.

20 le edizioni degli Australian Open a cui ha preso parte Lleyton Hewitt, il tennista ad aver giocato più volte nella storia il primo slam stagionale. Seguono Santoro con 18 e, appaiati a quota 17, Federer e Alexander.

40 gli anni trascorsi dall’ultimo successo di un tennista australiano nello Slam di casa, con Mark Edmondson che nel 1976 si impose da numero 212 del mondo. Gli Australian Open sono lo Slam che attende da maggior tempo un campione autoctono.

37 gli anni di Radek Stepanek, il tennista più anziano a qualificarsi per gli Australian Open da quando nel 1977 approdò nel main draw il 42enne Mal Anderson

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Rafa Nadal (SPA)

Babolat PLAY Aeropro Drive racket / RPM Blast stringRafa Nadal (SPA)

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Rafa Nadal (SPA)

Racchetta Babolat Pure Aero PLAY

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FB.COM/BABOLAT @BABOLAT

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BABOLAT – RACCHETTE, SCARPE*, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL TORNEO DI WIMBLEDON

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Lo slam da bordo campo il tennis in tv

Martedì sera appuntamento con il tennis... dalle regioni Giovedì 2100:00 -WTA Premier Sydney Finale replica02:00 - Djokovic vs Federer, ATP Roma 2015 Finale03:15 - Federer vs Del Potro, UsOpen 200907:00 - Errani vs Bencic, WTA Brisbane (replica)08:00 - La Voce delle Regioni09:00 - Ivanisevic vs Rafter, Wimbledon 2001 12:30 - Circolando ASD TC Pescara13:00 -WTA Premier Sydney (replica)15:00 - ATP Auckland Finale (replica)16:30 - Magazine ATP17:00 - News17:15 - Fognini vs Nadal, USOpen 201521:00 - News21:15 -WTC Adelaide (differita)

Venerdì 2200:00 - La Voce delle Regioni01:00 - Federer vs Dimitrov, ATP Brisbane (replica)03:00- Hopman Cup 2015 (replica)08:00 - Magazine ATP08:30- Circolando ASD Roma09:00 - Soderling vs Fede-rer, Roland Garros 200911:00 - Jankovic vs Vinci,WTA Brisbane (replica)13:00 - Best of Coppa Davis 201514:00 -WTC Adelaide17:00 - News17:15 - S. Williams vs Sha-rapova, Wimbledon 200419:00 - ATP Sydney Finale replica21:00 - News21:15 -WTC Adelaide (differita)

Sabato 2302:00 - Azarenka vs Kerber. WTA Brisbane Finale (replica)03:00 - Sharapova vs Li, WTA Roma 201206:30 - La Voce delle Regioni07:30 - Federer vs Djokovic, ATP Roma 2015 Finale09:00 - S. Williams vs Sharapova, Wimbledon 200410:45 - Magazine ATP11:15 - ATP Auckland Finale (replica)13:00 - Vinci vs Cibulkova, WTA Brisbane (replica)14:00 -WTC Adelaide17:00 - News17:15 - S. Williams vs Vinci, USOpen 201519:00 - Federer vs Raonic,ATP Brisbane Finale (replica)21:00 - News21:15 - UsOpen 2002 Agassi vs Sampras

Domenica 2402:00 - Azarenka vs Kerber. WTA Brisbane Finale (replica)03:00 - Sharapova vs Li, WTA Roma 201206:30 - La Voce delle Regioni07:30 - Federer vs Djokovic, ATP Roma 2015 Finale09:00 - S. Williams vs Sharapova, Wimbledon 200410:45 - Magazine ATP11:15 - ATP Auckland Finale (replica)13:00 - Vinci vs Cibulkova, WTA Brisbane (replica)14:00 -WTC Adelaide17:00 - News17:15 - S. Williams vs Vinci, USOpen 201519:00 - Federer vs Raonic,ATP Brisbane Finale (replica)21:00 - News21:15 - UsOpen 2002 Agassi vs Sampras

Lunedì 2501:00 - Halep vs Kuznetsova, WTA Premier Sydney (replica)03:30 - Schiavone vs Hantuchova, WTA Roma 201105:30 - Magazine ATP06:00 -WTC Adelaide09:00 - Schiavone vs Sto-sur, Roland Garros 201011:00 - Troicki vs Dimitrov, ATP Sydney (replica)13:00 - UsOpen 2012 Djokovic vs Murray17:00 - News17:15 -Roddick vs Fede-rer, Wimbledon 200921:00 - News21:15 - Federer vs Agassi, UsOpen 2005

Martedì 2601:00 - Dolgopolov vs Dimitrov, ATP Sydney (replica)03:30 - Djokovic vs Nadal, ATP Roma 201406:00 -WTC Adelaide09:00 - S. Williams vs Vinci, USOpen 201511:00- Fognini vs Tsonga, ATP Auckland (replica)13:00 - UsOpen 2002 Agassi vs Sampras17:00 - News17:15 - Schiavone vs Li, Roland Garros 201119:00 -Halep vs Kuznetsova, WTA Premier Sydney (replica)21:00 - News21:15 - La Voce delle Regioni22:00 - Vinci vs Azarenka, WTA Brisbane (replica)

Mercoledì 2701:00 - Federer vs Nadal, ATP Roma 200606:00 -WTC Adelaide09:00 -Roddick vs Federer, Wimbledon 200913:00 - Federer vs Agassi, UsOpen 200516:00 - La Voce delle Regioni17:00 - News17:15 - Pennetta vs Halep, USOpen 201519:00 - Troicki vs Dimitrov, ATP Sydney (replica)21:00 - News21:15 - Magazine ATP21:45 - Federer vs Dimitrov, ATP Brisbane (replica)

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

Le immagini degli allenamenti, le ultime da bordo-campo, gli ag-giornamenti sugli azzurri e sulle azzurre impegnate nello Slam più

“caldo” dell’anno. Intanto perché è il pri-mo, e poi per le temperature, durante le qualificazioni, sempre abbondantemen-te sopra i 40° centigradi. SuperTennis Tv sarà a Melbourne con una troupe per av-vicinare agli appassionati italiani anche lo Slam più lontano di tutti. Tutti i giorni,

in queste prime fasi dei tabelloni princi-pali, due fasce di notizie: appuntamento fissato per le 17 e per le 21 con tutti i te-mi più attuali down-under. Al primo ap-puntamento major dell’anno l’emittente televisiva della Fit si presenta già rodata da un ottimo gennaio di “riscaldamento”. Partito con il cambio definitivo di banda di trasmissione, più efficace sulla co-pertura del territorio e qualitativamente migliore (se dall’1 gennaio non vedete i programmi, niente paura, c’è solo la risintonizzazione da effettuare: infor-mazioni al numero verde 800.432911), e proseguito con una prima assoluta. Quattro match del tabellone di qualifica-zione in chiaro sul digitale terrestre.

Occhio a RobertinaE sempre in chiaro (canale 64, nume-

‘Prime-time’ da campioniIl Team Philippoussis, con Lleyton Hewitt e Arantxa Sanchez. Il Team Ivanisevic, cui si aggiungono Marin Cilic e Iva Majoli. Il Team Wilander, formato anche da Fernando Verdasco e Marion Bartoli. Un’esibizione di lusso che mette in campo svariati titoli dello Slam e tanto carisma. Il palcoscenico è ad Adelaide, teatro del World Tennis Challenge 2016. Gli ultimi match, quelli decisivi, saranno trasmessi oggi e domani in prima serata (ore 21.15) su SuperTennis Tv.

ro 224 della piattaforma Sky, numero 30 di TivùSat e in web streaming su www.supertennis.it) durante le due settimane di torneo si potrà stare vi-cino alla truppa degli azzurri, nella quale spicca Roberta Vinci. Proprio la tarantina sarà tra le osservate speciali, non solo da noi italiani, perché torna a calcare un palcoscenico Slam dopo l’exploit newyorchese degli scorsi Us Open, dove è stata finalista e, soprat-tutto, mattatrice della grande favorita Serena Williams. Robertina, che ha già annunciato di essere alla sua ultima stagione prima del ritiro, avrà molti più occhi addosso, da tutto il mondo. Ma certamente non le mancheranno quelli, pieni di tifo e gratitudine, degli appassionati azzurri. Tutti davanti al teleschermo.

Roberta Vinci si allena ai 40° di Melbourne (foto Getty Images)

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svolta epocale

di robErto commEntucci

Gli appassionati di lungo cor-so ricordano senza alcuna nostalgia la situazione del tennis italiano alla fine de-

gli anni ’90. In quei tempi il nostro sport, cronicamente povero di risul-tati, totalmente scomparso dai radar della tv in chiaro, pagava un clamo-roso calo di interesse e popolarità. Sempre meno gente giocava a tennis:

La Federtennis ha costituito un fondo che si rialimenterà anno dopo anno per migliorare, rinnovare e ampliare l’impiantistica dei propri affiliati. I soldi sono a disposizione dei club a tasso zero: così facendo si semplifica notevolmente l’accesso al credito per i circoli e si promuove la crescita del movimento. Tutti i dettagli dell’operazione

La Fit mette 5 milioniper i club del futuro

tesserati, tornei, presenze nei circoli toccavano i minimi storici. Le conse-guenze della crisi sugli impianti era-no pesanti. Molti campi, a partire da quelli in superficie veloce, venivano riconvertiti per ospitare altre disci-pline, in primis il calcetto. E parecchi club, in particolare quelli più piccoli e con minore possibilità di diversifi-care l’offerta, chiudevano i battenti.Una quindicina di anni dopo, lo sce-nario è totalmente capovolto: a fine

2015 è stato sfondato il muro dei 300.000 tesserati; tornei e compe-tizioni a squadre continuano a cre-scere anno dopo anno a ritmi soste-nuti; nuovi circoli vengono fondati e si affiliano alla Federazione; i club brulicano di appassionati, vecchi e nuovi; le scuole tennis sono invase da atleti in miniatura, armati delle loro piccole racchette, ansiosi di emulare le gesta di Pennetta, Schia-vone, Fognini & co.

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svolta epocale

per il perseguimento dei seguenti obiettivi:

● il miglioramento dell’impiantisti-ca esistente presso gli affiliati che ospitano le principali manifestazio-ni federali (Serie A, eventi interna-zionali, attività decentrate del Set-tore Tecnico);● la diffusione delle coperture fis-se e mobili dei campi da tennis al fine di agevolare l’attività tecnica e didattica anche nei mesi con clima più freddo;● l’aumento di campi aperti al pub-blico in aree metropolitane a elevato deficit impiantistico;● l’aumento dell’offerta e della va-rietà delle superfici esistenti (es.: campi veloci); ● la diffusione delle strutture dedi-cate al “Paddle tennis”.

Inoltre, mediante il fondo sarà pos-sibile finanziare gli interventi tesi al risparmio energetico, che costi-tuiscono un passo di fondamentale importanza verso una gestione più professionale ed efficiente degli impianti.

3 categorie di finanziamentoSotto il profilo dimensionale, sono previste 3 categorie di finanzia-mento:● Per interventi di piccole dimen-sioni (es. campi da paddle, cam-biamenti di superficie, impianti di illuminazione, coperture pressosta-tiche): una anticipazione fino a un massimo di 50.000 euro, rimborsa-bile in 4 anni.● Per interventi di medie dimensioni (es. coperture fisse, interventi tesi al risparmio energetico): una anticipa-zione fino a un massimo di 250.000

Più strutture. E miglioriE la pressione sulle strutture esisten-ti, un tempo sottoutilizzate, è torna-ta a farsi sostenuta. In molte realtà locali è sempre più difficile trovare un campo libero; le scuole tennis, le competizioni giovanili, le gare a squadre reclamano sempre più spa-zio, e la dotazione impiantistica, su cui non si è potuto investire per tanti anni, si rivela sempre più inadeguata ai nuovi, crescenti bisogni: occorre aumentare drasticamente, specie al centro-sud, il numero di strutture coperte; c’è bisogno di più campi ve-loci, per diversificare le esperienze agonistiche dei giovani e assecon-darne le esigenze di crescita tecnica. Occorre illuminare più campi, per ampliarne le fasce orarie di utilizzo. E infine, per far quadrare i bilanci delle società, e metterle in condi-zione di meglio sostenere le esigen-ze dell’attività sportiva, occorre in-vestire in programmi pluriennali di efficientamento energetico (impianti fotovoltaici, luci a led...) e sulla di-versificazione delle fonti di entrata (paddle).

Fondo da 5 milioniIn sintesi: la famiglia del tennis ita-liano è cresciuta, e c’è bisogno di al-largare le mura di casa: è arrivato il momento, dopo oltre 40 anni, di tor-nare a investire sulle strutture dedi-cate al tennis. La Federazione è con-sapevole di tutto questo, e tende la mano ai circoli affiliati, con la costi-tuzione di un Fondo Rotativo dotato di 5 milioni di euro di capitale. Ve-diamo nel dettaglio di cosa si tratta.Attraverso il fondo, la Federazione finanzierà, a tasso zero, su un oriz-zonte temporale che va da 4 a 6 anni, i progetti di miglioria impiantistica che saranno presentati dai circoli

euro, rimborsabile in 5 anni;● Per interventi di grandi dimensioni (es. impianti coperti dotati di tribu-ne): una anticipazione fino a un mas-simo di 500.000 euro, rimborsabile in 6 anni.

Si chiama anticipazione finanziaria garantitaA partire dal secondo anno di attività, la dotazione del Fondo viene ricostitui-ta annualmente di un importo pari alle quote di capitale rimborsate dai circoli: tali somme tornano disponibili per l’at-tivazione di nuovi prestiti. Da qui il ter-mine “Fondo Rotativo”.Lo strumento utilizzato per l’erogazio-ne del finanziamento è quello della “an-ticipazione finanziaria garantita”: per ottenere il fido, i circoli affiliati dovran-no presentare una fidejussione banca-ria o assicurativa rilasciata da Istituti di credito o da enti assicurativi di gra-dimento della Federazione. Si tratta di una semplificazione notevole, che con-sente alle società sportive un accesso al credito molto più agevole rispetto a quanto avverrebbe rivolgendosi ai nor-mali canali del settore bancario.

Documenti necessariSempre in un’ottica di semplificazione, la documentazione necessaria per la presentazione delle domande è stata ridotta al minimo indispensabile. Sarà sufficiente presentare il progetto ese-cutivo delle opere da finanziare, con il relativo preventivo di spesa, corredato dalle eventuali autorizzazioni tecnico-amministrative previste dai regolamen-ti comunali (la Federazione non finan-zia di certo opere abusive o non a nor-ma...); una relazione sul programma di investimento (motivazioni sottostanti all’investimento proposto e benefici che s’intendono ottenere); copia dell’ultimo bilancio approvato.

Per interventi di piccole dimensioni (tra cui realizzazione di campi da paddle, foto a destra) anticipazione fino a 50 mila euro rimborsabile in 4 anni; per gli interventi di medie dimensioni (come le coperture fisse) anticipazione fino a 250 mila euro da restituire in 5 anni; Per interventi di grandi dimensioni (impianti coperti con tribune), anticipazione fino a 500 mila euro rimborsabili in 6 anni

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svolta epocale

Stop all’evasione: più controlli per garantire il futuroRispettare le regole non solo è un gesto da gentiluomini, in campo e fuori. Non solo è un dovere. Rispettare le regole (e vederle rispettate) è anche e soprattutto un duplice diritto: il diritto di costruirsi un futuro sapendo quali sono le garanzie cui fare riferimento e quello di avere la certezza che le regole verranno fatte rispettare a tutti, non soltanto a me. Rispettare le regole - e farle rispettare - significa dunque garantire a tutti le stesse possibilità, crescere tutti insieme, come movimento. La Fit ha intrapreso questa strada già da diversi anni, convinta che sia quella giu-sta. E la porterà avanti con sempre maggiore decisione nel 2016: verranno intensificate le ispezioni federali sul territorio, nei circoli affiliati, a tutti i livelli e a tutte le longitudini per garantire agli onesti che non ci saranno “furbi”. Regolarità e adeguatezza dei tesseramenti, versamento quote, abilitazione degli insegnanti e verifica dei requisiti, da nord a sud, isole comprese: nel rispetto e nella tutela di chi il suo dovere lo fa ogni giorno e contribuisce insieme agli 83 soci del suo club (se sono 83) od ai 1050 (se sono 1050) alla salute e allo sviluppo del movimento.E’ ora di abbandonare per sempre le vecchie logiche che vedono la sottoscrizione di una tessera (agonistica, amatoriale o da semplice socio) come il pagamento di una tassa e considerano”furbo”chi trova stratagemmi per sottrarvisi. E’ ora di entrare in una logica di appartenenza, consapevoli che l’enorme macchina sportiva, organizzativa, gestionale, regolamentare del tennis italiano deve per prima cosa sostenersi sul piano econo-mico se vuole andare incontro alle esigenze degli appassionati e coinvolgerne di nuovi.Ogni circolo in regola, con tutti i suoi soci, contribuisce a questo sviluppo, che ha visto gli Internazionali d’Ita-lia ridiventare uno dei più importanti tornei del mondo, il tennis italiano cogliere risultati che erano mancati per un trentennio e SuperTennis TV riportare il tennis gratis nelle case di tutti gli italiani. Chi “evade”, se ne approfitta. E non è giusto.Per continuare a seguire la via dell’innovazione, della promozione, della crescita la Federazione Italiana Ten-nis chiede a tutti di rispettare le regole e si adopererà per controllare che questo avvenga per intensificare e rinnovare quel circolo virtuoso che può dare nuova linfa a tutti i circoli che operano con passione e volontà in Italia.Le iniziative federali, ultima in ordine temporale l’istituzione del Fondo Rotativo da 5 milioni di euro per semplificare l’accesso al credito dei propri affiliati di cui si parla in queste pagine, puntano proprio al rag-giungimento di questo obiettivo.

Strategie rilevantiI criteri in base ai quali la Federazio-ne selezionerà i progetti da finanziare conferiscono all’iniziativa un ulteriore rilievo strategico: in primo luogo, in-fatti, verranno preferite le opere che saranno considerate “strategicamen-te rilevanti per la crescita dell’attività sportiva”. Significa che si vogliono in-dirizzare gli investimenti laddove essi hanno la maggiore probabilità di offrire un elevato ritorno in termini di risul-tati sportivi. Ad esempio, un circolo che lavora bene, che produce giovani giocatori osservati dal Settore Tecnico, che ha una scuola molto frequentata e che intende, ad esempio, investire nel-la copertura di due o più campi, avrà ottime probabilità di essere preferito ad altri progetti. Le coperture, infatti, specie al centro-sud, dove scarseggia-no, sono un elemento indispensabile per conferire stabilità all’attività tec-nica e all’organizzazione delle gare, e per garantire continuità ai programmi delle scuole tennis. Inoltre, la disponi-bilità di campi coperti costituisce per il nostro movimento un importantissi-mo fattore competitivo nei confronti delle altre discipline: quante mamme abbiamo sentito lamentarsi, dopo l’en-nesima lezione annullata causa piog-gia, pronunciando le fatidiche parole: “Basta: il prossimo anno ti iscrivo a ba-sket, o a pallavolo. Perlomeno starai al coperto!”.

Altri criteri di sceltaUn altro criterio, di tipo soggettivo, sa-rà utilizzato nella selezione delle do-mande: la vocazione autenticamente sportiva del circolo richiedente. Saran-no preferiti quei sodalizi che nel corso degli anni hanno seguito una politica “virtuosa” sul piano tecnico e promo-zionale; che hanno incrementato il tes-seramento, la partecipazione ai cam-pionati a squadre e alle attività federali (per esempio i centri estivi), che hanno organizzato competizioni, nazionali o internazionali. È evidente, come in altri casi, l’utilizzo dello strumento norma-tivo per stimolare gli affiliati a operare in modo “virtuoso”: i club che meglio interpretano la propria mission di as-sociazione sportiva vengono premiati. L’ultimo criterio, infine, è quello della distribuzione geografica degli investi-menti, che dovrà essere il più possibile omogenea e uniforme su tutto il territo-rio nazionale. In questo senso, il primo progetto presentato, ad esempio, dalla Basilicata, avrà probabilmente la prece-denza sul decimo progetto presentato dalla Lombardia. Perché il campione di domani potrà nascere ovunque, an-che sulle montagne del Gennargentu o della Sila. E occorre fare in modo che ovunque vi siano strutture di livello.

Svolta epocaleLa creazione di questo Fondo Rotati-vo è una bellissima notizia non solo per il movimento tennistico italiano ma, a ben vedere, per l’intero pae-se. Senza retorica, si può affermare che si tratta di una svolta epocale. E non tanto per i risultati concreti - pur importantissimi - che con la sua attivazione sarà possibile con-seguire, ma soprattutto per la sua valenza simbolica: in questi anni di congiuntura avversa e di crisi eco-

nomica generale esiste in Italia un comparto di attività in clamorosa controtendenza, che a forza di cre-scere, anno dopo anno, ha coraggio-samente posto le condizioni perché si tornino a effettuare investimenti strutturali, si torni a scommettere sul futuro, a credere nel domani. Come nei dorati Anni ’60, quelli del boom economico. E l’augurio è che quanto sta avvenendo nel mondo del tennis presto accada anche nel resto d’Italia. Basta volerlo.

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circuito amatoriale fit-tpra

Passione senza limitiDa quest’anno cadono le barriere per chi supera determinate fasce d’età. Per scalare il ranking, fino al 2015, non bisognava aver avuto classifica migliore di 4.2 (o C4). Ora chi ha 50 anni può mettersi alla prova anche se è stato 4.1 (o C3). Per i 55enni via libera anche agli ex C2, per i sessantenni agli ex C1 e per gli Over 65 nessuna limitazione... basta una tessera Fit (anche non-agonistica)

di mAx foGAzzi - foto cArolA cArErA

Cadono le barriere. Quelle di classifica in rapporto con l’e-tà, per la precisione. Una delle novità 2016 più rivoluzionarie

per quanto riguarda il circuito ama-toriale Fit-Tpra modifica proprio le condizioni d’ingresso. Fino a oggi, per poter gareggiare e puntare alla vetta del ranking bisognava non aver mai superato la classifica di 4.2 (ex C4), ma adesso ci sono delle nuove aper-ture. Aperture tali per cui anche chi è “salito” più in alto potrà riprendere in mano la racchetta e rimettersi in gio-co. Entriamo nello specifico, conside-rando che fino al compimento del 50° anno d’età la regola rimane invariata, proprio come lo scorso anno.

Over 65 senza limitiMa dal compimento del 50° anno in poi si aprono un sacco di porte. E i li-miti cadono via via che l’età anagrafica

aumenta, fino a scomparire del tutto. Dai 50 anni in su, possono iscriversi al circuito amatoriale Fit-Tpra anche quei giocatori che, nella loro carriera di ap-passionati agonisti, hanno scalato tutta la quarta categoria Fit, fino a raggiun-gere il traguardo di 4.1 (o C3). Così, dopo una pausa dovuta alle questioni della vita, si può tornare a sognare con la racchetta in mano. Semplicemente divertendosi. E non è finita qui, perché le nuove norme prevedono che dai 55 anni in su potranno scendere in campo nei tornei e nelle sfide anche gli ex C2. Dai 60 anni perfino gli ex C1. Inoltre, dai 65 anni in poi, tutti - ma proprio tutti - possono tornare in campo con il circuito Fit-Tpra.

Si torna a sognareE così si allarga il bacino d’utenza che può far affidamento sul circuito ama-toriale Fit-Tpra, e sulle sue iniziative durante tutto l’anno, per tornare a “vivere di tennis”. Si può sognare di

vincere uno “slam” - il 22 si chiudono le iscrizioni per gli Australian Open di Cividino (Bg) - o di qualificarsi per il master di fine anno (a proposito, per il 2016 la sede ospitante è ancora da stabilire, in ballo ci sono Grecia, Italia e Danimarca) o addirittura di diven-tare numero 1 del ranking. In fondo, a questo punto, basta una racchetta e tanta voglia di non smettere mai di divertirsi.

Australian Open amatoriale al via,il primo Slam a Cividino (Bg)Gli Australian Open sono il primo Slam dell’anno non solo per Federer, Djokovic e compagnia cantante. Lo sono anche per gli amatori, pronti al primo grande appuntamen-to della nuova stagione con le Super-Slam Series. Si gioca il 29, il 30 e il 31 gennaio al Tennis Mongodi di Cividino, in provincia di Bergamo. Le iscrizioni terminano il 22 gen-naio, vale a dire dopodomani, ma il numero di partecipanti è già da record. Ben al di sopra delle 400 unità, tanto da costringere l’organizzazione agli straordinari per consen-tire il regolare svolgimento all’interno dei tre giorni di gara previsti. La grande affluenza è sintomo della salute del circuito Fit-Tpra e di come abbia ripreso nel 2016 con entusiasmo a macinare match e sfide. L’appuntamento è dunque fissato per Cividino, c’è da incoronare il primo campione Slam dell’anno.

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personal coach

Il servizio-bombaesplode dal tronco

Nella battuta moderna è uno degli aspetti tecnici più importanti. È proprio questa parte del corpo che gestisce i vari trasferimenti di peso e dunque bisogna fare parecchia attenzione a come lo si usa. E occhio al lancio di palla...

di GEnnAro Volturo, i.s.f. lombArdi

foto GEtty imAGEs

Uno degli aspetti tecnici più rile-vanti del servizio moderno è la torsione del tronco. Circa il 25% della velocità prodotta dall’at-

trezzo al momento dell’impatto deriva dall’intervento del tronco che pertanto merita particolare attenzione nella mec-canica esecutiva di tale abilità tecnica.

rispondenza della fase di impatto, il tronco debba flettersi per asseconda-re il trasferimento del peso del corpo e favorire il successivo atterraggio all’interno del campo. Si ricordi che la velocità angolare prodotta dal tronco durante la fase di accelerazione è fa-vorita a sua volta dall’azione dell’arto non dominante che progressivamente si ritrae lungo il fianco (attraverso la flessione dell’avambraccio sul braccio) comportando una riduzione del mo-mento di inerzia. Il tronco ovviamente è soltanto uno dei segmenti corporei che il tennista deve impiegare per ot-timizzare la prestazione del servizio. Gli arti inferiori unitamente al tronco sono composti da muscoli lenti che necessitano di maggiore tempo per intervenire e pertanto precedono in ordine temporale il braccio, l’avam-braccio e la mano che completano la sequenza di azioni nota come catena cinetica. Uno dei principali obiettivi da perseguire nell’esecuzione del ser-vizio è quello di coordinare al meglio i suddetti segmenti corporei in modo tale che intervengano con un ordine temporale che possa consentire a ogni segmento di entrare in azione quando quello precedente ha raggiunto il mas-simo picco di attivazione. In caso con-trario sarebbe inevitabile una disper-sione di energia.

Preparazione e accelerazioneNella fase di preparazione, il tronco ruota in senso orario determinando un accumulo di energia elastica che sarà impiegata durante la fase di accelera-zione. In particolare occorre eviden-ziare come il grado di torsione delle spalle debba essere maggiore rispetto a quello delle anche in quanto la de-terminazione di tale angolo di separa-zione consente al tennista di reclutare più energia elastica rispetto a quella producibile se il grado di torsione del-le spalle e delle anche fosse coinciden-te. Grazie alla torsione del tronco al termine della preparazione il peso del corpo gravita prevalentemente sulla gamba posteriore, per favorire il con-seguente trasferimento di energia du-rante la fase di accelerazione median-te l’impiego della catena cinetica. Si ricordi che per ottimizzare la torsione del tronco è opportuno che il lancio di palla sia effettuato dopo che l’arto non dominante abbia compiuto nella prima fase della preparazione un movimento di allontanamento in direzione della parte destra del corpo volto ad accen-tuare il grado di torsione delle spalle. Pertanto la maggior parte dei tennisti di alto livello tende a lanciare la palla da destra verso sinistra nonostante ta-le azione renda la meccanica esecutiva del servizio alquanto complessa so-prattutto per quanto concerne la pre-cisione del lancio di palla. Durante la fase di accelerazione il tronco ruota solo marginalmente in senso antiorario in quanto i principali benefici in termini di velocità prodotta sono dipendenti dalla cosiddetta azio-ne “shoulder over shoulder” (spalla su spalla) che comporta un progressivo ribaltamento del piano delle anche e delle spalle rispetto alla posizione as-sunta al termine della preparazione.

Il tronco trasferisce il pesoÈ importante evidenziare come in cor-

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di mAuro simoncini

L’ultima e più evoluta generazione del Graphene – denominata XT - dopo gli altri attrezzi (Radical per esempio) viene innestata ora

sul modello storico della casa austriaca Head, Prestige. A far da testimonial a un attrezzo che grazie all’utilizzo di questo materiale iper leggero e iper resistente ha visto riposizionate le masse dal cuo-re verso l’estremità del telaio, adesso c’è Marin Cilic, vincitore degli Us Open 2014. Ma qualche tempo fa c’erano Tho-mas Muster, Emilio Sanchez, Marat Sa-fin o Goran Ivanisevic (proprio l’attuale coach del connazionale Cilic) a farsi ac-compagnare da uno degli attrezzi più se-lettivi, pesanti, con profilo sottile e ovale

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racchette e dintorni

Head Prestige MP,controllo supremoIl Graphene Xt abbraccia anche la nuova edizione dello storico modello Prestige Midplus. Telaio non facile, dal peso importante, di controllo assoluto. Ci vogliono tecnica adeguata e fisico allenato. Per un gioco classico con poco spin. Costa 259,95 euro

I dati del LabPeso (incordata): 325 g

Ovale: 98 sq in. Profilo: 21 mm

Bilanciamento: 31,5 cm Schema corde: 18x20

Rigidità: 63 Ra Inerzia: 316

Potenza: 39 su 100 Controllo: 62 su 100

Maneggevolezza: 76 su 100

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contenuto.Esteticamente rispetto al passato ma an-che solo alle precedenti versioni, le Head Prestige hanno perso sicuramente un bel po’ di rosso a favore del nero, opaco, con rivestimenti in carbonio e poche pennel-late rosse (anche lucide). Anche il look si è “incattivito”, caratterizzato da un uso originale, molto hi-tec, di finiture opa-che, lucide e metallizzate.Oltre al modello Pro e a quelli più mo-derni, leggeri e appena più facili (Pre-stige Pro Rev e Prestige S), il più serio e selettivo della gamma è sicuramente Prestige Midplus, che abbiamo scelto per il nostro test.

IL LAB - L’analisi del laboratorio ci di-ce appunto di un telaio pesante - deci-samente oltre i tre etti (325 grammi con le corde) - con piatto corde da 98 pol-lici quadrati e profilo sottile, squadrato e costante da 21 millimetri. Specifiche davvero eloquenti che rendono la Presti-ge MidPlus una delle racchette più per-formanti ma meno facili del mercato, e anche una delle più simili al passato. A questa sensazione contribuisce anche il dato di rigidità non elevato (63 Ra.), ora-mai una rarità: un telaio elastico come non ce ne sono più tanti, ideale almeno sulla carta per chi predilige tocco e sen-sibilità.Da sottolineare, al primo incontro, il look davvero moderno e aggressivo in nero opaco come qualche auto fuoriserie da Terzo Millennio. Contribuiscono anche il grip di serie e i bumper grommet (passa-corde copritesta), full cap, tutti neri.

IN CAMPO - Le prime sensazioni di gioco con questa Prestige MP sono quel-le di pienezza, compattezza e solidità. In particolare gli impatti quasi comple-tamente piatti fanno “sentire bene” la palla. Pastosa e anche elastica, si capisce sin da subito che è il controllo a farla da padrone indiscusso. La racchetta regala poco in quanto a spinta e potenza: inu-tile provare sbracciate, preparazioni e movimenti troppo ampi, ci vuole buona tecnica per ottenere profondità con co-stanza e regolarità. Eccezionale il con-trollo dei tagli indietro in back, anche in difesa; per aggredire in top spin e far girare la pallina a dovere ci vuole però una certa energia.Si fa sentire in quest’ottica il pattern fit-to con 18 corde verticali e 20 orizzontali (un’altra caratteristica oramai abbastan-za rara): le maglie molto fitte obbligano a scelte accorte in termini di incordatura.Se si picchia forte, il meglio da un at-trezzo selettivo con le specifiche di He-ad Prestige Mp lo si ottiene sicuramente con un monofilamento, con calibro sot-tile (anche 1,20 mm) e a tensioni conte-nute (fino ai 21-22 kg). Per chi gioca un tennis più vecchio stile, a tutto campo, può andar bene un multifilo a tensioni

racchette e dintorni

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medio basse, come Head Reflex, usato nel nostro test.Tecnicamente meglio eseguire swing brevi, gesti classici e compatti, magari appoggiandosi sulla palla dell’avversa-rio: ad aiutare è la flessibilità del telaio. Il controllo, come dicevamo, è ottimo; per ottenere anche spinta, l’asticella si alza. Sensibilità e tocco si fanno apprezzare a rete dove la precisione resta su livelli alti. Ci vuole sempre una buona tecnica di base, ma la maneggevolezza è senz’al-tro buona.Lo stesso discorso si può replicare al servizio dove per ottenere incisività ci vuole braccio educato ma anche buona spinta di gambe, specialmente per cari-care d’effetto le seconde palle. Battute piatte o con uno slice appena accennato si ottengono più facilmente, anche in-cisive.Quella che secondo noi all’interno della gamma è la vera erede della storica Pre-stige, cioè questo modello Midplus, ag-giornato con l’innesto del Graphene XT, resta un attrezzo affascinate e compli-cato. Non impossibile, ma sicuramente per agonisti di livello, con buona tecni-ca e una discreta preparazione fisica.

IL PAGELLONE: 81/100Estetica 9A fondocampo 7Al volo 8Servizio 8,5Top 7

Back 9Potenza 7Controllo 9,5Maneggevolezza 8Comfort 8

Le concorrentiWilson Pro Staff 97

Yonex VCore Tour G

All’interno dell’ovale, oltre alle specifiche del telaio, il simbolo del Graphene, utilizzato per ottimizzare la distribuzione delle masse

Piatto corde da 98’, pattern d’incordatura 18x20, la Prestige MP è un telaio adatto a chi cerca soprattutto precisione e controllo

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la regola del gioco

La situazioneSi sta giocando una partita di singolare di un campionato a squadre di serie A1. Il cambio palle è per regolamento fissa-to in 11/13 giochi (11 game per il primo cambio palle perché si considera l’usura dovuta ai minuti di riscaldamento).

Che cosa succede?Sul punteggio di 6-2 3-0 per il rappre-sentate della squadra di casa (ricordate che stiamo parlando di una sfida a squa-dre), l’arbitro si dimentica di cambiare le palline, ma nessuno ancora si accorge dell’errore. Dopo che il giocatore della squadra ospite ha servito la prima palla - che termina in rete - l’arbitro si accorge dell’errore.

Il principio generaleDiciamo subito che la regola del cambio palle è studiata per consentire alternati-vamente ai giocatori (o alla coppia, in ca-so di doppio) di poter avere il beneficio di servire con palle nuove, consideran-dolo un diritto. Ecco perché nel momen-to in cui dovesse essere commesso un errore, la soluzione sarà quella di con-sentire al giocatore (o coppia) che aveva diritto di servire con palle nuove a farlo non appena possibile.

Non appena possibile...In linea generale, quando il gioco è già iniziato, non potrà essere possibile cor-reggere l’errore immediatamente cam-biando subito le palle. Bisognerà invece necessariamente attendere i canonici due giochi, dato che dopo due giochi lo stesso giocatore (o coppia) andrà a servi-re di nuovo e gli sarà concesso il diritto di servire con palle nuove.

Si sta giocando un match con cambio palle previsto ogni 13 game (11 al primo cambio). L’arbitro però, una volta sopraggiunto il limite, si dimentica di sostituire le palline. A quel punto che cosa succede?

INVIATECI LE VOSTRE DOMANDE

A chi (e come) vanno date le palline?Scriveteci all’indirizzo [email protected] e diteci i vostri dubbi regolamentari. Li sottoporremo ai nostri esperti e vi risponderemo su queste pagine. Questa volta rispondiamo alla richiesta del signor Luigi Boselli.Domanda: Buongiorno: pongo un quesito relativo alla messa in gioco delle palle a inizio gioco. Sono un arbitro di sedia e ho avuto una discussione su questo quesito con un collega. Effettuato il briefing a centro campo io mi reco vicino al seggiolone, prendo le palline e le consegno ai giocatori. Il mio collega dice che vanno poste a terra al centro del campo. Non trovando regole su questo quesito, qual è la soluzione migliore?Risposta: Caro Luigi, in effetti non troverai scritto da nessuna parte questo tipo di indicazioni, perché non si riferiscono né a regole e nemmeno a procedure codificate. È semplicemente un modo diverso di conse-gna delle palline ai giocatori. Come avrai notato nei tornei con i raccattapalle, vengono a loro consegnate dall’arbitro prima del briefing con i giocatori. Nei tornei senza raccattapalle, invece, vanno consegnate direttamente ai giocatori. In fin dei conti è preferibile averle in mano e consegnarle ai giocatori prima di iniziare il briefing. Ma anche in questo caso, c’è chi sostiene che, con le palline già in mano, i giocatori si distraggono e non ascoltano l’arbitro nel briefing.

Cambio palle... mancato

Come si procede?Il nostro caso specifico, però, presenta una particolarità: è vero che il punto è già iniziato, in quanto una prima palla è stata servita, però è anche vero che sia-mo ancora all’interno del primo punto di quel gioco. Se per esempio, servita la se-conda palla, durante lo scambio dovesse essere chiamato un “let” che implichi la ripetizione di quel punto, proprio per-ché stiamo giocando il primo punto di quel gioco, è possibile considerare quel game come se non fosse mai iniziato.A questo punto saremmo in grado di po-ter cambiare immediatamente le palline,

salvaguardando il diritto del giocatore (o coppia) a servire con palle nuove e ri-spettando il cambio dopo gli 11/13 gio-chi previsti.

E se si anticipa?Una cosa è il ritardo, un’altra è l’anticipo. Se per errore le palline fossero cambiate un gioco in anticipo rispetto al previsto, cioè quando va a servire il giocatore (o coppia) che non ha diritto di servire con palle nuove, si giocherà l’intero gioco con quelle palle e alla fine di quel gioco si dovranno nuovamente cambiare palli-ne con altre palle nuove.

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